Sei sulla pagina 1di 1

La superiorità della razza

Il razzismo viene definito come la tendenza a difendere quella che si ritiene la purezza della propria
razza da ogni possibile contatto o contaminazione, perseguitando o sterminando altre razze ritenute
inferiori. Già fin dall’antichità si incominciava a parlare di razzismo, infatti gli antichi romani
chiamavano barbari i popoli che si erano stabiliti alle loro frontiere. Anche nelle nostre società
contemporanee occorre molta cultura e larghezza di vedute per superare un sentimento di diffidenza
verso gruppi minoritari che si distinguono dagli altri per la lingua o il dialetto, credenze o usanze
particolari.

In altre parole il razzismo può essere definito come la convinzione che a certe differenze
anatomiche osservabili tra i gruppi umani (colore della pelle, religione, etc.) corrisponda una
superiorità o un’inferiorità intellettuale e morale. Da qui deriva il fatto che certe famiglie umane,
che si autoproclamano superiori, hanno diritto di sfruttare, opprimere, se non addirittura di
distruggere altre famiglie giudicate inferiori. Non possiamo dimenticare il più grande e atroce
esempio di razzismo che il mondo ha conosciuto, cioè il periodo del nazismo. Tutti noi infatti
abbiamo seguito diverse volte in televisione le atrocità e i misfatti subiti dagli ebrei da parte dei
nazisti.

Purtroppo anora oggi, contemporaneamente ad una crescita economica e sociale, nel nostro Paese si
continua a parlare di razzismo. Ma perché questo odio? Perché abbiamo paura di quelli diversi da
noi, per questo che formiamo i nostri piccoli gruppi, abbiamo la nostra razza, il nostro Paese, il
nostro partito politico, la nostra squadra di calcio; e mentre tutti gli altri sono potenziali nemici, noi
siamo automaticamente i migliori. La guerra nelle terre dell’est e in nord Africa hanno portato ad un
enorme afflusso di gente disperata in cerca di benessere negli Stati dove questo sembra
raggiungibile. Questo però ha portato ad una situazione di insofferenza che cresce nelle periferie
delle grandi città e spesso sfocia in rivolte. Molti sono i fatti di cronaca che hanno visto i giovani
violenti contro gli immigrati. Si parla di un movimento di “skinhead”, nato in Gran Bretagna e
diffusosi rapidamente anche in Italia soprattutto sugli spalti degli stadi. La divisa di questi skin è
inconfondibile: indossano pantaloni neri o verdi, stile militare, anfibi, bomber e giubbotti di tela su
cui applicano distintivi di vario genere che ricordano vagamente il nazismo. Un altro movimento
razzista è quello dei “naziskin” che si distinguono per la testa rasata, ma hanno lo stesso scopo: fare
del male a quelli che non sono come loro. Un dato preoccupante viene dalla Germania dove una
volta i naziskin se la prendevano con i cittadini di colore, con coloro che chiedevano asilo politico o
con i turchi, mentre adesso la loro violenza si rivolge anche contro i tedeschi stessi. Questi sono
giovani con un livello culturale basso, ma presenti in ogni classe sociale, che sfociano in violenza i
loro stati di incertezza, di rancore, di angoscia verso la società dei consumi.

Si può stabilire un contatto con i giovani seguaci di questo movimento, conoscendo le culture
giovanili e quindi trovando il modo di relazionare con loro. Soprattutto la famiglia può e deve
informarsi di più per conoscere i gusti e le preferenze dei propri figli. Solo così si può comunicare
per cercare di sradicare quelle convinzioni che spesso nascono proprio dalla mancanza di dialogo in
famiglia.

Nisci Fabio IV M

Potrebbero piacerti anche