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CAPITOLO 6
LE DISUGUAGLIANZE STRUTTURALE: I SISTEMI DI
STRATIFICAZIONE
Per DISUGUAGLIANZA SOCIALE intendiamo una distribuzione ineguale di risorse
economiche, sociali, politiche e culturali all’interno di un determinato contesto
sociali.
Le disuguaglianze sociali appaiono fin dal paleolitico, cioè con la nascita delle
prime città e dell’agricoltura che hanno dato vita al surplus produttivo, quantità di
risorse aggiuntive che potevano essere utilizzate oltre la soglia della semplice
sopravvivenza. Ne derivò quindi il problema della allocazione delle risorse, che
generò per la prima volta forme di disuguaglianza.
Esiste anche una mobilità strutturale quando abbiamo una profonda modificazione
della struttura occupazionale e del relativo sistema di disuguaglianza; come il
passaggio di una società da rurale a industriale.
CAPITOLO 7
ETNIE E MIGRAZIONI
Razze e etnie sono costrutti culturali e non biologici, per questo variano da una
cultura all’altra e si modificano nel tempo.
Nella Cina del XIX secolo, si era soliti classificare il prossimo in base alla pelosità,
anziché al colore della pelle.
Un altro esempio è il Brasile; oggi i brasiliani hanno decide di categorie razziali in
base alle caratteristiche fisiche: capelli, labbra, occhi, naso, oltre al colore della
pelle. Quindi, fratelli e sorelle possono appartenere a razze diverse.
può generare XENOFOBIA, l’irragionevole timore o odio per gli stranieri p per
persone di una cultura diversa che, portato all’estremo, può degenerare nel
genocidio. Un chiaro esempio di etnocentrismo è stato il colonialismo; durante il
XVI e il XX secolo gli europei eran convinti che il proprio modo di vita fosse
superiore a quello dei popoli colonizzati, così cercavano di insegnare loro la propria
lingua e di civilizzare i nativi.
Il RELATIVISMO CULTURALE è invece la pratica di comprendere una cultura
attraverso i suoi stessi standard. Questo non vuol dire adottare le idee di un’altra
cultura, ma di comprenderla. Significa comprendere una cultura, non giudicarla.
Una delle più celebri discussioni sul concetto di “scontro di civiltà” è del politologo
SAMUEL HUNTINGTON. Quest’ultimo sosteneva che, finché a globalizzazione
avrebbe continuato a portare a contatti sempre più frequenti fra i popoli diversi,
saremmo stati condannati a vivere conflitti culturali sempre più assidui.
CAPITOLO 8
GENERE E SESSUALITÀ
C’è stata una battaglia storica per la parità di genere. Negli Stati Uniti ci fu una
importante manifestazione a Seneca Falls, di attiviste che protestavano per le loro
condizioni. Alla fine anche grazie a queste proteste si ebbe il diritto di voto per le
donne. Così avvenne in Finlandia nel 1906 e in Italia nel 1946.
Ancora oggi in alcuni paesi, come l’Arabia Saudita si hanno nette distinzioni fra
generi. Qui le donne non hanno alcun ruolo ufficiale nel governo o nella politica;
benché costituiscano il 58% della popolazione universitaria, rappresentano solo il
15% della forza lavoro. Non possono guidare, andare all’estero, avere una carta
d’identità e in ciò che possono fare devono essere seguite da un familiare maschio.
Nel paese non esistono organizzazioni per la tutela dei loro diritti.
Non c’è una singola interpretazione della maschilità, l’interazione tra genere, etnia
e classe sociale ne crea varie forme. Gli uomini della classe operaia hanno spesso
un senso della maschilità che privilegia la solidarietà di gruppo. Gli uomini della
classe media apprezzano spesso l’autonomia e l’abilità individuale.
Fin dai primissimi momenti della vita, gli adulti vedono i bambini attraverso la lente
del genere e trattano diversamente i neonati a seconda del loro sesso, avviando
così il processo di socializzazione di genere. Per tutta l’infanzia i bambini vengono
trattati diversamente; nei primissimi anni della loro vita sono già assoggettati a
un’affermazione intensa e costante delle aspettative di genere della società, e
iniziano a reagire di conseguenza.
La nostra società incoraggia spesso i giovani uomini a far parte di squadre sportive:
questa forma di socializzazione può offrire ai ragazzi un supporto reciproco, ma può
anche trasferire ai nuovi membri le idee e i comportamenti sessisti che la cultura
del gruppo accetta e promuove. Da qui la critica feroce ai gay ad esempio.
La socializzazione tra pari può rafforzare le distinzioni di genere, inducendo una
persona a sviluppare un senso del Sè correlato ad un gruppo di persone dello
stesso genere e a prendere le distanze dall’altro. I giovani uomini possono adottare
un’aria “da duri”, criticando ogni segno di debolezza. Le giovani donne si
concentrano spesso sul proprio aspetto fisico, attenendosi a norme rigide che
regolano l’abbigliamento, il peso, l’acconciatura e il trucco.
Molto probabilmente il patriarcato è stato, nel corso della storia, così violento
perché le donne hanno dovuto sempre pensare ai propri figli, soprattutto nei primi
anni di vita l’allattamento le privava di molto tempo. Inoltre la taglia fisica superiore
consentiva agli uomini di usare la violenza per ottenere l’obbedienza delle donne.
Grazie alle grandi innovazioni culturali degli ultimi anni, le differenze biologiche tra
uomini e donne sono diventate meno significative. L’invenzione della “pillola” ha
consentito alle donne di decidere il numero di gravidanze e si sono trovate nella
posizione di dedicare meno tempo all’allevamento dei figli e più al lavoro retribuito.
Tuttavia gli uomini dopo aver accumulato potere nella società, sono restii a
condividerlo con le donne; così la disuguaglianza di genere continua ancora oggi.
Inoltre le donne sono più propense a lavorare part-time; i padri sin affidano quasi
sempre alle donne, mogli o baby-sitter, per la cura dei figli.
Le donne che tornano al lavoro dopo la maternità hanno perso esperienza e questa
rappresenta una delle ragioni per cui le donne che non hanno figli guadagnano più
di quelle che ne hanno.
Le coppie sono più disposte a trasferirsi per la carriera dell’uomo.
Negli ambienti professionali, colleghi e capi sono più propensi a considerare gli
uomini competenti e logici, e le donne inaffidabili ed emotive.
Con il tempo le donne hanno cominciato a lavorare sempre di più fuori casa.
Nonostante questo hanno mantenuto il carico dei lavori da svolgere a casa, come i
lavori domestici e la cura dei figli, il cosiddetto SECONDO TURNO.
Anche dal punto politico le donne sono in minoranza. Nel 2010 rappresentavano il
19,1% dei parlamenti nazionali. In Italia con le elezioni politiche del 2013 la % di
donne presenti nel Parlamento italiano è salita al 31%, ponendosi nettamente al di
sopra di altri paesi come Francia (25%) e Gran Bretagna (22%).
Fino a pochi decenni fa in Italia, il “delitto d’onore” (uccisione della moglie che
tradisce, dell’amante o di entrambi) era punito, ma in maniera attenuata rispetto a
oggi; le regole sono cambiate nel 1981.
La VIOLENZA DOMESTICA può essere definita come un comportamento violento
che viene usato da una persona per acquisire o mantenere il potere e il controllo
sul proprio partner. È compreso qualsiasi comportamento che intimida, manipola,
umilia, isola ecc..
L’85% della violenza sessuale sul partner è indirizzata sulle donne e spesso la
violenza domestica sfocia nello stupro.
Anche i governi sono implicati in questo tipo di crimine; alcuni governi ignorano
deliberatamente l’aggressione sessuale, evitando di fare approvare leggi che la
vietino. Durante le guerre governi ed eserciti hanno organizzato e messo in atto
forme di violenza sistematica contro le donne, come la schiavitù sessuale: le donne
erano costrette a prostituirsi per i soldati.
Un’altra forma di violenza contro le donne è il traffico di esseri umani: una rete
criminale recluta, e sequestra e trasporta persone, trattenendo contro la loro
volontà, per sfruttarle sessualmente o come manodopera coattiva. Questa attività si
è intensificata con la globalizzazione che ha reso più facile la mobilità
internazionale. I trafficanti attirano le donne promettendo loro un lavoro, ma il 90%
è costretto a prostituirsi.
La sessualità è prodotto sia della natura che della cultura: essa ha una base
biologica (è necessaria alla riproduzione), ma varia da cultura a cultura infatti la
credenze religiose, per esempio, includono spesso idee ben precise sulle
espressioni giuste o sbagliate della sessualità. Culture diverse hanno idee e regole
diverse, ma tutte hanno una forma di tabù dell’incesto: una norma che vieta
relazioni sessuali tra determinati parenti, poiché l’accoppiamento tra parenti stretti
aumenta la possibilità di disturbi fisici e mentali.
La sessualità può essere considerata come costrutto sociale. Ci sono diversi modi
di interpretarla; ad esempio in occidente un bacio sulle labbra spesso dà origine a
una relazione sessuale, mentre i Thonga in Mozambico trovano un tale bacio
ripugnante per lo scambio di saliva; nella loro cultura la bocca è riservata solo al
cibo. In altre culture il rapporto sessuale avviene sempre all’esterno, per non
contaminare l’ambiente domestico, in molte avviene all’interno.
La TEORIA QUEER afferma che durante la vita di una persona, le identità sessuali
sono socialmente costruite e possono essere modificate.
L’IDENTITÀ SESSUALE designa il nostro tipo di attrazione nei confronti degli altri.
Ci sono 4 gruppi principali per quanto riguarda l’orientamento sessuale:
eterosessuali, omosessuali, bisessuali, asessuali.
L’identificarsi “etero”, “gay” o “bisex” è un’invenzione sociale relativamente recente.
Tutte le forme di comportamento sessuale esistono da quando esiste l’umanità;
l’omosessualità, ad esempio, era dominante dell’antica Grecia e la parola “lesbica”
deriva dall’isola di Lesbo, patria di Saffo.
Durante l’800 poi si è formata una categoria distinta che è quella degli
“omosessuali”. Nel 1975 KENNETH PLUMER ha distinto 4 tipi di omosessualità:
- omosessualità casuale: un’esperienza transitoria, che non determina l’intera
esperienza sessuale dell’individuo
- omosessualità situata: relativa a particolari situazioni o luoghi; come le prigioni
dove gli uomini vivono a lungo senza donne
- omosessualità personalizzata: chi la pratica in maniera isolata e furtiva
- omosessualità come stile di vita: chi vive apertamente la propria omosessualità
Con ETEROSESSISMO si intende un insieme di comportamenti che indica la
convinzione che tutti siano eterosessuali. Con OMOFOBIA si intende un misto di
disapprovazione e di paura nei confronti degli LGBT (lesbiche, gay, bisessuali,
transgender).
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale in diversi paesi come: Olanda,
Spagna, Canada, Belgio; l’Italia come la Grecia o la Polonia non prevede alcun tipo
di tutela per le coppie omosessuali. In alcuni paesi come Iran o Yemen
l’omosessualità viene ancora punita con la morte.
CAPITOLO 9
LE FAMIGLIE E I PROCESSI DI SOCIALIZZAZIONE
I sociologi definiscono la FAMIGLIA come due o più individui, uniti dalla nascita o
da un vincolo sociale, che condividono risorse, si prendono cura delle persone a
loro carico e mantengono spesso forti legami emotivi.
È considerata un’istituzione sociale fondamentale.
Le famiglie variano enormemente perché sono costruzioni sociali, e riflettono le
norme e le credenze di culture diverse in momenti storici diversi.
Il FUNZIONALISMO, una delle prime prospettive sociologiche ad occuparsi della
famiglia, crede che la famiglia deve contribuire a mantenere l’integrazione della
società.
Secondo TALCOTT PARSONS per poter svolgere questa funzione sociale, un ruolo
importante è riservato al marito che deve mantenere la famiglia, mentre la donna
deve avere cura della vita domestica.
I funzionalisti hanno messo in luce diverse funzioni positive della famiglia:
- Stabilità sociale: creano un vincolo sociale tra gli individui e i loro parenti
- Aiuto materiale: i membri delle famiglie si aiutano reciprocamente, condividendo
risorse materiali e sforzi
- Discendenza e successione ereditaria: la discendenza è un vincolo parentale
che si trasmette di generazione in generazione, mentre la successione ereditaria
è la riallocazione della proprietà all’interno della famiglia dopo il decesso di uno
dei membri
- Cura e socializzazione delle persone a carico: le famiglie si prendono cura di
varie persone a carico, come bambini o anziani
- Conforto psicologico
Le famiglie variano per dimensione e composizione.
La FAMIGLIA NUCLEARE è composta dai genitori e dai loro figli
La FAMIGLIA ESTESA è composta dalla famiglia nucleare più altri parenti, come i
nonni
Le FAMIGLIE ALLARGATE O RICOSTITUITE sono quelle nelle quali uno degli
adulti ha figli nati da una precedente relazione
Il MATRIMONIO è una relazione sociale che crea legami familiari, comporta intimità
sessuale e viene formalizzato da un contratto giuridico e/o una cerimonia religiosa.
La CONVIVENZA è una relazione sociale che può creare legami familiari e
comporta intimità sessuale, in cui due persone vivono insieme come partner non
sposati.
Inoltre i bambini, grazie alla Tv, hanno avuto accesso a un mondo di idee e
situazioni tipiche degli adulti.
Si definisce GRUPPO DEI PARI, un gruppo di persone, in genere di età simile, che
condividono status sociale e interessi. Il gruppo dei pari dà l’opportunità ai giovani
di sperimentare valori, credenze e comportamenti diversi da quelli dei loro genitori.
Per separarsi dalle famiglie e integrarsi nel gruppo dei pari, di solito gli adolescenti
modificano il modo di comportarsi, il linguaggio e il modo di vestire.
Esistono diversi gruppi dei pari; alcuni informali come un gruppo di amici, altri
formali come i compagni di classe e i colleghi di lavoro.
CAPITOLO 10
LA DEVIANZA
È probabile che chi venga etichettato abbia opzioni limitate nella vita; deve
affrontare infatti lo STIGMA SOCIALE, ovvero la vergogna associata a un
comportamento o a uno status considerati socialmente inaccettabili o screditati.
Etichettare una persona come deviante potrebbe farla cadere nella cosiddetta
DEVIANZA SECONDARIA, un comportamento deviante adottato in risposta alle
conseguenze negative dell’etichettamento.
La devianza può essere considerata anche una patologia o malattia. Può essere
curata da medici specializzati, questo processo è definito MEDICALIZZAZIONE
DELLA DEVIANZA. Un chiaro esempio è l’alcolismo; negli anni 60 e 70 era
considerato un fallimento morale, ma successivamente la gente ha cominciato a
concentrarsi sulla malattia e sulle possibili cure. È più probabile che le persone con
una devianza medicalizzata siano oggetto di pietà più che di disprezzo.
Esiste anche la DEMEDICALIZZAZIONE; l’esempio più chiaro è l’omosessualità.
Alla fine degli anni 60 gli attivisti omosessuali fecero pressioni affinché
l’omosessualità non venisse più considerata “deviazione sessuale”.
Il sociologo ROBERT MERTON diede origine alla TEORIA DELLA TENSIONE, che
mette in evidenza la tensione o la pressione sperimentata da coloro che non hanno
i mezzi per raggiungere obiettivi culturalmente definiti e che sono portati a seguire
strade devianti nella ricerca del successo. Per esempio il successo finanziario,
nella società americana, è molto ricercato ma le opportunità per ottenerlo sono
limitate.
La teoria di Merton spiega anche altre forme di comportamento; gli insegnanti
ormai esauriti e non più entusiasti del proprio lavoro, si imbarcano nel ritualismo,
eseguendo formalmente i loro compiti, senza più credere nel proprio lavoro.
In alcuni casi si ha la rinuncia, quando una persona non ha accesso ai mezzi e
respinge gli obiettivi; oppure la ribellione, chi si ribella crea spesso nuovi obiettivi e
nuovi mezzi per raggiungerli.
Al giorno d’oggi sono diffusi i tentativi di perdere peso, e l’industria della dieta è in
netta ascesa. Il desiderio di essere magri è radicato in norme culturali che
definiscono le persone grasse come devianti. Non deve sorprendere che le
persone spesso assumano un atteggiamento negativo nei confronti degli obesi.
Tutti siamo soggetti al CONTROLLO SOCIALE, ovvero agli incentivi e alle punizioni
che promuovono la conformità nella vita sociale. Siamo costantemente sotto
SORVEGLIANZA, ovvero sotto il monitoraggio da parte delle autorità, che vigilano
sui limiti di ciò che è normale.
Gli ATTORI DEL CONTROLLO SOCIALE sono le autorità e le istituzioni sociali che
fanno rispettare norme e regole, tentano di prevenire le violazioni e identificano e
puniscono i trasgressori.
La TEORIA DEL CONTROLLO ISTITUZIONALE suggerisce che il nostro
comportamento è regolato dalla forza del nostro attaccamento alle grandi istituzioni
sociali, come la famiglia, la scuola e la religione.
CAPITOLO 11
MEDIA E CONSUMI
I media hanno ormai proliferato, in tante forme diverse, in tutta la società e sono
accessibili 24 ore al giorno. Grazie soprattutto allo sviluppo dei media elettronici
che rendono disponibili all’istante enormi quantità di testi, suoni e immagini.
Quasi tutti i media sono strettamente legati alla pubblicità e alla promozione dei
consumi.
I media hanno un ruolo fondamentale nella cultura contemporanea, promuovono e
incoraggiano il consumismo.
I MEDIA sono i diversi processi tecnologici che permettono la comunicazione tra
chi invia il messaggio e chi lo riceve; radio, film, stampa sono tutti media.
I MASS MEDIA raggiungono un pubblico relativamente vasto e prevalentemente
anonimo; il loro contenuto è a disposizione di tutti.
Poi ci sono i MASS MEDIA TRADIZIONALI, come libri, quotidiani, riviste che hanno
in comune 4 caratteristiche principali:
- Comunicano da uno a molti
- Hanno destinatari anonimi
- La comunicazione è monodirezionale; non sono interattivi, il messaggio viene
ricevuto ma non vi è risposta
- Distinzione tra produttori e fruitori; i produttori sono generalmente aziende
commerciali del settore, mentre i fruitori sono quasi sempre singoli spettatori
Nell’era moderna, quella di internet, la comunicazione è interattiva e non più
monodirezionale. Invece di essere un pubblico che si limita a ricevere dei media,
oggi molti sono utilizzatori di media.
Negli ultimi anni c’è stata una forte crescita del settore mediatico; le grandi imprese
dei media sono diventate ancora più grandi grazie a fusioni e acquisizioni. Le più
influenti di queste, offrono una gamma più vasta di contenuti e ciò contribuisce a
dare loro un potere considerevole all’interno della società.
Si parla di INTEGRAZIONE VERTICALE quando un’azienda dei media distribuisce
un singolo prodotto; ad esempio un’azienda nel settore librario, potrebbe possedere
cartiere, stamperie, librerie.
Si parla di INTEGRAZIONE ORIZZONTALE quando un’azienda possiede diverse
forme di media; per esempio, reti televisive, stazioni radiofoniche, quotidiani.
I sociologi si focalizzano sui contenuti dei media; nella società americana è visibile
come film e serie TV si concentrino su classi medio alte. Medici e avvocati sono
Importante è anche il discorso sugli effetti dei social media . Una teoria degli anni
40, denominata “DELL’AGO IPODERMICO”, affermava che i mass media fossero
in grado di “inoculare” idee nell’opinione pubblica.
La TEORIA DELL’AGENDA-SETTING afferma che i media potrebbero non essere
in grado di dire alle persone cosa devono pensare, ma possono influenzare
significativamente ciò a cui pensano.
I media possono influenzare la nostra visione della realtà. La TEORIA DELLA
COLTIVAZIONE afferma che, grazie a una loro esposizione ripetuta e prolungata,
le persone arrivano prendere per buone molte delle rappresentazioni del mondo
offerte dai media. Ad esempio, i TG abbondano di delitti e crimini e questo crea
ansia e promuove una “cultura della paura” nelle persone.
Uno degli sviluppi più più significativi degli ultimi anni è costituito dalla
CONVERGENZA MEDIATICA, ossia dalla fusione di media diversi.
Fino a pochi anni fa, era sempre un’organizzazione formale a creare i contenuti dei
mass media. Oggi lo USER-GENERETED CONTENT (“contenuto generato
dall’utente”) è creato dai comuni utilizzatori dei media, anziché dalle aziende del
settore. Basti pensare agli you-tuber, soggetti sconosciuti che grazie a semplici
video raggiungono la fama e vengono visti da milioni di persone.
Tuttavia lo user-genereted content comporta un costo sociale: questo ambiente
mediatico privo di filtri e regolamentazione può includere materiali pericolosi. Per
esempio su internet sono attivi diversi gruppi razzisti che incitano all’odio, i cui siti
possono fare da punto di aggregazione per persone che condividono la stessa
ideologia.
dei consumatori che, oltre a soddisfare dei bisogni elementari, lo utilizzano per
sviluppare ed esprimere la propria identità.
Secondo KARL MARX, il lavoro che svolgiamo per sdaziare i nostri bisogni
materiali dovrebbe essere creativo e soddisfacente. L’ascesa del capitalismo
industriale, ha distorto la nostra relazione con il lavoro; anziché lavorare
direttamente alla creazione dei beni, gli operai salariati si mettono alla merce degli
industriali per ottenere il denaro necessario ad acquistare i prodotti che soddisfano i
loro bisogni. Questo sistema crea una distanza tra ciò che facciamo (per denaro) e
ciò che usiamo (come consumatori). Una conseguenza di questa distanza,
secondo Marx, è l’ALIENAZIONE, la separazione e l’isolamento dei lavoratori
dovuti alla struttura della società capitalista. I lavoratori sono separati dalla loro
condizione naturale di esseri creativi e autonomi, separati l’uno dall’altro e da ciò
che producono.
Quando non siamo più noi a creare i prodotti che consumiamo, la fonte dei beni di
consumo può apparire oscura. Marx usava l’espressione FETICISMO DELLE
MERCI per descrivere l’incapacità delle persone di riconoscere il lavoro che dà
valore ai beni che utilizziamo.
In una società ultracommercializzata, in cui quasi tutto è in vendita, ciò che
acquistate e dove lo acquistate possono aumentare una grande importanza
nell’affermazione della vostra identità. Il CONSUMISMO è un’enfasi sullo shopping
e sul possesso di beni materiali come via d’accesso alla felicità personale
Attraverso il prodotto, i pubblicitari vendono un’identità, e gli individui, a loro volta,
esprimono la propria identità attraverso le scelte che fanno nel proprio ruolo di
consumatori.
Siamo lontani anni luce dal concetto marxista secondo cui dovrebbero soddisfare
dei bisogni elementari, i beni di consumo oggi si incentrati spesso sull’immagine
sull’identità.
Gli investitori pubblicitari devono fare sentire le persone insoddisfatte di ciò che
hanno e indurle a credere che un acquisto possa migliorare la loro condizione;
coltivano l’insoddisfazione, spingendo i consumatori a sentirti insicuri, annoiati,
ansiosi e invidiosi e poi evocano un’immagine o uno stile di vita che dovrebbero
voler emulare. È il ciclo infinito consumo-insoddisfazione-consumo.
Nonostante il consumismo sia molto diffuso, gran parte della popolazione mondiale
non è in grado di partecipare alla cultura consumistica per l’esiguità delle proprie
risorse.
Nella società moderna lo shopping viene proposto spesso come fuga dalla
monotonia della vita quotidiana. Tuttavia, il conforto momentaneo offerto dal
consumo di abbina spesso all’accumulo di debiti consistenti, che innalza i livelli di
stress e di ansia nella vita di una persona. Consumare e lavorare per sostenere il
consumo diventa un circolo vizioso. La soddisfazione esistenziale deriva dalla
comprensione e dal rispetto di limiti e confini.
CAPITOLO 12
POLITICA ED ECONOMIA
MAX WEBER osservò che la politica riguarda il potere, ovvero il modo in cui esso
viene mantenuto, distribuito, messo in discussione e trasferito. Weber sottolineò il
fatto che la sede fondamentale dell’attività politica è il GOVERNO, l’organizzazione
che esercita l’autorità e prende le decisioni all’interno di una specifica comunità.
Esistono diversi tipi di democrazia. Nei sistemi presidenziali gli elettori scelgono il
capo del governo, mentre nei sistemi parlamentari sono i membri dell’assemblea
legislativa a eleggere il primo ministro.
Un’altra distinzione tra le democrazie; alcune si basano sul sistema elettorale
maggioritario, nel quale la lista che ha ottenuto il maggior numero di voti ottiene tutti
i seggi, o un premio in seggi (premio di maggioranza). Tipico del mondo
anglosassone. Altre si basano su un sistema elettorale proporzionale nel quale i
partiti ottengono un numero di seggi al governo proporzionale ai voti ricevuti: un
partito che ottiene il 20% dei voti, ha i 20% dei seggi in parlamento.
MAX WEBER coniò il termine economia sociale per evidenziare come società e
economia siano strettamente collegate. Ci sono 3 motivi per cui la vita economica
ha una valenza sociale:
- Economia e coesione sociale: la vita economica è sociale perché i rapporti
economici sono possibili solo a partire da un certo livello di fiducia. Gli accordi
economici funzionano solo se le due parti in causa si fidano l’una dell’altra
- Economia e cultura: le economie sono radicate nei valori culturali di una società,
di cui sono un riflesso
- Economia e altre istituzioni sociali: l’economia si intreccia con altre istituzioni
della società, come il governo.
Capitalismo e socialismo sono stati i due sistemi dominanti del mondo moderno.
C’è stata un’altra crisi molto forte nel recente passato statunitense. La cosiddetta
“Grande Recessione”, avvenuta dal 2007 al 2009. Fu causata da numerosi fattori,
in particolare dalle corporation che assunsero un comportamento fuorviante e
fraudolento; si è scoperto che le più importanti società finanziarie del mondo, come
Citibank, riciclavano denaro sporco, truffavano i clienti e commettevano frodi fiscali.
I sistemi capitalistici sono sicuramente quelli che operano meglio, però necessitano
di un’ottima regolamentazione, in modo da impedire frodi e abusi da parte di potenti
soggetti economici.
Oggi le economie più vivaci del mondo sono tutte ECONOMIE MISTE, combinano
elementi del capitalismo di mercato con significativi interventi di stampo socialista
dello Stato.
CAPITOLO 13
IL MUTAMENTO SOCIALE: GLOBALIZZAZIONE E
MOVIMENTI SOCIALI
Il MUTAMENTO SOCIALE è la trasformazione dei modelli strutturali o culturali nel
corso del tempo; il mutamento strutturale include il cambiamento del
comportamento, mentre il mutamento culturale causa la trasformazione di valori,
credenze, conoscenze e norme.
“Niente è immutabile, tranne il mutamento” diceva Eraclito, 2500 anni fa. Sebbene il
mutamento sia continuo, il suo ritmo varia in modo considerevole. Talvolta è lento e
difficile, altre epoche storiche sono attraversate da cambiamenti a ritmo frenetico.
Il mutamento sociale è sempre parziale, e alcuni aspetti sono destinati a durare. Il
governo italiano, ad esempio, è molto diverso da quello in carica subito dopo la
promulgazione della Costituzione, eppure mantiene caratteristiche simili, come la
divisione dei poteri.
Per gran parte della storia gli uomini hanno avuto una scarsa conoscenza del
mondo; i viaggi più lunghi erano di qualche decina di chilometri, anche le
comunicazioni erano limitate.
Anche nel passato esistevano forme primordiali di globalizzazione; alcuni spiriti
coraggiosi si avventuravano via terra o via mare, per guadagnarsi da vivere
acquistando o vendendo merci. Questi cambi commerciali intensificarono i contatti
tra popoli lontani fra loro, forgiando legami economici.
Tra il XIX e il XX secolo le popolazioni coloniali erano sottomesse a governi che
talvolta esercitavano il loro potere dalla parte opposta del globo; i cittadini delle
potenze coloniali imparavano a conoscere le nuove società entrate a far parte del
loro impero. Quando si ebbe l’indipendenza di queste colonie, i legami ufficiali
vennero troncati, ma sorsero nuovi modi di influenzare la politica nazionale e
Attraverso i movimenti sociali si entra in conflitto con chi esercita il potere. Questo
conflitto può essere modesto e breve, oppure violento e duraturo. D’altra parte, se
non vi è conflitto, un mutamento sociale non può avere luogo.
Il potere è la capacità di realizzare un obiettivo prefissato malgrado l’opposizione
altrui. Tramite l’ORGANIZZAZIONE, ovvero il coordinamento e la supervisione degli
sforzi di numerosi individui verso una specifica causa, gli attivisti riuniscono il
potere degli individui in una solida forza collettiva, mirata al cambiamento.
Chi occupa posizioni di potere e viene preso di mira da uno specifico movimento
sociale può opporsi in vari modi. Può incentivare atteggiamenti diffusi di cinismo,
fatalismo o apatia, che scoraggiano l’attivismo; può utilizzare sanzioni materiali o
politiche per premiare o punire singoli attivisti. Infine può ricorrere al controllo fisico,
arrestando, picchiando o addirittura giustiziando i membri dei movimenti sociali.
La maggior parte dei movimenti termina nella fase di finanziamento del movimento,
a causa di un’organizzazione inefficiente, che li porta a sciogliersi. Un movimento
può compiere progressi sostanziali, alla fine però, si avvia sempre verso il declino.
L’attivismo dei movimenti prende idee che spesso hanno origine ai margini della
società e le inserisce nella società tradizionale. Molti dei diritti fondamentali e dei
privilegi di cui godiamo oggi sono il risultato delle lotte degli attivisti che ci hanno
preceduti.