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Antropologia culturale, libro di Fabio dei

Capitolo 1. M-DEA
Cosa sono le discipline Dea?

Le discipline m-dea sono anche dette discipline demo etnoantropologiche. Si


intende l’insieme di antropologia culturale, demologia e etnologia. Per
antropologia culturale si intende un approccio teorico è comparativo, per
etnologia si intende lo studio delle tradizioni di tutte le società, per
desmologia si intende lo studio della cultura popolare e delle tradizioni della
nostra stessa società.
Le origini Dell'antropologia culturale.
Solitamente si fa iniziare l'antropologia culturale nel 1871 con la
pubblicazione di primitive culture di Edward Taylor. Alcuni credono che in
realtà la prima forma di antropologia venga proposta da Erodoto., mentre
altri sostengono che l'antropologia sia iniziata nel 900 con la ricerca sul
campo.in realtà nasce con il Positivismo, quindi nel nella seconda metà
dell'Ottocento. E si scontra con un problema, ossia?: il razzismo biologico.
L'antropologia si trova a contrastare l'idea che primitivi fossero considerati
coloro che erano appunto inferiori.
Vocazione per la diversità.
Chiaramente con la globalizzazione. Non si può più parlare di primitivi. Punto,
si parla infatti di vocazione per la diversità, intendendo la ricerca del diverso
per rivalutare le nostre categorie e i nostri sistemi interpretativi. Si tratta di
quello che Ernesto De Martino aveva definito scandalo Etnografico, ossia
dall'incontro scontro con gli altri ci si domanda sulle categorie e sulle pratiche
che finora per noi erano naturali ecco. Per cultura non si intende una società
statica o è chiusa no in quanto le culture sono sempre soggette al al
mutamento punto
La ricerca sul campo

Nel ventesimo secolo con le prime scuole novecentesche che si diffonde la


ricerca sul campo. Padri furono Franz Boas e bronislaw malinowski. tra Boas
e malinowski abbiamo un'enorme differenza in quanto mentre Boas svolge la
sua ricerca sul campo osservando gli indigeni dall'esterno, malinowski invece
è istituisce un nuovo paradigma per l'antropologia. Infatti, la ricerca sul
campo di malinowski è un'osservazione partecipante, malinowski stesso vive
all'interno della società oggetto del suo studio e taglia totalmente i rapporti
col mondo occidentale. L'approccio di malinowski è un approccio olistico e
infatti secondo lui non mi bisogna soltanto studiare il il campo possiamo dire
del della pratica in oggetto, ma anche il linguaggio il sistema economico la
politica le strutture di parentela in quanto queste sono strettamente
fondamentali nella comprensione di tutta la società e di ogni tipo di pratica.
Gli specialismi disciplinari

Si parla di potersi specializzare soltanto in un'area geografica, anzi macro aria


e punto infatti ci si può specializzare soltanto in 1 2 o massimo tre etnografie.
le fonti principalmente utilizzate sono fonti orali, iconiche virgole materiali,
scritte.

Le partizioni della cultura


Nonostante si parli di un approccio olistico in realtà notiamo delle
specializzazioni, tanto è vero, abbiamo lo studio delle strutture socio
economiche, virgola, di quelle politiche, di quelle di parentela e anche del
mutamento culturale punto

A cosa serve l'antropologia?


L'antropologia è una disciplina che in Italia non viene studiata come un corso
di studio a sé, ma viene integrata negli altri corsi di studio e tanto è vero che,
per esempio nel campo filosofico è soltanto 1, 1 disciplina. Punto in sé,
l'antropologia può essere utilizzata negli studi dei mutamenti interculturali o
l'antropologo può entrare a far parte di quella che è la cooperazione
internazionale.
Capitolo due. Razza, cultura, etnia.

Razza
Per razza solitamente si intende un gruppo di parentela o un lignaggio. Nella
seconda metà dell'Ottocento inizia ad assumere una visione diversa e si
intende un gruppo che ha dei tratti fisici, intellettuali e comportamentali
simili e si parla appunto di una trasmissione ereditaria. Punto importante in
questo contesto è il saggio di de gobino. Il saggio sull ineguaglianza delle
razze che propone tre elementi fondamentali, la naturalezza delle razze, la.
La gerarchia tra le razze e l'orrore, appunto, per la mescolanza delle razze, la
visione di. Di dagostino proponeva la razza bianca superiore non soltanto da
un punto di vista materiale ma anche fisico, per tratti appunto del viso.
Anche colori oltretutto proponevano orrore per la mescolanza delle delle
delle razze, poiché. Pensava che la mescolanza delle razze avrebbe portato
ad Una perdita di vigore alla nei confronti della razzabianca.in
contrapposizione. Dal saggio di de Gobino abbiamo, avremo la teoria
evoluzionista, proposta Darwin e da Spencer. Questa teoria pone fine alla
disputa che c'è la teoria monogenica poligenica appunto. La teoria monetica
sostiene un unico origine. E che poi, tramite l'adattamento e le
sopravvivenze, si ha la presenza appunto di più culture.
Cultura.
Per cultura nel campo antropologico non si intende soltanto la produzione
letteraria o quella scientifica, ma anche il modo di. Relazionarsi con gli altri
nel e di diciamo pratiche quotidiane. Punto. La prima domanda è come una
teoria monetica possa spiegare la presenza delle diversità culturali. La demon
genetica sostiene che esiste un'evoluzione che è uniforme ma che non
procede per tutti allo stesso ritmo, tant'è vero che si può parlare di primitivi
di oggi. Appunto, nel. Nel 900 si diffonde il relativismo culturale Che ha come
base il non poter giudicare tramite le proprie categorie interpretative le
pratiche degli altri, in quanto si porta a quello che sarebbe l'etnocentrismo,
ossia considerare tutte le altre pratiche barbare. Herskovitz e Levi Strauss
parlarono di una universalità. Etnocentrismo, notando però all'interno
dell'antropologia 1 1 progresso verso la tolleranza, il dialogo con le diversità
culturali.
Etnia
Etnia è un termine antichissimo che deriva dal mondo greco con etnos e
indicava principalmente coloro che erano i barbari, ossia coloro che erano
lontani dal concetto di istituzione politica. Punto con. Ma il diffondersi del
cristianesimo, si parla di etnee e si intendono coloro che non erano ebrei o
erano atei. Mentre con l'affermarsi i propri del cristianesimo, etnos diventa il
pagano punto nella seconda metà dell'Ottocento acquista una visione più
neutrale, ossia un gruppo. Che si Lega per comuni, lingue, usi, costumi,
tradizioni e religioni. Tuttavia rimane ed esiste un uso reificato, ossia
sostenere che in quanto si appartiene ad un solo Stato, si può appartenere
ad una sola etnia. Questo Sorry fisicato. Viene assecondato dalle
dall'antropologia stessa, che tende possiamo dire a descrivere le etnie in
modo statico e chiuse, allontanare dai processi storici che in realtà
influenzano tantissimo.
Razzismo Differenzialista
Allora, nell'età contemporanea si riconosce la presenza della diversità
culturale, tuttavia si proponga quello che è un razzismo differenzialista, ossia
le mie idee e i miei valori non devono mischiarsi con quelle degli altri. Levi
Strauss sostiene questa teoria Partendo dal presupposto che il progresso
avviene tramite la diversità culturale e non malgrado questa, infatti, egli
propone un dialogo con le altre culture senza una totale omologazione.

come riconoscere il neo razzismo?


Tauguieffe Sostiene che tra razzismo biologico e razzismo differenzialista vi
siano degli atteggiamenti comuni, ossia: categorizzazione essenzialista,
stigmatizzazione e Barbararizzazione.

Con categorizzazione essenzialista Intendiamo Il sostenere che un individu


sia ridotto allo status di appartenenza ad un gruppo si nasce dunque tali e si
può rimanere esclusivamente tali. Questo porta un'attribuzione di stereotipi.
La stigmatizzazione parte dall'attribuzione di stereotipi e conduce a quella
che è un'esclusione simbolica, la barbarizzazione, possibilmente è la peggiore
ed è credere che l'altro sia totalmente impossibile da rendere civile.
Appunto, questi atteggiamenti conducono a tre risposte, ossia la
segregazione, la violenza essenzialista e il genocidio. questo tipo di
Comportamento non è strettamente solo legato all'ideologia, ma Spesso
invece. È legato anche a fattori politici e ad esperienze della vita quotidiana.
I paradossi dell'antirazzismo.
Nel costruire l'identità di quello che è il male, ossia il razzista, il più delle volte
si ricorre a questi atteggiamenti elencati da Taguieffe. Un altro problema
odierno È cercare Anche all'interno del discorso antirazzista del razzismo.
Notiamo per esempio che i sensi comuni vengono utilizzati per accusare di
razzismo. Chiaramente questi debbono essere modificati, ma non Si può
parlare realmente di razzismo in quanto è un utilizzo improprio, inconscio. il
cercare il razzismo anche nel discorso di antirazzista porta a svalorizzare e a
far perdere realmente di significato il razzismo reale.
Capitolo tre. Etnocentrismo, relativismo, diritti umani.
La ragione e i costumi
Mentre da Kant a Platone si ha una visione introspettiva di guardare
all'interno appunto della propria anima e non considerare gli altri. Remoti nel
libro noi e i primitivi parla delle istanze del giro lungo, sostenendo che per
comprendere meglio le nostre categorie. Bisogna attraversare tramite la
diversità, attraversare la diversità culturale, quindi passare tramite quello che
per noi è incognito, punto già montaigne nei suoi essais. Tratta. Nella del
cannibalismo, notando come questo per sia una pratica barbarica soltanto
per coloro che lo osservano senza capirne il senso rituale. Infatti, Eh. Il rito
sta nel riconoscere nell'intuire l'altro in quanto uguale a loro, mentre gli
occidentali uccidevano direttamente il nemico poiché è inferiore, punto
quello che sostiene Montaigne e che l'istanza del giro lungo serve per porre
fine a quelle cose che. Se definiamo in realtà consuetudine, ma che per noi in
realtà appaiono naturali punto

Relativismo epistemologico.
L'antropologia si trova in mezzo tra due visioni, le istanze del giro lungo e la
dottrina positivista punto nel ventesimo secolo si accosta l'idea del
relativismo. Mentre nel Positivismo la. Nazionalità scientifica serviva per
spiegare le bizzarre pratiche delle delle altre culture, adesso il relativismo
scientifico poggia su delle basi storiche e l'antropologia una descrizione in
empirica di tutto ciò che possiamo definire in riducibile alla razionalità. Si
tratta, infatti, del relativismo Epistemologico. Si tratta di non dare dei giudizi
sulla base delle categorie che per noi sono naturali. Esponente fu Peter
Winch Il quale sosteneva che criticare come errate o delle superstizioni le
pratiche e le credenze degli altri faceva avere un pregiudizio. Che non
permetteva di comprenderle a tutto tondo, di conseguenza sosteneva
appunto che le altre credenze fossero modi diversi di concepire il il mondo,
così come esistono modi diversi di concepire il bene e il male.
Relativismo etico
Per relativismo etico si intende il non giudicare a priori i valori, le categorie
morali degli altri Esponenti furono per esempio Franz Boas, della scuola
appunto americana, ma noto fu Herskovits, il quale fu un membro della tripla
e propose in sede ONU di riconoscere la diversità culturale. Egli sosteneva
che un individuo fosse libero nel modo in cui la sua libertà viene definita dalla
societa a cui appartiene. Questa proposta verrà rifiutata dall'ONU in vista di
un'eguaglianza futura punto. Anche Levi Strauss si scontrerà con la
cooperazione internazionale poiché sosteneva che una comunità. Concreta
nasce a partire. Dalle diversità culturali e non. Nella loro assenza, infatti, suo
timore era con la globalizzazione, una possibile omologazione definiva
l'etnocentrismo come qualcosa che conduceva a vedere le altre società
chiuse, appunto statiche.
Antropologia e diritti umani.

in vista l'approccio del relativismo etico. Ci si domanda come un'antropologia


si possa coniugare con i diritti umani, ecco, nel coniugarsi con i diritti umani
si cerca e si spera nella possibilità di creare una legge morale universale che
è. Più temi quella che è la dignità umana, di conseguenza contro la violenza o
lo sfruttamento, per esempio, che sia quello minorile o semplicemente nel
campo del lavoro. Riguardo, per esempio, lo sfruttamento minorile. Si parla
di una concezione di infanzia che sarebbe quella più o meno occidentale,
tant'è vero che si parla di. Convenzione Stright. 18. Definendo infante colui
che sta al 18 al di sotto dei 18 anni. Ecco questa convinzione in realtà viene
criticata come un etnocentrismo da parte di rosen, il quale sostiene che in
vista appunto di una legge universale morale le viene considerato come
universale. E un'idea della cultura dominante, in questo caso quella
occidentale, quindi l'idea di infanzia che abbiamo nel mondo occidentale,
considerando come barbare o comunque anomale. Le idee d'infanzia degli
delle altre culture. Carla Pasquinelli individua una situazione analoga nelle
associazioni delle MGF, ossia contro le mutilazioni dei genitali femminili,
sostenendo che queste associazioni partono dal giudicare come Barbara. La
pratica della mutilazione genitale femminile, chiaramente è una violenza nei
confronti delle donne, senza però in realtà indagare i motivi per cui le madri,
nonostante siano consapevoli dei problemi o comunque del male che stanno
facendo le loro figlie, sono comunque costrette a praticare le mutilazioni. In
quanto altrimenti, all'interno della società in cui vivono le loro figlie non
verranno appunto mai accettate. Non si sposeranno mai.
Capitolo quattro. La ricerca sul campo e l'evoluzione dei metodi etnografici.
Antropologia da tavolino.

Allora, con l'età vittoriana si parla di quella che è la cosiddetta antropologia,


tavolino, ossia tendevano a slegare il concetto teorico dal dalla ricerca sul
campo e quindi dalla dall'esperienza. Tuttavia non ne faceva nemmeno
tanto. È vero che i loro racconti partono sempre dai resoconti di mercanti. O
da. Favole o racconti che trovano comunque nelle librerie. In alcuni, quindi
non disprezzano totalmente la presenza della ricerca sul campo, sostengono
semplicemente che teoria e pratica debbano appunto, rimanere slegate.
Appunto. Un esempio è freezer, il quale racconta e raccoglie una serie di
fiabe sostenendo queste delle pratiche barbare, ossia delle forme primitive,
sostenendo che appunto la religione e comunque il mito della natura stia alla
base di quasi ogni società. Tuttavia della magia sia alla base di ogni società.
Tuttavia egli considera appunto primitivo questa visione, ma viene definito
egli stesso quanto quanto non non Lega, diciamo l'esperienza diretta a quella
che è il suo studio teorico.
Malinowski e la nascita del moderno Fieldwork.

Nel ventesimo secolo nasce la ricerca sul campo, di cui padri


precedentemente Avevamo detto fossero Boas e malinowski. Mentre Boas
però, è un po legato anche alla cultura, all'antropologia, Ada Topolino,
Malinovsky fornisce un nuovo, un nuovo modello di ricerca sul campo con
con pubblicazione di Argonauti Del Pacifico occidentale nel 1922, ossia quello
dell'osservazione partecipante, ossia inserirsi e studiare proprio dall'interno
una determinata cultura. Tagliando i ponti con il mondo occidentale e questo
porta un subbuglio in malinoski stesso che verrà messo in evidenza nel diario
sul campo pubblicato appunto postumo. E questo tipo di approccio EE. Un
approccio, dicevamo, olistico, ossia uno studio a tutto tondo.
L'epoca d'oro della ricerca sul campo.
Con Malinowski. E la nascita del moderno Fieldwork. Avremmo un tipo di
antropologia che possiamo definire monografia etnologica. Si tratta di
evidenziare il rapporto che esiste instaura tra studioso e cultura, studiata. per
esempio, malinowski sostiene che Non si possa fare a meno Di studiare ogni
aspetto per comprendere una pratica, per esempio dice che il cula non può
essere. Compreso. Se non. Studiandolo da vicino e comprendendo non
soltanto la il valore economico, ma anche quello giuridico, morale e
psicologico e sociale che questo questa pratica appunto, ha all'interno di una
determinata società. Lo studio di Malinowski porta allo studio, in realtà, di
quelli che sarebbero. Dei territori vergini. E presupponendo che lo studio,
appunto di più culture già battute precedentemente sia soltanto
controproducente e futile, anche perché si avrebbe una confusione su una
determinata rete cultura e quindi vengono in qualche modo. Ehm. Non
accettati o comunque svalutati. Il resto, restudies.
Tradizioni minoritarie.

In Francia si diffonde quella che sarà la cosiddetta etnologia. Aveva già


parlato e trattato. Di come fare appunto l'etnologia. L'ETNOLOGIA si
differenzia dall'antropologia per il tipo di approccio. Che ha nella mattina in
che sta studiando, infatti, mentre la l'antropologia è strettamente legata al
fieldwork, quindi alla ricerca sul campo e lo studio degli usi, dei costumi e
delle religioni di una determinata tribù o cultura diversa, il folklore, Eh si
occupa soltanto dei territori contadini della nostra stessa società. Studiando
fiabe, tradizioni, orali e. Diciamo credenze pratiche e varie superstizioni,
punto un connubio, possiamo dire tra folklore EE fieldwork lo troviamo con
Ernesto De Martino, il quale studia le culture contadine del 12:00. Studiando
anche gli aspetti, possiamo dire storici e cercando di lottare per
l'emancipazione di queste culture. A cavo. La decolonizzazione e la svolta
riflessiva

Prospettive attuali della ricerca antropologica.


A seguito della globalizzazione della decolonizzazione non abbiamo più il
concetto di territorio vergine, ma si hanno delle aree multi situate per cui
bisogna studiarle. Un approccio molto più ampio e soprattutto non ti hanno.
Più la possibilità non si ha più la possibilità di studiare un determinato
territorio come veniva proposto da malinowski. Infatti, con la
decolonizzazione nasce l'antropologia interna che critica come bizzarro EE
diciamo stupido. Dall'antropologo, che osserva una cultura appunto
dall'esterno. Quindi l'unico sbocco, l'unica possibilità che rimane
all'antropologo è quello di lavorare con la cooperazione internazionale
internazionale, che è tuttavia. Ha come problema quello di essere
eccessivamente legata alla burocrazia piuttosto che alla mera ricerca e. Si, si
hanno oggetti di studio anche diversi, infatti, mentre prima si studiavano gli
usi, le culture, le religioni, le varie credenze, adesso ci si concentra più sulla
guerra, sulla violenza, sui. E sui flussi migratori.
Capitolo 5. Paradigmi teorici.

La scuola evoluzionista.
La. La teoria evoluzionista Studia l'origine dell'uomo ma anche delle culture,
ha una prospettiva che possiamo definire comparativa in quanto compara.
Toccati tra di loro per far luce agli uni, tra gli altri, ecco, oltre a questo ha una
base che possiamo definire Uniformista. Nonostante infatti, l'evoluzione
proceda in modo uniforme e costante. E non avviene nello stesso momento
per tutti. Ciò di cui si occupa l'antropologia è cercare quindi di studiare i
primitivi di oggi E lei sopravvivenze. Taylor studio, per esempio, che il coprirsi
la bocca a seguito di uno sbadiglio sia, diciamo dovuto al. Ad un'antica
credenza che pensava che l'anima in questi momenti, potesse appunto uscire
dagli nostri appunto orifizi. Ecco, situazione analoga trova nella religione,
dandone, andando. Indagandone. Il. A Il punto di origine. Notando come
realtà la tutte le religioni abbiano inizio da una concezione animistica, ossia il
saggio che appunto riflette sull'anima, sul mondo e sulla vita. Chiaramente ci
troviamo in un'epoca ottocentesca, quindi durante l'età vittoriana, in cui
tutto sembra essere, sembra che vada poi. Come dire dal. Dal semplice al
complesso e che il complesso corrisponda il più delle volte alla categoria.
Delle Istituzioni, cioè le istituzioni borghesi e questo complesso per il mondo,
appunto ottocentesco, doveva essere semplificato tramite l'intervento divino
Verso una teoria sociale della cultura?
Allora si iniziò a diffondere un pensiero che possiamo proprio definire
diffusione mista, ossia sostenere che di fronte a un.in comune tra più
credenze e pratiche bisogna trovarne il punto di irradiazione, come questo
appunto si sia diffuso nelle varie parti del mondo. Allora si tratta di. Pregare,
possiamo dire l'antropologia dalla visione biologica e psicologica e dal
determinismo naturalistico. Tuttavia non ci si Lega in questo senso, a una
visione sociale. Cosa che invece proponevano Taylor e darkin in quanto
sostenevano entrambi. Che è l'individuo si formasse all'interno di una società
da Arkham insieme a Mos, trattano di: importanti, ossia la rappresentazione
collettiva e la coscienza collettiva. Essi sostengono infatti che di fronte a un
punto non mi o in comune, Eh, non bisogna, diciamo. Studiare l'origine di una
determinata pratica ma studiare la performance rituale, in quanto questa è il
momento in cui la. La società plasma. La coscienza del singolo individuo,
quindi forma la coscienza dell'individuo e si tratta infatti, durante una
performance rituale di quello che viene definito effervescenza collettiva,
ossia di fronte. A questa performance si mostra cioè si si, si richiama, si fa un
richiamo prima all'anima e al corpo prima ancora che la sfera, appunto,
intellettuale dell'individuo. Quindi la società è come una natura sovrana
individuale che agisce. Tutto sull'individuo, appunto.
Funzionalismo

Allora circa Nei primi anni del 900. si diffonde il Funzionalismo ed è una
corrente che cerca di capire di fronte a un tratto culturale come questo. Che
funzione abbia all'interno del mantenimento di una struttura. Malinowski fu
uno tra coloro che studio e fu parte prese parte della corrente del
Funzionalismo. Degli e studio quanto la cultura rispondesse appunto ai
bisogni umani. Analizzando infatti la magia e la religione nelle culture
trobriand, noto come questi due elementi venissero utilizzati per. Cacare le
ansie e le preoccupazioni ma non in mancanza di strumenti capaci di
ottenere buoni risultati. Ma come supporto? Chris Brown sosteneva che in
realtà la società non fosse costituita da questi individui, appunto astratti.
Inclusi in diciamo, con dei bisogni umani alla quale la cultura risponderebbe,
ma si tratta di individui concreti in una totalità che sono regolati appunto da
delle relazioni. E si tratta appunto di questa totalità, ossia di una struttura.
Bisogna infatti, secondo Radcliffe Brown capire, ehm. Come una cultura. Cioè
come un tratto culturale sia, diciamo abbia una funzione plasmante o
diciamo portante. Ecco all'interno di del mantenimento di una struttura.
Importanti fu anche la visione di Evans Pritchard. Egli studio delle culture che
si riuscivano ad autogestire. e a mantenere anche in assenza di 1 1 Stato
moderno. E analizzo Le popolazioni. Degli. A zande. E dei Nuer. I primi.
Utilizzavano come un vero e proprio istituzione la stregoneria o accusando il
nemico di aver compiuto questi magnifici, il quale subito un reale processo in
quanto la stregoneria era una vera e propria istituzione. La condanna alla
stregoneria era una reale istituzione. I secondi invece, è. Si mantenevano
basandosi su un antenato comune, pure in assenza di istituzioni e di leggi.
Questo perché ci si basava più su 1, 1 distruzione e una riunificazione
costante. Da un lato possiamo dire che il Funzionalismo aveva notorietà
grazie all'approccio olistico. Mentre dall'altro teneva a dipingere
eccessivamente come omeostatici, che le culture e di conseguenza elimina.
Processi storici in realtà molto influenti e importanti all'interno dei tratti
culturali.
Strutturalismo.

A partire dagli anni 50. La corrente del funzionalismo, viene sostituita dallo
strutturalismo, di cui padre fu cloud Levis Strauss. Cloud, Levi Strauss cercavo
di studiare le strutture elementari della parentela, non a partire da un'idea di
scomposizione dal semplice al complesso o dalla ricerca di un'origine. Egli
partiva da una concezione, che la cultura fosse come il linguaggio, prima
infatti di una comprensione di tutte le lingue, Esistono delle strutture che ci
permettono di imparare appunto qualsiasi lingua. Queste strutture
all'interno della parentela egli L'individuo nella concezione di base di di
stabilire quale matrimonio sia lecito, da quale sia illecito, è una struttura
elementare e la concezione dell'incesto. Infatti, a partire dal. L'incesto ci si
divide in dei gruppi simmetrici, sulla base del quale, tramite il concetto della
reciprocità, ci si Lega in matrimonio. Levi Strauss conduce queste strutture
elementari a quella che è una dicotomia per lui essenziale, ossia natura-
cultura. Analizza anche il mito, definendolo come una realtà concreta. Il mito,
infatti, tratta di elementi a partire dal mondo comune, quindi animali, piante
e uomini stessi Per poi legarli a delle dicotomie più grandi, come alto basso,
secco, umido, caldo e freddo, portarle poi a delle concezioni morali e sociali e
infine a quella che per lui è la maggiore dicotomia esistente, ossia sempre
natura- cultura.
Antropologia interpretativa.

Una svolta importante all'interno dell'antropologia viene data da Geertz il


quale sostiene di non dover studiare le origine di una cultura già
modellizzata, ma le forme di vita EE anche il significati che i nativi
attribuiscono alle pratiche che compiono. Infatti, sostiene che le società
siano costruite, basate sulla rete di significati che essi stessi hanno costruito.
E compito dell'antropologo è quello di comprendere, quindi tradurre queste
pratiche per poi testuali farle la difficoltà e l'imparzialità sta proprio qua,
ossia Riuscire in qualche modo a lizzare una rappresentazione che viene
compresa appunto dalla mente. Ossia un'interpretazione dei significati. E
l'interpretazione di significati che propone Geertz non viene da lui stesso
definito un paradigma, in quanto egli stesso si pone contro le teorie
totalizzanti.
Capitolo sei. Spiegare, comprendere, interpretare.

Spiegazione e comprensione.
L'antropologia interpretativa Cerca di spiegare il significato di comprensione
e conoscenza delle altre culture. Precedentemente con il Positivismo, si
cercava di trasformare qualsiasi tipo di dato in una legge del te stesso.
Propose in seguito una differenza tra scienze naturali e scienze dello spirito,
sostenendo che le scienze dello spirito avessero bisogno di. Una
comprensione ben diversa. SIM e lo stesso sostiene che comprensione
significa rivivere nel all'interno, quindi dentro se stessi significati e le
emozioni provate dai nativi nei confronti di delle delle loro pratiche, appunto
darkhim. Per esempio, sosteneva che la sociologia. Forse l'unica in grado di
capire quei meccanismi utilizzati dagli attori sociali. Inconsapevolmente,
dunque, lo scopo dell'antropologia interpretativa è quello di dover concepire
i linguaggi e i significati attribuiti alle determinate pratiche, tradurli per poi
accostarli alle proprie categorie interpretative, facendone qualche modo un
paragone. A questo punto molti sostengono soprattutto la branca della
sociologia, comprendente, quella fenomenologica virgola, che sia necessario
fare a meno di quelli che sono gli assunti di senso comune. Questa teoria
viene appoggiata dalla pratica dell Etnometodologia, ossia. Eliminare ogni
tipo di precomprensione nello studio di una cultura diversa che si oppone
all'ermeneutica, ossia la concezione secondo cui non si può fare a meno di
utilizzare appunto le proprie di partire dai propri assunti di senso comune.
L'etnocentrismo critico.
Allora l'antropologia antron interpretativa segue dunque una sorta di
connubio tra le scienze di fatto sociali e cerca di unire la visione
dell'osservatore con quella dei dei nativi. Dunque si parla di un'Unione tra
giochi linguistici. Ed Ermeneutica, Ernesto De Martino sosteneva che non si
potesse appunto eliminare la presenza di categorie interpretative, quindi di
punti di precomprensione, in quanto questi necessariamente esistono, ma
che bisognava partire da questi non tanto per gli affermarli, ma per cercare
di andare oltre. Ernesto De Martino critica in primo luogo l'etnologia
positivista, dicendo che la principale, fallace, è quella di assumere come
ovvio scontata, quella data del reale, che in realtà è un prodotto stesso della
cultura. So che propone Ernesto De Martino e questo etnocentrismo critico
che parte. Dall'incontro con dallo scandalo, appunto. Etnografico. Ossia ci
sono due modi di fare antropologia, il primo è quello di eliminare gli assunti
di senso Comune di fronte appunto ad un tratto culturale, ritrovarsi ad
essere ciechi e Muti mentre l'altra visione è quella di utilizzare questi assunti
di senso comune, a partire dai pregiudizi nei confronti dello studio delle altre
credenze. La prima è quella che viene spesso utilizzata dal Positivismo,
mentre la seconda dal. Dal relativismo allora Ernesto De Martino propone
dunque questa etnologia che sia duplice, tematizzate, ovverosia da un lato
bisogna studiare i comportamenti e i significati che i nativi attribuiscono alle
loro pratiche e dall'altro studiare anche la diciamo la storia delle nostre
categorie interpretative di cui ci serviamo. Appunto nell'interpretare e
descrivere la. Le culture, appunto. I degli altri, quindi si tratta di una
concezione quasi universale del modo di vedere l'essere l'essere umano.
Ernesto De Martino, per questo suo etnocentrismo critico verrà aspramente
criticato sostenendo da parte di molti che lo scopo di De Martino era quello
di riaffermare le categorie. Interpretative degli occidentali, mentre in realtà,
come sappiamo, o comunque della classe dominante, mentre in realtà
sappiamo che De Martino cercherà di fare a meno delle istanze positiviste e
anche di eccessivo relativismo, lottando allo stesso tempo per
l'emancipazione del. Contadini del 12:00 su questa scia Gears invece avrà una
visione anti anti relativista.
Retorica e politiche dell'ETNOGRAFIA.
L'antropologia interpretativa si pone come uno studio delle scienze sociali
umane, mettendo da parte quelle naturali, anche se questo non avviene
sempre. Notiamo per esempio esiste la sociobiologia che. E cerca di legare
l'aspetto comportamentale morale con una base della teoria genetica. Punto
secondo, è necessario, all'interno dello studio, l'esperienza e di conseguenza
la ricerca sul campo, che tuttavia in sé non è un dato ma bisogna
trasformarlo in dato. E lo si fa tramite la scrittura, infatti, sostiene che lo
storico e l'antropologo abbia. Per fare con delle fonti che devono usare, ma
che l'antropologo faccia un passo ulteriore in quanto la sua fonte è appunto
l'esperienza. Questa visione di gils verrà aspramente criticata dal Writing da
culture, il quale sosterrà che questo mostra quanto la narrazione
antropologica. In questo senso, sia un artefatto retorico moda, diciamo,
velato dalla pretesa di un oggettività e di una neutralità. Eh. Said sostiene di
voler decostruire le rappresentazioni dell'Occidente sull'Orient, sostenendo
una contrapposizione, più che parlare di cultura, di potere e sapere,
mostrando come il il potere abbia una finzione, una funzione, possiamo dire
plasmante da parte dell'Occidente. Nei confronti dei saperi sull'Orient, il che
si ritrova nella tua installazione con dei nessi ideologici, degli stereotipi, degli
stereotipi. Ecco il programma di Writing Culture. Oltre a supportare questa
visione di seid, cerca anche di costruire nuove rappresentazioni che
disimpara alla cultura del potere.
L'approccio post coloniale.

Il l'approccio post Moderno. è abbastanza ambiguo, poiché cerca di


coniugare, diciamo lo studio delle scienze. Sociali e umane, al rifiuto nei
confronti dell'approccio coloniale e post coloniale. Da un lato cerca di fare a
meno del delle storie grandi EO che si presentano appunto oggettive,
dall'altro è consapevole del fatto che nello studiare le strutture non si possa
fare a meno di utilizzare un linguaggio teorico. Parte soprattutto oggettivo.
Alcuni sostengono necessario partire dall'interpretazione dei significati che
tuttavia fa apparire le diversità culturali come delle piccole differenze.
Quando in realtà si tratta di vere e proprie disuguaglianze. e a questo punto
nasce 1 1 approccio molto importante che sarebbe quello neo marxista. La
produzione marxista si differenzia dal marxismo classico, perché? E diciamo
non legga soltanto le differenze culturali, a una differenza di classe, ma. E
diciamo la la struttura politica economica e viene legata appunto alla
diversità culturale. Intanto si parla di Ideologia e falsa coscienza. Partendo
dall'idea che con l'antropologia interpretativa si cercava appunto di partire
dallo studio dei significati come punto di partenza e di dello studio
antropologico, quando in realtà bisogna iniziare a partire dalla struttura,
quindi da un da una visione esterna. E soprattutto, possiamo definirla politica
economica, in quanto questa è alla base e alla alla alla base di quella di una
società e pone l'inizio per quelle che sono le disuguaglianze. A questo punto
bisogna parlare di apparenze ed essenza, dove l'essenza e il potere per
l'apparenza, invece, sarebbe il. Lo specchio del potere. Fanno infatti sostiene
che del ramo ideologico facciano anche parte i saperi di l'Occidente sugli
altri, quali spesso si tendono nell'antropologia ad utilizzare il concetto di
cultura, mostrando e studiando le apparenze piuttosto che alla realtà. Infatti
sostiene fa non di dover applicare una tecnologia storica. Che faccia a meno
del cosiddetto di cultura, che studia appunto le apparenze, ma che sia
appunto oggettiva in questo senso si tratta di scrivere proprio contro la
cultura, che è appunto l'opposto del manifesto del Writing culture, quindi
essenzialmente si rifiuta la scuola novecentesca che, in quanto appunto
sapere esperto e. Oggettivante utilizzava, diciamo Plus, fungeva da.
Importava il linguaggio del potere.

La cultura e il potere.
A circa 100, quarant'anni dalla nascita di primitive culture, si inizia a studiare
uno dei perni essenziali finora dell'antropologia, ossia il concetto stesso di
cultura. L'antico culturalismo si pone contro chiaramente l'uso delle
apparenze, le quali possono portare in qualche modo a delle ideologie
ambigue, come per esempio forme nuove di razzismo. Chiaramente studiare
le strutture, essenziale in quanto? Queste sono la base da cui io poi originano
le disuguaglianze all'interno di una realtà. Tuttavia, l'approccio marxista
mostra la realtà sociale divisa in due, da un lato appunto la struttura, quindi
la il punto di vista politico economico e dall'altro le apparenze, ossia gli
spettri del potere che la teoria sociale dovrebbe debellare, mentre
l'antropologia interpretativa. Cerca di studiare il groviglio delle ragnatele di
significati. Ecco allora l'antropologia nello studio della realtà sociale dovrebbe
approcciarsi all'ambito di fatto del ragnatele dei significati e delle strutture
politico economico. Senza un rigido determinismo? Jill si domanda come sia
possibile che durante la globalizzazione si abbia un periodo, possiamo dire di
rivendicazione e religiosa culturale, cioè di rivendicazione giusto, religioso e
culturale da parte di alcuni degli. Sostiene che questo sia un fenomeno di
falsa coscienza? Basato su esigenze politiche, da questo sostiene infatti di
dover rivalutare il concetto di politica utilizzando una visione meno
generalizzante più aperta. In realtà le sfumature culturali. Infatti parla di una
teoria della politica integrata, è un'associazione appunto, con
l'interpretazione e diciamo, appoggiata dall'interpretazione dei significati.
Ossia il. La società sarebbe il lo sfondo dove appunto l'uomo si costruisce e
crea appunto le proprie pratiche. Il la sua considerazione sta nel fatto che
nell'età contemporanea si ha una difficoltà nel saper legare i macro e micro
contesti. E infatti sostiene che bisogna legare i micro contesti appunto,
quindi la parte dell'interpretazione dei significati. Quindi i significati appunto
attribuiti alle pratiche di cui tutti i giorni facciamo uso è dall'altro lato,
bisogna fare un'analisi dei macro dispositivi politico economici. In quanto
questi sono alla base dell'esistenza delle disuguaglianze all'interno della
società in cui l'uomo vive.
Capitolo 7. Folklore, cultura popolare, cultura di massa.

Romanticismo e Positivismo.
Nella nelle discipline media la d sta per demologia. E ossia la storia, cioè lo
studio delle culture popolari e delle tradizioni, a seguito del fatto che gli
uomini, un po più modernizzati o comunque all'avanguardia, si sono resi
conto del della non esistenza. Di un progresso possiamo dire uniforme. Allora
ci sono due modi per guardare i ceti non emancipati e chiaramente si sta
parlando soprattutto dei contadini. Abbiamo una visione che è, diciamo li
considera ignoranti e arretrati, mentre l'altra li considera come depository,
cioè come? Conservatori di virtù che la modernizzazione aveva in qualche
modo eliminato. Ecco. Queste due, questa visione del mondo contadino
poggia su due grandi basi diciamo, filosofiche, storiche, cioè filosofiche, ossia
il Positivismo e il romanticismo, mentre con il romanticismo si tende più a
studiare lo spirito del popolo e soprattutto la lingua. La cultura è un
approccio molto più stretto. Con frontiere delle fonti orali con il Positivismo
non c'è quasi differenza tra folklore e antropologia, infatti si tende di più a
studiare anche gli usi e le religioni e i costumi. Oltretutto si pensa il mondo
contesero ossero ossero rappresentasse. I primitivi. Quando ho rilevato
precedenti, originario comunque precedente del. Della civiltà vita, Stein, per
esempio, sosteneva che tale lesione era totalmente inutile, ma noi sappiamo
che esempio avremo grandi studi sulla sulla tecnologia, come per esempio
già con la demo psicologia, oppure nel 1906 Lamberto loria fonderà un
musetto. Dell'etnologia, appunto
Il folklore come scienza e come politica.
Il termine folclore verrà coniato da Thomas in sostituzione dei latinismi Che
guardavano al passato con nostalgia. A seguito della grande guerra, avremo
una rivoluzione Metodologica che porterà frattura trattura tra il mondo
dell'antropologia e quello del folklore. Infatti, il folklore rimarrà strettamente
legato al agli studi museali e non istituzionalizzato, tant'è vero che non si può
fare una storia del folklore in quanto eccessivamente frammentaria.
Differentemente invece, l'antropologia si istituzionalizza, diviene una materia
anche di università. Ed è, come sappiamo sempre legata alla ricerca sul.
Campo, ora la. Il campo del folklore e si Lega anche alle politiche nazionaliste.
Lo notiamo per esempio nella raccolta di fiabe che vengono poi scelte
utilizzate proprio con questo scopo, per esempio, come facevano i fratelli
Grimm. Ma ad esempio durante il nazismo Il folklore veniva utilizzato per
appoggio a quella teoria razzista. Virgola in Italia invece il menu. Pregiato per
il mito italico, mentre durante il regime il regime socialisti in realtà il folklore
veniva utilizzato contro quella classe che possiamo definire borghese, quindi
contro l elitarismo.
Egemonia e subalternità.
Durante i primi anni del 900 si Si ha una rottura con l'antropologia per due
motivi, principalmente. Il primo motivo è il fascismo, infatti durante questo
periodo soprattutto Mussolini distrusse ruppe i rapporti col mondo inglese e
con quello francese. Questi due mondi possiamo in realtà definire quei
territori in cui nasce proprio l'antropologia. L'altro aspetto è invece lo
storicismo, lo storicismo, portato avanti per esempio da Benedetto croce, era
uno studio un po per la, per la storia, molto più legato alla alla come scienza,
piuttosto che uno studio, diciamo delle scienze, poi salire sociali e. Pane. La
rivoluzione vera e propria dello studio dei conflitti, del folklore avviene nel
dopoguerra. E infatti in Italia sia un afflusso di traduzioni e di libri di che
narrano appunto di libri, appunto del di antropologia. E soprattutto nota,
sarà una visione dell'intellettuale filosofo Gramsci? Antonio Gramsci e ride. Si
fa comunque rivisita la teoria marxista con sostenendo che questa era
manchevole del concetto di cultura e infatti sostiene che la cultura venga
fornita dalla. Ora classe dominante, è che quei 18 frammenti che cadono
vengono accolti, che sarebbe appunto il folklore dalla classe subalterna, il più
delle volte questo folklore stesso viene di fatto utilizzato come forma di
opposizione nei confronti della classe. Dominante, quindi Gramsci.
Essenzialmente Lega il folklore a quelle che sono le differenze sociali. Egli
spera oltretutto che prima o poi si possa parlare di un intellettuale
rovesciato, ossia che la cultura possa essere prima o poi fornita dalla classe
subalterna. Viene esplicato il concetto di intellettuale rovesciato, per
esempio da Gianni Bosio, il quale dice che non bisogna insegnare al popolo,
ma che bisogna invece imparare dal popolo e lo fai, utilizzerebbe il
cosiddetto magnetofono, Un registratore. Nota fu anche la visione di cirese, il
quale sosteneva che si potesse riunire tutta la tecnologia precedente,
bastava soltanto relegarla al concetto di di subalterno di subalternità.
Oltretutto egli dà una ottima definizione del concetto di Folklore, E infatti
sostiene che questo non sia un tratto. Culturale Che possa essere definito
alto o basso, egemone o subalterno, ma anche assume di fatto una funzione
o comunque. Una determinazione in base al contesto in cui esso stesso si
colloca, la visione di Gramsci e di cerese, che Lega appunto il folklore e la
differenza di classe, fa sì che più delle volte il folklore venga utilizzato sotto
forma di dentiera o di denunce sociali.
Folk revival.
Allora, con la democratizzazione si può parlare di folk revival? Intanto questo
diventa interesse della massa e non più di Studi Anzi. Peculiari. Intanto, tra gli
anni 60 e tra gli anni 50 60. E notiamo che abbiamo un vero e proprio
accentramento, ossia il mondo contadino si sposta all'interno della città,
quindi si ha una totale confusione che fa venir meno gli ideali di Gramsci e di
rese riguardo la differenza di classe che persiste, però non c'è. Una lineare
corrispondenza tra differenza sociale e differenza culturale. In qualche modo
notiamo che si perde il concetto del mondo contadino, quindi il folk revival
nasce in visione di una mancanza di questo mondo, quasi appunto una
visione nostalgica di un mondo, appunto, totalmente passato e quasi
eliminato dalla presenza della modernizzazione. Pierpaolo Pasolini sostiene
che appunto le masse si siano imborghesiti e teme una totale omologazione,
motivo per cui notiamo che gli enti locali e regionali mirano sempre di più a
una rivalutazione Delle tradizioni e cercano sempre di più di far possiamo
dire insorgere quella che è appunto la memoria. Ma collettiva o comunque
una memoria che guarda verso questo passato contadino.
Il paradigma patrimoniale

Si diffonde un nuovo paradigma legato soprattutto al patrimonio e alla


memoria, grazie alla nascita dell'UNESCO, ossia Un'organizzazione delle
Nazioni Unite Per la tutela del. Della scienza, della cultura e dell'educazione.
Intanto viene stilata una lista di tutto quel patrimonio che viene definito
tangibile, quindi palazzi, musei e case, che comunque vengono considerate
patrimonio culturale, quindi costruite per esempio, la Palermo arabo
normanna. Tutte le costruzioni degli arabi, ma in seguito si si aggiunge anche
la lista di un patrimonio intangibile. Ossia tutto quello che non può essere
visto o toccato comunque materialmente. Nel 2001 avremo una
dichiarazione che è sempre salva. Ecco la presenza delle diversità culturali e
nel 2003 avremo invece la tutela per il patrimonio intangibile. Il patrimonio
culturale intangibile altro non è se non il folklore o la cultura popolare, infatti
si parla di testimonianze orali, di fonti orali, fiabe, narrazioni, dialetti. Da
questo momento in poi l'UNESCO diventa il paradigma di riferimento degli
enti nazionali e regionali. Quali cercheranno il più possibile Mi far entrare a
far parte, magari e tratti delle loro culture all'interno di questa lista del del
patrimonio.

Cultura popolare e cultura di massa.


La l'antropologia a questo punto deve rispondere a quella che pare essere
adesso un'emergenza patrimoniale. Ci si. Esistono due modi di dare questi
processi di questi processi di patrimonializzazione uno dall'interno che li
accosta ad altri soggetti sociali ed uno dall'esterno, sia studiare
oggettivamente. Così avvenuto questo processo di patrimonializzazione.
Bernardino Palumbo, infatti, sostiene che esistano tre modi di fare
antropologia. Uno interno, ossia accetta le categorie patrimoniali di senso
comune ed è il ruolo di expertise che spetta all'antropologia dal parte del
discorso istituzionale. Il secondo è quello critico, ossia ha una visione meta
discorsiva su questi processi di patrimonializzazione che diventano analisi
dell'etnografia. Che tuttavia, però le. Diciamo non le collega, cioè rimane gli
lascia appunto separate dalle proprie categorie. Infine quella partecipativa,
ossia accetta questo ruolo oggettivo delle processi di patrimonializzazione e
tuttavia sceglie comunque di operare nel campo patrimoniale. Sulla base di
questo viene rivisitato anche il concetto di tradizione. Si parla, infatti,
sarebbe meglio dire in realtà Realizzazione, realizzazione o fluorizzazione. Si
tratta infatti di scegliere tratti del mondo precedente, quindi del passato, in
base appunto alle esigenze del del presente. La domanda che ci si pone è
come possa esistere uno studio sulla cultura popolare all'interno di una
cultura di massa e ci sono due modi per farlo, uno e tentare di studiare tutto
quello che non viene toccato dalla cultura di massa e quindi si tratta di fiabe,
narrazioni, leggende metropolitane. O barzellette, ma anche i semplici
aneddoti. Dall'altro lato, invece, si deve scegliere di operaio, studiando
proprio studiando, proprio studiando proprio il consumo di massa. Stuart all,
infatti dice che si tratta di fare una decodifica dell'utilizzo degli oggetti che
spesso diversa rispetto al motivo per cui sono stati codificati. Infatti, lo studio
del consumo di massa mostro quanto questa pratica non sia del tutto
passiva, ma che gli attori sociali siano mossi da sentimenti, passioni
nell'utilizzo di un oggetto. Questo fa sì che l'antropologia abbia come oggetto
di studio degli oggetti che facciano parte della. Cioè la quotidianità o
comunque siano routinari.

Capitolo 10. Tempo, memoria, storia.


Sistemi di memoria.
La memoria è essenziale, da sempre all'interno degli studi antropologici e in
questo capitolo verrà trattata sia da un punto psicologico, sia come agisca
all'interno di Una collettività. L'antropologia culturale solitamente si serve
della memoria a lungo termine, che include la memoria a breve termine,
quest'ultima, ossia la memoria a breve termine, comprende la memoria a
brevissimo termine. E a differenza tra breve termine, brevissimo tempo È che
mentre la memoria a breve termine ha già scelto quali episodi dover
ricordare, quindi quale hanno tratto la sua attenzione? Quella brevissimo
termine, quella che ci permette di cogliere tutto quello che ci sta attorno.
Queste due assieme fanno parte di quella che viene definita memoria di
lavoro, infatti sono costituiti da una centrale esecutiva e due. Servono
sistemi, uno relativo al riconoscimento del linguaggio, mentre il secondo
relativo all'immagazzinamento dell'evento. La memoria a lungo termine che
quella in analisi si divide in memoria procedurale, memoria sistematica e
memoria episodica. La memoria procedurale Sono II sistemi cognitivi che ci
permettono di comprendere un determinato evento. La memoria semantica,
invece, è la conoscenza che noi generalmente abbiamo sul mondo, quindi si
tratta di una memoria, possiamo dire enciclopedica, mentre infine la
memoria episodica è quel tipo di memoria che ci permette di ricordare gli
episodi o le i singoli eventi. Questa solitamente viene anche detta a memoria
autobiografica. Queste ultime due fanno parte della memoria, ossia quel tipo
di memoria che ci dà una conoscenza sia sul nostro passato sia sul mondo.
Molto importante è anche ricordare la memoria. Involontaria che viene
analizzata da Marcel Proust. Ossia a seguito di uno stimolo sensoriale,
riusciamo a ricordare comunque a collegarlo con un evento del passato.
Secondo barlett non si tratta in realtà di sistemi di immagazzinamento che ci
permettono di ricordare, ma uno sforzo verso il ricordo, ossia 1 1 procedura
a ritroso che ci permette di poi di raggiungere quello che è il ricordo.
Falsi ricordi e memoria collettiva.
Ebbene, ricordare che spesso sia di fronte quelli che sono dei falsi ricordi.
Mentre barlett parla di schemi, ossia quelle strutture in cui si innesta il
ricordo, gli antropologi in generale parlano di copioni per evidenziarne la
natura narrativa. Ecco gli schemi e copioni, quindi sarebbero quelle strutture
in cui si innesta il ricordo che tuttavia spesso il ricordo non viene, infatti ci
sono diverse, ci sono discorsi sulla distorsione, ma sostiene la sostiene che
tiene che si che esista il sì. Il ricordo reale alla base. Vengaboys celato da
ricorda ricordi secondari? Ma questo di fatto è impossibile, in quanto il.
Lavoro di plasmazione è strettamente legato alla nostra mente e quindi
sarebbe impossibile un'altra visione propone la l'esistenza di quella che si
viene detta memoria, ossia più episodi simili che vengono accumulati in un
unico episodio che. Di base c'è un fondo di ricevuta, ma. Ma il ricordo è falso.
Quindi, più che di falsità, si tratta di finzioni. Barlett sostiene che la memoria
è l'atto del ricordare sia strettamente legato all'ambito sociale, per questo si
fa riferimento ad al Brooks. Un autore che si rifà alla Rappresentazione e
collettiva di di darkem. All Books sostiene che l'atto del ricordare fa sì che il
singolo individuo renda attuale la memoria di un gruppo a cui appartiene o
appartenuto e che quindi la memoria collettiva, quella sociale, sia molto più
reale rispetto a quella. Individuale, egli si Si occupa di studiare la memoria
sociale, notando come questa sia appunto una pratica sociale performativa
che Lega l'individuo al gruppo di appartenenza. È nota soprattutto che
all'interno della. Non ti possano slegare la memoria interna con la memoria
esterna. La memoria interna, infatti, sarebbe ogni tipi che ci permette,
mentre mentre mentre mentre quella esterna sarebbe linkato dal lato di
ricco oggetto di riso bordo, in un oggetto, in un luogo o in una pratica.
La costruzione linguistica del ricordo.
Mentre barlett sostiene che esistano delle strutture sulla base del quale si
innesti. Poi il ricordo, l'antropologia in generale o comunque l'etnologia della
comunicazione, sostiene che l'atto del ricordo, quindi la memoria. Sia frutto
di una pratica linguistica. Quindi si intende dire che il linguaggio non è solo
una forma di rappresentare il mondo, ma è anche un modo di creare
relazioni e di gestire e di costruire appunto, i vari ricordi. Quindi le parole
hanno senso nell'azione? L'azione all'uso che se ne fa, cosa che diceva
Wittgenstein. Questo può apparire strano in quanto viviamo in un mondo già
costruito da una base linguistica, azioni, organi ordinate. L'analisi del discorso
può far pensare che si voglia fare a meno del dell'elemento, possiamo dire
sociale solo soggettivo, mentre in realtà coniuga la parte diciamo soggettiva,
quindi individuale, con la parte sociale. Intanto ci si domanda come sia
possibile e uh che 1 1. Qualcosa quindi 111. Ricordo sia vero, se l'atto del
ricordare quindi il concetto di ritornare alla memoria stretta sia strettamente
legato alle esigenze del presente. Intanto bisogna distinguere quella che è
una verità oggettiva dall'utilità e soltanto così si può trovare una verità reale.
Intanto sappiamo infatti che dall'analisi del discorso emerge che sia la
rappresentazione. Sia la. Pratica agiscano entrambe all'interno del discorso
quotidiano e che, come l'appello a una verità oggettiva, sia comunque 1, 1
pratica che venga che viene svolta, possiamo dire quotidianamente. Riguardo
Riguardo l'antropologia, possiamo dire comunicativa? È importante in questo
senso ricordare Middleton ed Edwards, il quale studiarono la pratica del
ricordare di al tramite lo sfogliare gli album fotografici di famiglia. Ecco,
questa pratica non è soltanto un. Ricordo quindi una riaffiorare di un
qualcosa avvenuto in passato, ma insegna anche ai bambini Le regole del
gioco linguistico. Chiaramente ehm, notiamo che da un punto di vista
dell'etnologia Della comunicazione, il. Il testimone. Quindi le fonti orali
vadano trattate con. Attenzione, soprattutto criticità.
Oggetti, luoghi e riti commemorativi.
Il suscitare è un ricordo al collettivo e quindi alla ad una comunità è
strettamente legato ad un punto di riferimento, che sia un individuo, un
oggetto o una determinata pratica, che venga conosciuta, che sia conosciuta
da tutti. Levi Strauss sostiene che sia necessario reinserire all'interno della
storia con sincronica pure diacronico. Per il sapore elettronico è necessario,
secondo lui, fare l'esempio dei Churinga e. Degli archivi. I Churinga sono dei
totem che avevano lo spirito appunto dell'antenato e venivano protetti e
custoditi da coloro che venivano definiti la reincarnazione di questo
antenato. Venivano usciti soltanto durante i riti commemorativi. L'hai Strauss
paragona questi agli archivi, sostenendo la necessità di questa questo sapore
tecnologico dato dalla materialità passata, tant'è vero che dice che se gli
archivi e nonostante le fonti fossero mai tutte trascritte, andassero perse, si
perderebbe come micropore diacronico. Tuttavia. Tutta che è curinga di
curinga e diga Edga Eddie archivio. Diciamo si contrappone quando si tratta
di società calde e di società fredde. Mentre infatti le società calde sono
quelle che accettano la modernizzazione, la utilizzano per il progresso, quelle
fredde, per far rifiuta, la rifiutano. Gli studi sociali sulla memoria. Appunto.
Sociale si sono mossi in una direzione che va dalla tradizione alla modernità.
Intanto sappiamo che ci ha proprio un boom della memoria col culto, per
esempio, del lutto o comunque di statue, soprattutto a seguito della Seconda
guerra mondiale.
Memoria ufficiale e memoria vernacolare: nazionalismo e oltre.
Osman sostiene ci sia l'esistenza, una memoria, una memoria attiva e una
memoria culturale. Mentre l'amplissima fa parte di quella che possiamo
definire memo. Da vernacolare, la seconda, quella ufficiale, la memoria
vernacolare sarebbe quel tipo di memorie che studiassi attenzione alla
particolarità e si contrappone a quello ufficiale. Quello ufficiale è quella
fornita dalle autorità, dalle istituzioni, che tenta di creare una comunità che
possiamo definire astratta. Il concetto di memoria diviene essenziale a
seguito delle rivoluzioni americane e francese e soprattutto a seguito della
Seconda guerra mondiale. Infatti, che cosa accade? Intanto si sviluppa con le
prime 2 1 sensibilità nei confronti di dell'utilizzo. La memoria per. Diciamo
dar forza a quello che era lo Stato nazione con la Seconda guerra mondiale
invece si nasce una sorta di memoria collettiva per aver vissuto comunque
tutti assieme un determinato evento. Ma si parla anche di collettività
all'interno della memoria dell'oblio, ossia donne contadini che avvengono
appunto. Non evidenziati all'interno della della storia. Quando si parla di
nazionalismo si parla di istituzioni e soprattutto sotto la vostra donazione,
che veicolano ciò che deve essere ricordato da ciò che non deve essere
ricordato, quindi si ha un paradigma che. Si stabilisse cosa sia memoria e
cosa non lo è, col crollo appunto del concetto di Stato nazione e. Si ha
proprio una perdita di questa rigidità che porta alla nascita di un accumulo
eccessivo di memorie, soprattutto autobiografiche, nel tentativo di
raccogliere tutto quello che potrebbe essere un ricordo. E inizia si inizia un a
vivere in funzione di quella che viene. Finita futura memoria, ossia cercare di
fare tante più esperienze possibili, così da poi poterle ricordare e rievocare in
futuro.
Memoria e storia: usi pubblici del ricordo.

Storico e antropologo, vengono chiamati ad essere arbitri di fronte agli


eccessi di memoria e stabilire così cosa debba essere necessariamente
ricordato da cosa è. È superfluo, si scontrano anche con un altro problema
che quello ne ha testimonianza, la quale pretende che tutto ciò che è stato
dicendo venga messo per iscritto un'altro problema. La invece anche la
questione di identità, che si Lega strettamente al concetto di memoria. Infatti
te molte costruzioni o comunque della molte pratiche della memoria
collettiva. Nascono proprio in funzione di un'affermazione e soprattutto gli
antropologi devono fare attenzione al concetto di identità proprio perché
questo è strettamente legato a politiche esclusive o inclusive e quindi deve
stare attento a quelle che sono gli ambigui usi politici di questo concetto.
Capitolo 11. Il dono fra economia e antropologia.
Il “saggio sul dono” e le origini dell’antropologia economica.

da sempre quando si parla di Economia si hanno due modi di interpretarla,


un punto di vista utilitaristico, ossia sostenere che si svolgano delle donazioni
col puro scopo di arricchire di se stessi oppure il proprio gruppo di
appartenenza. Ho una seconda visione, la Lega strettamente alle regole del
mercato e quindi alla logica della domanda e dell'offerta. No li. Di queste due
visioni. L'antropologia si accorge, scorge una terza opzione che sarebbe
quella dell'economia autonoma, ossia il concetto di dono. Marcel Moss
Scrisse proprio il saggio su dono, definendo questo scambio economico come
una prestazione totale, sociale, noto. Tre atteggiamenti in particolare, ossia
l'assenza di un contratto. La transizione avviene sempre tramite dei riti e
delle celebrazioni. E ed è sempre slegato chiaramente dalla logica del
mercato. La transizione e lo scambio avviene in tre atti, dare e ricevere e
ricambiare. Si tratta di una prestazione di tipo agonistico, dove ognuno cerca
sempre di superare l'altro e bisogna vederlo con un approccio olistico, ossia
non considerarlo soltanto da un punto di vista economico, ma di conto.
Questa pratica sia strettamente legata anche a un punto di vista politico,
sociale e giuridico. Nel nel parlare del dono Marcel Moss studio due casi
importantissimi, il Cula e il potlatch. Parlando dei kula nota come questi.
Precedentemente già studiati da malinowski e sia una pratica di scambio tra
collane e bracciali, seguita sempre, cioè preceduta, sempre da dei riti e delle
cerimonie, prima che avvenga allo scambio. Il secondo, il secondo. Il potlatch,
che sarebbe una cerimonia in cui per salire di rango sociale bisogna
distruggere più oggetti di fatto di. Di valore possibile? Questo viene spesso
interpretato in una logica di antimilitarismo. Marcel Moss, nota soprattutto
come il dono sia porti alla nascita di relazioni sociali e soprattutto si domanda
come, in assenza di un contratto, sia possibile l'esistenza del ricambiare
quindi del contro dono per darsi una risposta egli studio del l'esistenza dei
tuoi manga. Ossia degli oggetti commemorativi all'interno della civiltà dei
maori nella Nuova Zelanda. Questi thangka erano appunto degli oggetti che
venivano donati e si sosteneva che nel momento in cui il donatore donava
tale oggetto, donava una parte della sua anima che necessariamente voleva
ritornare al al donatore tramite quello che era. Il contro dono, qualora
appunto non esistesse il controno la pena sarebbe stata la distruzione. Si
tratta infatti dello hau, ossia lo spirito del dono che necessariamente Vuole
ritornare al punto di partenza. Incarnandosi, appunto, nel contro dono.
Marcel Moss, inoltre, è nota come nel corso del tempo, quindi, analizzando il
concetto di dono da un punto di vista storico. Si parte dall'antichità dove
questo concetto è molto forte, che poi viene, diciamo, eliminato, oscurato
dalla logica dello Stato mercato. Tuttavia, sostiene che l'assistenzialismo, in
qualche modo introduca nuovamente il dono nella società contemporanea.

Reciprocità.
Malinoski ritiene che il classico modello utilizzato da Marcel Moss. Non basti
a sprecare e a, comprendere le pratiche, come per esempio quella del culo
secondo lui e altri autori non è soddisfacente l'utilizzo del low per spiegare
un principio così generale come l'obbligo di ricambiare. Si parla invece di
quello che la reciprocità, ossia una logica che regola. Il concetto di scambio
sociale. Già Paul Lange sosteneva che fosse una delle tre principali forme di
integrazione dell'economico nel sociale, insieme alla redistribuzione e al
mercato. Tuttavia anche lui Lega questo alla costruzione di legami sociali. Per
Levis Strauss invece c'è una concezione diversa, in quanto egli pone la
reciprocità. Al centro della sua teoria sulle strutture della parentela e
individua due errori nello: Il primo è che non si può ricorrere a una credenza
locale per spiegare un fenomeno generale, soprattutto prendendola alla
lettera, il secondo è che la struttura dello scambio della reciprocità sta alla
base, prima ancora degli atti, di dare e ricevere e di ricambiare. Quindi lo
scambio e il fenomeno primitivo, mentre i singoli atti sono quelli in cui
scompone la vita Marcial Moss e secondo lui generano un tutto tramite low
che è l'elemento di coesione. Strauss pone in ombra, inoltre il concetto di
eticità, ricordando che secondo lui la reciprocità avviene all'interno degli
attori sociali, senza che questi ne siano appunto consapevoli. Tuttavia,
Marcel salins ricorda costerà nuovamente lo hawei concetti marxiani di
alienazione, di feticismo delle merci. Egli sostiene infatti che si tratta anche di
vedere nelle transizioni di dono una forma di alienazione mistica del
donatore nella reciprocità primitiva. E l'animazione del lavoro umano sociale
nella produzione delle merci. Salina evidenzia che le cose, dunque, sono
correlate in qualche misura come persone e le persone in qualche misura
come cose e come la moderna antropologia eviti l'animismo, ritenendo la
velocità un contratto secolarizzato, guidato dall'interesse utilitario.

Il movimento antiutilitarista: il dono tra stato e mercato.


Al seguito della nascita di un vero e proprio movimento antimilitarista, dal
nome di Mons. Notiamo. Importante è. Studio proposto da good bout, il
quale parte. Dall'ultima affermazione di Marcel Moss, sostenendo come in
realtà il. Concetto di dono. Persista anche all'interno della logica di Stato
mercato funzione primaria. Tuttavia, che cosa sottolinea che la logica di Stato
mercato cerca di indirizzare il singolo cittadino a dei movimenti, a sfratti e a
delle relazioni astratte all'interno del campo dell'economia. Quindi cerca il
più possibile di eliminare le relazioni sociali, ma che tuttavia il dono continua
a lavorare in modo intrinseco e sotterraneo, costruendo ugualmente delle
relazioni sociali. Ora il motivo per cui la logica di Stato mercato scelta di
eliminare le relazioni sociali e perché cerca il più possibile di costruire.
Un'economia soltanto utilitarista è basata sulla legge della domanda e
dell'offerta, per cui la relazione sociale appare totalmente essere inutile.
Tuttavia si ha l'affermazione che il dono è ovunque.
Il dono è ovunque.
Esistono vari tipi di dono nell'età contemporanea, notiamo per esempio il
dono cerimoniale, il dono di famiglia e il volontariato e le donazioni di
sangue, le donazioni di sangue sono molto importanti perché fanno notare
come Stato e mercato, che fungono da mediatori. Sono necessari, altrimenti
la dotazione, oltre ad essere inutile poiché non arriva al destinatario e anche,
appunto, pericolosa. E ciò che si cerca di dimostrare è che nonostante ci sia
una logica di Stato mercato, il dono funziona comunque e lo notiamo per
esempio nei doni di fine anno che si fanno alle maestre, nonostante queste
siano delle stipendiate statali, oppure nei doni che si fanno agli operai e a
fine anno. Nonostante questi appunto siano stati già retribuiti, quindi questo
ci fa notare che in realtà il concetto trado dono è stato e mercato, non sono
strettamente polari. Stati, cioè non c'è da una parte il mercato e dall'altra
parte c'è il dono, ma in realtà nell'età contemporanea si. Intrecciano l'uno
con l'altro.
Capitolo 12. Culture globali e locali.
Dal sistema- mondo alla New economy.

Allora si tratta di studiare la globalizzazione che puoi intendere il flusso di


merci di uomini, ma un flusso che avviene grazie alla presenza della
tecnologia e allo sviluppo dei trasporti. Lo studio della globalizzazione.
Prevede uno studio nei confronti di come ci si rapporta, ci si adatta quindi
alla globalizzazione o come ci si oppone? L'antropologia studia 5 tipi di
globalizzazione, ossia la globalizzazione politica, la globalizzazione
economica, la globalizzazione. Come i flussi migratori, la localizzazione della
cultura e la nuova Agency che nasce. Allora wallerstein sosteneva l'esistenza
di un sistema mondo e di dire che il capitalismo vada studiato da un punto di
vista universale e non regionale o. Nazionale. Egli sosteneva infatti che alla
globalizzazione prima o poi avrebbe portato a una crisi e una rottura di
questo sistema mondo. Per New Agency si intende la nuova classe che
gestisce l'economia globale ed è una classe astratta proprio perché si tratta
di multinazionali, quindi apparentemente non subito visibili e percepibili, il
che porta difficoltà. E quasi possiamo dire. Oscurità politica che coinvolge
soprattutto i singoli cittadini che devono recarsi a votare. Spesso si parla
anche di biopotere, come dice fuoco, ossia. L'impero che cerca di plasmare il
più possibile la società entrando in qualsiasi ambito. Marcel Castell, invece,
sostiene l'esistenza di una nuova economia, una nuova economia basata
sull'informazione, basata sull'Internet e quindi su un'assenza totale di confini.
Transnazionalismo.

Con globalizzazione in questo senso si intende anche lo studio e il flusso di


uomini da un punto di vista demografico, notiamo che molti migranti si
spostano dalle zone che possiamo definire più difficoltose verso quelle che
danno migliori prospettive. Di vita questo fenomeno attualmente non c'è più.
La cosiddetta fenomeno internazionale, ma si parla di un fenomeno
transnazionale in quanto permette, grazie alla presenza dell'Internet e quindi
all'assenza dei confini, che il migrante riesca a mantenere i rapporti con il
mondo passato. Ma crearne nuovi con il mondo che lo sta ospitando. Quindi
si tratta di uomini che vivono in spazi nuovi, ibridi e che non vengono
omologati dalla società che li ospita. Il transnazionalismo non tratta solo del
della povertà, quindi soltanto dei migranti, ma. Guarda anche l'élite e
soprattutto il turismo. Infatti la presenza di del transnazionalismo in qualche
modo permette di mutare la società, creando per esempio ristoranti o musei
che in qualche modo mediano la cultura locale. Con quella del paese che si
sta ospitando. Eh? Gli specialisti studiano anche piccoli settori, per esempio si
rivolgono al campo femminile, notando come queste, grazie a Internet,
mantengono i rapporti con la famiglia e tuttavia riescono a crearne di nuovi
con il paese, cioè con la famiglia per cui lavorano.
Post-modernità.

Bisogna capire anche come la globalizzazione influenzi la la cultura locale e


questo viene accostato al post-modernità, notando come si abbia una visione
diversa del processo storico e del progresso in generale. Tant'è vero che non
si può più. Basa, sì, cioè non ci si può più rifare un concetto di ideologia OA
un'avanguardia. La globalizzazione portò con sé. Una rottura? Nei confini che
ha come conseguenza la non possibilità di distinguere quello che sia una
cultura, possiamo dire cioè alta. Da una bassa, quindi, anche non si tratta più
di distinguere stage e backstage. Cosa avviene? Essenzialmente quella che è
la vera politica e il giornalismo vengono messi sullo stesso livello di quello
che è la il sano trash che si trova un po ovunque. Questo viene definito
carattere orizzontale. Globalizzazione è un'altro aspetto, è quello che.
Rovescia la visione di Wagner, mentre Wagner infatti trattava di quella che
viene definito reincanto del mondo disincanto del mondo. Adesso con la
globalizzazione abbiamo un reincanto del mondo in quanto la fede e la
politica si rivolgono nuovamente al all'irrazionale. Questo non è solo dato,
cioè prettamente dato dalla globalizzazione, ma più che altro è dato dalla
rottura dei confini.

Omologazione, ibridazione.
Chiaramente la globalizzazione porta con sé quello che possiamo definire
omologazione. Ritzer tratta di McDonald zazione del mondo, ossia il
paradigma standard che viene utilizzato è quello, appunto del McDonald's
che si impone eliminando tutto quella che è la cultura in qualche modo. Ecco
e gastronomica locale. E si tratta di avere un prodotto standard, è prevedibile
che a quale spesso si risponde in modo ibrido, per esempio con lo Slow Food
o il tentare di ricreare con i prodotti locali quegli stessi prodotti che viene
fornito dal paradigma standard. Per esempio fare un big Mac. A casa ho. Dai
nota che adesso il mondo gira essenzialmente e. In su dei piani che
sarebbero Escape. Media excape. Eh techno Escape. Idio Escape. E finance
excape.
Dal globale al locale.
Si tratta di analizzare come la globalizzazione abbia un influsso diverso dalle
diverse comunità locali, infatti non viene percepita in egual modo per tutti.
Ad esempio vedere Beautiful o Dallas da un salotto borghese sicuramente
avrà una visione diversa rispetto a che guardarlo dalla. Una baraccopoli suda
sudamericana, ma questo anche, per esempio nel calcio notiamo la
stregoneria appunto del calcio in Tasmania, la natura multirazziale del calcio
in Brasile oppure il culto per Maradona in Argentina. Questo mostrano che in
realtà il globale e nei singoli casi specifici diviene un poi indigeni. Stato e
quindi vissuto in maniera non globale, ma locale.
Capitolo 14. Guerra, violenza, genocidio.
Violenza e cultura.

Il concetto di violenza raramente veniva affrontato nello studio


antropologico, in quanto si pensava che questo creasse un elemento di
disturbo all'interno di una cultura che voleva essere in realtà colta nella sua
integrità. In realtà la violenza muta tantissimo e influenza. Della cultura ci
sono due modi di concepirla, una visione proposta da obs che viene quella
utilizzata dal FUNZIONALISMO, ossia che la cultura è nella nostra natura e
che, grazie alla presenza delle istituzioni, riusciamo in qualche modo a
incanalarla in altro e a in qualche modo. Restringerla l'altra visione sarebbe
quella che, a partire da un omicidio o comunque da una giusto un omicidio
originale, quindi dall'uccisione di un capro espiatorio, si sia poi eliminata il
concetto di violenza ad all'interno della della società, appunto.
Le nuove guerre e la rappresentazione etnografica della violenza.

Allora il nuovo studio è oggetto dell'Acropoli. Via diviene proprio il campo di


battaglia, tant'è vero che si parla di. Il campo dell'etnografia appunto come
campo di battaglia. Questo è frutto di quegli antropologi che si sono formati
in in una logica in cui è necessaria la ricerca sul campo da coniugarsi al
battersi per l'emancipazione di quelle determinate culture che stanno
analizzando. Eh? Si tratta di studiare i conflitti etnici, le violenze, quelle
società appunto, oppresse e con le società oppresse. Il tutto, diciamo, nasce
anche a seguito della Seconda guerra mondiale che ha proprio lo scopo di
intimorire i singoli cittadini. Con la minaccia della pulizia etnica, quindi,
l'etnografia ha il compito di ricostruire questo etnos. Possiamo dire che è la
la cultura, appunto della violenza. Cerca di eliminare tuttavia. Ma che cosa
accade? E l'ETNOLOGIA ha da sempre cercato di dare delle spiegazioni a dei
segni e dei significati e delle determinate pratiche e quando si tratta del
concetto di guerra e di violenza, appare che cerchi in realtà una
giustificazione all'uso appunto della violenza per quella determinate culture.
Ecco soprattutto si nota come spesso molte immagini o alcuni diciamo
conflitti molto mediatici, appaiono essere utilizzati soltanto con il fine di
ottenere audience. Per questo ci si domanda se appunto si possa preferire il
tacere piuttosto che. Parlare di queste violenze.
Le testimonianze e la memoria traumatica.
Allora l'antropologo. Si trova davanti ad un piccolo problema, ossia nel
momento in cui cerca di fare un racconto oggettivo e chiaro, che deve
servirsi delle testimonianze anche degli ex torturatori, che chiaramente si
scontrano con le testimonianze sentite emotivamente. Delle delle vittime dei
racconti, ma oltre alla testimonianza diretta, si scontrano anche con la
memoria traumatica, quindi i testimoni indiretti che hanno assorbito
appunto interiormente quel determinato evento e che li ha comunque
turbati psicologicamente. Così da ricordarlo è l'unico modo. Per superare ciò
e tramite la giustizia, che chiaramente porta il più delle volte in realtà una
memoria divisa, ossia da un lato chi vuole dimenticare dall'altro chi non può
fare a meno di ricordare. Intanto è vero che il filone della memoria divisa è
tantissimo diffuso in Italia, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale.
Mito e realtà del conflitto etnico.
Ehm, spesso i giornalisti ritengono che il. La violenza etnica sia uno dei
principali motivi per cui avvengono le guerre. In realtà gli antropologi, così
come per esempio fa notare Fabietti, il motivo per cui avvengono le guerre è
una questione prettamente di dominio e di potere, motivo per cui spesso in
realtà. Eh la lotta, diciamo la violenza etnica è il mezzo più semplice per
raggiungere questa situazione di superiorità. Ovviamente ci si domanda
come sia possibile comunque una violenza di massa o una violenza etnica. E
comunque notiamo nel corso della storia e questo è causato da quello che è
la globalizzazione, in quanto la rottura dei confini, quindi non avere più dei
confini, ha portato al timore di perdere l'integrità della propria società. E, di
conseguenza a scagliarsi contro. Quindi, con l'omicidio il genocidio, quello
che viene definito un intero gruppo che sta creando disturbo alla mia
integrità.

Un continuum genocida.
Ci si chiede spesso come sia possibile che. Cioè appunto il siano esistiti
durante un periodo degli amici cipazione di decolonizzazione delle guerre e la
nascita di lager o di gulag e lo studio deve, diciamo, volgere al delle
domande, sulla logica, su che tipo di sistema economico politico. Fosse in
quel periodo e in quelle determinate situazioni. E soprattutto, cosa ha spinto
i torturatori? Così in massa a compiere questi atti violenti? La risposta sta in
quella che è Hannah Arendt aveva definito la banalità del male. Ossia
l'inconsapevolezza, l'assenza di essere responsabili di un determinato evento
ID. Poiché questo in qualche modo ci è stato ordinato, quindi è come se la
responsabilità non fosse su chi sta commettendo l'atto ma su chi l'ha
ordinato. Quindi colui che commette l'atto risponde che sta esclusivamente
eseguendo un ordine. E quindi non si sente responsabile dell'azione che ha
compiuto. Si parla di un continuum genocidio Perché comunque attualmente
si usa violenza nei confronti delle minoranze o negli ospedali o nelle case di
cura e Enzo traverso diede una spiegazione ben precisa, per cui collego il
concetto di violenza e. Di violenza, quasi seriale e al mondo contemporaneo,
dicendo che è tutto in realtà ha inizio della nascita della ghigliottina francese,
che appunto ha aperto questo, questa visione di genocidi e violenze, appunto
seriali.
Capitolo 15. Parentela, famiglia, genere.

La parentela: relazioni biologiche, sociali e culturali.


La parentela, i matrimoni e le strutture, appunto, di legami sono da sempre
un perno all'interno dello studio antropologico, proprio perché diciamo sono
alla base di una struttura sociale, cioè proprio gestiscono quella determinata
struttura. Sociale chiara. Niente, Eh? Sono legate al piano biologico. E
soprattutto però non possiamo definirle come univoche, ma tuttavia non
sono nemmeno convenzionali, proprio perché la parentela è un punto quasi
di inizio. Proprio una cosa di autonomo e di primario.
Concetti di base per un'antropologia della parentela.

I legami di parentela si distinguono su tre tipi, la discendenza, ossia legami di


filiazione, la collateralità, ossia strettamente legati durante l'atto comune,
come per esempio fratelli e sorelle, oppure la. Mi dà o l'alleanza legati
appunto a seguito di un matrimonio? I legami di parentela possono essere
unilaterali o bilaterali. Quelli unilaterali fanno riferimento soltanto a una
delle due discendenze, quindi, o quello della madre o quello del padre,
mentre quello bilaterale le considera entrambe, ma quando no manca quella
del padre. In realtà, perché altrimenti? Si tratta dei sistemi cognati. Allora il
sistema di parentela bilaterale parte da un individuo ego, dove il triangolo
sono i maschi. I cerchi sono le femmine, il uguale significa matrimonio
diverso significa e. Divorzio e il- e il sesso senza matrimonio, mentre la
lineetta indica la linea di filiazione. Per quanto riguarda invece i sistemi
unilaterali mhm, qua si tratta solo del padre o della madre, quindi sono o
patrilineari o matrilineari E con il legame, appunto. La discendenza da parte
del padre o della madre si crea un gruppo porporato, tanti o lignaggio. Tanti
lignaggi creano poi quello che è un clan. E chiaramente bisogna distinguere,
ma un sistema matrilineare dal matriarcato perché sono due differenze. E
soprattutto malinowski sostiene che bisogna rivedere il concetto di
complesso edipico quando si parla di un sistema matrilineare, in quanto qui il
potere non lo ha il padre, ma. Lo zio Materno, cioè il fratello della madre. E
Morgan, inoltre, evidenzia quanto necessario sia l'utilizzo specifico della
giusta terminologia. E tant'è vero che parla di due tipi di sistemi di termini,
quello descrittivo e quello classificatorio.
Le teorie della parentela.
Ehm. La logica della parentela si Lega a due importanti teorie, una
dell'alleanza e una della discendenza, quella della discendenza e di Evans,
Richard, e sostiene che si crea un gruppo porporato con l'individuo ego e il la
discendenza. Di uno dei due genitori, mentre con l'altro genitore si crea
appunto un'altro gruppo. La teoria invece dell'alleanza è quella di Levi
Strauss proposta nelle strutture di parentela basata appunto sulla logica della
reciprocità, che regola poi il matrimonio. Entrambe hanno come presupposto
la parentela, come un principio autonomo e primario. E è il una visione,
diciamo di subordinazione da parte della donna. Esistono altre teorie, per
esempio, Snyder sostiene che il concetto di parentela in realtà sia un
artefatto dell'antropologia, poiché nonostante si esistono dei legami. E che
permettono appunto di passare tra 1 1 gruppo ad un'altro intervento delle
generazioni dei diritti e degli status, appunto, in di General, che in
generazione, tuttavia, questi non corrispondono sempre con i nostri concetti
di consanguineità. Salins invece si rifà all'etica nicomachea di Aristotele e
sostiene l'esistenza di stessa entità in diversi corpi.
Relazioni di genere.

Si ha il problema della subordinazione in generale della donna e si inizia, più


che parlare di sesso, a parlare di genere e si parla anche dei generi non
considerati, quindi tutto l'aspetto e il campo delle lgbtq+. Bordieau Studio,
una popolazione dell'Algeria androcentrica. E noto come l'inferiorità della
donna fosse legata a una condizione quasi cosmologica, che prevedeva dei
riti che tendevano a villeggiare. Gli uomini e a porre invece dei limiti alle
donne. In tale visione la donna subiva un processo in cui, in assenza di
riflessione. All'andamento in qualche modo, vedi, vedeva naturale questa
subordinazione Bordeaux stesso sostiene appunto che è quasi impossibile
che un subalterno possa slegarsi dal concept, dal suo dominatore o che
appunto, la donna possa emanciparsi. E in realtà me. Ciao, comunque quasi si
avvicina a una teoria per cui questo potrebbe accadere, che sarebbe quella
dell'amore puro, ma che tuttavia non non esplica.

L'amore.
Il concetto di amore viene strettamente legato a un'idealizzazione, si tratta
infatti di tre perni essenziali, Ossia la devozione amorosa, L'intesa sessuale e
il matrimonio. Senza questi tre, in realtà sia una sorta di immoralità o
banalità. Gell Si accorse che gli emenda in Papua Nuova Guinea si legavano.
Con matrimoni combinati. E che quindi l'amore puro, inteso come devozione,
intesa sessuale, poteva essere soltanto selvaggio e nella foresta. Foucoult
Noto che il concetto di sessualità, che di cessa di essere taboo negli anni 70,
in realtà è un modo per. Complicare la politica è quindi un potere astratto
all'interno di questa, di questa concezione giddens. Sosteneva la stessa
teoria, ma diceva che non è un potere astratto, altrimenti questo in qualche
modo eliminava il processo storico che aveva condotto fino a quel momento
e individua una relazione che possiamo dire pura, che oltre l'amore puro,
ossia mette da parte il concetto di. Matrimonio e parla di una possibile
rottura tra, quindi un legame, appunto, sessuale e d'amore.
La famiglia.
Allora la famiglia può essere monogamica o poligamica. Quella poligamica si
divide in poliginica o poliandria. Inizia la famiglia invece, può essere divisa in
nucleare estesa o multipla. Questa quest'ultima è tipica di quella mezzadrile
e si intendono più famiglie legate. Quella nucleare, invece, intende i figli con.
Genitori, mentre quella estesa intende figli, genitori e parenti non sposati e
circa negli anni 60 avremo una nuclearizzazione della famiglia e nel 68 la
famiglia entra a far parte proprio delle istituzioni politiche. Tant'è vero che
con familismo si intende un sottosviluppo etico e sociale. E si avrà una svolta
all'interno del concetto di famiglia, infatti si perde il concetto di famiglia
tradizionale che porta ad una struttura sentimentale maggiore che ha come
conseguenza una ricucitura culturale, ossia andare valore maggiore al
cerimonie e allari riti. E soprattutto grazie agli genetica si riesce a ricucire
quello che appariva totalmente perso, grazie appunto il l'utilizzo del DNA.
Quindi possiamo dire che alla caduta di una famiglia tradizionale si si basa su
una struttura sentimentale che. Diciamo lo specchio comunque il risultato di
una tessitura etica e culturale.

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