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ANTROPOLOGIA – 7 DICEMBRE

Quando, come e perché nasce l’antropologia?


--> storia dell’antropologia (da visione scientista a visione morbida di ora)

L’antropologia nasce perché l’uomo ha sempre avuto il bisogno di relazionarsi con l’altro (naturale e
biologica). Ex. in assenza di relazione dato biologico è l’autodistruzione (neonati abbandonati all’ospedale).

È quindi nata insieme all’uomo (come spinta, interesse) e forse anche prima, etologi ci insegnano che anche
i mammiferi hanno bisogno di fare comunità, ma questo riguarda ciò che è l’istinto, senza particolare
riflessione, quando antropologia significa proprio riflettere sulla natura umana (=> più tardi).

Come disciplina, nasce solo dopo che sono nate le università (molto dopo); ma come atteggiamento/germe
nasce con la spinta verso l’incontro con l’altro. Prime attestazioni/documenti interessanti per l’antropologia
sono dati che provengono:

- VIAGGIO: viaggiatori dell’antichità (Erodoto uno dei primi),


- COMMERCIO: commercianti illuminati che giravano pe i mercati del mondo portando di fatto
elementi di contatto (Marco Polo, uno dei pionieri di questa disciplina)
- POLITICA: due popoli differenti entrano in contatto l’uno con l’altro (in termini pacifici o bellicosi =>
conoscenza reciproca e tentativo di entrare in comunicazione)
- MODA: sempre riguardato chiunque/in qualsiasi condizione tende di essere più alla moda possibile,
più vicino possibile al modello nuovo proposto -> seguire la moda significa restare al passo con
l’evoluzione del proprio gruppo (adolescenti sono ancora fragili, ancora non hanno costituito una
rete di interazioni, con il tempo, soprattutto in occidente viene abbandonata)
Società come maglia, ora individualista (tiro filo e non si modella)

Prima attestazione che abbiamo è quella di Aristotele: Accezione con cui Aristotele utilizza questo termine
la allontana dalla disciplina (“antropologos” = chiacchierone), in realtà no, attenzione all’altro non per farne
oggetto di giudizio, ma oggetti di confronto per prendere le misure di distanza tra te e l’altro.

- Filosofia sempre andata molto a braccetto con antropologia -> soprattutto in questa prima parte
con antropologia culturale

Mentre Strabone, Polibio, Cesare*-> documentaristi che accompagnavano eserciti romani perché avevano
il compito di documentare usi e costumi con cui gli eserciti venivano in contatto (debolezze, punto di forza,
punti di contatto -> in questo senso anche come diplomatici)

*con il Debello Gallico > proprio questa finalità osservazione puntuale sulle caratteristiche culturali, sociali,
religiose dei galli

Arrivando al Medioevo in cui si allarga il filone di interesse -> grandi viaggi e peregrinazioni (abbiamo
documenti che attestano ciò che succede nei viaggi: interesse); principalmente commercianti arabi, che
erano allo stesso tempo conoscitori di ciò che era il corano, lo utilizzavano come strumento per la cura
(diventavano quindi punti di riferimento) e ciò aiutava a divulgare ciò che era il messaggio dell’islam

- Finalità missionaria

+ di diverso tipo è l’opera di Marco Polo -> viaggio lungo la via della seta, uno dei testi che vengono
considerati pionieristici per l’antropologia, descriveva molto dettagliatamente le abitudini delle popolazioni
presso le quali si trovava a vivere

- Finalità commerciale: baratto, quindi osservazioni più di natura commerciale/economica


Ciò che manca in questi primi tempi è la finalità di fare riflessioni per capire meglio la natura umana
(Obiettivo: capire come funziona essere umano nelle relazioni indipendentemente da dove si trovi); queste
premesse confinate alla varietà (descrizione ruoli, culto -> “collezionare esempi/figurine”). In realtà il
cambiamento di paradigma avviene a ridosso di quelle che sono le nostre generazioni (molto tardi).

Dopo il medioevo comincia il periodo dell’invasione da parte dell’Occidente di vastissime terre (occidente e
poi Asia e Africa); iniziano ad esserci altre riflessioni. Fino ad ora ci si era mossi all’interno di un mondo
simile, anche dal punto di vista dei tratti somatici (viaggiatori arabi: zone del Medioriente o nord africa,
Marco Polo fino in India, prime modificazioni somatiche importanti, ma non troppo). Le cose si complicano
quando si capisce che il mondo è più grande e colorato: iniziano incontri con persone dal colore
completamente diverso, ambienti con escursione termica maggiore con tutto quello che comporta, se fino
al Medioevo occidente si era sempre comparato con popolazioni veriste, dal ‘500 in poi si confronterà si
presenta con popolazioni che si presentano totalmente/parzialmente nude >> infrazione di tabù molto
molto forte.

 Partendo dalla prospettiva occidentale l’incontro con popoli diversi porta ad uno shock assoluto,
per questo si inizia a parlare di “popoli selvaggi” >> talmente fuori che non sono più nemmeno
esseri umani, perché sono più vicini al dato di natura

In questo momento in occidente le università si sono stabilite, il sapere è quello per eccellenza
(greco/romano o comunque occidentale); tutto il resto si abbassa => combinazione di fattori per cui si
sviluppa l'idea del "selvaggio”; legittimazione del sentirci migliori (tecnologia anche per essere potuti
arrivare lì).

Da lì (Rinascimento ecc.) persone che fanno riferimento a ciò che prima non veniva preso in considerazione
(arte, peregrinazioni) >> abitate da persone con una forte componente spinta data da un’idea di
supremazia bianca, ma anche persone che di fronte alle barbarie commesse dagli occidentali in terre
nuove, persone che iniziano a parlare “diritti” anche degli altri  una curiosità, una civiltà degna di essere
rispettata se non accettata come pari

- anche cronache come quella di Bartolomé de las Casa -> distruzione delle indie (voci fuori dal coro
che rimangono nel cassetto, riscoperte più tardi)

i dati che arrivando invece dalle grandi missioni di esplorazione (capire il mondo –
geografi/biografi/etologi), dando materiale di riflessione molto importante a quelli che sono i filosofi che
rimangono nelle sale in occidente e riflettono sul popolo selvaggio utilizzando semplicemente le cronache
dei viaggiatori (=> riflettono su materiali di seconda mano con una finalità completamente diversa:
descrizione ambiente in cui popolazione umane sono 1 elemento su tanti)

- Rousseau -> teoria del buon selvaggio, l’altro è qualcuno che nella migliore delle ipotesi che è
selvaggio (in stato primitivo), e ciò fa si che lui sia per antonomasia buono perché non corrotto dalle
bruttezze della guerra >> narrazione su basi non concrete, osservazioni non sistematiche per cui ad
ogni viaggiatore di fatto stava il suo interesse, non descrizione completa ancora di come funzionava
la vita presso popolo specifico

Per avere informazioni più complete (seconda metà dell’800, grandi esperienze coloniali, a questo punto sì
interessati alla dimensione sociale dei popoli -> problema di amministrazione e governo del territorio,
diventa dominio)

- Amministratori coloniali: sempre con l’idea di essere superiori delle popolazioni


conquistate/colonie
Nascita dell’illuminismo (Darwin, anche la medicina abbandona gradatamente quella che era abitudine di
stare a stretto contatto con filosofia e insieme alla fisica diventa una delle prime discipline scientifiche:
studio delle leggi di natura)

 Noi non generati da gente eccelsa, ma derivati dalle scimmie


*molti contro questa visione, però di nuovo diventa la fonte/ancoraggio principale sul quale si
innestano riflessioni filosofiche e proto-antropologiche del positivismo (=> popoli evoluti più tardi e
dunque PRIMITIVI)

Il punto cruciale di queste riflessioni sta nell’Illuminismo (grandi scuole di Bologna, Firenze e Padova + altri
centri di conoscenza e studio, incubazione e riflessione delle scienze sociali molto lunga che parte da tempi
antichi e fa passi brevi fino ad arrivare alla riflessione odierna)

Sempre in questo periodo (molte documentazioni); nasce anche la voglia di esotismo -> primi romanzi,
nascita di serie di romanzi di viaggio che molto spesso racchiudono descrizioni di ambienti e anche seppur
fantasiosi delle abitudini dei popoli che vivono lontano da noi.

Alla fine del 1800 siamo pronti per fare dell’antropologia una vera e propria disciplina (ambito d’indagine
scientifico che ad ogni diritto entra nell’accademia): questo anche momento in cui in Europa nascono
riflessioni sul romanticismo (lingua, popolo, nazione > noi vs. l’altro)

- Nasce come strumento di riflessione sull’identità/spirito di u popolo, ciò che fa unità nazionale,
eventi sanguinosi succeduti alla Rivoluzione francese

Il confronto con gli altri (interpretati come popoli primitivi), e sulla base di questa interpretazione sono
DIVERSI E PRIMITIVI => fare di loro ciò che vogliamo, vessare come vogliamo.

Il pensiero principale è quello dato da idea di evoluzionismo culturale -> adeguati secondo lo standard
Occidentale, tutto il resto viene definito arretrato su scala evoluzionista. Se è vero che Darwin mette le basi
per idea monogenetica (tutti discendenti dalle scimmie), in questa visione si innesta pianta maligna della
possibilità di essere su una scala evolutiva differente. I due capotipiti delle tdue scuole principali:

 Taylor: interessato alla struttura sociale di popoli selvaggi e culture primitive


 Frazer: riflessione mitologica (miti di fondazione, religione -> da missionari)

Questi due vengono definiti “antropologi da tavolino”, mai mossi dalla loro casa londinese, ma hanno avuto
pregio di raccogliere tutti i materiali arrivati in Inghilterra da popoli lontani e sistemarli (mai visto un
primitivo con i propri occhi).

Riassumendo

Alla base concetto darwiniano di evoluzione poligenetica, illuminismo ci riporta all’idea monogenetica
(Unica razza in un’unica direzione), ma questo dava adito ad un’idea di poligenetica (selva di linee che si
sviluppa in tempi diversi: primitivi – evoluti)

Al centro dell’interesse, in società più evolute ci possono essere delle emergenze di tratti che derivano da
una fase precedente: vengono interpretati come segni di malattia, tante manifestazioni psichiatriche
vengono viste come emergenza di tratto indomato/selvaggio che va soffocato in qualche modo:

- Donna che si ribella al marito

Esempi sono decontestualizzati, e ogni volta che lo si fa lo si piega un po’ alla propria lettura. Taylor e Frazer
cervanao di essere più oggettivi possibile, ma molta parte della cultura aveva bisogno di dati che
affermassero che i popoli lontani fossero primitivi -> produzione sociopolitica andava in quella riflessione
(biologo, geografo e geologo che per accidente riporta anche dati di natura). In quel periodo lì i due non
erano ancora tanto distanti dalla filosofia, anche i dati non erano del tutto concreti (presi a caso).

Nel frattempo, anche negli Stati Uniti ci sono scuole importanti in cui inizia una riflessione su quella che è la
riflessione dell’essere umano, una delle figure alla quale antropologia deve essere molto riconoscente è
quella di Henry Lewis Morgan (sempre citato per relazione su studi parentela e discendenza, già delirio ora
ancora di più).

 Lavorando con indiani di America, essendo avvocato delle nazioni (obiettivo: difendere indiani di
America, facendolo sul serio: lavoro meticoloso e dettagliato perché si è trovato di fronte società di
discendenza: patrilineare, matrilineare, bilineare), la sua idea di come stabilire confini in una banale
riserva dovevano partire da quelli che erano i diritti ancestrali alla terra. Da lui nasce anche la
riflessione sulla distinzione tra legami di consanguineità e legami di affinità (scelti per elezione).
+ figura principale anche e soprattutto perché è una delle prime figure che ha preso le cose sul
serio, trattando l’altro come una persona degna di rispetto nel suo contesto con serie di abitudini
comprese per poter essere rispettate e portate a convivenza pacifica con altri

Altre figure interessanti da qui in poi (vanno davvero a conoscere le persone di cui parlano):

- Frobenius: comincia ad entrare in contatto con popolazioni che incontra e fa raccolta di pezzi
etnografici da portare in Occidente (prodotti e artefatti ancora visibili nell’Archivio Africano di
Berlino) >> oggetti estremamente elaborati che portano ad una contaminazione soprattutto con
quello che è il dominio dell’arte (fini museali), Picasso prende spunto dalle maschere africane
>>vicini al primo Expo a Parigi in cui arrivano oggetti da tutto il mondo e fa si che in questo periodo
nasca una moda orientalista, visione dell’altro come il “lontano oriente” che di fatto appiattisce
tutto nella riflessione banale

- Boas, inizio 900: padre della disciplina antropologica statunitense, che crea questa scuola di
pensiero che basa tutte le riflessioni di tipo antropologico sul relativismo culturale (=> diversi, si
parla dunque di differenze tra culture, tutte hanno la propria dignità)
>>presupposti reali per la disciplina come la conosciamo oggi nascono cento anni fa

In Francia abbiamo Durkheim: crea scuola che insieme a quella inglese è stata quella di eccellenza per
antropologia, antropologia francese si fa carico di analisi di tipo sociale, sarà poi in Francia che nascerà la
sociologia.

 Scuola francese molto incentrata sullo studio delle strutture sociali


 La sua definizione di fatto sociale: qualsiasi maniera di fare, fissata o meno (tramandata o
puntuale) che è suscettibile di esercitare sull’individuo una costrizione ulteriore, è la base della
sociologia odierna
>> ciò che spinge una persona a comportarsi in una determinata maniera, esso crea modi di fare le
cose che diventano impositivi sulle persone (non tutto quello che succede all’interno della società,
ma questo è il cardine da cui scaturiscono una serie di comportamenti).
Sempre qui nasce idea >> coscienza o rappresentazione collettiva* = obbligati a seguire dettami di
saggio sociale, fa si che nasca una coscienza collettiva che fa da mediatore tra individuo e società
(entità astratta)
*rappresentazione teorica del fatto sociale
Società produce istituzione (fatto sociale -> matrimonio unico modo per essere legittimati a
procreare), la coscienza fa si che il singolo si senta in qualche modo obbligato a seguire i dettami
dell’istituzione
In questo caso, è centrale la connessione tra stato e religione e religione è società è un’asse portante
(interconnessione molto stretta tra Stato e Chiesa), ma le ricerche con i popoli altri fa vedere che la stessa
cosa vale nelle comunità più piccole (lontane da Occidente), lì non vi è differenza tra istituzione statale e
religiosa, la stessa istituzione svolge sia il ruolo religioso e governativo

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