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INTEGRAZIONE O MULTICULTURALISMO?

Una questione nata dall'ampiezza del fenomeno migratorio a livello mondiale, dovuto
sia al divario economico crescente tra paesi ricchi e paesi poveri, e anche all'insicurezza
di un mondo in preda a guerre e multiple forme di oppressione.
Questo fenomeno mette a confronto la cultura dei paesi ospitanti e quella delle comunità
immigrate e pone il problema centrale dell'identità.
Le soluzioni messe in atto nei paesi ospitanti sono molto diverse e riflettono sia il loro
passato storico che le loro scelte politiche.

A. Due scelte opposte per accogliere i migranti

1. “Melting pot” e assimilazione

• due paesi rappresentano particolarmente questo modello: Stati Uniti e Francia


- in questi due paesi vige lo “ius soli”: chi nasce sul territorio nazionale è cittadino
- negli Stati Uniti, il processo è automatico e iscritto nella Costituzione, prodotto dalla storia
di un paese “nuovo” formato con l'arrivo di migranti di varie provenienze
- in Francia, ci sono certe condizioni, ma c'è una lunga tradizione di accoglienza di
popolazioni dell'ex impero coloniale e di asilo politico

• il modello è quello della fusione


- i particolarismi debbono essere cancellati per arrivare a un integrazione totale con
adesione piena a cultura,valori e stili di vita del paese
- il melting pot americano.
- in Francia si aggiunge il concetto di laicità: religioni,segni di appartenenza debbono
rimanere nella sfera privata
- in questo caso, il migrante viene considerato come individuo singolo, l'integrazione è un
obbligo.

2. Multiculturalismo e “salad bowl”

• il multiculturalismo è sperimentato in paesi come la Gran Bretagna e l'Olanda


- paesi di ideologia liberale
- in Gran Bretagna vivono molti esuli dell'ex impero coloniale con questo modello
- questo paese è un punto di attrazione per i migranti

• per i multiculturalisti, la differenza culturale deve essere rispettata


- anche nello spazio pubblico non deve essere mortificata l'identità culturale dei migranti,
(spazi di riunione e di preghiera, bilinguismo ,sino a quote negli impieghi pubblici)
- il rischio: irrigidire le differenze tra comunità e creare forme di ghetto dai confini
insuperabili

B. La difesa delle identità culturali

1. È stata esasperata dalle nuove forme dell'immigrazione


- più massiccia,con clandestini più difficili da controllare e da integrare
- talvolta in paesi che non avevano mai conosciuto arrivi precedenti, per es. di popolazioni
provenienti di ex imperi coloniali
- un contesto di crisi economica poco favorevole
→ Un tale flusso, percepito come un invasione, ha fatto nascere paure diffuse, talvolta
incoraggiate da governi, gruppi politici oppure media

2. Per certi paesi e certe opinioni pubbliche, l'integrazione è una minaccia


- per l'identità culturale della maggioranza autoctona (nuove religioni, nuovi modi di vita,
nuove abitudini alimentari)
- perché provocherebbe uno squilibrio demografico a favore degli immigrati (con tassi di
natalità superiori)
- perché il paese non può accogliere “tutta la miseria del mondo” e deve riservare gli
impieghi ai propri cittadini, specialmente in periodo di crisi economica
- per la sicurezza nazionale (paura di attentati, terrorismo)

3. Le risposte dei paesi ostili


- arrivo al potere di forze politiche autoritarie in parte grazie a programmi ostili
all'immigrazione
- chiusura delle frontiere e costruzione di muri (es. tra gli Stati Uniti e il Messico)
- preferenze nazionali per l'impiego, rifiuti di permessi di soggiorno e di diritto d'asilo

Di fronte a un problema cosi difficile, che minaccia di amplificarsi, non esiste una
soluzione-miracolo

→ A favore di un integrazione:
- il fatto che molti immigrati si siano integrati e rappresentino una ricchezza per delle
società già multiculturali da tempo per via della mondializzazione.
Numerosi immigrati diventati cittadini accedono ormai a importanti posti politici
oppure economici (es Rishi Sunak, primo ministro del Regno Unito)
- la possibilità di favorire l'integrazione senza cancellare le differenze culturali,
integrazione attraverso l'educazione, con acquisizione di competenze linguistiche e
professionali ,con diritto di voto a livello locale...
- i doveri umanitari di assistenza

→ Gli ostacoli:
- la mancante solidarietà tra paesi che ricevono i flussi di migranti (problema
dell'Italia confrontata da sola all'arrivo di battelli e gommoni)
- le difficoltà per ridurre il flusso migratorio: necessità di poter cooperare con le
autorità dei paesi di partenza, di proporre e finanziare aiuti per lo sviluppo, di lottare
contro i trafficanti clandestini
- gli ostacoli legati a non-adesioni ai valori civici e morali delle società ospitanti
(poligamia, condizione inferiore delle donne, integralismo religioso, rischio di
terrorismo)
- i diversi punti di vista che si oppongono all'interno di tutti i paesi ospitanti,
qualunque siano le decisioni adottate, soggette a cambiamenti e ritorni indietro (per
es Svezia, Regno Unito hanno irrigidito le loro politiche)

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