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LEsistenzialismo LEsistenzialismo non soltanto una corrente filosofica, ma piuttosto un clima culturale che si esprime in romanzi, nella moda,

, nella musica, nel cinema Esso si sviluppa tra le Guerre Mondiali e si diffuso nei due decenni successivi. LEsistenzialismo, come il Romanticismo, ha dato luogo ad esiti filosofici molto diversi tra i loro (ad esempio alcuni esistenzialisti erano atei, altri profondamente religiosi, alcuni umanisti, altri anti umanisti). Ci si chiede quindi se abbia ancora senso parlare di Esistenzialismo o se questa parola sia un concetto vuoto. Secondo Abbagnano per possibile individuare una serie di concetti che accomunano tutto il clima culturale ad ampio spettro dellEsistenzialismo, come ad esempio: Il tema della finitudine, cio il fatto che gli uomini sono limitati nel tempo, nelle possibilit, e quindi un senso di precariet dellesistenza Il tema dellangoscia e della disperazione Il tema dello scorrere del tempo e del nulla che ci attende. Il tema dellassurdit dei progetti umani Insomma lEsistenzialismo sottolinea in modo netto gli aspetti negativi e problematici della condizione umana dopo le delusioni delle 2 guerre mondiali. Non a caso, recupera le opere filosofiche di Kierkegaard. Si parla perfino di una Kierkegaard Renaissance. LEsistenzialismo nasce nellepoca della crisi dellottimismo, che aveva invece caratterizzato le filosofie dellOttocento (come Idealismo, il Marxismo o il Positivismo, che credevano tutte nel progresso storico, nel valore delluomo). Ovviamente la situazione storica influenz pesantemente il pensiero esistenzialista. Non un caso che fin dagli inizi gli esistenzialisti abbiano recuperato opere della grande letteratura europea che sottolineava la precariet e la problematicit della vita umana. Gli autori di riferimento sono Pascal, Dostoevskij, Kafka (che nel 1912 pubblic Le metamorfosi). LEsistenzialismo poi si riconosce in romanzi ed opere teatrali come quelli di Sartre (1938 La nausea, che parla di un professore di storia che un giorno, al parco, colto da una nausea improvvisa per linsensatezza totale del mondo. Sartre dir anche In fondo la stessa cosa ubriacarsi in solitudine o guidare popoli, perch tutti i progetti umani sono resi insensati dalla morte che ci attende, oppure Linferno sono gli altri, lamore lo sguardo pietrificatore della medusa. A partire dalla Seconda Guerra Mondiale Sartre inizia per a pensare che limpegno e la solidariet umana siano molto importanti , e diventa addirittura marxista) o di Camus (La peste, Luomo in rivolta e Il mito di Sisifo. Sisifo il simbolo della vanit di tutti gli sforzi umani). Il professore Gioanola ha detto che lEsistenzialismo la pi tipica forma filosofica del Decadentismo, intendendo che in entrambi fondamentale il tema della morte come svelamento dellautenticit. Il pensiero della morte rende autentica la vita, allontana dal mondo di chiacchiere e frivolezze della vita banale. C inoltre una profonda affinit tra lEsistenzialismo e lErmetismo, che insiste sugli stessi temi. Ad esempio Ungaretti, nel 1919 pubblic la raccolta Allegria di naufragi. Lidea del naufragio, della vita come fallimento delle speranze tipica di queste opere: La morte si sconta vivendo. Montale invece, in Ossi di seppia (1926), nella poesia Meriggiare pallido e assorto paragona la vita ad una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. Quasimodo invece scrisse Ognuno sta solo sul cuore della terra | trafitto da un raggio di sole | ed subito sera. Caratteri generali della filosofia esistenzialista Lesistenzialismo innanzitutto un indirizzo filosofico che si focalizza sullesistenza delluomo. Il tema dindagine non la scienza (come nel Positivismo), o lassoluto

(Idealismo) o lo sviluppo storico (Marxismo), ma lesistenza, che il modo dessere tipico delluomo e diverso dagli altri enti, con tratti specifici. Esistenza deriva dal latino exsisto, ed indica appunto luscir fuori, il trascendere, landare oltre le condizioni nelle quali ci siamo trovati a nascere. Esistere vuol dire sempre scendere e progettare, diventare ci che abbiamo scelto, andando oltre la datit esistenziale iniziale. Sartre, nellopera Lesistenzialismo un umanismo (1946) dir: Lesistenza precede lessenza. Ognuno i noi, alla nascita, per quanto condizionato dallambiente, non ha ancora unessenza definita. I progetti che caratterizzano lesistenza sono sempre esposti al rischio, potrebbero fallire. In ogni caso tutti gli esistenzialisti sottolineano il fatto che la nostra esistenza incontra un limite invalicabile, la morte, la finitudine. Per tutti gli esistenzialisti, lesistenza, in quanto progetto, possibilit anche un rischio dove in gioco la libert delluomo nel suo porsi in una esistenza autentica o inautentica: il singolo che deve fare la sua scelta. Ma qualsiasi scelta-possibilit sempre un rapportarsi con lessere: tuttavia il termine essere assume significati diversi. Per alcuni, lessere con cui luomo deve rapportarsi Dio-Assoluto: sono gli esistenzialisti religiosi, che i rifanno a Kierkegaard, come Jaspers e Marcel o anche gli ontologicri . Altri ritengono che gli unici rapporti ch luomo possa intrattenere siano rapporti con questo mondo, di cose e persone, per questi lessere esperienziale caratterizzato dallassenza di Dio: sono gli esistenzialisti atei, come Sartre, e Heidegger, che per ha sempre rifiutato di essere considerato un esistenzialista. In conclusione: esistenzialismo come forma di pensiero che condivide la visione dellesistenza, come modo di essere proprio delluomo in quanto in rapporto con lESSERE (IO, GLI ALTRI, IL MONDO, DIO) Modo di essere in relazione in cui lindividuo-singolo finito e irripetibile, situato in una determinata condizione storico-sociale, chiamato a decidere in vista della propria autenticit e realizzazione. Martin Heidegger (1889-1976) Giovane professore alluniversit di Marburgo, aveva cominciato a costruirsi una baita nella foresta nera, ove trascorreva a contatto con la natura molto del suo tempo. Nel 1927 pubblica lopera pi nota, che gli vale letichetta di esistenzialista, Sein und Zeit, in cui tratta lanalisi dellesistenza umana. Per, a partire dal 1930 si verifica nel suo pensiero una Kehre, svolta, tanto da far parlare di un secondo Heidegger. Egli abbandona le riflessioni di carattere esistenzialista e si dedica invece al problema ontologico, sottolineando come lumanit odierna sia prigioniera del dominio tecnocratico, di una mentalit scientistica che cade nel nichilismo. Le opere di questo secondo periodo sono Sullessenza della verit (1930), Sentieri Interrotti (1950), Labbandono (1945), In cammino verso il linguaggio. Nel 1966 Heidegger concesse unintervista dal titolo Ormai solo un dio ci pu salvare, a patto che fosse pubblicata dopo la sua morte. Nel 1933 Heidegger divenne rettore universitario e tenne un celebre discorso, chiamato Lautoaffermazione delluniversit tedesca, con cui intendeva allineare le universit tedesche ai programmi del nazismo. Egli riteneva che soltanto il nazismo avrebbe potuto difendere la cultura europea dalla barbarie tecnocratica degli Stati Uniti e dellURSS, i due mondi dove labuso tecnologico sembrava dominare. Heidegger rimase in carica come rettore soltanto per un anno, poi si dimise e cominci a prendere le distanze dal regime nazista: probabilmente aveva compreso che anche il nazismo nascondeva unanima tecnocratica. Cominci a

trascorrere periodi sempre pi lunghi nella baita, scrivendo opere sempre pi complesse. Al termine della guerra gli fu sequestrata la casa e gli fu proibito di insegnare. La differenza ontologica tra essere ed ente La peculiarit del pensiero di Heidegger sta nellaver voluto riproporre antichissimi problemi della filosofia occidentale, come il problema dellessere, in unepoca caratterizzata dal dominio della Gestell (congegno), della tecnica. Heidegger si sempre considerato prima di tutto un ontologo e non un esistenzialista. Per Heidegger il problema fondamentale rispondere alla domanda che cosa lessere?, e quindi trovare il senso dellessere. Ma Heidegger, sia nella prima fase che nella seconda, ha sempre tenuto chiara la distinzione tra essere ed ente. Lessere non lente. Lente ci che , che ha essere. Invece lessere ci che fa si che lente sia, il Grund, il fondamento. Lessere la ratio essendi, la ragion dessere degli enti. Ma lessere non una cosa, un ente, e proprio per questo non potr mai essere precisato, descritto. In questo senso lessere sfugge. Bisogner dire che lessere fondamento abissale, un fondamento senza fondo, un fondamento indefinito, un luminoso nascondersi, cio un quid che si nasconde ai tentativi di definizione e traspare attraverso gli enti. Associato allessere quindi sempre il senso del Geheimnis. Dopo il 1930, questi temi giungono a piena maturazione e proprio alla luce di questi concetti, Heidegger criticher la metafisica occidentale, che, da Platone a Nietzsche, non ha fatto altro che cosalizzare, entizzare, reificare lessere: La metafisica oblio dellessere. La conseguenza di ci il nichilismo che impesta le nostre vite, che Heidegger definisce come nella dimenticanza dellessere, promuovere solo gli enti. Luomo si sente padrone degli enti, quando dovrebbe essere padrone dellessere. Holderling defin questepoca come lepoca della povert estrema, caratterizzata dal trionfo del pensiero calcolante, cio della mentalit tecnocratica, positivista e neopostivista, mentre il compito dei pensatori quello di combattere per il pensiero rammemorante, che tiene desto il senso del mistero. Per questo Heidegger rifiuta il linguaggio scientifico, preferendogli invece la poesia che la casa dellessere, perch allusiva e non descrittiva. Le riflessioni ontologiche di Heidegger lo avvicinano alla teologia negativa di Plotino, che sosteneva che Dio indescrivibile e che la parola Uno fosse solo la meno inadeguata per nominarlo. Essere e tempo, lanalitica esistenziale Essere e tempo unopera incompiuta, dedicata interamente alla domanda che cos lessere, a trovare il senso dellessere. Lopera incompiuta perch Heidegger riconobbe di non saper continuare, i concetti filosofici occidentali risultavano insufficienti a definire lessere. Per capire cos lessere bisogna impostare la domanda su: 1) ci che si domanda: lessere che sempre un cercato. 2) ci a cui si domanda: linterrogato che luomo come Esserci 3) ci che si trova domandandosi che cos lessere: il ricercato che il senso dellessere. Visto che non lente a potersi porre la domanda che cos lessere, allora sar lUOMO ad essere interrogato e come tale ha un primato ontologico: egli un ESSERCI, e per prima cosa, quindi, si deve analizzare il modo dessere delluomo.

Per questo lontologia diventa analitica esistenziale. Heidegger non parla di uomo, ma di Da-sein (esserci) e si propone di individuare le strutture fondamentali della sua esistenza: lessere-nel-mondo; la cura Ancora un passo: Il modo dessere dellEsserci delluomo lESISTENZA. Analitica esistenziale analisi dellESISTENZA dellesserci. Caratteristiche: 1. Si pu porre la domanda che cos lessere e quindi pu rapportarsi allessere in generale. 2. Esistenza possibilit dessere ovvero la possibilit dEsserci che lesserci deve scegliere. Luomo non semplice-presenza ma un continui progettarsi un ex-sistere (essere fuori, al di la di s come progetto, come possibilit). Da ci luomo trascende la sua esistenza nel porsi la possibilit desserci e come tale luomo un ente il cui essere perennemente in gioco come possibilit tra autenticit e inautenticit. 3. Ogni possibilit si pone al SINGOLO uomo: la comprensione esistentiva-ontica che concerne lesistenza singola determinata. Le strutture generali dellesistenza, invece, si definiscono comprensione esistenzale-ontologica ed teoretica. Ovvio che non esiste che unesistenza singola, da cui lesistenziale si radica nellesistentivo e lontologico nellontico. 4. Il METODO della comprensione esistenziale (strutture fondamentali dellessere) quello FENOMENOLOGICO: si punta direttamente sulle cose, si descrive in maniere imparziale e obiettivo le strutture essenziali dellessere. Loggetto dellindagine fenomenologica ontologica dunque la struttura dellessere a partire dallontico: la quotidianit e la mediet: dove lEsserci si trova innanzitutto e per lo pi. Lessere-nel-mondo e lesistenza inautentica La prima struttura ontologica dellEsserci-quotidiano il suo essere-nel-mondo ossia il prendersi cura delle cose che gli occorrono Lessere-nel-mondo (In-der-Welt-sein) come progetto gettato, cio come trascendenza: luomo esserci nel mondo perch qui, in una particolare situazione, in rapporto con le cose. Luomo si trova in questa situazione senza volerlo, per questo gettato. Dire che lessere delluomo esserci significa anche definire luomo in senso antisolipsistico ed antidealistico: se luomo esiste nel mondo, allora anche il mondo deve necessariamente esistere. Luomo un agente modificatore del mondo, in questo senso progetta e trascende il mondo (qui la trascendenza): non uno spettatore disinteressato, cerca di realizzare le proprie scelte. Cos facendo incontra le cose e considera le cose come strumenti da utilizzare per realizzare i propri progetti. Ecco perch lessere delle cose la loro utilizzabilit, la Zuhandenheit. Luomo, progettando e modificando il mondo si serve delle cose, ad esempio, un albero diventa legna, una stella un punto dorientamento. Con i propri progetti luomo trascende, va oltre la situazione iniziale in cuoi casualmente si trovato a nascere e il mondo progettato secondo un piano di UTILIZZABILITA. I Significati sono dati alle cose mentre luomo li progetta per utilizzarli. Il livello quindi prendersi cura delle cose per utilizzarle. La cura (Sorge): luomo in quanto nel mondo si cura, si preoccupa di ci che lo circonda: qui il livello nellAVER CURA degli altri. Questo perch lesistere strutturalmente apertura agli altri, aver cura di

Heidegger distingue, luomo si prende cura delle cose, mentre ha cura degli altri. Aver cura degli altri d vita alla COESISTENZA, al Mit-sein, che la prima struttura dellessere, perch strutturalmente luomo apertura agli altri aver cura. La COESISTENZA che pu assumere due forme: pu essere coesistenza inautentica o autentica 1. La coesistenza inautentica il rapporto che si stabilisce quando un uomo intende sottrarre agli altri le loro preoccupazioni, proteggendoli, anticipando i loro bisogni: si prende cura delle loro cose; in questo modo per essi non realizzano a pieno se stessi e le proprie possibilit, restando vincolati. Il tema della coesistenza inautentica era gi stato affrontato da Fichte, che sosteneva che il compito dei genitori quello di rendersi inutili. La coesistenza autentica latteggiamento di chi non toglie allaltro le preoccupazioni, ma lo aiuta ad affrontarle, a realizzarsi-progettarsi liberamente. DALLA COESISTENZA ALLA COMPRENSIONE ESISTENZIALE: la struttura dellessere sempre un esserci gettato nel mondo che deve continuamente progettarsi. La trascendenza esistenziale una comprensione dellesistenza singola che pu partire da se stesso o dal mondo-dagli altri. Anche qui avremo inautenticit-autenticit a riguardo della comprensione.

A. COMPRENSIONE-ESISTENZA INAUTENTICA: si ha quando il punto di partenza il mondo e gli altri. La categoria fondamentale dellesistenza sempre la CURA, ma nella comprensione inautentica si crea una ESISTENZA ANONIMA perch dovendosi realizzare-progettare il proprio esserci gettato nel mondo, si assume come categoria lanomimo SI DICE, SI FA: si assumono categorie ufficialiconvenzionali, quelle comuni del mondo, quelle che velano lessere proprio. 3 dimensioni dellesistenza inautentica: il linguaggio che diviene CHIACCHIERA (si fonda sul si dice), la CURIOSITA che la conoscenza per le cose per ci che appaiono, LEQUIVOCO come conseguenza della chiacchiera e della curiosit: non si sa neppure ci che si dice. (H. aggiunge anche la morale, il conoscere scientifico e mondano, lo spazio-tempo: un po tutto espressione dellesistenza inautentica-anonima). Nella comprensione inautentica-anonima, luomo cade a livello delle cose del mondo: la DEIEZIONE.E un dato di fatto del circolo esistenziale: partiamo dallesserci gettati nel mondo, nel rapporto con il mondo e la cura delle cose diveniamo UN FATTO che particolarmente evidente nella situazione emotiva dove coglie di essere abbandonato ad essere ci che di fatto. Nella situazione di deiezione situazione emotiva lesserci fa un passo in dietro, mentre nella comprensione esistenziale chiamato a progettarsi in avanti: sentimenti prodotti sono paura e angoscia. Ma nella comprensione ricomincia a progettarsi in avantiattraverso la categoria della CURA DI, per poi cogliere che gran parte della sua esistenza anonima, gettata nel mondo, in condizione di fatto-deiezione. CIRCOLARITA ESISTENZIALE: deizione-cura di - inautenticit esistenza autentica B. LESISTENZA AUTENTICA.

a) La morte. Qui siamo non pi nelcampo della quotidianit-inautenticit, ma in quello della TOTALITA dellesistenza che sar quella autentica e della comprensione esistenziale a partire da SE STESSI. Luomo si trova gettato a nascere, a dover scegliere condizionati dal modo in cui cresciamo ed infine a morire. Siamo limitati dal tempo. Lessere dellesserci quindi anche temporalit. Le possibilit che abbiamo davanti non sono tutte equivalenti, perch esiste una possibilit da cui non possiamo fuggire, certa ed insormontabile, la morte. La morte la possibilit che tutte le possibilit diventino impossibili. Nonostante sia certa, fino al momento di morire, la morte stessa rimane solo una possibilit:quando giunge, per, annulla tutte le altre. Heidegger definisce quindi lesistenza autentica come lessere-per-la orte, quale scelta comprensiva dellesistenza e come tale apre lEsserci alla sua dimensione pi autentica liberandolo dalle illusioni dellesistenza inautentica che per sfuggire la paura della morte si getta nella cura delle cose del mondo. La morte, la meditatio mortis, pu condurci a pensare che tutti i nostri progetti sono destinati a sfumare, che lesistenza stessa un nulla. La maggior parte degli esseri umani, vivendo, sceglie una qualche possibilit particolare come quella definitiva e costitutiva della propria esistenza. Accade per cos che gli uomini si affannino e si affaccendino tra le cose nel tentativo di realizzare questo preciso progetto, disperdendosi tra di esse. Il meccanismo che sta alla base dellesistenza inautentica la deiezione, cio la caduta delluomo sul piano delle cose, la caduta dellesserci sul piano ontico. La deiezione un meccanismo che noi mettiamo in atto per non pensare alla morte e al nulla che ci attende, quindi anche in Heidegger compare una sorta di divertisment pascaliano, anche se Pascal non credeva che dopo la morte ci fosse il nulla eterno. Riprende anche Kierkegaard: gli uomini preferiscono provare paura, verso qualcosa di definito, che angoscia, che saccompagna al pensiero della morte. Lesistenza inautentica quella delluomo che vie nel mondo del man, del si, dellimpersonalit: caratterizzata dalla banalit, dalla chiacchiera, dalla curiosit ed equivoco. Per riempire il vuoto interiore luomo inautentico chiacchiera, spettegola, cerca cose nuove e cade nellequivoco. Lesistenza autentica, intesa come essere-per-la-morte (zum Tod sein): nelluomo esiste per la voce della coscienza, che ci chiede di essere onesti con noi stessi, e ci richiama ad unesistenza autentica. Lesistenza autentica consiste nellessere per la morte, caratterizzata dal pensiero della morte. Luomo assume la decisione anticipatrice della morte, che non il suicidio, ma lassunzione lucida della morte, la sua comprensione. Lesistenza autentica caratterizzata dl coraggio davanti allangoscia che accompagna il pensiero della morte e ci pone dinnanzi alla nullit della nostra vita e dei nostri progetti. La vita autentica vissuta con ataraxia, con distacco. Bisogna vivere fuggendo le illusioni del Si, dellanonimato e continuare a vivere le situazioni quotidiane, seguendo il proprio progetto, ma con questa fredda lucidit e distacco.

La scelta anticipatrice della morte, come decisione nellangoscia, apre lessere alla sua autenticit: la struttura autentica dellessere il suo essere-per la morte, quale possibilit scelta: dallesistenza inautentica-anonima quotidiana si rientra allautenticit. La voce della coscienza richiama luomo allautenticit: lesistenza stessa che richiama se stessa (no concezione moralistica della coscienza). Ma qual il vero fondamento dellESSERCI a cui la coscienza richiama? Qual lessenza propria dellESSERE? E il nulla della possibilit originaria: ogni progetto rinuncia ad altri, esclusione di progettalit (ecco la nullit), e nulla dellesserci come fondamento a se stesso, in quanto sempre chiamato a progetarsi-in avanti. Doppia nullit: fondamento dellesserci e nulla come possibilit di progettazione, come punto di partenza (nulla originario). Lessere autentico lessere-per la morte, ovvero la decisione autocomprensiva presa nellangoscia, partendo dal sentimento di colpevolezza originaria (Lesserci come essere finito), DECIDE IL NULLA, di scegliere la morte-il nulla (che la possibilit estrema, il nulla in s scelto). Cos lesserci autentico e pu vivere il suo quotidiano perch NEL SENTIMENTO DELLANGOSCIA HA deciso IL NULLA: non gli rimane che anticipare e progettare questo nulla e prende possesso della propria finitudine. La negativit non solo della morte-fine ma come struttura dellesserci autentico il cuore di essere e tempo: cura=nulla, Esserci=nullo fondamento di una nullit. Il tempo e la storia Se Esserci Cura, il senso della Cura (ovvero che che rende possibile e comprensibile la Cura) la temporalit. La temporalit la condizione fondamentale che permette allesserci il realizzarsi nelle sue strutture e determinazioni: - FUTURO: Eseerci come progetto. E dimensione fondamentale del tempo - PASSATO: Esserci come esser-gettato - PRESENTE: la deiezione dellesserci nellesistenza inautentica delle cose del mondo. - LATTIMO della decisione per la morte. Esserci dunque TEMPO. La storicit dellEsserci dunque costitutiva per lesistenza dellEsserci: essa fatta di possibilit gi realizzate che lesserci assume liberamente, ripetendole: ecco il destino che non restaurazione del passato ma scelta deliberata di ripetere la possibilit-progetto gi realizzato. Ci quanto pu fare lesserci nel suo rapportarsi al nulla. IL SECONDO HEIDEGGER: la svolta ontologica Nellanalitica trascendentale, interrogando lente-Esserci sul senso dellessere, ha risposto che tale senso il NULLA. Da ci si comprende che non si pu interrogare lente circa il senso della sua stessa esistenza. In Introduzione alla metafisica Heidegger distrugge tutta la metafisica classica, affermando che essa stata solo FISICA in quanto ha preteso di interrogare gli enti circa il loro essere e negli enti si persa: da Aristotele nella dottrina dellessere come atto puro, al logico esito nichilistico di Nietzsche. Colpevole di questo il rovesciamento operato da Platone, per il quale lessere fondato sulla VERITA (in greco svelamento aletheia), e la verit la normativit e loggettivit del pensiero umano, e non al contrario lessere che si svela come vero.

Conclusione: lontologia, ossia il disvelamento dellessenza dellessere pu essere operato non da un ente, ma dallessere stesso che si svela come VERO, e luomo si apre rendendosi disponibile allessere, in libert. Apertura e libert delluomo dinnanzi allessere che si svela come vero sono condizioni imprescindibili. Dunque verit e libert coincidono, perch luomo che liberamente si apre allesserevero che si svela RICOMPRESO nella verit dellessere. Ma la libert UN DONO dellessere alluomo e non un suo sforzo. Infine: lessere si SVELA mai totalmente, ma parzialmente nelle epoche, nellEVENTO come un ACCADERE e si svela e si nasconde. Le epoche-storia sono le parziali svelamenti-nascondimenti dellessere e sono erramenti dellente. Secondo: si svela-nasconde mai DIRETTAMENTE ma attraverso le cose, ovvero nelle 4 mediet dellessere svelato: terra-cielo-divino-mortale. Nel secondo Heidegger lesistenzialismo sparito, o meglio ha costituito la parte negativa dellontologia: ora esistenza stare alla luce dellessere e accoglierne lo svelamento, nel quale luomo coglie ci che . Qui luomo non padrone dellENTE ma pastore dellessere perch non possiede il suo gregge ma lo deve solo custodire. Ogni pensiero sempre pensiero dellessere (genitivo sia in senso soggettivo che oggettivo) e non produce scienza (perch lessere che pensa) ma solo conduce luomo allabbandono allessere. Di conseguenza anche la TECNICA appartiene alloblio della metafisica che presuppone di potere conoscere-possedere-utilizzare lessere e in essa lente esprime la sua volont di potenza. Essa parte della storia dellessere. Il LINGUAGGIO lunica vera manifestazione dellessere: nel linguaggio poetico c la casa dellessere, perch attraverso i nomi e le parole dei poeti lessere si dona-svela nel suo significato. Luomo deve ascoltare.

JASPER Esistenza e situazione Collegamento a Kierkegaard: singola esistenza e chiarificazione filosofica. 1. Essere DASEIN: esserci in SITUAZIONE CONCRETA di fatto. 2. La ricerca dellessere un ORIENTAMENTO nel MONDO: lesserci cerca oggettivit tra le cose del mondo, ma anche UNITA E TOTALITA, ma non trova che le leggi universali della scienza, che

sono il limite della conoscenza oggettiva. Il mondo rimane sempre il limite trascendente della ricerca nel mondo di orientamento, ed irraggiungibile. Da ci: si allarga la prospettiva: il mio mondo, che il mio punto di vista della totalit si scontra con il COSMO che lINFINITO di Anassimandro. Cosmo che conglobante il mio mondo-totalizzante e orientante, e che lo mette in scacco frantumando la sua pretesa di conoscibilit: il cosmo non conoscibile, cos come non lo il mondo. Cosa rimane di questa pretesa oggettivizzante il mondo? Rimane la mia SINGOLA ESISTENZA: il mio punto di vista soggettivo: io sono la mia stessa intuizione del mondo. La mia situazione esistenziale lunica realt da cui partire e che non pu essere OGGETTIVATA n da me stesso (che ne sono il soggetto), n dal di fuori: IDENTICA A ME STESSO La mia esistenza singola, che identica a me stessa, la mia SCELTA, che quella libera: quella che non posso non fare perch scelta nel e del dasein: la mia situazione nel mondo. Io sono ci che scelgo di essere (libert) ma non posso che scegliere ci che in realt sono in una situazione GIA DETERMINATA: il mio popolo, la mia lingua, i miei genitori ecc. Trascendenza, scacco e fede. Lesistenza radicata nella situazione in cui sono, in necessit, alla ricerca dellessere che sempre afferrabile nella forma di questo/quello finito ma inafferrabile come totalit comprensiva e orizzonte intrascendibile: lesistenza una radicale impossibilit di esistenza. Limpossibilit dellesistenza costitutivo. Da ci compare il Trascendente come radicale impossibilit di essere raggiunto, perch mai compreso nei suoi limiti, lessere si rivela allesistenza come radicale impossibilit di essere, e quindi come necessit assoluta e radicale Le cifre sono i simboli nei quali la Trascendenza si fa sperimentare: una poesia, persona ecc. sono simboli della Trascendenza che io devo interpretare partendo da me stesso, dalla mia esistenza e come tale ulteriore conferma che io sono quello che sono qui ed ora: la mia esistenza. Le situazioni limiti, sono quelle dove la TRASCENDENZA si rileva pienamente come necessitimpossibilit dellesistenza: sono necessit costrittive dove non ha senso ribellarsi: il non poter non: vivere o morire (non si pu non morire, ed inutile ribellarsi: il Trascendente si rivela come necessit urto): qui la trascendenza presente come impossibilit per luomo di superarle, e come tale sono lo scacco per luomo: cerca di comprenderle e superarle e non ci riesce cos la Trascendenza si rivela come NECESSITA DELLESSERE. Conclusione: dinnanzi alla Trascendenza che si rivela come necessit e come scacco al singolo, unica posizione quella della RASSEGNAZIONE e del SILENZIO. Qui il sapere del Trascendente pu anche divenire superstizione. No fedi positive, ma la fede lunica via al Trascendente positivo SARTRE Lessere e il nulla. Saggio di ontologia fenomenologica. Esistenza e libert.

Sartre stato il maggiore rappresentante dellesistenzialismo francese (insieme ad Albert Camus e a Simone de Beauvoir). Poligrafo, si trovato a suo agio nei pi diversi generi letterari : dal saggio al romanzo, dal teatro alle grandi opere filosofiche allarticolo giornalistico. Nel 1964 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura che per Sartre rifiut. E morto a Parigi, nel quartiere latino, al numero 47 di rue Bonaparte, nel 1980. Sartre inizi con studi di psicologia fenomenologica: lio, limmaginazione e le emozioni, in opposizione alle concezioni contemporanee che erano dominate da una visione naturalistica dei fatti psichici e dal primato assegnato al problema della conoscenza. Sartre ritiene che la fenomenologia di Husserl permetta di cogliere i significato autentico dei vari fenomeni psichici, grazie al concetto di intenzionalit, che consente di evitare la riduzione sia del soggetto alloggetto e sia delloggetto al soggetto, ossia gli scogli opposti di realismo-materialismo e idealismo. A differenza di Husserl poi, Sartre ritiene che il rapporto tra la coscienza ed il mondo non sia di tipo soprattutto conoscitivo. Lego soltanto una delle modalit della coscienza, non labitante della coscienza, ma la modalit riflessa, che secondaria rispetto alla modalit irriflessa, mentre le emozioni sono delle modalit essenziali e non secondarie nelle quali la coscienza si rapporta al mondo e gli conferisce un significato. Lessere dellio dunque apertura al mondo, essere-nel-mondo che si rapporta attraverso le EMOZIONI. Meglio ancora, lego non "nella coscienza, ma fuori, nel mondo : un ente del mondo come lio di un altro". Il che vuol dire che luomo quellessere la cui apparizione fa s che esista un mondo. E luomo che d senso al mondo, mentre il mondo, di per s, non ha alcun senso. Questultima tesi viene rielaborata in forma letteraria nel famoso romanzo La nausea (1938), in cui si narrano le vicende di un certo Antoine Roquentin, il quale, riflettendo sulle ragioni della propria esistenza e del mondo che lo circonda, ha lesperienza rivelatrice della nausea. La nausea il sentimento che ci invade quando si scopre lessenziale assurdit e contingenza della realt. Leggiamolo dalle parole stesse di Sartre. Ecco un brano : "Il mondo questo grosso essere assurdo. Non ci si poteva nemmeno domandare da dove uscisse fuori, tutto questo, n come mai esisteva un mondo invece che niente. Non aveva senso, il mondo era presente dappertutto, davanti, dietro. Non cera stato niente prima di esso. Niente. Non cera stato un momento in cui esso avrebbe potuto non esistere. Era appunto questo che mirritava : senza dubbio non cera alcuna ragione perch esistesse, questa larva strisciante. Ma non era possibile che non esistesse. Era impensabile : per immaginare il nulla occorreva trovarcisi gi, in pieno mondo, da vivo, con gli occhi spalancati, il nulla era solo unidea nella mia testa, unidea esistente, fluttuante in quella immensit : quel nulla non era venuto prima dellesistenza, era unesistenza come unaltra e apparsa dopo molte altre". Scoprire che il mondo non ha senso, che assurdo, provoca la nausea. Sartre scrive ancora : "Lessenziale la contingenza. Voglio dire che, per definizione, lesistenza non la necessit. Esistere essere l, semplicemente : gli esistenti appaiono, si lasciano incontrare ma non li si pu mai dedurre. C qualcuno, credo, che ha compreso questo. Soltanto ha cercato di sormontare questa contingenza inventando un essere necessario e causa di s. orbene, non c alcun essere necessario che pu spiegare lesistenza : la contingenza non una falsa sembianza, unapparenza che si pu

dissipare; lassoluto, e per conseguenza la perfetta gratuit. Tutto gratuito, questo giardino, questa citt, io stesso. E quando vi capita di rendervene conto, vi si rivolta lo stomaco e tutto si mette a fluttuare ecco la Nausea". La vita di Roquentin si scopre dunque priva di senso; nessun scopo riesce pi ad orientarla; egli esiste come una cosa, come tutte le cose che emergono, nellesperienza della nausea, nella loro gratuit ed assurdit. "Ogni esistenza nasce senza ragione, si protrae per debolezza e muore per combinazione". LESSERE NEL MONDO della coscienza anche possibilit di modificazione magica della realt mediante lIMMAGINAZIONE: ecco allora la LIBERTA dagli ostacoli del contingente che io supero mediante limmaginazione. La libert la capacit di trascendere la realt mediante limmaginazione, alla luce di un possibile. Quindi anche capacit di negare il mondo Ne Lessere e il nulla (1943), Sartre giustifica le stesse idee in un saggio filosofico di ampio respiro che esprime i concetti che diverranno famosi di un clima esistenziastico del Dopoguerra : assurdit, non senso, nulla ecc. E la domanda sullessere Procedendo fenomenologicamente lessere ci dato in due maniere: 1. Lessere in s: La coscienza dice Sartre sempre coscienza di qualche cosa, e di qualche cosa che non la coscienza : questo essere definito da Sartre come lessere-in-s o, brevemente, lin-s. In altri termini, sono tutte le cose che non sono la coscienza, gli oggetti che incontriamo ecc. e con cui la coscienza entra in rapporto nel mondo. Lessere-in-s ci che , non possibile n necessario, semplicemente. 2. Lessere per s. La coscienza viene invece definita da Sartre come lessere-per-s o, brevemente, per-s, che indica che essa presenza a s stessa. In altri termini : io ho coscienza degli oggetti del mondo, ma nessuno di questi oggetti la mia coscienza. Se poi la coscienza presenza a se stessa, questa presenza a se stessa implica una sorta di scissione, di separazione interiore nellessere della coscienza perch essa fonda se stessa in quanto si determina perpetuamente a non essere lin-s. Lin-s il dato, il per-s la coscienza che conferisce significato al dato: essa dunque il NULLA non inteso come non-essere, ma la coscienza che sorge come NULLIFICATRICE del dato e SIGNIFICAZIONE del dato rispetto allin-s

La realt umana quindi, per Sartre, nullificazione, mancanza di essere. Il nulla, nel linguaggio sartriano, la condizione necessaria del per-s, cio della coscienza umana, che fa sempre lesperienza del nulla in ogni atto dellesistere e dellagire. Questo dimostrato ad es. dal desiderio : esso non forse un bisogno di completamento poich desidero ci che mi manca, ci che non ho ? Ma non solo : si pensi alla figura di un cerchio incompiuto, ad un quarto di Luna : essi non mancano forse qualcosa per la coscienza, la quale si aspetta o pretende il loro completamento, e cio quello che non ? Analogamente, tutti i tratti della realt umana sono visti da Sartre come rapporti di nullificazione : ad es. la conoscenza tale perch loggetto si presenta alla coscienza come ci che non la coscienza;

oppure gli altri, le altre persone : laltra esistenza tale in quanto non la mia, anzi qui la negazione reciproca. La libert proprio la condizione della coscienza che DEVE nullificare il dato che le fuori (le persone che incontro in una stanza) per significarle: sono belle, brutte ecc. Questa la CONDANNA della coscienza libera nullificante, che ontologicamente chiamata ad essere libera Il nulla dunque intrinsecamente legato allessere, ma non generato dallessere, bens dallessere della coscienza che, come abbiamo gi detto, si perpetua a non essere lin-s. Ma, per potere fare ci, per poter decidere continuamente di non essere lin-s, la coscienza vivere in una condizione particolare, deve cio essere libera. E in effetti, per Sartre, la coscienza assolutamente libera. E per libert Sartre intende proprio quella possibilit di nullificazione o rottura del mondo che la struttura stessa dellesistenza umana. Luomo inoltre perpetuamente minacciato dalla nullificazione della sua scelta attuale, , in altri termini, perpetuamente minacciato di scegliersi, quindi di diventare altro da quello che . Luomo, dice Sartre, "condannato ad essere libero" nel senso che "condannato" perch non si creato da s, ma, una volta nato, per responsabile di tutto quello che fa, del suo progetto fondamentale, della sua vita e di quella degli altri. Dunque tutto ci che accade alluomo dipende dalla libert e dalla RESPONSABILITA della scelta originaria. Da questo punto di vista, nulla di ci che accade alluomo, per quanto terribile sia (GUERRA), pu essere detto inumano, poich tutto dipeso dalluomo, DALLA SUA LIBERA RESPONSABILITA che ha scelto. E nessuno ha scuse : se si fallisce, si fallisce perch si scelto di fare fallimento. Nelle sue scelte responsabili di significazione si SCONTRA con laltro che opera la stessa nullificazione-significazione: linferno sono gli altri. Lamore assurdo, perch possesso dellaltro pieno, NO in nome della condanna alla libert esistenziale Dalla teoria dellassurdo alla dottrina dellimpegno. Luomo quindi si sceglie. La sua libert incondizionata (perch egli pu mutare in ogni istante, labbiamo gi detto, il suo progetto fondamentale). E come la nausea costituiva lesperienza metafisica che rivelava la gratuit e lassurdit dellesistenza e delle cose e dellesistenza (io sono gettato nel mondo in una vita che non ho scelto di vivere in un essere che non ho scelto di vivere come libert), cos langoscia lesperienza metafisica del nulla, cio della libert incondizionata delluomo, che pu ad ogni momento cambiare ci che e diventare qualcosaltro. Se le cose del mondo sono gratuite, prive di senso e di fondamento, allora solo luomo che pu dare ad esse un valore e un senso. Luomo quindi lessere "per cui i valori esistono". Una volta stabilito questo, per, per Sartre bisogna riconoscere che, in fondo, tutte le attivit umane sono equivalenti e che tutte sono votate per principio allo scacco e al fallimento (ecco il tanto contestato pessimismo sartriano ) ! "E la stessa cosa scrive Sartre in fondo, ubriacarsi in solitudine o condurre i popoli. ".

Reazione delluomo al fallimento. Luomo cerca indubbiamente di porre rimedio a questa situazione : luomo infatti quellessere che progetta di essere Dio! Cio pone se stesso a fondamento di se stesso e unifica lin s con il per s! Ci impossibile perch la coscienza sorge dope lessere e come nulla dellessere e non pu essere creatrice di se stessa Tuttavia, luomo non pu che essere un Dio mancato, una passione inutile Luomo si proietta sempre al di l di se stesso, ricerca sempre un valore fondato e fondante, mentre, deve ammettere, prima o poi, lo scacco finale : le attivit umane sono tutte equivalenti perch tendono a sacrificare luomo per far nascere la causa di s, Dio, ma poich questo impossibile, tutte sono votate allo scacco. Anche perch c sempre un altro a contrastare questo progetto. Laltro, dice Sartre, colui che mi fissa e mi paralizza col suo sguardo; mentre, fino a quando laltro non cera, io ero completamente libero, ero cio soggetto e non oggetto. Quando appare laltro, nasce il conflitto. Ecco perch "linferno sono gli altri" (A porte chiuse, 1945). Ne Lesistenzialismo un umanismo (1946), Sartre cerca di smorzare il pessimismo delle sue tesi precedenti. Anzi si dichiara apertamente per lesistenzialismo e lo considera una dottrina dellimpegno e della responsabilit. Lesistenzialismo viene da lui definito come quella dottrina per la quale "lesistenza precede lessenza", nel senso che luomo, in primo luogo esiste, cio si trova nel mondo, e dopo si definisce per quello che o vuole essere. Se dunque lesistenza precede lessenza, non sar mai possibile spiegarla in riferimento ad una natura umana data e immodificabile. In altre parole, non c determinismo, luomo libero, luomo libert. E se luomo libero, anche responsabile di quello che fa. Cos, dice Sartre, il primo passo dellesistenzialismo di mettere ogni uomo in possesso di quello che egli e di far cadere su di lui la responsabilit totale della sua esistenza. E quando luomo sceglie, sceglie anche per tutti gli uomini. Cos la nostra responsabilit molto pi grande di quello che potremmo supporre, poich essa obbliga lumanit intera. "Se Dio non esiste scrive Sartre non troviamo davanti a noi dei valori o degli ordini in grado di legittimare la nostra condotta. Cos non abbiamo delle giustificazioni o delle scuse. Siamo soli, senza scuse. E ci che esprimer con le parole che luomo condannato ad essere libero. Condannato perch non si creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perch, una volta gettato nel mondo, responsabile di tutto ci che fa". In conclusione, lesistenzialismo una dottrina ottimistica perch afferma che il destino delluomo nelle mani delluomo stesso e che luomo non pu nutrire speranza se non nellazione. Nellultima sua grande opera di contenuto teoretico, la Critica della ragione dialettica (1960), Sartre presenta la teoria dellazione e della storia come una reinterpretazione originale dei rapporti tra esistenzialismo e marxismo. In primo luogo la libert, che nelle opere precedenti era stata considerata da Sartre come assoluta e incondizionata, viene adesso ridimensionata. Luomo sempre dichiarato libero ma la sua libert dipende anche dagli altri e dal contesto sociale in cui si trova. "Dire di un uomo ci che egli , significa dire ci che egli pu e reciprocamente : le condizioni materiali della sua esistenza circoscrivono il campo delle sue possibilit cos il campo del possibile lo scopo verso il quale

lagente oltrepassa la sua situazione obiettiva. E questo campo, a sua volta, dipende strettamente dalla realt sociale e storica". Perci Sartre dice di accettare la concezione materialistica di Marx, per cui "il modo di produzione della vita materiale domina in generale lo sviluppo della vita sociale, politica e intellettuale". Egli rifiuta per nettamente il materialismo dialettico di Engels. Sartre rifiuta in primo luogo le leggi della dialettica della realt proposte appunto da Engels dicendo che "questa dialettica pu effettivamente esistere, ma bisogna riconoscere che non ne abbiamo la bench minima prova". Egli insomma non accetta le leggi proposte da Engels come regole che guiderebbero lo sviluppo della natura, della storia e del pensiero. Lammissione di quelle leggi, secondo Sartre, implicherebbe un "beato ottimismo" che proclama un finalismo di tipo hegeliano e, cosa ancora pi inammissibile, ridurrebbe luomo ad un semplice strumento passivo della dialettica, incapace di sottrarsi al pi rigido determinismo. La dottrina della dialettica nota Sartre diventata oggi una sorta di dogma per cui il marxismo odierno "non sa pi di nulla : i suoi concetti sono Diktat; il suo fine non pi di acquistare cognizioni, ma di costituirsi a priori come sapere assoluto". E poich il marxismo ha dissolto gli uomini "in un bagno di acido solforico", lesistenzialismo ha potuto invece "rinascere e mantenersi perch affermava la realt degli uomini". La concezione dialettica della storia di Sartre, dunque pone come SOGGETTO DIALETTICO luomo e i suoi bisogni: questi creano il circolo dialettico dove luomo pu trovarsi anche nella condizione di alienazione ma che stata prodotto da lui stesso. Inserita nel mondo dellesperienza vissuta luomo subisce la dialettica perch la fa. Alienazione nei rapporti con la natura ed anche nei rapporti con gli uomini: serie e gruppo. La serie la massificazione degli uomini, collettivit che risponde a disciplina-ordini e sono individui latentemente ostili fra loro. Gruppo invece scelta libera di aggregazione contro un pericolo: dialettica che forma una fratellanza-unione per uno scopo: la rivoluzione. Ma finita la rivoluzione, il gruppo tende a ritornare ad essere serie, e qui si ripropone lalienazione. Come uscirne? Sartre non completa lopera e muore (1980) NOTA BIOBIBLIOGRAFICA Jean-Paul Sartre nacque a Parigi il 21 Giugno 1905. Studi alla Scuola Normale, dove trov amici quali Paul Nizan, Merleau-Ponty e Raymond Aron, che gli fa conoscere Husserl e Heidegger. Nel 1929 conosce Simone de Beauvoir, che sar sua compagna per tutta la vita. Dopo aver insegnato filosofia al liceo di Le Havre, Sartre usufruisce di una borsa di studio presso lIstituto francese di Berlino e intraprende lo studio della fenomenologia di Husserl. Sotto la sua influenza e anche sotto quella del pensiero di Heidegger, escono i suoi primi studi : Limmaginazione (1936), Abbozzo di una teoria delle emozioni (1939), Limmaginario (1940), nonch il romanzo La nausea (1938) e la raccolta di racconti Il muro (1939). Richiamato alle armi, nel giugno del 1940 fatto prigioniero dei Tedeschi, ma poi liberato e torna a Parigi. Nel 1943 pubblica la sua opera filosofica pi impegnativa, Lessere e il nulla, e il suo primo lavoro teatrale, Le mosche. Terminata la guerra, Sartre d inizio ad una serie di romanzi intitolata I cammini della libert e, in collaborazione con altri, fa uscire la rivista "Les temps modernes". In risposta agli attacchi della sua opera filosofica da parte di marxisti e di cattolici, pubblica nel 1946 il breve saggio Lesistenzialismo un umanismo. Egli si avvicina quindi ai comunisti francesi ma i fatti del 1956 come il rapporto Kruscev e la

repressione della rivolta in Ungheria sono loccasione per la pubblicazione dellarticolo Il fantasma di Stalin, che segna il distacco di Sartre dai comunisti. Egli intraprende quindi una riflessione sul marxismo che dar luogo al saggio Questioni di metodo, comparso in una rivista polacca nel 1957 e poi incluso, come prima parte, nella Critica della ragione dialettica (1960). In seguito pubblica lautobiografia Le parole (1963), e lanno dopo riceve il Nobel per la letteratura, da lui per rifiutato. In ultimo si dedica ad una imponente biografia su Flaubert che uscir col titolo Lidiota di famiglia (1971-72). Sempre in prima linea nel prendere posizione sui problemi politici del suo tempo, Sartre si schiera contro la politica francese in Algeria, entra a far parte del Tribunale Russell contro i crimini americani nel Vietnam e nel 1968 appoggia il movimento studentesco. E morto a Parigi il 15 Aprile 1980.

MARCEL Spiritualismo ed esistenzialismo. Giornale metafisico; Essere e avere; Dal rifiuto allinvocazione; Homo viator; Il mistero dellessere; Luomo problematico. Io e Dio, in termini esistenzialistici non sono problemi n sono oggettivabili: ma sono essere come mistero: un mistero un problema che usurpa i dati del problema e li supera come problema. Il mistero quindi consegna lesistenza, la quale DATA, ma anche DANTE: continua presenza dellio a se steso. Lesistenza non problema perch il problema appartiene alla categoria dellAVERE ossia della considerazione oggettivante, dove i dati del problema sono fuori del soggetto che dovrebbe sintetizzarli nel problema. La categoria dellAVERE dunque si poggia sullesteriorit della cosa posseduta e sul dominio su di essa (dominio sul problema per risolverlo). Ma con questa categoria luomo diviene servo e schiavo della cosa posseduta. ci corconda e Essere invece solo mistero che ci circonda e lesistenza un aprirsi al mistero attraverso lAMORE E LA FEDELTA, anche fr gli uomini, che fonda lessere stesso. Cos luomo si apre allazione e si rende disponibile al mistero-Tu al quale lio appartiene e al quale non pu rifiutarsi pena lautoannullamento. Il riconoscimento del mistero la condizione dellamore tra gli uomini. Spiritualismo che non sfocia in fede positiva. Esaltazione dei valori religiosi-spirituali CONTRO la societ contemporanea e come rimedio

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