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La competenza comunicativa

LINGUA E COMUNICAZIONE
SCALETTA DEL MODULO

1. La nozione di competenza comunicativa


2. La comunicazione (performance)
3. Modelli di analisi della comunicazione
1. Modello funzionale: Halliday-Jakobson
2. Modello SPEAKING: Dell Hymes
Bruxelles, in un pomeriggio d'inverno.
A: Vuoi un caffè?
B: No, grazie, non ho fame.
A: Vuoi un CAFFE'?
B: No, grazie. (breve pausa) Non ho fame.
(lunga pausa)
A: Vorresti andare a bere qualcosa?
B: Certo, con piacere, fa proprio freddo.
A: Magari un caffè?
B: Bene, volentieri.
La competenza comunicativa
Competenza comunicativa

 È la capacità che ci permette di dare ed estrarre


informazioni dalle frasi.
 Dipende da:
 conoscenza di buona parte delle parole e comprensione
della loro relazione nella frase (struttura della frase);
 capacità di interpretare il contesto in cui queste frasi
nascono (caratteristiche e intenzioni del locutore)
 capacità di mettere in relazione tra loro le informazioni
in base alla nostra conoscenza del mondo.
Ha l'ora per favore?

 Significato reale…  Significato nel


contesto…
Competenza comunicativa

È contemporaneamente saper:


usare la lingua in tutte le abilità che la richiedono
(ascoltare, parlare, leggere, scrivere);

utilizzare la lingua per conseguire degli scopi
(funzioni della lingua);

integrare la grammatica lingua con le
grammatiche delle situazioni e dei contesti
Competenza comunicativa
(Balboni, 2012)

Competenza
linguistica
mente mondo

Competenze
extra- Padronanza delle Capacità di agire
linguistiche abilità, capacità di socialmente con
“fare” lingua la lingua

Competenze
socio-
pragmatiche e
interculturali
Agire socialmente con la lingua (performance)

È quello che si definisce “comunicazione” cioè


l’agire intenzionale di un parlante per conseguire
degli obiettivi
Esistono vari modelli di analisi della
comunicazione
La comunicazione

BREVE INTRODUZIONE
Balboni (2009)

COMUNICARE =

SCAMBIARE+MESSAGGI+EFFICACI
Scambiare

Scambiare = mettere in comune


Anche quando sembra monologica la comunicazione
è in realtà dialogica
 Conferenza:
 Destinatario implicito
 Feedback dei presenti
 Tesi di laurea
 Destinatario implicito
 Rispetto di convenzioni comuni
Messaggi

L’unità minima della comunicazione non è la parola


ma il messaggio, cioè un insieme complesso di lingua
verbale e linguaggi non verbali
 Conversazione: collaborazione e negoziazione (anche in una
lite)
 Scrittura: lo sforzo di chiarezza dell’autore e di comprensione
del lettore supplisce alla negoziazione
Efficaci nel raggiungere lo scopo

Comunicazione perfetta: entrambi i locutori


raggiungono il loro scopo
 Dialogo: A vuole vendere una cosa a B, B la compra al prezzo
per lui giusto
 Conferenza: A vuole tenere svegli i B e riuscire a convincerli.
I tre livelli della comunicazione

VERBALE

PARAVERBALE

NON VERBALE
Comunicazione verbale

LINGUAGGIO

Parole scritte
parole pronunciate (CANALE VISIVO)
(CANALE UDITIVO)

REGOLE
GRAMMATICALI

SEMANTICHE

SINTATTICHE
Comunicazione paraverbale

indicatore dell’intenzione e del senso

intensità sonora

pause, lentezza, velocità

caratteristiche individuali della voce


Comunicazione non-verbale

Gestualità
Mimica
Contatto visivo
Oggettemica
Vestemica
Cinesica
COSA
Contenuto
Non verbale
60% 10%

30%

Verbale
Relazione
Paraverbale

La comunicazione è influenzata:
• per il 60% dal non verbale
•per il 30% dal paraverbale
•per il 10% dal verbale (contenuto)
COME
La comunicazione interpersonale

Risponde ad un’ampia serie di motivazioni

Bisognidi
Bisogni ditipo
tipofisico:
fisico:lalasua
suapresenza
presenzaooassenza
assenzapuò
può
incideresul
incidere sulbenessere
benesserefisico
fisico

Bisognisociali:senso
Bisogni sociali:sensosisiappartenenza
appartenenzaeecoinvolgimento
coinvolgimento
controlloeeinfluenza
controllo influenzasulle
sullepersone,
persone,affiliazione
affiliazione

Bisognidi
Bisogni ditipo
tipopratico:
pratico:chiedere
chiedereun’informazione,
un’informazione,
dareconsigli,
dare consigli,ottenere
ottenerequalcosa
qualcosa
La comunicazione

 È un elemento costitutivo della trama dei rapporti tra le


persone;
 È definita in base a due caratteristiche fondamentali:
Il grado di
L’aspetto processuale: intenzionalità
coinvolgimento di più soggetti intenzione dell’emittente
in una serie di eventi, di realizzare un atto comunicativo
implica implica
•relazione tra gli interlocutori •consapevolezza e
•condivisione dei significati •volontarietà
Ruolo dell’intenzionalità
nella comunicazione

Le intenzioni riguardano il contenuto comunicativo


Il contenuto può avere 3 dimensioni

Espressiva:l’emittente vuole inviare informazioni circa


la sua identità, le sue emozioni, i suoi desideri, ecc.

Evocativa: intenzione di influenzare l’altro attraverso la


comunicazione di eventi specifici o attraverso tentativi di
modificare i pensieri, le credenze e i comportamenti

Obbligo: quando un atto comunicativo crea un obbligo


sociale e impegna a delle conseguenze
Distorsione del messaggio
Cosa voglio comunicare
Per comunicare con efficacia occorre
1. Divenire più coscienti dell’intera dinamica della
comunicazione, in modo da cogliere messaggi
da parte degli interlocutori che spesso vengono
trasmessi in pochissimi secondi

2. Ottenere la massima congruenza nella nostra


comunicazione, stando attenti che i tre livelli
siano in armonia tra loro, rafforzandosi l’un
l’altro.
Modelli di analisi della
comunicazione (1)

MODELLO DELLE FUNZIONI COMUNICATIVE


IO
Modello funzione personale
antropologico
delle relazioni
umane IO E TE
e funzioni del funzione interpersonale
linguaggio funzione regolativa

Sintesi Halliday-
Jakobson in
IO E IL MONDO
Balboni (2012) funzione referenziale
La capacità di agire funzione poetico-immaginativa
funzione metalinguistica
socialmente con la
lingua si realizza
tramite funzioni
FUNZIONI, ATTI, ESPRESSIONI

FUNZIONI ATTI ESPRESSIONI


PERSONALE Presentarsi Piacere, io sono…

INTERPERSONALE Offrire qualcosa Vorresti…?


REGOLATIVO-
Dare ordini Apri la porta!
STRUMENTALE
POETICO- Descrivere mondi
C’era una volta…
IMMAGINATIVA immaginari
Chiedere informazioni sulla Scusa, che cosa
METALINGUISTICA
lingua vuol dire…?
REFERENZIALE Saper dire
Sono le…
che ore sono
FUNZIONI, ATTI, GENERI

FUNZIONI ATTI GENERI

Personale Presentarsi, esprimere il proprio stato Confidenza informale e


fisico e psichico, i propri gusti, dire l’ formale, intervista,
età, esprimere opinioni, emozioni, ecc. lettera, diario, ecc.

Interper- Conoscersi, salutare, congedarsi, Interazione viso a viso


sonale offrire, accettare, rifiutare, attrarre l’ e/o per telefono, per
attenzione, protestare, aprire/chiudere corrispondenza, formale
lettere, ecc. e informale, ecc.

Regolativo- Dare e ricevere istruzioni, ordini, Istruzioni per l’ uso,


strumentale consigli, impedire di fare qualcosa, avviso, legge, ricetta,
ecc. consiglio, ecc.
FUNZIONI, ATTI, GENERI

FUNZIONI ATTI GENERI


Referenziale Chiedere e dare informazioni, spiegare, Descrizione, cronaca,
descrivere cose e persone, fatti, ecc. relazione, teorema, ecc.
Poetico- Capire, descrivere e raccontare mondi Narrazione, poesia,
immaginativa immaginari, poetici, usare metafore o canzone, film, pubblicità,
figure allegoriche, ecc. barzelletta, ecc.
Metalingui- Definire una parola, riconoscere Definire una parola,
stica strutture morfosintattiche, spiegare i riconoscere strutture
meccanismi e le caratteristiche della morfosintattiche, spiegare
lingua,ecc. i meccanismi e le
Definizioni, perifrasi, la spiegazione caratteristiche della
grammaticale, ecc. lingua, ecc.
Definizioni, perifrasi, la
spiegazione
grammaticale, ecc.
Modelli di analisi della
comunicazione (2)

S.P.E.A.K.I.N.G.
Hymes (1962) e la competenza comunicativa

Si interessa:
 dell’uso della lingua nel condurre la vita sociale
 del rapporto tra il codice linguistico e il codice socioculturale.

•È un rapporto riflessivo, cioè i codici si sostengono a


vicenda.

•Il codice socioculturale dà valore e/o efficacia


comunicativa al codice linguistico.
Descrizione della competenza comunicativa

Situation (setting/scene)
Participants (speaker/sender; addressor/addressee)
Ends (purposes/outcomes/goals)
Acts (message form/message content)
Key (illocutory force)
Instrumentalities (channel/form of speech)
Norms (of interaction, of communication)
Gender (inter-textuality)
Situation (setting/scene)
Cosa vuol dire “ci vediamo all’ora di cena?”
 Bisogna partire dagli eventi linguistici e non fermarsi alle frasi,
se si vuole capire il significato.
 Il medesimo setting “ora di cena” può rappresentare una
diversa “scena” per un italiano o per un americano (vedersi o
no “già mangiati?”)

La scena è la visione culturale di un evento


derivante da una particolare concezione del mondo.
Situation (setting/scene)
I confini sono relativi anche all’inizio e alla fine di una
conversazione: segnalare a qualcuno che non abbiamo più
voglia di parlare.
 “Oh, guarda che ora è! Devo scappare! “
Oppure i confini spaziali nell’organizzazione di una classe.
Oppure l’organizzazione di una tavola apparecchiata.
Participants
speaker hearer

parlante emittente ricevente destinatario

L’adulto al neonato
 “Ma come siamo belli oggi!” (emittente? parlante? ricevente?
destinatario?)
 “Sono piccolo io per mangiare da solo questa pappa!”
L’insegnante all’alunno
 “Bisogna andare a dormire presto la sera!”
 “Certo che in inglese state proprio facendo pochetto…”
Ends
A: “Posso parlare con il signor D’Amico?”

 Risposte possibili:
1. B: “Sì, glielo vado a chiamare subito.”
2. B: “Mi pare di sì, il suo modo di parlare è sufficientemente chiaro e
comprensibile e mi pare che conosca bene la nostra lingua.”
 La risposta 1 dimostra che il significato della frase è stato compreso
perché B capisce che A vuole che lui vada a chiamare il dott. D’Amico.
 La riposta 2 dimostra che il significato della frase non è stato compreso
perché B capisce che A vuole sapere da B se è in grado di farlo.

Una risposta affermativa “sì” non seguita da un’azione


appropriata sarebbe inefficace.
Ends
 Quello che il parlante fa in una conversazione non è solo quello che pensa
di fare consciamente.
 Le routine comunicative forniscono la parola giusta da dire.
 nell‘acquisizione di una LS si percepisce l’importanza delle formule (es.
A. “Puoi tenermi aperta la porta?” B. “Pronto.” A. “Grazie!” B. “Per
favore!”)
 secondo Lakoff le formule di cortesia sono un universale linguistico nel
quale un parlante si comporta come se fosse inferiore al suo
interlocutore
 secondo Goffmann le routine passano inosservate quando sono
pronunciate, ma producono specifiche reazioni negative quando sono
omesse (es. il cinese non ringrazia per un gesto/azione che ritiene
rientrare fra i compiti/doveri dell’interlocutore; es. italiano: A. “Buon
giorno! Come va?” B. “Bene grazie, e lei?” A. “Anch’io, grazie!”; francese:
A. “Bonjour! Ça va?” B.“Bonjour!”; italiano A. “Buon lavoro!” inglese: ?”)
Acts
 Sia la forma sia l’interpretazione della comunicazione sono sensibili
all’aspetto sequenziale.
 La presa di turno, il suo mantenimento, la sua cessione. “Scusa se ti
interrompo ... Posso chiedere una cosa?”
 Le regole di assegnazione di turno.

 Interrompere “A proposito … Oh, prima che mi dimentichi... “

Includono le mosse comunicative (attaccare, difendersi,


interrompere, ecc.)
 Ogni cultura valuta queste mosse con parametri diversi (es. scusarsi in
Europa  gentile e atteso; scusarsi nel mondo arabo  perdita della
faccia)
Keys
 Il parlante può fornire la chiave intepretativa di quello che ha detto.
 La chiave non verbale o paraverbale può persino annullare il significato
letterale di quanto si dice.
Instrumentalities
 Il canale (parlato o scritto)
 La scelta tra una variante linguistica e un’altra
 Dare del “tu” oppure a dare del “lei”? E in inglese?
 Asimmetria: io-tu/Lei; noi-voi/...
 Regola dell'accordo di genere (in base al sesso del referente e alla
funzione grammaticale)
 Lei è stato invitato
 L'ho chiamata per ringraziarla
Instrumentalities
Test finale di un corso di italiano a cinesi

 12 studenti cinesi su 36 si rivolgono al cameriere usando il


formale
 10 studenti cinesi su 36 si rivolgono all'impiegata salutando
formalmente o usando attenuatori (vorrei...volevo, mi scusi)
 Solo in 3 elaborati di studenti cinesi su 36 si trovano
espressioni di cortesia o attenuatori rivolti dall'impiegata
agli studenti
Instrumentalities
Ipotesi esplicative
 La semplificazione del sistema presente nell'input di nativi
a non-nativi immigrati potrebbe instaurare una forma
basilare di discriminazione
 L'adozione di tale semplificazione da parte dei non nativi
potrebbe corrisponde a una implicita legittimazione di tale
discriminazione.
Norms
 Fondamenti razionali della comunicazione: esistono degli
universali della comunicazione?
 Grice elabora il principio di cooperazione, una convenzione
sociale e culturale che ci aiuta a interpretare il significato
contestuale di un enunciato, ossia la sua implicatura
conversazionale.
 “contribuisci alla comunicazione nel modo richiesto, nel
momento particolare in cui avviene, secondo lo scopo accettato o
la direzione dello scambio verbale in cui sei coinvolto”
 il principio di cooperazione si regge su quattro insiemi di regole
detti “massime conversazionali”
Norms
 Massime conversazionali:
 massima della quantità (dai un contributo appropriato sotto il
profilo della quantità di informazioni);
 massima della qualità (non dire cose che credi false o che non
hai ragione per credere vere);
 massima della relazione (dai un contributo pertinente ad ogni
stadio della comunicazione);
 massima del modo (esprimiti in modo chiaro, breve, ordinato).
 L'osservanza delle massime o la loro violazione danno luogo a
delle implicature conversazionali , cioè a delle informazioni
supplementari derivanti dal confronto di ciò che il parlante ha
detto con la sua supposta aderenza al principio di
cooperazione e alle massime.
Norms
 Implicature conversazionali:
 "Francesca è bella, ma è intelligente“
 “Egli è inglese, quindi è coraggioso”
 Mentre si aiuta una persona con l’auto in panne: "C'è un
distributore di benzina dietro l'angolo",
Genres
 Un genere è un’unità di discorso riconoscibile per
particolari caratteristiche formali e contenutistiche
 una pubblicità
 una telefonata
 le istruzioni di montaggio
 ecc.
 E’ molto vicino ai concetti di “testo” e di “intertestualità”
 Un testo spesso si comprende a partire dalla conoscenza di
testi pregressi e già accettati in precedenza.
 E’ il 10 luglio 2006. Il giorno dopo la vittoria dei Mondiali di Germania
2006, è festa grande per l’Italia al Circo Massimo di Roma. La nazionale
italiana ha battuto la Francia e i tifosi italiani sbeffeggiano i rivali
transalpini …-
Eventi comunicativi da analizzare

Eventi comunicativi (lingua in primo piano)


Lezione
Conferenza con interprete
Telefonata
Preghiera
Raccontare una barzelletta
Situazioni comunicative (lingua in secondo piano)
Partita di calcio
Passeggiata con un amico
Una corsa in autobus
Una visita ad una galleria d’arte

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