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Popol Wuh, libro sacro dei Maya Quich.
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Nel sito ufficiale ENI NEL MONDO, la societ presenta le sue storie di successo: Africa, 14 paesi;
Asia-Oceania, 21 paesi; America, 7 paesi; Europa 27 paesi.
Fondazione Guido Piccini per i diritti delluomo onlus
via Terzago 11
25080 Calvagese della Riviera (BS) Italy
www.fondazionegpiccini.org
FONDAZIONE GUIDO PICCINI
per i diritti delluomo onlus
A dieci anni dalla firma della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli
indigeni, milioni di nativi nel mondo sono ancora in pericolo, minacciati da progetti che
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La sezione America Latina della Biblioteca della Fondazione Guido Piccini offre unampia
documentazione sui popoli indigeni. I testi possono essere consultati in sede o richiesti in prestito.
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Eduardo Galeano, Los hijos de los das, SIGLO XXI 2012
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toccano le loro terre e sconvolgono la loro vita. Eppure, affrontando le questioni ambientali in
prima linea, gli indigeni possono essere alleati preziosi per la valutazione e lattuazione di
politiche climatiche per rallentare il riscaldamento globale.
Esistono pi di 5000 popoli indigeni, sparsi in 90 paesi e parlano 7000 idiomi. Secondo
lONU la maggioranza vive in America Latina.
Il Guatemala uno di questi paesi e si distingue per la sua ricchezza sociale e culturale;
da ci dovrebbe derivare, in tutti i suoi abitanti, la coscienza di essere membro di una societ
multietnica, plurilinguistica e interculturale. Ma un percorso ancora da compiere e da
realizzare per creare uno Stato di diritto, espressione del paese reale, cancellare gli
stereotipi tipici di atteggiamenti razzisti tuttora presenti nella societ guatemalteca.
Evo Morales, presidente dello Stato plurinazionale di Bolivia, ha affermato: Non
esistono problemi in cui non dovrebbero essere coinvolte le popolazioni indigene che
definisce, in virt del loro modo di organizzazione e produzione, la bussola morale
dellumanit.
Nel mondo, tuttora, sono prese ben poco in considerazione le loro necessit,
preoccupazioni, rivendicazioni, anzi si parla di battuta darresto o addirittura di
retrocessione nel riconoscimento dei loro diritti.
Questi guardiani della diversit biologica, delle risorse naturali, del rispetto della
nostra casa comune dimostrano un alto livello di responsabilit, un forte senso di comunit e
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Paulino Montejo, Derechos de los pueblos indigenas en retroceso, ALAI 525-526 giugno-luglio
2017
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Idem
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attuano una solidariet intergenerazionale che non facile trovare nel nostro cosiddetto
mondo civile, di conseguenza dovrebbero essere presi ad esempio ovunque e non
condannati allemarginazione, al disprezzo, allesclusione.
Sono passati dieci anni e ben poco stato fatto anzi la situazione sta peggiorando
dinanzi al rifiuto di abbandonare i loro territori, garanzia di sopravvivenza non solo materiale
ma culturale e spirituale. Cresce, quindi, la resistenza indigena con forme di rivendicazioni
essenzialmente non-violente, ma decise e sempre pi contundenti, in un percorso, non esente
da autocritica e critica anche al loro interno, che riesce a coinvolgere settori sempre pi ampi
della societ civile.
necessario che i popoli indigeni continuino a lottare per far valere il loro diritto ad essere
differenti, nelle loro terre e territori, contribuendo alla costruzione dei paesi di cui fanno
parte, affinch siano riconosciuti tutti gli elementi della loro vita sociale, economica, politica,
culturale, ambientale e spirituale, secondo le loro reali necessit e aspirazioni7.
I poteri economici, che impongono e depongono governi, decisero che, quando fa loro
comodo, ogni protesta e rivendicazione devono essere considerate terrorismo. Opporsi
allappropriazione di legname, acqua o terre ancestrali dei popoli originari da parte di
grandi transnazionali, viene etichettato come terrorismo. Difendere la propriet comunale
contro la privatizzazione della terra, un atteggiamento intollerabile che deve essere
represso con la forza. Gli interessi dispotici di tirannie totalitarie distruggono il bene comune
sotto la maschera della modernit. Secondo la legge di questi poteri, la propriet comunale
qualcosa di detestabile, inaccettabile, primitiva, incivile8.
Il popolo mapuche, in lotta contro Benetton per tornare in possesso dei propri territori,
dichiara che resistenza non terrorismo.
Noi, i Mapuches, continuiamo ad essere unimmensa maggioranza senza terra, con lunica
alternativa di divenire manodopera a buon mercato e sfruttata. Lunico modo per fermare
lassassinio pianificato ecocidio e genocidio dal potere economico e dallo Stato
attraverso il controllo territoriale effettivo delle nostre comunit2.
Le loro terre originarie sono, in grande maggioranza, donazioni fatte a imprese o famiglie
che finanziarono il genocidio della Conquista e poi comperate, a prezzi irrisori, dai nuovi
proprietari, come Benetton, che possiede 900.000 ettari e quasi 100.000 pecore. La legge
argentina riconosce queste terre come territori mapuches, ma, naturalmente, si prende
tempo!!!
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desinformemonos.org - 12 gennaio 2017
8
alterglobalizacion.wordpress.com
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Idem
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La mattina del 1 novembre 2017 la Policia Nacional Civil effettu, con azioni di grande
violenza, unespulsione nella comunit La Cumbre Chamch.
Le comunit qeqchi e poqomchi vengono spogliate delle loro terre ancestrali,
violentando i loro diritti e mettendo a rischio la loro stessa esistenza, 25 famiglie sono rimaste
senza casa, raccolti, sementi e cibo.
In Alta Verapaz le imprese estrattive di monocolture, idroelettriche, minerarie si sono
impadronite della maggioranza delle terre e dei fiumi, senza consultare, come previsto dalla
legge, le popolazioni indigene e contadine, calpestando i loro diritti pi elementari, mentre
vengono anteposti la convenienza del mercato ed altri interessi economici.
Nel territorio del popolo Qeqchi e Poqomchi si sta combattendo una lotta senza
interruzione dal 1960, per far valere il nostro diritto di accesso alla terra, ad un luogo
dignitoso dove vivere, lavorare, alimentare la famiglia, rafforzare la nostra cultura e
identit.
Intanto si stanno introducendo nuove normative circa il diritto alla consultazione delle
comunit interessate a progetti e decisioni che li riguardano direttamente, svuotando
praticamente uno strumento che, seppure non sia servito a molto, era sempre un punto di
riferimento legale per rivendicazioni e denunce.
Paraso
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www.prensacomunitaria.org
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Qui era il paradiso./Mais, frumento, fagioli,/non esisteva frutto proibito,/i serpenti erano
muti./Jelik Ch'umil y Kowilaj Chee/facevano lamore sullerba/e si coprivano con il cielo./Fino a
quando parlarono i serpenti:/proibirono i frutti e si divisero tra di loro il Paradiso.
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Chi interessato pu richiederne gratuitamente una copia a presidenza@fondazionegpiccini.org
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