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I componenti dipendono dal testo ➞ se pensiamo di avere uno scritto, procedere in modo
scientifico significa scomporlo in frasi, poi in parole, poi in sillabe e poi in unità
più piccole fino ad arrivare alle unità ultime che in linguistica sono i fonemi, quindi
le classi di suono che definiamo in italiano come a b c.
Il metodo di analisi linguistica, secondo Hjelmslev, non sarà basato sull’induzione, che
prende un’ascesa dal particolare al generale, ma sulla deduzione.
Si era provato a studiare il linguaggio, ma sempre per altri fini, sociali, fisiologici,
storici ➞ mezzo per arrivare a una conoscenza trascendente ➞ lui vuole che diventi il
fine di una conoscenza immanente.
È importante la langue, cioè l’insieme dei segni che costituiscono una lingua e i
rapporti tra questi segni.
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1 / I piani: espressione e contenuto
Espressione = significante
Contenuto = significato
Funzione segnica o denotazione = segno (unione tra significante e significato)
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2 // Stratificazione del linguaggio: materia, forma, sostanza
———— Espressione
[Siamo ancora però ad un livello virtuale: la lingua forma dei suoni possibili,
individua degli spazi fonetici che poi si potranno realizzare, come se avessimo la
possibilità di dire a.]
Per ricapitolare: (1) abbiamo una materia dell’espressione (massa indistinta di suoni).
(2) Una forma si proietta sulla materia, individua dei possibili spazi fonetici ancora a
livello virtuale, (3) poi questo consente di emettere sostanze. La forma si proietta
sulla materia e permette la produzione delle sostanze.
Non pensa quindi a una massa amorfa di suoni del tutto indefinita, ma a una successione
di suoni che possono avere una definizione acustica ma non ancora fonetica.
————— Contenuto
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• Materia ➞ massa amorfa di pensieri, concetti (immagina una situazione in cui ancora non
hai il concetto di /albero/).
• La lingua proietta una forma, costruendo degli spazi concettuali, quindi articola il
concetto di /cane/ /albero/ e definisce il significato complessivo di queste unità del
piano del contenuto, spazi concettuali in tutte le sue possibili articolazioni.
• Nel momento in cui questi concetti vengono calati all’interno di una frase, un contesto
linguistico particolare, allora il significato assume una sua manifestazione, viene
realizzato, prende una direzione univoca e particolare, e questa è la sostanza del
contenuto.
Due dimensioni ➞ una concreta (sostanze), una più astratta e sociale (forme). Le forme
sono spazi vuoti che vengono condivisi all’interno di una comunità. Quindi se le
sostanze costituiscono la parole, le forme, astratte e sociali, costituiscono la langue.
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3 // Funzione segnica
La funzione segnica collega due forme, non due sostanze, quindi collega dei possibili
suoni con dei possibili spazi concettuali.
La realizzazione di tutto questo, nelle frasi, è marginale, nel senso che riguarda delle
possibili variazioni individuali che nell’ottica di Hjelmslev, come valeva per Saussure,
sono secondarie.
Funzione segnica ➞ unisce una forma dell’espressione e una forma del contenuto e si
realizzerà in diverse possibili sostanze.
Questo non significa che la realtà o la materia esistono solo in quanto esiste il
linguaggio, o che siano conoscibili solo tramite il linguaggio: il linguaggio è
solo uno dei modi possibili di conoscenza di tale realtà.
La funzione segnica, come in Saussure, si pone quindi a un livello formale, nel senso
che non investe le sostanze con le quali i segni si manifestano.
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4 // Arbitrarietà della forma dell’espressione
Le forme dell’espressione e del contenuto sono arbitrarie ➞ suddivisioni dei suoni che
l’italiano farà in un modo, e l’inglese in un altro.
Le lingue formano la materia in modi differenti, quindi in modo arbitrario, ogni lingua
ha i suoi suoni particolari, condivisi dalle comunità linguistiche, sociali.
Questo vale anche per la forma del contenuto, anche i concetti sono stati organizzati
dalle lingue in modo arbitrario.
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5 // Il principio di doppia articolazione
Bisogna ora scomporre i piani in elementi più piccoli, minimali. Significa arrivare a un
insieme di suoni che siano minimi, non ulteriormente scomponibili,
Principio della doppia articolazione ➞ le lingue hanno delle unità che in sé sono prive
di significato, (fonemi), che si combinano tra loro e costruiscono unità di livello
superiore che sono invece dotate di significato.
/a/ /l/ /b/ /e/ /r/ /o/ → questi fonemi non hanno significato di per sé;
/albero/ → si combinano insieme e la loro combinazione diventa una parola assumendo
significato.
Il discorso diventa più difficile per il piano del contenuto. Hjelmslev prova ad
individuale delle unità minimali:
Qui gli elementi di seconda articolazione sarebbero Maschio, Femmina, Ovino, Suino,
Bovino, Equino, Ape, Umano. Attraverso la combinazione di questo elementi noi potremmo
definire i significati degli altri elementi.
Segni → elementi del linguaggio che hanno un’entità corrispondente sul piano opposto, e
che sono composti di “entità minime” (figure), che non hanno un’entità corrispondente
sul piano opposto.
Hjelmslev pensa che i segni debbano essere composti da un numero limitato di figure,
pertanto si dovranno analizzare il piano dell'espressione e il piano del contenuto
separatamente, e ciascuna delle due analisi dovrà portare al riempimento di un numero
limitato di figure. Questo tentativo ha successo sul piano dell’espressione ma sul piano
del contenuto ha molti limiti, il primo consiste nel fatto che non si riesce a trovare
un numero limitato di figure del piano del contenuto.
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6 // Asse del sistema e asse del processo
Saussure aveva detto che i rapporti tra gli elementi linguistici possono essere di due
tipi:
- Sintagmatici, quando gli elementi si susseguono l’uno dopo l’altro;
- Associativi, quando tra gli elementi si stabilisce un collegamento virtuale,
mnemonico.
L’asse del processo → l’asse su cui si dispongono gli elementi della lingua uno dietro
l’altro. Quello che vediamo sull’asse del processo è una sequenza di elementi
linguistici.
Il processo può essere definito come una gerarchia di funzioni logiche di tipo
e...e, denominate funzioni di relazione (gerarchia perché gli elementi concatenati
funzionano a qualsiasi livello di grandezza: frasi, segni, sillabe, lettere).
L’analisi del processo prende il nome di partizione. Una partizione del processo
porta a riconoscere delle catene e a suddividere a sua volta le catene in parti.
L’asse del sistema → asse su cui si dispongono gli elementi che potrebbero stare al
posto degli elementi del processo, che potrebbero sostituirli.
Immaginato da Hjelmslev come una linea che interseca in modo ortogonale l’asse del
processo.
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La rappresentazione della linea del processo da sinistra a destra è una rappresentazione
convenzionale.
Vale a dire che non è una questione di “prima” e “dopo”, ma una questione di
compatibilità e condizionamento.
Questa organizzazione del processo è tutta interna, e quindi precede quella che sarà la
manifestazione concreta. Asse del processo e asse del sistema rientrano quindi nel
dominio della forma e non della sostanza.
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7 // Le dipendenze
Costante → un funtivo la cui presenza è una condizione necessaria per la presenza del
funtivo rispetto al quale esso ha funzione.
Variabile → un funtivo la cui presenza non è una condizione necessaria per la presenza
del funtivo rispetto al quale esso ha funzione.
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8 // Invarianti e varianti: la prova di commutazione
Il principio di riduzione dice che ogni analisi deve portare alla registrazione del
numero più basso possibile di elementi. L’analisi deve allora riuscire a portare dalle
varianti alle invarianti.
Abbiamo due piani e due assi, vediamo se possiamo fare delle modifiche per vedere se ci
sono degli effetti sull’altro piano.
Se io cambio falegname con artigiano, avrò un cambiamento sul piano del contenuto perché
artigiano è più ampio e generico, quindi ho fatto un cambiamento sul piano
dell’espressione che ha prodotto un cambiamento su quello del contenuto.
Possono esserci dei cambiamenti che invece non hanno dei corrispondenti sull’altro
piano, per esempio /casa/ pronunciata con la c aspirata toscana.
Fonema → classe di suoni che possono scambiarsi l’uno con l’altro senza che ciò produca
cambiamenti di significato.
Sono sonorità astratte, indicano classi di suoni; nessun parlante emette fonemi,
ma emette delle realizzazioni concrete.
Si possono avere dei cambiamenti anche sul processo, ad esempio se invertiamo pialla e
porta, porta a un cambiamento sul piano del contenuto (il falegname porta una pialla).
Questa modifica che avviene sull’asse del processo prende il nome di permutazione.
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Mutazione → quando produciamo un cambiamento che ha un effetto sull’altro piano.
Gli elementi che vengono mutati prenderanno il nome di invarianti, gli elementi che
vengono sostituiti prendono il nome di varianti.
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9 // Linguaggi ristretti e non ristretti
Si può immaginare che i due piani del linguaggio siano corrispondenti gli uni con gli
altri e si può parlare di conformità dei piani, mentre nel caso delle lingue verbali
parla di non conformità dei piani.
Monoplanarità → nei linguaggi ristretti c’è una corrispondenza perfetta tra i due piani
che sono perfettamente conformi, allora è come se si schiacciassero.
Nella lingua verbale abbiamo la doppia articolazione e i piani sono non conformi, nelle
lingue ristrette non l’abbiamo e i piani sono conformi.
Sistemi di segni → linguaggi non ristretti, più importanti. Hanno la non-conformità dei
piani e la commutabilità dei componenti.
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10 // Connotazione e denotazione
Ogni volta che comunichiamo facciamo una comunicazione diretta denotativa che entra in
relazione con un contenuto denotativo, ma mentre pronunciamo comunichiamo anche qualcosa
rispetto a noi stessi, il contenuto connotativo.
Quindi abbiamo:
• Un primo significato diretto (denotazione);
• Alcuni significati indiretti che ci dicono qualcosa di addizionale (connotazione).
E (R) C = denotazione
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——— Greimas ——-
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Per quanto riguarda il piano dell'espressione, si erano definiti i fonemi come classi di
suoni che possono scambiarsi l'un l'altro senza che ciò produca cambiamenti di
significato.
Però le differenze non dipendono dai fonemi, ma da entità subfonemiche più piccole, che
prendono il nome di tratti distintivi o femi, sono inferiori al fonema e si devono
combinare per formarlo. Se i femi appartengono al piano dell’espressione, i semi
appartengono a quello del contenuto.
Esempio. per comprendere la differenza di senso tra i due termini donna e uomo:
Uomo: umano - adulto - maschile
Donna: umano - adulto - femminile
La differenza di significato è determinata dalla categoria semantica della
sessualità, che articola i due semi tra loro contrari maschile e femminile.
- Semi astratti (o interocettivi): sono grandezze del piano del contenuto che non
si riferiscono ad alcuna esteriorità, ma che al contrario servono a
categorizzare il mondo e a renderlo significante (es. relazione/termine).
Lessema (virtuale) ➞ possiamo intendere come voce di dizionario, a può essere pensato
come un insieme di semi: per esempio, il lessema “alto” può essere descritto tramite i
semi “spazialità”, “dimensionalità”, “verticalità”. Il lessema è stabile ma non
immutabile, può, arricchirsi di nuovi semi o perderne alcuni. I lessemi sono dunque il
risultato dello sviluppo storico di una lingua naturale.
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Semema ➞ il lessema all’interno di un enunciato, cioè risultato di una selezione di
semi.
Ns = S1 (estremità) → S2 (superatività)
Sm = Ns + Cs
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Lessema (realizzato) ➞ nel suo stato virtuale il lessema può essere concepito come una
voce dizionariale che racchiude in sé un insieme di possibili percorsi discorsivi. Sarà
solo la realizzazione del lessema in un contesto a definirne l’accezione particolare
(es. Tavolo : da cucina, da pranzo, da surf), quando cio sarà possibile associare al suo
nucleo semico i classemi che provengono dal contesto.
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// DELL’IMPERFEZIONE. VERSO UN’ESTETICA SEMIO-LINGUISTICA
Greimas vuole rendere conto di quell’ “indicibile” estetico che non può essere reso
esplicito con il linguaggio comune.
“Ad un tratto accade qualcosa, non sappiamo cos’è. Cognitivamente inafferrabile, questa
frattura della vita quotidiana è suscettibile di ogni tipo di interpretazione: crediamo
di ritrovarvi l'attesa inaspettata che l'aveva preceduta, o di riconoscere la Madeleine
che rinvia alle sorgenti immemoriali dell'essere; essa fa nascere la speranza di una
vita vera, di una fusione totale del soggetto e dell'oggetto.insieme al sapore
dell'eternità ci lascia un fondo di imperfezione”.
I sensi hanno una loro organizzazione paradigmatica (chiudo gli occhi per ascoltare la
musica) ma anche una dimensione sintattica (cerimonia giapponese: continua gradazione di
approfondimenti visivi, odorosi, tattili).
Livello figurale ➞ è il più astratto, prende i suoi elementi costitutivi dal mondo
naturale ma poi si organizza in un linguaggio autonomo, spesso strutturato in forme
semisimboliche.
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————— Lotman ————-
La cultura funziona sullo sfondo della non-cultura ➞ uno spazio culturale altro, dotato
di codici diversi.
“Solo ciò che è stato tradotto in un sistema di segni può diventare patrimonio della
memoria”.
Dimensione dinamica della cultura ➞ la cultura assimila testi, li traduce nei suoi
linguaggi, dialoga con la non-cultura producendo nuova informazione.
Attività culturale ➞ tradurre porzioni della non-cultura in una delle lingue della
cultura, trasformandole in testi e introducendo questa nuova informazione nella memoria
collettiva.
Cultura ➞ porzione, area chiusa sullo sfondo della non-cultura. Cultura e non-cultura
sino ambiti reciprocamente condizionati che hanno bisogno l’uno dell’altro.
Sistema modellizzante primario ➞ lingua naturale (funziona da mezzo e da modello per gli
altri linguaggi culturali): con la lingua naturale parliamo dell’arte ecc.
L’arte può essere considerata un sistema modellizzante nel senso che cerca di costruire
un modello del mondo basandosi sulla lingua naturale e andando a costruire una sorta di
“lingua di secondo grado”.
Modello di un oggetto ➞ tutto quanto riproduce l’oggetto stesso ai fini del processo
conoscitivo.
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2 // La semiotica della cultura
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3 // Tipologia della cultua
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4 // Culture testualizzate e culture grammaticalizzate
Non dobbiamo pensare che le culture testualizzate e siano caotiche mentre le culture
gramaticalizzate siano ordinate: l'assenza di codificazione è vista come caos solo dal
punto di vista della cultura gramaticalizzata. Non si può parlare di superiorità della
regola o della consuetudine.
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5 // Culture mitologiche e culture non mitologiche
La comprensione dei testi non mitologici richiede una traduzione, mentre la comprensione
dei testi mitologici richiede un riconoscimento, un’identificazione.
Nella coscienza mitologica il segno si comporta come nome proprio (identificazione tra
parola e cosa nominata).
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6 // Comunicazione IO-IO e comunicazione IO-EGLI
Nella comunicazione IO-EGLI abbiamo un’informazione che viene trasferita con codice
stabile; nella comunicazione IO-IO abbiamo un aumento dell’informazione attraverso
l’introduzione di nuovi codici.
Culture orientate alla comunicazione IO-IO ➞ dimensione spirituale, molto meno dinamiche
di quanto richiedano i bisogni umani.
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7 // Un metalinguaggio spaziale per la descrizione delle culture
Un problema della descrizione delle culture è che la lingua della descrizione non è
separata dalla lingua della società a cui appartiene l’analista. È necessario un
metalinguaggio descrittivo per indagare non solo le culture, ma anche i metodi
descrittivi adottati.
Testo della cultura ➞ testo che rappresenti l’infarinate di tutti i testi appartenenti
all’area culturale. Si ottiene attraverso l’analisi di testi esemplari di quella
cultura.
Testo della cultura ➞ il quadro del mondo di una cultura (modello più astratto della
realtà dal punto di vista di una data cultura).
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8 // La semiosfera
I segni non sono mai in isolamento ma sono sempre immersi in un continuum semiotico
omogeneo (semiosfera).
Può essere intesa in senso globale (una cultura) o locale (un museo). Ma è un unico
grande ambiente, circoscritto rispetto allo spazio che lo circonda.
Confine ➞ la somma dei filtri linguistici di traduzione. Affinché i testi esterni alla
semiosfera diventino comprensibili bisogna tradurli in una delle lingue della
semiosfera. Il confine è un meccanismo bilinguistico, che traduce le comunicazioni
esterne nel linguaggio interno della semiosfera e viceversa.
Da un lato il confine unisce due sfere semiotiche, dal punto di vista dell'autocoscienza
le divide (avere coscienza di se stessi nel rapporto culturale significa avere coscienza
della propria specificità in contrapposizione ad altre realtà culturali).
Tutti i meccanismi generatori di senso partono da uno stato iniziale di simmetria, cioè
di equilibrio e staticità, che si complica progressivamente attraverso la produzione di
una simmetria speculare enantiomorfa.
Come in un dialogo è necessario che i partecipanti siano diversi e che abbiano nella
propria struttura l'immagine dell'interlocutore, allo stesso modo nel dialogo tra
culture è necessario che le culture siano diverse e che abbiano un’asimmetria correlata.
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Attraverso questi meccanismi di traduzione e produzione di modelli enantiomorfi le
culture lavorano all'accrescimento della varietà, tuttavia queste forze hanno bisogno di
essere controbilanciati da meccanismi opposti, che diano unità e stabilità.
Dall'asimmetria che produce dinamismo si deve tornare alla simmetria che garantisce
stabilità e assicura la conservazione.
Emozioni collettive ➞ le onde della cultura si muovono nel mare dell'umanità, e per
questa ragione i processi che si verificano sono inseparabili dall'esplosione delle
emozioni collettive.
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9 // Processi continui ed esplosioni: dinamiche dei sistemi culturali
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Non vanno intesi solo come fasi che si succedono, ma anche dinamiche che si
sviluppano in uno spazio sincronico.
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“Ci si può rappresentare la cultura come una struttura che, immersa in un mondo a essa
esterno, attira questo mondo in sé e lo espelle rielaborato (organizzato) secondo la
struttura della propria lingua. Tuttavia questo mondo esterno, che la cultura vede come
caos, in realtà è anche’esso organizzato. La sua organizzazione si compie secondo leggi
di una qualche lingua ignota alla cultura data. Nel momento in cui i testi di questa
cultura esterna risultano introdotti nello spazio della cultura, avviene l’esplosione.
Da questo punto di vista, l’esplosione può essere interpretata come il momento dello
scontro di lingue estranee l’una all’altra: dell’assimilante e dell’assimilato.”
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