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- credenze;
- arte;
- diritto;
- il costume;
o qualsiasi altra CAPACITA’ e ABITUDINE acquisita dall’uomo COME
MEMBRO DI UNA SOCIETA’.
Cultura in questo caso comprende tutti i modi di pensare ed agire che un uomo
possiede all’interno di una civiltà.
Cultura diviene cosi un fenomeno non più soggettivo ma oggettivo e sociale.
Nel 1911 Franz Boas intende il fenomeno culturale come globale e sociale :
- Globale: perché coinvolge tutti gli esseri umani in quanto parte di
una società;
- Sociale: poiché la cultura non è un patrimonio genetico, ma è
qualcosa che apprende attraverso il gruppo sociale in cui un
individuo nasce e si sviluppa.
Nel 1917 Alfred Louis Kroeber nel suo saggio
“ Superorganic” individua 164 definizioni differenti del concetto di cultura
evidenziando come essa nonostante sia un fenomeno naturale sia una condizione
senza la quale l’uomo diviene capace di vivere nell’ambiente in cui lo circonda.
Geerz invece evidenzia come la cultura sia un processo comunicativo con cui i
soggetti di una società agiscono attraverso simboli e significati.
Detto questo possiamo concludere affermando che sia difficile elaborare una
teoria definitiva di cultura poiché essa si adatta ai tempi storici che la
riguardano.
BIOLOGICO;
CULTURALE;
Attraverso questi studi capiamo perché la teoria evoluzionistica di Darwin sia stata
interpretata male:
1. Si parte dal presupposto dell’Unità del genere umano questa tende ad
evidenziare le analogie tra le società umane a discapito delle differenze
CULTURALI: costumi, tradizioni, istituzioni, tutto questo in nome di un
progresso positivista di tipo LINEARE.
Ma lo stesso Darwin affermò che la specie evolvendosi non debba per forza
perfezionarsi ( visione è tipica del progresso lineare ) egli affermò
invece un continuo ADATTAMENTO ALLE MUTATE CONDIZIONI
AMBIENTALI, questo continuo adattamento favorisce quindi la
sopravvivenza della specie stessa, quindi la specie che sopravvive non è
necessariamente la migliore bensì è quella che riesce ad adattarsi
maggiormente ai cambiamenti ambientali.
2. Anche l’idea del darwinismo sociale ( la natura del più forte prevarica
quella del più debole ) è stata male interpretata dalla cultura europeista
occidentale, per affermare la propria superiorità a discapito di altre culture.
Darwin infatti ha anche sottolineato che non bisognava guardare la teoria
evoluzionistica fuori dal campo biologico e in contesti molto lontani dal
campo biologico.
Grazie ai recenti studi volti nell’ambito della genetica, come quelli condotti
dall’italiano Luigi Luca Cavalli-Sforza 1922, possiamo in definitiva affermare
che non è possibile parlare di razze umane poiché tale concetto risulta non
avere fondamento biologico i motivi sono i seguenti:
1. Dal punto di vista geografico l’uomo sin da quando è comparso sulla
Terra non è stato isolato abbastanza da poter creare diversi tipi
genetici;
2. Le civiltà conosciute non sono dei sistemi chiusi MA APERTI E
DINAMICI questo permette il mescolamento e la fusione tra gruppi
eterogenei;
3. La similarità genetica del genere umano è determinata dalle unioni tra
gruppi diversi prodottesi in seguito alle migrazioni dei nostri antenati;
4. i caratteri dominanti di alcuni popoli dipendono da un esiguo numero di
geni e vengono selezionati naturalmente dai fattori ambientali;
5. L’odierna conoscenza della struttura del nostro DNA, attraverso essa
siamo riusciti a capire che gli uomini condividono una struttura
biochimica uguale al 99,5 % e che le differenze fondamentali consistono
soltanto nelle particolarità individuali (fenotipi).
1.9 Il concetto di razza e la sua utilizzazione sulla scena politica e nei contesti sociali.
Il concetto di razza ha avuto un forte impatto nei contesti sia storici che sociali.
Questo concetto origina sull’idea che:
Tutti gli esseri umani sono parte della stessa razza dal momento in cui
presentano caratteristiche somatiche uguali.
Questo concetto sopra enunciato pare esser nato nel mondo post-coloniale e utilizzato
principalmente per scopi politici:
PER GIUSTIFICARE ATTRAVERSO AFFERMAZIONI PSEUDO-
SCIENTIFICHE LA SUPERIORITA’ DELLA RAZZA OCCIDENTALE.
In origine si erano distinti quattro gruppi principali di razze :
1. Europidi;
2. Mongoloidi;
3. Negroidi;
4. Australoidi.
Successivamente nel corso del 19 secolo le scienze contribuirono allo sviluppo
di nuove discipline come L’antropologia fisica da cui si aprirono discussioni
teoriche riguardanti il concetto di razza, discussioni che furono discussioni
che furono il supporto di ideologie politiche pericolose come il
DARWINISMO SOCIALE, teoria pseudo-scientifica sulla superiorità della
razza bianca.
Queste teorie erano affiancate anche e principalmente dalla colonizzazione e
dal nazionalismo.
Gli esempi emergono già verso la metà dell’800, come nel 1882 con la politica
espansionista italiana volta a conquistare l’Africa Orientale, l’Eritrea,
operazione mirata a soddisfare esigenze politiche con l’obiettivo di
appropriarsi delle risorse naturali di quel dato territorio. Da questi eventi
si arrivò all’epoca del fascismo e del nazismo e qui abbiamo il fenomeno della
deportazione degli ebrei nei campi di concentramento e l’apartheid e anche la
creazione propagandistica di manifesti come : -il manifesto della razza ,
documento che innalza la purezza della razza italiana, in quanto conosciuta
come razza ariana.
Il documento presenta una chiara distorsione ideologica dei principi scientifici
e biologici.
Esempio: vi era una specie di Fringuelli che differivano tra loro per:
- Il piumaggio;
- Disponibilità di cibo;
- Le malattie;
- Le avversità ambientali;
Gli esseri animali e vegetali non sono in grado di limitare e controllare le nascite,
perciò da qui deriva l’esistenza di un numero maggiore di organismi la quale
provoca inevitabilmente una lotta per l’esistenza tra individui della stessa specie, lotta
che sarà vinta da coloro che mostreranno possedere qualità particolari in grado di farli
sopravvivere.
Tale concorrenza è chiamata selezione naturale : la scelta viene operata in maniera
indiretta dall’ambiente e dalle condizioni in cui gli organismi vivono.
La lettura di un libro di economia dell’autore Thomas Malthus, suggerì a Darwin
come la selezione naturale potesse agire su tutti gli organismi viventi: il libro trattava
del rapporto tra crescita della popolazione umana e risorse alimentari disponibili,
Malthus sosteneva anche l’idea che solo le epidemie, guerre e le carestie avrebbero
potuto limitare una tale crescita per ristabilire l’equilibrio naturale.
A questo punto Darwin sostenne che l’uomo si è sviluppato da forme inferiori ma
l’elemento fondamentale che distingue il processo evolutivo rispetto a quello
vegetale e animale è la presenza della MENTE.
L’essere umano si è sempre organizzato in piccole forme i aggregazione sociale
all’interno delle quali la competizione tra gli individui è una chiara lotta per
l’esistenza. Competizione che consente la vittoria di coloro che dimostrano essere i
migliori, nelle società moderne l’azione della selezione naturale viene ostacolata da
fattori diversi come: la costruzione di ospedali, manicomi … all’interno dei quali
individui più deboli possono continuare a sopravvivere, con questo però Darwin
non intendeva rinnegare l’aiuto a costoro poiché questo sarebbe andato a ledere
un comportamento insito nell’uomo L’ALTRUISMO, le azioni altruiste furono
chiamate dallo stesso darwin ISTINTI SOCIALI.
- Tribù inferiori
- Dal gesto;
- Dal verso.
Il VERSO: Quest’idea prese piede quando nel 1970 si è studiato i tipi di richiami
diversi ottenuti dalle scimmie, ogni richiamo indicava qualcosa di specifico.
Ma le vocalizzazioni tendono a :
- Cultura egemonica;
- Cultura subalterna.
- Produzione;
- Distribuzione;
- Consumo.
- Stampa
- Telegrafo
- Fotografia
- Telefono
- Radio
- Cinema
- Tv
- Religioso(popolo di fedeli).
2. Popolo inteso come l’insieme di unomini in una medesima società che
condividono una condizione di mancanza di potere e di ricchezza.
Sul piano politico abbiamo il popolo che si distingue dalle èlites
politiche e sociali ad esempio.
Il termine popolo era inteso nella cultura greca con significati diversi
come:
insieme dei liberi coltivatori e allevatori
comunità di armi( Omero);
l’insieme dei governanti
Nella democrazia di Pericle : il popolo era l’insieme dei cittadini che
governavano tramite l’assemblea.
A Roma il popolo era la totalità di coloro che non erano ottimati – LA
PLEBE (populus plebesque), mentre in età repubblicana era l’insieme dei cives
romani(civili).
Cicerone affermò che la res publica coincideva con la res popoli, però popolo
non era un insieme di uomini qualsiasi riuniti in un gruppo ma un insieme di
uomini che ha per fondamento l’osservanza della giustizia e la comunanza di
interessi.
Cosi derivò una definizione giuridico-politica del termine popolo che non
teneva in considerazione alcun elemento etnico, culturale e territoriale, per
indicare infatti questi termini si utilizzava il termine natio che significa,
appunto, nativo, nazione.
Nel medioevo ci fu un’altra concezione dell’idea di popolo , Manegoldo
di Lautenbach abbozzò l’idea di un patto tra il popolo e il suo re, che aveva il
compito di proteggerlo, cosi facendo il popolo non si innalzava mai al di sopra
del re.
Nel basso medioevo si rafforzò l’idea attraverso Tommaso d’Aquino con l’idea
di un principato comune, il principato di tutti, dove tutti possono essere eletti
poiché eletti da tutti, o con l’idea di Tolomeo de Lucca che affermò che coloro
che avevano coraggio e intelligenza non potevano essere governati se non con
un regime politico arrivando poi a Marsilio da Padova per il quale la legge è
volontà del legislatore,
Poi il concetto di popolo venne ripreso da Macchiavelli ove il concetto di
popolo, è la chiave della sua opera “il Principe” in cui afferma anche che il
consenso popolare era decisivo ai fini della stabilità politica.
Nel 1600 Hobbes trattò in maniera più dettagliata la nozione di popolo
contrapponendolo a quello che definisce moltitudine, egli rifiuta la teoria del
doppio patto presente nella precedente tradizione concettualistica secondo la
quale una moltitudine di individui si univa in un popolo attraverso un
pactum societatis, e il popolo tramite metteva in atto un ulerioree patto
con il sovrano il pactum subjectionis per dare vita alla Civiltas, Stato. Per
Hobbes prima della nascita dello stato non esisteva un popolo riconosciuto, ma
una MOLTITUDINE di individui non identificabili coinvolti in continui
conflitti. Solo dopo la stipula del patto il popolo poteva nascere come entità.
Con Rousseau il popolo divenne una vera e propria realtà politica con il
concetto che essendo tutti gli uomini nati liberi ed uguali l’unica associazione
politica in grado di preservare tali condizioni era quella fondata su un patto in
cui ogni individuo cedeva i suoi diritti a tutta la comunità, da questo patto
emerge un corpo morale e collettivo chiamato popolo, formato da
sovrani(legislatori) e sudditi(chi si sottopone alla legge).
Il filosofo Heder intese l’idea di popolo in termini esclusivamente
culturali, ogni popolo era visto come una grande individualità storico-culturale
e si esprime attraverso il linguaggio, la tradizione, la religione.
Con Hegel abbiamo una concezione dialettica della storia, e della
successione di essa con gli spiriti dei popoli (Volksgeister) in ogni epoca esiste
un determinato popolo che incarna valori più alti raggiunti in quel momento
della storia universale. Ne scaturisce che questo popolo ha il diritto di esser
considerato dominante.
Marx sostenne la necessità di distinguere in diverse fasce di individui
che formano un popolo : il popolo non è un entità omogenea ma differenziata e
la sola classe unitaria è quella operaia che con la scomparsa delle classi
intermedia costituirebbe la maggioranza del popolo in grado, attraverso l’atto
rivoluzionario, di rovesciare la vita politica.
Relativismo culturale:
Precursore del moderno relativismo culturale è il filosofo francese Michel de
Montaigne, nel XVI secolo scrisse l’opera Essais, sostenendo il principio di
ingiustificabilità dei giudizi riguardanti popoli diversi qualora l’unico
termine di paragone fosse stata la conoscenza esclusiva dei propri
costumi .
La critica all’etnocentrismo continuò, l’antropologo Melville Jean Herskovits
si accorse come tale fenomeno fosse strettamente connesso al rafforzamento
dell’io, Herskovits a riguardo formo la teoria del RELATIVISMO
CULTURALE : i giudizi di valore assumono senso solo nel momento in cui
vengono considerati nell’ambito della propria educazione e formazione
culturale, di conseguenza NON esiste una definizione certa di giusto, sbagliato,
normale, anormale, poiché questi parametri vanno legittimati solamente
rapportandoli alla propria società.
Il relativismo culturale rappresenta una delle risposte alle teorie della
complessità delle differenze culturali, anche se tutt’oggi è oggetto di un
dibattito acceso tra sostenitori e oppositori.
Se estremizzato l’indirizzo relativista può enfatizzare in maniera eccessiva le
diversità culturali sino a renderle incomparabili questo rischio si evidenzia
nell’intendere la cultura come unicum irriducibile e si rinuncia alla reale
comprensione dell’altro negando anche ogni interazione sociale. Se osserviamo
il mondo contemporaneo ci accorgiamo come la molteplicità delle culture
non trova più un terreno comune per un confronto sicuro, ciascuno
sembra esser chiuso nei propri confini sociali, nel pensiero occidentale.
- Pluralismo democratico,
- Capitalismo
- Secolarismo
Etc
Questi fattori delineano qual è il nemico da combattere per difendere la memoria
passata di una superiore origine: il patto di alleanza con dio e la legge sacra.
I fondamentalismi si sono sviluppati e rafforzati diventando gruppi organizzati e
solidi, che influiscono nella vita politica la causa per cui questo è accaduto si trova
principalmente nei PROCESSI DI MODERNIZZAZIONE SOCIALE,
ECONOMICA E CULTURALE che in un periodo avevano offerto all’uomo un
senso di identità e appartenenza ma essendo un processo in divenire non sarà mai
identico a se stesso. La religione approfitta di queste instabilità offrendo un’identità,
cosi che le organizzazioni religiose si pongono come obiettivo di soddisfare le
necessità sociali che gli stati non sono in grado di fornire : servizi medici, scuole, in
caso di difficoltà economiche, questo lo fanno spesso sottraendo soldi pubblici
direttamente verso vie agevolate molto spesso eludendo la legge o con indiretti
accordi con governi. La disgregazione dell’ordine sociale crea terreno fertile per la
propaganda religiosa.
Il fondamentalismo è un movimento antisecolare antiuniversalismo etnocentrico,
esso confuta il relativismo, l’indiviualismo e lo scientismo lottando per uno
sviluppo politico-economico teocratico
Movimenti fondamentalisti
E’ necessario rilevare differenze tra il fenomeno del fondamentalismo e alcuni
movimenti simili.
Abbiamo :
1. L’integrismo : una corrente di pensiero nata già nell’800 all’interno del
cattolicesimo, in seguito al fenomeno dell’Illuminismo e della Rivoluzione
francese. L’ennesimo passo avanti in quell’epoca suscitò nel mondo
cattolico il timore di perdere il potere e i privilegi poiché venne messa in
discussione la stessa religiosità. L’integrismo nacque per salvaguardare
la fede e la cristianità affermando il proprio ruolo. L’integrismo ha come
interesse prioritario la dottrina della chiesa, ove l’impegno politico da parte
dei cattolici è volto a instaurare una società cristiana e uno stato teocratico
ove: ogni sovranità proviene da Dio, l’unico vero Sovrano dell’Universo
intero. A differenza del fondamentalismo l’integrismo con il rapporto tra
testo sacro e autorità garante sottintende la possibilità da parte
dell’autorità di continuare ad apportare modifiche in CONFORMITA’
E UTILITA’ ai cambiamenti mentre il fondamentalismo preclude a
chiunque di MODIFICARE E RICONSIDERALE LA PAROLA DI
DIO.
2. Tradizionalismo: si intende una tendenza comune a molte religioni di non
apportare alcuna modifica alla confessione consolidata, intesa non solo
come lettura canonica del testo sacro ma questo vale anche nelle pratiche
liturgiche e rituali.
3. Conservatorismo : legato alla tradizione religiosa consolidata e si oppone a
qualsiasi suo mutamento pena la perdita di influenza sociale nella religione
e dell’equilibrio che essa garantirebbe.
Queste ultime due correnti si distinguono dal fondamentalismo dal momento che non
contemplano il principio dell’ INERRANZA DEL TESTO SACRO né “il mito di
una società delle origini che debba essere riprodotta nel tempo presente”.
Il fondamentalismo islamico
In più vi era una quarta categoria clandestina il combattente punto di forza per
l’organizzazione segreta. Benchè questo movimento aveva l’intensione di espandersi
nei restanti paesi musulmani, come la Siria, il movimento rimase influente solo in
Egitto, ove ebbe un notevole successo sin dagli anni 40, ma nel 1948 fu interdetto
come movimento poiché la sua pericolosità combattiva infranse una buona parte
delle ideologie del fondatore. Nonostante ciò i Fratelli musulmani continuarono a
sopravvivere ed ad agire in maniera illegale, uccidendo il primo ministro egiziano e
provocando una dura reazione del governo che fece assassinare il fondatore del
movimento Hasan al-Banna.
Dopo questi avvenimenti il movimento fu restaurato in chiave più radicale da Sayd
Qutb e da Abu al-Alala al Mawdudi tentando di aggiornare la struttura del
fondamentalismo islamico proponendolo come una soluzione alternativa al
fallimentos torico del nazismo e del comunismo e insistendo di imporre
indiscriminatamente la legge islamica parificata ad un codice civile e penale
universale.
Nel complesso però questi movimenti furono sottovalutati sia dall’opinione pubblica
che dagli intellettuali musulmani moderati fin tanto che
Le posizioni fondamentaliste trovarono terreno fertile per rafforzarsi nella delusione
vissuta dalle masse arabe di fronte alle difficoltà d’affermazione del nazionalismo
arabo laico.
Insistendo contro la cultura occidentale i fratelli musulmani proseguirono le loro
campagne e assassinarono il presidente egiziano Sadat nel 1981 oltre al perpetuare
una serie di azioni violente nei confronti dei turisti a scopo di mettere in crisi uno
dei settori più produttivi del paese.
Solo negli anni ’80 i movimenti fondamentalisti iniziarono a riscuotere un
successo politico determinato da un evento decisivo: LA RIVOLUZIONE
IRANIANA DEL 1979 l’arresto e l’esilio dell’influente ayatollah Khomeini 1963
fermò per dieci anni l’opposizione religiosa finche il popolo non ritrovò in lui, nel
1979 un rimpiazzo della monarchia persiana con un regime rigidamente islamico le
cui intenzioni erano quelle di diffondersi nel resto del mondo arabo e di
sovvertire tutti i governi non islamici, dichiarando guerra all’Occidente interno
e in particolare agli St uniti. Khomeini prese il potere e dichiarando che lo stato
islamico doveva fondarsi sulla dottrina del corano, aumentò il potere della classe
religiosa e instaurò scuole di formazione anti occidentali, con un rigido controllo
di condotta. Dopo la morte di Khomeini (1989) e 8 lunghi anni di guerra in iraq
(1980.1988) nel paese si attuarono delle riforme politiche, nonostante i
fondamentalismi continuarono a sopravvivere grazie al clima di povertà generale
della maggior parte della popolazione. Questi si estesero fino a diventare consistenti
nei pasi dell’asia meridionale : Pakistan, Kirghizistan, Afghanistan etc … e
divennero consistenti anche nel sud- Est asiatico.
Fenomeni analoghi si riscontrarono anche in africa settentrionale, in sudan, algeria.
Recentemente si è assistito alla nascita del movimento integralista ISIS che è
l’acronimo inglese di Islam State of Iraq and Sham, dove per Sham si intendono tutti
quei territori che comprendono la Siria, la Palestina, Libano, Giordania. Questo
movimento promuove l’applicazione estremizzata della shari’a in qualsiasi ambito
della società umana, si ritiene che la Legge Islamica prenda ispirazione non soltanto
dal Corano ma anche dalla Sunna ovvero , dai racconti del Profeta ritenuti entrambi
testi rivelati e quindi precetti guida da applicare in tutti gli aspetti della
quotidianità . L’estremizzazione di quest’ideologia comporta il ricorso alla Jihad,
ossia la guerra santa, che garantisce l’applicazione efficace della shari’a e
consentirebbe l’espansione della religione islamica nel mondo.
L’isis nacque in seguito alla particolare situazione dell’Iraq nel 2003-2004 nel
periodo della seconda guerra del golfo, combattuta tra St uniti e Gran Bretagna .Dopo
l’attentato dell’11 settembre 2001 agli USA il governo Bush intraprese dapprima una
guerra contro l’Afghanistan governata dai talebani per poi estendere il conflitto anche
in Iraq che nel 2010 verrà occupato.
L’occupazione prolungata e i conflitti interni tra sciiti e sunniti generarono un
contesto fortemente instabile nel quale con la caduta del regime di Saddam Hussein si
assistè alla nascita della proliferazione dell’attuale ISIS, di cui fondatore del
movimento du Abu Mussab Zarqawi, che fondò il movimento AQI un gruppo
affiliato con Al Qaeda e Bin Laden fuori dai territori dell’Afghanistan. Questo
movimento (AQI) si fece promotore di attentati violenti nei confronti dell’esercito
americano e dei civili sciiti e curdi , con l’intenzione di eliminare tutta la popolazione
che non si confaceva alla shari’a (curdi, ebrei, sciiti, sufi, cristiani etc) alla morte di
Zarqawi il gruppo terroristico espanse i suoi militanti e nacque lo Stato Islamico
dell’Iraq (ISI) che si trasformò in ISIS con la penetrazione di esso nel popolo siriano,
il 29 giugno 2014 l’ISIS proclamò ufficialmente la nascita del califfato islamico sui
territori occupati scatenando un’offensiva terroristica che colpì il mondo intero .
A differenza di altri gruppi terroristici l’isis è un’organizzazione economicamente
solida, e questo ha contribuito alla sopravvivenza, infatti nei paesi che fino al 2017
erano sotto loro controllo, l’isis aveva istituito una raccolta di tributi, in cui aveva
venduto petrolio, opere d’arte per contrabbando, commerciato schiavi etc.. Lo stato
islamico è caduto nel 2017 per opera di una coalizione russo siriana aiutata dai Curdi.
Il fondamentalismo cristiano protestante
Il fondamentalismo settario cristiano protestante è emerso negli Stati Uniti d’America
alla fine dell’800 e si è diffuso principalmente tra il 1925 e il 1975, diventando
sempre più visibile nella sfera pubblica attraverso una propria Jihad(guerra santa)
collettiva attuata con:
- apertura di scuole confessionali private ma che spesso usufruivano di
fondi pubblici;
- un marketing accurato attraverso reti radio e televisioni;
- organizzazione di campagne contro l’aborto, la nudità, le differenze di
genere combattendo le campagne politiche e culturali sviluppate a partire dal
1968
- precisi accordi politici volti a ricevere il sostegno dei leader.
L’obiettivo finale dei fondamentalisti protestanti era in particolare lottare
secondo il loro punto di vista in una concezione dello STATO NEUTRALE,
IN CAMPO ETICO, PERMISSIVO E TOLLERANTE NEI CONFRONTI
DI ATTEGGIAMENTI GIUDICATI IN CONTRASTO CON LA
RIVELAZIONE BIBLICA. Si parlerà sempre più in termini generali a
riguardo di Nuova Destra Cristiana .
Rispetto ai fondamentalismi delle origini, questi movimenti hanno saputo usare
a loro favore tutti i mezzi moderni di mobilitazione e aggregazione per ottenere
il consenso popolare superando i confini del fondamentalismo originario tra
azione religione e azione politica diretta e in riferimento alla svolta avvenuta
verso una politicizzazione dell’agire religioso si è anche parlato di neo-
fondamentalismo anche se ad oggi il termine non è opportuno per via. La destra
conservatrice americana ha comunque resistito ed è presente in maniera totale
nelle rappresentazioni politiche, e approfitta delle guerre presidenziali per
intensificare una propaganda anti islamica.
Il fondamentalismo ebraico
Il fondamentalismo ebraico unisce tutti gli elementi tipici del movimento come:
- L’astoricità;
Per comprendere questo conflitto interno si è sostenuto che esiste anche una forma di
fondamentalismo anche nell’ambito di una religione come quella buddhista, filosofia
di vita incentrata sulla ricerca della pace interiore tra tutti gli esseri viventi.
Dal punto di vista religioso, la popolazione dello Sri Lanka ha diverse culture: quella
buddhista in maggioranza, poi c’è quella hindu, musulmana e cristiana.
Il problema centrale è mosso dalla richiesta della minoranza tamil di raggiungere
un’autonomia politica in difesa della propria identità religiosa e culturale che la
classe dirigente buddhista non ha mai voluto accogliere. Di conseguenza dal 1958 i
tamil si sono organizzati in un movimento di resistenza politica mirato alla
fondazione dei uno Stato tamil e il governo cingalese si è alleato con i monaci
buddhisti.
E’ opportuno comprendere il ruolo svolto nel conflitto dalla leva dei monaci busshisti
emersa tra il 1950 e il 1970, questo gruppo ha attuato una tendenza di riforma
buddhista il termine riformismo concerne per le nuove idee promosse dai centri
monastici, che sono il risultato del contatto con la cultura occidentale importata
dalle potenze coloniali è in questo che gli studiosi rintracciano alcune forme di
fondamentalismo anche nel buddhismo.
I monaci si trasformarono in leaders locali attivi e promossero i valori buddhisti in
antitesi al degrado della cultura occidentale. Negli anni 1950 il movimento buddhista
neoriformista ha sostenuto l’operosità dei monaci con la guida di Sarvodaya, che fu il
primo ad aver introdotto nella linguaggio tra politica e religione cingalese :
invocando i principi di terra, etnia e religione come complementari, e se ne manca
uno si perde l’identità cingalese .
Fin da quando si istituì la presidenza dello Sri Lanka il governo si è legittimato come
custode della religione buddhista ritenuta fondamento dell’identità culturale e
nazionale, i mondaci buddhisti vollero proteggere la nazione, la religione e
l’identità del popolo cingalese.
Anche in quest’ambito il fondamentalismo religioso nasce in RELAZIONE AD
UNA SPECIFICA TRADIZIONE MITICA E SACRALIZZATA, costituita sulla
credenza secondo cui Buddha avrebbe visitato tre volte l’isola dello Sri Lanka
sostando in 16 luoghi considerati sacri perché custodi delle sue reliquie,
il mito di fondazione dell’identità cingalese,
le sante reliquie
la lingua sacra
Sono i simboli che nell’immaginario collettivo custodito dall’ordine monastico
buddhista, portano A CONSIDERARE LO SRI LANKA COME UNA SORTA DI
TERRA PROMESSA. La terra e l’unità territoriale è la metafora del Corpo santo
del Buddha.
Questo principio giustifica il ricorso alla violenza contro tutti coloro che
appaiono nemici, invasori o stranieri,per cui il governo cingalese ha attuato una
forte REPRESSIONE nei confronti del movimento tamil che rivendica
l’indipendenza del suo popolo, il tamil rappresenta una minaccia alla religione e alla
sacralità della terra.
L’evento più drammatico di questo conflitto è stato l’assassinio del Presidente dello
Sri Lanka Premadasa 1993. La guerra ventennale ha indebolito l’economia e fiaccato
il turismo, una delle principali risorse del paese.
Il fondamentalismo nel mondo globalizzato
Il fenomeno della globalizzazione implica in se dinamiche complesse che si muovono
nel confluire sia per quanto riguarda i processi economici, ma anche quelli politici,
sociali e culturali.
La ricerca di spazi globali è un’idea che si è verificata nella storia per rispondere a
esigenze conoscitive, esplorative e militari ma anche per trasmettere idee, valori e
fede. I processi della globalizzazione si muovono tra “locale” e “globale” o in
quell’ossimoro che definiremo “villaggio globale” : due termini che si contraddicono
a vicenda, poiché ‘villaggio’ esprime qualcosa di vicino, di piccolo, mentre ‘globale’
indica l’intero pianeta e qualcosa di grande.
La proliferazione delle multinazionali e delle catene fast-food, e di modelli politici ed
economici su scala mondiale, ha portato il sociologo George Ritzer ad identificare la
globalizzazione come “mcdonaldizzazione” ma non limitata alla ristorazione ,
estesa su scuola, lavoro, viaggi, alimentazione, politica… ogni settore della società.
Ritzer definisce mcdonaldizzazione come un processo di omologazione e
spersonalizzazione che con i suoi prodotti occupa il primo posto nella cultura di
massa. Il problema centrale delle interazioni globali odierne è la tensione tra:
1. Omogeneizzazione culturale;
2. Eterogeneizzazione culturale.
L’immenso potere economico delle multi nazionali e il controllo degli strumenti per
la comunicazione di massa, è divenuto fondamentale per il processo di formazione
dell’OPINIONE PUBBLICA, PER LA GESTIONE POLITICA, PER LE
STRATEGIE ECONOMICHE DI MERCATO , ma nello sviluppo della società in
questi termini comunque non si è cancellato il bisogno di formulare un insieme di
concetti, simboli, valori e credenze che aiutino l’uomo a dare un senso al mondo e
al posto che occupa. E’ legittimo considerare di fondamentale importanza le
tradizioni, la religione COME STRUMENTO UTILIZZATO DAGLI UOMINI
PER COSTRUIRE LA PROPRIA IDENTITA’ e ACQUISIRE UN SENSO DI
APPARTENENZA.
Benjamin Barber, ex consigliere di Bill Clinton, nel 1995 ha pubblicato l’opera
intitolata “Jihad vs McWorld” – “Guerra santa contro il Mc Mondo”, testo
concernente alla globalizzazione e ad un altro aspetto del mondo contemporaneo : il
fondamentalismo religioso. I due estremi del problema sono :
-
Il fondamentalismo come identità.
Il modo per capire cosa ci sia dietro l’esasperazione delle superstizioni religiose e il
suo degenerarsi è porsi queste due domande:
1. Il fondamentalismo cela in realtà motivazioni politiche ed economiche che la
religione, può apportare poiché è uno strumento per la conquista del potere?
2. La religione è il vero motivo dei conflitti poiché in essa l’uomo cerca risposte e
appaga il bisogno di credere in un’Entità trascendente che lo guidi e protegga?.
Date queste domande vi sono opinioni strettamente contrastanti. Prendiamo come
esempio quella di Enzo Pace, cui scrisse un articolo nel 2003, e sostenne che:
nel momento in cui nei militanti fondamentalisti si rafforza la convinzione che
esiste una responsabilità morale e politica poiché le potenze vogliono imporre un
modello societario svuotando di senso l’agire orientato ai valori religiosi, la fede
può diventare risorsa strategica nelle politiche di identità e assumere parti
diverse, in quante varie e diverse siano le situazioni in cui essa è coinvolta: dalla
guerra aperta(Balcani o Afghanistan) a rivoluzioni politiche(Iran e Sudan).
In questi casi la religione ha recuperato una presenza rilevante sia nella sfera
pubblica che accentuato la definizione di politiche di identità. Questo si spiega
nel guardare l’origine della religione stessa, nata come ruolo fondamentale nella
costruzione della memoria collettiva custodendo la storia di un popolo, i
simboli sacri della sua identità esse danno autenticità al linguaggio simbolico
di cui un popolo necessita per sentirsi unito, e quando il bisogno di
identificazione collettiva appare minacciato da un pericolo esterno, quando si
realizza il rinforzo tra religione e politica di identità il conflitto diventa lo
strumento necessario per rivendicare l’identità di gruppo .
Le politiche di identità sono animate da superstizioni religiose e creano
conflitti spesso insolubili, associati alla violenza sia fisica che simbolica.
Associate alle religioni queste politiche hanno finito per provocare,
paradossalmente, la crisi della religione stessa.
I fondamentalisti rivendicano il concetto che fuori dalla religione non c’è
salvezza di identità e per questo legittimano il conflitto nell’ottica di un
estraneo considerato impuro, poiché minaccioso per la comunità e quindi va
eliminato. Il conflitto è un elemento costitutivo delle politiche di identità di
matrice religiosa poiché esso si configura come impresa sociale, il conflitto si
combatte per affermare il valore dell’identità collettiva costruita attraverso il
ricorso alla religione.
Nel XX secolo una corrente di pensiero ha definito la fede come una maschera ad
altre motivazioni come quelle di carattere: economico, sociale, politico e
comunque ‘materiale’, come una sovrastruttura rispetto alla vera struttura
economicomateriale, un’altra corrente invece sostiene che i fenomeni religiosi, pur
essendo influenzati dal contesto sociale, devono essere valutati in quanto
prettamente religiosi e provocati dalla fede.
Fondamentalismo e scontro delle civiltà.
La cultura e l’identità culturale sono alla base dei processi di disintegrazione e
conflittualità che caratterizzano il mondo , come abbiam visto dopo la Guerra
fredda il mondo è passato da un conflitto bipolare Ovest-Est ad un conflitto
multipolare in cui le differenti culture lottano per la propria affermazione e
sopravvivenza, ma contro chi? Questo scontro di civiltà si combatte in ambiti
politici, economici, militari e religiosi. In virtù di questa teoria il fondamentalismo
religioso si rivela uno dei molteplici fenomeni provocati dalla rivalità tra le culture
e nell’esasperazione si può rintracciare in alcuni popoli la voglia di riaffermare la
propria identità.
Nell’emergente conflittualità etnica e scontri di civiltà, la fede occidentale, nella
sua visione universale (cattolica) della propria cultura risulta esser: falsa,
pericolosa e immorale. Poiché la modernizzazione non comporta
necessariamente l’occidentalizzazione che la globalizzazione risulta esserne
portatrice .
Nel mondo contemporaneo l’influenza dell’Occidente sta scemando mentre le
civiltà asiatiche accrescono la loro forza economica, militare, politica e
affermano il loro valore come culture. Emerge un ordine mondiale fondato sul
concetto di civiltà nel quale le società culturalmente affini tendono a cooperare tra
loro e si riuniscono contro l’Occidente che a causa delle sue imprese
universalistiche, sta entrando in conflitto con altre civiltà come l’Islam e la
Cina.
Sappiamo che i popoli si definiscono in termini di tradizioni : lingua, storia,
valori, costumi e si identificano con gruppi culturali come le tribù, comunità
etniche e religiose… Il sistema internazionale del XXI comprenderà almeno sei
grandi potenze : St uniti, Russia, Europa, Cina, Giappone e India, appartenenti a
ben 5 civiltà diverse tra loro rivali e antagoniste . Tutti i movimenti
fondamentalisti hanno assunto un ruolo critico nelle problematiche mondiali, con
un’importante influenza politica, e sono l’espressione di un’ondata religiosa che
dalla fine del XX secolo si dilaga ovunque riflettendosi sugli atteggiamenti e
sui programmi dei rispettivi governi dove il fondamentalismo si interessa di
questioni che vanno oltre la sfera religiosa e spirituale (israele e st uniti) .
A causa del fondamentalismo la fede diventa un mero pretesto, viene
strumentalizzata e mistificata dal momento che dovrebbe unire e non
dividere.
Considerazioni conclusive.
L’analisi condotta ci permette di individuare e discernere i molteplici aspetti del
fondamentalismo religioso:
Nel mondo cristiano, questo fenomeno assume caratteri: estremisti
nell’osservazione dei dogmi, connessi strettamente alla vita politica e sociale, ma
tuttavia la sua radicalizzazione non arriva mai a quella del fondamentalismo islamico.
Nel mondo Occidentale si rivendica una forte connotazione nazionalistica o una
politica repressiva attuata dal governo per mantenere l’unità culturale .
La pericolosità dell’agire cristiano sta nel potere economico, nella pressione
governativa, nell’appoggio di regimi dittatoriali favorevoli alla cristianizzazione.
Invece, se il fondamentalismo hinduista e sikh o buddhista è legato ad uno specifico
territorio e cultura, quello cristiano, ebraico ed islamico hanno una connotazione del
territorio che va a compromettersi con gli interessi di tipo strategico e politico,
Sappiamo che se Israele può contare sull’occidente, la Palestina è legata agli Stati
musulmani. A livello globale si è verificato un enorme conflitto di interessi tra
l’occidente principalmente rappresentato dagli St uniti d’america e il mondo
musulmano, che auspica all’autonomia politica ed economica, con il tentativo degli
stati uniti di controllare le aree strategiche per i giacimenti petroliferi.
Il conflitto arabo-israeliano e iraqueno sembra l’emblema della contrapposizione tra
2 civiltà diverse e nemiche che cercano di prevalere l’una sull’altra tramite la
violenza, le armi rivendicando un senso di appartenenza ad una propria fede
universale simbolo dell’identità del popolo, della sua cultura, della sua storia e
della sua lingua.
Il fondamentalismo religioso è un insieme di numerosi fattori non riconducibili ad
un’unica origine, anche se può essere considerata un sentore di disagio globale e
locale, individuale e collettivo con: da un lato l’esigenza che un dio protegga
l’umanità e ci dia un motivo per vivere, dall’altra con la crisi della democrazia, del
mercato, della cultura.
Globalizzazione e fondamentalismo sono due facce della stessa medaglia e sono due
tensioni contrapposte che caratterizzano la società moderna.
Quale può essere la causa di una situazione cosi critica in un mondo globale moderno
e tecnologicamente avanzato?