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Kymlicka “la cittadinanza multiculturale”

Si cercano modi per salvaguardare le minoranze multietniche.

Secondo i liberali è sufficiente garantire i DIRITTI INDIVIDUALI fondamentali, i quali rappresentano una
tutela per la vita di gruppo; non serve conferire ulteriori diritti ai membri di specifiche minoranze etniche o
nazionali.

L’Onu ha escluso ogni riferimento ai diritti delle minoranze etniche dalla DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI
DIRITTI UMANI!

Periodo post-bellico: i liberali vedono l’identità etnica (come la religione) come qualcosa che gli individui
dovrebbero essere liberi di esprimere nella VITA PRIVATA, ma allo stato non interessa.

La separazione tra stato ed etnia preclude il riconoscimento pubblico dei gruppi etnici per la distribuzione
di diritti, risorse e doveri.

AFFIRMATIVE ACTION: interventi a favore di gruppi svantaggiati

Questa è una convenzione approvata dall’ONU ma ha un carattere temporaneo e un intento riparatore;


tentativo di realizzare l’idea di separazione tra stato ed etnia.

I liberali di destra ritengono l’affirmative action controproducente poiché aumenta le differenze e accresce
il risentimento.

E’ evidente che i diritti delle minoranze non possono più essere ricondotti alla categoria dei diritti umani.

I problemi come la politica linguistica, l’istruzione la distribuzione dei poteri e il territorio … non ottengono
alcuna risposta dai diritti umani: occorre una teoria dei diritti delle minoranze!

La politica del multiculturalismo:

2 modelli:

1. La diversità culturale che trae origine dall’assorbimento di uno stadio più ampio di culture
territorialmente più concentrate e autonome: MINORANZE NAZIONALI! Esse chiedono di rimanere
autonome; autogoverno per la sopravvivenza in quanto società distinte.
2. Immigrazione di individui e famiglie: GRUPPI ETNICI. Essi desiderano integrarsi nelle società
dominanti ed essere accettati quali membri a pieno titolo.

Stati multinazionali e stati polietnici

La coesistenza all’interno di un determinato stato di 2 nazioni, in quanto comunità storica, lingua, cultura,
territorio…

Stato con più nazioni: stato multinazionale

Culture più piccole: minoranze culturali


1. stati multinazionali:
L’assorbimento di nazioni può essere un atto involontario (conquiste…) oppure un atto
volontario (culture diverse che decidono di formare una federazione). Hawaiiani, eschimesi
dell’alaska e indiano hanno avanzato rivendicazioni territoriali e sono state giuridicamente
riconosciute. Le minoranze nazionali negli USA possiedono un ventaglio di diritti per tutelare il
loro status di comunità distinte. Gruppi piccoli, parte esigua della popolazione hanno
contribuito in maniera marginale all’identità di sé degli americani. CANADA: inglesi, francesi,
indiani. Stati multinazionali si considerano un unico popolo (ex svizzera) fedeltà comune ad uno
stato.

2. Stati polietnici
L’immigrazione è vitale in Australia, Canada e USA.
Angloconformismo: assimilarsi interamente alle norme culturali esistenti.
Anni 60: assimilazione: prerequisito essenziale della stabilità politica e ulteriormente
giustificata in virtù della denigrazione etnocentrica delle altre culture.
Oggi: c’è più tolleranza: la possibilità di mantenere le proprie consuetudini su alimentazione,
abbigliamento, religione…
Ma i gruppi etnocentrici non sono nazioni, non occupano territori appartenenti storicamente a
loro. Sforzo per garantire una comune lingua! Nel respingere l’assimilazione i gruppi etnici non
chiedono di creare una società distinta come fanno le MINORANZE NAZIONALI. Ma sono
subculture flessibili: polietnicità!

(questione a parte sono i gruppi ispanici in USA)

Canada e USA sono sia multinazionali che polietnici: il termine multiculturale può essere fonte di
confusione ( i canadesi francofoni si sono opposti alla politica del multiculturalismo perché lo ritengono un
tentativo di ricondurre le loro rivendicazioni nazionaliste all’etnicità degli immigrati)

A volte il multiculturalismo è anche usato per indicare le varie culture intendendovi associazioni e gruppi
definiti in termini di classe, genere, orientamento sessuale, religione, convinzioni morali …

Un stato è multiculturale se i suoi membri appartengono a diverse nazioni (uno stato multinazionale) o
sono emigrati da diverse nazioni (stato polietnico) e se questo fatto costituisce un elemento importante
dell’identità personale e della vita politica.

Walzer e Glazer: vecchio mondo: minoranze culturali; nuovo mondo: immigrazione; è però una
semplificazione pericolosa secondo K.

NB quando si parla di MINORANZE NAZIONALI si parla di gruppi culturali, non di gruppi razziali o
caratterizzati da una comune discendenza!

Alcuni gruppi nazionali definiscono la cittadinanza in base alla discendenza (germania, sudafrica)

Le concezioni dell’appartenenza nazionale in base alla discendenza hanno sfumature razziste e sono inique
Un caso a parte sono gli africani d’america: l’immigrazione è stata involontaria ma c’è stata l’impossibilità di
creare un’identità nazionale distinta.

Vi sono 3 forme di diritti differenziati in funzione dell’appartenenza del gruppo:

1. Diritti di autogoverno
2. Diritti polietnici
3. Diritti di rappresentanza speciale

1. Diritti di autogoverno: diritto all’autodeterminazione (riconosciuto dal diritto internazionalema


solo per le colonie d’oltremare non per le minoranze interne)
Uno dei meccanismi di autodeterminazione è il FEDERALISMO ma comporta difficoltà di
mantenimento dell’equilibrio tra centralizzazione e decentramento. (ma non esiste un nesso
intrinseco tra federalismo e diversità culturale: ex germania). Il federalismo è uno strumento di
autogoverno solo se la minoranza nazionale costituisce la maggioranza in una delle sottounità
federali!
Di solito le rivendicazioni portano a devolvere poteri politici alle minoranze: diritti intrinseci
permanenti

2. Diritti polietnici: inserimento di contributi delle minoranze nei programmi scolastici;finanziamenti


pubblici delle pratiche culturali; questione più controversa: leggi e regolamenti per le pratiche
religiose. I diritti polietnici hanno l’obiettivo di promuovere l’integrazione!

3. Diritti di rappresentanza speciale: si ritiene che in un ordinamento rappresentativo devono


partecipare anche i membri delle minoranze etniche! Questi diritti sono affermative action: sono
temporanei nell’attesa che si realizzi una situazione per cui scompare l’esigenza di una
rappresentazione speciale, eliminando l’oppressione e gli svantaggi quindi i diritti speciali!

DIRITTI INDIVIDUALI E DIRITTI COLLETTIVI

Primo impegno della democrazia liberale è assicurare la libertà e l’uguaglianza ai suoi cittadini; impegno che
si rispecchia in diritti costituzionali che garantiscono i fondamenti dei diritti civili a prescindere
dall’appartenenza di gruppo.

La differenza dei diritti secondo l’appartenenza di gruppo sembra riflettere una concezione collettivista o
comunitaria piuttosto che i principi liberali di libertà individuale e uguaglianza.

L’espressione “diritti collettivi” è generica e fuorviante.

Molti liberali pensano che i diritti collettivi rivendicati dai gruppi etnici siano incompatibili con i diritti
individuali

2 tipi di rivendicazioni:

1. Richieste che un gruppo può avavnzare contro i suoi membri; protegge il gruppo dal dissenso
interno; RESTRIZIONI INTERNE
2. Contro la società dominante; tutela il gruppo dall’impatto di decisioni esterne; TUTELE ESTERNE
Le retrizioni interne: sono una limitazione delle fondamentali libertà civili e politiche dei membri del
gruppo!!

Le tutele esterne: possono portare a conflitti o sottomissioni di altri gruppi ma spesso consentono di partire
con basi egualitarie: riducono la vulnerabilità del gruppo più piccolo nei confronti di quello più grande

Ciascuna delle tre forme di cittadinanza definite in base all’appartenenza ad un gruppo può essere usata ai
fini di tutela esterna; contribuiscono a ridurre la vulnerabilità dei gruppi minoritari dalle pressioni
economiche e dalle decisioni politiche della società esterna.

TUTELA ESTERNA: comunica qualcosa sul rapporto tra gruppi maggioritari e minoritari, non dice nulla sul
rapporto tra il gruppo etnico e i suoi membri

RESTRIZIONI INTERNE: timore: il multiculturalismo portato alle estreme conseguenze logiche potrebbe
consentire ai gruppi etnici di imporre le proprie tradizioni giuridiche ai loro membri anche quando
contrastano con i diritti umani fondamentali e i principi costituzionali.

Spesso le restrizioni interne hanno incontrato un rifiuto netto. I motivi che inducono ad appoggiare le tutele
esterne sono gli stessi che respingono le restrizioni interne.

Secondo i principi basilari del liberalismo: si possono accettare i diritti delle minoranze solo se conformi al
rispetto della libertà e autonomia degli individui!

Il rispetto delle minoranze può favorire l’estensione della libertà degli individui in quanto LA LIBERTà è
INTIMAMENTE LEGATA ALLA CULTURA e da essa dipende.

La cultura sociale: conferisce ai membri modi di vivere dotati di senso: vita sociale, formativa, religiosa,
sfera pubblica/sfera privata …

Le culture sociali sono legate alla modernizzazione:

a. Cultura comune
b. Solidarietà nei moderni stati democratici (identità e appartenenza, comune lingua e storia comuni)
c. Diffusione della cultura comune; necessaria per le pari opportunità

USA: cultura dominante che accoglie la maggior parte degli americani: potere integrativo

Immigrazione

Tutela del multiculturalismo; cambia il modo con cui gli immigrati si integrano ma non gli si chiede se tale
integrazione debba avvenire oppure no

Conservazione del retaggio etnico nella sfera privata:ma col passare delle generazioni le tradizioni e la
lingua tradizionale muoiono in favore della cultura anglofona. Le minoranze culturali: culture sociali
autenticamente diverse che tendono ad essere culture nazionali (divise)

Liberalismo e libertà individuale

Liberalismo: ascrivere le libertà fondamentali all’individuo

Per essere liberi gli individui devono disporre di condizioni tali da poter acquisire la CONSAPEVOLEZZA
DELLE DIVERSE CONDIZIONI DEL VIVERE BENE E LA CAPACITà DI ESPRIMERLE:
1. ISTRUZIONE
2. LIBERTà DI ESPRESSIONE E ASSOCIAZIONE

In una società liberale è possibile per un individuo la revisione degli scopi. Le culture sociali come contesto
di scelta.

Le culture sono preziose perché per un individuo avere accesso ad una cultura sociale significa avere
accesso ad un ventaglio di opzioni dotate di senso- dworkin-

Obiezioni:

1. La scelta individuale è legata all’appartenenza ad na qualsiasi cultura sociale?


2. Se le persone sono legate alla propria cultura occorrono diritti e risorse per ricreare la loro cultura
sociale?
3. La cultura preclude la scelta individuale?

Per quale motivo dovremmo sentirci obbligati a salvaguardare le culture identitarie purchè si aiutino i loro
membri a trovare un’altra cultura?

Alcuni teorici: liberalizzazione e modernizzazione indeboliscono il senso si identità nazionale …

Kymlicka: la liberalizzazione ha rafforzato il senso di nazionalità!(ex quebec, belgio)

Forti legami culturali:

1. Opzioni dotate di senso


2. Ruolo dell’appartenenza culturale dell’identità di sé degli individui

Influisce su come gli altri percepiscono un individuo e nei suoi confronti che contribuisce a definire la sua
identità di sé.

Identità culturale: fuoco primario dell’identificazione!

K: è contrario alla politica comunitaria: condivisione di un bene comune anche se ciò limita la capacità dei
singoli di rivedere i propri fini.

K: tesi liberale: le persone possono prendere le distanze dai valori cui appartengono dalla nascita

La politica comunitaria a livello locale implica oppressione.

I teorici liberali (come rowls) hanno generalmente accettato il fatto che le culture o nazioni sono le unità
basilari della teoria politica-liberale.

Casi difficili:

1. Come si devono comportare i liberali di fronte alle culture illiberali? Lo scopo dei liberali non
dovrebbe essere lo scioglimento delle nazioni illiberali ma la loro liberalizzazione
2. Perché gli immigrati non sviluppano una cultura sociale? L’immigrazione è di per sé una rinuncia al
diritto di vivere a lavorare nella propria cultura: rinuncia volontaria!
3. Esistono minoranze che hanno perso la loro cultura sociale?
Sono le potenzialità delle culture sociali ad essere importanti non il loro stato attuale ma per gli altri è
difficile da valutare…

le minoranze nazionali hanno una cultura sociale, forte debole che sia…

ma nulla è necessario: è possibile che i gruppi di immigrati diano luogo ad insediamenti collettivi e diventino
minoranze…come è possibile che minoranze si disperdano e si integrino…

L’individuazione delle culture

I fautori dell’attribuzione di diritti in funzione dell’appartenenza a gruppi etnici o a minoranze nazionali


insistono sul fatto che questi diritti assicurino ai cittadini l’uguaglianza: accettazione delle differenze

Le minoranze nazionali corrono il rischio di disuguaglianze che in assenza di interventi possono essere gravi
forme di ingiustizia.

La tesi dell’uguaglianza implica il riconoscimento di diritti speciali per le minoranze se c’è uno svantaggio!

K: è contrario a “l’ideale della benigna minoranza!

Lo stato non può fare a meno di decidere quali culture sociali sostenere (istruzione..):.

NON è FONDATA L’ANALOGIA TRA RELIGIONE E CULTURA! E’ POSSIBILE NON AVERE UNA CHIESA UFFICIALE
MA UNO STATO NON Può EVITARE DI LEGITTIMARE ALMENO IN PARTE UNA CULTURA:

- LINGUA NELL’ISTRUZIONE PUBBLICA


- EROGAZIONE DI SERVIZI PUBBLICI

Il riconoscimento di diritti di autogoverno in funzione dell’appartenenza ad un gruppo controbilancia il


condizionamento di disuguaglianza: la vera uguaglianza richiede il trattamento differenziato per far fronte
ad esigenze differenziate.

Immigrazione: uguaglianza è favorire l’integrazione.

Bisogna risolvere alcuni problemi:

1. La ridefinizione delle festività pubbliche


2. Le divise ufficiali
3. I simboli statali

Non esiste alcun modo per separare lo stato dall’etnia: benigna non curanza è un mito

Accordi storici: a causa delle trasformazioni delle loro condizioni e accordi originari difficili da interpretare
le comunità minoritarie desiderano rinegoziare i loro accordi storici: crisi della costituzione in canada

Necessità di rivedere e riaggiornare gli accordi storici: più ampia teoria della giustizia

Valore della diversità culturale: tesi già insufficiente per giustificare i diritti delle minoranze: funziona
meglio quando è combinata con argomentazioni basate sulla GIUSTIZIA

La tesi della diversità è più plausibile se invocata per difendere i diritti polietnici per gruppi etnici. I teorici
liberali riservano la cittadinanza ai membri di un determinato gruppo anziché a tutte le persone che la
desiderano.
La tolleranza e i suoi limiti

Le democrazie liberali hanno dei limiti nella tolleranza liberale …

2 vincoli fondamentali:

1. Una concezione liberale dei diritti non giustifica le restrizioni interne


2. Non si possono accettare rivendicazioni che darebbero ad un gruppo la possibilità di opprimerne o
sfruttarne un altro

La concezione liberale implica:

- La libertà all’interno di un gruppo minoritario


- L’uguaglianza tra i gruppi minori e i gruppi maggiori

LIBERALISMO E TOLLERANZA: stretto legame storico e culturale

Che tipo di tolleranza? Storicamente i liberali hanno abbracciato un’accezione specifica di tolleranza: libertà
di coscienza individuale e non pratica religiosa collettiva.

Tolleranza liberale: valorizzazione dell’autonomia, convinzione che gli individui debbano essere liberi di
valutare e modificare i loro fini.

Rawls: suggerisce di limitare l’ambito di applicazione dell’autonomia, invocarla in contesti politici ed evitarla
in altri contesti; in modo che gli individui privati non abbiano capacità di autonomia

Mill: diritto di autonomia e modifica delle pratiche sociali: ideale di riflessione razionale

Il fatto della pluralità sociale se non è in relazione con l’autonomia individuale, non basta a tutelare le
libertà liberali.

La teoria liberale più difendibile deve basarsi sul valore dell’autonomia: ma i liberali non possono imporre i
loro principi ai gruppi che non li condividono.

Gli individui hanno determinati diritti, libertà di coscienza: PROBLEMA DELL’IMPOSIZIONE DEL LIBERALISMO

Intervento coercitivo

I liberali contemporanei: meno propensi ad imporre il liberalismo ai paesi stranieri ma più alle minoranze
nazionali

K: in entrambi i casi non c’è spazio per la coercizione da parte di terzi! PACIFICA NEGOZIAZIONE

Forme durevoli di liberalizzazione vengono da riforme interne

Responsabilizzazione dei governi in relazione al rispetto dei diritti umani. DIALOGO COSTRUTTIVO TRA
CULTURE!

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