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Università degli Studi di Palermo

Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Continua

Antropologia culturale [01340], M-Z,


aa 2019-2020
GL5. I confini del sé e le rappresentazioni dell’altro:
identità/alterità; genere; etnicità

Docente: Marco Bassi

Materiale didattico per esclusivo uso degli studenti iscritti al corso.


Si prega di non distribuire e non citare
ARGOMENTI DEL GRUPPO DI LEZIONI

Questa Parte quinta è dedicata essenzialmente al


concetto di identità, ovvero alla percezione del sé in
riferimento alle realtà sociali esteriori.

I temi principali sono:


• l’identità collettiva (etnica, nazionale, di casta…) e
l’alterità
• il corpo umano e, in relazione ad esso, l’etno-medicina
e l’etno-psichiatria
• l’identità di genere
TESTI DI RIFERIMENTO

Ugo Fabietti: Parte Quinta

BOX UTILI (ANCHE AI FINI DELLE DOMANDE D’ESAME):

• Box 1. Cibo, cultura, identità e salute


• Box 2. Lo ihamba degli Ndembu
• Box 4. L’uso del «velo» e i suoi significati nel mondo musulmano
• Box 5. Il conflitto etnico «perfetto»: Hutu e Tutsi in Rwanda
TESTI DI RIFERIMENTO

Ugo Fabietti: Parte Quinta

PARAGRAFI CHE NON VERANNO PRESI IN CONSIDERAZIONE NÉ A


LEZIONE NÉ PER LE DOMANDE D’ESAME:

• Paragrafo 4 del Cap. 1: ‘La «persona» e il «soggetto»


• Paragrafo 2 del Cap. 3: ‘Le classi’
• Paragrafo 3 del Cap. 3: ‘Gli studi culturali’
CAP. 1

Identità, corpi, persona


IDENTITA’ ETNICA

Abbiamo visto nelle parti precedenti forme di


classificazione dei diversi gruppi umani e il concetto di
etnocentrismo.
Nel parlare dell’identità abbiamo a che fare con tale
ambito, ma con fuoco sulla collocazione del sé all’interno
di una comunità (identità etnica) o categoria di
riferimento (identità di genere…).

Il motivo ricorrente di questa Parte è che i parametri di


riferimento per tale collocazione sono culturalmente
costruiti, quindi relativi ad ogni cultura.
IDENTITA’ ETNICA

L’appartenenza di un individuo a un gruppo (tribù,


nazione, comunità religiosa, casta, tifoseria…) è resa
possibile da:
• Condivisione di elementi culturali, modelli o valori
(reali o percepiti)
• L’esistenza di un ‘confine’, spesso di ordine simbolico,
che separa il ‘noi’ dagli ‘altri’

IDENTITA’ [ ETNICA]: L’idea di appartenere a un sé collettivo


TRE CONCETTI CORRELATI AL FENOMENO DELLA
CLASSIFICAZIONE ETNICA

In termini generici può indicare il


fenomeno etnico nel complesso
• Etnicità
In senso specifico, ciò che qualifica
l’identità e i gruppi etnici
• Gruppi etnici
campo della percezione
Il modo in cui un individuo si sente parte
di una comunità di riferimento
• Identità etnica Il modo in cui gli individui classificano gli
(collettiva) altri, compresi gruppi e sottogruppi
all’interno della propria comunità di
riferimento
IDENTITA’ ETNICA/IDENTITA’ COLLETTIVA
Il modo in cui ci sentiamo parte di una collettività

Oikos
(ambiente)
Il polo collettivo è
solo un riferimento cognitivo,
simbolicamente costruito
Anthropos Ethnos (gruppo – vari livelli):
(individuo) • Istituzioni
• Norme
• Valori
CLASSIFICAZIONE ETNICA
Il modo in cui gli individui classificano gli altri, compresi gruppi e
sottogruppi all’interno della propria comunità di riferimento

Oikos
(ambiente)
La collettività può costruire
rappresentazioni condivise e le
trasmette agli individui Il polo collettivo è
solo un riferimento cognitivo,
Anthropos simbolicamente costruito

(individuo) Ethnos (gruppo – vari livelli):


• Istituzioni
• Norme
• Valori
IDENTITA’ ETNICA

La globalizzazione intensifica i contatti tra i gruppi


umani. Mentre gli elementi culturali circolano più
intensamente, paradossalmente si sviluppa il senso
di incertezza e minaccia

Questo porta a forme di resistenza e resistenza che


si riflettono nella «retorica dell’identità», che
possiamo definire come manipolazione del senso di
appartenenza a una sé collettivo e alla percezione
del rischio [e di opportunità].
[etno-nazionalismi, politiche neo-razziste,
opposizione occidente/mondo islamico….]
IDENTITA’ ETNICA

Cibo ed elaborazione culinaria come elemento


simbolico per comunicare l’appartenenza comune e la
differenza, ma anche come ‘esperienza’ matrice di
significati interiori (Box 1)

[Tabù alimentari, prescrizioni, manipolazione


appropriata, comunione…]
CORPI

Il corpo è l’elemento di contatto tra il sé interiore e


l’esterno. Tale elemento di mediazione si manifesta in
varie forme, dal comunicare al mondo esteriore
attraverso il proprio corpo, a vari processi
‘incorporazione’ di elementi esteriori

Per approfondimenti :
- Csodras, 2003. ‘Incorporazione e fenomenologia culturale’ in
Antropologia III, Maltemi (disponibile su Elearning)

- Csodras and Harwood (a cura di) Embodiment and Experience.


Cambridge University Press )

- Giovanni Pizza, Antropologia medica. Saperi, pratiche e politiche del


corpo, Carocci, 2005.
CORPI - HABITUS

La comprensione del mondo avviene attraverso l’esperienza


delle prime fasi. Vengono riconosciute delle ‘regolarità’ del
mondo, cui il corpo reagisce con comportamenti standardizzati,
definiti da Bourdieu (1998) «conoscenza attraverso il corpo».
La ‘conoscenza incorporata’ del mondo è alla base dell’habitus,
definito da Bourdieu (2003) come il complesso degli
atteggiamenti psicofisici mediante cui gli esseri umani «stanno
nel mondo». Si tratta di uno «stare» fortemente condizionato
dai modelli e rappresentazioni appresi nel proprio gruppo
sociale (Fabietti: 174)
CORPI - HABITUS

Si tratta di una componente di quello che altri antropologi


farebbero rientrare nell’ambito della cultura, quindi specifici in
base alla comunità di apparenza, ma di cui gli individui non
hanno consapevolezza, proprio perché assimilati attraverso
l’esperienza corporale:

“disposizioni durature e trasmissibili [apprese, interiorizzate] [….] principi generatori e


organizzatori di pratiche e rappresentazioni che possono essere oggettivamente
adatte al loro scopo senza presupporre la posizione cosciente di fini e la padronanza
esplicita delle operazioni necessarie per raggiungerli, oggettivamente “regolate” e
“regolari” senza essere affatto prodotte dall’obbedienza a regole […] (Bourdieu,
2005, 84)”
CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

Incorporazione del disagio sociale:

Essendo il corpo il tramite tra la persona e l’esterno,


situazioni di stress sociale si possono manifestare in
patologie di vario tipo
CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

INCORPORAZIONE DEL DISAGIO SOCIALE:

Essendo il corpo il tramite tra la persona e l’esterno, situazioni


di stress sociale si possono manifestare in patologie di vario
tipo. «si può parlare di un vero e proprio ‘sapere incorporato’
del mondo politico e sociale che si esprime in forma patologica
in determinate condizione di stress» (Scheper-Hughes citata in
Fabietti: 177). Casi citati:
- Crisi di nervi delle mogli e figlie dei desasparecitos
(repressioni militari in Brasile anni 70 e 80)
- Tarantismo nel Salento (De Martino), trattato con musico-
terapia https://www.youtube.com/watch?v=PTi_hAdwsR0

Altri culti (come la possessione zar in Etiopia) sono stati spiegati in


termini di espressività del disagio femminile (Lewis)
LA TARANTA GLOBALIZZATA:
https://www.youtube.com/watch?v=6jj1NwwUcwo
Per una raccolta recente e a libero accesso sulla
trance, possessione ed estasi vedere:
Dada, Rivista di Antropologia post-moderna. Speciale n.1, 2014
Visione, possessione, estasi
pubblicato il 25 febbraio 2014 a Trieste
http://www.dadarivista.com/DadaRivista-Download-Speciale-Trance-2014.html
CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

INCORPORAZIONE DEL DISAGIO SOCIALE:

Il fenomeno dell’incorporazione del disagio sociale viene


normalmente associato a disturbi di ordine psichico. Alcune
dinamiche di questo tipo sono state descritte in termini di
specifiche ‘sindromi’ pe spiegare forti incidenze di disturbi
come l’apatia degli adolescenti in Giappone, reazioni di gruppi
di migranti a seguito di cambiamenti di politiche, ….
CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

INCORPORAZIONE DEL DISAGIO SOCIALE:

Tuttavia, possono manifestarsi vere e proprie patologie sul


piano organico. Pensiamo, per esempio, a:

• Teorizzazione delle malattie psico-somatiche: causa-effetto non


identificata in chiave naturalistica (vedi più avanti), ( si tratta
comunque una categoria non universalmente accettata in campo
bio-medico )

• Disturbi dell’alimentazione, in cui il disagio psichico dovuto a un


fattore così fortemente connesso all’identità (il cibo) si ripercuote
sul piano fisiologico

Ci sono anche studi specifici su fenomeni di patologie di massa in condizioni di


forti mutamento. Caso etnografico: Fabio Fichera. 2016. Ammalarsi di benessere
Scenari della malattia e pratiche del mutamento in Etiopia. Ed.it
CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

PARADIGMA BIOMEDICO ETNO-MEDICINA


Spiegazione naturalistica dell’illness (tradizioni culturali non-
(risale ad Ippocrate, ma prevalente occidentali: motivazione
in occidente nella forma moderna personalistica dell’illness)
dal XVI sec ILLNESS
DESEASE ‘Non sentirsi bene’, percepire un disagio. Può
essere dovuto a una malattia, ma anche a
squilibri psicologici o spirituali, oppure sociali
Malattia, nel senso di una (es: stregoneria), comunque legati alla persona
condizione patologica intesa come essere sociale.
oggettivamente misurabile o L’inquadramento è fortemente condizionato
riscontrabile (carie, osso rotto, dalla specificità della cultura, ed è correlato alla
morbillo, covid-19…) ‘visione del mondo’

Nella tradizione occidentale i due non sono distinti (in italiano li traduciamo
entrambi con ‘malattia’), per cui tendiamo a non riconoscere la dimensione
sociale o culturale di molti disturbi
CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

PARADIGMA BIOMEDICO ETNO-MEDICINA


Spiegazione naturalistica Spiegazione personalistica

Assume che l’illness sia solo dovuto a L’illness è sempre dovuto agli atti e le
cause impersonali e meccanicistiche, intenzioni di altri esseri umani, o
che possono essere identificate e curate all’intervento di forze spirituali. Possibili
applicando il metodo scientifico. cause:
• Deterioramento o danno organico
• Ostruzione • Intrusione di oggetti nel corpo per
• Incidente via soprannaturale (Box 2 sullo
• Sbilanciamenti biologici (ormonali, ihamba degli Ndembu, culto degli
sistema immunitario…) antenati e ‘emersione’ dei disagi
• Malnutrizione intrni al gruppo, simboleggiato del
• Parassiti, virus, batteri ‘dente’)
• Possessione spiritica, perdite o danni
alle componenti spirituali della
persona
• stregoneria
CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

Tuttavia, i popoli a cultura orale e la medicina ayurveda hanno sviluppato:

• una conoscenza straordinaria di erbe medicinali, che agiscono secondo


un criterio naturalistico di causa-effetto. Per lungo tempo questo non è
stato identificato perché sostanze e preparati vengono anche
manipolati in forma simbolica e rituale. La conoscenza delle erbe è un
campo che oggi è in piena esplorazione da parte delle multi-nazionali,
una fonte di forte conflitto con il sapere indigeno in chiave di bio-
pirateria.

• Forti capacità curative di ossa e articolazione tramite la manipolazione,


ed anche capacità chirurgiche (Mursi dell’Etiopia, noti anche per la
cura attraverso i fanghi)

E’ chiaro che i popoli a cultura orale integrano, più o meno


esplicitamente, anche la nozione naturalistica del deasese.
CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

Nel curare persone di altre culture, come nell’etno-psichiatria


è importante capire come i pazienti percepiscono la propria
malattia, quali cause attribuiscono al disagio e i metodi di
cura per loro accettabili. (Benaduce 2002)

In condizione di migrazione, il variato contesto sociale può


essere causa di molti squilibri
CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

La biomedicina tende ad astrarre il corpo malato dal


contesto sociale, la medicalizzazione del paziente. Il
corpo malato viene ‘oggettivizzato’, ovvero separato
dal suo contesto di riferimento (ospedalizzazione),
spersonalizzato (caso estremo: covid-19, cura in
terapia intensiva e ossimoro del ‘distanziamento
sociale’).

Il corpo cessa di essere l’espressione della persona ,


delle sue relazioni sociali, e dei suoi affetti, e diventa il
palcoscenico del sapere medico.

Tra molti popoli tale approccio è inconcepibile


CORPI – Etnomedicina e Etnospichiatria

Approcci medici che tengono conto della lezione


dell’antropologia medica sono molto più attenti al
contesto sociale (famiglia…) del paziente, alla
socializzazione della malattia a alla percezione della
condizione patologica da parte del paziente e del suo
gruppo di riferimento

Nel sistema medico italiano questo aspetto può essere


curato dallo psicologo
CAP. 2

IL SESSO, IL GENERE, LE EMOZIONI


Il ‘maschile’ e ‘femminile’ sono due categorie rilevanti
per tutte le culture, nel senso che le rappresentazioni
collettive (modelli di comportamento, norme…) ne
tengono necessariamente conto.

Non stupisce che la differenza di genere costituisca


anche un elemento o un confine identitario di
fondamentale importanza.
La distinzione di genere fornisce anche una base
classificatoria dualistica di base, come evidente dalle
strutture di lingue come l’italiano che distinguono tutte le
cose attribuendo un genere ‘maschile’ o ‘femminile’

Alcuni campi di attribuzioni personali differenziate per


genere:
• Attribuzione di caratteri (tipi di emozioni, reazioni…)
• Tipi di attività economiche
• Norme di comportamento appropriate
• Vestiario e altri elementi identitari
• Inculturazione (giochi…)
• ...
Nel senso comune, o nella visione dominante, può apparire
che tale distinzione sia fondata su una differenza di ordine
naturale tra maschi e femmine, legata in primo luogo alla
funzione riproduttiva delle donne
TALE VISIONE E’ PERO’ STATA CONTESTATA NELL’OCCIDENTE
CONTEMPORANEO. IN VARIE CULTURE EMERGONO
ELEMENTI CHE CONTRADDICONO L’UNIVERSALITA’ DI TALE
VISIONE, MA E’ SOLO IN OCCIDENTE CHE LA QUESTIONE E’
OGGETTO DI DIBATTITO E CONTESTAZIONE PUBBLICO, FINO
ALL’EVOLUZIONE DI NUOVI AMBITI NORMATIVI:

• Movimenti femministi
• Movimento gay e LGBT
• Diritti gay e transgender
• Matrimonio gay
• Nuove forme di riproduzione (medicalizzate) e adozione
coppie gay
• Clonazione
La trasformazione delle modalità di lavoro e le nuove tecnologie
mediche riducono di molto la portata (l’universalità) delle
differenze di ordine naturale, tale da far apparire la costruzione
culturale su essa fondata obsoleta.

L’eguaglianza di genere è un diritto acquisito già con la


trasformazione moderna, mentre le nuove forme di famiglia
possono essere associate alla post-modernità (fase post-
industriale).

Sul piano identitario (come gli individui si collocano rispetto a


questo schema classificatorio), possiamo dire che mentre le
identità etniche (vedere più avanti) definisce la collocazione
dell’individuo nei gruppi rilevanti del campo di interazione
sociale, nel contesto occidentale contemporaneo l’identità di
genere ha maggiore rilevanza rispetto ai processi interiori
dell’individuo.
STRUTTURALISMO E RELAZIONI DI GENERE

OPPOSIZIONI DUALI
(Lévi-Strauss)
NATURA CULTURA
FEMMINILE MASCHILE
basso alto
inferiore superiore
freddo caldo
umido secco
carnivoro erbivoro
STRUTTURALISMO E RELAZIONI DI GENERE
Françoise Héritier (1933 –2017)

Antropologa femminista, allieva ed


erede di Claude Lévi-Strauss

1996. Maschile e femminile I. Il pensiero della differenza (Laterza, 2006) e


2002. Dissolvere la gerarchia. Maschile e femminile II (Raffaello Cortina, 2004).
2010. Hommes, femmes: la construction de la différence (Le Pommier).

Ricerca comparativa sulla base dell'ineguaglianza tra i generi. Tema del


tentativo (riuscito dal periodo neolitico) da parte degli uomini di
appropriarsi della capacità generativa delle donne.
La costruzione culturale che ne è derivata non ha niente di ‘naturale’.
STRUTTURALISMO E RELAZIONI DI GENERE
Héritier:
Il maschile e il femminile costituiscono un’opposizione
concettuale irriducibile, ultima (‘oppongono l’identico e il
differente’), presente in tutti i sistemi di pensiero, ed anche nella
scienza.
La differenza tra i sessi fornisce un riferimento per la griglia
interpretativa teorizzata dallo strutturalismo .
Esistono tuttavia differenze significative tra le diverse culture
sulla rappresentazione della relazione tra i sessi, per cui:

la distinzione tra il maschile e il femminile è il risultato “di una


serie di manipolazioni simboliche e concrete che riguardano gli
individui [essendo tale relazione] una costruzione sociale” (citata
in Fabietti: 186).
Al riguardo Héritier cita il caso etnografico degli Inuit.
SESSO E GENERE

PRESSO GLI INUIT:

L’identità sessuale di un individuo non è legata al


sesso anatomico, ma all’identità dell’anima-nome
reincarnata, assegnata al neonato/a in base a segni
letti dallo sciamano.
Con la crescita, l’individuo dovrà conformarsi al ruolo
sociale corrispondente al sesso anatomico, pur
mantenendo l’identità originaria
Caso etnografico comparativo del sistema gadaa degli Oromo (Etiopia – non
nel testo): l’individuo muta identità di genere in base al grado d’età: gli infanti
e gli anziani maschio hanno attributi femminili
SESSO E GENERE

I casi etnografici dimostrano che l’identità di


genere degli individui può non corrispondere
alle caratteristiche fisiologiche sessuali.

L’identità di genere, anche al di là di questi


casi di inversione che rendono il fenomeno
più visibile, è sempre fondata su una
rappresentazione della differenza sessuale
costruita, accettata e trasmessa, ed è quindi
culturalmente e socialmente costruita.
SESSO E GENERE

DIFFERENZE SESSUALI: legate alle


caratteristiche anatomiche e fisiologiche di
un individuo

DIFFERENZE DI GENERE: legate al diverso


modo di concepire culturalmente la
differenza sessuale
(Fabietti: 187)
SESSO E GENERE

L’educazione, o meglio l’inculturazione, porta a caratterizzare


diversamente le differenze di genere tra diversi ambiti culturali.

Nel paragrafo 3 del cap. 2 Fabietti fornisce una rapida rassegna di


tali differenze, di ‘modelli’ culturali (Margaret Mead) e costruzioni
normative che determinano in se’ stesse i tratti ‘caratterizzanti’
del maschile e del femminile, ridimensionando l’affermazione
secondo cui il ruolo riproduttivo delle donne sia un dato oggettivo
della caratterizzazione della loro posizione nella società.

Temi chiave sono le pratiche della riproduzione (allattamento), il


controllo del corpo femminile e della sessualità (esposto oppure
no, valore attribuito alla verginità…), e soprattutto il controllo della
capacità riproduttiva delle donne.
IL VELO NEL MONDO ISLAMICO (Box 4)

Hijâb - velo: ‘protezione’, nel senso di condizione di


spirito o condizione mentale, che si esprime in
comportamenti imperniati all’autocontrollo, modestia e
evitazione di sguardi estranei, che si manifesta anche
nel modo di vestire
IL VELO NEL MONDO ISLAMICO (Box 4)

Per il movimento femminista del mondo islamico, lo


hijâb è anche usato come simbolo di emancipazione
femminile , in quanto dà la possibilità di accedere in
condizione di parità al mondo del lavoro

FARIBA ADELKHAH: L’essere umano è bidimensionale: a)


corpo biologico e b) spirito, pensiero, riflessione.
La rappresentazione dominante della donna considera
solo il corpo, e nasconde l’altra metà. Lo hijâb permette di
far sparire il corpo nelle relazioni di lavoro, facendo
emergere l’altra dimensione.
LE EMOZIONI

Gli studi antropologici sulle emozioni mostrano


come la ‘socializzazione’ delle emozioni, il modo in
cui si reagisce e se ne manifesta la presenza
all’esterno, sia fortemente condizionata dai modelli
culturali interiorizzati durante l’infanzia e
riplasmati nel corso della vita di un individuo.
Il per. 4 del capitolo 2 fornisce una serie di esempi.
CAP. 3

Le caste, le classi, le etnie


ETNICITA’
TRE CONCETTI CORRELATI AL FENOMENO DELLA CLASSIFICAZIONE ETNICA

In termini generici può indicare il


fenomeno etnico nel complesso
• Etnicità
In senso specifico, ciò che qualifica
l’identità e i gruppi etnici
• Gruppi etnici
campo della percezione
Il modo in cui un individuo si sente parte
di una comunità di riferimento
• Identità etnica Il modo in cui gli individui classificano gli
(collettiva) altri, compresi gruppi e sottogruppi
all’interno della propria comunità di
riferimento
GRUPPO ETNIC0

ALCUNE DEFINIZIONI DI GRUPPO ETNICO

Bernardi: un raggruppamento umano caratterizzato da


comuni concezioni di vita

Abner Cohen: un gruppo di persone che condividono


alcuni modelli di comportamento normativo
GRUPPO ETNICO GRUPPI ETNICI,
NAZIONALI…: comunità
organizzata, di cui
Oikos abbiamo consapevolezza
(casa - ambiente)

Anthropos Ethnos (gruppo)


(individuo) valori, norme…

Sono percepiti
come stabili nel
Chronos (tempo) tempo
GRUPPO ETNICO

RONALD COHEN
da “Ethnicity: Problem and Focus in Anthropology”, Annual Review of Anthropology, Vol. 7
(1978), pp. 379-403.

Gli studi sull’etnicità ormai si occupano


dell’interazione tra gruppi in contesti rurali,
industriali e urbani all’interno degli Stati-
nazione, che costituiscono forse l’elemento
chiave della loro esistenza
TRIBU’ (e altri gruppi
Confluenze di concetti
umani di interesse
antropologico – fino anni IMMIGRATI /RIFUGIATI
1960)
MINORANZE
NAZIONALI
Definiti attraverso riferimenti
culturali in relazione a uno
Stato-nazione
NAZIONE
(nel senso di MINORANZE ETNICHE
(protette dal diritto
popolo)
internazionale)

GRUPPO
ETNICO
(nell’ambito di GRUPPO PROTO-NAZIONE
uno Stato- INDIGENO O (in
Nazione) TRIBALE (definito contrapposizione a
dal diritto una nazione)
internazionale)
ETNICITA’

Ci sono elementi culturali che permettono agli individui


di sopravvivere in un determinato ambiente (Oikos), ma
con il termine etnicità ci riferiamo a ciò che permette
una identificazione etnica, un’essenza, comunque
elementi culturali appresi con il processo di
inculturazione, sia nelle prime fasi della vita, che con i
meccanismi istituzionali:

lingua, valori, norme, religione, tradizioni, miti di


origine…
ETNICITA’
Oikos
(casa - ambiente)
ETNICITA’: Ci sono degli elementi
culturali che caratterizzano i
gruppi etnici (lingua, valori,
Ethnos
Anthropos religione…)
(gruppo –
norme,
(individuo) valori…)

Chronos (tempo)
IDENTITA’ ETNICA
«Identità collettiva» è un ossimoro. Come suggerito,
l’ossimoro spesso segnala e maschera una
contraddizione. Si tratta di un’identità individuale, fuso
con l’identità personale, sociale e di genere.
L’identità collettiva (etnica) in realtà non esiste, esiste
solo l’immagine di tanti individui che pensano di avere
un elemento collettivo comune di riferimento: il polo
collettivo è una proiezione simbolica.

Tale percezione agisce però molto in concreto sulla


realtà sociale.

Esistono già in partenza vari livelli di identificazione


collettiva
IDENTITA’ ETNICA

il modo in cui ci sentiamo parte di una collettività

Oikos
(ambiente)
Il polo collettivo è
solo un riferimento cognitivo,
simbolicamente costruito
Anthropos Ethnos (gruppo – vari livelli):
(individuo) • Istituzioni
• Norme
• Valori (miti, riti, cerimonie…)
CLASSIFICAZIONE ETNICA
Il fenomeno della classificazione su base culturale può produrre
e trasmettere delle rappresentazioni collettive sia dei gruppi altri
che delle divisioni interni , sia informali (stereotipi) sia formali
(schiavitù, apartheid, sistema delle caste…).

La classificazione etnica operata da ogni individuo viene così


orientata verso determinate configurazioni stabili, nell’ambito di
ethnos specifici.

Le visioni prodotte da diversi ethnos possono non coincidere:


sono SOCIALMENTE ( O CULTURALMENTE) COSTRUITE
CLASSIFICAZIONE ETNICA

Il modo in cui gli individui classificano gli altri, compresi gruppi e


sottogruppi all’interno della propria comunità di riferimento

Oikos
(ambiente)
La collettività può costruire
rappresentazioni condivise e le
trasmette agli individui Il polo collettivo è
solo un riferimento cognitivo,
Anthropos simbolicamente costruito

(individuo) Ethnos (gruppo – vari livelli):


• Istituzioni
• Norme
• Valori
CLASSIFICAZIONE ETNICA

Gli elementi di ordine culturale possono pertanto sostituire la


caratterizzazione di ordine biologico nel creare categorie
sociali in relazione asimmetrica o gerarchica tra loro, e forme
di discriminazione sistematica.

Tale meccanismo è alla base delle nuove forme di razzismo


(neo-razzismo), anche noto come ‘razzismo differenzialista’

A partire dalla seconda meta’ del 900 gli antropologi hanno


dedicato molte attenzioni a disarticolare l’associazione rigida tra
‘cultura’ e ‘gruppo’ (reificazione della cultura) fino a riflessioni
recenti che, a causa dell’uso distorto del concetto di cultura nel
senso comune, rigettano l’utilita’ del concetto di cultura tout
court.
CULTURA COME ELEMENTO GLI ELEMENTI CULTURALI
SOSTANZIALE NEL SONO CENTRALI, NON IN
DIFFERENZIARE I GRUPPI QUANTO TALI, MA PER LE
UMANI IMPLICAZIONI SOCIALI
La cultura determina e delimita i La cultura non determina né delimita i
gruppi in maniera univoca – i gruppi gruppi in maniera univoca – la
sono una realtà sociale definizione dei gruppi è il risultato delle
oggettivamente definiti su base della percezioni e interazioni particolari
differenza culturale (soggettive, storicamente situate,
socialmente costruite)
VISIONI VISIONI
OGGETTIVISTICHE SOGGETTIVISTE

Approccio relazionale: Strumentalismo: Cohen


primordialismo essenzialismo
Barth
Approcci processuali,
costruttivisti e
modernisti
Ne deriva una Il delineamento dei gruppi etnici è
rappresentazione dei gruppi legato alle rappresentazioni e ai
etnici e nazionali reificata e particolari contesti storici e sociali, e
stabile nel tempo possono perciò mutare nel tempo
LA CONCEZIONE RELAZIONALE DI BARTH

Fredrick Barth (a cura di). 1969. Ethnic groups and Bounderies.


Boston: Little Brown.

E’ fondamentale riconoscere che le differenze culturali non sono


significative per se stesse, ma solo come elementi ritenuti
significativi dagli attori stessi per creare tali categorie di
classificazione.

Alcuni contenuti culturali sono usati come segnali, o emblemi,


delle differenze, mentre altri sono ignorati, oppure differenze
sostanziali possono essere del tutto minimizzate, a seconda dei
casi. Sono i confini etnici, un confine tra gruppi sociali che
interagiscono, ognuno con attribuzioni sociali differenziate.
LA CONCEZIONE STRUMENTALE DI ABNER COHEN

- A. Cohen (a cura di), Urban ethnicity, 1974 . Ll’introduzione ‘The Lesson of


Ethnicity’ è tradotta in Vanessa Maher (a cura di) Questioni di etnicità, 1994.

- A. Cohen, The politics of elite culture, 1981

Casi etnografici dei finanzieri della city di Londra e


degli Hausa della Nigeria (non presenti nel testo,
ma la visione strumentale è richiamata in chiave di
‘manipolazione del fattore etnico per ottenere
vantaggi economici’, con modalità operative
analoghe a quelle dei gruppi di interesse (Fabietti:
207)
USO POLITICO DELL’ETNICITA’
L’etnicità può essere giocata sul piano politico:

• Attraverso forme di esclusione o di distinzione, formali o informali


(Apartheid in sud-Africa, varie forme di elitismo su base etnica -
Abner Cohen)

• Attraverso la rivendicazione e la mobilitazione su base etnica


(movimenti pacifici ed armati etnonazionali, movimenti indigenisti)

• Sfruttamento delle dinamiche di contrapposizione implicite nel


meccanismo etnico per garantirsi il sostegno politico (populismo
europeo contemporaneo, strategie terroristiche)

• Nei casi estremi, iniziative violente ed orchestrate da parte di


gruppi di potere in uno Stato contro minoranze (pulizia etnica, per
esempio nei Balcani, genocidio) VEDERE BOX 5 SUL GENOCIDIO
DEI TUTSI IN RWANDA
SISTEMA DELLE CASTE

Il sistema delle caste appare nella forma più strutturata


nell’India induista tradizionale (Luis Dumont, 1991), ma
anche presso molti altri gruppi dell’Asia e in alcune
configurazioni pluri-etniche dell’Africa.

E’ una suddivisione interna allo stesso territorio o corpo


sociale, tale da definire in modo netto il tipo di attività e
da restringere, per ragioni di ordine rituale, lo scambio
matrimoniale. L’appartenenza alla casta dunque tende a
riprodursi di generazione in generazione, con attribuzioni
di inferiorità e superiorità.
SISTEMA DELLE CASTE IN INDIA

La comunità è distinta in 4 varna (‘colori’):

• Sacerdoti (maggiore purezza rituale, non necessariamente ricchezza)


• Guerrieri
• Commercianti
• Artigiani

• Contadini

• Fuori casta (intoccabili, o paria)


SISTEMA DELLE CASTE IN INDIA

Ogni varna si suddivide in un gran numero di jat o


sotto-jat, ovvero specifici gruppi occupazionali
(vasai, lavoratori del marmo, barbieri, fabbri, filatori
conciatori di pelle…)

I varna e i jat tendono ad essere endogamici, sulla


base del concetto religioso di purezza e
contaminazione: è necessario evitare il contatto con
caste inferiori per evitare l’impurezza che ne
deriverebbe.
SISTEMA DELLE CASTE IN INDIA

Il governo post-coloniale indiano ha contrastato il


sistema delle caste. L’uso di emblemi (come
turbanti e pitture facciali) è vietato. La
trasformazione moderna ha anche cambiato il
posizionamento dei varna e jat.
Tuttavia, nelle zone rurali di alcuni stati, la
percezione delle caste ancora esiste, e condiziona le
relazioni sociali e le scelte matrimoniali.
Le politiche sono caratterizzate da misure
affermative a favore delle caste più basse.
CASTE E TOTEMISMO NELLO STRUTTURALISMO

Lévi-Strauss, Totemismo oggi (1962)

Rivede la tesi di Radcliffe-Brown:


Gli uomini osservano il mondo naturale e individuano coppie
oppositive nel mondo naturale. Tali piante o animali vengono
associati ai gruppi costitutive della società, stabilendo
un’analogia (di ordine simbolico) tra i due elementi omologhi,
quello umano (culturale) e quello animale (naturale).
CASTE E TOTEMISMO NELLO STRUTTURALISMO

Lévi-Strauss, Il Pensiero selvaggio (1962)

Compara il totemismo australiano con il sistema delle caste:


sono manifestazioni della STESSA LOGICA, ma applicata in senso
opposto, che può essere identificata dall’antropologo
identificando delle della trasformazioni (di ordine simbolico).

Sistemi di trasformazione: analogie, o parallelismi, tra sistemi di


classificazione diversi, a riprova dello stesso schema (struttura)
cognitiva di tutti I gruppi umani
CASTE E TOTEMISMO NELLO STRUTTURALISMO
Lévi-Strauss, Il Pensiero selvaggio (1962)

REGOLE
TOTEMISMO
si serve di simboli del mondo
DISTINZIONE DI ORDINE
ESOGAMIA naturale per distinguere i
NATURALE
gruppi della società

prima
trasformazione
CASTE
Il sistema delle caste divide gli DISTINZIONE DI ORDINE
ENDOGAMIA uomini sulla base dei mestieri CULTURALE
CASTE E TOTEMISMO NELLO STRUTTURALISMO
Lévi-Strauss, Il Pensiero selvaggio (1962)

REGOLE
Le differenze tra specie
(DISTINZIONI NATURALI) sono
ESOGAMIA TOTEMISMO assimilate alle differenze tra
gruppi (distinzioni culturali)

Per Lévi-Strauss l’esogamia


seconda
marca il passaggio dalla natura
alla cultura trasformazione

Le differenze tra gruppi


occupazionali (DISTINZIONI
ENDOGAMIA
CASTE CULTURALI) sono assimilate
alle distinzioni naturali
(fondate sulla nascita)
(distinzioni naturali)
CASTE E TOTEMISMO NELLO STRUTTURALISMO
Lévi-Strauss, Il Pensiero selvaggio (1962)

REGOLE

Pensa la natura
ESOGAMIA TOTEMISMO attraverso la cultura

terza
trasformazione

Concepisce la cultura
ENDOGAMIA CASTE
attraverso la natura

Natura e cultura costituiscono l’opposizione duale attraverso la


quale avvengono le trasformazioni.

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