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n. 31.

1 Esercizio interattivo 2

1. L’analisi antropologica dell’organizzazione del potere. Autori, teorie ed


esempi concreti
L’analisi antropologica si occupa di studiare come avviene l’organizzazione del
potere nelle varie società.
Tra gli autori che hanno studiato tale fenomeno:
MAX WEBER: il potere è la “facoltà di imporre ad altri il proprio volere” (Max
Weber 1922), sia che si tratti di: una istituzione politica, un generale, un
dittatore, un governo o di un genitore verso i figli.
Elabora il concetto di potere CARISMATICO, LEGALE e TRADIZIONALE.
IL processo dinamico finalizzato all'acquisizione del potere e coinvolge azioni,
discorsi e strategie viene identificato come “arena politica” che è uno spazio
astratto.
Per WEBER è importante capire chi legittima il potere:
IL POTERE CARISMATICO è legittimato dalla capacità di ottenere il potere in
base alle doti personali, il potere viene riconosciuto per il fascino, la fiducia e
l’ammirazione che la persona sa infondere, è tipico delle comunità emozionali.
E’ imprevedibile e irrazionale può cambiare le sorti della storia (Gesù, Gandhi,
Hitler).
Questo potere è in netta contrapposizione con il potere legale e tradizionale,
Il POTERE LEGALE è razionale e tipico delle società moderne, considera la
meritocrazia, ma è fittamente burocratizzato/NORME da seguire. Si è
categorizzati e spesso l’aspetto umano passa in secondo piano.
IL POTERE TRADIZIONALE è legittimato dalla tradizione tipico delle società
premoderne. Si pensi alla trasmissione ereditaria del potere, l’incoronazione del
re non vengono considerate le capacità personali ma la discendenza o la
legittimazione di qualcuno che ha il potere di conferire un titolo ad esempio il re
che ordina un cavaliere.
MICHEL FOUCAULT elabora il concetto di “microfisica del potere” definisce il
potere una forza che obbliga gli individui a comportarsi in un certo modo.
Il potere è insito nella cultura predominante, e va quindi a permeare/modellare
la società in toto dalle istituzioni, agli individui ai rapporti tra i sessi e le
generazioni .
PIERRE BOURDIEU ha studiato il potere come una forma di dominio simbolico.
Ha svolto ricerche etnografiche sui popoli nordafricani dove ad esempio il
maschio è simbolicamente obbligato ad esercitare il proprio potere per celebrare
la propria virilità, le donne islamiche sono assoggettate al simbolo dell’uso del
velo.
2. Natura e cultura nel dibattito antropologico. Autori, teorie ed esempi
concreti
Dal punto di vista antropologico non esiste un essere umano senza cultura, le
colture possono essere considerate dei contenitori del sapere condivisi da una
comunità più o meno ampia: nazione paese villaggio.
Ci sono diverse visioni rispetto l'unione di cultura e Natura.
Nella teoria evoluzionista si parla dell'Unità intellettuale del genere umano (tutti
uguali), tuttavia Natura e Cultura erano visti come elementi di differenziazione e
si pensava che i tratti culturali venissero trasmessi per via ereditaria di
generazione in generazione.
Edward Taylor inglese evoluzionista considerato il padre dell'antropologia con
la pubblicazione Nel 1871 di “primitive e culture” dice che la cultura è l'insieme
delle conoscenze, credenze, arte, morale, legge, costume, ed ogni altra capacità
acquisita dall'uomo in quanto appartenente ad una società; sono saperi
strategie necessari per la sopravvivenza dell'uomo acquisita significa che non è
innata, alla nascita abbiamo un cervello natura predisposto da apprendere la
cultura che ci viene trasmessa dalla società in cui siamo immersi.
Le differenti culture sono dovute dalle differenti strategie elaborate per vivere in
ambienti naturali diversi: deserto - foresta - Polo Nord.
Punto di forza dell'uomo è la non specializzazione, diverso ad esempio dei felini
che nel giro di poco tempo divengono autonomi ed hanno artigli per difendersi e
procacciare il cibo, gli uomini non nascono autonomi e non sono specializzati,
tuttavia l'uomo ha la capacità di modificare l'ambiente utilizza artefatti/esoprotesi
come prolungamenti del corpo ad esempio: Lancia, arco, strumenti litici in
genere.
La cultura è considerata una caratteristica di specie che ha avviato l'evoluzione
con gli strumenti litici similmente alla caratteristica del collo delle giraffe.
Per il funzionalista malinowski 1884-1942 la cultura è la risposta ad un
bisogno naturale ed il presupposto ad un bisogno futuro. L'uomo inventa crea
una istituzione in risposta ad un bisogno questa crea una nuova realtà che
genera un nuovo tipo di bisogno. La cultura è in risposta alla natura.
Claude Lévi-Strauss tra il 1908 e il 2009 teorico dello strutturalismo afferma
che la natura è il regno dell'universale e la cultura della norma del particolare.
Cioè per quanto riguarda la cultura posso scegliere se fare o meno qualcosa,
MA con la natura non posso scegliere se una persona ad esempio è alta o ha
capelli rossi o gli occhi chiari.
La lingua può essere categorizzata come natura organo biologico deputato al
linguaggio e cultura in quanto il linguaggio è prodotto di tutte le culture in
generale è un modo che gli uomini hanno per ordinare etichettare il mondo.
Levis Strauss dice che l'essere umano ha un organo naturale, il cervello,
predisposto ad acquisire ogni cultura non si tratta quindi di trasmissione
genetica. C’è una relazione tra ambiente culturale e ambiente naturale infatti un
bambino italiano cresciuto in Cina acquisirà la cultura cinese.
In psicologia la cultura presuppone l'appartenenza ad un gruppo e quindi
necessita di adattamento alle norme, mentre la natura in psicologia è uguale a
spontaneità.
Thomas Khunl 1962 dice che l'essere umano è tale per la rivoluzione neolitica
l’uomo con la cultura ed i manufatti litici (attrezzi di pietra) è intervenuto
sull’ambiente, partendo dalla lunghezza del braccio arriva alla gittata della lancia
(ha potuto così catturare le prede senza esserne vicino), ha quindi imparato: il
lavoro, a costruire gli attrezzi, queste conoscenze le ha poi trasmesse ai propri
simili pian piano ha strutturato il linguaggio che diventa via primaria di
comunicazione.

3. Etnia ed etnicità. Autori, teorie ed esempi concreti


Il termine "etnia" ha avuto significati diversi nel corso della storia e rischia di
essere visto come qualcosa di immutabile. Ed è andato a sostituire il termine
razza tuttavia c’è linea il pericolo dell'uso del termine "etnico" nel contesto delle
pulizie etniche, pensiamo alla guerra nella ex Repubblica federale jugoslava e la
similitudine con la pulizia etnica del regime nazista.
il concetto di "minoranza etnica" viene identificato come un termine di relazione
di forza ad esempio in un confronto politico nella nostra costituzione si parla di
minoranza inteso come "minoranza linguistica" che sono costituite da individui
bilingui, mentre la maggioranza delle popolazioni circostanti è monolingue.
Tullio de Mauro ma anche Khun , ci mostrano come ci sia una grande
differenziazione tra lingue, all’interno di un quadro mondiale dove si vedono
dominanti la lingua inglese e spagnola. Infatti a fronte di 200 Nazioni mondiali
vengono parlate circa 6000 lingue, il termine di paragone è stato dedotto dal
numero di lingue in cui è stata tradotta la Bibbia.
Karl Popper dice che è non ha senso parlare di autodeterminazione nazionale
in quanto la nazione dovrebbe avere confini naturali e gli abitanti dovrebbero
essere un gruppo etcnico per ogni nazione MA dice stati nazionali di questo
genere non esistono e non sono mai esistiti.
Semmai possiamo intravedere dei tratti caratteristici presenti in diversi contesti
culturali ad esempio Francesco Alberoni parlava di cocalizzazione, riferendosi
alla diffusione mondiale della Coca Cola
Interessante notare come di solito il paese più forte impone la propria cultura al
paese più debole. Tuttavia, c’è stata l’acculturazione (incontro scontro tra paesi)
da parte della Grecia antica, nonostante la sua sconfitta militare, ha influenzato
la cultura romana.
Parlando di etnocentrismo, prendendo a riferimento Levi Straus si può dire che
l’occidente ha il primato relativo allo sviluppo scientifico e se adottiamo il criterio
di uso dell’energia elettrica procapite ma se cambiamo parametro ad esempio
la capacità di relazionarci con la natura l’asse cambia completamente, il primato
si sposta su eschimesi e beduini del deserto.

4. La sfida della globalizzazione alla riflessione antropologica. Fenomeni


ed esempi concreti
Spesso si parla di società planetaria caratteristica che proviene dalla grande
interconnessione, e dalla rete che ci avvolge.
Nonostante l’interconnessione si sviluppano singolarismi che restringono i
confini dal mondo, all’emisfero, alla nazione alla città, paese fin anche dentro
casa-
La società globale è attraversata da migrazioni di massa, genera la tematica del
pressing, queste sono spesso guidate da una rappresentazione del mondo che
attraverso i mezzi di comunicazione dipingono luoghi che poi raggiunti non
soddisfano le aspettative.
I mezzi di comunicazione diffondono notizie connesse ai processi di
globalizzazione che avvengono nei mercati economici e sono così pregnanti
che tendono da una parte ad omologare le persone, dall’altra allontana le
persone da ciò che è conosciuto, dalla tradizione creando delle nuove identità.
Ma è impensabile che tutti si conformino alle ai modelli culturali del gruppo o
della comunità da ciò possono scoppiare guerriglie urbane anche molto
cruente.
Queste frizioni generano forme artistiche che descrivono i conflitti culturali
generazionali, le violenze coloniali e contemporaneamente delle ex colonie
divenute ancora oggetto di sfruttamento da parte delle multinazionali occidentali.
In questo scenario la storia e la tradizione vengono stravolte per alimentare odio
e violenza , ad esempio la lega nord vuole difendere la tradizione delle radici
culturali che vede minacciata dalla multirazzialità.

5. I nomadismi turistici. Descrivere, fornendo esempi concreti e


inquadrando nel dibattito teorico generale
Il turismo è diventata una potente industria, si è venuto a creare un legame tra il
centro del mondo e le periferie del mondo.
Il turismo ha la capacità di cambiare i paesi che ospitano il turismo e possono
avere un impatto negativo sull’ecologia.
Il turista è spesso visto come un predone di questi luoghi, la presenza del turista
porta al cambiamento anche della società, delle tradizioni ma anche delle
strutture sociali, anche il turista di ritorno da questi luoghi si portano abitudini,
cibi oggetti che di fatto influiscono poi sulle tradizioni,
L’antropologia ha studiato il fenomeno del turismo con una leggera lentezza
questo perché l'argomento veniva considerato frivolo e non degno di nota.
Si notano diversi tipi di turismo dal turismo organizzato dove è tutto
programmato dall’agenzia ed il turista non è interessato ad immergersi nella
cultura locale e sfuggono i contatti diretti con i locali.
Turismo alternativo dove ha un valore preponderante il contatto con il locale, e
cerca di sfuggire al turismo di massa.
Questo turismo ha 2 branche: il turismo di chi ama le avventure esotiche , ed il
turismo di chi vuole trasgredire.
Il turismo culturale pone al centro dell’interesse l'analisi delle culture locali,
quindi lo studio etnografico della vita quotidiana, l'artigianato, il folclore.
Questo tipo di turismo è quello che dà l'opportunità più di tutti di conoscere il tipo
di vita dei locali. E’ un tipo di turismo che ricorda un poco il lavoro di Malinowski.
Spesso le agenzie turistiche manipolano la storia e la cultura dei luoghi al fine di
far passare delle idee che altrimenti non verrebbero prese in considerazione ad
esempio in Croazia e MAcedonia sono alcuni monumenti sono sati dipinti come
prodotto della cristianità eludendo il fatto che alcuni avevano una tradizione
simbolica musulmana molto forte.
Alcune università stanno cercando di formare delle persone che lavorino sul
turismo sostenibile che possa riflettere positivamente sui paesi al fine ad
esempio di evitare lo sfruttamento selvaggio del suolo.
interessante la visione di Michel Leiris che paragona il viaggio ad un arte che ci
fa spogliare dal pregiudizio.

n.15.1 Esercizio interattivo 1


1. Descrivere le principali caratteristiche della cultura secondo
l’antropologia culturale, fornendo esempi concreti
Edward Taylor inglese evoluzionista considerato il padre dell'antropologia con
la pubblicazione Nel 1871 di “primitive e culture” dice che la cultura è l'insieme
delle conoscenze, credenze, arte, morale, legge, costume, ed ogni altra capacità
acquisita dall'uomo in quanto appartenente ad una società; sono saperi
strategie necessari per la sopravvivenza dell'uomo acquisita significa che non è
innata, alla nascita abbiamo un cervello natura predisposto da apprendere la
cultura che ci viene trasmessa dalla società in cui siamo immersi.
Le principali caratteristiche sono:
La cultura è selettiva: conserva gli elementi tradizionali e accetta nuove
influenze quando sono utili alla condizione presente. Alcune culture possono
rifiutare alcune innovazioni, ad esempio popoli del sud est asiatico che non
coltivano il riso a causa di un aspetto religioso.
La cultura è dinamica: cambia in relazione a processi interni ed esterni. Ci
sono elementi all'interno di una cultura che spingono verso modifiche come nelle
colonie che sono state costrette ad assumere comportamenti tradizioni norme
dai colonizzaztori, così come ci sono influenze esterne che possono modificare
una cultura es il pomodoro arrivato dall'America, in tempi più recenti pensiamo
al sushi.
La cultura è diversificata: anche all'interno di culture considerate omogenee,
esistono punti di vista e opinioni contrastanti ad esempio il pensiero della
maggioranza in contrasto con il pensiero della minoranza.
Le culture sono stratificate: esistono gruppi con diverse posizioni di potere
economico, politico e ideologico all'interno di una cultura. Esempio in una cultura
capitalistica ci possono essere classi sociali distinte es imprenditori, proletari.
La cultura si fonda sulla comunicazione di idee e pratiche dotate di
significato. È un processo comunicativo in cui le idee e le pratiche devono
essere condivise e riconoscibili per coloro che fanno parte della cultura.
Le pratiche possono essere uguali ma con significati diversi nelle varie culture si
pensi al segno delle corna per un italiano versus un angloamericano
La cultura è creativa l’arte la letteratura sono esempi di creatività culturale.
I modelli culturali possono entrare in conflitto e cambiare, portando a modifiche
e adattamenti in altri modelli culturali, questo evidenzia la complessità e la
dinamicità della cultura

2. Pensiero concreto e pensiero astratto in antropologia culturale. Autori,


teorie ed esempi concreti
Il pensiero concreto e il pensiero astratto sono due modalità di pensiero che
caratterizzano le diverse culture. IL pensiero concreto si basa sull'esperienza
diretta e la fattualità delle cose, il pensiero astratto si sviluppa attraverso
processi di astrazione e generalizzazione. Questa distinzione è influenzata
dall'accesso alla scrittura, dalle pratiche culturali e dalla relazione tra cultura e
ambiente naturale.
La distinzione tra pensiero concreto e pensiero astratto può essere correlata
all'uso della scrittura.
Nelle culture a oralità primaria, in cui la scrittura è scarsa o assente, il pensiero
tende ad essere concreto e la cultura è trasmessa attraverso il racconto.
Al contrario, nelle culture a oralità ristretta,la scrittura permette di ritornare allo
scritto e riflettere, si sviluppa un pensiero astratto.
Alexander Luria psicologo sovietico, ha condotto esperimenti per confrontare le
risposte di individui analfabeti e scolarizzati a diversi quesiti e immagini.
Ha dimostrato che gli individui scolarizzati erano più capaci di rispondere in
modo astratto, mentre i non alfabetizzati tendevano a rifugiarsi in riferimenti
concreti ad esempio il cerchio era il sole.
Memoria e scrittura: La scrittura permette di conservare una memoria esterna
alla quale è possibile ritornare per riflettere ulteriormente, si conservano anche
pensieri inutili perchè non comportano dispendio di energia. Le culture a oralità
primaria non avendo questa possibilità conservano solo ciò che è utile nel
presente.
Esiste un continuum che va dal pensiero concreto al pensiero astratto quindi si
può ravvisare un certo relativismo nella distinzione dei due temini.
Molte culture hanno conoscenze precise su fenomeni naturali, ma non hanno
un'unica parola generica per indicarli. Ad esempio, gli eschimesi hanno diverse
parole per indicare diversi tipi di neve, ma non un solo termine per descrivere
genericamente la neve, poiché vivono in un ambiente in cui la neve ha un ruolo
significativo e si presenta in molte forme diverse.
Claude Lévi-Strauss, uno dei più importanti antropologi del XX secolo, ha
affermato che il pensiero astratto è ristretto ad ambiti specifici come il mito,
mentre è concreto per quanto riguarda il mondo delle esperienze.

3. la proibizione dell’incesto. Autori, teorie ed esempi concreti

La proibizione dell'incesto è una regola presente in tutte le società umane.


Essa implica restrizioni sul matrimonio o l'unione sessuale tra parenti stretti,
come fratelli, sorelle, genitori e figli.
Questa proibizione è fondamentale per la formazione delle relazioni di parentela
e per la strutturazione delle società.
Claude Lévi-Strauss ha svolto importanti studi sulla proibizione dell'incesto e
sulle strutture di parentela.
Lévi-Strauss ha sostenuto che la proibizione dell'incesto e il principio di alleanza
sono fondamentali per la formazione della cultura. La proibizione dell'incesto
implica l'esogamia, ovvero l'unione matrimoniale al di fuori del proprio gruppo,
che a sua volta promuove la reciprocità e l'instaurazione di alleanze tra gruppi
sociali.
Tutte le società umane distinguono tra esogamia ed endogamia. L'esogamia si
riferisce all'unione matrimoniale fuori dal proprio gruppo sociale, mentre
l'endogamia indica l'unione celebrata all'interno del proprio gruppo sociale. Le
regole sulla scelta del partner matrimoniale e sulle restrizioni sull'incesto sono
definite e decise dalla società.
Secondo Lévi-Strauss, La proibizione dell'incesto impone la necessità di cercare
partner matrimoniali al di fuori del proprio gruppo, favorendo l'instaurazione di
legami e alleanze tra gruppi sociali diversi.
Questi legami matrimoniali e di parentela sono fondamentali per la coesione
sociale e la trasmissione culturale.
La proibizione dell'incesto favorisce l'alleanza tra gruppi, promuovendo la
reciprocità e la formazione di legami matrimoniali che sono fondamentali per la
costruzione e la sopravvivenza delle società umane.

4. Religione e magia in antropologia culturale. Autori, teorie ed esempi


concreti
La religione è un insieme di pratiche e rappresentazioni che infondono senso
alla vita e alla morte, e che interessano vari aspetti della società società.
Alcune religioni sono strutturate istituzionalmente e prevedono rappresentanti
sacri, come i sacerdoti.
Le funzioni della religione si manifestano attraverso simboli, riti e miti, che
veicolano significati religiosi e organizzano convincentemente le narrazioni degli
eventi e delle situazioni.
Tra gli autori che hanno studiato la religione in antropologia culturale, si possono
citare Émile Durkheim, Clifford Geertz e Mircea Eliade.
Durkheim ha analizzato la funzione unificante della religione nelle società
umane.
Geertz ha sottolineato il ruolo dei simboli religiosi nella costruzione di significati
culturali.
Eliade si è concentrato sulla dimensione sacra del tempo, dello spazio e degli
oggetti nella religione.
La magia è un complesso di atti e parole che mira a influenzare il corso degli
eventi o lo stato delle cose.
Non è limitata al pensiero primitivo, ma può essere presente anche nella nostra
cultura sotto forma di superstizione e scaramanzia es accendere un cero
quando sostengo l’esame o indossare qull’indumento perché porta fortuna.
Secondo l'antropologo Bronisław Malinowski, la magia non è collegata alla
religione, ma può fornire un senso di sicurezza di fronte all'ignoto e
all'incertezza.
Per l'etnologo italiano Ernesto De Martino, la magia soddisfa il bisogno di
controllo e coerenza nel caos della vita.
Le religioni come il cristianesimo, l'islam, l'induismo e il buddhismo, ognuna con
le proprie pratiche, credenze e rappresentazioni simboliche incidono in vario
modo sulla cultura. Si pensi al paradiso, all’inferno ai fiumo di latte e miele quale
ricompensa eterna al fedele seguace.
Nella magia, si possono citare esempi come l'uso di amuleti o rituali per attirare
la fortuna o proteggersi da influenze negative.
5. Feste, riti e giochi in antropologia culturale. Autori, teorie ed esempi
concreti
Nell'ambito dell'antropologia culturale, i concetti di festa, rito e gioco sono
fondamentali per conoscere le espressioni culturali e sociali dell'umanità.
Le feste rappresentano occasioni speciali che generano un clima gioioso e
celebrano eventi felici, mentre i riti sono complessi di parole e gesti coordinati
che mirano ad affermare verità sacre o laiche.
I giochi, invece, offrono una pausa dal quotidiano e coinvolgono attività ludiche
che possono suscitare emozioni diverse. Questi fenomeni condividono la
capacità di creare significati inediti e di favorire la coesione sociale attraverso
l'azione collettiva.
Gli autori come Émile Durkheim e Victor Turner hanno contribuito allo studio di
questi aspetti culturali e alla comprensione del loro ruolo all'interno delle società
umane.
Esempi di riti possono includere la messa cattolica, le parate militari o le
preghiere musulmane.
Per le feste, si possono citare celebrazioni come il Capodanno, il Carnevale o le
festività religiose come il Natale.
I giochi possono variare da giochi di società tradizionali a sport organizzati,
come il calcio o il basket.
Questi punti mettono in evidenza l'importanza dei riti, delle feste e dei giochi
come espressioni culturali che creano significati condivisi, generano emozioni e
favoriscono la coesione sociale.

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