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CARL ROGERS E I GRUPPI DI INCONTRO

di Rosa Vieni Una delle principali caratteristiche della cultura contemporanea la

disumanizzazione crescente, per la quale non viene valorizzata la persona in quanto tale, ma piuttosto quello che possiede, ci che riesce a produrre, ci che appare agli altri ed attraverso il proprio tenore di vita. Questo aspetto impersonale permea quasi tutte le nostre istituzioni sociali. La seconda caratteristica che nella nostra societ, (intendiamo qui quella

occidentale ), lindividuo ha soddisfatto i bisogni primari e tale condizione consente lo spinge a prestare pi attenzione ai bisogni psicologici. Infatti, se per lindividuo la preoccupazione principale quella di soddisfare i bisogni primari, egli non avr mai un acuta consapevolezza dei suoi bisogni psico-sociali. La terza caratteristica della nostra cultura la differenziazione della vita contemporanea, la quale permette agli individui (diversamente dalla societ tradizionale che era pi semplice) di confrontarsi con numerose concezioni del mondo e della vita, tutte apparentemente realizzabili, legittime, liberatorie per la persona, ma spesso in contraddizione tra di loro. Lindividuo davanti a tale complessit rimane confuso, frustrato, con un identit debole e minata nei fondamenti. Avere un identit presuppone la capacit dellindividuo di divenire oggetto a se stesso implica cio un qualche grado di riflessivit e la capacit di porre a se stesso la domanda: chi sono io?. Le dimensioni portanti dellidentit si possono ricondurre essenzialmente a tre: 1- lidentit ha innanzitutto una dimensione locativa, nel senso che attraverso essa lindividuo si colloca allinterno di un campo (simbolico) o in senso pi lato, definisce il campo in cui collocarsi. Lindividuo assume un sistema di rilevanza, definisce la

situazione in cui si trova e traccia dei confini (pi o meno mobili) che delimitano i territori del s. 2 - lidentit ha inoltre una dimensione selettiva, lindividuo una volta che ha definito i propri confini e assunto un sistema di rilevanza, in grado di ordinare le proprie

preferenze, di scegliere alcune alternative di scartarne o differirne altre. 3 - lidentit ha infine una dimensione integrativa nel senso che attraverso essa, lindividuo dispone di un quadro interpretativo che collega le esperienze passate, presenti e future nellunit di una biografia. Mentre attraverso la dimensione locativa l individuo diventa capace di stabilire una differenza tra s e laltro, tra s e il mondo, attraverso la dimensione integrativa, lindividuo diventa capace di mantenere nel tempo il senso di questa differenza, ossia il senso della continuit de s. E infatti attraverso lidentit che lindividuo ordina le proprie esperienze e sceglie fra diverse alternative di azione, tuttavia il problema dellidentit non si esaurisce nel suo rapporto con lazione, ma essa ha un aspetto che indipendente dallazione e che non pu essere qualificato in termini di scelta e di decisione in quanto riguarda la percezione e lorganizzazione del campo delle possibilit, prima ancora che la scelta tra alternative di azione. Lidentit opera quindi a monte delle scelte tra possibilit, stabilisce - non necessariamente in modo cosciente ci che possibile e ci che non lo . Lesperienza della complessit sociale, porta luomo a sperimentare direttamente un senso di difficolt nella definizione della propria identit vivendo un senso di solitudine e di lontananza emotiva dagli altri, percependo di non riuscire ad avere un contatto vero con le altre persone. Con lesperienza della vita contemporanea, lindividuo sente che ha pi probabilit di essere amato comportandosi secondo modelli approvati dalle persone che contano di pi per lui, piuttosto che aderendo a schemi comportamentali di interazione spontanea seguendo i propri sentimenti. Lindividuo in tal modo si crea dei clich

comportamentali attraverso i quali entra in relazione con il mondo esterno. Tali clich rappresentano per lindividuo un guscio protettivo che pu essere relativamente sottile se una parte dellindividuo consapevole di recitare una parte in alcune occasioni, ed ha la coscienza dessere una persona del tutto diversa dal suo ruolo. In altri casi, per lindividuo pu creare attorno al vero s un guscio massiccio, nel quale si rinchiude

usandolo come un armatura, che egli identifica con se stesso, dimenticando il suo autentico s e i suoi intimi bisogni. Lindividuo vero diventa molto vulnerabile e si costruisce lassoluta certezza che nessuno possa accettare ed amare il suo autentico s, che cerca di celare con molta fatica. La persona sente un profondo senso di alienazione

nei confronti degli altri, ha

la sensazione che chiunque giunga a conoscere come

realmente dentro, probabilmente non avrebbe n rispetto n affetto per lui. Di questa solitudine lindividuo ne ha un acuta consapevolezza, in quanto il suo vero s rimasto sempre al buio, vulnerabile, infantile e spaventato. Lesperienza dei gruppi ed in particolare dei gruppi di incontro, d allindividuo un sollievo alla sua condizione di isolamento e alla mancanza di rapporto autentico con gli altri. Il primo passo verso tale direzione lesperienza che lindividuo pu fare in tali gruppi, sperimentando direttamente la consapevolezza del senso di isolamento che egli ha nascosto a se stesso. Nellesperienza di gruppo, infatti, gli individui reali sono a contatto con altri individui reali. Particolare importanza in tal senso hanno i Gruppi di incontro.

COSA SONO I GRUPPI DI INCONTRO?


Il termine " gruppi di incontro", indica un 'esperienza di gruppo programmata ed intensiva. Tali esperienze di gruppo vengono indicate anche con i termini "T Group" e "Addestramento alla sensibilizzazione". Rogers considera i gruppi dei laboratori sui rapporti umani. Essi sono stati sperimentati da Rogers con successo in diversi settori della vita personale e sociale degli individui: nell'industria, negli ambienti ecclesiastici, negli ambienti cattolici, nei penitenziari ecc. Nell'esperienza di gruppo possono partecipare diverse categorie di individui : studenti universitari, professori, coniugi, famiglie, criminali, uomini politici. Lorigine dei gruppi di incontro pu essere rintracciata gi in alcuni studi di Kurt Lewin, il quale avanz l'idea che l'addestramento all'arte dei rapporti umani, bench fosse una cosa fondamentale per vivere serenamente, era completamente trascurata dall'organizzazione della vita e della cultura nella societ contemporanea. Furono i collaboratori di Lewin dopo la sua morte, a sperimentare Group". I Trainers Group erano gruppi di addestramento dei rapporti umani, nei quali si insegnava agli individui come osservare la natura delle proprie interazioni con gli altri e quelle del modo di procedere del gruppo. Si pensava che da a tale esperienza avrebbe permesso ai partecipanti di acquisire una migliore capacit di il primo "T

comprendere il proprio modo di agire in seno al gruppo e l'incidenza che aveva sugli altri acquisendo una maggiore competenza nel trattare situazioni interpersonali difficili. In alcuni T Group organizzati per l'industria, si osserv che molto spesso i partecipanti sviluppavano un rapporto di profonda fiducia, comprensione sollecitudine reciproca. Fu Rogers che inizi a creare dei gruppi, quando dopo la seconda guerra mondiale, fu incaricato insieme ad altri colleghi a Chicago, di istruire alcuni soggetti a fare del counseling personale sui problemi dei reduci di guerra. L'istruzione nozionistica fu scartata a vantaggio dell'esperienza intensiva di gruppo, in quanto Rogers era convinto che capire meglio se stessi, aiutava a discernere quali atteggiamenti sarebbero potuti risultare controproducenti nel rapporto di consulenza futuro. L'esito fu positivo. I gruppi di Chicago erano orientati principalmente all'accrescimento della persona, allo sviluppo e al miglioramento della comunicazione e dei rapporti interpersonali, fino ad arrivare ad essere tarati soprattutto sull'addestramento all'arte dei rapporti umani. e

I FONDAMENTI CONCETTUALI
I fondamenti concettuali, nella creazione dei "gruppi di Incontro", furono dapprima il pensiero lewiniano e la psicologia della Gestalt, da un lato e la terapia centrata sul cliente dall'altro. Negli ultimi anni sono intervenute molte altre teorie e influenze.

TIPOLOGIA DEI GRUPPI


Il "T Group" in origine tendeva ad esaltare l'arte dei rapporti umani, ma in seguito furono sperimentate altre strutture di gruppi arrivando alla realizzazione dei seguenti tipi di esperienza gruppale: 1) I GRUPPI DI INCONTRO che tendono ad esaltare la crescita della persona, lo sviluppo e il miglioramento della comunicazione e dei rapporti interpersonali, attraverso un processo di esperienza diretta. 2) I GRUPPI DI CONSAPEVOLEZZA SENSORIALE, di appartenenza corporea, di movimento corporeo. Questi gruppi tendono a promuovere la consapevolezza e l'espressione fisiche con il movimento, la danza spontanea e simili.

3)

SEMINARI

DI

CREATIVITA'

dove

l'interesse

spesso

concentrato

sull'espressione creativa attraverso i vari mezzi artistici, con spontaneit individuale e libert d'espressione come obbiettivo primario. 4) I GRUPPI DI FORMAZIONE DI TEAM utilizzati prevalentemente nell'industria per la formazione di team di lavoro pi strettamente uniti ed efficaci. 5) I GRUPPI DI GESTALT che promuovovo un approccio terapeutico gestaltico, dove l'azione di un terapeuta esperto si concentra su un individuo alla volta, ma da un punto di vista diagnostico e terapeutico. 6) I GRUPPI SYNONON O GAME messi in atto nel trattamento dei

tossicodipendenti, essi tendono a promuovere un attacco quasi violento alle difese dei partecipanti. La maggior parte dei gruppi si svolgono mediante riunioni intensive per un weekend, oppure attraverso sedute settimanali, bisettimanali o mensili. Le forme di tali gruppi esperienziali possono essere differenziate: vi sono gruppi costituiti estranei, gruppi di "staff formati da persone che lavorano insieme, gruppi di persone che si conoscono tra loro nella vita quotidiana.

CARATTERISTICHE DEI GRUPPI


Un gruppo di qualsiasi tipo e forma sia, deve essere composto prevalentemente da 8 - 10 partecipanti. Spesso l'esperienza inizia con qualche input conoscitivo, cio con qualche argomento per il dibattito che il facilitatore presenta ai componenti del gruppo. Al leader affidata la responsabilit di facilitare l'espressione dei sentimenti e pensieri da parte del gruppo. Tanto il leader, quanto i membri, concentrano la loro attenzione sul processo e la dinamica delle interazioni personali immediate. In un gruppo che si riunisce in forma intensiva, un agevolatore (o un facilitatore) pu creare un clima psicologico di sicurezza, in cui si realizzano gradualmente la libert d'espressione e la riduzione dell'atteggiamento difensivo. In questo clima psicologico tendono ad essere espresse molte reazioni emotive immediate di ogni membro verso gli altri e verso se stessi. Da questa mutua libert di

esprimere i veri sentimenti, positivi o negativi, si sviluppa un clima di fiducia reciproca. Ogni membro procede verso una maggiore accettazione del proprio essere totale : emotivo, intellettuale e fisico, cos come esso . Con la riduzione della rigidezza difensiva, gli individui possono ascoltarsi a vicenda e possono imparare maggiormente l'uno dall'altro. Fra i partecipanti si sviluppa un feedback in modo che ogni individui viene a sapere come egli appare agli altri e quale impatto ha sui rapporti interpersonali.

COME PROCEDE IL GRUPPO?


Quando un gruppo si incontra, al principio c' spesso costernazione , angoscia, irritazione , in particolare per la mancanza di struttura del gruppo stesso. Solo gradualmente diventa chiaro che l'obbiettivo principale di ogni membro quello di trovare il modo di porsi in rapporto con gli altri membri del gruppo e con se stesso. I partecipanti sono sempre pi consapevoli di aver sempre mostrato agli altri e a se stessi delle facciate, delle maschere. I veri sentimenti e le persone reali emergono con cautela man mano che l'esperienza gruppale si accende. Viene instaurato un senso di autentica comunicazione e la persona che si sentiva all'inizio inaccettabile per il suo modo di essere, percepisce che sar tanto pi accettata, quanto pi si rapporta agli altri con naturalezza. Spesso si teme di esprimere in particolare i sentimenti negativi, perch ciascuno sembra sicuro che gli altri non possono accettare i suoi sentimenti di rabbia o di gelosia.. Gradatamente, per, lindividuo incomincia a sperimentare un senso di fiducia, di cordialit e simpatia per gli altri membri del gruppo, riuscendo a conoscere se stesso e ogni altro membro del gruppo, pi a fondo di quanto non riesca a fare negli usuali rapporti sociali o di lavoro, sperimentando un miglioramento dei rapporti interpersonali sia in seno al gruppo, che in seguito nelle situazioni della vita quotidiana.

LA FUNZIONE DELL' AGEVOLATORE


Particolare importanza ha lagevolatore nella dinamica di gruppo. Egli deve essere sciolto, rilassato fin dal primo momento ed essere abile

nell'esprimere le proprie sensazioni. All'inizio anche il facilitatore si sente leggermente in ansia, bisogna ascoltare con attenzione, con cura e sensibilit ogni individuo che si esprime all'interno del gruppo. Lagevolatore deve concentrarsi poco sui particolari e molto sul significato che un esperienza ha per il soggetto, e ai sentimenti che tale esperienza suscita nella persona. Bisogna rendere l'atmosfera del gruppo " psicologicamente" sicura per i membri. Ognuno deve sentire sin dal principio che, anche comunicando al gruppo qualcosa di molto personale, assurdo, ostile o spiacevole, ci sar almeno una persona della cerchia che avr rispetto per lui e lo ascolter con attenzione ed empatia. I partecipanti devono percepire che il facilitatore sar psicologicamente vicino a loro sia nei momenti di gioia che di dolore. Lagevolatore deve essere abile anche nel percepire quando un partecipante rimane offeso o dispiaciuto durante un setting di gruppo.

IL PROCESSO DEI GRUPPI DI INCONTRO


L'esperienza dei gruppi di incontro passa attraverso fasi caratteristiche e graduali: 1) Girare a vuoto: all'inizio, quando l'agevolatore chiarisce che il gruppo ha la libert di prendere qualsiasi direzione, si manifesta un momento di confusione iniziale, di silenzio imbarazzo, di educate interazioni in superficie, di chiacchiere mondane, di frustrazione e di mancanza di continuit. 2) Resistenza all'espressione o all'indagine personale: si teme parlare di cose personali perch si ha la paura di rivelare se stessi e non si ha fiducia nel gruppo. 3) Descrizione dei sentimenti passati: nonostante l'ambivalenza sull'affidamento del gruppo, la discussione comincia ad essere dedicata all'espressione dei sentimenti. L'industriale si sente frustrato da certe situazioni della sua industria, la casalinga riferisce i problemi che ha con i figli. Si esprimono sentimenti che sono in un certo senso naturali e attuali, ma che i partecipanti trasferiscono nel passato, descrivendoli come se fossero in un tempo e in un luogo fuori del gruppo. E' un esempio di sentimenti esistenti "la e allora".

4) Espressione dei sentimenti negativi: l'espressione dei sentimenti " qui ed ora", tende ad estrinsecarsi in atteggiamenti negativi verso gli altri membri del gruppo o verso il leader. Spesso il leader attaccato perch non riesce a guidare il gruppo come si deve. Il primo materiale del "qui ed ora" che compare nel gruppo assume un espressione prevalentemente di tono negativo. Questo un modo da parte dei partecipanti di saggiare l'affidabilit del gruppo: molto pi difficile e pericoloso esprimere i sentimenti profondamente positivi anzich i negativi (se dico di volerti bene , sono vulnerabile ed esposto alla pi atroce reiezione; se dico di odiarti, al pi sono soggetto ad un attacco dal quale posso difendermi). 5) Espressione e investigazione del materiale personalmente significativo: si sviluppa man mano un clima di fiducia e allora si comincia a permettere al gruppo di conoscere qualche aspetto pi profondo della propria personalit. 6) L'espressione dei sentimenti interpersonali immediati o nel gruppo : fa parte del processo gruppale la dichiarazione dei sentimenti immediati che un membro prova nei confronti di un altro, si tratta di sentimenti sia positivi che negativi. 7) Lo sviluppo di una capacit curativa nell'ambito del gruppo: molti individui dimostrano una capacit naturale e spontanea di trattare il dolore e la sofferenza altrui, in forma benefica, agevolante e terapeutica. 8) L'accettazione di se stessi e l'inizio del cambiamento. 9) La rottura delle facciate : con il passare del tempo, il gruppo non riesce pi a sopportare che qualche membro debba vivere dietro una maschera o una facciata. Spesso il gruppo diventa violento nell'obiettare la facciata di qualcuno, ma subito dopo riesce a stare vicino all'individuo. 10) L'individuo riceve un feedback: cio acquisisce, rapidamente una quantit di dati su come appare agli altri. 11) Il confronto: spesso c' un vero e proprio confronto tra gli individui che sfocia quasi sempre con l'accettazione reciproca. 12) L'incontro fondamentale: gli individui pervengono a un contatto reciproco pi intimo e diretto di quello che ha luogo di solito nella vita normale. E' questo uno degli aspetti fondamentali e intensi di cambiamento di gruppo.

13) Cambiamenti di comportamento nel gruppo: le persone si dimostrano sollecite e premurose l'una verso l'altra. Tale atteggiamento si riflette anche nella vita privata. 14) Fallimenti, svantaggi, rischi : i cambiamenti spesso non sono durevoli; l'individuo pu impegnarsi profondamente nella rivelazione di se stesso e viene poi lasciato con problemi irrisolti, tanto che dopo deve ricorrere al terapeuta per analizzare alcuni sentimenti venuti alla luce nell'esperienza di gruppo. Gli individui che gi hanno avuto esperienze di gruppo possono manifestare a volte quello che si considera il fenomeno del "vecchio esperto" . Credono di avere imparato le regole del gioco e pensano di imporle larvatamente o apertamente ai nuovi giunti. Cos, invece di promuovere la vera espressivit o la spontaneit fanno sorgere ai membri un senso di colpa se sono riluttanti ad esprimere i sentimenti.

IL PROCESSO CHE AVVIENE NEL GRUPPO


Gli individui che fanno esperienza di gruppo sperimentano varie fasi del processo gruppale: Primo stadio : la comunicazione riguarda gli aspetti esteriori. Si riluttanti a comunicare il s, i sentimenti e i pensieri personali non vengono ne riconosciuti come tali n ammessi. Secondo stadio: i sentimenti vengono talora descritti, ma come oggetti passati, non propri ma esterni al s. L'individuo lontano dalla sua esperienza soggettiva. Pu fare delle affermazioni contraddittorie su se stesso come oggetto ed essere poco consapevole della loro contraddittoriet. Si esprime liberamente su argomenti che non riguardino il proprio s. Pu talora ammettere di avere dei problemi e dei conflitti, ma questi o sono percepiti come esterni al s. Terzo stadio : c' una maggiore descrizione di sentimenti e pensieri personali, che neanche ora sono attuali. Questi sentimenti sono immaginati come inaccettabili o cattivi. Si comincia ad ammettere che qualsiasi problema via sia piuttosto interno che esterno all'individuo. Quarto stadio: sentimenti e pensieri personali sono descritti liberamente come oggetti attuali, propri del s. I sentimenti pi intensi continuano ad essere descritti

come attuali. Si ammette confusamente che i sentimenti negati alla coscienza possono irrompere nel presente, ma questa eventualit spaventa . Si ammette con timore di stare provando qualcosa, ci si rende conto delle contraddizioni e ci si preoccupa di esse. Si inizia ad ammettere qualche responsabilit personale per i problemi. Di tanto in tanto l'individuo disposto a correre il rischio di mettersi in rapporto con gli altri sulla base di un sentimento. Quinto stadio: molti sentimenti sono espressi nell'istante in cui si manifestano e sono quindi avvertiti nel presente immediato ed accettati. Quest'esperienza spesso vivissima, emozionante e liberatrice per l'individuo. Il se non mai avvertito come oggetto, l'individuo accetta il rischio d'essere quel se stesso che procede nel rapporto con gli altri accettando di sentire il fluire di se stesso e di confidare che l'altro lo accetti cos com in questo fluire.

LE FUNZIONI E LE CARATTERISTICHE DI UN AGEVOLATORE.


L'agevolatore ha la funzione importantissima di creare l'atmosfera e di dare l'avvio al gruppo. Ascoltare con attenzione ci che i partecipanti esprimono, sia che si tratti di uno sforzo superficiale oppure importante. In tal modo "si convalida" la persona e gli si riconosce un valore per il fatto d'aver espresso qualcosa. Si deve dare importanza al significato che queste esperienze hanno per ogni singolo membro e ai sentimenti che esse destano. E opportuno che lagevolatore renda l'atmosfera

psicologicamente sicura per i partecipanti: se qualcuno comunica qualcosa di personale, ostile o cinico, ci sar almeno una persona nel gruppo che ascolter ci che viene detto, come un espressione diel proprio s. Lagevolatore deve far sentire al singolo che psicologicamente vicino a lui sia nella gioia che nel dolore. Accettare il gruppo cos com': sia che esso sia intellettualizzante o superficiale, emotivamente chiuso o restio alla comunicazione personale. Lasciare che ogni partecipante si impegni oppure no: se una persona desidera restare psicologicamente ai margini ha il permesso implicito dell'agevolatore di farlo,

il gruppo stesso che pu impedirgli o consentirgli di rimanere in tale posizione. Deve accettare il silenzio o il mutismo di ognuno a patto d'essere sicuro che non deriva da un dolore o da una resistenza non espressi. Lagevolatore deve accettare per buono quanto viene detto. Ogni partecipante in un secondo momento si deve sentire libero di correggere quello che stato detto. Deve comprendere empaticamente, cio capire il significato esatto di quando una persona sta comunicando. Deve agire secondo la propria sensibilit e f ar uso libero dei sentimenti cos come li si prova al momento, ovviamente non all'inizio dell'esperienza. Deve promuovere il confronto e stimolare i feedback, affrontando le persone sulle peculiarit del loro comportamento, valutando comunque caso per caso, prima di decidere di attaccare le difese di una persona. Deve esprimere con sincerit i propri sentimenti ma se qualcosa della vita addolora l'agevolatore, di solito non espresso perch tali problemi vanno risolti con un terapeuta altrimenti si porta via del tempo al gruppo. Deve pianificare gli esercizi usando talora, esercizi e giochi per favorire la comunicazione. Deve affidarsi alla potenzialit terapeutica del gruppo : se qualcuno nel gruppo manifesta un comportamento psicotico o agisce in modo strano, di deve fare affidamento all'abilit terapeutica dei membri del gruppo : anche le persone comuni, non specificatamente addestrate c' uno straordinario potere d'aiuto, a patto che siano rese libero di usarlo. Pu promuovere se necessario, il movimento fisico e contatto : nella nostra

cultura, attribuiamo al contatto fisico solo un significato sessuale, eterosessuale o omosessuale, li priviamo di molto calore e di molto sostegno interpretando in questo modo il contatto fisico. Tuttavia il gruppo offre un ambiente protetto in cui un individuo pu mettersi stesso a repentaglio in queste forme e discernere i propri sentimenti col tatto. E' evidente che l'agevolatore deve sentirsi libero da catene culturali in tal senso.

Il comportamento che non agevola : Lagevolatore meno efficace se spinge il gruppo, lo manipola, lo sottopone a regole , cerca di indirizzarlo verso i propri non dichiarati obiettivi. Non raccomandabile l'agevolatore che ha problemi personali molto grandi e urgenti da vero bisogno di polarizzare il gruppo su di s, per cui non pi

disponibile per gli altri, ne si rende profondamente conto di loro. Una persona di questo tipo pu benissimo per partecipare al gruppo. Non bisogna dare frequenti interpretazioni sulle motivazioni o sulle cause del comportamento tenuto dai membri del gruppo. Non auspicabile un agevolatore che rifiuta la propria partecipazione emotiva al gruppo, tenendosi in disparte, come esperto in grado di analizzare il processo del gruppo stesso e le reazioni dei membri attraverso il proprio sapere superiore.

PERCHE' I GRUPPI DI INCONTRO?


Il confronto l'espressione dei propri sentimenti real, facilitato in un esperienza di gruppo (8 - 15 anni) in quanto gli individui in tale contesto si sentono protetti, soprattutto avvertono che le loro difficolt sono comuni agli altri membri del gruppo e in tal modo non si sentono minacciati. Il gruppo inoltre uno spazio dove vigono regole diverse da quelle che seguiamo nella vita quotidiana: le regole che caratterizzano un gruppo sono stabilite dal gruppo stesso, infatti sar cura dei partecipanti fare prendere al gruppo una determinata direzione , pi o meno intellettualizzante o spontanea e ricca di espressioni sentimentali. I partecipanti, nei gruppi di incontro sono spogliati dai ruoli che ricoprono normalmente nella vita reale, sono persone con debolezze, pregi e difetti e con la voglia di mettersi in discussione.
Bibliografia : Loredana Sciolla ( a cura di) Identit - percorsi di analisi in sociologia- Ed. Rosemberg e Sellier . Carl R. Rogers I gruppi dincontro Ed Roma Astrolabio. Carl R. Rogers La terapia centrata sul cliente Ed. Martinelli Firenze

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