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Quando si discute di migrazione, ci si riferisce al fenomeno delle persone che si spostano da

un paese di origine a un altro paese in cui si stabiliscono. Di seguito forniremo alcune brevi
informazioni sull'analisi dei processi migratori, che non sostituiscono lo studio di testi più
approfonditi che descrivono dettagliatamente il fenomeno a livello internazionale, europeo e
nazionale. Al fine di parlare di migrazione, è utile distinguere due aspetti complementari:
l'emigrazione, che si focalizza sul paese di partenza, e l'immigrazione, che invece si concentra
sul paese di arrivo. Spesso si dimentica che coloro che vengono definiti "immigrati" sono
anche "emigrati" dal loro paese di origine, e rappresentano storie diverse. Il fenomeno
migratorio è complesso, coinvolgendo molteplici aspetti analitici. Alcuni studiosi hanno
proposto di considerare la migrazione come un fenomeno sociale totale, che coinvolge
l'intera pratica umana e interagisce con l'universo economico, sociale, politico, culturale e
religioso in cui vive l'individuo. Le rappresentazioni del mondo e le esperienze dei migranti
subiscono cambiamenti durante il percorso migratorio e l'adattamento a una società diversa
da quella in cui sono cresciuti. Le categorie concettuali e le tipologie utilizzate nella ricerca
scientifica devono essere costantemente riviste e ridefinite. Un aspetto cruciale dell'analisi
della migrazione riguarda la distinzione tra migrazioni temporanee e stabili, nonché la
comprensione dei fattori che spingono le persone a partire (push factor) e quelli che le
attraggono verso un paese specifico (pull factor). Le cause possono essere di natura
strutturale o legate alla ricerca di migliori opportunità di lavoro. È importante considerare il
punto di vista dei migranti e le loro motivazioni complesse, che possono includere sia la
ricerca di asilo che la ricerca di nuove opportunità di vita. Le migrazioni possono essere
influenzate da politiche nazionali che possono essere di contenimento o di apertura nei
confronti dei flussi migratori. Un'altra dimensione importante riguarda la distinzione tra
migrazioni forzate e volontarie, anche se le condizioni strutturali possono influenzare le scelte
individuali. È fondamentale comprendere il fenomeno delle migrazioni forzate, considerando
la proliferazione dei conflitti e degli squilibri geopolitici a livello internazionale. Le scelte
migratorie possono cambiare nel tempo, e le aspettative di durata del progetto migratorio
possono evolversi. È necessario superare un approccio sociologico che riduce l'immigrazione
a un problema o a un pericolo e considerare anche il punto di vista degli immigrati, compresi
i loro contesti di origine e le loro esperienze precedenti.
L'analisi sociologica dell'immigrazione richiede un approccio che consideri sia i fattori
strutturali (che spingono o attraggono gli immigrati) sia quelli individuali, come le esperienze
personali e le strategie adottate in risposta a tali fattori. Un metodo che risponde a questa
esigenza è l'analisi delle relazioni sociali in cui gli immigrati sono coinvolti, sia in relazione alle
condizioni strutturali che alle reti sociali in cui sono inseriti sia nel paese di origine che in
quello di destinazione. Oltre alle relazioni con connazionali, parenti e amici nel paese di
origine, si sviluppano anche relazioni con altri immigrati e con gli autoctoni nel paese di
destinazione. Questo punto di vista analitico permette di comprendere gli aspetti di
autonomia individuale che caratterizzano l'esperienza migratoria. Studi internazionali
dimostrano che coloro che sono più intraprendenti e reattivi, e che hanno esperienza
lavorativa nel paese di origine, sono più propensi a migrare.
La migrazione, nel suo complesso, comporta profonde trasformazioni sociali sia nei paesi di
origine che in quelli di destinazione. Non riguarda solo gli individui migranti, ma influisce
anche sulla società di arrivo e sulle relazioni sociali esistenti. Le interazioni tra i migranti come
gruppo e i gruppi sociali del paese di destinazione creano nuovi spazi sociali e culturali e
contribuiscono allo sviluppo economico del paese di arrivo. L'approccio basato sul concetto
di rete è particolarmente efficace per gli immigrati che fanno parte di comunità stabilite da
tempo nel paese di destinazione.

Questa prospettiva mette in luce che i gruppi di immigrati sono caratterizzati da contatti
frequenti tra i membri che fanno parte delle reti, che possono essere di natura occupazionale,
familiare, culturale o affettiva. Le reti di supporto forniscono le risorse necessarie per
affrontare le sfide del percorso migratorio. È importante considerare che le reti sociali
dell'immigrato non si limitano esclusivamente a quelle di carattere etnico o nazionale, ma
includono anche la presenza di autoctoni come individui, associazioni e istituzioni, il cui ruolo
diventa sempre più evidente durante il processo di integrazione sociale.
Nello studio dei fenomeni migratori, è utile concepire il capitale sociale come una risorsa che
è intrinseca alle reti sociali. Nel contesto migratorio, le scelte individuali legate all'itinerario
migratorio devono essere considerate non solo in relazione alle risorse materiali e cognitive
fornite dalla famiglia e dal gruppo etnico, ma anche in relazione alle relazioni interpersonali
che influenzano le informazioni e connettono gli immigrati alle opportunità strutturali e alle
risorse acquisite. Il ruolo delle reti sociali si manifesta in modi diversi a seconda della fase del
processo di integrazione sociale.
Il termine "immigrazione" comprende sia il movimento di persone da un paese di origine
verso un paese di destinazione prescelto, sia il risultato di tale movimento, ovvero l'arrivo nel
paese di destinazione e il conseguente status di "immigrato".

Dal punto di vista del risultato, i concetti di "italiani", "immigrati" e "stranieri" rientrano tutti
nella popolazione italiana. Tuttavia, queste categorie sono talvolta confuse tra loro
(soprattutto la seconda e la terza) e a volte considerate come distinte. È necessario utilizzare
queste categorie con cautela in situazioni concrete. Se da un lato un "immigrato" è chiunque
venga dall'estero, dall'altro, nell'uso comune, il termine viene associato a stereotipi basati
sull'appartenenza etnico-nazionale (ad esempio, i ghanesi sono "simpatici", i rom sono "ladri",
ecc.) o sullo status sociale (gli "extracomunitari sono poveri" e "portano malattie").
Prendiamo ad esempio un alto dirigente statunitense che lavora in Italia e che è un "cittadino
extracomunitario". Sarà difficile considerarlo un "immigrato" rispetto a un giovane nato in
Italia da genitori senegalesi immigrati. Nonostante il primo sia uno straniero immigrato, il
secondo, pur essendo italiano di nascita, non è venuto in Italia dal paese d'origine dei suoi
genitori. Tuttavia, secondo una categorizzazione utilizzata anche dagli studiosi, viene definito
"immigrato di seconda generazione". Questo esempio evidenzia gli effetti di una visione
sociologica etnocentrica che, perdendo il punto di vista del soggetto, non riesce a cogliere
appieno la sua esperienza. Nel caso dei figli degli immigrati, ascrivere la loro esperienza a
quella dei loro genitori come immigrati significa trascurare il fatto che sono stati educati e
formati in Italia e hanno sviluppato visioni del mondo in un contesto socio-culturale diverso
da quello dei loro genitori.
La presenza di famiglie di immigrati mette in discussione i modelli culturali della società di
destinazione, e si può parlare di integrazione come un processo di interazione reciproca tra i
migranti e la società in cui si inseriscono. Da un lato, il tessuto sociale si riorganizza in relazione
all'inserimento di persone socializzate in contesti culturali diversi da quelli della società di
destinazione. Dall'altro lato, i migranti stessi sono coinvolti in processi di ri-socializzazione
mentre vivono la propria esperienza sociale nel paese di destinazione. In questo contesto,
possiamo considerare gli immigrati come "attori in divenire". È importante sottolineare che è
stato proposto di utilizzare il termine "immigranti" (dall'inglese immigrants) per superare la
percezione degli immigrati come persone con uno status definitivo e sottolineare che la loro
condizione è o dovrebbe essere transitoria. Quindi, il termine "immigrato" indica un passaggio
e uno status tempor.
Titolo del progetto: "Insieme per un'Integrazione Sussidiaria"

Descrizione del progetto:


Il progetto "Insieme per un'Integrazione Sussidiaria" mira a promuovere l'integrazione dei
migranti nel nostro paese, seguendo il principio della sussidiarietà. La sussidiarietà si basa
sull'idea che le comunità locali e la società civile debbano svolgere un ruolo attivo
nell'accoglienza e nell'integrazione dei migranti, supportati dalle istituzioni nazionali.
Obiettivi del progetto:
1. Promuovere la consapevolezza e l'accettazione della diversità culturale tra i membri delle
comunità locali e i migranti.
2. Favorire l'inclusione sociale ed economica dei migranti attraverso l'accesso a servizi,
opportunità di formazione e lavoro.
3. Potenziare la partecipazione attiva dei migranti nella vita democratica e comunitaria.

4. Sostenere la creazione di reti di solidarietà tra i migranti e la comunità locale.


5. Promuovere la valorizzazione delle competenze e delle risorse dei migranti per il beneficio
comune.
Attività del progetto:

1. Sensibilizzazione e informazione: organizzare incontri pubblici, workshop e campagne


informative per educare la comunità locale sulla diversità culturale, sfatare pregiudizi e
promuovere l'accoglienza dei migranti.
2. Supporto all'inclusione: creare programmi di formazione linguistica, orientamento
lavorativo e supporto nella ricerca di impiego per i migranti. Collaborare con le imprese locali
per favorire l'assunzione di migranti qualificati.
3. Integrazione sociale: promuovere l'organizzazione di eventi culturali, sportivi e ricreativi
che favoriscano l'interazione e lo scambio tra migranti e membri della comunità locale.
4. Empowerment e partecipazione: offrire opportunità di formazione per la cittadinanza
attiva, la partecipazione politica e l'impegno nella società civile, incoraggiando i migranti a
diventare protagonisti del cambiamento sociale.
5. Creazione di reti di sostegno: favorire la creazione di gruppi di supporto tra migranti e
promuovere la collaborazione tra organizzazioni locali, associazioni di migranti e istituzioni
pubbliche per garantire una rete solida di sostegno sociale.
Risultati attesi:
1. Aumento dell'accettazione e della comprensione reciproca tra migranti e comunità locale.
2. Miglioramento dell'inclusione economica dei migranti attraverso l'accesso al lavoro e
l'impiego delle loro competenze.
3. Incremento della partecipazione attiva dei migranti nella vita democratica e comunitaria.
4. Rafforzamento dei legami sociali tra migranti e comunità locale.
5. Sviluppo di una comunità più inclusiva e coesa.

https://www.unisa.it/centri_e_vari/ops/areetematiche/immigrazione
https://www.istat.it/it/files//2023/02/REPORT_MIGRAZIONI_2021.pdf)
https://www.interno.gov.it/it/stampa-e-comunicazione/dati-e-statistiche/sbarchi-e-
accoglienza-dei-migranti-tutti-i-dati

http://www.ristretti.it/areestudio/territorio/opera/documenti/immigrazione/femminis.htm

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