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CULTURAL STUDIES

Sociologia dei
Processi Culturali
Prof. Vincenzo
Romania

CULTURAL STUDIES:
UNINTRODUZIONE
Pi che una disciplina in s i cultural studies rappresentano una
sensibilit.
Non possiedono n una metodologia ben definita, n un campo
di indagine chiaramente delineato.
Essi riguardano, certamente, lo studio della cultura o, pi
analiticamente, lo studio della cultura contemporanea. (S.
During, 2004), con una attenzione alla cultura popolare o di
massa.
i Cultural Studies sono interdisciplinari e criticano anche le
divisioni fra discipline come pratiche discorsive.
Il ruolo della teoria, in questi studi, di illuminare la situazione
critica che riguarda le minoranze, mettendo in luce meccanismi
di potere, pi o meno invisibili.

CULTURAL STUDIES:
OBIETTIVI
studiare le pratiche culturali e la loro relazione al
potere
Studiare i contesti sociali e politici entro cui la cultura
si manifesta
studiare la cultura come la posizione di critica politica e
di azione
conciliare forme intuitive e oggettive della conoscenza
valutazione morale della societ moderna
mira a comprendere e cambiare le strutture di
dominazione

DISCIPLINE INTERESSATE
I Cultural Studies ereditano teorie e metodi da:

Studi Letterai
Sociologia
Anthropologia
Filosofia
Psicoanalisi
Storia
Geografia
Scienze esatte..

...

CAMPI INTERESSATI
Cultura (e)
formazioni di identit
conoscenza
ibridazioe
Razza, Classe, Genere
Visual Culture (s)
Teoria femminista
Colonizzazione /
decolonizzazione
postcolonialismo
diaspora
letterature minoritarie
Cultura Popolare
globalizzazione
interculturalit
interdisciplinariet
Spazio geopolitico
Multi-culturalismo

storia
religione
economia
ideologie
La cultura globale (s),
l'industria
Internet
media
critica sociale
cosmopolitismo
(Post) modernit
Pratiche significanti
discorso
Codifica / (De)-Coding
relazioni di potere
cittadinanza
transnazionalit

METODI
Textual Approaches
Interpretive Analysis
Content Analysis
Discourse Analysis
Media Analysis
Historical Approaches
Memory and History

Ethnografia
Metodi biografici
Studio delle audience
Studio dei sistemi di
produzione e di consumo
di prodotti culturali

ESEMPIO
Michel Foucault, Storia della
Sessualit (1976-1984)
Il sesso una idea
complessa prodotta da un
insieme di pratiche sociali,
ricerche, discorsi, testi scritti,
ovvero pratiche discorsive
Gruppi di idee prodotte
socialmente o culturalmente
testi (segni e codici)
Rappresentazioni (danno
significato ai segni)

Edward Said, Orientalismo


(1978)
una teoria della
rappresentazione
Oriente vs. Occidente
a Western style for
dominating the Orient
Post-colonial theory

CULTURAL STUDIES: 2
CONCETTI
DI
BASE
La soggettivit (subjectivity): i cultural studies studiano la cultura in

relazione alle vite individuali. la cultura ci aiuta a riconoscere che una


qualunque pratica quotidiana (come il leggere) non pu essere separata
dalla pi ampia rete delle altre pratiche quotidiana (come il lavoro,
lorientamento sessuale, la vita familiare). (S. During, 2004)
La cultura (culture): per i cultural studies, culture non unabbreviazione
di high culture, considerata un oggetto a valore costante nel tempo e
nello spazio. (S. During, 2004). La cultura un intero stile di vita, che si
compone tanto attraverso le istituzioni e i comportamenti del quotidiano,
quanto attraverso larte e la letteratura.

LA CULTURA
1) la cultura conta;
2) la cultura siamo noi;
3) la cultura una pratica;
4) la cultura conflitto (perch in alcuni autori vista come un
luogo in cui si scontrano ideologie) [dal manifesto programmatico
di Ben Agger]
Da qui, lattenzione al decentramento dei canoni classici della
cultura, e alla produzione, distribuzione e consumo.
Il significato non sta nei testi, ma nemmeno nelle persone che li
producono o tanto meno in quelle che li leggono. Il significato sta
contemporaneamente in tutte queste componenti.

LA CULTURA UN
ELEMENTO SFUGGENTE
la cultura un orizzonte che recede ogni qualvolta uno gli si
approssimi (S. Benhabib, La rivendicazione dellidentit
culturale).
Che sia cos sfuggente non dovrebbe stupire. Parlare della
cultura implica infatti un paradosso:
il nostro costituirla come un oggetto di discorso esso stesso in quanto discorso, cio pratica linguistica e culturale - parte
delloggetto che intende descrivere (Jedlowsky, Urbino 2007).

CULTURA COME VITA


La cultura indissolubilmente intrecciata con i vissuti e le
pratiche degli attori sociali.
La cultura non esiste se non come una "forma di vita"
(secondo la celebre espressione di Wiliams, a whole way of
life):
.
La cultura si riproduce nella vita dei soggetti concreti e da
questi viene costantemente riformulata e innovata.

Le origini: lapproccio
culturalista

ORIGINI
I cultural studies nascono in Gran Bretagna, allinterno della critica
letteraria britannica degli anni50.
Le opere pi importanti di questo periodo sono:
Raymond Hoggart, The Uses of Literacy [1957];
Raymond Williams, Culture and Society [1958].

ASSUNTI ORIGINARI
Condividono con la Scuola di Francoforte una forte critica verso i
contenuti della popular culture.
Tuttavia hanno intravedono nella letteratura una funzione di
resistenza alla massificazione
e vedono nel pubblico non un soggetto passivo, ma un
soggetto attivo che usa i media;
Sostenevano una lettura antropologica del concetto di cultura,
che valorizzasse la cultura della working class.

THE USES OF LITERACY


Studia i modi in cui i membri della classe popolare si appropriano
di uno strumento, come il romanzo e altre forme letterarie simili,
concepito per un pubblico borghese, accomodandolo nel
contesto della loro vita quotidiana.
Riporta a tal riguardo le sue esperienze come docente nei corsi
per adulti della WEA (Workers Educational Association).
Il metodo quindi quello di una osservazione etnografica
partecipante non strutturata.

THE USES OF LITERACY


Noi eravamo molto interessati [] al fatto che i nostri studenti
venissero s ad imparare la letteratura <<classica>>ma
vivessero in un altro mondo [] Vivevano infatti nel mondo dei
giornali, dei rotocalchi, della radio (la televisione a quel tempo
ancora non cera) e della musica pop. Era interessante chiarire il
senso di quellesperienza con persone che non appartenevano
allambito universitario [Hoggart 1957, 382].

LA VITA QUOTIDIANA DELLA CLASSE OPERAIA

Essa viene descritta riportando frammenti di conversazioni


registrati nel corso delle lezioni.
Il risultato di questi frammenti che la vita quotidiana operaia
una vita estremamente reale e concreta, basata sul vivere alla
giornata e sulle fughe di massa dalle routines.

VIVERE ALLA GIORNATA


La vita procede giorno per giorno, settimana per settimana: le stagioni
cambiano segnate daio giorni din festa, dalel vacanze o da eventi
speciali: un matrimonio in famiglia, una gita, un funerale, una partita. Ci
sono spese che devono essere programmate: quelle per i regali di
Natale, i vestiti per i bambini nelle celebrazioni di Pentecoste e dopo
tutto, se si riesce a risparmiare qualcosa, anche per le vacanze. Ma, in
generale, la struttura ricorrente quella della natura non pianificata
della vita, imbattersi nei problemi o nel piacere; insomma i progetti
sono sovente a breve termine [ivi, 134-135].

GODERE INSIEME, A PIENO, DELLA VITA

La maggior parte dei piaceri di cui gode la classe operaia sono


piaceri di massa, in contesti affollati e convulsi. Ognuno desidera
divertirsi allo stesso tempo, considerato anceh che le sirene delle
fabbriche che sanciscono la fine della giornata lavorativa
suonano tutte alla stessa ora. Le occasioni speciali un
matrimonio, una gita, una visita alla fiera, unuscita di pullman
assumono questa caratteristica e assumono anche che debba
essere espresso uno speciale splendore e sfolgorio [ibidem,
145].

VEDERE IL MONDO
Il modo di venire il mondo e la propria identit in opposizione con
altri gruppi, deriva alla classe operaia da una profonda
esperienza di privazione e di povert, oltre che di segragazione
spaziale: in Inghilterra, la divisione di classe e anche quella
etnica si esprimono anche e soprattutto con la divisione fra
downtown ed uptown.
http://www.youtube.com/watch?v=2F-nt7aC_JQ

NOI E LORO
<<Loro>> sono <<le persone che stanno ai vertici>>, le persone
che ti danno lelemosina, che ti chiamano, che ti dicono di andare
in guerra, che negli anni Trenta ti facevano separare dalla
famiglia per evitare una riduzione nellidentit per laccertamento
della fonte di reddito, <<che ti portano alla rovina>>, <<di cui non
ci si pu fidare>>, <<che parlano in maniera affettata>>, <<che
sono tutti disonesti>>, <<che non ti chiedono mai come stanno i
tuoi>><<che applaudono se ti mandano in prigione>> [ivi, 723].

LA CULTURA SI ESPRIME TRAMITE GLI HABITUS

La comunicazione agli altri della propria cultura avveniva nelle


classi alti tramite il consumo, il gusto, linflessione di voce,
laccento, ci che veniva mangiato, i posti frequentati nel tempo
libero.
Cultura e societ di Williams anticipa cos alcuni temi che
verranno sviluppati nella ricerca La distinzione di Bourdieu
[1977].

LA CULTURA SI ESPRIME TRAMITE GLI HABITUS

Non ero oppresso dalluniversit quanto dai negozi in cui si


vendeva il tl cera cultura, non come la intendiamo noi, ma in
un senso totalmente particolare: il segno che un tipo di persone
molto particolari le persone colte rendevano noto a tutti in
maniera enfaticamente visibile. La maggior parte di loro non
erano particolarmente istruite: ma si comportavano cos in
maniera innata, possedevano alcune arti e lo dimostravano
continuamente. Io credo che siano ancora l e ancora si
comportino in quel modo [Williams 1958, 5].

LE ORIGINI: LA GREAT
TRADITION DI LEAVIS
I Cultural Studies nascono come campo di studi
negli anni 50, sulla base delle riflessioni di
Frank Raymond Leavis nella rivista Scrutiny.
Leavis puntava ad utilizzare il sistema educativo
inglese per diffondere la conoscenza e
lapprezzamento della grande tradizione
letteraria inglese, contro la minaccia proveniente
dalla cultura di massa commercializzata.
Cultura alta

educazione.

IL CCCS DI BIRMINGHAM
Nel 1964 Hoggart fonda il Birmingham Centre for Contemporary
Cultural Studies.
La direzione di Hoggart durer fino al 1968.
Linteresse per le forme della cultura popolare e per la loro
componente politica caratterizza altri due studiosi: R. Williams e
E.P. Thompson, anche essi provenienti dallinsegnamento per gli
adulti.

RAYMOND WILLIAMS: CULTURE AND SOCIETY


(1958), THE LONG REVOLUTION (1961)
Dalla sua prima definizione di cultura come intero stile di vita []
come modalit di interpretazione delle nostre esperienze comuni,
Williams arriva a concepire la cultura come modo di vivere, che si
esprime tanto attraverso le istituzioni e i comportamenti del
quotidiano, quanto attraverso larte e la letteratura.
I vari elementi della cultura, in relazione tra loro, vengono
interpretati come espressioni di una struttura di sentimenti, come
valori di un gruppo, una classe, una societ
da leggere come forme culturali.

CULTURA POPOLARE
ED
EGEMONIA
La cultura popolare viene intesa come il campo di

battaglia su cui i punti di vista dominanti si


assicurano la propria egemonia: un campo di
battaglia permanente, i cui parametri sono definiti
solo parzialmente dalle condizioni economiche; []
al fine di raggiungere la leadership culturale il
gruppo dominante deve impegnarsi in negoziazioni
con i gruppi, le classi e valori in opposizione - e
queste negoziazioni devono dar luogo a mediazioni
autentiche (Turner 1990)

GRAMSCI
NEI
CULTURAL
I CS ritrovano in Gramsci la possibilit di appoggiarsi ad un marxismo
non
determinista e non economicista, attento al ruolo di istituzioni
STUDIES
popolari come la chiesa e a quello degli intellettuali,
capace di tematizzare la cultura come il campo di lotte per l'egemonia
fra le classi.
Una prospettiva insomma che riesce a vedere come le classi
subalterne siano contemporaneamente influenzate da quelle superiori
ma anche capaci di resistere a questa influenza, e come la cultura sia
un campo di orientamenti in divenire costante, dove al venir meno di
certe "sottoculture" (come quella della classe operaia) corrisponde il
sorgere di altre (come quelle giovanili)

LA RESISTENZA E
LINGLOBAMENTO
Legemonia
non esiste in maniera passiva come

forma di dominio. Deve essere costantemente


rinnovata, ricreata, difesa e modificata (Williams
1977).
La cultura popolare non la cultura imposta dai
teorici della cultura di massa, n un emergere dal
basso, spontaneo di una qualche cultura di
opposizione [] Piuttosto un terreno di scambio
delle due forze: un terreno [] marcato dalla
resistenza e dallinglobamento. (Storey 1993, in
Grandi 1999)

IL POTERE: FOUCAULT
Lidea di egemonia non come data a priori dallalto, ma come
terreno di scontro vicina al concetto di potere di Michel
Foucault.
Non esiste un potere unico, dallalto, ma reti di rapporti di
potere.
come sarebbe indubbiamente facile smantellare il potere, se
esso si limitasse a sorvegliare, spiare, sorprendere, proibire e
punire. Ma esso incita, suscita, produce; non semplicemente
occhio e orecchio, ma fa agire e parlare (La vita degli uomini
infami, in Archivio Foucault pag. 259)

IL POTERE: FOUCAULT
Il dominio stabile e violento.
Il potere fluido e ribaltabile.
Le azioni degli uomini avvengono allinterno di una rete di
poteri e sono esse stesse un modo per ribaltare i rapporti e
crearne di nuovi.
Il discorso il luogo dellarticolazione produttiva del potere e
del sapere.

IL
DISCORSO:
FOUCAULT
Per Foucault il discorso un insieme di

performance verbali, di sequenze di enunciati


cui si possono attribuire delle particolari
modalit di esistenza.
cos concepito il discorso non la
manifestazione, maestosamente sviluppata di
un soggetto che pensa, conosce e dice: si tratta,
invece, di un insieme in cui si possono
determinare la dispersione del soggetto e la sua
discontinuit con se stesso (Larcheologia del
sapere 1971).

I DISCORSI DEL POTERE


Lanalisi del discorso [] pu divenire il mezzo attraverso il
quale le posizioni ideologiche dei singoli si mostrano e si
inseriscono in un contesto sociale, favorendo lanalisi del modo
in cui il multiforme uso del linguaggio si interseca con il
potere.
Seguendo Foucault le relazioni di potere sono mantenute
dallinfinita catena di espressioni che mobilitano significati nel
mondo sociale; [] al modo in cui la storia prodotta e la
societ si riproduce (Bianchi, Demaria, Nergaard, 2002, 16)

UN TERRENO DI SCONTRO
Lideologia cos divenuta non solo una forza materiale
reale perch reale nei suoi effetti
ma anche un terreno di scontro (tra definizioni in concorrenza)
una scommessa un premio da vincere nella attuazione di
particolari strategie di lotta (Hall 1982)

LE PAROLE CHIAVE
DELLAPPROCCIO
STRUTTURALISTA

La funzione
politica della
cultura
Lideologia e
legemonia
Il discorso come luogo
dellarticolazione del potere

La cultura popolare
come campo di battaglia
La dimensione
ideologica dei media
I testi mediali
come segni

STUART HALL E
LIDEOLOGIA
NEI
MEDIA
Con la direzione di Hall del CCCS dal 1968 al

1979, i Cultural studies si arricchiscono del


contributo della filosofia post-strutturalista e della
psicanalisi post- freudiana, dellapproccio
semiotico e dellantropologia strutturale
contemporaneamente ad una nuova
interpretazione del concetto marxista di ideologia.
La cultura, e in particolare i testi mediali, vengono
letti come campo di confronto per la definizione dei
significati e analizzati in termini di effetti
dellideologia.

LIDEOLOGIA NEI MEDIA E


EFFETTI
DI REALT
LaGLI
presenza
dell'ideologia nei mass
media ha come effetto il suo
eclissarsi all'interno di messaggi che appaiono come naturali
descrizioni della realt:

'Vero' significa credibile, o almeno capace di conquistare credibilit in


quanto affermazione basata su fatti
Hall parla, in questo caso, di "effetto di realt da cui derivano alcune
conseguenze:
la "naturalizzazione" delle rappresentazioni ideologiche del mondo, la
polisemicit del linguaggio e il processo di significazione inteso come
risultato di un conflitto non riducibile alla lotta di classe, in quanto le
forme culturali sono considerate relativamente autonome dalle
condizioni economiche.

GLI EFFETTI
DELLIDEOLOGIA
Secondo Hall, lattivit ideologica si presenta
come la possibilit dei mass media di
definire la linea di demarcazione
tra spiegazioni preferite ed escluse,tra
comportamenti ammessi e devianti, tra ci
che privo di senso e ci che pieno di
senso tra pratiche, significati e valori
integrati e di opposizione (Hall 1979)

LEGEMONIA E I MEDIA
I mass media non definiscono di per s la
realt, ma danno spazio alle definizioni dei
detentori del potere.
I media agiscono per il mantenimento del
potere non attraverso la trasmissione diretta
di istruzioni[] ma grazie alla messa in
forma dellintero ambiente ideologico, un
modo di rappresentare lordine delle cose
[] (Hall 1982)

LEGEMONIA E I MEDIA
Il ruolo consensuale dei media non pi individuato nel loro
riflettere un consenso gi presente a livello sociale, ma nel
partecipare alla costruzione stessa di tale consenso che si
articola liberamente attorno a definizioni della situazione
interne alla cornice di ci su cui ciascuno concorda.(Hall
1982)

IL PROCESSO DI
COMUNICAZIONE
Programma come

discorso significato

Codifica

Decodifica

Strutture di significato 1

Strutture di significato 2

Quadri di conoscenza

Quadri di conoscenza

Relazioni di produzione

Relazioni di produzione

Infrastrutture tecniche

Infrastrutture tecniche

IL PROCESSO DI
COMUNICAZIONE
Il processo comunicativo pu essere, a grandi
linee, spiegato in questo senso:

alle strutture istituzionali televisive con le loro


pratiche e network produttivi, relazioni
organizzate e infrastrutture tecniche, richiesto
di produrre un programma.
La produzione, in questo contesto, costruisce il
messaggio. Da un certo punto di vista, quindi, il
circuito comincia qui (Hall, Tele-visioni pag. 69)

LA FORMA DISCORSIVA
Un evento grezzo non pu essere trasmesso nella sua forma
originaria da un notiziario televisivo. Gli eventi possono essere
comunicati solo dentro le forme audiovisive del discorso
televisivo.
Le strutture televisive devono produrre messaggi codificati,
nella forma di un discorso dotato di senso (Hall, Tele-visioni
pag. 69-70)

LA FORMA DISCORSIVA
NEL PROCESSO
COMUNICATIVO
Il processo produttivo ha un suo aspetto
discorsivo in quanto , a sua volta inserito in
una struttura di significati e di idee
nella forma discorsiva che avviene sia la
circolazione del prodotto che la sua distribuzione
a diversi tipi di pubblico
affinch il circuito sia completo ed efficace, il
discorso una volta realizzato, deve essere
tradotto cio nuovamente trasformato in
pratiche sociali (Hall, Tele-visioni pag. 68-70)

LA MANCANZA DI
i codici di codifica e decodifica possono non
EQUIVALENZA
essere perfettamente simmetrici.
Il grado di simmetria cio i gradi di
comprensione e di fraintendimento nello
scambio comunicativo dipende dal livello di
simmetria/asimmetria (relazioni di equivalenza)
stabilitosi tra le posizioni delle personificazioni,
codificatore-produttore e decodificatore-ricettore
Lo squilibrio pu dipendere da differenze
strutturali (di relazione e posizione) o da
differenze di codici. (Hall, Tele-visioni pag. 72)

DENOTAZIONE E
Il termine denotazione indica il significato
CONNOTAZIONE
letterale del testo: poich questo significato

letterale riconosciuto in maniera quasi


universale [] la denotazione stata spesso
confusa con una trascrizione letterale della
realt nel linguaggio, e quindi con un segno
naturale, prodotto senza lintervento di un
codice
La connotazione utilizzata per indicare
significati associativi meno fissi e quindi pi
convenzionali e trasformabili (Hall, Televisioni pag. 75)

LIDEOLOGIA NEL
Nel discorso i segni mescolano sia gli aspetti denotativi che
DISCORSO
connotativi.
I segni sembrano acquisire il loro pieno valore ideologico,
ovvero sembrano aprirsi allarticolazione con discorsi e significati
pi ampi,
al livello dei significati associativi (cio al livello connotativo),
perch qui i significati apparentemente non sono fissati dalla
percezione naturale (cio non sono completamente naturalizzati)
e la fluidit di significati e di associazioni pu essere sfruttata e
trasformata pi pienamente.
A questo livello, possiamo vedere pi chiaramente lintervento
attivo delle ideologie nel discorso e su di esso (Hall, Tele-visioni
pag. 75-76)

LIDEOLOGIA NEI MEDIA


La polisemia del segno connotativo non
deve essere scambiata per pluralismo.
I significati connotativi non sono tutti uguali
tra loro. qualunque societ/cultura tende,
con diversi livelli di chiusura, ad imporre le
sue classificazioni del mondo sociale e
culturale e politico.
Queste costituiscono un ordine culturale
dominante, che tuttavia non n univoco n
incontrastato. (Hall, Tele-visioni pag. 77)

LIDEOLOGIA
NEI MEDIA
Qualunque societ (struttura
produttiva) tende

ad imporre le proprie mappe di significato e a


comporre la dimensione connotativa in un
ordine culturale dominante
I significati dominanti/preferiti non sono n
univoci, n incontrastati. Tuttavia, allinterno
del processo comunicativo, sono
perfettamente riconoscibili alcune regole
performative che cercano attivamente di
imporre o promuovere una mappa di
significato, o di rendere compatibili elementi
differenti allinterno della mappe dominanti.

LA COMUNICAZIONE
SISTEMATICAMENTE
DISTORTA
Dal momento che non esiste alcuna
corrispondenza necessaria fra la codifica e la
decodifica, la prima pu cercare di indirizzare,
ma non pu prescrivere o garantire la seconda,
che ha le sue proprie condizioni di esistenza
Lipotesi Encoding/Decoding formulata a
partire dal fatto che non esistendo una
corrispondenza necessaria occorre costruire
una teoria della comunicazione
sistematicamente distorta

CODICE PROFESSIONALE E
CODICE DOMINANTE
la produzione dei media di massa ricopre [] la funzione di provvedere
al mantenimento dellordine sociale egemonico, legittimando le
definizioni sociali esistenti [] attraverso un processo di codifica che
investe i prodotti massmediatici di una lettura preferita.
Il professionista dei media, dunque, codifica un messaggio che gi
stato dotato di senso in modo egemonico.
il codice professionale relativamente indipendente dal codice
dominante, perch applica modifiche e criteri propri, soprattutto di
natura tecnico-pratica. Il codice professionale, comunque, opera dentro
l egemonia del codice dominante. (Hall, Tele-visioni, pag.81)

Stuart Hall: Encoding and decoding


in television discourse (1980)
Se lattivit di codifica consiste dunque nel definire i
limiti e i parametri che racchiudono la libert del
processo di decodifica
dalla relazione tra lettore e questi limiti discendono
tre differenti modalit di decodifica :
la posizione dominante egemonica (lettura preferita)
la posizione negoziata
la posizione di opposizione

La lettura preferita
Si attua una lettura preferita quando il
telespettatore prende il significato connotato
da, diciamo, un telegiornale o una rubrica di
attualit direttamente e nella sua interezza e
decodifica il messaggio nei termini del codice
attraverso il quale stato codificato (Hall
1980)
Il telespettatore opera allinterno del codice
dominante/egemonico mediato
professionalmente.

LE DEFINIZIONI
DOMINANTI
Le definizioni dominanti collegano implicitamente o
esplicitamente gli eventi con le grandi generalizzazioni
Propongono vedute ampie.
la definizione di un punto di vista egemonico
A) che definisca, entro i propri termini, lorizzonte mentale o
luniverso dei significati possibili, di un intero settore di relazioni
in una societ o cultura e
B) che abbia il crisma della legittimit, che sembri in sintonia
con ci che naturale, inevitabile e scontato sullordine
sociale. (Hall, Tele-visioni, pag.83)

Modello Encoding/Decoding

La posizione negoziata

Luso del codice negoziato sottende una


combinazione di elementi adattivi e
opposizionali:
lo spettatore in grado di rintracciare la
definizione egemonica e pur riconoscendone la
legittimit nel contesto istituzionale opera la
decodifica attraverso una versione negoziata,
legata a logiche particolari o situate
Questo lambito che professionalmente pu
essere considerato in termini di insuccesso
comunicativo o di distorsione della
comunicazione.

La posizione di opposizione
Nella posizione di opposizione il telespettatore
comprende la lettura preferita costruita e
proposta, ma ridefinisce il messaggio allinterno di
una qualche cornice di riferimento alternativa
Nel caso precedente avevamo fenomeni di
distorsione della comunicazione, mentre qui non
si crea distorsione, ma si attiva la volont di porre
in rilievo le contraddizioni che una lettura contro le
regole del codice egemonico comporta. (Hall

1980)

LA DECODIFICA
IlDIFFERENZIALE
processo di decoding avviene in maniera
differenziata:
il conflitto culturale riguarda gruppi che si
identificano in, e attraverso, particolari pratiche
sociali e gruppi dominanti che tendono ad un loro
inglobamento.
Il conflitto viene letto non pi tra classe egemone
e classi subalterne
ma come conflitto centrato su variabili come il
gender, let, la razza, le preferenze sessuali.

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