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Concezione straniero

Dai romani ad oggi

Lo straniero ai tempi di Roma


Gli antichi Romani avevano l'abitudine di identificare gli stranieri attraverso termini che
sottolineavano il modo in cui venivano considerati. Ad esempio, il termine "hostis" indicava il
nemico, ma etimologicamente derivava dal verbo "hostire", che significa "pareggiare".
Questo suggeriva che lo straniero era considerato un nemico proprio perché aveva la dignità
di un pari. Un altro termine usato dai Romani era il greco "barbaros", che indicava chi
parlava una lingua incomprensibile e aveva usanze diverse dai Romani. Tuttavia, i romani
erano più aperti nei confronti degli stranieri rispetto ai Greci e concedevano la cittadinanza
romana ai pellegrini.

Differenza con l’hostis odierno


Da quanto appena descritto emerge chiaramente che la situazione attuale è diversa, sia in
Italia che all'estero, ma in modo negativo. Spesso rifiutiamo possibili rifugiati provenienti da
paesi in guerra e, se accolti, diventano capri espiatori di tutti i problemi. Se il tasso di
criminalità aumenta, la colpa viene attribuita agli immigrati. Se non c'è lavoro, la colpa viene
attribuita agli immigrati. Se un immigrato trova lavoro, spesso viene sfruttato nell'edilizia o in
altre attività per un misero salario.

L’immigrazione e il lavoro in Italia


Ad esempio l'immigrazione in Italia ha sollevato numerose questioni relative al lavoro, in
particolare riguardo alle condizioni di sfruttamento che alcuni immigrati affrontano nei settori
agricoli, come le piantagioni di frutta e altri ambiti lavorativi. Di seguito sono riportate alcune
citazioni pertinenti riguardanti questa problematica:

1. "Molti immigrati vengono assunti nelle piantagioni di frutta in Italia, spesso lavorando in
nero e senza alcuna protezione sociale. Sono costretti a svolgere lavori faticosi e pericolosi
per salari irrisori." - Amnesty International

2. "Molti immigrati svolgono lavori stagionali nei campi italiani, ma sono spesso sottopagati,
senza tutele e costretti a vivere in condizioni di estrema precarietà." - Caritas Italiana
3. "La mancanza di una regolamentazione adeguata e l'assenza di controlli efficaci
permettono lo sfruttamento degli immigrati nei settori agricoli in Italia. È necessario
promuovere norme e garanzie per proteggere i diritti dei lavoratori migranti." -
Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)
Ognuna di queste organizzazioni ha stipulato rapporti dalle 50 alle 200 pagine riguardanti la
situazione del lavoro e dell’immigrazione in italia.

Oltre al settore agricolo, esistono altri settori in cui gli immigrati possono essere soggetti a
sfruttamento lavorativo in Italia. Alcuni di questi settori includono:

1. Lavoro domestico: Gli immigrati, in particolare le donne, sono impiegati come lavoratori
domestici e spesso si trovano in situazioni di sfruttamento. Possono essere costretti a
lavorare lunghe ore, senza contratti chiari, e a ricevere salari molto bassi. In alcuni casi,
vengono privati dei loro diritti fondamentali e subiscono abusi fisici, psicologici e sessuali.

2. Edilizia: Nel settore edile, gli immigrati possono essere sfruttati attraverso l'assunzione in
nero, il mancato pagamento di salari adeguati, l'assenza di assicurazione per infortuni sul
lavoro e condizioni di lavoro pericolose. Molti immigrati si trovano a lavorare in condizioni
precarie e senza la protezione dei diritti lavorativi.

3. Ristorazione e servizi: Nel settore della ristorazione e dei servizi, gli immigrati possono
essere impiegati in lavori mal retribuiti, senza contratti adeguati e senza tutele lavorative.
Sono spesso sottoposti a lunghe ore di lavoro, senza ore extra o compensazione per il
lavoro straordinario.

4. Industria tessile: Nell'industria tessile, specialmente nelle fabbriche di abbigliamento a


basso costo, gli immigrati possono essere sfruttati attraverso condizioni di lavoro pericolose,
salari bassi e orari estenuanti. Spesso si trovano a lavorare in ambienti insalubri e privi di
norme di sicurezza adeguati.

5. Lavoro stagionale: Oltre all'agricoltura, il lavoro stagionale in settori come il turismo,


l'ospitalità e il lavoro in spiaggia può comportare sfruttamento lavorativo. Gli immigrati
possono essere impiegati con contratti precari, retribuzioni insufficienti e senza tutele
lavorative adeguate.

È importante riconoscere che lo sfruttamento lavorativo degli immigrati si verifica in diversi


settori e richiede un'azione decisa per garantire diritti e condizioni di lavoro dignitose per tutti
i lavoratori, indipendentemente dalla loro origine. È fondamentale promuovere leggi, controlli
e sensibilizzazione per contrastare lo sfruttamento e creare un ambiente di lavoro equo e
rispettoso dei diritti umani.
L’immigrazione negli Stati Uniti
Un altro dei paesi oltre l’Italia noto per i suoi problemi con l’immigrazione sono gli USA, Gli
immigrati che cercano rifugio per sfuggire alle minacce del cartello o ad altre forme di
persecuzione. Purtroppo, nonostante le loro speranze di una vita migliore e sicura, spesso si
ritrovano in situazioni ancora più difficili e, in alcuni casi, vengono addirittura espulsi dallo
stesso paese in cui cercano protezione.
Ad esempio, molti immigrati provenienti da paesi come il Messico e altri paesi dell'America
Centrale fuggono dalle violenze perpetrate dai cartelli della droga, dalla corruzione e da
condizioni di estrema povertà. Mettono a rischio la propria vita e affrontano pericolosi viaggi
attraverso deserti e fiumi, sperando di raggiungere gli Stati Uniti per trovare sicurezza e
opportunità.
Tuttavia, una volta arrivati negli Stati Uniti, molti di loro si ritrovano a fronteggiare nuove sfide
e difficoltà. Alcuni vengono detenuti in centri di accoglienza sovraffollati e spesso in
condizioni disumane, mentre aspettano che la loro richiesta di asilo venga valutata. Altri
vengono separati dalle loro famiglie a causa delle politiche di immigrazione restrittive.
Inoltre, esistono movimenti politici e gruppi di pressione che cercano di limitare l'accesso e
l'accoglienza degli immigrati, alimentando l'ostilità e la discriminazione nei loro confronti.
Ci sono stati casi in cui, nonostante abbiano superato i pericoli del viaggio e presentato
richieste di asilo valide, gli immigrati sono stati respinti e costretti a tornare nei paesi da cui
stavano cercando di fuggire. Questo li espone a ulteriori minacce e rischi per la loro vita.
Questo esempio negli Stati Uniti evidenzia come gli immigrati, che cercano sicurezza e
protezione, possano invece trovarsi in situazioni ancora più precarie e, a volte, vengono
persino cacciati dal paese in cui speravano di costruire una nuova vita. Questa realtà
complessa solleva importanti questioni sulla politica di immigrazione, i diritti umani e la
necessità di fornire un'adeguata assistenza e protezione agli immigrati vulnerabili.

L’immigrazione e la religione
Quando si parla di immigrazione anche il tema della religione può diventare una fonte di
tensione e controversia. Le differenze religiose tra gli immigrati e la società di accoglienza
possono alimentare pregiudizi, discriminazione e conflitti.
Uno dei principali problemi che possono emergere riguarda la costruzione di luoghi di culto
non conformi alla religione dominante del paese ospitante. Ad esempio, la costruzione di
moschee o altri centri religiosi islamici in paesi a maggioranza cristiana può suscitare
critiche, opposizione e paura da parte di alcuni settori della popolazione. Ciò può portare a
una serie di reazioni negative, come proteste, discriminazione e persino atti di violenza.
Inoltre, le diverse pratiche religiose e le tradizioni culturali degli immigrati possono entrare in
conflitto con i valori e le norme della società di accoglienza. Questo può generare malintesi,
tensioni e controversie. Ad esempio, alcune pratiche religiose, come il velo indossato dalle
donne musulmane o determinati rituali alimentari, possono essere visti come estranei o
minacciosi dalla popolazione locale, portando a reazioni di intolleranza e discriminazione.
Le questioni religiose nell'ambito dell'immigrazione possono anche essere influenzate da
stereotipi e pregiudizi esistenti sulla religione degli immigrati. Le comunità di immigrati
possono essere oggetto di stereotipi negativi o generalizzazioni basate sulla religione di
provenienza. Ciò può portare a una percezione distorta e negativa degli immigrati,
alimentando l'ostilità e la discriminazione.
È importante affrontare il problema della religione nell'immigrazione attraverso il dialogo
interculturale, l'educazione e la promozione della tolleranza religiosa. La sensibilizzazione
sulla diversità religiosa, il rispetto reciproco e l'inclusione sociale possono contribuire a
creare società più accoglienti e armoniose, in cui le differenze religiose non siano motivo di
divisione, ma di arricchimento culturale.

Conclusioni
A mio parere, un immigrato odierno preferirebbe vivere ai tempi dei romani anziché venire
speranzoso in un paese in cerca di una vita normale, sicura e vivibile, solo per trovarsi in
una situazione peggiore di prima. Personalmente penso che le persone che cercano aiuto a
un paese per sfuggire da situazioni indecenti e invivibili siamo sempre da aiutare,
l’immigrazione non deve essere un problema ma un vantaggio per tutti, non è un male che
infetta la nostra terra modificandola o altro, è un bene, lo straniero è fonte di cultura che può
far solo che bene alla formazione di un paese, aprire gli occhi anche su altre realtà può
aiutarci nel apprezzare la nostra e magari cercare di fornire aiuto umanitario o politico a quei
paesi dove la guerra, le violenze, le dittature sanguinose, sono alla base della vita di un
cittadino.

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