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Una questione nata dall'ampiezza del fenomeno migratorio a livello mondiale, dovuto
sia al divario economico crescente tra paesi ricchi e paesi poveri, e anche all'insicurezza
di un mondo in preda a guerre e multiple forme di oppressione.
Questo fenomeno mette a confronto la cultura dei paesi ospitanti e quella delle comunità
immigrate e pone il problema centrale dell'identità.
Le soluzioni messe in atto nei paesi ospitanti sono molto diverse e riflettono sia il loro
passato storico che le loro scelte politiche.
Di fronte a un problema cosi difficile, che minaccia di amplificarsi, non esiste una
soluzione-miracolo
→ A favore di un integrazione:
- il fatto che molti immigrati si siano integrati e rappresentino una ricchezza per delle
società già multiculturali da tempo per via della mondializzazione.
Numerosi immigrati diventati cittadini accedono ormai a importanti posti politici
oppure economici (es Rishi Sunak, primo ministro del Regno Unito)
- la possibilità di favorire l'integrazione senza cancellare le differenze culturali,
integrazione attraverso l'educazione, con acquisizione di competenze linguistiche e
professionali ,con diritto di voto a livello locale...
- i doveri umanitari di assistenza
→ Gli ostacoli:
- la mancante solidarietà tra paesi che ricevono i flussi di migranti (problema
dell'Italia confrontata da sola all'arrivo di battelli e gommoni)
- le difficoltà per ridurre il flusso migratorio: necessità di poter cooperare con le
autorità dei paesi di partenza, di proporre e finanziare aiuti per lo sviluppo, di lottare
contro i trafficanti clandestini
- gli ostacoli legati a non-adesioni ai valori civici e morali delle società ospitanti
(poligamia, condizione inferiore delle donne, integralismo religioso, rischio di
terrorismo)
- i diversi punti di vista che si oppongono all'interno di tutti i paesi ospitanti,
qualunque siano le decisioni adottate, soggette a cambiamenti e ritorni indietro (per
es Svezia, Regno Unito hanno irrigidito le loro politiche)