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PRODUTTIVITÀ
È la capacità che tutti abbiamo→ parlare della propria lingua e del proprio linguaggio
Es. studio grammatica→ usiamo italiano per parlare della lingua
Metalinguistica ovvero che si rivolge a sé stessa
Non caratteristica di tutti i sistemi, infatti le api fanno sempre stessa, non possono parlare del
proprio sistema
Anche per bambino è capacità che impara successivamente
RICORSIVITÀ
Elemento che si ricollega a produttività, proprietà delle lingue naturali individuata da Chomsky
Qualcosa è ricorsivo quando genera un loop→ qualcosa che va avanti all’infinito, va avanti e torna
indietro
Le lingue sono ricorsive→ posso avere regole che posso riapplicare un numero infinito di volte al
materiale linguistico e posso avere frase sempre più complessa
Tanti esempi (?) che hanno queste proprietà
Es. le frasi relative
- Il ragazzo è biondo
oppure,
- il ragazzo, che avevi visto nell’autosalone, è biondo
oppure,
- il ragazzo, che avevi visto nell’autosalone in cui il proprietario ti voleva venderti la jeep, è
biondo
lo posso fare riapplicando più volte da applicazione precedente, è un loop infinito
- Maria mi ha colpito
- I ragazzi dicono che
- I vicini dicono che…
Meccanismo ricorsività→ tipico lingue naturali e alcune artificiali (linguaggi programmazione con
strutture ricorsive)
Chomsky
Relazione tra costituenti linguistici, relazioni sintattiche→ COMPLESSITÀ SINTATTICA
Metto insieme elementi morfosintattici in sequenza, ma non dipendono da sequenza, ma dalla
struttura
Non dipendono dall’ordine, ma da gerarchia interna che non si manifesta solo con ordine
Es Il ragazzo, dentro autosalone con il proprietario, che è biondo
Si capisce che ragazzo è biondo, non proprietario anche se nome più vicino
Ragazzo-biondo stesso livello, proprietario è sotto
ONNIPOTENZA SEMANTICA
- Per costruire messaggio, bisogno codice, sistema condiviso tra emittente e ricevente
- Emittente codifica
- Riceventi decodifica
- Canale→ sta per operazioni che devono sfruttare linea di comunicazione, un canale fisico
con cui passa modalità sensoriale
Es. Aria→ canale con cui modalità sensoriale (?), onda sonora passa con aria
Es. per lingua scritta→ usata luce come canale, mi permette di vedere e decodificare messaggi
- Contesto→ comunicazione avviene sempre in contesto più ampio che tra quello tra
emittente e ricevente
Elementi linguaggio che posso codificare solo in determinati contesti
Elementi deitifici o indicali es. prendi quello e portalo qui
Riusciamo a comprendere significato solo attraverso contesto
Es. qui
Oppure
Es. qui (un’ora fa)
Diversi luoghi, contesti importanti
Emotiva→ emittente
Referenziale→ contesto
Poetica→ messaggio
Metalinguistica→ codice
Fàtica→ canale
Conativa→ ricevente
“lingua e scrittura sono due distinti sistemi di segni: l’unica ragion d’essere del
secondo è la rappresentazione del primo; l’oggetto linguistico non è definito dalla
combinazione della forma scritta e parlata; quest’ultima costituisce da sola
l’oggetto della linguistica”
Halliday→ sono non solo alternativi, ma anche cose diverse
La scrittura è una tecnologia di cui si dota certa cultura, che viene inventata e sviluppata da società
e che noi individualmente possiamo, ma non siamo obbligati, ad apprendere
Per millenni molte popolazioni erano analfabete
Scrittura sviluppata per funzioni società→ o sono scritture religiose, o per patti commerciali
amministrativi
Scrivere e parlare non sono solo modi alternativi di compiere le stesse cose;
piuttosto, sono modi di fare cose diverse. La scrittura si sviluppa qualora la lingua
debba assumere nuove funzioni nella società. Queste tendono ad essere funzioni
prestigiose, associate alla cultura, alla religione, all’amministrazione e al
commercio
Si parla di VARIETÀ DIAMESICA→ in sociolinguistica, lingua parlata e scritta sono considerate agli
estremi dell’asse di variazione DIAMESICA, in cui nell’interno è popolato da una serie di varietà
intermedie (stampa, web, radio,teatro..)
- FILOGENETICO→ Prime forme di scrittura sono molto più tarde, le comunità umane hanno
sviluppato prima il linguaggio orale e poi i sistemi di scrittura
Noi parliamo da quando esiste homo sapiens, anche se non c’è dato sapere per certo in quanto
impossibile ricostruire con sicurezza sviluppo, però canale sviluppato un certo punto (ci sono indizi
che ci fanno intendere che parlassero in qualche modo)
- Parlato è primario su scritto, non solo perché viene prima, ma noi in arco della giornata
(anche se scrittura ormai è aumentata, messaggi, si legge molto, forme di comunicazione
online) probabile che parliamo più di quanto non scriviamo → comunicazione umana
soprattutto attraverso la lingua parlata, PRASSI
- Interazione orale→ permette organizzazione base della vita sociale, più di quella scritta
Nonostante leggi siano scritte
MACROCARATTERISTICHE DIFFERENZIALI
Articolazione fonatoria→ significa quando parlo articolo suoni con muscoli, lingua, bocca stessa
(attivazioni molto fini, richiamano controllo alto livello delle capacità motorie)
Quando scrivo devo muovere dita
Per parlato→ programmazione simultanea, sequenza la attuo in modo simultaneo, non lo so
prima (ciò che ho detto non si può cancellare, si può ritrattare→ se insulto qualcuno, non posso
cancellare insulto, ciò che diciamo non lo cancelliamo)
Cambi di programma sono continui→ ce ne rendiamo conto quando trascriviamo
≠
Per scritto→ ho più stacco, posso
ààààààààààààààààààààààààààà pensare e posso ritornare, cancellare
CODICE
Anche per ricevente è molto diverso
Usa orecchie e occhi, ma anche a livello memoria
Scrittura→ per studio, si sedimenta in parte più profonda memoria, GRAFEMA→ si distigue altri
elementi grafici
Parlato→FONEMA→ riguarda i suoni, ma non corrisponde solo a suono
CONTESTO:
- Possiamo parlare e comunicare con parola orale, anche senza condividere stesso valore
spaziale ma anche temporale
Spaziale→ al telefono, due persone in luoghi diversi
Temporale→ messaggi vocali
- Per parlato→Situazioni più semplici→ faccia a faccia (situazioni sono le stesse, stessa situa)
Per scrittura→ scrivo libro, poi persone dopo lo leggono→ situazione temporale distanziata
- Rumore
Cervello riesce a separare rumori da altri tipi di suoni, in particolare quelli linguistici
Quando leggiamo, rumori sono ininfluenti
Per parlato→presente, capiamo
Per scrittura→ rumori non necessari
SISTEMI DI SCRITTURA **
In lingue mondo
- Chi rappresenta suoni, significanti
- Chi rappresenta i significati→ in cui ogni grafema corrisponde concetto es geroglifici
Es. scrittura cinese→ anticamente ideogrammi erano molto più iconici in significato, poi più
astratti
Rappresentano significati
Es. acqua→ per italiano, per cinese altro modo→ ma significato stesso anche se letto in modo
diverso
➔ Ideografiche→ corrisponde a concetto
(?)→ geroglifici
Principio del rebus→ il suono che si lega a immagine, poi slegato da immagine per andare a
significare suono
➔ Sillabico→ rappresentano sillabe, non suoni es Al-be-ro
➔ Alfabetico→ ogni simbolo corrisponde a suono
GIAPPONESE→utilizza tutti modi
Simbolo= cuore, spirito
Giapponese completamente diverso da cinese, però giapponese ha ereditato scrittura cinese
Alfabetico→Simbolo mi riporta a significato → simboli sillabi sono 3
Tempi di Saussure→ tutto era basato su come cambia lingua (diacronia) lungo asse temporale
Ma basa attenzione su Sincronia→ prende lingua in determinato momento, non interessa cosa
successo prima, descrivere sistema linguistico in quel momento
ASSIOMI STRUTTURALI:
- Avere livelli di analisi diversi
- Gerarchia livelli
- Segmentazione
- Unità minima, ogni livello ha un’unità
- Economia→ porta a dire che con pochi elementi si riesce a riprodurre numero altissimo
messaggi combianandoli in modo diverso
- Ricorrenza
PROBLEMI METODOLOGICI:
- Paradosso dell’osservatore, nasce anche in scienze fisiche→ quando osserviamo fenome
naturale, ci stiamo interagendo e modificando
Es. termometro in bicchiere→ se troppo freddo cambia temperatura acqua
Es. usiamo linguaggio per parlare linguaggio
Cercare di rendere più esterno possibile, ma non sempre agevole
Se studio certa espressione→ non tiro fuori dei suoni naturali, un po’ modificati
- Posso analizzare dati linguistici a tanti livelli di profondità, non finisce mai analisi
Ci sono sempre elementi aggiuntivi→ che appartengono a diversi livelli di analisi
- Dato linguistico→ definizione di cosa è dato in linguistica
Quando parlo di langue→ ottengo diverse proiezioni dell’oggetto linguistica
È qualcosa di astratto ma poi studio testi
COMPETENZA E ESUCUZIONE (chomsky)
Linguistica si occupa di:
- Parlante-ascoltare ideale, che conosce perfettamente lingua
- In comunità linguistica omogenea
- Parlante che non fa errori grammaticale, di distrazione, di cambiamenti di interesse e
attenzione
Per considerare l’esecuzione linguistica si deve considerare l’interazione di vari fattori, e la
competenza sottostante del parlante-ascoltatore non è che uno di essi.
Distinzione tra COMPTENZA (conoscenza che parlante-ascoltatore ha della propria lingua) e
ESECUZIONE (uso attuale del linguaggio in situazioni concrete)
Indagato aspetto mentale→ non studiamo esecuzione che è l’uso reale del linguaggio
Studiamo meccanismo mentale
Per molti tempi però linguistica studiata esecuzione
Linguistica
Primo dei livelli di analisi→ FONETICA E FONOLOGIA
FONETICA
L’apparato fonatorio e la produzione dei suoni
Complesso che comprende vari muscoli e sistemi che producono varie tipologie suoni
MECCANISMO FISICO E FISIOLOGICO x comunicare con suoni→ suoni di diverse nature
Es. Tata→ sono due suoni ripetuti di natura diversa, 1° T non ha durata mentre 2° A ha una durata
T non corrisponde a intonazione possibile
A può avere intonazione→ cambiare nota→ suoni vocalici si possono intonare e con diverse
posizioni
➔ Di solito fine domanda→ suono vocale in risalata
Suoni diversi→ elementi di valore diverso
FONETICA→ si intende (da phoné) lo studio fisico e materiale della produzione dei suoni linguistici
Se pensiamo a suoni linguistici in struttura di base→ si può pensare a suono come viene prodotto,
quali organi usati per produrre suono
Es. T→ prodotto con lingua in punto specifico, e poi aperto subito→ più simile a rumore,
picchiettii che avvengono su legno
Es. A→ aperta bocca e aria
APPARATO FONATORIO
X fare distinzione
Andrebbe divisa figura in 3 componenti:
1. SISTEMA SUBGLOTTIDALE→ produzione del soffio fonatorio
2. SISTMA VIBRATORIO→ laringe
3. SISTEMA DI RISONANZA E ARTICOLAZIONE→ come chitarra con cassa acustica,
suono si espande all’interno e si amplifica→ ciò che succede sopra laringe, bocca e naso
sono casse armoniche→ suono prende forme nuove rispetto a come apriamo bocca,
cambia articolazione:
• Se spostiamo lingua
• Come apriamo bocca
Se cambio forma cassa armonica→ cambia suono
SUONI LINGUISTICI= FONI→sono generati da flusso di aria che entra ed esce dai polmoni
• Mentre noi respiriamo, aria esce dai polmoni senza ostacoli
• Quando parliamo invece→ aria è come se incontrasse ostacolo e in questo senso produce
suono, aria va a sbattere in certi punti, incontrate occlusioni
Quando aria incontra ostacolo genera frizioni→ genera ostacolo nell’aria
Es. per fare S→ lingua in posizione per fare sibili
Suoni prodotto quando aria esce → egressione
Ma Ci sono suoni che non hanno bisogno di aria→ scrocchiare lingua (suoni avulsivi)→ ci sono
lingue che non usano aria ma solo questo click
Es. lingue originaria sud africa→ ha suoni occlusivi, suoni che non fanno passare aria, e sono
consonanti→ ci sono diversi tipi di click, lingua avanti o laterale
Però quasi tutti suoni prodotti da aria che esce ovvero egressivi
Suoni egressivi vs suoni ingressivi (suoni con aria che entra)
TRATTO VOCALICO
MECCANISMO LARINGEO
DOPO LA LARINGE
1° soffio
2° corde vocali attivate
3° aria passa a faringe
4° aria può prendere due strade→ o verso naso o verso bocca
Meccanismo è regolato che, parte del palato molle si va a chiudere appiccicandosi a parete e
genere chiusura→ allora aria passa da bocca
Es. A→ solo da bocca
Es. suoni nasalizzati→ proprio perché da naso→ M
Quando a riposo→ non c’è chiusura→ passa per naso
LA CAVITÀ ORALE
Per formazione suoni dovuta a conformazione cavità orale
• Lingua (radice, dorso, punta)
• Palato duro e molle
• Alveoli (posizione dietro i denti)
• Denti (parte coronale)
• Labbra→ può cooperare con denti
Tutti suoni generati da queste configurazioni → poi anche naso può collaborare nel caso in cui
ugola e velo sono a riposo
Alcune lingue suoni diversi→ es I FRANCESE→ possiamo produrlo da italiani, ma non usiamo nella
lingua
Solo alcuni suoni (fonemi) sono usati per fare distinzioni in una lingua
Oltre a questo ogni lingua ha possibili combinazioni tra suoni, possibili e impossibili
In molte lingue slave→ parole senza vocali
Es. città di Trieste→ in sloveno TRST
Suoni nasali possono creare na specie di sillaba
In lingue slave ma anche sanscrito→ esistono parole anche senza vocali
Oltre al repertorio, ci sono regole anche per
➔ Combinare insieme fonemi (in sillabe e parole)
➔ Regolare il modo in cui i diversi fonemi s’influenzano fra di loro
➔ Definire il funzionamento dell’accento e dei fonemi tonali
VOCOIDI E CONTOIDI
Distinzione fondamentale→
Suoni vocalici e consonantici
SUONI VOCALICI→ VOCOIDE→ non ci sono ostacoli, I o A
“I” cambia conformazione bocca da A→ ma non ponendo ostacolo, cambio solo posizione
CONTOIDI→ sonori o sordi, sono consonanti, e posto ostacolo nell’area superiore
Quando invece faccio T di tavolo→ non include nulla a livello laringe, ma bocca chiude passaggio
aria→ tutti suoni vocalici sfruttano ostacoli faringei
Tutti suoni consonantici, incontrano ostacoli superiori
Es. F di fuoco→ solo ostacolo superiore e corde non attive
CONTOIDI→ accumunati da ostacolo superiore
VOCOIDI→ non ostacoli superiori, ma ostacoli faringei
Aria incontra almeno un ostacolo
È proprio questo ostacolo che genera suoni
Sonori=voiced
Non sonori=unvoiced
VOCOIDI
• Sono sempre sonori, senza suono (ostacolo faringeo) non ho meccanismo sonoro
Pronunciamo vocale senza sonorità quando sussurra
Per farci sentire→aria deve vibrare e bisogno produrre onde sonore
• Vocali distinte per diverse posizioni→ in particolare con lingua e labbra
Parametri legati a queste due posizioni, posizionamenti lingua e configurazione labbra e velo
• Posizione della Lingua che può andare verso labbra (avanti) e indietro (verso faringe)
(parametro lingua)
“I”→ lingua va avanti
“u”→ più indietro
Lingua si muove non solo avanti indietro→ orizzontale
Ma anche in modo verticale
Vocale più basse è “A”
Vocale più alta è “I”
Tra A e I → PASSO PER E
A ad U→ passo per O
Posizoni estreme alte e basse, e poszioni intermedie
(parametro labbra)
Labbra posso tenerle distese come per i
Labbra posso tenerle più rotonde come per u
Con Tutte vocali anteriori → labbra sono distese (vocoidi non arrotondanti)
Tutte vocali posteriori le labbra sono →rotonde (vocoidi arrotondati)
Ci possono essere vocali nasali→ in cui velo palatino è abbassato e aria sale su naso→ sono vocali
presente in FRANCESE E PORTOGHESE, non italiano
TRAPEZIO VOCALICO
CONTOIDI
Corrisponde al punto in cui avviene contatto tra due articolatori e descrive così articolazione
suono
Descrive fonetica articolatoria
Tendenzialmente movimento lingua verso parte del palato
Lingua può anche essere tra denti, dietro alveoli
Quando lingua si muove o da parte del palato/denti o altra
Linguistica
fonetica
Trapezio vocalico
Foni
Vocali e consonanti
CONTOIDI:
i vari modi: occlusivi, fricativi, affricativi, nasali, laterali, vibranti, approssimanti (intermedie)
LUOGO DI ARTICOLAZIONE
Dice come viene fatto suono:
Sonori
Non sonori
Gli organi più esterni: LABBRA
Associato ad ogni luogo i vari modi possibili e suoni
1- Organo: Labbra
articolazione più usata è l’uso di entrambe le labbra, chiudendo bocca→ BILABALI:
Li abbiamo con le OCCLUSIVE, labbra si chiudono e si aprono improvvisamente (esplosivo)
Scoppio delle labbra→ viene fuori SUONO SORDO [p]
Se prodotto facendo vibrare corde→ viene fuori SUONO SONORO [b]
Sono consonanti articolate uguali, però un caso sonoro e uno sordo
Si può usar questa articolazione anche lasciando piccola chiusura→ SI FA FRICATIVA→
BILABIALE FRICATIVA
Viene fuori tipo soffio
Es. nella variante fiorentine dato che ci sono occlusive sordo vocaliche→ TUTTE OCCLUSIVE SORDE
INTERVOCALICHE diventano FRICATIVE BILABIALI
P→detta come fiorentino, + strascicata → [ɸ]→ SORDO es. tipo [‘ti:ɸo]
b→ è come la v dello spagnolo, fricativa bilabiale sonora → [β]
NASALE, abbassando velo palatino e ho produzione suono nasale SONORO [m]→ se fosse
sordo, non ci sarebbe emissione suono
INTERDENTALI:
FRICATIVO→ lingua tra denti e soffio→ sia sonoro [ð] che sordo [θ]
ALVEOLARI→più completa:
OCCLUSIVE→ t (sordo) e d (sonoro)→ sorda e sonora hanno stesso luogo
FRICATIVE→ s (sordo) e z (sonoro)→ difficile distinzione
Per varietà regionali→ x nord molto più sonori, x sud molto più sordi
Fricative alveolari a inizio parola, se seguite da vocale→ sono sempre sorde
Se seguita da consonante sonora→ diventa sonora es. sdrammatizzare
Se seguita da consonante sordo→ diventa sorda es. stanare
AFFRICATIVE→ t+s (occlusiva+ fricativa)→ sorda (ts) altrimenti sonora (dz)
Es. pezzo /tts/
Es. mezzo /ddz/
Spesso in posizione intervocalica→ ma ci sono anche a posizione iniziale es. zanzare o zucca
NASALI (n)
Nasale alveolare→ trascritta con lettera n
N di nanna (avvicino lingua) ≠ m di mamma (chiudo labbra)
Aria uscendo dà vibrazione a naso → corde vocali vibrano
LATERALI (l)
Faccio passare tra lati→sono simili come suoni, posizione della lingua nella bocca è la stessa
posizione, passa ai lati ma tutto è chiuso
VIBRANTE (r)
Creo vibrazione della punta della lingua dietro palato
PALATO: PALATALE
Di solito è parte più posteriore→ es. ragno
Dorso lingua schiacciato su palato
Movimenti lingua, denti, labbra→ non li controlliamo, ma suoni molto veloci che facciamo
Lingua contatto con palato medio
PALATALI:
PALATO: VELARE
Va verso velo
Non è punta della lingua, ma parte posteriore della lingua che va verso il velo
Suoni più diffusi in italiano di articolazione velare
OCCLUSIVI, lingua va indietro es. cane
Sorda [k] e sonora [g]→ stesso modo di articolazione, cambia vibrazione corde vocali
FRICATIVI, in altre lingue
Sia sordi [x] che sonori [ɣ]→ buch (tedesco) sordo e agua (spagnolo) sonoro
NASALE velare [ɳ]
Con dorso lingua→ diversa da quando faccio con punta lingua
Es. pantalone o anca→ non sono stesso suono
Di pantalone→ n che segue t→ alveolare
Anca→ n che segue c→ velare
Si articola con vocale o consonante che segue
In italiano non c’è distinzione→ ma in altre lingue lo può fare
Quando nasale precede consonante occlusiva velare→ abbiamo nasale velare
APPROSSIMANTE (w)
Viene labializzata
TABELLA IPA
Per ogni casella→ due suoni
Quello a sinistra è sordo
Quella a destra è sonoro
Ci sono suoni in alcune lingue→ che hanno articolazioni ancora più posteriori
Fricative glottali→ molto presente in lingue arabe
RETROFLESSE→ ribaltata la lingua
Altri simboli della trascrizione:
Un altro simbolo è
Click della lingua → ne esistono di 5 tipi
E ci sono implosive
Simboli aggiuntivi
➔ Primo stress→ (‘) si mette prima della sillaba accentata
➔ Secondo stress→ (,)
➔ Due triangoli → indicano lunghezza
Es. penna ha e più corta rispetto a pena
orogrammi
Quando cerco di capire suoni più dietro→ c’è modo di rappresentarlo con OROGRAMMA
Vari esempi -> con velari, lingua sale dietro, ma bocca è aperta
Velo attaccato a faringe
Ortografia è convenzione → molti errori poi si capiscono alla luce della fonetica
Es. azione→ spesso scritta con doppia z→ ma perché (at’tsjo:ne)
Italiano tende ad avere stesse lunghezze per tutte sillabe (?)
LinguisticA
Esame: individuare suoni, esercizi trascrizione
8 domande/10 domande → 1 o 2 domande su suoni
- Aspetti general
- Semantica…
in latino non suono affricati di c e g (di giallo)→ ma suoni solo velari occlusivi→ K e G
es. Kaisar → non cesare
improbabile che latino si dicesse centro→ ma kendu =cento come dicono nel dialetto sardo che
derivano da latino)
➔ quando iniziato a scrivere in italiano→ era gi strumento organizzato da latino
fatti adattamenti, mutamenti fonetici→ ma tenuti stessi simboli, solo che c diventa sia ʧ che k
INCONGRUENZE:
- simboli che rappresentano stesso suono→ hanno e anno
- stesso simbolo per due diversi suoni→ sera/sgombro
entrambe s, stessa articolazione→ ma suoni diversi
- oppure quando stesso suono→ ma nella scrittura sono due simboli diversi
sq o sc→ sono stesso suono, ma scritti diversamente
sono errori di tipo diverso → diversi tipi di errori di scrittura
- due simboli valgono solo suono
quadro/cuore→ errori perché suono è lo stesso
- digramma, due grafemi che corrispondono a un solo suono
k→ si scrive usando C o CH→ casa o chiesa (stesso suono, ma scritto diverso)
ʃ → forma digramma
ʃ davanti e→ scemo→ anche se tre lettere, sono solo due fonemi
3 simboli per un solo suono→ es. sciocco (la i non si sente, ma necessaria per pronunciare bene la
parola)
fonologia
DISTINZIONE fonetica e fonologia
FONETICA→ è il fono, valore linguistico→ scrive semplicemente come realizzati suoni, indifferente
a come suoni sono realizzati
Fono è suono riproducibile da sistema umano, rimanda a aspetto parola (atto concreto di
linguaggio)
FONO→Suono che abbiamo riprodotto, suono come abbiamo realizzato
Corrisponde a classe di suoni che corrispondono a determinate tecniche articolatorie, anche se poi
da individuo a individuo può variare→ riconosciuto come stesso suono, consistenza fisica è diversa
poi alla fine (es. se lo dice adulto es. se lo dice bambina)
➔ Anche se fono cambia, ognuno lo articola in modo diverso, poi riconosciuto come stesso in
quanto articolato stesso modo
Come sistema linguistico ogni lingua riconosce solo certo numero di suoni
Suoni con un valore all’interno di quella lingua
Foni riconosciuti con valore distintivo → suono è un fonema quando mi distingue una parola che
lo ha da una parola che non lo contiene
DOPPIA ARTICOLAZIONE→ linguaggio si può distinguere ogni segno degli elementi che hanno
significato es. un bel gatto (o è maschile)
In Questi morfemi→ sono distinguibili diversi fonemi = Elementi che non portano significato ma
permette di distinguere elementi che portano significato
Fonema è un elemento fonico che ha VALORE OPPOSITIVO → prova di sostituzione
Verificare se certo suono parola è fonema italiano→ si sostituisce con altro suono, se esiste parola
con significato diverso→ vuol dire che quel suono aiuta a distinguere parola
Es. Mare /’ma:re/
More /’mo:re/ → identico a mare tranne che per a
È coppia minima→ solo un unico elemento sonoro che cambia→ si distinguono due parole diverse
Es. carpa e carta
Il fatto che esista coppia minima è prova sufficiente che quel fonema ha valore di distinguere
Non è detto che se non si trova coppia minima, comunque, non ci siano fonemi→ solo con questa
provo riesco a capire differenze
Es. Botte e botte
➔ Due significati diversi→ per chiusura o apertura vocale
Es. Serie di coppie→ 5 vocali→ sono 5 fonemi, se cambio vocale sono parole diverse e significato
diverso
Un suono è un fonema quando riproduce differenza di significato, quando costituisce diversità a
livello linguistico
Inoltre, Ci sono casi in cui cambia suono→ Ma non attribuiamo a questo cambiamento a valore
distintivo, che non porta a differenziazione delle parole
vari tipi di pronuncia stessa parola→ varietà regionali
es- Bari→ vocale leggermente più chiusa → ma non vuol dire che porta distinzione in italiano
bari (senso verbo)
in alcune lingue c’è questa distinzione
pensare a grande rappresentazione questo suono→ fonema è lo stesso, ma non si generano nella
realtà con valore oppositivo
allora si parla di ALLOFONI, non hanno valore oppositivo
Regole di Trubeckoj
FONEMA→ scuola di Praga con linguista Trubeckoj
Dà regole che ci fa distinguere fonema, ciò che fonema e ciò che non lo è
Quando due suoni ricorrono nelle stesse posizioni e non possono essere scambiati tra di loro senza
cambiare la parola →allora questi due foni, sono realizzazioni fonetiche di due diversi fonemi
Allora abbiamo:
1- Distribuzione contrastiva→ se cambio fonemi, cambio parola e non più riconosciuta es.
mare e mora→ se generano contrasto, allora sono due fonemi e sono coppia minima
3- In altri casi ho varianti COMBINATORIE→ due suoni sono simili, ma non ricorrono mai
stesse posizioni
Se suoni diversi→ è determinato da contesto intorno
Varianti combinatorie stesso fonema
➔ Nasale alveolare
➔ Velare nasale es. ancora
➔ Labio dentale es. invano→ nasale precede labiodentale,
Tipo di nasale determinata da contesto
È distribuzione complementare→ non si possono sostituire, o c’è una o c’è l’altra
Quanti diversi fonemi ci sono in lingua, quanti suoni hanno valore linguistico?
Ci possono essere trascrizione fonologiche e fonetiche
➔ Se a è più lunga o cora→ non ha valore fonologico, non ha valore distintivo
Lunghezza vocale non ha rilevanza in italiano
In trascrizione fonologica→ //
Trascrizione fonetica, più simile a realtà→ ][→ es. a più lunga o carta, ma non c’è valore
distintivo→ non c’è rilevanza fonologica
ma non vuol dire altra parola, variazione di parole
Es. ingresso→ /in’gresso/
Ma foneticamente n è velare, poi a chi ascolta non fa differenza in italiano
COMBINAZIONE DI SUONI
FONOLOGIA→ non si occupa solo di quali e quanti sono fonemi certa lingua
Si occupa suoni e come si combinano in una lingua e come di modificano
COMBINAZIONE DI SUONI:
se è vero che ogni lingua sceglie numero fonemi limitato
è anche vero che lingue si distinguono non solo per il numero ma anche per possibilità dei suoni di
combinarsi o meno in certe posizioni
non solo in italiano si può dire che ci sono nessi consonantici e ci sono sequenze impossibili
combinazione p+r (può essere a inzio e interna) es.aperta→ possibile anche all’inverso r+p (ma
solo interna parola es. arpa)
se parola inizia con 3 consonanti→ la prima è sempre solo affricativa alveolare
sorda o sonora (es. una “s” e una “z” es, strano, sbrodolarsi)
riguarda combinazioni possibili e non possibili
- Possiamo scrivere usando tratti fonologici anche regole di mutamento in certo contesto
Usando i tratti fonologici, possiamo scrivere delle regole di trasformazione di un suono quando è in
un certo contesto
• ogni fonema viene individuato in modo univoco da un fascio di tratti distintivi;
• l'impiego dei tratti distintivi permette di cogliere delle generalizzazioni nelle regole
fonologiche;
in italiano la /s/ diventa /z/ davanti a consonanti sonore, non davanti a vocali, quindi avrò sempre una
sorda a inizio parola davanti a una vocale [sa:le], davanti a una consonante sonora avrò invece /z/, ad
esempio sgombro.
ASSIMILAZIONE (COARTICOLAZIONE)
Le combinazioni di suoni→ manifestano articolazioni combinatorie→ quando ho delle
combinazioni di fonemi queste combinazioni tendono a modificare questi fonemi in modo da
risparmiare movimenti articolatori
Risparmiato movimento→ inverno (labiodentale, risparmio movimento)
Nasale si cooarticola con la labiodentale
ASSIMILAZIONE (COARTICOLAZIONE) → totale o parziale, progressiva o regressiva
- TOTALE REGRESSIVA: Assegnazione con fonema→ viene dopo influenza quelle prima
Irragionevole→ viene prima o meno
esempio i[n+r] -> i[rr]agionevole, i[n+l] -> i[ll]ogico
fonema diventa come quello che segue
- ASSIMILAZIONE PARZIALE→ influenza la nasale → assimilazione non è totale, ma cambia
luogo di articolazione i[n+p]robabile -> i[mp]robabile,
- ASSIMILAZIONE TOTALE PROGRESSIVA→ fonema che precede influenza fonema che
segue
Es. mondo→ in romanesco è monno
- ASSIMILAZIONE PARZIALE PROGRESSIVA→ se parola finisce per consonante sonora
Suoni influenza
do[g+s] -> do[gz], il fonema che precede è sonoro;
- ASSIMILAZIONE A DISTANZA→ tra suoni che non sono continui→ casi più complessi,
trattati sotto etichetta di metafonesi
Presente in molti dialetti italiani, in particolare centro meridionali
Es. o anticipa chiusura i → mattuni
Es. metafonesi del napoletano→ dittongazione napoletano (buono→ bono) deriva da bonus
Bona e buon → finale influenza in modo diverso vocale precedente,
fa chiudere, dittongare ecc.
scala di sonorità -> tipicamente questi appoggi sillabici possono arrivare fino alle nasali, c’è una
scala di sonorità: vocali > semiconsonanti > liquide > nasali > ostruenti (non hanno sonorità, sono
più dei rumori).
Sillaba può avere attacco o direttamente nucleo e coda (sillaba chiusa→ ha coda, sillaba aperta→
non ha coda)
- trittonghi -> due approssimanti e una vocale nella stessa sillaba, ad esempio [a.'jwo.la]
[mjei]̯;
- iato -> incontri tra vocali che producono due sillabe diverse, ad esempio [fol.'li.a], [i.'de.a] o
[be.'a.to].
ACCENTO
Insieme delle caratteristiche fonetiche che rendono prominente una certa sillaba dentro una
sequenza, nelle sequenze foniche che vengono articolate,
alcune sillabe mostrano una salienza percettiva rispetto alle altre
➔ sillabe toniche, tipicamente sono una per ogni parola, la parola, fonologicamente, è
definita come un gruppo di suoni che si raccoglie intorno a una sillaba tonica,
una sillaba tonica da sola può formare una parola, oppure avere delle sillabe che si appoggiano
a quella tonica e creano una parola plurisillabica.
Siamo abituati a pensare all’accento in senso di accento intensivo →
la sillaba accentata è più intensa di quella non accentata, aumenta l’intensità sonora, le variazioni di
intensità sono comunemente accompagnate da parallele variazioni di altezza e di durata della sillaba
tonica.
↓
Quando ho 3 o più sillabe, posso avere parole con degli accenti secondari, piccolo picco di
intensità, ad esempio [atʃt,ʃɛndi'sigari], sulla prima ‘e’ ho un accento secondario.
L’accento in italiano è fonematico, ha valore fonologico, altre lingue hanno un accento musicale, ha
sempre valore distintivo, cambia proprio il suono che viene prodotto.
linguistica
aspetti lessicali e semantici
Segno linguistico si struttura su due piani
La comunicazione nasce→ quando associamo dei significati a dei significanti (simboli che per
convenzione sono associati a significati)
Significanti (?) richiamano a componente sonora→ composte da unità minime di suono, fonemi,
che hanno valore distintivo ma non valore semantico
Definire
Cosa è significato linguistico? In che modo significati si legano tra loro e formano quell’universo
chiamato LESSICO.
Il Lessico spesso viene identificato con LINGUA→ lessico è componente importante e la prima a
cui pensiamo quando pensiamo a una lingua straniera
(parole che compongono lessico)
↓
PAROLA
Oggetto linguistico scontato, di cui è difficile dare definizione scientifica
Ci possono essere definizioni diverse:
- PAROLA definita da punto di vista semiologico
➔ esiste segno linguistico= che è la parola
oppure
- Associazione minima di significato e significante→ più precisi si parla di MORFEMI= è
definito come l’unità minima portatrice di significato
Ma non è definizione intuitiva come quella di parola
Si rimane su definizione con significato =concettuale o lessicale, e significante
La nozione di parola→ è qualcosa di cui abbiamo percezione intuitiva, dal momento che parliamo
una lingua
- Dal punto di vista psicologico
➔ i parlanti sanno cosa sia una parola e cosa non lo sia
Es. tavolo→ è una parola e posso distinguere i morfemi (tavol- i/o)→ sono due morfemi, uno può
cambiare, e ogni morfema ha bisogno dell’altra per completarsi (tavol non è una parola)
CONCETTO DI PAROLA
Es. Il e tavolo→ sono due parole di tipo diverso, non si possono mettere a confronto
Il→ è una parola, tavolo→è una parola, tavol→ non è una parola
Ci sono però lingue in cui non ci sono gli articoli, es. latino, e la maggior parte delle lingue slave, né
cinese→ lingua parlate e diffuse
Ci sono lingua in cui le parole sono entità molto più complesse→ LINGUE POLISINTETICHE
Es. lingua polisintetica come per il Nahuatl (lingua dell’America centrale, comunità atzeca)→ una
singola parola che ha dentro molto più informazione di come siamo abituati
Ci possono essere strutture anche più complesse→ in cui soggetto e verbo accoppiati in un’unica
parola, parole hanno più teste/unità lessicali
Es. techhuicah= loro ci stanno accompagnando
ma non è giusto: questa è solo convenzione grafica, spaziatura per distinguere singole parole non
sempre usata anche per nostra lingua (es. scritture più antiche, scrittura codici medievali→ fatta
senza spazio e punteggiatura), quando poniamo spazi tra parole stiamo dando informazioni
quando parliamo non ci sono spazi né pause
poniamo spazi secondo la norma ortografica a percezione di più parole
lingua che si scrive in modo diverso→ es. cinese→ difficilmente ci sono spazi
è nostra tradizione che da 6/7 secoli si pongano spazi
criterio grafico non si può applicare a nessuna lingua per cui non sia stato inventato o prodotto
sistema di scrittura
Clitici→ fanno parte della parola a cui si attaccano, non c’è accento primario → fanno pensare a
lingue senza articoli
Articolo diventa una specie di PREFISSO per certe parole che porta certo significato
SIGNIFICATI
siamo abituati a pensare significati che possono essere lessicali, per qualcosa di
concreto/visualizzabile, percezione che mi richiama
Es. per verbi, per nomi, aggettivi (alto, sottile,→ proprietà concrete)→ fanno riferimento a
qualcosa che ha concetto
Ma non è così per tutte parole: articoli→ non hanno significati denotativi
Sono parole di tipo grammaticale
Hanno significato grammaticale→ servono ad attribuire ad altre parole delle proprietà o relazioni
Es. la casa di legno o es. la casa di luigi→ uso sempre “di” (serve a stabilire relazione tra casa e
legno, ma sono relazioni di tipo diverso)→ “di”→ non denotativo, ma relazionale o valore
grammaticale
Parole 2 categorie:
- Lessicale
- Grammaticale
Parole se sono grammaticali→ frequenza di uso, sono la metà delle parole usate (n italiano, in
altre magari meno es. latino che non aveva articoli le usava meno)
Se usiamo solo parole lessicali per lingua che deve avere anche quelle grammaticali per relazioni:
es. Maria arriva cane parco→ posso farmi idea con solo lessicali, ma non sono sicura
però se pongo parole grammaticali→ o “Maria arriva con il cane al parco” o “Maria arriva dal
parco per il cane”→ RAPPRESENTAZIONE DIVERSA, data da uso delle preposizioni
le parole GRAMMATICALI→ hanno valore importante dentro la comunicazione o lingua
SINTAGMATICO E PARADIGMATICO
quando parole senso SINTAGMATICO
si cerca di trovare le relazioni tra questi fenomeni interno a discorso
(in praesentia) asse sigmatico
quando definiamo fenomeni linguistici da punto di vista PARADIGMATICO→ non li definiscono in
discorso, ma da punto di vista esterno
(in absetia) asse paradigmatico
Concetto di parola si declina anche su vari assi di spiegazione dei fenomeni linguistici
- CONCETTO DI OCCORRENZA→ distinguere come episodio che questa parola viene usata
- FORMA DI PAROLA→ conservate nel concetto lessicale in nostra mente, sono parole
diverse
Es. cani e cane→ perché una singolare e una plurale
- Se interessa concetto di cane→ LEMMA, è entità concettuale, come conservate come
entità concettuali
Per tutti e 3 questi livelli→ posso usar termine parola
C’è corrispondenza tra classi aperte e parole lessicali con contenuto semantico denotativo
Classe chiuse→ sono collegate a parole funzione o parole grammaticale
- Disomogeneità nella classificazione
➔ AVVERBI:
Un caso a sé lo fanno gli avverbi→ tiene insieme elementi di vario tipo
Es. si e no→ considerati avverbi, e però sono usati al posto delle frasi→ alcune definizioni più
moderne→ profasi (come pronome al posto di nome) → profase ha valore di una frase
Es. velocemente, lentamente,
(ha valore spaziale deittico dipende dove lo pronuncio) qui, lì→ ma sono sempre avverbi
Hanno poco in comune tra loro→ non sapendoli come classificarli posti elementi in questa classe
Alcuni sono lessicali e atri grammaticali
Alcuni di classe chiusa e chi aperta
Es. avverbi con -mente→ derivano da aggettivi, per cui se posso inventare aggettivo nuovo posso
poi fare nuovo avverbio
E posso fare da avverbio altro avverbio→ chiaramente e chiarissimamente
Difficile aggiungere nuovi avverbi che sono deittici → come lì e qui (deittici di prima persona,
vicino a chi parla)
Più facile perdere elemento→ che aumentare di numero
Non si può avere definizione formale, stretta e stringente→ perché ci sono classi di parola (?)
NOME
Come si può DEFINIRE CLASSI NOMI
Dal punto di vista semantico della denotazione: un nome è usato per denotare un individuo,
concepito come un insieme unitario di proprietà stabili
Un nome denota classe di individui
In nomi possiamo trovare delle SOTTOCLASSIFICAZIONI:
- nome COMUNE O PROPRIO
- nome CONCRETO O ASTRATTO
questa sotto classificazione per tutta classe nomi→ è indice che sto parlando di una classe coesa
è MODO per classificare classe a suo interno
altra distinzione:
- nomi ENUMENRABILI E NON ENUMENERABILI (in particolare in inglese)
es. acqua come materiale non la posso contare
so che tutti nomi o sono entità che posso contare o meno
QUESTA SOTTOCLASSIFICAZIONE SI APPLICA SOLO A NOMI→ il fatto di applicare a parola queste
classificazioni mi porta a capire la classe di cui sto parlando
Linguistica
Lezione 8
nome
Classe:
Nome→ deve descrivere categorie di serie di oggetti
Ci devono essere dei criteri x dire che oggetto ha caratteristiche→ proprietà non consce per
analizzare per nominare oggetti
Non sono solo oggetti→ analizzano anche azioni (es. rottura, partenza), astratti
- CRITERIO INTUITIVO
- Criterio poco formale (come distinguere che parole e nome e non lo è)→ criterio molto
ampio di classificazione, però possiamo usare classificazioni più specifiche
Se entriamo nello specifico→ classi di nomi, presenta insieme di sotto classificazioni:
1- Criterio morfologico
Categorie flessionali: può esser il numero, genere grammaticale o numero grammaticale a
distinguerlo
NOME è una parte variabile: da cane → formo cani, variazione maschile e femminile
Nomi variano secondo categorie flessionali
- Categoria grammaticale→ nome adotta
Per distinguere nomi, diverse lingue hanno diverse tecniche→ inglese (nome molto simile a verbi
spesso, si distingue con numero) italiano (si usa anche genere
- Per distinguere nome da verbo→ si usa categorie di persone, criterio morfologico
Criterio→ + formale
CRITERIO PRESENTE ANCHE IN ANTICHITÀ→ aggettivo considerato sempre sottotipo del nome
Un aggettivo può facilmente diventare nome, perché predisposto
≠
In inglese, dato che verbo non ha tutte desinenze→ può fare passaggio anche a nome
PASSAGGI CLASSE LESSICALE→ sono più facile se meno morfologia presente→ lingue con più
morfologia è più difficile, es-. lingue con casi
È criterio più formale e oggettivo
VERBO
Definizione: Qualcosa che descrive gli eventi e le azioni, non è sempre così
Ci sono sotto classificazione dei verbi:
1- escludere verbi che hanno significato lessicale pieno da verbi che non si riferiscono a
qualcosa
servono a modificare altri verbi, es. verbi ausiliari come verbo essere
verbi con valore aspettuale
Es. è giovane→ non ha valore pieno come altri casi , è copulativo
verbi modali→ devo, voglio→ modificano verbo che segue
2- criterio morfologico→ Possiamo modificare verbi con altre caratteristiche che modificano
verbi: divisibili in diverse classi, sotto classificazioni specifiche verbi, (non hanno stesse
classi o tipi di variazioni dei nomi):
➢ Distinguere forme singolari da plurali
➢ Modo
➢ tempo
➢ Persone
➢ Attivo o passivo
➢ Participi, hanno un genere
E parti variabili del verbo
Selezione dell’ausiliare
3- Criterio funzionale→ Normalmente verbo→ ha funzione di predicato
Es. andare, ha soggetto e destinazione
4- Come si distribuisce verbo in frase→ CRITERIO DISTRIBUZIONALE
↓↓↓
Porta a parlare di esempio di nuova classe di parole→ non teorizzate in tradizione classica
occidentale, categoria generalizzata a partire da elementi
- DETERMINERS
Ci permette di fare classificazioni di elementi→ come articoli o pronomi dimostrativi
➢ Criterio Distribuzionale ci permette di fare distinzione di elementi a partire dalla loro
presenza in contesti sintattici
➢ Si può notare che in italiano gli articoli e i pronomi dimostrativi sono in DISRIBUZIONE
COMPLEMENTARE, mai contesto in cui articolo pronome dimostrativo
Es. il cane, quel cane → cane quel, non si può dire
Es aggettivi possessivi→ si possono cambiare
Se “il” e “quel”→ stesso comportamento e uno esclude altro
Se sono intercambiabili, fanno stessa cosa tutti→ stessa classe determinante, hanno steso ruolo
Quelle parole che hanno funzione di determinare MODO (in modo determinato o meno), O UNA
CERTA PAROLA CHE SEGUE
In alcune lingue→ alcuni elementi possono essere considerati determinanti perché sono in
concorrenza con articoli
➢ Altre invece stessa cosa non vale in altre lingue
Es. my dog, è possessivo senza articolo≠ il mio cane, uso articolo
Possessivi non svolgono funzione determinante in italiano
➔ Es. la mia mamma, ma non “mia madre”→ + in fiorentino, tante varianili
Possessivi richiedono presenza articolo, in inglese però no
Comunque, possessivi non determinanti in italiano, invece in inglese sì
Le classi di parole→ sono più formali e oggettivi
Classe determinante→ teorizzata come classe più variabile
Abbiamo possibilità di definire natura di queste parole→ usando criteri formali o meno, usati per
definire parola:
parola è qualcosa che non può cambiare le proprie componenti interne→ tavol-i/o →
componenti che non posso invertire (criterio semantico)
significato espressione complessa è solo entrata unica di un immagine
Non posso tirare fuori parola dall’altra, es. ferro da stiro, non posso tirare fuori parole
dicendo solo ferro, non si capisce e non posso scambiare (costituente semantico
unitario→ criterio semantico)
Non si può separare le parole
Non è interrompibile
Non ci posso mettere modificatori di parti, es, ferro un po’ vecchio, non posso dirlo, neanche ferro
un po’ da stiro
Non possono interrompere sequenza
Rientrano anche verbi analitici (phrasal verbs, verbi sintagmatici) es buttare giù, pick up
CLASSI DI PAROLE POLIREMATICHE→ *binomi reversibili= sono espressioni che hanno due
parti che hanno ordine fisso che non si può cambiare es. è acqua e sapone (non sapone e acqua→
sono fissi)
• Nomi polirematici:
- Giacca a vento, macchina da scrivere, *gratta e vinci
• Verbi polirematici:
- Tirare le cuoia, mettere via, prendere una decisione
• Aggettivi polirematici
- Fuori stagione, alla mano, *acqua e sapone, *senza arte né parte
• Avverbi polirematici
- A portata di mano, spalle al muro, *per filo e per segno
• Pronomi polirematici
- Il tal dei tali
• Preposizioni polirematiche
- A carico di, rispetto a, da parte di
• Congiunzioni polirematiche
- Nonostante che, fermo restando che, nella misura in cui
Quando consideriamo la parola→ espressioni che usiamo, sono composte da più parole, ma è
entrata lessicale unica
lessico
Come possiamo definire SIGNIFICATO LESSICALE, significato delle parole
Significato→ parola di uso comune, non solo per parlare di parola e suoi significati
DEFINIZIONE TECNICA E SCIENTIFICA:
una caratteristica dell’essere umano è VEDERE SIGNIFICATI degli eventi che ci circondano→
propensione della mente umana fa si che l’idea di significato sia in tutta nostra vita
- Semantica→ studio del significato del linguaggio naturale è collocabile su due diversi piani:
LESSICALE E COMPOSIZIONALE
- Lessicologia→ branca che studia il lessico, l’insieme delle proprietà e significato parole
- Lessicografia: non è lo studio delle proprietà lessicali, ma è lo studio della realizzazione,
ideazione di quegli strumenti che abbiamo inventato per rappresentare il lessico IL
DIZIONARIO
C’è differenza tra rappresentazione dizionario e quella che abbiamo delle parole nella nostra
mente, differenze:
❖ Struttura dizionario→ accediamo alle informazioni con ordine alfabetico, ordine
convenzionale comunque
Non c’è ordine logico→ semplicemente alfabeto ha questo ordine
Es. Abate, abaco, abete→ sono parole vicine in dizionario, ma non sono collegate
❖ Invece pensiero→ tutto collegamento a una parola specifica es. penso a cane→ penso a
gatto, animale, oppure a sinonimi
≠DIZIONARIO→ rappresenta qualcosa nella mente che viene però organizzato semanticamente e
non alfabeticamente
Dizionario rappresenta esito della lingua, non il contrario
Lessico→ viene rappresentato da dizionario, ma non è dizionario→ lessico è nel pensiero
SEMANTICA LESSICALE
IL SIGNIFICATO LESSICALE
Triangolo semiotico di Ogden e Richards 1923→ rappresenta diverse componenti di quello che
consideriamo processo di significazione
Processo che ci porta a poter parlare e usare dei simboli→ che si riferiscono a delle entità del
mondo ma sono usate anche usate per entità concettuali di pensiero
SIMBOLO SI CONNETTE a referente non in modo diretto ma CON PENSIERO
- Chi crede che cosa importante del linguaggio sia che si riferisca a qualcosa di esterno, la
cosa più importante
- Chi crede che invece qualcosa di esterno ha ruolo marginale→ l’importante è come usate
simboli
3 tipi di approccio generali per descrivere significato→ non sono a compartimenti stagni, sono
tradizioni di pensiero
A partire da 800→ ci ha portato a quello che oggi si considera conoscenza semantica:
➔ Approccio Referenzialista
Referente messo in evidenza
Se linguaggio descrive mondo esterno→ emerge concetto che linguaggio è adeguato a descrivere
mondo esterno e la descrive in modo corretto→ concetto di VERITÀ DELLE ESPRESSIONI, frasi
preso in considerazione in modo considerato da tradizione logica
LOGICI→ cercato di occuparsi della verità degli enunciati confrontandoli con realtà
Il loro significato può essere verificato, pensiero molto antico
PROSPETTIVA REFERENZIALISTA
Direbbe che linguaggio si deve confrontare con realtà
Non è cosa mentale→ deve rispondere a criteri verificabili
Costrutti significato non sono cose che risiedono nella mente in modo scollegato
Es. per ognuno di noi parola può avere toni diverse→ cani, senso di protezione e affetto
Ma potrebbe non essere per tutti così→ chi lo intende come paura
Ma non sono cose che fanno parte parola cane→ sono cose psicologiche→ modo di reagire a
quella parola, non c’entra con significato parola cane
Parola cane—è un qualcosa condiviso da tutti
È una prospettiva anti-mentalista e non anti-psicologista
PROSPETTIVA STRUTTURALISTA
Preso in se stesso, il pensiero è come una nebulosa in cui
niente è necessariamente delimitato. Non vi sono idee
prestabilite, e niente è distinto prima dell’apparizione della
lingua (Saussure 1916)
Dal punto di vista fisico→ non detto che ci sia criterio per distinguere colori
È quante categorie ho in lingua per distinguere colori
Non esiste es. concetto di bianco o blu→ concetti dati perché ritagliato all’interno di un sistema
Se non è questo ritaglio→ ho altro tipo di bipartizione
➔ Linguaggio determina entità di pensiero
È simbolo che determina le entità di pensiero ≠ simbolo media tra parola e referente
➔ I significati vengono definiti sulla base dei rapporti che si
instaurano tra le parole
– Nella lingua “non ci sono se non differenze”
– Più che di significati, si dovrebbe parlare di “valori” semantici,
determinati “in negativo” rispetto ad altri valori presenti in una lingua
Es. colori→ sono entità dirette a realtà, che non si saprebbe descrivere in altro modo
Percezioni
Es. Nuova Guinea→ usati solo due nomi, mola (chiari) e mili (più scuri e freddi)
Significati sono rappresentati da sistema linguistico→ dato da relazioni tra parole
Significato sta nelle differenze, non oppositivo→ solo relazionali
↓↓
Si parla di LESSICALIZZAZIONE DI TRATTI SEMANTICI
Come lingue selezionano parole a cui attribuire significati
+ componenti di significato in parola es. con verbo:
➢ Muovere→ moto
➢ Andare→ moto+ direzione, pone in sé a suo significato una direzione
➢ Camminare→ moto+ maniera+ strumento (specifica modo di muoversi)
Due diversi tipi di movimento in stessa lingua
Ma visto che in realtà ci sono variazioni linguistiche che riguardano questo aspetto:
❖ Gehen = “andare a piedi”
❖ Fahren = “andare con un veicolo”
❖ Reiten = “andare con un cavall
Ipotesi di Sapir-Whorf (linguista antropologo tra i primi che si sono occupati dell’America
precoloniale)
- Ipotesi relativista sulla natura delle categorie concettuali
Di fronte stupore società linguistica: domanda: non è che lingua determina come viviamo e
determiniamo mondo? Ovvero lingua crea pensieri
È lingua che fa concetti per Saussure→ niente è distinto prima della lingua
Allora Whorf dice
➔ mondo si presenta come flusso di pressioni→ che vita deve organizzare grazie a sistema
linguistico, con lingua e sistema specifico
L’ALTRA PROSPETTIVA
SEMANTICA COGNITIVA
Deriva da studi di psicologia a partire da anni 70
Anche se alcuni elementi già inseriti in filosofia del linguaggio prima
Tutta seconda metà del 900→ lavorato su ipotesi che avevano in comune
➔ Vero che linguaggio ha Struttura concettuale→ ma non è che è basata sul nulla
Facoltà linguistica→ è integrata in sistema cognitivo umano che si compone anche di percezione
e sensi e di movimento
Percezione, movimenti e pensiero cognitivo→idea che siano integrati→ è uno dei cavalli
A partire da esperimenti su categorizzazione dei colori→ fatti passaggi
- Vero che lingue diverse→ Ci sono degli aspetti base del modo di funzionare del
cervello→ che sono indipendenti
Eleanor Rosch→ iniziò a considerare che forse queste ipotesi della lingua
La Rosch parte dalla percezione del colore→ prende Dani, lingua che distingue solo due colori,
caso estremo
Fatto che una lingua come dani distingue solo 2 colori e inglese distingue tipo 10 colori
Preso tavolozza di colori→ e faccio vedere a soggetto, mostrandogli tavolozza intera e
chiedendoli il colore
- Esperimento su distinzione dei colori a livello percettivo
Se lingua influenzasse così tanto livello di percezione de colori→ ci dovremo aspettare che ci
siano risultati di tipo diverso:
Ci si aspetterebbe che stati unitensi facciano distinzioni più fini
Ha dimostrato però che non c’era grande differenza categorizzazione→ vero che in inglese tanta
differenza, ma questo fatto linguistico non ha corrispondenza diretta rispetto a capacità
cognitiva di categorizzazione
Differenze linguistiche non si traducono con diverse percezioni, percezione di base è stessa
Pone dei limiti al radicale cognitivismo di Rosch
Si oppone a prospettiva strutturalista in cui linguaggio è concetto formale che serve per fare
queste distinzioni
Si oppone anche referenzialista in cui si deve contrapporre a verificarlo nella realtà
Cognitivista→ linguaggio è qualcosa di mentale e per capire come funziona, è giusto studiare
rapporto tra pensieri e percezione
Una lingua→ funziona va inserita dentro una facoltà cognitiva più ampia
LINGUISTICA
ANALISI COMPONENZIALE
Per analizzare elementi significato→ necessario scomporli in degli elementi subordinati,
identificati come dei tratti distintivi (distinguono certi elementi)
Es. in fonologia→ se voglio definire “i” rispetto altre 7 opzioni, nel sistema vocalico italiano→
posso usare tratti, arrotondato, basso, alto o arretrato
➔ Definita “i”→ con tratti diversi dalle altre
Da qui semantici, con questa idea che ebbe molto successo in semantologia→ idea di scomporre
significato parole, vista come entità complessa, in componenti semplici e dargli presentazione
binaria→ un tratto può essere presente o meno
+o–
Con composizioni tratti→ ottengo significato
IDEA CRITICA
fatto però venire dubbio su come guardare tratti semantici
- vizio di circolarità di rappresentare significati→ perché se parole rappresentati solo
attraverso altre parole, poi i significati di queste altre parole vanno spiegati con altre parole
Loop continuo
→o se dico bachelor= che vuol dire scapolo→ poi bisogna spiegare cosa significhi scapolo altre
parole
SIGNIFICATI PRIMITIVI→ Non si scompongono già presenti nella mente, concetto di tratto
semantico congenito nell’uomo
PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO→ se è vero che si può analizzare parole in componenti più semplici
Però Bimbi quando imparano ad usare parole, non passano da componenti semplici per parole più
complesse
Termini di parentela spesso analizzati
Es. Mamma=adulto, femmina, genitore
Es. Papà= adulto, maschio, genitore
Bambino sa solo mamma e papà
➔ Componenti scoperte a posteriori
Bimbo acquisisce concetti tutti insieme
Es. rompere =qualcuno causa oggetto che diventa rotto
Concetti di diventare e causare→ dopo acquisiti questi concetti astratti, primo impara “rompere”
Impariamo parole indipendente dal fatto che possono essere spiegate e definite con questi tratti
semantici
Significato di una parola viene acquisito tutto insieme→ viene preso dal momento che si dà una
parola, significati di alcune delle parole che apprendiamo dovrebbero essere significati complessi
che nascono da significati semplici
RELAZIONE DI IPONIMIA
PROPRIETÀ GENERALI:
- Relazione antisimmetrica
Ha direzione
Tavolo è iponimo di mobile→ mobile non è iponimo di tavolo, mobile è iperonimo di tavolo
Relazione non bidirezionale→ come invece relazione di sinonimia (se A sinonimo di B, B è
sinonimo di A, è relazione simmetrica e bidirezionale)
- TRANSITIVA→
Es. topo è iponimo di mammifero, mammifero è iponimo di animale→ topo è iponimo di animale
- Relazione multiuno → tanti iponimi hanno tutti stesso iperonimo
Tanti iponimi, un iperonimo
Tra iponimi c’è relazione di COIPONIMIA
Es. gatto e cane→ sono coiponimi di mammifero, sono vicini per essere coiponimi
In modo simile
MERONIMIA E OLONIMIA
Relativamente simile→ è sempre relazione gerarchica
In cui sempre termine generale che indica insieme→ e altri termini che indicano parti di questo
insieme
Mero= è la parte
Olo= è il tutto
Es. tavolo è un oggetto ha delle parti→ gamba è meronimo di tavolo, tavolo è olonimo di gamba
X fa parte di y
Tante relazioni questo tipo→ es. con materiali
Es. sabbia→ prevede certa quantità, elemento di massa→ granello è componente elemento
sabbia
Es. relazione tra fetta e torta→ una porzione di torta
Diversa da iponimia --> se prima Barboncino eredita proprietà cane→ e ha tutte proprietà animale
In questo caso→ Parola più specifica non eredita le proprietà di quella più generale
Es. dito parte dell’uomo→ dito non ha tutte caratteristiche dell’uomo
- RELAZIONE ASIMMETRICA → non eredita caratteristiche elemento più generale
- Relazione Multiuno
Se dico es. veloce e rapido sono sinonimi→ se una cosa è veloce allora è rapida e se è rapida è
veloce→ allora sono interscambiabili
Ma non è sempre così:
Es. un razzo veloce/ razzo rapido → è strano
Veloce e rapido→ significato in comune, ma non stesso caso
Casi di sinonimia assoluta sono molto rari→ SINONIMIA è contestuale, e ci sono molte parole che
in base a loro contesto assumono significati un po’ diversi
Rapporto tra SINONIMIA E POLISEMIA (capacità di parole di prendere più significato)
Quali sono sinonimi della parola forte?
- Persona forte
- Robusto→ ma non posso dire carattere robusto, un odore robusto (si dice odore forte o
carattere forte
Sinonimi dipendono da tipo di significato che selezionano un aggettivo in questo caso
Attenti a definire SINONIMI DI UNA PAROLA→ parola ha tanti sinonimi e allo stesso tempo non
ne ha nessuno, non parola interscambiabile per davvero
ci sono parole con cui condividono significati→ in alcuni casi possono essere usate a suo posto
QUASI SINONIMI→ coppie che hanno affinità, ma la cui sostituibilità solo alcuni casi specifici
Parole più generiche e più specifiche
Es. sussurrare e bisbigliare →Sono due quasi sinonimi come modi di parlare→ es scagliare o
lanciare pietra
Scagliare= più violenza
Lanciare= meno violenza
- Sono sinonimi con caratteristiche in più
Es. colmo è sinonimo di pieno, ma ci sono caratteristiche un po’ diverse
Altri QUASI SINONIMI con varianti sinonimiche:
- Ci sono parole che hanno una componente “connotazione”→ modo più personale di
intendere significato parole
Anche caratteri affettivi
Es. micio→ connotazione positiva e affettiva
Difficili dire “a me i mici non piacciono” → vuol dire già relazione affettiva
Gattp-micio→ sinonimi, ma con micio vuol dire che c’è relazione positivia
Lento e veloce sono come dei poli di una scala di valori→ hanno valore più relativo
- Bello-brutto
- Caldo-freddo→ scala di valori, tiepido, gelido
Lessicalizzato tutta la scala→ lessicalizzati altri elementi
ALTRE RELAZIONI:
- Causativa→ una parola è causa dell’altra
Es. cercare→ ha scopo di trovare cosa→ ma non la causa in modo sicuro
Es. uccidere→ si vuole uccidere
Abbiamo quindi Fattiva e non fattiva
- Implicazioni di tipo temporale
Se russo, so che dormo→ questo fatto avviene nel tempo dell’altro
- Elementi che formano stessa scena
Ruoli tematici→come pensare a verbo in frase→ centro cardine→ che descrive scena con dei
protagonisti
Es. lanciare freccia verso bersaglio
Ci sono relazioni tra questi elementi es. camminare e pedone→ pedone è colui che cammina
Es. mordere→ è presente strumento, sono ruoli tematici
- Modo
Relazioni di toponimia (?)→ bisbigliare =modo di parlare, ma a bassa voce
Lanciare e scagliare (lanciare con violenza)
RELAZIONI SINTAGMATICHE
Relazioni tra parole che si compongono tra di loro
Frase di Chumsky→ per spiegare differenza tra giudizio di grammaticalità e frase sensata:
- Colorless green ideas sleep furiously
Parole hanno combinazione formalmente corretta→ ma poco comprensibile
Combinazione di parole formalmente possibile ma che non useremo mai perché non senso
combinate così
Idea è che COMBINAZIONI DI PAROLE→ rispettano due principi,:
- semantico
- sintattico (formale combinazione)
Parole che si combinano mettono in gioco relazioni sintagmatiche→ ma allo stesso tempo devono
rispettare rapporti semantici
Più combinazione sono libere→ più si può sostituire sinonimi, cambiare posto →
+ parole hanno significati autonomi→ + significato è composizione del significato delle parti
Quelli più restrittivi→ come proverbi, sono parole tutte insieme in significato
Non possiamo cambiare parti-→ non si cambia, altrimenti non si capisce
LINGUISTICA
FONDAMENTI LOGICO-ANALITICI DELLA SEMANTICA LESSICALE
Altro approccio a problema significato→ + tradizionale e classico→ si rifà ai fondamenti logici usati
per analisi linguistica
- In tradizione occidentale→ i primi scritti occupati di linguaggio sono FILOSOFI GRECI, in
particolare Aristotele, fondato alcune teorie su logos e pensiero
Quando si parla di come funzione linguaggio da punto di vista logico è tradizione antica
Uno dei criteri cardini in questo tipo di prospettiva→ noi possiamo sapere se due parole stesso
significato, sostituendole una all’altra
TEST DI SIGNIFICATO→ operazione di sostituzione
Ogni elemento dà effetto su frase→ es. se cambio soggetto→ cambia frase
Ma se lo sostituisco con elemento dello stesso significato→ significato complessivo sarà stesso,
contributo è lo stesso
Impronta logica
Da questo tipo di pensiero nuovo→ derivato dal campo del pensiero semantico
Una frase→ la stella del mattino è la stella del mattino
➔ Stella del mattino→ è ultima stella che si vede nel cielo quando sole già sorto→ chiamata
stella del mattino o fosforo
La stella del mattino è la stella della sera
➔ Ultima stella che si vede la sera→ non è neanche stella
Corpo luminoso che si vede prima che cali la notte→ è il pianeta venere
Ma anche stella del mattino è pianeta venere
Dati nomi diversi→ poi filosofo (Parmenide) della magna Grecia ha individuato che questi due
corpi stelli erano lo stesso oggetto→ dà qui si ha queste frasi
SIGNIFICATO COSA è?
Ottica refenzialista→ significato è elemento di aggancio con mondo
Le parole significano le cose con cui stanno
Significato stella del mattino è oggetto che sta lassù→ anche stella della sera è lo stesso
Stesso soggetto a cui ci si riferisce→ allora stesso significato
Un filoso tedesco Frege, osserva che
➔ Se sostituisco stella del mattino a stella della sera
Vengono fuori due frasi:
Ma non hanno stesso significato→ anche se si riferiscono stesso oggetto
la stella del mattino è la stella del mattino→ è tautologia→ è una frase che è vera che ha certa
forma, non mi dà niente di nuovo→ a=a, vale sempre, non dipende dal significato di a
la stella del mattino è la stella della sera→ a=b, non è più tautologia, ma identità→ qualcosa di
significativo, è scoperta astronomica
identità e tautologia hanno strutture logiche molto diverse
ragionamento parte da queste premesse
ma conclusione:
se queste due frasi hanno significati diversi→ significati che danno contributi diversi alle frasi,
devono essere due significati diversi
SIGNIFICATO NON SI LIMITA AD ESSERE OGGETTO A CUI CI SI RIFERISCE→ altra componente più
interna= SENSO
↓
X Frege→ sinn und bedeutung, senso e denotazione
DENOTAZIONE è oggetto a cui ci si riferisce→ stella del mattino e stella della sera → stessa
denotazione, si riferiscono stesso oggetto
Es. la capitale di Italia e comune più esteso di Italia= Roma→sono espressioni diverse, ma sempre
stesso oggetto, ma essendo due espressioni diverse non hanno stesso significato
Roma= come capitale di Italia, se dico comune più esteso di Italia→
SENSO= modo come si identifica oggetto
Espressione si riferisce a qualcosa→ modo in cui ci si riferisce è diverso, → modo in cui raggiunto
riferimento è diverso
stella del mattino= ultima stella che vedo al mattino
stella della sera= ultima stella che vedo la sera
è modo diverso di arrivare a stessa denotazione
RECAP…
SIFNIFICATO→ componente interna e una esterna
Una è senso (interna) e uno è riferimento (oggetto a cui mi riferisco con termine)
Altra idea che significati si compongono→ perché predicati sono funzioni, hanno questo tipo di
struttura
Quando con questa struttura→ si riferiscono a oggetti (termini logici)
,
Es. volare→ si riferisce a tutte cose che volano (pinguino non fa parte di queta estensione,
pettirosso sì)
Frase o enunciato come estensione ha valore di verità, raggiungo qualcosa di vero o falso
Es. pettirosso vola→ è vero, perché pettirosso fa parte di questa estensione del predicato
Da una parte→ significati che noi conosciamo, servono a riferirsi a qualcosa di esterno, parole si
relazionano a realtà
Dall’altra parole si relazionano una con l’altra
Quando definiamo significato parola→ dobbiamo guardare aspetti:
- referenziale→ relazionare parola con il mondo
- Inferenziale→ conoscenza della parola con parola es. se specie rara, mai vista→ descrizioni
con parole, fa capire con parola come fatto animale
Però se lo vedo, non lo riconosco→ perché mai visto
Invece una persona che vive a contatto con animale→ tipo in amazzonia, lo riconosce→ ma non
sanno associarlo a che animale sia
- COMPETENZA REFERENZIALE→ ci fa riconoscere nel mondo le relazioni tra parole e il
mondo
- COMPETENZA INFERENZIALE→ ciò che abbiamo leggendo dizionario, no relazioni con
mondo ma tra parola e parola
RECAP…
COMPETENZA REFERENZIALE→ serve ad applicare parole ad oggetti
A distinguere gli oggetti→ distinti con parole
Possiamo riconoscere nel mondo ciò che possiamo nominare
COMPETENZA INFERENZIALE→ è l’abilità che ci dà la capacità di definire una parola, dargli una
definizione
Es. che significa sedia?--> definizione a parole
CATEGORIA
A partire da questi concetti di base→ definiamo INTENZIONE PAROLA come serie di proprietà
Definizione classica
Punto chiave di una CATEGORIA→ es. bottiglia, insieme di oggetti, non singola→ si riferisce a tutte
bottiglie del mondo preso singolo così
Come fa parola a riferirsi a oggetti diversi → fino a che punto li chiamerò bottiglie
È come se parola bottiglia contenesse delle condizioni di applicabilità che chiamiamo
intenzionalità e che si possono elencare→ contenute in mente
Caratteristiche di una bottiglia:→ difficile dire quali sono ed elencarle
Da qui discese nuove problematiche
SEMANTICA COGNITIVA
In tradizione logica→ distinto significato nel senso di riferimento a mondo da significato
funzionamento del sistema linguistico
Intenzione ed estensione
Non è che categorie sono scritte con il fuoco→ dipendono anche da valutazioni contestuali→ fa
cambiare categoria
Non detto così sulla base di intuizioni Lapo, detto sulla base di esperimenti di denominazione di
questi oggetto fatte fare da vari soggetti→ estratti dati si sono accorti che confini non netti ma
sfumati
Fatto qualcosa di simile da linguista tedesco su parole
Es. sedia ha schienale→ ma comunque posso trovare forme un po’ più strane → non sicuro come
chiamarlo
Confini non sono netti
Proprietà che non sono essenziali→ posso chiamare bicchiere qualcosa che non è di vetro, ma di
metallo
Così comune avere bicchiere di vetro→ non proprietà ma dà indizio, anche se non necessaria
Osservazione per cui mondo si produce in varietà molto alta che lingua tende a estremizzare, ma
troviamo sempre elementi che ci mettono in crisi:
➔ Discretezza distinzioni non così assicurata, non sempre netta distinzione
EFFETTI PROTOTIPICI
Tutto questo ragionamento sfruttato anche da Rosch (studiosa che ha redatto teoria di
categorizzazione prototipica, con esperimento sui Dani e categorizzazione colori)
Dice che non ci sono tanto dei confini netti ma ci sono degli esemplari tipici
Se una categoria fosse fatta di condizioni necessarie sufficienti→ es uccello, se per essere uccello
dovessi avere condizioni specifiche, qualsiasi uccello che rispetta quelle condizioni è in qualche
modo uguale ad altri→ non dovremo avere in testa degli uccelli più tipici o meno, tutti uguali
perché stesse caratteristiche→ NON è VERO
Se dati nomi tipici da persone a uccelli→
- gallina, comune
- Passerotto comune
- Aquila comune
- Pinguino poco comune
Ci sono esemplari più tipici e altri meno tipici→ IDEA DI PROTOTIPO, effetto di tipicità
Per ogni categoria abbiamo degli elementi centrali e periferici → per ogni categoria abbiamo
proprietà più centrali ed altre più periferiche
Se volessimo definire parola uccello→ potremo dire che proprietà importante è quella di volare
Volare non è proprietà degli uccelli es struzzo, pinguino→ per noi è più tipico che oggetto voli
In molti potrebbero considerare es. pipistrello→ vola ma non è uccello
Si potrebbe scambiarlo però→ perché proprietà di volare è così forte degli uccelli che la associamo
a tutto ciò che vola
Proprietà di volare→ non è lontana da uccello→ è ciò che ci fa dire anche che aquila è più uccello
di pinguino
Se categorie fossero nette→ aquila e pinguino sono uguali→ da un punto di vista è così, ma non è
vero totalmente
QUALI SONO MECCANISMI MENTALI CHE CI FANNO USARE PAROLE
Basic level categories
- Cosa rappresenta immagine?
È un cane→ usiamo questa categoria, e non categorie più generali o specifiche
➔ Nessuno tende a dire segugio o mammifero
Perché la categorizzazione della realtà avviene a tanti livelli→ ma ce ne è uno di questi livelli che
è più centrale degli altri rispetto a nostre facoltà cognitive
Bicchiere tipico, tazza tipica→ nessuno dirà che tazza è bicchiere, sono tutti chiari
Ma si possono trovare elementi intermedi dove c’è indecisione
Ci sono diverse possibilità in categorie→ che risentono dell’effetto prototipo: ci sono elementi più
tipici e centrali e poi si va verso cose meno tipiche e sfumate
Rappresentazione mentale categorie:
es. cane→ ci sono delle caratteristiche associate a parola cane
ma quando diciamo cane la prima cosa che ci viene a mente è un’immagine, non è insieme
caratteristiche astratte (orecchie, coda in certo modo)
➔ se immaginiamo qualcosa vicino a cane, ma meno definito→ IMMAGINE PROIETTATA DA
COSCIENZA è FORTE
➔ Mammifero→ non proietta immagine, con cane vediamo subito forma
Non c’è immagine condivisa
- Ci sono categorie in cui legame con immagine è più forte → come per basic categories ma
anche categorie di percezione:
Es. rosso → indicare e definire significato parola non è facile
➔ Dice “come il pomodoro”→ non definizione, richiamo immagine agganciandomi oggetto
realtà
Per spiegare colore glielo mostro
Da una parte prototipi legati ad immagini→ ma non tutte categorie hanno immaginabilità
Idea che prototipi definiti da un insieme di caratteristiche o tratti--> con tratti non necessari, ma
TIPICI
Un elemento è tanto più prototipo se ha più di queste categorie tipiche
Concetti più astratti→ assomigliano più a questa categoria
Es. gioco-> ci sono caratteristiche comune tra giochi→ e se prese tutte insieme si può dire quanto
tipico gioco
Anche interno diverse categorie possiamo trovare diverso livello di riferimento
Se bene alcune delle proprietà delle categorie prototipiche emergono in questa differenziazione
Tutte in tutti casi presentano prototipo, ci sono categorie più tipiche e altre meno
METAFORA
➔ Pragmatica, sempre riflessione su significato linguistico
Ora significato linguistico per SEMANTICA visto come valore assoluto fino a ora
Nel caso della pragmatica ci poniamo problema significato in contesto:
- Parole hanno significati→ ma loro significato dipende da contesto
Non tanto significato singolo, ma frase intera
Es. hai l’orologio? --> l’altra risponde direttamente con l’ora
Il significato delle parole→ è che stiamo chiedendo che ora sia
Stando al significato dell’espressione come è→ sarebbe risposta fuori contesto
AMCHE CONTESTO è come interpretiamo parole che ci vengono dette
Semantica cognitiva
Categorizzazione prototipica→ categorie diversificate sia al loro interno (ci sono degli esemplari
più tipici di altri) e sono strutturate nel rapporto categoria-categoria (categoria che rimane più
centrale→ CATEGORIZZAZIONE DI BASE)
Si parla di come le categorie si estendono al di fuori di usi strettamente letterali vs significato del
parlante
mETAFORE
Tema di interesse molto antico→ riferimento principale della filosofia dell’antichità è quello di
Aristotele → che elabora teoria della metafora, in scritto “la poetica”
Concetto→ abbiamo tante metafore autoriali, sono creazioni libere legate a immagine libera
Ma ci sono tante METAFORE CONCETTUALI (metaforizzano concetti)→ che sono stabili e
convenzionate in lingua
Queste metafore dicono es→ tempo è spazio, rabbia è calore
Sono relazioni TRA DUE DOMINI CONCETTUALI
Si fondano sempre in modo che l’esperienza concreta viene usata per parlare di qualcosa più
astratto
È più concreto spazio→ x parlare di tempo
È più concreto calore e fuoco→ x parlare rabbia
Per comprendere e parlare e creare concetti astratti dobbiamo partire da dei concetti che si
creano con contesto concreto, non è idea solo linguistica
Non è idea che ci relega metafora a funzione stilistica o di ornamento
Esempi:
➔ Possiamo parlare di una teoria “le fondamenta di questa teoria…”
➔ possiamo dire che questa “ipotesi cadde con svariati contro esempi”
sono qualcosa che ci serve per parlare di oggetti concreti → di solito costruzioni, che riguardano
dei grandi edifici
parliamo di teorie come se fossero palazzi→ “traballanti”, “fondamenta” (ciò che regge tutto)
la metafora concettuale è→ le teorie sono edifici
ma nessuno lo va a dire→ metafora non usata in sua formulazione come “le metafore sono edifici”
riguarda mapping concettuale, usato lessico relativo a edifici→ capisco meglio concetto di teoria
se lo paragono a quello di edificio perché concreto (si sale e si scende, bisogno di stabilità, ci sono
più piani)
difficile parlare di teorie senza entrare in questa metafora
➔ l’amore è un viaggio→ storia di amore è un bivio, è andato fuori strada, non andiamo da
nessuna parte
sono tutte espressioni che in senso concreto si usano per parlare degli spostamenti
è concettualizzare storia di amore come se fosse un viaggio
tante metaforizzazioni così estese a interi domini concettuali
Es. male è giù, bene è su→ “il mio umore sta salendo”, “è sprofondato”
Possiamo anche usare questa metafora→ non esclusivamente linguistica, si può estendere anche
a gesti es:
• pollice su=ok, bene
• Pollice giù= non va bene, male
Si estende oltre a dimensione linguistica stretta
L’AMORE è UN VIAGGIO→
- viaggiatori=amanti
- Il mezzo con cui si spostano→ si mappa sul tipo di relazione
- Gli ostacoli sono le difficoltà della relazione
Metto in relazione singoli elementi dei domini→ in modo da avere un quadro complesso e
strutturato della metafora finale
➔ Metafore direzionali
Orientamento spaziale usato per metaforizzare concetto astratto
Sono metafore che implicano qualcosa a livello sensoriale o motorio
Applica questo schema a dominio più astratto
Es. bene è su, male è giù
È una metafora che non ha una grande struttura interna, divide bene e male su e giù
Idea che per fare questo→ usiamo schemi concettuali di base legati a movimento di base
Sono questi schemi che ci consentono di dare forma e ?? a esperienza
Sono concetti fin da piccoli sviluppiamo → es. gioco formine (mettere forma in un’altra), idea di
contenitore si crea
Idea di su e giù→ bimbo lo capisce dopo poco→ li crea prima di parlare
Significato
ALTRA PROSPETTIVA→ analisi PRAGMATICA, si occupa di aspetti più pratici
Come gli enunciati sono interpretati in concreto all’interno di un contesto
L’IDEA è che possiamo parlare di linguaggio non solo come strumento di rappresentazione del
mondo ma anche come strumento di azione
Fatto che noi l’usiamo ci fa comportare in certo modo→ e cambiare strategie di interazione
Per risolvere alcuni problemi dell’uso linguistico per riferirsi a ciò che esiste al mondo
È un modo di riferirsi a quello che già c’è
ESPRESSIONI INDICALI
Filosofi si sono detti→ va bene può darsi che ci sia vaghezza, ma a noi interessa studiare
LINGUAGGIO ORDINARIO e non linguaggio ipotetico
Tutti questi studiosi→ hanno convenuto sul fatto che rappresentare realtà e parlare di qualcosa di
vero, non è fine linguaggio umano
Non parliamo per giudicare qualcosa sia vero o falso→ ci sono tante frasi in cui non ha senso
chiedersi se vero o falso
Dobbiamo spiegare come è possibile che linguaggio sia attività di questo tipo e come costruisce
suoi atti
ATTIVITÀ LINGUISTICA si può fare in tanti modi
➔ Come entriamo in contatto con altra persona→ probabile si saluta→ è attività linguistica +
ricorrente, è azione
“Ciao”→ non è vero né falso
Tante azioni linguistiche non solo non riguardano gli stati di azioni del mondo ma anche non
possono essere giudicare vere o false, non si possono concepire come tali
Idea non è nuova→ non nasce in 900 con teoria linguaggio ordinario
Già ARISTOTELE, parlato sia di metafore che di tutta la tradizione logica e referenzialista dipende
da concezione aristotelica
DICE DI OCCUPARSI DI LOGOS APOPHANTIKOS→ parlato di cui si può dire vero o falso, terra
rotonda
Linguaggio che afferma può essere giudicato vero o falso
Tipi di espressione che ci interessano che si può dire vero o falso però
Non tutte espressioni linguistiche sono di questo tipo → es. preghiera, non può essere giudicato
vero o falso (es. greco che si rivolge a dio “ti prego ridammi ciò che ho perduto”)
Non sto descrivendo cosa che esiste→ sto pregando qualcuno che me la faccia avere
FILOSOFO Austin → riprende questa idea in modo più strutturato e distingue enunciati in due
tipologie:
- ENUNCIATI CONSTATIVI, parlano della realtà, possono essere giudicati dalla realtà, e
possono essere giudicati veri o falsi
“Quella moto è rossa”→ per giudicare questo enunciato devo essere in contesto in cui c’è moto e
in cui capisco a cui si riferisce
Sarà vera→ se moto è rossa
Sarà falsa→ se è di altro colore
“CON CIÒ”
Un risultato interessante è quello di dire→ come riconoscere verbo performativo o meno
Inventato TEST FORMALE entro certi limiti→ chiamato test del “con ciò”
Premettendo questa espressione a enunciato→ si capisce se verbo è performativo
Se enunciato ha senso anche con ciò→ allora verbo è performativo
“vi dichiaro marito e moglie”→ con ciò che sto dicendo vi dichiaro marito e moglie, ha senso
“apro la porta” → con ciò che sto dicendo apro la porta, non ha senso
Applico questa subordinazione del “con ciò”→ solo con verbi performativi
Es. scommetto che non vincerai→ con ciò che sto dicendo scommetto che non vincerai→ verbo
scommettere compie atto di scommettere
Es. prometto di dire la verità→ con ciò che sto dicendo prometto di dire la verità
Ma se dico
Es. ho scommesso che non vincerai→ posso fare “con ciò”?
Con ciò che sto dicendo ho scommesso che non vincerai→ al passato non funziona
Es. il sindaco li dichiara marito e moglie→ con ciò il sindaco li dichiara marito e moglie non
funziona
CONCETTO DI VERITÀ
È la base di tutta costruzione significato in ambito referenzialista-analtico
Ma se diciamo:
Es. scommetto che non vincerai → non si applica bene a vero o falso
Es. prometto di dire la verità
Ma se dico es. prometto di andare a piedi sulla luna→ è improbabile, è falso→ non è che sia falso,
sto promettendo qualcosa che non posso promettere, è promessa fatta male e nulla
Es. vi dichiaro marito e moglie, ma a caso a due persone→ non ha sposato nessuno
Es. ma se fatta domanda a sindaco per far assumere facoltà di sposare → COMPIUTO ATTO
LINGUISTICO ma vero
In tutti esempi ciò che succede non rispettate condizioni perché queste azioni portate a
compimento
Chiarisce che parlare in questi casi è SINONIMI DI AGIRE
DIRE è FARE→ SICCOME QUANDO PARLIAMO SUCCEDE QUALCOSA, QUESTO QUALCOSA CHE
SUCCEDE Può FALLIRE O Può ESSERE CONSIDERATA VACUA (non aderente a realtà, promesse
vuote)
Ci sono vari modi per cui atto linguistico può risultare correttamente compiuto→ e se non lo è non
lo consideriamo compiuto (rimane incompiuto)
Idea di partenza degli studi linguaggio→ non è vero che con parole diamo rappresentazioni di
qualcosa che esiste all’esterno
Con parole posso modificare mondo
Se con parole descrivo mondo
Linguaggio è unico scopo di adeguarsi a realtà :
- Può essere corretta, adeguarsi a realtà→ vera
- Può essere incorretta e falsa
Ma Spesso non si descrive, ma si compie azione che modificano mondo→ mondo lo vogliamo
cambiare, lo facciamo a partire da CONDIZIONI E ESPRESSIONI LINGUISTICHE
PERFORMATIVI ESPLICITI E IMPLICITI
➔ Gli atti linguistici si possono fare anche senza verbi performativi, usando strategie diverse
Pragmatica
=Interpretazione degli enunciati all’interno di un contesto nell’uso reale
NON TUTTI ENUNCIATI (frasi) SERVONO A PARLARE DEL MONDO, ci sono alcuni enunciati che
servono ad altro
Austin→ distingue enunciati di tipo performativo (fanno azione) ed enunciati constativi (di cui
sempre occupata semantica)
➔ Es. domandare→ ti domando che ora è→ con questo enunciato domando qualcosa a
qualcuno
➔ Es. ti ordino di aprire la porta→ l’azione di questo verbo è la stessa di cui sta parlando
Quando si domanda a qualcuno” ti domando se vuoi venire”→ atto linguistico usando verbo
performativo che lo descrive, ma modo più naturale è domanda diretta “vuoi venire?”
E il modo più comune per ordinare→ “fa questo”, non “ti ordino di fare questo”
Ci sono molti enunciati performativi che non contengono verbi performativi espliciti, compiono
atto ma non c’è verbo che lo descrive
POSSO ESPRIMERE CON VERBO PERFORMATIVO ESPLICITO TUTTI GLI ATTI LINGUISTICI CHE
PRODUCO SENZA USARE VERBO ESPLICITO
Domandare e ordinare→ sono verbi performativi
Frase con verbo in forma canonica (1° persona, singolare, indicativo, positivo)→ e antepongo “con
ciò”→ se funziona, verbi performativi
Ci sono altri verbi performativi che descrivono atti che solitamente compiamo senza usare verbi
stessi:
- Quando prometto qualcosa→ posso fare promessa solenne usando verbo “promettere”,
ma anche se dico “non lo farò mai più”, è una promessa
Può essere usato come verbo performativo, ma possiamo promettere anche senza usare verbo
promettere
- Invitare, posso dire “ti invito a cenare a casa mia” o “vieni a cena a casa mia”→ in entrambi
casi ho fatto invito, in entrambi i casi la persona si sente invitata a casa mia
Concetto di enunciato performativo e verbo performativo→ VIENE GENERALIZZATO IN CONCETTO
Più AMPIO DI ATTO LINGUISTICO
Ci sono enunciati non constativi e constativi→ si passa all’idea che tutti enunciati compiono atti
linguistici che siano espliciti o meno
Anche quando dico “la penna è blu”→ posso dire “affermo che la penna è blu”→ anche
rappresentazione del mondo è atto linguistico
La cosa che dico =contenuto proposizionale → compio predicazione dicendo che es. oggetto è blu
Oltre a dire la cosa come (la penna è blu)→ io compio l’azione di affermare questa cosa
Anche asserzione che dovrebbe descrivere atto di cose oggettivo→ viene attribuita a parlante
Non bisogna dimenticare che nella comunicazione il parlante si prende delle responsabilità, la
falsità viene attribuita a parlante
ATTO LINGUISTICO come nozione più generale→viene analizzata da Austin come il compimento
di 3 atti simultanei:
2. ATTO ILLOCUTIVO→ nel dire certa frase compio atto di affermare, nel domandare a
qualcuno se vuole venire compio atto di domandare
Verbi performativi sono esplicitazione dell’atto illocutivo che ha codifica linguistica
Ci sono non solo verbi ma anche strategie linguistiche→ che possono definire
➔ anche domanda→ bisogno di intonazione specifica, non c’è niente di sintattico (non come
inglese)→ in italiano domande e frasi stesso modo, ma cambia intonazione e melodia
FREQUENZA FONDAMENTALE → numero vibrazioni delle corde vocali al secondo corrisponde ad
altezza voce
Questo tipo di melodia è la codifica di questo atto linguistico, domande fatte solo con questa
tipologia melodia
modo di pensare a strutture e suoni→ descrivere linguaggio per suoi meccanismi tecnici
(Semantica)
con pragmatica→ si descrive linguaggio nell’uso, pratico e interpretazione
il significato delle parole che uso→ non sta tutto nelle parole che uso→ uso parole che dicono
qualcosa, ma quello che voglio dire è qualcos’altro
IDEA DI BASE è CHE CI SIANO VARI PIANI SIGNIFICATO
Per comprendere a pieno significato enunciati
Non basta comprendere a pieno significato dell’espressione linguistica
Es. caso IRONIA
“pippo è un genio” → e l’altro non capisce ironia “no ma che dici”
È mancata→ che ci ascoltava non ha compreso le mie intenzioni
Per comprendere il significato di un’espressione non BASTA SIGNIFICATO LETTERALE, BISOGNA
COMPRENDERE SIGNIFICATO PARLANTE, ciò che parlante vuole dire dicendo quella cosa
Componente intenzionale è molto importante
MODELLO DI GRICE
Intenzioni sono definite da dinamiche interazione parlanti
Idea è che parlanti non siano macchinette che codificano espressione linguistica, ma siano
interpreti
Scambio comunicativo→ oltre che capire parole, vanno capite intenzioni di chi parla
DISTINZIONE tra significato espressione (significato letterale o convenzionale) e significato
parlante (intenzione)
Es. pippo (sogg) è un genio (compl oggetto)→ intenzione è l’opposta
Es. hai da accendere → significato del parlante è che lui mi sta chiedendo se ce l’ho per darglielo
➔ Es. foto ritrae moglie e altro che si baciano→ significa naturalmente che mia moglie mi
tradisce
È ininfluente intenzione di chi me la fa vedere→ è SIGNIFICATO NATURALE
Se trovo foto per terra capisco ed è automatico
Es. se persona mi fa vedere disegno con ragazza con capelli rossi→ disegno in sé non significa
niente, devo capire intenzione di comunicare qualcosa→ SIGNIFICATO NON NATURALE
NOTARE DI SENSO ciò che ci viene detto e fatto vedere
Se qualcuno mostra questo disegno→ riconosco intenzione, capisco con disegno che moglie
tradisce ma c’è bisogno di intenzione
Anche dal punto di vista ILLOCUTIVO → enunciato può avere sua forma, e rimandare a diverso
tipo di atto linguistico
Dato che codifica atto linguistico spesso c’è esecuzione voce→ ci sono alterazioni rispetto ad atto
linguistico di base
“puoi chiudere finestra”→ è intermedio tra domanda e richiesta
IMPLICATURE CONVERSAZIONALI
Sempre parte comunicazione implicita
Es. “sai dove è Giovanni?”→ “ho visto la macchina rossa sotto casa di sua mamma”
Ma non è risposta buona
Magari B→ pensa che A sappia che Giovanni ha macchina rossa e che sia andato a trovare la
madre
Collegamento più automatico
Ma se chiesto di interpretare solo parole→ sarebbe risposta completamente fuori tema
Ma se ascoltiamo conversazione, capiamo che vuole dire→ B implicitamente ha risposto
COSTRUIAMO SIGNIFICATO ESPRESSIONE DI B su base riconoscimento delle espressioni
comunicative di B
B dice che c’è macchina rossa→ perché A sa che Giovanni ha macchina rossa
Questa ricostruzione è chiamata IMPLICATURA CONVERSAZIONALE
Formulata da Krais → principio di cooperazione :
Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è
richiesto, nel momento in cui avviene, dall’intento comune
accettato e dalla direzione dello scambio verbale in cui sei
impegnato
Devi dare un contributo e dire una cosa che è conforme/che si adatta bene a contesto
comunicativo in cui stai
Ogni volta che parli→ parlante deve dire qualcosa di inerente
Questo è un qualcosa di implicito che accettiamo sempre→ chiunque parli con noi accetta questo
principio
Non crediamo quindi che B non voglia rispondere a nostra domanda→ ci dà informazione utile,
richiamati a costruire implicatura
- MASSIMA DI QUANTITÀ
Dà un contributo tanto informativo quanto richiesto
Deve essere quantitativamente ponderato
Non devo dire troppo
Cerco di attribuire significato
Sfruttiamo questo principio dando meno informazioni o più generali
“Dove abiti?”→ “a casa mia”→ è vero, però non informativa
Allora l’altro si chiede quali fossero intenzioni, perché violato questa massima?→ magari si
intendeva che non vuole dire dove abita → espressione implicita
Esempi di violazione:
Forse dato che vale principio di cooperazione→ ha sviato l’argomento perché non vuole venire a
cena, e per questo parla di altro
Chi non le segue→ vuole veicolare significati ulteriori impliciti che noi dobbiamo intendere
C’è grande abilità della mente umana→ leggere intenzioni, LEGGERE LA MENTE DI CHI STA
DAVANTI
Per comunicare non basta avere chiaro in mente contenuti, ma va capito chi sta da altra parte
Capacità di riflettere intenzioni dell’altro, non solo intenzioni ma anche conoscenze
Es “sai dove è Giovanni?”→ “ho visto la macchina rossa sotto casa di sua mamma”
B→ ricostruisce anche conoscenze e credenze di A
E quando comunichiamo è gioco continuo→ si rimanda al rimbalzo e a questa dinamica
LETTURA DELLA MENTE→ è fondamentale per capire dinamiche di chi ci ascolta, e fondamentale
per capire cose implicite
IRONIA→ fatta perché penso che altro la possa decodificare
Altrimenti sono falso
SCHERZO→ se siamo in certo contesto
Attribuita capacità di capire che stia scherzando, e reciproco→ ma posso essere più o meno
compreso
LETTURA DELLA MENTE→ serve a capire come altri si rappresentano in mondo e convenzioni che
hanno
Su questa base avvengono molti scambi comunicativi→ non basati 100% su parole che usiamo, ma
si basano anche su queste dinamiche di interazione che si imperniano su “ciò che noi crediamo
che gli altri pensano che noi pensiamo”
IMPLICATURE CONVEZIONALE
In quella conversazionale→ non è legata al sistema linguistico
In convenzionale→ è tale perché dipende da significato convenzionale di un’espressione
➔ Gianni povero, ma onesto
Il “ma”->è convenzionalmente una congiunzione avversativa-> “chi è povero ma è onesto”, di base
è come se dicessi che chi è povero di solito è disonesto, solo con l’uso del “ma”
Metto in contrapposizione onesto e povero → assume un significato negativo e idea chi è povero
non è onesto di media
Presupposizione è particolare
Perché se si prova a negarle
➔ “Paolo non ha smesso di fumare”→ presuppone che fumava, presuppone stessa cosa della
frase positiva
➔ “la sorella di Lucia non è bionda”→ presuppongo comunque che Lucia ha una sorella,
implicitamente lo dico
Presupposizione è quel meccanismo che mi fa risalire ad una presupposizione implicita che vale
anche se frase è negata
Stessa presupposizione→ sia se positiva che negativa
Se frase (F) contiene presupposizione (B) allora anche non F contiene B
- Con implicature conversazionali→ se negativa o positiva cambiava
MORFOLOGIA
- Cosa è?
La morfologia è quella parte della linguistica che si occupa della forma
Morfè=forma
Logia=discorso
Discorso sulla forma
- La morfologia si occupa forma→ struttura delle parole
Elementi costruttivi delle parole→ non sono anche i fonemi
Ci sono due livelli di forme→ livello morfologico (con cui distinguiamo forma) dai suoni
Morfologia studia forma delle parole→ presupponiamo esistenza delle parole
Es. gli amici degli amici sono miei amici→ articolo determinativo maschile plurale
Es paolo mi ha chiesto se ci vado, ma non gli ho ancora risposto→ pronome
Gli→ codifica due forme omonime (pronunciate e scritte uguali), ma hanno significati diversi
rappresentando due lessemi diversi
2- Criterio pragmatico
Una parola può essere ciò che da sola costituisce un enunciato
Es. bimbo con dito e dice “cane”→ parole è un enunciato con significato “c’è un cane”
➔ Vedendo cosa lunga e pericolosa→ “serpente”→ “aiuto c’è un serpente”
Parola da sola ha significato
3- Criterio fonologico
Parole sono dotate di accento
Dato che parole sono unità fonologiche, semantiche e grammaticali allo stesso tempo→ci sono
modi per definirla anche fonologicamente e non solo in modo grafico, dato che in alcuni casi
questo criterio non può essere applicato
Per cui in lingue che hanno accento fisso→ presenza accento segnale fine di parola
Es. francese a accento fisso sulla ultima sillaba
Es. spagnolo ha accento fisso sulla penultima -dedìco- sillaba tonica
Ma ci sono lingue nonostante noi sappiamo che c’è accento fisso→ è difficile distinguere parole
nel parlato
/elep’tit/-→ elle est petite
/,kapostat’tsjione/→ due accenti → criterio fonologico può essere fallace
4- Criterio morfologico
Riconosciamo parola dato che sono fatte da unione di morfemi, la riconosciamo quindi per la sua
coesione interna→ con questi morfemi sappiamo distinguere una parola
Es. casa→ composta di due morfemi
Cas- (morfema lessicale, luogo in cui si vive)
-a→ femminile singolare
Ci sono serie di criteri per cui parola è coesa:
- Non interrompibilità della parola/della combinazione
Dedic-o
Prima parte parola “dedic-“, e “o” che mi indica persona e tempo
È parola unica in cui distinguiamo morfemi, ma che non ha senso se morfemi si staccano e li
pronunciamo separati
➔ Rumeno (incluso articola nella parola, coesione interna ancora più visibile) Fratii (frati-i) = i
fratelli
Rumeno fratii mei= i fratelli miei
La coesione è maggiore→che in italiano che distinguerebbe due parole
Importante coesione
- I morfemi non possono essere spostati
Dedico→ dico qualcosa che ha senso
Ma se dico odedic→ non ha senso
- Mobilità della combinazione
Es. il gatto dorme
es. ho visto il gatto
Se usiamo parola in posti diversi in frase→ quella parola comunque non cambia aspetto
Gatt-o→ due morfemi tra loro coesi→ se lo uso come posizione di soggetto è gatto, ma anche con
complemento oggetto rimane gatto, ma anche usato per complemento oggetto rimane gatto
Parola è tale se non altera sua struttura
- Enunciabilità in isolamento della combinazione
Es. “cane”→ posso dirlo senza altro, ha significato prettamente lessicale ma ce l’ha
Questo criterio si applica in modo difficile a tutte quelle parole che sono particelle, ma che se
isolate non hanno significato → es. “ci”, “a noi”→ da sole non hanno senso
Per cui è nettamente prototipico
5- Criterio sintattico
Possiamo parlare di parole quando gli elementi del lessico o di una lingua devono mantenere
sempre un certo ordine
“telefonami”→ imperativo+ forma pronome personale→ non posso dire “mi telefona”
Mi telefona→ ha senso se scritto staccato, ma se attaccato→ non ha senso
Ordine significativo di una parola intera è fondamentale
6- Criterio operativo
Parola= unità all’interno della quale non si può inserire ulteriore materiale linguistico
Se in dedico→ inserisco altra lettera es. “dedicro”→ non vuol dire niente
I MORFEMI
Si possono classificare secondo diversi criteri
- Morfemi liberi→ sono quelli che veicolano un significato lessicale, morfema lessicale
- Morfemi legati→ quelli che acquistano, completano significato grammaticale a morfema
lessicale
Si attaccano a morfema lessicale
E si possono dividere a sua volta in derivazionali (derivano da altre parole) e flessionali (danno
luogo alle diverse forme di una parola)
Morfemi divisi in
- Morfemi lessicali (classe aperta)→ lessico della lingua ha estensione variabile in tempo
Es. parola scanner→ ora fa parte lessico italiano
Lessico è parte della lingua più esposta a cambiamenti
È classe aperta→ perché possono essere integrati, e nel momento che parola come scanner entra
nel lessico
Parole entrate in italiano e ampliato lessico
E poi partecipano a meccanismi lessicali
Es. derivazionale→ da scanner→ scannerizzare (suffisso proprio dell’italiano)
➔ Definizione di parola come elemento minimo di analisi nella quale si trovano elementi
costitutivi→ porta con sé corollari
Se parola è segmento all’interno del quale si distingue elementi, elementi avranno ordine fisso
Confini di parola→ possono essere marcati da pausa nel discorso
Parola di solito è separabile in scrittura
E di solito pronuncia parola non è separata, unico flusso fonico→ con di solito un solo accento
primario
SUDDIVISIONE DI MORFEMI
Morfema lessicale e grammaticale
Es. toys→ morfema lessicale toy e morfema grammaticale di tipo flessionale “s”→ individua
plurale
(individuare e descrivere morfemi= esame)
Es. libri→ libr morfema lessicale e “i” morfema grammaticale
Parlavano→
Parl- morfema lessicale,
-a vocale tematica,
-v morfema di tempo e modo (individuo imperfetto indicativo),
-ano morfema di persona e numero
È descrizione completa
Ma se in difficoltà in individuazione vocale tematica→ se si dice “parla”→ va bene comunque, dà
senso significato lessicale verbo
Però altri bisogna distinguere morfemi grammaticali→ sono 4 significati che verbo può veicolare, 4
categorie (tempo, modo, persona, e numero)
Un morfema può essere costituito da un solo fonema (morfema “s” inglese o morfema plurale
maschile italiano “i”)
Il morfema può coincidere con una parola→ la parola si dice monomorfemica
Es. domani→ è parola monomorfemica
La parola può essere composta da due (bimorfemica) o più morfemi (plurimorfemica)
SCOMPOSIZIONE
“Dentale”→ base lessicale “dent” (organo per masticazione), “al” aggettivo, “e” esprime singolare
Con processo di scomposizione→ si riconosce subito dent, rimane ale → se analizzata per intero,
non può essere morfema grammaticale (no singolare maschile, perché se attacco morfema ad
aggettivo, non vado a predicare maschile singolare), solo “e” identifica singolare
“al”→ mi dice che è aggettivo
Dentale= ciò che appartiene ai denti
Riconosciuto un fenomeno grammaticale operativamente:
riconosciuto:
- Morfema lessicale→ dent
- Morfema grammaticale→ e
- Morfema grammaticale di tipo derivazionale, che trasforma aggettivo da sostantivo→ al
Si fa una SCOMPOSIZIONE IN MORFEMI
Unità minime di articolazione del significato
➔ Latt-eri-a
3 morfemi che posso riapplicare in certe situazioni
Latt→ morfema lessicale, (latt-aio, latt-oso)
Eri→ morfema derivazionale→ luogo in cui si vende qualcosa (birr-eri-a, tabacch-eri-a)
a→singolare femminile→ morfema grammaticale flessionale
ALLOMORFO
Come per fonemi si parla di allofoni→ abbiamo varianti contestuali anche per morfemi
Morfema è unità astratta come fonema
Allomorfo→ realizzazione di quel morfema nella parola
Si parla di allomorfi per diverse ragioni
- Una ragione è di natura fonetica
Sequenza di suoni determina dei fenomeni di influenza reciproca dei suoni
- Per ragione storica
ALLOMORFIA
È tipo di rapporto che regola alternanza di due varianti→ elementi che hanno significante
diverso (Forme diverse) ma stesso significato
Aggettivi:
curabile → “cur” “abil” (morfema derivazionale) “e” (morfema gramma)
visibile→ vis (morfema lessicale), ibil (morfema derivazionale), e (morfema grammaticale)
oltre a morfema lessicale (significati diversi, cur=rimediare a ferita, vis=facoltà dell’uomo)
per spiegare curabile e visibile→ sono aggettivi
abil e ibil→ stesso significato derivazionale
caso abil e ibil→ sono morfemi derivazionali, sempre stessa posizione e veicolano lo stesso
significato si parla di allomorfi di stesso MORFEMA
“a” e “i”→ dipendono da vocale tematica da cui deriva aggettivo
È fenomeno di allomorfia
Morfi di stesso morfema
- ALLOMORFIA IN INGLESE
Allomorfia non è tanto determinata da vocale tematica del morfema lessicale, ma da contesto
fonetico o motivi storici
Plurale regolare dei sostantivi in inglese→ aggiunta -s a forma singolare, sibilante
La -s → pronunciata in modo diverso, morfema avrà serie di allofoni, suono che precede sibilante
- Consonante s, diventa sonora se segue suoni sonori→ labs, dogs
- Sarà sibilante dentale sorda se dopo suoni non sonori→ s
- Dopo sibilanti→ ashes, buses,
sono 3 allomorfi dello stesso morfema→ 3 realizzazioni diverse dello stesso significato, del plurale
Esempio italiano:
allomorfia su morfema derivazionale, su italiano e inglese
allomorfia avviene anche su MORFEMI LESSICALI
es. verbo venire
ven→ muovere e avvicinandosi a qualcuno
stesso significato realizzato con diversi morfemi (venuto)
venn-
veng-
vien-
verr-
➔ Scuol-a
➔ Scol-aro
➔ Scol-astico
Due allomorfi → cambia posizione dell’accento
Quando accento cade su morfema lessicale→ morfema è dittongato
Quando non cade su morfema→ non sarà dittongato
Ved-ere
Ved-uta
allomorfi dello stesso morfema→ tutti stesso significato, sempre stessa posizione
Anche per
Vis-to
Vis-ione
In-vis-ibile→ in è negazione deve essere sempre prima, corrisponde comunque come allomorfo, è
in posizione esattamente antecedente dal morfema grammaticale e derivazionale
➔ Motivazione di natura storica, dal latino
Uov-o
Ov-oidale
ALLOMORFI stesso morfema
Ci sono ragioni fonetiche per cui selezionato allomorfo di altro
Sono stati casi di allomorfia condizionata foneticamente-> suoni che seguono o precedono, per
assenza o presenza accento
➔ Verbalizzatore di aggettivi
Av-vicinare
Ac-contentare
Ar-ricchire
Ar, av, ac→ sono allomorfi stesso morfema
Variazione data da motivi fonetici
Ad+v/r/c
Quando pronuncio Adv→ ci si accorge come dentale sonora (d) si avvicina a suono che la segue
Allomorfia determinata da fenomeni di cooarticolazione
In pronuncia suono tale pronunciata influenzata da suoni vicino
Adv→ diventa avv
Adc→ diventa acc
Adr→ diventa arr
Es. BERGAMASCA
Bergam-asc-a
Bergam=richiama nome proprio
Morfema asc
Morfema a
b) fornetto
forn-ett-o
d) sgrassatore
sgrassa-tor-e
sgrassa= morfema lessicale, indica azione di sgrassare
e= morfema grammaticale indica maschile singolare
tor= morfema derivazionale→ che indica qualcuno o qualcosa che compie l’azione
e) teleriscaldamento
tele-riscalda-ment-o
o= morfema grammaticale singolare maschile
riscalda= morfema lessicale di riscaldare
tele= supera idea morfema
ment= morfema derivazionale indica attività del riscaldare
f) accontentato
accontenta-t-o
è participio→ svolge doppia funzione di participio e aggettivo
morfema grammaticale o→ indica maschile e singolare
morfema lessicale accontenta
t→ morfema flessivo, grammaticale, non derivazionale→ in questo caso indica participio passato
(tempo e modo)
va bene anche se → TO= morfema grammaticale, indica participio passato maschile singolare
quando participio→ ha funzioni verbali e nominali
g) denocciolatrice
de-nocciola-tric-e
de=
nocciola= morfema lessicale rimanda a verbo nocciolare
tric=
e=
h) pungeva
punge-va
punge= morfema lessicale che si rifà a verbo pungere
va= morfema grammaticale, individuiamo tempo e modo (indicativo, imperfetto) e singolare
ALTRO ESERCIZIO
Comparazione morfemi
CONCETTO ALLOMORFO→ con allomorfo si intende variante ? di uno stesso morfema, variante in
contesto di stessa forma che porta stesso significato
➔ Riconoscere se forme in grassetto sono stessi morfemi e se sono morfemi e se sono
allomorfi
ALTRO ESERCIZIO:
1- Quali allomorfi ci sono
2- Cosa regola la loro distribuzione
➔ Inglese tutti participi passati
-ed→ pronunciata diversamente secondo morfema lessicale
Quali allomorfi sono presenti in tutte queste forme di participio passato?
-d, -t, -id→ sono 3 tipi di allomorfi della stessa forma
Ci sono dei motivi di natura fonetica
Forma id-> viene usata quando finale morfema lessicale è in t o d
Forma d→ usata quando ultimo suono morfema lessicale è sonoro, consonati sonore o vocali
sonore o vibranti e nasali
Forma t→ usata quando ultimo suono morfema lessicale è sordo
➔ Raggruppiamo forme, individuiamo trascrizione morfema, raggruppate forme simili e si
cerca di capire cosa regola distribuzione
linguistica lezione
Fenomeni di allomorfia
Allomorfia comporta presenza di duo o più varianti con stesso significato
Distribuzione allomorfia può essere per fonemi o lessico
Allomorfia porta a :
SUPPLETIVISMO→ due allomorfi fonologicamente diversi, e questa diversità non è spiegabile
secondo regole logiche
Es. un’allomorfia Es. vado e andaimo
Allomorfia condizionata come vad e and
Ci sarà certa alternanza di morfemi lessicali
➔ Ma se scompongono IDRICO
Non paradigma lessicale
Forma tipo idric-o
Morfema lessicale relativo a acqua
Morfema grammaticale “o”→ maschile e singolare
➔ BIBLIOFILO
Prima parte→ biblio, rimanda a libri
Si parla di suppletivismo
Quando caso di allomorfia che non può essere spiegate con regole logiche—si parla di
supplevitivismo
Anche quando allomorfia è data da motivi lessicali
Biblio-libro
Ci sono alcuni studiosi che dicono che suppletivismo possa essere adoperata per spiegare
fenomeno di allomorfia come plurale di inglese
→ anche in caso di plurale in inglese alcuni credono si parli di suppletivismo
Come alcuni casi si usa- s altri non si può fare plurale con s (es. man/men)
Come nel caso della poesia siamo in grado di riconoscere morfemi lessicale e grammaticali
Ugualmente in frasi come per Chomsky siamo in grado di riconoscere loro funzione, ma frasi non
hanno comunque senso
➔ Es“all mismy were the borogoves”
Riconosco borogoves come sostantivo, dato che preceduto da the
Ma è stesso gioco linguistico LONFO→ non sappiamo cosa voglia dire
Abbiamo visto…
- morfemi individuabili secondo punto di vista grammaticale
- morfemi individuabili con posizione
- morfemi non individuabili: morfo zero, sostitutivo, soprasegmentali, processi
si chiude classificazione morfemi
PART PASS→ si rappresenta così, perché sono morfemi circonfissi, perché non in grado di
riconoscere un morfema da solo
DERIVAZIONE:
➔ Es da DENT
Posso creare due aggettivi (dentale, dentario) e altro sostantivo (dente e dentista)
CAMBIAMENTO
Cambia-men-to
PREFISSOIDI E SUFFISSOIDI→ non si usano come parole, ci si portano dietro da grego e latino
Sono come semiparole
Es. televisore→ tele è prefissoide, non solo significato grammaticale ma anche lessicale
PROCEDIMENTI DERIVAZIONE
Caso italiano→ adopera meccanismo derivazione con SUFFISSAZIONE E PREFISSAZIONE
Suffissazione= si uniscono morfemi derivazionali, si collocano a fine parola e in genere comporta
cambiamento classe grammaticale della parola in precedenza (modo più usato per derivazione)
Prefissazione= invece di collocare morfema derivazionale alla fine parola, si pone all’inizio→ a
differenza suffissazione, questo procedimento non comporta cambiamento classe grammaticale
da quello precedente (processo opposto a suffissazione)
PREFISSO A→ creiamo contrari se posto davanti a parola es. sociale e asociale→ parola di
partenza non cambia classe grammaticale
Altro procedimento
SUFFISSAZIONE/DERIVAZIONE ZERO o CONVERSIONE
(se si vedono più nomi, è perché ci sono argomenti che si sovrappongono)
Per CONVERSIONE è un fenomeno morfologico sempre della derivazione interessa due parole con
stesso morfema lessicale e privi di suffisso
Però queste due parole appartengono a classi grammaticali diverse
DEFINIZIONE: Creazione di nuovo lessema appartenente a classe grammaticale da lessema
esistente ma che appartiene a parte del discorso diversa
Questo cambiamento di classe grammaticale avviene senza aggiungere suffissi
➔ Si passa da lavoro→ a lavorare (da sostantivo a verbo, da classe grammaticale ad altra, senza utilizzo di
suffissi)
ALTERAZIONE: sempre processo di derivazione, con utilizzo suffissi che connotano parola di
partenza in senso connotativo
Es. bellino, belloccio
Alterazione→ che danno aggettivo bello certa connotazione (si usa parola BELLINO nel caso di
qualcosa piccolo e carino)
Non sempre è possibile alterare aggettivo o sostantivo per tutti gradi di alterazione→ non sempre
si può creare accrescitivo o peggiorativo
Es. verbo dormire→ dormirone
Si può solo alterare con diminutivo→ dormicchiare
(PRAGMATICA)→ alterazione in genere ha scopi pragmatici→ quando usiamo alterazione
vogliamo connotare parola
Il contesto (finalità pragmatica) ci fa selezionare forma invece che altra
Un tipo di alterazione→ alterazione come BELLONE (non qualcuno bellissimo, ma ha qualche
caratteristica per cui non si può dire che è un personaggio attraente)
PROCESSI DI DERIVAZIONE
Come si descrivono processi di alterazione?
- Si sottolinea quella di partenza e poi si dice quello finale
Quando si descrive processo di alterazione si descrive passaggio
DERIVAZIONE→si parla suffissazione o prefissazione, classe da cui derivano parole e classe parola
di partenza
➔ Lavaggio è suffissato nominale e deverbale
È nome creato da verbo con utilizzo suffisso
➔ Asociale→ prefissato aggettivale deaggettivale→ usato prefisso, e procedimento parte da aggettivo
➔ Polverizzare→ suffissato verbale denominale→ verbo creato da nome
➔ Rileggere→ è verbo creato utilizzando prefisso attaccato ad altro verbo
➔ Bello→ bellezza
Processo descrizione: suffissato nominale deaggettivale
(cosa cambia, punto di arrivo, punto di partenza)
➔ Amministrare→ amministrazione
Suffissato nominale deverbale
➔ Tinta→ tinteggiare→ tinteggiatura
Suffissato verbale denominale, suffissato nominale deverbale
Parola tedesca
Spiel
Qualufikation
Chaft
Weilmisters
FuBball
Questo composto→ partita di qualificazione per i campionati del mondo di calcio = 10 parole
In tedesco è detto con unica parola
COMPOSIZIONE→ processo estremamente produttivo, se conoscenza da madrelingua si
possono creare composti che risultano sempre intellegibili ad altri parlanti
In italiano→ difficilmente creato composto
Mentre in tedesco spesso elementi composizione per arrivare a significato
COMPOSIZIONE→ si descrive estrapolando elementi che creano composizione
Es. capostazione (composto nominale formato da due elementi nominali)
Es. camposanto (nome+ aggettivo che dà nome)
- Quando creiamo composto in cui uno degli elementi è verbo→ occupa prima posizione
Seguono struttura lingua
Di solito c’è sequenza in italiano: soggetto verbo
➔ Es. lavapiatti (verbo+ nome mi dà nome)
Difficile che in italiano soggetto sia dopo verbo
➔ Es. senzatetto (elemento avverbiale e elemento nominale che dà sostantivo)
Processo COMPOSIZIONE è uguale in tutte lingue→ definiamo come creazione parola da due
classi grammaticali
Ciò che cambia è l’ordine con il quale possono essere disposti gli elementi
Es.
Wassersportverein → in italiano avremo “circolo degli sport d’acqua”
3 lessemi diversi
Ordine degli elementi in italiano è inverso
Tedesco→ wasser =acqua , sport=sport, verein=circolo
COMPOSTI SI DISTINGUONO:
- Se hanno o meno testa oppure endocentrici o esocentrici
- Se sono subordinati o coordinati
Classificazione su rapporto interno:
SUBORDINAZIONE E COORDINATIVITÀ
Subordinativi→ costituenti legati tra loro secondo rapporto modificato/modificatore, indica
rapporto di dipendenza
Modificato=testa
Modificatore=tutto ciò che non è testa
Es. pescespada→ modificato=pesce che è testa, e spada=modificatore→ si parla di composto
SUBORDINATIVO
Es. capostazione→ modificato=capo, stazione=modificatore
Se composto ha più o meno una testa→ possiamo distinguere tra esocentrici e endocentrici, e tra
subordinativi (si ha testa) e coordinativi (non si ha testa)
Se cambiando modificatore pescespada→ pesce=testa e spada=modificatore
Stessa testa→ ma cambia modificatore, ovvero elemento che cambia referente del composto
creo parole con altri significati con parole come “pescespada” o “pesceluna” o “pescepalla”→
posso compiere stessa operazione con capostazione? Si→ al cambiare modificatore, cambia
significato del composto e testa rimane la stessa
modificatori= elementi che danno significato lessicale a parola
modificato= elemento che rimane fermo, individua semantica
TIPOLOGIE COMPOSTI
SUFFISSOIDI E PREFISSOIDI→ quei suffissi e prefessi (affissi) che non sono esattamente delle
parole vuore, ma degli elementi con un significato, con le quali possiamo creare dei derivati
Le parole suffissoidi e prefissoidi→ introdotte da studioso MIGLIORINI → con questa
denominazione voleva individuare elementi che non avevano statuto di morfemi legati e di fatto
come parole vuote, come affissi, né lo statuto di lessemi (parole)
Es. geo→ non riconosciuto come prefisso→ ma riconosciuto sorta di significato lessicale
Possiamo riconoscerlo sia come AFFISSOIDI, sia come elementi grazie al quale si creano composti
detti NEOCLASSICI
COMPOSTI NEOCLASSICI→ riconosciamo affissoidi, elementi che non sono esattamente dei
morfemi legati, ovvero parole vuote, né esattamente elementi lessicali
➔ Es. prendiamo parola come CARDIOLOGIA
Individuiamo CARDIO e LOGIA
CARDIO lo possiamo considerare come elemento lessicale (anche se non dirò mai “mi fa male il
cardio”)
I composti neoclassici sono in genere parole che fanno riferimento ad ambiti specifici (della
medicina o altro) che fanno ricorso a elementi di matrice classica (latina e graca), sia se li trattiamo
come affissoidi che come morfemi lessicali
Cardio e nefro→ sono due elementi con cui creare composti neoclassici
NEFRO→ è un elemento anatomico
I composti neoclassici o derivati con affissoidi→ sono usati da noi quotidianamente
Es. parola FRIGORIFERO→ è composto neoclassico “ciò che porta il freddo”
Es. FRUTTIFERO
Es. LOGOPEDISTA
COMPOSTI INCORPORANTI
Derivano da sintagma costituito da verbo seguito da sintagma nominale
Es. crocifiggere
In italiano→ elemento nominale è oggetto del verbo
Es. manomettere→ è letteralmente mettere mano
Es. babysitter→ è letteralmente badare al bambino
- Composti incorporanti sono molto più visibile in altre lingue
Da frase “io mangio la carne”→ posso creare composto come “io-carne-mangio” che è forma
verbale in unico composto
COMPOSTI INCORPORANTI per cui è quando l’oggetto viene incorporato all’interno della parola
DIFFERENZA COMPOSTI E LESSEMI POLIREMATICI
In italiano
Non confondere COMPOSTI con LESSEMI POLIREMATICI ovvero espressioni composte da più
parola ma che prese singolarmente hanno significato unico (es. essere al verde, fare il bucato,
partire in quarta→ espressioni polirematiche)
Non sono composti dato che in italiano COMPOSIZIONE è GRAFIZATA, parole sono unite
Le POLIREMATICHE sono delle parole molto interessanti→ la cui classe estremamente suscettibile
di essere ampliata:
in POLIREMATICHE SI DISTINGUE:
UNITÀ LESSICALI BIMEMBRI → non sono composti
Es. sedia elettrica o parola chiave→ non sono composti non ha unità grafica
Non uniti in nessun modo, ma messi uno accanto all’altro→ loro rapporto non ha raggiunto livello
di unione tale da essere scritte come unica parola
IN COMPOSTI→ due elementi perdono significato originario per andare a creare significato diverso
POLIREMATICHE→ due elementi mantengono indipendenza semantica→In italiano questo viene
reso dalla separazione delle parole
MORFEMI FLESSIONALI
Non modificano significato radice lessicale su cui operano, ma attualizzano in contesto sintattico
Es. Sangst (indicativo, canta)
Es. Gesungen (participio perfetto)
A seconda base scelta, e tempi che dobbiamo coniugare→ scegliamo tempi diversi→ se va creata
parola in presente o forme con participio
Non cambia significato base lessicale ma cambierà il significato grammaticale a seconda del
contesto sintattico
E siamo passati a FLESSIONE,→ parole che sono inserite in determinate contest, parole che hanno
determinate marche grammaticali
- interessano i morfemi grammaticali che ci permettono di codificare categorie nome e
verbo
- E talvolta si prendono in considerazione anche morfemi lessicali
MORFEMI FLESSIONALI codificano categorie:
categorie nome e di verbo:
➔ es. forma tipo ANDIAMO→ analisi: presente indicativo verbo andare, e prima persona
plurale
citato in questo modo 4 categorie verbali: presente (tempo), (modo) indicativo, (persona) 1°
persona, plurale (numero)
➔ se analizzo forma CANI= plurale maschile
categorie nominali: genere e numero
morfema grammaticale è la marca di una determinata parola→ ciò che codifica una categoria
grammaticale
CATEGORIE NOMINALI:
Latino→ esprime genere, numero, caso, MA NON DETERMINATEZZA (non abbiamo nessun tipo di
articolo determinato o indeterminato)
Italiano→ esprime genere, numero e determinatezza, MA NON CASO (distinguiamo soggetto e
oggetto è la posizione degli elementi, → cosa che lingue con casi non succede, dato che sono csi a
distinguere stessi elementi)
Finnico→ distingue numero, casi, MA NON GENERE Né DETERMINATEZZA
Inglese→ esprime numero e determinatezza ma NON GENERE E CASO
Tedesco→ mantiene numero, genere, casi, e determinatezza
Ungherese→ esprime numero, caso e determinatezza ma NON GENERE
➔ Segno ondina ~ =indica opposizione
Det ~ indeterminate→ determinata vs indeterminata
CATEGORIE NOMINALI
NUMERO, GENERE, CASO E INDETERMINATEZZA
Maggior parte codificano genere e numero→ ma lingue molto diverse
NUMERO
Distinzione singolare e plurale→non in tutte lingue:
➔ come lingue celtiche, distingue cose insieme e oggetto preso da questo insieme
(COLLETTIVO~SINGOLATIVO)
Es. blew =capelli e blewen=capello
Quella con morfema marcato visibile è SINGOLATIVO
➔ ESISTENZA SPECIE DI DUALE, lingua non distingue solo plurale e singolare
Paucale→ è una forma che siamo obbligati ad usare in russo quando sostantivo accompagnati da
numerali come “due” “tre” e “quattro”
Se dico “tre ore”→ non dirò (casà=ore) ma uso la forma paucale (tri casy)
Lingue adoperano ciò che hanno per esprimere ciò che devono→ usano determinate prassi e
usano strumenti in modo diverso
GENERE
Distinzione maschile e femminile→ non usate da tutte lingue
Anche se maschile e femminile è una distinzione immediata perché va a coincidere con distinzione
di sesso, naturale
Es. se pensiamo “casa”, si dirà femminile→ ma casa non ha nessun elemento per dire che è
maschio o femmina
Infatti, Latino→ oggetti inanimati codificati con neutro→ in italiano neutro perso
In molti casi andato poi a coincidere con maschile o femminile
Fatto che non esistano marche di genere su parole→ non è detto che non esista genere
➔ Es inglese→ se sostituisco con pronome→ marca di genere c’è
CASO
Serve a esprimere loro funzioni sintattiche
Formano classe chiuse, difficile si aggiungano o tolgano casi
Loro numero varia di lingua in lingua→ es Dido ne ha 71
Funzioni fondamentali: Nominativo (caso che indica soggetto), accusativo (caso che codifica
complemento oggetto), genitivo (caso complemento di specificazione), dativo (caso del
complemento di termine)
NOMINATIVO→ si dice sia il caso non marcato, non possiede marca grammaticale, un morfema
che ci indichi che quello è nominativo
È così detto morfo zero
Tutte forme non marcate→ base lessicale senza aggiunte
Ted:
Nom. Junge
Acc Jungen
Gen Jungen
Dat Jungen
Plur Jungen
Come tutte forme al plurale sono identiche→ ciò che ci aiuta a capire caso → articolo, elementi
flessi a quella persona e verbo con certa persona
DETERMINATEZZA
Categoria con la quale esprimiamo nostra capacità di individuare un elemento
➔ Modo più semplice per esprimerlo è ARTICOLO
Il bambino→ faccio riferimento a quel bambino “marco è venuto? No, il bambino non è venuto”
Se invece uso articolo indeterminativo→ non so niente dell’elemento che sto parlando, non è
qualcosa di specifico, bassa capacità di individuazione
Quando vogliamo esprimere in italiano un individuo specifico, quando oggetto è conosciuto a
interlocutore → uso determinativo
Es. avevo prestato un libero ad un amico, che non me l’ha più reso; così ho perso il libro e l’amico
Si passa da inderminato a determinato→ oggetto già citato nel discorso, e sappiamo di cosa si
parla
➔ Non tutte lingue marcano determinatezza con elementi esterni a parola
es. RUMENO, si attacca in fondo es om-ul =l’uomo
Anche in islandese
PERSONA
- Quante persone ci sono in italiano?
Sono 3 persone
In genere messe in relazione con pronomi personali (io, tu, lei, lui…)
Il verbo può avere più riferimenti: si può flettere non solo in base a persone, ma anche a seconda
della semantica=significato che vogliamo esprimere con verbo
➔ Ci sono lingue in cui verbo concorda con genere invece che con persona e numero
In base a genere soggetto utilizzo determinati prefissi
Concordanza verbale→ secondo genere soggetto→ si usa certi prefissi
Concordanza con genere si ritrova in lingue slave anche parzialmente:
es. Russo→ scrivere
1° pers m=ja pisàl f=pisàla n
2° pers m=ty pisàl f=pisàla n
3° pers m=on pisàl f=onà pisàla neutro=onò pisàlo
Se si conosce genere soggetto→ espressione genere è obbligatoria
- Come in inglese o francese dobbiamo esprimere pronome personale
Presenza pronome personale→ dove perse desinenze verbo, il resto è completamente uguale
Se in inglese→ forme morfologicamente identiche
In francese→ non morfologicamente uguale, ma pronuncia evoluta in modo che se non metto
pronome davanti non so di cosa si stia parlando
◼ Dove forme del verbo si sono perse morfologicamente (forme indistinguibili da punto di
vista morfologico) o foneticamente perché in pronuncia non si distinguono→ Metto
pronome personale per forza
PRONOMI IN QUESTO CASO→ CONSIDERATI COME MORFEMI LIBERI
Perché Pronomi personali esprimono categorie che sono la persona e il numero
Morfemi grammaticali: esprimono funzioni della forma verbale o nominale→ in questo caso
pronomi esprimono categoria numero e persona
Lo stretto legame tra verbo e pronome personale→ tanto che possono fondersi con verbo
Desinenza persone singolare in ungherese→ derivano da pronomi
- Ciò che mi fa distinguere persone?
- Cosa dovuto la distinzione tra persone?
Es. in arabo→ 1° =colui che parla, 2° persona= colui che ascolta, 3° persona= entità che non è
presente in contesto comunicativo
Per questo in lingue si distinguono persone→ in contesto comunicativo distinguiamo queste 3
entità
TEMPO E ASPETTO
Categoria di tempo: 3 dimensioni di tempo marcate→ PRESENTE, FUTURO E PASSATO
Tempo corrisponde a dimensione esterne
Vedo: in questo momento
Ho visto: distante in tempo ma passato
Vedrò: distante in tempo ma futuro
Tempo riguarda contesto comunicativo ed esterno
ASPETTO: caratteristica interna, definiamo azione che si presenti come realizzata parzialmente o
completamente, non ancora finita o meno
➔ Per cui avremo PERFETTIVO E IMPERFETTIVO
Distinguiamo tra
“ho visto” =azione perfettiva, ovvero compiuta
“vedevo” = azione continuata e durata in tempo
In italiano nonostante si mantenga in verbi una distinzione di aspetto, questa categoria non ha
codifica grammaticale
➔ perché in italiano non distinguiamo tra base lessicale perfettiva e base lessicale
imperfettiva
in italiano, come molte lingue europee, categoria primariamente codificata è QUELLA DEL TEMPO
sentiamo necessità di collocare azione in asse temporale, prima di definire se azione perfettiva o
imperfettiva (considerata in svolgimento)
➔ invece lingua come arabo→ forme si distinguono come compiute e incompiute→ forme
diverse rispetto a azione che verbo veicola
anche Maltese importante idea compiuto e non compiuto→ idea che non si rifà solo al passato,
ma anche presente
es. kiteb =compiuto (scrivere, 3° persona), yikteb =incompiuto (scrivere, 3° persona)
in italiano→ uso stessa base lessicale per tutti tempi, nonostante non ci sia distinzione perfettiva e
imperfettiva da punto di morfo lessicale
comunque, nella denominazione tempi verbali si mantiene idea perfettivo e imperfettivo (in latino
si distingueva questo aspetto)
In russo→ è proprio anche forma che esprime aspetti diversi
Codifica necessariamente perfettivo, imperfettivo e durativo
DIATESI
Categoria verbale
Attivo o passivo
➔ distinzione legata a idea transitività
non si può creare passivo verbi intransitivi
Scelti ausiliare→ rispetto anche intenzionalità e se si possa più o meno controllare azione
A seconda intenzionalità e controllo azione seleziono certo ausiliare
Es. camminare→ ha molto più controllo del verbo stare
Quando maggiore controllo→ tanto più è vero simile che seleziono ausiliare AVERE (di solito si usa
con verbi transitivi)
per via della intenzionalità e del controllo su azione in genere legati a concetto dell’animatezza →
generalmente chi vuole compiere l’azione è essere animato (verbo transitivo)
- FORMA RIFLESSIVA → si possono creare solo su verbi che sono alti in scala della transitività
Es. verbi transitivi come ricevere, prendere, lavare
Es. Prendersi in giro→ minore transitività “prendersi del tempo”
Lavarsi→ prendo spugna e mi lavo
Non stesso grado di transitività, anche se sempre forme riflessive
- Diatesi legata a intransitività del verbo
Diatesi passiva→
- Descrivi verbo passivo: si forma con ausiliare essere/venire e participio passato
Questa idea di passività non indicata allo stesso modo in tutte lingue:
“il bicchiere si è rotto” = the glass broke
“si è lavato” = he washed himself → fa capire che verbo riflessivo con forma pronominale
In italiano c’è bisogno forme che esprimano in qualche modo significato passivo
MODO
Esprimono intenzionalità, possibilità, incertezza
In italiano:
Indicativo: azione in cui non abbiamo dubbi
Condizionale e congiuntivo: incertezza
LA PERSONA
Categoria verbale che indica chi compie l’azione→collega forma verbale a soggetto
La persona si manifesta con morfemi di accordo: morfema di prima, seconda, terza persona
singolare e plurale
Marcatura di persona→ comporta anche marcatura di numero
- Inoltre, ci sono lingue che marcano su verbo accordo di genere→ come italiano con
participio passato
“sono andata dal dentista” (donna)
Marcare genere in verbo→ si ha anche in italiano, con scopi identificativi però e non di gerarchia e
diversificazione come giapponese (non scopi di differenziazione, ma con scopi identificativi)
1h.45
LINGUE INDOEUROPEE E LINGUE NON INDOEUROPEE
CLASSIFICAZIONE LINGUE:
diversi criteri per cui si possono classificare lingue
uno di criteri→riguarda le morfologie delle stesse=mondo in cui codificati significati e categorie
Criteri:
- Genealogico (parentela lingue)
- Areale→ dipende da possibilità lingue
- topologico
La tipologia è branca della linguistica→ formalizzata da anni 60 del 900
Permette classificazione lingue in base a comportamenti della grammatica
Per classificare lingue su base TOPOLOGICA: come si comportano relativamente a codifica
morfologica delle categorie
Es. lingue europee→ che su stesso morfema marca più categorie
Es. cani→ “i”→ marca numero e genere
Ma non tutte lingue uguali
- In base come lingue codificano significati:
4 tipi morfologici: isolante, polisintetico, agglutinante e flessivo
◼ Ci sono due indici matematici che si usano per attribuire lingua a determinato tipo:
indice di sintesi→ chiarisce il numero medio dei morfemi per parola→ quanti morfemi servono
per esprimere tot significati
indice di fusione→ specifica numeri di morfemi per morfo= quante categorie grammaticali sono
espresse su stesso morfo
- Tipo agglutinante: alto indice di sintesi, perché esprimono generalmente ogni categoria con
morfemi diversi, basso indice di fusione→ rapporto 1:1 tra morfema e morfo (tra categoria
espressa e modo di esprimerlo)
Es. TURCO→ agglutinante→ espresso con morfi diversi
- Tipo FLESSIVO: Indice di fusione alto, su stesso morfo esprimo più categorie, indice di
sintesi sarà molto basso perché pochi morfemi utilizzati
In LATINO→ invece più categorie espresse da stesso caso
- TIPO ISOLANTE: indice di fusione e sintesi molto basso perché in genere ad ogni parola
corrisponde indicazione di significato
Es. CINESE
TIPO ISOLANTE
Esprime generalmente una categoria usando parole diverse
Struttura semplice delle parole→ basso indice di sintesi, in genere solo un morfema
- VIETMANAMITA, CINESE, THAILANDESE
Per esprimere ciò che l’italiano esprime con unica parola
Es. lo straniero
Vietnamita→ indica persona (mgu’òi), classificatore che serve per esprimere sesso in questo caso
(dàn), maschio (ong), altra parola che vuol dire ‘di fuori’ (la)
Usato 4 parole per dire persona di sesso maschile che viene da fuori= lo straniero
◼ È tipo isolante perché per esprimere certi significati ha bisogno di usare più parole
TIPO ISOLANTE
Caratteristiche:
parole da struttura semplice→ in genere parola corrisponde a morfema, parole monomorfemiche
indice di sintesi molto basso 1:1→ ogni parola composta da non più di un morfema
categoria espresse in modo analitico
es. vietnamita-> usata parola classificatore (dan), usa altra parola per indicare genere (ong),
persona (ngu), di fuori (la)
per cui significati lessicali ma anche grammaticali (genere o numero)→ sono marcati in modo
assestante
TIPO AGGLUTINANTE
Caratteristico di alcune lingue europee→ FINNICO, lingua di tipo isolante, o TURCO (anche se non
europea)
- Hanno storia della parola molto complessa
- ciascuna categoria è espressa tramite morfema diverso
- Alto indice di sintesi→usati molti morfemi per marcare categorie, morfemi avranno unica
funzione (determinato morfema marca solo singolare)
- lingue altamente trasparenti, facilmente segmentabili
Es ITALIANO→se si pensa ad articolo, studiante pensa a parola come “casa” e “uova”→
studente come interpreta la casa, le uova anche codificata come femminile
“a” codifica genere e numero
In lingue agglutinanti non succede
Usano morfema per indicare genere e morfema per indicare numero
Cas-a→ a scissa in morfema femminile e morfema di singolare
In agglutinante:
Morfemi appartengono a unica parola, ma facilmente individuabili→ più facile interpretare parola
Es. ESPERANTO→ lingua artificiale, lingua inventata a fino 800 a tavolino, perché l’Europa e
nelle intenzioni a livello mondiale esistesse una lingua veicolare= non appartiene a nessun popolo,
ma usata in comunicazione internazionali
Usati elementi tratti da maggiori lingue europee=italiano, inglese, francese, tedesco…
Quando scelta morfologia→ usato AGGLUTINANTE, perché permette un’alta analizzabilità della
parola:
- parole facili da analizzare
- Per declinarle basta aggiungere morfemi
- E sono facilmente apprendibili
Es parola come OSPEDALE→ creata parola MALSANULEJO
➔ Mal-san-ul-ej-o→ individuare serie di morfemi che presi in complesso marcano significato
O=marca singolare
Ej=aiuta a creare nome di luogo da aggettivi
Ul= morfema sempre derivazionale che indica funzione per
San=sano
Mal=morfema che nega l’aggettivo (come “a” di atipico, crea opposto aggettivo)
Si ricava significato
In ESPERANTO
- Patr-o (morfema lessicale+ morfema codifica numero)
- Knab-o
- Vir-o
O=singolare
- Patr-in-o
O=singolare
In=femminile
- Patr-in-o-j
In=femminile
O=numero
J=plurale
(si riesce a capire struttura esperanto se confronto altra lingua)
◼ Altra lingua agglutinante è TURCO
Adam (nom.sing)
Adam-lar (nom.plur)
Adam-lar-dan (abl.plur)
- I casi sono marcati diversamente, non possibilità unica forma per diversi casi e numeri→
indicatori marcati diversamente (diverso da latino, che alcuni casi sono marcati da stesso
morfema e bisogna capire secondo contesto sintattico di cosa si parla)
Base lessicale rimane quella→ e aggiunto morfema per caso
LINGUE POLISINTETICHE
Caratterizzate da serie tratti
- Ricca morfologia
- Struttura parola complessa→parole sono formate catene morfemi
- Lingue dette lessicali
- Parola poco trasparenti→ diverse categorie difficilmente segmentabili→ molto presenti
fenomeni di fusione
Difficilmente riconoscibili
Es. eschimese, lingue amerindiane, lingue indigene dell’Australia
Es. Irni → irn (morfema lessicale figlio)-i(morfema che ha su di sé possessivo, riflessivo, assulitivo
che è un caso)
Ilinniartitisisu=insegnate
Nngur=diventa
Tip=causativo
Paa=3° persona singolare relativo, assolutivo e indeterminato→ assomma su di sé serie di
significati→ dobbiamo sapere che morfema marca tutti quelle lingue→ molto difficile da capire
E esprime significati frasali (di frasi) usando solo una parola
SIBERIANO
Unica parola è in grado di restituire frase
RIEPILOGO:
LINGUE ISOLANTI: indice di sintesi minimo (perché ogni parola corrisponde un morfema)→ allora
non c’è possibilità che più categorie marcate dà stessa desinenza
Non ha senso parlare di indice di fusione→ parola costituita da solo morfema, non alto grado di
difficoltà a riconoscere morfemi in parola
LINGUE AGGLUTINANTI: indice di sintesi medio-alto→ diversi morfemi per categorie
Indice di fusione basso→ facile segmentalità
LINGUE FUSIVE: indice di sintesi medio-basso→ usati pochi morfemi
Massimo indice di fusione→ su unico morfema marcate più categorie
LINGUE POLISINTETICHE: indice di sintesi ha valore massimo→ si usa elevato numero morfemi
Indice di fusione valore medio→ si possono confondere morfemi vicini tra di loro
35 minuti
INGLESE
Lingua isolante→ usa singole parole per creare significati, non morfologia complicata e che non
marca le diverse categorie tramite parole staccate
Ha tratti morfologici che sono isolanti
➔ Aggiunta s a parola per creare plurale → è un tratto agglutinante
s→ si codifica unica categoria che è plurale
tramite un morfo codifico solo categoria che in questo caso è plurale
➔ S del singolare indicativo → ‘s’ marca per indicare terza persona, singolare, presente
indicativo (marca 4 categorie)→ tratto fusivo
SWAHII:
- 1° verbo→ pronome di 3° persona singolare, passato, concordanza→‘leggere’
-Concordanza→dimostrativo=quel
-classificatore→libro, concordanza
-grosso
→ CONCORDANZA è A INIZIO PAROLA
Concordanza→ morfema di accordo che riprende e copia il classificatore, vale a dire il prefisso
della classe nominale di appartenenza
In Swaii→ concordanza l’abbiamo ripetendo elemento ‘ki’
SINTASSI
Livelli di analisi lingua: fonetica, morfologia, sintassi
1 LIVELLO: FONETICA
Fonemi=unità minime significati→ loro combinazione formano morfemi
2 LIVELLO: MORFOLOGIA
Morfemi=unità minime del significante dotate di significato, lessicale o grammaticale→ formano
parole
Parole= segni linguistici, unità autonome della lingua→ loro combinazione formano frasi
3 LIVELLO: SINTASSI
Frasi=unità minime del discorso→ loro combinazione forma testi
➔ Il suo oggetto di studio è il modo in cui si combinano tra loro le parole e come sono
organizzate in frasi
SINTASSI è l’ordine→ parole che costituiscono frasi in lingua seguono determinato ordine
Es. bell’affare→ pronuncio frase o no? Sto dicendo qualcosa su quell’affare o no?
Si, è una frase, sto predicando qualcosa
- Di solito predicazione avviene tramite verbo→ di solito centro frase è verbo, ma non tutti
casi→ può essere anche solo nominale
Es. io mangio→ anche verbo solo, è una frase
È un’affermazione o l’attribuzione di una qualità concernente qualcuno o qualcosa
È affidata al verbo, o in mancanza, ad aggettivi e nomi in funzione predicativa (frase nominale)
In specifico per quanto riguarda sintassi→analisi degli elementi immediati= è analisi elementi
costituiscono frase e che sono contigui (immediati, vicino agli altri), tra loro esistono fenomeni di
dipendenza
➔ ANALISI IN COSTITUENTI IMMEDIATI
Ha in genere struttura verticale
Si passa da fase di massima complessità a elementi di minore complessità
COSTUTUENTE
È definito come unità linguistica che fa parte di costruzione più ampia e che può essere formata da
elementi più piccoli
Es. mia madre portò un vaso di fiori in casa
Scomposizione:
1° parte nominale→mia madre
E poi tutto ciò che dipende da verbo
Portò un vaso di fiori--> se togliamo alcuni elementi, comunque predicazione rimane
Es. Giovanni portò vaso di fiori in casa→ al posto del sintagma ‘mia madre’→ predico comunque
qualcosa
Es. Mia madre sorrise → frase comunque ha senso
Procedimenti di combinazione e sostituzione→ come per coppie minime e individuazione morfemi
allomorfi
Se ci rendiamo conto dell’intercambiabilità→ abbiamo individuato sintagma nominale o verbale
SINTAGMA NOMINALE→ unione di elementi nominale e che ha testa (in questo caso è madre,
femminile singolare che determina aggettivo)
La testa di un sintagma è la classe di parole che rappresenta il minimo elemento che da sola
possa costruire sintagmi, funzionare da un determinato sintagma (è quindi l’elemento
eliminando il quale verrebbe meno la natura di sintagma di quel tipo di segmento
considerato)
SINTAGMA VERBALE SV
Es. portò vaso di fiori
Se verifico mobilità sintagmi→ scompongo elementi sintagma e li metto in giro in modo confuso
nella frase:
- *Mio ha comprato una macchina nuova ieri cugino→ non ha senso
Mio- cugino → devono stare insieme→ perché se scomposti frase non ha più senso
Però se dico:
- es. ha comprato una macchina nuova ieri mio cugino→ è frase con sua grammaticalità,
semplicemente non seguono ordine basico → ma rimane senso
Verifica empirica→ tutti elementi del sintagma devono essere spostati sennò frase non ha senso
◼ SCISSIONE
Posso scindere elementi sintagma solo creando costruzione che si chiama FRASE SCISSA
Posso staccare sintagma
Es mio cugino ha comprato una macchina nuova ieri
Es. è mio cugino ha comprato una macchina nuova ieri→ struttura più complessa→ frase scissa
che mette in evidenza
Da frase semplice→ a frase più complessa→ frasi sono scisse, processo di SCISSIONE
FRASE SCISSA in italiano viene usata per motivi pragmatici per evidenziare qualcosa
Frase scissa di solito introdotta da verbo essere e poi frase relativa che però non ha tutte
caratteristiche pronome relativo:
Es. ho guardato dentro la scatola→ è preposizionale perché dentro regge scatola
Es. ho portato dentro la scatola
- è dentro la scatola che ho guardato
- Non posso creare frase ‘è dentro la scatola che ho portato’
‘ho portato dentro la scatola’ è sintagma preposizionale? --> no perché fa parte verbo,
‘dentro’ va ad arricchire verbo
◼ ENUNCIABILITÀ IN ISOLAMENTO
Gruppo di parole rappresenta sintagma se può costruire un enunciato
Es. mio cugino ha comprato la macchina nuova
Ma se dico
- Chi ha comprato la macchina? Mio cugino
Mio cugino→ ha significato a sé stante, frase a sé→ x cui è sintagma
◼ CORDINABILITÀ
Sintagmi diversi sono sullo stesso piano se possono essere coordinati
Es Pietro e un suo caro amico sono partiti per le vacanze
Sono su stesso piano→ congiunzione ‘e’→ entrambi sono sintagmi nominale, rapporto di
coordinabilità
Es. canta e balla molto bene
Sono due sintagmi verbali→ coordinati
ESERCIZIO
Quale è la testa del sintagma?
- Una ricchissima vedova conosciuta in crociera
Analisi grossolana: solo SN
Più fine: SN (una ricchissima vedova conosciuta) che contiene→ (in crociera) SP
TESTO IN ESPERANTO
Di tipo agglutinante→ + comprensibile, morfi facilmente individuabili
Dato che lingua veicolare→ è stato scelto tipo morfologico più semplice
- COME FUNZIONA?
Inglese-esperanto
1° paragrafo:
(slide)
come vengono marcate categorie e significati in esperanto?
Anche senza conoscere lingua→ si può adoperare corrispondenza tra inglese e esperanto
◼ Mondaj→ si riconosce
◼ Helplingvoj→ ci si riconosce forma ‘help’ o ‘ling’
Dove inglese adopera aggettivo di derivazione latina: ‘auxiliary’
X esperanto usata forma germanica: ‘help’
forma helplingvoj→ procedimento morfologico in atto: COMPOSIZIONE = perché sono due forme
‘ling’ =lingua e ‘help’=aiuto
COMPOSIZIONE→ fenomeno molto produttivo in esperanto
X creare plurale: si attacca ‘j’
◼ Aj-/an, oj/on → ‘j’=marca plurale, ‘on, an’=marca accusativo, complemento oggetto
Marcate forme → forme in giallo sono aggettivi (tutti aggettivi hanno usciti in ‘a’), verdi sono
sostantivi (tutti nomi hanno uscita on ‘o’)
ESPERANTO NON MARCA IL GENERE-> si distinguono con unico morfema
◼ Lingvoproblemon =parola composta ‘problema linguistico’, accusativo
Ci sono lingue che creano composti in certo modo perché ordine sintattico è di certo tipo
Testa: è il secondo elemento del composto
Helpling→ lingua è testa
Lingvoproblemon→ problema è testa
ESPERANTO:
- Morfologia meno complessa da memorizzare
Morfologia così semplice serve a due cose:
- Memorizzare
- Riprodurre
Nel momento in cui inventore esperanto sente necessità di inventarne un’altra→ criterio con cui
modula sua invenzione è la semplicità x qualsiasi parlante
Si riesce a individuare analogie e significati
DOVREBBE ESSERE LINGUA USATA DA PARLANTI TUTTO MONDO
In qualche modo facilitato a usare questa lingua
La semplificazione della lingua x lingue veicolari→ è fenomeno che non ha bisogno gradi
teorizzazione es. lingua franca= lingua veicolare→ talmente semplificata x comunicazione
commercianti nord africa e mediterraneo
Es. Nel momento in cui straniero si lancia a imparare italiano→ 1° forma verbale da imparare è
l’infinito (anche se mette solo pronome davanti infinito si capisce)
PRINCIPIO SEMPLIFICAZIONE→ porta a economia, non sapere molte forme verbali, ma non
impedisce comunicazione es. ‘io non volere’= si capisce cosa voglia dire
sintassi
Concetto di RAPPRESENTAZIONE DELLA SINTASSI DELLE LINGUE:
- X quale motivo più di uno studioso ha cercato di rappresentare come funzionano sintassi
lingue?
Perché lingue sono potenzialmente infinite
Proprio questa ricorsività della lingua ci fa creare ogni frase che vogliamo
Questo potere della lingua può essere ridotto a procedimenti che sono in realtà molto limitati es
coordinazione, subordinazione, relativizzazione
Per cui Chomsky e Bloomfield → cercato di ridurre complessità delle manifestazioni linguistiche a
processi che potessero essere analizzati e studiati
- Come si studiano?
Stesso modo per fonologia e morfologia: SCOMPONENDO
Modo per analizzare procedimento complesso è scomporlo
Come per analizzare struttura parola→ scomposta in morfemi, x capire quali sono relazioni per
parole interno frase e struttura complesso fra parole
Dobbiamo scomporre in strutture analizzabili: COSTITUENTI IMMEDIATI→ immediatamente
analizzati, possono essere isolate e descritte
SCHEMI
Andiamo da contesti massimi a contesti minimi (tutte parole)
X ESAME: Una volta individuato sintagmi va bene così
RAPPRESENTAZIONE DISAMBIGUAZIONE
Serve a capire relazione e significati frasi
- Sono invitate tutte le ragazze e le signore con il cappellino
Creiamo 2 sintagmi, 2 nodi
Tutte le ragazze e le signore con il cappellino= è il soggetto→ per cui è SN
Sono invitate= SV
Non è detto che si trovi solo a inizio frase
- Tutte le ragazze e le signore con il cappellino→ unico problema è col cappellino→ non
sappiamo se le ragazze o signore:
ci sono due modi per rappresentarlo
((tutte) (le) (ragazze) e (le) (signore) (col cappellino))→ fa parte entrambi, unico SN
((sono invitate) ((tutte) (le) (ragazze) (e) ((le) (signore) (col cappellino)))
Col cappellino sta solo con signore
(schema albero dei due modi)
1° modo: cappellino ce l’hanno solo signore
2° modo: in cui sintagma preposizionale ce l’hanno entrambi
Sv→ distinto in SV (lesse=v, libro=sn) E SPREP(gran piacere→ non indispensabile per ricostruire
significato)
Con diagrammi ad albero si rappresentano FUNZIONI SINTATTICHE: sono le proprietà che parole
hanno in contesto di frase, rapporti di dipendenza e concordanza
- In sintagma nominale di solito rapporti di concordanza
- In sintagma verbale di solito rapporti di dipendenza
Banalmente ciò che individuiamo soggetto, complementi
Relazioni che possiamo individuare in frase non solo di natura grammaticali (è una funzione,
RUOLO SINTATTICO)
Ci sono almeno altre 2 funzioni in frase:
- FUNZIONI SEMANTICHE
- FUNZIONI PRAGMATICHE INFORMATIVE
FUNZIONI:
➔ X funzioni sintattiche individuiamo ruolo grammaticale delle parole in frase
Es soggetto, verbo, complemento…
➔ X funzioni semantiche analizziamo quale sia ruolo di un elemento in azione
Idea complemento di agente che esprime colui da quale è compiuta azione in contesto in cui verbo
passivo
Agente è ruolo semantico→ colui che dà avvio azione in modo intenzionale
In base a come agente contribuisce ad azione→ si parla di ruoli semantici
➔ X funzione pragmatiche informative→Secondo tipo di informazione che ci darà sintagma
in frase: se è sintagma è elemento su cui focalizzata attenzione o meno
FUNZIONI SINTATTICHE
Riguardano ruolo che sintagmi assumono nella struttura sintattica frase es. verbo, soggetto,
complemento oggetto→ sono funzioni base in cui lingua ha verbi transitivi
Non tutte lingue distinguono tra transitivi e intransitivi
Molte lingue distinguono tra forme ergative e inergative
I ruoli sintattici che vengono evidenziati x le lingue in cui la transitività del verbo è un proprità del
verbo--> sono soggetto, predicato verbale e oggetto
Es. Ho dato un libro a Gianni
Es. la zia di Gianni
Una delle osservazioni riguardo a sintassi italiano→ bisogna imparare moltissimi complementi,
ereditati da tradizione grammaticale
E sembra confondano idee
Nel tentativo di offrire schema quanto più possibile applicabile a lingue del mondo e che tenesse
conto complessità ruoli sintattici
Elaborata SCHEMA VALENZIALE
- Tramite schema valenziale si sostituisce classificazione dei diversi complementi tramite
individuazione delle valenze del verbo
Significato ciascun verbo viene completato quando SATURATI suoi argomenti
Es. verbo: mangiare→ verbo transitivo, per completare significato avrò bisogno soggetto (non
espresso in italiano, marcato su morfologia) e di complemento oggetto
Soggetto e complemento oggetto sono definiti argomenti del verbo→ valenze del verbo
Un verbo come mangiare si distingue in italiano da verbo come piovere
Es. verbo: piovere→ non bisogno soggetto o oggetto → VALENZA ZERO, considerati verbi
AVALENTI
Tipo di significato verbo richiede certi argomenti→struttura dei verbi con questi argomenti è detta
schema valenziale o argomentale
NOTA BENE
In verbi bivalenti→ argomento può essere completato da frase oggettiva
Es. Gianni crede che Pietro verrà
Es. piovono polpette→ comunque verbo rimane avalente, anche se in questo caso ha come
argomento il soggetto che concorda con verbo
↓
Schema valenziale è schema astratto che si applica a una realtà astratta della lingua
Avalenti→ verbi non richiedono soggetto, in assoluto in italiano sono verbi metereologici
Anche se usati in certi contesti non mina rappresentazione teorica
Verbi classificati in base a valenze che servono per saturare significato in base ad argomenti
Argomenti vanno sempre in determinato ordine→soggetto e oggetto diretto e indiretto
Verbo monovalente non sarà mai verbo che ha come argomento un oggetto indiretto
(complemento di termine)→ unico argomento sarà soggetto
1° valenza è soggetto
2° valenza è oggetto→ può essere diretto e indiretto
Oggetto in realtà può essere sia l’oggetto diretto che quello indiretto
Per cui verbo ‘aiutare’→ bivalente, transitivo
Ma anche ‘nuocere’→ bivalente, intransitivo
Es. gianni aiuta paolo (transitivo, diretto), gianni nuoce a paolo (intransitivo, solo sarà oggetto
indiretto)→ non cambia soggetto
ma entrambi verbi sono bivalenti
il secondo argomento per verbi NON TRANSITIVI
può consistere in più complementi
es. gianni abita in città
es. luisa sembra una regina
DEFINIZIONE Più ASTRATTA SU SCHEMA VALENTE: verbi sono definiti bivalenti, avelenti,
monovalenti e trivalenti a seconda degli argomenti che servono per completare significato
1° argomento sarà sempre soggetto x qualunque lingua che abbiamo a che fare
L’argomento richiesto è sempre solo e soggetto
2° argomento cambia secondo semantica verbo e richiesta verbo
➔ Es. Luisa cuoce con pazienza la torta nel forno per tre ore
X schema valenziale bisogno solo 3 elementi→ verbo cuocere, soggetto Luisa, oggetto diretto
torta
Abbiamo già discreto numero di informazioni che soddisfano frase e informazioni con ‘Luisa cuoce
la torta’
- Con pazienza
- Nel forno
- Per tre ore
Sono elementi in più, non contribuiscono a grammaticalità frase→ da punto di vista comunicativo
descrivono evento
- Sapremo che torta a cuocere è lenta
- Sapremo che luisa ha grande pazienza a cucinare
Elementi circostanziali→ non dicono niente rispetto a grammaticalità azione espressa, ma dicono
qualcosa che sta succedendo
◼ sono entrambe corrette queste frasi? Si, si sentono come frasi grammaticali
es. luigi dorme
es. luigi dorme da 3 ore
◼ sono entrambe ugualmente grammaticali? Si
es. dorme
es. dorme da tre ore
anche se non espressi tutti argomenti obbligatori verbo→ verbo dormire’ che è monovalente
mantiene statuto verbo monovalente e mantiene grammaticalità
- RIFLESSIONE
Cosa c’è di diverso tra frase in italiano come ‘mi piace il gelato’ e il corrispettivo in inglese ‘i like
ice-cream’
La differenza è grammaticale→ codifica grammaticale diversa di due ruoli semantici uguale:
soggetto in inglese è ‘I’, soggetto in italiano è ‘gelato’
- Soggetto inglese e complemento di termine italiano sono entrambi ESPERIENTI, coloro che
provano emozione
- ‘Il gelato’ è per entrambe lingue è PAZIENTE→ anche se in italiano è soggetto che non fa
azione
Lezione 19
ESERCITAZIONE PDF
X motivare la risposta:
È la frase c ad essere rappresentata da schema→ perché il nodo sintagma nominale è scisso in
sintagma nominale e preposizionale→ che si accorda con schema
In frase a→ può essere individuato anche aggettivo
Mentre in frase b→ il sintagma preposizionale è specificatore del sintagma verbale e non
nominale
BISOGNA SPIEGARE PERCHÉ ALBERO SI ADATTA A UNA FRASE E NON AGLI ALTRI DUE
Esercizio 2-
- Peppino di Capri fu celebre negli anni Settanta
Ramificazione a 3→ sintagma nominale, verbale e preposizionale
Quello preposizionale ‘anni settanta’ dà informazione relativa a tutta portata della frase
Individuando 3 nodi→
SPREP→abbiamo nodo ultimo/minimo= ‘anni settanta’
SN→ Peppino (nome) di capri (sintagma preposizionale)→ può essere anche unica denominazione
per persona (unico nome) Peppino di Capri
SV→ scisso in ‘fu’ (verbo) ‘celebre’ (aggettivo)
- Il nonno di Maria completa i cruciverba in un attimo
‘in un attimo’ dà informazioni più rispetto a verbo
Schema bipartito
SN→ il nonno (SN) di Maria (SPREP)
SV→ si scinde in SV e SPREP
Secondo SV→ completa i cruciverba
SPREP→ in un attimo
- La cugina di Giorgia ha portato i dolci di Cosi
‘di Cosi’→ strettamente unita a ‘dolci’ sintagma nominale
➔ X motivare risposta secondo esercizio
Ragionamento: nel momento in cui schema si adatta a frase 3, dire perché non si adatta alla 2
Varia solo che sintagma preposizionale dà informazioni in più rispetto a sintagma verbale
E nel primo caso sintagma preposizionale dà informazioni in più rispetto a intera frase
SINTAGMA PREPOSIZIONALE in questo caso ha ruoli diversi nelle 3 frasi
X motivare risposta bisogna riflettere su schema, se sembra che schema non si adatti a nessuna
frase→ va detto
X motivare: ragionamento per esclusione o far capire quale sia la giusta
lezione 19
Analisi dei RUOLI GRAMMATICALI E SINTATTICI IN FRASE
Frase italiana composta
- di verbo,
- numero di argomenti che sono retti dal verbo,
Tra argomenti→ soggetto, oggetto diretto e indiretto
- e uno o più circostanziali
RUOLO SEMANTICO
Differenza tra ruoli del soggetto
Soggetto grammaticale può includere più ruoli semantici,
i ruoli semantici sono diversi rispetto a ruoli grammaticali
Ruolo semantico offre informazioni in più rispetto a quello grammaticale
Il ruolo semantico specifica il modo in cui referente di ogni sintagma contribuisce e partecipa
all’evento rappresentato dalla frase
Quanto più soggetto è promotore azione, subirà azione, sarà coinvolto in azione anche senza
essere principale artefici
Avremo almeno 3 ruoli semantici→ ci dà senso della contribuzione dell’azione del soggetto
rispetto all’evento
Da descrizione grammaticale a descrizione dell’evento in sé
Esistono dei RUOLI SEMANTICI sui cui c’è accordo teorico degli studiosi→ ma tassonomia ruoli
semantici è complicata perché se ci fermiamo ad analizzare lingue europee ritroviamo codifiche
semantiche ricorrenti, sono lingue transitive
Ma se ci affacciamo altri tipi di lingue vengono fuori caratterizazioni e ruoli semantici che
esulano da tassonomia paradigmatica e che sono adattabili in specifiche situazioni
ESERCIZIO:
- Tradurre ‘mi piace il gelato’
➔ In ing: i like ice-cream
Da punto di vista semantico rispetto a italiano non cambia niente
Tanto che si codifichi con complemento di termine ‘mi’ tanto che si codifichi con soggetto ‘I’
A livello semantico avrà ruolo di SPERIMENTATORE→ codifica sintattica diversa, codificato in
italiano come termine e in inglese come soggetto
➔ In francese: J’aime la glace
Anche in francese costruzione dello sperimentatore codificato come soggetto del verbo
Verbo piacere
Mi piace qualcosa→ si usa verbo amare
Ma esiste anche costruzione all’italiana: con beneficiario codificato come complemento di termine
➔ In spagnolo: me gusta el helado
➔ In tedesco: Ich mag Eis
Sperimentatore codificato come soggetto
Ma anche in tedesco abbiamo espressione diversa come francese e italiano→ complemento di
termine è sperimentatore
Gelato: STIMOLO
➔ In russo:
In questo caso verbo indica amare e piacere che indica stato di animo
Masha- NOMINATIVO
Ljiubit- verbo
Misha- accusativo
Masha è l’esperiente→ sentimento che si innesca, colui che prova questo tipo di stato di animo è
esperiente
Ma in frase
Masha: nominativo
Nravitsja= fa contento, verbo—piace (ma è verbo tradotto in modo sbagliato)
Misha: dativo
Masha non è esperiente, perché Masha non è l’essere animato che partecipa di stato di animo,
ma sarà lo stimolo di questo stato di animo
Es. Mi piace Marco→ Marco non fa azione in modo volontario, non è agente
Masha è stimolo e non esperiente
Misha è beneficiario = come Marco
X tradurre da italiano a russo adoperiamo verbo che è diverso→ perso valore semantico
Lingue codifichino diversamente le stesse azioni
- Bisogna guardare frase di partenza
Verbo dirà quale è ruolo degli elementi che stanno intorno
RIASSUNTO:
- Analizzato ruoli sintattici, visto che ai ruoli sintattici non corrispondono ruoli semantici
- X ruoli sintattici si parla di reggenza
- X ruoli semantici→ origine dell’analisi parte da semantica del verbo
Oltre a disporre di elementi sintattici e semantici x dare significato a frase→ esiste un contesto e
un’intenzione che sono gli elementi che completano significato della frase
Frasi vanno inserite in contesto comunicativo
Ciò che va contestualizzato→ è contesto che ci dà significato reale di una frase
Di fatto in italiano in prima posizione c’è elemento che generalmente codifica ruolo sintattico del
soggetto e funzione pragmatica di TEMA
Serve per individuare di che cosa stiamo parlando→ è generalmente soggetto, prima informazioni
che diamo
- Risulta che in spagnolo, tedesco, francese funzioni uguale? Avere soggetto in prima
posizione
Necessariamente soggetto in prima posizione, ed è tema?
In inglese sicuro sì→ struttura sintattica è necessariamente sempre soggetto+verbo+oggetto
In tedesco→ soggetto+verbo+oggetto+complemento con sequenza
In spagnolo e francese più o meno uguale
Buona parte lingue europee è così
Però anche in italiano o tedesco→ prima posizione occupata anche da elementi che non
corrispondono sempre a soggetto, ma occupata da soggetto in maggior parte casi
Se prima posizione non è soggetto in tedesco ce ne accorgiamo bene→ ci dice che siamo in frase
strana rispetto alla prototipica, INVERSIONE
→ es. TEDESCO marca da punto di vista sintattico un cambiamento di struttura informativa
Se decido che più importante da punto di vista comunicativo il primo è oggetto→ avrò inversione
Soggetto non corrisponde in questo caso a tema→ perché più importante esprimere oggetto
ESERCIZIO
Italiano come è codifica tema, soggetto:
1- La settimana prossima ritorna a casa mia sorella
➔ Ciò di cui parliamo, TEMA: da punto di vista logico faremo coincidere soggetto con tema, in
realtà ciò che da punto di vista comunicativo parlante mette in evidenza ‘la settimana
prossima’
Se immaginiamo situazione in cui inserire frase: intervento precedente:
‘ci sei la settimana prossima?’ ‘no, prossima settimana torna mia sorella’
Messo in evidenza ‘la settimana prossima’→do informazioni al riguardo
Inghippo→ tema non corrisponde a soggetto che sarebbe ‘mia sorella’
Verbo dice qualcosa del soggetto, predica qualcosa su soggetto→ facile dire che tema sia
SORELLA, perché diciamo ‘ritorna a casa’
Ma in realtà diciamo qualcosa della settimana prossima
- In questa frase individuiamo AGENTE?
Sorella è soggetto e agente→ ma non è tema della frase
5- Quanto al calcio, le partite più importanti non devono essere trasmesse a pagamento
Tema: quanto al calcio→ non c’è corrispondenza
Soggetto: le partite
Paziente: le partite
Parte rematica
Può essere individuata sia con produzione scritta che parlata, ma molta differenza
- In interazione parlata→ parlante, emittente e ricevitore sono in grado di aggiustare il tiro
Rinegoziare significati, dare a intendere qualcosa invece che altra
Tramite elementi non linguistici es alzare occhi al cielo, pausa, intonazione
- In interazione scritta→ sta a ricevente decodificare messaggio ricevuto
Interazioni tra messaggi sono i più gravi da intendere
In comunicazione scritta sta a chi riceve messaggio codificare parte rematica , interpretando
messaggio
Es. Nessun paese può uscire dalla crisi da solo→ possiamo codificare parte rematica in tre modi
diversi
- Nessun paese Può USCIRE DALLA CRISI DA SOLO
- Nessun paese può USCIRE DALLA CRISI da solo
- nessun paese può uscire dalla crisi DA SOLO
Se interazione scritta possibilità di diversa codifica → messe in evidenza diversi aspetti
Con interazione parlata risolta ambiguità con intonazione→ dà idea della preminenza
DATO E NUOVO
DATO: elemento da considerare come noto nella frase, perché introdotto precedentemente o
conoscenza condivisa
Spesso coincide con tema
NUOVO: informazione non nota, può corrispondere con rema ma non è detto
Es. un gatto grigio sta giocando nel tuo giardino
Elemento dato da punto di vista comunicazione, elemento che condividono: ‘nel tuo giardino’→
elemento saputo è che ascoltatore abbia un giardino
STRATEGIA DI COMUNICAZIONE:
- Sintattiche, posizione del costituente all’interno della frase→ spostare elementi della frase
in modo che abbiano valore diverso
- Strategie morfologiche→ usare morfi specifici per indicare che vogliamo dare importanza a
elemento
- Elemento soprasegmentali→ non riguarda fonetica, ma pronuncia→ con curve di
intonazioni che servono a mettere in evidenza elemento invece che altro
Es curve intonazioni diverse→
dichiarativa: Luisa va a Milano→ curva piana
Ma ‘Luisa va a Milano?’ --> curva ascendente, mettere in evidenza se va a Milano
1° STRATEGIA
RISORSE SINTATTICHE→ sono frasi marcate
- Ci penso io
- La macchina l’ho lavata io
Frase pronunciata in contesto comunicativo in cui si sta già parlando della macchina
Dire ‘ho lavato la macchina’ do informazione diversa, frase non marcata
- Il caffè il nonno non lo vuole
Magari c’è qualcuno che chiede cosa vogliamo
Frase non marcata: ‘il nonno non vuole il caffè’
- È lui che lo ha fatto→ definita frase scissa
‘lui ha fatto qualcosa’, frase non marcata
Sto focalizzando attenzione su soggetto e per quale motivo lo sto facendo? Es. bimbo che si
giustifica con maestra
➔ Strategia per individuare qualcuno o qualcosa in deferrizzazione binaria o in gruppo
Ruoli pragmatici informativi→ informazioni che parlante vuole trasmetter con frase
Informazioni veicolate con serie di strumenti:
- Risorse sintattiche
- Morfologiche
- soprasegmentali
sono quelle che si vedono maggiormente→ adoperiamo senza rendersene conto
Generalmente lingue seguono ordine abbastanza ricorrente nella sequenza elementi che
compongono frase
Generalmente lingue europee seguono ordine come ‘soggetto+verb+oggetto’→ come x inglese,
italiano
- Perché rispetto a italiano, latino ha ordine di costituenti più libero?
Latino era una lingua con una morfologia particolare→ latino aveva i casi, morfologia flessiva che
contempla i casi
- X quale motivo l’ordine dei costituenti (verbo, oggetto diretto e indiretto...) può essere più
libero che in italiano?
I casi sono esplicitati da morfi che indicano con caso funzione sintattica parola
(nominativo=soggetto, accusativo=oggetto)
Se abbiamo lingua che già con strumenti morfologici che marcano funzioni sintattiche
Es. se mettiamo nominativo dopo verbo, accusativo prima verbo→non c’è rischio che pensiamo in
prima posizione ci sia sempre soggetto, perché sappiamo che è marcato con determinato morfo
≠
Se in italiano diciamo ‘il gatto mangia il topo’ o ‘il topo mangia il gatto’→ solo ordine della frase ci
dice chi sia soggetto e chi oggetto
non succede in latino si riconosce funzioni sintattiche→ soggetto e oggetto hanno forma
specifica, si possono mettere ovunque in frase
in lingua in cui ordine elementi è importante→ capiamo che spostamento in elementi frase è
importante
vuol dire che vogliamo veicolare informazioni con pregnanza particolare→ particolarmente
topizzate
1° strategia
RISORSE SINTATTICHE
4 esempi:
- ci penso io
- la macchina l’ho lavata io
- il caffè il nonno non lo vuole
- è lui che lo ha fatto
spostamento elementi contribuisce a specificare significato frase
‘ci penso io’ diverso da dire ‘ci penso’→ cambia da punto di vista informazione, uguale a livello
sintattico e semantico (uguale da punto di vista grammaticale e morfologico)
Es. magari io sono libero, e me ne occupo io = ci penso io
Strategie servono a focalizzare elemento→ punto più saliente della frase, far diventare elemento
della frase un focus
SALIENZA→ proprietà importante da punto di vista pragmatico, ci fa capire ruolo che giocano
certe informazioni in flusso comunicativo
in frase non marcata il tema è gatto, parte rematica: gatto insegue il topo
‘il topo lo insegue un gatto’→ pongo attenzione sul gatto, non sul topo
In genere focus ha una funzione contrastiva→ ‘il topo lo insegue un gatto’, ‘non lo sta inseguendo
mia madre’→ in questo caso elemento focalizzato è il gatto → che abbiamo spostato in frase,
spostiamo topo a sinistra
In ‘lo insegue un gatto, il topo’→ elemento focalizzato è sempre gatto, ‘lo insegue un gatto, il
topo’, ‘non mia madre con la scopa’
Se avessi voluto evidenziare ‘topo’→ ‘è il topo che il gatto insegue’ o ‘il topo insegue il gatto’
(ultima frase la capisco solo grazie a intonazione, non abbiamo strumenti grafici)
Esempi
‘Lucia mangia il gelato’→ frase con ordine non marcato
Lucia: soggetto, agente che inizia azione
Dislocazione a sinistra: il gelato lo mangia Lucia → spostato elemento a sinistra
Dislocazione a destra: lo mangia Lucia, il gelato→ una parte del rema che è già a destra viene
spostato a destra → perché pronome prende prima posizione
Il fatto che ci sia virgola→ lo sposta in frase
Frase scissa: è lucia che mangia il gelato→ adoperiamo due elementi che dividono fra in modo
strano, non creano in realtà due frasi perché ‘che’ non è vero pronome relativo
DISLOCAZIONE a SINISTRA
Differenza:
- Il giornale ho comprato → evidenzia oggetto, non è sigarette
- Ho comprato il giornale
Differenza:
- A Luigi Marina non piace
- Marina non piace a Luigi
Da punto di vista semantico stesso significato, ma quando diciamo ‘A LUIGI marina non piace’→
stiamo parlando specificando Luigi→ mettiamo in evidenza che a lui non piace, ma magari al resto
della compagnia sì
- Il latte non lo bevo→ focus sul ‘il latte’→ magari perché facciamo colazione da qualcuno
‘no il latte non l bevo, il caffè sì’
- Non bevo il latte
DISLOCAZIONE A DESTRA
Spostiamo elemento da localizzare all’estrema destra della frase
Facciamo spostamento adoperando virgola, facendo pausa quando leggiamo frasi
- Non lo bevo, il latte→ fatto che elemento sia focalizzato lo si beve nel pronome
- Non bevo il latte
FRASE SCISSA
- È questo libro che voglio
- Voglio questo libro
ALTRE LINGUE…
La possibilità di focalizzazione con strumenti sintattici fa parte anche per altre lingue
Quando si impara lingua→ si impara standard e norma→ imparato a seguire certo ordine gli altri
considerati devianti
Tuttavia, tutte lingue sono strumenti comunicativi→ servono per veicolare anche particolari
informazioni
Es FRANCESE
◼ DISLOCAZIONE A SINISTRA
- Moi, je n’arrive pas à trouver ce livre→ non riesco a trovare questo libro
Ripetuto pronome personale
Spostato elemento tematico più a sinistra più di quanto non sia→ mettendo addirittura una
virgola
- Ce livre, je n’arrive pas à la trouver
Possiamo spostare a sinistra anche elemento del REMA
Ripreso in frase con pronome ‘la’
- Trouver ce livre, je n’y arrive pas = trovare questo libro non ci riesco
Possiamo spostare a sinistra anche tutta parte del rema (elemento predicativo)
In frase dopo virgola→ usiamo comunque pronome, ripresa pronominale di tutto ciò che c’è prima
virgola
Chi adopera francese può usare strumenti sintattici per focalizzare elementi con dislocazione a
sinistra
Quando adoperiamo dislocazione degli elementi→ a destra o sinistra da forma non marcata→ in
genere vengono ripresi da pronomi
◼ DISLOCAZIONE A DESTRA
- Je n’arrive pas à le trouver, ce livre= non riesco a trovarlo questo libro
Ce livre→ spostato a destra
Ripresa anaforica prima della virgola con ‘le’
- Je n’arrive pas à trouver ce livre, moi→ in grammatica francese difficile trovarlo
È forma che si piò sentire in conversazioni
Moi (prima persona)→ rappresenta spostamento a destra del primo pronome ‘je’
Per quale motivo ripetuto pronome due volte in francese, in questo caso?
Se togliamo je davanti al verbo→ non capisco a chi faccia riferimento il verbo
Come inglese, anche in francese→ obbligo di esprimere pronome, altrimenti tutte forme uguali
dato che ultima sillaba è stata persa
Senza pronome personale non si sa
- Je n’y arrive pas, à trouver ce livre= non ci riesco a trovare sto libro
Esattamente come in italiano→ c’è forma pronominale che corrisponde a ‘ci’ italiano e fa
riferimento a parte rematica
Altra strategia sintattica, serve come marcatore pragmatico, serve per focalizzare elemento in
frase: INVERSIONE
È più semplice e immediata delle dislocazioni
- Comporta in caso soggetto+verbo→ inversione due elementi
Troveremo frase con ordine verbo+soggetto
- In caso di verbo+oggetto→ inversione con creazione frase oggetto+verbo
1° tipo INVERSIONE
VERBO+SOGGETTO
‘è arrivato Stefano’, suona diverso rispetto ‘Stefano è arrivato’
‘ha chiamato mamma’→ inversione serve a focalizzare elemento ‘mamma’
‘A Giovanni piacciono i romanzi polizieschi’→ metto accento su romanzi polizieschi e non
romantici
2° tipo INVERSIONE
OGGETTO+VERBO
non è dislocazione a sinistra→ cosa diversa
ES. il giornale ho comprato
Quando operiamo dislocazione a sinistra stiamo focalizzando elemento ‘il giornale’→ in frase
focalizzata, ‘il giornale’ è tema
Quando operiamo dislocazione trasformiamo elemento rematico in elemento tematico
Diventa elemento di cui predichiamo qualcosa
Quando operiamo inversione oggetto+verbo→ ciò che spostiamo a sinistra è rema, non il tema
‘te cercavo’→ te rimane elemento rematico
Rimangono elementi rematici
‘anche la televisione ci hanno rubato’
2° strategia
RISORSE MORFOLOGICHE
In italiano non funziona→ ma ci sono lingue che marcano Tema tramite dei morfi
Es GIAPPONESE
Marcare il tema con un morfo= abbiamo elemento che compone la parola o un elemento
morfologico in caso di lingue isolante in cui ogni parola ha suo significato
Si nota come c’è morfo specifico che funziona sulla parola precedente e la marca come tema
Es Huro wa Kimoti ga ii
Huro= bagno
Wa= Tema→ elemento che ci dice che bagno è elemento frase
Kimoti=sentire
Ga=soggetto
Ii=buono
‘quanto al bagno mi fa piacere’
➔ Siamo obbligati a tradurre frase in questo modo e non come ‘mi piace fare il bagno’
Perché ‘mi piace fare il bagno’→ è una frase non marcata in italiano
Mentre invece in giapponese frase è marcata→ sappiamo c’è elemento tematizzato, e in quanto
tale va reso anche in traduzione→ l’unica è forma di questo tipo
Se non tradotte così→ si scambierebbe interazione→ magari scrittore vuole dire qualcosa e non
un’altra
3° strategia
RISORSE SOPRASEGMENTALI
A seconda del tipo intonazione, pause→ mettiamo in evidenza elemento invece che altro
Es. ‘Scusami ho fatto tardi non ho sentito la sveglia stamattina’, ‘seh, la sveglia’
Stiamo con curva intonazionale precisa→stiamo selezionando elemento della frase precedente,
ma dando significato che va al di là sveglia
‘seh, la sveglia’→ frase non si ferma a oggetto inanimato, stiamo dicendo qualcosa in più ‘seh
vabbè che stavi facendo’
In genere focus fa parte del Rema ed è caratterizzato da una particolare curva intonativa enfatica
‘Carla al mattino prende il caffè’→ non prende il the
Elemento della frase che può essere contrastato
Sono tutte strategie che servono a tematizzare ciò che vogliamo far risaltare
Tematizzare ciò che in frase non marcata tema non è
Così struttura informativa più libera della sintattica
In sintattica ci si aspetta→ SOGGETTO+VERBO+OGGETTO→ con queste tre frasi precedenti non
torna struttura
Dato che soggetto e tema non corrispondono
Es. dio, nessuno, io→ sono soggetti
Tema è parte saliente e non corrisponde a soggetto in questi casi
Stessa cosa in FRANCESE
- Charles, on n’a pas beasin de lui= Charles, non abbiamo bisogno di lui
- Cet èlève, j’en ai entendu parler
C’è dislocazione a sinistra
C’è tematizzazione di alcuni elementi che non sarebbero tema→ e che sono ripresi da pronomi
È tema sospeso perché non funziona come nelle frasi in cui il tema è immediatamente seguito
da rema ed elementi spostati tranquillamenti
In questi casi→ spostamento non funziona più
SOGGETTO E PREDICATO
Se mettiamo a confronto i diversi ruoli e costituenti che possiamo individuare in un contesto di
frase ci rendiamo conto di come due concetti come SOGGETTO E PREDICATO possono essere
analizzati sotto diverse prospettive
A livello strettamente sintattico:
- Soggetto → argomento che ha la stessa persona e lo stesso numero del verbo
Non è solo colui che compie l’azione→ es. soggetto delle frasi passive
- Predicato→ costituito dal verbo + altri argomenti del verbo stesso
Presa in considerazione definizione valenziale
FRASI COMPLESSE
Si parla di periodi
Quando si analizza periodi→ analizziamo testi o parlati più complessi
E frasi complesse, il periodo ci dà idea della complessità di un ragionamento e dei rapporti logici
tra frasi
In genere complessità dei periodi dà idea della complessità del mondo→ idea della complessità
dei rapporti logici
Es. quando usiamo frase causale prima di frase principale (anche in discorsi quotidiani)
- es. non è venuto perché non è suonata la sveglia→ già esplicitato rapporto logico di frase
causale che determina un dato stato nel mondo
COORDINATE
- Gianni è partito e Maria è rimasta a casa
- Paolo ha mentito e Luca gli ha creduto
Tra frasi principali
Sono modi di rappresentare come per parentesi quadre dei rapporti tra sintagmi
- Inoltre, in italiano non tutte completive devono essere introdotte da congiunzione → si può
dire ‘credo che tu abbia ragione’ ma posso dire anche ‘credo tu abbia ragione’
- In inglese molto spesso si dirà ‘i think you are right’→ non si dice ‘i think that you are right’
- In tedesco si può dire ‘ich glaube dab du gluklich bist’=io penso che tu sia fortunato →
posso dire anche ‘ich glaube du seiest glucklic’=penso tu sia fortunato
Senza congiunzione che introduca oggettiva, ci sono due frasi apposte (principale e completiva)
- In latino, frasi completive non sono introdotte da congiunzione (marca zero)
Es. scio eum esse felicem
In caso di latino costruzione va inquadrata anche con utilizzo casi→ completiva comunque non
introdotta da congiunzione
- CIRCOSTANZIALI o AVVERBIALI
Riprende classificazione della grammatica valenziale
Si parlava di elementi circostanziali= tutto ciò che esulava da argomenti obbligatori del verbo
Possono essere finali, temporali, causali, concessive
- Prima frase incassa la seconda
- Prima frase incassa la seconda
- In questo caso è frase due che incassa la prima→ quando rappresentiamo formalmente,
dato da prospettiva lineare concessiva precede principale
Apriamo prima frase 2 e poi all’interno apriamo frase 1
I rapporti di dipendenza non sono tanto formalizzati da parentesi esterna o interna→ i rapporti di
dipendenza sono formalizzati da indice che diamo a frase
Frase 1=sarà sempre principale
Frase 2=è sempre subordinate
((f2 benché fosse brillo) e (non ricordasse la parte) (f1 l’attore recitò benissimo))
Esercitazione
Dislocazione a sinistra:
in chimica Gabriella è un fenomeno
scisse:
è Gabriella che è un fenomeno in chimica
è in chimica che è un fenomeno Gabriella
se frase come:
quanto a Gabriella, è un fenomeno in chimica
- Che tipo di strategia di focalizzazione è?
Dislocazione a sinistra
Come per la dislocazione a destra siamo aiutati da elementi grafici come punteggiatura
In questo caso abbiamo focalizzazione alla sinistra dell’enunciato e la messa in rilievo è focalizzata
tramite utilizzo punteggiatura
ESERCIZIO
- Roberta regalò un libro a Mario, ‘a Mario’ è?
Mario è beneficiario, è lo scopo di determinata azione
Beneficiario marcato da complemento di termine
Lezione 21
CLASSIFICAZIONE DELLE LINGUE→ CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA TIPOLOGIA
LINGUISTICA
Le lingue al mondo sono molto diverse
Sono in numero che non è destinato a perdurare nel tempo in modo identico
Quando si contano lingue de mondo→ cambia molto se conteggio più di vecchia dato o fatto oggi
quando parliamo di lingue→ si parla di lingue che possono avere caratteri più disparati
➔ biforcazione tra lingue per generazione e lingue per contatto
Una carta che renda conto della varietà linguistica sul suolo italiano è cartina complessa
Legenda della cartina→ indicate lingue:
- Lingue romanze→ lingue e varietà di derivazione latina
- Lingue di derivazione germanica→come tedesco
Principalmente a nord
- Varietà slave→ ci sono comunità in cui conservate delle parlate di tipo serbo croato
- Altre lingue sempre attestae→ greco, parlato in zona grecia salentina e zona calabria,
albanese, in alcune zone del nord della Calabria ma anche in puglia molise e abruzzese
Cartina dimostra differenziazione dialettale→ troviamo anche altre novità italo romanze
- Occitano
- Franco valenziale
- Romagnolo→ che sconfina oltre romagna fino marche
Pesaro→ molto simile a romagnolo
- Gallo italico
- Catalano→ parlato zona di Alghero, nord Sardegna
- Italiano centrale→ lazio, umbria, marche, parte occidentale abruzzo
- Latino
- Friulano
- Siciliano → parlata poi con altre differenziazioni
CLASSIFICAZIONE GENEALOGICA
Con genealogie si parla di discendenza
Con classificazione di ordine genealogico si classificano su base discendenza
Con osservazioni di tratti sintattici e morfo sintattici individuate parentele linguistiche
Es lo facciamo quando diciamo→ spagnolo, francese e italiano→ sono lingue romanze, che
derivano da latino
Assunto x lessico fondamentale: se i nomi hanno lo stesso significante (se forme simili rimandono a
stesso significato), questo rimanderà a una forma originaria condivisa
Es.
‘uno’, ‘due, ‘tre’
Esaminate su yalumka, badaga, susu, kannada
Nomi per indicare numerali che sono molto simili, ci sono solo piccole oscillazioni di natura
fonetica
(keden, keren o ondu, ondu)
Si postula per stesse lingue un antenato comune-> da cui poi generate diverse varietà
CONFRONTO NUMERI
- Inglese
- Gotico, lingua estinta
- Latino
- Greco moderno
- Antico slavo ecclesiastico→ lingua non più parlata, testimonianze solo letterarie e
attestazioni legate ad ambito religioso
- Sanscrito, lingua letteraria indiana
- Cinese
- giapponese
(foto)
- preso in considerazione numerale ‘uno’
one, ains, unus→ conseguenza vocale consonate
- preso in considerazione ‘due’
somiglianza più evidente
inglese e gotico mantengono dentale sorda
mentre altre lingue hanno occlusiva dentale sonora /d/
mentre cinese e giapponese forme assestanti
- anche per numerale tre
c’è somiglianza
alternanza a occlusiva dentale sorda e fricativa /f/
Sotto lingua indoeuropea si distingue→ gruppo balcanico, gruppo baltico, gruppo slavo, gruppo
germanico
È situazione storica delle lingue indoeuropee
(foto carta lingue indoeuropee)
questa è situazione attuale lingue indoeuropee
vanno da portogallo/Islanda a india
- rumeno, albanese
- famiglia germanica
- famiglia romanza
- attraversano anche russo per arrivare in zona indiana
SOTTOFAMIGLIA ROMANZA
- Italiano
- Francese
- Spagnolo (castigliano)
- Portoghese
- Romeno
SOTTOFAMIGLIA GERMANICA
- Gruppo occidentale: inglese e tedesco
- Gruppo settentrionale: neerlandese, svedese, norvegese, danese
Quando si riscontrano somiglianze lessico culturali→ ipotesi di unica famiglia originaria che poi
spezzettata in diverse sottofamiglie
LINGUE PIDGIN
Nate da mescolanza tra lingue distanti tra di loro che hanno dato vita a varietà linguistiche
peculiari
Dato che loro origine è data da contatto con lingue non si possono inserire facilmente in
classificazione tipo genealogico, dato che offre tassonomia di lingue imparentate per discendenza
Più difficile restituire schema di lingue create da contatto anche di lingue distanti tra loro
- Quali sono motivi per cui creazione di lingue pidgin?
Principalmente natura economica
Es. Russenorsk→ è pidgin parlato su coste del mar artico
È un pidgin originato da incontro due lingue che sono russo e norvegese
Trae origine da motivazione natura economica
In parte del nord parte norvegese e russa avevano roba da scambiarsi→ dato che due lingue sono
molto dissimili, e non sono mutuamente comprensibili
Dato questa distanza, modo più semplice per scambi commerciali era creare lingua veicolare con
elementi entrambe lingue che funziona solo in contesti commerciali
Sappiamo che lo parlano i commercianti o pescatori, parlato solo per finalità di natura
commerciale e solo in mar del nord
- Perché si crei un pidgin è necessario che parlanti abbiano un accesso limitato a lingua
bersaglio→ cioè non siano facilmente disponibili modelli linguistici di riferimento
Es. russo competenza limitata norvegese, e norvegese competenza limitata in russo
Altrimenti parlante cercherà di parlare in altra lingua
CREOLI
Rispetto a pidgin, hanno passo in più
Pidgin= usati in contesti in cui rispondono a certe necessità, usate in contesti di scambio
economico, gruppo ristretto di parlanti
I creoli→ sono invece dei pidgin che diventano lingua nativa di gruppo di parlanti
Ciò che succede a tok pisin in nuova Guinea→ da essere lingua usata solo per scambi commerciali
inizia ad essere lingua usata anche nel parlato comune
Nuove generazioni abituate ad usare questa lingua
In quanto lingua materna comunità non soddisfa solo bisogni necessari→ ma contesti più ampi,
arricchito lessico e grammatica
Esempio creolo
Giamaicano è creolo
Non è lingua prettamente inglesi, ma ha tratti divergenti
È creolo nato da originario pidgin, nato da lingua giamaicana iniziale e colonizzatore inglese
CREOLI
Rappresentano stato evolutivo pidgin
Se pidgin rimane lingua veicolare, che serve in contesti solo specifici
Il creolo è un pidgin che diventa lingua nativa di alcuni parlanti
Nel momento in cui pidgin viene allargato in contesti di utilizzo, non solo scopi commerciali ma
diventa la lingua nativa, lingua di socializzazione primaria→ allora status lingua diventa da pidgin a
creolo
Quando lingua da pidgin diventa creolo
Lingua allarga campi di utilizzo
Dato che pidgin usato magari solo per acquisto di beni, materie prime→ avrà lessico limitato a
sfera commercio, pochi elementi riferiti a natura, poche materie rime
Essendo lessico limitato a commercio→ solo certi tipi di azione
Si possono azzardare ipotesi di questo tipo→ se ipotesi sono verificate vedendo acnhe più
enunciati di questo tipo
Allora possiamo dire che creolo haitiano ha determinata morfologia
Altra riflessione:
dato che ci rendiamo conto che creolo Haiti è base prevalentemente francese
e secondo francese→ aggettivi possessivi precedono sostantivo
si può ipotizzare che fatto che i pronomi in funzioni di aggettivo seguono sostantivo → magari
fanno riferimento ad altre lingue come da sintassi lingue indigeni di haiti, che sono altro elemento
che si interfaccia con francese nella creazione della lingua
MAPPA
Si vedono quali sono creoli e pidgin più importanti a livello mondiale
CLASSIFICAZIONE AREALE
Se con genealogico si ricostruisce lingue comparandole con tratti strutturali come lessico o
morfologia
Sviluppato concetto di LEGA LINGUISTICA= lega di lingue, gruppo linguistico composto da lingue
che o non sono imparentate o se sono imparentate lo sono alla lontana
Data loro vicinanza territoriale hanno nel tempo sviluppato tratti comuni
Lingue appartenenti a lega balcanica→ fanno futuro con ausiliare che ha significato di volere+
forma infinita del verbo
Marca di futuro e merca di pronome
Anche se partono da lingue diverse→ tendono a soluzioni sintattiche comuni, perché sono lingue
che hanno sempre avuto contatti tra di loro, dato che stessa porzione territoro
CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA
Abbiamo visto:
- Classificazione genealogica→ individuando antenato lingua, origine comune lingue
- Classificazione areale→ con prossimità territoriale, contatto
- Classificazione tipologica→ si osserva tratti strutturali tra lingue che non possono essere
spiegati con parentela o territori, ma tratti sviluppati anche tra lingue molto diverse tra
loro
Già accenno a classificazione tipologica→ CON TIPI MORFOLOGICI= sono tipi linguistici che si
comportano in certo modo rispetto a codifica categorie grammaticali, in base a comportamento ci
sono 4 tipi: agglutinante, sintetico…
È classificazione di ordine tipologico
UNGHERESE, TURCO→ TIPO AGGLUTINANTE, codificano ciascuna categoria con morfi diverse
Anche se ungherese e turco non imparentate genealogicamente e non si può parlare neanche di
vicinanza territoriale estesa nel tempo
Riconduce a Variazione strutturale osservata tra lingue a principi generali di natura funzionale→
vuol dire che se una lingua appartiene a determinato tipo linguistico si potrà motivare certe scelte
sintattiche proprio in base a tipo linguistico a cui si riconduce
Che governano la corrispondenza tra le forme di espressione linguistica e le funzioni che queste
veicolano, in dipendenza di categorie cognitive fondamentali e degli usi del linguaggio→ variazione
non giustificata con parentale linguistica o prossimità lingue, ma viene motivata con il fatto che
lingue si diano determinate strutture e che queste struttura diventino universali e che rispondano
a criteri funzionali e che rispondo a sua volta a categorie cognitive
Lingue non sono strumenti a disposizione uomo e senza criteri→ in realtà lingua si costruisce
seguendo organizzazione menatale del mondo e rispondono a criteri funzionali, devono poter
esprimere determinate cose
Quando si parla di universali linguistici→ ci sono affermazioni che si possono fare per tutte lingue
mondo
Sono situazioni riconoscibili per tutte lingue mondo, universalmente diffuse
- TUTTE LE LINGUE SI SERVONO SIA DI FENOMENTI VOCALICI CHE CONSONANTICI
È un’affermazione che si può fare per gran parte lingue
- TUTTE LE LINGUE DISTINGUONO IN QUALCHE MODO LE CATEGORIE MORFOLOGIICHE DEL
NOME E DEL VERBO
Necessità di esprimere azione e chi fa azione→classificati come verbi e nomi
- NON CI SONO LINGUE CHE NON DISPONGANO DI STRUMENTI PER ESPRIMERE CATEGORIA
DEL TEMPO
Categoria tempo→ da punto di vista cognitivo è importante, da punto di vista funzionale può
essere codificata in modo diverso= alcune lingue creano tempi verbali, altre lingue non hanno
tempi verbali ma lo classificano su avverbi
Succede anche in italiano
Es. andrò domani a comprare la macchina
Es. vado domani a comprare la macchina→ in questo caso sappiamo sempre che categoria del
tempo espressa in questo caso è futuro
Nonostante usiamo presente→ e riconosciamo futuro grazie a ‘domani’, codifica della categoria
del tempo su avverbio
➔ Tutte lingue in qualche modo esprimono categoria tempo
LINGUE DEL MONDO CONOSCIUTE AL MONDO SONO CIRCA 6000, ci sono lingue di territori meno
conosciuti, con indagini di campo
Zone che conservano lingue parlate da pochissimi parlanti
Tra queste lingue si possono osservare ricorrenze→ e la variazione tra questi meccanismi è ciò che
la tipologia linguistica cerca di individuare
TIPI sono entità astratte, non realizzate interamente in nessuna lingua→ come per inglese
Tipi sono modelli di descrizione delle lingue storco naturali
Sono modelli di descrizione astratta→ ci fa capire funzionamento lingue, si rimanda a
organizzazione cognitiva
Capire tipi di funzionamento lingua ci permette di capire quali sono mosse organizzative
Indagini tipologiche: dobbiamo avere numero grande numero di dati tratto da più lingue nel
mondo
Devono essere anche dati che possono essere comparabili tra di loro
Bisogna lavorare su dati omogenei
Dato che italiano classificato come VO→ vuol dire che è ordine dominante
Ma non è detto che non si trovino esempi secondo OV→ risponde a ragione di natura pragmatica
e informativa
ANCHE X CINESE
ANALISI
- Rappresentazione logografica
- Trascrizione con sistema piyin
- Traduzione morfemica interlineare→ dato che cinese lingua isolante per cui significati
costruiti con sintagmi più o meno complessi
Es centro paese persona
- Traduzione idiomatica
Tutto si trduce in CINESE→ abitante della cina, che abita determinato paese
TRASCRIZIONE E TRASLITTERAZIONE
Non c’è trascrizione morfemica
- Tratti originali ripresi da neogreco
Scrittura è traslitterata
Nella traslitterazione io riproduco quello che è il valore delle lettere
Si nota come traslitterazione sia diversa rispetto a quello che io ho letto
In greco avrò ‘oi’→DUE morfemi che sono vocale di tipo ‘i’ e ‘o’
Traslitterazione comporta la resa in alfabeto latino in genere dei diversi morfemi
Ma in GRECO→ succede che nell’ordine della struttura fonotattica, quando pronunciamo diversi
fonemi
Acquistano valore specifico a seconda del fonema che precede o segue
Es. Per cui dittongo ‘oi’—in greco moderno si legge ‘i’
- Noi pronunciamo stringa e ciò che trascriviamo
Traduzione: le aspirazioni estetiche e l’elaborazione (…) fatto
Ki=e
I=articolo
Epekservasia=elaborazione
In lingue che hanno anche codifica scritta→ non è detto sia in alfabeto latino
Per rendere omogenei dati→ è necessario traslitterazione e trascrizione
Inoltre x essere più omogenei possibile→ bisogno di trascrizione interlineare dove si riconoscono
diversi morfi e siamo in grado di associare a ciascun morfo significato
tedesco forma futuro in modo perifrastico con ausiliare werden→ diventa marca di futuro
+ infinito
È una individuazione dei diversi morfi, una trascrizione morfemica interlineare (glossatura, io,
diventare e categorie grammaticale, )
GLASSATURA Più PRECISA O STRETTA CHE SIA → ma si rifà a standard definito
Sono regole di glossatura di Lightsit
Esiste una modalità di glossatura e serie di categorie esplicitate con glossatura e che si rifanno a
norme di lightsit
- Analisi forme che si trovano in frasi semplici in tre lingue pidgin e creole
Cercare di descriverle rifacendosi a quelle che sono le caratteristiche morfologiche e sintattiche
dei pidgin e creoli
REGOLE GLOSSATURA
C’è standard di glassitura→ x esplicazione degli elementi frase
Standard elaborato
Standard a cui rifarsi x scrivere lingua in termini morfologici
Standard in modo per capire lavori che vengono da qualsiasi scuola e lingue dierse→ riferimento a
tratti e modalità che potessero essere universalmente comprese
- Regole di glossatura:
(non necessaria saperle tutte)
➔ ESEMPIO DAL TEDESCO
Glossatura in tedesco e in italiano→ spiega ciò che c’è dentro
Glossatura precisa dice anche (1°sing nominativo)→ ma anche ‘io’ va bene
Ich werd-e auch komm-en
Io diventare anche venire
Warden+infinito→ dà costruzione del futuro
Tipologie glossatura:
GLOSSATURA PAROLA PER PAROLA
Es. indonesiano
Solo traduzione
Mereka di jakarta sekarang
Loro in jakarta ora
➔ Non c’è una glosatura precisa, ma va bene comunque
Magair perché non c’è bisogno di lavorare su morfologia lingua, bisogno solo traduzione
interlineare
Latino→ insul-arum
Island-morfema grammaticale, gentivo e plurale (caso e numero)
Essendo due funzioni marcate su stesso caso, congiunte con punto e non trattino
Tedesco→
Unser-n (nostro, n è morfema flessivo della funzione plurale dativo)
Vater-n→ morfema lessicale(padre, plurale)
Morfema flessivo→n (dativo e plurale)
Francese→
Aux= preposizione articolata, ha su di sé anche articolo che è plurale
Aux= a/to + articolo plurale→ descrizione con puntini, sempre stesso morfo descritto in questo
modo
Chevaux= cavallo pluale
Glossatura può tornare utile nel momenoto in cui dobbiamo interfacciare con lingua mai
studiata→ oltre che imparare grammatica lingua, saper leggere una descrizione di questo tipo di
esempi tratti da lingua→ CI FA CAPIRE IN MODO EFFICACE MECCANISMO LINGUA, fenomeni che
si vedono spiegati e non solo imparati con grammatica
Sole cose che interessano sono forma verbale e marca pronominale relativamente a chi parla
- Non si vede descrizione per nessuna parola
Semplicemente traduzione
Perché informazioni ulteriori non sarebbe pertinenti a studio
Mentre
Glossatura forma italiana → più dettagliata
Significato di andare
Presente, prima plurale
Dice forme pronominale→ loro significato viene indicato con numero e persona (rappresentano
un’unica sequenza, non sciolte con altro punto come in parentesi)
TIPOLOGIA LINGUISTICA
Individuare tipi linguistici è modalità di classificazione
A differenza di classificazione genealogica e areale→ soprattutto per la genealogica si può
individuare filiazione lingua certa
Quando si parla di tipologica, si parla di tipi, ma difficilmente si trova lingua che si adatta al 100%
ad un tipi
Si devono fare DELLE ASTRAZIONI
Es. domanda su portghese→ portoghese è lingua romanza, in quanto lingua romanza mi aspetto
che si comporti in quel modo→ ma ha comportamenti che esulano
Quando classificazione di tipo topologico → quasi mai tutte lingue che derivano da unica lingua
hanno stessa sintassi e lessico
Esempio PORTOGHESE
Lingua romanza, da latino
Latino si è sovrapposto a varietà linguistiche diverse (c’erano altri popoli e parlanti quando arrivati
romani)
Lingue non sono esseri viventi che vivono in isolamento
Lingue sottoposte continuamente a flussi esterni
Parlare di tipi ci serve perché quando si descrive qualcosa→ quando si cerca di fare ASTRAZIONE
C’è bisogno di modelli astratti
I tipi sono delle descrizioni astratte
Dire ‘inglese è isolante’→ vero ma non completo
I tipi sono modelli di descrizione delle lingue storico naturali
CAMPI TIPOLOGIA
- Quando si parla di tipologia linguistica→ due grandi campi sono SINTASSI E MORFOLOGIA
Greenberg propose lavoro tipologico su sintassi lingue con ordine dei costituenti
- seguito poi da tipologia morfologica
- È acquisizione recente TIPOLOGIA FONOLOGICA= come si comportano lingue mondo
rispetto a inventario fonematico
- Altra indagine è legata al LESSICO → lessico è facilmente permeabile, molto vulnerabile →
difficilmente si può utilizzare per tutte parti lessico
TIPOLOGIA FONOLOGICA
Su Wals→ capire ad esempio NASALIZZAZIONE VOCALI
Quando nasalità diventa tratto distintivo → due fonemi e non allofoni
Allora si vuole vedere dove vocali nasali sono distintive rispetto alle non nasali
Es. FRANCESE
Francese è una lingua in cui tratto più nasale è quello distintivo
Quando tipologia ordine fonologico= capire quali sono le caratteristiche universali delle lingue
Se esistono dei macro tratti con cui descrivere lingue
Es. un tratto potrebbe essere ‘fonemi di tipo occlusivo’→ chi ce l’ha e chi no
Bisogna avere campione variegato lingue
Se tratto presente in tutte lingue o se limitato
TIPOLOGIA LESSICALE
È indirizzo più scivoloso→ x natura lessico
Per evitare di farsi ingannare: guardare lessico di base, azioni fondamentali
Es. numerali, nome di parentela
Sono informazioni che vengono offerte da tutte lingue e possono dare senso di quali sono
comportamenti diverse lingue
Perché poco significativo andare a vedere lessico informatico?
Non solo perché è lessico in continua evoluzione, per cui alcuni lessemi diventano obsoleti nel giro
di poco
Informatica non è tratto proprio di tutta razza umana→ è innovazione introdotta, per cui ci sono
alcuni paesi che hanno controllo rispetto ad altri
In generale lessico informatico ha unica lingua di riferimento come INGLESE
INFATTI→ esistono lingue che non traducono nemmeno come italiano ‘scanner’ o lingue che
traducono tutto es spagnolo o francese ‘ratòn’
Se lavori tipologici fonologici e lessicali sono meno diffusi→ x diversi decenni sono stati
significativi:
TIPOLOGIA SINTATTICA
Sotto disciplina autonoma→ nasce a fine anni 70 con lavoro Greenberg
‘universali della grammatica con riferimento a ordine dei costituenti significativi’
G. raccolto gruppo di lingue→ studiato come si comportassero relativamente a costituenti basici,
verbo, oggetto e soggetto
G. reso conto che stesse lingue avranno comportamenti sintattici che possono essere in qualche
modo intuiti se hanno ordine basico= se una lingua è di tipo SVO (soggetto, verbo, oggetto diretto)
allora ci aspettiamo che lingue si comporti in certo modo anche per aggettivo (se è preposto o
postposto rispetto a soggetto che si riferisce)
Es. inglese→ aggettivo posto sempre prima, perché verbo precede oggetto (Determinatore è
prima del determinato)
Se lo prendiamo come universale→ Lingue con ordine basico come SVO→ avranno ordine
aggettivo+nome del tipo con aggettivo che precede
Anche in italiano ordine è SVO → ma non è che aggettivo precede sempre
NON SI PARLA DI TIPI RIGIDI MA DI FORME ASTRATTE
come si lavora:
- prendere costituenti in forma basica
non forma che sia marcata o focalizzata di una frase indipendente dichiarativa
- si prende in considerazione SOGGETTO, VERBO E OGGETTO
- nella maggior parte delle lingue del mondo→ soggetto precede oggetto
probabilmente perché informazione più saliente è indicare chi compie azione
Ci serve da punto di vista cognitivo, ci serve sapere ciò di cui parliamo e ciò che diciamo al
riguardo, e punto di vista sintattico è per oggetto e verbo sono contigui
ESEMPI:
luca ha una macchina nuova--_> SVO
i corsi universitari sono impegnativi→ SOGGETTO E VERBO
the red-haired girl looks beautiful → SVO
oggetto non per forza inteso come oggetto sintattico
(Foto cell)
- Perché in america, due tipi diversi?
Portoghese del brasile si comporta diversamente rispetto a portoghese portogallo?
➔ In questo caso triangoli non indicano lingue europee che sono diventate lingue officiali
nella maggior parte due americhe→ma indicano lingue native
ESEMPI TURCO
Cosa succede in turco?
Ja tipologia sintattica di ordine SOV→ soggetto ci interessa poco
Ordine OGGETTO E VERBO
Con ordine OV→ mi aspetto secondo foto prima:
- verbo e dopo ausiliare
- posposizioni
- nome dopo aggettivo
- nome dopo genitivo
- nome dopo relativo
LINGUE CELTICA
Ordine VSO
Soggetto è poco rilevante a fini indagine
Per cui tipo→ VO
Con VO ci aspettiamo:
- ausiliare prima verbo
- preposizioni
- aggettivo dopo nome
- genitivo dopo nome
- relativo dopo nome
ma rimangono tendenze
LINGUA FRANCESE
‘mangio una mela’
Ordine basico → SVO
Ovvero VO
Ci aspettiamo: preposizioni, testa a sinistra
Abbiamo costruzione genitiva come nome+specificazione
Ma costruzione con pronomi possessivi è diverso diciamo ‘suo libro’ non ‘libro suo’
A differenza dell’italiano non posso usare ‘son’=suo in posizione posnominale→ x posizione
posnominale devo usare forme diverse
In italiano si usa invece stesso aggettivo possessivo
Altra lingua
INGLESE
Lingua di tipo SVO
Quindi VO → testa a sinistra
- Nome che precede forma genitiva
- Nome precede relativo ‘the book that I read’
‘Anne’s bike’→ in questo caso abbiamo genitivo nome→ cosa che non ci si aspetterebbe
LA LINGUA, anche in ambito sintattico, rivelerebbe una chiara tendenza all’economia, che la
porterebbe a puntare la massima efficacia comunicativa con uno sforzo possibilmente contenuto,
cioè riducendo al mino la propria dotazione formale e limitando al massimo grado le strutture
ridondanti o particolarmente costose
↓
Le lingue non sono organismi viventi→ nascono vivono e muoiono indipendente dai parlanti
Ma comunque si può dire di osservare tendenze→ una delle tendenze più difficili da descrivere è
QUELLA DELL’ECONOMIA
È un tratto che viene usato nella descrizione delle lingue e del loro mutamento→ si dice in modo
frettoloso che lingue evolvono verso economia
ECONOMIA= proprietà per cui principi riguardanti facilità apprendimento e di memorizzazione
spingono lingue a virare verso strutture più facili da memorizzare, apprendere e ricostruire
È tendenza che può essere osservata→ tendenza a ridurre al minimo, non sempre così
Ma il fatto che osservazione delle lingue a spettro mondiale e che sono eterogenee tra di loro ha
permesso di osservare che lingue che hanno tratti comuni da punto di vista tipologico hanno
comportamenti comuni da punto di vista sintattico
◼ > cosa motivata come struttura lingua tende ad essere qualcosa facilmente riproducibile →
per questo
ESERCITAZIONE
- Individua tipo morfologico della lingua e in grado di individuare fenomeno morfologico?
Morfologia di lingua fusiva
Forme di questo tipo ci sono ricorrenze→ si nota come ‘erg’ si ripete sempre
Forme che si aggiungono come ‘oy’
Forma ‘erg’ si ripete anche a plurale
➔ Agglutinante no perché parole più lunghe e complesse-> ciascun morfo esprime categoria
Su ogni morfo marcato due categorie (numero e caso)→ PER CUI TIPO FUSIVO
Se si guarda flessione→ genitivo, dativo, ablativo, strumentale
E accusativo, locativo→ stessa forma
Fenomeno per cui unica forma codifica più significati grammaticali= SINCRETISMO, fenomeno per
cui in genere per ragioni storiche→ morfi non specifiche certe categorie ma condivise
- Quale è morfo del locativo, accusativo e nominativo singolare?
È un morfo zero= nel senso non c’è morfo esplicito per indicare caso→ si può descrivere come
caso non marcato
ORDINE DEI COSTITUENTI→ ordine appeso nome rispetto ad aggettivo o determinante (slide
dell’altra lezione dove descritte sequenze attese)
dire ‘libri difficili’ e ‘enormi difficoltà’→ esempio diverso da ‘bel ragazzo’, ‘ragazzo bello’ (la
posizione dell’aggettivo dà connotazione semantica diversa)
nel caso delle ‘difficoltà’ non c’è connotazione semantica diversa→ è stesso significato
comunque, anche per ITALIANO troviamo delle eccezioni, casi che si discostano da attese:
sequenza come AvvAGG ‘abbastanza difficile’
PossN ‘i miei libri’
DetN ‘il libro’
NumN ‘tre libri’
In ambito sintattico almeno lingue seguono certa ECONOMIA (concetto molto scivoloso,
giustificare qualcosa solo con ‘tendente a economia’ è semplificare processi, ma sono comunque
tendenze osservabili)
- Perché possiamo pensare che a determinanti ordini di costituenti ci sono determinate
implicazioni?
Perché in questo modo semplicemente comportamento lingue è facilmente incasellabile,
altrimenti sforzo memonico (sia x lingua 1 che 2) colossale→ vorrebbe dire imparare meccanismi
di ogni lingua in modo dettagliato
Fare lavoro impensabile in questo modo
Universali assoluti si può elaborare per fonetica e fonologia, morfo-sintassi sia per il lessico
Es. si po' dire con certo grado di comprensione lingue→ tutte lingue hanno termini specifici per
elementi corpo
Perché fanno parte della struttura uomo che è parlante e momento in cui descrivere mondo trova
sé stesso→ misura anche spazio secondo sua corporalità
UNIVERSALI ASSOLUTI= asserzioni che si possono fare per tutte lingue del mondo
2- UNIVERSALI IMPLICAZIONALI
Non riguardano un numero staticamente rivelante lingue riguardo a unico parametro
Ma implicazione si ha quando si prende in considerazione 2 o più parametri→ implicazione
formulata come ‘se…allora’
➔ Universale implicazione comporta: un numero staticamente significativo di lingue del
mondo si comporta allo stesso modo in relazione alla combinazione di due o più parametri,
ovvero se una lingua presenta una determinata caratteristica, allora ne presenta anche
altre
Un esempio:
- Se una lingua ha vocali nasali, allora ha sempre vocali orali
Si può formulare universali di questo tipo perché provengono da osservazioni lingue
Reso conto fatto: che se lingua possiede vocali nasali allora possiede anche vocali orali (non
nasalizzate)
Il discorso è logicamente valido solo da un senso→ lingua ha vocali nasali allor anche orali, non
vuol dire che lingue che hanno vocali orali abbiano anche vocali nasali
- Se una lingua ha categoria grammaticale del genere, allora ha sempre categoria
grammaticale del numero
Ma se lingua ha categoria grammaticale numero non è detto abbia anche genere
- Se lingua ha ordine prevalente del tipo VO allora ha tendenzialmente preposizioni
Se è P→ allora Q
Se lingua possiede vocali nasali allora ha anche vocali orali:
che situazioni si verificano:
1° casella→ presenza di vocali nasali allora vocali orali
2° casella→ non ci sono vocali nasali, ma ci sono orali
Se ci sono vocali nasali non preclude che non ci siano orali
Casi 2° rigo→ impossibili: esistano vocali nasali, ma non ci siano vocali orali
Ultima casella 2° rigo→ impossibile che non esistono vocali nasali e orali→ come se lingua non
avesse nessuna vocale (non esistono lingue di questo yipo)
In tipologia si possono formulare UNIVERSALI ASSOLUTI → valgono per numero rilevante di lingue
UNIVERSALI IMPLICAZIONALI→ valgono per numero sempre rilevante lingue ma per due o più
parametri perché prendiamo in considerazione correlazione tra parametri
Universali implicazionali nel caso si pongano + condizioni si strutturano in GERARCHIE
IMPLICAZIONALI= sono catene di implicazioni
ES.
Se A allora è B
Se è B allora C
Se è C allora D…
Catena di implicazioni
Indica come un ma…se
se lingua ha termine per marrone allora avrà in modo implicazionale avrà termini per il resto dei
colori
se c’è parola che codifica colore marrone→ lingua avrà nel repertorio parola per blu, verde, giallo,
rosso, bianco, nero
SEQUENZA è
Singolare>plurale>duale>triale>paucale
Si legge da sinistra a destra a risalire
Se una lingua usa morfema esplicito per il plurale allora usa altrettanti morfemi espliciti per duale
e triale→ espresse con forme distinte in lingua
ci sono morfemi espliciti solo per il plurale ed eventualmente duale e traile, ma non per il singolare
(es inglese book/book-s)
Inglese usa morfemi distinti solo per il plurale→ dei sostantivi
Mentre aggettivi non marcano differenza di numero
GERARCHIA DI REFERENZIALITÀ
riguardo a genere
il genere grammaticale in italiano distingue tra maschile e femminile
distinzione di genere legata molto a distinzione naturale→ femmine e maschio
es. casa però è femmina→ perché dovrebbe?
Ci sono motivi di ordine storico e dal latino→ per esempio aveva desinenza -a in latino, e allora 1°
declinazione→ per cui femminile perché di solito -a indicava femminile
questa scala di implicazione risulta meno trasparente del numero→ comunque numero più
abituati, anche per Duale (cose che vanno a coppia)
gerarchia ANIMATEZZA→qualcosa meno percepibile per lingue che si conosce
non marcata da punto di vista grammaticale per lingue che si conosce
ci sono lingue in cui non solo genere distingue tra esseri animati e non, animatezza marcata anche
su verbo
es. se parliamo di donna→ si usa certo morfo su verbo, che non si utilizza se parliamo di una pietra
viste gerarchie
Quali sono FENOMENI IMPLICAZIONALI
Come nei fatti a livello morfo-sintattico si comporta lingua
Fino a ora visto qualcosa di strutturale
Adesso è :Come si comportano effettivamente lingue?
Es. distinzione singolare e plurale
Se lingua fa questa distinzione per determinati elementi gerarchia→ allora li fa anche per quelli a
sinistra, ma non per quelli a destra
↓
Es. Lingua arriva a distinguere animatezza fino a nomi parentela→ per implicazione tutti quelli a
sinistra saranno anche marcati
Per ciò lingua distingue tra singolare e plurale nei nomi 3° persona→ allora distingue singolare e
plurale anche per nomi di seconda e prima
in italiano fanno distinzione tra singolare e plurale tutti elementi della gerarchia di animatezza
in altre lingue distinzione usata solo per pronomi, nomi di parentela e umani
mentre invece non umani non hanno questa distinzione
Perché non ritenuto necessario distinguerli
Per lo stesso motivo per cui in lingue storico-naturali non ci sono lingue che si conformino a stesso
tipo linguistico → dobbiamo avere cautele per formulare universale
E saper distinguere universale e tendenza
2- X sistema ergativo-assoluto
Ragionamento diverso→ complemento oggetto (ovvero paziente) e soggetto di frasi intransitive
(agente) codificate come assolutivo
Mentre soggetto di frasi transitive codificato come ergativo =caso che codifica soggetto di verbo
transitivo, massima animatezza e volontà
X capire differenza
Es.
1- La nave affonda→ nave è soggetto ed è soggetto di un verbo intransitivo
2- I pirati affondano la nave→ nave è complemento oggetto di verbo transitivo per cui è
paziente
‘la nave’ in entrambi casi sono assolutivi→ nave non ha controllo su azione in entrambi casi
Schema=
Paziente→ oggetto di verbo transitivo
Agente→ soggetto di verbo transitivo
Soggetto (S)→ soggetto verbo intransitivo
LINGUE ERGATIVE→ molto diffuse tra 20 e 25% delle lingue parlate nel mondo
Lingue ergative alcune caucasiche, austronesiane, austrialiane, indoeuropeo come hindi (in
determinati contesti si comporta come ergativa
LINGUE TIPO NOMINATIVO-ACCUSATIVO→ sono lingue come latino
Codificano come nominativo e come soggetto
Tanto soggetto verbi transitivi e non transitivi
Codificano come paziente il complemento oggetto
Esempi per due sistemi
Tratti da lavori diversi
Con regole glossatura c’è certa libertà
Es. Nominativo non esplicitato quando morfo zero
➔ Morfema detto solo accusativo, ma posso dire anche singolare e femminile
Non sempre lingua che può essere descritta come nominativo-accusativo mantiene tratti in tutte
occasioni
- Ci possono essere contesti semantici dove codifica ruoli semantici avviene secondo
modalità ergativa e non nominativa e viceversa
Si parla di SPLITTER-ERGATIVITY (fenomeni di scissione)
Lingue che sono di base descrivibile come lingue ergative in alcuni contesti grammaticali si rifanno
a modello diverso di codifica semantica→ LINGUE NON A COMPARTIMENTI STAGNI, subiscono
evoluzioni
Non rappresentano tipi puri → sono quelle che vengono descritti come eccezioni
Si parla di eccezioni, perché fa comodo quando ci si rifà a filo astratto per non perdere filo discorso
Es. più facile dire hindi lingua nominativo.accustaivo→ ma per sistema perfettivo si avvale si
modalità ergative
Altrimenti è qualcosa molto meno economico
ESERCIZI:
a) Ordine fondamentale è SVO
In quanto soggetto in tutte e tre le frasi è in prima posizione
Verbo in seconda
E oggetto in terza
b) Tipo morfologico isolante
Perché ad esempio plurale si forma attraverso morfi staccati, parole molto semplici
c) Attraverso una reduplicazione della parola
d) Tan
- Quel ‘kwa’ che tipo di funzione ha?
Ha la funzione di ausiliare→ per formare passato
Non è indicatore oggetto diretto perché non è prima in prima persona
Ma è più facile che sia ausiliare
- Ordine fondamentali costituenti torna con posizione ausiliare?
Tipo SVO→ testa a sinistra in teoria
Verbo è testa
Con ausiliare dovrebbe esserci AuxV→ testa è ausiliare
- Che cosa c’è di osservabile nella codifica del nome rispetto ad aggettivo?
Non sappiamo come codificato numero su aggettivo
Ammettendo che ‘bjen’ forma univoca a marca zero in questo caso→ non avendo un riferimento
singolare specifico
Si può ipotizzare che lingua si comporti diversamente per marca numero→ codificata su nome, e
non su aggettivo che non ha bisogno di essere raddoppiato dato che segue nome