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Università degli Studi di Palermo

Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Continua

Antropologia culturale [01340], M-Z,


aa 2019-2020
GL4. Sistemi di pensiero:
pensiero metaforico, pensiero magico, pensiero mitico

Docente: Marco Bassi

Materiale didattico per esclusivo uso degli studenti iscritti al corso.


Si prega di non distribuire e non citare
ARGOMENTI DEL GRUPPO DI LEZIONI

Questa Parte Quarta è dedicata ai sistemi di pensiero


alternativi a quello occidentale.
Possiamo considerare questa parte un’estensione della
Parte terza, in quanto si cerca di delineare i sistemi di
pensiero delle società a oralità primaria.
Fabietti procede, come nella parte precedente,
contrapponendo i sistemi di pensiero tradizionali al
procedimento scientifico (che caratterizza la nostra
società), ridimensionando alcune delle interpretazioni
che in passato hanno contrapposto nettamente i
procedimenti logici moderni a quelli che
contraddistinguono le culture orali.
ARGOMENTI DEL GRUPPO DI LEZIONI

Nella revisione qui proposta ci soffermeremo soprattutto sui sistemi di


pensiero delle società a oralità primaria, prendendo in considerazione:

• Cosmologie (studio di caso dei Dogon)


• Uso della metafora (studio di caso dei Bororo)
• La magia
• Il pensiero mitico

Tra le teorie esplicative oggi superate, considereremo i riferimenti classici di:


• Lévy-Bruhl (mentalità pre-logica)
• Frazer (correlazione evoluzionistica tra magia, religione e scienza)

Teorie con elementi particolarmente significativi:


• Funzione normativa dei miti (Malinowski)
• Il totemismo secondo Radcliffe-Brown
• Lo strutturalismo di Lévi-Strauss
TESTI DI RIFERIMENTO

Ugo Fabietti: Parte Quarta

BOX UTILI (ANCHE AI FINI DELLE DOMANDE D’ESAME):

• Box 1. La stregoneria degli Azande


• Box 3. Magie contemporanee
• Box 4. Mito e inversione rituale
TESTI DI RIFERIMENTO

Ugo Fabietti: Parte Quarta


PARAGRAFI CHE VERRANNO AFFRONTATI NELLA PARTE CONCLUSIVA
DEL CORSO :

• Paragrafo 4 del Cap. 1: ‘Chiusura e apertura di sistemi di pensiero’


NOTA IMPORTANTE: la prima parte del paragrafo, dedicata alla teoria della
‘mentalità primitiva’ di Lévy-Bruhl (Fabietti: 146), verrà discussa in questa lezione
TESTI DI RIFERIMENTO

Ugo Fabietti: Parte terza

PARAGRAFI CHE NON VERANNO PRESI IN CONSIDERAZIONE NÉ A


LEZIONE NÉ PER LE DOMANDE D’ESAME:

• Paragrafo 2 del Cap. 1: ‘Differenze e somiglianze’


• Paragrafo 3 del Cap. 1: ‘L’uso delle analogie esplicative’
• Paragrafo 3 del Cap. 1: ‘L’uso delle analogie esplicative’
• Paragrafo 3 del Cap. 2: ‘Magia e «presenza»’
Lucien Lévy-Bruhl (1857 - 1939):
La teoria del pre-logismo dei primitivi

Re-interpreta una serie di elementi già


considerati dagli antropologi evoluzionisti in
campo religioso (animismo, totemismo,
elementi dello sciamanesimo), ma si pone in
una prospettiva teorica radicalmente opposta

Opere:
• Les fonctions mentales dans les sociétés inférieurs
• La mentalité primitive
• Le surnaturel et la nature dans la mentalité primitive
Lucien Lévy-Bruhl (1857 - 1939):
La teoria del pre-logismo dei primitivi

• Sogni
• Influenza dei miti
• Collettivismo (identità con il gruppo)
• Similarità dell’uomo e degli animali (animale totem e
gruppo umano)
• Credenza in correlazioni causali non fondate (magia,
effetto delle formule magiche)

(legge di) Partecipazione: intensità emozionale di


partecipazione, coinvolgimento con l’universo. Percezione
di una forza fluida, fisica e psichica
Lucien Lévy-Bruhl (1857 - 1939):
La teoria del pre-logismo dei primitivi

Nel nostro mondo abbiamo costruito attraverso la


logica dei confini che isolano l’uomo dall’ambiente
esterno, la natura dalle forze sovrannaturali, lo stato di
veglia dal sonno.

Tra i primitivi questi confini non sono percepiti, e gli


uomini non sono in condizioni di rappresentare gli
elementi naturali o il gruppo come un oggetto
esteriore
Lucien Lévy-Bruhl (1857 - 1939):
La teoria del pre-logismo dei primitivi

La personalità è rappresentata come energia, di natura


simile agli animali, piante e cose, e può essere
identificata totalmente con entità collettive.

Non sono differenziate le dimensioni del sacro e del


profano, e l’esperienza umana è costantemente
assediata dagli elementi sovrannaturali, cui
corrisponde una forte intensità emozionale a cui si
risponde attraverso la magia
Lucien Lévy-Bruhl (1857 - 1939):
La teoria del pre-logismo dei primitivi

ASSENZA DELLA LOGICA RAZIONALE (ARISTOTELICA), che


alla base delle acquisizioni che ci caratterizzano e del
principio dell'identità personale rigorosamente distinta
dalle altre individualità e dal mondo fisico e
sovrannaturale:

• Principi di identità: (A=A)


• Principio di non-contraddizione (se A = A, allora A ≠ B)
• Causalità
Lucien Lévy-Bruhl (1857 - 1939):
La teoria del pre-logismo dei primitivi

Differentemente dagli evoluzionisti, che vedevano in


queste manifestazioni gli elementi semplificati una forma
rudimentale del modo di essere della civiltà, nei tre testi
citati Lévy-Bruhl postula una irriducibile diversità del
procedimento del ragionamento presso i popoli primitivi,
appunto la ‘mentalità pre-logica’, non fondata sulla
razionalità.
Molte delle ricerche e studi citati nel testo, di cui ci occuperemo nella parte
finale, derivano da questa impostazione.
Lucien Lévy-Bruhl (1857 - 1939):
La teoria del pre-logismo dei primitivi

Lévy-Bruhl fu attaccato duramente, da tutte le


parti, anche da Durkheim, che osservò come a
livello pratico i primitivi applichino una razionalità
del tutto simile a quella di tutti gli altri uomini.

Nella fase finale della sua carriera Lévy-Bruhl


modificò le sue posizioni (Carnets, pubblicazione
postuma, 1949) ma tutto sommato non così
radicalmente: in sostanza ammise che anche nel
mondo civilizzato gli uomini possano agire sulla
base di modalità pre-logiche.
Lucien Lévy-Bruhl (1857 - 1939):
La teoria del pre-logismo dei primitivi
Lettura consigliata per un approfondimento ed aggiornamento:

Alessandro Mancuso. 2018. Altre persone. Antropologia, visioni del mondo e ontologie
indigene, Mimesi.

Il tema della razionalità aristotelica è strettamente correlato, anche nella


formulazione classica, al dibattito sull’ontologia. Nel testo si prendono in esame
gli studi recenti che portano a definire la sostanziale identità dalla forma e
modalità di ragionamento, ma applicate a una diversa visione ontologica del
mondo, delle cose e degli elementi naturali (le ‘ontologie’ indigene).
Notate che queste diverse visioni ontologiche sono anche giocate in chiave di
agency nel campo delle rivendicazioni dei popoli indigeni rispetto alle istanze di
conservazione della natura, ed hanno trovato espressione sia nelle costituzioni
di alcuni paesi dell’America latina (in cui la Natura diviene soggetto portatore di
diritti) che, in maniera più indiretta, in Laudato si' , l’enciclica sull'ambiente di
papa Francesco
MARCEL GRIAULE
Dio d'acqua. Incontri con Ogotemmêli (1948)

Resoconto di colloqui svoltosi nel 1946, da


parte di un antropologo che già dagli anni ‘30
faceva ricerca in modo ricorrente tra i Dogon
MARCEL GRIAULE
Dio d'acqua. Incontri con Ogotemmêli (1948)

Resoconto di una ‘cosmologia’ africana:

Una serie di narrazioni (dialoghi tenuti con un anziano cieco, depositario della
conoscenza) sull’origine del mondo (miti), in più fasi, attraverso cui vengono
esplicati i riferimenti valoriali, filosofici e iconografici (simboli) dei Dogon.

• E’ parte di un sapere segreto, cui solo alcuni individui hanno


progressivamente accesso

• I vari racconti sono dotati di consequenzialità, sistematicità e coerenza,


tale da poter essere accostata a costruzioni teoriche e spiegazioni fornite
dalla filosofia e dalla scienza
VISIONI DEL MONDO (world views) e
SISTEMI DI PENSIERO (system of thought)

Negli anni successivi al testo di Griaule si moltiplicano gli studi dedicati alla
comprensione e ricostruzione della visione complessa, articolata e coerente
che molti popoli ad oralità primaria hanno del mondo umano e naturale

Tali visioni sono spesso ‘fondate’ nei racconti mitici che spiegano l’origine
del mondo come è oggi [‘cosmogonie’], ma comprendono una serie di
rappresentazioni ad esse correlate, tra cui:

• Elementi richiamati nei riti


• Rappresentazioni dello spazio e del tempo (calendari, feste…) [quando
entrano in gioco i cicli temporali legati agli astri è opportuno parlare di
‘cosmologia’]
• Concezioni sul destino, sfortuna…
• Concezioni sulla malattia e la salute
• Credenze religiose
• Pratiche magiche e di stregoneria
• Rapporto tra uomo e natura
• Relazione tra i sessi
VISIONI DEL MONDO (world views) e
SISTEMI DI PENSIERO (system of thought)

Con l’espressione ‘sistemi di pensiero’ si vuole richiamare


la coerenza e la correlazione riscontrata attraverso
questi diversi ambiti.

(African Systems of Thought. Edited by M. Fortes and G. Dieterlen. Oxford University Press, 1960.)

Tuttavia, occorre richiamare che concetto di sistema non è


applicabile alla sfera del prodotto intellettuale, va inteso come una
metafora. Tutte le visioni del mondo sono caratterizzate da due
elementi:
• Non sono totalmente coerenti: le contraddizioni, incongruenze e
le questioni irrisolte tendono ad essere mascherate
• Il pensiero umano, per quanto non coerente in assoluto, tende
alla ricerca della coerenza (Fabietti: 142)
PENSIERO METAFORICO

Il capitolo dedicato al pensiero metaforico e al pensiero magico


pone l’accento su alcune caratteristiche che nelle prime fasi
dell’antropologia sono state interpretate come indicatori di
un’alterità radicale rispetto al mondo civilizzato.

Nel capitolo viene messo in evidenza come l’antropologia,


soprattutto grazie all’adozione di un metodo di ricerca
partecipante, ne abbia progressivamente colto gli elementi di
coerenza, la funzione sociale e l’efficacia simbolica, in una parola
il loro riconoscimento come ‘sistemi di pensiero’, in senso lato
PENSIERO METAFORICO

Alcune affermazioni e comportamenti dei popoli


‘primitivi’ sono stati interpretati come irrazionali in
quanto non è stato colto il senso metaforico delle
parole e dei riti che venivano riportati da
viaggiatori o osservatori la cui comprensione era
molto superficiale
PENSIERO METAFORICO

Esempio dei Bororo del Brasile, pubblicato da un etnografo


tedesco e utilizzato da Lèvy-Bruhl per illustrare il pre-logismo
(percezione dell’identità tra uomini e pappagalli, antenati mitici,
per cui sia gli uomini che i pappagalli della foresta sono
considerati simili in quanto entrambi discendenti dallo stesso
antenato)

- «noi uomini bororo siamo arara rossi»


- Cerimonia nella quali invitavano lo spirito (aroe) a discendere
su di loro, e vestizione con penne iridescenti di pappagalli
arara
PENSIERO METAFORICO

Nel rito: elemento di ritorno alle origini e espressione dell’unità


del gruppo attraverso il riferimento simbolico al fondatore aroe.

- Discendenza matrilineare
- Residenza uxorilocale (villaggi divisi in metà)
- I pappagalli sono gli unici animali da compagnia, accuditi dalle
donne

Gli arara sono simbolo dell’antenato, per l’iridescenza delle


piume, animale da compagnia tenuto dalle donne, simbolo della
discendenza femminile, e della condizione ambigua dell’uomo
nella metà della moglie, mai del tutto a casa (Crocker 1975)
PENSIERO MAGICO

Magia: gesti, atti e formule verbali (o anche


scritte), fatte dai maghi o stregoni per influire
sul corso degli eventi (Fabietti: 152)

Magia nera (stregoneria): a fini antisociali (per


vantaggio individuale, potere, vendetta…)

Magia bianca: a fin di bene, eticamente


orientata (curativa, o comunque che non
implica il far del male a un altro individuo)
PENSIERO MAGICO

I primi antropologici la hanno


identificata come un’aberrazione
mentale, fondata sull’incapacità
di cogliere la base logica della
causalità (Lévy-Bruhl), o una
scienza imperfetta (Frazer)
PENSIERO MAGICO – LO SCHEMA EVOLUTIVO DI FRAZER

James Frazer: Il ramo d’oro, 1890

Sono in correlazione diretta, costituendo diversi modi di spiegare


l’origine degli accadimenti e la relazione tra essi

MAGIA RELIGIONE SCIENZA

L’uomo primitivo Ricorso


all’intermediazione di Subentro della Scienza,
ricorre alla magia per
esseri spirituali ragionamento fondato sulla
manipolare
superiori per ottenere logica razionale, l’osservazione e
(controllare) gli
ciò che loro non l’esperimento
eventi. Approccio
fallace potevano
PENSIERO MAGICO – LO SCHEMA EVOLUTIVO DI FRAZER

MAGIA IMITATIVA: si fonda sull’idea che imitando la


natura la si può condizionare. Esempi:

• Vestirsi con la pelle di un animale per condizionarne


il comportamento
• Cospargere il terreno con acqua per favorire la
pioggia
PENSIERO MAGICO – LO SCHEMA EVOLUTIVO DI FRAZER

MAGIA CONTAGIOSA: si fonda sull’idea che due cose,


per essere state a contatto, anche se allontanate
conservano il potere di agire l’una sull’altra. Esempi:

• Atti magici su ciocche di capelli, unghie, vestiti,


oggetti personali
• Fotografie (oggi)
PENSIERO MAGICO – LO SCHEMA EVOLUTIVO DI FRAZER

La classificazione di Frazer è molto semplicistica, ma


coglie due modalità di azione che vengono spesso
combinate (bambolina con spilloni…).

Oggi si riconosce la maggiore complessità dei


molteplici meccanismi fondati sull’analogia, la
simpatia, la metafora, la metonimia, l’iperbole, in
sostanza una varietà di dispositivi retorici che lavorano
per via simbolica, e che quindi riconducono anche alle
specifiche world views dei diversi gruppi umani.

Rethoric culture: progetto di studio interdisciplinare promosso da Ivo Strecker


per evidenziare le MOLTEPLICI modalita’ attraverso cui questi dispositivi retorici
influenzano i processi culturali http://www.rhetoricculture.org/
PENSIERO MAGICO - MALINOWSKI

Malinowski, sulla base della sua esperienza di ricerca


partecipante nelle isole Trobriand, sostenne che religione a
magia non appartengono allo stesso campo, in successione
evolutiva. Le due manifestazioni coesistono:

La religione fornisce risposte di fronte ai fondamentali misteri


della vita.

La magia ha finalità pratiche (si mette in campo per le


operazioni base, piantare, viaggiare, chiedere una sposa… )
Risponde a situazioni generatrici d’ansia

E convivono anche con la scienza, che esiste anche tra i


primitivi, anche se commisurata ai loro bisogni e la tecnologia
a disposizione
PENSIERO MAGICO - MALINOWSKI

La magia come elemento ‘rassicurante’ di fronte agli


imponderabili della vita è molto diffusa anche nella
contemporaneità occidentale. (Fabietti: Box 3)
Entra in campo in tutte quelle situazioni che appaiono non
controllabili attraverso la scienza (amore, fortuna negli
affari, malattie non curabili….). E’ praticata da una pluralità
di esperti (cartomanti, maghi, astrologi) e in una pluralità di
modalità (includendo anche sette religiose), anche
adottando nuove tecniche
PENSIERO MAGICO – IL CASO DEGLI AZANDE

Evans-Pritchard, Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande,


1937

Gli Azande attribuiscono alla stregoneria qualsiasi sfortuna affligga


un individuo.
• Oracoli (per identificare lo stregone)
• Tecniche e pratiche magiche per difendersi

Per Evans-Pritchard «stregoneria, oracoli e magia costituiscono un


complesso sistema di credenze e di riti che acquisiscono senso
soltanto se visti come parti interdipendenti di un unico complesso.
Questo sistema ha una struttura logica» (citato in Fabietti: box 1)
IL PENSIERO MITICO

MITI: Racconti [come quelli dei Dogon],


che spiegano l’origine del mondo fisico
(cosmogonie), della relazione tra uomo e
divinità, della società, della distinzione tra
i sessi, di una cerimonia o festa, del modo
di essere e dello status di un
sottogruppo…
IL PENSIERO MITICO

Per molti anni si è cercato di spiegare la loro stessa


connessione a riti, ma ci sono miti che non hanno
corrispondenza con i riti, e riti che non richiamano i miti

Sono in passato stati interpretati come una forma distorta di


ricostruzione storica di eventi o fatti accaduti nella storia, ma
molti popoli a oralità primaria dispongono di tradizioni
storiche vere e proprie e di narrazioni mitiche (Vansina). Si
tratta di due piani distinti, confermato da alcune delle
caratteristiche ricorrenti delle narrazioni mitiche.
IL PENSIERO MITICO - CARATTERISTICHCHE

Le narrazioni mitiche sembrano dissociate dalla necessità di


collocare gli eventi in termini sia temporali che spaziali.
Sono dissociati dalle costrizioni della realtà ordinaria in cui
l’uomo è immerso nella quotidianità (Lévi-Strauss)

Tempo: le sequenze si susseguono in tempi irrealistici

Spazio: i personaggi abitano e le vicende si svolgono in luoghi


irreali (cielo, nuvole, stelle, fiumi)
IL PENSIERO MITICO - CARATTERISTICHE

- Antropomorfizzazione della natura (animali, pianti e esseri


spirituali acquisiscono caratteristiche umane, come
linguaggio, emozioni, sentimenti..)

- Passaggio, spesso per stadi, da una situazione originaria di


indifferenziazione, equilibrio o unità alla creazione o
separazione degli elementi (cielo-terra, acqua-terra-aria,
giorno-notte, buio-luce, origine dei sessi….)
IL PENSIERO MITICO - TRICKSTER

In molti racconti mitici, la rottura degli equilibri originari è


spesso il risultato dell’opera di un personaggio particolare,
spesso un essere dalle caratteristiche ambigue (mezzo uomo e
mezzo animale, mezzo uomo e mezzo divinità [Prometeo],
noto come eroe culturale o trickster (imbroglione, briccone).

• Caso paradigmatico di trickster nei miti degli i Indiani Winnibago del Nord
America - Sioux (Radin, 1965)
• Esempio di inversione rituale: i koyemshis degli Zuni (Nuovo messico, USA)

I koyemshis sono dei buffoni che fanno le operazioni base alla rovescia
(camminano all’indietro, parlano al contrario, si comportano in modo opposto
rispetto alla norma: rendono palese un comportamento antisociale,
richiamando l’esigenza della normalità. Anche i trickster, nel racconto mitico,
rompono la norma e così facendo, con un comportamento pre-culturale,
rompono l’equilibro originario e plasmano la realtà ordinaria.
IL PENSIERO MITICO - TRICKSTER

• Caso paradigmatico di trickster nei miti degli i Indiani Winnibago


del Nord America - Sioux (Radin, 1965)

• Esempio di inversione rituale: i koyemshis degli Zuni n(Nuovo


messico, USA)

I koyemshis sono dei buffoni che fanno le operazioni base alla rovescia
(camminano all’indietro, parlano al contrario, si comportano in modo
opposto rispetto alla norma: rendono palese un comportamento
antisociale, richiamando l’esigenza della normalità. Anche i trickster,
nel racconto mitico, rompono la norma e così facendo, con un
comportamento pre-culturale, rompono l’equilibro originario e
plasmano la realtà ordinaria.
IL PENSIERO MITICO - MALINOWSKI

Nel quadro della sua impostazione teorica, Malinowski


si interroga sulla funzione dei miti.

Arriva così a considerarli come elemento ‘fondante’ della realtà


sociale: forniscono una spiegazione del perché le cose e le
relazioni tra i gruppi di un società sono così come le troviamo.
Come tali, forniscono una giustificazione dell’ordine sociale e
stabiliscono i valori cui occorre conformarsi. In questo senso i miti
hanno una funzione normativa: fissano il codice di
comportamento, di pensiero e di disposizioni
IL PENSIERO MITICO – RADCLIFFE-BROWN (TETEMISMO)

Nella stessa scuola antropologica, Radcliffe Brown confronta i miti


dei Bororo del Mato grosso (Brasile occidentale) con miti dei nativi
australiani da lui studiati.

Società basate sulla divisione in metà esogamiche, e


contraddistinte dal totemismo: ogni metà si identifica con un
animale totem, rispetto al quale i membri della metà
osservano determinati rituali

Nei miti ricorrono questi animali, sempre in coppia, che parlano


e agiscono come gli umani: parlano, litigano, lottano, in una
serie di eventi mai risolti
IL PENSIERO MITICO – RADCLIFFE-BROWN (TOTEMISMO)

PULITORI DI CARNE contrario – opponente CACCIATORI

CORVO AQUILA
Unità fattuale e concettuale
(uccelli mangiatori di carne)

CORNACCHIA FALCO

Nei miti, la vita animale è rappresentata nei termini delle


relazioni sociali umane: le coppie esprimono un principio di
opposizione strutturale (tra le metà esogamiche,
caratterizzate da rivalità), ma allo stesso tempo di
complementarità (legame matrimoniale)
IL PENSIERO MITICO – LEVI-STRAUSS

Claude Lévi-Strauss (1908 – 2009)


Fonda la scuola antropologica dello Strutturalismo

• Formazione filosofica, e contatto con Marcel Mauss (scuola


sociologica francese – Saggio sul dono)
• Dal 1934 va a insegnare sociologia in Brasile. Ricerca sul
campo in America, Mato Grosso (Brasile) e Amazzonia
meridionale dopo lo studio di Primitive Culture di Lowie
• Nel 1939 torna in Francia, ma va in esilio negli USA.
Contatto con esponenti in esilio a New York, della scuola
di Praga (linguistica strutturale)
• Contatto con Boas e altri antropologici americani
IL PENSIERO MITICO – LEVI-STRAUSS

Opere principali:
Strutture elementari della parentela (tesi di dottorato), 1949

Tristi tropici (1955)

Il totemismo oggi (1955)

Il pensiero selvaggio (1962)

Mytologiques (1964-1970):
• Il crudo e il cotto
• Dal miele alle ceneri
• Le origini delle buone maniere a tavola
• L’uomo nudo
Fonte: Barnard, Storia del pensiero antropologico, p. 171
Sviluppo di teorie fonologiche derivate dagli input di Soussurre
nell’ambito della Scuola di Praga (Roman Jakobson e altri).

Relazioni strutturali tra suoni. Esempio: natura binaria della distinzione sorda-
sonora

OPPOSIZIONE BINARIE NELLO STRUTTURALISMO (filosofico):


Coppia di termini o concetti che sono correlati ma opposti in significato, e tra di
loro irriducibili (sopra-sotto, destra-sinistra; yin-yang; buono-cattivo). Nello
strutturalismo, l’opposizione binaria è l’elemento organizzativo della filosofia, della
cultura e del linguaggio.
IL PENSIERO MITICO – LEVI-STRAUSS

L’opera di Lévi-Strauss è caratterizzata dalla ricerca dell’elemento


essenziale (universale) che da forma alle culture specifiche, ciò
che lui chiamava esprit humain, tradotto con inconscio
strutturale

Ogni elemento (sociale, culturale, mitico) può essere concepito o


crea significato in quanto collocabile in una particolare posizione
all’interno di una opposizione duale. L’opposizione duale
costituisce l’elemento strutturale di riferimento. (Stiamo
ovviamente parlando di una struttura cognitiva)
IL PENSIERO MITICO – LEVI-STRAUSS

Lévi-Strauss identifica diverse opposizioni duali. Tuttavia, una


ricorre attraverso le sue opere, quella tra natura e cultura.
L’opposizione tra natura e cultura può essere considerata
quella fondamentale, originaria, entro la quale prendono
forma l’attività mentale e i processi di simbolizzazione.
Fonda tutte le altre opposizioni duali .
IL PENSIERO MITICO – LEVI-STRAUSS

Il pensiero selvaggio e il totemismo

• Assoluta identità a sé stesse delle strutture mentali


(dei popoli primitivi e civilizzati), e quindi omogeneità
di tutte le forme di pensiero e stesso tipo di logica
(nonostante le differenze apparenti)
• Omologia tra l’ordine formale delle strutture mentali
e quello delle strutture sociali, quindi tra l’ordine
simbolico e quello sociale
• Omogeneità strutturale dell’ordine del sociale e
dell’ordine naturale (espresso nella logica delle
classificazioni totemiche)
IL PENSIERO MITICO – LEVI-STRAUSS

Ricerca delle leggi che strutturano i miti, per cui


ritroviamo miti simili in diversi contesti culturali

I miti sono metodologicamente scomposti in mitemi (le più


piccole unità significative, che ritroviamo variamente ricomposte
nelle diversi varianti) – [derivato dal concetto linguistico di
fonema – l’unità minima di suono che si percepisce e si ricorda].

I mitemi vengono poi ricomposti in chiave strutturalista:


“Il pensiero mitico progredisce sempre dalla consapevolezza
dell’opposizione alla sua risoluzione”: accanto ad elementi che si
contraddicono ne troviamo altri che mediano o risolvono le
opposizioni
IL PENSIERO MITICO – LEVI-STRAUSS

In molti miti sudamericani compaiono coyote o corvi, personaggi dalle caratteristiche


contradditorie e imprevedibile, che agiscano da mediatori. Nelle analisi mitologiche
sono indicati come ‘trickster’, in quanto mettono in campo trucchi di vari genere e
normalmente agiscono fuori dal comportamento convenzionale.
Per Lévi-Strauss questi animali ricoprono questo ruolo in quanto mediano la relazione
(opposizione duale) tra vita e morte
IL PENSIERO MITICO – LEVI-STRAUSS

Il pensiero mitico, grazie al fatto di permettere


narrazioni e costruzioni svincolate dalla realtà sociale
e naturale, permette, tramite dei mediatori simbolici
[trickster, animali simbolicamente riconducibili ai due
opposti domini cognitivi…] di risolvere e ricomporre
[dare spiegazioni che siano cognitivamente
significative] contraddizioni altrimenti irrisolvibili (vita
e morte, spirito e corpo, bene e male….) (Fabietti 166)

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