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Le anime morte (in russo: Мёртвые души?

, traslitterato: Mërtvye duši, IPA:


['mʲortvɪjɪ 'duʂɨ]) è un romanzo pubblicato nel 1842 dallo scrittore russo Nikolaj
Vasil'evič Gogol'. Fu pubblicato originariamente col titolo Le Avventure di
Čičikov, e il sottotitolo Poema imposto dalla censura zarista. Narra su un tono
comico le disavventure di un piccolo truffatore di provincia dell'Impero russo del
1820; il romanzo è anche un'allarmata denuncia della mediocrità umana e una delle
opere miliari della letteratura russa.

Il giovane Gogol', considerato all'epoca già un genio della letteratura, era


intenzionato a scrivere un grande poema sulla Russia seguendo un modello dantesco:
nelle intenzioni dello scrittore Le anime morte avrebbero rappresentato solo la
prima parte, nella quale veniva descritta la dimensione morale più bassa della
Russia (l'inferno, in uno schema dantesco). Ma il grande progetto rimase
incompiuto.
Indice

1 Trama
2 Commento
3 Curiosità
4 Traduzioni italiane
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni

Trama

Un giorno, nel capoluogo del governatorato di N. arriva l'affabile Consigliere di


Collegio Pavel Ivanovič Čičikov.

Durante l'Impero Russo, il termine «anime» designava i servi della gleba maschi.
L'intento di Cicikov è quello di acquistare a buon prezzo le "anime morte"
dall'ultimo censimento per i quali i proprietari continueranno a pagare il
testatico fin quando non ne verrà registrata la morte nel successivo censimento
quinquennale. Čičikov punta così a crearsi, con il minimo sforzo, un numero di
servitori ("fantasma") elevato al punto tale che, ipotecandoli, possa costituire un
grosso capitale.

Questa idea semplice e un po' diabolica cerca la sua attuazione nella capitale di
un governatorato popolata da personaggi pittoreschi, notabili cittadini o piccoli
proprietari terrieri, tutti portatori di un vuoto morale che li fa sembrare spesso
più morti di quei servitori che vengono rievocati e che sono l'oggetto delle
trattative.

La cosa deve chiaramente restare nascosta, ma alla fine il piano viene a galla
anche a causa dell'avida Korobočka che, dopo aver venduto delle anime morte a
Čičikov, teme di averci rimesso e si reca in città per chiederne il valore di
mercato, rivelando di conseguenza il piano dello stesso Čičikov.

L'unica soluzione per evitare la gogna pubblica è la fuga.


Commento

L'idea prima del libro fu suggerita a Gogol' da Puškin ed è tratta da un fatto di


cronaca.

Successivamente Gogol' sviluppò il progetto di farne una prima parte di un grande


poema sulla Russia che però non vide mai la luce, anzi segnò in un certo senso il
suo declino. Infatti scrisse solo la seconda parte che poi bruciò quasi per intero
(ne rimangono solo i primi capitoli).
Ai personaggi spregevoli descritti in questa prima parte avrebbero dovuto fare da
contraltare delle figure più edificanti nella seconda, fino ad arrivare ad un
finale ideale che avrebbe dovuto indicare, allegoricamente, una sorta di percorso
redentivo per l'intero popolo russo.

Questo disegno non venne però portato a compimento dallo stesso Gogol' e la critica
si trovò divisa nel giudicare, quindi, Le anime morte come un romanzo di denuncia
sociale, come potrebbe fare intendere il suo inserimento nel progetto del grande
poema appena esposto, piuttosto che considerarlo per ciò che è: il vivido quadro di
una Russia sgangherata e sonnolenta, abitata da figure grottesche e patetiche,
delle quali il protagonista, Čičikov, è il più degno rappresentante.

In ogni caso questo romanzo rappresenta uno spartiacque all'interno della


letteratura russa che fino a quel momento era sembrata non curante nei confronti
delle condizioni, umane e sociali del suo popolo.

Il grande successo che questo romanzo riscosse al momento della sua pubblicazione è
minima rapportata agli echi e alle influenze che ha avuto sull'intera letteratura
del suo paese, a partire proprio dalle opere spiccatamente di denuncia sociale che
cominciarono poi a fiorire, come ad esempio le Memorie di un cacciatore di Ivan
Turgenev.
Curiosità

Il primo titolo del romanzo fu Le avventure di Čičikov ovvero le anime morte:


lo scopo era quello di superare il sospetto di allusione religiosa eterodossa.
Nel 1923, a Parigi l'editore francese Ambroise Vollard chiese a Marc Chagall di
illustrare un'edizione francese del romanzo: le 96 acqueforti di Chagall furono
pubblicate solo nel 1948 dall'editore Tériade (pubblicate in Italia da Librex nel
1984 e Allemandi nel 2008).
Gogol' scrisse una parte dell'opera in viaggio tra Albano e Genzano, ponendo a
confronto le bellezze dei paesi italiani con quelle russe.
Nella parte finale del film italiano Rimetti a noi i nostri debiti, il
protagonista Guido viene aggredito e spintonato dal collega contro una tomba; su di
essa si può leggere il nome di Čičikov, le sue date di nascita e morte.

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