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Linguistica

PRODUTTIVITÀ

Si intende la possibilità di creare elementi nuovi a partire da insieme di regole di produzione


Es. se io so che combinando elementi parole con altre parole→ ottengo frase
Es. Nome e verbo→ es. il gatto miagola
Questa regola è PRODUTTIVA→ vale per tante altre parole
È sistematica
Poter creare frasi infinite a partire da numero finito più piccolo di elementi
CAPACITÀ COMBINATORIE→ possono essere riapplicate a sé stesse
Caratteristica delle lingue naturali
Si parla anche di CREATIVITÀ REGOLARE→ produttività infinita a partire da regole

PORDUTTIVITÀ E COMPOSIZIONALITÀ (possibilità di combinare insieme elementi base lingua e


porta a una altra creatività e produttività)

REFLISSIVITÀ→ si intende la capacità metalinguistica

È la capacità che tutti abbiamo→ parlare della propria lingua e del proprio linguaggio
Es. studio grammatica→ usiamo italiano per parlare della lingua
Metalinguistica ovvero che si rivolge a sé stessa
Non caratteristica di tutti i sistemi, infatti le api fanno sempre stessa, non possono parlare del
proprio sistema
Anche per bambino è capacità che impara successivamente

RICORSIVITÀ

Elemento che si ricollega a produttività, proprietà delle lingue naturali individuata da Chomsky
Qualcosa è ricorsivo quando genera un loop→ qualcosa che va avanti all’infinito, va avanti e torna
indietro
Le lingue sono ricorsive→ posso avere regole che posso riapplicare un numero infinito di volte al
materiale linguistico e posso avere frase sempre più complessa
Tanti esempi (?) che hanno queste proprietà
Es. le frasi relative
- Il ragazzo è biondo
oppure,
- il ragazzo, che avevi visto nell’autosalone, è biondo
oppure,
- il ragazzo, che avevi visto nell’autosalone in cui il proprietario ti voleva venderti la jeep, è
biondo
lo posso fare riapplicando più volte da applicazione precedente, è un loop infinito

io so che tu sai→ verbi di credenza

- Maria mi ha colpito
- I ragazzi dicono che
- I vicini dicono che…
Meccanismo ricorsività→ tipico lingue naturali e alcune artificiali (linguaggi programmazione con
strutture ricorsive)

DIPENDENZA DELLA STRUTTURA

Chomsky
Relazione tra costituenti linguistici, relazioni sintattiche→ COMPLESSITÀ SINTATTICA
Metto insieme elementi morfosintattici in sequenza, ma non dipendono da sequenza, ma dalla
struttura
Non dipendono dall’ordine, ma da gerarchia interna che non si manifesta solo con ordine
Es Il ragazzo, dentro autosalone con il proprietario, che è biondo
Si capisce che ragazzo è biondo, non proprietario anche se nome più vicino
Ragazzo-biondo stesso livello, proprietario è sotto

TRASPONIBILITÀ DEL MEZZO

Linguaggio umano può usare diversi canali


- Parlare→ canale principale, primario (uso udito e suono) attraverso mezzo aria
Una proprietà linguaggio umano è la fonicità **
- Scrivere→ sempre stessa lingua ma diverso mezzo di trasmissione linguistica (visione e
codifica)
- Mezzo comunicazione diverso→ usa codice tattile
- Sistema gesticolatorio visivo→ sistema di segni, lingua dei segni
Linguaggi non umani, animali→ usano solo modalità per comunicare, si intende modalità
sensoriale
Se succo messaggio è contenuto, bisogno espressione contenuto→ ha correlati fisici che possono
essere percepiti, altrimenti ho telepatia
Bisogno di qualcosa di fisico percepibile da sensi
Es. lingue dei segni→ segnale percepibile da vista
Queste attivazioni sensoriali→ possono essere utilizzate per produzione messaggi
Sistema di comunicazione si manifesta con segnali percepibili→ ma percepiti anche con occhi,
tatto, udito

*TRASMISSIBILITÀ CULTURALE → *(riferimento successivo)

Lingua è trasmessa per tradizione


Convenzioni, norme → passano da generazione ad altra
Si impara lingua propria dell’ambiente in cui cresciamo, ma comunque non è fattore solo culturale
e sociale, ma anche BIOLOGICO → componente innata
Imparare lingua sotto 11-12 anni→ porta a un apprendimento maggiore e con minori difficoltà

ONNIPOTENZA SEMANTICA

Facoltà di parlare di tutto→ dare espressione a qualsiasi cosa


Si può parlare piuttosto di PLURIFUNZIONALITÀ →come proprietà tipica e spiccata della lingua

SCHEMA DELLA COMUNICAZIONE, Jakobson (1960)

- Per costruire messaggio, bisogno codice, sistema condiviso tra emittente e ricevente
- Emittente codifica
- Riceventi decodifica
- Canale→ sta per operazioni che devono sfruttare linea di comunicazione, un canale fisico
con cui passa modalità sensoriale
Es. Aria→ canale con cui modalità sensoriale (?), onda sonora passa con aria
Es. per lingua scritta→ usata luce come canale, mi permette di vedere e decodificare messaggi
- Contesto→ comunicazione avviene sempre in contesto più ampio che tra quello tra
emittente e ricevente
Elementi linguaggio che posso codificare solo in determinati contesti
Elementi deitifici o indicali es. prendi quello e portalo qui
Riusciamo a comprendere significato solo attraverso contesto
Es. qui
Oppure
Es. qui (un’ora fa)
Diversi luoghi, contesti importanti

FUNZIONI DELLA LINGUA→ ognuna legata a ognuno dei personaggi comunicazione

A volte funzioni eseguite tutte insieme


1. Funzione Emotiva
Una delle funzioni è esprimere sé stessi, proprio pensiero, stato di animo, pov
Quando produco messaggio metto in atto funzione emotiva, con espressione nostre emozioni
metto in atto messaggio
Es quando uno triste o arrabbiato→ suoni e voci diverse, scelte lessicali sono diverse (coloratura
semantica diversa) perché esprimiamo con messaggi nostre emozioni
2. Funzione referenziale
Servono a parlare contesto, importante contesto
Situazione di enunciazione, momento e luogo in cui prodotto messaggio
Quando riferiamo a oggetti esterni utilizzo questa tipologia
3. Funzione poetica
Messaggio si rivolge a sé stesso, mi porta a ragionare su parole messaggio
Forma è fondamentale
Non riguarda solo arte, ma es. anche slogan fanno riflettere su modalità usata per esprimersi
4. Funzione metalinguistica
Utilizzo codice proprio per parlare codice
Insegnamento lingue, linguistica
Si attiva anche quando es. Che vuol dire questa parola? --> per definire significato parole usiamo
altre parole
5. Funzione fatica
Dare sollecitazioni in modo che sia aperto il canale
Anni di telecomunicazione→ usato molto→ hai capito? Ci sei?
Feedback sul canale che sia aperto, bisogno che canale sia aperto altrimenti se chiuso non passa
comunicazione
Con questa funzione ci assicuriamo canale aperto
6. Funzione conativa
Mi rivolgo a riceventi in modo che segua di più→ in modo che si attivi di più in comunicazione
Es. urlare nome persona

Emotiva→ emittente
Referenziale→ contesto
Poetica→ messaggio
Metalinguistica→ codice
Fàtica→ canale
Conativa→ ricevente

LINGUA SCRITTA E LINGUA PARLATA


Lingua scritta→ gode di prestigio rispetto parlata
Es. quando usciamo da scuola→ il centro della nostra attenzione va su scritta
Perché libri scritti, dizionari, articoli
Quando imparato qualcosa della nostra lingua in modo conscio→ è quando imparato a leggere e
scrivere, però già a 2/3 anni parlavamo
Avevamo già molte conoscenze linguistiche anche senza leggere e scrivere
Anche se prestigio culturale la lingua scritta
Ma lingua parlata è PRIORITARIA rispetto scritto

Saussure→ parla di lingua (parlato) e scrittura


Sono due distinti sistemi di segni (sono molto diversi, se scrivo albero ≠ parlato albero) possono
avere stesso significato, ma significante diverso
Scritture alfabetica→ abbiamo scrittura che riconduce a suono, non tutti sistemi sono così
Scrittura serve per rappresentare parlato, è una controtendenza quella in cui crede Saussure
rispetto agli anni in cui vive, perché scrittura aveva connotazione storica e prestigiosa
Es. lingua antica→ devo vedere scrittura
Es. italiano del 200→ solo scrittura
Per Saussure la lingua è parlata

“lingua e scrittura sono due distinti sistemi di segni: l’unica ragion d’essere del
secondo è la rappresentazione del primo; l’oggetto linguistico non è definito dalla
combinazione della forma scritta e parlata; quest’ultima costituisce da sola
l’oggetto della linguistica”
Halliday→ sono non solo alternativi, ma anche cose diverse
La scrittura è una tecnologia di cui si dota certa cultura, che viene inventata e sviluppata da società
e che noi individualmente possiamo, ma non siamo obbligati, ad apprendere
Per millenni molte popolazioni erano analfabete
Scrittura sviluppata per funzioni società→ o sono scritture religiose, o per patti commerciali
amministrativi

Scrivere e parlare non sono solo modi alternativi di compiere le stesse cose;
piuttosto, sono modi di fare cose diverse. La scrittura si sviluppa qualora la lingua
debba assumere nuove funzioni nella società. Queste tendono ad essere funzioni
prestigiose, associate alla cultura, alla religione, all’amministrazione e al
commercio

Si parla di VARIETÀ DIAMESICA→ in sociolinguistica, lingua parlata e scritta sono considerate agli
estremi dell’asse di variazione DIAMESICA, in cui nell’interno è popolato da una serie di varietà
intermedie (stampa, web, radio,teatro..)

DIFFERENZA ANCHE NELL’APPRENDIMENTO


Tra scritto e parlato c’è differenza più profonda
Bimbo→ impara da solo
*Non solo completamente→ se cresce in mezzo ai lupi, non acquisisce nessuna lingua, non posto a
input linguistico
Se bimbo senza patologie linguistiche→ se calato in contesto umano, da solo inizia a parlare
Se genitore parla a bimbo, con chiunque→ bimbo è nel contesto, dopo tot sviluppo linguaggio
Così come qualsiasi altra facoltà cognitiva

Per scrivere→ bisogno insegnamento, qualcosa che ci consenta di imparare


Differenza fondamentale
Da una parte impariamo naturalmente, dall’altra impariamo insegnata

Lingua scritta viene APPRESA≠ lingua parlata viene ACQUISITA

LINGUA PARLATA è PRIMARIA RISPETTO ALLA SCRITTA**


Da molti punti di vista:
- Riguarda sia singolo uomo (ontogenetico =del singolo essere)
Ovvero nella fase evolutiva si impara a parlare prima di quanto si impari a scrivere
Molte persone, nonostante non sappiano scrivere (contadino inizio 800), parla sua varietà di
lingua perfettamente, tutti lo capiscono

Anche da punto di vista delle culture


Prima homo→ ha tirato fuori capacità di comunicare con parole, linguaggio orale basato su suono
Avvenuto migliaia di anni prima che fosse inventato sistema di scrittura
Linguaggio, parlato→ non inventato, c’è stato sviluppo ed evoluzione
Sviluppo naturale
Tanto che varie società→ modi completamente diversi di scrivere

- FILOGENETICO→ Prime forme di scrittura sono molto più tarde, le comunità umane hanno
sviluppato prima il linguaggio orale e poi i sistemi di scrittura
Noi parliamo da quando esiste homo sapiens, anche se non c’è dato sapere per certo in quanto
impossibile ricostruire con sicurezza sviluppo, però canale sviluppato un certo punto (ci sono indizi
che ci fanno intendere che parlassero in qualche modo)

- Parlato è primario su scritto, non solo perché viene prima, ma noi in arco della giornata
(anche se scrittura ormai è aumentata, messaggi, si legge molto, forme di comunicazione
online) probabile che parliamo più di quanto non scriviamo → comunicazione umana
soprattutto attraverso la lingua parlata, PRASSI
- Interazione orale→ permette organizzazione base della vita sociale, più di quella scritta
Nonostante leggi siano scritte

Fattore che cosa sia più importante per parlato e scritto


- CAMBIAMENTO LINGUISTICO→ motore di questa modifica è parlato
Prima che sia registrata in lingua scritta passa sempre un po’ di tempo
Es. documento latino→ si dice taurus e non torus
Però quel “au”→ diventa “o”
Per passare da A a U→ c’è O→ conformazioni fisiche della bocca, passaggio che avviene
Ma scrittore latino, diceva ciò perché ai tempi in parlato c’era già questa modifica
Parlato anticipa sempre cambiamento

Esiste un’indipendenza tra la lingua e la scrittura:


LINGUA NON è DEFINITA DA SUA SCRITTURA
Es. russo o cinese difficili da imparare per scrittura
Scritture comunque non c’entra con struttura linguistica del cinese
La lingua per bimbi→ usano lingua, la usano→ ma non perché scritto qualcosa
Bimbo di 3 anni→ che ha acquisito ita come lingua madre
Bimbo 3 anni→ acquisito cinese

Sono semplicemente due sistemi linguistici diversi


CI SONO MOLTE LINGUE CHE NON SCRITTE→ somalo, scritto solo nel 72, molto cambiamento ma
solo parlato
CI SONO LINGUE CHE HANNO CAMBIAMENTO SISTEMA SCRITTURA→es. turco, si utilizzava
sistema arabo, poi riforma con alfabeto latino
Ma a livello di parlato, era sempre stessa lingua→ cambiato solo sistema di scrittura
ESISTONO LINGUE CHE VENGONO SCRITTE IN DIVERSI MODI (una lingua si definisce in modo
indipendente dal sistema di scrittura adottata)
Es. serbo croato→ lingua unica, ma da parte croata si usa alfabeto latino mentre parte serba si usa
cirillico, lingua però è sempre stessa
Es. lingua moderna in cui vari sistemi di scrittura cooperano→ Giapponese, sistemi di scrittura
sono diversi, 2 alfabeti diversi
Per parole straniere→dato alfabeto
Per tradizione→ sistema cinese
Con caratteri latini
Es. anche cinse si scrive con caratteri, ma ha traslitterazione

DIFFERENZE SCRITTO E PARLATO,

in ottica sistema di comunicazione


ripercorrendo diversi protagonisti comunicazione:

MACROCARATTERISTICHE DIFFERENZIALI

Articolazione fonatoria→ significa quando parlo articolo suoni con muscoli, lingua, bocca stessa
(attivazioni molto fini, richiamano controllo alto livello delle capacità motorie)
Quando scrivo devo muovere dita
Per parlato→ programmazione simultanea, sequenza la attuo in modo simultaneo, non lo so
prima (ciò che ho detto non si può cancellare, si può ritrattare→ se insulto qualcuno, non posso
cancellare insulto, ciò che diciamo non lo cancelliamo)
Cambi di programma sono continui→ ce ne rendiamo conto quando trascriviamo

Per scritto→ ho più stacco, posso
ààààààààààààààààààààààààààà pensare e posso ritornare, cancellare

CODICE
Anche per ricevente è molto diverso
Usa orecchie e occhi, ma anche a livello memoria
Scrittura→ per studio, si sedimenta in parte più profonda memoria, GRAFEMA→ si distigue altri
elementi grafici
Parlato→FONEMA→ riguarda i suoni, ma non corrisponde solo a suono

CONTESTO:
- Possiamo parlare e comunicare con parola orale, anche senza condividere stesso valore
spaziale ma anche temporale
Spaziale→ al telefono, due persone in luoghi diversi
Temporale→ messaggi vocali

- Per parlato→Situazioni più semplici→ faccia a faccia (situazioni sono le stesse, stessa situa)
Per scrittura→ scrivo libro, poi persone dopo lo leggono→ situazione temporale distanziata

- Rumore
Cervello riesce a separare rumori da altri tipi di suoni, in particolare quelli linguistici
Quando leggiamo, rumori sono ininfluenti
Per parlato→presente, capiamo
Per scrittura→ rumori non necessari

Parlato e scrivere sono comportamenti distinti


Parlare è comportamento umano→ richiede interazione umana diretta ed è affidata a mezzo
sonoro
Scrivere viene fatto da persona con produzione testo
Modi distinti
Quando si attua codifica e decodifica→ comunque parlato e scrittura sono diversi, se uso occhi e
mani per comunicare anche se somiglia a parlato è SCRITTURA
Il fatto che ci sia suono o meno è fondamentale

SISTEMI DI SCRITTURA **

In lingue mondo
- Chi rappresenta suoni, significanti
- Chi rappresenta i significati→ in cui ogni grafema corrisponde concetto es geroglifici
Es. scrittura cinese→ anticamente ideogrammi erano molto più iconici in significato, poi più
astratti
Rappresentano significati
Es. acqua→ per italiano, per cinese altro modo→ ma significato stesso anche se letto in modo
diverso
➔ Ideografiche→ corrisponde a concetto
(?)→ geroglifici
Principio del rebus→ il suono che si lega a immagine, poi slegato da immagine per andare a
significare suono
➔ Sillabico→ rappresentano sillabe, non suoni es Al-be-ro
➔ Alfabetico→ ogni simbolo corrisponde a suono
GIAPPONESE→utilizza tutti modi
Simbolo= cuore, spirito
Giapponese completamente diverso da cinese, però giapponese ha ereditato scrittura cinese
Alfabetico→Simbolo mi riporta a significato → simboli sillabi sono 3

Rappresentiamo significato vs rappresentiamo significante


Scrittura ideografica→ si fonda su iniziali e pone rappresentazioni analogiche del significato di una
parola es. singolo segno grafico che rappr concetto

Scrittura alfabetica→ si basa su equivalenze prestabilite in modo convenzionale tra un elemento
della prima articolare del SIGNIFICANTE (fonema) e un carattere grafico (grafema)
Es. sequenza segni grafici sono una sequenza di suoni, che a sua volta rappresentano concetto

1° cosa che si studia per linguistica è la fonetica→ caratterizza lingua naturale


LINGUISTICA→
Studia tutti aspetti
Langage (natura linguaggio)
(Sistemi astratti di lingue) langue
(Fenomeni linguistici) atti di parole
(studio cambiamento lingue) glottologia

Tempi di Saussure→ tutto era basato su come cambia lingua (diacronia) lungo asse temporale
Ma basa attenzione su Sincronia→ prende lingua in determinato momento, non interessa cosa
successo prima, descrivere sistema linguistico in quel momento
ASSIOMI STRUTTURALI:
- Avere livelli di analisi diversi
- Gerarchia livelli
- Segmentazione
- Unità minima, ogni livello ha un’unità
- Economia→ porta a dire che con pochi elementi si riesce a riprodurre numero altissimo
messaggi combianandoli in modo diverso
- Ricorrenza
PROBLEMI METODOLOGICI:
- Paradosso dell’osservatore, nasce anche in scienze fisiche→ quando osserviamo fenome
naturale, ci stiamo interagendo e modificando
Es. termometro in bicchiere→ se troppo freddo cambia temperatura acqua
Es. usiamo linguaggio per parlare linguaggio
Cercare di rendere più esterno possibile, ma non sempre agevole
Se studio certa espressione→ non tiro fuori dei suoni naturali, un po’ modificati
- Posso analizzare dati linguistici a tanti livelli di profondità, non finisce mai analisi
Ci sono sempre elementi aggiuntivi→ che appartengono a diversi livelli di analisi
- Dato linguistico→ definizione di cosa è dato in linguistica
Quando parlo di langue→ ottengo diverse proiezioni dell’oggetto linguistica
È qualcosa di astratto ma poi studio testi
COMPETENZA E ESUCUZIONE (chomsky)
Linguistica si occupa di:
- Parlante-ascoltare ideale, che conosce perfettamente lingua
- In comunità linguistica omogenea
- Parlante che non fa errori grammaticale, di distrazione, di cambiamenti di interesse e
attenzione
Per considerare l’esecuzione linguistica si deve considerare l’interazione di vari fattori, e la
competenza sottostante del parlante-ascoltatore non è che uno di essi.
Distinzione tra COMPTENZA (conoscenza che parlante-ascoltatore ha della propria lingua) e
ESECUZIONE (uso attuale del linguaggio in situazioni concrete)

Indagato aspetto mentale→ non studiamo esecuzione che è l’uso reale del linguaggio
Studiamo meccanismo mentale
Per molti tempi però linguistica studiata esecuzione

Langue→ carattere sociale, trascende il singolo individuo≠ competence→ è individuale e risiede


nella mente dell’individuo
COMPETENZA→ è qualcosa che ogni parlante ha
Quando studiamo competenza usiamo metodo introspettivo, per cui ogni parlante può valutare
parlato
Quando parlo di ESECUZIONE→ altro studio, raccolgo dati da testi scritti o discorsi e studio come
elementi si dividono in queste conversazioni
LINGUISTICA è tutto questo→ si dota di strumenti per analizzare lingue che lingua in esecuzione

Linguistica
Primo dei livelli di analisi→ FONETICA E FONOLOGIA

Schema componenti linguaggio→ isolate


1° aspetto relativo ai suoni

FONETICA
L’apparato fonatorio e la produzione dei suoni
Complesso che comprende vari muscoli e sistemi che producono varie tipologie suoni
MECCANISMO FISICO E FISIOLOGICO x comunicare con suoni→ suoni di diverse nature
Es. Tata→ sono due suoni ripetuti di natura diversa, 1° T non ha durata mentre 2° A ha una durata
T non corrisponde a intonazione possibile
A può avere intonazione→ cambiare nota→ suoni vocalici si possono intonare e con diverse
posizioni
➔ Di solito fine domanda→ suono vocale in risalata
Suoni diversi→ elementi di valore diverso

FONETICA→ si intende (da phoné) lo studio fisico e materiale della produzione dei suoni linguistici
Se pensiamo a suoni linguistici in struttura di base→ si può pensare a suono come viene prodotto,
quali organi usati per produrre suono
Es. T→ prodotto con lingua in punto specifico, e poi aperto subito→ più simile a rumore,
picchiettii che avvengono su legno
Es. A→ aperta bocca e aria

3 principali campi di studio:


- FONETICA ARTICOLATORIA→ studia prima fase, studia suoni in base al modo in cui sono
articolati (punto di vista della produzione)
- FONETICA ACUSTICA→ studia suono, dimensione fisica del suono (studiata consistenza
fisica e modalità di trasmissione)
il suono è una vibrazione, un’onda sonora→ aria viene compressa e diradata e produce onda
sonora→ meccanismo fatto con fiato e muscoli articolatori, onde sonore entrano in contatto con
timpano e viene recepita vibrazione
Timpano è una membrana, quando sbatte aria contro→ vibra
Vibrazione anche delle corde vocali genera flusso di aria
(Studia parte intermedia)
Onda ha una frequenza→ quante volte al secondo succede un qualcosa/fenomeno
Fonetica acustica studia frequenze suoni
- FONETICA UDITIVA→ studia parte finale, (suoni linguistici in loro percezione )→ come
recepiti da cervello
Partendo da origini processo complesso

APPARATO FONATORIO

1. Si parte da aria nei polmoni, già ispirata


2. I polmoni si comprimono, con meccanismo diaframma (muscolo fatto a cupola tra polmoni,
quando si abbassa aria entra, quando si alza aria esce)→ i polmoni sono passivi,
meccanismo passivo, non fanno entrare aria
Colui che si contrae è il DIAFRAMMA
3. Aria passa per bronchi, trachea, poi
4. passa a LARINGE dove incontra EPIGLOTTIDE→ ci sono corde vocali, generato suono
5. Suono sale e passa tra arie superiori, faringe, bocca, naso, denti

Non ci sono organi costruiti per fonazione


APPARATI→ composti da organi e tessuti
Non hanno funzione primaria del parlare→ funzione del respirare e mangiare (apparato
respiratorio e digerente)
Epiglottide→ serve per non rimanere soffocati quando mangiamo principalmente → chiuso
ingresso
Sfruttati organi di questi apparati, si sono adattati→ organi che si sono dovuti riciclare in funziona
nuova, e secondaria
Quando stiamo zitti→ sistema respiratorio
Quando parliamo→ c’è dipendenza tra fonazione e respirazione→ respirazione si adatta a
fonazione, c’è coordinamento a funzioni

X fare distinzione
Andrebbe divisa figura in 3 componenti:
1. SISTEMA SUBGLOTTIDALE→ produzione del soffio fonatorio
2. SISTMA VIBRATORIO→ laringe
3. SISTEMA DI RISONANZA E ARTICOLAZIONE→ come chitarra con cassa acustica,
suono si espande all’interno e si amplifica→ ciò che succede sopra laringe, bocca e naso
sono casse armoniche→ suono prende forme nuove rispetto a come apriamo bocca,
cambia articolazione:
• Se spostiamo lingua
• Come apriamo bocca
Se cambio forma cassa armonica→ cambia suono

SUONI LINGUISTICI= FONI→sono generati da flusso di aria che entra ed esce dai polmoni
• Mentre noi respiriamo, aria esce dai polmoni senza ostacoli
• Quando parliamo invece→ aria è come se incontrasse ostacolo e in questo senso produce
suono, aria va a sbattere in certi punti, incontrate occlusioni
Quando aria incontra ostacolo genera frizioni→ genera ostacolo nell’aria
Es. per fare S→ lingua in posizione per fare sibili
Suoni prodotto quando aria esce → egressione
Ma Ci sono suoni che non hanno bisogno di aria→ scrocchiare lingua (suoni avulsivi)→ ci sono
lingue che non usano aria ma solo questo click
Es. lingue originaria sud africa→ ha suoni occlusivi, suoni che non fanno passare aria, e sono
consonanti→ ci sono diversi tipi di click, lingua avanti o laterale
Però quasi tutti suoni prodotti da aria che esce ovvero egressivi
Suoni egressivi vs suoni ingressivi (suoni con aria che entra)
TRATTO VOCALICO

Tratto più basso→ esofago


Tratto è comune tra esofago e laringe→ da laringe, aria passa a polmoni
Sopra laringe epiglottide
Poi si passa a FARINGE
CAVITÀ ORALE→ tanti elementi all’interno:
Palato → palato duro e palato molle
- Palato duro→ struttura ossea
- Palato molle o velopalatino→ si muove questa parte, fa movimento fondamentale, va a
chiudere o aprire passaggio di aria verso naso

MECCANISMO LARINGEO

Passaggio aria per la glottide→ incontro a CORDE VOCALI


Sono sistema complesso→ quando c’è respirazione e sistema è silente rimangono separate
In fonazione, possono avvicinarsi
C’è apertura quando rilassato
quando muscolo tira chiude spazio e l’aria non passa più e rimane bloccata o spazio non
completamente ostruito
In quanto continuo a espirare→ certo punto spingendo, più pressione e si aprono
Quando forza diminuisce si richiudono
Vibrano
Aria con questo passaggio subisce variazioni→ ONDA SONORA

CORDE VOCALI O PASSSAGGIO Può ESSERE:


- Libero
- Parzialmente libero
- Ostruito
Ci sono cicli rapidissimi di continua apertura e chiusura
Questo sistema è IL SISTEA LARINGEO

È meccanismo passivo, non volontario del corpo


• Chiusura spazio→ genera pressione maggiore→ si va avanti a cicli di chiusura e apertura
• Generata FRQUENZA FONDAMENTALE→ quante volte al secondo succede fenomeno
Es. quanti colpi al secondo? In che tempo?
Hz= volte al secondo
Corde vocali si aprono e chiudono certe volte al secondo
FRQUENZA FONDAMENTALE→ frequenza corde vocaliche che vibrano→ frequenza onda sonora
Interno onda c’è frequenza
Più alta frequenza→ più alta frequenza onda sonora, anche più alto suono
LA → 440 HZ→ onda sonora ha certa frequenza
Aumentate vibrazioni

Tensione corde vocali→ possono essere maggiori o minori


Voci maschili → 100 HZ
Voci femminili→ 200 HZ
Voci bimbi→ 300 HZ
Muscolatura e tensione è maggiore per adulti
Parlanti→ modulano continuo loro voce, è da punto di vista fisico quando parliamo
Inizio onda sonora
Sono vocali che contengono elemento melodico

DOPO LA LARINGE
1° soffio
2° corde vocali attivate
3° aria passa a faringe
4° aria può prendere due strade→ o verso naso o verso bocca
Meccanismo è regolato che, parte del palato molle si va a chiudere appiccicandosi a parete e
genere chiusura→ allora aria passa da bocca
Es. A→ solo da bocca
Es. suoni nasalizzati→ proprio perché da naso→ M
Quando a riposo→ non c’è chiusura→ passa per naso

Appoggi consonantici spesso con vocali→ ti ta


Es. M (suono nasale) → si fa naturalmente,
schiacciato palato molle addosso faringe
FONI NASALI E ORALI
Nasali, è aperto
Orali→ si attacca dietro
Quando parliamo c’è attivazione meccanismo
Quando a riposo sta come nasali

LA CAVITÀ ORALE
Per formazione suoni dovuta a conformazione cavità orale
• Lingua (radice, dorso, punta)
• Palato duro e molle
• Alveoli (posizione dietro i denti)
• Denti (parte coronale)
• Labbra→ può cooperare con denti
Tutti suoni generati da queste configurazioni → poi anche naso può collaborare nel caso in cui
ugola e velo sono a riposo

Numero di suoni da produrre è alto

Ogni lingua selezione alcuni suoni FONOLOGIA

Alcune lingue suoni diversi→ es I FRANCESE→ possiamo produrlo da italiani, ma non usiamo nella
lingua
Solo alcuni suoni (fonemi) sono usati per fare distinzioni in una lingua
Oltre a questo ogni lingua ha possibili combinazioni tra suoni, possibili e impossibili
In molte lingue slave→ parole senza vocali
Es. città di Trieste→ in sloveno TRST
Suoni nasali possono creare na specie di sillaba
In lingue slave ma anche sanscrito→ esistono parole anche senza vocali
Oltre al repertorio, ci sono regole anche per
➔ Combinare insieme fonemi (in sillabe e parole)
➔ Regolare il modo in cui i diversi fonemi s’influenzano fra di loro
➔ Definire il funzionamento dell’accento e dei fonemi tonali

FONO→ suono generale


FONEMA → è un suono che ha un valore in una lingua, considerato interno sistema lingua
Fonetica è sempre stessa→ descrive suoni, non interessa lingua
FONOLOGIA→ descrizioni suoni rispetto a lingua
MECCANISMO ARTICOLATORIO SEGMENTALE

Ogni suono visto come segmento suono


Anche se quando parlo è flusso continuo→ però individuo suoni singoli
Per descrivere un suono→ 3 parametri principali
• MODO DI ARTICOLAZIONE→ come esce suono, come faccio a farlo uscire, conformazione
organi fonatori durante emissione del flusso sonoro e se ci sono restringimenti nel
passaggio
Es. S vs T→ hanno modi diversi, uno è un sibilo e l’altro è esplosione istantanea
• PUNTO DI ARTICOLAZIONE→ configurazione e dove è luogo articolazione, posiziono
articolatori per produrre quel suono
• SONORITÀ → ci sono suoni che prevedono la vibrazione corde vocali, in tutta le vocali
questo meccanismo è attivato, ma non in tutte consonanti
Esperimento con mani su trachea

VOCOIDI E CONTOIDI

Distinzione fondamentale→
Suoni vocalici e consonantici
SUONI VOCALICI→ VOCOIDE→ non ci sono ostacoli, I o A
“I” cambia conformazione bocca da A→ ma non ponendo ostacolo, cambio solo posizione
CONTOIDI→ sonori o sordi, sono consonanti, e posto ostacolo nell’area superiore
Quando invece faccio T di tavolo→ non include nulla a livello laringe, ma bocca chiude passaggio
aria→ tutti suoni vocalici sfruttano ostacoli faringei
Tutti suoni consonantici, incontrano ostacoli superiori
Es. F di fuoco→ solo ostacolo superiore e corde non attive
CONTOIDI→ accumunati da ostacolo superiore
VOCOIDI→ non ostacoli superiori, ma ostacoli faringei
Aria incontra almeno un ostacolo
È proprio questo ostacolo che genera suoni
Sonori=voiced
Non sonori=unvoiced
VOCOIDI
• Sono sempre sonori, senza suono (ostacolo faringeo) non ho meccanismo sonoro
Pronunciamo vocale senza sonorità quando sussurra
Per farci sentire→aria deve vibrare e bisogno produrre onde sonore
• Vocali distinte per diverse posizioni→ in particolare con lingua e labbra
Parametri legati a queste due posizioni, posizionamenti lingua e configurazione labbra e velo
• Posizione della Lingua che può andare verso labbra (avanti) e indietro (verso faringe)
(parametro lingua)
“I”→ lingua va avanti
“u”→ più indietro
Lingua si muove non solo avanti indietro→ orizzontale
Ma anche in modo verticale
Vocale più basse è “A”
Vocale più alta è “I”
Tra A e I → PASSO PER E
A ad U→ passo per O
Posizoni estreme alte e basse, e poszioni intermedie

TRIANGOLO VOCALICO→ TRAPEZIO VOCALICO


“A” “i” “u”
Posizione centro lingua (parametro velo)
Quando lingua vicino palato duro verso alto→ palatali, parte più frontale es. “i”
Velari→ lingua verso palato molle es. “u”

(parametro labbra)
Labbra posso tenerle distese come per i
Labbra posso tenerle più rotonde come per u

Con Tutte vocali anteriori → labbra sono distese (vocoidi non arrotondanti)
Tutte vocali posteriori le labbra sono →rotonde (vocoidi arrotondati)

Suono vocale che è anteriore, se non distese, ma arrotondate→ diventa I FRANCESE


Altro parametro è quindi POSIZONE DELLE LABBRA

Ci possono essere vocali nasali→ in cui velo palatino è abbassato e aria sale su naso→ sono vocali
presente in FRANCESE E PORTOGHESE, non italiano

TRAPEZIO VOCALICO

Sempre diviso in tre


Anteriore, centrale, posteriore
a→ lingua bassa
ma se tiro lingua indietro diventa O
in italiano sono 7 le vocali→ contare “e” aperta e chiusa e “o” aperta e chiusa
• molte vocali toniche→ sono semi aperte
• vocali atone→ semi chiuse
• schwa→ə → never stressed vowel → non parte Sistema fonologico italiano

tra parentesi quadre→ trascrizione fonetica

CONTOIDI

Non c’è vero e proprio modo di articolazione


Ci sono luoghi (alto,basso,avanti,dietro) e caratteristica labbra
Modi di articolazione sono:
• occlusive→ (es)plosivo, fanno riferimento a due momenti diversi
articolazione 2 fasi con es. P
prima chiudo (occlusione) e poi apro (esplosione suono)
• fricative, consonanti in cui non chiusura totale ma parziale
spiraglio in cui passa aria, ostacolo ristretto
possono essere prolungati, non chiusura totale ma frizione
• affricative→ suoni a metà tra i due→ c’è chiusura totale con blocco ma poi non
esplosione, ma frizione
prima fase come occlusive e poi seconda fase come restrizione
C→ di “cielo”
Poi ci sono altri suoni consonantici che hanno diversa configurazione
• nasali→ velo palatino abbassato, suono passa per naso
in consonante vasale, chiudiamo passaggio bocca→ chiudiamo labbra e facciamo passare aria da
naso
• vibranti→ simile laterale, ma articolatore vibra facendo movimenti intermittenti
• laterali→ simili nasali, ma invece che chiudere, aria passa lati lingua
questi tre modi di articolazione sono sempre sonori
mentre occlusive, fricative e affricative sono voiced e unvoiced (sonori o non sonori)
• approssimanti→ semivocali o semiconsonanti→ avvicinamento lingua a palato, però non
arriva a produrre questo stridio
sono un fono intermedio tra un vocoide e un contoide
se guardiamo “a”→ suoni linguistici li selezioniamo in tipi
se da A avvicino lingua a palato e diventa “i” e ancora più avanti→ formo consonante fricativa
es. daje→ j è un’approssimante, non vero proprio rumore

LUOGO DI ARTICOLAZIONE per Contoidi

Corrisponde al punto in cui avviene contatto tra due articolatori e descrive così articolazione
suono
Descrive fonetica articolatoria
Tendenzialmente movimento lingua verso parte del palato
Lingua può anche essere tra denti, dietro alveoli
Quando lingua si muove o da parte del palato/denti o altra

Lingua si può posizionare :


- tra denti→ th inglese
- dietro alveoli
- Dietro palato
- Ugola con dorso della lingua= r francese→ faccio vibrare (vibrante)
Dove avviene vibrazione (luoghi in cui vibrazione)

Ci sono parti diverse della lingua che si muovono→ dorso o punta

Linguistica

fonetica
Trapezio vocalico
Foni
Vocali e consonanti
CONTOIDI:
i vari modi: occlusivi, fricativi, affricativi, nasali, laterali, vibranti, approssimanti (intermedie)

LUOGO DI ARTICOLAZIONE
Dice come viene fatto suono:
Sonori
Non sonori
Gli organi più esterni: LABBRA
Associato ad ogni luogo i vari modi possibili e suoni

1- Organo: Labbra
articolazione più usata è l’uso di entrambe le labbra, chiudendo bocca→ BILABALI:
Li abbiamo con le OCCLUSIVE, labbra si chiudono e si aprono improvvisamente (esplosivo)
Scoppio delle labbra→ viene fuori SUONO SORDO [p]
Se prodotto facendo vibrare corde→ viene fuori SUONO SONORO [b]
Sono consonanti articolate uguali, però un caso sonoro e uno sordo
Si può usar questa articolazione anche lasciando piccola chiusura→ SI FA FRICATIVA→
BILABIALE FRICATIVA
Viene fuori tipo soffio
Es. nella variante fiorentine dato che ci sono occlusive sordo vocaliche→ TUTTE OCCLUSIVE SORDE
INTERVOCALICHE diventano FRICATIVE BILABIALI
P→detta come fiorentino, + strascicata → [ɸ]→ SORDO es. tipo [‘ti:ɸo]
b→ è come la v dello spagnolo, fricativa bilabiale sonora → [β]
NASALE, abbassando velo palatino e ho produzione suono nasale SONORO [m]→ se fosse
sordo, non ci sarebbe emissione suono

ALTRO MODO è DI AVVICINARE LABBRA INFERIORI E DENTI SUPERIORI: LABIODENTALI


Non abbiamo fricative bilabiali in italiano→ ma fricative labiodentali sì
Difficilmente in una lingua hanno sia bilabiali che labiodentali come fricative
FRICATIVE labiodentali→ [f] sordo e [v] sonoro
AFFRICATIVE labiodentale→ [pf] SORDO
NASALE labiodentale -→ [ɱ] è un suono SONORO presente in italiano con variante
dell’articolazione suono nasale bilabiale m
Es. imparare → suono precede bilabiale→ facile articolarlo→ più semplice perché labbra già
chiuse→ Per cui dicono una m bilabiale
Ma se invece di bilabiale, c’è labiodentale dopo m→ si fa una COOARTICOLAZIONE→ due suoni
sfruttano stesso luogo→ es. invano (nasale diventa labiodentale)
- DENTI
Organo molto usato, lingue interagisce facilmente con denti
Ci sono 3 sottogruppi:
INTERDENTALI, più raro→ lingua tra denti
ALVEOLARE (modo)→ alveolo è la parte dietro ai denti
POSTALVEOLARI (prepalatali)→ parte anteriore palato

INTERDENTALI:

FRICATIVO→ lingua tra denti e soffio→ sia sonoro [ð] che sordo [θ]

ALVEOLARI→più completa:
OCCLUSIVE→ t (sordo) e d (sonoro)→ sorda e sonora hanno stesso luogo
FRICATIVE→ s (sordo) e z (sonoro)→ difficile distinzione
Per varietà regionali→ x nord molto più sonori, x sud molto più sordi
Fricative alveolari a inizio parola, se seguite da vocale→ sono sempre sorde
Se seguita da consonante sonora→ diventa sonora es. sdrammatizzare
Se seguita da consonante sordo→ diventa sorda es. stanare
AFFRICATIVE→ t+s (occlusiva+ fricativa)→ sorda (ts) altrimenti sonora (dz)
Es. pezzo /tts/
Es. mezzo /ddz/
Spesso in posizione intervocalica→ ma ci sono anche a posizione iniziale es. zanzare o zucca
NASALI (n)
Nasale alveolare→ trascritta con lettera n
N di nanna (avvicino lingua) ≠ m di mamma (chiudo labbra)
Aria uscendo dà vibrazione a naso → corde vocali vibrano
LATERALI (l)
Faccio passare tra lati→sono simili come suoni, posizione della lingua nella bocca è la stessa
posizione, passa ai lati ma tutto è chiuso
VIBRANTE (r)
Creo vibrazione della punta della lingua dietro palato

POSTALVEOLARE→ più indietro, luogo articolazione intermedio


FRICATIVE → differenza che lingua con ʃ cambia andando più indietro rispetto a s
Punta lingua è più abbassata
Sordo ʃ→ es. scena, concepiti come due suoni, ma è singolo segmento
La variante sonoro ʒ→ usata in francese, ma anche in fiorentino (giallo= più strascicato con
fricativa) in italiano sarebbe affricativa
AFFRICATIVE→ sarebbe giusto porre come arco
Sorde [ʧ] e sonore [ʤ]
Lingua quando va verso alveolare, va con punta (corona)

PALATO: PALATALE
Di solito è parte più posteriore→ es. ragno
Dorso lingua schiacciato su palato
Movimenti lingua, denti, labbra→ non li controlliamo, ma suoni molto veloci che facciamo
Lingua contatto con palato medio
PALATALI:

NASALE→ abbasso velo palatino [ɲ] sonoro


LATERALE→ chiusa bocca, ma faccio passare da lati lingua [ʎ]
APPROSSIMANTE es. ieri [j]
APPROSSIMANTE labio-palatale → suono raro e particolare

PALATO: VELARE
Va verso velo
Non è punta della lingua, ma parte posteriore della lingua che va verso il velo
Suoni più diffusi in italiano di articolazione velare
OCCLUSIVI, lingua va indietro es. cane
Sorda [k] e sonora [g]→ stesso modo di articolazione, cambia vibrazione corde vocali
FRICATIVI, in altre lingue
Sia sordi [x] che sonori [ɣ]→ buch (tedesco) sordo e agua (spagnolo) sonoro
NASALE velare [ɳ]
Con dorso lingua→ diversa da quando faccio con punta lingua
Es. pantalone o anca→ non sono stesso suono
Di pantalone→ n che segue t→ alveolare
Anca→ n che segue c→ velare
Si articola con vocale o consonante che segue
In italiano non c’è distinzione→ ma in altre lingue lo può fare
Quando nasale precede consonante occlusiva velare→ abbiamo nasale velare
APPROSSIMANTE (w)
Viene labializzata

TABELLA IPA
Per ogni casella→ due suoni
Quello a sinistra è sordo
Quella a destra è sonoro
Ci sono suoni in alcune lingue→ che hanno articolazioni ancora più posteriori
Fricative glottali→ molto presente in lingue arabe
RETROFLESSE→ ribaltata la lingua
Altri simboli della trascrizione:

Un altro simbolo è
Click della lingua → ne esistono di 5 tipi
E ci sono implosive

Simboli aggiuntivi
➔ Primo stress→ (‘) si mette prima della sillaba accentata
➔ Secondo stress→ (,)
➔ Due triangoli → indicano lunghezza
Es. penna ha e più corta rispetto a pena

orogrammi
Quando cerco di capire suoni più dietro→ c’è modo di rappresentarlo con OROGRAMMA

È schema o disegno che rappresenta articolazione


Esempio:
Parte velare è schiacciata su faringe → non è nasale
Se ci sono ondine alla glottide, in fondo→ significa che suono è sonoro
Se non ci fossero ondine, ma solo freccetta→ suono sarebbe sordo
Lingua va dietro denti→ allora è alveolare, ma è spazio chiuso tra lingua e alveolo →
alveolare occlusiva sonora

Vari esempi -> con velari, lingua sale dietro, ma bocca è aperta
Velo attaccato a faringe

Ma se velo non attaccato a faringe→ NASALE

Ortografia è convenzione → molti errori poi si capiscono alla luce della fonetica
Es. azione→ spesso scritta con doppia z→ ma perché (at’tsjo:ne)
Italiano tende ad avere stesse lunghezze per tutte sillabe (?)

Omonomi→ due parole uguali, con significato diverso


Si può distinguere con →
Omofonia (stessi suoni, ma scritto diversamente)
es. anno, hanno
Omografia (stessa scrittura, ma pronunciato diverso)
è CONVENZIONE alla fine quella della scrittura
Es. degli omografi→ wind =vento o avvolgere → pronunciati diversamente ma stesso scritto
uguale
Confusione nella lettura

Scrittura inglese→ meno vicina a fonetica


In italiano-→ scrittura molto vicina a fonetica
Tedesco→ vicini
Francese→ scrittura diversa da fonetica

LinguisticA
Esame: individuare suoni, esercizi trascrizione
8 domande/10 domande → 1 o 2 domande su suoni
- Aspetti general
- Semantica…

TRASCRIZIONE fonetica→ indipendente da lingua, tabella è unica


INCOERENZE sistema grafico e sostanza fonica che esso rappresenta
➔ Lingua alfabetiche, tendono a rappresentare con ogni carattere scrittura un suono diverso
Però sistemi grafici nati prima da fonetica articolatoria→ si portano dietro tradizioni
Sistemi grafici per rappresentare alcune lingue→ trasmesse nei millenni e diventati riferimenti
Ogni lingua poi ha propria convenzione scrittura
Es. CONGRUENZE SISTEMA ITALIANO
Ogni lettera che scrivo corrisponde al suono→ ma in alcuni contesti ci sono grafemi che non
corrispondono a nessun suono es:
- Anno e hanno /anno/→ sempre questa trascrizione
H è una lettera che serve solo per distinguere grafia→ sono omofone
Ci sono serie di simboli che rappresentano più suoni
Lettera C e lettera G→ usati per rappresentare suoni molto diversi nella tabella IPA
k e g→ occlusiva velare, una sonora e una non sonora
c e g ( di giallo)→ sono affricate (parte occlusiva e parte fricativa)
ʃ→sh/sc

in latino non suono affricati di c e g (di giallo)→ ma suoni solo velari occlusivi→ K e G
es. Kaisar → non cesare
improbabile che latino si dicesse centro→ ma kendu =cento come dicono nel dialetto sardo che
derivano da latino)
➔ quando iniziato a scrivere in italiano→ era gi strumento organizzato da latino
fatti adattamenti, mutamenti fonetici→ ma tenuti stessi simboli, solo che c diventa sia ʧ che k
INCONGRUENZE:
- simboli che rappresentano stesso suono→ hanno e anno
- stesso simbolo per due diversi suoni→ sera/sgombro
entrambe s, stessa articolazione→ ma suoni diversi
- oppure quando stesso suono→ ma nella scrittura sono due simboli diversi
sq o sc→ sono stesso suono, ma scritti diversamente
sono errori di tipo diverso → diversi tipi di errori di scrittura
- due simboli valgono solo suono
quadro/cuore→ errori perché suono è lo stesso
- digramma, due grafemi che corrispondono a un solo suono
k→ si scrive usando C o CH→ casa o chiesa (stesso suono, ma scritto diverso)
ʃ → forma digramma
ʃ davanti e→ scemo→ anche se tre lettere, sono solo due fonemi
3 simboli per un solo suono→ es. sciocco (la i non si sente, ma necessaria per pronunciare bene la
parola)

Pizza→ affricata post alveolare


Es. azione→ scritta dai bimbi con doppia z→ ma in grafia non si scrive, ma in realtà è suono forte
Pesca e pesca→ scritti stesso modo, ma non omofoni (sono omografi)

fonologia
DISTINZIONE fonetica e fonologia
FONETICA→ è il fono, valore linguistico→ scrive semplicemente come realizzati suoni, indifferente
a come suoni sono realizzati
Fono è suono riproducibile da sistema umano, rimanda a aspetto parola (atto concreto di
linguaggio)
FONO→Suono che abbiamo riprodotto, suono come abbiamo realizzato
Corrisponde a classe di suoni che corrispondono a determinate tecniche articolatorie, anche se poi
da individuo a individuo può variare→ riconosciuto come stesso suono, consistenza fisica è diversa
poi alla fine (es. se lo dice adulto es. se lo dice bambina)
➔ Anche se fono cambia, ognuno lo articola in modo diverso, poi riconosciuto come stesso in
quanto articolato stesso modo

Come sistema linguistico ogni lingua riconosce solo certo numero di suoni
Suoni con un valore all’interno di quella lingua
Foni riconosciuti con valore distintivo → suono è un fonema quando mi distingue una parola che
lo ha da una parola che non lo contiene

DOPPIA ARTICOLAZIONE→ linguaggio si può distinguere ogni segno degli elementi che hanno
significato es. un bel gatto (o è maschile)
In Questi morfemi→ sono distinguibili diversi fonemi = Elementi che non portano significato ma
permette di distinguere elementi che portano significato
Fonema è un elemento fonico che ha VALORE OPPOSITIVO → prova di sostituzione
Verificare se certo suono parola è fonema italiano→ si sostituisce con altro suono, se esiste parola
con significato diverso→ vuol dire che quel suono aiuta a distinguere parola
Es. Mare /’ma:re/
More /’mo:re/ → identico a mare tranne che per a
È coppia minima→ solo un unico elemento sonoro che cambia→ si distinguono due parole diverse
Es. carpa e carta
Il fatto che esista coppia minima è prova sufficiente che quel fonema ha valore di distinguere
Non è detto che se non si trova coppia minima, comunque, non ci siano fonemi→ solo con questa
provo riesco a capire differenze
Es. Botte e botte
➔ Due significati diversi→ per chiusura o apertura vocale

Es. Serie di coppie→ 5 vocali→ sono 5 fonemi, se cambio vocale sono parole diverse e significato
diverso
Un suono è un fonema quando riproduce differenza di significato, quando costituisce diversità a
livello linguistico

Inoltre, Ci sono casi in cui cambia suono→ Ma non attribuiamo a questo cambiamento a valore
distintivo, che non porta a differenziazione delle parole
vari tipi di pronuncia stessa parola→ varietà regionali
es- Bari→ vocale leggermente più chiusa → ma non vuol dire che porta distinzione in italiano
bari (senso verbo)
in alcune lingue c’è questa distinzione
pensare a grande rappresentazione questo suono→ fonema è lo stesso, ma non si generano nella
realtà con valore oppositivo
allora si parla di ALLOFONI, non hanno valore oppositivo

Regole di Trubeckoj
FONEMA→ scuola di Praga con linguista Trubeckoj
Dà regole che ci fa distinguere fonema, ciò che fonema e ciò che non lo è
Quando due suoni ricorrono nelle stesse posizioni e non possono essere scambiati tra di loro senza
cambiare la parola →allora questi due foni, sono realizzazioni fonetiche di due diversi fonemi
Allora abbiamo:
1- Distribuzione contrastiva→ se cambio fonemi, cambio parola e non più riconosciuta es.
mare e mora→ se generano contrasto, allora sono due fonemi e sono coppia minima

Se non genera contrasto→ ci sta sia una VARIANTE COMBINATORIA


quando due suoni della stessa lingua compaiono nelle medesime posizioni e
si possono scambiare fra loro senza causare variazioni di significato della
parola, questi due suoni sono soltanto varianti fonetiche facoltative, o
libere, di un unico fonema

fonema quindi è lo stesso


2- Allofoni, Sono varianti libere → riconosciamo stessa parola, anche se sostituisco suono
con altri suoni
Ma se invece dico Bari e bari→ in italiano riconosco parola, anche se qualcosa di diverso
Se non genera contrasto→ ho possibilità sia variante combinatoria (fonema è lo stesso→ avremo
allofono)
Es. r → alveolare→ si sostituisce con altro suono→ vibrante ugolare
Specie di r moscia
➔ Sostituite anche con approssimanti labio dentali da alveolari vibranti
Ma comunque capisco la parola in qualsiasi modo

1° è distribuzione contrastiva→ fanno differenza

3- In altri casi ho varianti COMBINATORIE→ due suoni sono simili, ma non ricorrono mai
stesse posizioni
Se suoni diversi→ è determinato da contesto intorno
Varianti combinatorie stesso fonema
➔ Nasale alveolare
➔ Velare nasale es. ancora
➔ Labio dentale es. invano→ nasale precede labiodentale,
Tipo di nasale determinata da contesto
È distribuzione complementare→ non si possono sostituire, o c’è una o c’è l’altra

ALLOFONI VARIANTI COMBINATORIE, non posso mettere fonemi ovunque


FONEMI→ distinguono suoni, cambia significato
ALLOFONI SONO VARIANTI DI UNO STESSO FONEMA ALLOFONI→ non distinguono
Per capire se suono ha stesso valore → si può vedere se coppia minima
Es. in inglese differenza anche con diverse nasali usate (non esiste in italiano) → es. thing e thin
Produce differenza di significato→ nasale alveolare e velare sono DUE FONEMI, riconosce valore
linguistico
Ma in italiano non hanno valore oppositivo

Quanti diversi fonemi ci sono in lingua, quanti suoni hanno valore linguistico?
Ci possono essere trascrizione fonologiche e fonetiche
➔ Se a è più lunga o cora→ non ha valore fonologico, non ha valore distintivo
Lunghezza vocale non ha rilevanza in italiano
In trascrizione fonologica→ //
Trascrizione fonetica, più simile a realtà→ ][→ es. a più lunga o carta, ma non c’è valore
distintivo→ non c’è rilevanza fonologica
ma non vuol dire altra parola, variazione di parole
Es. ingresso→ /in’gresso/
Ma foneticamente n è velare, poi a chi ascolta non fa differenza in italiano

TRATTI DISTINTIVI FONEMA


Fonema→ coppia minima, cambio vocali ad esempio→ non mi fa riconoscere la parola
Serve a farmi distinguere due parole
Es. mare e mire→ cambio tra a e i rende irriconoscibili parole, allora capisco a sia fonema

TRATTI DISTINTIVI→fonemi vivono di rapporti di opposizione, fonema è tale perché si oppone ad


altro fonema
Fonema di /p/ di pane → fonema p e fonema k si oppongono
Posso usare tratti articolatori come distinzione tra sorda vs sonora
Fonema si può distinguere con proprietà articolatorie che si realizzano simultaneamente
TEORIA TRATTI DISTINTIVI→ possono dare conto a fonemi certa lingua
Tratti sono binari, ci possono essere o meno
Tratti per ogni fonema
A partire da pochi tratti→ distinzioni possibile
Con metodologia→ identifico grande numero fonemi
In inglese→ 44 FONEMI, o 34
in spagnolo→ 24 FONEMI
se consonanti lunghe→ sono fonemi diversi in italiano da 30→ diventano 45 (in italiano
allungamento consonante mi fa cambiare parola, si creano coppie minime)→es. t doppio o meno

TRATTI DISTINTIVI italiano:


- Sillabico→ fonema che può costituire sillaba, può costituire nucleo sillaba→di solito sono
vocali
- Consonantico→Suoni consonantici hanno opposizione
- Sonoranti→ passaggio dell’aria libero
- sonoro-> fonema prodotto con vibrazione delle pliche vocali;
- nasale -> fonema prodo\o con il velo palatino abbassato (in italiano: i contoidi nasali)
- Continuo→ suono che può durare, es. le occlusive non sono continue
- Rilascio ritardato→ Affricate sono prodotte in due fasi
- laterale-> fonema prodotto con il passaggio dell’aria ai lati della cavità orale (in italiano: i
contoidi laterali);
- arretrato -> fonema ar-colato con il dorso della lingua retratto rispetto alla posizione
neutra (in italiano: i contoidi e l’approssimante velare, i vocoidi /a/, /ɔ/, /o/, /u/);
- anteriore -> fonema prodotto nella zona alveolare o in un luogo di articolazione più
avanzato rispetto ad essa (in italiano: contoidi alveolari, labiodentali e bilabiale);
- coronale -> fonema articolato con la lamina della lingua sollevata rispetto alla posizione
neutra (in italiano: contoidi alveolari e palatali);
- arrotondato -> fonema prodotto con le labbra protruse;
- alto-> fonema articolato con il dorso della lingua sollevata rispetto alla posizione neutra (in
italiano: i vocoidi /i/ /u/);
- basso-> fonema articolato con il dorso della lingua abbassato rispetto alla posizione neutra
(in italiano: i vocoidi /ɛ/ /a/ /ɔ/).
Sistema vocali e consonanti → distinte con tratti

immagine tratti distintivi


Tutti fonemi hanno tratti distintivi→ sia a livello vocalico che consonantico
Ci sono teorie antagoniste che si scontrano in molti punti

COMBINAZIONE DI SUONI
FONOLOGIA→ non si occupa solo di quali e quanti sono fonemi certa lingua
Si occupa suoni e come si combinano in una lingua e come di modificano
COMBINAZIONE DI SUONI:
se è vero che ogni lingua sceglie numero fonemi limitato
è anche vero che lingue si distinguono non solo per il numero ma anche per possibilità dei suoni di
combinarsi o meno in certe posizioni
non solo in italiano si può dire che ci sono nessi consonantici e ci sono sequenze impossibili
combinazione p+r (può essere a inzio e interna) es.aperta→ possibile anche all’inverso r+p (ma
solo interna parola es. arpa)
se parola inizia con 3 consonanti→ la prima è sempre solo affricativa alveolare
sorda o sonora (es. una “s” e una “z” es, strano, sbrodolarsi)
riguarda combinazioni possibili e non possibili
- Possiamo scrivere usando tratti fonologici anche regole di mutamento in certo contesto
Usando i tratti fonologici, possiamo scrivere delle regole di trasformazione di un suono quando è in
un certo contesto
• ogni fonema viene individuato in modo univoco da un fascio di tratti distintivi;
• l'impiego dei tratti distintivi permette di cogliere delle generalizzazioni nelle regole
fonologiche;

in italiano la /s/ diventa /z/ davanti a consonanti sonore, non davanti a vocali, quindi avrò sempre una
sorda a inizio parola davanti a una vocale [sa:le], davanti a una consonante sonora avrò invece /z/, ad
esempio sgombro.

ASSIMILAZIONE (COARTICOLAZIONE)
Le combinazioni di suoni→ manifestano articolazioni combinatorie→ quando ho delle
combinazioni di fonemi queste combinazioni tendono a modificare questi fonemi in modo da
risparmiare movimenti articolatori
Risparmiato movimento→ inverno (labiodentale, risparmio movimento)
Nasale si cooarticola con la labiodentale
ASSIMILAZIONE (COARTICOLAZIONE) → totale o parziale, progressiva o regressiva
- TOTALE REGRESSIVA: Assegnazione con fonema→ viene dopo influenza quelle prima
Irragionevole→ viene prima o meno
esempio i[n+r] -> i[rr]agionevole, i[n+l] -> i[ll]ogico
fonema diventa come quello che segue
- ASSIMILAZIONE PARZIALE→ influenza la nasale → assimilazione non è totale, ma cambia
luogo di articolazione i[n+p]robabile -> i[mp]robabile,
- ASSIMILAZIONE TOTALE PROGRESSIVA→ fonema che precede influenza fonema che
segue
Es. mondo→ in romanesco è monno
- ASSIMILAZIONE PARZIALE PROGRESSIVA→ se parola finisce per consonante sonora
Suoni influenza
do[g+s] -> do[gz], il fonema che precede è sonoro;

- ASSIMILAZIONE A DISTANZA→ tra suoni che non sono continui→ casi più complessi,
trattati sotto etichetta di metafonesi
Presente in molti dialetti italiani, in particolare centro meridionali
Es. o anticipa chiusura i → mattuni
Es. metafonesi del napoletano→ dittongazione napoletano (buono→ bono) deriva da bonus
Bona e buon → finale influenza in modo diverso vocale precedente,
fa chiudere, dittongare ecc.

SILLABA→ combinazione di suoni


Definita come combinazione minima di foni che funzione come un’unità pronunciabile
Ha definizione fonetica e fonologica:
- Foneticamente→ ciò che rende una sillaba una sillaba il fatto di avere un’unità che è
costituita intorno a un picco di intensità, unità prosodica costituita da uno o più foni
agglomerati intorno a un picco di intensità
Ogni sillaba ha picco di intensità
Sillaba è unità di organizzazione di suoni
In IPA→ divisione in sillabe è indicate mediante dei punti, ognuna di queste sillabe ha un picco di
intensità, costituito dalla vocale

- definizione fonologica→ unità prosodica di organizzazione dei suoni, sottostà a delle


restrizioni fonotattiche linguo-specifiche, restrizioni su sequenze possibili inizio/fine sillaba
e inizio/fine parola => Italiano: V ['a:.pe]; CV ['ma:.no]; VC ['al.to]; CCV ['sti:.le]; CVC ['kan.to],
CCVC [stir.pe], solo per prestiti o abbreviazioni: CVCC [golf]; CCVCC [spɔrt], non sono parole
originarie dell’italiano ma prestiti stranieri.
Di solito si pensa che sillaba si strutturi solo intorno a una vocale→ una vocale rappresenta il picco
sonoro a cui si appoggiano altri suoni
In alcune lingue però ci sono consonanti sonoranti→ che sono laterali, vibranti e nasali che
possono funzionare da nucleo sillabico
Es. in inglese rhythm ['rɪ.ðm], able ['eɪ.bl], button [‘bʌ.tn], nelle lingue slave è possibile anche che
siano toniche, oppure in ceco strč prst skrz krk [str̩tʃ pr̩st skr̩s kr̩k] (spingi il dito attraverso la gola);

scala di sonorità -> tipicamente questi appoggi sillabici possono arrivare fino alle nasali, c’è una
scala di sonorità: vocali > semiconsonanti > liquide > nasali > ostruenti (non hanno sonorità, sono
più dei rumori).

Sillaba può avere attacco o direttamente nucleo e coda (sillaba chiusa→ ha coda, sillaba aperta→
non ha coda)

DITTONGHI, TRITTONGHI, IATI


Suoni tra semivocalici
Dittongo→ può essere di due tipi, se approssimante procede di vocale

• dittonghi ascendenti → va da meno a più sonorità, approssimante (semiconsonante)


seguita da vocale nella stessa sillaba: ad esempio [j]+V = [fje'nile], [pja'tʃere], [w]+V = ['fwɔri],
['gwanto];
• dittonghi discendenti → vocale seguita da approssimante (semiconsonante) nella stessa
sillaba, semivocali in IPA: “vocali non sillabiche” -> diacritico a forma di archetto sotto il
grafema ([]̯ e [u̯ ]), V+[i]̯ = [fai]̯, [noi], V+[u̯] = ['kau̯ to] ['fɛu̯ do];

- trittonghi -> due approssimanti e una vocale nella stessa sillaba, ad esempio [a.'jwo.la]
[mjei]̯;
- iato -> incontri tra vocali che producono due sillabe diverse, ad esempio [fol.'li.a], [i.'de.a] o
[be.'a.to].
ACCENTO
Insieme delle caratteristiche fonetiche che rendono prominente una certa sillaba dentro una
sequenza, nelle sequenze foniche che vengono articolate,
alcune sillabe mostrano una salienza percettiva rispetto alle altre
➔ sillabe toniche, tipicamente sono una per ogni parola, la parola, fonologicamente, è
definita come un gruppo di suoni che si raccoglie intorno a una sillaba tonica,
una sillaba tonica da sola può formare una parola, oppure avere delle sillabe che si appoggiano
a quella tonica e creano una parola plurisillabica.
Siamo abituati a pensare all’accento in senso di accento intensivo →
la sillaba accentata è più intensa di quella non accentata, aumenta l’intensità sonora, le variazioni di
intensità sono comunemente accompagnate da parallele variazioni di altezza e di durata della sillaba
tonica.

Quando ho 3 o più sillabe, posso avere parole con degli accenti secondari, piccolo picco di
intensità, ad esempio [atʃt,ʃɛndi'sigari], sulla prima ‘e’ ho un accento secondario.

L’accento in italiano è fonematico, ha valore fonologico, altre lingue hanno un accento musicale, ha
sempre valore distintivo, cambia proprio il suono che viene prodotto.

linguistica
aspetti lessicali e semantici
Segno linguistico si struttura su due piani
La comunicazione nasce→ quando associamo dei significati a dei significanti (simboli che per
convenzione sono associati a significati)
Significanti (?) richiamano a componente sonora→ composte da unità minime di suono, fonemi,
che hanno valore distintivo ma non valore semantico

Definire
Cosa è significato linguistico? In che modo significati si legano tra loro e formano quell’universo
chiamato LESSICO.
Il Lessico spesso viene identificato con LINGUA→ lessico è componente importante e la prima a
cui pensiamo quando pensiamo a una lingua straniera
(parole che compongono lessico)

PAROLA
Oggetto linguistico scontato, di cui è difficile dare definizione scientifica
Ci possono essere definizioni diverse:
- PAROLA definita da punto di vista semiologico
➔ esiste segno linguistico= che è la parola
oppure
- Associazione minima di significato e significante→ più precisi si parla di MORFEMI= è
definito come l’unità minima portatrice di significato
Ma non è definizione intuitiva come quella di parola
Si rimane su definizione con significato =concettuale o lessicale, e significante

CI SONO Più TIPI DI SIGNIFICATO PER PAROLA


Non tutte parole però hanno significato lessicale→ ci sono parola che molto usate non
significano qualcosa di specifico es. gli articoli (il, la→ un significato ce l’hanno, comunque non
hanno significato a parte, non descrivere in senso denotativo)→ infatti sono parole che non hanno
significato non lessicale

La nozione di parola→ è qualcosa di cui abbiamo percezione intuitiva, dal momento che parliamo
una lingua
- Dal punto di vista psicologico
➔ i parlanti sanno cosa sia una parola e cosa non lo sia
Es. tavolo→ è una parola e posso distinguere i morfemi (tavol- i/o)→ sono due morfemi, uno può
cambiare, e ogni morfema ha bisogno dell’altra per completarsi (tavol non è una parola)

CONCETTO DI PAROLA
Es. Il e tavolo→ sono due parole di tipo diverso, non si possono mettere a confronto
Il→ è una parola, tavolo→è una parola, tavol→ non è una parola
Ci sono però lingue in cui non ci sono gli articoli, es. latino, e la maggior parte delle lingue slave, né
cinese→ lingua parlate e diffuse

Ci sono lingua in cui le parole sono entità molto più complesse→ LINGUE POLISINTETICHE
Es. lingua polisintetica come per il Nahuatl (lingua dell’America centrale, comunità atzeca)→ una
singola parola che ha dentro molto più informazione di come siamo abituati
Ci possono essere strutture anche più complesse→ in cui soggetto e verbo accoppiati in un’unica
parola, parole hanno più teste/unità lessicali
Es. techhuicah= loro ci stanno accompagnando

Nozione sbagliata di parola a cui abituati:


DEFINIZIONI DI PAROLA
- PUNTO DI VISTA GRAFICO
qualcuno penserebbe a come parole sono scritte→ parole le percepisco perché separate da spazi

ma non è giusto: questa è solo convenzione grafica, spaziatura per distinguere singole parole non
sempre usata anche per nostra lingua (es. scritture più antiche, scrittura codici medievali→ fatta
senza spazio e punteggiatura), quando poniamo spazi tra parole stiamo dando informazioni
quando parliamo non ci sono spazi né pause
poniamo spazi secondo la norma ortografica a percezione di più parole
lingua che si scrive in modo diverso→ es. cinese→ difficilmente ci sono spazi
è nostra tradizione che da 6/7 secoli si pongano spazi
criterio grafico non si può applicare a nessuna lingua per cui non sia stato inventato o prodotto
sistema di scrittura

per veicolare informazioni in primis ci sono SUONI

- DAL PUNTO DI VISTA FONOLOGICO:


parola si definisce come insieme e sequenza di fonemi che si raggruppano intorno ad accento
primario
Es. tavolo→ quanti accenti ci sono? Solo uno (sulla a)→ c’è accento a cui si appoggia come parola
come il (clitica)

ACCENTO SI Può MISURARE IN MOLTE LINGUE COME AUMENTO Intensità


➔ Città → “a” più forte e più fiato, più pressione per articolarla
Intensità è misura del suono e riguarda l’ampiezza dell’onda sonora
Ciò che si percepisce dal punto di vista psicoacustica è maggior volume =più intensità, più forza
polmonare
Quando vocale è accentata non solo è più intensa ma di solito è anche Più ALTA DI TONO
Città e pizza → “a” di città è pi alta di nota
Frequenza più alta=corrisponde ad altezza tonale
C’è ANCHE MAGGIORE DURATA
Più distintivo è intensità
Per altre lingue→ Più DISTINTIVO è TONO

Clitici→ fanno parte della parola a cui si attaccano, non c’è accento primario → fanno pensare a
lingue senza articoli
Articolo diventa una specie di PREFISSO per certe parole che porta certo significato

GRAFIA→ non così affidabile per distinguere parole


Lo dimostra che enclitici e proclitici atteggiamenti diversi per parole:
➔ Proclitici: viene prima della parola es. mi presti
➔ Enclitico: si attacca a parola precedente es. prestami
Entrambe c’è accento solo→ su pre
Però dal punto di vista fonologico: sembra solo parola
Punto di vista morfosintattico: sono tre
Ci sono parole però che hanno più accenti→ per accenti secondari

DEFINIZIONE IN TRATTI PROTOTIPICI


DEFINIZIONE DI PAROLA → non così semplice
Il concetto di parola per noi intuitivo non riesce tenere testa a una versione formale di cosa sia
parola
Si può dare definizione non definitiva o unica→ ma una definizione PROTOTIPICA
I criteri formali per definire parola, stando al fatto che avremo problemi ad applicare a tutte parole
È come una DEFINIZIONE DI MASSIMA, non è definizione stringente
Parola:
dal punto di vista interno:
- Ha stabilità interna che non le permette di essere interrotta da altri elementi (suoni), non
si può inserire pausa all’interno solo prima o dopo
- Elementi che la compongono non si possono scambiare o miscelare
Per punto di vista esterno;
- Se parola inserita in frase→ questa parola ha la possibilità di spostarsi
Dal punto di vista semantico:
- parola ha sua autonomia e può stare da sola
Per semantica
- LA PAROLA ha un significato

SIGNIFICATI
siamo abituati a pensare significati che possono essere lessicali, per qualcosa di
concreto/visualizzabile, percezione che mi richiama
Es. per verbi, per nomi, aggettivi (alto, sottile,→ proprietà concrete)→ fanno riferimento a
qualcosa che ha concetto
Ma non è così per tutte parole: articoli→ non hanno significati denotativi
Sono parole di tipo grammaticale
Hanno significato grammaticale→ servono ad attribuire ad altre parole delle proprietà o relazioni
Es. la casa di legno o es. la casa di luigi→ uso sempre “di” (serve a stabilire relazione tra casa e
legno, ma sono relazioni di tipo diverso)→ “di”→ non denotativo, ma relazionale o valore
grammaticale
Parole 2 categorie:
- Lessicale
- Grammaticale
Parole se sono grammaticali→ frequenza di uso, sono la metà delle parole usate (n italiano, in
altre magari meno es. latino che non aveva articoli le usava meno)

Se usiamo solo parole lessicali per lingua che deve avere anche quelle grammaticali per relazioni:
es. Maria arriva cane parco→ posso farmi idea con solo lessicali, ma non sono sicura
però se pongo parole grammaticali→ o “Maria arriva con il cane al parco” o “Maria arriva dal
parco per il cane”→ RAPPRESENTAZIONE DIVERSA, data da uso delle preposizioni
le parole GRAMMATICALI→ hanno valore importante dentro la comunicazione o lingua

SINTAGMATICO E PARADIGMATICO
quando parole senso SINTAGMATICO
si cerca di trovare le relazioni tra questi fenomeni interno a discorso
(in praesentia) asse sigmatico
quando definiamo fenomeni linguistici da punto di vista PARADIGMATICO→ non li definiscono in
discorso, ma da punto di vista esterno
(in absetia) asse paradigmatico

CONCETTO DI PAROLA→ si può estendere a entrambi questi assi


Se vediamo definizioni precedenti:
- SINTAGMATICO:
la maggior parte delle caratteristiche della parola serve a identificarla in serie di elementi
(catena)
parole occorrono in contesti linguistici naturalmente e possono assumere significati diversi in
contesti differenti
Se abbiamo certa sequenza
Asse di associazione (sintagmatico)
Es. Maria arriva al parco con il cane→ trovo parola es. arriva→è una parola perché stabile e non è
interrompibile e in questa sequenza identifico ARRIVO come parola (asse sintagmatico)
- PARADIGMATICO:
Es. Arriva! --> ci collega “Parte!”
Es. cane→ penso a gatto, osso
Con unica parola→ viene a mente tante altre parole
perché in lessico mentale→ PAROLE FORMANO DELLE RETI LESSICALI (DELLE RELAZIONI) PER CUI
IN NOSTRA MENTE RAPPRESENTATE COME QUALCOSA DI COLLEGATO, competenza lessicale

- dal punto di vista fonologico (il cane→ è sola parola)


- dal punto di vista più elementi interni a parola→ il tavolo→ è sequenza interrompibile→
mentre tavol (non divisibile)
SONO DEFINIZIONI CHE ENTRANO IN CONTRASTO
- PAROLE IN SEQUENZA CHE è IDENTIFICABILE→ si può pensare a parole come quelle
associazioni, significato-significante → sono collegate con fitta rete di relazioni alle altre (?
Si può definire competenza lessicale→ l’insieme delle conoscenze che i parlanti hanno riguardo
le parole della propria lingua
Anche delle parole che sono collegate
Quando lingua→ e abbiamo competenza lessicale→ poi sappiamo altre cose per parole (es.
maschile o femminile)
- PAROLA DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO→abbiamo rappresentato in nostra mente

Quante parole ci sono?


Es. ogni cane odia i gatti e tutti i gatti odiano i cani
Dipende dal punto di vista:
- Conto SINTAGMATICAMENTE di quanti elementi si compone sequenza-> 12→
sintagmaticamente c’è sia odia che odiano
- Se vedo stesso parola a livello PARADIGMATICO (cane e cane, gatto e gatto, odia e odiano
alla fine son voci stesso verbo)
Ci porta a definizione parola su 3 livelli:
- Ogni volta che compare parola (punto di vista di OCCORRENZA)→ è parola a sé→ anche se
stessa parola occorre tante volte → 12
- PUNTO DI VISTA FORMA→ parola stessa→ sono forme diverse (cane e cani, odia e
odiano→ li contano)→ 9
- Ma se cerco su dizionario, cerco solo stesse parole intese come LEMMA (=è rappresentato
da lessema= è l’entità singola che fa parte del lessico)→ concetto parola è stesso di cane e
cani ad esempio
Allora lessemi hanno entità singola che contiene significato lessicale di riferimento sempre stesso
Ad esempio:
Infinito del verbo è lemma (odiare), forma di rappresentazione (che in latino cambiava, era la
prima persona)→ che identifica tutto LESSEMA (odiano…tutto paradigma)
PAROLA→ come lemma, forma e occorrenza

Concetto di parola si declina anche su vari assi di spiegazione dei fenomeni linguistici
- CONCETTO DI OCCORRENZA→ distinguere come episodio che questa parola viene usata
- FORMA DI PAROLA→ conservate nel concetto lessicale in nostra mente, sono parole
diverse
Es. cani e cane→ perché una singolare e una plurale
- Se interessa concetto di cane→ LEMMA, è entità concettuale, come conservate come
entità concettuali
Per tutti e 3 questi livelli→ posso usar termine parola

CONCETTO DI CLASSI DI PAROLA: sempre usato dai primi anni di scuola


Non tutte le parole sono uguali→ in parole possiamo distinguere categorie lessicali
Distinguere parole che hanno certa forma rispetto a classi di parole che avranno altre forme
VARI TIPI DI DEFINIZIONE che possiamo usare per identificare classi di parole:
- Nomi→ ci sono tantissimi nomi in italiano, quello tecnici (come nomenclatura scientifica)
- Verbi → ce ne sono tanti
- Aggettivi
- Avverbi
- Pronomi→ un po’ meno
- Articoli→ varie forme, ma pochi comunque
- Congiunzioni→ numero ridotto
- Interiezioni
- Preposizioni → ce ne sono 9 secondo nomenclatura tradizionale, se consideriamo le altre
forse di arriva a 30 (sopra e sotto)
Da vari punti di vista, ma in particolare QUELLO LESSICALE→ non sono vari classi di parola→ ma
posso distinguere classi di classi
Classi si possono distinguere→Si possono distinguere elementi lessicali come:
- CLASSI APERTE→ in cui si aggiungono nuovi elementi, in cui pongo svariato numero di
lemmi o verbi o aggettivi
Hanno alto numero di lemmi e ne possiamo sempre aggiungere nuovi potenzialmente
- CLASSI CHIUSE→ hanno numero di lemmi ridotto e potenzialmente chiuso
Il pronome “io” “tu” “lei” … →aggiungiamo altra persona (per riferirsi magari a oggetto che non
c’è in stanza e che non vedo)→ difficile che succeda
Cambiamenti linguistici strutturali che fanno entrare parole nuove

C’è corrispondenza tra classi aperte e parole lessicali con contenuto semantico denotativo
Classe chiuse→ sono collegate a parole funzione o parole grammaticale
- Disomogeneità nella classificazione
➔ AVVERBI:
Un caso a sé lo fanno gli avverbi→ tiene insieme elementi di vario tipo
Es. si e no→ considerati avverbi, e però sono usati al posto delle frasi→ alcune definizioni più
moderne→ profasi (come pronome al posto di nome) → profase ha valore di una frase
Es. velocemente, lentamente,
(ha valore spaziale deittico dipende dove lo pronuncio) qui, lì→ ma sono sempre avverbi
Hanno poco in comune tra loro→ non sapendoli come classificarli posti elementi in questa classe
Alcuni sono lessicali e atri grammaticali
Alcuni di classe chiusa e chi aperta
Es. avverbi con -mente→ derivano da aggettivi, per cui se posso inventare aggettivo nuovo posso
poi fare nuovo avverbio
E posso fare da avverbio altro avverbio→ chiaramente e chiarissimamente
Difficile aggiungere nuovi avverbi che sono deittici → come lì e qui (deittici di prima persona,
vicino a chi parla)
Più facile perdere elemento→ che aumentare di numero
Non si può avere definizione formale, stretta e stringente→ perché ci sono classi di parola (?)

Verbi→ se si pensa agli ausiliari


Hanno valore grammaticale e classe chiusa, non se ne possono altri aggiuntivi

Studio dei MORFEMI

Per definire CLASSI:


si possono usare diversi tipi di criteri per identificare concetto di parola
non definizioni univoche
punto di vista FUNZIONALE:
- Funzione grammaticale→ soggetto, predicato, oggetto e circostanziale
- Reggenza argomentale
verbo e nome→ sono diversi perché assumono forme diverse
es. verbi al futuro→ sono tutti simili
capisco come può variare quella forma→aspetto morfologico
x distinguere classi di parola dal punto di vista MORFOLOGICO:
- ci sono parti che VARIANO E parti CHE NON VARIANO
A LIVELLO SEMANTICO:
es. i nomi → è entità che fa riferimento ad oggetto o tanti oggetti diversi
es. i verbi→ rimandano ad azioni, anche se tanti verbi non sono azioni
- denotazione
- sotto classificazione semantica
È una balena, predicato verbale e nominale
Criterio DISTRIBUZIONALE:
- come si distribuiscono diverse classi di parole in discorso
es. il e un sono articoli-→ lo dico perché entrambi perché li posso usare in alternativa
già trovato per ALLOFONO→ può essere distribuzione complementare (quando non c’è uno c’è
l’altro→ quando due elementi in distribuzione complementare hanno stesso valore) o libera
➔ allora cane o cani→ si sostituiscono in certi casi
➔ anche per articoli
distribuzione complementare mi suggerisce che alcune parole si assomigliano tra loro

NOME
Come si può DEFINIRE CLASSI NOMI
Dal punto di vista semantico della denotazione: un nome è usato per denotare un individuo,
concepito come un insieme unitario di proprietà stabili
Un nome denota classe di individui
In nomi possiamo trovare delle SOTTOCLASSIFICAZIONI:
- nome COMUNE O PROPRIO
- nome CONCRETO O ASTRATTO
questa sotto classificazione per tutta classe nomi→ è indice che sto parlando di una classe coesa
è MODO per classificare classe a suo interno
altra distinzione:
- nomi ENUMENRABILI E NON ENUMENERABILI (in particolare in inglese)
es. acqua come materiale non la posso contare
so che tutti nomi o sono entità che posso contare o meno
QUESTA SOTTOCLASSIFICAZIONE SI APPLICA SOLO A NOMI→ il fatto di applicare a parola queste
classificazioni mi porta a capire la classe di cui sto parlando

Linguistica
Lezione 8

nome
Classe:
Nome→ deve descrivere categorie di serie di oggetti
Ci devono essere dei criteri x dire che oggetto ha caratteristiche→ proprietà non consce per
analizzare per nominare oggetti
Non sono solo oggetti→ analizzano anche azioni (es. rottura, partenza), astratti
- CRITERIO INTUITIVO
- Criterio poco formale (come distinguere che parole e nome e non lo è)→ criterio molto
ampio di classificazione, però possiamo usare classificazioni più specifiche
Se entriamo nello specifico→ classi di nomi, presenta insieme di sotto classificazioni:
1- Criterio morfologico
Categorie flessionali: può esser il numero, genere grammaticale o numero grammaticale a
distinguerlo
NOME è una parte variabile: da cane → formo cani, variazione maschile e femminile
Nomi variano secondo categorie flessionali
- Categoria grammaticale→ nome adotta
Per distinguere nomi, diverse lingue hanno diverse tecniche→ inglese (nome molto simile a verbi
spesso, si distingue con numero) italiano (si usa anche genere
- Per distinguere nome da verbo→ si usa categorie di persone, criterio morfologico
Criterio→ + formale

CRITERIO PRESENTE ANCHE IN ANTICHITÀ→ aggettivo considerato sempre sottotipo del nome
Un aggettivo può facilmente diventare nome, perché predisposto

In inglese, dato che verbo non ha tutte desinenze→ può fare passaggio anche a nome
PASSAGGI CLASSE LESSICALE→ sono più facile se meno morfologia presente→ lingue con più
morfologia è più difficile, es-. lingue con casi
È criterio più formale e oggettivo

2- Criterio della funzione→ meno formale


- Nomi possono svolgere certe funzioni, es. predicato, soggetto
- Alcuni nomi possono avere degli argomenti→ necessità di altre componenti che
specifichino loro valore (es. la distruzione di Cartagine, di Cartagine è argomento di
distruzione)

3- Criterio sintattico e distribuzionale → criterio più formale


- Sappiamo che c’è nome se prima c’è articolo, precede sempre non segue mai
Es. il giovane studente (nome: studente, aggettivo: giovane)→ ci può essere anche qualcosa nel
mezzo
- Sappiamo quindi però→ aggettivo può precedere o seguire nome
Es. le nuove scarpe o le scarpe nuove
Es. un pennello grande (dimensione) o un grande pennello (qualità, come eccellenza)
Aggettivi può precedere o succedere, e cambiare significato
SONO INFORMAZIONI, RELAZIONI CON ALTRE PAROLE E POSIZIONI IN CONIGURAZIONE
SINTATTICA, ci aiutano a capire se sia nome o meno

VERBO
Definizione: Qualcosa che descrive gli eventi e le azioni, non è sempre così
Ci sono sotto classificazione dei verbi:
1- escludere verbi che hanno significato lessicale pieno da verbi che non si riferiscono a
qualcosa
servono a modificare altri verbi, es. verbi ausiliari come verbo essere
verbi con valore aspettuale
Es. è giovane→ non ha valore pieno come altri casi , è copulativo
verbi modali→ devo, voglio→ modificano verbo che segue
2- criterio morfologico→ Possiamo modificare verbi con altre caratteristiche che modificano
verbi: divisibili in diverse classi, sotto classificazioni specifiche verbi, (non hanno stesse
classi o tipi di variazioni dei nomi):
➢ Distinguere forme singolari da plurali
➢ Modo
➢ tempo
➢ Persone
➢ Attivo o passivo
➢ Participi, hanno un genere
E parti variabili del verbo
Selezione dell’ausiliare
3- Criterio funzionale→ Normalmente verbo→ ha funzione di predicato
Es. andare, ha soggetto e destinazione
4- Come si distribuisce verbo in frase→ CRITERIO DISTRIBUZIONALE
↓↓↓
Porta a parlare di esempio di nuova classe di parole→ non teorizzate in tradizione classica
occidentale, categoria generalizzata a partire da elementi
- DETERMINERS
Ci permette di fare classificazioni di elementi→ come articoli o pronomi dimostrativi
➢ Criterio Distribuzionale ci permette di fare distinzione di elementi a partire dalla loro
presenza in contesti sintattici
➢ Si può notare che in italiano gli articoli e i pronomi dimostrativi sono in DISRIBUZIONE
COMPLEMENTARE, mai contesto in cui articolo pronome dimostrativo
Es. il cane, quel cane → cane quel, non si può dire
Es aggettivi possessivi→ si possono cambiare
Se “il” e “quel”→ stesso comportamento e uno esclude altro
Se sono intercambiabili, fanno stessa cosa tutti→ stessa classe determinante, hanno steso ruolo
Quelle parole che hanno funzione di determinare MODO (in modo determinato o meno), O UNA
CERTA PAROLA CHE SEGUE
In alcune lingue→ alcuni elementi possono essere considerati determinanti perché sono in
concorrenza con articoli
➢ Altre invece stessa cosa non vale in altre lingue
Es. my dog, è possessivo senza articolo≠ il mio cane, uso articolo
Possessivi non svolgono funzione determinante in italiano
➔ Es. la mia mamma, ma non “mia madre”→ + in fiorentino, tante varianili
Possessivi richiedono presenza articolo, in inglese però no
Comunque, possessivi non determinanti in italiano, invece in inglese sì
Le classi di parole→ sono più formali e oggettivi
Classe determinante→ teorizzata come classe più variabile

PAROLA→ cosa è una parola?


Cerchiamo in espressione lessicale delle sequenze composte da più parole che funzionano come
parola sola
Es. ferro da stiro, questa sequenza corrisponde a 3 parole, le riconosco e ci metto lo spazio ma mi
accorgo che funzionano come parola sola
➢ Designano oggetto specifico
➢ Ma in particolare: è il fatto che non posso cambiare pezzetti anche con dei sinonimi
Es. mela grande→ posso dire mela enorme→ sinonimi e significato regge
Ma se dico ferro da stiro, non posso variare parole→ non è produttivo
Il fatto di avere delle ristrettezze nella manipolazione di questa sequenza→ non si comporta come
normale sequenza di parole
O si prende tutte insieme, o non si capisce significato
➔ Questo tipo di parole complesse sono normalmente considerate PAROLE POLIREMATICHE
Composte più da una parola: funzionano come unico lessema
C’è unica entrata in nostra mente, sola immagine
Es. aria condizionata

Abbiamo possibilità di definire natura di queste parole→ usando criteri formali o meno, usati per
definire parola:
parola è qualcosa che non può cambiare le proprie componenti interne→ tavol-i/o →
componenti che non posso invertire (criterio semantico)
significato espressione complessa è solo entrata unica di un immagine
Non posso tirare fuori parola dall’altra, es. ferro da stiro, non posso tirare fuori parole
dicendo solo ferro, non si capisce e non posso scambiare (costituente semantico
unitario→ criterio semantico)
Non si può separare le parole
Non è interrompibile
Non ci posso mettere modificatori di parti, es, ferro un po’ vecchio, non posso dirlo, neanche ferro
un po’ da stiro
Non possono interrompere sequenza
Rientrano anche verbi analitici (phrasal verbs, verbi sintagmatici) es buttare giù, pick up

CLASSI DI PAROLE POLIREMATICHE→ *binomi reversibili= sono espressioni che hanno due
parti che hanno ordine fisso che non si può cambiare es. è acqua e sapone (non sapone e acqua→
sono fissi)
• Nomi polirematici:
- Giacca a vento, macchina da scrivere, *gratta e vinci
• Verbi polirematici:
- Tirare le cuoia, mettere via, prendere una decisione
• Aggettivi polirematici
- Fuori stagione, alla mano, *acqua e sapone, *senza arte né parte
• Avverbi polirematici
- A portata di mano, spalle al muro, *per filo e per segno
• Pronomi polirematici
- Il tal dei tali
• Preposizioni polirematiche
- A carico di, rispetto a, da parte di
• Congiunzioni polirematiche
- Nonostante che, fermo restando che, nella misura in cui

Quando consideriamo la parola→ espressioni che usiamo, sono composte da più parole, ma è
entrata lessicale unica

lessico
Come possiamo definire SIGNIFICATO LESSICALE, significato delle parole
Significato→ parola di uso comune, non solo per parlare di parola e suoi significati
DEFINIZIONE TECNICA E SCIENTIFICA:
una caratteristica dell’essere umano è VEDERE SIGNIFICATI degli eventi che ci circondano→
propensione della mente umana fa si che l’idea di significato sia in tutta nostra vita

Significato in senso linguistico si parla di SEMANTICA→ si articola in semantica della parola e


semantica di strutture di più parole (=come frasi)
Se metto insieme più parole che hanno più significati→ poi frase che significato ha?

- Semantica→ studio del significato del linguaggio naturale è collocabile su due diversi piani:
LESSICALE E COMPOSIZIONALE
- Lessicologia→ branca che studia il lessico, l’insieme delle proprietà e significato parole
- Lessicografia: non è lo studio delle proprietà lessicali, ma è lo studio della realizzazione,
ideazione di quegli strumenti che abbiamo inventato per rappresentare il lessico IL
DIZIONARIO

C’è differenza tra rappresentazione dizionario e quella che abbiamo delle parole nella nostra
mente, differenze:
❖ Struttura dizionario→ accediamo alle informazioni con ordine alfabetico, ordine
convenzionale comunque
Non c’è ordine logico→ semplicemente alfabeto ha questo ordine
Es. Abate, abaco, abete→ sono parole vicine in dizionario, ma non sono collegate
❖ Invece pensiero→ tutto collegamento a una parola specifica es. penso a cane→ penso a
gatto, animale, oppure a sinonimi
≠DIZIONARIO→ rappresenta qualcosa nella mente che viene però organizzato semanticamente e
non alfabeticamente
Dizionario rappresenta esito della lingua, non il contrario
Lessico→ viene rappresentato da dizionario, ma non è dizionario→ lessico è nel pensiero

SEMANTICA LESSICALE

Argomento che si lega a sintassi→ cose si compongono perché argomento sintattico

▪ Definizione di BIPLANEARITÀ→ ovvero proprietà dei sistemi di comunicazione che


adottano dei segni, hanno significato interno (significato) ed esterno (espressione)
Es. quando guardiamo lingua estera→ ci si accorge anche come codificano in parole questi
significati, come concettualizzate parole
➔ Ad esempio parole intraducibili in italiano→ perché in italiano non codificato o
lessicalizzato quel concetto
Es. bianco in italiano, non ha elemento lessicale specifico per dire bianco opaco o lucido→ in latino
c’era albus e candidus, lessicalizzava due concetti
Il processo della lessicalizzazione→ il fatto che in italiano un piano concettuale è associato a piano
dell’espressione, =parola che può avere più contenuti
Invece latino né altri

IL SIGNIFICATO LESSICALE
Triangolo semiotico di Ogden e Richards 1923→ rappresenta diverse componenti di quello che
consideriamo processo di significazione
Processo che ci porta a poter parlare e usare dei simboli→ che si riferiscono a delle entità del
mondo ma sono usate anche usate per entità concettuali di pensiero
SIMBOLO SI CONNETTE a referente non in modo diretto ma CON PENSIERO

Serve per mettere a fuoco componenti del linguaggio→


simboli (oggetti linguistici)→ es. suoni che compongono parole,
pensieri (oggetto del pensiero),
referenti (oggetti della realtà, ciò che accade nella realtà)
quanto pensiero regolato da entità pensiero→ varie teorie
Interpretati in più modi da diverse scuole di pensiero:

- Chi crede che cosa importante del linguaggio sia che si riferisca a qualcosa di esterno, la
cosa più importante
- Chi crede che invece qualcosa di esterno ha ruolo marginale→ l’importante è come usate
simboli
3 tipi di approccio generali per descrivere significato→ non sono a compartimenti stagni, sono
tradizioni di pensiero
A partire da 800→ ci ha portato a quello che oggi si considera conoscenza semantica:
➔ Approccio Referenzialista
Referente messo in evidenza
Se linguaggio descrive mondo esterno→ emerge concetto che linguaggio è adeguato a descrivere
mondo esterno e la descrive in modo corretto→ concetto di VERITÀ DELLE ESPRESSIONI, frasi
preso in considerazione in modo considerato da tradizione logica
LOGICI→ cercato di occuparsi della verità degli enunciati confrontandoli con realtà
Il loro significato può essere verificato, pensiero molto antico

➔ Tipi di ragionamento nasce con Saussure, approccio strutturalista


Significato in realtà è una cosa propriamente linguistica→ non sta in realtà, ma solo nei simboli
Sono i simboli che danno significato alle cose di cui possiamo parlare
Albus e bianco→ lingue diverse, simboli diversi
Albus ha dentro significato→ obbligato a dire se sia opaco→ in italiano no, non obbligato a dire se
sia opaco o meno
Pensiero che forma la mia mente→ pensiero è come formato dai simboli linguistici

➔ Approccio più moderno, cognitivista


Si cerca di porre al centro
Il fatto che significati sono entità concettuali, non solo realtà
C’è livello di concetti inesprimibili→ si lega a filosofia della mente

PROSPETTIVA REFERENZIALISTA
Direbbe che linguaggio si deve confrontare con realtà
Non è cosa mentale→ deve rispondere a criteri verificabili
Costrutti significato non sono cose che risiedono nella mente in modo scollegato

Es. per ognuno di noi parola può avere toni diverse→ cani, senso di protezione e affetto
Ma potrebbe non essere per tutti così→ chi lo intende come paura
Ma non sono cose che fanno parte parola cane→ sono cose psicologiche→ modo di reagire a
quella parola, non c’entra con significato parola cane
Parola cane—è un qualcosa condiviso da tutti
È una prospettiva anti-mentalista e non anti-psicologista

Significato collega espressione a realtà


Nasce da qui un dubbio:
- ma se parlo di un certo referente, persona o oggetto esterno in due modi diversi, usando
espressioni diverse?
Es. dante o autore della divina commedia → significano la stessa cosa, si riferiscono alla stessa
persona
Però non è proprio la stessa cosa, non possiamo scambiarle in ogni contesto
Dante è autore della divina commedia→ lo sappiamo tutti, ma non proprio tutti tutti
Le due espressioni→ hanno lo stesso significato? domanda posta dai logici
Ed ha accesso lampadina di conoscenza→ ci permette di distinguere vari componenti del
significato
Simbolo media tra parole e referente

PROSPETTIVA STRUTTURALISTA
Preso in se stesso, il pensiero è come una nebulosa in cui
niente è necessariamente delimitato. Non vi sono idee
prestabilite, e niente è distinto prima dell’apparizione della
lingua (Saussure 1916)

X Saussure→ segno linguistico= significato e significante→ proiezione di segni logici


Dice che pensiero preso in sé stesso→ è un qualcosa che non ha dimensione né limiti, come
continuum sonoro
Come distinguo fonemi→ distinguo anche significati → vengono fatti come dei tagli arbitrari
Come distinguo fonemi con tagli arbitrari distinguo anche significati
ARBITRARIETÀ DEL SEGNO LINGUISTICO
Le lingue sono arbitrarie in quanto non c’è alcun
vincolo naturale e necessario tra il significante e il
significato del segno linguistico
- lingue operano delle scelte per la rappresentazione di significati e significanti
Es. colori sono un continuum→ non c’è asticella → + arbitrario

Lingue vanno tutte proprie distinzioni


Inglese→ derivazione di lingua germanica
Gallese→ lingua celtica
Altri modi anche di distinguere colori

Dal punto di vista fisico→ non detto che ci sia criterio per distinguere colori
È quante categorie ho in lingua per distinguere colori

Non esiste es. concetto di bianco o blu→ concetti dati perché ritagliato all’interno di un sistema
Se non è questo ritaglio→ ho altro tipo di bipartizione
➔ Linguaggio determina entità di pensiero
È simbolo che determina le entità di pensiero ≠ simbolo media tra parola e referente
➔ I significati vengono definiti sulla base dei rapporti che si
instaurano tra le parole
– Nella lingua “non ci sono se non differenze”
– Più che di significati, si dovrebbe parlare di “valori” semantici,
determinati “in negativo” rispetto ad altri valori presenti in una lingua
Es. colori→ sono entità dirette a realtà, che non si saprebbe descrivere in altro modo
Percezioni
Es. Nuova Guinea→ usati solo due nomi, mola (chiari) e mili (più scuri e freddi)
Significati sono rappresentati da sistema linguistico→ dato da relazioni tra parole
Significato sta nelle differenze, non oppositivo→ solo relazionali
↓↓
Si parla di LESSICALIZZAZIONE DI TRATTI SEMANTICI
Come lingue selezionano parole a cui attribuire significati
+ componenti di significato in parola es. con verbo:
➢ Muovere→ moto
➢ Andare→ moto+ direzione, pone in sé a suo significato una direzione
➢ Camminare→ moto+ maniera+ strumento (specifica modo di muoversi)
Due diversi tipi di movimento in stessa lingua
Ma visto che in realtà ci sono variazioni linguistiche che riguardano questo aspetto:
❖ Gehen = “andare a piedi”
❖ Fahren = “andare con un veicolo”
❖ Reiten = “andare con un cavall

Ipotesi di Sapir-Whorf (linguista antropologo tra i primi che si sono occupati dell’America
precoloniale)
- Ipotesi relativista sulla natura delle categorie concettuali
Di fronte stupore società linguistica: domanda: non è che lingua determina come viviamo e
determiniamo mondo? Ovvero lingua crea pensieri
È lingua che fa concetti per Saussure→ niente è distinto prima della lingua
Allora Whorf dice
➔ mondo si presenta come flusso di pressioni→ che vita deve organizzare grazie a sistema
linguistico, con lingua e sistema specifico

L’ALTRA PROSPETTIVA
SEMANTICA COGNITIVA
Deriva da studi di psicologia a partire da anni 70
Anche se alcuni elementi già inseriti in filosofia del linguaggio prima
Tutta seconda metà del 900→ lavorato su ipotesi che avevano in comune
➔ Vero che linguaggio ha Struttura concettuale→ ma non è che è basata sul nulla
Facoltà linguistica→ è integrata in sistema cognitivo umano che si compone anche di percezione
e sensi e di movimento
Percezione, movimenti e pensiero cognitivo→idea che siano integrati→ è uno dei cavalli
A partire da esperimenti su categorizzazione dei colori→ fatti passaggi
- Vero che lingue diverse→ Ci sono degli aspetti base del modo di funzionare del
cervello→ che sono indipendenti

Eleanor Rosch→ iniziò a considerare che forse queste ipotesi della lingua
La Rosch parte dalla percezione del colore→ prende Dani, lingua che distingue solo due colori,
caso estremo
Fatto che una lingua come dani distingue solo 2 colori e inglese distingue tipo 10 colori
Preso tavolozza di colori→ e faccio vedere a soggetto, mostrandogli tavolozza intera e
chiedendoli il colore
- Esperimento su distinzione dei colori a livello percettivo
Se lingua influenzasse così tanto livello di percezione de colori→ ci dovremo aspettare che ci
siano risultati di tipo diverso:
Ci si aspetterebbe che stati unitensi facciano distinzioni più fini
Ha dimostrato però che non c’era grande differenza categorizzazione→ vero che in inglese tanta
differenza, ma questo fatto linguistico non ha corrispondenza diretta rispetto a capacità
cognitiva di categorizzazione
Differenze linguistiche non si traducono con diverse percezioni, percezione di base è stessa
Pone dei limiti al radicale cognitivismo di Rosch

Capi saldi dell’approccio cognitivo a studio della semantica:


- la mente connessa a linguaggio è qualcosa che ha incarnamento (mente dentro corpo,
embodiment ) → teorie che cercano di dimostrare che la rappresentazione linguistica si
fonda su esperienze concrete che riguardano schema sensi-motorio
sensi→ sono porta di accesso tra noi e mondo
una cosa la percepiamo attraverso sensi
tangibile→ è tipo di percezione, ci sono cose non tangibili e udibili però
componente percettiva
quando si parla di concetti linguistici si pensa che questi si formino a catena
qualcosa di esperienza è stata messa
Bimbo-→ fa esperienza fin da piccolo
Es. bimbo→ si pensa che faccia esperienza concetti e poi trovi loro codifica con cui si parla
Ci sono degli schemi motori e sensoriali→ che sono precedenti al linguaggio
Molte manifestazioni linguistiche adottano questo schema→ es. contenitore e contenuto, è
qualcosa di fisico es. bimbo mette giochi in contenitore
esperienza linguistica che prendo per capire es. parola “in”
Capisco “in”→ perché so fare questa azione, capisco metafore da questo
Meccanismi prelinguistici che ci guidano in apprendimento linguaggio

Si oppone a prospettiva strutturalista in cui linguaggio è concetto formale che serve per fare
queste distinzioni
Si oppone anche referenzialista in cui si deve contrapporre a verificarlo nella realtà
Cognitivista→ linguaggio è qualcosa di mentale e per capire come funziona, è giusto studiare
rapporto tra pensieri e percezione
Una lingua→ funziona va inserita dentro una facoltà cognitiva più ampia

PROSPETTIVE ALL’OPERA→ iniziando da presentazione lessicale, strutturato


Parola ne richiama un’altra→ per definire parola uso altre parole per descriverle
Es. sieda→ se non disegno (cosa fatta da referenzialista)→ la definisco con altre parole
Ci sono delle associazioni
Uso parole per definire altre parole
E posso partire da parola e trovare altre parole ad esse collegate→
DEFINIZIONI
Parola non sono entità semplice, ma complesse→ strutturate da componenti semantiche
➔ strutturalista → parole descritte con altre parole

LINGUISTICA

STRUMENTI ANALISI SIGNIFICATO-→ tutti linguistici


RELAZIONE TRA PAROLE
➔ Quando dico, pronuncio parola→ me ne vengono altre insieme, evoca altre parole a nostra
coscienza
➔ Ma questo si lega al fatto che → per definire significato parola, io considero queste
relazioni e uso altre parole per definire parola, sono entità unite tra loro e non entità
isolate
+ idee:

ANALISI COMPONENZIALE
Per analizzare elementi significato→ necessario scomporli in degli elementi subordinati,
identificati come dei tratti distintivi (distinguono certi elementi)
Es. in fonologia→ se voglio definire “i” rispetto altre 7 opzioni, nel sistema vocalico italiano→
posso usare tratti, arrotondato, basso, alto o arretrato
➔ Definita “i”→ con tratti diversi dalle altre
Da qui semantici, con questa idea che ebbe molto successo in semantologia→ idea di scomporre
significato parole, vista come entità complessa, in componenti semplici e dargli presentazione
binaria→ un tratto può essere presente o meno
+o–
Con composizioni tratti→ ottengo significato

Pochi tratti semantici mi permettono di definire molte parole


- Perché se es. dobbiamo definire parole come mucca e toro→ è facile dire che queste due
parole si possono riferire ad animali simili (tranne quella del sesso dell’animale)
Possiamo enucleare il senso completo? Anche con parola come toro?--> impossibile

Cercare tratti differenziali→ mi permettono di trovare differenze, mi permettono di risaltare


significati anche essi come entità differenziali
Tratti permettono di distinguere significati diverse parole, come fonemi distinguono i significanti
CERCO DELLE PROPRIETÀ CONTRASTIVE TRA PAROLE→
Con contrasti creo rappresentazione gruppo di parole non esplicitando tutto significato dietro
questo gruppo→parte significato è comune e da analisi emergono piccole differenze
ESEMPIO DI ANALISI (slide)
➔ Mobilia
Termini presi→ sono assimilabili a termini italiano → 6 termini che mi differenziano vari tipi di
posti per sedersi
Ce ne è uno + generale→ SEDUTA (siège)→ arcilessema (lessema comprende tutti altri)
Altri 5 termini→ hanno tutti dei tratti
Es. divano→ è per più persone, lo differenzia
Es. sgabello → non ha schienale e non ha i braccioli
Es. puof→ no schienale, no gambe, no braccioli, no struttura rigida (è informe)
PRINCIPIO—> prendo campo lessicale (insieme parole legate da caratteristiche semantiche che
descrivono oggetti o proprietà o eventi che hanno qualcosa in comune)→ interessa evidenziare
differenze
Trattiamo differenze come dei tratti
Lingua→ è entità differenziale→ la facciamo risaltare con tratti + o –

Concetto campo lessicale


➔ insieme parole legate da caratteristiche semantiche che descrivono oggetti o proprietà o
eventi che hanno qualcosa in comune → legato a visione lingua come sistema
È qualcosa in cui quello che conta sono le relazioni tra elementi che lo compongono
- Es. scacchiera→ tutto dipende da sistema, i pezzi infatti con certa configurazione ha
significato, pezzo da solo non posso dire che valore abbia
Singoli pezzi non hanno configurazione e significato fuori dal sistema, valori relativi a sistema
- Stessa cosa lingua→ elementi prendono significato in base a posizione altri elementi
Se elementi si oppongono→ come per colori (latino bianco opaco e lucido, in italiano solo bianco)
Parole hanno valore se si oppongono una all’altra, se non ci sono le due opposizioni questa viene
annullata e sistema ne fa a meno

CONTRAPPOSIZIONE TRA PAROLE
Idea confrontare oggetti linguistici, parole→ è unico modo per spiegare linguaggio
Linguaggio si studia in suo interno, non si confronta parole con concetti esterni
Di solito indicati termini di parentela→ si cerca sempre elementi in relazione con altri
Idea ottica COMPONENZIALE:
Idea che parole abbiano→ COMPONENTI SEMANTICI, che stanno prima delle parole
Questa è:
Idea Katz e Fodor→ parole polisemiche che hanno + significato
Ci sono caratteristiche universale in tutte lingue→ PRIMITIVI SEMANTICI→ usati per dare
significati di base da comporre per avere significati singole parole
Bachelor= nome laure triennali
➔ Ma vuol dire altre cose, anche scapolo, cavaliere precario che si aggrega a qualcuno,
significato zoologica (foca maschio senza compagna in periodo accoppiamento)
Per analizzare questa polisemia, ovvero che parola corrisponda a più valori→ posso usare degli
elementi che mi distinguono significati a partire dai tratti
Usati tratti generali (male, human) → usati per distinguere altre parole (non sono specifici come
invece quelle delle sedie)
Legati a primitivi semantici più che tratti
- Tratto semantico→ qualcosa che può più o meno esserci, (tirati fuori differenziatori da
parole)
- Primitivi→ è qualcosa che immaginiamo prima della mente, anche prima del linguaggio
Primitivi=marcatori → significati molto generali (male, human)→ nei primitivi importanti sono
MARCATORI, sono preesistenti, punto da cui si parte per comporre significati complessi
➔ Possono essere dotati di valori positivi o meno
So che maggior parte significati questa parola→ rimanda a soggetti umani,
nel caso bachelor: si tratta poi di male (solo per uomo), per laureati (maschile e femminile,
human), cavaliere (giovane)
E poi zoologico con (animali) foca
Poi ogni parola ha anche significati più specifici
Tutto ciò che è specifico parola, viene messo come DIFFERENZIATORE SEMANTICO, contenuti
non analizzabili della parola
comunque di rappresentare significati o pluralità significato

definiamo delle caratteristiche → però usiamo delle parole


sono elementi del linguaggio che si intersecano per spiegarlo
non c’è altro modo secondo questa visione che vedere come si incastra lingua

CONCETTO PRIMITIVO SEMANTICO


Applicato a lessico verbale anche
Analisi verbo uccidere schematizzata in questo modo:
uccide tra parentesi (x,y)→ annotazione matematica
ci sono due elementi relazione: chi uccide e chi viene ucciso
es. Carlo uccide il Leone = x causa che y diventa morto
diventare, causare→ sono elementi generali e primitivi con cui posso scomporre significati verbi
primitivi-> perché già in mente umana, cervello funziona certo modo→ strutture congenite e
innate
idea che ci siano primitivi→ sono già presenti nella mente

IDEA CRITICA
fatto però venire dubbio su come guardare tratti semantici
- vizio di circolarità di rappresentare significati→ perché se parole rappresentati solo
attraverso altre parole, poi i significati di queste altre parole vanno spiegati con altre parole
Loop continuo
→o se dico bachelor= che vuol dire scapolo→ poi bisogna spiegare cosa significhi scapolo altre
parole
SIGNIFICATI PRIMITIVI→ Non si scompongono già presenti nella mente, concetto di tratto
semantico congenito nell’uomo

- nucleo significato inespresso


→ se confronto sedia e sgabello, non ho spiegato significato, ho solo espresso differenze
→anche caso verbi es. uccidere, morto, divenire→ vanno spiegate comunque→ si genera loop
Divenire→ ipotesi forte che siano concetti primitivi
Sono oggetti primitivi→ ipotesi forte

PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO→ se è vero che si può analizzare parole in componenti più semplici
Però Bimbi quando imparano ad usare parole, non passano da componenti semplici per parole più
complesse
Termini di parentela spesso analizzati
Es. Mamma=adulto, femmina, genitore
Es. Papà= adulto, maschio, genitore
Bambino sa solo mamma e papà
➔ Componenti scoperte a posteriori
Bimbo acquisisce concetti tutti insieme
Es. rompere =qualcuno causa oggetto che diventa rotto
Concetti di diventare e causare→ dopo acquisiti questi concetti astratti, primo impara “rompere”
Impariamo parole indipendente dal fatto che possono essere spiegate e definite con questi tratti
semantici
Significato di una parola viene acquisito tutto insieme→ viene preso dal momento che si dà una
parola, significati di alcune delle parole che apprendiamo dovrebbero essere significati complessi
che nascono da significati semplici

Estrarre tratti da caratteristiche semantiche parole→ definisce singoli elementi lessicali, ma


comunque non capiamo significato parola in senso assoluto
RELAZIONI LESSICALI
Relazioni di significato è quello di cercare non tanto di definire parola usandone un’altra→ SI
CERCA DI DEFINIRE LE RELAZIONI TRA PAROLE
Le parole correlate ad altra parola→ saranno quelle che userò per definire parola
Es. Scapolo→ solo
Visione del lessico→ visto anche come sistema che deve essere tenuto a mente
Come si conosce tante parole? --> non sono elenco parole il lessico in mente, è rete di parole che
collega parole alle altre con relazioni
Es. lessico pesca→ mi vengono in mente altre parole collegate
TIPI DI COLLEGAMENTI PAROLE→ 2 linee:
- Relazioni lessicali propriamente dette→ paradigmatiche → sono relazioni di significato tra
alcune parole che condividono alcuni elementi tra di loro
come topo e animale(topo è specie di animali) o topo e coda
Definisco relazioni
- Relazioni sintagmatiche→ relazioni tra parole nelle loro combinazioni
Es- dico topo→ mi viene a mente rosicchiare
Perché parole che si combinano spesso insieme

RELAZIONI PARADIGMANTICHE→ elementi del sistema


Come relazioni tra parole dizionario, sono delle entrate
C’è “dormire” e “letto”
RELAZIONI SINTAGMATICHE
Relazioni tra parole che compongono frasi e testi

RELAZIONI PARADIGMATICHE→ sono verticali e orizzontali


- Relazione gerarchica (verticale)→ relazione di inclusione, c’è parola più specifica inclusa da
generale→ IPEROMINO =generale/ IPONIMIA=+ specifica
- Relazioni tra elementi con stesso peso (orizzontale)

RELAZIONI PARADIGAMATICHE VERTICALI:


IPERONIMIA E IPONIMIA
Tavolo è un mobile → Tavolo è iponimo di mobile
Mobile è iperonimo di tavolo
- Relazioni simili anche in lessico verbale
Sigillo il barattolo,→ chiuso barattolo
chiudere la porta→ non vuol dire sigillo porta
C’è un verbo che include l’altro→ inoltre alcuni verbi, modi di fare qualcosa→ più specifico
sigillare, è un modo di fare qualcosa nel caso dei verbi

Es. tavolo e mobile→


IPERONIMO (mobile)→ si vuole riferire a più oggetti (mobile)-> ma suo significato più vago e meno
corposo
Rapporto inverso tra quanto specifico significato e a quanti oggetti si può riferire una parola
+ significato è specifico→ + piccolo è insieme di oggetti a cui si riferisce → si parla di ESTENSIONE
INTENSIONE→ comprende tutti tratti
ESTENSIONE→ numero di oggetti a cui si riferisce parola

RELAZIONE DI IPONIMIA
PROPRIETÀ GENERALI:
- Relazione antisimmetrica
Ha direzione
Tavolo è iponimo di mobile→ mobile non è iponimo di tavolo, mobile è iperonimo di tavolo
Relazione non bidirezionale→ come invece relazione di sinonimia (se A sinonimo di B, B è
sinonimo di A, è relazione simmetrica e bidirezionale)
- TRANSITIVA→
Es. topo è iponimo di mammifero, mammifero è iponimo di animale→ topo è iponimo di animale
- Relazione multiuno → tanti iponimi hanno tutti stesso iperonimo
Tanti iponimi, un iperonimo
Tra iponimi c’è relazione di COIPONIMIA
Es. gatto e cane→ sono coiponimi di mammifero, sono vicini per essere coiponimi

Albero di relazioni→ + parole specifiche e + parole generiche


Es. cani→ è iponimo di mammifero
Ma anche cane ha iponimi, come razze cane
Barboncino è iponimo di cane
- Relazioni inferenziali → se animale è barboncino allora so che è cane, mammifero…
Se uso parole specifica→ questa parola prende parole più generali che sono sue iperonime
Anche modo con cui ricordiamo parole→ lo ricordiamo così, con questa “rete”→ struttura di base
con relazione di inclusione

In modo simile
MERONIMIA E OLONIMIA
Relativamente simile→ è sempre relazione gerarchica
In cui sempre termine generale che indica insieme→ e altri termini che indicano parti di questo
insieme
Mero= è la parte
Olo= è il tutto
Es. tavolo è un oggetto ha delle parti→ gamba è meronimo di tavolo, tavolo è olonimo di gamba
X fa parte di y
Tante relazioni questo tipo→ es. con materiali
Es. sabbia→ prevede certa quantità, elemento di massa→ granello è componente elemento
sabbia
Es. relazione tra fetta e torta→ una porzione di torta

Diversa da iponimia --> se prima Barboncino eredita proprietà cane→ e ha tutte proprietà animale
In questo caso→ Parola più specifica non eredita le proprietà di quella più generale
Es. dito parte dell’uomo→ dito non ha tutte caratteristiche dell’uomo
- RELAZIONE ASIMMETRICA → non eredita caratteristiche elemento più generale
- Relazione Multiuno

Meronimi sono specifici dell’olonimo


Gamba è meronimo di tavolo, ma anche del corpo umano → GAMBA di solito è meronimo che sta
per parte essere umano
Bisogna vedere di che olonimo si sta parlando per capire meronimo

Relazioni paradigmatiche verticali:


SONO RELAZIONI CHE CREANO GERARCHIE tra singoli elementi
Es. motore è componente aeroplano
Es. cane è iponimo di animale

RELAZIONI TRA ELEMETI NON GERARCHICHI, MA SU STESSO PIANO (ORIZZONTALI):
RELAZIONI DI EQUIVALENZA (sinonimia) E RELAZIONI DI OPPOSIZIONE (contrarietà)

SINONIMIA→ relazione di equivalenza, con dizionario sinonimi e contrari


Relazione semantica più famosa
Se due parole hanno più o meno lo stesso significato→ danno lo stesso contributo di significato
ad una frase
Posso sostituirle in una frase→ e frase rimane con stesso significato
Se A è sinonimo di B→ B è sinonimo di A→ relazione su stesso piano

Se dico es. veloce e rapido sono sinonimi→ se una cosa è veloce allora è rapida e se è rapida è
veloce→ allora sono interscambiabili
Ma non è sempre così:
Es. un razzo veloce/ razzo rapido → è strano
Veloce e rapido→ significato in comune, ma non stesso caso
Casi di sinonimia assoluta sono molto rari→ SINONIMIA è contestuale, e ci sono molte parole che
in base a loro contesto assumono significati un po’ diversi
Rapporto tra SINONIMIA E POLISEMIA (capacità di parole di prendere più significato)
Quali sono sinonimi della parola forte?
- Persona forte
- Robusto→ ma non posso dire carattere robusto, un odore robusto (si dice odore forte o
carattere forte
Sinonimi dipendono da tipo di significato che selezionano un aggettivo in questo caso
Attenti a definire SINONIMI DI UNA PAROLA→ parola ha tanti sinonimi e allo stesso tempo non
ne ha nessuno, non parola interscambiabile per davvero
ci sono parole con cui condividono significati→ in alcuni casi possono essere usate a suo posto

QUASI SINONIMI→ coppie che hanno affinità, ma la cui sostituibilità solo alcuni casi specifici
Parole più generiche e più specifiche
Es. sussurrare e bisbigliare →Sono due quasi sinonimi come modi di parlare→ es scagliare o
lanciare pietra
Scagliare= più violenza
Lanciare= meno violenza
- Sono sinonimi con caratteristiche in più
Es. colmo è sinonimo di pieno, ma ci sono caratteristiche un po’ diverse
Altri QUASI SINONIMI con varianti sinonimiche:
- Ci sono parole che hanno una componente “connotazione”→ modo più personale di
intendere significato parole
Anche caratteri affettivi
Es. micio→ connotazione positiva e affettiva
Difficili dire “a me i mici non piacciono” → vuol dire già relazione affettiva
Gattp-micio→ sinonimi, ma con micio vuol dire che c’è relazione positivia

- Parole usate in contesti specifici e altri più generali→Registro→ es febbre vs piressia


- Campo semantico
- Varietà diatopiche, varietà del dialetto → es. babbo (uso toscano) vs papà → babbo in
sicilia vuol dire scemo

Opposto a relazioni di somiglianza→ CI SONO RELAZIONI DI OPPOSIZIONE


Quella caratteristica che usiamo più di tutte le altre per definire significato di parole messe a
contrasto
Avere questi opposti→ è tendenza anche cognitiva
Dividere tra due polarità
- ANTONIMI→ parola che si oppone ad altra parola nel significato all’interno di scala di
valori che possono avere altre lessicalizzazione, ma che comunque posso dire che uno non
appartiene a una solo categoria, un po’ centrale
Non tutti opposti hanno stesso valore-> veloce e lento
Es. differenza promosso-bocciato, lento-veloce, scapolo-sposato
A qualcuno posso dire che è lento, veloce o non è veloce né lento→ gradazioni
Queste gradazioni per promosso-bocciato→ sono valori assoluti

Lento e veloce sono come dei poli di una scala di valori→ hanno valore più relativo
- Bello-brutto
- Caldo-freddo→ scala di valori, tiepido, gelido
Lessicalizzato tutta la scala→ lessicalizzati altri elementi

- COMPLEMENTARI→ termini che si escludono a vicenda, non spazio di neutralità→ sono


discreti da questo punto di vista
Sono valori assoluti

Altra relazione di OPPOSIZIONE


- è quella di INVERSIONE→ ci sono relazioni di ORIENTAMENTO
es tra verbi
Stesso evento, ma non proprio processo opposto
Comprare e vendere→ non sono opposti→ più che contrario è l’inverso
Padre- figlio→ non sono opposti
Punti di vista diversi
Stessa relazione ma vista da diversi punti di vista

ALTRE RELAZIONI:
- Causativa→ una parola è causa dell’altra
Es. cercare→ ha scopo di trovare cosa→ ma non la causa in modo sicuro
Es. uccidere→ si vuole uccidere
Abbiamo quindi Fattiva e non fattiva
- Implicazioni di tipo temporale
Se russo, so che dormo→ questo fatto avviene nel tempo dell’altro
- Elementi che formano stessa scena
Ruoli tematici→come pensare a verbo in frase→ centro cardine→ che descrive scena con dei
protagonisti
Es. lanciare freccia verso bersaglio
Ci sono relazioni tra questi elementi es. camminare e pedone→ pedone è colui che cammina
Es. mordere→ è presente strumento, sono ruoli tematici
- Modo
Relazioni di toponimia (?)→ bisbigliare =modo di parlare, ma a bassa voce
Lanciare e scagliare (lanciare con violenza)

RELAZIONI SINTAGMATICHE
Relazioni tra parole che si compongono tra di loro
Frase di Chumsky→ per spiegare differenza tra giudizio di grammaticalità e frase sensata:
- Colorless green ideas sleep furiously
Parole hanno combinazione formalmente corretta→ ma poco comprensibile
Combinazione di parole formalmente possibile ma che non useremo mai perché non senso
combinate così
Idea è che COMBINAZIONI DI PAROLE→ rispettano due principi,:
- semantico
- sintattico (formale combinazione)
Parole che si combinano mettono in gioco relazioni sintagmatiche→ ma allo stesso tempo devono
rispettare rapporti semantici

Relazioni possono entrare in significato parole:


➔ Fatto che parole evochino altre parole con cui si combinano → data dal fatto che dico
“abbaiare” → cane (parola evocata)→ tipico soggetto che abbaia
Non è come topo→ che mi evoca formaggio
Modo diverso di evocare parola
cane e abbaiare→ non si contrappongono, ma si combinano→ uno dei due termini funziona da
tratto distintivo del secondo

➔ Fanno parte anche RESTRIZIONI DI SELEZIONE


- Restrizioni di tipo ontologico
ES. Dire idee dormono→ verbo come dormire, restringe su soggetti possibili
Se metto a soggetto di dormire, un essere non animato→ strano
Es. ha bevuto una bistecca→ non ha senso, complemento oggetto deve essere liquido (tornano
tratti semantici)→ tratto semantico liquido è contenuto in VERBO BERE
Tratto animato→ si può vedere come tratto semantico→ è proiettato da verbo dormire su suoi
soggetti
CI SONO RESTRIZIONI SEMANTICHE, sono proiettate su parole a loro vicine→ parole non si
combinano come vogliamo
- Restrizione lessicale→ Essen (mangiare solo per uomini), per animale altro verbo (Fresen)
Verbi diversi→ restrizione è data da motivi lessicali
Lingua opera questa distinzione
- Restrizioni più specifiche, RESTRIZIONE DI USO→ riguardano la selezione di combinazioni
interno lingua
Non spiegabili
Es. paura→ è un emozione→ “ho paura”
Verbo avere usato in senso figurato → avere per dire avere emozione
Es. gioia→ ho gioia, non è combinazione che funzione
Non c’è motivo
Relazioni tra combinazioni difficili da imparare, lingue sviluppano combinazione anche in modo
arbitrario

Idea che parole sono ELEMENTI SINGOLI


E c’è facoltà di combinare parole→ e questa facoltà ha delle regole
Possiamo combinare qualsiasi nome con qualsiasi verbo → non è vero, ci sono delle restrizioni
Combinazioni tra parole non sono completamente libere→ ma ristrette da condizioni
Dormire-tavolo→ non vanno bene, perché tavolo non può dormire
- Poi ci sono restrizioni più specifiche → legata a sistema linguistico
- Restrizioni ancora più specifiche es non avere gioia, ma avere paura
- Ci sono casi in cui parole non possono essere scambiate, ancora più specifiche
=PROVERBI→ sono combinazioni di parole, es. chi la compie l’aspetti
Va preso per intero

Più combinazione sono libere→ più si può sostituire sinonimi, cambiare posto →
+ parole hanno significati autonomi→ + significato è composizione del significato delle parti

Quelli più restrittivi→ come proverbi, sono parole tutte insieme in significato
Non possiamo cambiare parti-→ non si cambia, altrimenti non si capisce

Ci sono altri elementi lessicali che compongono significato


- Es. parole POLIREMATICHE→ parole composte da più parole es. ferro da stiro, non parole
sostituibili → sono più fisse

Un po’ più libere:


- COLLOCAZIONI→hanno alcune di queste caratteristiche→ c’è scala di combinazione un po’
più libere e più ristrette→ sono modi in cui si associano parole
Associazione è vincolata da scelta parole
Come es prestare attenzione, caffè macchiato
Collocazioni--< si associano a parole, e associazione vincolata da scelta parole
Es. pentirsi fortemente, ma più naturale dire “pentirsi amaramente”
Caratteristica di queste combinazioni→non posso prenderle a caso e tradurle in altra lingua
Bandire un concorso→ anounce a competion
Uso diversi verbi
Ogni lingua fa scelte specifiche quando espresso concetto
Che in qualche modo richiama combinazione di parole ristretta
Parola non apprese singolarmente e rimesse insieme
Vanno apprese tutte insieme→ quella è la sequenza
Per cui posso aggiungere alcune cose, ma comunque c’è restrizione
SONO DIVERSE COMUNQUE COLLOCAZIONI E POLIREMATICHE
- Sono più libere delle polirematiche
Pizzico di sale, pizzico di zucchero (strano ma non impossibile)
Anche formalmente → es. area condizionata e caffè macchiato→ hanno similarità (caffè e ara=
nomi, macchiato e condizionata= aggettivo participio)→ ma non sono simili,
macchiatone→ modificabile
condizionata→ non si cambia
caffè e macchiare si attraggono→ “mi macchi il caffè?”

relazioni sintagmatiche specifiche in alcuni casi→ aria condizionata


altre c’è possibilità di cambiare→ caffè macchiato
Difficile tradurre parola per parola
Ci sono graduazioni di libertà, ci fanno distinguere casi

LINGUISTICA
FONDAMENTI LOGICO-ANALITICI DELLA SEMANTICA LESSICALE
Altro approccio a problema significato→ + tradizionale e classico→ si rifà ai fondamenti logici usati
per analisi linguistica
- In tradizione occidentale→ i primi scritti occupati di linguaggio sono FILOSOFI GRECI, in
particolare Aristotele, fondato alcune teorie su logos e pensiero
Quando si parla di come funzione linguaggio da punto di vista logico è tradizione antica

Uno dei criteri cardini in questo tipo di prospettiva→ noi possiamo sapere se due parole stesso
significato, sostituendole una all’altra
TEST DI SIGNIFICATO→ operazione di sostituzione
Ogni elemento dà effetto su frase→ es. se cambio soggetto→ cambia frase
Ma se lo sostituisco con elemento dello stesso significato→ significato complessivo sarà stesso,
contributo è lo stesso
Impronta logica

Da questo tipo di pensiero nuovo→ derivato dal campo del pensiero semantico
Una frase→ la stella del mattino è la stella del mattino
➔ Stella del mattino→ è ultima stella che si vede nel cielo quando sole già sorto→ chiamata
stella del mattino o fosforo
La stella del mattino è la stella della sera
➔ Ultima stella che si vede la sera→ non è neanche stella
Corpo luminoso che si vede prima che cali la notte→ è il pianeta venere
Ma anche stella del mattino è pianeta venere
Dati nomi diversi→ poi filosofo (Parmenide) della magna Grecia ha individuato che questi due
corpi stelli erano lo stesso oggetto→ dà qui si ha queste frasi
SIGNIFICATO COSA è?
Ottica refenzialista→ significato è elemento di aggancio con mondo
Le parole significano le cose con cui stanno
Significato stella del mattino è oggetto che sta lassù→ anche stella della sera è lo stesso
Stesso soggetto a cui ci si riferisce→ allora stesso significato
Un filoso tedesco Frege, osserva che
➔ Se sostituisco stella del mattino a stella della sera
Vengono fuori due frasi:
Ma non hanno stesso significato→ anche se si riferiscono stesso oggetto
la stella del mattino è la stella del mattino→ è tautologia→ è una frase che è vera che ha certa
forma, non mi dà niente di nuovo→ a=a, vale sempre, non dipende dal significato di a
la stella del mattino è la stella della sera→ a=b, non è più tautologia, ma identità→ qualcosa di
significativo, è scoperta astronomica
identità e tautologia hanno strutture logiche molto diverse
ragionamento parte da queste premesse
ma conclusione:
se queste due frasi hanno significati diversi→ significati che danno contributi diversi alle frasi,
devono essere due significati diversi
SIGNIFICATO NON SI LIMITA AD ESSERE OGGETTO A CUI CI SI RIFERISCE→ altra componente più
interna= SENSO

X Frege→ sinn und bedeutung, senso e denotazione
DENOTAZIONE è oggetto a cui ci si riferisce→ stella del mattino e stella della sera → stessa
denotazione, si riferiscono stesso oggetto
Es. la capitale di Italia e comune più esteso di Italia= Roma→sono espressioni diverse, ma sempre
stesso oggetto, ma essendo due espressioni diverse non hanno stesso significato
Roma= come capitale di Italia, se dico comune più esteso di Italia→
SENSO= modo come si identifica oggetto
Espressione si riferisce a qualcosa→ modo in cui ci si riferisce è diverso, → modo in cui raggiunto
riferimento è diverso
stella del mattino= ultima stella che vedo al mattino
stella della sera= ultima stella che vedo la sera
è modo diverso di arrivare a stessa denotazione

IL SIGNIFICATO è qualcosa che ha una dimensione esterna


Ma le espressioni in linguaggio hanno loro modo per rendere scopo→ quello è senso
dell’espressione
Questo tipo di interpretazione→ ricadute importanti
Un’altra teoria di Frege
Principio di composizionalità= il modo e il motivo per cui metto insieme due espressioni
che si compongono danno due significati diversi
Dice che le denotazioni dei termini sono degli oggetti→ e poi definisce la denotazione di una frase
è il suo valore di verità
Ci dice se frase è vera o falsa
Es. questa bottiglia è blu→ denotazione è falso
Es. denotazione frase di es. bottiglia è grigia, è vera
- DENOTAZIONE DI UNA preposizione→ mette insieme termine e un predicato → e
raggiunge un valore di verità
- DENOTAZIONE DI UN Predicato→è una funzione che prende termine e restituisce valore a
predicato
CONSIDERARE PREDICATI COME FUNZIONI
Frege→ era matematico, opera “i fondamenti della matematica moderna”
➔ Es. il pettirosso vola
Pettirosso=termine
Vola=predicato
È vero→ la funzione volare applicata all’oggetto pettirosso mi dà risultato VERO
L’oggetto: pinguino
La funziona volare applicata a pinguino→ è FALSO (il pinguino vola)
Con parole che si riferiscono a oggetti→ si arriva a verità proprio perché predicati funzioni che
danno valori
Predicati→ sono unità incomplete completate da argomenti o funzioni
TERMINI E PREDICATI→ si possono mettere insieme perché unità diverse e entità diverse che
riempiono ognuno i buchi dell’altra

STRUTTURA ARGOMENTALE dei verbi


Verbo ha degli argomenti→ dipende da tipo di verbo
Es. pettirosso vola→ già sufficiente
Ma se prendo verbo abitare
Es. mario abita→ manca ancora qualcosa
ARGOMENTI sono tutte unità necessarie per dare significato a frase→ un predicato necessità degli
argomenti per dare a frase valore di verità
- Es. la sedia vola→ NO
- Es. Maria abita→un solo argomento non basta → es, Mario abita a Milano, VERO→ Mario
abita a Cremona, falso, sta a Milano
Con due argomenti ho vero e falso
- Se altri verbi come → prestare
Es. Mario presta→ da sola non ha senso, ci vuole terzo argomento
Sono funzioni che necessitano di uno o più argomenti
Limiti della composizionalità
– Il criterio di composizionalità entra in crisi in determinati contesti sintattico-semantici, come i
contesti cosiddetti “opachi”, o di credenza
• Gianni crede che (il sole è una stella)
• Gianni crede che (la terra è piatta)
• il sole è una stella→ V
• la terra è piatta→ F

RECAP…
SIFNIFICATO→ componente interna e una esterna
Una è senso (interna) e uno è riferimento (oggetto a cui mi riferisco con termine)

Altra idea che significati si compongono→ perché predicati sono funzioni, hanno questo tipo di
struttura
Quando con questa struttura→ si riferiscono a oggetti (termini logici)

Altro modo per chiamare entità esterna e interna:


ESTENSIONE E INTENSIONE
Altro logico→ Carnap
Sono concetti simili
- ESTENSIONE
Ogni entità linguistica si riferisce a un’estensione, si può applicare ad un’entità del mondo
Se ho espressione che è un termine (stella del mattino, questa bottiglia...)
Allora estensione di questo termine sarà oggetto singolo
Se abbiamo PREDICATO come correre, è rosso→ estensione predicato sono tutti oggetti a cui
predicato si può applicare

,
Es. volare→ si riferisce a tutte cose che volano (pinguino non fa parte di queta estensione,
pettirosso sì)
Frase o enunciato come estensione ha valore di verità, raggiungo qualcosa di vero o falso
Es. pettirosso vola→ è vero, perché pettirosso fa parte di questa estensione del predicato

- LE INTENSIONI→ sono delle proprietà che mi permettono di dire in questa cosa


Le intensioni sono delle liste di condizioni che devono essere soddisfatte dalla realtà per
riferirmi ad oggetto
Es. TRONCO→
- Per dire che qualcosa è pettirosso→ deve avere caratteristiche confrontandolo con realtà:
animale, testina, becco→ ho serie di condizioni per chiamarlo pettirosso
SONO PROPRIETÀ interne a parola→ che permettono di applicare parola ad un oggetto

Da una parte→ significati che noi conosciamo, servono a riferirsi a qualcosa di esterno, parole si
relazionano a realtà
Dall’altra parole si relazionano una con l’altra
Quando definiamo significato parola→ dobbiamo guardare aspetti:
- referenziale→ relazionare parola con il mondo
- Inferenziale→ conoscenza della parola con parola es. se specie rara, mai vista→ descrizioni
con parole, fa capire con parola come fatto animale
Però se lo vedo, non lo riconosco→ perché mai visto
Invece una persona che vive a contatto con animale→ tipo in amazzonia, lo riconosce→ ma non
sanno associarlo a che animale sia
- COMPETENZA REFERENZIALE→ ci fa riconoscere nel mondo le relazioni tra parole e il
mondo
- COMPETENZA INFERENZIALE→ ciò che abbiamo leggendo dizionario, no relazioni con
mondo ma tra parola e parola

Ogni volta che ci confrontiamo con tematica significato→ 2 aspetti


Parole si riferiscono a oggetti mondo
Parole hanno modo di relazionarsi tra di loro → messo in evidenza da strutturalisti
SIGNIFICATI→ sono anche cose che fanno agganciare parole a realtà
ELEMENTO IMPORTANTE REALTÀ

RECAP…
COMPETENZA REFERENZIALE→ serve ad applicare parole ad oggetti
A distinguere gli oggetti→ distinti con parole
Possiamo riconoscere nel mondo ciò che possiamo nominare
COMPETENZA INFERENZIALE→ è l’abilità che ci dà la capacità di definire una parola, dargli una
definizione
Es. che significa sedia?--> definizione a parole

POSSIAMO AVERE UNA DEFINIZIONE DI UNA PAROLA → e poi risalire a parola


Rileghiamo parola e una parola-> processo opposto→ risalire a parole
Tutte cose che sappiamo di una parola→ collegamenti della parola
Per avere competenza completa di una parola→ sappiamo relazionarla al mondo che ad altre cose

CATEGORIA
A partire da questi concetti di base→ definiamo INTENZIONE PAROLA come serie di proprietà
Definizione classica
Punto chiave di una CATEGORIA→ es. bottiglia, insieme di oggetti, non singola→ si riferisce a tutte
bottiglie del mondo preso singolo così
Come fa parola a riferirsi a oggetti diversi → fino a che punto li chiamerò bottiglie
È come se parola bottiglia contenesse delle condizioni di applicabilità che chiamiamo
intenzionalità e che si possono elencare→ contenute in mente
Caratteristiche di una bottiglia:→ difficile dire quali sono ed elencarle
Da qui discese nuove problematiche

Una volta definito significato—componente esterna e interna


Il significato viene da queste condizioni
Bottiglia ha certe caratteristiche:
➔ Chiamiamo bottiglia recipiente per liquidi =è una delle condizioni necessarie sufficienti
Ma non basta dire questo→ ci sono altri contenitori liquidi come botti, bicchieri→ sono diverse
categorie
Ognuna di queste parole avrà delle condizioni
Ciò che può fare teoria semantica→ è cercare condizioni delle parole→ ma è difficile trovarle per
tutte parole
Queste condizioni sono un po’ VAGHE E SOTTODERMINATE
Non si può pensare che parole contengano condizioni con lista netta e definita
È vaga non solo la componente intenzionale (definizione parole) ma anche estensionale→ si può
applicare ad oggetto parola bottiglia? --> significato parola bottiglia è più vago di quello che
crediamo
Ci sono degli oggetti di cui siamo indecisi quale termine usare
➔ Problema definire parola
➔ Es. uomo→ è abbastanza riconoscibile, estensionalmente è abbastanza simile→ ma
difficile trovare proprietà comuni

Problema messo in evidenza da filosofo Wittgenstein
Prese in esame parola come “gioco”→parola più astratta
Non sappiamo definire sistema di proprietà→ si può provare
Cosa è che definisce “gioco”→
- divertimento, ma non è detto che si diverta→ pagano per giocare a calcio, faccio uguale
anche se non mi diverto
- Agonismo→ non è detto, ci sono giochi come passatempo
Wittgenstein
Parole hanno lista di condizioni per essere applicati
Quali sono proprietà comuni a tutti questi diversi giochi? --> parola gioco non significato comune
che si applica a tutti
Magari ci possono essere delle somiglianze→ SOMIGLIANZE DI FAMIGLIA, reti di parentale
Tutti imparentati ma non possibile trovare tratto comune
➔ Viene ad essere messo in gioco diverso modello di spiegazione del significato --> non +
categorie nette come in quella classica→ ma delle categorie + vaghe
Non ci sono elenchi di proprietà precise

Come si fa a descrivere e spiegare cosa sia gioco?


Possiamo descrivere giochi
Usiamo la componente estensionale per spiegare il significato di una parola→ da qui idea di
concetto DI PROTOTIPO, teoria semantica dei prototipi

SEMANTICA COGNITIVA
In tradizione logica→ distinto significato nel senso di riferimento a mondo da significato
funzionamento del sistema linguistico
Intenzione ed estensione

Modello che ne deriva con categorizzazione classica → è un modello troppo forte


Per spiegare questa variazione che abbiamo nei significati e questa vaghezza si può avere
Wittgenstein dice non esistano questi sistemi delle parole così pressanti
Questo tipo di ragionamento usato per dimostrare che categorie linguistiche sono più sfumate di
quello che si pensava→
➔ studi di Latof nel 70→ prendendo parole che hanno significati simili
Es. tazza e bicchiere→ recipienti per liquido
Se abbiamo diverse parole→ il significato di una si ottiene da significato di altre→ i confini tra
significato di una parola e di un’altra sono così chiari e sicuri?
Oggetti come questo posso nominarlo→ qualcuno lo nomina tazza, chi bottiglia, chi discreto→ ci
sono variazioni a metà
Spettro continuo di varietà→ passaggio da bicchiere a tazza→ domanda: vogliamo chiamarlo tazza
o bicchiere? --> magari se di vetro è bicchiere, ma non categoria necessaria, però preferenziale

Non è che categorie sono scritte con il fuoco→ dipendono anche da valutazioni contestuali→ fa
cambiare categoria
Non detto così sulla base di intuizioni Lapo, detto sulla base di esperimenti di denominazione di
questi oggetto fatte fare da vari soggetti→ estratti dati si sono accorti che confini non netti ma
sfumati
Fatto qualcosa di simile da linguista tedesco su parole
Es. sedia ha schienale→ ma comunque posso trovare forme un po’ più strane → non sicuro come
chiamarlo
Confini non sono netti
Proprietà che non sono essenziali→ posso chiamare bicchiere qualcosa che non è di vetro, ma di
metallo
Così comune avere bicchiere di vetro→ non proprietà ma dà indizio, anche se non necessaria
Osservazione per cui mondo si produce in varietà molto alta che lingua tende a estremizzare, ma
troviamo sempre elementi che ci mettono in crisi:
➔ Discretezza distinzioni non così assicurata, non sempre netta distinzione

EFFETTI PROTOTIPICI
Tutto questo ragionamento sfruttato anche da Rosch (studiosa che ha redatto teoria di
categorizzazione prototipica, con esperimento sui Dani e categorizzazione colori)
Dice che non ci sono tanto dei confini netti ma ci sono degli esemplari tipici
Se una categoria fosse fatta di condizioni necessarie sufficienti→ es uccello, se per essere uccello
dovessi avere condizioni specifiche, qualsiasi uccello che rispetta quelle condizioni è in qualche
modo uguale ad altri→ non dovremo avere in testa degli uccelli più tipici o meno, tutti uguali
perché stesse caratteristiche→ NON è VERO
Se dati nomi tipici da persone a uccelli→
- gallina, comune
- Passerotto comune
- Aquila comune
- Pinguino poco comune
Ci sono esemplari più tipici e altri meno tipici→ IDEA DI PROTOTIPO, effetto di tipicità
Per ogni categoria abbiamo degli elementi centrali e periferici → per ogni categoria abbiamo
proprietà più centrali ed altre più periferiche
Se volessimo definire parola uccello→ potremo dire che proprietà importante è quella di volare
Volare non è proprietà degli uccelli es struzzo, pinguino→ per noi è più tipico che oggetto voli
In molti potrebbero considerare es. pipistrello→ vola ma non è uccello
Si potrebbe scambiarlo però→ perché proprietà di volare è così forte degli uccelli che la associamo
a tutto ciò che vola
Proprietà di volare→ non è lontana da uccello→ è ciò che ci fa dire anche che aquila è più uccello
di pinguino
Se categorie fossero nette→ aquila e pinguino sono uguali→ da un punto di vista è così, ma non è
vero totalmente
QUALI SONO MECCANISMI MENTALI CHE CI FANNO USARE PAROLE
Basic level categories
- Cosa rappresenta immagine?
È un cane→ usiamo questa categoria, e non categorie più generali o specifiche
➔ Nessuno tende a dire segugio o mammifero
Perché la categorizzazione della realtà avviene a tanti livelli→ ma ce ne è uno di questi livelli che
è più centrale degli altri rispetto a nostre facoltà cognitive

Posso definire cosa che è


- veicolo →come automobili →e poi come utilitaria
- Frutto→ mela→ Granny Smith

CATEGORIE CENTRALI→ chiamate Basic level categories


- Sono di livello base perché sono proprio quelle che noi usiamo
- Sono quelle che quando impariamo usiamo in una lingua→ riconosciuti con tempi più
rapidi
- Sono le prime che impariamo da bambino
Es. impariamo prima cane che animale
Concetto animale più generale→imparato dopo
- Le parole di questo livello sono quelle che più spontaneamente associamo a immagine, in
tempi più rapidi
Parole livello base→ tempi di risposta sono più rapidi
Struttura anche più semplice parola
Queste parole ci fanno subito immaginare tipo di interazione
Es. se a strada in luglio incontriamo mammifero → dipende cosa sia es. tigre o gattino
Ognuno interagisce con questi referenti in modo che non può immaginare-→ ma parola
mammifero è troppo generica per suggerire livello di interazione

Discorso di lega a discorso su relazioni lessicali


Relazioni di iponimia e iperonimia
- Categorie di base che sono molto diverse da quelle a loro vicine → e loro membri vicini tra
loro
- IPERONIMI-→ sono diversi→ elefante e pipistrello, non c’è somiglianza interna→ molto
generale e poco definita
Categorie + specifiche molto coese all’interno→ c’è poca differenza tra altre categorie
Entrambi casi ci presentano delle caratteristiche meno intuitive--> meno utili per avere
categorizzazione rapida e facile
Per riassumere il modello da cui si parte→ è modello in cui categorie sono definite da proprietà
tutte uguali, necessarie e sufficienti che mi permette di dire che oggetto è di quella categoria
Tutti gli oggetti sono chiaramente identificabili, ci sono dei confini netti (oggetto appartiene a
categoria o altra→ e tutte categorie sono uguali tra di loro (categorie prototipiche)
Da una parte proprietà categorie non sono tutte uguali→ non riusciamo a elencarle, e comunque
anche se elencate ci sono categorie più pregnanti → ci sono momenti in cui abbiamo più
incertezze, categorizzazione e confini non chiari
Ultima osservazione dice che ci sono categorie più importanti anche del livello base
Le associamo prima es. cane → immagine cane (acquisita prima della parola animale)

Questa concezione prototipica delle categorie→ ci propende per un modello


intermedio anche se ispirato a Wittgenstein (in cui diceva che non esiste semantica delle parole, è
gioco di uso di convenzioni)
Questa concezione recupera idea classica
Concezione prototipica: è a metà tra approccio classico e Wittgenstein
Approccio classico: categorie discrete, assolute→ ma in senso più moderno le categorie sono date
da proprietà intenzionali, liste di categorie che creano queste differenze più discrete
Approccio Wittgensteiniano→ categorie come legate a uso linguistico, è un continuum,
cambiamento continuo
Modello prototipico→ media tra due modelli→ quello di W. Sarebbe modello troppo piatto,
categorizzazione classica crea delle isole concettuali troppo isolate
Modello PROTOTIPICO-> spazio che sia discreto, non confini netti e proprietà necessarie
Esistono proprietà che ci permettono di raggruppare elementi in una categoria→ esistono
proprietà che non sono sufficienti, non sono proprietà categoriche → sono proprietà tipiche , le
più tipiche creano picchi cognitivi-->tipici sono più netti e più periferici sono più sfumati

Bicchiere tipico, tazza tipica→ nessuno dirà che tazza è bicchiere, sono tutti chiari
Ma si possono trovare elementi intermedi dove c’è indecisione

Ci sono diverse possibilità in categorie→ che risentono dell’effetto prototipo: ci sono elementi più
tipici e centrali e poi si va verso cose meno tipiche e sfumate
Rappresentazione mentale categorie:
es. cane→ ci sono delle caratteristiche associate a parola cane
ma quando diciamo cane la prima cosa che ci viene a mente è un’immagine, non è insieme
caratteristiche astratte (orecchie, coda in certo modo)
➔ se immaginiamo qualcosa vicino a cane, ma meno definito→ IMMAGINE PROIETTATA DA
COSCIENZA è FORTE
➔ Mammifero→ non proietta immagine, con cane vediamo subito forma
Non c’è immagine condivisa
- Ci sono categorie in cui legame con immagine è più forte → come per basic categories ma
anche categorie di percezione:
Es. rosso → indicare e definire significato parola non è facile
➔ Dice “come il pomodoro”→ non definizione, richiamo immagine agganciandomi oggetto
realtà
Per spiegare colore glielo mostro

Da una parte prototipi legati ad immagini→ ma non tutte categorie hanno immaginabilità
Idea che prototipi definiti da un insieme di caratteristiche o tratti--> con tratti non necessari, ma
TIPICI
Un elemento è tanto più prototipo se ha più di queste categorie tipiche
Concetti più astratti→ assomigliano più a questa categoria
Es. gioco-> ci sono caratteristiche comune tra giochi→ e se prese tutte insieme si può dire quanto
tipico gioco
Anche interno diverse categorie possiamo trovare diverso livello di riferimento

COSA è PROTOTIPO→ è immagine o definizione, dipende da parole


➔ In case di parole come gioco e cane→ difficile o meno→ non tutte parole hanno legame
con i sensi
Discorso molto ricercato nel quadro linguistico in cui visti processi di associazione misurando
attività celebrale
Per dire cosa molto sintetica→ le parole più concrete si associano a modalità sensoriali
- Es. parola come rosa→ il sono nominarla attiva il sistema olfattivo
Significato parola rosa→si lega a percezione, per forma, colore→ sono tutti sensi
Es. una parola come pazienza→ attiva meno percezione
La capiamo di più in schema linguistico
Fatto che pazienza si oppone a impazienza, che si usa in certo contesto
DISTINZIONE ASTRATTO-CONCRETO, distinzione tra rappresentazione che passano per via esterna
e rappresentazioni di significato che sono linguistiche
Cosa importante non è aggancio con realtà ma rete di parole in cui si può inserire
DIMENSIONI DI FREGE, componenti più interne e più esterne

EFFETTO PROTOTIPO anche in categorie molto astratte come numeri


Numeri→ alcuni considerati più tipici di altri
Dal punto di vista logico è stessa categoria
Ma punto di vista pragmatico uno è più tipico di altri→ es. numero 5 + tipico di 893428
Punto di vista logico tutti uguali, ma da punto di vista pragmatico uno è più prototipico
TIPICHE PROPRIETÀ rispetto ad altre
Alcune categorie anche se definite in modo più astratto→ Rapporto tra componenti significato è
più complesso

Stesso concetto di PROTOTIPICITÀ→ assume gradazione prototipica


Ci sono categorie che manifestano più effetto di prototipo di altre
Le caratteristiche di prototipici
➔ I membri di una categoria prototipica hanno diversi livelli di sfumabilità
➔ L’altra caratteristica prototipica è che è sfumata, non confini netti
➔ Non ci sono caratteristiche simili, proprietà condivise da tutti membri→ perché può variare
anche per concetti diversi anche se stesso significato

5 categorie che si comportano in modo diverso:


Categoria più prototipica è FRUTTO→
- ci sono frutti più tipici di altri es. mela è più tipica mirtillo
Prima associazione è + rapida
È vero anche che frutti sono sfumati→cose per cui indecisi
Categorizzazione è frutto un po’ particolare
Es. chiamiamo anche frutta secca in realtà dei semi
- Delle proprietà condivise da tutti frutti→ sono pochi
Ha forte variazione
Categoria frutto presenta tutte caratteristiche di categoria prototipica

La categoria UCCELLO→ NE PRESENTA MOLTE di categorie prototipiche--> confini sono netti


La categoria DISPARI, non c’è indecisione, non c’è grande variazione
Ci sono esemplari più tipici ma non ci sono confini sfumati
Non c’è indecisione→ ci sono proprietà condivise
Non ha grande variazione

Se bene alcune delle proprietà delle categorie prototipiche emergono in questa differenziazione
Tutte in tutti casi presentano prototipo, ci sono categorie più tipiche e altre meno

METAFORA
➔ Pragmatica, sempre riflessione su significato linguistico
Ora significato linguistico per SEMANTICA visto come valore assoluto fino a ora
Nel caso della pragmatica ci poniamo problema significato in contesto:
- Parole hanno significati→ ma loro significato dipende da contesto
Non tanto significato singolo, ma frase intera
Es. hai l’orologio? --> l’altra risponde direttamente con l’ora
Il significato delle parole→ è che stiamo chiedendo che ora sia
Stando al significato dell’espressione come è→ sarebbe risposta fuori contesto
AMCHE CONTESTO è come interpretiamo parole che ci vengono dette

METAFORA è un fenomeno a cavallo tra SMENATICA E PRAGMATICA


Es. Giulietta è il sole→ è il falso per denotazione
Non è questo processo che sfruttiamo
- Cerchiamo di attribuire significati singoli che vanno oltre al significato singolo delle parole
Distinzione tra significato letterale e significato del parlante (non letterale)
Giulietta è il sole→ scritto per alcune categorie del sole che vengono estratte e riferite a Giulietta
(punto di riferimento, riscalda)
Caratteristiche di significato e le applico ad altro termine

SIGNIFICATO NON DIPENDE TANTO DA PAROLE USATE, MA DA INTENZIONE CHE NOI


ATTRIBUIAMO A PARLANTE
Elementi di interazioni in più che dipendono da contesto

Significato è qualcosa di stabile ma è anche qualcosa che costruiamo

Semantica cognitiva
Categorizzazione prototipica→ categorie diversificate sia al loro interno (ci sono degli esemplari
più tipici di altri) e sono strutturate nel rapporto categoria-categoria (categoria che rimane più
centrale→ CATEGORIZZAZIONE DI BASE)
Si parla di come le categorie si estendono al di fuori di usi strettamente letterali vs significato del
parlante

PRAGMATICA DEL LINGUAGGIO→ significato del parlante

mETAFORE
Tema di interesse molto antico→ riferimento principale della filosofia dell’antichità è quello di
Aristotele → che elabora teoria della metafora, in scritto “la poetica”

- Cosa è una metafora?


Una figura retorica
- Cosa è una figura retorica?
“È il più bello tra ornamenti del discorso” - Aristotele→ è modo di dire una cosa in modo bello
Per secoli metafora considerata figura retorica
Qualcosa che ha a che vedere con linguaggio e nella stilistica
Diremo che è qualcosa che è fenomeno letterario più che fenomeno pensiero

Possiamo inventarne sempre di nuovi


Ma come dicono Lakoff e Johnson→ usiamo metafore anche nel parlato comune
Anche linguistica francese (Roland)→ “ci sono più metafore in un giorno di mercato che in tutta la
letteratura francese”

- Per metafora si intende?


➔ Es. Giulietta è il sole→ metafora di autore, paragona specifica persona al principale astro
➔ Es. Achille ribolliva di rabbia→ diverso, Omero che parla dell’eroe, non è come Giulietta che
è metafora fatta apposita
Ribollire di rabbia si può riusare
Verbo: ribollire→ significato applicato ai liquidi, esteso a essere umano→ rabbia vista come
qualcosa che scalda
Fenomeno diverso: ribollire di rabbia, “non ti scaldare”→ espressioni metaforiche e concetto
metaforizzato
➔ Es. l’esame è ancora lontano→ non sembra nemmeno una metafora
“lontano”→ ha valore primario spaziale, è qualcosa a distanza di metri e kilometri
Significato primario è relativo a dimensione spaziale e non temporale
Queste metafore che parlano del tempo usando lessico dello spazio, usate di continuo
Tempo viene sempre metaforizzato sullo spazio es. bisogna andare avanti (senso di progredire nel
tempo, anche se è movimento spaziale)

Concetto→ abbiamo tante metafore autoriali, sono creazioni libere legate a immagine libera
Ma ci sono tante METAFORE CONCETTUALI (metaforizzano concetti)→ che sono stabili e
convenzionate in lingua
Queste metafore dicono es→ tempo è spazio, rabbia è calore
Sono relazioni TRA DUE DOMINI CONCETTUALI
Si fondano sempre in modo che l’esperienza concreta viene usata per parlare di qualcosa più
astratto
È più concreto spazio→ x parlare di tempo
È più concreto calore e fuoco→ x parlare rabbia
Per comprendere e parlare e creare concetti astratti dobbiamo partire da dei concetti che si
creano con contesto concreto, non è idea solo linguistica
Non è idea che ci relega metafora a funzione stilistica o di ornamento

Lakoff e Johnson “metaphors we live by”


In questo volume→ propongono che metafora sia modo di ragionare, qualcosa che fonda
capacità di ragionamento degli esseri umani
Uomini fatti per parlare di parole astratte usando termini che si riferiscono a esempi concreti
METAFORA CONCETTUALE→ non riguarda singola entrata, ma intero dominio

Esempi:
➔ Possiamo parlare di una teoria “le fondamenta di questa teoria…”
➔ possiamo dire che questa “ipotesi cadde con svariati contro esempi”
sono qualcosa che ci serve per parlare di oggetti concreti → di solito costruzioni, che riguardano
dei grandi edifici
parliamo di teorie come se fossero palazzi→ “traballanti”, “fondamenta” (ciò che regge tutto)
la metafora concettuale è→ le teorie sono edifici
ma nessuno lo va a dire→ metafora non usata in sua formulazione come “le metafore sono edifici”
riguarda mapping concettuale, usato lessico relativo a edifici→ capisco meglio concetto di teoria
se lo paragono a quello di edificio perché concreto (si sale e si scende, bisogno di stabilità, ci sono
più piani)
difficile parlare di teorie senza entrare in questa metafora

➔ l’amore è un viaggio→ storia di amore è un bivio, è andato fuori strada, non andiamo da
nessuna parte
sono tutte espressioni che in senso concreto si usano per parlare degli spostamenti
è concettualizzare storia di amore come se fosse un viaggio
tante metaforizzazioni così estese a interi domini concettuali

METAFORA CONCETTUALE di solito si esprime con espressione di questo tipo


Dominio target è dominio source
Teorie (dominio target, obbiettivo→ scopo è parlare di teorie)→ lo facciamo con lessico relativo a
edifici (dominio source, sorgente, da dove attingiamo espressioni linguistiche)

Es. male è giù, bene è su→ “il mio umore sta salendo”, “è sprofondato”
Possiamo anche usare questa metafora→ non esclusivamente linguistica, si può estendere anche
a gesti es:
• pollice su=ok, bene
• Pollice giù= non va bene, male
Si estende oltre a dimensione linguistica stretta

Esempi di metafora che sono standard e convenzionati


Ma possiamo usare questa metafora come le altre metafore concettuali per costruire degli usi
creativi-→ nostra creazione
Es. prendendo “teorie sono edifici”→ per rafforzare teorie dovrebbe usare “filo a piombo” (serve a
vedere se muri sono dritti), metafora strana da quelle comune→ ma vogliamo dire che per
verificare teoria si deve fare una verifica sperimentale
Non è metafora che si usa spesso
Si capisce sulla base concettuale→ le teorie sono difficili ??
Es. bene è su→ “al settimo cielo”

Ci sono vari tipi di METFORE CONCETTUALI


Le più interessanti:
- METAFORE STRUTTURALI
Riguardano un intero dominio-> si possono tracciare delle mappature specifiche tra gli elementi,
partecipanti a certo dominio, dominio concreto da cui prendiamo espressione
E fare mapping del dominio target

L’AMORE è UN VIAGGIO→
- viaggiatori=amanti
- Il mezzo con cui si spostano→ si mappa sul tipo di relazione
- Gli ostacoli sono le difficoltà della relazione
Metto in relazione singoli elementi dei domini→ in modo da avere un quadro complesso e
strutturato della metafora finale

- METAFORE NON STRUTTURALI


➔ Metafore ontologiche (due esseri paragonati)→ ampie categorie ma con meno struttura
Tra le più comuni→ LE PERSONIFICAZIONI
Qualcosa di astratto viene associato ad essere animato che compie delle azioni
Es. le tasse si mangiano i nostri risparmi
Concetto di tassa più astratto del concetto di mangiare
Concepiamo le tasse come essere mostruoso che mangia
Ma non diciamo→ i denti, la coda delle tasse→ non andiamo oltre a metafora di insieme
Non ha struttura interna come per metafore strutturali
Es. la religione gli dice di non mangiare carne
Es. il nostro peggior nemico è la burocrazia→ nemico usato per metaforizzare concetto più
sfuggente
Metafore sono da prendere tutte insieme e meno struttura insieme

➔ Metafore direzionali
Orientamento spaziale usato per metaforizzare concetto astratto
Sono metafore che implicano qualcosa a livello sensoriale o motorio
Applica questo schema a dominio più astratto
Es. bene è su, male è giù
È una metafora che non ha una grande struttura interna, divide bene e male su e giù

COSA FONDAMENTALE PER METAFORE CONCETTURALI


LA LORO NATURA ESPERIENZALE
Si intende che ciò che viene preso ad esempio e che viene usato ai fini di compiere una metafora è
un’esperienza fisica inerente al corpo
Si parla di EMBODIMENT→ x comprendere e interagire con i domini astratti siamo chiamati ad
usare concetti che rimandano a esperienza fisica e che ci aiutano a capire questi concetti

Idea che per fare questo→ usiamo schemi concettuali di base legati a movimento di base
Sono questi schemi che ci consentono di dare forma e ?? a esperienza
Sono concetti fin da piccoli sviluppiamo → es. gioco formine (mettere forma in un’altra), idea di
contenitore si crea
Idea di su e giù→ bimbo lo capisce dopo poco→ li crea prima di parlare

IDEA CHE CONCETTI (containment, source-path-goal, balance, part-whole, centre-perifery, up-


down, front-back)→ sono SCHEMI DI IMMAGINE esperienziali, che sperimentiamo con il corpo
Sono schemi mentali che noi elaboriamo attraverso esperienze→ e sono quelle che usiamo più di
tutte per metaforizzare concetti

Avuto altri sviluppi: CONCEPTUAL BLENDING


È una teoria che ha come vantaggio di porre al centro la costruzione creativa delle metafore
Dice che domini di target e source (teorie e edifici)
Metafore→ creano spazio di fusione in cui creare l’interazione tra questi due domini
Es. metafora del macellaio→ chirurgo e macellaio
Creato spazio di blending→ in cui messi insieme caratteristiche chirurghe e macellaio e che non
funzionano insieme ??, non dovrebbero stare insieme
Chirurgo (lavoro di precisione, fa cure, guarisce) e macellaio (lavora su animali morti, strumenti
meno raffinati, non guarisce nessuno)
Se fondo questi due input→ ottengo un macellaio che opera in modo approssimativo su persona
che dovrebbe guarire
Creato concetto→ risultato finale di questa metafora→ chirurgo che lavora come macellaio è
incompetente
CREATO SPAZIO DI DIALOGO→ si capisce senso metafora

Significato
ALTRA PROSPETTIVA→ analisi PRAGMATICA, si occupa di aspetti più pratici
Come gli enunciati sono interpretati in concreto all’interno di un contesto
L’IDEA è che possiamo parlare di linguaggio non solo come strumento di rappresentazione del
mondo ma anche come strumento di azione
Fatto che noi l’usiamo ci fa comportare in certo modo→ e cambiare strategie di interazione

VARIE IDEE LEGATE A DIMENSIONE PRAGMATICA LINGUAGGIO


Secondo principio di composizionalità→ tutti elementi più complessi del linguaggio, per capire
significato dobbiamo in qualche modo prendere significato elementi più semplici e comporlo
Significato ?? per formare enunciato
??
PREDICATI sono funzioni
Avrò poi verità
Es. pettirosso vola→ volare è una specie di associazione con pettirosso e valore vero o falso
secondo che succede in realtà
Ci sono elementi che senza contesto è difficile arrivare a questo risultato
“quello vola”, “io volo”→ astraiamo questa preposizione dal parlante, non possiamo dire se è vera
o falsa
“io volo”→ dipende dal contesto, momento in cui lo dice e chi lo dice, dipende dal parlante

Per risolvere alcuni problemi dell’uso linguistico per riferirsi a ciò che esiste al mondo
È un modo di riferirsi a quello che già c’è
ESPRESSIONI INDICALI

Quando parliamo non stiamo semplicemente dicendo qualcosa di vero o falso


Ci sono tanti altri casi
- LINGUAGGIO COME STRUMENTO DI AZIONE
➔ Es apri la finestra→ non sto dicendo qualcosa di vero o falso, sto chiedendo a qualcuno di
fare qualcosa
È azione linguistica→ la faccio con il linguaggio
➔ Es. passami il sale→ voglio che qualcuno agisca
- RICHIESTA A QUALCUNO DI FARE QUALCOSA

Vedere linguaggio come strumento di azione è primo tema di cui parliamo


FARE COSE CON LE PAROLE
Si iscrive a un vero e proprio cambio di paradigma all’interno degli studi filosofici sul linguaggio,
che venivano dal modo di rappresentare linguaggio referenzialista (filosofia analitica del
linguaggio): la scorta di una tradizione millenaria, si era sempre occupata linguaggio cercando di
capire quali fossero e come si potesse attraverso linguaggio descrivere mondo
REFERENZIALISTA→si usa per descrivere stati di cose nel mondo
si usa per descrivere in modo corretto ciò che c’è in mondo
Concezione di base è quella di capire se frase o enunciato è vera o falso
Per questo motivo→filosofi di fine 800 e inizio 900
Partivano da idea che linguaggio naturale non fosse utile a questo fine→ in quanto linguaggio
natale ha margini di vaghezza e sinonimia (caratteristiche che rendono in realtà strumento
linguistico più potente), ma per filosofi indebolivano strumento scienza
Idea che ci sia vaghezza e sinonimi→ non ce la fanno con questo linguaggio a trattare scienza con
dovuto rigore
Idea era quella di costruire LINGUAGGIO SCIENTIFICO PERFETTO che superasse tutti questi
problemi (stessa idea di Frege “ideografia”)

Filosofi si sono detti→ va bene può darsi che ci sia vaghezza, ma a noi interessa studiare
LINGUAGGIO ORDINARIO e non linguaggio ipotetico
Tutti questi studiosi→ hanno convenuto sul fatto che rappresentare realtà e parlare di qualcosa di
vero, non è fine linguaggio umano
Non parliamo per giudicare qualcosa sia vero o falso→ ci sono tante frasi in cui non ha senso
chiedersi se vero o falso
Dobbiamo spiegare come è possibile che linguaggio sia attività di questo tipo e come costruisce
suoi atti
ATTIVITÀ LINGUISTICA si può fare in tanti modi
➔ Come entriamo in contatto con altra persona→ probabile si saluta→ è attività linguistica +
ricorrente, è azione
“Ciao”→ non è vero né falso
Tante azioni linguistiche non solo non riguardano gli stati di azioni del mondo ma anche non
possono essere giudicare vere o false, non si possono concepire come tali
Idea non è nuova→ non nasce in 900 con teoria linguaggio ordinario
Già ARISTOTELE, parlato sia di metafore che di tutta la tradizione logica e referenzialista dipende
da concezione aristotelica
DICE DI OCCUPARSI DI LOGOS APOPHANTIKOS→ parlato di cui si può dire vero o falso, terra
rotonda
Linguaggio che afferma può essere giudicato vero o falso
Tipi di espressione che ci interessano che si può dire vero o falso però
Non tutte espressioni linguistiche sono di questo tipo → es. preghiera, non può essere giudicato
vero o falso (es. greco che si rivolge a dio “ti prego ridammi ciò che ho perduto”)
Non sto descrivendo cosa che esiste→ sto pregando qualcuno che me la faccia avere

FILOSOFO Austin → riprende questa idea in modo più strutturato e distingue enunciati in due
tipologie:
- ENUNCIATI CONSTATIVI, parlano della realtà, possono essere giudicati dalla realtà, e
possono essere giudicati veri o falsi
“Quella moto è rossa”→ per giudicare questo enunciato devo essere in contesto in cui c’è moto e
in cui capisco a cui si riferisce
Sarà vera→ se moto è rossa
Sarà falsa→ se è di altro colore

“Maria apre una finestra”→ se non è così, è falso


Confronto contenuto con realtà e giudico se è vero o falso

- ENUNCIATI NON CONSTATIVI


Ci sono però molti enunciati di cui non si può dire se è vero o falso, non ha senso nemmeno
chiederselo
- “scommetto che non vincerai”→ sto compiendo azione di scommettere, non è vero né
falso
- “vi dichiaro marito e moglie”→ non può essere detto né vero né falso, lo sto facendo, è
un’azione
- “prometto dirò verità”→ promessa è in sé un’azione
In tutti questo enunciati non descriviamo qualcosa esterno→ compiamo azione
Austin nota presenza determinati VERBI → VERBI PERFORMATIVI (to perform=compiere azione)
Verbi:
- Scommettere
- Dichiarare
- Scusarsi
- Promettere
Sono verbi che compiono azione
Aprire finestra→ descrive azione
Scommettere→ è compiere azione

Ci sono vari tipi di verbi perfomativi;


VERBI RHETICI→ esprimono atti di parola, atti linguistici → affermare, asserire, domandare
VERBI THETICI→ creano nuovo ordine nel mondo→ nominare, abrogare, promettere
Distinzione poi più complessa

“CON CIÒ”
Un risultato interessante è quello di dire→ come riconoscere verbo performativo o meno
Inventato TEST FORMALE entro certi limiti→ chiamato test del “con ciò”
Premettendo questa espressione a enunciato→ si capisce se verbo è performativo
Se enunciato ha senso anche con ciò→ allora verbo è performativo
“vi dichiaro marito e moglie”→ con ciò che sto dicendo vi dichiaro marito e moglie, ha senso
“apro la porta” → con ciò che sto dicendo apro la porta, non ha senso
Applico questa subordinazione del “con ciò”→ solo con verbi performativi

Es. scommetto che non vincerai→ con ciò che sto dicendo scommetto che non vincerai→ verbo
scommettere compie atto di scommettere

VERBO PERFORATIVO COMPIE L’ATTO DI CUI PARLA, CHE PREDICA


- Scommettere predica dello scommettere e lo compie

Es. prometto di dire la verità→ con ciò che sto dicendo prometto di dire la verità

Ma se dico
Es. ho scommesso che non vincerai→ posso fare “con ciò”?
Con ciò che sto dicendo ho scommesso che non vincerai→ al passato non funziona
Es. il sindaco li dichiara marito e moglie→ con ciò il sindaco li dichiara marito e moglie non
funziona

- Non funziona più, perché?


Se questi verbi compiono azione, non qualsiasi, ma quelli che predicano
Azione linguistica→ parlante compie azione, e la compie qui ed ora
È per questo che verbo performativo-> produce enunciato perfomativo in forma canonica: la
prima persona, al presente, forma positiva, indicativo
Es. io non scommetto che vincerai→ non compio azione di scommettere, perde senso
Deve essere in prima persona e al presente
Se passato→ non la sto facendo in quel momento
Se parlo di azione di qualcun altro→ non la sto facendo io mentre parlo, non sto compiendo
azione con mio enunciato, è un uso constativo
TEST CON CIÒ→ si applica a enunciati con verbo in forma canonica
Se verbo non è in forma canonica, ma in forma non canonica→ non produrrà enunciato
performativo, ma constativo
Se voglio sapere se verbo performativo o meno-> devo usare verbo alla prima persona singolare
presente e indicativo, allora se è performativo posso superare test “con ciò”

CONCETTO DI VERITÀ
È la base di tutta costruzione significato in ambito referenzialista-analtico
Ma se diciamo:
Es. scommetto che non vincerai → non si applica bene a vero o falso
Es. prometto di dire la verità
Ma se dico es. prometto di andare a piedi sulla luna→ è improbabile, è falso→ non è che sia falso,
sto promettendo qualcosa che non posso promettere, è promessa fatta male e nulla
Es. vi dichiaro marito e moglie, ma a caso a due persone→ non ha sposato nessuno
Es. ma se fatta domanda a sindaco per far assumere facoltà di sposare → COMPIUTO ATTO
LINGUISTICO ma vero

- Che significa questa cosa?


Da punto di vista analitico dice cosa importante, se in enunciati constativi possiamo parlare di
condizione di verità, sono condizioni per cui azopme è vero o falso
Quando enunciato performativo→ non sono più vero o falso
Dato che sono azioni→ possiamo verificare qualcos’altro→ possiamo giudicare se azione l’hanno
effettivamente compiuta

Perché qui non compiuto azione e in altro posto va bene?


Sono cambiante condizioni → CONDIZIONI DI BUONA RIUSCITA o CONDIZIONI DI FELICITÀ, non
condizione di verità come per enunciato constativo
In enunciato performativo condizioni di verità sostituite da condizioni di felicità
Preposizione assertiva, può essere vera o falso
Concetto performativo può essere valido o nullo

Es. discussione di laurea→ proclamazione laurea
Commissione con presidente → “la dichiaro dottoressa in lingue”
Formula pronunciata da docente universitario a studente che ha discusso tesi
Se condizioni non si verificano→è nullo, non rispettate condizioni di felicità
Le azioni linguistiche dipendono da condizioni per cui quell’atto considerato BUONO E VALIDO:
- a volte sono condizioni giuridiche→ dichiarare dottoressa qualcosa, richiede che chi lo fa
abbia certo ruolo
- giudice che dà la pena→ cambia serie di condizioni, proferendo enunciato, lo può fare solo
lui
sono condizioni molto stringenti
- ci possono essere anche condizioni linguistiche e personali
es. vi prometto andrò sulla luna a piedi→ è nulla, non ha senso, non ho compiuto nessun atto (è
come se non avessi promesso niente, in quanto nessuno ci crede→ azione non compiuta, non è
vero che è compiuta, azione annullata)

FALLIMENTI DI QUESTI ATTI e INFELICITÀ


- Atto è come se non fosse mai avvenuto se compiamo azione linguistica che non esiste
procedura
Es. vi dichiaro schiavo O vi dichiaro amico → atto è nullo
- È nullo se faccio atto senza condizioni richieste
È nullo anche se ufficiale pubblico che dichiara queste condizioni
Es. matrimonio prevede testimoni, se non ci sono→ atto è nullo
- Atto può fallire se non seguita procedura
Es. non basta dire vi dichiaro marito e moglie→ procedura va seguita tutta
Se dice “forse” o “no”→ l’atto di sposare non avviene
- Atto considerato VUOTO, se ci sono abusi o infrazioni o insincerità
Congratularsi→ ma sono invidioso→ congratularsi è atto vuoto
Se prometto qualcosa, ma non sono sincero
Quando qualcuno si rimangia le parole→ quando consigli qualcosa a qualcuno, cosa fatta e si
lamenta

In tutti esempi ciò che succede non rispettate condizioni perché queste azioni portate a
compimento
Chiarisce che parlare in questi casi è SINONIMI DI AGIRE
DIRE è FARE→ SICCOME QUANDO PARLIAMO SUCCEDE QUALCOSA, QUESTO QUALCOSA CHE
SUCCEDE Può FALLIRE O Può ESSERE CONSIDERATA VACUA (non aderente a realtà, promesse
vuote)
Ci sono vari modi per cui atto linguistico può risultare correttamente compiuto→ e se non lo è non
lo consideriamo compiuto (rimane incompiuto)

Idea di partenza degli studi linguaggio→ non è vero che con parole diamo rappresentazioni di
qualcosa che esiste all’esterno
Con parole posso modificare mondo
Se con parole descrivo mondo
Linguaggio è unico scopo di adeguarsi a realtà :
- Può essere corretta, adeguarsi a realtà→ vera
- Può essere incorretta e falsa
Ma Spesso non si descrive, ma si compie azione che modificano mondo→ mondo lo vogliamo
cambiare, lo facciamo a partire da CONDIZIONI E ESPRESSIONI LINGUISTICHE
PERFORMATIVI ESPLICITI E IMPLICITI
➔ Gli atti linguistici si possono fare anche senza verbi performativi, usando strategie diverse

Esame: 2 parti→ dei due prof

8/10 domande aperte sulle parti del corso

Pragmatica
=Interpretazione degli enunciati all’interno di un contesto nell’uso reale

In primis un argomento principali: l’azione linguistica

NON TUTTI ENUNCIATI (frasi) SERVONO A PARLARE DEL MONDO, ci sono alcuni enunciati che
servono ad altro

Es. la penna è blu→ qualcosa che esiste

Es. mi passi la penna? --> richiedo azione fisica

Il modo con cui facciamo questo tipo di richiesta è verbale e linguistico

LE PAROLE SONO STRUMENTO DI AZIONE IMPORTANTE

Austin→ distingue enunciati di tipo performativo (fanno azione) ed enunciati constativi (di cui
sempre occupata semantica)

VERBI PERFORMATIVI: compiono azioni linguistiche, compiono azioni di cui parlano

➔ Es. domandare→ ti domando che ora è→ con questo enunciato domando qualcosa a
qualcuno
➔ Es. ti ordino di aprire la porta→ l’azione di questo verbo è la stessa di cui sta parlando

PERFORMATIVI ESPLICITI E “IMPLICITI”

Quando si domanda a qualcuno” ti domando se vuoi venire”→ atto linguistico usando verbo
performativo che lo descrive, ma modo più naturale è domanda diretta “vuoi venire?”

E il modo più comune per ordinare→ “fa questo”, non “ti ordino di fare questo”

Ci sono molti enunciati performativi che non contengono verbi performativi espliciti, compiono
atto ma non c’è verbo che lo descrive

POSSO ESPRIMERE CON VERBO PERFORMATIVO ESPLICITO TUTTI GLI ATTI LINGUISTICI CHE
PRODUCO SENZA USARE VERBO ESPLICITO
Domandare e ordinare→ sono verbi performativi

Frase con verbo in forma canonica (1° persona, singolare, indicativo, positivo)→ e antepongo “con
ciò”→ se funziona, verbi performativi

Ci sono altri verbi performativi che descrivono atti che solitamente compiamo senza usare verbi
stessi:

- Quando prometto qualcosa→ posso fare promessa solenne usando verbo “promettere”,
ma anche se dico “non lo farò mai più”, è una promessa
Può essere usato come verbo performativo, ma possiamo promettere anche senza usare verbo
promettere

- Invitare, posso dire “ti invito a cenare a casa mia” o “vieni a cena a casa mia”→ in entrambi
casi ho fatto invito, in entrambi i casi la persona si sente invitata a casa mia
Concetto di enunciato performativo e verbo performativo→ VIENE GENERALIZZATO IN CONCETTO
Più AMPIO DI ATTO LINGUISTICO

Ci sono enunciati non constativi e constativi→ si passa all’idea che tutti enunciati compiono atti
linguistici che siano espliciti o meno

Anche quando dico “la penna è blu”→ posso dire “affermo che la penna è blu”→ anche
rappresentazione del mondo è atto linguistico

OGNI VOLTA CHE PROFERISCO ENUNCIATO COMPIO ATTO

La cosa che dico =contenuto proposizionale → compio predicazione dicendo che es. oggetto è blu

Oltre a dire la cosa come (la penna è blu)→ io compio l’azione di affermare questa cosa

Qualcuno potrebbe dire che è sbagliato o meno

Anche asserzione che dovrebbe descrivere atto di cose oggettivo→ viene attribuita a parlante

Verità o falsità del parlante→sta nel fatto che asserisce

Non bisogna dimenticare che nella comunicazione il parlante si prende delle responsabilità, la
falsità viene attribuita a parlante

Quando affermiamo, compiamo azioni e inneschiamo azioni in chi ci ascolta


➔ Affermazioni valutate da chi ascolta

ATTO LINGUISTICO come nozione più generale→viene analizzata da Austin come il compimento
di 3 atti simultanei:

1. ATTO LOCUTIVO →parlare in sé è un’azione


quando asserisco qualcosa, sto predicando certa proprietà o qualcosa di simile→ fatto stesso che
io muovo organi articolatori è un’azione, fatto stesso che sto scegliendo parole a livello lessicale è
un’azione

2. ATTO ILLOCUTIVO→ nel dire certa frase compio atto di affermare, nel domandare a
qualcuno se vuole venire compio atto di domandare
Verbi performativi sono esplicitazione dell’atto illocutivo che ha codifica linguistica

Ci sono non solo verbi ma anche strategie linguistiche→ che possono definire

- quando faccio ordine, uso verbo performativo


- quando non uso verbo performativo → capisco ordine perché ho l’indice morfologico
(fatto che verbo è all’imperativo, modo imperativo codifica un certo tipo di uso, non
affermo ma ordino), verbo all’imperativo è uguale all’indicativo
ciò che ci fa capire che è ordine→ contesto e intonazione (con intonazione specifica
capisco)

➔ anche domanda→ bisogno di intonazione specifica, non c’è niente di sintattico (non come
inglese)→ in italiano domande e frasi stesso modo, ma cambia intonazione e melodia
FREQUENZA FONDAMENTALE → numero vibrazioni delle corde vocali al secondo corrisponde ad
altezza voce

Se vocale più alta→ corde vibrano più velocemente

Questo tipo di melodia è la codifica di questo atto linguistico, domande fatte solo con questa
tipologia melodia

ATTO LINGUISTICO è codificato in qualche modo→ con verbo performativo, sintatticamente,


morfologicamente o intonazione
E lo si dimostra anche con i vari dialetti→ italiano regionale, diverse melodie, si riconosce
3. altro atto→ ATTO PERLOCUTIVO
per distinguerlo da illocutivo
➔ es. “vi prometto che l’esame sarà difficilissimo e che nessuno di voi lo supererà al primo
tentativo”→ è promessa ma ha spaventato
prodotto reazione di un certo tipo
fatto di spaventare corrisponde a reazione delle parole
- fatto che è promesso→ è codificato linguisticamente
- fatto di aver spaventato→ qualsiasi tipo di effetto collaterale parole dipende da tante
cose→ è qualcosa che si fa con parole ma non ha regole, non convenzionalizzato, + libero
questa dimensione ultima è chiamata ATTO PERLOCUTIVO→è effetto desiderato delle mie parole,
➔ fatto di promettere non è effetto desiderato→ lo sta facendo
➔ fatto che spaventi→ è indeterminato, può riuscire o meno→ non c’è strategia
parole non codificano atti di spaventare, ma di promettere

si può spaventare qualcuno→ con domanda, ordine, invito


es. invito che spaventa
non riguarda tanto dimensione linguistica in senso stretto, è dimensione più ampia e interattiva
questa dimensione dell’agire linguistico la separa da quello più convenzione (illocutivo) e parla di
atti perlocutivo

ATTO LINGUISTICO è insieme di questi 3 atti


Locutivo→ parlo
Illocutivo→ azioni linguistiche
Perlocutivo→ produco effetti che sono anche al di là intenzioni

ATTI LINGUISTICI IN SENSO STRETTO→ ILLOCUTIVI


Ci sono più classificazioni atti:
quella di Austin:
abbiamo parlato di domande, inviti, ordini, promesse, e anche affermazioni→ sono atti linguistici
diversi
il fatto che vari verbi corrispondono a diversi tipi di atti linguistici è stata proposta una
classificazione di vari tipi di atti
- atti verdettivi→ esprimono giudizio (giudicare, stimare, condannare, riconoscere)
- atti esercitivi → esercizio di potere o diritto (nominare, proclamare, licenziare, ordinare)
- atti comportativi→ reazioni ai comportamenti altrui (ringraziare, augurare, congratularsi,
scusarsi)
- atti commissivi→ assunzione di impegno (promettere, garantire, sottoscrivere, giurare)
- atti espositivi→ espressione di argomentazioni e punti di vista (affermare, asserire,
ammettere, spiegare)

2° classificazione→ filosofo del linguaggio e mente (John Searle)


Tratto definitorio è lo scopo dell’illocuzione
Quando ci riferiamo a classi di illocuzione sono quelli di Searle
- atti rappresentativi→ sarebbero enunciati constativi, ma punto di vista diverso
non è tanto che con enunciato descrivo mondo, da punto di vista illocutivo quando asserisco
qualcosa sto dicendo che quella cosa PENSO SIA VERA
perché atto funzioni→ bisogna soddisfi condizioni (x condizioni di felicità)
es. “la terra è piatta”→ non si prende sul serio affermazione, atto di affermare fallisce perché
crediamo che non sia serio
manca CONDIZIONI DI FELICITÀ se interlocutore pensa che non ci crediamo
es. per parlare di qualcuno scemo “cavolo! è un genio”→ IRONIA, si basa su questo meccanismo→
affermare qualcosa che non riteniamo vero, interlocutore deve capire che non ci crediamo
atti rappresentativi hanno CONDIZIONI DI FELICITÀ
(asserire, dedurre)
- atti direttivi→ sono l’opposto
quando compongo atto rappresentativo =mie parole devono rappresentare mondo
quando atto direttivo= sto chiedendo a qualcuno di compiere azione, e quindi di modificare il
mondo→ da una parte il mondo e dall’altra parole esterne al mondo
in atti direttivi mondo si deve adeguare
“apri la porta”→ voglio modifica del mondo
Se in atti rappresentativi dice qualcosa che credo sia vera
In direttivi→ dico qualcosa che deve essere fatto
(ordinare, domandare, invitare)
- atti commissivi, simile ma capovolto a direttivi
atti in cui parlante si assume certi impegni
non sono pi io che ti dico di fare qualcosa, ma SONO IO CHE MI ASSUMO IMPEGNO
sono una via di mezzo tra rappresentativi (affermo il vero) e direttivi (chiedo di fare qualcosa)
(promettere, impegnarsi)
- atti espressivi
Linguaggio lo uso anche per esprimere stato psicologico o sentimenti
(scusarsi, rallegrarsi)→ esprimo volontà, non mi impegno né esprimo stato di cose
- atti dichiarativi
atti attraverso cui propriamente modifico stato di cose del mondo
sono atti regolati da istituzioni sociali, civili e religiose
es giudice condanna qualcuno → e poi questo qualcuno trova suo mondo profondamente
cambiato
con questi atti modifico stato di cose
atti dichiarativi valgono in certi istituti sociali→ es licenziare o benedire

modo di pensare a strutture e suoni→ descrivere linguaggio per suoi meccanismi tecnici
(Semantica)
con pragmatica→ si descrive linguaggio nell’uso, pratico e interpretazione

comunicazione indiretta e logica della conversazione


Comunicazione implicita→ MOLTO DIFFUSO
Si usa molto più di quello che si pensa
➔ es “hai da accedere?”→ e l’altro “si”
risponde e se ne va
non è interazione corretta→ normalmente, se chiedo hai da accendere in realtà voglio che mi
passi l’accendino
➔ es “pippo è un genio”, sapendo che non è intelligente
c’è contenuto implicito

il significato delle parole che uso→ non sta tutto nelle parole che uso→ uso parole che dicono
qualcosa, ma quello che voglio dire è qualcos’altro
IDEA DI BASE è CHE CI SIANO VARI PIANI SIGNIFICATO
Per comprendere a pieno significato enunciati
Non basta comprendere a pieno significato dell’espressione linguistica
Es. caso IRONIA
“pippo è un genio” → e l’altro non capisce ironia “no ma che dici”
È mancata→ che ci ascoltava non ha compreso le mie intenzioni
Per comprendere il significato di un’espressione non BASTA SIGNIFICATO LETTERALE, BISOGNA
COMPRENDERE SIGNIFICATO PARLANTE, ciò che parlante vuole dire dicendo quella cosa
Componente intenzionale è molto importante

MODELLO DI GRICE
Intenzioni sono definite da dinamiche interazione parlanti
Idea è che parlanti non siano macchinette che codificano espressione linguistica, ma siano
interpreti
Scambio comunicativo→ oltre che capire parole, vanno capite intenzioni di chi parla
DISTINZIONE tra significato espressione (significato letterale o convenzionale) e significato
parlante (intenzione)
Es. pippo (sogg) è un genio (compl oggetto)→ intenzione è l’opposta
Es. hai da accendere → significato del parlante è che lui mi sta chiedendo se ce l’ho per darglielo

Altro tipo di DISTINZIONE


SIGNIFICATO NATURALE E SIGNIFICATO NON NATURALE
Interrogazione su stessa idea di significato
“significato del verbo significare”
Verbo significare→ lo usiamo in modo diverso secondo contesti
Es. qualcuno malato e bolle sulla pelle e sono esperto malattie→ “vedi quelle macchie, significano
che lui ha il morbillo”
Posso usare verbo significare in altro contesto→ autista di un autobus, inventato modo di
comunicare, se tre squilli vuol dire che è pieno e va avanti “questi tre squilli significano che
autobus è pieno”

SEGNI CHE HANNO SIGNIFICATO, ma significato è tipo diverso


- Macchie=morbillo→ significato rimanda a condizione necessaria, indipendente da volontà
di chiunque
Quelle macchie il semplice esserci indicano la malattia→ al di là intenzione comunicativa
- 3 squilli=autobus pieno→lo capisco perché c’è qualcuno che mi sta significano qualcosa, c’è
intenzione e atto comunicativo
In quel contesto c’è qualcuno che attraverso quei 3 squilli comunico che autobus è pieno
- “quei segnali di fumo significano che chiedono aiuto”→ sempre fumo è, da una parte è
evento naturale con incendio e in altro caso fumo è usato per comunicare aiuto
Ultimo È significato NON NATURALE così

➔ Es. foto ritrae moglie e altro che si baciano→ significa naturalmente che mia moglie mi
tradisce
È ininfluente intenzione di chi me la fa vedere→ è SIGNIFICATO NATURALE
Se trovo foto per terra capisco ed è automatico
Es. se persona mi fa vedere disegno con ragazza con capelli rossi→ disegno in sé non significa
niente, devo capire intenzione di comunicare qualcosa→ SIGNIFICATO NON NATURALE
NOTARE DI SENSO ciò che ci viene detto e fatto vedere
Se qualcuno mostra questo disegno→ riconosco intenzione, capisco con disegno che moglie
tradisce ma c’è bisogno di intenzione

SIGNIFICATO NATURALE→ non bisogno riconoscere intenzione, è automatico


SIGNIFICATO NON NATURALE→ non capisco in automatico, intenzione di mezzo

ATTI LINGUISTICI→ possono essere INDIRETTI


Es. se voglio ordinare a qualcuno di chiudere la finestra
Verbo performativo non c’è→ ma ordine è diretto “chiudi la finestra”
Ma posso dire anche con LOGICA CORTESIA “puoi chiudere la finestra”
LOGICA CORTESIA→ logica pragmatica, riguarda molti aspetti→ non possiamo usare ordine brusco
- Formulo domanda→ questa domanda vale come ordine
Anche in modo più indiretto→Posso anche dire “che freddo che fa qui…”→ sempre richiesta di
chiudere la finestra, intenzione è quella

Anche dal punto di vista ILLOCUTIVO → enunciato può avere sua forma, e rimandare a diverso
tipo di atto linguistico
Dato che codifica atto linguistico spesso c’è esecuzione voce→ ci sono alterazioni rispetto ad atto
linguistico di base
“puoi chiudere finestra”→ è intermedio tra domanda e richiesta

IMPLICATURE CONVERSAZIONALI
Sempre parte comunicazione implicita
Es. “sai dove è Giovanni?”→ “ho visto la macchina rossa sotto casa di sua mamma”
Ma non è risposta buona
Magari B→ pensa che A sappia che Giovanni ha macchina rossa e che sia andato a trovare la
madre
Collegamento più automatico
Ma se chiesto di interpretare solo parole→ sarebbe risposta completamente fuori tema
Ma se ascoltiamo conversazione, capiamo che vuole dire→ B implicitamente ha risposto
COSTRUIAMO SIGNIFICATO ESPRESSIONE DI B su base riconoscimento delle espressioni
comunicative di B
B dice che c’è macchina rossa→ perché A sa che Giovanni ha macchina rossa
Questa ricostruzione è chiamata IMPLICATURA CONVERSAZIONALE
Formulata da Krais → principio di cooperazione :
Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è
richiesto, nel momento in cui avviene, dall’intento comune
accettato e dalla direzione dello scambio verbale in cui sei
impegnato
Devi dare un contributo e dire una cosa che è conforme/che si adatta bene a contesto
comunicativo in cui stai
Ogni volta che parli→ parlante deve dire qualcosa di inerente
Questo è un qualcosa di implicito che accettiamo sempre→ chiunque parli con noi accetta questo
principio
Non crediamo quindi che B non voglia rispondere a nostra domanda→ ci dà informazione utile,
richiamati a costruire implicatura

Discorso si capisce meglio in MASSIME CONVERSAZIONALI= ciò che parlante si aspetta da


interlocutore
Creano aspettative che possono essere violate→quando violate generano implicatura
Si rifanno a principi Aristotelici
- MASSIMA DELLA QUALITÀ
Dà un contributo che sia vero
Articolazione del principio (dai contributo sensato)
Innanzitutto, deve essere vero→ si deve essere sinceri
Tendenzialmente chi ci parla crediamo che dica il vero, crede in ciò che sta dicendo
Da qui emerge IRONIA
IRONIA è la percezione che chi dice certa frase in realtà non ci creda
➔ C’è una certa Giovanna che tira drink nel viso→ “visto come è stata carina con me”
È evidente che ciò che dico non è qualcosa in cui credo
Fatto che sia così evidente genera nell’interlocutore → scherzo

La qualità=corrisponde alla veridicità

Il fatto che chi parla creda→ potrebbe essere anche falso


Ci aspettiamo che ci parla ci dica qualcosa che lui ritiene vero

- MASSIMA DI QUANTITÀ
Dà un contributo tanto informativo quanto richiesto
Deve essere quantitativamente ponderato
Non devo dire troppo
Cerco di attribuire significato
Sfruttiamo questo principio dando meno informazioni o più generali
“Dove abiti?”→ “a casa mia”→ è vero, però non informativa
Allora l’altro si chiede quali fossero intenzioni, perché violato questa massima?→ magari si
intendeva che non vuole dire dove abita → espressione implicita

- MASSIMA DELLA RELAZIONE


Sii pertinente

Rispettare argomento conversazione

Esempi di violazione:

- “Ti andrebbe di venire a cena?


- Sono preoccupata per la situa politica in Medio Oriente”
Violato massima di relazione→ risposta che non c’entra niente

Forse dato che vale principio di cooperazione→ ha sviato l’argomento perché non vuole venire a
cena, e per questo parla di altro

Spesso ci cerchiamo di svicolare da argomento di base, perché abbiamo intenzione comunicativa


diversa che non si vuole esplicitare

- MASSIMA DELLA MODILATÀ


Sii perspicuo

Impone di essere chiari e non ambigui in conversazione

Bimbo: “cosa sono stelle?” padre: “sono degli asteroidi…”

Magari ritenuta inadeguata→ perché oscura

Ci aspettiamo che ci partecipa a conversazione→ segua queste massime

Chi non le segue→ vuole veicolare significati ulteriori impliciti che noi dobbiamo intendere
C’è grande abilità della mente umana→ leggere intenzioni, LEGGERE LA MENTE DI CHI STA
DAVANTI
Per comunicare non basta avere chiaro in mente contenuti, ma va capito chi sta da altra parte
Capacità di riflettere intenzioni dell’altro, non solo intenzioni ma anche conoscenze
Es “sai dove è Giovanni?”→ “ho visto la macchina rossa sotto casa di sua mamma”
B→ ricostruisce anche conoscenze e credenze di A
E quando comunichiamo è gioco continuo→ si rimanda al rimbalzo e a questa dinamica

LETTURA DELLA MENTE→ è fondamentale per capire dinamiche di chi ci ascolta, e fondamentale
per capire cose implicite
IRONIA→ fatta perché penso che altro la possa decodificare
Altrimenti sono falso
SCHERZO→ se siamo in certo contesto
Attribuita capacità di capire che stia scherzando, e reciproco→ ma posso essere più o meno
compreso

LETTURA DELLA MENTE→ serve a capire come altri si rappresentano in mondo e convenzioni che
hanno
Su questa base avvengono molti scambi comunicativi→ non basati 100% su parole che usiamo, ma
si basano anche su queste dinamiche di interazione che si imperniano su “ciò che noi crediamo
che gli altri pensano che noi pensiamo”

Ci sono altre implicature

IMPLICATURE CONVEZIONALE
In quella conversazionale→ non è legata al sistema linguistico
In convenzionale→ è tale perché dipende da significato convenzionale di un’espressione
➔ Gianni povero, ma onesto
Il “ma”->è convenzionalmente una congiunzione avversativa-> “chi è povero ma è onesto”, di base
è come se dicessi che chi è povero di solito è disonesto, solo con l’uso del “ma”
Metto in contrapposizione onesto e povero → assume un significato negativo e idea chi è povero
non è onesto di media

➔ “Gianni non è arrivato”


➔ “Gianni non è ancora arrivato”→ mi aspettavo una cosa che non si è verificata
Contenuti impliciti sono dati da significato di queste congiunzioni→significato è indipendente da
intenzioni del parlante

Diversa da implicatura conversazionale

➔ Es. vieni a cena?


- sono preoccupato x medio oriente→ non implica qualcosa di implicito→ fuori del contesto
avrebbe un valore normale, in questo contesto dice che non vuole uscire
fuori di questo contesto, non avrebbe altri impliciti
Qui implicitamente→ è come se dicesse che non vuole uscire con te quella sera

ALTRO MECCANISMO DI CONTENUTO IMPLICITO→ in cui non si dice esplicitamente qualcosa è la


PRESUPPOSIZIONE

PRESUPPOSIZIONE, per alcuni è caso particolare di implicatura convenzionale


Ma è qualcosa di diverso da qualcosa di particolare
Non dico qualcosa→ ma frase che dico ha come condizione necessaria altra frase
Un messaggio può essere formulato in modo da non dire esplicitamente qualcosa, ma presentarlo
come presupposto di quanto detto
È mettere una condizione in qualche modo necessaria→ x far sì che sia vero ciò che dico
➔ Se dico “Paolo ha smesso di fumare”→ contenuto esplicito è che fumava
➔ Se dico “sorella di Lucia è bionda”→ presuppone che sorella esista
Presuppongo che esiste
➔ Se dico “il re di Francia è calvo”→ presuppone che re di Francia esiste
Presupposizioni delle espressioni nominali di questo tipo sono PRESUPPOSIZIONE NOMINALE DI
ESISTENZA

Presupposizione è particolare
Perché se si prova a negarle
➔ “Paolo non ha smesso di fumare”→ presuppone che fumava, presuppone stessa cosa della
frase positiva
➔ “la sorella di Lucia non è bionda”→ presuppongo comunque che Lucia ha una sorella,
implicitamente lo dico
Presupposizione è quel meccanismo che mi fa risalire ad una presupposizione implicita che vale
anche se frase è negata
Stessa presupposizione→ sia se positiva che negativa
Se frase (F) contiene presupposizione (B) allora anche non F contiene B
- Con implicature conversazionali→ se negativa o positiva cambiava

In caso di presupposizione→ posso anche negarla, ma rimane stessa


È indipendente da significato espressioni
“ha smesso di fumare”
È proprio significato di smettere → implica che già lo facevo prima
Già presuppongo che azione contenuta c’era nel verbo “smettere”
Libri:
La struttura delle parole cap 5
Fondamenti di tipologia linguistica cap 1,2,3
Un corso introduttivo

MORFOLOGIA
- Cosa è?
La morfologia è quella parte della linguistica che si occupa della forma
Morfè=forma
Logia=discorso
Discorso sulla forma
- La morfologia si occupa forma→ struttura delle parole
Elementi costruttivi delle parole→ non sono anche i fonemi
Ci sono due livelli di forme→ livello morfologico (con cui distinguiamo forma) dai suoni
Morfologia studia forma delle parole→ presupponiamo esistenza delle parole

- Cosa è una parola?


Possiamo definirla come l’insieme degli elementi che si trovano in un dizionario?→ sono parole si
e no, ma sono lessemi (parole in forma astratta es. verbo infinito, mentre in latino e greco verbi
individuati con prima persona presente indicativo)
La parola è percepita dal parlante come l’elemento minimo della lingua
La parola è la minima combinazione di elementi minori con significato chiamati morfemi:
1- Definita con criterio grafico→ tutti elementi separati da spazi bianchi
Es. gli amici dei miei amici sono miei amici
Sono 8 parole
Ma alcune parole si ripetono→ 8 parole grafiche e occorrenza 5 parole nei fatti (amici e miei si
ripetono)
Distinzione è tra parole grafiche e grammaticali

Es. gli amici degli amici sono miei amici→ articolo determinativo maschile plurale
Es paolo mi ha chiesto se ci vado, ma non gli ho ancora risposto→ pronome
Gli→ codifica due forme omonime (pronunciate e scritte uguali), ma hanno significati diversi
rappresentando due lessemi diversi

Lessema è elemento dotato di significato lessicale → quando davanti a parola possiamo


spiegare cosa parola significhi
Amico= persona con cui da tempo ho legame di amicizia→ posso spiegare relazione, affetto,
amicizia= sono lessemi
Lessemi dotati di significato lessicale che appartiene a classi di parole (sostantivi, verbi, pronomi)
rappresentabile da una o più forme, perché può essere contestualizzata
Es. amico/amica
Il lessema comunque è forma più astratta→ forma astratta in italiano per sostantivi è maschile
singolare
Per verbi la forma astratta è l’infinito
➔ Trovo su dizionario→ BELLO→ aggettivo ha forma astratta

Insieme dei lessemi costituiscono suo lessico


Una parola può essere definita con criterio grafico (spazi bianchi) o tramite criterio grammaticale
- Però c’è problema per criterio grafico→ ci sono lingue che sono solo orali, metodo grafico
non è applicabile→ non posso individuare parola
- Ci sono lingue, inoltre, dove testi non segmentati in unità più piccole
Spesso si descrive lingua rispetto a quella che conosciamo→ per noi con l’idea dell’italiano che
non è solo lingua orale ma anche scritta dove si distinguono parole, criterio grafico ha più senso,
criterio grafico ha senso
Ma bisogna staccarsi rispetto a ciò che conosciamo→ ci aiuta a capire procedimenti che non sono
delle nostre lingue

2- Criterio pragmatico
Una parola può essere ciò che da sola costituisce un enunciato
Es. bimbo con dito e dice “cane”→ parole è un enunciato con significato “c’è un cane”
➔ Vedendo cosa lunga e pericolosa→ “serpente”→ “aiuto c’è un serpente”
Parola da sola ha significato

3- Criterio fonologico
Parole sono dotate di accento
Dato che parole sono unità fonologiche, semantiche e grammaticali allo stesso tempo→ci sono
modi per definirla anche fonologicamente e non solo in modo grafico, dato che in alcuni casi
questo criterio non può essere applicato
Per cui in lingue che hanno accento fisso→ presenza accento segnale fine di parola
Es. francese a accento fisso sulla ultima sillaba
Es. spagnolo ha accento fisso sulla penultima -dedìco- sillaba tonica

Ma ci sono lingue nonostante noi sappiamo che c’è accento fisso→ è difficile distinguere parole
nel parlato
/elep’tit/-→ elle est petite
/,kapostat’tsjione/→ due accenti → criterio fonologico può essere fallace

4- Criterio morfologico
Riconosciamo parola dato che sono fatte da unione di morfemi, la riconosciamo quindi per la sua
coesione interna→ con questi morfemi sappiamo distinguere una parola
Es. casa→ composta di due morfemi
Cas- (morfema lessicale, luogo in cui si vive)
-a→ femminile singolare
Ci sono serie di criteri per cui parola è coesa:
- Non interrompibilità della parola/della combinazione
Dedic-o
Prima parte parola “dedic-“, e “o” che mi indica persona e tempo
È parola unica in cui distinguiamo morfemi, ma che non ha senso se morfemi si staccano e li
pronunciamo separati
➔ Rumeno (incluso articola nella parola, coesione interna ancora più visibile) Fratii (frati-i) = i
fratelli
Rumeno fratii mei= i fratelli miei
La coesione è maggiore→che in italiano che distinguerebbe due parole
Importante coesione
- I morfemi non possono essere spostati
Dedico→ dico qualcosa che ha senso
Ma se dico odedic→ non ha senso
- Mobilità della combinazione
Es. il gatto dorme
es. ho visto il gatto
Se usiamo parola in posti diversi in frase→ quella parola comunque non cambia aspetto
Gatt-o→ due morfemi tra loro coesi→ se lo uso come posizione di soggetto è gatto, ma anche con
complemento oggetto rimane gatto, ma anche usato per complemento oggetto rimane gatto
Parola è tale se non altera sua struttura
- Enunciabilità in isolamento della combinazione
Es. “cane”→ posso dirlo senza altro, ha significato prettamente lessicale ma ce l’ha
Questo criterio si applica in modo difficile a tutte quelle parole che sono particelle, ma che se
isolate non hanno significato → es. “ci”, “a noi”→ da sole non hanno senso
Per cui è nettamente prototipico

5- Criterio sintattico
Possiamo parlare di parole quando gli elementi del lessico o di una lingua devono mantenere
sempre un certo ordine
“telefonami”→ imperativo+ forma pronome personale→ non posso dire “mi telefona”
Mi telefona→ ha senso se scritto staccato, ma se attaccato→ non ha senso
Ordine significativo di una parola intera è fondamentale

6- Criterio operativo
Parola= unità all’interno della quale non si può inserire ulteriore materiale linguistico
Se in dedico→ inserisco altra lettera es. “dedicro”→ non vuol dire niente

Con tutti questi criteri perché


Una definizione univoca di parola non è semplice da trovare→ dato che strutture lingue sono
complesse e lingue non tutte uguali
I vari criteri nel tempo sono stati proposti→ ma sono comunque tutti validi

- Come definiamo parola?


➔ La parola è (definizione più universale possibile) la minima combinazione di elementi
minori dotati di significato, i morfemi…
significati
Es. gatt (morfema lessicale) -o (morfema grammaticale, singolare maschile)
Il significato non è solo quello lessicale ma anche grammaticale→ gatt=animale, o=maschile
singolare
➔ … costruita spesso ma non sempre attorno a base lessicale …
Gatt→ base lessicale
Ma parola come “perché”→base lessicale non c’è, ma comunque parola
➔ …che funzioni come identità autonoma lingua e che possa rappresentare isolatamente un
segno linguistico compiuto
Segno linguistico compiuto→Ovvero che abbia significante e significato (forma fonica e immagine
mentale)
➔ … o comparire come unità separabile costitutiva di messaggio
Che sia gatto o perché→ in entrambi casi parlo di parola
Sia se a sé o in frase→ si parla di parola

Morfema→ è l ‘associazione minima tra significato e significante


Struttura minima perché
Es. Gatt→ struttura fonica e significante(significante lessicale)
-o→ struttura fonica e significante grammaticale (maschile singolare)

Il morfema è l’unità minima di prima articolazione che studia la morfologia


Morfologia si occupa studio delle forme→ l’unità minima è il morfema
Il concetto di morfema → si può trovare realizzato con diverse etichette
Generalmente si parla di MORFEMI
Alcuni parlano di MONEMI→ sono elementi minimi che possono stare da soli, non perdendo
significato
Monemi sono distinti in semantemi (per elementi lessicali) e morfemi (quando si parla di elementi
grammaticali)
O formativi→ sono quei tasselli che formano parole

I MORFEMI
Si possono classificare secondo diversi criteri
- Morfemi liberi→ sono quelli che veicolano un significato lessicale, morfema lessicale
- Morfemi legati→ quelli che acquistano, completano significato grammaticale a morfema
lessicale
Si attaccano a morfema lessicale
E si possono dividere a sua volta in derivazionali (derivano da altre parole) e flessionali (danno
luogo alle diverse forme di una parola)

Morfemi divisi in
- Morfemi lessicali (classe aperta)→ lessico della lingua ha estensione variabile in tempo
Es. parola scanner→ ora fa parte lessico italiano
Lessico è parte della lingua più esposta a cambiamenti
È classe aperta→ perché possono essere integrati, e nel momento che parola come scanner entra
nel lessico
Parole entrate in italiano e ampliato lessico
E poi partecipano a meccanismi lessicali
Es. derivazionale→ da scanner→ scannerizzare (suffisso proprio dell’italiano)

- Morfemi grammaticali, sono classe chiusa


Morfologia è la parte della lingua meno soggetta a cambiamenti e flussi esterni
Morfemi grammaticali esprimono categorie→ grammaticali e verbali
Es. in italiano abbiamo maschile e femminile
I morfemi grammaticali che più difficilmente cambieranno
Se in lingua mutamento di tipo morfologico è un avvenimento importante e significativo→
morfemi grammaticali rappresentano classe chiusa

➔ Definizione di parola come elemento minimo di analisi nella quale si trovano elementi
costitutivi→ porta con sé corollari

Se parola è segmento all’interno del quale si distingue elementi, elementi avranno ordine fisso
Confini di parola→ possono essere marcati da pausa nel discorso
Parola di solito è separabile in scrittura
E di solito pronuncia parola non è separata, unico flusso fonico→ con di solito un solo accento
primario

SUDDIVISIONE DI MORFEMI
Morfema lessicale e grammaticale
Es. toys→ morfema lessicale toy e morfema grammaticale di tipo flessionale “s”→ individua
plurale
(individuare e descrivere morfemi= esame)
Es. libri→ libr morfema lessicale e “i” morfema grammaticale

SCOMPONI SEGUENTI PAROLE E DESCRIVI MORFEMA GRAMMATICALE INDIVIDUATO


Libri→ libr (morfema lessicale) e “i”= morfema di tipo flessionale che marca/codifica plurale
maschile
Leggermente→ legger morfema lessicale e mente morfema grammaticale
-mente è morfema flessionale? Non codifica tempo, genere o numero--> è un morfema
grammaticale, ma è forma derivazionale

MORFEMA DERIVAZIONALE→ permettono di creare parola ad altra parola


In modo che quella parola mantenga o vari quella parola
-mente è un avverbio→ base lessicale con aggettivo e suffisso -mente→ ci permette creare
avverbio da aggettivo

Parlavano→
Parl- morfema lessicale,
-a vocale tematica,
-v morfema di tempo e modo (individuo imperfetto indicativo),
-ano morfema di persona e numero
È descrizione completa
Ma se in difficoltà in individuazione vocale tematica→ se si dice “parla”→ va bene comunque, dà
senso significato lessicale verbo
Però altri bisogna distinguere morfemi grammaticali→ sono 4 significati che verbo può veicolare, 4
categorie (tempo, modo, persona, e numero)

Un morfema può essere costituito da un solo fonema (morfema “s” inglese o morfema plurale
maschile italiano “i”)
Il morfema può coincidere con una parola→ la parola si dice monomorfemica
Es. domani→ è parola monomorfemica
La parola può essere composta da due (bimorfemica) o più morfemi (plurimorfemica)

SCOMPOSIZIONE
“Dentale”→ base lessicale “dent” (organo per masticazione), “al” aggettivo, “e” esprime singolare
Con processo di scomposizione→ si riconosce subito dent, rimane ale → se analizzata per intero,
non può essere morfema grammaticale (no singolare maschile, perché se attacco morfema ad
aggettivo, non vado a predicare maschile singolare), solo “e” identifica singolare
“al”→ mi dice che è aggettivo
Dentale= ciò che appartiene ai denti
Riconosciuto un fenomeno grammaticale operativamente:
riconosciuto:
- Morfema lessicale→ dent
- Morfema grammaticale→ e
- Morfema grammaticale di tipo derivazionale, che trasforma aggettivo da sostantivo→ al
Si fa una SCOMPOSIZIONE IN MORFEMI
Unità minime di articolazione del significato

Tutti e 3 questi morfemi possono entrare in scomposizioni diverse


- Dent→ morfema lessicale, ci dà altre parole “dentista”, “dentifricio”, “dentino”
- Morfema “al”→ “centrale”, “plurale”, “maniacale”, “strutturale”→ tutti aggettivi da
sostantivi
- Morfema “e”→ non tutti contesti, ma alcuni→ “abile” (in particolare per aggettivi che non
hanno codifica precisa di genere), “studente”→ con significato di singolare
e→ ha anche significato di femminile plurale
la “e”→ non è la stessa di “mente”→ quando scomposto verbo -mente è tutto insieme

➔ Latt-eri-a
3 morfemi che posso riapplicare in certe situazioni
Latt→ morfema lessicale, (latt-aio, latt-oso)
Eri→ morfema derivazionale→ luogo in cui si vende qualcosa (birr-eri-a, tabacch-eri-a)
a→singolare femminile→ morfema grammaticale flessionale

anche per morfemi si parla di prove di commutazione→ come per fonemi


x individuazione fonema
Se cambio fono→ cambia significato parola→ p e c sono fonemi diversi “pane “, “cane”
Anche per morfemi → quando al variare di un morfema nella stessa posizione, varia il significato
della parola, abbiamo a che fare con due morfemi diversi

PROVE DI COMMUTAZIONE (morfologia)


Stesse parole ma cambia morfema in stessa posizione
Gatt-o/i/a/e→ stesso morfema lessicale, diversi morfema grammaticale (sing maschile, sing
femminile, plur maschile, plur femminile)
Se riutilizzo stessi morfemi su base lessicale diversa→ so di aver individuato morfema perché
veicolano stesso messaggio
Es. pazzo-o/i/a/e

ALLOMORFO
Come per fonemi si parla di allofoni→ abbiamo varianti contestuali anche per morfemi
Morfema è unità astratta come fonema
Allomorfo→ realizzazione di quel morfema nella parola
Si parla di allomorfi per diverse ragioni
- Una ragione è di natura fonetica
Sequenza di suoni determina dei fenomeni di influenza reciproca dei suoni
- Per ragione storica

Uno stesso morfema si realizza in modo diverso semplicemente perché così


Si dice quindi che un allomorfo è una variante formale di un morfema, realizza stesso significato di
altro morfo epifunzionale con cui è in distribuzione complementare
Allomorfo→ veicola sempre stesso significato
Può essere realizzato in modo diverso ed è in distribuzione complementare
Complementare= In alcuni è forma allomorfo, in altri ho altro significato
Nel contesto x→ ho allomorfo x, non posso avere z--> complementare= presenza di uno è
esclusivo per presenza di altro

COME SI INDIVIDUA ALLOMORFO


Allomorfo→ è variante morfema che mantiene sempre stesso significato
Due morfemi che hanno qualcosa di diverso—hanno stesso significato e veicolano stesso
significato
Hanno stesso posizione
Es. lingua in cui femminile singolare è codificato da 3 morfemi diversi→ e uno di questi codifica
anche categoria verbale se posto in altra posizione
1- Non sono allomorfi perché veicolano significati diversi
2- Devono essere in stessa posizione

ALLOMORFIA
È tipo di rapporto che regola alternanza di due varianti→ elementi che hanno significante
diverso (Forme diverse) ma stesso significato

Aggettivi:
curabile → “cur” “abil” (morfema derivazionale) “e” (morfema gramma)
visibile→ vis (morfema lessicale), ibil (morfema derivazionale), e (morfema grammaticale)
oltre a morfema lessicale (significati diversi, cur=rimediare a ferita, vis=facoltà dell’uomo)
per spiegare curabile e visibile→ sono aggettivi
abil e ibil→ stesso significato derivazionale

caso abil e ibil→ sono morfemi derivazionali, sempre stessa posizione e veicolano lo stesso
significato si parla di allomorfi di stesso MORFEMA
“a” e “i”→ dipendono da vocale tematica da cui deriva aggettivo
È fenomeno di allomorfia
Morfi di stesso morfema

MORFEMA→ unità pertinente a livello di sistema


ALLOMORFO→ unità variabile di quel morfema
MORFO→è una realizzazione di quel morfema

MORFO può corrispondere a morfema


Ma può corrispondere a più morfemi→ morfo “i”→ quanti significati ha?
- Plurale maschile
- Seconda persona singolare presente
Stesso morfo rappresenta due morfemi, due significati diversi
Ma più di un morfo→ può rappresentare stesso morfema:
uov-a
man-i
sedi-e
a, i, e→ significato grammaticale che veicolano, categorie grammaticali
numero e genere→ arriviamo a vedere che quei tre morfemi codificano femminile plurale
vediamo che quei 3 morfi codificano stesso significato grammaticale

- ALLOMORFIA IN INGLESE
Allomorfia non è tanto determinata da vocale tematica del morfema lessicale, ma da contesto
fonetico o motivi storici
Plurale regolare dei sostantivi in inglese→ aggiunta -s a forma singolare, sibilante
La -s → pronunciata in modo diverso, morfema avrà serie di allofoni, suono che precede sibilante
- Consonante s, diventa sonora se segue suoni sonori→ labs, dogs
- Sarà sibilante dentale sorda se dopo suoni non sonori→ s
- Dopo sibilanti→ ashes, buses,
sono 3 allomorfi dello stesso morfema→ 3 realizzazioni diverse dello stesso significato, del plurale

per allomorfia ci deve essere conformità fonetica tra varianti


allomorfi sono in distribuzione COMPLEMENTARE
Quando creo plurale di una parola che termina con consonante sonora→ mi aspetto sibilante
sonora, e non quella sorda
Complementare= le varianti compaiono solo se sono rispettate certe condizioni, e al variare
condizione varia variante
- Non posso dire curibile→ so che seleziona -abil, non uso -ibil→ proprio perché un morfema
lessicale di tipo cur→ seleziona- abil dato che vocale tematica è la “a”

Esempio italiano:
allomorfia su morfema derivazionale, su italiano e inglese
allomorfia avviene anche su MORFEMI LESSICALI
es. verbo venire
ven→ muovere e avvicinandosi a qualcuno
stesso significato realizzato con diversi morfemi (venuto)
venn-
veng-
vien-
verr-

tutti questi 5 morfemi lessicali sono tutti allomorfi stesso morfema


realizzazioni diverse condizionate da contesto grammaticale di un unico morfema lessicale
Sempre stesso significato lessicale→ e si troveranno sempre stessa posizione (in questo caso in
principio parola)
- Espressione stesso significato
- Collocazione sempre stessa
Individuano allomorfi

Abil, ibil, ubil


(aggettivi con significato di potenzialità)
1. Mangiabile
2. Leggibile
3. Solubile

DESCRIVERE MORFEMI GRAMMATICALI E SCOMPOSIZIONE


Nubile→ Nubil-e
perché è un aggettivo preso da latino
nubil (morfema lessicale) -e (morfema grammaticale che esprime singolare)
ubil è uno degli allomorfi→ indica potenzialità che permette di derivare aggettivo da verbo

ESEMPI ALLOMORFIA IN MORFEMA LESSICALE


esempio allomorfia→ determinato da ragioni grammaticali in italiano
se futuro verbo venire
➔ Verr- (verrò)
Ma ci sono dei casi in cui si vede chiaramente perché selezionato morfema lessicale di altro
➔ Amico, amici
Amic (morfema lessicale) -o (morfema grammaticale di tipo flessionale, singolare maschile) ,
amic (morfema lessicale)- i(morfema flessionale, indica plurale maschile)
Morfema lessicale realizzato da due allomorfi →si differenziano per la pronuncia della c diversa
Allomorfia data da contesto fonetico, non solo grammaticale come succede nella maggior parte
dei casi
Suono della i→ fa paletizzare la velare, diventando africata palatale

➔ Scuol-a
➔ Scol-aro
➔ Scol-astico
Due allomorfi → cambia posizione dell’accento
Quando accento cade su morfema lessicale→ morfema è dittongato
Quando non cade su morfema→ non sarà dittongato

Ved-ere
Ved-uta
allomorfi dello stesso morfema→ tutti stesso significato, sempre stessa posizione
Anche per
Vis-to
Vis-ione
In-vis-ibile→ in è negazione deve essere sempre prima, corrisponde comunque come allomorfo, è
in posizione esattamente antecedente dal morfema grammaticale e derivazionale
➔ Motivazione di natura storica, dal latino

Uov-o
Ov-oidale
ALLOMORFI stesso morfema
Ci sono ragioni fonetiche per cui selezionato allomorfo di altro

Es. caso di cuore


Cuor-e→ accento diverso
Cord-iale
Card-iaco--> selezionati morfemi lessicali diversi, invece che carattere fonetico, ma motivazione
storico
Cor, cordis→ è latino
Card-iaco→ deriva da greco
Ci sono motivazioni di tipo fonetico a cui si combinano motivazioni di di natura storica
Per cui alcuni sarà card e altri cord

ESEMPI DI ALLOMORFIA NEL MORFEMA GRAMMATICALE


(DERIVAZIONALE)

Sono stati casi di allomorfia condizionata foneticamente-> suoni che seguono o precedono, per
assenza o presenza accento
➔ Verbalizzatore di aggettivi
Av-vicinare
Ac-contentare
Ar-ricchire
Ar, av, ac→ sono allomorfi stesso morfema
Variazione data da motivi fonetici

Ad+v/r/c
Quando pronuncio Adv→ ci si accorge come dentale sonora (d) si avvicina a suono che la segue
Allomorfia determinata da fenomeni di cooarticolazione
In pronuncia suono tale pronunciata influenzata da suoni vicino
Adv→ diventa avv
Adc→ diventa acc
Adr→ diventa arr

➔ Suffisso ca→ serve a creare astratti deaggettivali può avere allomorfi


Altro allomorfo può essere -ità
Felice→ felic-ità

➔ Altro fenomeno allomorfia di assimilazione


Con Assimilazione→ è un fenomeno di coarticolazione, ovvero emissione suono è influenzata da
suoni vicini
- In→ morfema grammaticale derivazionale, è prefisso, che permette di creari contrari di
aggettivi
- In→ n=definita come nasale dentale, rimane dentale davanti a vocale (es inutile)
Ma viene colpita nella sua articolazione, trascinata da suono che segue
Es. quando devo pronunciare dentale e subito dopo labiale → in qualche modo dentale
pronunciata a livello labbra
Sistema articolatorio→ produce suoni che sono influenzati tra di loro
- Punito/ Impunito (n è influenzata da labiale successiva)→ IM è un allomorfo di in
- Il→ illecito→ l pronunciata al posto della n (dà noia)→ n pronunciata a livello di liquida →
IL è allomorfo di in
- Irregolare→ per pronunciare r→ raddoppiamento della r→ IR è allomorfo di in
Sono 3 allomorfi dello stesso morfema in
Ci aiuta a creare contrario di un aggettivo→ morfema
Morfi→ realizzazioni contestuali stesso morfema→ tra di loro sono allomorfi
Sono diverse realizzazioni contestuali stesso morfema (che in questo caso veicola sempre stesso
significato del contrario)
Influenzati da contesto articolatorio, suono che segue

➔ Però per verbo venire


CONDIZIONAMENTO DI TIPO GRAMMATICALE
Ci sono condizionamenti di natura LESSICALE
Allomorfo compare in contesto che non è prevedibile ma che è determinato in lessema in cui
occorre
es. inglese--> plurale dato da aggiunta s alla forma singolare
però con → ox avrò oxen
MORFEMA S e MORFEMA EN→ sono allomorfi che veicolano lo stesso significato di plurale da
nome, e sono nella stessa posizione
S e EN→ sono in posizione complementare
Però dobbiamo averlo imparato che EN→ è modo per fare plurale di parole specifiche
Venire → come abbiamo imparato che sia verrò

ESERCITAZIONE MORFOLOGIA, scomposizione morfemi


Morfema lessicale e morfema grammaticale o derivazionale (flessibili)

Serie di parole da scomporre


“scomporre parole in morfemi e descrivere la scomposizione fatta o descrivere morfemi trovati”

Es. BERGAMASCA
Bergam-asc-a
Bergam=richiama nome proprio
Morfema asc
Morfema a

1° cosa da individuare è morfema flessivo→ indica persona, numero o tempo


- Morfema lessicale→ bergam
- Morfema flessivo→ a, con significato femminile singolare

Ma cosa indica “asc”→ è morfema derivazionale, significato è “appartenente a bergamo o


proveniente da bergamo”
Derivazionale= crea parola da altra parola
Grammaticale= permette di flettere quella parola
3 morfemi→
- Asc→ permette di creare aggettivo da nome

b) fornetto
forn-ett-o

morfema flessivo grammaticale→ o, sostantivo maschile singolare


forn→ morfema lessicale
ett→ morfema derivazionale, diminutivo
c) invernale
invern-al-e
invern= morfema lessicale, stagione
e= morfema grammaticale indica singolare, ovvero genere (mi permette di distinguere solo
numero, dato che può essere sia femminile che maschile)
al= morfema derivazionale, aggettivo

d) sgrassatore
sgrassa-tor-e
sgrassa= morfema lessicale, indica azione di sgrassare
e= morfema grammaticale indica maschile singolare
tor= morfema derivazionale→ che indica qualcuno o qualcosa che compie l’azione

e) teleriscaldamento
tele-riscalda-ment-o
o= morfema grammaticale singolare maschile
riscalda= morfema lessicale di riscaldare
tele= supera idea morfema
ment= morfema derivazionale indica attività del riscaldare

f) accontentato
accontenta-t-o
è participio→ svolge doppia funzione di participio e aggettivo
morfema grammaticale o→ indica maschile e singolare
morfema lessicale accontenta
t→ morfema flessivo, grammaticale, non derivazionale→ in questo caso indica participio passato
(tempo e modo)
va bene anche se → TO= morfema grammaticale, indica participio passato maschile singolare
quando participio→ ha funzioni verbali e nominali

g) denocciolatrice
de-nocciola-tric-e
de=
nocciola= morfema lessicale rimanda a verbo nocciolare
tric=
e=

h) pungeva
punge-va
punge= morfema lessicale che si rifà a verbo pungere
va= morfema grammaticale, individuiamo tempo e modo (indicativo, imperfetto) e singolare
ALTRO ESERCIZIO
Comparazione morfemi

CONCETTO ALLOMORFO→ con allomorfo si intende variante ? di uno stesso morfema, variante in
contesto di stessa forma che porta stesso significato
➔ Riconoscere se forme in grassetto sono stessi morfemi e se sono morfemi e se sono
allomorfi

a) Deteinato , denigrato, decerato


De= morfema ?-->
De in denigrato→ non sono stesso morfema, non interpretato allo stesso modo
De in decerato→ vuol dire senza cera, stesso morfema di deteinato

b) Autista, farmacista, rivista


Signfiicato di ista?
Autista e farmacista→ sino due professioni
Ista di autista
Ista di farmacista
Stesso morfema in questi due casi
Ma in caso di ista in rivista→ è un giornale, non è stesso morfema → rivist-a (come sostantivo) o
(come participio) ri-vis-ta ??
Non si può trattare neanche di allomorfia

c) Cherubino, postino, formaggino, marino


Ino→ di marino, ciò che è relativo a mare
In di formaggino→ non ha stesso significato di “in” in marino
In di postino→ non ha stesso significato, qualcosa relativo posta ma è mestiere in questo caso
In di cherubino→ non è derivazionale, si scompone come cherubin-o, non esiste morfema
Non abbiamo a che fare con stessi morfemi

d) Improponibile, illegale, indico


Im di improponibile e il di illegale→ stesso morfema che indica contrario di qualcosa
Indico→ indac-o→ morfema lessicale e grammaticale
Non stessi morfemi
Non sono allomorfi stesso morfema
Primi due sono allomorfi e il terzo non è stesso morfema

ALTRO ESERCIZIO:
1- Quali allomorfi ci sono
2- Cosa regola la loro distribuzione
➔ Inglese tutti participi passati
-ed→ pronunciata diversamente secondo morfema lessicale
Quali allomorfi sono presenti in tutte queste forme di participio passato?
-d, -t, -id→ sono 3 tipi di allomorfi della stessa forma
Ci sono dei motivi di natura fonetica
Forma id-> viene usata quando finale morfema lessicale è in t o d
Forma d→ usata quando ultimo suono morfema lessicale è sonoro, consonati sonore o vocali
sonore o vibranti e nasali
Forma t→ usata quando ultimo suono morfema lessicale è sordo
➔ Raggruppiamo forme, individuiamo trascrizione morfema, raggruppate forme simili e si
cerca di capire cosa regola distribuzione

linguistica lezione
Fenomeni di allomorfia
Allomorfia comporta presenza di duo o più varianti con stesso significato
Distribuzione allomorfia può essere per fonemi o lessico
Allomorfia porta a :
SUPPLETIVISMO→ due allomorfi fonologicamente diversi, e questa diversità non è spiegabile
secondo regole logiche
Es. un’allomorfia Es. vado e andaimo
Allomorfia condizionata come vad e and
Ci sarà certa alternanza di morfemi lessicali

➔ Ma se scompongono IDRICO
Non paradigma lessicale
Forma tipo idric-o
Morfema lessicale relativo a acqua
Morfema grammaticale “o”→ maschile e singolare

➔ BIBLIOFILO
Prima parte→ biblio, rimanda a libri
Si parla di suppletivismo
Quando caso di allomorfia che non può essere spiegate con regole logiche—si parla di
supplevitivismo
Anche quando allomorfia è data da motivi lessicali
Biblio-libro

Suppletivismo è motivato se guardiamo a storia dell’italiano


Es. idric e non acquotic
È forma che ci portiamo da greco
ESEMPIO DI ALLOMORFIA CHE NON POSSA ESSERE MOTIVATA LOGICAMENTE
- Ragno-aracnoidi
- Intestino-gastro
Sono fenomeni di allomorfia→ alternanza non motivata
Definizione standard di SUPPLETIVISMO

Ci sono alcuni studiosi che dicono che suppletivismo possa essere adoperata per spiegare
fenomeno di allomorfia come plurale di inglese
→ anche in caso di plurale in inglese alcuni credono si parli di suppletivismo
Come alcuni casi si usa- s altri non si può fare plurale con s (es. man/men)

DISTINZIONE MORFEMI e altre distinzioni


Lessicali e grammaticali (derivazionali e flessionali)

RICONOSCERE FUNZIONI MOFEMI, anche senza significato lessicale
Se non si conosce significato lessicale parola, si può riconoscere sua funzione in base a
morfemi grammaticali
➔ Poesia da punto di vista semantico non vuol dire niente
Ma comunque in grado di riconoscere sostantivi e aggettivi e verbi
“è frusco il lonfo”→ frusco è aggettivo (non vuol dire niente)
“è pieno di lupigna arrafferia”→ sostantivo è arrafferia, riconosciuto “ia” come morfema
derivazionale dei sostantivi
LONFO→ sorta di mostro e dispettoso
Ma di per sé il testo non ha significato

Reso conto di semantica e grammatica e cammino parallelo anche CHOMSKY


➔ Con frase “colorless green ideas sleep furiously”
In inglese non ha senso→ ma è corretta

Come nel caso della poesia siamo in grado di riconoscere morfemi lessicale e grammaticali
Ugualmente in frasi come per Chomsky siamo in grado di riconoscere loro funzione, ma frasi non
hanno comunque senso
➔ Es“all mismy were the borogoves”
Riconosco borogoves come sostantivo, dato che preceduto da the
Ma è stesso gioco linguistico LONFO→ non sappiamo cosa voglia dire

Siamo in grado di riconoscere morfemi, ma non sappiamo significato


Non sempre in grado di distinguere morfemi grammaticali e lessicali
➔ Non sempre è chiara distinzione morfemi grammaticali e lessicali→ PAROLE FUNZIONALI
Es. come articoli, pronomi personali, preposizione, congiunzioni → formano delle classi chiuse, ma
difficilmente possono definirsi morfemi grammaticali

➔ Morfemi lessicali e grammaticali→ MORFEMI LEGATI E LIBERI


Morfemi grammaticali= morfemi legati, non compaiono in isolamento, solo date situazione
In italiano è difficile distinguere questo
Concetto morfema legato e libero→ si vede meglio in inglese
Es. CAT→ morfema libero che può apparire in isolamento
Es. CATS→ s staccata non ha nessun valore, “s” acquisisce significato solo attaccato a parola,
morfema legato

INDIVIDUABILITÀ e NON INDIVIDUABILITÀ


Morfemi si possono distinguere anche in base a posizione che occupano
Si distingue tra posizione individuabile e morfemi con posizione non individuabile
Rispetto a morfema lessicale, ci sono morfemi che arricchiscono il morfema lessicale, possono
essere posti prima, dopo, all’interno o in maniera alternata rispetto a morfema lessicale

Se riconosco morfema in base a posizione in cui si trova→MORFEMA DA POSIZIONE


INDIVIBUABILE
Se non si riconoscono per loro posizione→MORFEMA POSIZIONE NON INDIVIDUABILE

MORFEMI DA POSIZIONE INDIVIDUABILE→


- prefisso,
“in”
Es. deteinato
- transfisso
Arabo individua radici bisillabiche, ovvero consonantiche
Radici attualizzate con elementi grammaticali che si interpongono a radice
Es. K-i-t-a-b
K,t,b→ morfema lessicale
I, a→ morfemi grammaticali→ singolare maschile
- suffisso→ vengono dopo
- circonfissi→ es tedesco “gesehen”
“ge” e “en”→ aiuta a creare circonfisso
➔ esempio, TURCO
Significato grammaticale portato da elementi staccati (slide)
I= indica accusativo
TURCO marcato da morfemi diversi
Nominativo, genitivo→ sono casi, che hanno significato soggetto, oggetto
Trovo posizione morfemi

MORFEMI DA POSIZIONE NON INDIVIDUABILE


Morfo zero e morfo sostitutivo
→si vedono meglio in altre lingue
MORFO ZERO→ si ha quando distinzione marcata in lingua, non rappresentata in significante
Quando parola non cambia nella forma
Es. la città e le città
MORFO ZERO→ non realizzazione morfemica di quella categoria
Morfemi hanno significante (loro forma) e significato (categoria grammaticale o significato
lessicale)
Quando non vediamo morfemi grammaticali si parla di MORFO ZERO
Se analizzi parola città→ si scompone come “città”, morfo lessicale e morfo zero
Passaggio singolare e plurale→ non c’è morfo specifico che mi indichi questo passaggio in città
Non c’è morfema che ci indica che sia una forma o l’altra
Senza articolo o aggettivo non posso dire se è plurale o singolare
MORFO ZERO→ CATEGORIA NON VIENE INDICATA
Es. exul→ forma lessicale senza morfema (in latino)

Altro morfema che si dice non individuabile→ è MORFO SOSTITUTIVO


Significato non viene veicolato da classe di morfemi ma da sostituzione morfema lessicale di un
elemento
➔ Fono sostituisce altro
Es /fut/ e /fi:t/ → piede e piedi
Es. /va:ter/ e /ve:ter/→ padre e padri
Morfo sostitutivo fa parte dei morfemi non individuabili
Morfemi non individuabili→ non come per prefissi, suffissi→ è interno a morfema lessicale dove si
sostituisce in realtà un suono, in questo caso
Non individuabili con collocazione precisa

In analisi più dettagliata:


MORFEMI SOPRASEGMENTALI, non succede in italiano
Si manifesta con accento, e tono (tratto soprasegmentale)
Record /’record/ e /ri’cord/
Sono una nome e uno verbo
Unica cosa che differenzia è l’accento

DIVISIONE PER: PROCESSI


Se ci si ferma a grammatiche occidentali→ sono più comprensibili
Ci sono lingue in cui certi valori morfologici sono dati da dei processi e non da dei morfemi
Es. con DUPLICAZIONE
Processi di intensificazione
Es. piano piano
Es. anak =bimbo, anak anak=bambini
Es. LINGUAGGIO DEI SEGNI
Gestualità

Abbiamo visto…
- morfemi individuabili secondo punto di vista grammaticale
- morfemi individuabili con posizione
- morfemi non individuabili: morfo zero, sostitutivo, soprasegmentali, processi
si chiude classificazione morfemi

FORMA COME BELLI


Bell-i
Bell→ morfema lessicale che si rifà a bellezza
i→ morfema che si rifà a plurale e maschile
MORFEMI COMULATIVI→ morfemi che seguono stessa logica del latino, ovvero più categorie
grammaticali su unico morfema
Es. in latino
Pulchr-as
Morfemi cumulativi→ sono quelli che assumono su di sé più significati di categoria ??

ULTIMA DISTINZIONE: sono casi più complessi di morfemi cumulativi


AMALGAMA è morfema cumulativo dove non si distingue più morfema di origine
Morfema cumulativo nasce come morfema che marca categorie
Amalgama nasce da somma di più morfemi
Au→ sarebbe insieme di à-le
Ma se non conosciamo francese non siamo in grado di capire morfemi da cui deriva

Morfemi distinti secondo


- Funzionale→ morfemi lessicali e grammaticali (derivazionali e flessionali)
- Statuto→ morfemi liberi e legati
- Posizione→ individuabili e non individuabili

Convenzione nella rappresentazione morfemi

Morfemi rappresentati con parentesi graffe


DENTALE (con parentesi graffe)
(dent) (al) (e)
Dente agg sg

PART PASS→ si rappresenta così, perché sono morfemi circonfissi, perché non in grado di
riconoscere un morfema da solo

MECCANISMI DI FORMAZIONE DELLE PAROLE


Lessico è classe aperta
Parola formata con due meccanismi derivazione e scomposizione
DERIVAZIONE: si crea una parola aggiungendo morfemi derivazionali
COMPOSIZIONE: Comporta sovrapposizione di più elementi lessicale

DERIVAZIONE:
➔ Es da DENT
Posso creare due aggettivi (dentale, dentario) e altro sostantivo (dente e dentista)

Differenza DERIVAZIONE E FLESSIONE


1. Derivazione→ dà luogo a più parole regolandone i processi di formazione
2. Flessione→ dà luogo a parole regolandone i modi con cui si attualizzano nelle frasi → es
ragazzo, ragazzi, ragazza→ sono parole diverse
La differenziazione è data se es. uso articolo lo cambio in base a genere e numero→ in frase,
inoltre, ci sarà anche un cambio di verbo
Dentale e dente→processo derivazione
Dente e denti→ processo flessione

“the old man is my grandfather”


Avrò processi di flessione
Soggetto singolare→ selezione verbo a singolare
Caso processo di flessione

Nei processi di DERIVAZIONE


con processi derivazione si formano famiglie di parole → sulla base proprietà derivazione che è la
RICORSIVITÀ, è la possibilità di applicare una regola al risultato di una precedente applicazione
della stessa regola
es. socio→ sociale→ socializzare→ sociaizzabile→ socializzabilità
socializzabilità→ analisi:
morfema grammaticale→ morfo zero, niente ci dice che è singolare
ità→ potenzialità. Sostantivo astratto (morfema derivazionale, suffisso)
abil→ aggettivo che vuol dire potenzialità, aggettivo potenziale (morfema derivazionale, suffisso)
izz→ suffisso con creo verbo da aggettivo, verbalizzatore (morfema derivazionale)
al→ suffisso che mi permette di creare aggettivo da nome , aggettivo relativo (morfema
derivazionale)

ricorsività→ creo derivati ricorrendo a determinate regole


con questa creo FAMIGLEI DI PAROLE
processo di derivazione in italiano si fa con SUFFISSI E PREFISSI
prima o dopo morfema lessicale

CAMBIAMENTO
Cambia-men-to

➔ Processi di AFFISSAZIONE (suffissazione, prefissazione ed infissazione), lingue si


comportano in modo diverso
Ita→ usa molto suffissi e prefissi
Altre lingue usano molto infissi

➔ NON TUTTI PROCESSI DERIVAZIONALI SI POSSONO APPLICARE A STESSE BASI LESSICALI


Ci sono delle regole di restrizione
Es. izion→ è suffissio che crea sostantivo da verbo
Punire→ punizione
Manifestare→ manifestazione
Ma comunque non è detto che da tutte basi verbali possono usare suffisso -izio
Es. stupire→ stupizione, non va bene
Perché morfema lessicale deve avere determinato significato→ non idea di combinare punizione o
creare stupore, quindi non azione in sé
➔ Differenza: punire e stupire
Da un punto di vista semantico, ovvero da azione espressa da verbo
È differenza sottile→ perché quando pensiamo in modo prototipico a punire qualcuno si pensa a
qualcosa che è di natura corporale
Stupire→ ha uno scopo diverso
LA MAGGIORE transività DI UN VERBO→ più o meno controllo→ può essere espresso con tratti
semantici che comportano selezione di suffisso o prefisso

Quando si parla di suffissi e prefissi:


PREFISSOIDI E SUFFISSOIDI
Prefissi e suffissi→ elementi grammaticali per derivazione
Ma esistono anche prefissoidi e suffissoidi→ da punto di vista semantico sembrano parole piene
Inviolabile→ da solo non ha senso, è prefisso

➔ Socialmente→ ment è suffisso


➔ Ma se dico ad esempio. SOCIO o SOCIOLOGIA → quel LOGIA, ha significato lessicale
Logia→ si parla di SUFFISSOIDE, dato che ha significato lessicale
Es. geologia, geografia (geo→ PREFISSOIDE)

PREFISSOIDI E SUFFISSOIDI→ non si usano come parole, ci si portano dietro da grego e latino
Sono come semiparole
Es. televisore→ tele è prefissoide, non solo significato grammaticale ma anche lessicale

Creazione di parole→ con inserimento di morfemi legati??

PROCEDIMENTI DERIVAZIONE
Caso italiano→ adopera meccanismo derivazione con SUFFISSAZIONE E PREFISSAZIONE
Suffissazione= si uniscono morfemi derivazionali, si collocano a fine parola e in genere comporta
cambiamento classe grammaticale della parola in precedenza (modo più usato per derivazione)
Prefissazione= invece di collocare morfema derivazionale alla fine parola, si pone all’inizio→ a
differenza suffissazione, questo procedimento non comporta cambiamento classe grammaticale
da quello precedente (processo opposto a suffissazione)
PREFISSO A→ creiamo contrari se posto davanti a parola es. sociale e asociale→ parola di
partenza non cambia classe grammaticale

Altro procedimento
SUFFISSAZIONE/DERIVAZIONE ZERO o CONVERSIONE
(se si vedono più nomi, è perché ci sono argomenti che si sovrappongono)
Per CONVERSIONE è un fenomeno morfologico sempre della derivazione interessa due parole con
stesso morfema lessicale e privi di suffisso
Però queste due parole appartengono a classi grammaticali diverse
DEFINIZIONE: Creazione di nuovo lessema appartenente a classe grammaticale da lessema
esistente ma che appartiene a parte del discorso diversa
Questo cambiamento di classe grammaticale avviene senza aggiungere suffissi
➔ Si passa da lavoro→ a lavorare (da sostantivo a verbo, da classe grammaticale ad altra, senza utilizzo di
suffissi)

È difficile quale sia il PRIMITIVO =quale parola da cui creiamo suffisso


Non c’è ragione di ordine morfologico
Lavorare → non c’è motivo per cui il primitivo sia LAVORO, e non è lavorare

Esistono in aggiunta derivati detti PARASINTETICI


Sono dei prefissati che derivano da nomi ed aggettivi senza che sia attestato né verbo denominale
o deaggettivale non prefissato formato per conversione delle stesse basi
➔ Abbottonare→ è verbo prefissato
Ma non c’è forma in italiano→ abbottono da cui con la conversione si ha verbo
Tanto meno verbo come bottonare per cui si direbbe che abbiamo formato prefissato da verbo
➔ Non facciamo trafila
Bottone, abbottonare, → è come se mancasse passaggio
Passiamo da bottone ad abbottonare
Abbottonare non ha forma più semplice sotto come (bottonare)
Si parla di PARASINTETICI→ verbi per cui non in grado di risalire a forma più semplice a livello
immediatamente superiore

ALTERAZIONE: sempre processo di derivazione, con utilizzo suffissi che connotano parola di
partenza in senso connotativo
Es. bellino, belloccio
Alterazione→ che danno aggettivo bello certa connotazione (si usa parola BELLINO nel caso di
qualcosa piccolo e carino)
Non sempre è possibile alterare aggettivo o sostantivo per tutti gradi di alterazione→ non sempre
si può creare accrescitivo o peggiorativo
Es. verbo dormire→ dormirone
Si può solo alterare con diminutivo→ dormicchiare
(PRAGMATICA)→ alterazione in genere ha scopi pragmatici→ quando usiamo alterazione
vogliamo connotare parola
Il contesto (finalità pragmatica) ci fa selezionare forma invece che altra
Un tipo di alterazione→ alterazione come BELLONE (non qualcuno bellissimo, ma ha qualche
caratteristica per cui non si può dire che è un personaggio attraente)

PROCESSI DI DERIVAZIONE
Come si descrivono processi di alterazione?
- Si sottolinea quella di partenza e poi si dice quello finale
Quando si descrive processo di alterazione si descrive passaggio
DERIVAZIONE→si parla suffissazione o prefissazione, classe da cui derivano parole e classe parola
di partenza
➔ Lavaggio è suffissato nominale e deverbale
È nome creato da verbo con utilizzo suffisso
➔ Asociale→ prefissato aggettivale deaggettivale→ usato prefisso, e procedimento parte da aggettivo
➔ Polverizzare→ suffissato verbale denominale→ verbo creato da nome
➔ Rileggere→ è verbo creato utilizzando prefisso attaccato ad altro verbo
➔ Bello→ bellezza
Processo descrizione: suffissato nominale deaggettivale
(cosa cambia, punto di arrivo, punto di partenza)
➔ Amministrare→ amministrazione
Suffissato nominale deverbale
➔ Tinta→ tinteggiare→ tinteggiatura
Suffissato verbale denominale, suffissato nominale deverbale

In conversione non sappiamo base di partenza


Invece con suffissazione→ si dice che primitivo sia VERBO→ es tinteggiatura viene da tinteggiare
Per cui anche in lavoro e lavorare→c’è chi dice che primitivo sia verbo, ma con conversione cosa è
meno standardizzata
➔ Quando coppia è costituita da verbo ed un aggettivo → primitivo è aggettivo, dato che verbo indica
azione di assumere lo stato o la qualità denotata
Es. Calmare→ calmo

Processo conversione si vede meglio di inglese


➔ Derivazione zero→ es. (to) cut e cut → classi grammaticali diverse, in inglese si vede meglio
C’è chi pensa che (to) sia come una specie di morfema slegato→ non va attaccato a base lessicale
ma ci aiuta a creare infinito, un po’ come are, ere, ire solo che in italiano attacchiamo alla fine

AFFISSIVI FLESSIVI→ sono morfemi grammaticali


AFFISSI DERIVAZIONALI→ sono quelli per cui creiamo altre parole, cambiando connotazione e
classe grammaticale
RICONOSCI AFFISSI DERIVAZIONALI E FLESSIVI:

Es. il contadino uccise l’anatroccolo


3 parole piene
Processo di derivazione si ha con: ANATROCCOLO, processo di derivazione e alterazione, viene da
Anatra
Processo di alterazione in cui creato diminutivo
AFFISSI FLESSIVI? Esistono morfemi grammaticali in queste parole?--> -o di contadino e
anatroccolo, morfema flessivo che ci dice che è maschile singolare
-e di uccise→ morfema flessivo, singolare 3° persona

Es. il governatore delle Indie aveva il titolo di viceré


Governatore→ suffissato nominale deverbale
Viceré→ prefissato nominale denominale (stessa classe grammaticale)
Viceré→ morfema flessivo è morfo zero
Governatore→ morfo flessivo è -e finale maschile e singolare

Es. c’eravamo tanto amati


Processo di derivazione: AMATI, ma in questo caso le proprietà grammaticali participio passato ci
traggono in inganno
Amati è participio passato forma verbale→ problema è che ha più nature
Amato→ participio passato, nominale, aggettivale
Forma come amati crea difficoltà in descrizione, se passo da amare ad amato, da verbo a
sostantivo
Mi trovo davanti a processo di derivazione
Amati non usato come sostantivo→ ma come participio passato, forma verbale unica→ non c’è
procedimento di derivazione, quel -ti di amati è affisso flessivo che indica participio passato
maschile plurale
Se dicessi es- Gli amanti sono nella camera→ amanti è nominale
BISOGNA STARE ATTENTI A CHE FUNZIONE HA

Es. vestivamo alla marinara


Processo di derivazione: marinara, suffissato aggettivale deaggettivale
antecedente di marinara è marino
a→ morfema flessivo che ci dice singolare femminile

es. improvvisamente il dentista aprì


processo di derivazione: dentista, derivato nominale denominale
improvvisamente, derivato prefissato avverbiale deaggettivale
-a finale di dentista è ALLOMORFO perché codifica maschile singolare ed è in distribuzione
complementare con -o e con morfema flessivo -e (che marca sempre maschile singolare)

Improvvisamente→ morfema grammaticale: non abbiamo morfemi flessivi ma solo derivazionali


-Mente→ si crea avverbio da aggettivo

Altro procedimento morfologico→ COMPOSIZIONE

Tedesco una delle lingue in cui si usa molto composizione


Si crea lunghe catene di parole che vanno a formare composto
➔ Diverso da Derivazione con cui si colloca morfemi legati che non hanno significato lessicale a base
lessicale per creare nuove parole
➔ Con COMPOSIZIONE si unisce due morfemi→ troviamo altro significato, referente cambia
Es. caposquadra, apripista (colui che per primo compie l’azione), cassapanca, cassaforte (oggetto),
altopiano (due aggettivi che in composizione creano elemento geografico)

Parola tedesca
Spiel
Qualufikation
Chaft
Weilmisters
FuBball
Questo composto→ partita di qualificazione per i campionati del mondo di calcio = 10 parole
In tedesco è detto con unica parola
COMPOSIZIONE→ processo estremamente produttivo, se conoscenza da madrelingua si
possono creare composti che risultano sempre intellegibili ad altri parlanti
In italiano→ difficilmente creato composto
Mentre in tedesco spesso elementi composizione per arrivare a significato
COMPOSIZIONE→ si descrive estrapolando elementi che creano composizione
Es. capostazione (composto nominale formato da due elementi nominali)
Es. camposanto (nome+ aggettivo che dà nome)
- Quando creiamo composto in cui uno degli elementi è verbo→ occupa prima posizione
Seguono struttura lingua
Di solito c’è sequenza in italiano: soggetto verbo
➔ Es. lavapiatti (verbo+ nome mi dà nome)
Difficile che in italiano soggetto sia dopo verbo
➔ Es. senzatetto (elemento avverbiale e elemento nominale che dà sostantivo)

Processo COMPOSIZIONE è uguale in tutte lingue→ definiamo come creazione parola da due
classi grammaticali
Ciò che cambia è l’ordine con il quale possono essere disposti gli elementi
Es.
Wassersportverein → in italiano avremo “circolo degli sport d’acqua”
3 lessemi diversi
Ordine degli elementi in italiano è inverso
Tedesco→ wasser =acqua , sport=sport, verein=circolo

Procedimento di composizione molto produttivo→ parlante di competenza profonda tedesco, può


creare composizioni con senso
Chi competente sa riconoscere referente parola

Il processo di composizione caratterizzato da ricorsività come quello di derivazione:


in particolare, lingue in cui procedimento è produttivo
creare composto su composto→ composto rimane stesso ma aggiunto altro elemento lessicale
che va ad arricchire il composto
come in tedesco→ Donaudampfschifffahrtsgesellschaftskapitansmutze→ aggiunto elemento su
elemento
in inglese la composizione non è grafizata come in italiano o tedesco
in italiano o tedesco si hanno parola unite
in inglese→ considerati composti anche elementi che mantengono unicità lessicale
es. winter weather skin troubles → è un composto perché significato lo abbiamo dall’unione di
tutte queste parole e non dalla singola traduzione di ognuno
elementi che creano composto→ creano significato nuovo da unione significati
- Se prese queste parole singolarmente→ ognuna avrà proprio significato, e tutta frase avrà altro
significato
Ma se prendiamo parole intere→significato legato ad ambito dermatologico
In inglese→ la COMPOSIZIONE è LIBERAMENTE RICORSIVA
Ovvero non necessariamente andiamo a creare composto su altro composto
Es. (Turkish literature) professor→ procedimento di composizione ricorsivo, lo creiamo su
composto
Es. Turkish (literature professor)→ composto che attacchiamo a lessema semplice
In entrambi casi sono composti

BASI SU LE QUALI CREARE I COMPOSTI


IN ITALIANO (slide colonna)

In italiano→ 1° colonna sempre possibile


POSSO CREARE UN COMPOSTO SEMPRE PARTENDO DA NOME
Unendolo con nome, aggettivo, verbo, pronome e avverbio
2° colonna→ con AGGETTIVO→ non posso creare composti con tutte sequenze→ non mi
consentono di creare composti se VERBO+AGG e AGG+PREPOSIZIONE
5° colonna→ PREPOSIZIONE→ diventa complicato creare composizione con qualunque sequenza
Ci sono regole che impediscono composizioni

ELEMENTI TESTA E MODIFICATORE


COMPOSTI→ si riconosce elemento lessicale che dà caratteristiche semantiche di base: TESTA
Altri elementi sono i modificatori
Wessersportverein→ verein =circolo è elemento testa
È elemento che assegna classe di parola (sostantivo in questo caso) e conferisce al composto le
caratteristiche di significato

COMPOSTI CON TESTA…


Se siamo in grado di individuare elemento che determina classe della parola (dice se aggettivo o
verbo) e ci aiuta a collocare sintatticamente composto e dà dato significato→ allora si potrà dire
che è testa del composto
C’è test per individuare testa composto→ se composto ha testa, con quello siamo in grado di
individuare elemento
- Capostazione→ capo determina classe lessicale, determina concordanza sintattica sostantivo
(capostazione è vecchio, non che è vecchia, si concorda con capo)
Testa è ciò che regola sintassi della frase relativamente a quel discorso
- Cameraoscura→ camera
- Pescespada→ pesce e spada, composto binomiale
Ha testa che è pesce, perché quando inserito in contesto sintagmatico bisogna usare
aggettivazione al maschile
- Blackboard→ testa è board, che è piano
- Gentiluomo→ composto con testa che è uomo, concordato con elementi maschile e singolare
- Honey-sweet→ è aggettivo, per cui testa è dolce
- Scuolabus→ testa è bus, scuolabus giallo, maschile singolare
COMPOSTI SENZA TESTA…
Ci sono anche composti senza testa→ bagnasciuga → è senza testa, non categoria lessicale dove
collocarlo
Buttafuori
Scolapasta→ non è pasta né verbo→ non ha testa
Composto non ha testa

Come riconoscere testa composto:


- Testa si riconosce con prova del “è un”
- Testa del composto determina classe parole dove collocare composto
- E categoria semantica

Da composti con o senza testa abbiamo:


Composto esocentrico ed endocentrici
Abbiamo individuazione della categoria semantica guardando elementi composto→
ENDOCENTRICI→ dove riconosco testa
Pescespada, blackboard, gentiluomo, honey-sweet, scuolabus
Es. pellerossa→ sostantivo e aggettivo, non ha testa, né pelle né colore→ testa sarà al di fuori del
composto per cui ESOCENTRICI, non hanno testa individuabile (uomo pellerossa→ uomo è testa)
Es. senzatetto→ trova significato se unito a sostantivo UOMO
Es. guardasigilli→ è carica istituzionale che ha date funzioni
Es. saliscendi→ non è verbo, ma indica azione frenetica

COMPOSTI CON DUE TESTE…


Esistono anche composti con due Teste
➔ Es caffellatte
➔ Cassapanca→ non una sola testa, è una panca dove ci si siede ma è anche cassa dove porre oggetti
➔ Agrodolce→ aggettivo usato per prodotto alimentare nel quale coesistono due proprietà
➔ Tragicomico
➔ Rossonero
➔ Nerazzurro
In tragicomico e nerazzurro ci sono elementi di una parola che si fondono con quelli dell’altra→
COMPOSTI STRETTI, composti che perdono unità fonologica
In Tragicomico una sillaba va a perdersi

- Si parla di composti VADVA → vuol dire “due due”, viene da sanscrito


Sono composti in cui due elementi mantengono loro autonomia→ essendo due teste entrambi

COMPOSTI SI DISTINGUONO:
- Se hanno o meno testa oppure endocentrici o esocentrici
- Se sono subordinati o coordinati
Classificazione su rapporto interno:
SUBORDINAZIONE E COORDINATIVITÀ
Subordinativi→ costituenti legati tra loro secondo rapporto modificato/modificatore, indica
rapporto di dipendenza
Modificato=testa
Modificatore=tutto ciò che non è testa
Es. pescespada→ modificato=pesce che è testa, e spada=modificatore→ si parla di composto
SUBORDINATIVO
Es. capostazione→ modificato=capo, stazione=modificatore
Se composto ha più o meno una testa→ possiamo distinguere tra esocentrici e endocentrici, e tra
subordinativi (si ha testa) e coordinativi (non si ha testa)
Se cambiando modificatore pescespada→ pesce=testa e spada=modificatore
Stessa testa→ ma cambia modificatore, ovvero elemento che cambia referente del composto
creo parole con altri significati con parole come “pescespada” o “pesceluna” o “pescepalla”→
posso compiere stessa operazione con capostazione? Si→ al cambiare modificatore, cambia
significato del composto e testa rimane la stessa
modificatori= elementi che danno significato lessicale a parola
modificato= elemento che rimane fermo, individua semantica

COORDINATIVI, indica rapporto uguale tra loro


Composti coordinativo→ non siamo in grado di individuare testa o teste ce ne sono due
Es. sordomuto→ due teste, non sappiamo quale sia caratteristica principale
Non c’è elemento modificato e uno modificatore→ non si parla di subordinazione
Ma elementi stessa funzione

- COME SI CREANO PLURALI COMPOSTI? O FLETTERE COMPOSTI


Esiste regola universale?
➔ Cassapanca→ cassepanche
➔ Pescespada→ pescispada
Non c’è una regola→ non esiste una regola univoca per creazione plurale
Plurale→
- può essere marcato su fine composto→ es. bassirilievi
- Internamente solo su primo elemento→ es. capistazione
- Su entrambi elementi → es. Cassepanche
- Oppure composti invariabili a cui non si applica flessioni→ es. portaerei

Quando plurale composti→ elemento dove spesso plurale marcato è la testa


Creazione plurali è irregolare
Però generalmente plurale marcato su testa→ per stesso motivo per cui è la testa che indica
genere e numero
Per cui dico es. capostazione→ capistazioni
Se due teste→ allora saranno entrambe teste ad essere marcate nel senso del plurale es.
cassepanche

TIPOLOGIE COMPOSTI
SUFFISSOIDI E PREFISSOIDI→ quei suffissi e prefessi (affissi) che non sono esattamente delle
parole vuore, ma degli elementi con un significato, con le quali possiamo creare dei derivati
Le parole suffissoidi e prefissoidi→ introdotte da studioso MIGLIORINI → con questa
denominazione voleva individuare elementi che non avevano statuto di morfemi legati e di fatto
come parole vuote, come affissi, né lo statuto di lessemi (parole)
Es. geo→ non riconosciuto come prefisso→ ma riconosciuto sorta di significato lessicale
Possiamo riconoscerlo sia come AFFISSOIDI, sia come elementi grazie al quale si creano composti
detti NEOCLASSICI
COMPOSTI NEOCLASSICI→ riconosciamo affissoidi, elementi che non sono esattamente dei
morfemi legati, ovvero parole vuote, né esattamente elementi lessicali
➔ Es. prendiamo parola come CARDIOLOGIA
Individuiamo CARDIO e LOGIA
CARDIO lo possiamo considerare come elemento lessicale (anche se non dirò mai “mi fa male il
cardio”)
I composti neoclassici sono in genere parole che fanno riferimento ad ambiti specifici (della
medicina o altro) che fanno ricorso a elementi di matrice classica (latina e graca), sia se li trattiamo
come affissoidi che come morfemi lessicali
Cardio e nefro→ sono due elementi con cui creare composti neoclassici
NEFRO→ è un elemento anatomico
I composti neoclassici o derivati con affissoidi→ sono usati da noi quotidianamente
Es. parola FRIGORIFERO→ è composto neoclassico “ciò che porta il freddo”
Es. FRUTTIFERO
Es. LOGOPEDISTA

COMPOSTI INCORPORANTI
Derivano da sintagma costituito da verbo seguito da sintagma nominale
Es. crocifiggere
In italiano→ elemento nominale è oggetto del verbo
Es. manomettere→ è letteralmente mettere mano
Es. babysitter→ è letteralmente badare al bambino
- Composti incorporanti sono molto più visibile in altre lingue
Da frase “io mangio la carne”→ posso creare composto come “io-carne-mangio” che è forma
verbale in unico composto
COMPOSTI INCORPORANTI per cui è quando l’oggetto viene incorporato all’interno della parola
DIFFERENZA COMPOSTI E LESSEMI POLIREMATICI
In italiano
Non confondere COMPOSTI con LESSEMI POLIREMATICI ovvero espressioni composte da più
parola ma che prese singolarmente hanno significato unico (es. essere al verde, fare il bucato,
partire in quarta→ espressioni polirematiche)
Non sono composti dato che in italiano COMPOSIZIONE è GRAFIZATA, parole sono unite
Le POLIREMATICHE sono delle parole molto interessanti→ la cui classe estremamente suscettibile
di essere ampliata:
in POLIREMATICHE SI DISTINGUE:
UNITÀ LESSICALI BIMEMBRI → non sono composti
Es. sedia elettrica o parola chiave→ non sono composti non ha unità grafica
Non uniti in nessun modo, ma messi uno accanto all’altro→ loro rapporto non ha raggiunto livello
di unione tale da essere scritte come unica parola
IN COMPOSTI→ due elementi perdono significato originario per andare a creare significato diverso
POLIREMATICHE→ due elementi mantengono indipendenza semantica→In italiano questo viene
reso dalla separazione delle parole

FLESSIONE, altro modo per creare parole


Due elementi di creazione parole: derivazione e composizione
Creiamo parole anche quando flettiamo parola (es plurale→ cane e cani)
Ma elemento creazione anche modificando morfema flessivo FLESSIONE:
FLESSIONE serve determinare unità sintattiche parole= determinare da forma da dare a
determinata parola affinché sia inserita in contesto sintattico
Es. Gatti è attaccato alla madre→ non va bene
Verbo ed aggettivo saranno flessi→ concordemente al maschile e plurale

DIFFERENZA TRA FLESSIONE E DERIVAZIONE


DERIVAZIONE serve a struttura ed ampliare lessico mentale
Creare parole nuove che non appartengono a stessa classe di partenza
CONTO CONTABILE CONTABILIZZARE CONTABILITÀ
Con FLESSIONE→parole hanno sempre stessa classe, ma abbiamo forme diverse risposto a
contesto sintattico
AMO (se parlo di io) AMI (se parla di tu) AMA (se parla di lui) AMIAMO (se parliamo di noi)
Compariamo procedimento FLESSIONE e DERIVAZIONE

Diverse proprietà in gioco


- CAMBIAMENTO CATEGORIA:
DERIVAZIONE→ determina cambiamento categoria e significato
FLESSIONE→ non cambiamento di categoria
- DIPENDENZA CONTESTO SINTATTICO:
riguarda solo la FLESSIONE
- SISTEMATICITÀ
Risponde solo a flessione

FLESSIONE risponde a categorie che sono gerarchizzate e strutturate
Nessun verbo che al presente indicativo non potrò coniugare una persona
mentre
Non è detto che io possa creare derivati deverbali con stesso suffisso da tutte radici verbali
Es. Cambiamento→ non posso dire Vedimento, anche se per entrambi i casi si tratta di verbi
transitivi
Derivazione non è processo sistematico→ per cui creati paradigmi completi
- REGOLARITÀ SEMANTICA
Flessione→in questi paradigmi significato sempre lo stesso, sistematico
Derivazione→ significato può cambiare
Procedimenti flessione operati solo in struttura e non all’infinito
- MECCANISMO CHIUSO
Flessione rappresenta meccanismo chiuso→ procedimenti applicati solo in quel paradigma e non
all’infinito
Derivazione→ caratteristica ricorsività→ regole riapplicabili più volte in modo illimitato

MORFEMI FLESSIONALI
Non modificano significato radice lessicale su cui operano, ma attualizzano in contesto sintattico
Es. Sangst (indicativo, canta)
Es. Gesungen (participio perfetto)
A seconda base scelta, e tempi che dobbiamo coniugare→ scegliamo tempi diversi→ se va creata
parola in presente o forme con participio
Non cambia significato base lessicale ma cambierà il significato grammaticale a seconda del
contesto sintattico

2 procedimenti per formazione parole→ derivazione e composizione

E siamo passati a FLESSIONE,→ parole che sono inserite in determinate contest, parole che hanno
determinate marche grammaticali
- interessano i morfemi grammaticali che ci permettono di codificare categorie nome e
verbo
- E talvolta si prendono in considerazione anche morfemi lessicali
MORFEMI FLESSIONALI codificano categorie:
categorie nome e di verbo:
➔ es. forma tipo ANDIAMO→ analisi: presente indicativo verbo andare, e prima persona
plurale
citato in questo modo 4 categorie verbali: presente (tempo), (modo) indicativo, (persona) 1°
persona, plurale (numero)
➔ se analizzo forma CANI= plurale maschile
categorie nominali: genere e numero

morfema grammaticale è la marca di una determinata parola→ ciò che codifica una categoria
grammaticale

COSA SONO QUESTE CATEGORIE?


Categorie tornano in tutte lingue che si conosce?
➔ Es. SING (!)→ imperativo, 2° persona singolare o plurale
Detto modo e persona e due numeri
- Tutte lingue utilizzano stesse categorie per distinguere e flettere stesse parole

JAKOBSON→ linguistica occupato di categorie grammaticali


Sottolinea in suo lavoro:
L’autentica differenza tra le lingue non consiste in ciò che esse possono o non possono esprimere,
ma in ciò che i parlanti devono o non devono trasmettere
In potenza una lingua è in grado di descrivere qualsiasi cosa nel mondo
Ma ciò che fanno lingue è esprimere ciò che devono
In italiano, come anche spagnolo e francese: noi siamo obbligati a scegliere tra singolare e plurale
Se ente singolo→ obbligati a usare singolare
Se ente maggiore di due→ obbligati a usare plurale
➔ Ci sono però anche lingue che considerano oggetti in coppia→ considerate con DUALE→
altro numero grammaticale
C’era in greco e sopravvive in alcune lingue come anche Russo
Anche se scomparso maggior parte lingue

Lingue esprimo CATEGORIE OBBLIGATORIE→ caratteristiche che devono essere


necessariamente essere espresse
Categorie grammaticali sono categorie chiuse→ difficilmente ampliate e perse

ESEMPIO→ categoria NUMERO


5 lingue→ in cui distinzione sinolare e plurale
Ita: gatto e gatti
Ing: cat cats
Francese: chat, chats
Russo: kat katy
Albanese: mace macet

DUALE→ lingue che codificano, e devono codificarlo necessariamente, quando oggetto è in


coppia
Lingue sanscrite (c’è ancora in sloveno)
Non si applica solo a ciò che è materialmente in coppia
Ma anche ciò che si può trovare in coppia

Inoltre,→ NON TUTTE LINGUE HANNO CATEGORIA NUMERO


Come per cinese
Es.se diciamo nomi comuni di persona in contesto di collettività→ possiamo scegliere suffisso di
collettività, qualcosa che ci dice che quelle persone sono più di uno
Rén (uomo/uomini)→ rénmen (uomini)
Péngyou (amico/amici)→ péngyoumen (amici)
Idea COLLETTIVO→ in realtà non è estranea a italiano es. stormo o gregge (decliniamo a singolare,
ma che indica identità collettiva)
- Numero grammaticale→ non è in tutte lingue mondo solo singolare e plurale, anche se
siamo abituati a pensarlo così

➔ Altro esempio di differenza tra lingue


IN ITA→ siamo obbligati a flettere aggettivo secondo genere e numero
Es. gatto→ seleziono aggettivo maschile e singolare
Non tutte lingue lo fanno, ma comunque perspicue→ ES. ING→ non è obbligatorio flettere
aggettivo secondo genere e numero, capiamo comunque quell’aggettivo a chi si accorda

DEFINIZIONE: CATEGORIA GRAMMATICALE


È una categoria obbligatoria che indica una selezione del lessico tale che tutte le parole che non
presentano significato presentano il significato opposto
Es. CATEGORIA NUMERO→ è categoria obbligatoria, deve essere sempre espresso
Indica selezione lessico→ scegliere forma da adoperare
Tale che tutte quelle parole che non presentano plurale (significato)→ rappresentano quello
singolare (significato opposto)
Casa vs case, mano vs mani, piede vs piedi
Quando selezioniamo significato obbligatoriamente→ non possiamo selezionare l’altro significato

QUANDO SELEZIONIAMO UNA FORMA DOBBIAMO LASCIARE ALTRA


Es. le ragazze non bevono il vino→ verbo che mi fa selezionare plurale del soggetto e del
complemento oggetto
Es. puellae vinum non bibunt
PUELLAE→ esprime il caso nominativo, caso che codifica soggetto
VINUM→ singolare neutro, accusativo
NON BIBUNT→ verbo plurale, presente
➔ Categorie codificate: GENERE, NUMERO, CASO
Ma se vediamo lingua come finlandese: tytot eivat juo viniia
In finlandese→ non espresso genere del nome sappiamo solo (NOME, PLURALE, NOMINATIVO)~
Neanche in inglese→ c’è un indicatore genere→ si capisce genere solo quando sostituisco con
possessivo (es. girl, i didn’t see her)
NON è DETTO CHE TUTTE LINGUE ESPRIMONO TUTTE CATEGORIE→ ma quelle che esprimono
vanno codificate per forza

CATEGORIE NOMINALI:
Latino→ esprime genere, numero, caso, MA NON DETERMINATEZZA (non abbiamo nessun tipo di
articolo determinato o indeterminato)
Italiano→ esprime genere, numero e determinatezza, MA NON CASO (distinguiamo soggetto e
oggetto è la posizione degli elementi, → cosa che lingue con casi non succede, dato che sono csi a
distinguere stessi elementi)
Finnico→ distingue numero, casi, MA NON GENERE Né DETERMINATEZZA
Inglese→ esprime numero e determinatezza ma NON GENERE E CASO
Tedesco→ mantiene numero, genere, casi, e determinatezza
Ungherese→ esprime numero, caso e determinatezza ma NON GENERE
➔ Segno ondina ~ =indica opposizione
Det ~ indeterminate→ determinata vs indeterminata

CATEGORIE NOMINALI
NUMERO, GENERE, CASO E INDETERMINATEZZA
Maggior parte codificano genere e numero→ ma lingue molto diverse
NUMERO
Distinzione singolare e plurale→non in tutte lingue:
➔ come lingue celtiche, distingue cose insieme e oggetto preso da questo insieme
(COLLETTIVO~SINGOLATIVO)
Es. blew =capelli e blewen=capello
Quella con morfema marcato visibile è SINGOLATIVO
➔ ESISTENZA SPECIE DI DUALE, lingua non distingue solo plurale e singolare
Paucale→ è una forma che siamo obbligati ad usare in russo quando sostantivo accompagnati da
numerali come “due” “tre” e “quattro”
Se dico “tre ore”→ non dirò (casà=ore) ma uso la forma paucale (tri casy)

Al di fuori lingue indoeuropee


Solo il LAPPONE→ mantiene il duale
E il MALTESE →LINGUA particolare→ si possono sentire misto inglese e italiano, in quanto
dominazioni→ mantiene duale con nomi che riferiscono a misura, tempo e parti corpo in coppia

- Ci sono interferenze alcune volte con codifica grammaticale


Tra NUMERO E GENERE
Se in maltese→ dobbiamo creare plurale oggetti numerabili
Userò il femminile quando li devo numerare, il maschile quando sono non numerabili
F bajda =un uovo
Tilet bajdiet (f(ì)= tre uova
M bajd =uova generico
Anche categorizzazione numerabilità e non numerabilità interferisce con codifica maschile o
femminile

In ungherese e turco→ comportamento opposto:


Quando usiamo plurale→ è usato con valore generico
Se nome accompagnato con forma numerale, per cui specifico→ uso singolare

Lingue adoperano ciò che hanno per esprimere ciò che devono→ usano determinate prassi e
usano strumenti in modo diverso

- Così anche NUMERO può interferire con INDETERMINATEZZA


In basco
Forma determinata → per dire qualcosa di specifico (un bambino→ uso forma determiata)
Forma indeterminata→ uso plurale, per dire qualcosa di generico (i bambini)

GENERE
Distinzione maschile e femminile→ non usate da tutte lingue
Anche se maschile e femminile è una distinzione immediata perché va a coincidere con distinzione
di sesso, naturale
Es. se pensiamo “casa”, si dirà femminile→ ma casa non ha nessun elemento per dire che è
maschio o femmina
Infatti, Latino→ oggetti inanimati codificati con neutro→ in italiano neutro perso
In molti casi andato poi a coincidere con maschile o femminile

ITA→ distingue maschile e femminile


Alcune lingue→ no distinzione genere es finnico, inglese, ungherese
In latino→ distinzione genere si vede con sostantivi→ a seconda del genere uso morfemi
grammaticali diversi

IL GENERE→ però si può non fermare solo a maschile, femminile e neutro


Ci sono lingue come DIDO→ dove generi sono 4: razionale maschile (compresi sovrannaturali),
razionale femminile, irrazionale (essere animati non umani) e (oggetti) inanimato
➔ Maggiore o minore animatezza che è legata a intenzionalità

Fatto che non esistano marche di genere su parole→ non è detto che non esista genere
➔ Es inglese→ se sostituisco con pronome→ marca di genere c’è

CASO
Serve a esprimere loro funzioni sintattiche
Formano classe chiuse, difficile si aggiungano o tolgano casi
Loro numero varia di lingua in lingua→ es Dido ne ha 71
Funzioni fondamentali: Nominativo (caso che indica soggetto), accusativo (caso che codifica
complemento oggetto), genitivo (caso complemento di specificazione), dativo (caso del
complemento di termine)

NOMINATIVO→ si dice sia il caso non marcato, non possiede marca grammaticale, un morfema
che ci indichi che quello è nominativo
È così detto morfo zero
Tutte forme non marcate→ base lessicale senza aggiunte

Quando parliamo di casi grammaticali→ va introdotto concetto di SINCRETISMO =stessa forma


può esprimere più casi

Ted:
Nom. Junge
Acc Jungen
Gen Jungen
Dat Jungen
Plur Jungen
Come tutte forme al plurale sono identiche→ ciò che ci aiuta a capire caso → articolo, elementi
flessi a quella persona e verbo con certa persona

REGGENZA (diversa da concordanza)


Il verbo seleziona il caso del complemento
(come per latino es verbo regge ablativo)
Ma non sono solo verbi, anche preposizioni
Es. latino: Cum→ accusativo

Se complemento di reggenza si trova con lingue casi


Anche lingue che non hanno casi→ troviamo qualcosa simile
Come in italiano→ selezionate preposizione in base a verbo

DETERMINATEZZA
Categoria con la quale esprimiamo nostra capacità di individuare un elemento
➔ Modo più semplice per esprimerlo è ARTICOLO
Il bambino→ faccio riferimento a quel bambino “marco è venuto? No, il bambino non è venuto”
Se invece uso articolo indeterminativo→ non so niente dell’elemento che sto parlando, non è
qualcosa di specifico, bassa capacità di individuazione
Quando vogliamo esprimere in italiano un individuo specifico, quando oggetto è conosciuto a
interlocutore → uso determinativo
Es. avevo prestato un libero ad un amico, che non me l’ha più reso; così ho perso il libro e l’amico
Si passa da inderminato a determinato→ oggetto già citato nel discorso, e sappiamo di cosa si
parla
➔ Non tutte lingue marcano determinatezza con elementi esterni a parola
es. RUMENO, si attacca in fondo es om-ul =l’uomo
Anche in islandese

CATEGORIE GRAMMATICALI DEL VERBO


Sono :
- Tempo
- Aspetto (siamo in grado di distinguere diverse azioni, azione compiuta o meno)
- Diatesi o voce
- Modo
- Persona, numero e genere

Anche in questo caso


In genere Categorie sono tutte presenti→ tutte lingue su verbo marcano tempo, modo, aspetto,
diatesi, genere e numero
verbo si dice abbia funzione predicativa → costituente principale frase→ ci dice cosa sta
accadendo

PERSONA
- Quante persone ci sono in italiano?
Sono 3 persone
In genere messe in relazione con pronomi personali (io, tu, lei, lui…)
Il verbo può avere più riferimenti: si può flettere non solo in base a persone, ma anche a seconda
della semantica=significato che vogliamo esprimere con verbo

In UNGHERESE, infatti, abbiamo→ coniugazione soggettiva e oggettiva


Oggetto indefinito, usato in maniere assoluto→ coniugazione soggettiva
Uso coniugazione oggettiva→ quando oggetto definito

Non basta dire che verbo si coniuga in base a persone→non è solo la persona che la lingua è
obbligata ad esprimere
ma una lingua può voler differenziare tra verbi che reggono complementi e verbi che non lo
reggono
es. in italiano dico “io mangio” =assoluta, non seguita da complemento oggetto
ma verbo “mangiare”→ può essere seguito da complemento oggetto, “io mangio una mela”
DIFFERENZA CON UNGHERESE
in ungherese → “io mangio”→ coniugazione soggettiva
“io mangio una mela”→ coniugazione oggettiva

In ungherese:
La terza persona della coniugazione non soggettiva→ forma non marcata da suffisso
Dato che forma più frequente→ per principio di economia (in genere in lingua forma più
frequente è quella non marcata, se meno elementi più facile anche memorizzazione)

➔ Ci sono lingue in cui verbo concorda con genere invece che con persona e numero
In base a genere soggetto utilizzo determinati prefissi
Concordanza verbale→ secondo genere soggetto→ si usa certi prefissi
Concordanza con genere si ritrova in lingue slave anche parzialmente:
es. Russo→ scrivere
1° pers m=ja pisàl f=pisàla n
2° pers m=ty pisàl f=pisàla n
3° pers m=on pisàl f=onà pisàla neutro=onò pisàlo
Se si conosce genere soggetto→ espressione genere è obbligatoria
- Come in inglese o francese dobbiamo esprimere pronome personale
Presenza pronome personale→ dove perse desinenze verbo, il resto è completamente uguale
Se in inglese→ forme morfologicamente identiche
In francese→ non morfologicamente uguale, ma pronuncia evoluta in modo che se non metto
pronome davanti non so di cosa si stia parlando
◼ Dove forme del verbo si sono perse morfologicamente (forme indistinguibili da punto di
vista morfologico) o foneticamente perché in pronuncia non si distinguono→ Metto
pronome personale per forza
PRONOMI IN QUESTO CASO→ CONSIDERATI COME MORFEMI LIBERI
Perché Pronomi personali esprimono categorie che sono la persona e il numero
Morfemi grammaticali: esprimono funzioni della forma verbale o nominale→ in questo caso
pronomi esprimono categoria numero e persona

Lo stretto legame tra verbo e pronome personale→ tanto che possono fondersi con verbo
Desinenza persone singolare in ungherese→ derivano da pronomi
- Ciò che mi fa distinguere persone?
- Cosa dovuto la distinzione tra persone?
Es. in arabo→ 1° =colui che parla, 2° persona= colui che ascolta, 3° persona= entità che non è
presente in contesto comunicativo
Per questo in lingue si distinguono persone→ in contesto comunicativo distinguiamo queste 3
entità

TEMPO E ASPETTO
Categoria di tempo: 3 dimensioni di tempo marcate→ PRESENTE, FUTURO E PASSATO
Tempo corrisponde a dimensione esterne
Vedo: in questo momento
Ho visto: distante in tempo ma passato
Vedrò: distante in tempo ma futuro
Tempo riguarda contesto comunicativo ed esterno

ASPETTO: caratteristica interna, definiamo azione che si presenti come realizzata parzialmente o
completamente, non ancora finita o meno
➔ Per cui avremo PERFETTIVO E IMPERFETTIVO
Distinguiamo tra
“ho visto” =azione perfettiva, ovvero compiuta
“vedevo” = azione continuata e durata in tempo

In italiano nonostante si mantenga in verbi una distinzione di aspetto, questa categoria non ha
codifica grammaticale
➔ perché in italiano non distinguiamo tra base lessicale perfettiva e base lessicale
imperfettiva
in italiano, come molte lingue europee, categoria primariamente codificata è QUELLA DEL TEMPO
sentiamo necessità di collocare azione in asse temporale, prima di definire se azione perfettiva o
imperfettiva (considerata in svolgimento)
➔ invece lingua come arabo→ forme si distinguono come compiute e incompiute→ forme
diverse rispetto a azione che verbo veicola
anche Maltese importante idea compiuto e non compiuto→ idea che non si rifà solo al passato,
ma anche presente
es. kiteb =compiuto (scrivere, 3° persona), yikteb =incompiuto (scrivere, 3° persona)

in italiano→ uso stessa base lessicale per tutti tempi, nonostante non ci sia distinzione perfettiva e
imperfettiva da punto di morfo lessicale
comunque, nella denominazione tempi verbali si mantiene idea perfettivo e imperfettivo (in latino
si distingueva questo aspetto)
In russo→ è proprio anche forma che esprime aspetti diversi
Codifica necessariamente perfettivo, imperfettivo e durativo

DIATESI
Categoria verbale
Attivo o passivo
➔ distinzione legata a idea transitività
non si può creare passivo verbi intransitivi

esprime rapporto come viene presentata azione rispetto ai partecipanti a quell’azione, in


particolare soggetto
“io lavo”→ pieno controllo azione, verbo transitivo, attivo
“io sono lavato”→ al passivo→ subisco azione
Riflessivo→ “io mi lavo” = compio azione su me stesso
DIATESI codifica controllo soggetto su azione

- Diatesi è categoria che comporta selezione ausiliare


Quando usato verbi intransitivi che vanno verso transitivi

Es. Verbo stare→ verbo intransitivo


Ausiliare→ essere
Oggetto viene escluso con questo verbo

Es. Verbo camminare→ verbo intransitivo


Ausiliare→ avere

Scelti ausiliare→ rispetto anche intenzionalità e se si possa più o meno controllare azione
A seconda intenzionalità e controllo azione seleziono certo ausiliare
Es. camminare→ ha molto più controllo del verbo stare

Quando maggiore controllo→ tanto più è vero simile che seleziono ausiliare AVERE (di solito si usa
con verbi transitivi)
per via della intenzionalità e del controllo su azione in genere legati a concetto dell’animatezza →
generalmente chi vuole compiere l’azione è essere animato (verbo transitivo)

- FORMA RIFLESSIVA → si possono creare solo su verbi che sono alti in scala della transitività
Es. verbi transitivi come ricevere, prendere, lavare
Es. Prendersi in giro→ minore transitività “prendersi del tempo”
Lavarsi→ prendo spugna e mi lavo
Non stesso grado di transitività, anche se sempre forme riflessive
- Diatesi legata a intransitività del verbo

Es “la porta si apre”→ oggetto inanimato, non intenzione


Anche se forma riflessiva→ non pensiamo la porta si apra da sola
In casi come questo→ azione verbo inanimato
Nonostante verbo riflessivo→ COMUNQUE SIGNIFICATO PASSIVO
Diverso grado di intransitività (non stesso grado come “giulio si lava”)

Diatesi passiva→
- Descrivi verbo passivo: si forma con ausiliare essere/venire e participio passato
Questa idea di passività non indicata allo stesso modo in tutte lingue:
“il bicchiere si è rotto” = the glass broke
“si è lavato” = he washed himself → fa capire che verbo riflessivo con forma pronominale
In italiano c’è bisogno forme che esprimano in qualche modo significato passivo

Ci sono lingue in cui complemento di agente non si deve esprimere

MODO
Esprimono intenzionalità, possibilità, incertezza
In italiano:
Indicativo: azione in cui non abbiamo dubbi
Condizionale e congiuntivo: incertezza

Verbi che esprimo desiderio, dubbio, ipotesi: usiamo congiuntivo in italiano


Non possiamo esprimere certezza su azione che stiamo dicendo
- Anche in spagnolo siamo obbligati ad usare il congiuntivo con determinati verbi→ non
marcati allo stesso modo:
IMPERATIVO: esprimiamo comando
CONGIUNTIVO: esprime di solito desiderio e incertezza

LA PERSONA
Categoria verbale che indica chi compie l’azione→collega forma verbale a soggetto
La persona si manifesta con morfemi di accordo: morfema di prima, seconda, terza persona
singolare e plurale
Marcatura di persona→ comporta anche marcatura di numero

- Pronomi personali→ collegati in genere ad interlocutori individuabili e non classe di oggetti


Io e te→ si indica colui che parla e colui che ascolta
Lui→ individuiamo individuo esterno o qualcosa di cui si parla

Selezione persona→ in base anche a gerarchia sociale


◼ FORMA DI CORTESIA
Es. in francese → molto scortese dare del tu a chi non si conosce, anche se stessa età→ ci si dà del
voi
Es. spagnolo→ usted
Es. italiano→ lei o voi
Es. In inglese però non funziona così→ si usa sempre seconda persona singolare
A meno che non si guardi in testi preghiere→ per cortesia “thou” o “thy”
Usate in testi non contemporanei→ sono forme di rispetto e non usata forma “you”

In civiltà orientali→ indicazione persona è molto complicata


(sia per pronomi che per forme verbali)
Sistema di cortesia molto più complicato e articolato
Questa articolazione sistema cortesia articolata su forme grammaticali
➔ Giapponese: forma di riguardo, forma comune, variante confidenziale, proprio uso dell’uso
femminile, anche forma per stranieri che imparano giapponese
(Dà idea anche come articolata società giapponese→ donna mondo a sé sottoposta a sfera
maschile)
Si usano forme secondo contesto comunicativo→ secondo parlanti e chi è nostro interlocutore=
secondo ruolo di maggiore o minore prestigio che noi occupiamo rispetto a interlocutore e
rispetto a confidenza con esso
- Articolazione cortesia→ si riflette anche su verbi
Es. se usiamo forma sbagliata in contesto comunicativo, anche se crediamo di saperlo benissimo→
il nostro interlocutore non vorrà parlare con noi→ perché forme inappropiate

- Inoltre, ci sono lingue che marcano su verbo accordo di genere→ come italiano con
participio passato
“sono andata dal dentista” (donna)
Marcare genere in verbo→ si ha anche in italiano, con scopi identificativi però e non di gerarchia e
diversificazione come giapponese (non scopi di differenziazione, ma con scopi identificativi)

1h.45
LINGUE INDOEUROPEE E LINGUE NON INDOEUROPEE

CLASSIFICAZIONE LINGUE:
diversi criteri per cui si possono classificare lingue
uno di criteri→riguarda le morfologie delle stesse=mondo in cui codificati significati e categorie
Criteri:
- Genealogico (parentela lingue)
- Areale→ dipende da possibilità lingue
- topologico
La tipologia è branca della linguistica→ formalizzata da anni 60 del 900
Permette classificazione lingue in base a comportamenti della grammatica
Per classificare lingue su base TOPOLOGICA: come si comportano relativamente a codifica
morfologica delle categorie
Es. lingue europee→ che su stesso morfema marca più categorie
Es. cani→ “i”→ marca numero e genere
Ma non tutte lingue uguali
- In base come lingue codificano significati:
4 tipi morfologici: isolante, polisintetico, agglutinante e flessivo

◼ Ci sono due indici matematici che si usano per attribuire lingua a determinato tipo:
indice di sintesi→ chiarisce il numero medio dei morfemi per parola→ quanti morfemi servono
per esprimere tot significati
indice di fusione→ specifica numeri di morfemi per morfo= quante categorie grammaticali sono
espresse su stesso morfo

- Tipo agglutinante: alto indice di sintesi, perché esprimono generalmente ogni categoria con
morfemi diversi, basso indice di fusione→ rapporto 1:1 tra morfema e morfo (tra categoria
espressa e modo di esprimerlo)
Es. TURCO→ agglutinante→ espresso con morfi diversi
- Tipo FLESSIVO: Indice di fusione alto, su stesso morfo esprimo più categorie, indice di
sintesi sarà molto basso perché pochi morfemi utilizzati
In LATINO→ invece più categorie espresse da stesso caso
- TIPO ISOLANTE: indice di fusione e sintesi molto basso perché in genere ad ogni parola
corrisponde indicazione di significato
Es. CINESE

Quando si descrivono i tipi morfologici→ si fa riferimento a questi tipi di indici


Se difficile descriverli con questi indici→ non citarli
Basta ricordare come lingua si comporta: quante categoria, quanti morfemi ha bisogno per
esprimere n categorie

TIPO ISOLANTE
Esprime generalmente una categoria usando parole diverse
Struttura semplice delle parole→ basso indice di sintesi, in genere solo un morfema
- VIETMANAMITA, CINESE, THAILANDESE
Per esprimere ciò che l’italiano esprime con unica parola
Es. lo straniero
Vietnamita→ indica persona (mgu’òi), classificatore che serve per esprimere sesso in questo caso
(dàn), maschio (ong), altra parola che vuol dire ‘di fuori’ (la)
Usato 4 parole per dire persona di sesso maschile che viene da fuori= lo straniero
◼ È tipo isolante perché per esprimere certi significati ha bisogno di usare più parole

In elencazione lingue isolanti→ c’è anche INGLESE


Non ci sono meccanismi così complicati→ ma i tratti che possono rendere inglese lingua isolante
CLASSIFICAZIONE DI ORDINE TIPOLOGICO:
ci sono caratteristiche delle lingue che permettono di mettere insieme lingue
a seconda come lingue si comportano a codificare categorie grammaticali→ ci sono 4 tipo,
ISOLANTE, AGGLUTINANTE, FLESSIVO E POLISINTETICO

i 2 indici→ di natura matematica:


- Indice di sintesi=numeri di morfemi individuabili in parola
- Indice di fusione=segmentalità parola, grado di segmentazione→ perché su ciascun
morfema marcata categoria, grado di difficoltà con cui vengono individuati confini tra
morfemi
Danno senso di quanto elementi formanti siano tra di loro fusi e quanti ne servano per classificare
categorie
Per classificare numero, genere e classe→ uso 3 morfemi, alto indice di sintesi

TIPO ISOLANTE
Caratteristiche:
parole da struttura semplice→ in genere parola corrisponde a morfema, parole monomorfemiche
indice di sintesi molto basso 1:1→ ogni parola composta da non più di un morfema
categoria espresse in modo analitico
es. vietnamita-> usata parola classificatore (dan), usa altra parola per indicare genere (ong),
persona (ngu), di fuori (la)
per cui significati lessicali ma anche grammaticali (genere o numero)→ sono marcati in modo
assestante

espressione complessa composta da diverse parole

TIPO AGGLUTINANTE
Caratteristico di alcune lingue europee→ FINNICO, lingua di tipo isolante, o TURCO (anche se non
europea)
- Hanno storia della parola molto complessa
- ciascuna categoria è espressa tramite morfema diverso
- Alto indice di sintesi→usati molti morfemi per marcare categorie, morfemi avranno unica
funzione (determinato morfema marca solo singolare)
- lingue altamente trasparenti, facilmente segmentabili
Es ITALIANO→se si pensa ad articolo, studiante pensa a parola come “casa” e “uova”→
studente come interpreta la casa, le uova anche codificata come femminile
“a” codifica genere e numero
In lingue agglutinanti non succede
Usano morfema per indicare genere e morfema per indicare numero
Cas-a→ a scissa in morfema femminile e morfema di singolare
In agglutinante:
Morfemi appartengono a unica parola, ma facilmente individuabili→ più facile interpretare parola

Es. ESPERANTO→ lingua artificiale, lingua inventata a fino 800 a tavolino, perché l’Europa e
nelle intenzioni a livello mondiale esistesse una lingua veicolare= non appartiene a nessun popolo,
ma usata in comunicazione internazionali
Usati elementi tratti da maggiori lingue europee=italiano, inglese, francese, tedesco…
Quando scelta morfologia→ usato AGGLUTINANTE, perché permette un’alta analizzabilità della
parola:
- parole facili da analizzare
- Per declinarle basta aggiungere morfemi
- E sono facilmente apprendibili
Es parola come OSPEDALE→ creata parola MALSANULEJO
➔ Mal-san-ul-ej-o→ individuare serie di morfemi che presi in complesso marcano significato
O=marca singolare
Ej=aiuta a creare nome di luogo da aggettivi
Ul= morfema sempre derivazionale che indica funzione per
San=sano
Mal=morfema che nega l’aggettivo (come “a” di atipico, crea opposto aggettivo)
Si ricava significato

Tipo agglutinante: segmentato in trattini per capire da cosa è composta


Tipo isolante: sono più parole che corrispondono a unica parola in italiano o altre lingue europee

In ESPERANTO
- Patr-o (morfema lessicale+ morfema codifica numero)
- Knab-o
- Vir-o
O=singolare
- Patr-in-o
O=singolare
In=femminile
- Patr-in-o-j
In=femminile
O=numero
J=plurale
(si riesce a capire struttura esperanto se confronto altra lingua)
◼ Altra lingua agglutinante è TURCO
Adam (nom.sing)
Adam-lar (nom.plur)
Adam-lar-dan (abl.plur)
- I casi sono marcati diversamente, non possibilità unica forma per diversi casi e numeri→
indicatori marcati diversamente (diverso da latino, che alcuni casi sono marcati da stesso
morfema e bisogna capire secondo contesto sintattico di cosa si parla)
Base lessicale rimane quella→ e aggiunto morfema per caso

LINGUE FUSIVE O FLESSIVE


- Morfologia molto ricca→ categorie diverse espresse su generi detti cumulativi (più di una
categoria espressa da unico morfema)
- Una categoria può essere espressa da più morfi= molti casi di allomorfia
- Ci possono essere casi in cui morfi uguali=casi di omonimia tra morfi (casa, uova→
a=classica categoria diverse)
- Espressa stessa marca su più costituenti parole→ una povera vedova→ ‘a’ ripetuta
- Confini parola non sono chiari→dobbiamo conoscere italiano per sapere che a=cofifica
femminile singolare, cosa che con le agglutinanti non accade dato che morfo per ogni
categoria
- Indice fusione alto
- Indice sintesi basso→ perché su unico morfo marco più categorie
Es. greco, Russo, italiano, spagnolo, latino

Puell-arum→ -arum sappiamo che è genitivo, plurale, femminile 1° declinazione


Plurale e caso marcati da unico morfo → mentre turco diverso, ha due morfi
Es. le mie belle cugine→ ridondanza → genere e numero rimarcato su tutte parole
Categorie genere e numero marcato da unico morfo=”e”

LINGUE POLISINTETICHE
Caratterizzate da serie tratti
- Ricca morfologia
- Struttura parola complessa→parole sono formate catene morfemi
- Lingue dette lessicali
- Parola poco trasparenti→ diverse categorie difficilmente segmentabili→ molto presenti
fenomeni di fusione
Difficilmente riconoscibili
Es. eschimese, lingue amerindiane, lingue indigene dell’Australia

Groenlandese (eschimese)→ lingua polisintetica


Es. tuttuppuq= corrisponde a una frase in italiano
Tutt=caribù
P=prende
Puq=singolare, 3° persona indicativo
“prese un/dei caribù”→ non determinante davanti a caribù

Es. Irni → irn (morfema lessicale figlio)-i(morfema che ha su di sé possessivo, riflessivo, assulitivo
che è un caso)
Ilinniartitisisu=insegnate
Nngur=diventa
Tip=causativo
Paa=3° persona singolare relativo, assolutivo e indeterminato→ assomma su di sé serie di
significati→ dobbiamo sapere che morfema marca tutti quelle lingue→ molto difficile da capire
E esprime significati frasali (di frasi) usando solo una parola

GENALOGIA→ classificazione lingue→ fa parte di una lingua


Ci sono gruppi→ secondo gruppi linguistici si parla di genealogia

SIBERIANO
Unica parola è in grado di restituire frase

RIEPILOGO:
LINGUE ISOLANTI: indice di sintesi minimo (perché ogni parola corrisponde un morfema)→ allora
non c’è possibilità che più categorie marcate dà stessa desinenza
Non ha senso parlare di indice di fusione→ parola costituita da solo morfema, non alto grado di
difficoltà a riconoscere morfemi in parola
LINGUE AGGLUTINANTI: indice di sintesi medio-alto→ diversi morfemi per categorie
Indice di fusione basso→ facile segmentalità
LINGUE FUSIVE: indice di sintesi medio-basso→ usati pochi morfemi
Massimo indice di fusione→ su unico morfema marcate più categorie
LINGUE POLISINTETICHE: indice di sintesi ha valore massimo→ si usa elevato numero morfemi
Indice di fusione valore medio→ si possono confondere morfemi vicini tra di loro

35 minuti

INGLESE
Lingua isolante→ usa singole parole per creare significati, non morfologia complicata e che non
marca le diverse categorie tramite parole staccate
Ha tratti morfologici che sono isolanti
➔ Aggiunta s a parola per creare plurale → è un tratto agglutinante
s→ si codifica unica categoria che è plurale
tramite un morfo codifico solo categoria che in questo caso è plurale
➔ S del singolare indicativo → ‘s’ marca per indicare terza persona, singolare, presente
indicativo (marca 4 categorie)→ tratto fusivo

INGLESE ha morfologia molto complicata in realtà


Molto variegata
Inglese è lingua tipologicamente isolante→ parole inglesi non analizzabili singolarmente, non
marche di numero o genere
Es. feet→ se non la conosco, non so che è plurale → si può capire plurale solo quando concordato
con verbo che non ha la s della terza persona singolare
Es. my feet hurt→ my non mi dice che è plurale o singolare→ l’unico a farmelo capire è verbo, che
è senza s
Significato grammaticale complessivo parole possono ricavarlo solo tra unione più parole
=isolante

Molto produttivo FENOMENO CONVERSIONE→ idea isolante


Passare da classe di parola ad altra senza cambiare niente
morfi zeri= niente che ci dice il passaggio
Es. AROUND→ può essere aggettivo, avverbio, nome, avverbio

➔ Altri tratti di tipo AGGLUTINANTE


Con creazione plurale sostantivi
Aggiunto morfo -s a forma singolare
O si nota anche nella formazione del comparativo -er
➔ TRATTI FUSIVI
Inglese è lingua di derivazione germanica→ un tempo a casi, che poi andati a perdere
Es. nel caso della terza persona singolare
He, she, it (maschile, femminile e neutro)
Morfema grammaticale legato -ed→ (participio passato o passato semplice)

➔ Non esistono tipi morfologici puri


Molto spesso lingue→ in seguito a evoluzione e contatti si sono evoluti da non poter essere
incasellata in solo tipo morfologico
Inglese è rappresentazione lampante

Es. ITALIANO che tipo di lingua è?


È lingua fusiva→ tratti predominanti lingua fusiva
Es. flessione verbo→ quando si impara la grammatica → imparare marea di desinenze per verbi
6 desinenze verbali per presente indicativo
- Largamente predominante di tipo fusivo
ACCORDO→ in morfologia
Già parlato per dire che italiano è lingua ridondante→ tutti elementi sintagma nominali sono
accordati tra loro
È meccanismo marcatura che prevede che tutti o buona parte prendano marche dell’elemento da
cui dipendono
Es. le belle mele mature
- Ci sono fenomeni
- di accordo non solo in lingue fusive, ma anche come SWAHII

SWAHII:
- 1° verbo→ pronome di 3° persona singolare, passato, concordanza→‘leggere’
-Concordanza→dimostrativo=quel
-classificatore→libro, concordanza
-grosso
→ CONCORDANZA è A INIZIO PAROLA
Concordanza→ morfema di accordo che riprende e copia il classificatore, vale a dire il prefisso
della classe nominale di appartenenza
In Swaii→ concordanza l’abbiamo ripetendo elemento ‘ki’

SINTASSI
Livelli di analisi lingua: fonetica, morfologia, sintassi
1 LIVELLO: FONETICA
Fonemi=unità minime significati→ loro combinazione formano morfemi
2 LIVELLO: MORFOLOGIA
Morfemi=unità minime del significante dotate di significato, lessicale o grammaticale→ formano
parole
Parole= segni linguistici, unità autonome della lingua→ loro combinazione formano frasi
3 LIVELLO: SINTASSI
Frasi=unità minime del discorso→ loro combinazione forma testi

SINTAGMA=unità minima di analisi della sintassi


Sintassi si occupa struttura delle frasi o combinazioni possibili parole
➔ Es. sequenza di parole come ‘le mie belle amiche’→ si dice sintagma nominale
Perché:
È sequenza ordinata=parole concordano tra loro e parole seguono determinato ordine (in italiano
devono seguire ordine, non posso cambiarlo)
Sintagma è unione di due o più parole che concordano tra loro:
- se elemento che determina concordanza (testa sintagma) è un nome→ allora sintagma
nominale
- Se elemento che determina accordo è il verbo→ si dirà sintagma verbale

➔ Il suo oggetto di studio è il modo in cui si combinano tra loro le parole e come sono
organizzate in frasi
SINTASSI è l’ordine→ parole che costituiscono frasi in lingua seguono determinato ordine

FRASE→ definizione standard, ma da punto di vista teorico→ arrivare a definizione è stato


complicato
Definizione BERRUTO:

È entità linguistica che funziona da unità che costituisce un messaggio o


blocco comunicativo autosufficiente nella comunicazione linguistico
(discorso) e che contiene una predicazione (un’affermazione riguarda a
qualcosa, l’attribuzione di una qualità ad un oggetto)

Es. bell’affare→ pronuncio frase o no? Sto dicendo qualcosa su quell’affare o no?
Si, è una frase, sto predicando qualcosa
- Di solito predicazione avviene tramite verbo→ di solito centro frase è verbo, ma non tutti
casi→ può essere anche solo nominale
Es. io mangio→ anche verbo solo, è una frase
È un’affermazione o l’attribuzione di una qualità concernente qualcuno o qualcosa
È affidata al verbo, o in mancanza, ad aggettivi e nomi in funzione predicativa (frase nominale)

Si considerano tutte frasi:


- Rosa ama Luigi
- la cinquecento rossa di Maria è parcheggiata in via leopardi (predichiamo che è
parcheggiata i quella via)
- Bella questa casa (predichiamo il fatto di dire che casa è bella dove siamo)
- Panico per lo scoppio nell’incendio (diciamo qualcosa riferito a fatto accaduto)→ frase
nominale, non ruota attorno verbo

FRASE è IDENTIFICATA DAL CONTENERE UNA PREDICAZIONE

Frasi si distinguono tra frasi semplici e complesse


➔ In frase semplice= composta da sola predicazione→ si può chiamare anche PREPOSIZIONE
(clause)

Per analizzare frase sintattica→ SCOMPOSIZIONE SINTATTICA


Ci si rifà a due proposte di due grandi scuole x parlare di scomposizione:
- Strutturalista→ Bloomfield
- Generativa→ Chomsky
Chomsky→ proposto per studio sintattico lingue una rappresentazione→ permette visualizzazione
precisa di che succede in frase e quali sono dipendenze tra diversi elementi

In specifico per quanto riguarda sintassi→analisi degli elementi immediati= è analisi elementi
costituiscono frase e che sono contigui (immediati, vicino agli altri), tra loro esistono fenomeni di
dipendenza
➔ ANALISI IN COSTITUENTI IMMEDIATI
Ha in genere struttura verticale
Si passa da fase di massima complessità a elementi di minore complessità

COSTUTUENTE
È definito come unità linguistica che fa parte di costruzione più ampia e che può essere formata da
elementi più piccoli
Es. mia madre portò un vaso di fiori in casa
Scomposizione:
1° parte nominale→mia madre
E poi tutto ciò che dipende da verbo
Portò un vaso di fiori--> se togliamo alcuni elementi, comunque predicazione rimane
Es. Giovanni portò vaso di fiori in casa→ al posto del sintagma ‘mia madre’→ predico comunque
qualcosa
Es. Mia madre sorrise → frase comunque ha senso
Procedimenti di combinazione e sostituzione→ come per coppie minime e individuazione morfemi
allomorfi
Se ci rendiamo conto dell’intercambiabilità→ abbiamo individuato sintagma nominale o verbale

SINTAGMA NOMINALE→ unione di elementi nominale e che ha testa (in questo caso è madre,
femminile singolare che determina aggettivo)

- Scomposizione anche a grana più fine:


portò un vaso di fiori→ unità verbale, verbo transitvo→ in casa si può distinguere
‘In casa’→ scomposizione più fine
Invece→ si può sostituire ‘in casa’, con ‘in giardino’, ‘in hotel’
O possiamo sostituire predicazione verbale ‘mia madre mangiò in casa’
➔ Gioco scomposizione→x rendersi conto come possiamo scomporre elementi minimi frase
Con scomposizione a grana più fine: abbiamo trovato ‘mia madre’ e ‘in casa’ come due sintagmi
‘mia madre’→ SINTAGMA NOMINALE
‘in casa’→ SINTAGMA PREPOSIZIONALE
‘un vaso di fiori’→ altro sintagma→ che si può scomporre anche in ‘un vaso’ e ‘di fiori’ (entrambi
possono essere sostituiti)
Analisi ancora più dettagliata
- Mia
- Madre
- Portò
- Dei
- Fiori
- In
- Casa

RAPPRESENTAZIONE DELLA SCOMPOSIZIONE IN FRASE


Rappresentazione della scomposizione in frase =parentesi quadre in realtà
Scomposizione di Bloomfield→ matrice strutturalista
(frase(sintagma nominale(determinante-mia) (nome-madre)))
Inizio parentesi ci dice frase, livello di analisi
Sintagma nominale si divide in determinante e nome
(sintagma verbale (verbo-portò)(sintagma nominale(un-articolo)(nome-vaso)))
(sintagma preposizionale-in casa)
- Ci possono essere analisi più o meno dettagliata

SINTAGMA→ è minima combinazione parole, costituito almeno da una parola


Determinato sintagma da testa
Sintagma verbale, nominale, preposizionale
- VERRUTO SPIEGA→ TESTA SINTAGMA

La testa di un sintagma è la classe di parole che rappresenta il minimo elemento che da sola
possa costruire sintagmi, funzionare da un determinato sintagma (è quindi l’elemento
eliminando il quale verrebbe meno la natura di sintagma di quel tipo di segmento
considerato)

Es. sintagma nominale (SN) → la copertina blu


Se eliminiamo aggettivo o articolo→ comunque sintagma nominale
Se togliamo copertina→ non ha senso
La testa→ è quella che può rimanere da sola a costituire sintagma, determina tipologia sintagma

SINTAGMA NOMINALE→ è un nome o un pronome → può avere struttura complessa e elementi


devono seguire certo ordine
(quant) tutti+ (det) quei+ (poss) miei + (num) quattro+ (agg) bei+ (N) polli+ (Agg) grossi

SINTAGMA VERBALE SV
Es. portò vaso di fiori

SINTAGMA PROPOSIZIONALE → retti da preposizione


- COME SI RICONOSCE SINTAGMA IN FRASE?
Lo riconosciamo perché sintagmi hanno determinate caratteristiche (proprietà):
◼ Proprietà sintagma è MOBILITÀ→ parole che costituiscono unico sintagma si spostano
tutte insieme
Es. mio cugino ha comprato una macchina nuova ieri
Elementi che troviamo: frase ha verbo
Tutto ciò che segue verbo ed è retto dal verbo→ fa parte del sintagma verbale
Mio cugino→ sintagma nominale, testa è nome

Se verifico mobilità sintagmi→ scompongo elementi sintagma e li metto in giro in modo confuso
nella frase:
- *Mio ha comprato una macchina nuova ieri cugino→ non ha senso
Mio- cugino → devono stare insieme→ perché se scomposti frase non ha più senso
Però se dico:
- es. ha comprato una macchina nuova ieri mio cugino→ è frase con sua grammaticalità,
semplicemente non seguono ordine basico → ma rimane senso
Verifica empirica→ tutti elementi del sintagma devono essere spostati sennò frase non ha senso

◼ SCISSIONE
Posso scindere elementi sintagma solo creando costruzione che si chiama FRASE SCISSA
Posso staccare sintagma
Es mio cugino ha comprato una macchina nuova ieri
Es. è mio cugino ha comprato una macchina nuova ieri→ struttura più complessa→ frase scissa
che mette in evidenza
Da frase semplice→ a frase più complessa→ frasi sono scisse, processo di SCISSIONE
FRASE SCISSA in italiano viene usata per motivi pragmatici per evidenziare qualcosa
Frase scissa di solito introdotta da verbo essere e poi frase relativa che però non ha tutte
caratteristiche pronome relativo:
Es. ho guardato dentro la scatola→ è preposizionale perché dentro regge scatola
Es. ho portato dentro la scatola
- è dentro la scatola che ho guardato
- Non posso creare frase ‘è dentro la scatola che ho portato’
‘ho portato dentro la scatola’ è sintagma preposizionale? --> no perché fa parte verbo,
‘dentro’ va ad arricchire verbo

◼ ENUNCIABILITÀ IN ISOLAMENTO
Gruppo di parole rappresenta sintagma se può costruire un enunciato
Es. mio cugino ha comprato la macchina nuova
Ma se dico
- Chi ha comprato la macchina? Mio cugino
Mio cugino→ ha significato a sé stante, frase a sé→ x cui è sintagma

◼ CORDINABILITÀ
Sintagmi diversi sono sullo stesso piano se possono essere coordinati
Es Pietro e un suo caro amico sono partiti per le vacanze
Sono su stesso piano→ congiunzione ‘e’→ entrambi sono sintagmi nominale, rapporto di
coordinabilità
Es. canta e balla molto bene
Sono due sintagmi verbali→ coordinati

ESERCIZIO
Quale è la testa del sintagma?
- Una ricchissima vedova conosciuta in crociera
Analisi grossolana: solo SN
Più fine: SN (una ricchissima vedova conosciuta) che contiene→ (in crociera) SP

- Non mangiava mai né pesce né carne


Macro-sintagma: sintagma verbale → tutta frase
Con all’interno ‘né pesce né uova’→ sintagma nominali
Testa: mangiava

- Con quarantacinque deliziosi micini bianchi e neri


È sintagma preposizionale→ testa è CON
Tutti elementi dipendono da con
Non può essere sintagma nominale

RAPPRESENTAZIONE CON SCHEMA AD ALBERO


Chomsky grande pregio di proporre formalizzazione diversa delle unità sintattiche
Proposto schema ad albero etichettato o sintagmatico
Ci sono etichette
Es mia madre portò un vaso di fiori in casa
F=frase → scisso in due sintagmi SN e SV
SN→ scisso in DETERMINANTE E NOME
SV→ scisso in sintagma verbale e preposizionale
PREPOSIZIONALE
→ sciolto in nome e preposizione
SV→ V E SN

TESTO IN ESPERANTO
Di tipo agglutinante→ + comprensibile, morfi facilmente individuabili
Dato che lingua veicolare→ è stato scelto tipo morfologico più semplice
- COME FUNZIONA?
Inglese-esperanto
1° paragrafo:
(slide)
come vengono marcate categorie e significati in esperanto?
Anche senza conoscere lingua→ si può adoperare corrispondenza tra inglese e esperanto
◼ Mondaj→ si riconosce
◼ Helplingvoj→ ci si riconosce forma ‘help’ o ‘ling’
Dove inglese adopera aggettivo di derivazione latina: ‘auxiliary’
X esperanto usata forma germanica: ‘help’
forma helplingvoj→ procedimento morfologico in atto: COMPOSIZIONE = perché sono due forme
‘ling’ =lingua e ‘help’=aiuto
COMPOSIZIONE→ fenomeno molto produttivo in esperanto
X creare plurale: si attacca ‘j’
◼ Aj-/an, oj/on → ‘j’=marca plurale, ‘on, an’=marca accusativo, complemento oggetto
Marcate forme → forme in giallo sono aggettivi (tutti aggettivi hanno usciti in ‘a’), verdi sono
sostantivi (tutti nomi hanno uscita on ‘o’)
ESPERANTO NON MARCA IL GENERE-> si distinguono con unico morfema
◼ Lingvoproblemon =parola composta ‘problema linguistico’, accusativo
Ci sono lingue che creano composti in certo modo perché ordine sintattico è di certo tipo
Testa: è il secondo elemento del composto
Helpling→ lingua è testa
Lingvoproblemon→ problema è testa

PRESENTE INDICATIVO DEL ESPERANTO


Es mi mangas, vi(ci) mangas, li/si/gi mangas, ni mangas, vi mangas, ili mangas
Forme sono tutte identiche → l’unica cosa con cui si distinguono è in contesto sintattico
Kuj klopodas--> si capisce che sia 2° persona singolare solo grazie a pronome relativo

ESPERANTO:
- Morfologia meno complessa da memorizzare
Morfologia così semplice serve a due cose:
- Memorizzare
- Riprodurre
Nel momento in cui inventore esperanto sente necessità di inventarne un’altra→ criterio con cui
modula sua invenzione è la semplicità x qualsiasi parlante
Si riesce a individuare analogie e significati
DOVREBBE ESSERE LINGUA USATA DA PARLANTI TUTTO MONDO
In qualche modo facilitato a usare questa lingua
La semplificazione della lingua x lingue veicolari→ è fenomeno che non ha bisogno gradi
teorizzazione es. lingua franca= lingua veicolare→ talmente semplificata x comunicazione
commercianti nord africa e mediterraneo
Es. Nel momento in cui straniero si lancia a imparare italiano→ 1° forma verbale da imparare è
l’infinito (anche se mette solo pronome davanti infinito si capisce)
PRINCIPIO SEMPLIFICAZIONE→ porta a economia, non sapere molte forme verbali, ma non
impedisce comunicazione es. ‘io non volere’= si capisce cosa voglia dire

sintassi
Concetto di RAPPRESENTAZIONE DELLA SINTASSI DELLE LINGUE:
- X quale motivo più di uno studioso ha cercato di rappresentare come funzionano sintassi
lingue?
Perché lingue sono potenzialmente infinite
Proprio questa ricorsività della lingua ci fa creare ogni frase che vogliamo
Questo potere della lingua può essere ridotto a procedimenti che sono in realtà molto limitati es
coordinazione, subordinazione, relativizzazione
Per cui Chomsky e Bloomfield → cercato di ridurre complessità delle manifestazioni linguistiche a
processi che potessero essere analizzati e studiati
- Come si studiano?
Stesso modo per fonologia e morfologia: SCOMPONENDO
Modo per analizzare procedimento complesso è scomporlo
Come per analizzare struttura parola→ scomposta in morfemi, x capire quali sono relazioni per
parole interno frase e struttura complesso fra parole
Dobbiamo scomporre in strutture analizzabili: COSTITUENTI IMMEDIATI→ immediatamente
analizzati, possono essere isolate e descritte

➔ Es. mia madre portò un vaso di fiori in casa

FRASE: costituente massimo e più complesso


Costituenti ultimi (rigo e)→ costituenti non ulteriormente segmentabili, è minima parte
- Visto sistema di segmentazione in costituenti immediati: Blomfildiano con parentesi
quadre

SCOMPOSIZIONE CON ALBERO DIAGRAMMATICO


Queste scomposizioni servono a rendere evidenti relazioni
Le relazioni che troviamo in sintagma nominale sono diverse da relazioni in sintagma verbale
- Es relazione tra ‘mi’ e ‘a’→ relazione di accordo, seleziona aggettivo femminile singolare
per concordare con ‘madre’
- Es. relazione tra verbo e sintagma nominale ‘portò un vaso’→ relazione di dipendenza,
verbo non concorda con complementi, ma componenti concordano con verbo
Quando si analizza questo tipo di rappresentazione
◼ È tipo di rappresentazione BINARIO → ‘mia madre’ e ‘portò un vaso’
◼ ‘mia madre’ si può scindere ulteriormente in modo binario
◼ ‘porò un vaso di fiori’ si può scindere in modo binario
In questo modo si capisce sintagmi che dipendono uno dall’altra
Sintagma nominale: nome (testa del sintagma) e aggettivo
Sintagma verbale: verbo (testa del sintagma) e ciò che dipende da esso
◼ (anche quello per parentesi quadre è sistema di rappresentazione BINARIO, si possono
scindere in modo binario)
Scissione binaria serve a individuare elementi che si accordano uno e l’altro
TESTA IN DUE CONTESTI DIVERSI:
- Morfologia: presente in composto e che domina
- Sintassi: È elemento che determina natura sintagma

SCHEMI
Andiamo da contesti massimi a contesti minimi (tutte parole)
X ESAME: Una volta individuato sintagmi va bene così

- COME SI DESCRIBE ALBERO DI QUESTO TIPO (slide esempio albero)


Ci sono due punti in cui partono due rami/aste= chiamati NODI→ nodi rappresentano costituenti
(es costituente frase)
Ci sono SN’ e SV’
I nodi non terminali possono essere ramificati o meno
Se nodi terminali non ramificano
- Ci sono due rapporti:
DOMINANZA: solo nodi ramificati --> rapporti verticali es. SN → domina determinante e nome
PRECEDENZA: rapporti orizzontali--> SV precede sintagma PREPOSIZIONALE e VERBALE, linearità
degli elementi

Con 1° scissione in albero


SV → indicato come SV’ (apice)
Indica che è sintagma verbale a livello più alto e complesso rispetto a sintagma verbale della
scomposizione
Infatti, SV’→ si divide in: SV e SPREP
Marcatura indica che è sintagma più complesso che può essere sciolto, quello più basso senza
apice è elemento minimo che possiamo individuare
All’inizio albero c’è FRASE= rappresenta tutto elemento che dobbiamo analizzare
Altra scomposizione in elementi: 1° cosa che individuiamo
Mia madre= soggetto, SN (sintagma nominale)
E dall’altra parte tutti elementi che dipendono da verbo
Relazione di concordanza tra soggetto (sintagma nominale) e verbo
-se analizzo sintagma verbale trovo serie di elementi, portò un vaso di fiori in casa
Ciò che sta insieme: portò un vaso di fiori→ è elemento che possiamo ritenere un costituente
Perché vaso è oggetto di portare, di fiori è lo specificatore
Mentre ‘in casa’→ ha a che fare con il verbo, ma non ha a che fare con il soggetto, non specifica
niente di particolare rispetto al vaso di fiori, sempre quello portiamo
Se analizziamo in modo preciso: ‘in casa’ sta con verbo ma ha sua indipendenza
‘Di fiori’→ non stesso caso di indipendenza
Per cui ‘in casa’→ sintagma preposizionale→ sono ultimi nodi non ulteriormente analizzabili
SCISSIOENE BINARIA
Se guardiamo sintagma verbale→ distinguiamo un verbo ‘portò’=costituente ultimo
‘un vaso di fiori’ riconosciamo SN e SPREP

- Che relazioni si evidenziano con questo schema?


Relazione di concordanza (tra SN’ e SV’), di dipendenza (in SV dopo SV’), dipendenza (per SPREP)

- Perché ‘mia’ è determinante? Non sarebbe aggettivo possessivo?


Questo tipo di rappresentazione nasce in scuola generativa, CHOSMKY
Il determinante è funzione che viene individuata in queste rappresentazioni
Gli aggettivi o pronomi possessivi vengono considerati articoli alla stregua degli aggettivi
qualificativi--> x semplice convenzione
Questi aggettivi possessivi in alcune lingue hanno funzione di articoli

All’interno di rappresentazione ad albero IL SINTAGMA può essere definito come la sequenza di


elementi linguistici dominanti da uno stesso nodo es primo SN→ sarà dat
o dal nodo di due costituenti, rapporto dominanza

- Gianni legge un libro


Determinante→ ora individuato come articolo
Procedimento di scissione binaria
FRASE: costituente più alto
GIANNI: è SN
Legge un libro: SV → dove riconosciamo SN (composto da articolo+nome)

-mio cugino ha comprato una macchina nuova


- SN→ possessivo/determinante + nome = mio cugino
- SV → V (ausiliare e participio (PP)= compato) e SN (art e SN (N e AGG)
Aggettivi qualificati considerati diversi rispetto a possessivi o dimostrativi
➔ Mio cugino ha comprato una macchina nuova
1° elemento che individuiamo è SN→ soggetto che generalmente ha prima posizione in frase

RAPPRESENTAZIONE DISAMBIGUAZIONE
Serve a capire relazione e significati frasi
- Sono invitate tutte le ragazze e le signore con il cappellino
Creiamo 2 sintagmi, 2 nodi
Tutte le ragazze e le signore con il cappellino= è il soggetto→ per cui è SN
Sono invitate= SV
Non è detto che si trovi solo a inizio frase
- Tutte le ragazze e le signore con il cappellino→ unico problema è col cappellino→ non
sappiamo se le ragazze o signore:
ci sono due modi per rappresentarlo
((tutte) (le) (ragazze) e (le) (signore) (col cappellino))→ fa parte entrambi, unico SN
((sono invitate) ((tutte) (le) (ragazze) (e) ((le) (signore) (col cappellino)))
Col cappellino sta solo con signore
(schema albero dei due modi)
1° modo: cappellino ce l’hanno solo signore
2° modo: in cui sintagma preposizionale ce l’hanno entrambi

- La lettura di questi libri


In scomposizione DIAGRAMMATICA, può essere compiuta per frase che per nomi

Costituente massimo sarà→ SN


Scisso in SN e SPREP
SN scisso in : Art: ‘la’ e Nome: ‘lettura’
Di: determinante

- Gianni lesse il libro con gran piacere


Costituente massimo è FRASE
SN→ è Gianni
SV→ lesse il libro con piacere

Sv→ distinto in SV (lesse=v, libro=sn) E SPREP(gran piacere→ non indispensabile per ricostruire
significato)

- Gianni lesse il libro con la copertina blu


Con la copertina blu→ è attributo del libro→ legato a SN

Altrimenti se ‘con la copertina blu’ non fosse stato legato a SN


E con rappresentazione più specifica
➔ In questo caso è Gianni che ha la copertina blu
Non è il libro che ha la copertina blu

- Maria legge libri di avventura


Frase (F)
SN→ Maria
SV→ legge (V) libri di avventura (SN)→ N (libri), SPREP→ prep(di) N(avventura)

- Il libro di favole di Fedro


2 modi di rappresentare
Di fedro→riferito a LIBRO
Di fedro→ riferito a favole

Con diagrammi ad albero si rappresentano FUNZIONI SINTATTICHE: sono le proprietà che parole
hanno in contesto di frase, rapporti di dipendenza e concordanza
- In sintagma nominale di solito rapporti di concordanza
- In sintagma verbale di solito rapporti di dipendenza
Banalmente ciò che individuiamo soggetto, complementi
Relazioni che possiamo individuare in frase non solo di natura grammaticali (è una funzione,
RUOLO SINTATTICO)
Ci sono almeno altre 2 funzioni in frase:
- FUNZIONI SEMANTICHE
- FUNZIONI PRAGMATICHE INFORMATIVE

FUNZIONI:
➔ X funzioni sintattiche individuiamo ruolo grammaticale delle parole in frase
Es soggetto, verbo, complemento…
➔ X funzioni semantiche analizziamo quale sia ruolo di un elemento in azione
Idea complemento di agente che esprime colui da quale è compiuta azione in contesto in cui verbo
passivo
Agente è ruolo semantico→ colui che dà avvio azione in modo intenzionale
In base a come agente contribuisce ad azione→ si parla di ruoli semantici
➔ X funzione pragmatiche informative→Secondo tipo di informazione che ci darà sintagma
in frase: se è sintagma è elemento su cui focalizzata attenzione o meno

FUNZIONI SINTATTICHE
Riguardano ruolo che sintagmi assumono nella struttura sintattica frase es. verbo, soggetto,
complemento oggetto→ sono funzioni base in cui lingua ha verbi transitivi
Non tutte lingue distinguono tra transitivi e intransitivi
Molte lingue distinguono tra forme ergative e inergative
I ruoli sintattici che vengono evidenziati x le lingue in cui la transitività del verbo è un proprità del
verbo--> sono soggetto, predicato verbale e oggetto
Es. Ho dato un libro a Gianni
Es. la zia di Gianni

- Come si marcano funzioni sintattiche? -> dipende da tipo morfologico lingua


➔ Se è una lingua con casi→ funzioni sintattiche marcate come casi (MORFOLOGIA DI CASO)
Es. latino→ soggetto=nominativo, complemento oggetto=accusativo
Es. cave canem → cave=imperativo, canem=accusativo =ATTENTI AL CANE
➔ Se lingua senza casi-→ funzioni sintattiche marcate tramite rapporto MORFOLOGIA DI
ACCORDO
Soggetto è elemento sintattico con cui verbo concorda
Soggetto se plurale→ obbligata a selezionare verbo plurale
Es. il gatto si morde la coda

Una delle osservazioni riguardo a sintassi italiano→ bisogna imparare moltissimi complementi,
ereditati da tradizione grammaticale
E sembra confondano idee
Nel tentativo di offrire schema quanto più possibile applicabile a lingue del mondo e che tenesse
conto complessità ruoli sintattici
Elaborata SCHEMA VALENZIALE
- Tramite schema valenziale si sostituisce classificazione dei diversi complementi tramite
individuazione delle valenze del verbo
Significato ciascun verbo viene completato quando SATURATI suoi argomenti
Es. verbo: mangiare→ verbo transitivo, per completare significato avrò bisogno soggetto (non
espresso in italiano, marcato su morfologia) e di complemento oggetto
Soggetto e complemento oggetto sono definiti argomenti del verbo→ valenze del verbo
Un verbo come mangiare si distingue in italiano da verbo come piovere
Es. verbo: piovere→ non bisogno soggetto o oggetto → VALENZA ZERO, considerati verbi
AVALENTI

Tipo di significato verbo richiede certi argomenti→struttura dei verbi con questi argomenti è detta
schema valenziale o argomentale

VERBI DISTINTI IN 4 CATEGORIE, SCHEMA VALENZIALE


- Verbi avalenti→ zerovalente, come es. piovere→ però in italiano verbi meteorologici
In inglese o tedesco ‘piover’ richiede espressione soggetto, non è avalente
Avelenti= non richiedono argomento
- Verbi monovalenti→ richiedono solo argomento soggetto es. camminare, transitivo
- Verbi bivalenti→ richiedono 2 argomenti, verbi transitivi, oggetto diretto (complemento
oggetto) e soggetto
- Verbi trivalenti→ richiedono 3 argomenti es. verbo ‘dare’, verbo diretto e indiretto e
soggetto
Quelli che completato significato→ oggetto diretto, oggetto indiretto e soggetto
In base a numero di argomenti richiesti da verbo→ ne abbiamo 4

NOTA BENE
In verbi bivalenti→ argomento può essere completato da frase oggettiva
Es. Gianni crede che Pietro verrà
Es. piovono polpette→ comunque verbo rimane avalente, anche se in questo caso ha come
argomento il soggetto che concorda con verbo

Schema valenziale è schema astratto che si applica a una realtà astratta della lingua
Avalenti→ verbi non richiedono soggetto, in assoluto in italiano sono verbi metereologici
Anche se usati in certi contesti non mina rappresentazione teorica

Verbi classificati in base a valenze che servono per saturare significato in base ad argomenti
Argomenti vanno sempre in determinato ordine→soggetto e oggetto diretto e indiretto
Verbo monovalente non sarà mai verbo che ha come argomento un oggetto indiretto
(complemento di termine)→ unico argomento sarà soggetto

Come in verbo ‘piovono polpette’→ verbo rimane verbo avalente


Verbo mangiare→ sempre verbo bivalente (argomenti sono oggetto diretto e soggetto) anche
quando dico ‘giorgio mangia ’
Non è fatto che se verbo in quella frase non abbia complemento oggetto non sia bivalente
In astratto verbo ‘mangiare’ regge entrambi

CLASSIFICAZIONE DEI VERBI BIVALENTI, MONOVALENTI, AVALENTI E TRIVALENTI è classificazione


astratta
Si realizza in diverse lingue in modo diverso
- Inglese→ anche per verbi metereologici necessità soggetto→ verbi monovalenti, non come
in italiano che sono monovalente
- Anche per esempio ‘rilassarsi’ in inglese è monovalente
- Un verbo bivalente sarà come ‘vedere’ in inglese

1° valenza è soggetto
2° valenza è oggetto→ può essere diretto e indiretto
Oggetto in realtà può essere sia l’oggetto diretto che quello indiretto
Per cui verbo ‘aiutare’→ bivalente, transitivo
Ma anche ‘nuocere’→ bivalente, intransitivo
Es. gianni aiuta paolo (transitivo, diretto), gianni nuoce a paolo (intransitivo, solo sarà oggetto
indiretto)→ non cambia soggetto
ma entrambi verbi sono bivalenti
il secondo argomento per verbi NON TRANSITIVI
può consistere in più complementi
es. gianni abita in città
es. luisa sembra una regina
DEFINIZIONE Più ASTRATTA SU SCHEMA VALENTE: verbi sono definiti bivalenti, avelenti,
monovalenti e trivalenti a seconda degli argomenti che servono per completare significato
1° argomento sarà sempre soggetto x qualunque lingua che abbiamo a che fare
L’argomento richiesto è sempre solo e soggetto
2° argomento cambia secondo semantica verbo e richiesta verbo

Gli argomenti possono non occupare in tutte le lingue le medesime collocazioni


Schema valenziale si applica in modo diverso
Esempi islandese→ ma in realtà corrispondono a italiano
b) le piaceva il cibo
come in italiano abbiamo oggetto indiretto in prima posizione e soggetto in ultima posizione
cosa che è diversa in costruzione inglese

in schemi valenziali→ individuiamo argomenti, elementi obbligatori x saturare significato verbo


ci sono anche ELEMENTI FACOLTATIVI (CIRCOSTANZIALI O AVVERBIALI O AGGIUNTI)
A differenza argomenti possono essere spostati con maggiore libertà, non compromettono verbo
➔ A mezzanotte il poliziotto catturò il ladro→ verbo ‘catturare’ =2 argomenti necessari,
soggetto e oggetto diretto, verbo bivalente
A mezzanotte→ elemento circostanziale o avverbiale, posto a inizio frase o fine frase
Elementi non sono necessari→ ma aggiungono informazioni in più rispetto a quelle già veicolate
da schemi valenziali
Anche se da punto di vista grammaticale non danno di più, danno informazioni in più a livello
comunicativo
Sappiamo in più che catturato a 12

➔ Es. Luisa cuoce con pazienza la torta nel forno per tre ore
X schema valenziale bisogno solo 3 elementi→ verbo cuocere, soggetto Luisa, oggetto diretto
torta
Abbiamo già discreto numero di informazioni che soddisfano frase e informazioni con ‘Luisa cuoce
la torta’
- Con pazienza
- Nel forno
- Per tre ore
Sono elementi in più, non contribuiscono a grammaticalità frase→ da punto di vista comunicativo
descrivono evento
- Sapremo che torta a cuocere è lenta
- Sapremo che luisa ha grande pazienza a cucinare
Elementi circostanziali→ non dicono niente rispetto a grammaticalità azione espressa, ma dicono
qualcosa che sta succedendo

In frase in italiano sono presenti:


- verbo
- il numero argomenti richiesti dal verbo in base alla sua valenza
- facoltativamente, uno o più circostanziali

◼ sono entrambe corrette queste frasi? Si, si sentono come frasi grammaticali
es. luigi dorme
es. luigi dorme da 3 ore
◼ sono entrambe ugualmente grammaticali? Si
es. dorme
es. dorme da tre ore
anche se non espressi tutti argomenti obbligatori verbo→ verbo dormire’ che è monovalente
mantiene statuto verbo monovalente e mantiene grammaticalità

- RIFLESSIONE
Cosa c’è di diverso tra frase in italiano come ‘mi piace il gelato’ e il corrispettivo in inglese ‘i like
ice-cream’
La differenza è grammaticale→ codifica grammaticale diversa di due ruoli semantici uguale:
soggetto in inglese è ‘I’, soggetto in italiano è ‘gelato’
- Soggetto inglese e complemento di termine italiano sono entrambi ESPERIENTI, coloro che
provano emozione
- ‘Il gelato’ è per entrambe lingue è PAZIENTE→ anche se in italiano è soggetto che non fa
azione
Lezione 19

ESERCITAZIONE PDF

Alberi annotati→ e possibilità di adattare ad alberi a tre soluzione diverse


Esercizio 1-
- Il professore ha dato la lezione inaugurale del corso
‘la lezione inaugurale’→ è sintagma nominale ulteriormente complesso, composto da altro
sintagma nominale
‘inaugurale’→ aggettivo
Questo SN può essere ulteriormente sciolto in SN (la lezione) e AGG (inaugurale)
‘del corso’→ dà informazioni in più riguardo a SN
- L’autista guida il taxi con disinvoltura
In questo caso il sintagma preposizionale dà informazioni in più rispetto a sintagma verbale,
schema si ramifica a sinistra
- Un amico aiuta un amico in difficoltà
Sintagma preposizionale dà informazioni in più rispetto a sintagma nominale

X motivare la risposta:
È la frase c ad essere rappresentata da schema→ perché il nodo sintagma nominale è scisso in
sintagma nominale e preposizionale→ che si accorda con schema
In frase a→ può essere individuato anche aggettivo
Mentre in frase b→ il sintagma preposizionale è specificatore del sintagma verbale e non
nominale
BISOGNA SPIEGARE PERCHÉ ALBERO SI ADATTA A UNA FRASE E NON AGLI ALTRI DUE

Esercizio 2-
- Peppino di Capri fu celebre negli anni Settanta
Ramificazione a 3→ sintagma nominale, verbale e preposizionale
Quello preposizionale ‘anni settanta’ dà informazione relativa a tutta portata della frase
Individuando 3 nodi→
SPREP→abbiamo nodo ultimo/minimo= ‘anni settanta’
SN→ Peppino (nome) di capri (sintagma preposizionale)→ può essere anche unica denominazione
per persona (unico nome) Peppino di Capri
SV→ scisso in ‘fu’ (verbo) ‘celebre’ (aggettivo)
- Il nonno di Maria completa i cruciverba in un attimo
‘in un attimo’ dà informazioni più rispetto a verbo
Schema bipartito
SN→ il nonno (SN) di Maria (SPREP)
SV→ si scinde in SV e SPREP
Secondo SV→ completa i cruciverba
SPREP→ in un attimo
- La cugina di Giorgia ha portato i dolci di Cosi
‘di Cosi’→ strettamente unita a ‘dolci’ sintagma nominale
➔ X motivare risposta secondo esercizio
Ragionamento: nel momento in cui schema si adatta a frase 3, dire perché non si adatta alla 2
Varia solo che sintagma preposizionale dà informazioni in più rispetto a sintagma verbale
E nel primo caso sintagma preposizionale dà informazioni in più rispetto a intera frase
SINTAGMA PREPOSIZIONALE in questo caso ha ruoli diversi nelle 3 frasi

X motivare risposta bisogna riflettere su schema, se sembra che schema non si adatti a nessuna
frase→ va detto
X motivare: ragionamento per esclusione o far capire quale sia la giusta
lezione 19
Analisi dei RUOLI GRAMMATICALI E SINTATTICI IN FRASE
Frase italiana composta
- di verbo,
- numero di argomenti che sono retti dal verbo,
Tra argomenti→ soggetto, oggetto diretto e indiretto
- e uno o più circostanziali

➔ Come definire soggetto in una frase, cosa è il soggetto di una frase?


Il soggetto è chi compie l’azione
Ma non solo
Soggetto non è necessariamente colui che compie l’azione, definizione parziale altrimenti
Es. la porta si apre→ soggetto è porta, ma dire che porta compie azione dà dei problemi a livello
logico
Immaginiamo soggetto che compie azione colui che ha una volontà e un’intenzione
- Quando pensiamo a soggetto pensiamo a frase modello→ x quello diciamo soggetto sia
colui che compie azione
Frase modello che ci viene a mente è frase in cui troviamo verbo transitivo e soggetto è animato
Ma comunque soggetto non può essere individuato sempre in questi termini

RUOLO SEMANTICO
Differenza tra ruoli del soggetto
Soggetto grammaticale può includere più ruoli semantici,
i ruoli semantici sono diversi rispetto a ruoli grammaticali
Ruolo semantico offre informazioni in più rispetto a quello grammaticale
Il ruolo semantico specifica il modo in cui referente di ogni sintagma contribuisce e partecipa
all’evento rappresentato dalla frase
Quanto più soggetto è promotore azione, subirà azione, sarà coinvolto in azione anche senza
essere principale artefici
Avremo almeno 3 ruoli semantici→ ci dà senso della contribuzione dell’azione del soggetto
rispetto all’evento
Da descrizione grammaticale a descrizione dell’evento in sé

Esistono dei RUOLI SEMANTICI sui cui c’è accordo teorico degli studiosi→ ma tassonomia ruoli
semantici è complicata perché se ci fermiamo ad analizzare lingue europee ritroviamo codifiche
semantiche ricorrenti, sono lingue transitive
Ma se ci affacciamo altri tipi di lingue vengono fuori caratterizazioni e ruoli semantici che
esulano da tassonomia paradigmatica e che sono adattabili in specifiche situazioni

RUOLI SEMANTICI generalmente riconosciuti:


◼ AGENTE→ colui che è entità animata che compie volontariamente azione
In italiano sia animale o umano→ entità animata che volontariamente dà inizio a azione
Es. la volpe uccide la gallina → la volpe è colei che dà inizio e conclude azione di uccidere
◼ PAZIENTE→ ruolo inverso, entità coinvolta nell’evento senza intervento attivo su cui
ricade azione del verbo
Non si specifica animatezza o meno
Paziente partecipa ad azione espressa da verbo senza intervento attivo, azione ricade su di lui
Es. Gianni mangia una mela
- AGENTE: Gianni
- PAZIENTE: mela→ ricade azione, non partecipa in modo attivo

Concetto di Agente già in mente→ anche se in situazioni particolari


Complemento di agente→ individuabile in frase con verbo in forma passiva, ed esprime colui da
cui azione compiuta
Frase da attiva a passiva→ cambiano ruoli sintattici ma non semantici
Es. Gianni mangia la mela o la mela è mangiata da Gianni→ Gianni è sempre agente
Può esserci corrispondenza tra ruoli sintattici o semantici → come SOGG=AGENTE
Ma anche non corrispondenza tra ruoli semantici o sintattici
RUOLI SEMANTICI SONO LEGATI A SIGNIFICATO VERBO, NON A SUA FORMA GRAMMATICALE
➔ Es. verbo mangiare indica azione che deve essere compiuta da qualcuno che lo inizi
Semantica verbo non cambia, se verbo preso in passivo o attivo→ ruolo semantico non cambia
Altri ruoli:
◼ ESPERIENTE: entità toccata da, o che prova, un certo stato o processi psicologici
Es. A LUISA piacciono i gelati
A Luisa: è esperiente→ entità che prova emozione o stato
◼ BENEFICIARIO: entità a vantaggio della quale si compie l’azione
A Luisa piacciono i gelati
Gianni regala un libro a Luisa
- A luisa→ in analisi logica è complemento di termine
Da punto di vista semantico A LUISA→ Vuol dire cose diverse in queste due frasi
1 caso→ luisa partecipa a stato psicologico
2 caso→ partecipa ad azione ed è beneficiario
◼ STRUMENTO: entità inanimata per mezzo della quale avviene ciò che avviene o l’azione
viene compiuta
Si parla di entità inanimata
Es. Gianni taglia la mela col coltello

X ruoli semantici tratti importati:


animatezza e partecipazione o meno ad evento
altro ruolo:
◼ FINE, DESTINAZIONE: entità verso la quale si dirige attività espressa da predicato che
costituisce l’obbiettivo o la meta di spostamento
Es. Luisa parte per le vacanze
X le vacanze=destinazione

Altre categorie semantiche:


◼ LOCALITÀ: luogo in cui situato processo
◼ PROVENIENZA: ruolo semantico dell’entità dalla quale un’entità di muove in relazione
all’attività espressa dal predicato

(impara bene quelle prima)

ESERCIZIO:
- Tradurre ‘mi piace il gelato’
➔ In ing: i like ice-cream
Da punto di vista semantico rispetto a italiano non cambia niente
Tanto che si codifichi con complemento di termine ‘mi’ tanto che si codifichi con soggetto ‘I’
A livello semantico avrà ruolo di SPERIMENTATORE→ codifica sintattica diversa, codificato in
italiano come termine e in inglese come soggetto
➔ In francese: J’aime la glace
Anche in francese costruzione dello sperimentatore codificato come soggetto del verbo
Verbo piacere
Mi piace qualcosa→ si usa verbo amare
Ma esiste anche costruzione all’italiana: con beneficiario codificato come complemento di termine
➔ In spagnolo: me gusta el helado
➔ In tedesco: Ich mag Eis
Sperimentatore codificato come soggetto
Ma anche in tedesco abbiamo espressione diversa come francese e italiano→ complemento di
termine è sperimentatore
Gelato: STIMOLO
➔ In russo:
In questo caso verbo indica amare e piacere che indica stato di animo
Masha- NOMINATIVO
Ljiubit- verbo
Misha- accusativo
Masha è l’esperiente→ sentimento che si innesca, colui che prova questo tipo di stato di animo è
esperiente

Ma in frase
Masha: nominativo
Nravitsja= fa contento, verbo—piace (ma è verbo tradotto in modo sbagliato)
Misha: dativo
Masha non è esperiente, perché Masha non è l’essere animato che partecipa di stato di animo,
ma sarà lo stimolo di questo stato di animo
Es. Mi piace Marco→ Marco non fa azione in modo volontario, non è agente
Masha è stimolo e non esperiente
Misha è beneficiario = come Marco

X tradurre da italiano a russo adoperiamo verbo che è diverso→ perso valore semantico
Lingue codifichino diversamente le stesse azioni
- Bisogna guardare frase di partenza
Verbo dirà quale è ruolo degli elementi che stanno intorno

Es. Sasha aiuta Misha (dà aiuto a Misha)


Sasha: nominativo
Dà aiuto a: vebo
Misha: dativo
Misha è il beneficiario→ viene marcato con complemento di termine (dativo)
➔ Il fatto di marcare beneficiario con dativo è realtà normale del sud→ (es aiuta a mamma
È UNA MARCATURA DIFFERENZIALE DELL’OGGETTO→ deriva dal fatto che azioni espresse dal
verbo non sono tutte uguali

Se prendo verbo come Mangiare e verbo come Morire
Differenze prototipica:
- Mangiare azione che intraprendo volontariamente
Azione a cui soggetto dà inizio e compie volontariamente
- Morire->azione non volontaria
Azione espressa indica uno stato

Esempi: sempre stesso ruolo semantico


- Gianni ha aperto la porta
In questo caso→ PORTA= PAZIENTE, entità che partecipa ad azione, la subisce ma non dà il via
- La porta si è aperta
Porta non è agente, non ha volontà tale da aprirsi → è nuovamente il PAZIENTE
- Il vento ha aperto la porta
Anche in questo caso ‘la porta’ ha sempre ruolo di paziente
➔ A uno stesso ruolo semantico corrispondono codifiche sintattiche diverse
In frase 2 e 3→ complemento oggetto, in prima frase è soggetto

Tra funzioni sintattiche e semantiche non ci sono rapporti referenziali


Soggetto può corrispondere almeno 4 ruoli semantici almeno: agente, paziente, esperiente e
beneficiario
In italiano vediamo che soggetto risponde a 3 ruoli semantici→ AGENTE, PAZIENTE, ESPERIENTE,
LO STIMOLO
Es. a me piace Marco→ Marco è stimolo
Ci sono ruoli semantici che in modo preferenziale sono codificati come soggetto frase → è
AGENTE, forme attive molto più ricorrenti rispetto a quelle passive

RIASSUNTO:
- Analizzato ruoli sintattici, visto che ai ruoli sintattici non corrispondono ruoli semantici
- X ruoli sintattici si parla di reggenza
- X ruoli semantici→ origine dell’analisi parte da semantica del verbo

RUOLI DI TIPO PRAGMATICO E INFORMATIVO


Esiste 3° tassonomia→ RUOLI DI TIPO PRAGMATICO E INFORMATIVO, in cui ciò che adoperiamo
per origini analisi è informazione che veicoliamo con la frase
Quando noi compiamo azione di tipo sintattico→ oltre a informazioni grammaticali e semantiche,
possiamo veicolare informazioni aggiuntive→ METTERE EVIDENZA ELEMENTO SU ALTRO o
VEICOLARE SIGNIFICATI DIVERSI
Esempio:
- Dichiarativa: Luisa va a Milano
- Interrogativa: Luisa va a Milano?
- Esclamativa: Luisa va a Milano!
- Imperativo: Luisa, va’ a Milano!
- Ottativa: Luisa andasse a Milano
Da punto di vista grammaticale→ identiche
Da punto di vista semantico-> sono sempre identiche, abbiamo AGENTE che compie azione e
LOCATIVI
Da punto di vista pragmatico diverse frasi:
1° frase dà informazione= dichiarativo
2° frase in cui punteggiatura dà intonazione diversa→ interrogativa
3° diversa informazione
4° imperativo
5° esprime desiderio
Dico sempre stessa cosa ma veicolo informazioni diverse

Oltre a disporre di elementi sintattici e semantici x dare significato a frase→ esiste un contesto e
un’intenzione che sono gli elementi che completano significato della frase
Frasi vanno inserite in contesto comunicativo
Ciò che va contestualizzato→ è contesto che ci dà significato reale di una frase

DISTINZIONI NEI RUOLI PRAGMATICI


TEMA E REMA
Quando parliamo di ruoli pragmatici 1° distinzione: TEMA E REMA
Sono le entità di cui si predica quale, ciò di che si parla, ciò che si predica= TEMA
Ciò che viene detto rispetto al tema: REMA
Es Luisa va a Milano→ tema: Luisa, rema: va a milano
Es. Silvia studia la matemática→ tema: Silvia, rema: studia la matemática
Es. La matematica Silvia la studia→ tema: la matemática, è ciò di cui si dice qualcosa, rema: Silvia
la studia
Abbiamo trasformato in tema ciò che in frase in italiano tema non è
Di solito in italiano tema corrisponde a SOGGETTO
- La matematica Silvia la studia→ soggetto è comunque Silvia , ma TEMA è sempre
matematica
Per il tipo di struttura informativa
Per italiano→ in prima posizione ci aspettiamo soggetto→ per cui ci aspettiamo sia il tema
Per ‘la matematica Silvia la studia’→ trasformato Tema che è matematica→ vogliamo porre
attenzione su matematica
Procedimento di TEMIZZAZIONE→ serve per fissare attenzione su elemento della frase, vogliamo
dire qualcosa al riguardo, FOCALIZZIAMO QUALCOSA
➔ ‘ questo regalo io l’ho ricevuto da Luigi’→ tema non corrisponde con soggetto
‘questo regalo’ →tema, tematizzato, ciò di cui dico qualcosa

Non necessariamente il soggetto corrisponde con AGENTE e con TEMA


Es. Luca sente freddo→ soggetto in prima posizione, Esperiente (sentire è verbo che indica
sensazione, non dà via a determinata azione), ruolo pragmatico è quello di TEMA
Es. documento è stato gettato via dalla segretaria: documento è soggetto, paziente (perché
passivo), rimane TEMA della frase

Di fatto in italiano in prima posizione c’è elemento che generalmente codifica ruolo sintattico del
soggetto e funzione pragmatica di TEMA
Serve per individuare di che cosa stiamo parlando→ è generalmente soggetto, prima informazioni
che diamo
- Risulta che in spagnolo, tedesco, francese funzioni uguale? Avere soggetto in prima
posizione
Necessariamente soggetto in prima posizione, ed è tema?
In inglese sicuro sì→ struttura sintattica è necessariamente sempre soggetto+verbo+oggetto
In tedesco→ soggetto+verbo+oggetto+complemento con sequenza
In spagnolo e francese più o meno uguale
Buona parte lingue europee è così
Però anche in italiano o tedesco→ prima posizione occupata anche da elementi che non
corrispondono sempre a soggetto, ma occupata da soggetto in maggior parte casi
Se prima posizione non è soggetto in tedesco ce ne accorgiamo bene→ ci dice che siamo in frase
strana rispetto alla prototipica, INVERSIONE
→ es. TEDESCO marca da punto di vista sintattico un cambiamento di struttura informativa
Se decido che più importante da punto di vista comunicativo il primo è oggetto→ avrò inversione
Soggetto non corrisponde in questo caso a tema→ perché più importante esprimere oggetto

ESERCIZIO
Italiano come è codifica tema, soggetto:
1- La settimana prossima ritorna a casa mia sorella
➔ Ciò di cui parliamo, TEMA: da punto di vista logico faremo coincidere soggetto con tema, in
realtà ciò che da punto di vista comunicativo parlante mette in evidenza ‘la settimana
prossima’
Se immaginiamo situazione in cui inserire frase: intervento precedente:
‘ci sei la settimana prossima?’ ‘no, prossima settimana torna mia sorella’
Messo in evidenza ‘la settimana prossima’→do informazioni al riguardo
Inghippo→ tema non corrisponde a soggetto che sarebbe ‘mia sorella’
Verbo dice qualcosa del soggetto, predica qualcosa su soggetto→ facile dire che tema sia
SORELLA, perché diciamo ‘ritorna a casa’
Ma in realtà diciamo qualcosa della settimana prossima
- In questa frase individuiamo AGENTE?
Sorella è soggetto e agente→ ma non è tema della frase

2- All’esame, due candidati hanno consegnato il foglio in bianco


Tema: ‘all’esame’→ ciò che predichiamo relativamente a contesto
Soggetto: ‘due candidati’
Anche in questo caso soggetto corrisponde a AGENTE dell’azione

3- L’editore ha chiarito ogni malinteso


Tema: l’editore
Soggetto: l’editore
Agente: l’editore
È frase prototipica→ tema=agente=soggetto

4- L’acqua è mancata per una settimana


Tema: l’acqua
Soggetto: l’acqua
Agente: non c’è→ acqua: paziente, non dà via ad azione e inanimata

5- Quanto al calcio, le partite più importanti non devono essere trasmesse a pagamento
Tema: quanto al calcio→ non c’è corrispondenza
Soggetto: le partite
Paziente: le partite

6- la fotocopiatrice funziona ancora


Tema: fotocopiatrice= soggetto
Agente: non c’è→ soggetto da punto di vista semantico non codifica entità animata che compie
azione

Da punto di vista informativo, per pragmatica


È REMA→ perché tema può essere informazione già conosciuta o sottointesa, ad esempio:
- Non viene
- Arriverà tardi
Non obbligati a esprimere soggetto→ funziona x grammaticale
Funziona x semantica→ non espresso ruolo obbligatoriamente
Ma funziona a livello pragmatico solo in certi contesti
‘oh, ma lucia?’ ‘non viene’→ funziona bene come parte rematica, predico informazioni necessarie

Parte rematica
Può essere individuata sia con produzione scritta che parlata, ma molta differenza
- In interazione parlata→ parlante, emittente e ricevitore sono in grado di aggiustare il tiro
Rinegoziare significati, dare a intendere qualcosa invece che altra
Tramite elementi non linguistici es alzare occhi al cielo, pausa, intonazione
- In interazione scritta→ sta a ricevente decodificare messaggio ricevuto
Interazioni tra messaggi sono i più gravi da intendere
In comunicazione scritta sta a chi riceve messaggio codificare parte rematica , interpretando
messaggio

Es. Nessun paese può uscire dalla crisi da solo→ possiamo codificare parte rematica in tre modi
diversi
- Nessun paese Può USCIRE DALLA CRISI DA SOLO
- Nessun paese può USCIRE DALLA CRISI da solo
- nessun paese può uscire dalla crisi DA SOLO
Se interazione scritta possibilità di diversa codifica → messe in evidenza diversi aspetti
Con interazione parlata risolta ambiguità con intonazione→ dà idea della preminenza

Non confondere tema e rema con DATO E NUOVO


TEMA: ciò di cui si dice qualcosa, si predica qualcosa
REMA: ciò che si predica

DATO E NUOVO
DATO: elemento da considerare come noto nella frase, perché introdotto precedentemente o
conoscenza condivisa
Spesso coincide con tema
NUOVO: informazione non nota, può corrispondere con rema ma non è detto
Es. un gatto grigio sta giocando nel tuo giardino
Elemento dato da punto di vista comunicazione, elemento che condividono: ‘nel tuo giardino’→
elemento saputo è che ascoltatore abbia un giardino

Es. il gatto grigio sta giocando nel giardino


Elemento dato: ‘il gatto’, perché magari è stato visto, ma anche ‘nel giardino’
Dato e nuovo non corrispondono sempre a tema e rema

FRASI NON MARCATE e MARCATE


Di solito in frasi prototipiche→ definite come frasi non marcate
Di solito soggetto che occupa prima posizione corrisponde a tema e ad agente
Es. un gatto insegue il topo
Se trasformo frase da attiva a passiva
Es. il topo è inseguito dal gatto
Topo→sempre soggetto in prima posizione
Topo→ sempre tema
Topo→ non è agente, rimane paziente

Diversa dislocazione è dato dal mettere ACCENTO SU QUALCOSA RISPETTO AD ALTRA


STRATEGIA DI COMUNICAZIONE= FOCALIZZAZIONE
Mettere focus su elemento che non ne avrebbe-> e di solito corrisponde a tema
Es. all’esame, due candidati hanno consegnato il foglio in bianco
‘all’esame’ è frase marcata e focalizzata
Perché normalmente sarebbe: due canditati hanno consegnato il foglio in bianco all’esame
Spostare elemento da fine frase a inizio→ STRATEGIA Più USATA, TEMATIZZAZIONE x
FOCALIZZAZIONE
Ciò che prima non era tema diventa tema
Vale anche per REMA→ rendere rema della frase qualcosa che rema non è

STRATEGIA DI COMUNICAZIONE:
- Sintattiche, posizione del costituente all’interno della frase→ spostare elementi della frase
in modo che abbiano valore diverso
- Strategie morfologiche→ usare morfi specifici per indicare che vogliamo dare importanza a
elemento
- Elemento soprasegmentali→ non riguarda fonetica, ma pronuncia→ con curve di
intonazioni che servono a mettere in evidenza elemento invece che altro
Es curve intonazioni diverse→
dichiarativa: Luisa va a Milano→ curva piana
Ma ‘Luisa va a Milano?’ --> curva ascendente, mettere in evidenza se va a Milano

1° STRATEGIA
RISORSE SINTATTICHE→ sono frasi marcate
- Ci penso io
- La macchina l’ho lavata io
Frase pronunciata in contesto comunicativo in cui si sta già parlando della macchina
Dire ‘ho lavato la macchina’ do informazione diversa, frase non marcata
- Il caffè il nonno non lo vuole
Magari c’è qualcuno che chiede cosa vogliamo
Frase non marcata: ‘il nonno non vuole il caffè’
- È lui che lo ha fatto→ definita frase scissa
‘lui ha fatto qualcosa’, frase non marcata
Sto focalizzando attenzione su soggetto e per quale motivo lo sto facendo? Es. bimbo che si
giustifica con maestra
➔ Strategia per individuare qualcuno o qualcosa in deferrizzazione binaria o in gruppo

Effetto che otteniamo è sempre lo stesso effetto


Mettiamo in evidenza un elemento che crediamo sia particolarmente importante a fini
comunicativi
Da punto di vista delle strategie sintattiche= movimenti o delle strutture di cui dispongo per
mettere in evidenza questi elementi
Tra queste 4 frasi possiamo individuare almeno 3 strategie sintattiche adottate
‘ ci penso io’→ spostiamo tutto a destra ciò che vogliamo focalizzare
QUANDO SI PARLA DI SPOSTAMENTI SI SPOSTA A DESTRA O SINISTRA→ a seconda della posizione
che elemento occupa in frase, si guarda proprio punto di vista grafico
‘la macchina l’ho lavata io’ o ‘il caffè il nonno non lo vuole’→ spostiamo tutto a sinistra, In
entrambi casi bisogno di PRONOME ANAFORICO, bisogno qualcosa che lo richiami
‘è lui che l’ha fatto’→ FRASE SCISSA, divisa frase in due→ copula prima parte+ che come pronome

Ruoli pragmatici informativi→ informazioni che parlante vuole trasmetter con frase
Informazioni veicolate con serie di strumenti:
- Risorse sintattiche
- Morfologiche
- soprasegmentali
sono quelle che si vedono maggiormente→ adoperiamo senza rendersene conto
Generalmente lingue seguono ordine abbastanza ricorrente nella sequenza elementi che
compongono frase
Generalmente lingue europee seguono ordine come ‘soggetto+verb+oggetto’→ come x inglese,
italiano
- Perché rispetto a italiano, latino ha ordine di costituenti più libero?
Latino era una lingua con una morfologia particolare→ latino aveva i casi, morfologia flessiva che
contempla i casi
- X quale motivo l’ordine dei costituenti (verbo, oggetto diretto e indiretto...) può essere più
libero che in italiano?
I casi sono esplicitati da morfi che indicano con caso funzione sintattica parola
(nominativo=soggetto, accusativo=oggetto)
Se abbiamo lingua che già con strumenti morfologici che marcano funzioni sintattiche
Es. se mettiamo nominativo dopo verbo, accusativo prima verbo→non c’è rischio che pensiamo in
prima posizione ci sia sempre soggetto, perché sappiamo che è marcato con determinato morfo

Se in italiano diciamo ‘il gatto mangia il topo’ o ‘il topo mangia il gatto’→ solo ordine della frase ci
dice chi sia soggetto e chi oggetto
non succede in latino si riconosce funzioni sintattiche→ soggetto e oggetto hanno forma
specifica, si possono mettere ovunque in frase

In italiano c’è strategia—funziona in produzione parlata


INTONAZIONE
‘il gatto mangia il topo’→ ‘il topo mangia il gatto’
A livello di produzione scritta immaginiamo altra scelta
- se usiamo intonazione particolare ‘il topo mangia il gatto’→ ovvero gatto sta mangiando il
topo non un uccellino
per cui anche se ordine spostato e non standard, siamo in grado di capire paziente, ordine azione,
agente

in lingua in cui ordine elementi è importante→ capiamo che spostamento in elementi frase è
importante
vuol dire che vogliamo veicolare informazioni con pregnanza particolare→ particolarmente
topizzate

x dire tema e rema, in inglese…


TOPIC → TEMA, ciò di cui si predica qualcosa
COMMENT→ ciò che si dice=REMA

Quando si parla di strategie di FOCALIZZAZIONE→ si parla di strategie di TEMATIZZAZIONE o


REMATIZZAZIONE
=spostiamo il tema per far capire certe cose, o spostiamo rema x far capire certe cose
- dato che in italiano spesso tema=soggetto→ ci aspettiamo subito tema
quando questa sequenza viene invertita→ si parla di tematizzazione o rematizzazione

1° strategia
RISORSE SINTATTICHE
4 esempi:
- ci penso io
- la macchina l’ho lavata io
- il caffè il nonno non lo vuole
- è lui che lo ha fatto
spostamento elementi contribuisce a specificare significato frase
‘ci penso io’ diverso da dire ‘ci penso’→ cambia da punto di vista informazione, uguale a livello
sintattico e semantico (uguale da punto di vista grammaticale e morfologico)
Es. magari io sono libero, e me ne occupo io = ci penso io

Le 3 principali strategie di focalizzazione in italiano, da punto di vista SINTATTICO:


- dislocazione a sinistra
- dislocazione a destra
- scissione, frase scissa
movimento elementi in frase→ è idea ripresa da lessico grammatica generativa
elementi si possono spostare in albero sintagmatico

◼ dislocazione a sinistra→ elemento che di solito a destra viene spostato a sinistra


es. il gatto insegue il topo→ il topo lo insegue il gatto
se elemento da fine frase va a inizio frase→ dislocazione a sinistra
◼ dislocazione a destra
quando elemento da inizio frase va a fine frase→ dislocazione a destra
◼ Frase scissa→ da punto di vista della formazione, è introdotta da verbo essere seguito da
pseudo relativa ‘che’, sembra una relativa ma non assolve tutte funzioni delle relative

Strategie servono a focalizzare elemento→ punto più saliente della frase, far diventare elemento
della frase un focus
SALIENZA→ proprietà importante da punto di vista pragmatico, ci fa capire ruolo che giocano
certe informazioni in flusso comunicativo

COME FUNZIONANO DISLOCAZIONI


Se prendiamo frase non marcata: un gatto insegue il topo (ordine costituenti è quello standard,
soggetto+verbo+oggetto)
◼ Con dislocazione a sinistra: prendiamo complemento oggetto a fine frase e lo portiamo a
inizio
il topo lo insegue il gatto
elemento in più a frase non marcata è il pronome, ha funzione anaforica (RIPRESA PRONOMINALE
ANAFORICA), fa riferimento a qualcosa già esplicitato in frase che è ‘il topo’
se dico ‘il topo insegue il gatto’ senza questo pronome→ dico cosa completamente diversa
‘ il topo lo insegue il gatto’ è una forma pleonastica (ripetuto complemento oggetto in spazio
breve) ma da punto di vista sintattico serve a capire che ‘il gatto insegue il topo’
Eventuale ripresa anaforica dell’elemento focalizzato

◼ Con dislocazione a destra: lo insegue un gatto, il topo


strumenti che ci fanno capire che è frase focalizzata rispetto a non marcata:
C’è di nuovo pronome anaforico, e c’è una virgola (che serve da punto di vista grafico e che
interpretiamo come mini pausa)
In questo modo elemento che vogliamo mettere in evidenza ciò che fa il gatto → TEMA SI
INDIVIDUA CON VERBO
Verbo predica, dice qualcosa su soggetto espresso

in frase non marcata il tema è gatto, parte rematica: gatto insegue il topo
‘il topo lo insegue un gatto’→ pongo attenzione sul gatto, non sul topo
In genere focus ha una funzione contrastiva→ ‘il topo lo insegue un gatto’, ‘non lo sta inseguendo
mia madre’→ in questo caso elemento focalizzato è il gatto → che abbiamo spostato in frase,
spostiamo topo a sinistra
In ‘lo insegue un gatto, il topo’→ elemento focalizzato è sempre gatto, ‘lo insegue un gatto, il
topo’, ‘non mia madre con la scopa’
Se avessi voluto evidenziare ‘topo’→ ‘è il topo che il gatto insegue’ o ‘il topo insegue il gatto’
(ultima frase la capisco solo grazie a intonazione, non abbiamo strumenti grafici)

◼ In frase scissa→ + immediata, elemento da focalizzare lo introduciamo con ‘copula’→


seguito da pseudo relativa
‘è un gatto che insegue il topo’, ‘non è un aquila o mia madre’

Esempi
‘Lucia mangia il gelato’→ frase con ordine non marcato
Lucia: soggetto, agente che inizia azione
Dislocazione a sinistra: il gelato lo mangia Lucia → spostato elemento a sinistra
Dislocazione a destra: lo mangia Lucia, il gelato→ una parte del rema che è già a destra viene
spostato a destra → perché pronome prende prima posizione
Il fatto che ci sia virgola→ lo sposta in frase
Frase scissa: è lucia che mangia il gelato→ adoperiamo due elementi che dividono fra in modo
strano, non creano in realtà due frasi perché ‘che’ non è vero pronome relativo

DISLOCAZIONE a SINISTRA
Differenza:
- Il giornale ho comprato → evidenzia oggetto, non è sigarette
- Ho comprato il giornale

Differenza:
- A Luigi Marina non piace
- Marina non piace a Luigi
Da punto di vista semantico stesso significato, ma quando diciamo ‘A LUIGI marina non piace’→
stiamo parlando specificando Luigi→ mettiamo in evidenza che a lui non piace, ma magari al resto
della compagnia sì

- Pietro, al cinema, ha incontrato Luisa→ sempre caso di dislocazione a sinistra


- Pietro ha incontrato Luisa al cinema→ frase non marcata
Spostare ‘al cinema’ in quella posizione → sempre x focalizzare l’attenzione, ‘l’ho incontrato al
cinema e non in stazione’

- Il latte non lo bevo→ focus sul ‘il latte’→ magari perché facciamo colazione da qualcuno
‘no il latte non l bevo, il caffè sì’
- Non bevo il latte

DISLOCAZIONE A DESTRA
Spostiamo elemento da localizzare all’estrema destra della frase
Facciamo spostamento adoperando virgola, facendo pausa quando leggiamo frasi

- Non lo bevo, il latte→ fatto che elemento sia focalizzato lo si beve nel pronome
- Non bevo il latte

- L’ho mangiata tutta, la torta


- Ho mangiato tutta la torta

- Ci andiamo domani, da Luisa


- Da Luisa andiamo domani→ frase non marcata, se ‘da luisa ci andiamo domani’ crea già
focalizzazione

FRASE SCISSA
- È questo libro che voglio
- Voglio questo libro

- È lui che dovete arrestare


- Dovete arrestare lui

- È con il motorino che non voglio che tu esca


- Non voglio che tu esca col motorino
➔ Perché si dice ‘che’ è pseudo relativa? X gli strumenti che uso è una relativa?
Dal punto di vista sintattico sì→ perché pronome con forma ‘che’,che precede antecedente e ne
predica qualcosa
Ma il problema è che non predica niente dell’antecedente
In questo ultimo esempio→ non è motorino che fa qualcosa, e non ha funzione di complemento
oggetto
Si dice pseudo relativa→ formalmente sembra relativa, ma se si guarda significato ci rendiamo
conto che non è una relativa

FRASI SCISSE CON ‘pietro ha incontrato Luisa al cinema’


- È LUISA che Piero ha incontrato al cinema (non Maria)
- È AL CINEMA CHE piero ha incontrato Maria
- È PIERO che ha incontrato al cinema Maria (e non io)
Frase scissa si può creare con qualsiasi elemento in frase
Ovviamente in base a ciò che vogliamo focalizzare→ selezioniamo elemento

ALTRE LINGUE…
La possibilità di focalizzazione con strumenti sintattici fa parte anche per altre lingue
Quando si impara lingua→ si impara standard e norma→ imparato a seguire certo ordine gli altri
considerati devianti
Tuttavia, tutte lingue sono strumenti comunicativi→ servono per veicolare anche particolari
informazioni
Es FRANCESE
◼ DISLOCAZIONE A SINISTRA
- Moi, je n’arrive pas à trouver ce livre→ non riesco a trovare questo libro
Ripetuto pronome personale
Spostato elemento tematico più a sinistra più di quanto non sia→ mettendo addirittura una
virgola
- Ce livre, je n’arrive pas à la trouver
Possiamo spostare a sinistra anche elemento del REMA
Ripreso in frase con pronome ‘la’
- Trouver ce livre, je n’y arrive pas = trovare questo libro non ci riesco
Possiamo spostare a sinistra anche tutta parte del rema (elemento predicativo)
In frase dopo virgola→ usiamo comunque pronome, ripresa pronominale di tutto ciò che c’è prima
virgola

Chi adopera francese può usare strumenti sintattici per focalizzare elementi con dislocazione a
sinistra
Quando adoperiamo dislocazione degli elementi→ a destra o sinistra da forma non marcata→ in
genere vengono ripresi da pronomi

◼ DISLOCAZIONE A DESTRA
- Je n’arrive pas à le trouver, ce livre= non riesco a trovarlo questo libro
Ce livre→ spostato a destra
Ripresa anaforica prima della virgola con ‘le’
- Je n’arrive pas à trouver ce livre, moi→ in grammatica francese difficile trovarlo
È forma che si piò sentire in conversazioni
Moi (prima persona)→ rappresenta spostamento a destra del primo pronome ‘je’
Per quale motivo ripetuto pronome due volte in francese, in questo caso?
Se togliamo je davanti al verbo→ non capisco a chi faccia riferimento il verbo
Come inglese, anche in francese→ obbligo di esprimere pronome, altrimenti tutte forme uguali
dato che ultima sillaba è stata persa
Senza pronome personale non si sa
- Je n’y arrive pas, à trouver ce livre= non ci riesco a trovare sto libro
Esattamente come in italiano→ c’è forma pronominale che corrisponde a ‘ci’ italiano e fa
riferimento a parte rematica

ESERCIZIO→ focalizza elementi frase, moodle esercizio

Altra strategia sintattica, serve come marcatore pragmatico, serve per focalizzare elemento in
frase: INVERSIONE
È più semplice e immediata delle dislocazioni
- Comporta in caso soggetto+verbo→ inversione due elementi
Troveremo frase con ordine verbo+soggetto
- In caso di verbo+oggetto→ inversione con creazione frase oggetto+verbo

1° tipo INVERSIONE
VERBO+SOGGETTO
‘è arrivato Stefano’, suona diverso rispetto ‘Stefano è arrivato’
‘ha chiamato mamma’→ inversione serve a focalizzare elemento ‘mamma’
‘A Giovanni piacciono i romanzi polizieschi’→ metto accento su romanzi polizieschi e non
romantici

2° tipo INVERSIONE
OGGETTO+VERBO
non è dislocazione a sinistra→ cosa diversa
ES. il giornale ho comprato
Quando operiamo dislocazione a sinistra stiamo focalizzando elemento ‘il giornale’→ in frase
focalizzata, ‘il giornale’ è tema
Quando operiamo dislocazione trasformiamo elemento rematico in elemento tematico
Diventa elemento di cui predichiamo qualcosa
Quando operiamo inversione oggetto+verbo→ ciò che spostiamo a sinistra è rema, non il tema
‘te cercavo’→ te rimane elemento rematico
Rimangono elementi rematici
‘anche la televisione ci hanno rubato’
2° strategia
RISORSE MORFOLOGICHE
In italiano non funziona→ ma ci sono lingue che marcano Tema tramite dei morfi
Es GIAPPONESE
Marcare il tema con un morfo= abbiamo elemento che compone la parola o un elemento
morfologico in caso di lingue isolante in cui ogni parola ha suo significato
Si nota come c’è morfo specifico che funziona sulla parola precedente e la marca come tema
Es Huro wa Kimoti ga ii
Huro= bagno
Wa= Tema→ elemento che ci dice che bagno è elemento frase
Kimoti=sentire
Ga=soggetto
Ii=buono
‘quanto al bagno mi fa piacere’
➔ Siamo obbligati a tradurre frase in questo modo e non come ‘mi piace fare il bagno’
Perché ‘mi piace fare il bagno’→ è una frase non marcata in italiano
Mentre invece in giapponese frase è marcata→ sappiamo c’è elemento tematizzato, e in quanto
tale va reso anche in traduzione→ l’unica è forma di questo tipo
Se non tradotte così→ si scambierebbe interazione→ magari scrittore vuole dire qualcosa e non
un’altra

3° strategia
RISORSE SOPRASEGMENTALI
A seconda del tipo intonazione, pause→ mettiamo in evidenza elemento invece che altro
Es. ‘Scusami ho fatto tardi non ho sentito la sveglia stamattina’, ‘seh, la sveglia’
Stiamo con curva intonazionale precisa→stiamo selezionando elemento della frase precedente,
ma dando significato che va al di là sveglia
‘seh, la sveglia’→ frase non si ferma a oggetto inanimato, stiamo dicendo qualcosa in più ‘seh
vabbè che stavi facendo’

INTONAZIONE è elemento imprescindibile della conversazione in ogni lingua


In italiano abbiamo altro elemento per conversazione GESTUALITÀ
Italiano ha curva intonativa estremamente riconoscibile→ stranieri riconoscono subito, curva
intonativa è quella, loro lingua avrà curva intonativa diversa
Quando sentiamo lingue del nord europa→ diciamo che hanno curve intonative molto piatte,
perché sono diverse dalle nostre
Così anche quando qualcuno imita inglese→ lo farà diversamente in base se inglese americano
(più scialla) o british (+ composto e certe curve)
CURVE INTONAZIONALI servono a veicolare dati significati
Così se noi urliamo qualcosa→ probabilmente o stiamo emettendo segnale di pericolo (‘al ladro!’)
o stiamo mettendo in guardia qualcuno da qualcosa, o stiamo alzando la voce in modo che
qualcuno non faccia quella cosa

TONO è un elemento comunicativo al pari delle parole, ciò che diciamo


Dato che tono è elemento comunicativo--> serve anche come strategia di focalizzazione, mettere
in evidenza qualcosa rispetto a qualcos’altro
Si dice che il focus fa parte di una curva intonativa enfatica→ es registro messaggio e poi
analizzata con spettrogramma che registra oscillazione intonativa→ si notano ondulazioni

In genere focus fa parte del Rema ed è caratterizzato da una particolare curva intonativa enfatica
‘Carla al mattino prende il caffè’→ non prende il the
Elemento della frase che può essere contrastato

Tematizzato primo elemento→ che è funzionale a situazione comunicativa


a. who is coming?
b. Jòhn is coming
Tema
Rispondiamo a chi sta venendo

a. What is John doing?


b. Josh is còming
Tema
Rispondiamo a cosa sta facendo

Si nota che intonazione, accento sarà particolarmente rilevata in parte dell’enunciato


A Michelangelo Pierangela vuole presentare Marinella
Ascisse: tempo di riproduzione
Trascrizione fonetica dell’enunciato sopra frase
Ordinate: pich, intonazione
Se si guarda curva di questo tipo→ dato che elementi focalizzati sono quelli che hanno curva
intonazione enfatica→ elemento su cui ricade focus ‘Michelangelo’
Tipo di operazione sintattica

- Frase non marcata→ ‘Pierangela vuole presentare Marinella a Michelangelo’


- In questo caso elemento rema viene dislocato a sinistra, ‘a Michelangelo’→ elemento
topicalizzato da punto di vista sintattico→ in riproduzione orale ci sarà anche curva
intonativa enfatizzata

- Al virologo Veronica vuole mandare le analisi


Dislocazione a sinistra
- Frase non marcata: Veronica vuole mandare le analisi al virologo
Quando spostiamo ‘il virologo’ → mettiamo in evidenza quell’elemento su altro con dislocazione a
sinistra, anche con intonazione

INTONAZIONE SEGNALE IN PARTICOLARE FOCUS CONTRASTIVO


- Non ho detto possibile, ho detto impossibile
‘im’ viene messo in risalto
- Non rido di te, rido con te
- Ho messo le scarpe sul letto (non sotto)
In questi 3 casi intonazione serve a far capire all’interlocutore che si intende una cosa e non
un’altra
FOCUS CONTRASTIVO→ molto evidente in prime due frasi, spieghiamo cosa è e cosa non è
In terza frase ‘ho messo le scarpe sul letto’→ ora che è evidenziato e letto in certo modo dà focus,
altrimenti non ha nessun significato aggiuntivo

Di solito Tema=soggetto e soggetto=agente


Comunque, struttura informativa o pragmatica ha maggiore libertà rispetto a sintagmatica
Es in ‘promessi sposi’- Manzoni
- Questo signore, Dio gli ha toccato il cuore
Da punto di vista sintattico→ elemento strano rispetto a frase non marcata
Frase non marcata= Dio ha toccato il cuore a questo signore
(Frase detta da innominato, signore temuto al quale affidata Lucia che però per crisi mistica e con
vista di Lucia, abbandona vita precedente di malvagità e imbocca cammino cristiano)
STRUTTURA DI QUESTO TIPO→ serve magari in discorso in cui si parla dell’innominato→ si vuole
mettere accento su persona, si vuole presentare
E questa idea è espressa in modo più efficace con ‘questo signore, dio gli ha toccato il cuore’
(elemento tematico è signore) che ‘dio ha toccato il cuore al signore’ (elemento tematico è dio)

- Luigi, non se ne occupa più nessuno


Frase non marcata: nessuno si occupa più di Luigi→ tema è nessuno
Se vogliamo dire che Luigi è poveretto, perché tutti quanto l’hanno abbandonato→ diremo ‘Luigi,
non se ne occupa più nessuno’ tema: Luigi

- La macchina, non voglio pensarci

Sono tutte strategie che servono a tematizzare ciò che vogliamo far risaltare
Tematizzare ciò che in frase non marcata tema non è
Così struttura informativa più libera della sintattica
In sintattica ci si aspetta→ SOGGETTO+VERBO+OGGETTO→ con queste tre frasi precedenti non
torna struttura
Dato che soggetto e tema non corrispondono
Es. dio, nessuno, io→ sono soggetti
Tema è parte saliente e non corrisponde a soggetto in questi casi
Stessa cosa in FRANCESE
- Charles, on n’a pas beasin de lui= Charles, non abbiamo bisogno di lui
- Cet èlève, j’en ai entendu parler
C’è dislocazione a sinistra
C’è tematizzazione di alcuni elementi che non sarebbero tema→ e che sono ripresi da pronomi

Si parla di TEMA SOSPESO


Creiamo un tema e di fatto predichiamo qualcosa su quel tema però stesso elemento non può più
essere spostato così come è alla fine della frase
Es
- Questo signore, dio gli ha toccato il cuore
Non possiamo più dire ‘Dio gli ha toccato il cuore questo signore’
- Luigi, non se ne occupa più nessuno
Non possiamo dire spostando elemento topizzato a destra→ ‘non se ne occupa più nessuno luigi’
- La macchina, non ho voglia di pensarci
Non posso dire→ ‘non ho voglia di pensarci la macchina’

È tema sospeso perché non funziona come nelle frasi in cui il tema è immediatamente seguito
da rema ed elementi spostati tranquillamenti
In questi casi→ spostamento non funziona più

MODALITÀ DI ANALISI DELLA FRASE


Frase si può analizzare secondo:
- Prospettiva configurazionale→ configurazione frase, struttura dei costituenti
Riconoscendo elementi come sono predisposti
- Visto da prospettiva sintattica→ tipi di significati si possono trarre da significato
Ciò che si fa con analisi logica→ identificando funzioni grammaticali
- Prospettiva semantica→ analizzando ruoli semantici
- Prospettiva pragmatico-informativi→ riconoscendo tema e rema

Come analizzare frase ‘Gianni corre’


- Gianni corre (SN+SV→ Nome+verbo)

Punto di vista configurazionale--< con diagramma da albero e dipartizione

- Gianni corre (soggetto+ PV)


Individuate funzioni grammaticali→ soggetto e predicato verbale
- Gianni corre (agente+azione)
- Gianni corre(tema +rema)
ESERCIZIO
- Descrivere le differenze o i punti in comune che sussistono tra le seguenti frasi, ponendo
l’attenzione su funzioni grammaticali, ruoli semantici e ruoli pragmatici
Dire se hanno qualcosa in comune e differenze
a- A luigi abbiamo riservato i posti migliori→ complemento di termine (oggetto indiretto),
verbo, complemento oggetto (oggetto diretto)
b- A luigi non interessa la partita → complemento di termine (oggetto indiretto), predicato
verbale, soggetto (la partita)
Da punto di vista sintattico→ a luigi ha stessa funzione, sempre complemento di termine,
nel primo caso c’è oggetto diretto e nel secondo caso c’è soggetto
da punto di vista semantico→
a- A LUIGI→ nel primo caso è beneficiario
I POSTI MIGLIORI→ paziente
b- A LUIGI→ esperiente
LA PARTITA→ stimolo (non è essere animato che possa dare inizio a azione)
A stessa marcatura sintattica corrispondono diversi ruoli semantici→ primo caso beneficiario e nel
secondo caso esperiente
Da punto di vista pragmatico→ individuare tema e rema
In entrambi casi A LUIGI→ è tema frase
In primo caso→ abbiamo dislocazione a sinistra (sarebbe ‘abbiamo riservato i posti migliori a Luigi)
In secondo caso non è frase marcata
In primo caso è elemento tematizzato con dislocazione a sinistra, nel secondo caso è tema
standard della frase

SOGGETTO E PREDICATO
Se mettiamo a confronto i diversi ruoli e costituenti che possiamo individuare in un contesto di
frase ci rendiamo conto di come due concetti come SOGGETTO E PREDICATO possono essere
analizzati sotto diverse prospettive
A livello strettamente sintattico:
- Soggetto → argomento che ha la stessa persona e lo stesso numero del verbo
Non è solo colui che compie l’azione→ es. soggetto delle frasi passive
- Predicato→ costituito dal verbo + altri argomenti del verbo stesso
Presa in considerazione definizione valenziale

Da punto di vista semantico:


- Soggetto corrisponde ad agente o esperiente
Quando prendiamo forma verbale attiva
- Predicato corrisponde azione (se soggetto è agente) o stato (se soggetto non è agente)
A livello comunicativo
- Soggetto corrisponde a tema e predicato a rema→ generalmente
Non sempre tema è soggetto della frase
Es ‘A luigi abbiamo riservato i biglietti in curva’→ a luigi= tema ma non soggetto

ELEMENTI PRIMA ARTICOLAZIONE= elementi morfologici


ELEMENTI SECONDA ARTICOLAZIONE=elementi fonetici
ELEMENTI MINIMI E Più COMPLESSI
ELEMENTI DELLA LINGUA indipendentemente da livello a cui si analizzano possono avere maggiore
o minore complessità
- Se analizziamo elementi costitutivi fonetica e fonologia→ foni e fonemi
Che anche se restiamo in ambito fonetica e fonologia→ foni e fonemi possono essere assemblati
in sillabe, caratteristiche costitutive
- A livello morfologia→ individuiamo elementi minimi della morfologia, ma sempe restando
in ambito morfologia
Possiamo assemblare elementi minimi in parola
- A livello di sintassi→ possiamo trovare elementi minimi come sintagmi, testa sintagma
Questi sintagmi possono formare elementi più complessi come frasi
Ma esiste un livello di complessità ancora maggiore→ perché possiamo individuare
FRASI SEMPLICI che possono essere combinate in FRASI COMPLESSE con rapporti di
coordinazione o subordinazione

FRASI SEMPLICI→ non contengono altre frasi


FRASI COMPLESSE→ contengono altre frasi

FRASI COMPLESSE
Si parla di periodi
Quando si analizza periodi→ analizziamo testi o parlati più complessi
E frasi complesse, il periodo ci dà idea della complessità di un ragionamento e dei rapporti logici
tra frasi
In genere complessità dei periodi dà idea della complessità del mondo→ idea della complessità
dei rapporti logici
Es. quando usiamo frase causale prima di frase principale (anche in discorsi quotidiani)
- es. non è venuto perché non è suonata la sveglia→ già esplicitato rapporto logico di frase
causale che determina un dato stato nel mondo

modo in cui frasi complesse strutturate, rapporti:


- rapporti di coordinazione→ rapporto di connessione, proposizioni che hanno stesso valore
e non rapporti di dipendenza
si possono avere tra qualsiasi tipo di frase→ tra principali, subordinate…
- rapporti di subordinazione-> frasi unite da rapporti di dipendenza
principali frasi subordinate→ es avverbiali, completive (soggettive o oggettive), relative
frasi che dipendono da frase principale che è sempre dipendente
rapporti di subordinazione si hanno tra principale e subordinate o tra subordinate primo tipo e
secondo tipo

connettivi→ ciò che determina rapporti di coordinazione e subordinazione sono i connettivi


x coordinazione→ i connettivi possono essere es. virgole→ asindoto e polisindeto
x rapport di subordinazione→ i connettivi sono le congiunzioni, avverbi e coordinate

COORDINATE
- Gianni è partito e Maria è rimasta a casa
- Paolo ha mentito e Luca gli ha creduto
Tra frasi principali

Quando si rappresentano schematicamente questi rapporti→ con parentesi quadre


COORDINATE
(F1=Paolo è uscito) e (F2=è andato al cinema)
Sono frase 1 e frase 2
frasi racchiuse tra parentesi quadre con elemento di congiunzione tenuto fuori, e preceduto da
frase 1 e 2
SUBORDINATE
Frasi sono incastrate tra loro→ principale contiene subordinata
(F1=Luca ha detto (f2= che il professore è uscito))
(f1 sono andata via (f2=perché paolo facesse i compiti da solo))→ f2 è avverbiale di tipo finale

Sono modi di rappresentare come per parentesi quadre dei rapporti tra sintagmi

Quali sono TIPI DI FRASE COMPLESSE


- ARGOMENTALI (completive)
Sono soggettive o oggettive
Assolvano a funzione di soggetto o oggetto rispetto a frase principale

Frase soggettiva non introdotta da congiunzione


Frase oggettiva introdotta da ‘che’

Non solo in italiano


Ma anche in altre lingue

- Inoltre, in italiano non tutte completive devono essere introdotte da congiunzione → si può
dire ‘credo che tu abbia ragione’ ma posso dire anche ‘credo tu abbia ragione’
- In inglese molto spesso si dirà ‘i think you are right’→ non si dice ‘i think that you are right’
- In tedesco si può dire ‘ich glaube dab du gluklich bist’=io penso che tu sia fortunato →
posso dire anche ‘ich glaube du seiest glucklic’=penso tu sia fortunato
Senza congiunzione che introduca oggettiva, ci sono due frasi apposte (principale e completiva)
- In latino, frasi completive non sono introdotte da congiunzione (marca zero)
Es. scio eum esse felicem
In caso di latino costruzione va inquadrata anche con utilizzo casi→ completiva comunque non
introdotta da congiunzione

- CIRCOSTANZIALI o AVVERBIALI
Riprende classificazione della grammatica valenziale
Si parlava di elementi circostanziali= tutto ciò che esulava da argomenti obbligatori del verbo
Possono essere finali, temporali, causali, concessive
- Prima frase incassa la seconda
- Prima frase incassa la seconda
- In questo caso è frase due che incassa la prima→ quando rappresentiamo formalmente,
dato da prospettiva lineare concessiva precede principale
Apriamo prima frase 2 e poi all’interno apriamo frase 1
I rapporti di dipendenza non sono tanto formalizzati da parentesi esterna o interna→ i rapporti di
dipendenza sono formalizzati da indice che diamo a frase
Frase 1=sarà sempre principale
Frase 2=è sempre subordinate

((f2 benché fosse brillo) e (non ricordasse la parte) (f1 l’attore recitò benissimo))

Esercitazione

Partire da frasi non marcate→strategie di focalizzazione

1- La nonna è andata a comprare la frutta al mercato


Struttura informativa enunciato:
tema: nonna, ciò di cui si predica
rema: è andata a comprare la frutta al mercato

spostamento a sinistra: al mercato è andata a comprare la frutta la nonna


questa focalizzazione a sinistra può essere anche come: al mercato la nonna è andata a comprare
la frutta
➔ Elementi in posizione di focus in queste due frasi:
- In prima frase si focalizza: Al mercato, non dall’ortolano
Di solito strategie di focalizzazione ha funzione contrastiva
- In seconda frase si focalizza: la frutta, e non la carne

Altra strategia di focalizzazione, dislocazione a destra: è andata a comprare la frutta al mercato, la


nonna
Dislocazione a destra è graficamente realizzata anche con virgola, stacca elemento da enunciato
- Elemento focus: la nonna

Altre frasi: è la nonna che è andata a comprare la frutta al mercato


Oppure: è al mercato che la nonna è andata a comprare la frutta
Sono entrambi frasi scissa, con verbo essere
Due frasi scisse hanno foci diversi
- Primo focus: la nonna, non la mamma
- Secondo focus: al mercato, non da ortolano

2- Pierpaolo ha vinto la gara


Rema: ha vinto la gara
Tema: Pierpaolo

Dislocazione a sinistra→ spostiamo elemento ‘la gara’


La gara l’ha vinta Paolo
➔ Focus: la gara
Altro strumento usato è la ripresa pronominale necessaria

Dislocazione a destra→ focalizzazione attraverso messa in valore dell’elemento rematico


L’ha vinta Pierpaolo la gara
Anticipazione pronominale→ abbiamo come prolessi
Altre costruzioni frase scissa:
è Pierpaolo che ha vinto la gara
è la gara che ha vinto la gara
➔ Elementi contrastivi
- Focus 1: Pierpaolo
- Focus 2: la gara

3- Gabriella è un fenomeno in chimica


Tema: Gabriella
Rema: è un fenomeno in chimica
Dislocazione a destra: è
è un fenomeno in chimica, Gabriella

Dislocazione a sinistra:
in chimica Gabriella è un fenomeno

scisse:
è Gabriella che è un fenomeno in chimica
è in chimica che è un fenomeno Gabriella

se frase come:
quanto a Gabriella, è un fenomeno in chimica
- Che tipo di strategia di focalizzazione è?
Dislocazione a sinistra
Come per la dislocazione a destra siamo aiutati da elementi grafici come punteggiatura
In questo caso abbiamo focalizzazione alla sinistra dell’enunciato e la messa in rilievo è focalizzata
tramite utilizzo punteggiatura

ESERCIZIO
- Roberta regalò un libro a Mario, ‘a Mario’ è?
Mario è beneficiario, è lo scopo di determinata azione
Beneficiario marcato da complemento di termine

- Roberta regalò un libro a Mario, ‘un libro è?


Un libro è paziente, colui che subisce l’azione

- Roberta regalò un libro a Mario, ‘un libro è?


Libro è paziente e oggetto diretto, corrisponde a complemento oggetto

- A Mario piace molto il calcio, ‘A Mario’ è?


A Mario è esperiente, prova certo stato di animo, e oggetto indiretto, da punto di vista sintattico

- A Mario piace molto il calcio, ‘il calcio’ è?


Il calcio è soggetto

Lezione 21
CLASSIFICAZIONE DELLE LINGUE→ CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA TIPOLOGIA
LINGUISTICA
Le lingue al mondo sono molto diverse
Sono in numero che non è destinato a perdurare nel tempo in modo identico
Quando si contano lingue de mondo→ cambia molto se conteggio più di vecchia dato o fatto oggi

Lingue dipendono da parlanti


Se ultimo parlante lingua muore→ con lui muore anche lingua

Lingue del mondo


Ci possono essere zone ancora non bene esplorate→ per cui varietà linguistiche non conosciute
Inoltre, alcune lingue non riconosciute perché occultate→ per ragioni storiche e culturali:
greco di Cappadocia
sotto egemonia turca→ subito forma di persecuzione violenta→ ciò ha determinato che la varietà
graca fosse nascosta per decenni, non lingua di comunicazione pubblica ma solo privata (non da
adoperare in contesti pubblici)
è varietà riscoperta solo di recente e che mostra tratti di estrema conservazione anche rispetto a
greco continentale, che è evoluto nel tempo a differenza questo tipo di greco che ha mantenuto
tratti

- di che cosa si parla quando si parla di classificazione delle lingue?


X classificare lingue prima va data certa descrizione
Innanzitutto, si parla di lingue umane
Si ha bipartizione
- lingue verbali→ hanno realizzazione verbale
per essere codificate hanno bisogno dell’utilizzo dell’apparato fono articolatorio
- lingue segnate→ci sono lingue che non hanno bisogno questo apparato→ ma si codificano
con segni, con mani ad esempio
es. LIS (lingua de segni italiana), BSL (lingua dei segni inglese), ASL(lingua dei segni americana)
esiste anche lingua dei segni sovranazionale
ma soprattutto sono nazionali→ dato che si rifanno a determinate lingue nazionali

➔ riguardo alle lingue verbali


possono essere
- storico-naturali→ sono quelle che compaiono a un certo punto storia dell’uomo e si
sviluppano in maniere più o meno indipendente nel tempo
- pianificate→ lingue inventate a tavolino con determinati scopi
es. Esperanto→ lingua non legata a determinato contesto storico politico, nasce a tavolino
lingua pianificata→creato apposito lessico e morfosintassi

tra le lingue storico naturali troviamo:


- lingue trasmesse per generazione
es. italiano→che è evoluzione del latino, trasmesso attraverso volgare romanzo
lingua che passa per trasmissione nel tempo
- lingue nate per contatto
nascono in contesti di contatti tra popolazioni
contatti di solito determinati da colonialismo →arrivo di parlante di lingua due in territorio di
parlanti lingua 1
o da necessità economiche→ necessità di comprensione per contratto
una lingua di questo tipo è AITIANO, che è un creolo

quando parliamo di lingue→ si parla di lingue che possono avere caratteri più disparati
➔ biforcazione tra lingue per generazione e lingue per contatto

- perché difficile studiare una lingua?


1- Alcune aree sono ancora sottostudiate
La linguistica di terreno è un tipo di linguistica in cui studiosi si occupano di registrare lingue→
dove studiosi cercano di rendere grammatica
2- Criteri impiegati
Molte volte risulta difficile capire se parlate simili siano varietà dialettali, varietà geograficamente
individuabili di una lingua, o lingue diverse

- Quali lingue si parlano in italia?


Lingua nazionale: italiano standard, E poi ci sono vari dialetti
- Italiano standard→ è italiano della norma, quello insegnato a scuola, scevro da tratti
dialettali
- Vari dialetti→ varietà geografiche dell’italiano
- A Bolsano ci sono casi bilinguismo→ italiano alternato a tedesco
In realtà in italia situazioni di bilinguismo non sono solo in trentino→ in trentino questione è
normata, italiano e tedesco sono normati→ infatti per lavorare a Bolsano ci vuole certificazione di
tedesco

Una carta che renda conto della varietà linguistica sul suolo italiano è cartina complessa
Legenda della cartina→ indicate lingue:
- Lingue romanze→ lingue e varietà di derivazione latina
- Lingue di derivazione germanica→come tedesco
Principalmente a nord
- Varietà slave→ ci sono comunità in cui conservate delle parlate di tipo serbo croato
- Altre lingue sempre attestae→ greco, parlato in zona grecia salentina e zona calabria,
albanese, in alcune zone del nord della Calabria ma anche in puglia molise e abruzzese

Cartina dimostra differenziazione dialettale→ troviamo anche altre novità italo romanze
- Occitano
- Franco valenziale
- Romagnolo→ che sconfina oltre romagna fino marche
Pesaro→ molto simile a romagnolo
- Gallo italico
- Catalano→ parlato zona di Alghero, nord Sardegna
- Italiano centrale→ lazio, umbria, marche, parte occidentale abruzzo
- Latino
- Friulano
- Siciliano → parlata poi con altre differenziazioni

Panorama linguistico in cui ci sono situazioni linguistiche ancora più complesse


Es. situazione del Sardo→ che vuole autonomia rispetto a italiano
Es. Friulano → percepito come varietà distinta proprio da italiano, politica linguistica legato a
friulano è una politica forte, impiegandolo anche in contesti ufficiali

Questa complessità linguistica di spazio così piccolo


- Come si può classificare su panorama più ampio, mondo, le lingue?
Si adottano 3 criteri:
- Topologico
- Genealogico
- Areale
Si fondano su descrizione di tre tratti diversi delle lingue

CLASSIFICAZIONE GENEALOGICA
Con genealogie si parla di discendenza
Con classificazione di ordine genealogico si classificano su base discendenza
Con osservazioni di tratti sintattici e morfo sintattici individuate parentele linguistiche

Es lo facciamo quando diciamo→ spagnolo, francese e italiano→ sono lingue romanze, che
derivano da latino

Come si ricostruisce parentela lingue?


1- Lessico fondamentale delle lingue
Anche se poi per classificazione il lessico è elemento meno probante→ perché lessico è parte della
lingua più facilmente permeabile a influssi esterni, ad acquisizione elementi lessicale altra lingue
Inoltre è parte lingue più suscettibile ad acquisizioni e perdite

Assunto x lessico fondamentale: se i nomi hanno lo stesso significante (se forme simili rimandono a
stesso significato), questo rimanderà a una forma originaria condivisa
Es.
‘uno’, ‘due, ‘tre’
Esaminate su yalumka, badaga, susu, kannada
Nomi per indicare numerali che sono molto simili, ci sono solo piccole oscillazioni di natura
fonetica
(keden, keren o ondu, ondu)

Yalunka e susu→ sono entrambe lingue africane


Badaga e kannada→invece sono estremo oriente
Si può ipotizzare antenato comune→ smembrata poi in diverse varietà dialettali

Si postula per stesse lingue un antenato comune-> da cui poi generate diverse varietà

CONFRONTO NUMERI
- Inglese
- Gotico, lingua estinta
- Latino
- Greco moderno
- Antico slavo ecclesiastico→ lingua non più parlata, testimonianze solo letterarie e
attestazioni legate ad ambito religioso
- Sanscrito, lingua letteraria indiana
- Cinese
- giapponese
(foto)
- preso in considerazione numerale ‘uno’
one, ains, unus→ conseguenza vocale consonate
- preso in considerazione ‘due’
somiglianza più evidente
inglese e gotico mantengono dentale sorda
mentre altre lingue hanno occlusiva dentale sonora /d/
mentre cinese e giapponese forme assestanti
- anche per numerale tre
c’è somiglianza
alternanza a occlusiva dentale sorda e fricativa /f/

le forme del cinese e giapponese sono sempre isolate rispetto altre


perché per quanto prime sei lingue abbiano spazio territoriale molto ampio→ hanno comunque
matrice comune, matrice indoeuropea
per prime sei lingue→ ricostruita lingua indoeuropeo, non attestata→ ha dato vita a queste
diverse forme
LINGUE INDOEUROPEE
Da portogallo a india
Sottofamiglia indoeuropee si possono distinguere diverse lingue→ALBERO

Lingua madre→ indoeuropea


Poi derivano i grandi rami
E poi famiglie linguistiche

Sotto lingua indoeuropea si distingue→ gruppo balcanico, gruppo baltico, gruppo slavo, gruppo
germanico
È situazione storica delle lingue indoeuropee
(foto carta lingue indoeuropee)
questa è situazione attuale lingue indoeuropee
vanno da portogallo/Islanda a india
- rumeno, albanese
- famiglia germanica
- famiglia romanza
- attraversano anche russo per arrivare in zona indiana

è una delle possibilità per classificare lingue


fare confronto con elementi lessico base, espressioni di azioni (codifiche termini del lessico base) e
con individuazioni tratti comuni
si capisce vicinanza o meno della lingua

altro modo per determinare la affinità genealogica


2- affinità e differenze lessicali, morfologiche e sintattiche
si confronta come si comportano lingue relativamente a codifica di determinate funzioni
grammaticali
se nel confronto si scopre comportamenti simili--> allora si può ipotizzare comune discendenza

un’affinità di questo tipo→ è più salda di quella lessicale

es. GRAMMATICA COMPARATIVA


una tra queste è quella di Franz Bopp→ periodo 1842, quando iniziano studi su lingue
Bopp mette a confronto grammatiche comesanscrito, gotico ecc
Mette in evidenza tratti comuni delle morfologie che permettono di postulare discendenza
comune
È comunque classificazione di ordine genealogico che mette in evidenza lingua madre dalla quale
originate altre
ESEMPIO COMPARANZIONE
Esempio guardando 3° persona plurale e singolare indicativo presente
Si notano ricorrenze morfologiche
IL COMPARATISTA→ ovviamente non tiene di conto delle lingue più moderne (es italiano) ma
prende di conto lingua più antica (latino)
Così come per famiglia germanica → non si prende esempi tratti da inglese o tedesco, ma si cerca
forme ad esempio attestate nel gotico

➔ 3° forma singolare→ egli è


C’è ricorrenza non più lessicale ma grammaticale
➔ Anche per 3° persona plurale
C’è ricorrenza
Somiglianze di questo tipo ci fanno ipotizzare matrice comune

Forma protolingua ricostruita in questo modo


Si ricostruisce per indoeuropee →
3° persona singolare forma come *esti
E forma di tipo *sonti o anche enti’→ x 3° persona plurale

Quando si ricostruisce forma per protolingua va asteriscata

CON CRITERI DI NATURA GENEALOGICA identificate determinate famiglie nel mondo:


- Lingue afroasiatiche
- Lingue famiglia indoeuropee→ anche America meridionale e settentrionale, oltre che parte
fino a india
- Lingue sinotibetane→ di cui fa parte cinese
- Lingue smaleotine→ lingue di cui fa parte eschimese
- Lingue amerindiane
- lingue della papa nuova Guinea , lingue di acquisizione più recente
- lingue caucasiche → tra zona dell’europa e asia
- lingue arcaiche, tra cui anche turco

molte lingue sono di origine indoeuropea, seguita da sinotibetana

SCHEMA DELLA FAMIGLIA INDOEUROPEA ONNICOMPRENSIVO DELLE LINGUE DI DERIVAZIONE


INDOEUROPEA
Inizialmente→ INDOEUROPEO
Poi da lì si diramano lingue storiche→ livelli storici più alti, precedenti ad altre

2 sottofamiglie prese in esame


- famiglia LATINO-FALISCA → dove latino, da cui si sviluppano volgari che danno vita a
gruppo romanzo, (francese, spagnolo, gallo, ballone, italiano, spagnolo)
- FAMIGLIA GERMANICA

SOTTOFAMIGLIA ROMANZA
- Italiano
- Francese
- Spagnolo (castigliano)
- Portoghese
- Romeno

SOTTOFAMIGLIA GERMANICA
- Gruppo occidentale: inglese e tedesco
- Gruppo settentrionale: neerlandese, svedese, norvegese, danese

Oltre a contesto europeo


Anche AFRIKAANS, varietà ufficiale repubblica sud africana→ è varietà germanica, dato che è stata
colonia germanica
Per cui è varietà evoluta da lingua dei colonialisti

- ESISTONO DEI LEGAMI TRA DIVERSE FAMIGLIE LINGUISTICHE?


Alcuni studiosi postulano legami
Esempio→ x famiglia indoeuropea viene postulata che movimento di popolazione che da zona
orientale spostato verso europa, diversificandosi in diverse lingue
Movimenti di popolazioni non sono asettici→ sicuramente varie popolazioni possono entrare in
contatto tra di loro spostandosi
Es. possiamo ipotizzare che movimento della popolazione che ha dato vita a indoeuropeo sia dato
proprio da staccamento unità
Per cui sulla base di alcuni elementi lessicale proposta ipotesi ELEMENTO DEL NOSTRATICO=
connessioni gruppo indoeuropeo e famiglia dravidica (famiglia di lingue attestate principalmente
in India), caucasico
Ricorrenza di alcuni elementi ha fatto pensare ad ipotesi di questo tipo

Quando si riscontrano somiglianze lessico culturali→ ipotesi di unica famiglia originaria che poi
spezzettata in diverse sottofamiglie

Quando compiuta classificazione topologica di natura genealogica


Si può isolare fino a max di 18 famiglie linguistiche→ linguistica ne riconosce solo 18
Max di 18 x motivi iniziali: NON FACILE X ALTA SOMIGLIANZA O POCA DOCUMENTAZIONE
individuare confini lingue
Es. famiglia indoeuropea, semplice individuare confini se abbiamo attestazioni antichissime, con
continuità storiche di attestazione che arriva fino a giorni nostri
Stessa cosa non si può dire x lingue che non hanno tradizione scritta, x cui si conta solo delle
testimonianze orali → non x tutte lingue abbiamo tanta certezza

Ci sono lingue dove non costruite famiglie


LINGUE ISOLATE
Come basco, nord spagna, o etrusco

Ci sono poi lingue nella classificazione di natura genealogica


Vanno inseriti PIDGIN E CREOLE
Sono lingue x le quali non si ricostruisce discendenza diretta→ ma data da contattato con lingue

LINGUE PIDGIN
Nate da mescolanza tra lingue distanti tra di loro che hanno dato vita a varietà linguistiche
peculiari
Dato che loro origine è data da contatto con lingue non si possono inserire facilmente in
classificazione tipo genealogico, dato che offre tassonomia di lingue imparentate per discendenza
Più difficile restituire schema di lingue create da contatto anche di lingue distanti tra loro
- Quali sono motivi per cui creazione di lingue pidgin?
Principalmente natura economica
Es. Russenorsk→ è pidgin parlato su coste del mar artico
È un pidgin originato da incontro due lingue che sono russo e norvegese
Trae origine da motivazione natura economica
In parte del nord parte norvegese e russa avevano roba da scambiarsi→ dato che due lingue sono
molto dissimili, e non sono mutuamente comprensibili
Dato questa distanza, modo più semplice per scambi commerciali era creare lingua veicolare con
elementi entrambe lingue che funziona solo in contesti commerciali
Sappiamo che lo parlano i commercianti o pescatori, parlato solo per finalità di natura
commerciale e solo in mar del nord

Altra lingua pidgin, ma che si teorizza per la maggior parte


È Tok Pisin→ in Papua Nuova Guinea, è zona indonesia
Prende parte indonesia, parte nuova britannia…

- Perché si crei un pidgin è necessario che parlanti abbiano un accesso limitato a lingua
bersaglio→ cioè non siano facilmente disponibili modelli linguistici di riferimento
Es. russo competenza limitata norvegese, e norvegese competenza limitata in russo
Altrimenti parlante cercherà di parlare in altra lingua

Pidgin è sistema semplificato, con grammatica autonoma e lessico semplificato


Pidgin può essere descritto come lingua franca, veicolare che serve in certi contesti
- Come funzione Tok Pisin?
Es. no yupela i no sabe olsem em i matmat? = e voi non sapevate era un cimitero?
In questa frase possiamo riconoscere elementi che provengono da diverse lingue:
◼ ‘Na’ è negazione
◼ ‘Sabe’ derivazione romanza, sapere
◼ ‘Matmat’, parola di origine malanesiana, opera con raddoppiamento e indica presenza
tanti morfi
Caratteristiche tok pisin→ preso elementi da inglese, portoghese e malesiano (lingua papa nuova
Guinea)
Costruita sintassi nuova, sintassi semplificata
Lingua che serve in modo che possa essere compresa da parlanti lingue diverse
Vi possono accedere perché lingua estremamente semplificata

- X idea della semplificazione strutturale e lessicale della lingua Tok Pisin


Analizzato scena del ‘Borghese gentiluomo’ di Moliere
Commediografo immagina una cerimonia turca in cui conferito fittizio titolo nobiliare a
protagonista
Con consulenza diplomatica→ immagina funzionario che dice a personaggio principale:
‘se ti sabir, ti respondir. Se non sabir, tazir, tazir’
È frase molto semplicificata
Riprende elementi romanzi
Semplificazione linguistica passa anche con semplificazione morfologica→ unica forma utilizzata è
infinito, che assume significato diverso in base a come costruita frase

Traduzione→ ‘se sai rispondi’, sappiamo di tradurre con presente


‘Ti’→ forma personale unica che ci serve per flettere infinito
In seconda parte non ripetuto pronome→ ‘se non sabir’
Ripetizione ‘tazir’→ va identificare azione del tacere e la enfatizza

Utilizzo infinito come strategia di semplificazione è qualcosa a cui siamo abituati


Es. io volere mangiare
È in genere una delle strutture ricorrenti nell’italiano degli immigrati che non hanno competenza
della lingua del paese
Usano pronome personale, infinito e poi oggetto
Sono meccanismi propri di qualsiasi contesto linguistico

CREOLI
Rispetto a pidgin, hanno passo in più
Pidgin= usati in contesti in cui rispondono a certe necessità, usate in contesti di scambio
economico, gruppo ristretto di parlanti
I creoli→ sono invece dei pidgin che diventano lingua nativa di gruppo di parlanti
Ciò che succede a tok pisin in nuova Guinea→ da essere lingua usata solo per scambi commerciali
inizia ad essere lingua usata anche nel parlato comune
Nuove generazioni abituate ad usare questa lingua
In quanto lingua materna comunità non soddisfa solo bisogni necessari→ ma contesti più ampi,
arricchito lessico e grammatica

Esempio creolo
Giamaicano è creolo
Non è lingua prettamente inglesi, ma ha tratti divergenti
È creolo nato da originario pidgin, nato da lingua giamaicana iniziale e colonizzatore inglese

Ci sono tanti creoli nel mondo


Creoli nate di solito in contesto coloniale
E basate su lingue europee

Ci sono lingue creole nate su base portoghese, spagnola, olandese o francese


Tutti creoli possono essere o meno lingue nazionali, ma paesi che sono stati oggetto di
colonizzazione

Classificazione genealogica→ rapporti di parentela, trovati con comparazioni lessicali o


morfologiche
In panorama classificazione genealogica→ è difficile collocare lingue che non si sviluppano per
eredità ma per contatto tra lingue diverse= lingue pidgin e creoli
Lingue Pidgin
Sono lingue che si sviluppano in contesti di natura prevalentemente economica→ lingue create
per permettere la comunicazione tra parlanti lingue che sono tra di loro non comprensibili
Se un parlante non ha competenze in lingua target→ vengono create lingue di natura puramente
convenzionale e x comunicare
Sono di natura molto semplificata
E prendono spunto da entrambe le lingue da cui si crea

Uno dei pidgin più famosi è Tok-pisin


Pidgin che con il tempo si sta creolizzando

CREOLI
Rappresentano stato evolutivo pidgin
Se pidgin rimane lingua veicolare, che serve in contesti solo specifici
Il creolo è un pidgin che diventa lingua nativa di alcuni parlanti
Nel momento in cui pidgin viene allargato in contesti di utilizzo, non solo scopi commerciali ma
diventa la lingua nativa, lingua di socializzazione primaria→ allora status lingua diventa da pidgin a
creolo
Quando lingua da pidgin diventa creolo
Lingua allarga campi di utilizzo
Dato che pidgin usato magari solo per acquisto di beni, materie prime→ avrà lessico limitato a
sfera commercio, pochi elementi riferiti a natura, poche materie rime
Essendo lessico limitato a commercio→ solo certi tipi di azione

Quando pidgin diventa creolo, lingua di socializzazione primaria di società


Lingua avrà bisogno di assolvere serie di funzioni, che esulano da ambiente solo economico
Bisogno lessico per quotidianità, verbi di movimento (salire, scendere, andare)
Lingua si dovrà allargare e dovrà riuscire ad esprimere concetti di questo tipo
E sua morfologia si complicherà

CREOLI sono lingue che sono nate in genere in contesti di colonizzazione,


sono lingue che avranno di base lingua europea, (inglese, francese, portoghese)→ paesi che hanno
colonizzato due Americhe, africa o oriente

4 FRASI PRODOTTE USATE CREOLO DI HAITI


1- Mwen kann fe manje= so cucinare
Ci sono elementi che ricorrono a elementi di lingue europee?
Fe manje=far da mangiare→ lingua dei colonizzatori di Haiti sarà francese
Altro elemento è ‘kann’= can inglese o derivazione germanica, indica capacità di sapere far
qualcosa
Mwen= rappresenta forma pronominale, in questo caso funzione di soggetto ma deriva da forma
pronominale che non è soggetto, come ‘me’ inglese o ‘mua’ francese
- Esempio di semplificazione è l’utilizzo di pronomi
Forme flesse dei pronomi in base a ruolo che ricoprono frase→ si sostituisce presenza di unica
forma pronominale che assume funzione in base a contesto di utilizzo
Es italiano c’è ‘io’, ‘me’, ‘mi’
In questo caso usato pronome unico→ ‘mwen’, acquisisce funzione in base a contesto di utilizzo,
in questo caso ha funzione di soggetto
Traducendo tutti elementi sarebbe ‘m so cucinare’

2- Li ale travay le maten= egli va a lavorare di mattina


Elementi simili:
travay= lavoro
maten=mattina
li=egli
ale→ forma che deriva da infinito → determinato da tendenza a semplificazione del sistema
verbale riscontrabile in tutti contesti comunicativi dove si utilizza lingua per farsi capire tra parlanti
ciò che doveva essere ‘lui andare lavoro la mattina’
in altra forma di contesto grammaticale→ ‘lui va a lavorare la mattina’
si riconosce elementi di partenza che vengono inseriti in contesto grammaticale

3- Jardin sa bel= questo giardino è bello


Elementi simili:
jardin= come in francese
sa= ‘sa’ del francese, usata come forma estesa di dimostrativo
bel= non richiama francese, probabilmente è di derivazione la forma del femminile

4- Sa se chen frè mwen= questo è il cane di mio fratello


Elementi simili:
frè= fratello
mwen= pronome personale esteso
se= dal francese
‘ questo è cane fratello me’→ diventa ‘questo è il cane di mio fratello’
Forma unica pronominale→ assume funzioni pronome soggetto che quelle di aggettivo possessivo
Cosa che si può notare→ quando in posizione iniziale ha funzione di pronome deve precedere
verbo, mentre quando funzione di aggettivo deve seguire nome a cui fa riferimento
Anche ‘sa’→ quando ha funzione di aggettivo dimostrativo segue nome/sostantivo a cui unito,
quando funzione pronominale precede verbo
Anche se non sappiamo niente di Haitiano→ possiamo descrivere elementi lessicali usati ma
possiamo descrivere anche morfologia lingua
Ci rendiamo conto:
- Pronome unico
- Pronome dimostrativo unico esteso
- Come si collocano in frase

Si possono azzardare ipotesi di questo tipo→ se ipotesi sono verificate vedendo acnhe più
enunciati di questo tipo
Allora possiamo dire che creolo haitiano ha determinata morfologia

Altra riflessione:
dato che ci rendiamo conto che creolo Haiti è base prevalentemente francese
e secondo francese→ aggettivi possessivi precedono sostantivo
si può ipotizzare che fatto che i pronomi in funzioni di aggettivo seguono sostantivo → magari
fanno riferimento ad altre lingue come da sintassi lingue indigeni di haiti, che sono altro elemento
che si interfaccia con francese nella creazione della lingua

MAPPA
Si vedono quali sono creoli e pidgin più importanti a livello mondiale

Creolo capoverdiano→ ancora usato


Non più usata lingua franca→ varietà medievale-moderna
Creolo inglese delle Hawaii
Afrikaans
Pidgin english cinese→ misto cinese e inglese, sviluppato in contesti commerciali

- I pidgin e i creoli→ nascita è dovuta a espansione coloniale paesi europei


Buona parte pidgin e creoli nascono in contesti di trasporto schiavi africa-america → due contesti
che si incontrano (merce africa e compratori europei)
- Pidgin hanno esistenza limitata→ quando non più commercio, si estingue
- Alcuni pidgin sopravvivono se diventano creoli, quando diventano lingue native di un
gruppo
- Primo criterio è quello genealogico
Se osserviamo lingue mondo ci rendiamo conto di come sono poche le lingue che hanno una eco
mondiale (inglese, spagnolo, cinese)
Il resto delle lingue ha estensione più limitata → non vuol dire che siano lingue meno importanti

Rimangono fuori da classificazione genealogica


LINGUE ISOLATE→ lingue per cui non si ricostruiscono relazioni di tipo genealogico, non si
ricostruisce parentela genealogica con nessuna lingue conosciute
Le grandi lingue isolate sono come basco, burushaski, nahali, ket (zon ruralica), nixkh (zona
orientale)
Si possono considerare lingue isolate anche sumero ed etrusco

QUADRO LINGUISTICO EUROPA


Europa rappresenta uno degli esempi di coesistenza di lingue provenienti da più famiglie
linguistiche
si intende spazio geografico che arriva anche a zone caucasiche e turchia
lingue attestate in europa→ lingue sotto famiglia romanza, lingue germaniche, lingue slave, ci
sono anche lingue di altra famiglia EUROFINNICO, lingue che fanno parte del gruppo alcaico, lingue
che fanno parte sempre del gruppo alcaico, lingue caucasiche, lingue isolate come il basco

Tra famiglie indoeuropee→ ci sono anche lingue baltiche (lettone e lituano)


In spazio restrinto della repubblica baltica→ lingue sono due, estone e finlandese
Tra lingue germaniche c’è anche islandese

CLASSIFICAZIONE AREALE
Se con genealogico si ricostruisce lingue comparandole con tratti strutturali come lessico o
morfologia

Si prende in questo caso in considerazione distribuzione lingue in territori e fenomeni di contatti


tra lingue
Classificazione basata su affinità -> basato su caratteristiche strutturali comuni in quanto parlate
su stesso territorio
Classificazione areale→ prevede affinità tra lingue che non possono essere ricondotte a loro
parentale, ma affinità sono da ricondurre a contatto nel tempo tra lingue (che le vede vicine tra
loro, vicine di territorio)

Sviluppato concetto di LEGA LINGUISTICA= lega di lingue, gruppo linguistico composto da lingue
che o non sono imparentate o se sono imparentate lo sono alla lontana
Data loro vicinanza territoriale hanno nel tempo sviluppato tratti comuni

Un esempio è anche in Europa


LEGA BALCANICA
È lega linguistica a cui appartengono lingue gruppo slavo (greco e albanese) che pur
appartenendosi a stessa macro-famiglia ma a sottogruppi diversi→ hanno sviluppato tratti
morfologici e sintattici comuni dato loro prossimità territoriale
Es. CROATO, SERBO BOSNIACO, MACEDONE
sono tutte lingue che occupano porzioni di territori confinanti tra di loro

ci sono tratti morfologici e sintattici che interessano LEGA BALCANICA


Tratti analizzati:
- Codifica futuro
- Sintassi articolo determinativo

CODIFICA FUTURO DELLA LEGA BALCANICA


In modo perifrastico
Molte lingue non hanno un futuro sintetico = unica forma su cui codificati tempo, persona, modo
Lo fanno in modo perifrastico→ uso ausiliare con forma infinito
Es. futuro francese, inglese

Lingue appartenenti a lega balcanica→ fanno futuro con ausiliare che ha significato di volere+
forma infinita del verbo
Marca di futuro e merca di pronome

CODIFICA ARTICOLO DETERMINATIVO


In posizione post nominale
Se ci sono dei rumeni tra studenti
X dire l’uomo → in rumeno ‘omul’→ ul è l’articolo
Articolo posposto
Es. in albanese→ posposto e ripetuto

Anche se partono da lingue diverse→ tendono a soluzioni sintattiche comuni, perché sono lingue
che hanno sempre avuto contatti tra di loro, dato che stessa porzione territoro
CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA
Abbiamo visto:
- Classificazione genealogica→ individuando antenato lingua, origine comune lingue
- Classificazione areale→ con prossimità territoriale, contatto
- Classificazione tipologica→ si osserva tratti strutturali tra lingue che non possono essere
spiegati con parentela o territori, ma tratti sviluppati anche tra lingue molto diverse tra
loro
Già accenno a classificazione tipologica→ CON TIPI MORFOLOGICI= sono tipi linguistici che si
comportano in certo modo rispetto a codifica categorie grammaticali, in base a comportamento ci
sono 4 tipi: agglutinante, sintetico…
È classificazione di ordine tipologico
UNGHERESE, TURCO→ TIPO AGGLUTINANTE, codificano ciascuna categoria con morfi diverse
Anche se ungherese e turco non imparentate genealogicamente e non si può parlare neanche di
vicinanza territoriale estesa nel tempo

Cosa è TIPOLOGIA LINGUISTICA


Studia la variazione rilevata in struttura lingue del mondo a ogni livello (fonologico, morfologico,
sintattico, lessicale)
Ricerca presenza di caratteristiche universali e preferite in costruzione sistemi linguistici
In queste caratteristiche preferenziali→ lingue pone dei limiti a struttura lingua

Riconduce a Variazione strutturale osservata tra lingue a principi generali di natura funzionale→
vuol dire che se una lingua appartiene a determinato tipo linguistico si potrà motivare certe scelte
sintattiche proprio in base a tipo linguistico a cui si riconduce
Che governano la corrispondenza tra le forme di espressione linguistica e le funzioni che queste
veicolano, in dipendenza di categorie cognitive fondamentali e degli usi del linguaggio→ variazione
non giustificata con parentale linguistica o prossimità lingue, ma viene motivata con il fatto che
lingue si diano determinate strutture e che queste struttura diventino universali e che rispondano
a criteri funzionali e che rispondo a sua volta a categorie cognitive

Lingue non sono strumenti a disposizione uomo e senza criteri→ in realtà lingua si costruisce
seguendo organizzazione menatale del mondo e rispondono a criteri funzionali, devono poter
esprimere determinate cose

Quando si parla di universali linguistici→ ci sono affermazioni che si possono fare per tutte lingue
mondo
Sono situazioni riconoscibili per tutte lingue mondo, universalmente diffuse
- TUTTE LE LINGUE SI SERVONO SIA DI FENOMENTI VOCALICI CHE CONSONANTICI
È un’affermazione che si può fare per gran parte lingue
- TUTTE LE LINGUE DISTINGUONO IN QUALCHE MODO LE CATEGORIE MORFOLOGIICHE DEL
NOME E DEL VERBO
Necessità di esprimere azione e chi fa azione→classificati come verbi e nomi
- NON CI SONO LINGUE CHE NON DISPONGANO DI STRUMENTI PER ESPRIMERE CATEGORIA
DEL TEMPO
Categoria tempo→ da punto di vista cognitivo è importante, da punto di vista funzionale può
essere codificata in modo diverso= alcune lingue creano tempi verbali, altre lingue non hanno
tempi verbali ma lo classificano su avverbi
Succede anche in italiano
Es. andrò domani a comprare la macchina
Es. vado domani a comprare la macchina→ in questo caso sappiamo sempre che categoria del
tempo espressa in questo caso è futuro
Nonostante usiamo presente→ e riconosciamo futuro grazie a ‘domani’, codifica della categoria
del tempo su avverbio
➔ Tutte lingue in qualche modo esprimono categoria tempo

- CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA prescinde da criteri genealogici, di parentale


Classificazione tipologica non solo tra lingue imparentate
Ma affinità tipologica→ più lingue hanno tratti comuni non vuol dire che non possano essere
imparentate

- Inoltre, Lingua A→ può avere in comune tratti 1 e 2 con LINGUA B


Può essere tipologicamente correlata a lingua C anche solo per tratto 3
Non è detto che due lingue che hanno due tratti in comune poi li debbano avere tutti→ succede
perché quando diciamo che lingua appartiene a tipo (tipologicamente classificata in certo modo)
non detto che lingua si comporti al 100% come quel tipo
Non esiste tipo isolante, agglutinante… puro
Es. in inglese→ difficile dire che sia solo lingua isolante (condivide alcuni tratti), ma dall’altra parte
condivide anche tratti con lingue flessive

INGLESE→ difficile da incasellare


Tratti con lingue isolanti→ conversione zero
Tratti con lingue agglutinanti→ formazione plurale e comparativo
Tratti con lingue fusive→ forme pronominale 3° singolare

Quando si parla di tipologia si parla di UNIVERSALI LINGUISTICI


Caratteristiche di funzionamento che si possono ritrovare in diverse lingue del mondo,
indipendente da parentale e collocazione

LINGUE DEL MONDO CONOSCIUTE AL MONDO SONO CIRCA 6000, ci sono lingue di territori meno
conosciuti, con indagini di campo
Zone che conservano lingue parlate da pochissimi parlanti
Tra queste lingue si possono osservare ricorrenze→ e la variazione tra questi meccanismi è ciò che
la tipologia linguistica cerca di individuare

Descrizioni della tipologia linguistica hanno valore PREDITTIVO


Se noi ravvisiamo in certa lingua un comportamento, come in sintassi o morfologia→ noi possiamo
prevedere che lingua si comporti in certa maniera relativamente ad altri parametri
Ad esempio, con tipologia sintattica= classificare lingue su base sintattica, incasellare lingue
secondo quello che è l’ordine standard della lingua → se frase non marcata di una lingua e
abbiamo soggetto+verbo+oggetto, lingua è di tipo SVO
LINGUA SVO→ ci permette di ipotizzare serie di correlati, posizione del genitivo o aggettivo
rispetto al nome
Tipologia più che disciplina descrittiva→ è predittiva→non dà tanto descrizione delle lingue
finalizzata a sé stessa, ma descrizione ci serve per incasellare lingua e capire comportamenti lingua
relativamente altri parametri

TIPI sono entità astratte, non realizzate interamente in nessuna lingua→ come per inglese
Tipi sono modelli di descrizione delle lingue storco naturali
Sono modelli di descrizione astratta→ ci fa capire funzionamento lingue, si rimanda a
organizzazione cognitiva
Capire tipi di funzionamento lingua ci permette di capire quali sono mosse organizzative

- Come si procede quando classificazione topologica lingue?


Studiare le occorrenze sistematiche di specifiche affinità (o divergenze) strutturali tra le lingue
dovrebbe condurre il tipologo a svelare le ragioni dell’esistenza di CONFIGURAZIONI STRUTTURALI,
cioè di tipi, possibili e impossibili
Vedere in quali condizioni si trovano certi tratti e dove no
E lo studio di qyeste occorrenze sistematiche→ può permettere di creare configurazioni
strutturali=tipi
Che possono essere probabile e improbabili

Es. se vedo x codifica plurale


Alcune lingue usano morfo diverso da quello lessicale che codifica solo plurale→ allora posso dire
che esistono lingue del mondo che codificano plurale con morfo specifico (solo categoria del
numero)= isolati
Altre lingue x esprimere plurale usano morfi dove codificato non solo numero ma anche genere=
lingue fusive e flessive

Studio condotto su spettro più ampio possibile lingue


Pericoloso generalizzare risultati studio→ formulare universali linguistici solo vedendo poche
lingue

COME SI COSTRUISCE CAMPIONE DI UN’ANALISI DI ORDINE TOPOLOGICO


Stare attenti a lingue che si selezionano x compiere ricerca
- Distorsioni genetiche→ consigliabile non usare lingue che appartengono tutte a stessa
famiglia linguistica
Es. lingue appartenenti solo a famiglia romanza
Ciò non ci permette di fare generalizzazione
- Distorsioni areali→bene non porre solo lingue che sono vicine territorialmente
- Distorsione tipologiche-→ non fare studio su lingue che sono tipologicamente affini,
ha poco senso fare delle generalizzazioni
- Distorsioni legate alla consistenza numerica delle comunità di parlanti→ sono censite 6000
lingue sulla terra, ma non tutte lingue hanno stesso numero di parlanti
Per cui tipologo non dovrà tenere conto del numero di parlanti lingue e della loro
rappresentatività
ANALISI TOPOLOGICA NON HA A CHE FARE CON RAPPRESENTANZA LINGUA→ anzi consigliato di
lavorare non solo su lingue cospicue ma anche su lingue di entità minore

Indagini tipologiche: dobbiamo avere numero grande numero di dati tratto da più lingue nel
mondo
Devono essere anche dati che possono essere comparabili tra di loro
Bisogna lavorare su dati omogenei

Bisogno di prendere grande spettro delle lingue


Lavoro può essere compiuto su tutte lingue parlate e attestate→ se ho numero di attestazioni tali
per cui trovo dati anche per lingue non più parlate, si possono fare lavori di ordine tipologico
anche su queste
Es. greco, latino, gotico

UNO DEI LAVORI Più IMPORTANTI


THE WORLD ATLAS OF LANGUAGE STRUCTURES
Detto anche WALS
Nel wals sono raccolte serie di strutture linguistiche ricorrenti in lingue del mondo→ visione
sinottica delle lingue del mondo
Rappresentati tipi linguistici
Capito come loro diffusione→ non dovuta a ordine genealogico o areale
Ma diffusione ci può essere su aria più vasta come mondiale

Lavori tipologici grande impulso in anni 70


Anche se non codificati come lavori di branca precisa della linguistica→ si trova già in volume
dell’800
Neanche Sapir parla di tipologia, ma ne parla

Lavori tipologici-→Danno riflessioni importanti su funzioni lingue


Creatori wals→ 4 maggiori esponenti
MARTIN HASPELMATH
MATTHEW DRYER
DAVID GIL
BERNARD COMRIE

Il wals si trova anche online


In pagina iniziale→ ci sono reference, indicazioni bibliografiche e indicazione su come usare alante
Ci sono vari capitoli→ sono inventoriati tratti che appartengono a livelli diversi si analisi linguistica:
come inventario vocali e consonanti, accento, → fino capitolo 19 tratti fonologici, si investiga
come lingue si comportano secondo questi tratti
- Es. inventario vocali
Si può vedere come si comportano lingue su scala mondiale
Es numero medio di vocali→ riguarda italiano e altre lingue più particolari
➔ Ogni pallino restituisce lingue
➔ Ogni pallino colorato diversamente secondo leggenda

Ci sono anche analisi di natura morfologica→ es grado di fusione dei morfi


O sincretismo dei casi→ è marcato, visto sempre con riferimento a diverse lingue
- Es. capitolo su come lingue si comportano relativamente al futuro, o perfetto

Ci sono anche classificazione su criteri sintattici-→ es ordine oggetto-verbo


Si può vedere lingue che hanno ordine dominante→ di verbo oggetto-verbo o verbo-oggetto o che
non ne hanno
Classificazione per tipi esula da prossimità territoriale e da costrizioni natura genealogica

SI PARLA DI ORDINE DOMINANTE


Es italiano è lingua VO→ verbp+pggetto
Vuol dire è ordine dominante della frase non marcata
Es mangio un gelato
Ma anche→ un gelato mangio

Dato che italiano classificato come VO→ vuol dire che è ordine dominante
Ma non è detto che non si trovino esempi secondo OV→ risponde a ragione di natura pragmatica
e informativa

- Uno dei tratti che si possono investigare con classificazione tipologica


CODIFICA GENERI IN LINGUE→ quanti generi codifica lingua
Alcune lingue non codificano genere, alcune le classificano in modo dipartito, altre codificano
genere tripartito (maschile, femminile, neutro→ ritrovato magari in pronomi come in inglese)
In codifica del genere può rientrare anche animatezza o materialità→ partito in 4 parti
LAVORO ANALISI
RACCOLTO CAMPONIARIO DATI-> DATI COMPARABILI, preso da ampio spettro lingue

Ora però con analisi→ ho problema di codifica


Bisogno di trascrivere esempi
Se lingua ha tradizione scritta→ uso quella
Ma se lingua non tradizione scritta→ bisogno di rifarsi a trascrizione fonetica di quella lingua,
rielaborata da linguisti e non da parlanti

Es. se ho a che fare con il russo


Problema si pone quando devo isolare i morfemi
- 1° rappresentazione in cirillico→ 1° cosa da fare è TRASCRIZIONE o TRASLISERAZIONE
(caso in cui non alfabeto latino)
In sistema alfabetico proprio del russo→ viene resa più trasparente in sua trascrizione in alfabeto
di tipo latino, in cui sottolineate sillabe dove va accento
- 2° operazione è isolare morfemi → faccio lavoro morfologico su parole
- 3° descrizione→ Se faccio lavoro di tipo morfologico devo saper descrivere morfo:
Dire se morfo è parola a sé stante che codifica categoria, se elemento unito a parola codifica solo
categoria o più di una
X questi si effettua GLOSSA DI TIPO MORFOLOGICO → TRADUZIONE MORFEMATICA
INTERLINEARE
In cui distinguiamo → morfema lessicale e grammaticale, si indica categoria
Si spiega
➔ Grammaticale codifica 3 categorie→ genere, classe (nominativo) e numero (ortografija)
➔ Russk=morfema lessicale
Ogo=morfema grammaticale di tipo flessivo descritto secondo categorie che codifica, genere
neutro, caso genitorivo, numero singolare
➔ 3° parola → writing → Isoliamo morfema lessicale
Morfema grammaticale, flessivo
- 4° descrizione-→ sintagma russo, diventa ortografia scrittura russa
→ traduzione sintagma in lingua fruibile in modo che comprensibile per tutti

ANCHE X CINESE
ANALISI
- Rappresentazione logografica
- Trascrizione con sistema piyin
- Traduzione morfemica interlineare→ dato che cinese lingua isolante per cui significati
costruiti con sintagmi più o meno complessi
Es centro paese persona
- Traduzione idiomatica

Tutto si trduce in CINESE→ abitante della cina, che abita determinato paese

TRASCRIZIONE E TRASLITTERAZIONE
Non c’è trascrizione morfemica
- Tratti originali ripresi da neogreco
Scrittura è traslitterata
Nella traslitterazione io riproduco quello che è il valore delle lettere
Si nota come traslitterazione sia diversa rispetto a quello che io ho letto

In greco avrò ‘oi’→DUE morfemi che sono vocale di tipo ‘i’ e ‘o’
Traslitterazione comporta la resa in alfabeto latino in genere dei diversi morfemi

Ma in GRECO→ succede che nell’ordine della struttura fonotattica, quando pronunciamo diversi
fonemi
Acquistano valore specifico a seconda del fonema che precede o segue
Es. Per cui dittongo ‘oi’—in greco moderno si legge ‘i’
- Noi pronunciamo stringa e ciò che trascriviamo
Traduzione: le aspirazioni estetiche e l’elaborazione (…) fatto
Ki=e
I=articolo
Epekservasia=elaborazione

In lingue che hanno anche codifica scritta→ non è detto sia in alfabeto latino
Per rendere omogenei dati→ è necessario traslitterazione e trascrizione
Inoltre x essere più omogenei possibile→ bisogno di trascrizione interlineare dove si riconoscono
diversi morfi e siamo in grado di associare a ciascun morfo significato

Visto operazione di traslitterazione e traduzione


RAPPRESENTAZIONE DEL SIGNIFICATO DEI MORFI
Prendiamo lingua codificata con alfabeto latino
Non bisogno di trascrizione o traslitterazione
- Trascrizione morfemica cosa prevede?
◼ ich= io, pronome personale prima persona singolare
Non marcata categoria in questo caso, ma preso come pronome esplicativo
Quando si distingue morfi→ ich è morfo a sé
◼ werd-e= morfo werd è morfo lessicale legato a significato ‘diventare
‘e’ marca di prima persona singolare
◼ auch= congiunzione, anche
◼ komm-en= forma di infinito, morfo lessicale komm, en→ morfo grammaticale con codifica
categoria infinito→ venire
nella traduzione: verrò anch’io

tedesco forma futuro in modo perifrastico con ausiliare werden→ diventa marca di futuro
+ infinito

È una individuazione dei diversi morfi, una trascrizione morfemica interlineare (glossatura, io,
diventare e categorie grammaticale, )
GLASSATURA Più PRECISA O STRETTA CHE SIA → ma si rifà a standard definito
Sono regole di glossatura di Lightsit
Esiste una modalità di glossatura e serie di categorie esplicitate con glossatura e che si rifanno a
norme di lightsit

FRASI DA ANALIZZARE COME PIDGIN E CREOLI


Trovando elementi che possono risali
re a qualche altra lingua
E cercando di individuare strutture diverse rispetto a lingue di origine
ESERCITAZIONE

- Analisi forme che si trovano in frasi semplici in tre lingue pidgin e creole
Cercare di descriverle rifacendosi a quelle che sono le caratteristiche morfologiche e sintattiche
dei pidgin e creoli

- SARAMACCANO, lingua parlata in America meridionale, zona nord-est


Lingua che interferisce è inglese
Fisi→ riprende fish
Dì→ riprende the
Njàn→ forma verbale, infinitiva→ una caretteristiche morfosintattiche delle lingue creole
Forme verbali semplificate → selezionata solo una, come infinito
X forme pronominale→ unica forma ‘mi’

- Pidgin francese del Vietnam


Anche in questo caso forma pronominale è unica, forma oggetto diretto
Forma verbale è unica→ infinito
Ci sono elementi che anche sapendo che lingua interagisce con francese, si capisce che tipo di
morfologie si sono incontrare:
Vietnamita ha morfologia isolante = significato complessivo parola o della frase viene ricostruito
con serie di significati lessicali e grammaticali espressi con parole diverse → morfologia con
elementi singoli
Si capisce che lingua vietnamita resiste nella tipologia morfologica

- Tok pisin→ pidgin che sta evolvendo come creolo


Long=elemento che indica direzione
Lingua che interferisce è inglese→ got=gat, stori=storia (è di derivazione classica)
Semplificazione massima per cui ‘gat’ che viene glossato come c’è → in realtà si traduce come si
tradurrebbe forma got in inglese
‘tok-im yu’= parte che completa significato
Si nota come interferenza tra lingue non funziona solo a livello lessicale, ma c’è interferenza anche
per comportamento morfosintattico lingua

REGOLE GLOSSATURA
C’è standard di glassitura→ x esplicazione degli elementi frase
Standard elaborato
Standard a cui rifarsi x scrivere lingua in termini morfologici
Standard in modo per capire lavori che vengono da qualsiasi scuola e lingue dierse→ riferimento a
tratti e modalità che potessero essere universalmente comprese
- Regole di glossatura:
(non necessaria saperle tutte)
➔ ESEMPIO DAL TEDESCO
Glossatura in tedesco e in italiano→ spiega ciò che c’è dentro
Glossatura precisa dice anche (1°sing nominativo)→ ma anche ‘io’ va bene
Ich werd-e auch komm-en
Io diventare anche venire
Warden+infinito→ dà costruzione del futuro

FORME DI GLOSSATURA AMMESSE DA STANDARD DI LEIGSTAIZ


Ci sta che si trovi lo studioso che non si conforma a questo standard→ comunque risulterà più
difficile passare da lavoro a un altro

Standard può avere glossatura più larga o stretta (precisa o meno)

Tipologie glossatura:
GLOSSATURA PAROLA PER PAROLA
Es. indonesiano
Solo traduzione
Mereka di jakarta sekarang
Loro in jakarta ora
➔ Non c’è una glosatura precisa, ma va bene comunque
Magair perché non c’è bisogno di lavorare su morfologia lingua, bisogno solo traduzione
interlineare

GLOSSATURA MORFEMA PER MORFEMA


quando lavori su lingua sono più complessi--> descrivere tipo morfologico, capire come si
comporta lingua secondo marca certo complemento
sia che si lavora su lingua o in modalità comparativa→ sarà utile descrizione forme che abbiamo
davanti più accurata
es. Lezgian (lingua caucasica)
glossatura: viene descritto ciò che possiede dei morfemi grammticali in questo caso
Gila abur-u-n ferma hamibaug guguna amuq-da-c
Noe they-obl.genitivo farm forever behind stay-futuro-negativo
➔ They→ dice che nello specific è genitivo
➔ X verbo→ si riconosce morfema lessicale (stay) morfema ch ci dice che è futuro, e lingua
usa un enclitico per negazione dopo verbo
Altre forme sono tradotte perché x morfologia nessuna cosa interessante
Poi data traduzione

Stessa cosa anche per il russo


In questo esempio con glossatura si vede che informazioni sono ancora più specifiche
Ci si trova a che fare con esempi in cui si possono mettere in evidenza più elementi
- My s Marko poexa-l-i avtobus-om v Peredelkino
My = Pronome prima plurale
S= comitativo→ congiunzione con significato di ‘con’
Marko =Marko
poexa-l-i= verbo andare al passato e plurale → concorda con soggetto
avtobus-om =bus e marca caso strumentale
v =preposizione con significato moto a luogo
peredelkino= nome del luogo, peredelkino
‘marco e io andammo a Peredelkino in autobus’
➔ Tutti esempi si trovano in appendice in fine del pdf su moodle
Abbreviazioni usate in glossatura

Quando glosattura→ se si va a glossare diversi morfemi


È scomporre parole
Isolare con trattino morfema lessicale da grammaticale
A volte trattino e altre punto
Trattino: si mette tra morfemi diversi
Punto: si mette tra cose diverse dello stesso morfema
Altro esempio (anche per come dividere morfemi):
Se si va a vede tre lingue→ di cui due marcano casi e una no

Latino→ insul-arum
Island-morfema grammaticale, gentivo e plurale (caso e numero)
Essendo due funzioni marcate su stesso caso, congiunte con punto e non trattino

Tedesco→
Unser-n (nostro, n è morfema flessivo della funzione plurale dativo)
Vater-n→ morfema lessicale(padre, plurale)
Morfema flessivo→n (dativo e plurale)

Francese→
Aux= preposizione articolata, ha su di sé anche articolo che è plurale
Aux= a/to + articolo plurale→ descrizione con puntini, sempre stesso morfo descritto in questo
modo
Chevaux= cavallo pluale

ALTRO ESEMPIO DA TEDESCO

La glossatura è una glossatura meno dettagliata di quella precedente


Es. die=the, non detto articolo determinativo
Una glossatura a grana più fine→ poteva mettere articolo determinativo

Glossatura può tornare utile nel momenoto in cui dobbiamo interfacciare con lingua mai
studiata→ oltre che imparare grammatica lingua, saper leggere una descrizione di questo tipo di
esempi tratti da lingua→ CI FA CAPIRE IN MODO EFFICACE MECCANISMO LINGUA, fenomeni che
si vedono spiegati e non solo imparati con grammatica

Riguarda a esempio tedesco→ noch=congiunzione


Esempi di glossatura sono diversi→ perché tratti da lavoro di pragmatica, non necessità di mettere
in evidenza fenomeni morfologici, ma vuole mettere in evidenza fenomeni cortesia in lingue
diverse

Già in italiano abbiamo due forme di cortesia→ lei e voi
Quella panitaliana è ‘il lei’
Se qualcuno da del ‘voi’ si pensa che sia meridionale→ forma rimasta solo nel sud italia
- Cosa ha bisogno di evidenziare studioso in queste frasi tedesco (riferimento a ultimo
esempio)?
Vuole evidenziare come ci si rivolge a nostro interlocutore
Primi due casi→ ci si rivolge a qualcuno con cui manteniamo distanza
Ultimo caso→ qualcuno con cui siamo in intimità ‘darling’
MARCATE QUESTE FORME E QUELLE VERBALI→ perché forma cortesia marcata su verbo (in
spagnolo forma di cortesia è usted e segue terza persona singolare)

Si può vedere anche in esempi dal serbo:


atteggiamento parlante è diverso→ parlante è autorità che dà comandi, sono i comandi in genere
che si trovano su segnali o etichette
es. forma di comando marcata con infinito ‘non sostare sui gradini’
studioso vuole analizzare come marcato comando negativo
comando positivo marcato diversamente

Sole cose che interessano sono forma verbale e marca pronominale relativamente a chi parla
- Non si vede descrizione per nessuna parola
Semplicemente traduzione
Perché informazioni ulteriori non sarebbe pertinenti a studio

Mentre
Glossatura forma italiana → più dettagliata
Significato di andare
Presente, prima plurale
Dice forme pronominale→ loro significato viene indicato con numero e persona (rappresentano
un’unica sequenza, non sciolte con altro punto come in parentesi)

GLOSSATURA può essere di volta in volta adattata a urgenze descrittive

TIPOLOGIA LINGUISTICA
Individuare tipi linguistici è modalità di classificazione
A differenza di classificazione genealogica e areale→ soprattutto per la genealogica si può
individuare filiazione lingua certa
Quando si parla di tipologica, si parla di tipi, ma difficilmente si trova lingua che si adatta al 100%
ad un tipi
Si devono fare DELLE ASTRAZIONI

Es. domanda su portghese→ portoghese è lingua romanza, in quanto lingua romanza mi aspetto
che si comporti in quel modo→ ma ha comportamenti che esulano
Quando classificazione di tipo topologico → quasi mai tutte lingue che derivano da unica lingua
hanno stessa sintassi e lessico
Esempio PORTOGHESE
Lingua romanza, da latino
Latino si è sovrapposto a varietà linguistiche diverse (c’erano altri popoli e parlanti quando arrivati
romani)
Lingue non sono esseri viventi che vivono in isolamento
Lingue sottoposte continuamente a flussi esterni

PORTOGHESI→ nella storia, interfacciati su territori diversi con lingue diverse


Si portoghese è lingua romanza→ ma ha tratti che si distinguono da altre romanze
Si distingue da italiano, francese o spagnolo

FRANCESE→ lingua più particolare


Latini arrivati da galli e da franchi (franchi sono germanici)
Francese si costruisce con complessità linguistica

QUANDO PARLIAMO DI TIPI COMPIAMO ASTRAZIONE


Se diciamo che inglese è isolante, non è che è 100% isolante, ma ha anche altri tratti

Parlare di tipi ci serve perché quando si descrive qualcosa→ quando si cerca di fare ASTRAZIONE
C’è bisogno di modelli astratti
I tipi sono delle descrizioni astratte
Dire ‘inglese è isolante’→ vero ma non completo
I tipi sono modelli di descrizione delle lingue storico naturali

Descrizioni di questo tipo delle lingue


Già offerte in 800
Humbult→ si rende conto come lingue hanno affinità che esulano da caratteristiche genealogiche
È uno dei primi che intuisce idea topologica

Si inizia a parlare tipologia come branca linguistica con Greenberg

CAMPI TIPOLOGIA
- Quando si parla di tipologia linguistica→ due grandi campi sono SINTASSI E MORFOLOGIA
Greenberg propose lavoro tipologico su sintassi lingue con ordine dei costituenti
- seguito poi da tipologia morfologica
- È acquisizione recente TIPOLOGIA FONOLOGICA= come si comportano lingue mondo
rispetto a inventario fonematico
- Altra indagine è legata al LESSICO → lessico è facilmente permeabile, molto vulnerabile →
difficilmente si può utilizzare per tutte parti lessico
TIPOLOGIA FONOLOGICA
Su Wals→ capire ad esempio NASALIZZAZIONE VOCALI
Quando nasalità diventa tratto distintivo → due fonemi e non allofoni
Allora si vuole vedere dove vocali nasali sono distintive rispetto alle non nasali
Es. FRANCESE
Francese è una lingua in cui tratto più nasale è quello distintivo

Altro tratto che si può investigare


PRESENZA TONI
Tono è tratto soprasegmentale
A seconda del tono che hanno determinate parole→ loro significato cambierà
- Pallini gualli=lingue che non hanno sistema distintivo di toni
- Viola= lingue con sistema tonale semplice
- Rosso=sistema tonale complesso→ es CINESE
IN CINESE→stessa sequenza di toni indica tre significati diversi, secondo tono
Imparare toni è molto significativo

Quando tipologia ordine fonologico= capire quali sono le caratteristiche universali delle lingue
Se esistono dei macro tratti con cui descrivere lingue
Es. un tratto potrebbe essere ‘fonemi di tipo occlusivo’→ chi ce l’ha e chi no
Bisogna avere campione variegato lingue
Se tratto presente in tutte lingue o se limitato

TIPOLOGIA LESSICALE
È indirizzo più scivoloso→ x natura lessico
Per evitare di farsi ingannare: guardare lessico di base, azioni fondamentali
Es. numerali, nome di parentela
Sono informazioni che vengono offerte da tutte lingue e possono dare senso di quali sono
comportamenti diverse lingue
Perché poco significativo andare a vedere lessico informatico?
Non solo perché è lessico in continua evoluzione, per cui alcuni lessemi diventano obsoleti nel giro
di poco
Informatica non è tratto proprio di tutta razza umana→ è innovazione introdotta, per cui ci sono
alcuni paesi che hanno controllo rispetto ad altri
In generale lessico informatico ha unica lingua di riferimento come INGLESE
INFATTI→ esistono lingue che non traducono nemmeno come italiano ‘scanner’ o lingue che
traducono tutto es spagnolo o francese ‘ratòn’

Ci sono sezioni del lessico che ci permettono di fare ASTRAZIONE


Si può notare con lessico dei colori
(oltre fatto che per donne distinzione più sfumature colori, uomini meno)
Non tutte lingue codificano colori allo stesso modo:
- esistono lingue come eschimese o lingue baltiche→ codificano varietà di bianchi
impensabili, perché hanno a che fare con scenari bianchi
ci sono per questo codifiche lessicali diverse
- o ci sono lingue che non codificano certi colori→ es greci non codificano blu

il metodo tipologico applicato a lessico


a fine anni 60→ si resero conto che non tutte lingue codifica allo stesso modo
ma esiste x codifica una certa scalarità
si parte da codifica maggiormente presente→ maggior parte codifica bianco o/e nero
mano a mano lessico dei colori delle lingue si possono più o meno ampliare
frecce indicano scalarità:
- se lingue codifica rosso, allora ha anche parola che codifica bianco o per indicare nero o
entrambe
- se lingue codifica marrone→ cofica anche blu, giallo e o vede, rosso, bianco e/o nero
SCALA IMPLICAZIONALE
Funziona anche per numeri
Singolare, plurale, duale
Se lingue codifica duale→ allora codifica anche singolare e plurae

Leggere scala implicazione vuol dire leggere ‘se…allora’


Lavori sui colori→ lavori affascinanti, perché hanno beneficiato anche per capire altre culture

Se lavori tipologici fonologici e lessicali sono meno diffusi→ x diversi decenni sono stati
significativi:
TIPOLOGIA SINTATTICA
Sotto disciplina autonoma→ nasce a fine anni 70 con lavoro Greenberg
‘universali della grammatica con riferimento a ordine dei costituenti significativi’
G. raccolto gruppo di lingue→ studiato come si comportassero relativamente a costituenti basici,
verbo, oggetto e soggetto
G. reso conto che stesse lingue avranno comportamenti sintattici che possono essere in qualche
modo intuiti se hanno ordine basico= se una lingua è di tipo SVO (soggetto, verbo, oggetto diretto)
allora ci aspettiamo che lingue si comporti in certo modo anche per aggettivo (se è preposto o
postposto rispetto a soggetto che si riferisce)
Es. inglese→ aggettivo posto sempre prima, perché verbo precede oggetto (Determinatore è
prima del determinato)

Se lo prendiamo come universale→ Lingue con ordine basico come SVO→ avranno ordine
aggettivo+nome del tipo con aggettivo che precede
Anche in italiano ordine è SVO → ma non è che aggettivo precede sempre
NON SI PARLA DI TIPI RIGIDI MA DI FORME ASTRATTE

QUALI OBBEITTIVI TIPOLGIA SINTATTICA:


- descrivere gli ordini empiricamente osservati
descritto ordine delle lingue, rispettando loro grammatiche
- si spiega distribuzione statistica→ su campione 100 lingue, 60 sono SVO…
- si cerca di individuare correlazioni tra diversi ordini
se si osserva che su 200 lingue SVO→ 180 hanno aggettivo preposto a nome, allora si può
generalizzare conclusione come aggettivo di solito preposto a nome per lingue SVO

come si lavora:
- prendere costituenti in forma basica
non forma che sia marcata o focalizzata di una frase indipendente dichiarativa
- si prende in considerazione SOGGETTO, VERBO E OGGETTO

se verbo facilmente riconoscibile


soggetto non sempre: può essere una parola come intera frase
es.
- luca mangia il gelato
- sentirsi dire che aveva fatto male il compito non piacque a Lucia
Non corrispondono a categorie tradizionali analisi logica→ ma è tutto ciò che costituisce parte
inerente a soggetto

Se si guarda su WALS→ quale ordine tendenziale lingue mondo


Maggior parte delle lingue ha ordine come SOV→ verbo in ultima posizione,
dopo altri ordini come→ SVO
ci sono anche altre lingue per cui non c’è ordine specifico

- nella maggior parte delle lingue del mondo→ soggetto precede oggetto
probabilmente perché informazione più saliente è indicare chi compie azione

PRIMI TRE TIPI:


- SOV
- SVO
- VSO

Tutte lingue europee si concentrano tra questi tre tipi


SVO→ tipico delle lingue romanze
SOV→ tipico lingue ugro finniche, basco
VSO→ specifico lingue celtiche→ si parla ancora per alcune verità gran bretannia o nord francia
MOTIVI PER CUI SOGGETTO PRECEDE OGGETTO?
- Soggetto, essendo di norma l’entità, che dà il via all’azione espressa dal verbo e che
esercita su di esso un alto grado di controllo, ha preminenza cognitiva rispetto all’oggetto.
L’oggetto subisce l’azione e non ha su di essa alcun controllo
Principio di precedenza
Bisogno di sapere prima agente e poi paziente
È prima motivazione di tipo cognitivo
- Motivazione di tipo sintattico→ verbo e oggetto di solito sono contigui
Maggior parte delle lingue ha soggetto in prima posizione e poi verbo e oggetto che si seguono
- Da punto di vista pragmatico→ struttura soggetto e oggetto, segue idea TEMA E REMA,
prima ciò che si parla e poi informazione su di essa

Ci serve da punto di vista cognitivo, ci serve sapere ciò di cui parliamo e ciò che diciamo al
riguardo, e punto di vista sintattico è per oggetto e verbo sono contigui

ESEMPI:
luca ha una macchina nuova--_> SVO
i corsi universitari sono impegnativi→ SOGGETTO E VERBO
the red-haired girl looks beautiful → SVO
oggetto non per forza inteso come oggetto sintattico

i tre maggiori tipi sono SVO, SOV, VSO


come tipo SVO→ è uno dei maggiormente rappresentanti, non solo in europa, ma anche africa e
indocina
rappresentazione su scala mondiale dei diversi ordini:

(Foto cell)
- Perché in america, due tipi diversi?
Portoghese del brasile si comporta diversamente rispetto a portoghese portogallo?
➔ In questo caso triangoli non indicano lingue europee che sono diventate lingue officiali
nella maggior parte due americhe→ma indicano lingue native

Cartina → non importa consistenza numerica lingue


Quando classificazione tipologica, non importa che lingua come spagnolo ha tantissimi parlanti e
altra no
- Si compara solo COMPORTAMENTO LINGUE, indipendente da consistenza lingue stesse
Su cartina si vede lingue che hanno consistenza numerica molto eterogenea→ es lingue
selezionate in africa, parlanti ristretti (lingua corrisponde a villaggio)→ in stessa nazione ci sono
interlingue, lingue villaggio, lingua ufficiale (che in genere è europea)

INDAGINE TIPOLOGICA ESULA DA CONSIDERAZIONI DI TIPO NUMERICO


- SU CARTINA→ VSO→ pochi punti sud amrica, e nord inghilterra, nord-occidentale africa
(foto slide)
a) Glossatura interlineare→ indica soggetto, oggetto e tempo verbo
Si dice per esempio che GIAPPONESE--< lingue con ordine SOV
b) CINESE MANDARINO→ ordine non marcato di tipo SVO
c) Irlandese→ VSO→ verbo prima posizione, soggetto marcato secondo numero come anche
per aggettivo, e poi oggetto
d) VOS
Che tipo di lingua è?
Bisogna vedere la glossatura→
i-rino--> glossata con cook
vakhe=riso
ine-gu= mia madre
rino è morfema lessicale, ‘i’ marca persona, numero e reale→ marcando tre categorie con
morfema è tipologia fusiva
e) È di tipo OVS
Oggetto che precede soggetto
Categorie che vengono marcate sulle parole sono diversissime rispetto a quelle a cui siamo
abituati x lingue europee
Es. marcare distanza, di solito non marcata x europee
f) Lingua brasiliana
Il bambino vede il giaguaro
L’ordine basico dei costituenti è in una lingua come italiano→ ha valenza semantica oltre che
sintattica
Nel senso che se n italiano troviamo costruzione con oggetto prima posizione e soggetto in
seconda posizione→ capiremmo cosa diversa (‘giaguaro vede bambino’ diverso da ‘bambino vede
giaguaro’)

STRUTTURA FRASE INDIPENDENTE DICHIARATIVA NON HA STESSO VALRE IN TUTTE LE LINGUE
È diverso dire:
‘il ragazzo ama la ragazza’ e ‘la ragazza ama il ragazzo’
➔ Non succede per lingue che hanno casi come latino es. Puer puellam amat→ puer sempre
soggetto e puellam sempre oggetto, ordine non ha importanza

Questa è anche la differenza tra ordine marcato e non marcato


‘il ragazzo mangia il gelato’
‘il gelato mangia il ragazzo’→ uso tratto sopra segmentale, dà marcatura, allora può avere senso

Più IMPORTANTE OGGETTO E VERBO


Proprio perché maggior parte lingue del mondo pone in principio della frase il soggetto: una
classificazione tipologia basata su questo parametro sarebbe poco utile ai fini predittivi

I due costituenti che sono diventati fondamentali x classificazione sono OGGETTO E VERBO, loro
posizione ci pone differenze
Secondo posizione VERBO E OGGETTO→ si può osservare costituzioni molto diverse delle lingue
Es.
Il bel ragazzo→ lingua tipo SVO, ci aspettiamo che aggettivo precede sostantivo proprio perché
oggetto segue verbo come in inglese
- Differenza tra dire ‘il bel ragazzo’ o ‘il ragazzo bello?
Se dico ‘il bel ragazzo stava disteso sul prato’ o ‘il ragazzo bello stava disteso sul prato’
Se diciamo il bel ragazzo non stiamo individuando elemento in gruppo
Mentre ‘il ragazzo bello’ si distingue per quella categoria in gruppo→ posposizione aggettivo ha
funzione distintiva, individuare per caratteristica un elemento che è l’elemento del nostro discorso

Essendo inglese il cui ordine basico è SVO


Ci aspettiamo che aggettivo=modificatore preceda la testa (sostantivo)
Elementi del:
MODIFICATORE E TESTA
Testa= elemento che determina la concordanza, x testa sintagma
A seconda dell’ordine relativo di oggetto e verbo noi siamo in grado di predire quale sia l’ordine
tendenziale di altri elementi sintassi= perché studio su tot campioni lingue ha permesso di
osservare che se in una lingua ordine tendenziale è SVO, allora elementi avranno certo ordine
Se… allora= si parla di universali implicazionali → universali ovvero che sono affermazione che si
possono fare per lingue che hanno certi tratti
Implicazionali= lingue che hanno quei tratti→ mi permette di dire che hanno anche altri tratti
- Quali sono le caratteristiche che io posso inferire in base a ordine costituenti?
Secondo sintagma verbale→
◼ posso dire posizione relativa tra ausiliare e verbo che porta significato
◼ quale lingua preferisce posposizoni o preposizioni
◼ posso ridire la posizione relativa dell’aggettivo rispetto a nome
◼ posso dire posizione del genitivo rispetto a nome
◼ posso dire posizione del relativo rispetto a testa
si parla comunque di tendenze→ non risultati attesi e non attesi
es. italiano, anche se certo ordine→ si comporta diversamente Per aggettivo

si parla di MODIFICATORE E TESTA

ESEMPI TURCO
Cosa succede in turco?
Ja tipologia sintattica di ordine SOV→ soggetto ci interessa poco
Ordine OGGETTO E VERBO
Con ordine OV→ mi aspetto secondo foto prima:
- verbo e dopo ausiliare
- posposizioni
- nome dopo aggettivo
- nome dopo genitivo
- nome dopo relativo

Effettivamente segue posposizioni:


aggettivo nome, genitivo nome, relativo precede nome

in traduzione turco-italiano→ usiamo ordine completamente diverso

LINGUE CELTICA
Ordine VSO
Soggetto è poco rilevante a fini indagine
Per cui tipo→ VO

Glossatura più semplice


‘il drago uccise l’uomo’

Con VO ci aspettiamo:
- ausiliare prima verbo
- preposizioni
- aggettivo dopo nome
- genitivo dopo nome
- relativo dopo nome

effettivamente queste situazioni sono rispettate


ausiliare-verbo
sono dopo correre/corsa
sequenze come nome+aggettivo e nome+genitivo (cima montagna)

ma rimangono tendenze

si possono formulare due principi:


PRINCIPIO GENERALIZZAZIONE
Per cui si dice che si considera tipi ideali VO E OV
Primo obbedisce al principio testa a sinistra
Secondo obbedisce al principio testa a destra
X aiutarsi con principio testa a destra e sinistra→ vedere dove sta verbo, se verbo a sinistra testa è
a destra e viceversa
Quando parlante impara lingua non fa ragionamenti di questo tipo
Ma se una lingua regolarizzata in alcuni esiti→ più semplice impararla
PRINCIPIO ECONOMIA
Notevole risparmio di energia x parlante nel momento acquisizione e uso della lingua: essi,
infatti, possono apprendere unico principio generale e in base ad esso costruire e interpretare
molteplici strutture complessi di varia e differente natura
Motivo per cui:
es. anglofono impara italiano
impara che aggettivo precede nome
impara come casi particolari l’idea dell’aggettivo dopo nome
AGGETTIVO RARAMENTE SI CONFORMA A TIPO
Vale anche per ARTICOLO

LINGUA FRANCESE
‘mangio una mela’
Ordine basico → SVO
Ovvero VO
Ci aspettiamo: preposizioni, testa a sinistra
Abbiamo costruzione genitiva come nome+specificazione
Ma costruzione con pronomi possessivi è diverso diciamo ‘suo libro’ non ‘libro suo’
A differenza dell’italiano non posso usare ‘son’=suo in posizione posnominale→ x posizione
posnominale devo usare forme diverse
In italiano si usa invece stesso aggettivo possessivo

Altra lingua
INGLESE
Lingua di tipo SVO
Quindi VO → testa a sinistra
- Nome che precede forma genitiva
- Nome precede relativo ‘the book that I read’
‘Anne’s bike’→ in questo caso abbiamo genitivo nome→ cosa che non ci si aspetterebbe

LA LINGUA, anche in ambito sintattico, rivelerebbe una chiara tendenza all’economia, che la
porterebbe a puntare la massima efficacia comunicativa con uno sforzo possibilmente contenuto,
cioè riducendo al mino la propria dotazione formale e limitando al massimo grado le strutture
ridondanti o particolarmente costose

Le lingue non sono organismi viventi→ nascono vivono e muoiono indipendente dai parlanti
Ma comunque si può dire di osservare tendenze→ una delle tendenze più difficili da descrivere è
QUELLA DELL’ECONOMIA
È un tratto che viene usato nella descrizione delle lingue e del loro mutamento→ si dice in modo
frettoloso che lingue evolvono verso economia
ECONOMIA= proprietà per cui principi riguardanti facilità apprendimento e di memorizzazione
spingono lingue a virare verso strutture più facili da memorizzare, apprendere e ricostruire
È tendenza che può essere osservata→ tendenza a ridurre al minimo, non sempre così
Ma il fatto che osservazione delle lingue a spettro mondiale e che sono eterogenee tra di loro ha
permesso di osservare che lingue che hanno tratti comuni da punto di vista tipologico hanno
comportamenti comuni da punto di vista sintattico
◼ > cosa motivata come struttura lingua tende ad essere qualcosa facilmente riproducibile →
per questo

ESERCITAZIONE
- Individua tipo morfologico della lingua e in grado di individuare fenomeno morfologico?
Morfologia di lingua fusiva
Forme di questo tipo ci sono ricorrenze→ si nota come ‘erg’ si ripete sempre
Forme che si aggiungono come ‘oy’
Forma ‘erg’ si ripete anche a plurale
➔ Agglutinante no perché parole più lunghe e complesse-> ciascun morfo esprime categoria
Su ogni morfo marcato due categorie (numero e caso)→ PER CUI TIPO FUSIVO
Se si guarda flessione→ genitivo, dativo, ablativo, strumentale
E accusativo, locativo→ stessa forma
Fenomeno per cui unica forma codifica più significati grammaticali= SINCRETISMO, fenomeno per
cui in genere per ragioni storiche→ morfi non specifiche certe categorie ma condivise
- Quale è morfo del locativo, accusativo e nominativo singolare?
È un morfo zero= nel senso non c’è morfo esplicito per indicare caso→ si può descrivere come
caso non marcato

ANALIZZA FORME VERBALI


Glossatura forme verbali
Considerando questo paradigma come rappresentante lingue
- Quale tipo morfologico appartiene?
Agglutinante
Ciò che si vede c’è morfo che indica persona
C’è morfo che indica tempo verbale
Un morfo che porta significato
➔ Se si guarda ultime due forme→ viene inserito in verbo ulteriore morfo che marca
complemento oggetto
C’è corrispondenza 1:1 tra forma espressa e morfo
È morfologia agglutinante
LEZIONE 24
- Lezione precedente visto azioni che intercorrono o si possono prevedere se consideriamo
un ordine dei costituenti basico per una lingua
Per inglese nonostante ordine basico VO→ ci sono cose che ci si aspetta
Ma ci sono cose che comunque non sono aspettate

ORDINE DEI COSTITUENTI→ ordine appeso nome rispetto ad aggettivo o determinante (slide
dell’altra lezione dove descritte sequenze attese)

Anche ITALIANO ha sequenza VO


In molti casi si trova sequenze con teste a sinistra

Ci si aspetta NGEN, NREL, PREP,


non ci si aspetta AGGN→ ma può esistere

dire ‘libri difficili’ e ‘enormi difficoltà’→ esempio diverso da ‘bel ragazzo’, ‘ragazzo bello’ (la
posizione dell’aggettivo dà connotazione semantica diversa)
nel caso delle ‘difficoltà’ non c’è connotazione semantica diversa→ è stesso significato

ugualmente sequenza del tipo VO


ci fa attendere sequenza AUXV→ effettivamente in italiano segue questa idea

comunque, anche per ITALIANO troviamo delle eccezioni, casi che si discostano da attese:
sequenza come AvvAGG ‘abbastanza difficile’
PossN ‘i miei libri’
DetN ‘il libro’
NumN ‘tre libri’

In ambito sintattico almeno lingue seguono certa ECONOMIA (concetto molto scivoloso,
giustificare qualcosa solo con ‘tendente a economia’ è semplificare processi, ma sono comunque
tendenze osservabili)
- Perché possiamo pensare che a determinanti ordini di costituenti ci sono determinate
implicazioni?
Perché in questo modo semplicemente comportamento lingue è facilmente incasellabile,
altrimenti sforzo memonico (sia x lingua 1 che 2) colossale→ vorrebbe dire imparare meccanismi
di ogni lingua in modo dettagliato
Fare lavoro impensabile in questo modo

CONCETTO UNIVERSALE (dopo visto implicazioni sintattiche)


Quando classificazione tipologica parlato:
Ci sono UNIVERSALI LINGUISTICI E UNIVERSALI IMPLICAZIONALI
Il fatto che per esempio diciamo:
se lingua ha ordine basico come OV→ testa a destra→ noi ci si aspetterebbe testa sempre a destra
rispetto a verbo in ogni tipo di sintagma
- fare una generalizzazione per tutte le lingue→ espressione UNIVERSALE IMPLICAZIONALE,
numero di lingue soddisfano certi criteri→ posso astrarre ciò che ho osservato e posso dire
che lingue mostrano determinato aspetto
- UNIVERSALI LINGUISTICI = parlo di caratteristiche tipiche di tutte le lingue non importa
quale sia strutture lingue stesse

CONCETTO UNIVERSALI LINGUISTICI


1- UNIVERSALI ASSOLUTI→ esprimono fatto che numero staticamente relativamente delle
lingue del mondo si comporta allo stesso modo secondo un parametro
Si parla di LINGUE-STORICO-NATURALI, non inventate

Un universale assoluto può essere:


- Tutte le lingue hanno vocali e consonanti
Numero staticamente rilevante lingue
- Tutte lingue hanno sillabe con struttura CV(consonante-vocale)
- Tutte le lingue hanno parole, sintagmi, frasi→ andiamo dalla unità più piccola a più
complessa
- Tutte le lingue hanno costruzione negativa-> in tutte lingue del mondo c’è codifica di
qualcosa negativo rispetto a positivo
Non dice che ci sia stessa particella
Si dice solo che c’è modalità x cui esprimere negazione

Universali assoluti si può elaborare per fonetica e fonologia, morfo-sintassi sia per il lessico
Es. si po' dire con certo grado di comprensione lingue→ tutte lingue hanno termini specifici per
elementi corpo
Perché fanno parte della struttura uomo che è parlante e momento in cui descrivere mondo trova
sé stesso→ misura anche spazio secondo sua corporalità
UNIVERSALI ASSOLUTI= asserzioni che si possono fare per tutte lingue del mondo

2- UNIVERSALI IMPLICAZIONALI
Non riguardano un numero staticamente rivelante lingue riguardo a unico parametro
Ma implicazione si ha quando si prende in considerazione 2 o più parametri→ implicazione
formulata come ‘se…allora’
➔ Universale implicazione comporta: un numero staticamente significativo di lingue del
mondo si comporta allo stesso modo in relazione alla combinazione di due o più parametri,
ovvero se una lingua presenta una determinata caratteristica, allora ne presenta anche
altre
Un esempio:
- Se una lingua ha vocali nasali, allora ha sempre vocali orali
Si può formulare universali di questo tipo perché provengono da osservazioni lingue
Reso conto fatto: che se lingua possiede vocali nasali allora possiede anche vocali orali (non
nasalizzate)
Il discorso è logicamente valido solo da un senso→ lingua ha vocali nasali allor anche orali, non
vuol dire che lingue che hanno vocali orali abbiano anche vocali nasali
- Se una lingua ha categoria grammaticale del genere, allora ha sempre categoria
grammaticale del numero
Ma se lingua ha categoria grammaticale numero non è detto abbia anche genere
- Se lingua ha ordine prevalente del tipo VO allora ha tendenzialmente preposizioni

Si possono fare universali implicazionali x livello fonologico, sintattico e lessico

Se si formalizza logicamente la cosa→ con indicatori logici


Forma implicazione è tipo se P→Q
Si indica come freccia
Di solito lavori di tipologia linguistica→ implicazione può essere indicata come U rovesciata

Se è P→ allora Q
Se lingua possiede vocali nasali allora ha anche vocali orali:
che situazioni si verificano:
1° casella→ presenza di vocali nasali allora vocali orali
2° casella→ non ci sono vocali nasali, ma ci sono orali
Se ci sono vocali nasali non preclude che non ci siano orali
Casi 2° rigo→ impossibili: esistano vocali nasali, ma non ci siano vocali orali
Ultima casella 2° rigo→ impossibile che non esistono vocali nasali e orali→ come se lingua non
avesse nessuna vocale (non esistono lingue di questo yipo)

ALTRO ESEMPIO P→Q


P= presenza preposizioni
Q= intendiamo un sintagma nominale con testa a sinistra come Nome e genitivo
Ordine basico di tipo VO-> ci fa attendere preposizioni e testa a sinistra→ per cui idea NG in
sintagma nominale
Per cui preposizione e NG→ sono tratti che possono coesistere
Implicatura dice che se in una lingua fa uso di preposizioni→ allora sintagma nominale di possesso
sarà Nome Genitivo (testa a sinistra)
Non è possibile che se è preposizioni sequenza sia Genitivo-Nome
Se si parla di POSTPOSIZIONI→ non si osserva Nome-genitivo
Ugualmente se una lingua ha postposizioni si può verificare ordine Genitivo-nome

Tabella che dà possibilità logiche derivanti da implicazione sempre logica


Se P→Q
➔ = se…allora
Simbolo che sembra onda (~)= negazione→ se non…allora non

In tipologia si possono formulare UNIVERSALI ASSOLUTI → valgono per numero rilevante di lingue
UNIVERSALI IMPLICAZIONALI→ valgono per numero sempre rilevante lingue ma per due o più
parametri perché prendiamo in considerazione correlazione tra parametri
Universali implicazionali nel caso si pongano + condizioni si strutturano in GERARCHIE
IMPLICAZIONALI= sono catene di implicazioni
ES.
Se A allora è B
Se è B allora C
Se è C allora D…

Catena di implicazioni
Indica come un ma…se

Una gerarchia implicazionale si è già vista→ nei colori


Si legga da basso verso alto
Se si volesse riscrivere in termini logici
porpora= A
marrone=B
se A allora B

se lingua ha termine per marrone allora avrà in modo implicazionale avrà termini per il resto dei
colori
se c’è parola che codifica colore marrone→ lingua avrà nel repertorio parola per blu, verde, giallo,
rosso, bianco, nero

si può parlare di gerarchie implicazionali per quello che riguarda lessico


ma anche per altri settori:
osservazioni su categorie grammaticali
es. categorie grammaticali del nome sono genere, numero, caso…
questo tipo di osservazioni sono in qualche modo formalizzate teorizzate da lavori di Greenbelt
sono intuizioni che studiosi delle lingue avevano avuto già un secolo prima
se si studia repertorio di lingua ampio ci si rende conto parentela e del fatto che si comportano
allo stesso modo
studiosi lingua e non linguisti
linguistica è disciplina recente→ con lessico autonomo, solo fine 800
non vuol dire che comunque prima che si affermasse come disciplina autonoma→ lingue non
interessassero a nessuno
es. Platone→ ci sono dialoghi in cui si interroga della etimologia delle parole
es. importanza degli studi di retorica legati a evoluzione della lingua per i classici
studi linguistici ricollegati ad altre discipline→ non autonoma
quando si presenta come disciplina autonoma nell’800→ si dà serie di tassonomie, tra cui quello
della tipologia

GERARCHIE IMPLICAZIONALI → NUMERO


Riflessioni su categoria grammaticali del numero
Sono riflessioni più antiche rispetto a quelle che risalgono a 800
Es. lezione di Humbold si dedica al duale (categoria grammaticale che codifica elementi che
vengono presi in coppia per intervento umano(?))
Humbold → si mette a riflettere su duale, perché fa un lavoro quasi pro-topologico
Compara tra di loro lingue che fanno parte gruppo indoeuropeo e che esulano da questo
Vede→ lingue che hanno duale hanno anche categorie plurale e singolare (è una gerarchia
implicazionale)

Lingue che hanno triale allora hanno anche DUALE


Allora hanno anche plurale e poi singolare
- Se lingua distingue gerarchia allora distingue a livello grammaticale tutti lavori a sinistra ma
non necessariamente quelli a destra
Lingue che hanno duale allora hanno anche plurale e singolare
GERARCHIE lette verso sinistra e non verso destra

Lingue che hanno duale→ hanno anche singolare e plurale


Ma non necessariamente lingue che distinguono plurale e singolare distinguono anche duale o
triale
Altro universale implicazionale da gerarchia→ se lingua usa morfema esplicito per esprimere valori
su morfologia di numero allora usa altrettanti morfemi espliciti per i valori a destra ma non
necessariamente per quelli a sinistra
Situazione del genere implica in partenza che lingua abbia da triale a singolare→ si può parlare di
elementi a destra
Es. se usa morfema esplicito per singolare allora ci sono altrettanti morfemi espliciti per plurale
Es.
Situazione tra lingua italiano e lingua Papua-Nuova Guinea molto diverse
quella della papua-nuova guinea come situazione è meno prevedibile rispetto a italiano
perché singolare ha forma non marcata, non sappiamo se verrà utilizzato morfema per distinguere
plurale
mentre siamo sicuri del fatto che in italiano c’è morfema che indica singolare ci sarà almeno un
morfema tramite il quale indicare plurale

SEQUENZA è
Singolare>plurale>duale>triale>paucale
Si legge da sinistra a destra a risalire
Se una lingua usa morfema esplicito per il plurale allora usa altrettanti morfemi espliciti per duale
e triale→ espresse con forme distinte in lingua

MORFOLOGIA DEL MANAM (lingua papua-nuova guinea)


È morfologia agglutinante→ per ogni categoria c’è morfo
due morfi diversi per DUALE E PAUCALE

ci sono morfemi espliciti solo per il plurale ed eventualmente duale e traile, ma non per il singolare
(es inglese book/book-s)
Inglese usa morfemi distinti solo per il plurale→ dei sostantivi
Mentre aggettivi non marcano differenza di numero

Se abbiamo questa gerarchia implicazionale


Non possiamo solo dire quali categoria ha lingua ma possiamo dire anche come si comporta
codifica

GERARCHIA DI REFERENZIALITÀ

riguardo a genere
il genere grammaticale in italiano distingue tra maschile e femminile
distinzione di genere legata molto a distinzione naturale→ femmine e maschio
es. casa però è femmina→ perché dovrebbe?
Ci sono motivi di ordine storico e dal latino→ per esempio aveva desinenza -a in latino, e allora 1°
declinazione→ per cui femminile perché di solito -a indicava femminile

Legata a più o meno animatezza→ qualcosa animato o no


Descritta in termini topologici
Resi conto che esiste scalarità di animatezza
Si passa da 1° persona che è la più animata a ciò che è grammaticalmente marcato come meno
animato (nomi comuni non umani inanimati)
- Perché la prima persona marcata sempre come ciò che è maggiormente animato nelle
lingue?
Ciò che codifica la prima persona= colui che parla → non può essere né uno non umano né un
non animato
Motivo per il quale ciò che segue è 2° persona=colui con cui si parla
Rappresentano estremi più alti
poi 3° persona, nomi di parentela, nomi umani, nomi non umani animati, nome comuni non umani
inanimati

questa scala di implicazione risulta meno trasparente del numero→ comunque numero più
abituati, anche per Duale (cose che vanno a coppia)
gerarchia ANIMATEZZA→qualcosa meno percepibile per lingue che si conosce
non marcata da punto di vista grammaticale per lingue che si conosce
ci sono lingue in cui non solo genere distingue tra esseri animati e non, animatezza marcata anche
su verbo
es. se parliamo di donna→ si usa certo morfo su verbo, che non si utilizza se parliamo di una pietra

viste gerarchie
Quali sono FENOMENI IMPLICAZIONALI
Come nei fatti a livello morfo-sintattico si comporta lingua
Fino a ora visto qualcosa di strutturale
Adesso è :Come si comportano effettivamente lingue?
Es. distinzione singolare e plurale
Se lingua fa questa distinzione per determinati elementi gerarchia→ allora li fa anche per quelli a
sinistra, ma non per quelli a destra

Es. Lingua arriva a distinguere animatezza fino a nomi parentela→ per implicazione tutti quelli a
sinistra saranno anche marcati
Per ciò lingua distingue tra singolare e plurale nei nomi 3° persona→ allora distingue singolare e
plurale anche per nomi di seconda e prima
in italiano fanno distinzione tra singolare e plurale tutti elementi della gerarchia di animatezza

in altre lingue distinzione usata solo per pronomi, nomi di parentela e umani
mentre invece non umani non hanno questa distinzione
Perché non ritenuto necessario distinguerli

Ho bisogno di distinguere in contesto discorsivo se prima persona è sola o più di una


Non ho bisogna di marcare cosa se è una o più di una
Es. CINESE MANDARINO
a) Ta/tamen
Ma distinsione libro/libri non usata→ unica forma equivalente per plurale e singolare
b) Tiwi, lingua australiana
Distingue tra singolare e plurale per nomi umani, ma non per nomi animati non umani
Es. formica stessa forma per singolare e plurale
c) Kharia, lingua india
Operata distinsione tra singolare e plurale per i nomi animati di animali (non umani), ma non
operata per nomi non umani (come pietra)
Stessa forma nel caso di nomi non umani

QUESTA è SCALA DI IMPLICAZIONI, già vista


Nota bene:
es. latino
come codificati bianco e nero
come lingua codifica percezione diversa dei colori
➔ Parola che abbiamo in italiano ‘bianco’ è in realtà germanismo
In latino era ‘albus’→ ma non è bianco inteso da noi
Albus=bianco brillante→ caratteristica specifica, non perché latino vedesse più colori→ è che
lingue sceglie di codificare caratteristiche diverse, perché sono più o meno utili in contesto

Per lo stesso motivo per cui in lingue storico-naturali non ci sono lingue che si conformino a stesso
tipo linguistico → dobbiamo avere cautele per formulare universale
E saper distinguere universale e tendenza

UNIVERSALE→ non ammette eccezioni o ne ammette in pochi casi


Universali definiti come proprietà, correlazioni e strutture linguistiche che, senza alcuna eccezione,
ricorrono in ogni lingua storico-naturale
TENDENZE→ sono proprietà, correlazioni, strutture linguistiche che sono attestate in una porzione
staticamente rilevante delle lingue storico-naturali (parte abbastanza grande che ci fa riflettere).
Esse dimostrano che la distribuzione dei tratti linguistici e delle correlazioni non è casuale e che la
presenza di casi ‘anomali’ spesso dipende dal fatto che la lingua, nella sua evoluzione, subisce il
condizionamento di fattori storici e sociali→ lingua non vive di vita propria isolato, è strumento di
comunicazione adoperato da esseri umani che sono soggetti a movimenti di popolazione e incontri
Ovviamente non tutti tipi di incontri generano fenomeni da influenzare a livello profondo lingua
‘condizionamento storico sociali’→ solo di certa portata
Contatto tra due popolazioni deve essere duraturo e deve in qualche modo sedimentare
Es. nascita Pidgin
Attività di scambio commerciale tra russia-norvegia→ non durata pochi mesi, ma attività con
sedimentazione nel tempo→ necessaria lingua veicolare
Es.
Francese→ diciamo sia lingua romanza
Ma territorio che corrisponde a francia, inizialmente non latini→ insediati su popolazioni di origine
celtica
Sui latini si sono insediati i franchi poi
La struttura del francese, da punto di vista morfologico, fonologico, sintattico che lessicale→
risente di tutti questi influssi duraturi determinati anche da conquiste territoriali, storico-culturali,
amministrative
Quando celti si dovevano arruolare dovevano parlare latino x farsi capire→ lingua si diffonde
anche con questi meccanismi
Lingua non nasce da sola, ma nel suo sviluppo subisce una serie di fattori esterni

NOZIONE DI UNIVERSALE LINGUISTICO


Intesa in due sensi:
UNIVERSALI ASSOLUTI→ stesso comportamento secondo certo parametro
UNIVERSALI IMPLICAZIONALI→ quando gruppo di lingue presentano stesso comportamento
relativamente a due o più fattori

DISTINZIONE SEMANTICA x classificazione topologica


Se noi operiamo classificazione di ordine tipologico→ si classificano secondo criteri fonologici, su
base di criteri morfologici (tipi linguistici), su base di fattori sintattici (in base a ordine non marcato
si può inferire altre caratteristiche lingue, su base secondo lessico
Altra distinzione→ fenomeno osservazione della linguistica di ordine tipologico
Lingue classificate in due capogruppi:
- Lingue ergative
- Lingue accusative
Distinzione operata su basi semantiche

Semantica= ruoli che codificano la partecipazione attiva, volontaria o non partecipazione di


qualcosa a un’azione
Es. agente, paziente, esperiente
Non c’è corrispondenza biunivoca tra ruoli semantici e sintattici→ ma può corrispondere a più
ruoli semantici
Organizzazione casi che traducono ruoli semantici connessi a verbo strutturata secondo due
modelli:
1- Sistema nominativo-accusativo
Agente codificato come nominativo
Oggetto diretto codificato come accusativo
Anche se in italiano non abbiamo classi→ distinguo da pronome personale soggetto e oggetto
(io,me)
Lingue nominativo-accusative farò coincidere generalmente soggetto di frasi transitive e
intransitive con agente e oggetto diretto come paziente (accusativo)
Soggetti verbo transitivi =agente
Oggetto=paziente

Puer=nominativo→ non c’è marca, è marca zero


Puella-am →Morfema accusativo
Am-at= verbo

Puer usato sempre nominativo anche quando verbo intransitivo


Puella→ forma nominativo
Poeta→ accusativo

2- X sistema ergativo-assoluto
Ragionamento diverso→ complemento oggetto (ovvero paziente) e soggetto di frasi intransitive
(agente) codificate come assolutivo
Mentre soggetto di frasi transitive codificato come ergativo =caso che codifica soggetto di verbo
transitivo, massima animatezza e volontà

X capire differenza
Es.
1- La nave affonda→ nave è soggetto ed è soggetto di un verbo intransitivo
2- I pirati affondano la nave→ nave è complemento oggetto di verbo transitivo per cui è
paziente
‘la nave’ in entrambi casi sono assolutivi→ nave non ha controllo su azione in entrambi casi

Schema=
Paziente→ oggetto di verbo transitivo
Agente→ soggetto di verbo transitivo
Soggetto (S)→ soggetto verbo intransitivo

BASCO→ lingua parlata in nord est spagna


È lingua di tipo ergativo
a- La donna vede l’uomo
Glossa interlineare
1° parola:
amakume=donna, morfema lessicale
a= articolo, parola definita
k=morfo di caso ergativo
gizon= morfema lessicale
a= morfema assolutivo

donna→ soggetto di verbo transitivo → ergativo


uomo→ oggetto di verbo transitivo

si trova stessa forma in assolutivo anche per frase b


b- Gizon-a=uomo, ma assolutivo, anche se soggetto frase
Perché è soggetto di verbo intransitivo
Controllo azione è minore→ per cui ‘uomo arrivato è’

- Ordine basico dei costituenti in basco secondo quetsi due esempi?


ordine del tipo SOV
utile vedere sequenza oggetto-verbo
essendo tipo V→ TESTA A DESTRA→ verbo finito e ausiliare

BASCO è lingua ergativo

Altra lingua ergativa: Yuwalaraay

a) Serpente ha morso l’uomo


Serpente marcato come ergativo, uomo marcato come assolutivo
Serpente è agente=soggetto frase transitiva
Uomo=oggetto, colui che subisce azione

b) Donna marcata come assolutivo


Meno coinvolta in azione per verbo intransitivo

Altra lingua tipo ergativo


È Dyirbal
a)
Marca zero→ marca assolutivo, non marcato di solito
c) Madre assolutivo
Verbo→ vedere
Madre ha visto il padre

Classificazione diversa--< codifica diversa dei ruoli semantici

LINGUE ERGATIVE→ molto diffuse tra 20 e 25% delle lingue parlate nel mondo
Lingue ergative alcune caucasiche, austronesiane, austrialiane, indoeuropeo come hindi (in
determinati contesti si comporta come ergativa
LINGUE TIPO NOMINATIVO-ACCUSATIVO→ sono lingue come latino
Codificano come nominativo e come soggetto
Tanto soggetto verbi transitivi e non transitivi
Codificano come paziente il complemento oggetto
Esempi per due sistemi
Tratti da lavori diversi
Con regole glossatura c’è certa libertà
Es. Nominativo non esplicitato quando morfo zero
➔ Morfema detto solo accusativo, ma posso dire anche singolare e femminile

Non sempre lingua che può essere descritta come nominativo-accusativo mantiene tratti in tutte
occasioni
- Ci possono essere contesti semantici dove codifica ruoli semantici avviene secondo
modalità ergativa e non nominativa e viceversa
Si parla di SPLITTER-ERGATIVITY (fenomeni di scissione)
Lingue che sono di base descrivibile come lingue ergative in alcuni contesti grammaticali si rifanno
a modello diverso di codifica semantica→ LINGUE NON A COMPARTIMENTI STAGNI, subiscono
evoluzioni
Non rappresentano tipi puri → sono quelle che vengono descritti come eccezioni

Si parla di eccezioni, perché fa comodo quando ci si rifà a filo astratto per non perdere filo discorso
Es. più facile dire hindi lingua nominativo.accustaivo→ ma per sistema perfettivo si avvale si
modalità ergative
Altrimenti è qualcosa molto meno economico

ESERCIZI:
a) Ordine fondamentale è SVO
In quanto soggetto in tutte e tre le frasi è in prima posizione
Verbo in seconda
E oggetto in terza
b) Tipo morfologico isolante
Perché ad esempio plurale si forma attraverso morfi staccati, parole molto semplici
c) Attraverso una reduplicazione della parola
d) Tan
- Quel ‘kwa’ che tipo di funzione ha?
Ha la funzione di ausiliare→ per formare passato
Non è indicatore oggetto diretto perché non è prima in prima persona
Ma è più facile che sia ausiliare
- Ordine fondamentali costituenti torna con posizione ausiliare?
Tipo SVO→ testa a sinistra in teoria
Verbo è testa
Con ausiliare dovrebbe esserci AuxV→ testa è ausiliare

Se prendiamo verbo-oggetto=sintagma verbale


Testa è verbo in sintagma verbale
In base a posizione verbo→ diciamo se lingua ha testa a destra o sinistra
- Teste a sinistra se VO
- Se ordine OV → teste a destra → VAux

In questo caso implicazioni ordine VO


Non sono tutte rispettate
Es. posizione Ausiliare e verbo non è rispettata
Es. preposizioni e postposizoni→ posizione della negazione
Del tipo VO→ mi aspetto preposizioni → ci aspettiamo negazione preceda verbo in questo caso, è
rispettata
Altra cosa che si può predire: nome e aggettivo
Rispettata secondo attese del tipo nome-aggettivo dato che tipo SVO? Lo si vede nella seconda
frase, rispettato

- Che cosa c’è di osservabile nella codifica del nome rispetto ad aggettivo?
Non sappiamo come codificato numero su aggettivo
Ammettendo che ‘bjen’ forma univoca a marca zero in questo caso→ non avendo un riferimento
singolare specifico
Si può ipotizzare che lingua si comporti diversamente per marca numero→ codificata su nome, e
non su aggettivo che non ha bisogno di essere raddoppiato dato che segue nome

È lavoro che si fa a posteriori


Determinati ordini permettono di capire implicazioni lingue, come comportamenti morfologici
classificano lingue, procedimenti morfologici es marca zero o reduplicazione
Lavoro di tipo tipologico monolingue
Quando si vuole descrivere fenomeno si fa in genere in chiave plurilingue→ lavoro tipologo si fa su
gruppo di lingue e non su lingua specifica

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