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La vita di Claude Lévi-Strauss

Claude Lévi-Strauss (1908-2009): antropologo, etnologo e filosofo francese, 1986


Claude Lévi-Strauss (1908-2009): antropologo, etnologo e filosofo francese, 1986 —
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La formazione e la ricerca in Brasile


Lévi-Strauss nacque a Bruxelles nel 1908. Studiò filosofia, poi si volse
all’antropologia. Nella seconda metà degli anni Trenta, compì diverse ricerche
sulle popolazioni indigene in Brasile (in particolare nelle aree del Mato Grosso e
dell’Amazzonia) e insegnò all’università di San Paolo.

L’incontro con importanti antropologi statunitensi


Durante la Seconda guerra mondiale, partì per gli Stati Uniti e divenne professore
alla New School for Social Research di New York. Negli Stati Uniti, dove restò fino
al 1948, entrò in contatto con i più importanti antropologi statunitensi,
soprattutto con quelli legati alla scuola dell’antropologo Franz Boas.

I contatti con il linguista Jacobson


Negli stessi anni, incontrò il linguista russo Roman Jacobson, del circolo
linguistico di Praga. Attraverso questo studioso egli approfondì tematiche legate
alla linguistica strutturale che ebbero una grande influenza sulla sua opera.

Il titolo di accademico di Francia


Alla fine degli anni Quaranta, tornò in Europa e divenne docente all'École pratique
des hautes études di Parigi e poi al College de France. Nel 1973 fu insignito del
titolo di accademico di Francia. Durante tutta la sua vita, scrisse opere
fondamentali che rinnovarono il dibattito antropologico. Claude Lévi-Strauss morì
nel 2009 a Parigi.
2Claude Lévi-Strauss: opere e percorso di ricerca
Claude Lévi-Strauss nel suo ufficio presso il Collège de France a Parigi, 17 marzo
1967
Claude Lévi-Strauss nel suo ufficio presso il Collège de France a Parigi, 17 marzo
1967 — Fonte: getty-images

Lévi-Strauss: padre dello strutturalismo


Lévi-Strauss trattò di questioni ampiamente dibattute dagli antropologi (come, ad
esempio, la parentela, l’etnocentrismo e il contatto tra culture, il totemismo, la
creazione dei miti), ma seppe innovarle profondamente giungendo a nuove definizioni
e interpretazioni. Egli è il padre dello strutturalismo, il paradigma conoscitivo e
interpretativo più importante per il periodo compreso tra gli anni Cinquanta e
Settanta del Novecento.
2.1Lo studio della parentela

Le strutture elementari della parentela, 1949


Nel 1949 pubblicò il volume Le strutture elementari della parentela. Lévi-Strauss
individuò i fondamenti di ogni famiglia in due principi:

la proibizione dell’incesto;
l’alleanza matrimoniale.

Claude Lévi-Strauss mentre studia una mappa del Sud America nel suo ufficio di
Parigi al Collège de France (17.03.1967)
Claude Lévi-Strauss mentre studia una mappa del Sud America nel suo ufficio di
Parigi al Collège de France (17.03.1967) — Fonte: getty-images

Proibizione dell’incesto
Egli sostenne come la proibizione dell’incesto sancisse il passaggio dell’uomo
dalla natura alla cultura. L’incesto è un divieto universale, proprio quindi di
tutte le culture; a variare sono, tra una cultura e l’altra, solamente le categorie
di parenti con i quali non è possibile contrarre un matrimonio. Le ragioni per cui
una serie di individui non possono unirsi in matrimonio tra loro non sono legate,
come sostenevano vari predecessori di Lévi-Strauss, a motivazioni di ordine
religioso, biologico o psicologico, ma al fatto che vietare l’incesto è alla base
della possibilità di fondare lo scambio e la comunicazione con altri gruppi.

Esogamia
Il matrimonio, secondo Lévi-Strauss, è uno scambio che gli uomini di un gruppo
fanno con gli uomini di un altro gruppo, “cedendo” reciprocamente le donne dei
rispettivi gruppi. La proibizione dell’incesto è dunque strettamente connessa
all’esogamia e, parimenti, alla definizione del matrimonio come scambio e
comunicazione.
Claude Lévi-Strauss in Amazzonia nel 1936
Claude Lévi-Strauss in Amazzonia nel 1936 — Fonte: getty-images

Reciprocità
Egli individuò alla base delle strutture di parentela, la reciprocità, il cui
principio era già stato analizzato nel celebre saggio di Marcell Mauss sul dono.
Per Lévi-Strauss, la reciprocità è un fondamento inconscio del pensiero umano,
presente quindi in tutti gli uomini, al di là della loro provenienza.

Atomo di parentela
Come ebbe modo di approfondire anche in testi successivi, egli esaminò alcuni tipi
di parentela e ne individuò la struttura base nell’atomo di parentela, una sistema
di relazioni tra quattro individui: il padre, la madre, il figlio, il fratello o il
padre della madre. Da questa struttura egli ricavò anche una sorta di standard nei
comportamenti delle quattro figure.
2.2Claude Lévi-Strauss e la critica all’etnocentrismo
Approfondisci
Ernesto de Martino: vita, magia e stregoneria

Razza e storia, 1952


Nel 1950 l’Unesco propose a Lévi-Strauss di realizzare uno studio teso a
contrastare il razzismo e i suoi teorici. Lévi-Strauss raccolse le sue riflessioni
nel saggio, pubblicato nel 1952, Razza e storia. Lévi-Strauss sostenne che l’uomo è
sempre calato in culture tradizionali, diverse l’una dall’altra. Quando il contatto
tra culture avviene all’insegna del dialogo e dell’apertura nei confronti degli
altri, tale scambio ha esiti fecondi per l’umanità.

Critica all’etnocentrismo
Chi disprezza le altre culture commette l’errore di valutare queste sulla base dei
propri valori e del proprio metro di misura, ritenuto l’unico valido e corretto.
Negli anni Settanta, Lévi-Strauss tornò su queste posizioni, denunciando il rischio
della scomparsa delle differenze culturali, considerate la vera ricchezza
dell’umanità, minacciate dall’omologazione e considerò necessaria la difesa delle
identità culturali.
2.3Cos’è lo strutturalismo: la definizione di struttura
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Tema su razzismo e immigrazione

Antropologia culturale, 1958


Tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta, Lévi-Strauss
scrisse alcuni articoli che confluirono poi nel volume Antropologia strutturale del
1958. Egli individuò l’oggetto di studio dell’antropologia nei fenomeni collettivi
e nella loro natura inconscia. Questi fenomeni hanno una funzione comunicativa e,
perciò, Lévi-Strauss ritenne che la cultura fosse da indagare con le stesse
modalità usate per studiare il linguaggio. Lévi-Strauss pose al centro della sua
analisi il concetto di struttura e, per questa ragione, egli fu considerato il
padre dello strutturalismo.
Claude Lévi-Strauss, eletto all'Accademia Francese nel 1973, in costume
tradizionale dell'Accademia
Claude Lévi-Strauss, eletto all'Accademia Francese nel 1973, in costume
tradizionale dell'Accademia — Fonte: getty-images

Strutture
Le strutture hanno un valore astratto e inconscio, non hanno contenuto, fanno parte
dello spirito umano; sono comuni a tutti gli esseri umani, cade quindi la
distinzione tra pensiero primitivo e pensiero civilizzato; sono la matrice che
permette al pensiero di organizzare la realtà per mezzo di opposizioni binarie.
Queste opposizioni (crudo/cotto, destra/sinistra, ecc.) servono a guardare e a
pensare la realtà. Anche la linguistica strutturale, che per Lévi Strauss fu un
riferimento imprescindibile, individua una logica binaria e oppositiva alla base
dei sistemi fonologici.

Modelli
Le strutture prendono forma nei modelli. L’antropologo deve saper scorgere la
struttura profonda che soggiace dietro ai modelli e arrivare a ciò che sta alla
base del pensiero umano, le strutture, con le quali la mente guarda, ordina,
classifica la realtà.
2.4Tristi tropici di Lévi-Strauss: il senso della perdita
Approfondisci
Jean-Jacques Rousseau: biografia, pensiero e opere

Tristi tropici: le spedizioni in Brasile


Tristi tropici (1955) è un’opera che intreccia antropologia, autobiografia,
riflessione filosofica. b in questo libro raccontò e descrisse delle sue spedizioni
in Brasile. Il testo è una riflessione sul ruolo dell’antropologia e sul suo
oggetto di studio. Con uno sguardo anche malinconico, egli denuncia l’impatto
distruttivo dell’Occidente nei confronti delle altre culture e la perdita di un
mondo autentico. In questo testo, Lévi-Strauss dichiarò la propria vicinanza alle
teorie esposte dal filosofo Jean-Jacques Rousseau.
2.5Classificazione della realtà e sistemi di trasformazione
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Funzionalismo: significato e spiegazione

Totemismo oggi, 1962


In Totemismo oggi (1962), Lévi-Strauss considerò la pratica di associare un gruppo
di individui a un totem, quindi a un elemento del mondo naturale o animale, come un
sistema funzionale a classificare la realtà. Il tema del totemismo era stato già
trattato in antropologia, ma Lévi-Strauss interpretò questa pratica in modo
inedito.

Cos’è il totemismo per Lévi-Strass?


Il totemismo è per lui un mezzo di classificazione: i gruppi umani guardano alla
realtà e individuano delle coppie oppositive nel mondo naturale. Alla luce di
questa distinzione, essi possono istituire, per analogia, la medesima
differenziazione tra i gruppi umani e identificare ciascuno di essi nei simboli
ritenuti rispettivamente omologhi.

Pensiero civilizzato e primitivo


Il totemismo riflette dunque un sistema di pensiero di ampio raggio che dimostrò
come non avesse fondamento la tesi secondo la quale pensiero “primitivo” e pensiero
“civilizzato” fossero in successione e rappresentassero stadi diversi
dell’evoluzione dell’uomo. L’unica differenza si trova, semmai, sull’oggetto stesso
del pensiero: il pensiero “civilizzato” è astratto, quello “primitivo” si fonda sul
concreto; sono due modi differenti di pensare il reale.
Gli abiti indossati dalle diverse caste nell'India imperiale, 1880
Gli abiti indossati dalle diverse caste nell'India imperiale, 1880 — Fonte: getty-
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Il pensiero selvaggio, 1962


Il testo Il Pensiero selvaggio (1962) è tra i più noti della ricca produzione di
Lévi-Strauss. In questo volume, egli prese come riferimento il sistema delle caste
in India e le società totemiche australiane. Entrambe muovono dagli stessi
principi, ma applicati in senso opposto, come risulta operando alcune
trasformazioni.

Il sistema delle caste e le società totemiche


Infatti, il sistema castale divide gli uomini tra loro a partire da una distinzione
culturale (i mestieri di ciascuno) e considera questa distinzione come se fosse
naturale; all’opposto, una società totemica divide la sua popolazione in gruppi per
mezzo di simboli del mondo naturale e percepisce questa differenza come un dato
culturale (da essa dipendono infatti i principali scambi tra gruppi). Entrambi sono
due modi di classificare e dare ordine alla realtà e, in quanti tali,
interscambiabili attraverso un sistema di trasformazione.
2.6Gli anni Sessanta e lo studio dei miti
Approfondisci
Hans-Georg Gadamer: pedagogia, antropologia e libri

Le Mitologiche: lo studio sui miti


Tra il 1964 e il 1971, pubblicò una serie in quattro volumi dedicati ai miti, le
Mitologiche. Lévi-Strauss si basò sul confronto di numerosi miti diffusi
nell’America del Sud.

I mitemi
I miti sono il risultato della combinazione di unità minime, i mitemi che, pur non
avendo significato presi singolarmente, assumono senso quando accostati ad altri
mitemi. Il mitema è dunque analogo al fonema del linguaggio. Il significato ultimo
del mito non si trova dunque nella trama, ma nelle modalità di combinare queste
unità minime in schemi oppositivi.

Pensiero mitico
Il mito, analizzato con le sue varianti, permette di risalire alle origini del
pensiero umano. Il pensiero mitico è pura riflessione, espressione del pensiero che
pensa se stesso.
Concetti chiave

La vita di Claude Lévi-Strauss


L’antropologo Claude Lévi-Strauss nacque in Belgio nel 1908.
Fece ricerca in Brasile, in particolare nel Mato Grosso e in Amazzonia.
Insegnò all’università di San Paolo in Brasile e poi a New York, dove si
trasferì a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Negli Stati Uniti
entrò in contatto con la scuola antropologica di Franz Boas e con la linguistica
strutturale di Roman Jacobson.
Alla fine degli anni Quaranta, tornato in Europa, insegnò a Parigi.
Morì nella capitale francese nel 2009.
Padre dello strutturalismo, è tra i più importanti antropologi del
Novecento.
Le sue opere e il suo percorso di ricerca

Lévi-Strauss indagò temi tradizionali, ma seppe innovarli profondamente.


Scrisse numerosi testi.
Le strutture elementari della parentela (1949). La parentela è governata da
due principi: la proibizione dell’incesto (questo divieto implica il passaggio
dell’uomo dalla natura alla cultura); l’alleanza matrimoniale (è il fondamento
dello scambio e della comunicazione). Alla base delle strutture della parentela vi
è il principio di reciprocità.
Razza e storia (1952) è un saggio di critica all’etnocentrismo che Lévi-
Strauss scrisse su commissione dell’Unesco. Negli anni Settanta, mise l’accento
sulla necessità di tutelare le differenze culturali minacciate dall’omologazione.
Antropologia strutturale (1958) è la raccolta di alcuni articoli scritti
dalla fine degli anni Quaranta. In essi viene teorizzato il concetto di struttura,
da cui deriva il termine strutturalismo per indicare la corrente di pensiero
facente capo a Lévi-Strauss. La struttura: la matrice, la parte più profonda, del
pensiero umano; ha carattere astratto, inconscio e universale (non ha senso
distinguere tra pensiero “primitivo” e civilizzato); permette di organizzare la
realtà per mezzo di opposizioni binarie. La cultura, per Lévi-Strauss, è
comunicazione e va indagata quindi nello stesso modo con cui la linguistica
strutturale indaga il linguaggio.
Tristi tropici (1955) è tra i volumi più noti di Lévi-Strauss. È un testo
autobiografico di antropologia e di riflessione filosofica. Narrando della sua
ricerca nel Sud America, Lévi-Strauss denuncia l’impatto distruttivo dell’Occidente
nei confronti delle altre culture, riflette sull’oggetto di studio
dell’antropologia e sul ruolo dell’antropologo.
Totemismo oggi (1962), in questo testo egli definì il totemismo come
sistema di classificazione della realtà.
Pensiero selvaggio (1962) è il volume che muove dalla comparazione tra il
sistema delle caste in India e le società totemiche Per quanto all’apparenza le
pratiche siano differenti, il principio all’origine è il medesimo, come Lévi-
Strauss dimostra compiendo alcune trasformazioni a questi due codici. Caste e totem
servono a organizzare la realtà e riflettono un rapporto specifico tra natura e
cultura.
Mitologiche (1964-1971) sono quattro volumi dedicati ai miti. Egli teorizzò
che i miti fossero scomponibili in unità minime, i mitemi, analoghi ai fonemi. La
combinazione di diversi mitemi consente la costruzione del significato del mito. Il
pensiero mitico è il pensiero che pensa se stesso.

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