Il termine antropologia viene introdotto durante il 18°secolo per designare una scienza che si
consacra allo studio dell’uomo in maniera olistica prendendo in considerazione la dimensione fisica,
sociale e culturale delle specie.
Per tutto il 700 l’idea delle altre popolazioni e permeata dalla credenza del “buon selvaggio”.
Inizialmente ci furono tentativi per spiegare le differenze tra le varie popolazioni attraverso metodo
scientifici, portando alla nascita del “razzismo scientifico”. Fin dall’antichita esistevano teorie che
cercavano di spiegare la correlazione tra il carattere e la forma del viso come la misurazione dei
crani.Lo studio dei crani rispondeva al tentativo di rendere scientifica la storia naturale dell’uomo
cercando di utilizzare dei dati precisi.Siamo in un epoca in si avvia una nuova fase di colonizzazione
verso l’asia e l’africa, l’europa cominciava a percepersi come il centro del mondo in un ottica di
superiorità tecnica e culturale.
Nella seconda metà del’800 la storia dell’antropologia è segnata dalla teoria dell’evoluzione di
Darwin; fu il primo in grado di provare scientificamente i processi evolutivi.
La teoria dell’evoluzione mette in discussione l’esistenza di un poligenismo statico all’origine delle
differenze raziali, ma introduce l’idea della competizione e della soppravivenza del più adatto.
Morgan e Tylor elaborano una teoria dell’evoluzione delle culture, secondo la quale esse si
evolvono in maniera progressiva e uniforme.
Questa teoria ipotizza che le società attraversino i medesimi stati evolutivi: dallo stato selvaggio ,
barbarie e civilità fino a raggiungere uno stadio comune.
Secondo Tylor le diverse società coesistenti contemporaneamente sul pianeta si trovano a diversi
stati dell’evoluzione.
Sia Tylor che Morgan indentificano gli stadi della civilità in : selvaggio, barbaro e civile.
Tylor insisteva sull’elemento religioso :
Stato selvaggio :animismo
Stato barbaro : politeismo
Stato civile : monoteismo
Moragn e Tylor introducono un ambito di analisi che diventerà specifico dell’antropologia:
l’attenzione alla dimensione familiare, al ruolo delle donne nelle relazioni di parentela , al
controllo della sessualità e all’organizzazione dei processi riproduttivi.Questo interesse è in gran
parte il risultato dell’introduzione dell’osservazione partecipante.
Il nuovo metodo fu inizialmente applicato da Morgan , non in quanto antropologo, ma in quanto
attivista politico nella difesa dei Seneca, in una causa che riguardava le loro riserve; li conobbe
dall’interno e visse a lungo con loro conoscendo la loro organizzazione sociale.
Morgan qui scopri che il sistema di parentela è matrilineare e non patrilineare.Da questa scoperta
Morgan ipotizza l’esistenza di una fase matriarcale universale nelle prime tappe della storia
dell’umanità. La teoria del matriarcato influenzerà molto il dibattito femminista degli anni 70’.
Per Morgan la parentela è l’epicentro dell’organizzazione delle “società primitive”.
Franzer: noto sopratutto per il “ramo d’oro”, partendo dallo studio degli antichi miti e delle loro
pratiche, ipotizzerà che la magia sia stata la prima forma di interpretazione del mondo sviluppatasi
nelle mente dell’uomo, seguita da religione e scienza.Questa crendeza sarà alla base del così detto
“pensiero magico” secondo cui il simile produce il simile ( se si vuole la pioggia si versa dell’acqua
ecc, vodoo ecc); ma queste idee non bastavano a controllare la natura, allora sorse l’idea che forze
più alte, non umane, dominino l’universo. Da qui nacque la religione.
Lo sviluppo del pensiero più alto dell’uomo è per Franzer la scienza,l’uomo , in questa nuova fase, è
tornato a dominare la natura con le proprie abilità.
Nel 19° secolo l’antropologia culturale diventerà una disciplina autonoma. Secondo gli antropologi
di oggi l’antropologia culturale e sociale osservano gli stessi fenomeni con la differenze del punto di
vista adottato.
Le donne diventeranno indispensabili agli studiosi con l’applicazione del metodo partecipante ,
anche se inizialmente pensate soltanto come “mogli” degli antropologi.
Soltanto nell 800 le idee di uguaglianza tra uomini e donne si diffusero oltre i circoli e ambienti
ristretti. I primi movimenti femministi si affermano in gran bretagna e negli stati uniti vincendo
importanti battaglie.Femminismo e abolizione della schiavitù dei neri procedettero parallelamente.
La Mott e la Stenton organizzaro una conferenza chiamata Seneca Falls (1848) a cui parteciparono
oltre 300 donne, a cui non fu permesso di prendere parola in pubblico perché donne,
l’indignazione di questo episodio le portò a fondare il movimento dei diritti delle donne negli stati
uniti.
Il movimento femmista americano nato contribuì allo sviluppo dell’antropologia delle donne, cioè
l’antropologia di genere.
Le nuove antropologhe donne compresero che soltanto loro avrebbero potuto ottenere
informazioni dettagliate sulla vita privata di altre donne.
Tylor sosteneva apertamente la necessita che le donne si cimentassero nel lavoro antropologico.
Si convinse che un antropologo maschio avrebbe potuto ottenere migliori risultati lavorando in
coppia con una moglie sufficientemente intelligente e collaborativa.
Molti antropologi sostenevano che l’approccio maschile fosse più orientanto all’osservazione
oggettiva e razionale e capaci di produrre grandi teorie, mentre le donne , con la loro natura
emotiva , irrazionale e soggettiva, avrebbero potuto raccogliere osservazioni precluse agli uomini.
Fletcher: Pioniera nello sviluppo della disciplina antropologica negli stati uniti, si impegnò
fortemente nella difesa delle popolazioni native nordamericane.
Le antropologhe di questa prima generazione portarono nell’antropologia caratteristiche specifiche;
mostravano uno sguardo più attento alle donne e ai bambini e avevo un atteggiamento empatico nei
confronti delle popolazioni native.
Tra la fine del 19° e l’inzio del 20°, l’antropologia attraversa una profonda revisione teorica e
metodologica.Principale figura di questo cambiamento fù Boas che, con la sua allieva Mead,
rappresenta la più significativa figura dell’antropologia americana del 20 ° secolo.
Boas nel 1883 si unì ad una spedizione nell’artico Canadese. Durante il suo viaggio notò come gli
eschimesi utilizzavano una diversa scala di colori che influenzava la loro percezione del colore
dell’acqua.Affascinato da questo fenomeno abbandonò la geografia per l’etnografia.A Boas si deve
la divisione dell’antropologia in quattro campi:
-Antropologia biologica
-Antropologia archeologica
-Antropologia culturale
Le critiche sollevate da Boas nei confronti delle teorie di Morgan e Tylor furono che le culture sono
troppo complesse per essere valutate sulla base di leggi comuni evolutive.Le società e le culture
vanno comprese attraverso le loro storie particolari.Da qui nasce l’idea del “particolarismo
storico”, idea centrale nell’approccio Boasiano, in aperto contrasto con l’idea evolutiva.
Al particolarismo storico va associato il concetto di “diffusionismo” rapportato a quello di “creazione
indipendente”:
-Diffusionismo: le somiglianze tra le culture possono essere la conseguenza del passaggio di un idea
da una cultura all’altra.
-Creazione indipendente : Si verifica quando la cultura produce una nuova idea senza essere
influenzata da altre culture.
Molte abitudini possono essere trasmesse quando tribù o popoli diversi si incontrano o quando una
cultura sottomette l’altra.
Un altro importante principio introdotto da Boas è quello del “relativismo culturale” : le attività o le
credenze di un gruppo vanno intese e interpretate secondo la cultura presa in considerazione, e non
attraverso i proprio criteri di riferimento.
Quindi secondo Boas, il miglior approccio per comprendere una cultura è quello “emic” cioè relativo
al punto di vista della cultura studiata.
Esiste anche un approccio detto “etic”, cioè quando si è troppo coinvolti e si tende ad osservare
quello che l’antropologo considera importante.
Il relativismo culturale come metodo di conoscenza di altre società è il contrario
dell’etnocentrismo.Boas sostiente che il lavoro da campo dev’essere parte di ogni formazione
antropologica.Boas fece una feroce lotta al razzismo e ha fortemente contribuito ad alimentare il
dibattito negli stati uniti. Nel 1911 Boas pubblicò “ the mind of primitive man”, riflessioni sul
relativismo culturale che sfatano le idee allora ricorrenti che suggerivano la superiorità della
civilità occidentale nei confronti delle società meno sviluppate sulla base di criteri raziali. Boas
lottò ferocemente anche contro il nazismo, e si schierò a favore dell’uguaglianza tra uomini e donne.
Parsons: fu la prima allieva di Boas, importantissima figura per l’antropologia femminista; le sue
idee erano decisavamente all’avanguardia per i tempi e furono recepite come troppo radicali , il suo
lavoro aiutò molto a sensibilizzare il tema sulle done e aprì loro nuove opportunità.
Tra le sue allieve ebbe Ruth Benedict.La Parsons ha utilizzato la comparazione tra le culture per
documentare le diverse forme di costrizioni che i ruoli di genere impongono. Utilizzò questi risultati
per muovere la sua ricerca ai ruoli maschili e femminili nella società americana denunciandone
l’oppressività.
L’approccio evoluzionista di Freud risultava del tutto inacettabile per il particolarismo storico
Boasiano; ma mentre rigettavano la psicanalisi, Boas e il movimento dei suoi seguiaci iniziarono a
manifestare un crescente interesse per la psicologia, interrograndosi sul rapporto tra le culture e gli
individui nella formazione delle persontalità. Boas rigettava l’idea di valori assoluti, ma evidenziava
l’importanza tra la psicologia e l’antropologia nella prefazione allo studio pioneristico di Margaret
Mead sull’adolescenza in Samoa.
La psicanalisi suscitò reazioni critiche anche tra i funzionalisti.Malinowski ne criticava i presupposti:
in particolare il complesso di Edipo, di cui la psicoanalisi ipotizzaca l’universalità.Malinowski aveva
svolto il lavoro di campo presso una popolazione matrilineare nelle isole Trobiand, dove il ruolo del
padre e le relazioni interpersonali erano strutturate in maniera molto diversa rispetto alle famiglie
occidentali e alla società europea. I giovani erano ostili verso i fratelli della madre piuttosto che
verso il padre; in relazione alla competizione per l’autorità politica piuttosto che al desiderio
sessuale. I sentimenti di odio erano indirizzati verso gli zii materni, mentre i desideri incestuosi si
concentravano sulle sorelle e non sulla madre.Il complesso di Edipo, quindi, non era affatto
universale.
Nel periodo tra le due guerre all’interno dell’antropologia americana si afferma il movimento
cultura e personalità che si dedica all’indagine dell’interazione tra cultura e psicologia.La chiave si
trova nella comune esperienza di apprendimento infantile; diverse pratiche di socializzazione ed
educazione costruiscono diversi tipi di personalità.Benedict sostiente che la cultura produce gli
individui e non viceversa. Con questi lavori le due studiose contribuirono in modo decisivo ad
infrangere i pregiudizi basati sull’idea secondo cui i comportamenti differenziati tra uomini e
donne sono “naturali” , aprendo così la strada alla teorizzazione del concetto di genere.
Benedict fu una delle figure più influenti nell’antropologia americana, sopratutto per la sua ricerca
sulle dinamiche tra individui e società e sui modi in cui la cultura plasma gli individui.
Benedict applica il principio del relativismo culturale.La novità della sua ricerca consiste nel
collegamento tra l’antropologia e la psicologia nell’indagine del rapporto tra individuo e
cultura.Fin dai primi isntanti di vita, i costumi del mondo in cui è nato modellano le esperienze e il
comportamento futuro degli indivui.Esisteranno sempre uomini “disorientati” in tutte le culture, che
illustrano il dramma dell’individuo, le cui propensioni naturali non sono previste dalle istituzioni della
sua cultura.
Benedict difende il metodo comparativo, in quanto esso permette di valutare in relazione l’una con
l’altra e di osservarne le differenze.Benedict porterà il suo sguardo oltre le società “primitive” per
applicarlo alle moderne società. I modelli possono essere meglio individuati nelle culture primitive a
cuasa della loro semplicità; mentre la società americana è fin troppo complicata e disorientata per
poter essere colta nella sua totalità di analisi etnografica.L’applicazione dell’antropologia a società
complesse fu un esperienza pioneristica, che contribuì alla ridefinizione dell’antropologia culturale
e all’apertura di nuovi ambiti di indagine. La “normalità” è un dato culturalmente definito e può
varirare da una cultura all’altra; individua alcune aree nelle quali la normalità e l’anormalità
risultano diversamente definite.(es omossesualità).
Margaret Mead diede un enorme contributo all’antropologia. Nel 1925 partì per un lavoro sul
campo nella Samoa americana utilizzando il metodo dell’osservazione partecipante.La Mead
constatò che il passaggio dell’adolescenza in Samoa, non era segnatoda turbamenti emozionali o
psicologici , dall’ansietà e dalla confusione che segnavano le giovani americane. Ciò metteva in
discussione l’universalità della crisi adolescenziale. Mead prese di fatto posizione a favore della tesi
secondi cui gli adolescenti crescono psicologicamente più sani se hanno delle attività sessuali con
partner multipli prima dei matrimoni.Queste argoementazioni furono di forte impatto, sopratutto
quelle sviluppate intorno alla sessualità.Insieme al suo terzo marito-Gregory Betson- condussero due
anni di lavoro intensivo a Bali, aprendo insieme la strada al ricorso al film come risorsa per la ricerca
antropologica.Lo studio delle popolazioni della nuova Guinea permise alla Mead di dimostrare che i
ruoli sessuali differiscono nelle diverse società e sono culturalmente determinati, piuttosto che
innati .La mascolinità e la femminilità riflettono condizionamenti culturali e che le differenza tra i
sessi non sono interamente determinati dalla biologia. Questa anticipazione del concetto di genere
sarà una pietra miliare del movimento femminista americano.
Alla Mead va riconosciuta una forte valenza pioneristica per passaggio del focus delle società
primitive a quelle occidentali passando per l’analisi della letteratura , delle culture popolari e del
cinema.
In Francia vennero pubblicate due opere fondamentali per l’antropologia di genere : “Le strutture
elementari della parentela” di Strauss(1948) e “il secondo sesso” di Simone de Beauvoir (1949).
Il termine antropologia si diffuse in Francia soltanto negli anni 50 del 20° secolo.
Nel 1925 venne fondato l’istituto d’etnologia dell’università di parigi.L’istituto intendeva
promuovere tutti gli studi etnografici , sia rivolti a culture “altre” che a quelle europee.Qui si formò
la prima generazione di antropologi francesi. Il loro lavoro sul campo si svole principalemente in
Africa nei territori coloniali francesi.
Mauss: considerato il padre dell’antropologia culturale francese.Propone un nuovo approccio al
fatto sociale, definito come “totale” quando coinvolge gran parte delle dinamiche della comunità.Il
fatto sociale totale appartiene alla realtà empirica, perché la vita sociale è un “tutto” , i cui vari
aspetti sono strettamenti connessi. Lo scopo dell’antropologia è quello di ricostruire questa
complessità.Mauss elabora il concetto di “fatto totale” nel suo celebre “saggio sul dono”.Mauss
analizza un vasto sistema di scambio cerimoniale di doni e controdoni delle isole Trobriand, che
funge da attenuante delle ostilità reciproche e afferma il prestigio.
Tillion: Figura particolarmente importante per l’antropologia di genere, fu deportata in un campo di
concetramento nazista. La terribile esperienza la spingerà a ridefinire il campo della sua ricerca
antropologica, e ad affrontare, per anni, i temi della deportazione.
Un altra sua battaglia fu quella della condizione femminile.Per Tillion , la condizione di
subordinazione delle donne nelle regioni del mediterraneo non possono essere spiegate ne con il
clima ne con la gelosia maschile ne, sopratutto, con la religione.le origini secondo lei risalgono
all’inizio della civilità. In questa fase si delinearono due possibili forme di organizzazione: “ la
repubblica dei cugini” (si vive tra i propri) e la “repubblica dei cognati” dove il tabù dell’incesto
obbliga all’esogamia.Nel medio oriente e nel bacino mediterraneo prevalse la repubblica dei
cugini.Ciò portò al degrado della condizione femminile.
Dopo la seconda guerra mondiale il continente andava ricostruito e, durante la ricostruzione, venne
concordato che il ripristino delle pace tra i popoli doveva passare per la condanna ferma del razzimo
biologico e della nozione biologica di “razza”. Strauss fu uno degli intellettuali più attivi in questa
operazione culturale guidata dall’UNESCO.
Nella dichiarazione universale venne affermato il principio dell’uguaglianza dei diritti e si rigetta
qualsiasi forma di discriminazione in base alla razza.
7.Levi-Stràuss e lo strutturalismo
Strauss scrisse “le strutture elementari della parantela” durante l’esilio in america.
Qui sentì l’influenza degli antropologi americani, ma sopratutto quella di Mauss in riferimento al
saggio sul dono e il concetto di “fatto sociale totale”.La proibizione dell’incesto ha un carattere
universale, perché queste forme di tabù appaono in ogni società conosciuta.Strauss sostiene che la
proibizione dell’incesto appare come una particolare specie di intervento che regolamenta lo
scambio. Evidenzia due cose:
-Lo scambio appare come un sistema di “prestazioni totali”, la proibizione dell’incesto implica lo
scambio di donne e ha una funzione positiva.Grazie all’esogamia la famiglia è in grado di stabilire
relazioni esterne che rafforzano la solidarietà sociale.Strauss evidenzia il valore rivoluzionario del
saggio sul dono.L’influenza di Mauss ha fornito a Strauss le basi teoriche per superare il
funzionalismo e fondare lo strutturalismo.
Il metodo di Strauss è chiamato strutturalismo, è molto diverso da quello di Brown. Strauss non è
interessato alla struttura dal punto di vista utilitaristico, ma vuole scoprire la struttura dei processi
mentali umani , ovvero le invarianze transculturali del funzionamento del pensiero umano. Lo
strutturalismo non è riconducibile alla psicologia.
Sostiene che le donne sono scambiate perché costituiscono un dono d’eccellenza.Verrano mosse
molte critiche da parte delle femministe a questa affermazione.
La lettura di “le strutture elementari della parentela” aiutò Simone de beauvoir a formulare le basi
antropologiche del libro “ il secondo sesso”. L’idea dello scambio delle donne supporta la sua tesi
centrale. Saggio composto in due volumi: nel primo analizza fati e miti sulle donne da diverse
prospettive, ognuna delle quali è insufficiente a spiegare la definizione di donna e la sua
oppressione.
nel secondo: inzia con la frase “ donne non si nasce, ma si diventa” , con la quale vuole distruggere
l’essenzialismo secondo il quale le donne sono nate “femminili” per provare , al contrario, che esse
si “costruiscono” come donne attraverso la socializzazione.
Descrive nel particolare le tre tipologie di donne che rinunciano alla loro libertà: narcisista,
l’innamorata e la mistica. Beauvoir considera il lavoro una grande risorsa per le donne, mentre il
matrimonio e la famiglia nucleare sono viste come un danno per entrambi i partner.Il problema sulla
parità d’accesso alle professioni riprende le rivendicazioni del primo e del secondo femminismo
aprendo alle problematiche del terzo.
Sia Strauss che Simone fondano le loro teorie sull’idea che la struttura ultima della mente umana sia
l’abilità nel compiere distinzioni binarie.
8 L’emergere del concetto di genere, la seconda ondata del femminismo e l’antropologia negli anni
settanta e ottanta.
Nel corso degli anni 50’, l’idea che l’assunzione dei ruoli maschili e femminili non sia determinata dal
sesso biologico si impone.
Money utilizzo per il primo il termine “gender”.Usò il termine per designare un soggetto che si
sente uomo o donna e si comporta come tale.Arrivò a distinguiere tra:
-identità di genere (esperienza interna della sessualità)
-ruolo di genere(aspettativa sociale sul comportamento maschile e femminile.
Money fu tra i primi a studiare l’esperienza psicologica provocata dalla confusione sessuale e a
individuare i modi possibili per rispondere alla sofferenza dei soggetti, proponendo una risposta
chirururgica di “riassegnazione del sesso” (esempio bambino circoinciso male).
Oakley insiste su come l’antropologia abbia permesso di separare il sesso dal genere. Il problema
dell’antropologia risiedeva nel modo in cui le donne erano state considerate in quanto oggetto di
studio: essenzialmente complementari agli uomini.La seconda ondata di femminismo ha avuto come
conseguenza il moltiplicarsi di studi che ponevano al centro della ricerca antropologica le donne per
capirne meglio il ruolo che svolgevano all’interno delle diverse società.
Questo è stato l’inizio della costruzione di un antropologia di genere
Sherry Ortner : sviluppa un argomentazione sulla base dell’idea dicotomica tra natura e cultura.Un
primo modo per spiegare l’universalità della subordinazione femminile sta nel fatto che le donne
sono state indentificate simbolicamente alla natura, in opposizione agli uomini che si indentificano
con la cultura.La cultura riconosce che le donne svolgono una parte attiva in particolari processi, ma
al tempo stesso le considera radicate nella natura; le donne si trovano –seconda la Ortner- in una
posizione di intermediazione tra natura e cultura poichè attivano importanti processi tra queste due
sfere
Dagli anni 80, l’antropologia femminista è riconosciuta a tutti gli effetti come un ambito della
ricerca antropologica.
Gli antropologi hanno scoperto variazioni sostanziali tra i ruoli degli uomini e delle donne nelle
diverse società.Uno degli ambiti dell’antropologia odierna è la ricerca delle ricche e variegate
costruzioni di genere nell’ambito della diversità culturale.L’antropologia utilizza alcune categorie :
-ruoli di genere ( compiti che una cultura assegna ai sessi)
-stereotipi di genere( idee molte semplificate, ma fortemente interiorizzate)
-stratificazione di genere