Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Il suo scritto filosofico più famoso, il Discorso di metafisica, è del 1686; negli
anni successivi scrive poi, senza pubblicarli, Il nuovo sistema della natura e
della comunicazione delle sostanze, i Principi della natura e della grazia fondati
sulla ragione, la Monadologia, e i Nuovi saggi sull’intelletto umano, in cui
critica il Saggio sull’intelletto umano di Locke del 1690.
Pensiero e tematiche
- Le verità di ragione ripetono, nel predicato, ciò che è stato espresso nel
soggetto e sono fondate sul principio di non contraddizione e sul principio di
identità. Le verità di ragione sono innate in quanto non derivano dall’esperienza e
delineano il mondo della pura possibilità.
- Le verità di fatto sono quelle che riguardano la realtà, sono contingenti e
fondate sul principio di ragion sufficiente. Parlare di ragion sufficiente
significa però sottendere il concetto di causa finale, secodno l’impostazione
teleologica della filosofia di Leibniz: infatti se Dio ha voluto creare il migliore
dei mondi possibili è evidente che vi è un fine a fondamento di ogni scelta.
Il principio di ragion sufficiente serve anche a Leibniz come ponte per uno dei
principali concetti alla base della sua filosofia: la sostanza individuale.
Infatti, se nelle verità di fatto il predicato non è identico al soggetto, è pur
vero che nel soggetto deve esserci la ragion sufficiente del predicato. Questo
soggetto, che deve esser reale o esistente, è quello che Leibniz identifica con la
sostanza individuale. L’uomo non può avere una conoscenza completa della sostanza
individuale, ma solo quella determinata dall’esperienza, mentre Dio “la cui
conoscenza è perfetta, è in grado di scorgere nella nozione di ogni sostanza la
ragione sufficiente di tutti i suoi predicati” 1.
Dio e la monadologia
Ma cos’è una monade? Si tratta di una sostanza semplice, priva di parti, inestesa,
indivisibile ed eterna. Le monadi sono tutte diverse tra loro per il principio di
identità degli indiscernibili 2, che implica che in natura non vi siano due esseri
identici. Le monadi sono mondi chiusi - Leibniz li dice “privi di finestre” - e
pertanto non possono subire influenza reciproca o la modifica indotta dall’esterno;
le monadi sono una sorta di atomi psichici che, pur essendo chiusi in se stessi,
sono legati tra di loro in quanto tutti sono aspetti del mondo. Tipica di ogni
monade è l’attività rappresentativa. Le monadi rappresentano quindi l’intero
universo in generale e distintamente il corpo di cui costituiscono la potenza
attiva, o entelechia. L’attività delle monadi si sviluppa in due momenti: la
percezione e l’appetizione, ovverossia il tendere da una percezione a un’altra.
Leibniz, criticando la teoria della coscienza di Cartesio, afferma che vi è una
distinzione tra “percezione”, tipica delle monadi più semplici (che operano quindi
in maniera inconscia), e “appercezione”, che definisce la consapevolezza della
percezione, ed è caratteristica dello spirito (detto anche anima ragionevole). Il
grado delle percezioni delle monadi è ciò che determina il loro grado di
perfezione, al cui apice si trova ovviamente Dio, monade delle monadi che
rappresenta tutti i punti di vista possibili, di cui le singole monadi sono solo
uno determinato.
1) Quella della filosofia volgare, che ammette l’influenza reciproca tra anima e
corpo ma che così facendo si scontra con il carattere di incomunicabilità delle
monadi.
2) Quella del sistema delle cause occasionali, che introduce unDeus ex machina che
mantenga l’armonia, ma in questo modo si scontra in un fatto naturale in cui Dio
non deve intervenire più che negli altri fatti della natura.
Glossario
Siamo fieri di condividere tutti i contenuti di questo sito, eccetto dove
diversamente specificato, sotto licenza Creative Commons BY-NC-ND 2.5
Contatti Pubblicità Quality policy Privacy e cookie policy Cambia scelte di
riservatezza
Oilproject Srl P.IVA 07236760968