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Secondo i liberali è sufficiente garantire i DIRITTI INDIVIDUALI fondamentali, i quali rappresentano una
tutela per la vita di gruppo; non serve conferire ulteriori diritti ai membri di specifiche minoranze etniche o
nazionali.
L’Onu ha escluso ogni riferimento ai diritti delle minoranze etniche dalla DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI
DIRITTI UMANI!
Periodo post-bellico: i liberali vedono l’identità etnica (come la religione) come qualcosa che gli individui
dovrebbero essere liberi di esprimere nella VITA PRIVATA, ma allo stato non interessa.
La separazione tra stato ed etnia preclude il riconoscimento pubblico dei gruppi etnici per la distribuzione
di diritti, risorse e doveri.
I liberali di destra ritengono l’affirmative action controproducente poiché aumenta le differenze e accresce
il risentimento.
E’ evidente che i diritti delle minoranze non possono più essere ricondotti alla categoria dei diritti umani.
I problemi come la politica linguistica, l’istruzione la distribuzione dei poteri e il territorio … non ottengono
alcuna risposta dai diritti umani: occorre una teoria dei diritti delle minoranze!
2 modelli:
1. La diversità culturale che trae origine dall’assorbimento di uno stadio più ampio di culture
territorialmente più concentrate e autonome: MINORANZE NAZIONALI! Esse chiedono di rimanere
autonome; autogoverno per la sopravvivenza in quanto società distinte.
2. Immigrazione di individui e famiglie: GRUPPI ETNICI. Essi desiderano integrarsi nelle società
dominanti ed essere accettati quali membri a pieno titolo.
La coesistenza all’interno di un determinato stato di 2 nazioni, in quanto comunità storica, lingua, cultura,
territorio…
2. Stati polietnici
L’immigrazione è vitale in Australia, Canada e USA.
Angloconformismo: assimilarsi interamente alle norme culturali esistenti.
Anni 60: assimilazione: prerequisito essenziale della stabilità politica e ulteriormente
giustificata in virtù della denigrazione etnocentrica delle altre culture.
Oggi: c’è più tolleranza: la possibilità di mantenere le proprie consuetudini su alimentazione,
abbigliamento, religione…
Ma i gruppi etnocentrici non sono nazioni, non occupano territori appartenenti storicamente a
loro. Sforzo per garantire una comune lingua! Nel respingere l’assimilazione i gruppi etnici non
chiedono di creare una società distinta come fanno le MINORANZE NAZIONALI. Ma sono
subculture flessibili: polietnicità!
Canada e USA sono sia multinazionali che polietnici: il termine multiculturale può essere fonte di
confusione ( i canadesi francofoni si sono opposti alla politica del multiculturalismo perché lo ritengono un
tentativo di ricondurre le loro rivendicazioni nazionaliste all’etnicità degli immigrati)
A volte il multiculturalismo è anche usato per indicare le varie culture intendendovi associazioni e gruppi
definiti in termini di classe, genere, orientamento sessuale, religione, convinzioni morali …
Un stato è multiculturale se i suoi membri appartengono a diverse nazioni (uno stato multinazionale) o
sono emigrati da diverse nazioni (stato polietnico) e se questo fatto costituisce un elemento importante
dell’identità personale e della vita politica.
Walzer e Glazer: vecchio mondo: minoranze culturali; nuovo mondo: immigrazione; è però una
semplificazione pericolosa secondo K.
NB quando si parla di MINORANZE NAZIONALI si parla di gruppi culturali, non di gruppi razziali o
caratterizzati da una comune discendenza!
Alcuni gruppi nazionali definiscono la cittadinanza in base alla discendenza (germania, sudafrica)
Le concezioni dell’appartenenza nazionale in base alla discendenza hanno sfumature razziste e sono inique
Un caso a parte sono gli africani d’america: l’immigrazione è stata involontaria ma c’è stata l’impossibilità di
creare un’identità nazionale distinta.
1. Diritti di autogoverno
2. Diritti polietnici
3. Diritti di rappresentanza speciale
Primo impegno della democrazia liberale è assicurare la libertà e l’uguaglianza ai suoi cittadini; impegno che
si rispecchia in diritti costituzionali che garantiscono i fondamenti dei diritti civili a prescindere
dall’appartenenza di gruppo.
La differenza dei diritti secondo l’appartenenza di gruppo sembra riflettere una concezione collettivista o
comunitaria piuttosto che i principi liberali di libertà individuale e uguaglianza.
Molti liberali pensano che i diritti collettivi rivendicati dai gruppi etnici siano incompatibili con i diritti
individuali
2 tipi di rivendicazioni:
1. Richieste che un gruppo può avavnzare contro i suoi membri; protegge il gruppo dal dissenso
interno; RESTRIZIONI INTERNE
2. Contro la società dominante; tutela il gruppo dall’impatto di decisioni esterne; TUTELE ESTERNE
Le retrizioni interne: sono una limitazione delle fondamentali libertà civili e politiche dei membri del
gruppo!!
Le tutele esterne: possono portare a conflitti o sottomissioni di altri gruppi ma spesso consentono di partire
con basi egualitarie: riducono la vulnerabilità del gruppo più piccolo nei confronti di quello più grande
Ciascuna delle tre forme di cittadinanza definite in base all’appartenenza ad un gruppo può essere usata ai
fini di tutela esterna; contribuiscono a ridurre la vulnerabilità dei gruppi minoritari dalle pressioni
economiche e dalle decisioni politiche della società esterna.
TUTELA ESTERNA: comunica qualcosa sul rapporto tra gruppi maggioritari e minoritari, non dice nulla sul
rapporto tra il gruppo etnico e i suoi membri
RESTRIZIONI INTERNE: timore: il multiculturalismo portato alle estreme conseguenze logiche potrebbe
consentire ai gruppi etnici di imporre le proprie tradizioni giuridiche ai loro membri anche quando
contrastano con i diritti umani fondamentali e i principi costituzionali.
Spesso le restrizioni interne hanno incontrato un rifiuto netto. I motivi che inducono ad appoggiare le tutele
esterne sono gli stessi che respingono le restrizioni interne.
Secondo i principi basilari del liberalismo: si possono accettare i diritti delle minoranze solo se conformi al
rispetto della libertà e autonomia degli individui!
Il rispetto delle minoranze può favorire l’estensione della libertà degli individui in quanto LA LIBERTà è
INTIMAMENTE LEGATA ALLA CULTURA e da essa dipende.
La cultura sociale: conferisce ai membri modi di vivere dotati di senso: vita sociale, formativa, religiosa,
sfera pubblica/sfera privata …
a. Cultura comune
b. Solidarietà nei moderni stati democratici (identità e appartenenza, comune lingua e storia comuni)
c. Diffusione della cultura comune; necessaria per le pari opportunità
USA: cultura dominante che accoglie la maggior parte degli americani: potere integrativo
Immigrazione
Tutela del multiculturalismo; cambia il modo con cui gli immigrati si integrano ma non gli si chiede se tale
integrazione debba avvenire oppure no
Conservazione del retaggio etnico nella sfera privata:ma col passare delle generazioni le tradizioni e la
lingua tradizionale muoiono in favore della cultura anglofona. Le minoranze culturali: culture sociali
autenticamente diverse che tendono ad essere culture nazionali (divise)
Per essere liberi gli individui devono disporre di condizioni tali da poter acquisire la CONSAPEVOLEZZA
DELLE DIVERSE CONDIZIONI DEL VIVERE BENE E LA CAPACITà DI ESPRIMERLE:
1. ISTRUZIONE
2. LIBERTà DI ESPRESSIONE E ASSOCIAZIONE
In una società liberale è possibile per un individuo la revisione degli scopi. Le culture sociali come contesto
di scelta.
Le culture sono preziose perché per un individuo avere accesso ad una cultura sociale significa avere
accesso ad un ventaglio di opzioni dotate di senso- dworkin-
Obiezioni:
Per quale motivo dovremmo sentirci obbligati a salvaguardare le culture identitarie purchè si aiutino i loro
membri a trovare un’altra cultura?
Influisce su come gli altri percepiscono un individuo e nei suoi confronti che contribuisce a definire la sua
identità di sé.
K: è contrario alla politica comunitaria: condivisione di un bene comune anche se ciò limita la capacità dei
singoli di rivedere i propri fini.
K: tesi liberale: le persone possono prendere le distanze dai valori cui appartengono dalla nascita
I teorici liberali (come rowls) hanno generalmente accettato il fatto che le culture o nazioni sono le unità
basilari della teoria politica-liberale.
Casi difficili:
1. Come si devono comportare i liberali di fronte alle culture illiberali? Lo scopo dei liberali non
dovrebbe essere lo scioglimento delle nazioni illiberali ma la loro liberalizzazione
2. Perché gli immigrati non sviluppano una cultura sociale? L’immigrazione è di per sé una rinuncia al
diritto di vivere a lavorare nella propria cultura: rinuncia volontaria!
3. Esistono minoranze che hanno perso la loro cultura sociale?
Sono le potenzialità delle culture sociali ad essere importanti non il loro stato attuale ma per gli altri è
difficile da valutare…
le minoranze nazionali hanno una cultura sociale, forte debole che sia…
ma nulla è necessario: è possibile che i gruppi di immigrati diano luogo ad insediamenti collettivi e diventino
minoranze…come è possibile che minoranze si disperdano e si integrino…
Le minoranze nazionali corrono il rischio di disuguaglianze che in assenza di interventi possono essere gravi
forme di ingiustizia.
La tesi dell’uguaglianza implica il riconoscimento di diritti speciali per le minoranze se c’è uno svantaggio!
Lo stato non può fare a meno di decidere quali culture sociali sostenere (istruzione..):.
NON è FONDATA L’ANALOGIA TRA RELIGIONE E CULTURA! E’ POSSIBILE NON AVERE UNA CHIESA UFFICIALE
MA UNO STATO NON Può EVITARE DI LEGITTIMARE ALMENO IN PARTE UNA CULTURA:
Non esiste alcun modo per separare lo stato dall’etnia: benigna non curanza è un mito
Accordi storici: a causa delle trasformazioni delle loro condizioni e accordi originari difficili da interpretare
le comunità minoritarie desiderano rinegoziare i loro accordi storici: crisi della costituzione in canada
Necessità di rivedere e riaggiornare gli accordi storici: più ampia teoria della giustizia
Valore della diversità culturale: tesi già insufficiente per giustificare i diritti delle minoranze: funziona
meglio quando è combinata con argomentazioni basate sulla GIUSTIZIA
La tesi della diversità è più plausibile se invocata per difendere i diritti polietnici per gruppi etnici. I teorici
liberali riservano la cittadinanza ai membri di un determinato gruppo anziché a tutte le persone che la
desiderano.
La tolleranza e i suoi limiti
2 vincoli fondamentali:
Che tipo di tolleranza? Storicamente i liberali hanno abbracciato un’accezione specifica di tolleranza: libertà
di coscienza individuale e non pratica religiosa collettiva.
Tolleranza liberale: valorizzazione dell’autonomia, convinzione che gli individui debbano essere liberi di
valutare e modificare i loro fini.
Rawls: suggerisce di limitare l’ambito di applicazione dell’autonomia, invocarla in contesti politici ed evitarla
in altri contesti; in modo che gli individui privati non abbiano capacità di autonomia
Mill: diritto di autonomia e modifica delle pratiche sociali: ideale di riflessione razionale
Il fatto della pluralità sociale se non è in relazione con l’autonomia individuale, non basta a tutelare le
libertà liberali.
La teoria liberale più difendibile deve basarsi sul valore dell’autonomia: ma i liberali non possono imporre i
loro principi ai gruppi che non li condividono.
Gli individui hanno determinati diritti, libertà di coscienza: PROBLEMA DELL’IMPOSIZIONE DEL LIBERALISMO
Intervento coercitivo
I liberali contemporanei: meno propensi ad imporre il liberalismo ai paesi stranieri ma più alle minoranze
nazionali
K: in entrambi i casi non c’è spazio per la coercizione da parte di terzi! PACIFICA NEGOZIAZIONE
Responsabilizzazione dei governi in relazione al rispetto dei diritti umani. DIALOGO COSTRUTTIVO TRA
CULTURE!