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L’INVASIONE IMMAGINARIA. L’ IMMIGRAZIONE OLTRE I LUOGI COMUNI M.AMBROSINI.

1.LA LEGGENDA DELL’ASSEDIO

-La retorica dell’invasione?


Si è diffusa l’idea che fermare gli sbarchi significhi fermare l’immigrazione.
Si parla di assedio, invasione e sconvolgimento demografico. In realtà il fenomeno si è stabilizzato da molto
(non dalla chiusura dei porti ma per via della crisi economica) 5 anni= 5 milioni e 2. Le richieste d’asilo sono
1/3 dei permessi.
Nascite: siamo intorno ai 65.000.
Molti italiani pensano che la maggior parte degli immigrati siano maschi, africani e musulmani. Invece sono
prevalente donne (52%) ed europei (50,6 %).
Gli immigrati non sono una massa omogenea ma presentano differenza giuridiche; sono persone con un
insieme di diritti differenziato.
1,5 milioni sono cittadini dell’UE, la cui circolazione non potrà essere ne limitata ne controllata.
Cittadini non comunitari: 6/10 hanno un permesso a lungo termine:1,3 milioni a breve termine
Quando Salvini ha parlato di 600.000 persone accolte in Italia probabilmente si riferiva al numero raggiunto
in diversi anni. Come se restassero tutti in Italia... La maggior parte transita.

Dunque gli italiani hanno ingigantito nella loro PERCEZIONE la presenza degli immigrati nel paese
In UE il 7.6% degli immigrati non UE risiede effettivamente nel territorio.
I famosi clandestini, nel 2018, la maggior parte donne dell’Est Europa.
-Chi sono gli immigrati?
272 milioni a livello mondiale, 112 m da paesi in via di sviluppo, e non sono affatto poveri, e questo
permette loro di sfuggire alla scomoda etichetta di immigrati. Si può affermare, un po' brutalmente che “la
ricchezza sbianca” Quindi essere immigrati in realtà significa (nel sentito comune) essere poveri,
pretendere aiuto, ed essere meno civilizzati.
Anche chi tenta di scoccare una freccia a loro favore rischia di ingigantire il distacco tra noi e l’oro,
ribadendo l’alterità e lo scontro di civiltà, ma in realtà non c’è alterità nell’investitore cinese.
Lessico: mobilità e immigrazione, Nord del mondo e Sud del mondo. Immigrazioni disordinate,
incontrollate, crimini, invasioni ecc che vanno a contribuire a una collettivizzazione e generalizzazione.
Soprattutto il nemico è sempre l’ultimo arrivato: Albanesi, Rumeni, Rom, Musulmani terroristi.
-Chi vediamo e chi non riusciamo a vedere?
Tolleranza ed accettazione si muovono intorno a 2 principi :autorizzazione legale e riconoscimento sociale:
I clandestini=si parla di marginalità urbana perché= mancanza di lavoro, casa ed accesso ai servizi
=insofferenza ed allarme sociale rifiutati ed esclusi.
Autorizzati formalmente e con permesso di soggiorno, comunque stigmatizzati = rifugiati
Donne immigrate, senza permesso ma socialmente accolte, si nascondono nelle case degli italiani e grazie a
questi vengono poi legalizzate.
Gli immigrati “meritevoli” che per qualcuno rappresentano l’eccezione ma che vivono comunque nella
paura, nella prigionia dei cavilli burocratici, esclusi dalla sfera extra lavorativa per un problema di
VISIBILITà
qui si parla di INTEGRAZIONE SUBALTERNA, lavorano ma in silenzio e lontano dagli occhi.
-Serve un nuovo sguardo
Perché il nazional populismo e il suo sovranismo hanno vinto sul piano culturale, ha imposto la sua lettura
del fenomeno, diagnosi e agenda.> immigrazione= sbarchi =stop in libia =no ONG = decreto sicurezza=
grossolana falsificazione. Caritas migrantes ha parlato di emergenza culturale e grammatica della
comunicazione.
2.IL FANTASMA DELLA POVERTà
-Da dove arrivano gli immigrati?
La maggior parte sono Europei e molti dell’UE. Nessuno dall’Africa Subsahariana.
Non provengono da paesi poverissimi> paesi in via di sviluppo quindi l’idea che l’immigrazione sia una
conseguenza diretta della povertà esce indebolita.
Oltre il 90% degli esseri umani nel mondo non pensano proprio di abbandonare il proprio paese.
-Chi riesce effettivamente a partire?
Più che la povertà sono le disuguaglianze ad esercitare l’influenza sulla propensione a emigrare. Differenze
dettate dalle frontiere.
Ma per emigrare servono risorse, istruzione, conoscenza di più lingue versatili e conoscenze lavorative
trasferibili.
Quando un paese tende a svilupparsi crescono l’accesso ai mezzi, le aspirazioni a una vita più desiderabile.
poi in una fase successiva il paese inizia ad attrarre immigrati.
Un altro fattore determinante è dettato dalle distanze e dalla politica: dalla Moldova o dalla Romania è
facile.
- Rifugiati ambientali?
La forte sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente porta solidarietà verso i migranti ambientali>Cina,
Filippine, Cuba USA. Fenomeno del land grabbing, non influisce su questo dato perché i contadini sradicati
tendono a trasformarsi in migranti interni andando a gonfiare le megalopoli e le baraccopoli.
Ma ammesso che si possa
parlare di immigrazione ambientali non sono né di massa né internazionali.
-Aiutiamoli a casa loro
La politica attuale per sintonizzarsi con l’opinione pubblica cerca di avere risposte immediate ed efficaci.
Ma non è così e i dati dimostrano non solo che non li stiamo aiutando a casa loro, perché il primo governo
Conte ha tagliato diversi fondi destinate alla cooperazione internazionale, ma che ostacoliamo chi lo fa:
loro stessi> il primo governo Conte ha introdotto una tassa di 1,5 % sulle somme inviate nei paesi
extracomunitari. Il problema è che sempre di più si tende a vedere la migrazione come una patologia da
curare. Comunque, qual è casa loro? I paesi in via di sviluppo e non i più poveri, le classi medie e non le più
disagiate.
-Crisi dei rifugiati
I rifugiati nel mondo sono 70+ milioni, ma gli sfollati interni sono 41+.
In realtà i rifugiati emigrano nei paesi immediatamente vicini, vale a dire che i paesi da cui temiamo le varie
ondate sono in prima fila ad accogliere i rifugiati.> Turchia (45 x1000 abitanti), Pakistan Uganda, Sudan,
Germania. Libano (154 x 1000) Italia 6x1000. L’Italia e l’UE sono coinvolte solo marginalmente nei fenomeni
mondiali dei movimenti di persone in cerca d’asilo.
Oggi le persone devono fuggire non per ciò che hanno fatto ma per ciò che sono
-Dal transito al diniego
Bisogna poi considerare che molti degli sbarchi sulle coste del mediterraneo che continuano da anni, con
andamenti discontinui, si sono tradotti solo per una piccola parte in richieste d’asilo. Molti infatti
arrivavano, venivano visitati e poi proseguivano il loro viaggio verso il nord Europa. Quindi l’Italia è
considerata dai più come paese di transito. Poi con la legge Fini Bossi, si sono creati hotspot dove i
migranti non venivano registrati con tanto di impronte digitali (come a dichiarare una previa colpevolezza),
per valutare il numero delle richieste dei diritti d’asilo e un’equa redistribuzione. Però molti paesi ci hanno
voltato le spalle, presidiando i confini e infittendo i respingimenti verso l’Italia in quanto la domanda di
protezione internazionale era stata presentata nel nostro paese. (2017 picco)
Questo rovesciamento ha fatto sì che l’Italia si trovasse in prima fila e “fosse costretta” a fare accordi con
la Libia.
Sia comunque chiaro che l’Italia non è generosa nel concedere l’asilo> 2017 è stato concesso solo al 40%.
Con il decreto sicurezza c’è stato un ulteriore calo dei richiedenti ma in realtà, è imputabile più alla crisi
economica e alle campagne contro le ONG.
-Superare la visione patologica e miserabilistica delle migrazioni
Sia chi predica un esplosione democratica che porta al “non possiamo accogliere tutti” sia quelli che
giocano sul senso di colpa per invocare apertura e accoglienza sbagliano perché partono dal presupposto
che la migrazione sia una patologia sociale da curare e rimuovere.
La maggior parte arriva e si ferma perché noi abbiamo bisogno del loro lavoro. Il nesso diretto e
semplicistico tra povertà e migrazione è semplicemente fittizio.
Tutta l’UE si è dimostrata inadeguata a sostenere la propria immagine di faro della difesa dei diritti umani.

3.IL TOTEM DEI CONFINI


Domanda confini più rigidi in nome della riaffermazione di valore e tradizione delle società riceventi.
Soprattutto per raccogliere il consenso, si fanno promesse che però si scontrano con le Costituzioni.
Con la globalizzazione economica c’è stata una riaffermazione dei confini per gli stranieri indesiderati,
vale a dire i più poveri.
Il presidio delle frontiere è un simbolo, residuo della sovranità. Vari governi stanno facendo ricorso ai muri
crollati pochi anni fa. il confine USA-Messico è uno dei più militarizzati e presidiati al mondo, ovviamente
queste sorveglianze non hanno quasi nessun effetto se non simbolico.
Oggi il presidio c’è attraverso
1.Alto>FRONTEX e vigilanza condivisa dei confini> divaricazione tra politiche della sicurezza e
dell’accoglienza in UE è evidente
2.Basso> Autorità locali, dove a volte > c’è un approccio più inclusivo come è successo tra Trump e governi
urbani come NY, minacciata da Trump di ricevere tagli ai fondi federali.
> a volte in realtà inaspriscono le politiche migratorie come nel caso di Lodi
3.Esterno: Vengono coinvolte compagnie aeree o datori di lavoro, chiamati a svolgere attività di verifica
dell’identità delle persone
4. Politiche di Outsourcing, dove vengono ingaggiati paesi terzi (Libia- Turchia-Marocco) per sorveglianza
delle frontiere > delegando così il lavoro sporco di repressione a paesi (Libia) che non hanno firmato la
convenzione di Ginevra
-La selezione degli ammessi
I candidati vengono ammessi secondo la regola delle 3 P, Passaporti Portafogli, Professione.(migliore è
giappone- Singapore-Francia-Germania..Italia 6.)
Stranieri graditi Europa Orientale e svantaggiati quelli che provengono dal Sud del mondo. In Italia sono
stati rimossi i visti per Albania e Moldova, in quanto serve manodopera.
In realtà quindi il fenomeno migratorio è stato fortemente cercato e perseguito a favore
dell’insediamento di investitori> è un po come comprarsi la cittadinanza.
Per le professioni esiste una carta blu, che punta alla circolazione di migranti qualificati, e riguarda
soprattutto il personale sanitario.
-Le politiche locali di esclusione
Un sentire diffuso e rancoroso propaga l’idea che gli immigrati vengano qui a “rubarci il lavoro” godendo
poi, di ingiusti privilegi. In realtà
-il reddito di cittadinanza è soltanto per italiani (infrante varie norme europee)
-Conte ha esteso a 10 anni la residenza obbligatoria
Tutto ciò fa parte di un filone di politiche di esclusione che stabiliscono una linea di demarcazione tra noi e
loro. Sempre per raccogliere consensi facendo credere che così ci saranno “grandi risparmi”, in risposta a
un’insicurezza esistenziale. La presenza incombente di un nemico rinsalda i legami sociali.
Gli ultimi arrivati dal mare= capro espiatorio.
da qui il VITTIMISMO e la giustificazioni ai comportamenti xenofobi ed esclusivisti come autodifesa.
Privatizzazione di uno spazio pubblico con lo slogan “ Padroni a casa nostra”
Bauman insicurezza sociale derivante dalla globalizzazione neoliberista si traduce nell’ansia per l’incolumità
“Prima gli italiani” > reddito di cittadinanza..
Il problema è quanto denaro devolvere alla spesa sociale: quanto costano ad esempio gli armamenti e le
missioni militari all’ estero?
E le spese mediche , poniamo, a mafiosi pluriomicidi detenuti in carcere? Ed etilisti, tossicodipendenti
cultori di sport estremi?
Come sono tracciati i confini tra aventi diritto ed esclusi? Oggi in Italia c’è un’amministrazione che
impedisce la fruizione dei diritti umani.
I politici avrebbero il dovere di dire la verità: privilegiare gli italiani è semplicemente impossibile.
-Quelli che non ci stanno
Il caso Lodi è interessante e ha rappresentato una sorta di emblema dell’inasprimento delle politiche
migratorie a livello locale, che però ha sollevato una reazione nazionale e internazionale> 140000 raccolti
contro questa apartheid scolastica.
Gli attori pro migranti formano un fronte variegato che sfida attivamente le politiche di esclusione
ONG, organizzazioni della società civile che avvertono l’obbligo morale di assistere anche gli immigrati
irregolari in nome del principio secondo cui “nessun uomo è clandestino” .
A queste mobilitazioni hanno partecipato molti privati, anche persone ideologicamente ostili
all’immigrazione che tendono a distinguere il fenomeno migratorio dalle persone in carne ed ossa
-I confini come campo di battaglia
In Italia si vogliono chiudere i confini ma in realtà la chiusura è selettiva, perché addita nuovamente ai
provenienti dal Sud del mondo. Questa chiusura alla fine penalizza gli stranieri senza portare apprezzabili
benefici ai nativi.

4. PARASSITI O SFRUTTATI? L’ECONOMIA E IL LAVORO DEGLI IMMIGRATI


L’immigrazione è legata ai fabbisogni del mercato del lavoro e considerando che a livello sociale sono
particolarmente rifiutati ed esclusi si crea un fenomeno per il quale
Se lavorano= rubano il lavoro e se non lo fanno = parassiti
E i richiedenti asilo = sono esclusi quindi non lavorano.
Oggi 2,45 milioni di immigrati lavorano in Italia, e gli sbocchi riguardano maggiormente i servizi
scarsamente qualificati.
La loro incidenza è più alta se il lavoro è faticoso, precario, dotato di scarso prestigio e riconoscimento
sociale. C’è un clamoroso picco nei servizi domestici 71%.
Il lavoro degli immigrati è sinonimo di dinamismo di sistemi socio-economico di un territorio> si concentra
proprio dove c’è più ricchezza, più richiesta e meno disoccupazione per gli italiani.>Donne che lavorano
delegano: quindi in realtà la sfera italiana e quella immigrata sono complementari e la seconda favorisce
la prima. Si riscontrano poi situazione di grave sfruttamento che però non va generalizzato è vero invece
che gli immigrati rimpiazzano gli italiani nelle posizioni meno ambite.
-lavoro degli immigrati non può essere trasferito in paesi con costi di lavoro più bassi
-parlare di complementarietà non è appropriato perchè gli italiani quei posti non li vogliono, sono anzi
favoriti gli immigrati perché privi di sindacati e tutele per i quali abbiamo combattuto per più di un secolo.
-Il ruolo ambivalente delle reti migratorie
Circa il 60% degli immigrati trova lavoro grazie a parenti o amici, mentre per gli italiani è il 27%
Questo perché spesso gli immigrati non hanno accesso alle agenzie del lavoro (che garantiscono un posto
con gradi di qualificazione più elevato a 6-7 italiani su 10)
Queste informazioni che circolano all’ interno di gruppi di riferimento spesso di connazionali, conducono gli
immigrati ai lavori più bassi creando poi rappresentazioni etniche di attitudini dei migranti a svolgere certi
lavori (filippini= collaboratori domestici-ucraine moldave= badanti-indiani del Punjab mungitori) Questo
circolo è incentivato poi dai datori che si fidano dei lavoratori che sponsorizzano e si fanno carico di amici ,
si formano poi equilibri che i datori non possono spezzare.

Ci si mettono poi altri fattori come: non vedere riconosciuti i propri titoli -trasferimento delle competenze-
lingua.> ricoprono ruoli che richiedono un livello di istruzione inferiore rispetto a quello posseduto.
Ricordiamo poi che gli immigrati provengono dalle classi medie> molti partono e distaccano il lavoro dalla
loro identità sociale (come gli italiani che vanno in Australia o UK) e danno meno importanza su come si
guadagnano da vivere. Molti di loro hanno in piano di compiere una traiettoria U e di tornare poi a casa dai
loro cari, dove saranno comunque accolti come vittoriosi. Invece molte volte rimangono incastrati in lavori
mediocri.
Qui emerge una differenza con i paesi del Nord Europa, dove le immigrazioni sono iniziate prima e i
migranti sono riusciti ad inserirsi ed integrarsi e hanno occupazioni più variegate.
-La funzionalità e l’ingiustizia
Già dall’800 in Europa e in America le industrie richiedono manodopera a basso costo che hanno dato il via
a un processo di funzionalità riconosciuta e differenza strutturale> I nativi avevano preferenza per
occupazioni più dignitose e i datori di lavoro erano poco inclini a concedere aumenti, rimangono così liberi
posti che per i migranti costituiscono opportunità.
Questi posti hanno poi orari socialmente indesiderabili e i migranti si dimostrano flessibili>l’integrazione
subalterna= l’abitudine di divenire queste occupazioni “per immigrati” > economia dell’alterità> in coda
dietro agli italiani.
-Una possibile alternativa
è il lavoro indipendente>italiani che non hanno eredi cedono la bancarella a nuovi operatori di origine
immigrata> che aprono poi luoghi rispondendo ai bisogni dei loro connazionali (macellerie hallal-
importazione prodotti locali) > commercio ed edilizia sono i due campi dominanti di questi lavori
indipendenti.
- Oltre l’immigrazione subalterna
Il rapporto tra società ricevente ed immigrato si basa su aspettative contrapposte, e si crea un’integrazione
subalterna perché immigrati accettano posizioni degradanti o un’occupazione segregazionale (badanti) per
poter inviare le rimesse a “casa loro”.
Gli ingressi per lavoro sono sintomo che c’è bisogno di manodopera, ma alcuni cercano riscatto e
promozione sfociando nel lavoro indipendente e se non ci riescono creano un proprio capitalismo.

5. FIGLI DI UN DIO MINORE? IL DIRITTO ALLA VITA FAMILIARE


“Volevamo braccia e sono arrivate delle famiglie”
-Le politiche dell’immigrazione familiare: un andamento in contrasto fasi
1. Nell’Europa postbellica c’era bisogno di manodopera per ricostruire: Germania Lavoratori ospiti che
avrebbero dovuto soggiornare per 5 anni per poi rientrare nel loro paese.
I soggetti non produttivi non erano ammessi >risparmio> rassicurava i nativi della provvisorietà della situa
A quell’epoca gli italiani emigravano in Svizzera, portandosi le famiglie di nascosto
2. Metà degli anni 70 > i governi avevano firmato convenzioni internazionali come quella sui diritti
dell’infanzia> si doveva riconoscere il diritto di integrità familiare anche agli immigrati
3. Fase liberale delle politiche sull’immigrazione familiare > individuo con famiglia era visto come più
pacifico > ordine sociale
4. Critica al multiculturalismo diventa un mantra> si sollevano questioni sul tradizionalismo vs
l’arretratezza della cultura immigrata > entrano nel mirino le nozze con persone del proprio paese
d’origine> matrimonio =immigrazione legale.
Diventa un fenomeno da contrastare> direttiva 86 del 2003 del consiglio UE è una direttiva esclusivista
che si nasconde dietro al suo carattere di “tutela” > No poligamia > No Figli sopra i 12 anni> No individui
pericolosi> coniuge età +21 >Criteri dettagliati stringenti =possesso di un alloggio “normale”
Nel 2004> il problema dell’integrazione si rimette a loro> devono possedere conoscenze culturali di base
Dunque sul piano politico la famiglia sembra avere una concezione etnica> ci si preoccupa molto di più di
una famiglia poligamica piuttosto che dei minori che vogliono ricongiungersi ai genitori.
Femminismo> tutela delle “Nostre donne”
- lasciarsi e ritrovarsi: rimanere famiglie nonostante ai confini
Una volta a partire era il padre, oggi è la madre per strategia familiare perché questo distacco appare come
rottura dell’ordine “naturale” quindi un domani agevolerebbe il ricongiungimento.
Separazione vissuta con il senso di colpa, e qui il telefono occupa un posto fondamentale in una ricerca di
vicinanza.
Si crea un circolo di assenze, sensi di colpa, bisogno di inviare le rimesse e doni per accorciare le distanze e
come simbolo di successo nel proprio paese di origine> si creano catene di accudimento
Maternità transnazionale>In patria restano genitori e parenti che invecchiano
-I ricongiungimenti :anziché un lieto fine un nuovo inizio
Non tutti aspirano a ricongiungersi > donne dell’Est Europa> lavorano più che possono e preferiscono
aiutare i propri figli da lontano piuttosto che farli venire in Italia anche perché le norme non lo
consentirebbero.
In aggiunta queste donne raggiungono una maggiore autonomia, e i mariti diventano “Manager delle
rimesse” acquistando uno status sociale ( per le donne più che un empowerment vedono in questo un
nuovo carico) .
Ricongiungimenti : dopo tanti anni ci si ritrova cambiati, cresciuti e invecchiati senza essere più abituati alla
presenza dell’altro> si devono poi fare i conti con i vuoti lasciati e ricolmati da qualcun altro .
-Uomini che dipendono dalle donne : sono sradicati dal loro ruolo di capofamiglia=risonanze profonde
sull’autostima e a volte sulla propria identità.
-madri che da sole promuovono l’arrivo dei figli adolescenti > difficile integrazione soprattutto scolastica
che possono sfociare nell’aggregazioni di strada.
-Altre volte ci si ricongiunge per poi dare il via a una seconda migrazione, per mantenere la famiglia
appena insediata.(Dopo la cittadinanza italiana)
-La continuità dei legami e l’invio delle rimesse
Rimesse possono essere regolari, occasionali magari per fronteggiare crisi
-compensazioni( figli o cura)
-restituzioni (magari di un prestito per finanziare l’emigrazione)
-investimenti (o per acquistare proprietà o per emigrare)
Spesso hanno a che fare con l’appartenenza a una comunità: per essere ben accolti al ritorno
- Nuovi italiani
Al giorno d’oggi ci si deve abituare ad avere italiani dalla pelle scura , con il velo o con gli occhi a mandorla.
C’è bisogno di un cambiamento di mentalità
Oggi la maggior parte degli immigrati è nata in Italia 7/10. Le nascite sono però diminuite> In Italia non è in
atto nessuna evasione.
Persistono però squilibri di inserimento del lavoro e territoriali (Sempre in correlazione alla ricchezza del
territorio)
La questione linguistica è superata ma rimangono i figli ricongiunti: che fanno fatica ad integrarsi, meno di
3/10 frequentano licei ma tendono a frequentare tecnici e professionali > questa è la maggior forma di
discriminazione scolastica > gli insegnanti suggeriscono percorsi non troppo impegnativi.
L’accesso all’università diventa la nuova frontiera dell’integrazione dei giovani di seconda generazione.> si
iscrivono principalmente a corsi di laurea nell’area umanistica e sociale.
Mercato del lavoro: Ringiovaniscono le forze di lavoro nel nostro paese perché iniziano a lavorare prima.
Vari aspetti della condizione di questi giovani si avvicinano a quelli nati in Italia, non è però chiaro quanto la
provenienza incida sulle loro opportunità.
-Perché è importante investire nelle famiglie immigrate
I contro si districano tra costi sociali ed identità culturale, femministe(parità di genere ecc).

C’è uno squilibrio tra l’affermazione politica dell’importanza della famiglia e l’applicazione degli stessi
principi alle famiglie separate dai confini.
Le rappresentanze delle nazioni faticano a riconoscere questa realtà e ad adattarsi e il concetto nazionalista
e sovranista non agevola il necessario adeguamento culturale.
6. LE POLITICHE IN USO E QUALCHE IDEA PER MIGLIORARE
Salvini e partners sono andati nella direzione della chiusura in quanto economica e ad alta risonanza
politica e hanno poi dovuto tradurre in norme le loro promesse.
Promesse la cui fattibilità era più che dubbia senza calpestare diritti umani o spendere capitali esorbitanti
(aveva promesso l’espulsione di 500 mila persone il cui costo ammonterebbe a 5 miliardi)
senza contare che la maggior parte di questi “clandestini” sono donne impiegate in nero nelle famiglie
italiane.
In più aveva in programma di preconizzare le domande d’asilo nei paesi in transito o di origine.
Prometteva la chiusura dei luoghi di culto , una stretta sui ricongiungimenti familiari, asili nido gratuiti solo
per le famiglie italiane.
-dal programma alla realizzazione
ONG > accusate da FRONTEX di avvicinarsi troppo alle coste libiche
10 giugno 18 La nave Acquarius con 629 persone si vede negato l’approdo nei porti italiani, accusate da
Salvini di essere “taxi del mare” non curante del fatto che nell’arco dell’anno 1300 persone hanno perso la
vita.
le ONG subiscono l’onda d’urto di queste campagne di discredito con un netto calo della raccolta fondi in
Italia.
ONU ha espresso la sua preoccupazione per questa campagna diffamatoria e la criminalizzazione del lavoro
di chi difende i diritti umani.
20 Agosto 2018 Blocco nave DICIOTTI ,della guardia costiera italiana, che ha salvato 177 persone dopo 5
giorni di attesa non ha ricevuto il permesso di sbarcare per altri 5 giorni > Salvini verrà poi indagato per
detenzione arbitraria e sequestro di persona
Libia già nel 2012 Condanna dall’alta corte di Strasburgo per i respingimenti del governo Berl-Maroni
- Dipende dalla marina militare Italiana
-Non risponde alle call di soccorso o tarda tanto ad arrivare
-utilizza le navi fornite dall’Italia a scopi bellici.
Amnesty la denuncia per
- condizioni agghiaccianti
-Detenzioni arbitrarie ,stupri ,torture maltrattamenti e sfruttamenti
Nonostante siano fatti risaputi l’Italia ha rinnovato gli accordi nel 2019.

Salvini è arrivato a emanare una direttiva che obbliga le autorità militari a contrastare le attività di soccorso
in mare.
Decreto sicurezza
1. Abolizione della protezione umanitaria per la concessione del diritto d’asilo
2. Permessi solo per chi proviene da paesi colpiti da catastrofi naturali o x motivi di salute
3. Allungamento periodo detenzione per clandestini 180 giorni
4.Allungamento lista di reati che precludono l’asilo
5.Trasferimento di 1.5 milioni di euro dal fondo asilo migrazione e integrazione per destinarli ai rimpatri
6.Tagli alle spese per l’accoglienza
7. Raddoppio del tempo da 2 a 4 anni, che lo Stato si prende per valutare le richieste di naturalizzazione=
un cittadino non comunitario deve aspettare 14 anni.
Questo decreto aveva chiare finalità propagandistiche rivolte all’opinione pubblica interna.

Queste promesse sono quasi irrealizzabili e rimane comunque il problema dell’utilità del nostro paese. Non
aumenterà né la sicurezza né l’ordine. Anzi, aumenteranno le persone mendicanti, vagabonde la pressione
sulle mense dei poveri e forse anche la criminalità.

I risparmi in realtà sono stati possibili perché c’è meno richiesta di asilo (drastico calo dal 2017) dovuto alla
persecuzione di ONG, accordi con le forze libiche.
E l’80% dei richiedenti vede il diniego, dovuto anche al fatto che l’accoglienza negli SPRAR sia da destinarsi
esclusivamente ai rifugiati, gli altri ai CAS con solo vitto e alloggio (aboliti tutte le attività volte
all’integrazione perché sono persone destinate a ricevere l’espulsione)
-tassazione 1.5 % sui trasferimenti di denaro extraeuropei.

Questa tassa è la prova schiacciante che il governo Conte non voleva affatto aiutare i poveri del terzo
mondo ,ma ribadire inimicizie nei loro confronti.

-Omissione: Il governo italiano non ha aderito al Global Compact sulle migrazioni: percorso comune sulla
definizione di un approccio globale alle sfide poste dalla migrazione per “migrazioni ordinate, sicure e
regolari”. Si pone 23 obbiettivi, ma lascia la sovranità nazionale ai governi per determinare la propria
politica migratoria.
Noi non abbiamo aderito >ha imposto la sua contrarietà (perché svariati punti vanno contro il decreto
sicurezza)
-la dimensione locale, il caso Lodi e i suoi insegnamenti.
nell’ambito delle politiche migratorie le autorità locali sono investite di responsabilità crescenti.
Questo non significa introdurre “specifiche e più gravose procedure” a carico dei cittadini extra UE.
I nazional-polpulisti prescindono da valutazioni di natura etica.
Prima gli italiani o padroni a casa nostra, oltre che a essere slogan discriminatori sono promettono misure
semplicemente inattuabili. Chi vende una pregiudiziale etica è destinato a incontrare il veto della legge.
La promessa del reddito di cittadinanza solo per gli italiani ha dovuto essere riformata per non cadere
nell’ostacolo delle normative contro le discriminazioni.
- Le politiche migratorie del governo Conte 2. Continuità?
Il giudizio complessivo è quello di una sostanziale continuità, provato dal rinnovo degli accordi con la Libia.
Se non altro è stato ammesso che il problema in Libia c’è, ma rimane il fatto che i Libici agiscano armati
dagli italiani.
Di maio =drastico calo degli arrivi.
Il vero cambiamento è stato nel linguaggio e nell’atteggiamento.
Sono stati finalmente revisionati i pacchetti sicurezza ma con grande ritardo. Nel frattempo richiedenti
d’asilo hanno perso posti di lavoro e diritti perché gli è stata respinta la richiesta di protezione
internazionale
-Piste per gestire il fenomeno
Per gestire un fenomeno bisogna conoscerlo, il Global compact lo stabilisce come primo obbiettivo.
Accontentarsi della percezione non basta.
(oggi gli esperti sono quantomai screditati e sostituiti da fake news trovate sui social)
2. Il fenomeno è transnazionale e non può essere risolto da nessun governo a casa propria
3.Non bisogna parlare di immigrazione in generale ma di categorie specifiche, quando un governo dichiara
di aver fermato l’immigrazione chiudendo i porti, mente.
4. Occorre scegliere buoni argomenti per non cadere nel tranello di parlare di immigrazione come se fosse
una patologia derivante dall’africa e dalla povertà. Non si può giocare sul senso di colpa .
5. Accoglienza rifugiati. L’ 84% è accolto da paesi in via di sviluppo. Il sovranismo sta vincendo perché ha
vinto sul piano culturale. I rifugiati arriveranno sempre in maniera disordinata e imprevedibile, perché le
guerre non si programmano. Più saranno “veri rifugiati” e più sarà difficile che si convertano in una risorsa
economica per il paese.
Ciò che si può fare sta nell’ampliamento delle forme di reinsediamento.
Il Canada oggi è in testa alla graduatoria 28100 persone re insediate >Trudeau salvato 40000 persone dalla
Siria.>UNHCR deterioramento clima politico perché non c’è abbastanza impegno della comunità.
Ci sono possibilità di miglioramento poco dispendiose, come i corridoi umanitari, che sarebbero una
risposta anche a paure e pregiudizi
Si dovrebbe pensare a un’architettura internazionale dove si possano migliorare le proprie condizioni di vita
emigrando con ordine, gradualità garanzie per tutti> magari dove i rifugiati possano scegliere dove rifarsi
una vita.
-Potremmo aprirci al lavoro stagionale
- incentivare il sistema degli sponsor ..

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