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Dunque gli italiani hanno ingigantito nella loro PERCEZIONE la presenza degli immigrati nel paese
In UE il 7.6% degli immigrati non UE risiede effettivamente nel territorio.
I famosi clandestini, nel 2018, la maggior parte donne dell’Est Europa.
-Chi sono gli immigrati?
272 milioni a livello mondiale, 112 m da paesi in via di sviluppo, e non sono affatto poveri, e questo
permette loro di sfuggire alla scomoda etichetta di immigrati. Si può affermare, un po' brutalmente che “la
ricchezza sbianca” Quindi essere immigrati in realtà significa (nel sentito comune) essere poveri,
pretendere aiuto, ed essere meno civilizzati.
Anche chi tenta di scoccare una freccia a loro favore rischia di ingigantire il distacco tra noi e l’oro,
ribadendo l’alterità e lo scontro di civiltà, ma in realtà non c’è alterità nell’investitore cinese.
Lessico: mobilità e immigrazione, Nord del mondo e Sud del mondo. Immigrazioni disordinate,
incontrollate, crimini, invasioni ecc che vanno a contribuire a una collettivizzazione e generalizzazione.
Soprattutto il nemico è sempre l’ultimo arrivato: Albanesi, Rumeni, Rom, Musulmani terroristi.
-Chi vediamo e chi non riusciamo a vedere?
Tolleranza ed accettazione si muovono intorno a 2 principi :autorizzazione legale e riconoscimento sociale:
I clandestini=si parla di marginalità urbana perché= mancanza di lavoro, casa ed accesso ai servizi
=insofferenza ed allarme sociale rifiutati ed esclusi.
Autorizzati formalmente e con permesso di soggiorno, comunque stigmatizzati = rifugiati
Donne immigrate, senza permesso ma socialmente accolte, si nascondono nelle case degli italiani e grazie a
questi vengono poi legalizzate.
Gli immigrati “meritevoli” che per qualcuno rappresentano l’eccezione ma che vivono comunque nella
paura, nella prigionia dei cavilli burocratici, esclusi dalla sfera extra lavorativa per un problema di
VISIBILITà
qui si parla di INTEGRAZIONE SUBALTERNA, lavorano ma in silenzio e lontano dagli occhi.
-Serve un nuovo sguardo
Perché il nazional populismo e il suo sovranismo hanno vinto sul piano culturale, ha imposto la sua lettura
del fenomeno, diagnosi e agenda.> immigrazione= sbarchi =stop in libia =no ONG = decreto sicurezza=
grossolana falsificazione. Caritas migrantes ha parlato di emergenza culturale e grammatica della
comunicazione.
2.IL FANTASMA DELLA POVERTà
-Da dove arrivano gli immigrati?
La maggior parte sono Europei e molti dell’UE. Nessuno dall’Africa Subsahariana.
Non provengono da paesi poverissimi> paesi in via di sviluppo quindi l’idea che l’immigrazione sia una
conseguenza diretta della povertà esce indebolita.
Oltre il 90% degli esseri umani nel mondo non pensano proprio di abbandonare il proprio paese.
-Chi riesce effettivamente a partire?
Più che la povertà sono le disuguaglianze ad esercitare l’influenza sulla propensione a emigrare. Differenze
dettate dalle frontiere.
Ma per emigrare servono risorse, istruzione, conoscenza di più lingue versatili e conoscenze lavorative
trasferibili.
Quando un paese tende a svilupparsi crescono l’accesso ai mezzi, le aspirazioni a una vita più desiderabile.
poi in una fase successiva il paese inizia ad attrarre immigrati.
Un altro fattore determinante è dettato dalle distanze e dalla politica: dalla Moldova o dalla Romania è
facile.
- Rifugiati ambientali?
La forte sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente porta solidarietà verso i migranti ambientali>Cina,
Filippine, Cuba USA. Fenomeno del land grabbing, non influisce su questo dato perché i contadini sradicati
tendono a trasformarsi in migranti interni andando a gonfiare le megalopoli e le baraccopoli.
Ma ammesso che si possa
parlare di immigrazione ambientali non sono né di massa né internazionali.
-Aiutiamoli a casa loro
La politica attuale per sintonizzarsi con l’opinione pubblica cerca di avere risposte immediate ed efficaci.
Ma non è così e i dati dimostrano non solo che non li stiamo aiutando a casa loro, perché il primo governo
Conte ha tagliato diversi fondi destinate alla cooperazione internazionale, ma che ostacoliamo chi lo fa:
loro stessi> il primo governo Conte ha introdotto una tassa di 1,5 % sulle somme inviate nei paesi
extracomunitari. Il problema è che sempre di più si tende a vedere la migrazione come una patologia da
curare. Comunque, qual è casa loro? I paesi in via di sviluppo e non i più poveri, le classi medie e non le più
disagiate.
-Crisi dei rifugiati
I rifugiati nel mondo sono 70+ milioni, ma gli sfollati interni sono 41+.
In realtà i rifugiati emigrano nei paesi immediatamente vicini, vale a dire che i paesi da cui temiamo le varie
ondate sono in prima fila ad accogliere i rifugiati.> Turchia (45 x1000 abitanti), Pakistan Uganda, Sudan,
Germania. Libano (154 x 1000) Italia 6x1000. L’Italia e l’UE sono coinvolte solo marginalmente nei fenomeni
mondiali dei movimenti di persone in cerca d’asilo.
Oggi le persone devono fuggire non per ciò che hanno fatto ma per ciò che sono
-Dal transito al diniego
Bisogna poi considerare che molti degli sbarchi sulle coste del mediterraneo che continuano da anni, con
andamenti discontinui, si sono tradotti solo per una piccola parte in richieste d’asilo. Molti infatti
arrivavano, venivano visitati e poi proseguivano il loro viaggio verso il nord Europa. Quindi l’Italia è
considerata dai più come paese di transito. Poi con la legge Fini Bossi, si sono creati hotspot dove i
migranti non venivano registrati con tanto di impronte digitali (come a dichiarare una previa colpevolezza),
per valutare il numero delle richieste dei diritti d’asilo e un’equa redistribuzione. Però molti paesi ci hanno
voltato le spalle, presidiando i confini e infittendo i respingimenti verso l’Italia in quanto la domanda di
protezione internazionale era stata presentata nel nostro paese. (2017 picco)
Questo rovesciamento ha fatto sì che l’Italia si trovasse in prima fila e “fosse costretta” a fare accordi con
la Libia.
Sia comunque chiaro che l’Italia non è generosa nel concedere l’asilo> 2017 è stato concesso solo al 40%.
Con il decreto sicurezza c’è stato un ulteriore calo dei richiedenti ma in realtà, è imputabile più alla crisi
economica e alle campagne contro le ONG.
-Superare la visione patologica e miserabilistica delle migrazioni
Sia chi predica un esplosione democratica che porta al “non possiamo accogliere tutti” sia quelli che
giocano sul senso di colpa per invocare apertura e accoglienza sbagliano perché partono dal presupposto
che la migrazione sia una patologia sociale da curare e rimuovere.
La maggior parte arriva e si ferma perché noi abbiamo bisogno del loro lavoro. Il nesso diretto e
semplicistico tra povertà e migrazione è semplicemente fittizio.
Tutta l’UE si è dimostrata inadeguata a sostenere la propria immagine di faro della difesa dei diritti umani.
Ci si mettono poi altri fattori come: non vedere riconosciuti i propri titoli -trasferimento delle competenze-
lingua.> ricoprono ruoli che richiedono un livello di istruzione inferiore rispetto a quello posseduto.
Ricordiamo poi che gli immigrati provengono dalle classi medie> molti partono e distaccano il lavoro dalla
loro identità sociale (come gli italiani che vanno in Australia o UK) e danno meno importanza su come si
guadagnano da vivere. Molti di loro hanno in piano di compiere una traiettoria U e di tornare poi a casa dai
loro cari, dove saranno comunque accolti come vittoriosi. Invece molte volte rimangono incastrati in lavori
mediocri.
Qui emerge una differenza con i paesi del Nord Europa, dove le immigrazioni sono iniziate prima e i
migranti sono riusciti ad inserirsi ed integrarsi e hanno occupazioni più variegate.
-La funzionalità e l’ingiustizia
Già dall’800 in Europa e in America le industrie richiedono manodopera a basso costo che hanno dato il via
a un processo di funzionalità riconosciuta e differenza strutturale> I nativi avevano preferenza per
occupazioni più dignitose e i datori di lavoro erano poco inclini a concedere aumenti, rimangono così liberi
posti che per i migranti costituiscono opportunità.
Questi posti hanno poi orari socialmente indesiderabili e i migranti si dimostrano flessibili>l’integrazione
subalterna= l’abitudine di divenire queste occupazioni “per immigrati” > economia dell’alterità> in coda
dietro agli italiani.
-Una possibile alternativa
è il lavoro indipendente>italiani che non hanno eredi cedono la bancarella a nuovi operatori di origine
immigrata> che aprono poi luoghi rispondendo ai bisogni dei loro connazionali (macellerie hallal-
importazione prodotti locali) > commercio ed edilizia sono i due campi dominanti di questi lavori
indipendenti.
- Oltre l’immigrazione subalterna
Il rapporto tra società ricevente ed immigrato si basa su aspettative contrapposte, e si crea un’integrazione
subalterna perché immigrati accettano posizioni degradanti o un’occupazione segregazionale (badanti) per
poter inviare le rimesse a “casa loro”.
Gli ingressi per lavoro sono sintomo che c’è bisogno di manodopera, ma alcuni cercano riscatto e
promozione sfociando nel lavoro indipendente e se non ci riescono creano un proprio capitalismo.
C’è uno squilibrio tra l’affermazione politica dell’importanza della famiglia e l’applicazione degli stessi
principi alle famiglie separate dai confini.
Le rappresentanze delle nazioni faticano a riconoscere questa realtà e ad adattarsi e il concetto nazionalista
e sovranista non agevola il necessario adeguamento culturale.
6. LE POLITICHE IN USO E QUALCHE IDEA PER MIGLIORARE
Salvini e partners sono andati nella direzione della chiusura in quanto economica e ad alta risonanza
politica e hanno poi dovuto tradurre in norme le loro promesse.
Promesse la cui fattibilità era più che dubbia senza calpestare diritti umani o spendere capitali esorbitanti
(aveva promesso l’espulsione di 500 mila persone il cui costo ammonterebbe a 5 miliardi)
senza contare che la maggior parte di questi “clandestini” sono donne impiegate in nero nelle famiglie
italiane.
In più aveva in programma di preconizzare le domande d’asilo nei paesi in transito o di origine.
Prometteva la chiusura dei luoghi di culto , una stretta sui ricongiungimenti familiari, asili nido gratuiti solo
per le famiglie italiane.
-dal programma alla realizzazione
ONG > accusate da FRONTEX di avvicinarsi troppo alle coste libiche
10 giugno 18 La nave Acquarius con 629 persone si vede negato l’approdo nei porti italiani, accusate da
Salvini di essere “taxi del mare” non curante del fatto che nell’arco dell’anno 1300 persone hanno perso la
vita.
le ONG subiscono l’onda d’urto di queste campagne di discredito con un netto calo della raccolta fondi in
Italia.
ONU ha espresso la sua preoccupazione per questa campagna diffamatoria e la criminalizzazione del lavoro
di chi difende i diritti umani.
20 Agosto 2018 Blocco nave DICIOTTI ,della guardia costiera italiana, che ha salvato 177 persone dopo 5
giorni di attesa non ha ricevuto il permesso di sbarcare per altri 5 giorni > Salvini verrà poi indagato per
detenzione arbitraria e sequestro di persona
Libia già nel 2012 Condanna dall’alta corte di Strasburgo per i respingimenti del governo Berl-Maroni
- Dipende dalla marina militare Italiana
-Non risponde alle call di soccorso o tarda tanto ad arrivare
-utilizza le navi fornite dall’Italia a scopi bellici.
Amnesty la denuncia per
- condizioni agghiaccianti
-Detenzioni arbitrarie ,stupri ,torture maltrattamenti e sfruttamenti
Nonostante siano fatti risaputi l’Italia ha rinnovato gli accordi nel 2019.
Salvini è arrivato a emanare una direttiva che obbliga le autorità militari a contrastare le attività di soccorso
in mare.
Decreto sicurezza
1. Abolizione della protezione umanitaria per la concessione del diritto d’asilo
2. Permessi solo per chi proviene da paesi colpiti da catastrofi naturali o x motivi di salute
3. Allungamento periodo detenzione per clandestini 180 giorni
4.Allungamento lista di reati che precludono l’asilo
5.Trasferimento di 1.5 milioni di euro dal fondo asilo migrazione e integrazione per destinarli ai rimpatri
6.Tagli alle spese per l’accoglienza
7. Raddoppio del tempo da 2 a 4 anni, che lo Stato si prende per valutare le richieste di naturalizzazione=
un cittadino non comunitario deve aspettare 14 anni.
Questo decreto aveva chiare finalità propagandistiche rivolte all’opinione pubblica interna.
Queste promesse sono quasi irrealizzabili e rimane comunque il problema dell’utilità del nostro paese. Non
aumenterà né la sicurezza né l’ordine. Anzi, aumenteranno le persone mendicanti, vagabonde la pressione
sulle mense dei poveri e forse anche la criminalità.
I risparmi in realtà sono stati possibili perché c’è meno richiesta di asilo (drastico calo dal 2017) dovuto alla
persecuzione di ONG, accordi con le forze libiche.
E l’80% dei richiedenti vede il diniego, dovuto anche al fatto che l’accoglienza negli SPRAR sia da destinarsi
esclusivamente ai rifugiati, gli altri ai CAS con solo vitto e alloggio (aboliti tutte le attività volte
all’integrazione perché sono persone destinate a ricevere l’espulsione)
-tassazione 1.5 % sui trasferimenti di denaro extraeuropei.
Questa tassa è la prova schiacciante che il governo Conte non voleva affatto aiutare i poveri del terzo
mondo ,ma ribadire inimicizie nei loro confronti.
-Omissione: Il governo italiano non ha aderito al Global Compact sulle migrazioni: percorso comune sulla
definizione di un approccio globale alle sfide poste dalla migrazione per “migrazioni ordinate, sicure e
regolari”. Si pone 23 obbiettivi, ma lascia la sovranità nazionale ai governi per determinare la propria
politica migratoria.
Noi non abbiamo aderito >ha imposto la sua contrarietà (perché svariati punti vanno contro il decreto
sicurezza)
-la dimensione locale, il caso Lodi e i suoi insegnamenti.
nell’ambito delle politiche migratorie le autorità locali sono investite di responsabilità crescenti.
Questo non significa introdurre “specifiche e più gravose procedure” a carico dei cittadini extra UE.
I nazional-polpulisti prescindono da valutazioni di natura etica.
Prima gli italiani o padroni a casa nostra, oltre che a essere slogan discriminatori sono promettono misure
semplicemente inattuabili. Chi vende una pregiudiziale etica è destinato a incontrare il veto della legge.
La promessa del reddito di cittadinanza solo per gli italiani ha dovuto essere riformata per non cadere
nell’ostacolo delle normative contro le discriminazioni.
- Le politiche migratorie del governo Conte 2. Continuità?
Il giudizio complessivo è quello di una sostanziale continuità, provato dal rinnovo degli accordi con la Libia.
Se non altro è stato ammesso che il problema in Libia c’è, ma rimane il fatto che i Libici agiscano armati
dagli italiani.
Di maio =drastico calo degli arrivi.
Il vero cambiamento è stato nel linguaggio e nell’atteggiamento.
Sono stati finalmente revisionati i pacchetti sicurezza ma con grande ritardo. Nel frattempo richiedenti
d’asilo hanno perso posti di lavoro e diritti perché gli è stata respinta la richiesta di protezione
internazionale
-Piste per gestire il fenomeno
Per gestire un fenomeno bisogna conoscerlo, il Global compact lo stabilisce come primo obbiettivo.
Accontentarsi della percezione non basta.
(oggi gli esperti sono quantomai screditati e sostituiti da fake news trovate sui social)
2. Il fenomeno è transnazionale e non può essere risolto da nessun governo a casa propria
3.Non bisogna parlare di immigrazione in generale ma di categorie specifiche, quando un governo dichiara
di aver fermato l’immigrazione chiudendo i porti, mente.
4. Occorre scegliere buoni argomenti per non cadere nel tranello di parlare di immigrazione come se fosse
una patologia derivante dall’africa e dalla povertà. Non si può giocare sul senso di colpa .
5. Accoglienza rifugiati. L’ 84% è accolto da paesi in via di sviluppo. Il sovranismo sta vincendo perché ha
vinto sul piano culturale. I rifugiati arriveranno sempre in maniera disordinata e imprevedibile, perché le
guerre non si programmano. Più saranno “veri rifugiati” e più sarà difficile che si convertano in una risorsa
economica per il paese.
Ciò che si può fare sta nell’ampliamento delle forme di reinsediamento.
Il Canada oggi è in testa alla graduatoria 28100 persone re insediate >Trudeau salvato 40000 persone dalla
Siria.>UNHCR deterioramento clima politico perché non c’è abbastanza impegno della comunità.
Ci sono possibilità di miglioramento poco dispendiose, come i corridoi umanitari, che sarebbero una
risposta anche a paure e pregiudizi
Si dovrebbe pensare a un’architettura internazionale dove si possano migliorare le proprie condizioni di vita
emigrando con ordine, gradualità garanzie per tutti> magari dove i rifugiati possano scegliere dove rifarsi
una vita.
-Potremmo aprirci al lavoro stagionale
- incentivare il sistema degli sponsor ..