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Guida all’Uso delle Parole

- Tullio De Mauro
1. Parlare Non è necessario… comunicare sì
La parola compare senza problemi dopo: da neonati viviamo ugualmente per un anno
senza parlare. Parlare non è necessario nelle prospettive ontogenetica (per lo sviluppo
biologico dell’organismo) e filogenetica (per la sfera evolutiva delle relazioni dell’individuo).

Scrivere è ancor meno necessario: per lungo tempo nell’antichità gli uomini hanno vissuto
senza l’invenzione della scrittura, ma anche dopo quest’invenzione molti uomini hanno
vissuto tranquillamente (come mostra la lettera analfabeta del 1973).

Invece, non possiamo fare a meno della comunicazione (il grande insieme al cui interno vi
stanno le parole).

Codici di comunicazione uno di questi, sono le LINGUE STORICO-NATURALI:


o codici semiologici tutte le lingue parlate nel mondo che hanno
seguito il percorso evolutivo della storia e degli
esseri umani.
Dipendono da:
- il materiale di coi sono fatti i significanti (acustico, visivo, …)
- il tipo di collegamento tra il significante e ciò che indica. Pierce parla di INDICI (stretto
legame tra segno e ciò che indica: orme-passaggio di un animale), ICONE (il significante
somiglia a ciò che vuole indicare: sagoma di un pedone nei cartelli stradali) e SIMBOLI (non c’è
rapporto tra significante e ciò che che indica: unione di lettere-suoni, cifre-numero).

Il segno è definito come qualcosa che sta per qualcos’altro. Il segno è rinvio, mediazione
e la messa in relazione a qualcos’altro.
Per classificare i segni si parla di: Ottagono rosso con
• Significante: la parte del segno fatta per essere
scritta bianca STOP
prodotta e interpretata facilmente.
/significante/
• Significato: ciò che si può fare con il segno.
• Espressione: il modo in cui si manifesta il CARTELLO Fermarsi e dare la
significante; ad esempio, il modo in cui viene precedenza
STOP
scritta o pronunciata una parola (maiuscolo, “significato”
[espressione] del
grassetto, con un accento, …) segno Che seccatura farò
• Senso: il modo in cui il significato viene
tardi a lavoro!
attualizzato dalla persona. “”senso””
• Enunziato: la realizzazione del segno

Il segno si può collocare in quattro diverse dimensioni:


1. Semantica, il rapporto tra il significato del segno e i vari sensi (significati) che può
assumere- Why e Because hanno lo stesso significato ma diverso significante;
2. Espressiva, il rapporto tra il significante e le varie espressioni che possono realizzarlo;
3. Sintattica, il rapporto tra un segno e gli altri di uno stesso codice comunicativo;
4. Pragmatica, il rapporto tra uno stesso segno usato da più utenti (emittenti e
riceventi).
2. Il linguaggio umano e gli altri sistemi di comunicazione
I codici semiologici (o linguaggi) possono essere:
• a segni articolati/non articolati
Un linguaggio a segni articolati esprime il significato in modo globale, senza
poterlo scomporre in parti più semplici.
• con sinonimia/senza sinonimia
Un linguaggio con sinonimia è un linguaggio in cui vi sono più significanti per
un significato (rapporto one-to-one).
• a segni di numero illimitato/limitato
Un linguaggio a numero limitato è costituito da pochi segni.
• a segni ordinati/non ordinati
Un linguaggio a segni ordinati presenta segni sistemati in un ordine specifico
per cui il significato dipende da questa posizione.
• combinatori/non combinatori
Un linguaggio combinatorio permette di combinare segni fra loro per avere
un significato più complesso.

Vi sono diversi tipi di linguaggi:

a) LINGUAGGI DELLA CERTEZZA: si tratta solo di due segni o poco più (nulla di
equivocabile) uno a significante ben evidente e uno a significante zero. la spia
della benzina accesa o spenta. one-to-one

sono a segni non articolati, di numero limitato e senza sinonimia.

b) LINGUAGGI DEL RISPARMIO: tratta di segni che non hanno rapporti casuali tra loro, ma
sono ognuno al proprio ordine. i segni zodiacali, i mesi dell’anno.

sono a segni non articolati, di numero limitato, senza sinonimia, ordinati.


funzionano solo quando, essendo in numero limitato, la nostra memoria è in grado
di agire.

c) LINGUAGGI DEL RAGGRUPPAMENTO (o combinatorio): tratta di segni che riusciamo a


memorizzare grazie alla loro posizione in una serie, il significato dipende dalla
“somma” dei vari monemi (unità più piccola). codice fiscale, codice iban, SVO.

sono a segni articolati, di numero limitato, senza sinonimia, ordinati.

d) LINGUAGGI DELL’INFINITO: tratta di segni che, se messi insieme, trovano sempre un


successivo avanti. numeri matematici, parole, frasi, note musicali.

sono a segni articolati, di numero illimitato, senza sinonimia, ordinabili in modi


infiniti.
Si parla di infinito potenziale quando:
- La ripetizione di uno stesso elemento da luogo a segni diversi.
- L’aggiunta di un elemento da luogo a un segno diverso dal primo.
ex. Il libro della cugina è diverso da Il libro della cugina della sorella di lui.

e) LINGUAGGI PER RISOLVERE PROBLEMI: tratta di segni che hanno lo stesso significato ma
diverso significante. sinonimi di una parola, 8=23

sono a segni articolati, di numero illimitato, con sinonimia, ordinabili in modi


infiniti.
Già da tempo dei filosofi si sono occupati di studiare la lingua come se fosse un calcolo
matematico, basti pensare a Leibniz o a Wittgenstein, filosofo del linguaggio, che scrisse un
Tractatus Logico-philosophicus al fine di dimostrare ciò.
Ma Wittgenstein presto si rese conto che la lingua è molto più complessa di un calcolo:
durante una discussione con Sraffa, l’esecuzione di un tipo gesto delle mani fece capire al
filosofo che i segni della lingua non possono essere combinatori o articolati. (non si possono
scomporre in parti più piccole)

Un segno, per essere tale, deve essere sempre unito a una catena di rapporti tra le persone
che interagiscono.
Un calcolo, per essere definito tale, deve rispondere all’ ASSIOMA DI NON-CREATIVITÀ:
- tutte le espressioni devono essere fatte di simboli già noti o riducibili a simboli noti e
attraverso operazioni e numeri determinati.
- le regole sono stabilite e non si possono cambiare.

Al contrario, una lingua, per essere definita tale, non deve rispettare questo assioma,
poiché:
- i vocaboli che usiamo sono spesso ignoti ad altri (nessuno conosce l’intero
vocabolario).
- ogni giorno possono aggiornarsi i vocaboli (nascono, muoiono o vengono riusati).

La lingua è caratterizzata da:


CREATIVITÀ REGOLARE CREATIVITÀ INNOVATIVA
si tratta di creare una nuova frase, si tratta di cambiare i termini e le “regole”
combinando e manipolando le regole per creare delle nuove parole o frasi:
preesistenti. petaloso – ni – termini poetici/teatrali

La creatività “nasce” dall’imitazione: senza imitazione non c’è creazione.


Il bambino, ad esempio, prima imita istintivamente tutti gli atteggiamenti, i gesti e le parole
di chi lo circonda; in seguito, seleziona ciò che vuole imitare.
Allo stesso modo, in età adulta, non si può diventare professionisti esperti di un ambito, senza
prima aver fatto ripetizione e imitazione

La capacità di ripetere, di combinazione e di inventare sono necessarie allo sviluppo della


funzione metalinguistica: una caratteristica del linguaggio verbale degli esseri umani, per
cui è possibile usare le parole per parlare di esse stesse, grazie alla dilatabilità del significato:
dare espressione a ogni possibile esperienza.
▪ Flessibilità semantica: una stessa parola può avere usi differenti e può essere utilizzata
per indicare significati diversi (parafrasi, nuove parole, sinonimi, …);
▪ Flessibilità pragmatica: ci permette di allargare il significato ad un senso più specifico
(figurativo, metaforico, …).

f) LINGUAGGI STORICO-NATURALI: tratta delle frasi e delle parole, caratterizzate da


varietà e variabilità. Ogni persona può sviluppare significanti e significati in direzioni
diverse, non c’è un limite alla dilatabilità come nel linguaggio del calcolo.

sono a segni articolati, di numero illimitato, ordinabili in modi infiniti, con sinonimia
non calcolabile, con onniformatività
(include nel suo contenuto il contenuto di ogni altro codice semiologico: con le parole si può
esprimere tutto, anche se pensiamo sia impossibile. Il significato è dilatato.).
3. Parlare (e scrivere) per capire e farsi capire
Tutti possiamo trovarci ogni giorno nella condizione di metterci in rapporto, grazie alle
parole, con persone che non avremmo mai pensato di avvicinare.

Vocabolario Fondamentale: vocaboli che chi parla


una lingua ed è uscito dall’infanzia (10 anni)
conosce, capisce ed usa. Sono le parole di
massima frequenza nel parlare e nello scrivere e
disponibili a chiunque in qualsiasi momento.
Vocabolario di Base: vocaboli largamente noti ai
componenti delle più svariate categorie di
persone, che hanno frequentato almeno fino alla
terza media.
Vocabolario Comune: vocaboli dei linguaggi
speciali o di aree locali, che hanno però una certa
circolazione fuori dall’area di origine.
Linguaggi speciali: vocaboli comprendibili solo da una specifica parte delle persone
(professioni, famiglia ristretta, dialetto municipale) o termini rarissimi usati in testi significativi
(detti hapax)

Le parole, in base a diversi fattori, si classificano in:


• parole internazionali: circolano in varie nazioni e si dividono in idioma (tipiche di un
solo luogo), politopiche (conosciute in molti luoghi) e pantopiche (tipo sport o
computer, conosciute a livello internazionale).
• parole dialettali: note ad una determinata città o paesino (idioletto)
• parole familiari
• parole pantolettali: potenziale lingua artificiale che potrebbe essere inventata e
parlata universalmente da tutti.

Linguaggio endofasico: linguaggio interiore quando riflettiamo, ricordiamo o pianifichiamo


qualcosa tra noi stessi. Non ci sono regole.
Linguaggio esofatico: linguaggio usato affinché qualcuno ci capisca, adattare il linguaggio
secondo il tempo o lo spazio a disposizione, la condizione grafica, la componente
semantica (contenuto), la componente pragmatica (fini da realizzare), la componente
socio-pragmatica (destinatari), la componente linguistica (scelta di parole e frasi da usare).

Le frasi possono essere:


➢ monoreme, fatte da una sola parola
➢ formate da una proposizione
➢ formate da più proposizione legate per giustapposizione (senza congiunzioni), per
coordinazione, per subordinazione. -> frasi ipotattiche

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