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La competenza comunicativa

interculturale
COMUNICARE OLTRE LA LINGUA
“ Hello! America?” Risposi con dignitoso silenzio.
“Capire italiano? “ Feci “sì” con la testa ma non riuscii a scoraggiarlo.
“Africa?” Feci di nuovo “sì” pazientemente con la testa, e lui prendendo la
mia apparente rassegnazione come un tacito consenso proseguì con la
sua inquisizione:
“Tu da che paese di Africa venire? “ Sentii la mia voce rispondere:
“Togo […].”
“Ah Togo! Nel tuo dialetto forse dire «Togo», ma noi in italiano dire
«Congo». Tu capire? «Congo»”

K. Komla-Ebri,, Imbarazzismi: Quotidiani imbarazzi in bianco e nero ,


Edizioni dell’Arco-Marna, Milano/Barzago, 2002.
SCALETTA DEL MODULO

1. Lingua e cultura
1. Nozioni di base
2. Acquisizione di lingua e cultura
2. Relazioni fra società
3. La comunicazione interculturale
1. Problemi di comunicazione legati al verbale
2. Problemi di comunicazione legati al non verbale
3. Problemi di comunicazione legati ai valori
4. Insegnare la CCI
LINGUA E CULTURA

NOZIONI DI BASE E ACQUISIZIONE


BINOMIO LINGUA - CULTURA
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LINGUA CULTURA
BINOMIO LINGUA - CULTURA
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LINGUA CULTURA

CULTURA
LINGUA
Ogni giorno imparo parole nuove, espressioni nuove. Le trovo nei
compiti di scuola, nelle conversazioni e nei libri che prendo in
prestito dalla biblioteca pubblica di Vancouver, un ambiente
allegro e illuminato bene. […] Ma il più delle volte il problema è
che il significato è stato reciso dal significante, le parole che
imparo adesso non rappresentano le cose in quel modo assoluto,
caratteristico della mia lingua madre. “Fiume” in polacco era un
suono vitale, rafforzato dall’essenza del “fiume”, dei miei fiumi,
di me immersa nelle acque dei fiumi. In inglese invece è freddo, è
una parola senz’aura, non ha depositato associazioni dentro di
me e non emana quell’alone luminoso della connotazione. Non
mi evoca nulla. […]
No, questo radicale distacco tra la parola e la cosa è un’alchimia che
inaridisce, che toglie al mondo non solo il significato ma anche i
colori, le striature, sfumature – la vita stessa. È la perdita della
comunicazione viva.
 (Eva Hoffmann, 1996, Come si dice, Donzelli, Roma)
PROCESSO DI ACQUISIZIONE DI UNA
CULTURA NON MATERNA

 Il processo di acquisizione di una seconda cultura si


chiama ACCULTURAZIONE
 Il fattore che maggiormente influenza il processo di
acculturazione è la DISTANZA SOCIALE FRA LE
CULTURE (prossimità cognitiva ed affettiva di due
culture)

 L’impatto della seconda lingua/cultura sul discente si


chiama SHOCK CULTURALE

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A C C U LT U R A Z IO N E
L egata al contesto d i apprend im ento

LIN G U A SECO N D A LIN G U A STRA N IERA


c ontesto na tura le c ontesto non na tura le

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Processo di acculturazione (Hofstede, 1997)

TEMPO
Fasi dell’acculturazione

1. EUFORIA: periodo di infatuazione per la nuova cultura


2. SHOCK CULTURALE: momento in cui si avvertono le
differenze culturali che minano la propria identità
 Provoca sentimenti di estraniamento, rabbia ostilità, indecisione,
frustrazione, tristezza
 Porta a condizioni di repressione, regressione isolamento e rifiuto
 Alcuni soggetti cercano contatti solamente con persone dello stesso
background culturale
 In questa fase possono radicarsi gli stereotipi
3. ACCULTURAZIONE: inizio di integrazione nella società
ospitante
 Adozione di alcuni dei valori locali
 Presa di confidenza con il nuovo "io" sviluppatosi nella nuova cultura.
Caratteristiche delle prime 3 fasi del processo

Continuo oscillare fra la fedeltà alle proprie radici e


la scelta di diventare altro
Esplodono i conflitti generazionali nelle famiglie
immigrate
Dall’esito di queste tre fasi dipende la condizione
finale del migrante.
Fase finale del processo

4. STABILITA’: a seconda di come è stato il processo


può essere:
 Negativa: paragone costante con la propria cultura
d’origine
 Di adattamento: il migrante ha annullato la propria
cultura di provenienza per adeguarsi alla cultura ospite
 Di inclusione/integrazione: quando il migrante ha
saputo integrare i propri valori con quelli della cultura ospite
Relazioni fra società

CORNICE TEORICA
Società …… - culturale

Multiculturale
Ambito, contesto, situazione creata da popolazioni
diverse che portano specifiche culture, endogene e
esogene. Quindi le società, per definizione, sono
‘multiculturali’.
Società …… - culturale

Pluriculturale
Esistenza, all’interno di un determinato gruppo, di una
molteplicità di esperienze culturalmente codificate, a
ognuna delle quali si attribuiscono caratteri distintivi
rispetto alle altre.
Una società per ragioni economiche, politiche e sociali
pone in contatto gruppi appartenenti a culture diverse,
che nel passato, per ragioni storiche e geografiche,
erano organizzati indipendentemente gli uni dagli
altri.
Società …… - culturale

Interculturale
Interazione tra due identità che si danno
mutualmente un senso, in un contesto da definire
ogni volta
Relazione tra due individui che hanno interiorizzato
nella loro soggettività una cultura, ogni volta unica,
in funzione della loro età, sesso, statuto sociale e
traiettorie personali.

(Martine Abdallah Pretceille, 1989)


Società riflesso di scelte politiche

Società multiculturale: le macchie d’olio

Società interculturale: il contagio

Ma il contagio va gestito,
sulla base della distinzione fra cultura/civiltà
Tipi di interazione

Tolleranza
(non conosco un tollerato che ne sia felice…)
Rispetto
(quante ipocrisie si compiono in suo nome)
Interesse
Ma che sia “inter-esse”.
Stereotipi vs. sociotipi
Attività “Brutti, sporchi e cattivi” - SCUDIT
PERCHÉ SI FORMANO GLI STEREOTIPI?

stereotipo = meccanismo di difesa (Tajfel)


 l’informazione è troppo complessa e genera caos conoscitivo  lo
stereotipo semplifica l’informazione e la rende organizzabile
 Le persone cercano sicurezza  incasellare lo straniero mai
conosciuto in schemi semplici dà sicurezza
meccanismi di formazione dello stereotipo (Giacalone)
 Generalizzazione (attribuire al singolo le caratteristiche del
gruppo)
 Riduzione (ridurre l’altro ad una sola caratteristica distintiva)
 Amalgama (ridurre l’ignoto al noto)
PERCHÉ PROSPERANO GLI STEREOTIPI?

Gli stereotipi vivono in base al consenso che


trovano nella comunità di appartenenza
Derivano da una diversa concezione dei valori
dell’esistenza
Lo stereotipo nasce quando si applicano le proprie
dimensioni valoriali ad un’altra cultura senza tener
conto delle diverse motivazioni che vi sono alla
base
MODELLI CULTURALI

Comportamento caratteristico di un gruppo sociale


(Lado) descrivibile in base a tre elementi:
forma
significato
distribuzione.
Strutturalismo e interculturalità (Lado)
Colazione/breakfast Parlamento italiano,
tedesco, britannico
Forma in cui il Cappuccino, brioche vs. Uguali
modello culturale pancetta, pane tostato, ecc.
si presenta
Distribuzione il ITALIA (zone agricole): ITALIA: Camera e Senato
modo in cui il colazione+pranzo uguali poteri
modello si sostanzioso+cena leggera GB: House of Lords potere
raccorda con altri ITALIA (zone ind.): quasi nullo
modelli del suo colazione+spuntini+cena
paradigma sostanziosa
GB: colazione+pranzo
leggero+cena sostanziosa presto
Significato ITALIA: stimolo biologico a ITALIA: camere equivalenti
sociale e culturale inizio giornata GB: solo una camera elettiva
che assume GB: riunione sociale della GERMANIA: diversa natura
famiglia e forma elettorale
Modelli…

Culturali
 Nessuno ci è mai morto dietro… e poi sono diversità
divertenti
 Vanno insegnati per poter comunicare efficacemente

Civiltà.
 Ci si può pure morire, perché sono la nostra identità
 Creano il senso di appartenenza

L’arricchimento del contatto con altre culture/civiltà sta


nel fatto che dobbiamo decidere quali modelli sono
cultura e quali civiltà.
L’interculturalità

È un problema proprio della globalizzazione


La lingua franca deve diventare veicolo di rispetto
interculturale (ma non solo)
La comunicazione interculturale è lo sfondo non
solo per i docenti di inglese, ma di tutte le lingue.
Gestione problemi interculturali

diversa maniera di concepire i valori


dell’esistenza

Al SOCIOTIPO
Dallo STEREOTIPO
 analisi dei tratti salienti
(appiattimento delle
varietà)  studio delle motivazioni
Cultura e insegnamento linguistico

 Corretta informazione sugli usi e costumi di un popolo:


al posto di
 stereotipi (opinione precostituita, non acquisita sulla
base di un’esperienza diretta e scarsamente suscettibile di
modifica)
che potrebbero falsare l’interpretazione, si dovrebbero fornire
dei
 sociotipi, cioè delle caratterizzazioni derivate da
una generalizzazione razionale degli stereotipi
empiricamente verificabili.
Stereotipi e sociotipi

Stereotipi russi Sociotipi russi

Freddo e neve Clima mite e Mar Nero


Vodka Vino georgiano e della
Crimea
Bacio in bocca 3 baci
Matrioshka Altri souvenir
Comunicazione interculturale
Geert Hofstede

“If the brain is the hardware, culture is the


software…and if you don’t know the software of a
country, you cannot use the programme!” (G.
Hofstede)
Cultura = “programmazione mentale collettiva”
Software of the mind: insieme di programmi
mentali secondo i quali si realizzano il pensiero,
le azioni e le emozioni di un gruppo o di una
popolazione. all the cultural factors which affect
communication
Hardware: cervello
I software della mente

Valori culturali

Linguaggi verbali
e non verbali
Il problema è che…

Ci focalizziamo sulla lingua (soprattutto se parliamo


in inglese lingua franca)

Dimentichiamo che anche i linguaggi non verbali


sono “grammatiche”

Crediamo che alcuni valori culturali siano invece


naturali
3 fasi della comunicazione interculturale (Hofstede)

1. consapevolezza: riconoscere che ciascuno porta con sé


un particolare software mentale che deriva dal modo in
cui è cresciuto, e che coloro che sono cresciuti in altre
condizioni hanno, per le stesse ottime ragioni, un diverso
software mentale.

2. conoscenza: se dobbiamo interagire con altre culture,


dobbiamo imparare come sono queste culture, quali sono
i loro simboli, i loro eroi, i loro riti [...].

3. esperienza personale: sommata alla consapevolezza, e


alla conoscenza genera l’abilità di comunicare tra culture
Apprendimento interculturale

L’apprendimento interculturale considera le strutture


profonde di una lingua, cioè quei meccanismi cognitivi
che gestiscono l’azione e sono “dietro” alle parole.
L’abilità di comunicazione interculturale non si sviluppa
trasmettendo solo informazioni sulla cultura, ma si
sviluppa collegando le informazioni sulla differenza
culturale a come essa si esprime nell’azione linguistica.
La conoscenza della lingua è essenziale

È la chiave per:
 entrare in una nuova società come attori e non come spettatori
 per trovare le chiavi di comprensione e di utilizzo della regole della
società in modo da acquisire i diritti di cittadinanza.
È il vestito di una cultura, quindi usa modalità che esprimono
quella cultura

Es. la parola famiglia


Mondo occidentale: gruppo ben definito, legami di sangue.
Culture altre: gruppo molto allargato, legami elettivi, di comunità.
Condivisione della responsabilità nell'aiuto.
( la ZIA )
Emozioni e sentimenti

In francese, italiano e spagnolo i termini sentiment-


sentimento-sentimiento indicano uno stato d’animo
cognitivo, mentre l’inglese feeling indica anche una
condizione fisica.

Le parole émotion-emozione-emoción hanno un


significato più ristretto rispetto all’inglese emotion
e fanno riferimento a un preciso episodio emotivo,
piuttosto intenso e improvviso.
Termini emotivi

Determinati termini emotivi presenti nella lingua


italiana (o inglese) non hanno l’equivalente
semantico e lessicale in lingue di altre culture.

In altri casi abbiamo termini emotivi che non


trovano il corrispettivo in italiano e che fanno
riferimento a esperienze emotive sostanzialmente
sconosciute nelle culture occidentali.
Emozioni sconosciute agli italiani

Nella cultura giapponese si provano emozioni come


l’amae (l’emozione di essere dipendente, protetto e
curato in una relazione), il fureai, l’oime, che non
si trovano altrove;
Il termine balinese tekajut (un’emozione spiacevole
e sconvolgente rispetto a qualcosa che è inatteso ma
che non è improvviso) non ha traduzione in italiano.
La collera

La si ritiene un’emozione universale, ma si


configura in modo diverso nelle varie culture.
La collera è:
 accettata e giustificata nella cultura occidentale
 è approvata e sostenuta nelle cultura albanese e greca
 è un problema di onore presso diverse comunità arabe
 è assente e totalmente condannata presso gli eschimesi
utku.
Gioia e felicità/Joy & happiness

Nella cultura anglosassone happy è assai più


frequente di joyful
Happy non corrisponde pienamente alla categoria
italiana felice

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