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R.

ISTITUTO STORICO ITALIANO


PER IL MEDIO EVO
FONTI
PER LA

STORIA D'ITALIA
PUBBLICATE

DAL R. ISTITUTO STORICO ITALIANO


PER IL MEDIO EVO

SCR I TTORI • SECOLI I-VI

ROM A
NELLA SEDE DELL' ISTITUTO
PALAZZO DEI FILIPPINI
PI A Z Z i\ O EL t ' O R O LO G I O , 4
CODICE TOPOGRAFICO
D ELLA

CITTÀ DI ROMA

A CURA

01

ROBERTO VALEi\TIN I E GIUSEPPE ZCCCHETTI

CON UNA PREMESSA

l>I

PIETRO FEDELE

ROMA
TIPOGRAFIA DEL SENATO
DIRITTI RISERVATI
BENITO MVSSOLINI ITALORVM DVCI

QVI VETEREM VRBIS RENOVAVIT

DECOREM GLORIAM IMPER.IVM


PREMESSA

L'idea di· raccogliere z"n un curpo tutti i· testi topogra-


fici" della cz"ttà di· Roma dai pri·m1: tempi dell'Impero alla
fine del sec. XV venne nel I8SI a Gz"an Battùta de Rossi·,
tl quale però, dùtolto da altri· lavori·, non andò pz·ù i·n là
della semplice intenzione. il disegno ftt t·nvece effettuato
dal tedesco Carlo Ludovico Urlùhs col suo Codex urbis
Romae topographicus pubblicato nel r87 I. Da allora sz·n-
golz" testi· dz" topografia romana, classùa e medioevale,
hanno vùto a pi·ù riprese la luce per opera di erudz"tz" di·
varie nazz"oni, dallo jordan al de Rossi·, dal Lanciam: al-
l 'Huelsen, dal Duchesne al Monaci, dal Rusliforth allo
Schramm,· ma unùo, come lavoro di· indole generale, è
rz"masto sempre quello del!' Urlz"chs. Il quale se, nel
tempo i·n etti apparve, godé di· una merz"tata fama, ed è
stato per tanti" anni· una guida ed un sussidio prezi"oso,
oggi non può pz"ù accontentare le esigenze degli studiosi".
Molti testi" vi· mancano,· parecchi· sono riprodotti da edi·-
zioni a stampa non sempre corrette,· brevùsi"me sono le
introduzi"om· ,- ogni commento z"!lustratz"vo vi è omesso.
Il lavoro è stato adesso ripreso con più larghe vedute
e con un sùtema organùo dai· professori Roberto Valen-
tz"m· e Gz"useppe Zucchetti, i· qualt.· si propongono di racco-
gliere, dz"vùi" in quattro volumi, i· testi· topografici" di· Roma
·imperz"ale, crùtiana, medioevale e del Ri"nasdmento.
/J
PREMESSA

Ogni· testo sarà dato in forma rigorosamente critica, ed


accompagnato da un'ampia z"ntroduzione e da un ricco,
partz"cofareggz.ato commento. Nei volumi verranno anche
date ri·produzz.oni dz. manoscritti", di monumenti, e pi.ante
de!!a à ttà di R on-za.
Con quanta dottrina e con quanta lena z. professori·
Valentini e Zucchetti· sz· si.ano preparati ad un'opera non
facile, raccoghendo ed illustrando testi.fin q7.à dùpcrs1: 1:n
p erz"odzà ed in ùbrz· rari, o non pubblicati· mai· per intero,
più e meglio di· me, pur testùnone quotz"diano della loro
grande f atz"ca nell'operoso silenzio del nostro I stituto Sto-
rùo, gz.udicheranno gli studiosi, che in questo e nei" se-
guenti" volumi· de! Codice troveranno un az.uto prezi.oso,
un indùpensabile strumento del lavoro scienti.fico.
Chi" sz· volga ùidùtro a riguardare dal I87I, quando
fu pubblicato il pz"ccolo volume del!' Urfichs, az· gz.ornz· di·
questa nostra età fascista, potrà misurare f'ùnmensa vz·a
p ercorsa dalla Nazz.one ltalz"ana e da questa Roma, sede
privzlegi.ata di· ogni· grandezza, la quale, come scrz.veva
Vz.ncenzo Gz"obertz. nell'ùnmorta!e Prima to : «risulta non
« tanto dalla ·m ole, dalla copz·a e suntuosz"tà dà monumenti",
« quanto dalla varietà dà paesi·, dei secoli", delle civiltà,
« delle credenze che sono da quefù rappresentati"». E per
ver o, se, come Dante affermava, sante sono le pietre che
i·n essa stanno, e degne dz. amore e dz. rz.verenza « cunctis
«ltalis ii, non è soltanto per quello che esse significano, e
perché da esse traggono alùnento !e nostre speranze, es-
sendo i·n Roma zl germe dell'unità del mondo, ma anche
perché studz"andole, come ora megho possiam fare con fa
guida di questo Codice, ci è dato dz. segui.re passo passo,
a traverso z. monumenti· dz. ogni età e le memorù che essi·

.
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P RE~! ESSA Xl

susàtano, e fin le leggende che i·ntorno ad essi.fiorirono,


la vi·a che seguì la pi"ccola cùtà quadrata del Palatino per
di·ventare la possente àttà dalla quale si· diffuse nel mondo
la luce di una àvi!tà um·versale, che non poté nè potrà
mai· spegnersi'.
Ma è soprattutto-merz.to del Fasàsmo e del suo Grande
Capo aver rinnovato e ravvivato nella cosàenza degli" lta-
lz"ani· il culto di· Roma e delle sue memorù. Per volontà
del Duce sono ri·apparsi·, o sono stati mi.rabzlmente rùom-
posti, monumenti' di una i·mportanza e di una bellezza che
non si· sarebbe mai· sospettata. Può affermarsi, come
altra volta scri·vevo, che si· è compiuto in pocln· anni·,
dopo la Maràa su Roma, per !'archeologia, quanto non
si era fatto i·n parecchi secoH
Ma il culto delle rovine non è per noi, come fu, gene-
ralmente nell'età della Rùzascenza, passi'one di· studi.osi
od accorato rùordo di' quello che Roma fu o significò,· ma è
forza opero~a di· ri'nnovamento, è sprone a rùreare la po-
tenza antùa. E non è mèra coi.nciden::a che, mentre
sui cotb: fatali" di· Roma ritorna, per opera del Duce,
l'Impero, ogni· giorno riappai.ono, sotto il pùcone
demo!t"tore e trasformatore di· Roma, le vestigia venerande
dei" padri' nostri. Opportuna perciò z'n partz"colar modo
i·n questa età musso!i.niana la pubblfrazz.one del Codice,
sul f ronte del quale ho voluto, a ouon dz.rz'tto, porre zl
nome di· Colui· che di Roma ha rz.nnovato la gloria, lo
splendore, l 'Impero.

P rETRO FEDELE.
AVVERTENZA

Dopo la presentazione che S. E. Fedele s'è compia-


ciuto far di quest'opera, come di un lavoro che dalla sua
volontà trasse isp iraz ione ed implflso, basterà, da parte
nostra, una sommaria avvertenia, intesa a chiarire i
criteri seguiti nel piano di questo primo volume. Alle
indispensabili notizie sulle questioni inerent i ai singoli
testi provvedono, sufficientemente, le introduzioni pre-
messev1.
Questa serie dei più antichi testi topografici, ricer-
cati in autori diversi per te mpi e tendenze, prende unità
organica quando si proietti nello sfondo della tradizione
di Roma e nel quadro della sua evoluzione urbanistica:
una trasformazione materiale nascente dal bisogno dì
adeguare la sede dell'Impero alla sua vertiginosa ascesa
egemonica. E appunto per evitare di veder fran tu-
mata questa visione organica in impressioni fuggevoli,
abbiamo omesso gli accenni topografici framm entari,
incidentalmente pullulanti intorno alla tradizione ro-
mana classica. Essi sono stati posti a servigio delle
note illustrative; ma per il medioevo, campo meno
esplorato dell'antico, una sistematica estrazione di
passi a carattere topografico, anche frammentari, da
cronache, epigrafi, documenti pubblici e privati, potrà,
se avremo agio di tentarla, ben commentare e affiancare
i nostri successivi volumi.
XIV AVVERTENZA

Con gli ultimi testi qui raccolti g iungiamo alla soglia


dell'età cristiana; ancora non avvertiamo il pa lpito
di quella vita che irromperà dalle catacombe, ma sen-
tiamo che la grandezza monumentale dell'Urbe non
riesce più a dissimulare la crisi che fin irà nella costru-
zione di un mondo nuovo.
Non occorre ripe tere le ragioni che ci esortarono
alla difficile e la boriosa impresa: in sostanza ci parve
che fosse venuto il momento per coordinare e mettere
a profitto di una più completa raccolta di tes ti asti-
grafici quanto poteva tra rsi dagli sforzi di filologi ed
archeologi operanti in questo particolare settore. Ma
non poteva esau rirsi il compito di un nuovo editore
nell'integrazione di una silloge o nella semplice aggiunta
di note illustrative: bisognava riprendere in esame la
tradizione manoscritta dei si ngoli testi per studiarli
nel loro aspetto filologico, e poi valersi del contributo
archeologico come elemento ch iarificatore e sussidio vi-
vificatore per i nostri commenti. In questi ci siamo
spinti più in là di quanto le regole dell'Istituto com-
portino; ma la deroga ci sembrò giustificata dal bi-
sogno di dare alle voci di alcuni testi un riferimento
concreto, una localizzazione il più possibile sicura, e,
in rapida sintesi, esporre le fas i costrutti ve e le vicende
del monumento.
Il testo che per la sua importanza, ed i rimaneggia -
menti a cui dette luogo, ha richiesto maggiori cure, è
quello della descrizione delle quattordici Region i, la vi-
sione schematica della massima espansione di Roma im-
periale. Quegli a ridi elenchi di nomi, ancora percorsi
dall'eco di una vita scomparsa, dovevano essere nuo-
AVVERTENZA xv

vamente portati sul piano topografico, senza farci fu or-


viare dalle deformazioni che il documento aveva su-
bito nella sua interpretazione fondamentale. Di qui il
risorgere di problem i che parevano superati: sul tempo
e sul fine del catalogo; sui rapporti cronologici delle
due redazioni; sulle relazioni tra il testo e le appendici;
sulla lingua, la paternità ed altro. A questo documento,
come alle sue rielaborazioni, abbiamo riservato dunque
le nostre cure più particola ri, ritenendolo un fondamento
basilare per ogni problema topografico. I testi che
gli abbiamo messo intorno pongono in particolare ri-
lievo certi aspetti urbanistici meno in luce nel quadro
del catalogo stesso : l'estensione perimetrale dell'Urbe
è la maestosità della sua g randezza; il piano urbanistico,
quale risulta dai frammen ti della pianta di Settimio
S evero; l'approvvigionamen to idrico a carattere pub-
blico; l'impulso dei s ingoli imperatori al fiorire monu-
mentale della Città, donde quel senso di impotenza ad
evoluzioni maggiori, da cui nascono le meravzglz'e, che
aprono la via all'innestarsi della leggenda sulla storia.
Nell'economia dell'intiero lavoro, che si propone lo
studio della topografia romana del medioevo, questo
primo volume rappresenta un presupposto storico e un
bisogno di ordine metodologico. Solo partendo da
questa specie di piattaforma, rappresentante la fase
urbanistica a pieno sviluppo della Roma imperiale, ve-
dremo agevolate le vie al retto intendimento delle alte-
razioni toponomastiche medievali: altrimenti avremmo
dovuto percorrere, ma a ritroso, lo stesso camm ino.
In questa nostra fatica ci furono guide preziose le
opere g enerali dell' Huelsen e di Platner-Ashby, i recenti
XVI AVVER T ENZA

e pregevoli studi del Lugli, le numerose monografie e


pubblicazioni periodiche, segnalate nell 'apposito elenco,
e, in fine, le dirette informazioni che ci fornirono i pro-
fessori A. Bartoli, A . M. Colini, A. Degrassi, G. Gatti,
A. v. Gerkan , G. Lugli, ai quali esprimiamo la più
viva nconoscenza.

R. VALENTIN I e G. Z ucc HETTI.

Roma, decembre, 1939-XVIII.


CODICE TOPOGRAFICO
'
DELLA CITTA DI ROMA

terra rum dea .... cui par nihil et nihil secundum.


Fa.o!Cnxo, Dt _•9•u4. •rh. Ro••t.

Kal 87> xcx);fja&<»v lk:ol mivn:; xal ~v mitiatç


)((tl 8186vr<»v T'Ì)v àpx'Jv -rfiv& xal Tr6>.w -rfiv& M>.-
ÀC\V 81' al<";ivoç xal µ'Ì) mxooaa&at 7rplv clv µ68po1 TE:
ÒTrÈp &aMa<Trjt; TrWOICV xal 8év8p« i)pt Mllovra
mi:Ò<Trj~at .
Euo A11.sT101, E1"o•i•o,. Ro• 1u.

Cod. Topogr.
C. PLINII SECONDI
Naturalù Hùtorz'a (III , 66-7).

Plinio ci dà nella Naturalù Historia, III, 66-7, le


dimensioni della città di R oma, quali risultarono dalle
misure prese nel 73-4 d. Cr. sotto i Flavi.
Come è noto, i più antichi e migliori codici pliniani
non comprendono l'opera intera, ma solo alcuni libri
o frammenti di libri. Il passo che qui riproduciamo,
ci è stato tramandato da un ordine di codici più re-
centi, anch'essi spesso mutili e inquinati da errori.
I principali manoscritti di questo gruppo, che
abbiamo preso a base del testo, sono :
V = Vaticano Lat. 3861 (cc. 8b-9a) membranaceo,
del sec. XI, incompleto, corretto su un antico codice
da una seconda mano, e da una terza del . sec. xvi.
Esso costituisce una delle due parti in cui è stato
smembrato il più autorevole rappresentante dei codici
pliniani recentz'ores; l'altra è contenuta nel Leidense
fol. n. 6I (cf. C. MAYHOFF, P ref. alla Nat. Hùt. vol. I,
pp. VIII-Ix). Con questo non è da credere che, rimet-
tendo insieme i due membri, si possa giungere alla rein-
tegrazione del manoscritto, essendo andate disperse
parecchie carte. Il Detlefsen ne riconobbe alcune
4 C. PLINII SE C UNDI

nel Parig ino 6796 (Zu Plz"nius' Nat. Hist. in Rhein.


Mus. XVIII , 1863 1 pp. 327-8; cf. anche ScHANZ-
H osw s , Gesch. d. Ròm. Lz"teratur, II, ed. 4, Mtinchen,
1935, p. 778).
L - cod. d ella biblioteca Universitaria di Leida,
Lipsio n. VII (c. 37 b) membranaceo, del sec. x1 ; cor-
retto da una seconda mano sull'esempla re che aveva
servito ai copisti e da un'al tra, del sec. x11, sopra un
apografo migliore e più completo. Secondo il De,tlefsen
questo m s. sarebbe una copia del codice costituito
dalle due parti testé segnalate a proposito d el Va t.
Lat. 3861 (cf. Pref. alla Nat. H ist. voi. IV, p. v).
R - cod. della biblioteca Laurenziana Firenze, Ric-
cardiano 408 (cc. 26 b-27 a) membra naceo, del sec. x
come risulta dalla data DCCCCLIIII, segnata dallo stesso
copista in calce alla c : 133 b e di cui è s tata poi espun.ta,
con inchiostro diverso, l'ultima asta. Il codice è mu-
t ilo e corre tto qua e là da un'al tra mano e talvolta
anche da una terza, non facilmente distinguibili.
Indichiamo con l'esponente 2 le correzioni fa t te nei
codici prede tti da successive mani .
Il passo che riproduciamo è uno d ei più tormen-
tati dell'opera pliniana, non tanto per la dizione in sè,
quanto per l'indeterminatezza dei momenti storici a cui
lo scrittore si riporta in una veduta sintetica dell'evolu-
zione urbanistica di Roma. Plinio, tra ttando della prima
regione Augustea dell' I talia e ricordando le città com-·
p resevi, ha voluto me ttere in evidenza lo sviluppo edi-
lizio della Capitale, presentandocelo nei diversi stadi,
dalla Roma palatina di Romolo a quella gigantesca,
divisa in X IV regioni, quale risultava a i tempi di Vespa-
~ATUl\i\LIS HISTOlllA

siano: una città che copriva ormai un'area di 13.200


passi di periferia. Romolo aveva lasciato una Roma con
tre porte, quattro tutt'al più. Invece sotto Vespasiano
la misurazione delle radiali dal miliare aureo del foro
Romano alle singole porte - in tutto trentasette - dava
una lunghezza complessiva di 20.765 passi. Che se poi,
da queste abitazioni contigue, si fosse voluto giungere
alle ultime propaggini, compresi i castra praetort·a, cioè
abbracciare la Roma tutta delle XIV regioni, misurando
le distanze dal miliare aureo fino alle ultime abitazioni
dei vici, sorti ai lati delle vie uscenti dalle porte, la
cifra sarebbe salita a 70.000 passi circa. Plinio insomma
ci dà due misurazioni : la prima calcolata in linea
d'aria dal miliare aureo alle porte Serviane, e alle a ltre
aggiunte in seguito a successive variazioni della cinta,
non più esistente all'età dei Flavi; la seconda par-
tendo dallo stesso punto, ma prolungata fino alle estreme
abitazioni (Roma _imperiale). La g randiosità della vi-
sione evocata con queste cifre, resta integrata dall 'ac-
cenno alla magnificenza ed altezza degli edifici, quasi
per completare nel lettore l'idea dell'imponenza del-
l'U rbe, che non aveva pari nel mondo.
Ad oriente la città era cinta dall'aggere Serviano,
rafforzato da Tarquinio il Superbo, e che ancora esi-
steva ai tempi di Plinio, quando forse segnava da quella
parte il termine dell'abitato. La considerazione ripor ta
l'autore, a ttraverso un naturale sguardo retrospettivo,
ai tempi in cui l'aggere costituiva una poderosa difesa
della Città. Se Roma era allora protetta dall'aggere
nella parte pianeggiante verso la campagna, dagli a ltri
lati la tutelavano gli alti baluardi o le scoscese pendici
6 C. PLI!'lll SECUNDI

dei colli. Ma a poco a poco l'espansione urbanistica, a


questo nucleo pri mitivo del periodo regio, fi nì per ag-
giungere come tan te altre città.

Cf. D. DETLEFSEN, Die geographischm Bùcher der N a I u r a Ii s H i s I or i a


d~ C. Plinius Secund11s in Qlllllm 1111d Forscl111nge11 z11 r alte11 Gescl1ichte rmd
Geographie, herausgegeben von W. SIEGLIN, Heft 9, Berlin, 1904, pp. v11-x1;
C. MAYHOFF, C. Plirli Sec11ndi Naturalis Hi s toriae libri XXXVJJ, Lipsi:ie,
I, 1906, pp. v111- x11. Io particolare sul passo di Plinio, oggetto di tante discus-
sioni, cf. H. JoRDAN, Topographie der Stadt Rom im Alteri/mm, Berlin, II, 1871,
p. 86 sgg. ; G. B. DE R oSSI, Piante imografic/Je e prospellic/Je di Roma a11teriori
al secolo XVI , Roma, 1879, p. 4 2 sgg.; R. L ANCIANI, Le mura di Aurelia110 e di
Probo in Bui/. della Commissio11e Archeol. Co1111ma/e lii Roma, XX, 1892,
p. 87 sgg.; H. N1ssEN, Die Stadtgrimd1mg der Flavier in Rheill. M11se11111, N. F.
XLIX, 1894, p. 275 sgg.; CH. HOLSES , Der U111fa11g der Stadi Rom zur Ztit
des Plillius in Mitteilu11ge11 des kaiserlic/Je deutsclw1 archeologisc/Je11 Instilrlts,
ROmische Abteilung, XJI, 1897, p. 148 sgg.; A. P1GANIOL, Les origi11es dtt
Forttm Boariu111 in Milanges d'arcl1. et hisl. XXIX, 1909, pp. 132-35;
J. A. RICHMOND, The city wan of imperial Rome, Oxford, 1930, p. 7; G. SAFLUND,
Le mura di Roma re/mbblica11a, Uppsala, 1932, pp. 190-3; J. H. 0LIVER, The
augusta11 pomerium in Mtmoirs of the American Academ.\ Ìll Rome, X, 1932,
p. 145 ~gg.; A. v. GERKAI' io Gnomo11, X, 1934, p. 459; G. LUGLI, L'arco
di Galliena s11/fEsq11ilino in L'Urbe, 11, aprile 1937, p. l4 sgg.
Nf\TURALIS HISTORIA

Urbem tris portas habentem Romulus reliquit aut, ut plurimas


tradentibus credamus, .1111. Ci>. Moenia <» eius collegere ambitu im-
peratoribus censoribusquc Vcspasianis anno conditae .occcxxv1.
m. p..xm.cc., conplexa rnontes septem. Ipsa dividitur in regio-
5 nes .x1111., compita Larum <i> .CCLXV. Ei1,1sdem spatium mensura
I
corrente a miliario in capite Romani fori ~tuto ad singulas portas,
quae sunt hodie numero .xxxvii. C4>, ita ut XII portae semel nume-
rentur <s> praetereanturque ex veteribus .vu., quae esse desierunt,

1.trcs RltDetltfu>r (cdi1.cit.). relìquid RlreliqultR' autom. Detlcfu11.


in mar(!. t volgata, om. R colllgere /~V L collegere voltrata. 3. anno urbls
2•• 1111, /, V'
condltoe l' (urbla nell'intn-1.) e Delle/un . .occccxxv1. R .occccxxv, V .occccxx11. L
.occcxxv111. volgata avanti Hardouin. .occcxxvr. Hardouilr (edif. di Pari(!i) voi. I,
1685. p. 351. 4. complexa L conplexa R V 5. compi to J7 L 5-6. mensurae (men·
aure R) currentè R V L mensura currenrc volgata. 7. portae om. Delle/u n. 8. por-
taereanturque R l porte reanturque Y portas eanturque R' portae semel numerentur
praetereantorque l 2 t volgata. deslei' R

(1) T re dice VARRONE (De li11g11a (4) Il SXFLUND (op. cit. p. 192)
Latina, V, 164- s): la u Mucioniu, la vorrebbe ridurre questo numero a 19;
« Rom3nula », la « lanualis •· E tre ma è contradetto dal GERKAN io Gm>-
crede che fossero anche lo JoRDAN 111011, X, 1934, p. 4S9· L'ignorare tutti
(Topng1. I, 1, 174 nota 35), secondo la gli a ppellativi delle J7 pone a cui Pli-
dottrio3 etrusca (cf. SeRv10, In Vergìlii nio si riferisce, non è buooa ragione
Ae11. comm. I, 422). Egli, seguendo per impugnarne l'esistenza nella cosi
Detlefsen, ritiene interpolate nel testo detta ciot:i Serviana, successivamente
di Plinio le parole «aut» e «quattuor:o. modificata. li PrCANIOL(op.ci1.p.1J5),
(2) ~ da osservare che « moenia » nella sola regione del foro Boario, trova
qui non indic:l le mura della città, ma un numero di pone considerevolmente
il complesso delle abitazioni ( « ubi con- superiore a quello per solito indicato.
• tinenti habitatura), come può dimo- (5) Q\leste 12 porte, da contare per
stra rsi con passi Ji FLoRo (Epit. I, 4), una, corrisponderebbero per il BuNSBN
VrrRUVIO (De Arcl1itect. vm, 3, 24), (Bescbreibm1g dei· Stadi Rom, I, p. 627
Cod. 'fbeod. (XIV, 17, r 1). E la cifra sgg.) alle aperture praticate nelle mura
di 13.200 passi (uguale a m. 19.536) Serviane in corrispondenza dei carceres
deve riferirsi all'estremo limite della del circo Massimo. E tale opinione
Città, abbracciante, press' a poco, quel è stata recentemente ripres:1 da taluni
perimetro su cui si elevò poi la cinta topografi. Sebbene sia controversa la
Aureliana (nr. t 8.887). questione del passaggio delle mu ra Ser-
(3) Cioè t1ici, io ciascuno dei quali e ra viane attraverso la valle tra l'Aventino
un compitum dove si veneravano i Lari ed il Palatino (passaggio oggi decisa-
ed il Genio imperiale. Cf. C. P1E· mente sostenuto dal P1cANIOL, loc.
TRANCELI in Bull. Com. LXIV, 19 37, cit.; G. MARCHETI1-LON CHI, Il ùmpio
pp. 14-6. io11ico di Ponti RoUo &c. io Ròm. Miti.
8 C. PLINII SECUNDI

efficit passuum per directum .xx.~1.ocCLXV. Ad cxtrcma vero tccto-


rum cum castris praetoriis ab eodem miliario per vicos omnium
viarum mensura colligit paulo amplius .Lxx. p. <•>. Quod si quis
altitudinem tectorum addat, dign:im profecto acstimationem con-
cipiat fateaturque nullius urbis magnitudinem in toto orbe potuisse 5
ei comparari. Clauditur ab oriente ag~ere Tarquini Superbi <»,
inter prima opere mirabili; namquc eum muris aequavit qua ma-
xime patebat aditu plano. Cetero munita erat praecelsis muris aut
abruptis montibus, nisi quod exspatiantia tecta multas addiderc urbes.

1. passum V passuum R2 .xxxacocc~xv. L e volf(ala avanti Sillilf (tdif. di Am-


our8o-Gotha, voi. I, r 85 r, p. 23 4). 2. praetorll R V I. 3..XX. R V L .fil 1101-
Bala . quo R V L vol1fala. 6 . orio R ori ente R2 agerc R V I. !arqulnil R2
7. qua R V 8. piane R V L plano R2 cetera Mayh off (tdif. cii) dietro il cod. di
Vitnna ccxxxiv, 1ec. x11 o xm, t il cod. PollinKano Lat. r r JOI di Monaco, del 1459 .
9. expatlantla V expatantla L exparcntia L2 tcgra R V !ecta R2 Corrt9f(iamo
multu con L2 , la volgata, Dtl/tfun , Mayh off; multls R V L cht polrtbbt ancht
tutrt un dativiu commodi.

XL, 1925, PP· 331-8; H. M. R. LEOPOLD, di arcuaziom in quella località. Il


De Haven en de oudsu Bruggen van B10Noo vide ancora •ultra ecclcsiam
Rome in Mededtl, VI, 1926, p. 49 sgg.; « S. M. de Scola Greca, si ve, ut ap-
v. GERKAN, Der La11f tkr Ròmiscben • pelhnt, in Cosmedin, ad primas :\-
Stadlmauer wm Kapitol ~um A venti11 « ventini radices, qua is mons vergit ad
in Rom. Miti. XLVI, 193 1, p. 153 sgg.; u pontes • una serie di fornici di cui
SÀFLUND, op. ci t. pp. 176-9), la coinci- assisteva con dolore alla distruzione
denza tra il numero dei &arceres (stando (Roma inst. I, 14).
al meno a tarde testimonianze, CAss10- ( 1) Il Xi dei codici è senza dubbio
00RO, Var. IJI, 51, 4; SIDON!O APOLL. errato, perchè l:i misu ra deve esser su-
Carm. XXIII, 318-9) e questo delle periore, e non inferiore, alla precedente.
porte, dodici, rende assai verosimile Il Detlefsen corregge ffi (= 70 mila)
una tale identificazione. Devesi però con la volgata; il M:iyhoff Li col N1s-
avvertire che la presenza di una porta SEN (op. cit. p. 285 ), il quale si basa
mediana (D10N1s10, Antiquil. Rom. III, sopra suoi calcoli particolari. Noi pre•
68, 4) farebbe salire a IJ il numero feriamo la prim:i cifra, ritenendo più
di queste aperture. Altri (MARCHETTI- probabile la omissione di una lettera
LoNGHI, Arcus stil/ans &c. in Rmd. che lo scambio di una• L• per un:i «x ».
Ace. Poni. IIJ, 188-9) ha voluto ve- (2) Tarquinio il Superbo avrebbe, se-
dere in queste XII portae gli archi condo la t radizione, completato l'opera
di un acquedotto, sotto i quali cor· difensiva Serviana. D10N1s10 (IV, 54,
resse una strada, e quindi in funzione 2), pure non accennando ali' aggerc,
di porte. L'ipotesi sembra meno pro- dice che il Superbo innalzò il livello
babile dcli ' altra già enunciata, per delle mura e aumentò il numero delle
quanto non si possa negare l'esistenza torri.
SEX. IULII FRONTINI
De aquaeductu urbt's Romae commentarz'us.
(capp. 1-22; 79-93) .

Sesto Giulio Frontino fu pretore nel 70 d. Cr., con-


sole suffetto tra il 72-3 e il 74, legato dell'imperatore
in Britannia nel 76-8, nel 97 « curator aquarum », nel 98
console suffetto per la seconda volta, nel 100 console
ordinario insieme con Traiano. Morì forse nel 103
o 104 mentre era augure ; vietò che gli venisse eretto
qualsiasi monumento, convinto dell'inutilità dellaspesa,
in quanto cc memoria nostra durabit, si vita meruirnus »
(PLINIO, Epistolae, I X, 19).
Frontino pare abbia occupato l'ufficio di cc curator
cc aquarum i> dal 97 fino a gran parte del 98 (cf. L. CAN-
TARELLI, La serz"e dei· curatores aquarum in Bull. Com.
XXIX, 1901, pp. 201-2). All'inizio della sua ammi-
nistrazione cominciò a scrivere il libro degli acquedotti
(cf. De aquaed. capp. 1-2), che prosegui e terminò dopo
la morte di Nerva, sotto Traiano (cf. ivi, cap. 93),
per avere un'esatta nòiione del proprio ufficio e per
legare l'opera sua ad altri come formula cc administra-
cc tionis ». C'è dunque, in questo libro, un ideale che
vive dietro l'aridità delle cifre; c'è la consapevolezza
di un'arte messa a servizio dell'umano benessere; c'è
l'orgoglio della razza, che, compiacendosi della mole
degli acquedotti, poggianti per miglia su arcate soste-
Cod. Topogr. 1•
IO SEX. IULII FRONT INI

nute a volte da torri, porta lo scrittore a sorridere con


velato disprezzo delle oziose piramidi egiziane e delle
opere dei Greci, famose al pa ri che inutili.
Il testo è conservato nel codice 361 del monastero
di Montecassino, scritto da Pietro Diacono nel sec. xn
(cf. G. GuNDERMANN in B erliner philol. Wochenschrijt,
XXIII , 1903, coli. 1450-5), e presenta frequenti cor-
ru~oni e lacune. Oltre i co mmentari di Frontino
(cc. 22 a- 33 a), il codice, che è mutilo in principio
ed in fine, contiene il De r e milz"tan: di Vegez io, un
fra mmento del De lz"ngua Latina di Va rrone e parec-
chi opuscoli dello s tesso Pie tro Diacono (c f. L. BETI-1-
MAN N in Archz"v der Gesellschaft J ur altere deutsche
Gescliz'chtskunde, XII , 18741 pp. 506-8). Questo co-
dice, che il Poggio trovò in Montecassino «absconsum
« abditumque » (Epist. ed. T onelli, vol. I , 155, 159, 164,
166-8 1 170, 284), fu fat to venire a Roma, dove lo s tesso
Poggio lo aveva tra mani nel luglio 1429; ne furono tratte
copie, e in Roma era ancora nel 1432 (cf. R. SABBADINI,
L e scoperte dei" codici lati'ni" e greci", Firenze, I 1 85 ;
Notz'zz'e storz'co-critz'che di alcuni· codi'ci" latz·m· in Studi'
i'talianz' di.filologia classica, VII , 18991 p. 133). Da esso
derivano tutti i codici di Frontino che oggi si conoscono;
tra i quali una spec iale menzione meritano: 1 o l'U rbi-
nate La t. 1345 della biblioteca Vaticana, membranaceo,
del sec. xv, con lo ste mma di F ederico conte d'Urbino
nella miniatura della c. 1 a e la sigla del copis ta a lla
c. 52 b; 2° il cod. Vaticano La t. 4498, membranaceo,
pure del sec. xv. 11 Sa bbadini però non esclude che
possa esistere qualche codice non esaminato, di lezione
diversa da l Cassinese, risalente a l ms. del monastero
DE AQUA EDUCT U U RBIS R O MAE II

di H ersfeld, di cui dà notizia Antonio Panormita in una


lettera al Guarino del 1426 (Le scoperte cit. Il , 224; cf.
anche I o. St01'ia e critùa di' testi" lati'ni, Catania, 1914,
pp. 4, 263, 270, 27 5). Il codice dell'Escorial s. III. 27
che il Ra mpolla (Atti" del I I Congresso t"nternaz. diArcheo-
logz'a crùti'ana tenuto in Roma nel!'aprz"le r900, Roma,
1902, pp. 86-7) ritenne potesse derivare da un prototipo
diverso dal Cassinese, è invece una copia di questo, affine
a li' Urbinate, con restituzioni non sempre felici.
La prima edizione dell'opera fron tiniana è quella
di POMPONIO e SuLPICIO : SEXTI I uLn FRONTINI . .. de
Aquù quae in urbem z"njluunt lt"bellus mi·rabi"lù, uscita tra
il 1486 e il 1490, a quanto può desumersi dall'esame
dei caratteri, e condotta forse sul cod. Vaticano 4498.
Fu riprodotta da lla edizione fioren.tina del 1496 e da
quella vene ta del 1497. Segul poi l'edizione di fra
GIOVANNI GIOCONDO da Verona: V1TR UVIUS t"terum et
FRONTIN US a I ocuNDO revùi repurgatzque quantum ex
collatz"one lz'rnit, Florentiae, 1513, dove, dice il Buecheler,
« quae emenda vit, pauca sunt prae eis guae insolen ter
« corrupit » ; nè a lcun nuovo contributo portarono le
varie edizioni di Firenze (1522), di Lione_;,(1523), d i
Ba silea (1530), di Strasburgo (1543 e 1550), di Venezia
(1558), di Parigi (1588), di Anversa (r607), di Leida
(1625), di Amsterdam ( 1661). A differenza di queste
edizioni che discendevano da Giocondo, GIOVANNI Po-
LEN I, rifacendosi ai manoscritti, purgava il tes to dagli
errori di cui era inqu ina to e lo illustrava con la rga dot-
trina (Pa dova, 17 22). S i ebbero in segu ito~ le edizioni
di G IAN FRANCESCO CoRRADINO (Venezia, 1742); dell a
Socie tà Biponti na (Z we ibri.ic ke n, I 788) ; di G10Rcro
12 SEX. IULI! FRONTINI

CRISTIANO ADLER (Al tona, 1792); di ANDREA D EDERlCH


(Wesel, 1841; Lipsia, 1855); di FR. BuECHELER (Lipsia,
1858) 1 il quale s'attenne a l cod. Cassinese, su copia
dello Schultz, non troppo corretta. Nel 1899 un'edi-
zione accompagnata dal facsimile in eliotipia del co-
dice di Montecassino diede a Boston l' H ERSCHEL: The
two Books on the Water Supply o/ the City o/ Rome o/
SEXTUS JuLIUS FRONTINUS water commùs1:oner o/ the
City o/ Rome A. D. 97 A photographù reproduction o/
the sole originai latz'n manuscript, and zis reprint i·n
latz'n; a/so a translatz'on 1:nto english, and e:xplanatory
chapters,; e nel 1922 un'altra, riveduta accuratamente
sullo stesso codice, ne pubblicò a L ipsia il KROHN :
I ULII FRONTINI De aquaeduct-u urbù Romae commenta-
ri·us. Il testo dell'Herschel fu ristampato a Londra nel
1925 da CttARLES E. BENNETT, con una nuova tradu-
zione inglese, che è una revisione dell'altra, già menzio-
nata, dello Herschel. Nel 1930 un'ultima edizione foto-
tipica fu da ta dal cassinese D. MA URO I NGUANEZ: SEXTI
I ULII FRONTINI De aquaeductu urbù Romae. Editz·o
phototypùa ex cod. Casi·n. 36I, saec. Xli, Montiscasini.
L ' inserzione di Frontino in questa nostra raccolta
è giustifica ta da due precipue ragioni: l' importanza che
l'approvvigionamento idrico ha in genere in ogni città e
specialmente per Roma, dove si presenta in proporzioni
tanto vaste e in forme monumentali; e la necessità
di dare gli indispensabili ragguagli, per meglio inten-
dere gli accenni che intorno agli acquedo tti troveremo
in autori di età posteriore. Naturalmente, noi pubbli-
chiamo solo le parti che riguardano il corso degli acque-
dotti e la distribuzione delle acque, tralasciando di
O E A Q U A E I) U C T U U R B I S R O :\! t\ I:.

riportare quanto Frontino credette necessan o dire «de


« modulis » e dei rapporti tra i volumi d'acqua impor-
tata e distribui ta . Diamo il testo ri vedu to sul cod ice
Cassinese 361 (= C), con,. quelle varia nti del cod. Urbi -
nate r345 (= U) e del cod. Vaticano 4498 (=V) che
possono avere una qualche importanza.
Conserviamo il titolo «de aquaeductu» del cod. Cassi-
nesc, che si è voluto correggere in «de aquaeductibus»,
«de aquis ». Il Krohn osserva che tali emendamenti de-
vono respingersi, « quoniam et in Codz"ce Theodosz"ano
« (XV, 2) et in Codz"ce l ustz"nz"ano (XI, 43) ea quae de aqua
« ducta, ducenda, tuenda, eroganda dicuntur eundem
cc titulum prae se ferunt, qui es t de aquaeductu » (Prefa-
zione a Frontino, p. VI ; cf. dello stesso Wz"e war Fron-
tz"ns Schrijt uber dz"e romùchen Wasserlei"tungen betz"te!t?
in B er!iner philo!. Wochenschr. 1920, coli. I 102-3) .

Cf. GIOVANNI PotENI, Prefazione all'ediz. di Frontino cit.; A. DEDERICll,


Bruchstuclte aus dem Ltbm dts Sex. fuli11s Fro11t. in Zeitschrift {Ur die Alttr·
thumswissensc/1afl, 1839, col 833 sgg., 1077 sgg.; ScttANz-Hos1us1 Gescb. der
riim. Lit. 11, 1935, p. 795 sgg. ; M. PETSCHENIG, Ueber dm Codex Casinmsis der
Scbrift Ve a qui s 11 r bis Ro m a e nt bst einer 11luett Collatio11 desselbm in
Wie11ei· S111die11, VI, 1884, pp. 249-60; R. LANCIAN I, I comen/arii di Frontino
intorno le acque e gli acquedotti in Atti della R. Accademia dei Lincei, ser. III,
Me111orie della cl. di scienze morali, storiche e Jilologìche, IV, 1880, p. 11 S sgg.;
M. H. MoRGA N, Re111arks 011 tl1e Water S11ppl)' of Ancimt Ro111e in Tra11-
sactio11s a. Proceedillgs of the Am. Phil. Ass. XXXII, 1902, pp. 30-7;
C. HERSCHEL, Fro11ti1ms a11d t/ie Water S11ppl)' of Ro111e, London, 1913; TH.
AsttBY, Die a11tike11 Wasserleil1111gw d. Stadi Rom in Ne11e ]a/Jr/I. f. klass. Alteri.
Gesch. u. de11tsch. Lit. XXIII (1909) I, p. 246 sgg. ; Io. Classica/ Topograpl1y
of the Ro111a11 Campagna in Papers of Brit. School al Rame, 1902- IO; lo. TI1e
aqued1icts of a11cit11t Rame, edited by 1. A. RICHMOND, Oxford 1935 ; F. W. Sm·
PLEY, Agrippa's B11ìldi11g Activities i11 Rome, Washington University Studies,
1933, pp. 11- 34 ; E. B. VAN Dr.MA!'I, TI1e Buildi11g of tlie Roma11 Aq11educts.
Washin&ton, 1934; G. CORSETTI, Acqurdotti di Roma, Roma, 1937. Per l.1
cronologia di FRONTINO e(. O. LEVZE, Die rom. ]a/ir:{_iilu11g, Tiibingen, 1909, p. 207.
SEX. lULil FRONTIN I

1. Cum omnis res ab imperatore ddegata intentiorem exigat


curam, et me seu naturalis sollicitudo, seu fides seduta non ad dili-
gentiam modo, verum ad amorerh quoque commissae rei instigent
sitque nunc mihi ab Nerva Augusto, nescio diligentiore an aman-
tiore rei publicae imperatore, aquarum iniunctum officium [cum] ad 5
usum tum ad salubritatcm atque etiam securiLatcm urbis perLinens,
administratum per principes semper civitatis nostrae viros, primum
ac potissimum existimo, sicut in ceteris negotiis instituer.1111, nosse
quod suscepi. 2. Neque enim ullum omnis actus ccnius fundamen-
tum crediderim, aut aliter quae facienda quaeque vitanda sint posse ro
deccrni, aliutvc tam indecorum tolcrabili viro, quam delegatum
officium ex adiutorum agere praeceptis; quod fieri necesse est, quo-
tiens imperitia praepositi ad illorum decurrit usum, quorum ctsi
necessariae partes sunt ad ministerium, tamen ut manus quacdam
et instrumentum agentis . ... _ Quapropter ea quae ad universam I 5
rem pertinentia contrahere potui, more iam per multa mihi officia
servato, in ordinem et Yelut in corpus deducta in hunc commen-
tarium contuli, quem pro formula administrationis rcspicere pos-
scm. In aliis autem libris, quos post expcrimenta et usum com-
posui, succedemium res acta est ; huius commeotarii pertinebit 2 0
fortassis et ad successorem utilitas, sed cum intcr initia a<lmi-
nistrationis roeae scriptus sit, in primis ad meam institutionem
regulamque profìciet. 3. Acne quid ad t0tius rei pertinens noritiam
praetermisisse videar, nomina primum aquarum, quac in urbem
Romam inAuunt, ponam; tum per quos quaeque earum et qui bus 25
consulibus, quoto post urbem conditam anno perducta sil; <lein

1. lnc lpfl prologus lutil frontini In libro dc aqucductn urbls romne e ~. michl (.'
6. cu m agg. K r 0/111 tum U 7. cclultatì~ <: ceivilotl~ /laupt (R/1e11. M111 ..
neue rOl!Jr, ///, :J 1 !J), ma altrove 11el ICS/O CÌVÌlaS 9-10. fundntus (.' 11. quo C
13. prcco•lt eì adì..orua C praepositi ad lllorum corr. Sch11//; (prac('I061t ci l/a11pl,
lor. cit.). 15. Lacrma C esse debent suppi. Giocondo. 16. contraere C mlchi C
17. servato] struatu C hordinem C velut In hunc corpo• C; hunc anticipa;io•ie errala
dr/l'altro hunc che segue. 18. adminìstrationìsJ in C Ulfut /acu"a di circa venti let-
tere, colm11/a IU rasul"O t:Oll respiccre possem di altro inchiostro. 20-21. foriassis
putfnebit L' con Ufr'li di riorJinamen/O. 22. meam U lui C 2~ . preternisisse C
25 . influant l' 26. slot e
DE AQUAEDUCTU URBIS ROMAE

qui bus ex locis et a quoto [mi liarioJ cocpisset, quantum subterran eo


rivo, qu:rntum substructione, quantum opere arcuato; post altitu-
dinem cuiusque modulorumque ...... erogationes ab illis factae
sint, quantum extra urbem, quantum [intra) urbem uoicuique re-
5 gioni pro suo modo unaquaeque aquarum serviat; quot castella <•)
publica sint, et ex is guantum publicis operibus <•),quantum mune-
ribus <i> - ita enim cultiores +
appell:mtur - quantum lacibus C+),
quantum nomine Caesaris <s>, guantum privatorum usi(busJ bene-
ficio principis detur; quod ius [ducendaruml tuendarumque sit
ro earum, quae id sanciant poenae lege, senatus consulto et mandatis
princi pum inrogatae.
4. Ab urbe condita per annos quadringentos quadraginta unum
contenti fuerunt Romani usu aquarum, quas aut ex Ti beri aut ex
puteis aut ex fontibus hauriebant . Foutium memoria curo sanc-
r 5 titate adhuc extat et colitur: salubritatem aegris corporibus af-
ferre creduntur, sicut Camenarum <6>et Apollinaris <1> et luturnae C8>.

1. milliario agg. Giocondo. millario lnitium congetl. Krohn . ccplsse. at C


coepissel corr. Po I en i, e co1i Buec h ele r, il quale ritiene debba poi aggiungerii quot
passus ductus culusque cfficiat capcssat congett. K r ohn capta stt Bennelt. 2. sub·
structionè C 3. Senra lacuna C Buecheler vorrebbe aggiungere seguendo
Schultr rationes; denique quae. ab lllls] hablles C 4. intra agg. Pole n I. In
urbe U (cf. cap. 2.J). 6. publica privataquc C privataquc IOppr. Se h u I lf. mluo.
ribus C 7. tl La nei a 11 i (op. cii. p. 5 8 r I OGK· lacus Kro hn annota: • an 1alienle1? •.
8. lulii ccsarls C usi C usui U usibus corr. Heinrich. 9. ducendarum OBG·
Schullr. 10. pena elige C pocnae lege corr. Buechele r . 11. iorogatae] expllclt
prologus segue in C 16. caminaras C Camoena rum corr. De de rie h. Camenalls
Krohn. apollioarisC Apolllnls cor r. Dederich, Buecheler. et l utumae] loetlo
turna C, dove in e evidentemente anticipafiOne di ÌU

(1) I serbatoi di distribuzione; sui « aquam continentia in quibus aliqua


quali cf. V1TRuv10, VIII, 6. « munera (i. e. spectacula : cf. TERTIJL·
(z) Devono intendersi, secondo il LIANO, De spect. 1 z; SUETONIO, Dom. 4)
LAl-:CIANI (op. cit. p. 581), tutti quei « edebantur ».
monumenti i quali servivano agli usi, (4) Le fontane.
ai bisogni, al divertimento della popo- (S) Erano provveduti di acqua «no-
lazione, ma che non appartenevano a «mine Caesaris» i monumenti o luoghi
Cesare ed al suo fisco. di uso pubblico costruiti dall'impera-
(3) 11 LANCIANI (op. cit. p. 581) tore (LANCIANI, op. cit. p. 581).
crede siano le fontane ornamentali, e (6) A piè dell'estremità sud del
non già, come pensa il Poleni, «loca Celio, non lungi dalla porta Capena,

Per le 1101c (7) e (8) v. pag. seg.


16 SEX. I ULI! FRONTINI

Nunc autem in urbem confluunt aqua Appia, Anio vetus, Marcia,


Tepula, Iulia, Virgo, [Alsietina] quae cadcm vocatur Augusta, Clau-
dia, Anio novus.
S. M. Valerio Maximo P. Decio Mure consulibus, anno postini·
tium Samnitici belli tricesimo <•> aqua Appia in urbem inducta est 5
[ab] Appio Claudio Crasso [cen)sore, cui postea [Caeco) fuit co-
gnomen .... .... et viam Appiam [a porta) Capena usque a[d ur-
bem) Capuam munienda[m) curavit. Collegam habuit C. Plautium,
cui oh ioquisitas eius aquae venas Venocis cognomen datum est <2>.
Sed quia is intra annum et SCK mcnses (Jl deceptus a collega tam- IO
quam idem facturo abdicavit se censura, nomen aquae ad Appii
tantum honorem pertinuit, qui multis tergiversationibus extraxisse
ceasuram traditur dooec et viam et huius aquae ductum consum-
maret <~>. Conci pitur Appia in agro Lucullaoo via Praenestina <s>

1. Anio) qua C ?. Aldetina) in C lac di n011" lmtrt. 4. vaierillS maximuJ C


vlceiimoC 5. trlcesl mo. corr . SJgon io . Buuhdtr. 6. abom.C cen con altro
inchi<»tro C Caeco agg. Gioe o n d o; tac. di sti ltllut C 6-7. cognomen] in C
ltlfllt /a(. di circa otto ltllert. 7. a porta) lac. e 7-8. d urbem] /ac. e !!. rnu·
nlenda C plnuturn C I O. his C 11. lblJern C 1J. cen5ora C 13-4. COOSUmaret C
14. luculano e prcnestrlna e

chiusa da elegante costruzione mar- trent'anni dopo (come giustamente cor-


morea (cf. Lino, Ab urb. co11d. I, 21, regge il Buccheler) l'inizio della guerra
2; VITRUVIO, VIII, 3, I ; GIOVENALE, S.mnitica, 343 a. Cr.
Sai. III, 10 sgg.; PLUTARCO, Numa, 13, (2) Cf. C. I. L. 12, p. 2 1 : « Cens.
4-5). « Ap. Claudius C. f. Ap. n. Caecus C.
(7) Una fonte ricordata solo da Fron- « Plautius C. f. C. n. qui io hoc honore
tino ; la posizione non è conosciuta. « Venox appellatus est».
Il LANCIANI la supporrebbe tra I'Aven· (3) Era questa la durata regolare della
tino e il Celio, presso la Piscina pub- censura.
blic:t (op. cit. p. 225 e tav. I, fig. 4• ; (4) Forse d:i LIVIO (IX, 29, 5-6) che
cf. Hul!LSBN, Topogr. 1, m, p. 206 scrive : «censura clara eo anno Ap.
nota 16). Ma si potrebbe anche pen- « Claudii et C. Plautii fuit: memoriae ta-
sare al nepr.f>pavr7)pLov del tempio di « men felicioris ad posteros nomen Ap-
Apollo Medico nel Campo Marzio (cf. «pii, quod viam munivit et aquam in
PLUTARCO, Sull. 32, 4). « urbem duxit, eaque uaus perfrcit >> .
(8) Trovavasi nel foro Romano Cf. EVTROPIO, Historia Roma11a, Il, 9.
presso il tempio di Castore. Per la (5) Il LANCIASI (op. cit. p. 247)
natura medicamentosa di questo fon te crede debba sostituirsi « Coll.atina »;
cf. VARRONE, V, 71; SERVIO, Ae11. ·XIJ, contradetto da B. Luw1, L'acqua Ap-
139· pia e l'acquedotto Appio in Bui/. Com.
(1 ) M. Valerio Massimo e P. Decio XXXI, 1903, p. 211 sgg. Comunque,
Mure furono consoli nel 312 a. Cr ., non è possibile determinare il sito della
TAV. I.

J\, 1"'11T. !t'rOft , l'rAt.. rl I\ fl. M. t; ,

fROSTl1'0, De nquatd11ct11 11rbis Romae (cod. Cass. 361).


DE AQUAEDU CTU URBIS ROMAE

inter miliarium septimum et octavum deverticulo sinistrorsus pas-


suum septingentorum octoginta. Ductus eius habet longitudinem
a capite usque ad Salinas, qui locus est ad portam Trigeminam <1>,
passuum undecim milium centum nonaginta <»: [ex eo rivus est] sub-
5 [t]er[raneus pas]suum undecim milium centum triginta, supra terram
substructio et arcuatura proximum. port3m Capenam passuum se~a­
ginta ..... iungitur ei ad S[pJem veterem Ci! in confinio hortorum
T orquatianorum <~l et [EpaphroditiaJnorum t Cs> ramum Augustae ab
A[ugusto] in supplementum eius additum .... toco nomea .... denti

1. sinlstrosus C; correggiamo sintst rorsus, e così pure dextrosus in dextrorsus,


ubbe11e le ffrafie del cod. C pouano trovare una conferma nella ripetirione che ne
fa il cod. steuo e negli esempi di Paolo-Foto, De verb. sign i f. p . 10 7 e
del cod. Vossiano della N at . Hi st. di Plinio, XXIV, 172. 4- 5. superauum C,
ex-passuum correrione di B u ec h e I e r. 5. milia C 6·7. sexaginta] sei'ce lac. di
cinque lettere e 7. ad Spem Po I e n i ads .. cm C ortorum C 8. Epaphrodltia·
norum] così suppi. la11ciani (op. cit. p. 249) .... norum C ramum) Bue·
c h e 1 e r corr. ramus con /'edi;. di Basilea; K r o /z 11 conserva la le;ione del codice,
ma seg11a /acu11t1 tra .. •. norum e ramum aba . ... C 8·9. ab Augusto Po I e11 i
ab Agrippa Se lt u 1 ti. 9. l.Acu11a di Ire lei/ere C loco corr. Bu ec h e I er. nomen]
segue lac. di qual/ro /elle re C imposito cog nomfne respondemf Po I e 11 i .

fonte, sebbene risulti chiara l'indica- Les « Horli Taririani ». Élwle lopogra-
zione generi ca del luogo; v. DILMAN, pliique sur la région de la porte Majeure
op. cit. p. 2 5. in Méla11ges d'a1·cli. et d'hist. LUI,
( 1) SOLINO, Collecla11ea 1·erum 111emo- 1936, p. 277).
rabiliu111, I, 8: «Cacus habitavit locum, (5) Frontino ricorda i giardini di
«cui Salinae nomen est, ubi Trigem ina Epafrodito, liberto di Nerone, al cap. 68:
« nunc porta» • Per la posizione vedi « accipit [la Tepula] ex Anione novo
più avanti il catalogo delle XIV Re- « ad hortos Epaphroditianos quinarias
gioni, p. 133 nota 1. «centum sexaginta duas». Tale sottra·
(2) Uguale 3 m. 16.56 1. zione, per il LANCIANI (op. cit. p. 248),
(3) Famosa località, all' interno del· doveva avvenire al castello termin ale
l'odierna porta Maggiore, che prendeva di quel rivo, per il GRlMAL (op. cit.
nome da un antico santuario, e a cui pp. 262-4) in un punto ad est del ca·
facevan capo vari acquedotti e un stello medesimo; e poichè questo si
g ruppo di strade di notevole impor· t rova nella vigna già .Belarcii ai «Tre
tanz a (cf. LANCIANI, op. cit. p. 248). «Archi» (tra il cosiddetto tempio di Mi-
(4) Questi giardini, che il CARCOPlNO nerva Medica e la porta Maggiore) non
attribuisce ad un pronipote di Augusto, pub dubi tarsi sull'ubicazione dei giar-
Giunio Silano Torquato, mono nel dini Epafrodiziani, i qua li si sa rebbero
64 d. Cr., vengono collocati a sud di via trovati a sud-est Ji quelli Pallanziani.
P renestina e ad ovest della Spes vetus Il CARCOPJNO propone di supplire
(PLATNER-ASHB\', Top. Dici. p. 273); « Taurianorum », gli orti di Statilio
o a sud di porta Maggiore (GRJMAL, Tauro, confiscati nel 53 d. Cr.; ma

Cod. Topogr.
r8 SEX. IULI! FRONTINI

Gemellorum <•>. Hic via Praenestina ad miliarium sextum devcrti-


culo sinistro[rsus) passuum nongentorum octoginta proxime viam
Collatiam accipit fontem. Cuius ductus usque ad Gemellos efficit
rivo subterraneo passuum sex rnilia trecentos octoginta. Incipit
distribuì [Appia) imo Publicii clivo ad portam Trigeminam, qui 5
locus Salinae appellantur <».
6. Post annos quadraginta quam Appia perducta est, anno ab urbe
condita quadringentesimo octogesimo uno (J) M'. Curius Dentatus,
qui censuram cum Lucio Papi rio Cursore ( 4) gessit, (Anion]is, qui
nunc vetus dicitur, aqua[m) perducendam in urbe(m) ex manubiis ro
de Pyrro captis locavit, Spurio Carvilio Lucio Papirio consulibus
iterum. Post biennium deinde actum est in senatu de consum-
mando eius aquae opere t irefent ... nocumi ... praetor. Tum ex
[sena)tus (cons)ulto duumviri [a)quae perducendae (cre)ati sunt, Cu-
ri(us, qui eam) locaverat [et) Fulvius Flaccus. Curius intra quintum 15
2. sinistro l 3. Colluinam Se h u 11 f. 5. Appia Po I t n i ; lacuna di dut /ti·
ltrt C clivo corr. Poltni ciluo C 8. M. C 10. aqua C urbe C 12·1). COOiU•
mando C 13. opere ircfcrcnl. .. . nocuml. .• . prac1or1um C; Butchtltr corr.
opere referente prac1orc. 1um K r oh n conttrva la lt1iont dtl codiu lt'(f'lando lacuna
tra opere t ircfucnl 13-5. u .. 1us .. . uho duumviri. que perducende11I sun1 curi ..
locaverat fulvlus C; la corrt;iont t di Po I t n i.

tale congettura non sembra accettabile con la incisione dei Fasti nelle pueti
(cf. ASHBY. Tbt Aq11ul. pp. 49 e 13). della Regia (cf. G. OE SANCTIS, Storia
( 1) Cf. cap. 65: e Ad Gemellos tamen, dti Roma11i, Torino, I, 1907, p. 211).
«qui locus est infra Spem veterem, ubi (4) Nei Fasti Capitoli11i (G. MANCINI ,
« iungitur (l'Appia] cum ramo Augu- U11 11uoro fra111111t11/o dei Fasti co11so·
« stae ». Questo ramo fu aggiunto tra lari Capitol111i in Bui/. Com. LIII, 1926,
l' ll e il 4 :w. Cr.; il sito della sor- p. 241) ali' a. 272 a. Cr. si legge:« [ L. Pja-
gente non è stato identificato. tc pirius L. f. Sp. n. Cursor 11, Sp. Carvi-

(2) Il luogo in cui l'acqua sboccava « li usc. r. c. n. M:ixim(us) Il. -[cens(O·


fuori era a piè dell'Aventino verso iI « res), L.) Papirius L. f. M. n. Prnetei-t(a-
Tevere, e pili precisamente, secondo il << tus), in mag(is tratu ) m(ortuus) e(st),
LANCIANI (op. cit. p. 251), presso o sotto <<M'.Curius, M'. f. M'. n.Dcntatus».
la già chiesa di S. Anna, o, tutto al più, 8isog na supporre che il « Cursor" Ji
fra quest.l e b « Schol.i Graeca »; v. Frontino sia un'arbitr.iria correzione di
Ou1AN, op. cit. p. 26. chi non avev:i notizia di un « P:ipirius
(3) 272 :i. Cr. Frontino, qui e al· (( Praetextalus "· Non è poi da esclu-
trovc,ncl computo degli anni« ab urbe dere che il censore L. P:ipirio si:i stato,
u condita» , si st:icca dalla data Vacro~ come il console, un membro della fa.
niana (7 53) per adottare quella (7 52) miglia J ei « Papirii Cursores » (cf. P.
seguita Jal compilatore dei Fasti Capi- MtNCALZINI in :Vol1~it 1ltgli Scat•i. 1925,
toz:,,;, che ricevette sanzione ufficiale p. 38o e MANCINI, op. cit. pp. 250-2).

DE AQUAEDUCTU URBIS ROMAE 19

diem quam erat duumvirum creatus decessit; gloria perductae per-


tinuit ad Fulvium. Concipitur Anio vetus supra T ibur vicesimo <> 1

miliario extra portam .. RRA .. nam <», ubi partem [dat] in Ti-
burtium usu[m). Ductus eius habet longitudinem, ita exigente
5 libramento, passuum quadraginta trium milium: ex eo rivus est
subterraneus passuum quadraginta duum milium septingentorum
septuaginta novem <i), substructio supra terram passuum ducen-
torum viginti unius.
7. Post annos centum viginti septem, id est anno ab urbe condita
10 sexcentesimo octavo «~>, Ser. Sulpicio Gal ba Lucio Aurelio Cotta
consulibus cum Appiae Anionisque ductus vetustate quassati priva-
torum etiam fraudibus interciperentur, datum est a senatu nego-
tium Marcio (s>, qui tum praetor<6> inter cives ius dicebat, eorum
ductuum refìciendorum ac vin<licandoruro. Et quoniam incremen-
1 5 tum urbis exigere videbatur aropliorem modum aquae, eidem man-

datum a senatu est, ut curàret quatinus alias aquas, quas posset,


in urbem perduceret. [ .... priJores ductus res[tiruit et) tertiam illis
uberiorem ...... duxit, cui ab auctore Marciae nomen est. Le-
gimus apud Fenestellam, in haec opera Marcio decretum sester-
20 tium milies octingenties, et quoniam ad consummandum negotium

1-2. pertlmuit C 2. anyo C t ybur C 3. portam RRll .. nam C dat Po I e n i;


lacuna di tre lettere C 3-4. tyburtfum C USU (; IO. $ . SU!picius C galba CUID C
11. amionisque C 12. datusest C 13· Marclocorr. Poleni marco C Buecheler
rìtiene 3ia forse da.agciuncere Q. 14. Ed C 17. ....... ores C •..•. priores
Bue eh e/ e r . restituii et 1J u ec h e I e r rei. ... C l 7-8. lllis - duxit] illiobrlorum

.. . . . . duxìt C: la corre; ione è di K r oh n salubrlorem Benne I t. t8. auctore


artiae C 20. millles octlngcntles Se h u 11 t et B 11 e eh e I e r. mine octingente.
Set C consumandum C

(1) Indicazione, secondo il LANCIANI è anche il LANCIANI (op. cit. p. 258).


(op. cit. p. 256), sbagliata, e che do- (3) La misurazione non sembra ac-
vrebbe ridursi alla metà. La v. DR- cettabile; v. DEMAN, op. cit. p. 31.
MAN ritiene che il Reina nel 1914 sco- (4) 144 a. Cr.
prisse il preciso punto della presa, a (5) « Q. Marcius Rex » (cf. PLINIO,
sud-est di Vicovaro (op. cit. pp. p, 34). Nat. Hist. XXXVI, 121).
(2) ALB. CASSIO (Corso delfacque a11- (6) La sopraintendenza alle acque
ticbe portale da lonta11e contrade fuori e spettava di regola ai censori e agli edili.
dentro Roma &c. Roma, I, 1756, p. 3 3) L'intervento qui di un pretore urbano
supplisce '' Baranam », richiamandosi si spiega con le vertenze da com porre,
ad un oppidum Bara1111111, esistente nel per g li abusi verificatisi. La natura
territorio di Tivoli. Di questo parere dei restauri non si conosce.
20 SEX. I ULI! FRONTINI

non sufficiebat spatium praeturae, in annum alterum est proroga-


tum. Eo tempore decemviri, dum aliis ex causis libros Sibillinos
inspiciunt, inveoisse dicuntur, non esse [fasJ aquam Marciam t seu
potius Anionem - de hoc enirn constantius traditur - in Capitolium
perduci, dequc ea re in senatu M: Lepido pro collegio verba faciente 5
actum Appio Claudio Q. Caecilio consulibus<1), ea[nJdemque post
annurn tertium a Lucio Lentulo retractatam C. Laelio Q. Servilio
consulibus< 2>, sed utroque tempore vicisse gratiam Marcii Regis; at-
que ita in Capitolium esse aquam perductam <1>. Concipitur Marcia
via Valeria ad miliarium tricesimum sextum deverticulo euotibus IO
ab urbe Roma dextrorsus milium passuum trium: Sublacensi autem,
quae sub Nerone principe primuµi strata est, ad miliarium tricesi-
murn octavum sinistrorsus intra [spatium] passuum ducentorum (4l.
Fontin .... . .. sub ... bus petrei .. . stat in[mobilisJ stagni mo[doJ
colore praeviridi. Ductus cius habet longitudinem a capite ad I 5
urbem passuurn sexaginta milium et mille septingentorum decem et
semis <s>: rivo subterral1eo passuum quinquaginta quattuor milium
duceotorum quadraginta septem semis, opere supra terram pas-
suum septem milium quadringentorum sexaginta trium: [ex] eo
longius ab urbe pluribus locis p[eJr vallis opere arcuato passuum zo
quadriogentorum sexaginta trium, propius urbem a septimo mi-
liario substructione passuum quingentorum viginti octo, reliquo
i sta1ium C 2. decemvira C 3. Inventi C fas agg. ScMne ( Herme1. Z e i 1-
u /1 r i j I Jur clau . Philol. Ber/in, VI, 249). 1] scd Appfam propone Bue.
eh e I e r. 5. senalum C senatu M. Bue eh e I e r . collegio corr. Se ho n e (/oc. cii.
p. 248) collega e 6. Q.] que e eademque e 7· Q.J que e Il. mllla e milfum
corr. ediz. di Strasburgo. 13. spatfum a{{{{· G; o e on do. 14. foolin .. . .•.. sub . . .
buspetrel . . . statim ... siagnimo .. colore C stat immobilis sta gol modo corr. Se h u Il t.
17. quadtuor C 19. ex Po1eiri ; lacuna di due lellue C 20. per corr. Buechele r
p. R C 22. substroctlooe C rclfqua C reliquo Poleni, Krohn.

(1) 143 a. Cr. militare del 64 d. Cr. (C. I. L. Ill,


(2) 140 a. Cr. p. 846). L'acqua dalle vicinanze di
(;) T. L1v11 Periochae 011111ium libro- porta Viminale, percorrendo l'Alta Se-
rum. Fragmenta Ox)•ri11c11i reperta (ed. mita, giungeva al Campidoglio (v. DE-
O. RossBACH), Lipsiae, 1910, p. 143: MAN, op. cit. p. 143).
« . • . . in aede vota est aqu:i A11io. (4) Le sorgenti erano tre nella val-
«(Marcia in Capi)tolium contra Sy- lata sotto Arsoli, altre due furono ag·
« billae carmina [ perducta) ». Una giunte più tardi (ibid. p. 69 ).
statua io onore di Q. Marcio Re! su l (S) Metri 91.308, misura approssi-
Campidoglio è ricordata in un d iploma mativa.
DE AQUAEDUCTU URBIS ROMAE 2r

opere arcuato passuum sex milium quadringentorum septuaginta


duum.
8. Cn. Servilius Caepio et L. Cassius Longinus,qui Ravilla appel-
latus est, censores anno post urbem conditam sexcentesimo vice-
5 simo septimo <•>, M. Plautio Hypsaeo M. Fulvio Fiacco cos. aquam
quae vocatur Tepula ex agro Lucbllano, quem quidam Tuscula-
num credunt, Romam et in Capitolium adducendam curaverunt.
Tepula concipitur via Latina ad decimum miliarium <leverticulo
euntibus ab Roma dextrorsus .... <» milium passuum duuLmJ .....
10 inde . . suo in urbem perducebatur <Jl.
9. Post .... Agrippa acdilis post primum consulatum imperatore
Caesare Augusto .11. L. Volcatio cos., anno post urbem conditam
septingentesimo nono decimo C.1l ad miliarium ab urbe duodecimum
via Latina (deverticulo) euntibus ab Roma dextrorsus milium pas-
r 5 suum duum alterius [a:Jquac proprias vires collegit <sJ et Tepulae
rivum intercepit. Adquisitt:aeJ aquae ab inventore nomen Iuliac
datum est, ita tamen divisa erogatione, ut maneret T epulae appel-
latio. Ouctus Iuliae efficit longitudinem passuum quindecim mi-
Jium quadringentorum viginti sex semis <6>: opere supra terram pas-
20 suum septem milium: ex eo in proximis urbi locis a septimo

1. su. s. C 3. Cn.] C. N. C scyplo C 3-4. abpellatus C 5. plautlus C


hyrsaponl C Hypsaeo M. corr. Buechelu. césC 6. laculanoC 8 declmum] x1;
cf. Rocchi, Il dìverticolofro11tinìano all'acqua Tepula in Studi e doc. di •lor.
e dir. X VII ( 1896) , 1 '.l5 1gg. devertlcula C 9. ad C dextrorsua] la uco11da r
agg. a/tra mano; itgut /ac. dì quattro lettere C g-10. duo . . inde •. C IO. 100) rivo
aga . Poltni, 8utchtltr . 11. Post .... agrippa C Post annoa LXXXXll M. Agri ppa
propone Buechder . 12. conso le C 14. dcvcrticulo t18K· Se h u l t;. 15. quc C
aquae Se h u l I i . collegld C 16. adquisitaque C adquisltae corr. Se h u 11;.
17. ud C 20. urblsC urblcorr. Krohn, usuendo il Drt!ch1ler (Zei tschrift
ftir dit! 6slt!rrdch ì1eht!11 Gym11a1ie11, Wien, 1890, p. 193) .

(t) 125 a. Cr. data sia preferibile l'opinione di C:1ssio


(:i) Oggi le cosi dette sorgenti del- Dione che colloca l'avvenimento al-
1' acqua Prezios:1. SmPLEY, op. cit. i' anno 40 a. Cr.; SHJ:PLEY, op. cit.
p. 28; V. DEMAN, Op. cit. p. 149. pp. 27-8.
(3) Convogliata con la Giulia (33 d. ( s) Le sorgenti vengono riconosciute
Cr.), riprendeva un proprio canale al a circa 170 m. ad ovest del ponte degli
v1 miglio sulla via Latina; (ibid. Squarciarelli; le vene furono immesse in
p. 149 sgg.). un collettore (v. DEMAN,op. cit. p. 159).
(4) 3 3 a. Cr. Sembra che per questa (6) Metri 2:i.8 p.
22 SEX. !ULII FRONTINI

miliario substructione passuum quingentorum viginti octo, reliquo


opere arcuato passuum sex milium quadringentorum septuaginta
duum. Praeter caput luliae transfluit aqua quae vocatur Crabra <1>.
Hanc Agrippa omisic, seu quia improbaverat, si\·e quia Tusculanis
posscssoribus relinquendam credebat; ca namque est quam omnes 5
villae tractus eius per vicem in dies./ rnodulosque cenos dispen-
satam accipiunt. Sed non eadem m~deratione aquarii nostri par-
[temJ eius semper in supplementum Iuliae vindicaverum, t nec ut
Iuliam augcrent, quam hauriebant largiendo compendi sui gratia.
Exdusa ergo [est] Crabra et totam iussu imperatoris reddidi Tuscu- IO
lanis, qui nunc forsitan non sine admiratione eam sumunt ignari
cui causae insolitam abundantiam debeant. Iulia autem revocatis
derivationibus, per quas surripiebatur, modum suum quamvis no-
tabili siccitatc servavit. Eodem anno Agrippa ductus Appiac, Anio-
nis <», Marciae paene dilapsos restituir et singulari cura com pluribus r 5
salienti bus CJ> aquis instruxit urbem <4>.
10. Idem cum iam tertio consul Cuisset, C. Sentio LQ.J Lucretio
consulibus <s>, post annum tertium decimum quam luliam deduxerat,
Virginem quoque in agro Lucullano collectam Romam perduxit.

4. agryppa C 5. Ec C baec Krohn ea Poltn1, Bueclielt r , Bt nn ell. 7. mo-


derad on< C par . .. . . C partem B u te h t I t r. 8. aubllmentum C udidlc1iiiint C
Prima di nec K r oh n ritiene che 1ia caduta qualeht parola, foru hac o sic ud C
9- coplendl C conpeod l corr. Giocondo 10. est agg. Kr o hn ; in1•tet But-
c h e I t r , uguendo D t d t ri e h, nel usi ergo Crabram reddidlt C reddidl corr.
se h "/I f. Il. ammiratlooee 14. agryppae aplee e
14-5. anyoni1 15. CO·
pluribus C qui t aflrove. 17. Q. ag({. Po I t n i.

(1) Per la Crabra cf. C.I.L. VI, 1261 agli acquedotti pare che possa cosi rias-
e Tti. MOMMSEN in aitschrift der Sa- sumersi: 40 a. Cr. conduttura Jclla
viv•>·-Stift1mg f ur Rechtsgeschicbte, XV, Giulia durante la pretura; nel 34 ca-
307. drebbero le riparazioni alla Marcia ; nel
(2) SHIPLEY osserva (op. cit. p. 31) 2 3 quelle ali' Anienc vecchio cd ali' Ap·
che il restauro non è testimoniato da pia {SHIPLEY, op. cit. p. 28). L'antico
altre fonti. acquedotto della Marcia fu nuovamente
(3) I getti o zampilli (cf. LANCIANI, restau rato tra I' r 1 e il 4 a. Cr. L'iscri-
op. cit. p. 581). zione che si legge sull'arco della via
(4) Secondo CASSIO DIONE (Historia Tiburtina (C. I. L. VI, 1244) si riferisce
Roma11a, XLIX, 42, 2) questo restauro di al rest.iuro del 5 a. Cr. (SHIPLEY, p. 31).
Agrippa, anzichènel 33 a. Cr.,andrebbe (5) 19 a. Cr. La data 33 a. Cr. ri-
posto nel 34. La datazione di tutta ferita da PLINIO (Nat. Hist. XXXVI,
l'attività edilizia di Agrippa riferibile 121) è errata ; SHIPLEY, op. cit. p. 28.
DE AQUAEDUCTU URBIS ROMAE 23

Die quo primum in urbem responderit, quinto idus iunias inve-


nitur. Virgo appellata est, quod quaerentibus aquam militibus
puel la virguncula venas quas<lam monstravit, quas secuti qui fo-
derant, ingentem aquae modum vocaverunt <•>. Aedicula fonti appo-
• ) sita haoc originem pictura ostendit<». Concipitur Virgo via Col-
latia ad miliarium octavum palustribus locis signino circumiecto
contineodarum scaturriginum causa()), Adiuvatur et compluribus
aliis adquisitionibus. Venit per longitudinem passuum decem quat-
tuor milium centum quinque <•>: ex eo rivo subterraneo passuum
10 milium decem duum octingentorum sexaginta quinque, supra terram
per passus mille <lucentos quadraginta: ex eo substructione rivo-
rum locis compluribus passuum quingentorum quadraginta, opere
arcuato passuum septingentorum. Adquisitionum ductus rivi sub-
terraoei efficiuot passus mille quadringentos quinque.
t 5 11. Quae ratio moverit Augustum, providentissimum principem,
perduceodi Alsietinam aquam, quae vocatur Augusta, non satis per-
spicio, nullius gratiae, immo ctiam parum salubrem ideoque nus-
quam in usus populi Auentem ; nisi forte dum opus naumachiae
adgreditur, ne quid salubrioribus aquis detraheret, hanc proprio
20 opere perduxit et quod naumachiae <i> coeperat supcressc, hortis ad-
iacenti bus et privatorum usibus ad inrigaodum conccssit (6 >. Solet

1. dies rorr . P oleni, Hut'cl1rlt'r. v. ldus P olt'ni; qulntus flut'chder.


-i·S· abposata C ergo l' Virgo corr. Se h u I t;. 6. circumlcoto C cl reumi ceto
e
corr. i oc on do. e
8-o. quadtuor dcccm milium con 1rg 11i dt rtordinamrnlo l'
13. aqultitiooum C Foru rivis •nbttrrantis crt'dt' Burchrlrr 1R. cum C dom
K r oh n. naomachic C 19. d~tracrct C 20. J'<'rducit C

( 1) Secondo altri, come om:tggio :tlle st.11. ferrov. di Salone (op. ci t. p. 3 3); la
vergini Vestali, sa cerdotesse anche dd· v. DEMAN ritiene in vece che esso non
l':icqua sacra; v. DE~t AN, op. ci t. p. 167. si:1 oggi ravvisabile, mentre 11011 era
(2) In Ctt1FLET, Aq11a Virga ... i11 St:tto :incora distrutto :ti tempo dcll'ar·
1•tltre ni11111/ari gemma (GRAF.\'lUS, Thts. chiteuo Nicola S:ilvi (op. ci t. p. 170).
1111/iq. Rom. lV, 1793, col. l i86 s~g.) Quanto al pcrcor'o dell'acqua ed :ii
è descritta un'amica gemm:-i che In nel resti dell'acquedotto cf. \'. DtoMAN, op.
retto l'effigie di :\grippa e nel \'erso cit. pp. 169, 17 3 ~~g.
l'edicola e le sorgenti, con gli :udii (4) ;\tetri 20.87).
dell'acquedotto. ( s) La n:ium:1chh di :\ugusto, sulla
(3) Le opinioni sono in propo~ito t1u:1lc cf. la nota 4 :1 p. 14 2.
contradittorie. Secondo lo S111PL1-.v (6) Cf. Mo11. A11cyr. I\', 43-5 e
parte del bacino :incora esiste presso la C. /. L. Xl, 3772 11.
SEX. IULII FRONTINI

tamen ex ea in Transtiberina regione, quotiens pootes reficiuntur


et a citeriore ripa aquae cessant, ex necessitate in subsidium publi-
corum salientium dari. Concipitur ex lacu Alsietino<•>via Claudia
miliario quarto decimo deverticulo dextrorsus passuum sex milium
quingentorum. Ductus eius efficit longitudinem passuum viginti 5 •
duum milium centum septuaginta duorum <»,opere arcuato passuum
treccntorum quinquaginta octo <J>. 12. Idem Augustus in supple-
mentum Marciae, quotiens siccitates egerent auxilio, alia(m aquamJ
eiusdem bonitatis opere subterraneo perduxit usque ad Marciae ri-
vum, quae ab inventore appellatur Augusta <•>. Nascitur ultra fontem 10
Marciae. Cuius duccus donec Marciae accedat, efficit passus octin-
gentos.
13. Post hos C. Caesar, qui Tiberio successit, com parum et pu-
blicis usibus et privatis voluptatibns septem ductus aquarum suffi-
cere viderentur, altero imperi i sui anno, M. Aquila !uliano P. Nonio 1 5
Asprenate cos. <s>, anno urbis conditae scptingentesimo nonage-
simo <6> duos ductus inchoavit <1>. . Quod opus Claudius magnificen-
tissime consummavit dedicavitque Sulla et (Ti]tian[oJ consulibus<s>,
anno post urbem conditam octingentesimo quartoC,> kalendis augu-
stisC•0>. Alteri nomen [aquae) quae ex fontibus Caerulo et Curtio per- 20

•• traostyberlna e 4. quarto correi/o ;,, quinto e dcstrosus e 7-8. 1ubplc·


mcntum C 8.agcrcot C egercntcorr. Giocondo. alla C alt1m 1qu1m Giocondo.
9- merde C IO. 1bpc1J1tur C Il, martfc C 16. COa C 18. IJan C 19, OClfO·
gentcsimo ICX IO C DCCCIII corr. trroruamtnlt P a/( i, PO/ t 11 i. 20. aqoac ri·
titnt dtbba agg ìun1ftr1i Butchtl e r , che npunçe con Sclsult; suac pcrduccba1ur.

( 1) Oggi di Martignano. cod. C, ri fiutando l'emendamento


(2) Metri 32.814. « occtxxxv1m » P:tgi- Poleni, accettato
(3) Per il corso dell'acquedo110 e le dal Krohn, pcrchè la data 790, se·
differenti strutture cf. v. DEMAN, op. condo la cronologia adotta ta da Fron-
cit. pp. 18o-6. tino, corrisponde esatt amente all'anno
(4) Y.011. At1C)'r. IV, 10-2: «rivos dei consoli qui ricordati e al secondo
et aquarum compluribus locis vetusta te anno di Caligola (cominciato il 16
« labentes refed et aquam quae Marcia marzo dcl 38).
« appellatur duplicavi, fonte novo in ri- (7) Cf. SuETONIO, Calig. 21.
1< vum eius immisso•; cf. anche l'iscri- (8) 52 d. Cr.
zione sulla porta Tiburtina io C. I. L. (9) L'anno dalla fondazione di Roma
VI, 1244. corrispondente al 52 d. Cr. è, secondo
(S) 38 d. Cr. il sistema adottato da Frontino, 1'8o4.
(6) Conserviamo la lezione del ( 10) Gio rno natalizio di Cl:tudio (cf.
DE AQUAEDUCTU U RBIS ROMAE

ducebatur Claudiae datum. Haec bonitatis proxima[e] est Marciae.


Altera, quoniam duae Anionis in urbem aquae fluere coeperant, ut
facilius appellationibus dinoscerentur, Anio novus vocitari coepit<•>;
[altitudine] alia[s) omnes praecedit; priori Anioni cognomen veteris
5 a<liectum. 14. Claudia concipitur via Sublacensi ad miliarium trice-
simum octa vum deverticulo sinistrorsus in tra passus trecentos ex
fontibus duobus amplissimis et speciosis, Caerulo qui a similitudine
appellatus est, et Curtio (2 l. Accipit et eum fontem qui vocatur
Albudinus <i>, tantae bonitatis, ut Marciae qu~que adiutorio quotiens
10 opus est ita sufficiat, ut adiectione sui nihil ex qualitate eius mutet (4).
Augustae fons, quia Marciam sibi sufficere apparebat, in Claudiam
derivatus est, manente nihilo minus praesidiario in Marciam, ut ita
demum Claudiam aquam adiuvaret Augusta, si eam ductus Marciae
non caperet. Claudiae ductus babet longitudincm passuum qua-
15 draginta sex milium [quadringentorum sex)<;>: ex eo rivo subterraneo
passuum triginta sex milium ducentorum triginta, opere supra ter-
ra m passuum decem milium [centum] septuaginta sex: ex eo opere

proxlma C proxlmat corr. H u te h t I t r.


1. 2. ud C 3. noua C 4. altitudine
K r Oh n. alla C 1· ecru le C •8. ab~llatus C
tllflf • 9· ud C I O. ud C adite·
tlooes Stx e aditctloneaui corr. Giocondo. nichll e Il . mardam e abparebat l
12. olchilomlnus C ud C 15..ccccvr. DG/!· Poltni. 17..c. af!~· Poltni.

E. CAETANl-LOVATELLI, La iscri'{ione de Claudt sur la Porle Majeure ti dtwc


di Crtsctnlt auriga circmse in BuU. passages de Fronli11 in Milanges d'arch.
Com. VI, 1878, pp. · 169-70). et d'hist. XXVI, 1906, p. 305 sgg. ed
(1) Cf. SuETONIO, Claud. zo. Una A s HBY, op. cit. p. 253. Vedi anche
iscrizione contemporanea a Cbudio V. DEMAN, op. cit. p. 189, la quale,
nella porta Prenestina (oggi porta Mag- accettando un'opinione di PLATNHR-
giore) dice: 11 Ti(berius] Claudius Drusi AsttBY (op. cit. p. 22) ritiene l:i di-
« f(ilius) C:iisar Augustus Ge;rt~ani­ screpanza più apparente che reale.
" cus pontif(ex) maxim(us) tribunicia (2) Queste due sorgenti sono men·
« potest ate xu co(n)s(ul) v imperator zionate pure in alcune iscrizioni (C.l.L.
« xxv11 pater patrinc aquas Cl:.tudì:im V I, 1256, 1258), le quali ricordano, dal
«ex fontibus qui vocab:intur Caerulcus 52-3 d. Cr. all'80-1, la costruzione e i
«et Curti us n milliario xx xxv item restauri dell'acquedotto.
« Anienem novam a milliario Lxn sua (3) Cf. SuETONIO, Claud. 20.
« impcns:i in urbem perduccndas cura- (4) Il luogo del « caput aquarum »
« vit » (C. 1. L. VI, 1256). Per la discor- non può essere determinato; v. DEMA1',
danza delle cifre «xx xxv» e u LXII» op. cit. p. 190.
dell'iscrizione con quelle date da Fron· (S) Metri 69.75o{v. DBMAN),o 68.750
tino più avanti, in questo capitolo e nel (ASHBY, p. 189).
seguente, cf. E..\LB"-RT1s1, L'i111criptio11

Cod. T<1polfT.
26 SEX. IULI! FRONTINI

arcuato m superiori parte pluribus locis passuum trium milium


septuaginta sex, et prope urbem a septjmo miliario substructione
rivorum per passus sexcentos novem, opere arcuato passuum sex
milium quadringentorum nonaginta et unius.
15. Anio novus via Sublacensi ad miliarium quadragesimum se- 5
cundum in Simbruino<•> excipitur ex Bumine, quod cum terras cultas
circa se habeat soli pinguis et inde ripas solutiores, etiam sine plu-
viarum iniuria limosum et turbulentum ftuit. Ideoque a faucibus
ductus interposita est piscina limaria, uhi inter amnem et specum
consisteret et liquaretur aqua. Sic quoque quotiens imbres super- ro
veniunt, turbida pervenit in urbem <». Iungitur ei rivus Herculaneus,
oricns eadem via ad miliarium tricesimum octavum e regione fon-
tium Claudiae trans flumen viamque <1>. Natura est purissimus, sed
mistus gratiam splendoris sui amittit. Ductu[sJ Anionis novi efficit
passuum quinquaginta octo milia septingentos: <~>ex eo rivo subter- 15
raneo passuum quadraginta novem milia trecentos, opere supra
terram passuum novero milia quadringentos : ex eo substructio-
nibus aut opere arcuato superiori parte pluribus locis passuum duo
milia trecentos, et propius urbem a septimo rniliario substructione
rivorum passus sexcentos novem, opere arcuato passuum sex milia 20
quadringentos nonagiota um1m. Hi sunt arcus altissimi, sublevati
in quibusdam locis pedes centum novem.

2. sebtuaglnta e 4. onume 5. anyo e 6. subriuno C Simbrulno corr.


Il u e eh d e r • 11. et C cl corr. G i o e o n do • e
13. nature natura est corr.
Buccheler. pesslmus C purlssimus P ole ni. 14. amldtlt C Ductu C 18. aud C
18-9. duodecìm e dcclm top prime po le" i.

(1) TACITO, Ab excessu divi Aug. XI, conoscere nel «rivo limpidissimo e
t J : « [Claudio) footesque Shnbruinis « freddo che tocca il condotto del
"collibus deductos urbi intulit ». « l' Aniene Nuovo incontro al laghetto
(2) Sebbene presso le Capannelle « di S. Lucia ed Acqua Santa, segnata
fosse stato costruito un altro serbatoio, « col nome di Fioggio nella carta del
dove l'acqua pot<!sse depositare ogni « Revillas ». Cf. anche v. DEMAN, op.
sedimento e impurità; v. DEMAN, op. dt. p. 273.
cit. p. 272. (4) Uguale a m. 86.876. Anche per
(3) Il LANC!ANI (op. cit. p. JP) rite- quest'altra differenza tra F. e l' iscri-
neva non inverosimile l'opinione del zione sopra porta Maggiore cf. AsKBY,
Gori, che il rivo Ercolanco s'abbia a ri- op. cit. p. 253.
DE AQUAEDUCTU URBIS ROMAE 27

16. Tot aquarum tam multis necessarns molibos pyrami<las


videlicet otiosas compares aut cetera inertia sed fama celebrata
opera Graccorom!
17. Non alienum mihi visum est, longitudinesfquoque rivorum
5 cuiusque ductos etiam per species operum complecti. Nam cum
maxima huius officii pars in tutela eorum sit, scire praepositum
oportet, quae maiora impendia exigant. +
nostra quidem sollicitu-
dine non sufficit, singola oculis subiecisse, formas qooquc doctuum
facere curavimus, ex quibus apparet ubi valles quantaeque, ubi flo-
10 mina traicercntur, ubi montium lateribus specus adplicitae maiorem
adsi<luamque t petcndi ac muniendi [ri)vi exigant curam. Hinc
illa contingit utilitas, ut rem statim veluti in conspcctu habere
possimus et deliberare tamquam adsistentes.
18. Omncs aquac diversa in urbem libra pen·eniunt. Inde fl[oJunt
15 quacdam altioribus locis et quaedam erigi in eminentiora non pos-
sunt; nam et colles scnsim propter frequentiam incendiorum excre-
verunt rudere. Quinque sunt quarum altitodo in ornnem partem
urbis adtollitur, sed ex his aliae maiori, aliae leviori pressura co-
guntur. Altissimus est Aoio novus, proxima Claudia, tertiom
20 locum tenet Iulia, quartum Tepula, dehinc Marcia, guae capite
etiam Claudiae libram aequat. Sed veteres humiliore derectura
perduxerunt, sive nondum ad subtile explorata arte librandi, seu
quia ex industria infra terram aquas mergebant, ne facile ab hosti-
bus interciperentur, cum frequentia adhuc contra Italicos bella
2 5 gererentur. Iam tamen quibusdam locis, si cubi ductus vetusta te
dilapsus est, omìsso circuito subterraneo vallium brevitatis causa
substructionibus arcu:ttionibusque traiciuntur. Sextum tenet librae
locum Anio vctus, sìmilitc:r suffecturus etiam altioribus locis urbis,
s1 ubi vallium submissarumque regionum condicio exigit, substru-

2. nud C 3. opere C 4 . mkhi C quoque por species] K r oh 11 proporrebbe


di corr~;:1ureq11un1as quomque - perlustrare e1 oculis singulas species 6. scfd scyrc l'
7-8. No<lrae qu!Jom <01iciludf11i non suffech corr. Giocondo. e così anche Bue eh de r:
K r oh 11 invtu acalla la le;iont del cod. stB11an.fo una lacu11a prima di nostra !»ab
parei e I l ro1endi) tuendfcorr. Rutche/ e r; Krohn Uf!110lt1cu11a prima di pe·
tendi vi C rivi corr. H ti n rie h. t~. con1igid C ud C 14. fiunt C 16 collcss
isiot e collcs ICll<lm corr. 8 u te h e I e r. 17. duarum C quarum corr. Schulq.
JJ. equata e 22. •upl lle e 2..j. ytalko• e 29. sicubi C si ubi corr. Poltni. val·
lum e summlssarumquc (.
SEX. IU LI! FRONT IN I

ctionibus arcuationibusve in is erigeretur. Sequitur huius libram


Virgo, deinde Appia <•> : quae cum ex urbano agro perducerentur,
non in tantum alùtudinis erigi potuerunt. Omnibus humilior Al-
sietina est, quae Transtiberinae regioni et maxime iacentibus locis
servit. 5
19. Ex is sex via Latina intra septimum miliarium contectis pi-
scinis excipiuntur<», ubi quasi respirante rivorum cursu limum depo-
nunt. Modus quoquc earum mensuris ibidem positis initur. Una
autem t earum, Iulia, Marcia, Tepula quae intercepta, sicut supra
demonstravimus, rivo Iuliae accesst:rat, nunc a piscina eiusdem 10
Iuliae modum accipit ac proprio canali et nomine venit <1>. Hae tres
a piscinis in eosdem arcus recipiuntur. Summus (ex) his est Iuliae,
ioferior T epulae, dein Marcia. Quae ad libram [collis ViJminalis t
con ... nte a ... entes ad Viminalem usque portam deveniunt C4>.
Ibi rursus emergunt. Prius tamen pars luliae ad Spem veterem I 5
excepta castellis Caelii montis diffunditur. Marcia autem partem sui
post hortos Pallantianos <s> in rivum qui vocatur Herculaneus deicit.
l s per Caelium ductus, ipsius montis usibus nihil ut inferior submi-
nistrans, LfJinitur supra portam Capenam (' >. 20. Anio novus et

t. arcuatlonlbos vetcris C arcuatlooibunc corr. B 1u e Jr et t r arcuatJoolbusn


In ls K r oh n . llbraiii C 3-+ alsyetyna C ~· Butchtltr corr. una in trea ;
K r ohn invttt uana lacuna t ra antem td earum, t rimanda al conltnulo dt//t lintt 11-
12. 9. martla C 11. acceplt C acclpit corr. Giocondo. 12. ex a11· Sch ull f,
in 8 u t e Jr t I t r. 13-4. libram •.•.. mlnallscon .... ntc a • • entca C 17. palllan-
1lanot e e
18. se is corr. Dtd t ri e h. nichll ud e 18-9' snmminhtr3DS e
19. lnltur C finhnr Phil. Rubt;n, Elttt. libri Il, .JS· anyo C

(1) Cf. v. DEMAN, op. cit. p. 25. Claudio sono ricordati da Frontino
(2) Alle Capannelle. anche al cap. 69. Si trovavano nel
(3) La Tepula, trasferita nel con- mezzo del triangolo formato dalla via
dotto della Giulia, tornava a divider- Tiburtina vecchia, dalla Prenestina-
sene presso la villa Bertone, ad est Labicana e dalla linea dell'acqua Mar-
della sta zione ferroviaria delle Capan- cia, cioè alquanto a sud di piazza
nelle; v. DEMAN, op. cit. p. 148. Vittorio Emanuele (cf. LANCIANI, op.
(4) Nell'area oggi occupata dal Mi- cit. P· 249; PLATNER-ASHBY, op. cit.
nistero delle Finanze, dove si rinven- p. 270; GR!MAL, op. cit. p. 258 sgg.).
nero tre graodi piscine, in cui nel sec. lii (6) Per il corso ed i resti del rivus
terminavano le tre acque. Cf. LAN· Hercula11eu1, cf. AsHBY, op. cit. pp. 153 -
CIANI, op. cit. p. 3<>7. 155 e v. DEMAN, op. cit. p. 1}9-41 .
(S) Questi giardini del liberto di Cominciava nel castello incorporato
DE AQUAEDUCTU URBIS ROMAE 29

Claudia a p1sc101s m altiores arcus rec1pmotur ita ut superior sit


Anio. Fioiuntur arcus earum post hortos Pallantianos et iode in usum
urbis fistulis diducuntur< 1 >. Partem tamen sui Claudia prius in arcus
qui vocaotur Neroniani<» ad Spem veterem transfert. Hi directi
5 per Caelium montem iuxta templum divi Claudii h> terminaotur.
Modum quem acceperuot aut circa ipsum mootem aut io Palatium
Aventinumque et regionem Transtiberinam dimittunt. 21. Anio vetus
citra quanum miliarium intra novi t eq t via Latina <•l i11 Lavicaoam
inter arcus traicit, et ipse piscinam habet <sl. lnde intra secundum mi-
xo liarium <6> partem dat in spccum qui vocatur Octavianum et pervenit
in regionem viae Novae ad hortos Asinianos, unde per illum trac-
tum distribuitur <1>. Rectus vero ductus secundum Spem veniens

I . ud C 6. aud - aud C 7· traDSl)bcrlnam C dlmid1unt C aoyo C 8. ID·


1ranoulequla C Infra novum, qui a via corr. Bue eh et e r. 10. dad C 11. ortos C

nella quinta torre delle mura Aure- propone di restituire il testo press'a
liane a sud di porta S. Lorenzo, e da poco cosi: " intra Novum et viam qua e
principio andò fino alla porta Capena, •a via Latina» &c. Noi preferiamo
poi fu prolungato fino all'Aventino la vecchia restituzione del Dederich :
(cf. AsHBY, op. cit. pp. 154-6). "infra Novum, qui a via Latina» &c.
( 1) Il castello terminale della Oau- (5) Ma sicure tracce della piscilla
dia si sarebbe trovato cento metri a presso le Capannelle non sono state
sud-est dal cos\ detto tempio di Mi- trovate; v. DEMAN, op. cit. p. 52.
nerva Medica (v. DE.MAN, op. cit. p. 25 1 (6) QueSta biforcazione è da porre,
e GRIMAL, op. cit. pp. 28:i-.4). secondo il LANCIANI (op. cit. P· 265),
(2) Frontino ne parla anche al cap. 76. seguito dall' Asttev (op. cit. p. 86), a
Per il corso di questi archi (che pren· circa un miglio fuori di porta Mag·
dono anche il nome di Celimontani), giore.
le successive restaurazioni, il t ipo della (7) Il punto preciso di distribuzione
costruzione &c. cf. AsHBY, op. cit. di quest'acqua non è conosciuto dai mo-
p. 244 sgg.; v. DEMAN, op. cit. derni topografi. La « via Nova• , che
pp. 266-70. passava davanti alle term e Antonlniane
(3) Il tempio del divo Claudio, co- (di Caracalla), pare non possa identi-
struito dalla moglie Agrippina e di- ficarsi con questa ricordata da Frontino;
strutto da Nerone, che ne abbattè una e altrettanto incerta è la posizione dci
parte ed un'altra trasformò in Ninfeo, giardini Asiniani (cf. PLATNER-ASHBY,
fu poi ricostruito dn Vespasiano (cf. op. cit. p. 265 ed AsHBY, op. cit. p. 87).
SuETONIO, Vesp. 9). Di questo tempio Secondo il LANCIAN I invece (op. cit.
Frontino torna a parlare al cap. 87; e p. 265) la «via Nova• sarebbe pro-
ne sussiste ancora il ricordo in una prio quella delle terme Antoniniane, t:
bolla del 1217. Cf. LUGLI, Mo11. ani. di anche i giardini Asiniani si sarebbero
Roma , I, 222 sgg. e III, 5 36- 7. trovati li presso. Identica è l'opinione
(4) L' Asttev (op. cit. p. 5S nota 6) della v. DEMAN, op. cit. p. 30.
SEX. I ULI ! FRONTINI

intra portam Exquilinam <•> in altos rivos per urbem diducitur.


22. Nec Virgo nec Appia nec Alsietioa conceptacula, i<l est piscinas,
habent <». Arcus Virginis initium habent sub hortis LucuJlanis <J>,
finiuntur in campo Martio secundum frontem Saeptorum <•>. Ri-
vos<s> Appiae sub Caelio monte et Aventino actus emcrgit, ut dixi- 5
mus, infra cli vum Publicii. Alsietinae ductus post naumachi:11n,
cuius causa videtur esse factus, finitur.

79. Ex quinariis (6) ergo quattuordecim milibus Jccem et octo, IO


quam summam erogationibus omnium aquarum seposuimus, dantur
nomi ne Appiae extra urbem quinariae tantum modo quinque, quoniam
t humiliorturetia metitoribus. Reliquac quinariac scscentac nona-
ginta novem intra urbem Jividebantur per regiones secundam, IIX,
VIUI, XI, XII, XIII, XlIII, in castella viginti: cx quibus nomine r 5
Caesaris quinariac ceotum quioquaginta una, privatis quinariae
centum nonaginta quattuor, [usibus) publicis quinariac trccenta[eJ
quinquaginta quattuor: ex eo castris .1. quinariae quattuor, ope-
ribus publicis quattuordecim quinariae centum viginri tres, muneri

2. appya C 3. orlls lucnianis C S· ud C 10. quad1uordccim C 16. unum C


17. quad1uor C usibus a;;9. Dederfrh. 1rcccn1a C 18. quad1uor C quadtuor <:
19. quadwordccim C ircs] 11 erede debba eorregger1i K r o lt n.

(1) Cf. v. DEMAN, op. cit. pp. )5-6, <lov'l: l'angolll nord-cll"est tlclb chicsJ
dove sono elencate le sezioni del con· di S. Ignazio, donde l'acqllA arrivava
dotto ve11111e alln luce in quei pressi. alle terme di Agripp.1 per 111eno d'1111
li luogo di questa porta oggi è indicato enorme sifone (cf. LANCIANI, op. cit.
dall'arco di Gallicno, in prossimità Ji pp. 3 38-9; S111PLJlV, op. cit. p. 33 ;
piazza Vittori o. G. Lucu, l'arco di As11ur, op. cit. p. 11:12).
Ga/lie110 rn//' fa1J11ili110 in l'Urbe, II, (5) Per « rivus ».
aprile 1937, p. 24. (6) Per l.1 Jdini1io11e dcll.1 q11i11a1 ia
( 2) La Vergine però ebbe il suo ser- vedi fRO:->TINO, 25; V1 rnuv10, \'li i,
batoio in tempi posteriori e, molto pro- 6, 4. D:ii calcoli di C. m F1:t-1mo
babilmente, sotto Adriano; v. DEMAN, essa risulterebbe 0.18 di litro al se-
op. cit. p. r 73. condo (Giorn. Cmio Ci11ilt, 1916; e
(3) Sono il Pincio, presso via Capo Sulla 11Mc11\io11e dtlla pisri11a tltll'acq11e-
le Case. do//11 M11rcio &~. Rom.1, 1931 ; d. :inchl.!
(4) Gli archi sembra terminassero A SHBV, op. cit. p. 30).
DE AQUAEDUCTU URBIS ROMAE 31

uni quinariae duo, lacibus nonaginta duo quinariae ducentae v1-


ginti sex C•).
80. Anionis veteris erogabantur extra urbem nomine Caesaris
quinariae centum sexaginta novem, privatis quinarfae .cccc1111.
5 Reliquae quinariae mille quingentae octo semis intra urbem divi-
dcbantÙr per regiones primam UI, IIII, V, VI, VII, VIII, VIDI,
Xli, XIIll, in castella triginta quinque: ex qui bus nomine Caesaris
quinari:ie sexaginta .1v. semis, prirntis quinariae .ccccxc., (usibusJ
publicis quinariae quingentac .LII.: ex eo castris unis quinariae
ro quinquaginta, opcribus publicis .xix. quinariae centum nonaginta
sex, muneribus novem quinariac octoginta octo, lacibus nonaginta
quattuor quinariac ducentac decem et octo M. ·
81. Marciae erogabantur extra urbem nomine Caesaris quinariae
.CCLXI. semis. Reliquae quinariae mille quadringemae septuaginta
15 duJe intra urbem di\'idebantur per regiones primam, tertiam,
quarta m, V, YI, VII, VlU, VIIII, X, XIIII, incastella quinquaginta
unum: ex quibus nomine Caesaris quinariae .cxvr., privatis qui-
nariae quingentae quaJr:iginta tres, [usibus publicis quinariae • : cx
eoJ castris .1111. quinariae .XLII. semis, operibus publicis quindecim
20 quinariae .XLI. , muneribus .xn. quinariae .Cllll., lacibus .cxrn. qui-
nariae .CCLVI. <i>.

1. unam C duat cnrr. R u t' eh e I e r. duobus corr. 8 u e eh e I e r . duccntas l


3. •nyonls C 4. cent. sex nov. ) c1111 corr. P ole ni . 5. 11c 11 acmi1 corr. Po/nei;
forse, annota Buecheler, 11c,• 111 ~ lt .I\. SJ lus C u~lbus o.;:~. /Juecheler.
9· quingcntas trcs e LII corr. Polen1, t' t'Oli anche Krohn . 11. l1cibus] l&CC$
sus e 12. quadtuor e 13. Martle e q. CCLXVII l i ' privatls DI.XVII I corr. po I t' n i.
septua aginta e MLXXXXVlll corr. Polenl. t6. X,XllllJ XXIII! e 18. uslbus pu-
blicfs quinarlae ccccxxxv1111 Ol!!f· Po I t n i; xo1? annota K r oh n. •8-9· ex eo agg.
811echeler. 19. quinarils e
Xl.I. ls e XXX XI Poleni. Xl.lis Buechder.
xcv 1?annota Kroh,, . c1 111j 1111?0>111otaKrohn. 21.ccLvt]CCLV 1111'annola Krohn.

( 1) In questo elenco delle erogazioni « liquae quinariae mille centum octo


per uso pubblico vi è un errore di una « semis intra urbem » &c., come pure
quinaria in più rispetto alla cifra com- « usibus publicis quinariae quingentae
plessiva data in principio. « quinquaginta duo».
(2) Le indicazioni di questo elenco (J) Queste cifre del testo, come os-
non corrispondono con le somme totali se rva il LA~CIANI (op. cit. p. 3 11
che Frontino dà qui e nel cap. 66. Il nota 1), -sono manifestamente errate,
LANCIA~! (op. cit. p. 270) creJc pro- nè è possibile precisare dove si trovi
babile che Frontino abbia scritto <<re- l'errore. Il Lanciani però cade in una
SEX. IULI! FRONTINI

82. Tepulac erogabantur extra urbem nomine Caesaris quinariae


.LVIII., privatis quinariae quinquagi nt.1 sex. Reliquae quinariae
.cccxxx1. intra urbcm dividebantur per regiones quartam, V, VI, VII,
in castella .xm1. ex qui bus nomine Caes:uis quinariae .[x]x:xxrm.,
privatis quinariae .ccxxxvii. usi bus publicis quinariae quinquagima: 5
ex co castris .1. quinariae duodecim, operibus publicis .m. quinariae
septem, lacibus .Xlii. quinariae .xx:rn. <1 >.
83. Iulia Ruebat extra urbem nomine Cacsaris quinariis .1.x:xx.
quinque, privatis quinariis .cxx1. Reliquae quinariae quingentae
quadraginta octo intra urbem dividebantur per re.giones secundam, ro
III, V, VI, VIII, X, XIT, incastella decem et septem: ex quibus
nomine Caesaris quinariae decern et octo, Cpri vatis quinariac **l,
usibus publicis quinariae .cccLxxxm., ex eo castris • quinariae
sexaginta oove111, operibus publicis * quinariae .cxxc1., muneribus *
quinariae sexaginta septem, lacibus viginti octo quinariae scx:iginra r 5
quinque <».
84. Virginis nomine exibant extra urbem quinariae ducemae. Re-
liquae quinariae duo milia treceotac quattuor intra urbem divideban-

J. regiones Dedtrich regione C 4• XXXIII! C XXXXllll COnfltlt. Bue·


cheler. 5. ccxxxv11) ccnxxv11 corr. Poleni. 6. duodedm] x1 ! annota
K r oh n . 7. xxxii) x:u:1 corr. Po I e n i . 8. quinarie C quinarlls corr.
Krohn. 9-10. DLXXXXYll corr . Poleni. IO. regione e 12 privati• CLU:XXVI
088· Poleni prln1l1 quinarlae 088· Schulq 13. CCCLXXXIII] CCCLXXXII con11et1.
Xrolin. castris) 111 O/(G'· Poleni 1v Scltu llf 11 congeli . Kroh>1. 14. publlcts)
x Ol/IJ· Poleni x1 Schullf. cxxc1J CLXXX II corr. Pole11i. muneribus] 111 agfr.
Po I e n i. 1&. quad1uor C

inesa ttez za, quando afTerm:i che un solo corrisponde con le somme date da
e rrore è certo, cioè quello rebtivo al Frontino. La somm:i totale delle ero-
passo « operibus publicis quindecim », gazioni salirebbe a settecentocinquan-
che avrebbero avuto una sola quinaria taquattro quinarie, mentre al c:apitolo
e
per ciascuno. Il cod. non ha (( q uina- 69 sarebbe di ottocentotre; è anche
cx riae .xv.», ma «.XLI.,,, da rilevare che la cifra totale dell'ac-
( 1) 0,il de1taglio delle quin:irie per qua erogata per uso pubblico, supe ra
uso pubblico ne risulta una in più sul- di una unità In somma delle cifre
1' indica zione complessiva di cinquanu. parziali. Questa ultima differenza de-
Gli altri dati corrispondono a quelli del riverebbe, a giudizio del LANCIANI (op.
cap. 68. cit. p. 31 s), d.ill' essersi trascurate,
(2) L'insieme delle singole cifre non io ciascuna cifra parziale, le frazioni.
DE AQUAEDUCTU URBIS ROMAE

tur per regiones septimam, nonam, quarta[m)decimam in castella


decem et octo: ex quibus nomine Caesaris quinariae quingentae
novero, privatis quinariae .cccxxxvm., usibus publicis .M.C(D)LVII.:
ex eo muneribus .11. quinariae xxvi, lacibus viginti quinque qui-
5 nariae quinquaginta una, operibus publicis sedecim quinariae
.M. CCCLXXX. in qui bus per se euripo <•>, cui ipsa nomen dedit,
quinariae .ccccr.x. <».
85. Alsietinae quinariae. trecenta[e] nonaginta duo. Haec tota
extra urbem consumitur, nomine Caesaris quinariae .cc. quinqua-
10 ginta .nn., privatis quioariae centum triginta octo.
86. Claudia et Anio novus extra urbem proprio quaeque rivo
erogabantur, intra urbem coofundebantur. Et Claudja quidem extra
urbem dabat nomine Caesaris quinarias .CCXLVI., privatis qui-
narias .ccccxxx. novem ; Anio novus nomine Caesaris quinarias
r 5 septingentas viginti octo. Reliquae utriusque quinariae tria milia
quadringentae nooaginta octo intra urbem dividebantur per regiones
urbis XIIII in castella nonaginta duo: ex quibus nomine Caesaris
quioariae octingentae .xvi. privatis quinariae .M [o]. sexaginta
septem, usibus publicis quinariae .M[C)XV.: ex eo castris novem
20 quinariae centum quadraginta novem, operibus publicis decem
et octo quinariae .cccLxx1m., muneribus .xli. quinariae centum
septem, lacibus .[C)c. viginti sex quinariae .ccccxxcv <1>.

quartadecìmamlC
1. 3- w centum sexagìnta sertem C w c0Lv11 IJ u e eh e I e r.
5. C
UOUffi 8. alsyetìne C treceota C 9· trecenta quinqoaglOla 011 C CCLllll
corr. Poleni, Krohn. Il. aayo e 13. quinarie e CCXIVI e quinarie e
14. aoyo C quinari~ septingeote C 18. qu!ndecìm U. C XVI corr. Kr o hn XVIII!
Bue eh e I e r. o ritiene debba llff{{Ìunge rsi Bue eh e I e r. 19. e aggiunge in nota
Buecheler. 22. centum C cc corr. Poleni. ccccxx et cvC

(r) Era un canale che portava l'acqua GLI, Mon. ani. di Roma, lII, 158-60.
Vergine :ilio « stagnum Agrippae », (2) Le cifre, con la correzione appor-
presso le terme di lui (cf. Ov1010, Ex tata al numero delle .quinarie per uso
Ponto, I, vm, 37-8; STRABONE, XIII, 19 1 pubblico, concordano anche con la
c. 590). Sullo stagno di Agrippa Tigel- somma complessiva data al cap. 70.
lino costrui un galleggiante attrezz:llo (1) La differenza delle cifre di questo
per un sontuoso convivio, mentre :il ca- capitolo rispetto a quelle che Frontino
lar delle tenebre risuonavano di canti dà ai capp. 72 e 73 è di millecinquanta
e s'illuminavano di luci il boschetto, l quinarie in meno; nè è possibile con-
giardini e le terme circostanti. TA- ciliare tale di scordanza. Parimenti non
crro, Ab exc. div. Aug. XV, 37; Lu- corrisponde il totale della quantità

Cod. Topogr.
34 SEX. IULI! FRONTINI

87. Haec copia aquarum ad Nervam imperatorem usque compu-


tata ad hunc modum discribebatur. Nuoc providentia diligentissimi
principis <•> quicquid aut fraudibus aquariorum <» intercapiebatur aut
i.nertia pervertebat(ur], quasi nova inventione fontium adcrevit. Ac
prope duplicata ubertas est et tam sedula deinde partitione distri- 5
buta, ut regionibus quibus singulae serviebant aquae plures daren-
tur, tamquam Caelio et Aventino in quos sola Claudia per arcus
Neronianos ducebatur, quo fiebat ut quotiens refectio aliqua inter-
venisset, celeberrimi colles sitirent. Quibus nunc plures aquae, et
in primis Marcia reddita ampio opere <1> a SrpJe in i\ ventinum usque IO
perducitur. Atque etiam omni parte urbis lacus tam novi quam
veteres plerique binos salientes diversarum aquarum acceperunt, ut
si casus alterutram impedisset, altera sufficiente non destitueretur
usus. 88. Sentit hanc cura[m) imperatoris piissimi Nervae principis
sui regina et domina orbis in dies, quac terrarum dea consistit, 1 5
cui par nihil et nihil secundum, et magis sentiet salubritas eiusdem
aeternac urbis aucto castellorum, operum, munerum et lacuum nu-
mero. Nec minus ad privatos commodum ex incremento benc-
ficiorum cius diffunditur; illi quoque qui timidi inlicitam aquam
ducebant, securi nunc ex beneficiis fruuntur. Ne pereuntes quidcm 20
aquae otiosae su nt : :iblatae causae gravioris caeli, munda viarum
facies, purior spiritus, quiquc apud veteres se[mpcr) urbi infamis
aer fuit est remotus. Non praeterit me, Jeberi operi novae erogatio-

2. descrlbebatur C dlscribeba1ur corr. Bue e h e I e r. 3. nud C 4. perverte·


bai C adcreva1 C S· publlcata C duplicata corr. Fta (S I o ri a dtl/e acque, p. SJ
e .J.J 7). tam et C ramen el U el tam corr. 8 u e che I e r. parutlone C 8. aut C
ud C defectlo U 10. redd lta] reddlta quae suppone B 11 te h e I e r operiase C opere
a Spe corr. se h u lt; . Il . adquee e
1 1. sai lentes e
14 . cura 16. nfchll·
nichil C 17. neternee urbfs 1oppr. 8 11 e e h e I e r. 21. sunt alla mundftìarum faclea.
purior spirltus. et ca use jjvioris celi. q ulbus api ve leres se urbi C K r o h" 1ra1pont t
cor rtggt come 1opra. 2J. Qui evidenltmtnlt il letto è torrotto, ma rimaniamo uilanli
nd uguìrt lipotesi del K r o h n, cht il passo non praeterh - fuerlnt dtbba, cioe, Ira·
sparlarsi prima di ut con c11i comincia il cap. 78.

complessiva dell'acqua erogata entro nistrazione delle acque (cf. AsHBY, op.
la città con le cifre parziali ; onde la cit. p. 24).
necessità degli emendamenti apportat i (3) Di questo arnpl111n opus di Traiano
a queste ultime. sono ancora da rintracciare i vestigi
(i) Traiano. (cf. As1mv, op. cit. p. 90; v. DEMAN,
(2) Impiegati subalterni deU'ammi- op. cit. p. 14 3; LA NCIANJ, op. cit. p. 312).
DE AQUAEDUCTU URBIS ROMAE 35

nis ordinationem; sed haec cum incremento adiuncserimus, intelligi


oportet, non esse ea ponenda nisi consummata fuerint. 89. Quid
quod ne[cJ hoc diligentiae principis, quam exactissimam civibus
suis praestat, sufficit, parum praesidii[s] ac voluptatibus nostris con-
5 tulisse sese credentis, quod tantam copiam adiecit, nisi ea[mJ ipsa[mJ
sinceriorem iocundioremque faciat? Operae pretium est ire per
singula, per quae ille occurrendo vitiis quarundam universis adiecit
utilitatem. Etenim quando civitas nostra, cum vel exigui imbres
supervenerant, non turbulentas limosasque aquas habuit ? nec quia
IO baec universis ab origine natura est, aut quia istud incommodum
sentire debea[n)t quae capiuntur ex fon tibus, in primis Marcia et
Claudia ac reliquae, quarum splendor a capite integer nihil aut mini-
mum pluvia inquinatur si putea extructa et abiecta sint. 90. Duae
Aniensis minus permanent limpidae, nam sumuntur ex fium ine ac
r5 saepe etiam sereno turbantur, quoniam Anio, quamvis purissimo
defluens lacu, mollibus ..... tamen cedenti bus ripis aufert aliquid
quo turbetur, priusquam deveniat io rivos. Quod incommodum
non solum hibernis ac vernis, sed etiam aestivis imbribus sentit,
quo teipporefexiit gratior aquarum sinceritas exigitur. 91. Et alter
20 quidem ex bis, id est Anio vetus, curo plerisque libra sit inferior,
incommodum intra se tenet. Novus autem Anio vitiabat ceteras;
nam cum editissimus veniat et in primis abundans, defectioni alia-
rum succurrit. Imperitia vero aquariorum deducentium in alienos
eum specus frequentius, quam explemento opus erat, etiam suffi-
25 cientes aquas inquinabat, maxime Claudiam quae per multa milia
passuum proprio ducta rivo, Romae demum cum Anione permista

2. consumata C 3. ne C ncc edir. di Strasburgo. principia con r corr. su f C


exaotissimam C 4. psi dii C praesidfis corr. Po I e n i. praesidii usibus 8 u e e li e-
1e r. 5. ea ipsa C 7. quoraodam C q11arundam corr. Schu//;. aquarum qua-
rundam suppone Bue eh e I e r. 8. Edenlm C 9. aquas] LA prima a corr. su h C
IO. heC COn la h nel/' interi. C orfgene C I t. debeat C quae) ~ (~ quod} C quae
Poleni, Krohn quot Buecheler . 12. nlchìl C 13. lnquinatus G lnqul-
natus t K r oh n inquinatur corr. Giocondo. abiec ta C oblecta U obtecta corr. dub-
bioso Bue eh e I e r, K r oh n annota: •fori. ad capul plutea extrucla et obiecta eranl •.
14. antensis C Anien sls corr. Se h u I t r. permaoant congettura Bergk ( P h i I o -
logus, XXXII, p. 567). 16. mobllb .... tamen C mobllibus Giocondo,
Krohn mollibus Dederich, Buecheler. 18. bybernls C 19. exilt soppr.
D ed eri eh. ex[lmle, licei nunquam non J sii gratlor, a. s. e. congel/ura K r oh n.
'°·anyo e 21. anyo e 22. habundans e 23. vero] DO e 26. anyone e
SEX. IULII FRONTINI

in.hoc tempus perdebat proprietatem. Adeoque obvenientibus non


succurrebatur, ut pleraeque accerserentur per imprudentiam non uti
dignum erat aquas partientium. Marciam ipsam splendore et fri-
gore graùssimam balneis ac fullonibus et relatu quoque foedis mini-
steriis deprehendimus servientem. 92. Omnes ergo <liscerai placuit, 5
tum singulas ita ordinari ut iu primis Marcia potui tota serviret
et deinceps reliquae sccundum suam quaeque qualitatem aptis usi bus
assignar.entur, sic ut Anio vetus pluribus ex causis quo inferior
ex.cipitur, minus salubris, in hortorum rigationem atque in ipsius
urbis sor<lidior:i cxiret minjsteria. 93. Nec satis fuit principi nostro IO
ceterarum restituisse copiam et gratiam; Aniouis quoque novi vitia
ex.eludi posse vidit. Omisso enim flumine, [aquam) repeti ex lacu
qui est super villam Neronianam Sublaquensem, ubi limpidissima
est, iussit <•>. Nam cum oriatur Anio supra Trebam Augustam, seu
quia per saxosos montes decurrit pauci[ssim1is circa ipsum oppi- 15
dum obiacentibus cultis, seu quia lacuum altitudine io quo[sJ exci-
pitur velut defaecatur, immioentium qùoque nemorum opacitate
ioumbratus, frigi<lissimus simul ac splendidissimus eo pcrvenit.
Haec tam felix proprietas aquae omnibus dotibus aequatura Mar-
ciam, copia vero superatur.1 veniet io locum defonnis illius ac tur- 20
bidae, novum auctorem imperatorem Caesarem Nervam Traianum
Augustum praescribente titulo.

r. K r oh 11 a1111ota: fere op[ lima quaeque usi bus con]venienllbus non secernebatur
2. Ud C 2-3. ud i dfgnum C 3-4. splendere (COrr. splendore) Ì rigore Cl C Cl frigorc
Schull; et rigore edi;. Fiorentina Krohn in verte le due parole (frigore et splen-
dore) riportand03i a frig ldissimus et splendidisslmus ddla I. 18. 4. fideis C 5. de-
preendimus C 6. ud C 8. anyo C interlor C inferlor corr. De de r i c/1. 9. or-
torum C adque C 11. gri. aayonls C 12. aquam Q{;{{· K r oh n, Uf/UelldO f-/ e i 11 -
r j eh. 13. neronyanam e 14. anyo e lrit-am e 15. paucihls e paucissimls
corr. Se h u 11;. 15-6. oppidis C oppldum corr. R 11 ben /oc. cii. 16. ahilu-
dinem C quo C quos C0>11fet/uru Po I e 11 i - 17. velud C opacira1c: C 19. haec]
Ec C aquatura C 20. superalura C

(1) Traiano, abbandonato il fiume, e PLINIO, Nat. Hisl. 17), e precisamente


prese l'acqua da uno dei tre laghi dal secondo, come credono il Fabretti,
( 11 Simbruina stagna») costruiti da Ne- l'AsHBY(op. cit. p. 253 sgg.) e v. DEMAN
rone presso la sua villa Sublacense ( cf. (op. cit. p. 272), o dal più basso, come
TACITO, Ab excesm divi Aug. XlV, 22 vuole il LANCIANI (op. cit. pp. 352-3).
BASE DEDICATA DAI V ICOMAGISTR I
AD ADRIANO

La base, di marmo, dedicata nel 136 all'imperatore


Adriano dai « magistri vicorum » della città di Roma,
fu rinvenuta nel secolo xv. Dagli antiquari di questo
secolo e da quelli della prima metà del xvr ci viene
indicata << apud pa la tium conservatorum urbis »; «sub
« pallacio conservatorum in Tarpeio monte»; «sub
« porticu domus conservatorum in Capitolio ». Fino
al 1929 fu sulla scala del palazzo dei Conservatori ,
ed era conosciuta con la denominazione di base capi·-
tohna; ora si conserva nell' A ntz"quarium del Gover-
natorato.
Nella fronte fu incisa la dedica; nei due lati sono
i nomi dei curatores, dei denunti'atores, dei vici e dei
quattro magùtri· di ciascun vico delle regioni I, X,
X III (lato destro), X II , XIIII (lato sinistro); nella
parte posteriore non si hanno tracce di scrittura.
Sorge qui un problema che viene così formulato: come
si spiega che in questa base figurano soltanto alcune
regioni ? Le ipotesi finora proposte non soddisfano g li
studiosi. Partendo dall'osservazione che l'omaggio ad
Adriano fu presentato da tutti i vicomagistri delle
quattordici regioni, come risulta dall'iscrizione frontale,
può supporsi che le basi fossero più d'una, forse tre,
38 BASE DEDICATA DAI VICOMAGJSTRI

in punti diversi della Città. E ciò sembra avvalorato


dal constatare che quattro delle regioni nominate nella
base supersti te (I, XII, X III , XII II ) si succedono
dall'est all'ovest in una zona di continuità topografica,
e che con una di queste si trova a contatto la X.
Come la nostra base era l'espressione di questo aggrup-
pamento urbano, le altre dovevano rappresentare ana-
loghi aggruppamenti delle rimanenti :egioni, che ren-
devano ad Adriano un identico omaggio. L'iscrizione,
quando fu trovata, non presentava per la lettura mag-
giore facilità che oggi. Giocondo scrive: «in lapide
« posito sub capite aeneo. In latere dextro et sinistro
« eiusdem lapidis sequun tur infrascripta per ordinem.
« Verum quia propter vetustatem corrosa sunt, adver-
« tendum est quod plura nomina vicorum et ~agi­
<< strorum legi non possunt, quae etiam vel praetermisi

« vel ut percipere potui adnotavi » (LANCIANI, Storia


degli· scavi di Roma e noHzù i·ntorno alle collezi.oni· romane
dt. antùhtià, Roma I, 1902 1 p. 77). Per ravvivare i tratti
svaniti delle lettere, vi si passò sopra, non sappiamo
quando, del colore, non sempre rispettando l' incisione
originale; recentemente s'è proceduto a un lavaggio.
Copie integrali dell'iscrizione ci hanno lasciato
Giocondo, Martino Smet, Pirro Ligorio, Aldo Man\l
zio; copie parziali, oltre a Giocondo e Manuzio già
ricordati, Ci riaco d'Ancona, il Behem, Pietro Sabino,
Giacomo Giglio da Bologna, Giovanni Bembo, Gio-
vanni Pierio Valeriano, Antonio Morillon, Onofrio
Panvinio, l' anonimo I spano Chigiano, F il iberto da
Pingon, Giusto Lipsio, Paolo Knibbe, Gian Giacomo
Boissard, Giovanni Matalio Metello.
AD ADRIANO 39

L'intera iscrizione fu pubblicata da ALDO MANuz10


(Venezia, 1566); dallo SMET (Leida, 1588), donde dipende
GRUTER; daLuDov1coANTON10MuRATOR1 (Milano, 1740 1
I 742). Altri riprodussero la sola iscrizione frontale.
Nel 1846 i nomi dei vià· furono ripubblicati con emen-
dazioni da LUDOVICO PRELLER, su copia di T eodoro
Mommsen, Di'e Regz'onen der Stadt Rom, Jena, pp. 245-6;
poi da ENRICO J oRDAN, che fece una nuova lettura,
De vz'cz's urbz's Romae in Memorz'e del!' lnstz'tuto dz' corrz'-
spondenza archeologz'ca, Lipsia, II, 1865, pp. 2I6-20
(cf. Zur Topographz'e von Rom in Hermes, II, r867 ,
pp. 415-6) e in Topographz'e der Stadt Rom, II,
pp. 585- 7; e da CARLO LuDov1co URLICHS, che nel
Codex urbz's Romae topographz'cus, pp. 55- 8 ris tampò il
testo dato dallo Jordan nelle Memorz'e dell'lnsti'tuto.
Tutta l'iscrizione fu infine riletta da G UGLIELMO HEN·
ZEN, con l'aiuto di AUGUSTO WILMANNS e CARLO ZAN·
GEMEISTER, e pubblicata nel C. I. L. VI , 1, lnscripti'ones
urbù Romae, 1876, pp. I79-82 , n. 975. D i qui la ri-
produsse con qualche lieve ritocco ERMANNO DESS AU,
lnscrt'pti'ones Lat-inae selectae, Berolini, II, 11 1902 1
n. 6073. Noi abbiamo riveduto il testo del Corpus e del
D essau su ll 'originale, col valido aiuto di A. 0EGRA SSJ.
Chiudiamo fra parentesi quadre [ J le lettere che
non si leggono più: fra p arentesi angolari ( ) i nos tri
comple tamenti.

Cf. j oRDAN , De vicis urbis Ro111at cit. p. 21 S sgg. e Topogr. 1/0 Stadi
Rom. II, p. 29 1 sgg.; C. I. L. voi. cit. p. 182; ARM INI, Pamlltlll•rteck11i11gtr
blaml romtrsJta lokalllam11 in Era11os, XXI fase. 2 . 19 2 3, p. 49 sgg.
40 BA s E DE DI e A T A DA I V I e o MAGI s T R I

Nella fronte:
IMP(ERA TORI) CAESARI DIVI
TRAIANI PARTHICI FIL(IO)
DIVI NERVAE NEPOTI
TRA1ANO HADRIANO
AVG(USTO) PONTIF(ICI) MAXlMO 5
TRIBVNIC(IA} POTESTAT(E) ·XX·(•)
IMP(ERATORI) .TI., CO(~)S(ULI) .ift. P(ATRI) P(ATRIAE)
MAGISTRI VICORVM VRBIS
(RE]GIONVM .XIIJI·

Nel lato destro:

L. CEIONIO COMMO DO SEX . VETV LENO CIVICA POMPEIANO COS. IO

REG. I<».
VICO CA MENARVM (J)

VICO DRVSIANO (4)

(1) Anno 136 (cf. E. DE RuGGmRo, artistiche o monumenti che caratterizza·


Dition. epigrafico, Roma, Ili, 1922, vano la contrada; altre dalle divinità il
p. 621). cui culto nel vico era attestato da tem·
(2) Dopo l'indicazione della regione pii, edicole o simulacri; altre da nomi
seguono sempre i nomi de l cura/or (d ue di illustri casate che risiede vano nella
nella XU reg.) e dei'tien1111tia/01' e, dopo contrada e che si erano rese in qualche
ogni vico, quelli di coloro che ad esso modo benemerite; altre, infine, da certe
eran preposti: vicomagistri. Questi erano industrie o commerci che avevano nel
per lo più liberti o di condizione li· luogo una speciale prevalenza.
bertina; duravano in carica un anno (3) Attraversa va la valle perpendico-
e presiedevano agli :iffari civili, ai giuo- larmente all'Appia,esboccava su questa
chi e alle cerimonie religiose del loro via in prossimità delle terme Anto·
quartiere (G. GArrt in Brill. Com. nioiane (cf. LANClANI, I Commtarii di
XXXJV, 19o6, p. I<JO; F. M. DE Ro· Fro11ti110, p. 223; PLATNER- Astt11v,
BERTIS, li diritto assoc. roma110, Bari, A topogr. Dictio11ary, p. 89).
1938, p. 84). Le denominazioni dci vici (4) Probabilmente veniva cosi chia·
erano desunte, alcune da luoghi resi m:ito dall'arco di Druso e si trovava
famosi dalla leggenda o celebrati da un po' a nord del congiungimento della
avvenimenti storici; altre da fontane via Latina con lAppia, in corrispon-
T .,,.. Il.

R. l Sl'IT. $TOR . ITAt. Pf.R Il. ,14 , l

BASE llll \ I C<l\lAGISTRI ( li.rn.:o d.:stro .


POTOTl"A DAhESt
AD ADRIANO

VICO SVLPICI VLTERIOR(Is)

VICO SVLPICI CITERIORIS (1)

VICO FORTVNAE OBSEQVENT(lS) {1)

[v)1co PVLVERARJO (3)

5 (v]1co HONOR(IS) ET VIRTVTl[s) (4)

VICO TRIVM AR.AR.VMJ(s)

VICO PABRJCI (6)

denza dell'attuale via di Druso, già caso, come osserva l' HuBLSEN, il vico
della Ferratella (cf. LANCIANI, op. cit. si verrebbe a trovare fuori dei confini
pp. 267-8 ; PtATNBR-ASHBY, op. cit. della prima regione. Per la vicinanza
P· 572). di questa strada alla Scbola calearien-
( 1) Nel vico Sulpicio sorsero poi le sium cf. ARMINI in Eranos, XXJI,
terme Antoniniaoe (cf. Hisloria Augu- 1924, PP· 85-88.
sta, Heliogab. 17); esso doveva trovarsi (4) Prendeva nome dal tempio del-
un po' più vicino, del vico precedente, al l'Onore e della Virtù che s'ergeva nei
punto di congiungimento della via La- pressi di porta Capena, e iJ vico pro-
tina con l'Appia, e se attraversava l' Ap- babilmente andava dalla via Appia verso
pia, può essere stato diviso da questa il tempio (cf. LANCIANJ, op. cit. p. 268 ;
strada in due parti, •Ulterior •e •ci- PLATNER-Aseev, op. cit. p. 573). t
« terior 11 (cf. LANCIANI, op. cit. p. 268; ricordato io uo frammento d'iscrizione
PLATNER.-AsHBY, op. cit. pp. 578-9). dell'83 d. Cr. (C. J. L. VI, 449).
(2) li titolo di • obsequens 11 dato (S) Menzionato anche in una iscri-
qui alla Fortuna, ricorre, attribuito a zione trovata nell'area prospiciente la
Venere, in un tempio ad essa dedicato facciata della chiesa di S. Gregorio •in
nella valle del circo Massimo (cf. HuEL· u clivo Scauri • (C. I. L. VI, 453).
SBN, Topogr. I, 111, 114). Pare si staccasse, in direzione del circo
(3) Taluni, riconnettendo il nome al Massimo, dal clivus Scauri. (Lucu,
"pulvis Puteolanus » (STAZIO, Silvae, Man. ani. di Roma, III, sri).
IV, 3, )3 e passim), ritengono che il (6) Esso va ricollegato con il e com-
vico possa essere stato fuori della porta « pitum Fabricium », che si trovava
Appia, dove anticamente si trovavano, vicino alle • curiae Novae • (FBSTO,
CO?Je oggi, le cave di pozzolana (cf. p. 18o) quasi certamente nella pendjce
HusLSHN, Topogr. I, 111, 219; PLATNER- occidentale del Celio (cf. PLATNBR-
Asaev, op. cit. p. 577); ma in tal AsHBY, op. cit. p. 137).

Cod. Topop.
42 BASE DED I CATA DAI V IC OMAG I STRI

REG. X.

VICO PAOI (r)

VICO CVRIARVM (2)

VICO FORTVNAE RESP1cmrr\1s) (J)

VICO SAL VTARIS 5


VICO APOLLINIS

\'JCO HVIVSQVE OJEI (4)

R EG. XIII.
VICO FID(l) (S)

VICO PRVMENT(ARIO) (6) IO

VICO 'fRIVM [v]1[A]R[v]M (7)

2. Padl] IA P probabile, ma non sicura. 9. Fidii C. I. l . 11. vlarum i piu an-


tichi, C.J.L. e Dessau. [vi]rum Jordan, Topogr. cii. e Huelsen, F'ormac
u r bis Rom a e a n li qua e, Berolini, r 9 r 2.

( 1) Probabilmente sul versante dcl (cf. PLATNER- ASHBY, op. cit. p. 573).
colle Palatino verso la rco di Costan- Per l'appellativo dato all:i Fortuna
tino e il Celio (cf. M. MARCHETn, Un cf. C1cERONE, De leg. Il, 28.
111a1wscritlo irtedito riguarda11te la topo· ( S) « Fidius »era appellativo di divi-
gr_afia di Roma in Bull. Com. XLII, nità (e( W1ssowA, Religiot1 u11d Kultus
1915, p. 100). der Romer, Mùnchen, 1912 1 p. 118).
(2) Prendeva il nome dalle « curiac (6) Si può ritenere che portasse alla
« Veteres » e doveva trovarsi anch'esso sponda del Tevere sotto l'Aventino,
sul fianco no rd-est de l Palatino. un quartiere occupato dai commercianti
(3) Sul versante del Palatino tra le di grano (cf. C./. L. VI, 814).
« curiae Veteres » e il « Septizonium (7) Questa lettura sembra la più
«Severi» (cf. HuELSEN, Topogr. I, 111 1 consona ai residui delle lettere. L'al-
I04 nota 142). t ra « Trium virum » potrebbe trovare
(4) Anche questo vico era sul Pal:i- un appoggio nella « Schola » per i
tino, e si suppone che prendesse il nome « Viatores III virum et III! virum ,.
da un alta re alla <<Fortuna huiuscc dici» situata davanti a S. Alessio; C. I . L.
che doveva sorgere in questa parte della VI, 1936 e J. W. CRous, Florwtintr
città, come alla stessa divinità era de- Wajfmpfeiler 1111d Armilustri11m io Rom.
dicato un tempio nel campo Marzio Miti. XLVlll, 1933, p. 61.
AD ADRIANO 43

VICO CAESETI(•)

VICO ANl(C)l (>)

VICO LACI MILIA(R)I

VICO FORTVNAT(lj

5 VICO CAPITIS CANTERI

VICO LARVM AL(l)TVM (?)

VICO NOVO

VICO LORET(I) M!NORIS (4)

VICO ARMILVSTRI (1)

IO VICO COLVMNAE LIGNEA(Ej

VICO MATERIARIO (6)

2. Valer! i più antichi, C.I. L., Deuau. v .... i Jordan. V[aler)il Hudun .

(1) I •Caesetii • erano una famiglia di lauri nella parte nord-ovest dell'A-
romana plebea (cf. PAULY-W1ssowA, ventino, che poi fu tagliato per d.ar
Real- Encyclop. III, 1310-1). Qualcuno luogo ai due « vici ", Loreto minore
pensa che il nome del vico possa de- e Loreto maggiore (cf. VARRONI!, V,
ri varc dal senatore Cesezio Rufo, che 152; P1,IN10, Nat. Hist. XV, 138;
possedeva sull'Aventino una magnifica ·DIONISIO, III, 43; SERv10, Aw. VIII,
abitazione (cf. APPIANO, Beli. civ. ed. 276; Fasti Vall. id. Aug. in C. J. L. J2,
V1ERECK, IV, 29). P· 325).
(2) La presenza degli « horrea Ani· (5) Questo vico è menzionato in due
cx ciana )) in questa xm regione po- iscrizioni, C. J. L. VI, 802 e 31069;
trebbe giustificare l:t lettura da noi e poichè la seconda fu trovata presso
proposta, la quale ha maggiori proba- S. Alessio, da ciò può esser desunta la
bilità di quella corrente « Valeri »,non situazione del vico. cr. anche CROUS,
suffragata dalle tracce della scrittura. op. cit. P· 57·
(3) Probabilmente il nome deriva (6) Deve aver preso il nome dalle
da qualche monumento o rilievo in cui botteghe di carpentieri e commercianti
i Lari erano rappresentati con le ali di legn:imi, che probabilmente si tro-
(cf. W. H. RoscHER, Ausfùhrlicbes Lexi· vavano tra l'Aventino e il Tevere. L1-
ko11 der griec/1isclm1 1md ròmische11 v10 (XXXV, 41, 10) ricorda i • ligna-
Mylhologu, Leipzig, Il, 1885). • rii» fuori della porta Trigemina.
(4) • Loretum » era un antico bosco cr. ARMINI in Era11os, XXI, 1923, P· 12·
44 BASE DEDICATA DAI VICOMAGISTRI

VICO MVNOICfEl ( ')

VICO LORET(l) MAIORIS

VICO FORT(VNAE) OVBIAE (1)

Nel lato sinistro:

R EG. XII.
VICO VENERIS ALMA!! (3) 5
VICO PISCINAE PVBL[l)CAE (~)

VICO DIANA!!(!)

VICO CEIOS

8. ctios i pilt antichi. . .. . os Jordan. In C. I. L. 1i dà qua1i per 1icura la {~-


;ione ct1os o chos .•• ios H ud un.

(1) Nome derivato con molta pro- Massimo (cf. PLATNER-ASHBY, op. cit.
babilità dalla frequenza, nella strada, di p. 580).
negozi di articoli da toletta e di lusso (4) Prendeva il suo nome dalla «Pi·
(cf. PLATNER-AsHev, op. cit. p. S76). • scina public:1 '" che trovavasi nella
(2) Ovm10 (Fasti, VI, 784) chia- bassura tra la via Appia, le mura Ser-
ma la Fortuna • dubia dea » : viane, il pendio nord-est dell'Aventino
Quam cito vtncrunt Fortunac Fortis bonorcs ! e l'area che in seguito fu occupata dalle
post scptcm lucu lunlus actus crit. terme Antoniniane (cf. FESTO, p. 232;
ltc, deam lacti Foncm alcbratt, Qoiritts! L1v10, XX III, J2, 3-4; LANCTANt, op.
in Tiberi• ripa muncra regis babct.
cit. p. 234; PLATNER- ASHBY, op. cit.
PJcbs colit hanc, qui:i qui po&uit, de plebe fuiuc p. 391). 11 vico correva nell'avvalla·
fcrtur et cx humil1 sccptra tuliu.c loco. mento t ra le due alture dell'Aventino
Convcnit cl 1crvis, serva quia Tullius ortus,
e :1odav:1 dal circo Massimo alla port:i
constituil dubiac tempia propinqua deac.
Raudusculana (cf. AMMIANO MARCflLL.
(3) Agli abitanti di questo vico è Rrr. gesl. libri, XVII, 4, 14; llullLSEN ,
stato ricongiunto l'epiteto di «vene- Topogr. I, m, 184 nota 6).
" ren(ses] » che s'incontra in una iscri- (5) A sud-o,•est di$. Saba si è t rova-
zione dcl 1v secolo (C. I. L. VI, 31901 to un alt:lrc con queste parole: «Numi-
e 1-IUELSEN, Fram111e11ti epigrafici di editti u ni Diane sacrum" (C./. L. Vl, 30863),
prefettiz..i del sec. li' in Bull. Com. XIX, che si è voluto mettere in rapporto col
1891, p. 357) ; e il culto di Venere « vicus Dianae» (cf. A.Ml:.RLIN, L 'At•e>1-
può riconnettersi con quello che la tì11 da11s /'1111tiq11itl, Paris, 1906, p. 296
stessa dea aveva nella vallau del circo nota 6).
AD ADRIA;.JO 45

VICO TRIARJ (t)

VICO [ r o]NT(1s) [s]A[L]TENTIS

VICO L[ A] Cl TECTI

VICO FORTVNAE MAMMOSAE (2)

5 VICO COMPITI PASTORIS

VICO (P)ORTAE RVDVSCVLANAE (J)

VICO PORTA NAEVl [ A) (~)

VICO V!CTORIS (1)

R EG. xnn.
TO VICO CENSORI (6)

VICO GEMINI ( 7)

VICO ROSTRATAE

2. (11l)anl conf!ellura H1ubner, He r mei cit. p. 41 5. signl S met. aqul li·


sorio . aquae Giocondo. umbra a in carallere di minore lfT011de!ia.

( 1) Con questo vico è probabil mente (6) t ric9rdato in due alt re iscrizioni
da idcntific:1re il « clivus Triarius » t rovate ueU'isola Tiberi na (C. I. L.
(C. I. L. XV, 7178). VI, 45 1, 82 1). li nome deriva forse
(2) Sulla Fortuna mammosa cf. Ro- dalla fam iglia dei «Censori n l!d il vico
SCHllR, op. cit. I, 1 520. era cosi intitolato fin d:t l 100 d. C r.
(3) Cosl chiamato dalla porta Raud u· (cf. M. B ESNIER, L'lle Tibb-i11e da11s l'a11·
sculana; e dovcv:i costi tuire una cont i· tiq11ilé, Paris, 1902, pp. 54- S)·
n ua zione del « vicus Piscinac publicae». (7) li nome pot rebbe riconnettersi
(4) Dall:t porta omonima. Si stac· con la famiglia dei Gemini, alcuni
cava da l «vicus Piscinac pubi.» ; la via membri della quale ricoprirono alte
Ardeatina oc era l:i probabile conti· cariche sotto Augusto e sotto Tiberio
nuazione fuori delle mura. (cf. G. GATTI, A ra marmorea del « t.1i&us
(S) Forse nella parte più a sud della « Statae Matris» in B11ll. Com. XXXIV,
regione, presso la porta Arde:uin a (cf. 1<)06, pp. 192-3 e H. Di,.ssAu, Pros<>-
H UELSEN, Topogr. I, lii, 198 nota 39). pograpbia imp. Romani, li, 11 6).
46 BA E s o E o 1e A T A o A I V I e o M AG I s T R I

VICO LONGI , •• AQVJLAE (•)

VICO STATAE SICCIA'!'IAE (2)

VICO QVAORATI

VICO RACIUANI (M)IN OR(Is) (J)

VICO RAClLIANI MAIORI(S) 5


VICO IANVCLl!NSIS (4)

VICO ORVTIANO (~)

VICO LARVM IV{GAjllVM (6)

VICO STATV(AI!) • • ll!I • . . (7)

8. rurallum S mel, ManufiO, C. J.l., De ua u , Hue/1en. (p)u(tca)lium Jorda tt.


(c]a(ria)llumproponeGalli ( ! Lartt C uri a /es In Bui/. Com . 1908, pp. 4 6- 7).
9. Valcrlanac i più antichi.

(1) Gli abitanti di questa contrada del colle Gi2nicoleose (cf. anche Hun-
sono probabilmente ricordati col nome Sl!N, Topogr. I, lU. p. 66~).
di « Aquileoses » io C. I. L. VI, 31893. ( s) Va collegato col «campus Brut-
( 2) Come ha osservato il GATTI « tiaous», sul quale v. catalogo delle
(op. cit. p. 195), non pub identi fi- XIV Regioni, p. 144 nota 1.
carsi col « vicus Statae Matris», sia (6) Le lettere superstiti sembrano
perchè i due vici erano situati in re- giustificare un completamento conget-
gioni diverse, sia perchè la denomina- turale « iugali um », sebbene la lacuna
zione « Sicciaoa » serviva a distinguere intermedia possa comportare anche un
un'edicola eretta verosimilmente dalla supplemento di tre lettere. f: da
gente Siccia. avvertire pero che di « Lares iugales •
(3) Secondo alcuni, da Racilia, mo- non si hanno testimonianze epigrafiche
glie di Q, Cincinnato, al quale sareb- o letterarie, per quanto sia verosi mile
bero appartenuti i e prata Quintia •,nelle che questi geni, protettori di tutti gli
prossimità di palazzo Corsini. L'iscri- interessi domestici, potessero presie-
zione trovata in un negozio presso dere all'unione che costituiva l'inizio
il Gianicolo e in cui è ricordato il della vita familiare. Il GATTI (op. cit.
u collegium iuvenum Racillanensium » p. 42 sgg.), che propone 11 curialium »,
deve provenire da questa località (c( basa la congettura sulla scoperta di
ARMINI in Era11os, XXI, 1923, p. 122; un' ara ai Lari di questo nome, avvenuta
Rend. Po11tij. Accad. Arclieol. IV, 394, sulla via Ponuense, e con la quale il
395 ,e O. M ARUCCHI, Append. alla G11ida vico potrebbe avere rapporto.
del Mus. Later. 1927, p. 6 n. 245-0). (7) La restituzione« Valerianae» tro-
(4) Deve ricercarsi nel declivio est verebbe una conferma negli cStatuava-
AD ADRIANO 47

VICO SALVT(A)RlS

VICO PAVL[1)

VICO .. . I [P)V(BLICI)

VICO LV .. .

5 VICO PAC(R)AE ..

v1[c]o LACI RES ..

VICO SAVFEI ( r)

VICO SERCI

VICO PLOTI

IO VICO TIBERINI (2)

3. si • publicl Gio condo, che ptr6 inverte l'ordine dì qunto vico col ltflutn/t.
sfml publlcl S mtl {111vtrltndo come Gioe.) , Li po rio {semi ms . .Vapol.) . ,\fanu;io. Ntl
marmo 1i dì11ìnf1'110no 101/anto due ltlltrt : cj. H t r m es cii. p. -1 16. 4. sex I uccel
Gioco ndo . su lucci Smtt, Manurìo. locd Lìfforio . •f. . luc. i Jordan.
LUC •• 11 C. I L. lucanf conKtllura Hir1chftld, H e r m t 1 cii. p. 4 16. 5. pacratil
Giocondo . pacratllll Ll8orìo . patratllll Smtl, Manu;io. r Acu1 .. C. l.J.. ,
cf. H t r m t 1 cii. p. -116 ; l'ultima /ti/tra vì1ìbìlt mila pietra parrebbe e an;icM I
6. restltutl i ptù antichi.

1 lerianenscs • nominati nel frammento sata (cf. PAULv-W1ssowA, 2• serie, Il,


dell'iscrizione dei labernari (C.!. L. VI, 256-7).
31893) e nella «Statua Valeriana» del (2) Il LANCIANI (Forma Urbis, ta-
catalogo delle XIV Regioni, p. 143. vola 28) segna il « vicus Tiberini» in
Al vico sarebbe venuta la denomina· corrispondenza di via della Lung:uina,
zione dalla statua di ua membro della dove, tra il viale de l He e la piazza
gente Vale ria. del Drago, fu poi rinvenuta una parte
(1) Molti membri della famiglia Sau· di antico selciato (cf. GATI"I, Noti\it di
feia coprirono dignità nello Stato, nè rut111i trovammti di anticbitti in Roma
è improbabile che il vico fosse intito· e nel suburbio in Bull. Com. XLI, 1913,
lato ad un personaggio di questa c1· p. 76).
PIANTA DI ROMA

DELL' ETA D I SETT IM IO SEVERO

Questa pianta della città, che era forse un' edi-


zione riveduta di altro esemplare rimontante in origine
ali' età Auguc::tea, fu incisa su tavole di marmo tra il 203
d. Cr. (perchè nel fr. 38 a è rappresentato il Settizonio)
e il 4 febbraio 2 r r, epoca della morte di Settimio Severo,
che nella pianta è indicato come vivente (fr. 37); e
fu affissa nel Forum Paàs di Vespasiano, alla parete
esterna di un edificio, del quale non si sa con preci-
sione determinare l'uso (forse archivio o biblioteca), più
tardi trasformato dal papa Felice IV (526-30) nella
chiesa dei Ss. Cosma e Damiano. Rappresentava,
sopra una superficie di mq. 270 all'incirca, tutte le
quattordici regioni, con parte del suburbio, ed era
orientata col sud-es t in alto, in quanto che il circo
Massimo si vedeva nella parete disposto verticalmente.
Nello spazio antistante al muro s'apriva un'area pa-
vimentata in marmi a colori. La pianta era incisa su
lastre di marmo di differente spessore, ma di uguale su-
perficie (mq. 2), rettangolari e allineate su almeno dieci
file, che partivano da uno zoccolo rivestito di marmo e
alto m. 3.50. Nella prima fila le lastre erano disposte
col lato lungo verticale; nella seconda, a ll 'opposto, il
lato lungo era situato orizzontalmente, e così, alternan-

Cod. Topogr. 4
50 PIANTA DI ROMA

dosi, fino a ll'ottava fila. Nelle ultime due si aveva la


disposizione orizzontale. Le lastre erano fissate al muro
mediante grappe metalliche, che, asportate, hanno la-
scia to ancor oggi visi bili, sulla pa rete di cortina laterizia,
i fori corrispondenti alle loro dimensioni. La riprodu-
zione è planimetrica; la scala è di 1 : 240, sebbene il rap-
porto non sia sempre rispettato. Dei soli edifizi pubblici
è data la icnografia completa, e ogni costruzione e luogo
di notevole interesse è indicato col relativo nome. Nella
scrittura di alcuni nomi si notano particolarità grafi.che
non adopera te che in epoca tarda e nei vari frammenti
diversità di incisione, onde si crede da taluni che il muro
su cui era affissa la pian ta, e che presenta cortine di mat-
toni di opera diversa, fosse, per danni subìti, ricostruito
in tempo posteriore ai Severi, forse nella metà del sec. rn;
e col muro fossero rifatte alcune delle lastre, le quali per
a ltro potrebbero essere sta te sos tituite anche per aggior-
nare la p ianta. Questa si suppone che avesse una colo-
ritura e non fosse esposta a cielo libero.
Poi, in epoca e per cause che noi non conosciamo, le
lastre si staccarono, frantumandosi nel sottos tante pavi-
mento del foro della Pace, dove rimasero sepolte sotto
altre macerie. Ai tempi di papa Pio IV, nel 1562,
furon o ritrovati i primi pezzi , scavando dietro a lla chiesa
dei Ss. Cosma e Damiano, in un orto di T orqua to Conti,
e il merito della scoperta è attribuito all'architetto e
antiquario Giovanni Antonio D osi da S. Gimignano.
I frammenti vennero donati dal possessore del terreno
a l cardinale Alessandro Farnese, che fece continuare
gli scavi e collocare quelle pietre nel museo del suo pa-
lazzo; una par te servì più ta rdi da materiale per co-
D E L L' E T A D I S E T T I M I O S E \' E R O 5I

struzioni, eseguite dietro palazzo Farnese, sulla sponda


del T evere. Nel 1742, per cura di Benedetto XIV, che
li a ve va ricevuti in dono da Carlo I II , re delle D ue
S icilie, erede dei Farnesi, i frammenti della pianta
che a ncor rimanevano furono trasportati nel museo
Capi tolino e affissi lungo le pareti della scala, supplendo
quelli che erano andati perduti con altri, rifatti sui di-
segni che se ne avevano. A memoria di ciò vennero
a llora apposte sulla scala queste due iscrizioni : I.
Fragmenta z"chnographz.ae veterù Romae z·n Romuh templo
ad vz"am Sacram ohm effossa et ad Farnesz"anas aedes
translata Benedùtus XIV P. M. z"n Capùoùo muniji-
centùsz.m e collocavz"t anno MDCCXXXXII, Pont. I I I. -
I I. Fragmenta z"chnograpln:ae antiquae Romae prz.orz·-
bus .xx. tabutz"s comprehensa eo sunt ordz"ne quo aBettorz"o
edzia, supptetù atque asterz"sco notatù quae postea z"nter-
cz"dere. Relz"quae tabulae. VI. atz'a exhz"bent hactenus z·nedz"ta
( PIR ANES I , Antz"chz"tà Romane, I, tav. VI-VII; cf. JoR-
DAN, Forma urbù Romae, p. 4). Nuovi avanzi della
pianta furono ritrovati nel 1867, 1882, 1884, 1888,
1891, 1899, 1900, nell 'orto dei Ss. Cosma e Damiano,
e nel Foro, e presso palazzo F arnese; così si raggiunse
un rilevante numero di frammenti, che però rappresen-
tano, secondo il Lanciani, appena la quindicesima parte
della superficie della pianta originaria. Nel 1903 i fram-
menti che fu possibile identificare, vennero dal Lanciani,
coadiuvato dall'H uelsen, ricomposti sopra una pianta
di Roma tracciata su di un muro esterno nel giardino
del palazzo dei Conservatori ; ma poichè lo spazio risul-
tava insufficiente per una ricostruzione dell'intera
pian ta, la ricomposizione fu limitata alla par te centrale
PIANTA DI ROMA

dell'antica città (v. Bu!l. Com. XXX, 1902, pp. 347-8


e XXXI, 1903, pp. 380-1). Recentemente i frammenti
originali, staccati dal muro per meglio conservarli, ven-
nero depositati nell'Antz"quarz"um del Governatorato
(1929); ed al loro posto fu sostituita una copia esatta.
Ad essi fu aggiunto nel 1930 un nuovo frammento,
trovato nel foro di Cesare. Questi avanzi superstiti
sono attualmente oggetto di studio, nei riguardi del loro
collegamento, da parte dell'Ispettorato Archeologico, e
noi ci auguriamo che in breve il dott. A . M. Colini
ed i suoi valorosi collaboratori riescano a darci un' edi-
zione del monumento integrale e definitiva.
Dei frammenti rinvenuti sotto Pio IV fu eseguita
copia, credesi, dal D osi, e le schede dalla biblioteca di
Fulvio Orsini passarono alla Vaticana, dove vennero
raccolte in volume, con altri disegni, al tempo di Cle-
mente X (1670-6). Ne risultò il cod. Vat. Lat. 3439,
di 179 fogli, oltre 6 non numerati , di grosso formato.
I disegni della pianta sono compresi in undici fogli
(13-23); quindi costituiscono solo una parte minima di
quel grande manoscritto. Questi disegni, complessiva-
mente novantadue, furono abbozzati in matita, poi ri-
passati con l'inchios tro, ad eccezione di tre (fol. 22) che
non subirono ricalco, uno dei quali è stato annullato.
Essi hanno importanza perchè ci fanno conoscere fram-
menti che, dopo il ritrovamento avvenuto nel sec. XVI,
andarono di nuovo perduti. I disegni di sei frammenti
(quattro a penna e due in matita, corrispondenti ai
nn. 37, 3, 31, 60, 2, 33 dell'ediz. Jordan) di mano del
sec. xvi o xvn si trovano nel cod. Barberiniano lat.
4423 (già XLI X, 32), cc. 45-8; e tre (corrispondenti ai
O E L L' E T À O I S ETTI M J O S E V E R O 53

nn. 33, 22 , 6) di mano di Stefano du Pérac nel codice


Parigino francese 382, c. 84. Nel primo ventennio del
sec. XIX l'architetto Antonio de Romanis eseguì una
riduzione dei frammenti all'ottava parte del vero, e i
disegni passarono nella collezione Lanciani.
Per la prima volta i frammenti della pianta di
Roma furono pubblicati da GIOVANNI PIETRO BELLORI
(Fragmenta vestz'gù' veterù Romae ex lapz'dz'bus Farne-
si·anù nunc pri·mum z'n lucem edz'ta cum notz's Io. PETRI
BELLORII: ad emz.nentz'ss. ac reverendiss. Camz'/lum Maxz·-
mum S. R. E. Cardi.nalem, Romae, typis Iosephi Corvi
.MDCLXXIII. sumptibus l oannis Iacobi de Rubeis), il quale
in venti tavole diede centosessantanove framm enti - assai
di più, dunque, di quelli contenuti nel cod. Vaticano-,
e fu aiutato nell'opera dall'architetto Andrea Bufalini.
Quest'edizione fu riprodotta nel Thesaurus antzquz'tatum
Romanarum del GREVIO, Trajecti ad Rhen. - Lugd. Ba-
tavorum, I697 e Venetiis, 1732. Poi seguì l'edizione di
GIAMBATTISTA PIR ANESI in Anti'ckità Romane, Roma
1756, to. I, tav. 1-v, che abbraccia tutti i frammenti
delle prime venti tavole del museoCapitolino, meno sette,
e trentuno delle ultime sei tavole; e quella di SAVERIO
CANALE, l chnographz'a veterù Romae .xx. tabulis com-
prehensa cum notù Io. PETRI BELLORII. Accesserunt
aliae . vr. tabulae i·nedz'tae cum notis, Romae, MDCCLXIV.
I frammenti del museo Capitolino delle prime venti ta-
vole, meno tre, e tredici delle ultime sei furono ristampati
. da L UIGI CANINA in margine alla sua Pi.anta topogra-
fica di· Roma (1830), a cui seguirono due altre edi-
zioni dei pezzi più notevoli; sette framm enti pubblicò
FRANCESCO REBER in Ruinen Roms und der Campagna,
54 PIANTA DI ROMA

Leipzig, 1863 ; e finalmente si ebbe l'edizione fonda-


mentale di ENRICO j oRDAN, Forma urbis Romae regio-
num XIV, Berolini, 1874, nella quale si riproducono
direttamente i frammenti marmorei; dove le pietre
mancano si seguono le schede del cod. Vaticano, e in
difetto di queste, il Bellori.
Esulerebbe dai fini di quest'opera il tentativo di
una edizione integrale della pianta; ci limitiamo per-
tanto alla pubblicazione delle indicazioni locali, quali
risultano dalla esplicita dici tura, o dalla riconosciuta rap-
presentazione dei monumenti che non hanno leggenda.
Nelle note a questo testo non entriamo, di regola, nella
illustrazione di quelle località, che, ricorrendo nel cata-
logo regionario, troveranno ivi un conveniente commento.

cr. G. B. DE Rossi, Di tre a11tichi tdifir.i co111po11t11li la chiesa dei Ss. Cosma
t Damiano in Bull. archtol. crisi. Roma, ser. 1, a. V, 1867, p. 61 sgg.; R. LAN·
CIANI, Degli antichi edificii co111po11e11li la chiesa dei Ss. Cosma t Da111ia110 in Bull.
Com. X, 1882, p. 29 sgg.; L. DucHESNE, Notes sur la lopograpli!t de R"mt cm
>nO)'t11-dgt: Tt mplum Romae, Templum Ramuli in .\!tla11 gts d'arcluol. et d'hisl.
VI, 1886, p. 25 sgg.; PH. BARRows WHITEHEAIJ, Dtgli anticl1i tdifici compo-
nwli la cl1itsa dei Ss. Cosma e Damiano al Foro Roma110 in Nuovo 81111. arc/uol.
crisi. XIX, 1913, p. 143 sgg.; E. DE RUGGIERO, il Foro Romano pubbl. a cura
di L. PASQUALucc1, Roma-Arpino, 1913, p. 209 sgg.; G. B1As1orr1 e Pu. B. Wm-
TEllEAo, la c/1itsa dei Ss. Cosma e Damia110 al Foro Romano e gli edifici prtesi·
slmli in Rmdiconti Po11t1f. A ccad. Rom. Arcluol. voi. III, 1925, p. 83 sgg.;
E. L. Tocco, Scavi di Ss. Cosma e Damiano in A 11nalì detr lnst. di corrisp.
archeol. voi. 39, 1867, p. 408 sgg. e ;\,fo111m1.. lnsl. corr. are/i. voi. VII!,
t:tv. XLVIII a; A. TRENDELENBURG, I disegni Vatica11i della Pia11/a Capitoli11a
in Amzali dell'lnst. voi. 44, 1872, p. 66 sgg.; ]ORDAN, Fom111 urb. R. cit.;
G. GATII, Il portico di Livia nella ter:{a Regio11e di Roma in Bull. Com. 1886,
Pp. 270-4; HueLSEN, Pia11te ic11ograjiche io Rom. Miti. d. dt11I. archiiol. lnsl.
1890, pp. 46-63; A. ELTER, De forma urbis Ro111ae disurlalio, Bonn:ic, 189 1
(cf. Ròm. Miti. cit. VU, 1892, p. 267 sgg.); Noti;zie degli scavi d'antichila,
1882, p. 233 sgg., 1884, p. 423, 1888, pp. 391 - 2, 437, 569 (v. :inchc Bui/. Co111.
1888, pp. 385-7), 1891, pp. 124-6, 162, 1899, P· 41, 1900, PP· 632- 4; HUELSEN,
Ueber die Tiluslbermm rmd die Porticus liviae in Riim. Miti. cit. IV, 1889,
D E L L' E T ,\ D I S ET T I M I O S E \' E H O 55

pp. 78-9; Io., 1 Saepta ed il Diribitori11111 ia Bui!. Com. XXI, 1893, p. 119 sgg.;
Io., Porlirns Dìvornm 1111d Sernpeum im Marsfeùle io Rom. Mili. cit. XVIII,
1903, p. 17 sgg. ; R. LANCIANI, Di 1m fra111111mlo della pia11ta marmorea Severia11a
rappmmta11te il clivo della Villoria td il vico Twco in Bui/. Com. XIII, 1885,
p. 157 sgg.; In., l 1111011i frammmti della Forma Urbis, ibid. XXVII, 1899,
p. 3 sgg.; lo., Il nuovo f ra111mt11lo della Fo1 ma Urbis e le terme di Agrippa, ibid.
XXIX, 1901, p. 3 sgg.; Atti dtl Congrmo Intm1az.ion. di Sciwi_t Storiche (1-9
aprile 1903), Roma, I, 1907, p. 109 sgg.; LANCIASI, The Goldw Days of the
Rt11aissa11ce i11 Rome /rom the po111ìficau of juli11s li lo thai of Pa11l I Il, London,
19o6, pp. 130-2; P. BIGOT, la C11ria di Pompeo neì frammenti Swerìani io
Mtl1111gts d'arcbeol. ti d'hist., 1908, pp. 225-8 ; L. DOREZ, .\'011vtaux docummts
sur la décoriveru de la "Forma 11rbis Romat » in Co111ptes-rend11s de /' Acadbnie
des I11scriptio11s et Belles-Lett1·es, Paris, 1910, p. 499 sgg.; G. Sc11NEIOER-GRA-
z1os1, la ide11tificazione topografica delle « Horrea Germa11icia11a et Agrìppiarza »
dell'ottava regione Augustea in 8111/. Com. 1911, 158-72; PLATNER, The To-
pograpli_v and Monr1mmts of Ancimt Rome, Boston, 1911 (ristamp. 1918), pp. 2-5;
HuELSEN, la rapprese11taz,io1u deglì tdifiz.i Palatìni nella • Forma 11rbis Romae »
dei ttmpi Severia11i in Diss. Ponti{. AccaJ. Archeol., ser. n, to. Xl, 1914, p. 101 sgg.;
V. LUNDSTRòM, U1uhrsoktiingar i Roms topografi in Surnskt Arkiv for Huma-
11istiska Avba11dli11gar, GOteborg, 1929 (cf. A. BoETHIUS io Athmatwn, IX, 1931,
p. 108 sgg.); A. Muiioz e A. M. COLINI, A11tiquariu111, Roma, 1929; G. SAF-
LUND, Studier Kri11g Forum Boarìum i Rom io Era11os, XXVIII, 1930, p. 121 sgg.;
G. G.\·rn, « Saepta Ji,lia » e « Porticris Aemilia » 11ella «Forma Severia11a »
in 811/l. Com. LXII, 1934, p. 1:23 sgg.; lo., l 11Saepta Iulia 11 11el campo Mar:zio
in L'Urbe, li, 1937, p. 8 sgg.; G. CARETTONI, Ricompositìo11e di u11a lllstra
della « Forma Urbi s Severia11a » riferibile co11 probabilità al Trastevere in
811//. Com. LXIII, 1936, pp. 161-3; A. M. COLINI, «Forum Pllcis » in B11ll.
Com. LXV, 193 7.
PIANTA DI ROMA

FRAMMENTI CON ISCRIZIO?\E <•>.

A.1 B, fr. 64.


AD0NAEA(2l, fr. 44·
[.\EDIS C)ASTORIS, fr. 20 e NotizJe Scavi, X, 1882, tav. 1v.
[AEOIS DIANAE] CORNIFIC I ~ ••• (ll, fr. 2.
fr. 3J,
AEDIS HERCVLIS .lfVSARl\'M) C4), II 5. 5
fr. 33·
AEDIS IOVJS(S),
AEDIS IVNONtS<6>, fr. 33·
[AEDIS) [SAT]VRNI, fr. 23.
AEDES DI TEL(L\'RE), fr. 6.

ALB, fr. 54· 10

(AMPHITHE)ATR~M (1), fr. 65, 69, I f3·


ANVS, fr. 84.
AQVEDVCTlVM (&>, fr. 45·
[A)RA ... RIA?, fr. 79·
[A]REA APo(LL!NIS]C9), fr. r' 4 r8, 42 r. I)
AREA M . ••. , fr. 46.
AREA RAOICARIA, fr. 3·

( 1) Il carattere maiuscoletto ~ ado- (3) Cf. LANCtANI in Bu//. Com. XIX,


perato a designare i frammenti ori· 189 1, pp. 214-6; C. 1. L. VI, 4305
gioali ; con le lettere inclinate si indi- dove è ricordato un « aedituus Dianae
cano i frammenti ricostruiti, i disegni «Cornif».
Vaticani, e l'edizione Bellori. Tra pa· (4) LuNDSTRòM, op. cit. p. 89 sgg.
rentesi sono chiuse le integrazioni con- (S) Giove Statore, nel portico Jì
getturali dei topografi moderni. Le Ottavia.
lettere puntate sono d'incerta le1tura. (6) Giunone Regina, nel portico di
(2) Un complesso di costruzioni, Ottavia.
attinenti al culto di Adone, sorte per (7) Flavio. C( llUELSEN, Topot r. I,
opera di Domiziano, e da collocare, 111, 2 94-s.
sembra, nell'angolo orientale del Pala· (8) Graziose e artistiche costruzioni,
tino, sull'area dell:t già vign:t Barberini. forse ninfei o fontane, che circonda-
Un nuovo edificio vi innalzò El~gabalo vano il termine dell '3cqua Cl.1uJìa,
ed io ques10 1rasportò a oche i sacra pi· cbiuse nel'precìnto del tempio di Clau·
gncra di Roma, tra i quali il Palbdio dio sul Celio (cf. HUELSEN, Topogr. I,
(Hist. Aug. Htliot. 3, 4 ; 6, 9). Cf. Lu· Ili, 233).
GLI, Mo11. A11t. di R., I, 1931, pp. 326-8. (9) Sul Palatino.
TAV. HL

k I Ir T li . IT ,. • i J;; 1' ' • r.

Fu \~I.lii·.!'> n 0 1·.LLA l'l.~ ~T.\ s~.\'folUAI'>.\.

\ I A ~l '-1
DELL'ETÀ DI SETTIMIO SEVERO 57

AR(EA SE]VERIAN[A]? C•), fr. 47 ·


ASTA, fr. 99 ·
ATI, fr. 10 1.

BAL. SVRAE (2 l, fr. 41 , 258, 329, 387.


5 BALIN[E\IM] .. •• , fr. 50.
LB]ALl.VEVN AMP(E)Ll(DISJ(J), fr. 48.
BALNEVM CAESARJS(~), fr. 49·
BALNE[VM) COTIN I, fr. 52·
(BASILICA ?'J AEMILl[A] Cs), fr. 24, 9 I.
IO B(ASILICA l ]Vf,I!", fr. 2 0, 23.
[BASI]LICA L ••. ?, fr. 5·
BASILICA VLPIA, fr . 25, 26.
DE, fr. 104.

ç, fr. 86.
I 5 (C]ASTRA MJSE(NA] T!VM, fr. 5.
CIR(CVS) FLA~1I(NIVS], fr. 27.
6
C(I R)C[\'S M)Ax[1Mvs1< l, fr.38, 39, 40, 124, 153, 730, Bull.
Com. XXVII, 1899, tavv. 1-11, n. 7.
[CLl]rvs VICTORIA(E] <1>, fr. 37, 86.
20 [CONC]ORDIA, fr. 22.
cv, Bull. Com. 1899, tavv. 1-11, n. 8.

DA, fr. 83.


(D!A)ETAE l ..• ?, fr. 88.
DION, Bi.ili. Com. 1899, tavv. I-Il, D. 14.

( 1) Cf. jORDAN, Forma, p. 6 0 . (6) Cf. H uELSEN, Diss. Accad. Po11t.


(2) Cf. Atti Co11gr. lntern. cit. p. 119. ser. 11, to. XI, pp. 107-10.
(3) Cf. H UELSEN, Topogr. I, m, pa- (7) La strada, già preesistente con
gina XXIV. altro nome, si chiamò della Vitto ria
(4) Forse d,1 identificare col «bai· dopo l'erezione del tempio omonimo
« neum Pal:ttii » ricord:1to dall'autore (294 a. Cr.). e d:il Velabro saliva al
dell' Epit. de Cauaribus, 19. Palatino, girando il lato nord-ovest
(S) Cf. H UELSEN in Ròm. Mili. 1905, del colle. Cf. A.,.. GERKAN, Der La11f
p. 53, fig. 13 e Topogr. I, 111, 173 nota du Ròm. Sladtma11tr vm11 Kapitol. ~"'"
53 ; Arnt ric. jo1m1. of Archeol. X\'11, A'Ventin in Rom. Mili. XLVI, 1931,
1913, P· 1 S n. i. pp. 177-8.

Cod. 1òpogr.
P I :\ ): T .\ !) I R0 ~f A

DIVO~[VM) <•>, fr. 59, 167, 224.


[DOMVS C]!LONJS, fr. 43.

ER, fr. ro8.


ES, fr. 100.

(G]RAECOST[ADI\'M], fr. I 9·

[HECA)TOSTYLVMC 2 l, fr. P·
llOR(REA), fr. 56.
H(OR)REA CANDELARlA (J), fr. 53·
HORREA LOLLIANA (4), fr. 5I. IO
[HO)RREA •.. MLA?, fr. 55·
HORTI CELON IAE FA BIA[E] (s), fr. 58, 80.
llORTI P{ALLA°!'ITlANI) ?, fr. 57·

1, fr. 78.
IA, fr. 70.
LC, fr. 8 I.
1 1NI, fr. 82.

(1) Cf. Ròm. .'vfitl. 1903, tav. 1. (3) Evidentemente un magazzino di


G. GATI"I, « Saepta illlia » e « Porlic1u cJndele di .:era e merci affini, non ri·
« Aemr1ia » 11ella Forma Severia11a in cordato altr01·c.
81Jl1. Com. cit. p. 129; e L'Urbe cit. (4) Un magazzino ricordato anche
p. I S· in .11cunc iscrizioni · (C. I. L. VI, 4 226,
(2) Un portico di cento colonne o r- 4226 a, 4 239, 9467); compreso forse
dinate su i due lati di un g rosso muro nella regione XIII, e si tuato presso il
mediano (a simiglianza del cosi detto Tevere, nel qu:1rtierc degli « Horrca ».
Pecile della villa Adriana) o di una La costruzione di questo edificio po-
strada. Il portico faceva parte del gruppo trebbe attribuirsi a Marco Lollio, con-
delle costruzioni Pompeiane, fiancheg- sole nel 21 a. Cr., o ad un figlio lii
giandone il lato nord. MARZL.. LE ci fa lui. 0F.SSAU, Prosopogr. Il, p. 295;
sapere che i due boschetti ali' intorno, PAuLv-W1ssowA,Xlll, 1927,col. 1387.
erano abbelliti con statue rappresen- (S) Cilonia Fabia era la moglie di
tanti fiere, fra cui un'orsa (Il, 14, 9; Fabio Cilene, console nel 204 a. Cr.,
III, 19, 1). Andò a fuoco nel 24 7 e i gi:irdini qui indicati dovevano trO·
d. Cr. (GIROLAMO, p. 217 e). Cf. HuEL- varsi sull'Aventino nelle :1di:1cenze
SEN, Topogr. l, 111, p. 5H· della « domus Cilonis ».
DELL'ET\ DI SETTI MIO SEVERO 59

[IN)S\'L[AJ, fr. 7 3.
!~![ER DJY<?~ PONTES <•), fr. 42.
1s ?,fr. 107.
[JSEVJ~! J?[TJ SERAPAEV[M] <», fr. 59, 32, Bttll. Com. 1899, tavv. I-

5 II, n. 25.

(l)A VACRA hl, fr. 59·


Luovs MAGNvs<•>, fr. 4 1 Bull. cit. nn. 16, r7.
f LV]DVS [MA TVTl)NVS Cs), fr. I 02.

M1 fr. 66.
!O MA, fr. 68 .
MACELLV~i ( 6), fr. 60.
MAGNI, fr. 87.
MENTARIA1 fr. 5·
M[ICA AVREAJ(7) ?, fr. 102.
I 5 MINERBAE es>,fr. 2.
MON[VMENTA] ?, fr. 94 ·

MVTATORIVM '9>, fr. 3·

N, fr. 74·
N1 fr. 104 .
20 NAE1 fr. 76.
N.~VALEMFE.R(•o), fr. 61.

o ... v, fr. 105' ,


OR1 fr. ·106.
ORV/lf1 fr. 105.
(t) L'isola Tiberin:t. CC. Pt.UTA RCO, cit. P· I 21.
Popl. 8, 6; GtusnNo MARTIRE, Apol. I, (7) Cf. Lv:-JDSTROM, op. cit. p. 36.
26 ; C/1ro11ogr. 11 . 154, p. 271. (8) Cf. p. 140 nota s.
( 2 ) Cf. Lt;NDSTROM, o p. cit. p. 110 (9) Cf. p. 90 nota 4.
sgg.; GArrl, L'Urbe cit. PP· I s- 6. ( 10) Il 1 ~avaidnferius • o • inferunu,
( 3) LUNDSTRéhl , op. cit. p. I 18 sgg. 'he può essere colloc:ito nell:i regione
l4) Cf. Atti C011gr. bit. cit. p. t 1 S e degli « Horrea,. a sud dcli' Aventino
8111/.Corn.XXVIII, 1899, tav.1- 11,n.16. (Ht!ELSEN, Topogr. I, 111, 145 nota 8 1 ;
(S) Cf. LuNDSTRò M, op. cit. p. 36. SAFLui.:o io Era 11os, XX \'III, 1930,
(6) Di Livia ? Cf. Alti Co11gr. !111. pp. 124-6).
60 PIANTA 01 ROMA

[PA)CIS <•>, fr. 7 5, 332, Bull. Com. I 899, tavv. J-JI, n. 26.
PIS1 fr. 98.
[ PORTICVS AEMl)LIA <», fr. 35, 36.
P(ORTICVSl? INTER V ••• (J), fr. 93·
PORTICY~ LIVIAE, fr. IO, I I, 109. 5
PORTtctvs] M[ELEA)GRI (4), fr. 59, 95, 72, 103, Bull. cit. tavv. 1-u,
O. IO.
[PORTr]CVS OCTAVIAE ET FIL[IPPJ)CS), fr. 33·
[PORTICVS POMPEIA)NA (6), fr. 30, 3I, I IO.

[QUAD)RIVl[VM) ?, fr. 63. IO

R, fr. 92.
RA MCE <1>, fr. 107.
[R)EGIA 1 fr. 21.

s, fr. 7 I.
(SACELLVM ?J l..IBERTAT/S(8), fr. 25.
[S] AE[PTA l)VLl(AJ(9), fr. 95, 72.
SEPT .•• 1 fr. 34·

(1) li foro della Pace. Cf. CoL1N1, la ricostruzione al prefetto urbano Elio
Forum cit. Elvio Dionisio (C. 1. L. VI, 255-6)
(2) Nel quartiere dell'Empor io Ti- che dedicò un lato del portico in onore
berino, tra le vie G. Branca e A. Ve- di Diocleziano (porticus lovia) e l'altro
spucci del quartiere Testaccio (GATII, in onore di Massimiano (porticus Hu-
in Bull. Com. cit. p. 138 sgg.). culea). Cf. LUGLI, op. cit. m, 79-81.
(3) Cf. joRDAN, Forma, p. 61. (7) joRDAN (Forma 11. R. p. 62) pro-
(4) LUNOSTROM, op. cit. P· 120 sgg. pone la lettura uara septem Caesarum ».
123, 127 sgg.; GA-rr1, in L'Urbt cit. M:i la restituzione sembra dubbia, an-
PP· 1 7-8. che percbè qui non sarebbe rispettata
(5) Cf. LususTROM, op. cit. p. 103. la normale grafo del dittongo at. D'al-
(6) Cf. LANCtANI, A11n. l11st. corrisp. tra parte le due iscrizioni (C. I. L. IX,
archeol. LV, 1883, pp. 13-4. Costituiv:i 468o; XIV, 2886), che si potrebbero
un a vasta corte rettangolare con file addurre a ri prova della restituifooe,
Ji colonne parallele, situata dietro la sono state rinvenute fuori di Roma.
scena del teatro di Pompeo, con inclusi (8) ~et foro Traiano. Smm:10 APOL-
giardini ed a111bulatio11es. La costru- LIN. II, 544-5, sembra che alluda a
zione è contemporanea al teatro. A questo sacello, dove aveva luogo la
tempo di Carino subi le sorti della cerimonia della manomissione degli
scena, distrutta dal fuoco (Hist. Aug. schiavi.
Car. 19, 2), ma Diocleziano ne affidò (9) GATTI. in L'U1be cit. p. 18.
D E L L' E T Ì\ D I S E T T I .M 1 O S E V E R O 6r

SEVERI ET ~[N]TON!Nl AV[GG]. NN. (•), fr. 37·


lSV]BVRA, fr. 8.
SYN, fr. roo.

[TE.M)PLVM mrv1) CLA[VDI) {>), fr. 45, 77, 96.


5 THEATRHI [BAL]BI <i>, fr. 29, Bull. cit. tavv. 1-11, n. 2 3.
THEATRV~i JlfA RCELLl (4), fr. 28, I 12.
THEATRV M (PO.\l P)Et, fr. 30.

LTllJERMAE LAGRIP)PAE<s>, Notiz. Scavi, 1900, p. 634 e Bui/. Com.


1901, tav. 1.

10 Vl[A NOVA], fr. 3·


l VlCVS BV]BLARIVS <6 >, fr. 62.
[VICVS) PATRICIVS(7), fr. 9.
[V!CVS) SVMMl CH[ORAGll]C8), fr. 7.
[VILLA) PVBLICA (9>, fr. 97, IO), B11ll. Com. 1899, tavv. 1-11,
I5 n. IO.

(1 ) f:: l' iscrizione sopra un edificio preferiva porla nelln regione degli
appa rtenente :ii due imperatori, che « Horrea » o Testaccio (cf. PLATNER-
non è possibile identificare. AsHBY, op. cit. pp. 571, 6o8). A ri-
(2) Cf. Ròm. Miti. 1903, p. 20 nota 1 guardo di tipiche costru zioni su questo
e tav. 1. Di questi frammenti, rappre- vico vedi PH. HARsu, Tile origills O)
sentanti il « templum divi Claudi », tlie • lmulae • al Ostia in Memoirs of the
è stato recentemente realizzato un più Amuic. Acad. i11 Rome, XII, 1935, p. 64.
es:itto collegamento presso I' A11liqua- (7) Una strada che Jalla Suburra an-
rium, sugli originali, a cura Jel dott. dava fino alla pona Viminate. Passava
Colini. nella valle tra il Cispio e il Viminale, e
(3) Cf. Alli Co11gi. liii. cit. p. 117. corrispondeva per un tratto :ill'odierna
(4) Cf. HuELSEN, Top. I, 111, tav. 1x. via Urbana. Gli etimologist i romani
( 5) Cf. LANClANl, li 1111ovo fra111 - spiega rono il nome con l'imposi-
111wlo riel/a "Formn Urbis n e le lo me zione di Servio Tullio ai patrizi di
di Af!rippa in Bull. Com. XXIX, 1901, abitHc in quel luogo, per poter repri-
p. 3 sgg.; HuELSEN, Die Tliermm tles mere dall' alto una loro eventuale ri-
Agrippa. Ei11 Britrag ~"' Topogr. des bellione (PAOLO-FESTO, p. 247 e
.\forsfeldu i11 R"'11, Rom:i, 1910, p. 15. FESTO, p. 476).
(6) In base ad una coni:tcttura fon- (8) Qualora si accetti il completa-
data sopra un' iscrizione frammentaria mento « vicus », questa strada dove,·a
'(C. 1. L. \'!, 343 = 30743) e ~ulla prendere il nome dal • summum Cho-
connessione col distretto ad Capit11 bu- u ragium », di cui a p. 97.
bula della regione X, la strada si collo- (9) Cf. Rom. Mili. 190). tav. 1;
c:1,·a sul Pal:1.1ino. Più tardi l' HuELSEN LUNDSTRÒM, op. cit. pp. 11 8, 12 5.
PIANTA DI ROMA

FRAMME~TI SE:\ZA lSCRIZIONE, MA IDENTIFICATI

AEDIS HERCVLIS ~lAGN I CVSTOD!s<•>, fr. l IO.


AEDIS MARTIS? (>), fr. I IO.
AEOIS MINERVAE(J), fr. I 16.
ARCVS VESPASIAN I ET TITI (4), fr. 38.

FORVM NERVAE, fr. I 16. 5


llORREA AGRIPPIANA(I), fr. 37, 37', 37" 86.
HORREA GALBANA C6), fr. 36', 36<.

PORTICVS ABSIDATA, fr. II 6 (7).


PORTICVS OCTAVIA (8), fr. I 40.

SEPTIZON1VM, fr. 38'. IO


SEPVLCRUM GALBAE (9), fr. 36 1

THERMAE TRAIAN1(•o>, fr. 109.


VIA PORTVENS!S, fr. I 88 (11) .

(1) cr. A1111. fosti/. CMr. a,.,,,, 1883, e più lussuosa del foro Transitorio
p. 14 ; WIJKSTROM BERTlL, Ti1l Jrogari (4) Nel mezzo della curva del circo
om ltmple11 pa Pian.a Argeritiua io Era- Massimo. Cf. HuELSEN, Topogr. I, 111,
11os, XXVIU, 1930, p. 148 sgg.; lo. io 129 nota 48; Bull. Com. LXII, 1934,
,teta fost. Rom. reg11i Sueciae, Il, 1932, P· 176.
p. 17 sgg.; LUGLI, op. cit. III, 2 3 sgg. (S) Cf.LANCIANI, in Bui/. Com. 1885,
(2) Cf. F. FoRNARI, Di u11 a11tico ltm- pp. 1 57-60; SCHNEll)ER- GRAZIOSJ, in
pio presso il circo Flaminio in Bui/. 81111. Com. loc. cit.
Com. XXXIX, 1911, pp. 261-4; WIJK· (6) cr. GATrI, in 811/l. Com. LXII,
STROM, opp. citt.; BENYT-WAI.L, Por- p. 144 sgg.
ticus Mi111icia in Acta lmt. Rom. regt1i (7) COLINI, Fonm1 cit. p. 31 dcll'cstr.
S11eciae cit. p. 31 sgg.; A. BolITHIUS in (8) Cf. 811/l. Com. XLVI, 1920,
G110111011, 1932, p. 237 sgg. Per una pp. 1s1-5.
:mribuzione a Diana cf. LUGLI, !oc. cit. (9) cr. GATTI, in B11ll. Com. LXII,
(3) Nel foro di Nerva. Fu costruito P· 146.
da Domiziano, che professava alla dea (10) Cf. GAITI, in 811/1. Com. XIV,
un culto speci.de (SuETONIO, Domi/. 1886, pp. 27 3-4; HuELSEN, Topogr. I,
1 5, 3), e dedicato da Nerva (C. I. m, 3q nota 71.
I.. VI, 953 31213). Al tempo di (11) Cf. G. CARETTONI, Rico111posi-
AuRFLIO Vrrr. (De Caes. 12, 2)app:uiva ~iQ11t di 1111a lastra &c. in 8111/. Com.
ancora come la costruzione più alta LXIII, 1936, pp. 161-3.
IL CATALOGO

DELLE QUATTORDICI REGIONI D I ROMA

La divisione topografica di Roma in XIV regioni


risale ad Augusto (7 av . Cr.), il quale profittò dell'oc-
casione per ripri stina re i collegi ed il culto compita-
licio, coordina ndoli co l nuovo ordinamento a mministra-
ti vo (SuETONl O, Aug. 30; CASSIO DIONE, LV, 8, 7;
GATTI in Butt. Com. XVI , 1888, p. 224).
Da principio esse vennero indicate col semplice nu-
mero, e tale uso resta documentato almeno fino all'età
della base dei Vicomagistri (a. 136). .Ma dovette
presto sorgere nel popolo il bisogno di indicare le re-
gioni con un nome che ne agevolasse il riconoscimento
(SuETONIO, Caes. 39; Aug. 5, Nero I 2; De gramtn. 2) ,
nome che, secondo l' H UELSEN (in PLATNER-ASHBY, p. 445
nota l), non sarebbe mai assorto ad indicazione uffi-
ciale. Anzi per l'illustre topografo i titoli, quali si
leggono nei Regionari, rappresentano solo il primo ar-
ticolo della lista degli edifici di ciascuna regione. I po-
tesi a ffatto improba bile, dal momento che alcuni titoli ,
comprendendo in sè l' intiera regione, per questo solo
non potevano rientrare nella lista di singole località o
monumenti. Del resto non mancano iscrizioni da cui
potremmo essere autorizzati a credere che in una data
epoca talu ne regioni fossero indicate con un nome, an-
zichè con un numero (de regione porta Capena, C. /. L.
VI, 1956; [regione] Trasti"berina, ibid. V I, 8461).
IL CATALOGO

I l catalogo delle qua ttordici regioni c1 presenta


subito due gravi problemi che a ffa ticano da tem po i
topografi e la cui soluzione non sembra a ncora agevol-
mente raggiungibile : le finalità che si prefisse il primo
reda ttore e l'epoca della compilaz ione.
Nel secolo passato fu generalmente accettata la
teoria, che ebbe i più a utorevoli assertori in Sarti, Bun -
sen , Becker, Preller, Jordan, secondo la quale il cata-
logo sarebbe s tato originariamente una descrizion e dei
confini delle regioni. A questa teoria aderl anche il
LAN CIANI (R icerche sulle XIV R egz'onz' urbane in Butl.
Com. XVI II, 1890 1 p . 125 sgg.), il quale però suppose
che il compilatore, volendo indicare approssimativa-
mente i confini di ciascuna regione, trascrivesse da una
pianta della città i nom i di quei« caposaldi »che più si
avvicinavano a ll a linea di confine, dando la preferenza
assoluta ai nomi delle s trade e delle piazze, per l'ovvia
ragione ch 'egli aveva interesse, trattandosi di un peri-
me tro, a rilevare linee o superfici relativamente vaste.
Quindi , secondo il Lancia ni, parecchi nomi del catalogo,
che sembran o designare monumenti, non indicherebbero
in realtà che le s trade da essi denominate. Contro
questa teoria, assolutamente inammissibile, perchè nel
catalogo vengono elencati monumenti situati nell'in-
terno delle var ie regioni, si sch iera rono 11 H UELSEN
(Il Foro B oari·o e le sue adi'acenze in D ùs. A ccad. Pont.
Archeol. 11 1 VI, 260 no ta), il Rrc HTER (Topographi'e
der Stadt R om, Mi.inchen 1901), e in un recentissimo
s tudio ARVAST NoRDH (Pro/egomena tzll den ronierska
R egionskatalogen, Goteborg 1936) 1 il quale ha avan-
zato nuove ipotesi, che si impongono per una certa
DELLE QUATTORDICI REGIONI D I ROMA 65

loro genialità, non disgiunta da una· serietà rigorosa di


indagine sulle fonti le tterarie ed epigrafich.e . Partendo
dal fatto che ogni descrizione di regione si inizia con un
« continet », èhe trova riscontro anche nel « continet
«in se» di una descrizione di Costantinopoli dell'età di
T eodosio Il, esemplata su quella di Roma (in O. SEEK,
Notdia D zgnz'tatum Berolini, 1876), e osservando che
i monumenti non seguono gli orli delle regioni, il Nordh
ha giustamente respin.to l'opinione un tempo corrente;
e la sua argomentazione a questo riguardo può consi-
derarsi definiti va.
Non siamo ugualmente d 'accordo sulla teoria, da
lui avanzata, secondo la quale il primo strato del cata-
logo avrebbe costituito una lista di « subregiones »,
non soltanto indirizzi e indicazioni approssimative di
vicinanza, ma vere e fissate suddivisioni delle regioni,
con nomi di edifizi, piazze &c. Che molte delle indi-
cazioni locali del catalogo possano essere state indi-
rizzi e denominazioni di distre tti entrate nell'uso co-
mune, sembra dimostrato dalla tradizione le tteraria,
e specialmente dagli indirizzi di artieri e operai, ricor-
dati nelle iscrizioni. Ma che queste denominazioni
dall'uso popolare siano passate a indicare i nomi uffi-
ciali dei distretti, non è dimostrato da a lcun documento.
Inoltre, se taluni monumenti possono aver dato il nome
alla zona circostante, come da monumenti avevano preso
il nome a lcune delle regioni, è tutta via da osservare
che certe voci del catalogo non possono assoluta mente
rappresentare il nome di « su bregiones », in quanto de-
signano loca lità contigue tra loro e talune perfino con -
tenute in più ampie costruzioni. A questa obiezione
<.od. Topvs r. 5
66 IL CATALOGO

il Nordh oppone una comoda teoria: che tali voci man-


cavano nella lista primitiva, e che rappresentano inter-
polazioni posteriori di chi, perduto di vista il criterio se-
guito dal primo redattore, inconsapevolmente trasformò
l'elenco dei distretti in una descrizione della città.
Intimamente collegata con la precedente è la que-
stione del tempo in cui fu redatto il catalogo. A questo
rigua rdo era stato osservato che in esso si ricordano
la basilica, il portico, le term e di Costa ntino; nessun ac-
cenno invece a ll'a rco (quello menzionato nella regione X I
pare debba identificarsi col « lanus Quadrifrons » del
foro Boario); e poichè le prime sono opere posteriori
all'ottobre 312, cioè alla vittoria di Costantino su Mas-
senzio, e l'arco è del 315-6, se ne voleva dedurre che
il catalogo fosse stato redatto tra queste due epoche
(sebbene vi mancasse il ricordo anche di altri archi che
pure esistevano, come quello di Tito e di Settimio Se-
vero). Ad ogni modo il catalogo si riteneva posteriore
al 312 . I l Nordh però, ricollegando la ques tione cro-
nologica a l cara ttere del documento, da lui ritenu to
una lista ufficiale di « subregiones », ripor ta la compila-
zione del testo primitivo a ll 'e tà Dioclezia nea, quando
Roma ricevet te un'amm inistra zione a utonoma fu ori
delle diocesi; e crede che i ricordi di monumenti pos te-
riori a que ll 'cpoc.a siano da considera re interpolazioni.
Noi non ci dissimuliamo il pericolo, già accennato, a
cui si può andare incontro accettando la teoria delle
in terpolazioni; ma indubbiamente il ca ta logo, quale si
prcsen ta, fornisce elementi che lasciano pensare ad una
redazione precostantinia na: l'assenza di qualsiasi ac-
cenno al cristianesimo, diven uto religione di S tato, e
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI R OMA 6-/

il ricordo invece di corpi mili tari che non esistevano


più, come quello dei pre toriani, sciolto da Costantino.
D 'altra parte, se ques ti indizi sembrano avvalorare
l'opinione del Nordh, essa presenta gl' inconvenienti
già notati dal B o :ETHI US (Athenaeum, nuova ser. XIV,
1936, pp. 216-7), e cioè la difficoltà di distinguere le
voci della prima lis ta da quelle interpolate, e l'altra,
non meno grave, che, essendo stato il catalogo Co-
stantinopolitano di T eodosio II modellato su quello
di Roma, ed avendo esso un carattere prevalente-
mente descrittivo, ci costringe ad ammettere che il
catalogo Romano avesse perduto in un tempo breve
il primitivo aspetto, per assumere quello di una lista
periegetica.
Concludendo, il catalogo presenta dati di fatto che
permettono di riportarlo ad una età precostantiniana e
di ritenere ·gli articoli, riferibili ad anni successivi,
come rimaneggiamento del testo o lavoro di interpola-
zione. Circa la finalità dell'opera osserveremo che ac-
canto ad una parte descrittiva, essa ne presenta una
statistica amministrativa, con tutta probabilità desunta
da documenti ufficiali della prefettura urbana. Con le
divisioni distrettuali, segnate dalle edicole; l'elenca zione
degli ufficiali civili che vi eran preposti; con la stati-
stica delle abi tazioni e la distribuzione delle fontane e
dei bagni; con il computo dei maga.z.zini e forni; con la
designazione di collegi o di corpi militari o militariz-
zati, des tinati a servigi urbani, il catalogo diventa anche
un indice della vita amministrativa romana e, almeno
so tto ques to aspetto, il fine statistico del documento
sembra palese.
68 IL CATALOGO

T ale nostro punto di vista troverebbe una conferma


m quello che potrebbe essere sta to, come si vedrà, il
titolo del catalogo originale : ROMA - ANNONA
URBIS ROMAE.
Il ca ta logo delle regioni non ci è pervenuto nella
forma originale, ma in due redazioni posteriori: l'una
senza titolo, e chiamata ordinariamente Notz"tz"a urbz's
Romae regz.onum Xliii, l'altra intitolata Curi·osum
urbù Romae regz"onum XlI 1 I (in una contaminazione
delle due redazioni si trova ancheRegiones urbù Romae).
Lo JORDAN (Forma urbis Romae, p. 47) non escludeva
che il titolo, come si legge in Curiosum, potesse essere
stato quello dell'arche tipo, sostituendo però al barba-
rismo curiosum un vocabolo più schiettamente latino.
Noi facciamo rilevare una singola re coincidenza, e cioè
la presenza della stessa parola, in funzione avverbiale,
nel proemio alla descrizione di Costantinopoli: « Saepe
cc litteris dediti, quos pro ingenii facultate latentium

cc rerum cura sollicitat, nunc peregrina gentium nunc

«secreta terrarum curi osi u s animo peragrante me-


<c tiuntur, ne quid ad familiaris scientiae detrimentum

« relinquatur ignotum >> (SEECK, op. cit. p. 229). La


coincidenza, forse non fortuita, .fa supporre che il ti-
tolo di Curz"osum sia da attribuire a qualche barbaro
copista.
Passiamo ora ad esaminare i rapporti che interce-
dono tra le due redazioni. Quella che, per opportunità
di riferimento ai testi a stampa, continueremo a chia-
mare Notitia, era ritenuta non più antica del 334, perchè
vi si ricorda la statua equestre di Costantino, dedicata
appunto in quell'anno, e anteriore al 357, perchè non vi
DELLE QUATTO R O I CI REGI ON I DI R O.MA 69

figura il sesto obelisco, quello innalzato allora da Co-


stanzo II nel circo Massimo. Il Curi·osum invece men-
ziona questo obel isco, e quindi era considerato pos te-
riore a l 357 1 ma a nteriore a l 449, nel qual a nno Polemio
Silvio si servì delle a ppendici di Curiosum per il suo
latercolo. Qualcuno avrebbe voluto res tringere an-
cora i limiti tra il 357 e il 403, perchè in Ct.1,rz"osum non
v'è accenno alle mura restaurate da Onorio; ma non
si parla nemmeno di quelle Aureliane, costruite nel
270-82.
Contro questa teoria, messa innanzi dal Mommsen,
e seguita dallo Jordan, che faceva di Curiosum e Notùz·a
rielaborazioni indipendenti di una medesima fonte, si
schiera il Nordh, riprendendo un' idea già avanzata dal
Preller. Egli a bbandona le conclusioni finora tratte
dalla presenza o mancanza di questa o quella voce nel-
l'una o nell 'altra redazione, in quanto considera il cata-
logo regiona rio, quale è oggi, il risulta to del rima-
neggiamento di un testo avvenuto nel corso degli anni,
con criteri diversi dai primitivi, quando lo scopo ori-
ginale era caduto in dimenticanza. Per lui l'articolo
e< eq uus Constantini », nel significato di statua equestre,

sarebbe una locuzione propria del latino volgare, e rap-


presenterebbe un'aggiunta di epoca posteriore, fatta nel
manoscritto, divenu10 poi l'archetipo di Notziia. E
così la menzion e del sesto obelisco, che si fa nel più
antico codice oggi conosciuto di Curz.osum, non potrebbe
obbligarci a credere che essa ricorresse anche nei pre-
cedenti manoscritti del medesimo. D 'a ltra parte il
Nordh vede un a rgomento positiYo, per la provenienza
del tes to di No#tz·a da un tempo postconstantiniano,
IL CATALOGO

nell'attributo« divus »dato a Costantino, e in base a ll 'e-


same degli articoli, in cui quell'attributo apparisce o
manca, respinge l'opinione del Mommsen e dello Jordan,
che si tratti di un'aggiunta del copista. Secondo il
Nordh non c'è dunque un argomento decisivo per la
priorità di N otz'tia, anzi dall'esame filologico del docu-
mento e dalle aggiunte che esso presenta, si arriva a
conclusioni affat to opposte: cioè alla priorità di Curiosum
e alla derivazione di Notz'tz'a da esso. Il che elimi-
nerebbe da ogni discussione quell' « Urschrift >> base
comune della Notitz'a e Curi'osum, ammessa anche dal
GRAFFUNDER ( PAUL v- Wrssow A, R eal-Encycl. n serie,

I , 479), e da cui le due redazioni discenderebbero


indipendentemente.
Il Nordh a riprova della sua teoria, anche per noi
accettabile, che riconosce una priorità cronologica di
Curi'osum su Notz'tz'a, tenta di spiegare la genesi dei
due testi.
Egli afferma che ben pres to dovette cominciare un
lavorio di ampliamento del catalogo primitivo, a mplia-
mento che col te mpo sboccò nella redazione Curz'osum.
Aperta la porta all'interpolazione, questo processo di
sviluppo continuò, e il risulta to di esso sarebbe rap-
presentato dal testo di Notdz'a, che presenta un notevole
aumento nel numero degli a rticoli.
Quali intimi rapporti originariamente esistessero tra
le due pa rti , descrittiva e statistica, da noi ammesse, non
è possibile precisare a llo sta to attua le del testo, alterato
com'è da interpolazioni. Certo la natura del documento,
inizialmente non comportava una de ttagliata descri-
zione della città; che però prendeva il rilievo delle sue
DELLE QUATTORDICI HEG!Ot..;I DI ROMA 71

linee dall'indicazione dei monumenti che a l compilatore


apparivano di particolare significato. E troviamo in
qualche modo ingiustificata la continua insistenza
con cui i topografi lamentano nel catalogo talune omis-
sioni: cosl dei mausolei di ,Adriano e di Augusto, dei
Saepta, dei portici di Pompeo e dell'H ecatostylon, degli
archi di Tito, Settimio Severo e Costantino.
Possono ritenersi queste per vere omission i ?
Cominceremo da ll'osservare che, per certi monurncn ti,
l'indicazione, più vasta, della circoscrizione su cui sorge-
vano ne rendeva superflua la particolare menzione, tanto
più se si prescinde dall'attribuire a l compilatore di questo
testo un fine esclusivamente descrittivo. Pertanto negli
« Horti Domities» potrebbe esser compreso il mausoleo di
Adriano, che vi sorgeva sopra, come nell'articolo «Campus
«Martius », il mausoleo di Augusto e monumenti minori
augustei, che sembrano tra lasciati senza evidente ragione.
Questo rifuggir dal dettaglio del monumento, per
sostituire nell'elenco un'intiera zona, è nell'abitudine
del compilatore, tanto vero che colla sola voce «Capito-
<dium »egli sintetizza l'intiera zona monumentale del colle.
E con queste forme di designazioni sin tetiche vor-
remmo spiegare le notate omissioni dei porti ci di Pom-
peo e dell'Hecatostylon, a nostro avviso compresi sotto
l'articolo «Thea trum Pompei ».
I Saepta nel ta rdo impero avevano perduto la loro
importanza col cessare della funzion e dei comizi ed
erano stati ad ibiti ad usi diversi. Ma se non ne tro-
viamo esplicita menzione, è fo rse perchè vengono elen-
ca ti due portici che ne segnavano il limite su due lati:
quello di Mcleagro e l'altro degl i Argonauti.
IL CATALOGO

Quanto agli a rchi, cominceremo dall'escludere dalle


omissioni quello di Costantino, ri tenendo noi il catalogo
di e tà dioclez ia nea. Più difficile a ppa re la g iustificazione
degli a ltri <lue a rchi omessi, se non s i vuol concedere
che. sorgendo essi in mta zona densa di monumenti, è
probabile che la loro importanza topografica perdesse
molto del suo valore in confronto di edi fici di più rile-
vante significato.
Passando ora all'attendibilità dei dati statistici,
a pa rte le a lterazioni numeri che attribuibili agli a ma-
nuensi, osservere mo fin d'ora le rilevanti discordanze
tra i numeri dell 'appendice e quell i del tes to, che spie-
gheremmo con l'uso di statistiche risalenti ad epoche
diverse. Ma non s'in tende come mai il compila tore,
che poteva avere a disposizione statistiche ufficiali,
presenti, per certe regioni, cifre rispecchianti uno svi-
luppo urbanis tico molto a nteriore a quello dell'e tà sua.
Perchè, ad esempio, rima ne inesplicabile come il Pa la-
tino, in massima pa rte occupato da costruzioni impe-
riali, potesse offrire lo spazio per 20 qua rtieri, 89 domus,
2742 z'nsulae, nè si spiega come il numero de i vici, 6
secondo la base dei Vicomagistri , fosse salito a 20, men-
tre, stando all e vicende edilizie del colle, il fenomeno do-
vrebbe presentarsi al contra rio. Si dica altrettanto
della regione VIII , quasi tutta occupa ta dai Fori.
E così giu ng ia mo a llo s tudio dei rapporti tra il testo
e le due a ppendici. Il Preller, e pi ù decisamente lo
J ordan, ritennero che entra mbe le appendici fossero
collegate tr~ loro e col testo delle precedenti regioni, e
quindi costi tuissero, fin dal principio, una stessa unità
organica. Il Becker aveva però già dubitato per molte
DELLE QUATTORDICI REGIO~! DI RO M A 73

ragioni, che non specificava, della presenza, nell'origi-


nal e, della prima appendice. Noi seguiamo la recente
opinione del Nordh, il quale esclude senz'altro che le due
appendici siano apparse contemporaneamente, perchè se
la prima fosse s tata, come ora, intercalata tra il testo
e quella che è l'appendice seconda, non si intenderebbe
quell' « Horum brev iarium n, che deve immediatamente
ricongiungersi col tes to delle regioni. E tale teoria,
che esclude una duplice appendice originaria, trova una
conferma nel fatto che anche il catalogo di Costantino-
poli ha una sola appendice, corrispondente alla seconda
del ca talogo regionale romano, anche nella intitolazione,
perchè ali'« Horum breviarium n fa riscontro la più dif-
fusa premessa dell 'altro: « intra quas saepta civitas
« contine t in se omnia singilatim memorata, quae nunc
<< ad firmioris memoriae qualitatem summatim collec ta
<< referemus ». Nell 'appendice seconda del catalogo ro-
mano non figurano alcune categorie (terme, basiliche,
fori) annoverate invece nell'appendice costantinopol i-
tana, e da ciò si è indotti a credere che in origine non
mancassero. E quindi molto probabile che un rimaneg-
giatore del testo abbia estratto dalla originaria appen-
dice alcune categorie di monumenti, dei quali era in
grado di dare un elenco nominativo, e aggiungendo
nuove categorie (ponti , monti, vie, acque) abbia messo
insieme quell'appendice prima, che nell'ordina mento at-
tuale è stata intercalata tra il testo e la sua appendice
. . .
ongmana.

I codici dei quali ci siamo serviti per la nos tra ed i-


e
zione del uriosum sono :
74 l L C .\ T A LO G O
- - --- - -
A - Vaticano la t. 3321, membranaceo, del sec. vm,
serino ìn onciale (cf. C. H. BEESON, lsidorstudien .
Que!!cn 1md Untersuchungen :;ur latcinisc!ten P!ti!o-
logie des J!fittelalters, IV, 2, p. 127; E. A. Lo wE, T!te
B enevenlan Script, Oxford, 19q, p. 363). In principio,
nel foglio cartaceo di guardia, si legge di mano di
Fulvio Orsini, che ne fu il p ossessore: << Lexicon di voce
«sacre et profane con alcune operette cli f s i<loro I spa-
« k:n se, et altri, scritto di Lettere maiuscole, in 40 in
<(carta pergamena, tocco dal Panormita. Fu lv . U rs. ».
Al foglio di guardia succedono due carte non nume-
ra te, con scr ittura onciale; seguono poi il Glossario; Sy-
nonima, con aggiunte posteriori; Dijferentiae verborum
Hisidori izmi.orù, cioè le Etymologi·ae, e, intercalato a
queste, il Curiosum (cc. 225b-228b). Ncll'ulcima carta
si legge : « An t. Panorm i tae ». I I cocl ice fu seri eco pro-
ba bi I men te nell' I ta lìa centrale (cf. Lo wE, Cod. Lat.
Anliquiores, I , Oxford, I 934, p. 6) e deve discendere
da un ms. in capitale, come dimostrano caratterìstici
scambi di leuere (NoRDH, op. cit. p. 4).
B - Vaticano la t. 1984, membranaceo, dei secc. x1-
x11. li cod. è scritto da di,·erse mani, in tempi diffe-
renti. Contiene frammenti d el Breviarium di EuTROPIO
con le aggìunte di PAOLO DIACONO e di L ANDOLFO
SAGACE; il Cun·osum (cc . 7 a- 8 b) a cu i segue il Miracu-
lum primwn. CapitoliumRome; il concordalO d i Vv'orms;
un catalogo degli imperatori da Augusto a Costanzo,
figlio di Costantino; g li esordi del regno degli Assiri,
delle Amazzoni e degli Sci ti; l'ecc idio dì Troia; un fram-
men to dell' Hùtoria Francorum; l'Hùtoria La11gobardo-
rum di PAOLO DIACONO, incomple ta; l'Histori'aApolloni
DELLE QUATTORDICI REGIO~I D I ROMA 75

regz's Tyrz'; Atexandri .Afacedonis


epistuta ad Arz'stotilem;
nuov i frammenti della /Jistoria Langobardonmz; estratti
delle controversie d ei Longobardi coi papi, ricavati
dal fal so decreto di Adriano I ; alcuni es tra tti dal Li'ber
Pontificalis riguardanti Zaccaria, S tcfano II e II I ,
Leone III; atti di pontefi ci m escola ti ad a nna li romani
(cf. B. NoGARA, codd. Vatic. Latz'ni, I I I , pp. 387- 90) .
C - Vaticano lat. 3227, membranaceo, ìn scr ittura
beneventa na . Contier e le F ilippiche di C rcERON E; Ver-
szts XlI S apz'entum (Poet. lat. ?'m°n. ecl. E· BHRENS, IV,
p . 139, n. i41); l'inn o O R onza nobilis; il carme ama-
torio ad un fanciullo: O admirabile Vi:ncris ydoltmz; la
descrizione delle regioni di Roma (cc. 8 r a-83 a); il
Somnium Scipionz's di CrcERO:XE. Il cod ice deve a\·er
appartenuto probabi lmente al monastrro cli Montecas-
sino, perchè nel margine della c. 2+ a è seri tto: «Casi-
« num » e nell 'ultimo foglio è ripe tuto più volte: « R ay-
« na ldus <lei gratia » (aba te dal 11 37 a l II55). In
principio, nel foglio cartaceo di guardia, s i trova , anche
qui di mano di Fulvio Ors ini: « P hilipp iche di Cicerone di
« Lettera Longobarda, Sogno di Scipione, et P. Vittore
«epitoma to. Fui. urs. ». ·econdo il L owF. (Tlu Benevcn-
tan script, p. 362), il codice sa re bbe dell'inizio del sec. x 1r;
secondo il BANNISTER (/l!/011 ument z' Vaticani di paleografia
musz'ca!elatina, L ipsia, 191 3, p. 125, n. 356) le Fiùppidte
e i Versus XlI Sapientwn sa rebbero della (1nc dcl scc. x1,
e il r esto della prima metà del sec. x11. Cf. anche•
L. TRAUilE, O R oma nobilis in Ab!tandlung. d. pizi/.
philol. kl. dcr kg!. Bayer. Akad. XIX, 189 1, p. 300.
D - 'bibl. Laurenziana cli 1'irenzc, plu teo 89 sup . 67,
m embra naceo, del sec. x. Nel margine• SL1pcriore della
IL CATALOGO

c. I si legge il titolo: D escripti.ones terrarum et aquarmn


a romanù script[oribus]. Il cod. contiene: la Cosmo-
graphia dell o pseudo-Etico, e rroneamente intirolata
Ortlt0graphia ; ltz.nerarium Provùztiarum Antoni'i (Anto-
nùiz) Augusti·; ltù,zerarium rnarùùnum, quae loca tangere
navigaturus de beat; ltz.nerarium portuum ve! posiHo na-
vium; De scptem montibus Romanae urbis; De aquarum
ductz.bus Romam rigantibus; R egiones urbis R omae cum
brevi·ariis suù (cc. 34 b-37 a). Il codice ci o ffre una
parte di quei tes ti, a carattere geogra fico, co mpresi, come
vedremo, nel ms. Spirense di J\Totùz'a. La lezione del
catalogo rwl ms. Laurenziano rappresenta una forma
di contaminazione tra Notitia e Curi·osum, come se il
compilatore avesse tenuto so tt'occhio, contemporanea-
mente, i due tes ti. E: però eia rilevare una spiccata
preva lenza numerica delle concorda nze con Jilotitia.
Ciò non toglie tuttavia che il testo presenti una im-
pronta tu tea propria, che non permet te di riportarlo
nel gruppo dei manoscritti dell 'un a o dell 'altra reda-
zione. Comincia infatti con un titolo suo particolare;
elenca due a rticoli che non si riscontrano in alcuno
dei mss. di Notitia o Cttriosum (« F ortunium », « Priva-
« tam Tra ia ni »); come a nche dà indicazion i numeriche
difformi da quelle della comune tradizione mano-
scritta dei due tes ti, o grafie correttissime (« Pa r tho-
<< rum », « Tiri dacis ») contro le com uni scorrez ioni degli

altri codici. U n'altra caratteristica è ra ppresentata da


pa rticola rità formali, per cui i membri di un periodo
vengono coll ega ti con un pa rticipi o congiunto ((( ha-
« ben tem in tus gradus ... ») o mess i in a ntitesi con una
avversativa (« maior vero pedes .. . ») e eh<' rivdano nel
DELLE QUATTORDICI REGIONI D I RO~lA 77

trascrittore preoccupazioni stilitiche, ignote ad a ltri


manoscritti. Nè tralasceremo di rilevare i titoli ag-
giunti (« De Bibliothecis. Bibliothecas totius Romane
'' urbis publicas .xxvm. », «D e Obeliscis. Obcliscos totius
<< Roman~ urbis sex») o i tentativi di esegrsi di un'arti-
colo, come« officinae pistoriae ii per « pistrinae n, « celum
« respicien tem » per « caelespicem 1>, o ri tocchi per uni-
formare le \'Oci di un elenco (<< Prob ia nus » per « Probi »).
Finora le lez ioni di ques to codice sono state appoggiate
al tes to di Notùz"a; noi invece abbiamo trovato neces-
sario di darle subi ta col Curi·osum, per mettere il lettore
in immediato con tatto con un testo così cara tteristico,
ed anche perchè l'anticipazione non rende più difficol-
toso un eventuale raffronto coi mss. di Notz"ti"a.
E: precisabile l'epoca in cui venne formandos i que-
sta contam inazione pervenutaci nel cod. Laurenziano ?
Basandosi su concordanze numeriche tra le lezioni del
breviario di questo catalogo e la storia che va sotto il
nome di Zaccaria re tore, taluni hanno sosten uto (Preller,
Jordan) che nella metà del vr secolo l'au tore della
storia, verosimilmente, si servisse di un esemplare che
già presentava una contaminazione nella forma del
cod. D. Il che non appare impossibile; ma non è da
escludere nemmeno che l'autore del tes to siriaco possa
essersi servito di uno so lta nto dei due testi che poi
confluirono nella contaminazione.
Per la Notz"tz"a abbiamo preso a base i cod ici se-
guen tt:
A - Nazionale di Vienna la t. 162 (his t. prof. 629),
mem bra naceo, del sec. ix. Contiene, oltre a l catalogo
delle regioni (cc. I a-5 a), la descrizione di Cos tantino-
I L C.\ T A L O G O

poli, il glossario latino-tedesco di Rabano Mauro e


Gtossae spirituales Ùtxta Eucherium epùcopum.
B - Codice della cattedrale di . pira, andato perduto
dopo la metà del sec. XVI. Conteneva: Szius et descrzptio
orbis terrarwn (pseudo-ETico); l tinerarium Antonim';
De montibus et aquù urbis Romae; Li'ber de mensura or-
bz's terrae (Drcu1L); Notitia Gatlz'arum; Laterculus Po-
LEMH STLVJI; De montibus, portz's et vi'ù urbis Rcmae;
De rebus bettiàs; Altercatio Hadrz'am· Augusti' et E pz'ctetz'
phi'fosopld; Descriptz'o urbz's Romae; Descnpti'o urbù
Constantinopolz'tanae; De gradibus cognationum; Notz'tz'a
.Dignitatutn. Gli ultimi sei opuscoli erano abbelliti da
illustrazioni, come ci dimostrano le riproduzioni degli
apografi, in uno dei quali, il Monacense, le origi nali
pitture essendo state alterate, per volontà dd desti-
natario vennero riesemplate, in fogli a parte, su quelle
dell'originale con la fedeltà più scrupolosa.
Alla descrizione di Roma era premessa una figura
muliebre, maestosamente assisa in solio, con una lancia
nella sinistra e poggiante la destra su di uno scudo.
Sopra l'inquadratura spiccava la leggenda « Urbs quae
1< a liqua ndo desolata, nunc clariosior [sic] piissimo im-

(( perio restaura to », probabile a llusione a lla restaura-


zione carolingia dcli' Impero. Chi sia da ravvisarsi nella
maestà assisa, è detto dalla parola RO - MA, divisa
negli angoli superiori del disegno; in basso, ugualmente
divisa neg li spazi angolari destro e si nistro, appare un 'a l-
tra leggenda : ANNONA - VRBIS ROMAE.
Quale rapporto possa esistere tra questa seconda
leggenda e la figura, come è rappresentata, non appare
perspicuo; d'altra parte non è facil e ammettere che
DELLE Q U r\ T T OH I) ICI H E G I ON I D l }{O M .\ 79

possa t rattarsi di una a rbitra ria e fantastica invf>nzion e


del di5egnaLOre. Si può quindi legittimamente presu-
mere che tali parole, già nell'archetipo, entrassero nel
titolo del ca ca logo. f n caso afferma ti ,·o, noi tro,·e-
remmo nella duplice lrggenda « Roma - Annona urbis
« Ro mae» la prova del carattere descrittivo del catalogo
cd insieme amm inis trati\'o e statistico, conforme alla
duplice natura che abbiamo creclu to <li riconoscervi .
L o Sp irense d oveva discendere, a ttraverso uno o
più deriva ti, da un a rche tipo non a nteriore a ll'825,
anno in cu i fu finito di scri,•ere il libro <le i D icui l ; ma
non posteriore a l sec. x, quando da un gemello dello
S pirense furono trat te a lcune cop ie parzia li, limita te
cioè a lla cosmografia, a ll 'i cinerario, a l Di cui l (cf. SEECK,
Quaestioncs de «Notitia Dignitatum», Berolini , 1872,
pp. q ., 17-8e1\'otitia Digm"tatum, pp. ix- x1; 1\lo~1M­
SE'.'1, /ltfo1t. Cerm . hist. C!tronica minora, I, pp. 527-9).

Del cod ice di Spira rimangono copie, fatte con cura,


che ci compensano della sua perdita:
a - bibl. Bodlciana di Oxford 19854, g ià Canoniciano
misceli. la t. 378, membranaceo. cc. 81 a-84 a. Da Ve-
nezia passò per acquisto a lla Bodleiana nel i817. L 'ul -
timo testo della raccolta terminava con queste pa role:
« Excmplata est hec cosmographia, que Scoti dicitur,
« cum picturis cx vetustissimo codice quem ha bui ex
« Spirensi bibliotheca, a nno Domini Mccccxxx vr, mense
« ianua rio, dum ego Pe trus Donatus, Dc i pacien tia
« episcopus Padua nus, vice sanc tissimi domini Eugenii
u papc II I I generali Basi liensi concilio presiderem ».
Dopo questa sottoscrizione furono agg iunti due tes ti
nuovi: « Dem.ensuratio provùzciarum quae non eral in
80 IL CATALOGO

(( praeceden ti codice, sed de antiquo libro excerpta )),


e Cyri·aà Anconitani· de septem mundi· spectaculis, in
greco e in latino, di mano dello stesso Ciriaco. Sarebbe
questa la copia fatta eseguire da Pie tro Donato (cf.
SEECK, Zur Kritik der «Notitz·a Dignz.tatum » in H ermes,
IX, 1875 1 pp. 222- 3 1 225-6; C. J u.LLTAN, Note sur un
manuscrit de la «Notz'#a Dignz.tatu,m » in Mélanges
d'Archéol. et d'Hist. I, 1881 , pp. 284- 5).
b - bibl. Nazionale di Parigi lat. 9661, membra-
naceo, del sec. xv (il catalogo è a cc. 66 a-68 a) ; non
deriva dalla copia di Donato (cf. SEECK, H ermes cit.
p. 221 e H. 0!\tONT , Notitia Dzgnùatum lmperii' Ro-
mani. Reproductz'on reduite des I05 mz.nz.atures du ms.
lat. 966r de la Bz'bl. Nat. Paris).
c - bibl. Nazionale di Vienna lat. 3103 (Salisburg.
18 b), oggi a Trento, scritto «anno Domini 1484 »,
come si legge alla fine del codice stesso (il catalogo è a.
cc. 65 b-67 b). Cf. SEECK, Hermes cit. pp. 221 - 2.
Il ma noscritto è senza illustrazioni, per le quali sono
stati lasciati qua e là spazi in bianco.
d - bibl. di Stato di Monaco, lat. 10291 (Palat. 291) 1
membranaceo (il catalogo è a cc. 81 a-84 a). E una
copia, notevole per l'eleganza d ei caratteri e per la
bellezza delle illustrazioni, eseguita nel 1542 1 come è
indicato sotto 11 immagine di Roma, e con questa av-
vertenza in principio, scritta tra il 1544 e il 15 51: « Hic
« liber, cui titulus I tinerarium Antonini, ad verum atque
« a rchetypum exemplar descriptus Illu strissimo Principi
« ac domino domino Othoni Henrico, Comi ti Palatino
« Rheni, utriusque Bavarie Duci &c. tanquam anti-
« quitatis amatori atque indagatori s tudiosissimo, a ve-
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 81

c1 nerabilibus ac hones tis Cathedralis Ecclesie Spirensis


<1 D ecano atque Canonico [Canonicis ?] dono m1ssus
11 es t » (cf. SEECK, H ermes cit. pp. 218-28) •
1

All' infuori del codice Parigino, che rimane dubbio se


provenga direttamente dalloSpirense, gli altri sono tutte
copie dire tte; e per questa famiglia noi teniamo conto di
ques ti soli quattro codici, senza curarci di altri, che dallo
Spircnsc non discendono immediatamente, come a d es.:
il cod. della bibl. di Stato di Monaco lat . 794
(vict. 99) del sec. xv (cf. SEECK, H ermes cit. p . 223);
il cod. della bibl. Nazionale di Madrid Res. 36
(già Q 129) del sec. xv (cf. MoMMSEN, Mon. Germ.
hùt. Chronùa mi·n. I, p. 530);
il cod. della bibl. Nazionale di Vienna n. 12825
(suppi. 14) del sec. xv (cf. A. PARTHEY e M. PINDER,
. lt-ù-zcrarium Antonùii Aug. Berolini, 1848, p. xxv);
il cod. della bibl. Nazionale di Parigi, nouv. acquis.
1424, g ià posseduto dal card inale Francesco Soderini,
1 !\cl 1890 H. OMOi-;T (Le plus muien manuscril de la «Notilia
« Dignilalum" in Jllbnoires de la Sociité N at. des antiguaires de France,
Paris, VI sér. to. 51, 1890, p. 225 sgg.) richiamò l'attenzione sopra alcuni
fogli d ' un ms. intitolato Mappa Afundi, e acquistati da Th. Phillipps per la
sua biblioteca (oggi a Cheltenham), dove presero il numero 16397. Quei
fogli l.'rano un framm en to dd la Notitia Dignitatum, e in fine vi si leggeva:
« Explicit Mappa Mundi scriptum per Antoni um Angeli de Aquila, sub
«anno Domini J\lillcs imoccccxxv11, dc mense iulii, die x1 11 eiusdem mensis•.
11 tes to concorda va qu asi sempre coi mss . di Oxford, Parigi, Vienna e Mo-
naco, e non por tava nuove vari an ti; ma se il codice intero comprendeva,
come potrebbe far credere il titolo di Afappa Afundi, anche gli altri tes ti
che nello Spìrense erano accompagnati alla Noiitia, si sarebbe avuto, di
questa famigli;1, uu esemplare ancora più antico di quello del 1436. Un
('scmplarc dcl 1427 è ricordato da Girolamo Surita nella edizione dcll'lli11e-
rario di. l11!011i110 (Coloniae Agrippinac, 16oo. p. 174) : e codex bibliothecac
• N('apolitanorum regum, qui postca Cardinalis de Ursinis fuit, anno 1427
• exscriptu~ •.

l'nd. lorn;;r. 6
IL CA TALOGO

e probabilmente copia per lui esegui ta tra il dicembre


I 523 e il 1524 (cf. JULLI AN, Un nzanuscrit de fa« No-
« titi·a Dignitatu.m » cit. p. 285 sgg.);
il cod. della bibl. Nazionale di Vienna lat. 3102
(Salisburg. 30 b) oggi a Trento, copiato dal cod. 3103
per ordine d i Bernardo di Cles, vescovo di Trento, come
ricavasi da questa avvertenza alla c. r: <e Librum hunc
« satis incorrectum, incorrec te etiam est iussu nostro
« t ranscriptum ex antiquo exemplari reperto in Biblio-
c< theca Capitulari Spirensi, dum ibi essemus cum Se-

« reniss imo Rege Ferdinando &c. in conventu imperiali


«anno 1529. Bern. episcopus Trid. » (cf. SEECK, H er-
mes cit. p. 222);
il cod. della bibl. Vaticana Barberin. lat. 809
del sec. xvi (cf. SEECK, H ermes cit. pp. 220, 226).
C - bibl. Nazionale di Vienna 3416 (h ist. p rof. 452), .
cartaceo. Fu scritto intorno al 1480, come si può
a rguire dal numero segnato all'esterno, in margine,
Contiene da c. 1 a 70 la raccolta chiamata da taluni
calendar io Filocaliano, perchè il nome del famoso
calligrafo dei tempi di papa Damaso, forse sem plice
autore del titolo, figura nella prima pagina: « Fu-
« rius Dionysius Filocalus titulavit ». Fu dal Mommsen
pubblicata con la designazione anonima d i Chronogra-
plius anni cccv111 (cf. Mon. Genn . !tùt. Ckronùa ·mùzora,
I, p. 15). Dalla c. 71 seguono, di al tra mano, Chroni'ca
Pofonorum di VINCENZO KAo:.uBEK e De origùte Gela-
.rum di lORDANES. Il cod. è giudicato copia dcl più
autorevole ms. del Chronograplms, cioè il Lussembur -
gcnse, oggi perduto, ma di cui ci rimane un'accurata
descr izione in una lettera del Peiresc a Girolamo Alean-
DELLE QUATTORDJCI REGIONI DI ROMA 83

dro, del 18 dicembre 1620 (cod. Barb. lat. 2 l 54


c. 104 sgg.), nella quale si dice: «scritto già più di
« 7 o 800 anni almeno et coppiato verisimilmente sopra
<e l'autografo del secolo Constantiniano, di ottima no ta»

(cf. Mon. Germ. hz"st. Chronz"ca nl'inora, I, pp. 17 sgg . e


33-4). Tra i testi compresi nel C!ironographus è anche
quello di Notz'tz"a (cc. 66 b-69 b), e poichè ad esso viene
accompagnata una cronaca del mondo (Lz"ber genera-
tz"on'Ù mundi"), che finisce all'anno 334, e una cronaca di
R oma, che il Mommsen ritiene coeva alla precedente
(cf. Mon . Germ. hùt. Chronz"ca mz"nora, I, p. 37), egli ne
desumeva che Notz"tz"a dovrebbe essere datata esatta-
mente da quell'anno (ibid. p. 77). Ma non è sicuro
che il testo di Notzùa fosse entrato fin dal principio
nel corpo cronografico dell'a. 354 (cf. NoRDH, op. cit.
pp. 131-2) . D'altra parte l'op inione MoMMSEN-GRAF-
FUNDER, che presume di far dipendere la cronaca di
Roma da Notz"tz·a, in base alle concordanze puramente
verbali che in esse si riscontrano, non pare accetta-
bile, perchè un testo ordinato con criteri unicamente
topografici, come la Notz'tz·a, non poteva essere di alcuna
util ità per chi si proponeva di mettere insieme una
lista cronologica; e la coincidenza degli accusativi in
entrambi i testi, regolari sintatticamente in Notz'tz'a, es-
sendo preceduti da un « continet », asintattici nella cro-
naca della città, perchè introdotti da un « fabricatae
« sunt », si spiega con l'ipotesi che il cronista abbia
usato un catalogo delle varie costruzioni imperiali, dove
l'elenco era preceduto da un « fecit ». Non possono
dunque nemmeno le affinità tra Notz'tz"a e la cronaca co-
stituire un indizio per fissare la cronologia della prima
I L CATALOGO

(cf. No RnH, op. cit. p. 132); tutt'al più si po trà ri tc··


nere che i due a utori abbia no po tu to aver conosce nza
di qualche iden t ico ca ta logo.
Per la ricos truzione del testo d i Curiosum abbiamo
preso a base il codice A . Da esso discese a sua \·olta
un a pogra fo, da cui nacquero, in linea diretta, C, clw
ha p u re un valore fondamentale, e, attrayerso l'inter-
posizione di un ma noscri tto perd u to, B, che ci è ser-
vito solo per res tituire ta lvo lta la correttezza d i certe
lezioni. Scarsissimo uso ab bia mo fa tto d i O , la cu i
lezione è sta ta tenuta d'occhio co me con troll o nei
punti dubbi . Per la Notitia abbiamo dato la prefe-
ren za ad A e B , che provengono da un apografo co-
mune; e di e, che presen ta u na trad izione aut0noma,
a bbiamo in tradot to le lezioni solo quando serviYano a
correggere errori evidenti, o concordavano con il C11ri'o-
sum, in modo d a potersi ritenere pi l.1 vicine a ll 'a rchet ipo.
Pa recch i a ltri manoscri t ti sono stati da noi esam i-
na ti , i quali però, essendo in generale molto scorretti o d i
epoca ta rda, non portano alcun con t ributa alla ricostru
zione del testo, e non abbiamo quind i creduta necessario
tenerne conto nell 'ap para to critico.
Basterà darne un elenco:
Cod. della bi bl. d i Cambrai 554 1 sec. XII.
Cod. della bibl. L a urenziana d i F irenze Aedi l. Fior.
E ccles. 8 7, sec. xm .
Cod. del la bibl. Naz . di Vienna lat. 609, SC'c. xri r.
Cod. Gaddiano rei. 148 della bibl. Laurenziana di
F irenze, sec. XIII.
Cod. Vaticano la t. 3191, sec. xv, mutilo. Comincia
con la carta 15, dove si legge questa nota: « Publio
DELLE QUATTORDICI REGIO~I DI ROMA 85

«Vittore, et a ltre cose, scritto di mano del med."' 0 (del


med. m è canee/lato e ne//' ù·zter/ineo è stato scritto : di
Pomponio L eto] in papiro, in 4°. Fulv. Urs. ». Ma l'a t-
tribuzione è errata, come risulta da un confronto con
gli autografi di Pomponio. . ella c. 1 a, già 16 1 si legge
il seguente epig ramma :
Roma vctus, vctrres dum te rcxcrc Quiritcs,
Ncc bonus inmunis, nec malus ullus crat.
Exstin[c)tis patribus, success it prava iuvcntus,
Cuius consiliis debilita ta ruis.
E nel verso è dipinta un'ara con questa iscrizione:
IOVI ANTIQVISS . / OPVSCVLV:\f. IN QVO. OMNIA . VRBIS I
ROMAE. MEMORIA / DIGN A. DISCRIBVN 'TVR . ET PRAESER-

T!l\T. EA TE:lfPESTATE . QVA . MAGIS. / FLOREBAT. I FOELI -


CITER INCf PIT.
Cod. Vaticano lat. 3851, sec. xv.
Cod. della bibl. dell'Escorial S. III, 27, sec. xv.
Cod. Vaticano 0Ltob. lat. 2072 1 sec. xv.
Cod . Valicano Ottob. lat. 2089 sec. xv.
1

Cod. Vaticano Urbin. lat. 452, sec. xv.


Cod. della bibl. .\~ arciana di Venezia 3731 1 sec. xv.
Cod. della bibl. Naz. Vittorio Emanu ele di Roma
Sessor. 286, sec. xv.
Cod. dell a bibl. Naz . di Napoli IV . D . 22 sec . xv.
1

Cod. della bibl. Naz. di Vie nna 3224, oggi a Trento,


sec. xv.
Cod. dell a bibl. Bodleiana di Oxford Canon. miscel i.
lat. sec. xv.
21.+,
Per l'esame delle lezioni di altri manoscritti ab-
biamo tcnu to prescn cc l'apparato critico di U RLICIIS
in Cod. urb. Rom. top. e · ORDH , Pro/egomena cit.
86 IL CAT:\LOGO

La p r ima edizione dcl catalogo delle region i è q uella


di GELENIO del Notitia utraque cum orientis tum
1552:

occidentis ultra Arcadii Honoriique caesarum tempora, il-


lustre vetustatis monumentum, imo tlt11saurus prorsum
i·ncomparabilù. Praecedit mtlc1n D. AN DRE.\ E ALCIAT J
lz"bellus, Dc magistratibus cizrzlibusque ac mzùtaribus offi-
àù, partim ex Jiac ipsa Notitia, partim aliunde desumptus.
Cui succedit descriptio urbis Romae, quae sub titulo Pub.
Vzdoris circumfertur [v. p. 20 I] : et altera urbis Constantz·-
nopolz"tanae z"ncerto auctore, nunquam antehac typù excusa
l mperi·aiium vz'delz"cet ac prùnariarum sedium 1tlrùtsque
Ràpub. Subiungitur Notitiis vetuslus liba De rebus
bellicis ad Theodosium Aug. et jilios cùts Arcadium atquc
H onorùmt, ut videtur, scriptus ùzccrto auctore. Item,
ne qiti"d de antz"quo exemplari· omitterdur, dùputatio
Adria1à Aug. et Epicteti plzilosop!ti, Basi leac, :\CDLII.
Come si vede, abbiamo qui una parte dei testi conte-
n u ti nei codici derivati dallo Spirense. Questa edizione
fu r iprodotta nel 1593 a Venezia. E nella stessa città,
nel 1602, il P ANC IROLI pu bbl ican do una nuova edizione
della Notitia dignz"tatum, v i premise De quattuordecim
utriusque tam Veteris quam Novae Urbis Regionibus L i·-
bellus, a quamplurimis quibus scatebat mendis quam stu-
diosissime cxpurgatus. L'opuscolo delle X I V regioni
d i R oma fu r ip ubblicato anche a pane e illus trato col
titolo : De quattuordeàm Regz'01n'bus urbz's Romae earum-
demque acdificiis, tam publicù quam privatis, Libellm
eodem pracstantissimo iurcconsulto G u1 oo P.\~CJROLO
auctore. L'edizione èlel Panciroli, con l'opuscolo illu-
s tra ti vo, eubc un a ristampa nel 1608 a Li one, un'a lt ra
nel 1623 a Ginevra; e quella dcl 1552 una ristampa a
D I L L I:. Q lJ A T TOR D 1 C J R E G J O '..: J 1J J Il O M :\ 87

Parigi nel 1651 in Notitia Dz'gm"tatum Imperii Romani·


ex nova recensi·one PHILIPPI L ABBE Bi'turià. .. cum plu-
ribus altù opusrnlis. Il Panciroli fu riprodotto ancora
in GRAEVIUS, Thesaurus antiqui'tatum Romanarum, III,
Trajet. ad Rhen. - Ludg. Bata\·or. ~mcxcvr. Final-
mente il :\1 tJRATORI, ripubblicando l'edizi one del Labbe
in Novus Thesaurus vetenmz lnscnptionum, IV, :vr ed io-
lan i Muccx1..11, vi metteva a fronte il testo del cod. Va-
ticano 3321 collaziona to con l'altro i984, su copia del
veronese Giuc;eppc Bianchini, prete dell'Oratorio in
Roma (una ristampa si ebbe in M1GNE, .Palro!ogz'a
Latina, XVIII, Parisiis 1848). D. BEct:ccr poi in Liber
de urbe Roma seu Latinus Commentarius in .P. Vz'ctonm
ac Sex. Rufum de Regionibus Urbis auctore BER:\' AR oo
0RJCF.LL.\RIO &c., Florentiae, 1770, pubblica\·a il testo
<ld cod. \ 'arie. 3227. confrontato con quello del Vat.
3191. :\la il primo che cercò di dare del catalogo
un 'edizione seriamente basata sui codici fu L. PRF.L-
LFR in Dz'e Rcgionen der Stadt Rom. /':ac!t dcn besten

Handsd1r?ften bericlttl'gt und mù einleilenden Abhand-


lzozgen 1111d ànem Commentare begtàtet, Jena, 1846. Egli
distingue le due recension i, chiamando l'una Curiosum,
sull'auto rità dci codici \ 'aticani e come aveva fatto già
il !\furatori; l'altra Notziia, col sotto tirolo Reg1'ones
lfrb?°s Romae cum brcvz'arùs suis, che si trova nel cod.
Laurc•nziano. Per il Curiosum si ser\'Ì dei cod ici Vati-
cani 3321, 19~t1, 3227 e dcl Laurenziano Aedi I. Fior.
Ecr. 87; per la Notz'tia dC'l cod. di Vienna 328 (oggi 162),
dcl Llllrt'nziano 89, 67. del Sessoriano 286 e dell'edizione
tlt·I 1 552. A I testo di 1\'otitia. dato dal Preller, aggiunse
pit1 tardi le n1ria1w <lei cod. di \'ienna 56 (oggi 3416) il
88 IL CA TALOG O

MOMMSEN in Abhandtungen der pliilotogisch-historischen


Ktasse der K. Sachsùclzen Geseltschaft der Wissenschaj-
ten, Leipzig, I , 1850, pp. 604- 5. D ue nuove edizioni
si ebbero contemporaneamente nel 1871: una dell'UR-
LICHS in Codex urbù Romae topographi"cus e l'altra
di JORDAN in Topogr. der Stadt Rom, II ; ques ta con-
dotta sui sei codici più a utorevoli, Viennesi 162 e 3416,
Laurenziano 89, 67, Vaticani 3321, 1894, 3227; quella
a nch e sul cod . Monacense 794 e altri d i minore impor-
ta nza. Sempre basandosi sui sei codici indicat i, lo
J orda n tentò a nche la ricostruzione dell'arche tipo che
intitolò Notitia Urbis R egionum X liii (in Forma urb.
R01n. 1874 cit.). Il catalogo regiona rio fu pu bb licato
ancora dal RICHTER (in Topographie der Stadt Rom
cit.), il quale diede il testo di Notiti·a, chiudendo tra
parentesi le parole che mancano nel Curiosum e aggiun -
gendo in nota le varianti d i questo.
Edizioni fo ndate s u di un solo codice sono quelle
di PRELLER e MERCKL, Diurn. anti·q. i 848, col. 67 (cod.
Laure nz. 89, 67); R EIFFEN BERG, Bulletin de t'A cad. de
Betgique, voli. X, XI (cod . Bruxe ll. 3899-918); FA BRE-
O ucHESNE, Lz"ber Censumn, P a r is, Il , 1905, pp. 175- 77
(cod . di Cambra i, 51 4).

cr. PnELLER, Die Regiom11 cit. ; M O MMSEI-:, u~btr tlw C/Jro11ogrnpl1e11 1'0111
}. ;54 in Ab/Ja11tl/llge11 cit. pp. 60 1- 4; JoRO.\N, Topoi!'-. der S/,11/t Rom.· Il ;
lo.. Forma urb. Ro111at, pp. 47-8; .'\. K LùG~L'>NN, Die A11/Jii11ge :{Il 1/n Brsc/.orti-
/11111~ 1/er Regio11w Roms in Hrrmes X V, 1880, pp. 2 11-24; DE Rossi, Pi1111/t iwo-
gia{ic11f, p. 25 sgg.; LANCIANI, Rietrc/Je Sili/e Xll ' rrgio11i C:rba11e in JJ11/l. Com .
1840, p. 115 sgg.; ELTER, De forma 11rbis Romar, Bonn~e, 189 1, pp. 1-v11;
E. TR. ME RH ILL, Tht date of Notilia a111/ C1irios11111 in Cl11ssical Philology, ChicJgo,
I, 1906, pp. 133 -144 ; PAULY-W 1ssowA, Rtal-E11c_,.c/opiidit, 11, coli. 4i7-8S;
E. ENGSTRòM, l\0111111e11tar till dm 10111nska Regiomkalaloge11, Gòteborgs Hngskol:is
arsskrift, I, 1910; NoRDH, P1oltgo111t1111 /il/ dtn romrrslra Regio11skatafogm clt.
DELLE QUATTO R O I CI REGI ON 1 D 1 ROM A 89

CURIOSUM URBIS ROMAE REGIONUM XIID


CUM BREBIARIIS <•> SUIS.

REGIO I. PoRT A CAPEN A (2),

Continet <J> :
5 Aedem Honoris et Virtutis <+>.
Camenas <s>.
Lacum Promethei (6).
Balneum (1) T orquati.

1-2. t Incipit prt mtllt A Om. la croce n Rcglones urbls Romr cum brcvlariis
suls D urbl s riptte A quatuordecl m R brevlarìis ~ Om. il titolo C 3. prima
AB CO hapcnn a O 5. haedtm A i. p rometei A B r rom~thci et vespanlanl D
balncu m torquati om. V

( 1) Sebbene la lezione « brebiariis » tendendo dedicare il duplice tempio


si:i da ta da un sol codice, crediamo di all'Onore e alla Virtù; cosa che (i:ce
doverla conservare, sia perchè esso è il il figlio suo, nel 205 av. Cr. (VAU:.RIO
più antico, si:i pe r la frequenza dello :\fass. Fact. ti dici. mtmor. I, 1, 8;
stesso scambio in altre voci del do- P LUTARCO, Maretll. 28, 2 ; L1v10,
cumento. xxvn, 25, 7- 9 ; xxix, 11, 13; S1M-
(2) Un:i porta delle mura dette Ser- MAco , Epist. 1, 20 io Afo11. Germ. /1ist.).
viane, 3 sud-ovest del Celio (cf. S.\F- li tempio fu restaurato da Vespasirno,
LUNO. Le 1111ira di Roma rtp11bblica11a, dopo lincendio avvenuto sotto Nerone
pp. 146 sgg., 199 sgg., 2 2 2 sgg.). Dd- (PLINIO, Nat. Hist. XXXV, 120). Per
l'etimologi:l del nome sono state date la sua posizione presso la porta Capena
spiegazioni poco soJdisfacenti. Alcun i cf. L1 v10, XXV, 40, 3; XXIX, 11, 13,
hanno voluto riconnetterlo alla città XXV!, 32, 4 ; Mo11. A11c.1r. 11, 29-30.
di Capena (S1;Rv10, At11. VII, 697), (5) Con questo termine originari a-
altri a Camena (cf. H uELSllN, Topogr. mente s' intendeva una fontana dedicata
l, 111, 206), :iltri a Capua (cf. SAFLUNO, alle Muse ; in senso l:i rgo, il distretto
op. cit. p. 20 1). al piede dcl Celio che comprendeva
(3) A gra ndi linc~ abbraccia le pen· oltre la fontana, la valle, travers;lt:t
dici dcl Celio, la valle delle Camcn c dal vico omonimo, il bosco, l'cdicol:!
e la zona dell'Appia fino all'Aimone. (cf. MANCINI in Not. Scav. xvm, 192 1,
(4) T empio dcdic:uo in origi ne sol- p. 108; PLATNER-ASllBY, op. cit. p. 89).
t anto all 'Onore, da Q Fabio Massimo (6) In generale la mancanza della nota
Verrucoso, in occasione della sua vit- significa che sul vocabolo non possono
toria sui Liguri nel 23 4 av. Cr. essere date notizie piit ampie d i quelle
(CICERONE, De 11at. deorum , li, 61 ). che risult.ino dallo stesso documento.
M. Claudio M:irccllo, dopo !:i pre~a di (7) Negli antichi scrittori si trov.1
Siracus:i, restaurò il .vecchio edificio e tanto« balneum » qu.111to « balineum »,
ne aggiunse a fi:mco uno nuovo, in- come in Notitia.

Cod. Topop. 6•
IL CATALOGO

Thermas Sc,·erianas et Commodianas <•>.


Aream Apollinis et Splenis <».
Vicum Vitrarium <i>.
Aream Pannariam.
Mutatorium Caesaris <4>.
Balneum Abascantis Csl et Mamertini <6>.

1. Sfvtriana• A 2. apolloois R C srelnls C splenis et caJlt, /) 3. u1tra11iorum V


4. paooarla C 5. mutaiorum D 6. Abascantis] volani D

( 1) Le terme Severi ane, costruite connettendo il nome con qualche vi-


da Settimio Severo, sono ricordate cina sorgente medicinale, E. E!-!GSTROM
anche nella fli st. Augusta, Sroer. 19, 5. ( Romerska Regio11skatalogm in Gote-
Quelle Commodiane, di cui la costru· borgs Hogskolak11rs i Rom, 1909, p. 8)
zione fu affidata a Cleandro, favorito ritiene che « Splenis,, possa derivare
di Commodo, ci vengono documentate da sple11ium, fascetta, e abbia relazio-
dalla stessa llisl. A 11g. Commod. 17, S; ne col ti/11ltts Fascio/ae della basilica
dal Oiro11. Pasc/Jale, I, 492; da ERO- dci Ss. )foreo ed Achilleo sull'Appia
DIANO, I, 12, 4; e dalla Comult. ve/. (cf. HuELSE!-1, Note di topografia Romana
cuiusd. lurisco11s. in lurispr. A 11teiusl. antica e mediroale in 811/l. Com. LIV,
p. 856 ed. HuSCHKE. Probabilmente 1927, pp. 49-53)·
si trov:wano a sud o sud-est del luogo (3) Nomi, questo e il seguente, con·
dove oggi sorgono le terme di Caracalla. nesso con la vendita del panno, pro-
(2) Una località intitolata «Spleois» babilmente derivati da due industrie
s'incontra in una leggenda, di cui peculiari a quei distretti.
si fa risalire la compilazione ai primi (4) Pare rosse una località destinata
:inni del sec. Xt, relativa alla Madonna a stazione delle vetture da viaggio della
creduta acheropita o opera di san Luca c.tsa imperiale, situata quasi certamente
(cf. G. BERTHIU, Chro11iq11es du mo11as- al principio della via Appia, sul lato
tère de Sa11 Sisto ti de San Domwico est (cf. HuELSEN, Topogr. I, 111, 205).
et Sisto à Rome, Levanto, voi. I, 191 9, ( 5) La forma più corretta pare sia
p. xxxv11). Memre l'immagine veniva cc Abascanti», genitivo dcl nome « Aba·
trasportata da S. Mnria in Turri (S. Ma· « scantus », che s'incontr:1 nelle iscri-
ria in Tempulo, sul principio della via 7.ioni e io altre fonti dell'età imperiale.
Appia, cf. 1-!utoLSEN, Le cbiese di Roma DESSAU, Prosopograpbia i111p. Rom. Il,
nel 11udio roo, Firenze, 1927, pp. 167, 1897, p. 63. Qui potrebbe alludersi
367) al Laterano, giunta «ad lcx:um a T. Flavi11s AbaSC<w/11s, il liberto di
uqui dicitur Spleni"• il cielo cominciò Domiziano.
a lampeggiare e tuonare (v. il testo della (6) Se ne attribuisce la costruzione
leggenda in BERTlllER, La Vergi11e ache· a Sesto Petronio Mamcrtino, prefetto
ropita dei Ss. Domenico e Sisto a Ro111a, del pretorio nel q9 - 43 d. Cr. (cf.PLAT·
Ferrara, 1889, p. 109). Anzichè da NER-ASHBY, op. cit. p. 70; RonDEK,
milza (sple11) come taluno vorrebbe, Prosopogr. 111, 28).
DELLE QUATTORDICI REGIONI 01 ROMA 91

Aream Carruces <•>.


Aedem Martis (2).
Flumen Almonis h>.
Arcum di vi Veri et T raiani et Drusi Ci>.
5 Vici .x. Cs>.
Acdiculae .x. C6>.

1. ar(a C carrucr 11 8 C .\'e// 'oriGinale do1•e 1•a legç.usi carruces, ~nitfro alla
r:r«n; il enpstn ha unitn In s alla F.1ro/.1 uguente. barsucc () e secue bìclloium ab
ascan 1is et untloch!ani ~. ' cdcm A con la s annullat.1 scdem B C martis et ml·
nerv~ et tempcslutis I) 3. nlnonis J) ·I· Veri et] severi C veri parthicl et divi
1raiuni n 5. dcccm O 6. aca. A hedcs B çdes C dcccm D

( 1) Probabilmente ua.1 piazza do,·e quello di \'ero si potrebbe collo-


SEN,
staziona v;rno le vetture private da care presso il fiume .\lmone; quello
viaggio e do\'e coloro che si recavano di T raiano potrcbl.>e essere l'arco ali' in·
a Roma lasci::1 vano le proprie, essendo terno della pona di S. Scbastiano, detto
a queste "ictato l'ingresso in città impropriamente arco di Druso, da al·
(cf. l luFLSllN, Topogr. I, 111, 205). È da tri con maggior ragione ritenuto un
conncttcr~i con la scbo/11 caf'r11rn1io111111,
fornice dcli' acquedotto Antonini:mo
quale cent ro dell'industria attinente :ii (cf. G. B. G1onNALè, Le porte del 1'eci11to
trasporti (cf. PLAT:-:èR-AsHBY, op. cit. Aurtlia1w e Probo in Bul/. Com. LIX,
P· 50). 1932, P· 112 ; G. Ll.JCLI, i 1110111/1/llllli
(2) Uno dei piil celebri templi di a11tìcliì di Roma t mburbio, voi. Il,
Roma, fondato, come sembra, nel 388 Roma 1934, pp. 232- 5; RICHMOND,
:w. Cr. tLl\·10, VI, s, 8) e situato sul- Tbc Cii)' Wall, p. 138); e l'autent ico
l'Appia (C. 1. L. \'I, 10234): «Via arco <li Druso (di cui parla SUETONIO,
«Appia ad tll:1r1is int ra millbrium 1 Claud. 1) andrebbe collocato un po' a
"et 11 ab urbè euntibus parte l.1eva ». nord del congiungimento della via La·
cr. anche C1cF.RONf, Ad Q11i11/. Jralltlll, t ina con I' Appi 1 e pot rebbe a1·er dato
III, 5, 8. SF.R\'IO (Arn. I, 292) completa il nome al t•ic11s D111sia1111s ( H!.:ELSEN,
queste <lcsign:izioni locali: "in Appia Topogr. I, 111, 216 e PLATNER-AstmY,
"via ei-t1a urbem prope port..un »;e su· op. cit. pp. 47, 32, 39).
bito fuori della port.t di S. Sebastiano, (5) Quartieri ; inte~a la parola come
a siuism1, si sono trov.tt.: iscrizioni 1·0· suddivisione amminbtrativa (G. CALZA,
ti1·e a M:inc (C. I. L. VI, 473. 474 e I.a statistica delle 11bilaz.io11i e il calcolo
)Oj74, 478) e importanti avanzi archi· drlla popola'{_io11r i11 Roma imperiale in
tettonici (cf. L. .MoRPURCO, La « po1ta Rmd. Li11eti, XX\'!, 1917, p. 67 n. 1).
« Fo11/i11a/1s » t il « Cam/ms 111i1101 » in Per l'aumento dci vici, in questa e
B11ll. Com. XXXI\·, 1906,.p. 2111101.1 3). nelle altre regioni, in r:ipporto al nu·
(3) La modcm.1 m.mana <lcll'.\cqua· mero che risult:t dalla base dei vico·
taccio, che scg11a1·a il limite sud dell.1 111.1gistri, cf. ibidem pp. 73-4.
regione. (6) Le cdkolc, tante quanti i \'ici,
(4) Questi tre archi dovevano tro- cr:rno dedicate ;ti l..iri compitali e, fun
,·arsi ~ulb ' il .\ ppia. Secondo I' ll UH· 1ionando da elemento coesivo, strin·
92 I L CATALOGO

Vicomagistri .XLvm.
Curatores .11. <•>.
Insulae .m.ccL. <».
Domos .cxx. <1>.
Horrea .xvi. 5
Balnea .Lxxxvi.
Lacos .Lxxxi.
Pistrina .xx.
Continet pedes .x11.ccx1. semis.

REGIO IL CAP.LEOMONTIUM (4), IO

Continet: <s>
Claudium <'>.
Macellum Magnum <7>.

f . ··ico mag A 8 vlcomagn~ e XL octo e Xl.Vllll /) 3. curiae, i DC8·;,,


inltrl. A curlç 8 C 3. triamilin cc qulnquaginia C ii. cçr. n 4. dorn A domu• C
5. orrea B C 6. aeptuaginta v1 C 1.xuv11 D ?· lacus D septuagi nta un& C:
R pristina Il 9. continet om. C pedcs autcm D >:ii milla ducentos undecim C semis] i A
om. De I O. secunda 8 e D cellomontlum D 12. templum clauJii D

gevano nel vincolo della stess:i devo- (2) Diamo, col C:ilza, alla parola il
zione gli abitanti di tutto il quartiere, significato di casJ a ca rattere popolare,
e d:ivano a l signifi c:no di « vicus » iu opposizione alla signorilit3 delle c. do-
quella colorazion e religiosa, non dcl mus» (cf. RenJic. cit. pp. 60-87).
tutto cancellata dalle necessità stati- (3) « Domos » e più sotto « lacos »
stiche e ammini stra tive. nomin:llivi per « domus » e u lacus ».
( 1) Augusto, dividendo la città di (4) Il nome a questa regione può
Roma in regioni e vici, alle prime prc· esser venuto o d:il suo estendersi sul
pos..: «annui magistratus sortito»; ai colle omo11imo o dal titolo della prin-
vici « magi~tri e plebe cuiusquc vici- cip:tle stra da (Cntlimo111i11m) che la
<c niae lecti i> (1iico111ngistri), SuITT. A11g. attravers:1va. Per questa accezione
30. Nell:l base dedicata aJ 1\dri a110 i della p:irola rimandiamo a HuELSEN,
magistrati preposti :ille regioni sono Fmmmmti epigrafici di tdilli preftlliz.i
liberti e portano il titolodi ucuratoreS». 1ul sec. w in 811//. Com. XIX, 189 1,
Quali ne fossero le ordinarie funuoni, pp. 353-4·
non è possibile Je1cr111in:1re: pare eser· (~) li Celio ncll:i su.1 m.1gf!;ior p.1rte.
citassero mansioni di carattere reti· t6) « Clau Jium 11 , per « templum
gioso, che tutelassero il popolo d:il- « Cl.1udii » (cf. HullLSEN, To/•ogr. 1, 111,
l'avidit:\ dcl fisco (Hist. Aug. A111. P/Jil. 2 32 nota 3T ). \ 'cdi p 29 nota ;.
1 1, 9), che :ivcsscro l'incarico del ccn· (7) Mercato costruito e dedicato da
simento (Eph. Ep1gr. IV, 746). Nerone 11el ~9 d. Cr. (CASSIO D10NE,
DELLE QUATTORDICI REGIONI D I R O MA 93

Lupanarios C•>.
Atrium Cyclopis <».
Cohortem V vigilum (J).
Caput Africes (•>.
5 Arborem Sanctam <s>.
Castra Peregrina <' 1•

1. luparios A 2. a111rum clclopis n 3. cohortes A 8 CD v1i;illum C /J vigi.


lum) se~11e castra peregrina in D, 11nt1ciraìi011e della linrn 6. 4. africr I> t.. castra B

LXII, 18, 3) e di cui la parte centrale I vigili de/l'1mtir11 Ro11111 in Roma, IX,
s.1 rebbc stata trasformata nell'attuale 1931 , PP· 542-3; A. M. COLINI, I di11-
chics.i di S. Stefano Rotondo. È ri- tort1i dtlla Navicella 11ell'epoca antica in
cordato in C. I. L. VI, 1648, 9183 e Capitoli11111, 193 1, p. 16o e Bull. Com.
ra ppresemato io alcuni coni coevi (K. LIX, p. 219; BAILLIE REYNOLDS, nu
Wt:LZINGER, Die Macell11m -D11po11dit11 vi~1us of lmpm11l Ro11u, Oxford, 1926,
du ,\'tro in NumiI. l11ltnial. Mo11als· pp. 52-4. h i furono rinvenute iscrizioni
schrifl, 193 3). Cf. Lt;GLI, op. cit. III, (C. I. L. \'I, 22 1, 222, 1057, 1058).
537 sgg. (4) Denominazione che derivava con
( 1) Correggiamo il « luparios », che molta probab1lit:\ da qualche monu-
pure è dato dal cod. più antico, in mento situa to in quel luogo; e da
<< lupanarios », in quanto sembra che cui s'intitolavano il collegio clei valletti
il copista abbia trascurato la lettura del- imperiali (" pedagogium puerorum a
l';1bbreviazione: « luparios i>. Cf. :inche « capite Africae 11, C. I. L. V, 1039; VI,
NoRou, op. cit. pp. 10-1. «Lupa- 105 2, 8982-7) e un.1 strada che saliva
« ria e» nel significato di lupanari è testi- dal Colosseo all':ir'o di Dolatiella ( u vi-
moniato da una falsa iscritione (C. I. L. cus capitis Africae li). Cf. GATTI, A1111.
\'IS, po). I lupanari si tro,·avano pro· Imi. corr. arch. 1882 pp. 191-220.
babilmente nella pendice sud del Celio (5) L'HuELSEN (Topogr. I, 111, 252)
(cf. HuELSEN, Topogr. I, m, 236). ritiene possa trattarsi di una strada.
(2) La forma « an trum » della No- (6) Rovine di una parte d.:i u c:istra"
tilia sembra più giusta: probabilmente fu rono rinvenute a sud -est di S. Stefano
simile ali'« antrum Volcani » di Gio- Rotonào, sotto l'ospedale britannico
VENALE (Sa i. J, 7). L'« aotrum Cyclo- della « Little Comp:my of Mnry »,e li
« pis » do,·eva trova rsi sul versante presso iscri zioni riferentisi alla stessa
dcl Celio verso la valle delle Camcnc, c:iscrma (cf. J. H. OLI Vl:.R, The A11g11sta11
e: dava il nomi! al « vicus Cyclopis" Pormrium in Mernoirs Amer. Acad. in
(C. ]. L. \'I, 2226). Cf. llUELSEN, Romt, 1932, pp. 173- 5; C. I. L. VI,
Topogr. i, 111, 208 nota 22, 2 30 e PtAT· 231, 354, 428, 3327, n30; 8111/. Com .
NF.R-ASHBY, op. cit. p. 14). XXXIll, 190), p. 109). Dei« peregrini li
(3) La cas.:rma era situnta entro l'at· (militari temporaneamemc in Roma) i
tu:ile villa Celimont.1na, ad ovest dcl più noti sono i" frumentari i•, dapprima
11 ~faccllum magnum». La fronte dcl - adibiti al vettovagliamento, poi come
l"edifìd o è stata ritrovat.i ~otto il cnn· corrieri e ispettori di polizia presso
celio della villa medrsima e lungo il l'esercito ( M. Du111n , Lfs co/Jortrs Prl-
suo muro di recinto. Cf. G. MANCINI, torie1111es, Pam, 1938, pp. 26- 8).
94 IL CATALOGO

Domum Philippi C•>.


Vieti liana C».
Ludum Matutinum <i> et Dacicum (il,
Spoliarium Cs>.
Saniarium <6>. 5
Micam Auream h>.

'· daticum A llC [)3cicum J p111icu111 /l Sania1ium l armam~11 1arL1m .1:::;. Il


1 mi ca /)

( 1) Viene d;1 taluni collocata nel conforme al testo di !\'otitia. Altri-


tratto verso il Laterano. Cf. Luxo- menti b pensa il Lt:NDSTRoM, che si
STROM, op. cir. p. 2i; ~ORDH. op. cit. :micnc :dia collo~azionc Ji C111 ios11111
P· 63. (op. cit. p. 33).
(2) .\ propos:to dcli' u.:cisior.e di (5) Ri.:orda10 in SF.-.;EcA, AJ luc1-
Commodo, avvenuta in questo p.ilazzo. li11111 93, 12 e nelr Hi,•. Au usi.i, Com-
le fonti hanno: «domo \'ictiliana », 1110.I. 18, ) • 19, 1. ErJ il 1110~0 Jovc
Cl11011o~r. a. Jf4, p. 2i6; «in \'cctili:i- ve111nno tolte le Jrmaturc ai gladialclli
« nas aedcs », Elisi. A11~11sla, Co11111101J. ucci;i; c.: <JUt:sto edificio, come i duc
16, 3, c • in Vcctilianis», Ptrlill. 5, 7. seguenti, per l.1 funzione a é11i erano
Qui, nel c.1talogo, i: dubbio se la ''oce sia destinati, non possono i111111;1~inarsi
un neutro plurale o un accusativo fem- troppo lontani dal!' Anfiteatro.
minile singolare di cui non sia stato (6) Tut1i i codici dcl C111 ios11111 h.111110
letto il segno dcli' ,1bbreviazione, nel "~auiarium », qut'lli di :•\otilia cc ~.tma­
qu:ile caso sarebbe es:ma la lezione t• rium ». La prima le?.ionc scmbr.1 l.t
« '·ictilianam » J:na da qualche codice più com!tla e Ja intendere come e• con-
di Xollli.1. u valc·..:c111iario per gladiatori». I 5tJ·
(3) \'iene rencralmente situato sul stenitori dc.:ll'~ltra lezione ,·edono in
confine dcli.i II con la III regione, tr.1 « s.1111anu111 ~ 11 luogo do,·c \'Clii,· Jno
il « ,·icus capitis Afric:ie » e la via L1- :tffil:1tc e pulite le armi dci gl1d1.1ttlf1.
bican;1 (cf. lll:l:LSF.N, Topogr. 1, 111, cc S1miator" e « Slmiarius" era l';i1 rn-
pp. 299-300); il LuNDSTROM (op. cit. tino d11.: ~i sen·i"a, per l':t1lil.rn1cnto
p. 28 sgg.) vorrebbe invece identifi· i.: l.t pulitura, Jell:t pietra di Samo 11.rno,
cario con l'anfite:itro presso la chiesa I), 11111g. I, 46: mxµtcxpioi o[ Twv ÙitÀWJ
di S. Cro~c. e in conseguenza colloca OT~ÀltV(òT~(). Cf. j ORO.\X-fh:l· l.Sf.1' , ., ,,_
in quelle \•icinanLc le voci successi ,.i.: po:;r. 11, 18; I, 111, 300; LcirnsTR0~1.
di questa seconda regione. Era un op. dt. p. 31 nota 1.
luogo per le esercitazioni preliminari (7) l:di1ìcio di cui l:i co,truiionc.: e
dei gl.1di:nori destinati alle «vena- auribuit a Domizi:tno (GIRCll.~ \to,
«tiones•, che si tenev.ino nelle prime p. 191 11; cl. Gsu.L, Essai 111 I< 1(~.,,
ore del mattino (cf. Ht:LLSEX, Topog1. Je fr111perr111 Domitim, Pari~ 18•1.1,
I, 111, 299). p. 109). Con la parol.l umica" ~i d»-
(4) L'Hl:liLSl.N ( Topogi. I, m, 299) ri- ' l.!\'.1 de~igtllre un locale di clq~Jnte
tit:ne che questa scuola per i gladiatori 1i1rovo (~1ARllALJ:, Il, 59; SLNtoC.\, Aci
della Dacia si trovasse nella reg. III, l.ucil. ) 1, 12). Il Lt:NDSTROM, in base
DELLE QUAT TO R O I Cl REGI O~ l DI R O }IL\ 95

Vici .rn.
Aediculac .vn.
Vicomagistri .XLVIII.
Curatores .n.
5 Insulae .111.oc.
Domos .cxxv11.
Horrea .xxn1.
Balnea .Lxxxv.
Lacos .Lxv.
t0 Pistrina .xv.

Continet pedes .xu.cc.

REGIO III. Is1s ET SERAPIS <•>.

Continet: <»
~1onetam <».

2. acd A aedes Il rJe~ C " B ~cx milla C 3. vico magn. A vh:omdi;no B


\'icO mai;num C XL OCIO C 4· CUrJl 1 C cnra1oria B curJIOfUlll /) 5 7.li. DC Il
h. dui1i , , J: dom' e V 8. '·"' e ~· facus /) "·' e 10. rri,lÌ03 R 11. auitm
J>~dC• n J11odecim mifia JucenlOS C llCC. /) 12. tcrtia 8 C lerci.i {) }>ÌS C

al passo di AM~I. :MARCELLINO, XXIX, t•t11imle dall' «lseum» della rrgio11e IU\.O
3, 9, suppone che la mica fosse b sta· in Bu//. Com. XLIII, 1916, p. 11 5 sgg.).
tua Jor:tt:i di un'orsa (op. ci t. pp. 34- 5). (2) L'Oppio e l.1 vallatadelColosseo:
Vedi .111che PAULY-W1~sowA, XV, n, una zona compresa a un dipresso tra
1932, col. 15 15. In entrambi i c a~i la portn Esquilina, S. Pietro in Vin-
può esserne derivato il nome nnche a coli, l'Anfiteatro e u na sezione della via
t1na strada. di S. Giovanni in Laterano, dond e il
( 1) Il tempio di Iside e Serapide, confine risale, in linea qu:isi retta, al
costruito da un Metello (Hist. A llJ! llSla, punto di parteozJ.
T)ra11. Tri~. XXIV, 25, 4), doveva (3) La posizione di questa 1ecc:i im-
tro,·al'!>i tra la chiesa di S. Clcm~ntc e periale, presso la vi.1 I. 'lbicana, in vi-
quella dc' Ss. Pietro e ~f.trcellino; presso cin:inza di S. Clemente, è indicata .fai
qnest 'ultima vennero in luce nel 1653 ritrovamento di numerose iscri1ioni
rovine di nn tempio dccor.110 in stil.: (cf. PLAT1'ER-As1111v,op.cit. p. 315). Gli
cgiziano(cf. G. ScH1'EIDrit-GRAlIOSI, Di abitanti del Jistretto prendevano il no-
1111 bassorilievo egiiJo di imita~io11e pro- me di ccmooetarii» (C.J. L. VI, 31 893).
IL CATALOGO

Amphiche.nrum <1 > qui capet <» loca .LXXXVII. (J),


Ludum .\1agn111n (4).

1. amphbtatrum A B qood capit D LXXVII C CCLXXXVII 0 2. :\\agnum) et


dacium DGK· D

( t) L'anfite.uro Flavio, chiamato poi D11s Obtrgesc/Joss tlts Flavisc/Jm A 111-


Colosseo, dal colosso di Nerone che pbitbeaters in Rò111. Mili. XL, 19i 5,
si elevava Il presso, fu costruito da Ve· pp. 48-50. « Amphitheatrum» :iccu-
spasiano (SUETONIO, Vesp. 9; AuR. VITT. sativo di u amphithc:!ler n maschile,
De Caes. 9, 7) in una forma più bassa come in PETRONIO, Sai. 45, 6; C. I. L.
dell'attuale (v. p. 274) e dedicato nel Vl, 31893/; Chronogr. a. 154, pp.273,
79 d. Cr. Tito lo elevò e lo dedicò di 277. FoRTUNAZIANO, Art. felb. 3, p. 123,
nuovo (SUETONIO, Titus, 7, 3; CASSIO to, avverte: «Romani neutra multa
DIONE, LXVI, 25; EUTROPIO, 21). Do- « masculino genere potius en11ntiant, ut
miziano completò la pane più alta e « h11nc theatrum, hunc prodigium "·
la decorazione della stessa {cf. p. :: 74) ; Anche le grafie meno corrette, « am·
successivamente Nerva, Traia110 e An- « pitheatrum » di due codici di Curio-
tonino Pio vi apportarono modifica- smn e « amphiteatrum », di quasi
zioni e restauri (C. I. L. VI, 32254-5; tutti i codici di Notilia, s'incontrano
SPINAZZOLA, A11fit. Flavio, p. 27 sgg.). talvolta nelle iscrizioni.
Fu gravemente danneggia to dai ful- ( 2) P.:r questi casi di scambio della
mini nel 217, specie nella parte supe- «e» per «i» nell:i coniugJzione cf. DES·
riore lignea, per cui ogni spettacolo vi SAU, /. L. s. III, 11, 813.
fu sospeso per alcuni anni (CASSIO (3) Secondo I' I luELSEN questa cifra
DIONE, LXXVIII, 25, 2). La ricostru- non indicherebbe il numero dci posti.
zione si inizia sotto Elagabalo (Hist. bensi ~egoerebbe l:i misura della lun-
A11g. Htliog. 17, 8) e continuò con Severo ghezza lineare dello spazio riservato
Alessandro ( Hist. A ug., Alex. Sev. 24, 3) agli spettatori, espressa in piedi ro-
e, pare, anche sotto Gordiano lll (Hist. mani. Ora, JSsegn:mdo ad ogni per-
Attg. M ax. et Balb. 1, 4; CoHEN, Gord. sona un piede e mezzo, l'Anfiteatro
111, 165-6). Altri danni, sempre dal non avn:bbc potuto contenere, :i suo
fuoco, subi sotto Decio {GIROLAMO, avviso, oltre 50.000 spettatori (Il po-
p. 218 f) a. 249-50; ma nel 356 :ip- sto degli A ,.vali 11el Colosseo e la ca-
pariva a Costanzo in tutto lo splen paci là dei teatri di Ro111a antica in 8111/.
do re ddl' imponente sua mole (AMM. Com. XXII, 1894, pp. 31 9-20).
MARC. XVI, 10, 14). Dovette rima- (4) Sono dati in corsivo gli articoli
nere anch'esso danneggiato d:tl ter re · che ricorrono soltanto in C11rios11111 o
moto del 442-3 (PAOLO DtAc. Hist. in Notiti11. li « Lllllus m.1gnus » , la
Rom. XIII, r6), specialmente gli specla· scuola principale dci gladiatori, veniva
wli gradtts, l'hare11a, le port11e posticat, collocato .111' inizio della via L:tbicana
il podiilm, e ciò rese necessaria, sot10 (cf. HuELSEN, Topogr. I, 111, 299). Ad
Teodosio II e \' alcntiniano lll, l'opera esso :iccennano ERODIANO, Ab excess11
di tre prefetti per riparare il guasto con- divi Marci, I, 15, 8; 16,; e C. 1. L. ·
siderevolissimo (C. I. L. VI, 32o86-89). VI, 1615, 1647, 7659, 10164-70.
Un altro rc>tauro dell':irena ci viene Nella pianta Scverian:i è r:ippresen·
)Citnalato nel 470 (C. I. L. I\', 32091 ·2). tato come un edificio rettangolare con-
Cf. SPIN AZZO LA, op. cit.; A. '" GERKAN, toroJto da camere e r.1cchiudcnte una
DELLE QUATTO Il D l C I REG I ON l DI ROM A 97

Domum Britti Praesentis <1 >.


Summum Choragium <».
Lacum Pastorum <J>.
Scolam quaestorum et caplatorum (4).
5 Thermas Titi;inas et Traianas <sl.

2. coragum A 8 C choragum D 4. '<Cola A 8 5. tleianu D

areoa ellittica. Oggi se ne sta prati· rose iscri zioni, fra il Colosseo e S. Cle-
cando lo scavo nel luogo indicato, e la mente.
struttura risulta conforme al disegno ( 3) cc Pastoris » in Notitia e cosi
della pianta. Cf. LUGLI, op. cit. Ili, anche in Acta sane/. Eusebii, Marcelli,
390-1. Hippolyti et soc. (oB Rossi, Roma sott.
( 1) Forse si tratta di C. Brnttius lii, 206): «Qui vero ducti ad petram
Pnuse11s, suocero di Commodo e con- « sceleratam iuxta amphitheatrum ad la-
sole nel 180 d. Cr., o d'uo suo discen· u cum Pastoris ibidem decollati suot».
dente (cf. GROAG-STEIN, Prosop. J2, Cf. ~ORDH, op. cit. pp. 63-6.
371-2; PAULY-WISSOWA, Ili, 913-4). (4) « Caplatorum » forma sincopata
Oltre la forma « Bruttius >>, si trova per cc capulatorum », che s'incontra
anche « Brittius » (C. I. L. VI, 833, anche nelle iscrizioni (C. I. L. IX,
1979; XIV, 409 1; XV, 7796, 2322); 665; X, 5917 ; XIV, 3677): i cc capu-
un Brittius Pratse11s era pontefice mas- «latores» o cccapl.nores» erano ope-
simo sul principio del sec. 1v (ibid. VI, rai impiegati nella pigiatura delle olive,
2153; X, 468); e in I. G. XIV, 688 e travasavano l'olio da un recipiente
s'incontra Bpt[-r't"j(ou Ilpa(atV't"oç. Il ad un altro. !'\ella iscrizione 5917 si
palazzo va ricercato presso le terme di menziona uo « quaestor collegi capla-
Trniano (cf. HuELSl!N, Topogr. I, 1111 318). « torum », il che potrebbe in qualche
(2) I codd. delle du e redazioni dcl modo confermare la relazione tra le
catalogo hanno « choragum >1 , cc cora- parti dell'articolo. Non è da rifiutare
cc gum », « coracum », come sì legge poi la congettura dell' H UELSEN ( To-
:inche nei mss. di Festo (p. 45); mentre pogr. I, m, 319 e Chiese di Roma 11tl
la forma esatta è «choragium » (xopil- mtdio evo, pp. 316-7), che il trivio
ytov) = « instrumentum scaenarum », o contrada medievale dei «cam bia-
1-:ESTO, loc. cit. Il cc choragìum » era « tores » abbia conservato la memo-
l'edificio destin:ito :i conservare la sup- ria dell'antica denominazione. Pl'r le
pellettile per i pubblici spettacoli (cf. trasform azioni fonetiche dell:i parola
PAuLv-W1ssowA, lii, 2405 - 2406) e cf. NoRDH, op. cit. pp. 66-7.
la qualifica di «Summu11u può desi· (S} Le terme di Tito furono costruite
gnare o il principale magazzino di subito dopo la dedic:izione dcli' Anfi-
:ipparati scenici o quello diretta mente te:itro, e prossime a questo (Surroi.:w,
:1ppartencntc :ill:i gestione imperiJlc Tit. 7). Jmmediatamcn1c a nord- est,
(d. PLATNER-ASllll\', op. cit. p. 503; Tr.1i:ino, \'alendosi dell'opera di Apol-
l lrRSCll FELo, Dir kaiserlichen /'erwal- lodoro di Damasco, cominciò nel 104
/1111gsbea111tw bis auj Oiocletia11, Berlin, e d.:dicò nel 109 le.: sue tt~nne
1905, p. 293). li luogo può detenni· (cf. CALZA, in Nili. Sravi, 1932, p. 194 ;
narsi, in base alla scoperta di nume· H. PARlllESI, Optim11s 1'1 i11aps, voi. 11,

(;od. Topogr. 7
IL CATA LOG O

Porticum Libies <•>.


Castra Misenantium C».
Vici .XII.
Aediculae .xn.
Vicomagistri .XLVI!!. 5
Curatores .u.
lnsulae .U.OCC.LVU.
Domos .Lx.
Horrea .xvm.
Balnea .Lxxx. IO
Lacos .Lxv.
Pistrina .xvi.
Continet pedes .x11.cccL.

1. lyblt f) 2. my«nantium A misenatium D ~· ac3 A edcs 8 fdes C


). vlcomaji. A \"ÌCOmagno B vicomagnum e~L octo e XL\ Il 8 6. curai. A J) e
curatOrid /I 7. Insula. f> &. CLX D O, orrca C X et VIII C IO. OCIO!;ÌOta C
11 . l•CU> D 12. prhtlna 8 xv111 D 13. continct om. C autem pcdes D x:1 mii'
CCCL C

p. 42 sgg. ; I I. BLocu, I bolli laterizi in (Ovm10, A rs amai. I, 72; PLINIO, Nat.


Bu/I. Com. LXIV, 1937, p. 176 sgg.). Hist. XIV, 11 ; PLINIO IL G10\'. Epist.
Poichè il Chro11ogr. a. JJ.I, p. 275, e I, 5, 9; STRABONE, V, 236). Cf. LUGLI,
san GIROLAMO, p. 191 a, assegnano op. cii. III, 384-7.
al regno di Domiziano le « thermae (2) La forma comune è « .Misena-
« Ti tianae et TrJianae "• fu avanz:ita " ti um », ma, altrove, come in alcuni
l'ipotel>i che quest' ultime siano state codici di \ 'EGWO (Epit. rti militaris,
costruite da Domi1i.mo e ingrandite da lii, 31 e 32), si trova ancl1e uMhenan·
Tr.dano, il che non ~embra pe rò am- tiu111 ». La caserm a dei marinai di·
mbsibile (cf. PARlllllNI, op. cit. p. 45 ~tacc:11i dalla Rotta del capo Miseno
e 131.ocH, op. cit. p. 189). Delle due per scn •izi all'A nfite:mo e alle nau-
terme ri mangono :incera avanzi nei machie. Era situ:ua con probabilit:\
gia rdin i del colle Oppio. all'inizio di via Labicana, tra le term e
( 1) Costruito da Augusto nel luogo e.li T r:iiano e lAnfiteatro, dove sono
dove prima sorgeva la casa di \'edio ~lJ IC trovate du e iscrizioni, l'una ;t
Pollione e dedica to :t Livia nel 7 av. Cr. ricordo di un :tmpliamento dei castra,
(CASSIO D10:-:E, LI\', 23, 5; LV, 8, 2; eseguito ai tempi Ji Gordiano (C. I. I..
Suirrmao, A 11g. 29, 4 ; 0\'IDIO, Fast. \ 'I, 1091); l':iltra che ci indica l'edi-
\'J, 639-40). Trovavasi a nord delle ficio nixptÌ -ràç Tt-;tr1.11aç, da iateuJere
terme di Tniano con l'ingresso sul pres\O le terme di Traiano (KAIBH,
cliv11s Subw a1111s, cd era uno dei piil 1. G. 956 11, 1 s; HUELSEN, Topogr. I,
cospicui e frequentati portici di Roma lii, 30 1).
D E L L E Q U A T T O R D I C I R E G I O ~ I O I R O .M A 99

REGIO IIII. T EMPLUM PACIS (•).

Continet: <2 >


Porticum absidatum <i>.
Auram <•>.
5 Bucinum.
Apollinem Sandaliarium <s>.

1. quarta BC D 3. absìdatum A llCD auro vulcani a,.;1:. /J 1. Jura ,1 n1.:


6. apollonem O sandallarum A lJ C sandala rlum D

(1) Fu eretto da Vespasiano dopo nario h;1 nno ri tenuto << aurnm >> e « bu-
la presa di Gerusalemme e dedicato « cinum >i come indicazioni di un'unica
nel 75. s· innalzava nel lato di fondo località, e accolto la lezione di alcuni
del forum Pacis; era d'una magnifi· cocld., che danno « aurcum bucinum ».
cenza straordinaria e racchiuJeva i te:.ori Il DucHES:-IE però (Aura in RM1. Mili.
portati da Gerusalemme e numerose XXII, 1907, pp. -129-H ) è di parere
opere d':ine (cf. GIUSEPPE FLAVIO, che le due voci designino due diverse
Btll. /ud. \'II, 5, 7; CASSio Dro:-:E, localit<'l, e che "aureum >1 non rapprc·
LX n, I s; St;ETONIO, Vespas. 9 ; MAR· senti che una errata correzione. Sulla
ZIALL, I, 2, 8; PLINIO, Nat. Hisl. XXXI V, base di documenti mcdioev:ili (Ca tle
84; XXXV, 102; XXXVI, 27, 58, 102; di S. Maria No·i:a in A re/i. Soc. Ro111.
PAUSANIA, Vi, 9, 3; PROCOPIO, De /Jtll. di Stor. patr. XXIII, 1900, pp. 2.08,
Gotli. !V, 21, 11-2;ER001ANO,l, 14, 2). 2.12, 21 3; A 1111a/es Romani io Libtr
Distrutto dal fuoco, nel 19 I, credesi ve- Porzlif. ediz. DuCHESNF, 11, 346; liber
nisse ricostruito da Settimio Severo Ceiis1111111, ed. FABRE-DUCllESNli, I, 301,
(ERODIANO, 1, 14, 2; CASSIO DIONE, 303; II, 148, 154) egli ha Jimo~trato
LXXII, 24, t; AMM. MARCELLINO, XVI, che al tempo dell'impero Romano, nel
10, 14; Hist. A11g., Trig. T)'ram1. 31, quartiere delle Carine, Jiet ro 1,1 basi·
10). Cf. COLINI, Forum PaciJ cit. in lica di Costantino, dO\'C\'a esistere real-
811/l. Com. LXV. mente un luogo chiam:ito « Aura,.,
(2) Una sezione della via Sacra, dalle che prendeva verosimilmente il nome
origini fin presso alla basilica Emilia, da qualche rappresentazione figurata
con la corrispondente zona monumen- di Aura, la dea frigia dci venti leggeri.
tale sulla sua destra, andando verso il " Bucinum » poi era probabilmente una
Campidoglio; inoltre il foro della Pace, conchiglia, rappresentat:i in forma mo·
la Suburra ed il Cispio. numentale, da cui veniva il no111c alla
(3) Forse all'estremità est del foro località. ULPIA:-IO, OiJ!tSI. 14, 4, s,
di Augu~to, e all'uscita di quello di 16: «et ego fui tabernJc verbi gratia
~ervJ (cf. LANCIANI, lli11er. di Ei11s. cquam ad Bucinum habuit ratiocinator •.
col. 529). L'aggettivo indica una co- (S) Era una statu:i di Apollo eretta da
struzione luogo la curva interna di Augusto (St;ETONIO, Aug. 57) nel 11 vicu5
un'ab5idc o esedra (cf. :-IORDll, op. « Sandaliarius », che correva pJrallela-
cit. p. 68 nota 1). In Curiosmn il genere mente :il lato nord-est dcl forrim Pacis.
di portiws è costantemente maschile. :-.lei vico abbondavano botteghe di librai
(4) Gli editori del catalogo regio- (GELLIO, 'f-.'oct. Ali. XVIII, 4, 1),
100 IL CATALOGO

Templum Telluris <•>.


T igillum Sororium <».
Colossnm altum pedes .Cli. semis; habet m capite radia .vu.
singula pedum .xxu. semis <i>.
Metarn Sudantem <+>. 5

i. T ell uris] scsu~ horrea casta rla i11 n 2. vigllum sororum A lJ C: D 3. colo-
sum A B allo A cc11 D s
sem is] A se t B et C n.,,. D habens n capitre B
capita C rndios !) scptcm D 4. singul D semis] ~ Il se t B s C om. J>

(1) Fu votato da P. Sempronio Sofo cata in origine nel vestibolo della Do-
durante una battaglia contro i Piceni m11s aurea (SuETONIO, Ner. 3 I; PLINTO,
nel 268 av. Cr. (FLORO, I, 14). Sor- Nat. Hist. XXXIV, 45 ), poi trasformata
geva nelle Carine, e l'area prospiciente da Vespasiano nella statua dcl Sole
era prima occupata dall'abitazione, rasa (SUETONlO, Vespas. 18; PLINIO, loc. cit. ;
al suolo, del famoso Spurio Cassio, giu- ERODHNO, I, 15) e trasportata da
stiziato nel 485 av. Cr. (CICERONE, De Adriano piit vicino al Colosseo (Hist.
domo, 101; L1v10, Il, 4 1, 12 : DIONI· Augusta, Hadria11. 19, 12). È tuttora
sto, VIII, 79, 3), secondo altri invece su I- visibile il luogo de l basamento, tra il
l'area un tempo occupata dalla stessa Colosseo e il temp io di Venere e Roma.
casa (VALERIO MASSIMO, VI, 3, 1ì; pres- L'indicazione numerica dell'altezz:i non
s'a poco tra le attuali vie Cavour. e è conforme a quella data <la altre
dei Serpenti. Gli abitanti del distretto fonti: « colossum ....CXIX. s. pedum
pigliavano il nome di « Tell urenses " <<longit udine » (PLINIO, loc. cit. ediz.
(C. f. L. VI, 31893). DETLEFSEN, MAYHOFF; lllCllO esatta-
(2) Tutti i codd. dei due testi hanno mente «CVI s.» URL!Ctts); «colossus
«Sororum », che va corretto in «soro- <<.cxx. pcdum" (SuE1'0NIO, Ver. 31);
« rium >l ( cf. L1v10, I, 26, 12; Auc/. de « colossus erectus habens altitud inis
v iris ill. 4, 9: « ti gillum ... quod ntmc « pedes .cvn. » (GrnotAMO, p. 188 d);
« quoque viae superpositum sororium « '0 XOÀOGGÒç 'Pooou iivEGTa-&7j µYjxoç
"appellatur »; FESTO, p. 380). Nei Fasti (( 7tOOWV pxç' tX ;(CXÀXOÙ )) (Eus1m10 ,
Arvt1l. kal. octobr. in C. I. L. VI, 32482 Cbro11. S)•11c. p. 158); « Colosus ere-
è indicato «ad com pitum Acili», e " ctus est in longitud iuem .c xxvm. cu-
l'edicola di questo compitum sorgeva " bitor um » (Io., vers. armen., p. 158).
ad ovest dell'incrocio ddl e vie del Co- Cf. FR. MARX in Wimer St11die11, XX,
losseo e Gaetana Agnesi (cf. B111l. Com. 1898, pp. 1.77-8 ; F. WEEGE in ja/11b11rb
LX f, p. 80). Si ritiene da taluni che deutscb. A rcb. fo st. Berlia, XX\' fll,
con la indicazione Tigi/lrlm sorori11111 1913, PP· 133 - .1.
si designasse una porta con due are de- (4) Una fontana, le cui vestigia ri-
dicate a Giunone Sororia ed a Giano manevano li no a poco tempo fa presso
Curiazio (PLATNER-As1-1BY, op. cit. il Colosseo; oggi non resta che l'in-
p. 538); ma il SAFLUND (op. cit. p. I68 dicazione del luogo. Fu costruita, di-
uota 2) non e di questo parere. Cf. an- cesi, da Domiziano nel 96 (C/1ro11ogr.
che PAutY- W1ssow11, 2• serie, llJ, 1, a. 354, p. 275). È rappresentata in un
1927, col. 11 39. conio di Severo Alessandro (C011Et-1,
( 3) Una colossale statua di Nerone, 468, 469). La somiglianza con la meta
in bronzo, opera di Zenodoro, collo- del circo, e l':icqua che sgorga\·a dai
UE L LE Q L: .\ T TOR D l C I R E G I ON l D l HO M A I OI

T cmplum Romae <1 >.


Acdem lobis <».
Vi:im Sacram <i>.

1. roml A C rom l et vcncrls /) z. lovfs stato rts lJ 3. via s.icra 8 C Sacram)


.et;ue ~a5ilicamconstanl lnlanam D

numerosi fori di una sfera, come dai fr1t.24;L1v10, I, 12, 4-6 ; X, 37, 15;
pori il sudore, e si r:1ccoglieva in un Ovm10, Fast. VI, 793-4; DtO'II5IO, Il,
sottostallle b;1cino, l.1 fece chiamare 50, 3 ; FtoRo, I, 1, 13). L'edi ficio fu co-
«meta sudans » . Di lln' altra mct:i su- struito più 1ardi (294 a. Cr.) da M. Ati-
damc, a B.1ia, è ri111asto il ricordo nel- lio Regolo, che fece un identico voto
1\:p. 56 ad l11cil. di Seneca. nella b;1 ttaglia di Luceria, durante la
( r) li tempio :iveva diverse denomi- terza guerra S:innitic:i (L1v10, X, 36,
na zioni: «tem plum Romae» (C/Jro11og1. 11; 37, 15). Sorgeva sulle pendici set-
11. J) / , p. 280), "te111plum Urbis». «fa- tentrionali dcl Palatino pre~so l'antica
« num Urbis » (Hist. A11g11sla, flmlr. 19; porta Mugonia (Ps. C1cF.RONE, cit.;
.\~I MIAN.MARCFLL. X\'1, 10, 14; AURF.- L1v10, I, 12, 3; D1os1s10, loc. cit.;
110 \"n-r. Ub. de Caes. 40, 26), « tem- Ovm10, F11sl. loc. cit. e Tris/. Ili, I,
" plu,11 urbis Romae» (Si::R\'IO, Am. If, 32) ; ad esso vengono attribuiti alcuni
2 ~/ >, "tcmplum V encris et Roma e» avanzi dell'epoca dei Fla ''i a suJ-est
{CASSIO 010~1, LXIX, 1. :;), « tcmplum dell'arco di Tito. Nulla im·ece ci resta
« Romac et \'encris» (Clno11ogr.a . JJ.1, di questo tempio dell'et.i repubblic:ina
l. 276: GIROLA '10, p. 200 d), • t:rbis \' c- (cf. FRASK, Roma11 B11ildings of lht
11crisq·1c te111pl.1 • ( PR1:DE~z10, Co11tra Rep11bìic, Am. Ac. i11 Rom1 1924,p. 89).
51111111. I, 21 ;-~). Costruito da AJri.1- ( 3) :\ei tempi del nostro catalogo IJ
no e dclic.110 nel 135 (C...ss10 D1o~F., Saa.1 vi:i comincia,.,, dall'a rco Ji Tito,
10.:. cit.; Cliro 11o;:r. 11. J5 1, loc. cit.; che ra ppresentava il raccordo J elb
GIROLA \IO, loc. cit.); ma forse tnmi- ,·ia :\ova, del clivo P,1latino e della
n no sotto .\111oni110 Pio, come si può str:ida che dall'arco stesso scendeva
co11gcttur.1rc d.tlla ri produzione sulle alla :.Ieta sudante. FiJncheggi:iva il
monete di lui (COucs, A11to11. Pi11s, tem pio di Venere e RomJ, la basilica
6q8-703. 1071-6). Sotto .Massenzio il di Costant ino. il tempio del Jivo no-
tempio fu d.1nncgKi.110 dal fuoco e Sll- molo, passava sotto l'arco Fabiano,
bito restau rato (C/Jro11c>g1·. a. Jf4, p. 280 poi ua 1:1 Rc:ggia e il tempio di Anto·
e :\ Ut<HlO V1TT. De Caes. loc. ci t. ). nino e Faustina ; girava a nord il tem-
>:e rim.111gono anco ra in piedi m:icstosi pio de l Divo Giulio, dirigendosi verso
avanzi. cr. ,\ MUN07., Il tempio di quello di Castore; corn.:va lu ngo la
rmert f Roma in C11pi1t1/i11111, r 9 ;s, basilica Giulia, congiungendosi presso
XI, p. 21 5 ,gg.; Cot.l'lt in Rull. l.0111 l'arco di Tiberio col clivo Capitolino,
LX11I , 1936, pp. 180 -2. che sali\'a al Campidoglio. La via si
(2) In Notitia « Iovis Sutoris n. chiamò « s::cra n per i molti edifici a
Votato, secondo la tradizione, da Ro- carattere religioso, disposti sul suo per-
111010 durante l.1 battaglia contro i S.1bini; corso. Sembra dJ scartare la dh·ersa
111.1 il •uo \Otu si er.1 ridotto ~olt.rnto spiegazione data da VARRONE (V, 47)
a un « lo.:u' clfatus templo" (Ps. C1c1:- e seguita da Festo (p. 372). Quest'ul-
ROS1:. ù111t10 pri11sq11a111 i11 txili11111 timo (p. 190) ricorda i Sacravie11ses,
102 IL CAT AL ùGO

Basilicam Novam <•l et Pauli <».


Templum Faustinae <1>.

2. Castin~ I>

abitanti della st rnda. Essa una volta Lepido :idornò la basilica, designata
era fiancheggiata da abitazioni e botte· « Acmilia », dei ritratti dci suoi ante-
ghe, che poi, per lasci:ir posto ai pub- nati (PLINIO, Nat. llist. XXXV, I 3),..:
blici monumenti, si ridussero alla se- pare anche la ricostn1isse in pane, poi-
zione sud della via, tra l'a rco di Tito e chè in una moneta di suo figlio Lepido
I'« atrium \'estae ». Cf. DE RucGtERO, è rappresentata la basilica, con la leg-
Il Foro Ro111a110, p. 498 sgg.; H. T11E- genda « M. Lepidus reft1.:cta) s[en:uus]
DENAT, Le For11111 Romai11, p. 167 sgg.; c[onsulto] » (BADELON, Mo1111aies de la
PLATNER-As1mv, op. cit. pp. 4 56-9. Rép11Mique Ron11zì11e, I, p. 129 ; Coi11s
( I) La basilic:t di Costantino. L'or- of tbe Ro111a11 Repub/ic i11 tlie Brit. M11s.
dine é qui turbato; mentre gli articoli I, 3650-3). ;\on molti anni dopo (54
si succedono es:ntJmente in Nolitr 1, av. Cr.) L. Emilio Paolo, figlio del
do,·e alla basilk 1 « Constantinian 1 » precedente e fratello dcl triumviro, ne
segue il « templum Faustinae» e poi :weva quasi condouo a termine una
la «basilica Pauli». Comiociau da ricostruzione tCICERONè, Ad Attic. l\',
Massenzio subito dopo 1' incendio dcl 16; PLUTARCO, CatS. 291 3; APPIANO,
J07 e forse compiuta da Costantino, che Btll. citr. 11, 26). L'oper:t fu compiuta
vi apportò anche delle modificazioni. e dedicata soltanto nel 34 av. Cr. da
L'appell.ttivo «nova» rispecchia una suo figlio L. Emilio Lepido Paolo (CAS-
Jcnominazione popolare ; ess:i non fu SIO D1osE, XLIX, 42, 2). Dal 54 in
mai intitolat 1 .l ~!assenzio, ma si trova poi essa è design.iu col nome di «ba-
indicata in .\ 'otili11 e in qualche altra « silica Paulli » (TACITO, Arw. III, 72;
fonte col nome di Costantino, al quale STAZIO, Silv. I, 1 1 30; CASSIO DtoNF,
il Senato la dedicò (AURELIO Vt rr. XLIX,42, 2;LIV, 24,2). NelI 4av. Cr.,
De Cnes. 40, 26). Cf. A. MINOPRIO, in seguito ad un incendio, fu rko·
A restoratio11 of tlu Basilica of Co11sta11- struita a nome di Emilio Paolo, ma
li11e, Romt in Papers of tbe Brilis/J in rcJhà a spese di Augusto e degli
School al Rome, Xli, 1932, p. 1 sgg.; amici di Paolo (CASSIO DtONE, LI\', 24,
Cous1, Basilica Ji .\fassrn::;io o Basrlrca 3). ~el 22 dopo Cr. Emilio Lepido
diCosta11ti110? in L'Urbe, giugno 1937, ottenne dal senato lapprovazione di
pp. 5-7. L'ARMtNt (Era11os XX\'JI, 11 8 restaurarla e abbellirla a sue spese
sgg.) ha creduto d1 vedere nei ,\ 'nmses (TACITO, Ab t'(etss11 Divi Aug. III, 72).
del C. I . L. \'I, 31893 , gli abitanti di Da Tacito ai tempi del nostro catalogo
un distretto che si appellava dJ questa non se ne trova alt ro ri cordo, se non
basilica. nell'iscrizione di un collare di schiavo
(2) Costruita da ~I. Fuh•io Nobiliare (C. 1. L. XV, 7189) e nella pianta Se-
nel 179 a'·· Cr. qu:inJo fu censore insie- veriana. Per un esame dei materidli
me con M. Emilio Lepido (Ll\'IO, XL impiegati nelle va rie ricostruzioni cf.
51 , 5), e chiannta .hpprima, in VAR· FR.\NK, op. cit. p. 66 sgg. e per uno stu-
RONE ( VI, 4 ), «basilica Aimilia et Fui- dio generale sull'argomento Mc. DANllll.
•<via''• il che r.1 supporre una parteci- in Ama. ]011r. of. Arr/Jatolog)'• aprile-
pazione dell'altro censore ai lavori.
~el 78 av. Cr. il console M. Emilio P<r la no:a (3) v. r· sg.
DELLE QUATTORDICI REG I O:\! DI RO~t.\ 103

Forum Transitorium <•>.


Siburam <».
Balneum Dafnidis <i>.

l. <lbura C •uburam 8 D 3. dariniJls A B Japhni.fo C

giugno 1928, p. t Si sgg. Cn fregio delle due denominazioni; e la prcscn7.J


ad allo rilievo rappresent:rnte un ciclo della stess.l Yoce in 1luc diverse regioni
di leggende romane, forse dell'ct.\ Au- ci prova che il foro doveva lrovarsi
gustea, rinvenuto negli scJvi di questa sulla linea ,li con!rne. Cf. Tot.BH
basilica è esposto nell'A11liq1111riw11 Fo- .\t.UI~ , op. cii. p. ; 2 sgg.
rn1se (cf. B11ll. Co111. LXIll, p. 189). (2) Attenendoci a due dd codici
( 3) Dcdic:lla a Faustina moglie di antichi e a qualche altro pom:rion:,
Antonino Pio nell'annodella sua mane, accettiamo ·• Sit>ur.1111 • come fJ :urchc
141 (I lisi. A11g11sta, Ani. Pi11s, 6),e dopo l'L RLICHS ( Co.J. 111 b. R·•m. top. pp. 6· 7),
la morte Ji Antonino, 161 1 a t utti e ìn,·ecc della forma re~olare « Subur.1111 ",
due (ibiJ. 13). :\ell'iscri1ione Jell'.lr- preferita d::1llo Jord.in ( Topogr. II, p. s 17) .
.::hitr.ivc si legge :rncora la prima Jedica: Lo s.:ambio della <<i» per la « u » 11011
u Di\'ae F:iustinJe ex !>. c.» e I 'ag- è r,1ro negli :muchi au t'lri e nelle i~ai
giunta che ,.i fu prcmcss:i, in seguito zioni; «Sibura" Je,e essere uru f11rr11a
alla Juplke intitohzrone, « Di,·o .\mo- volgdre come « S.:bura " (C. I. !.. \'I,
« nino et» (C. I. L. \'I, 1005); ma 9526). a qua1110 pare, Jocumemabrk
nella l/isl. Armuta, Salo11. Gal/. 1, si i;:.xw.1 :E1~o:>;n;a(w'.I (C. /. G. 64 Ji>·
trO\':l 111.::hc la semplice denominazione Per le ,·arie etimokwie dell.1 p.trol:i,
« templum l·austin.1~ ». Il monumento \'cdi PAt:LY-W1s~owA , sewnJ l ~cric.
in p~nc esiste tutt'or.1. CL .\. BAR- IV, coli. 510-1. La « 5ubur.l » crn un
roLr , li te111pi<• di A11lcmi110 e Ft111sli11a in distretto congiunt 1 pt:r 111c110 ddl'.\r
.\fo11. l.111crr, XXIII, 1914, col. 919 sgg. gilero al foro di ~crva, e attr" cr,.uo
( 1) Comuitn d.1 Domizi:ino e dcdi- J;il « cJi,·us Subur.rnus » che .111J:1\ ;t
c.110 d;1 :-l.:rv.l :11 prin.:ipio dcl 9i .1llJ porta Esquilin.1. I ro•·ti ':1li1i.;1 ri
(S1:1 rosto, Do111. 5; SrAzro, Silt•ae, l\', corJan,) le rag;11.1e;: m.1ll.111utc "•Jtt.iJc,
), 9 IO; AuRLLIO \'rrT. De Caes. «in mcJi.1 scùwt Subur:111 (;\IAH ·
Xli, 2; C. I. l. \ ' I, 9ll = 3121 )). ZIALE, \'J, 66, 2); per .11trc c.1rJltcri-
UHicinlmcme era i11titol.1to :1 Ncrva stid1e cf. l.L'Gl.I , op. di. 111, )'.lì· Cli
(SUl'.TONH>, lo.:. dt.); 111.1 siccome scr ~l>it.1mi dcl J islrcuo sono chi.1111;11i
viva Ji passat-:ido Ira la Suburra, il foro «Submenses" (C. 1. T.. \'I, 31893) c.:
Ho1n:1no e ~li alt ri fori imperiali, fu «Subu rancn:.c~» ( Frsro, p. 190).
dcltO anche « tr.111sitonu111 » e « pcr- {)) rorst: :illuJc .l quc:.llt b.1;.;110 1••
«viu111 n (!lisi . ../11,,11sl11, ..!/<'.\. 5,..,. 2X,6; \.:t>li.1sta di GwnsAl.I. \'I I, 23): « pri
36, 2; Sr 11\'IO, :lm. \I I, 6t>/; Evrno· « \'.lt:tt b.dncJC quac D.1phm:s appcl
PIO, \'Il. '3· s; GtROl.AMO, I'· 19111; « l:111t11r "· D.t un.1 iscriziom: si rk.I\ 1
1\l:tn1.10 \'11T. nr C11ts. lii.:. dt.). Il che un;i D:iphne' abiti> ".d ~\·mfa, "·
.: 1uio~11 che <Jlli d:1 .ti l<>ro l'.t ppdla · rn:lL1 Sut>urr.1 111;11.:giore ( .\'ot Sc1i.·1 •
th·o ,Ji "'(rami torio " e :111:1 rc.:g. \' J 11 1q12, p. ;81 J. C f..\11.,11•;1 ii b,11 •t,
Ji • '\cr\'!I A, et <limo .ira l.1 1·r 1nis.:un.1
0 '.\.\Il. 1q24, p. 83.
I L C .\ T AL O G O

Vici .vm.
Aediculae .vm.
Vicomagistri .XLVIII .
Curatores .11.
Insulae .11.occL v11.
Domos .Lxxxvm.
Horrea .XVIII.
Balnea .Lxv.
Lacos .LXXI.
Pistrina .xv.
Continet pedes .xm.

Rr.G10 V. ExQutLI AE <1>.

Conti net: (2)


Lacum Orfei <1>.

2. acde A rdcs JJC J. vlcomai; A C vicomai;n IJ 4. curai , t t: Il cura·


torla H 5· insulas li iioCCLllll e c.. dom A dom. e L\\X novcm e: e \\\\'11 1 LI
7• orrcn X Cl VIII C 8, 'LV C 9· L.a f..' l. H•Vlll /) I O. J>ff~llll:\ /I 11. COlllÌlld
0111. e pedes autcm /) xmt e 12. qui nta /J e/) e'q ullia /) 14. orphci /)

(1) Ambedue le forme « Esquili::tc » (3) Una specie di Jescritionc di


ed « Exquili:te)) si trovano us::tte, m:t questa fontan:i monumentale è iu M AH·
l:i prim.1 è la pili antic::t e J:i prefe- ZIALE, X, 201 4-9:
rire. L'etimologia dcl nome è incert::t. . . . brevl.s (st 1.2.l"'>r per:acuc
Spiegazioni ne J:111no VARRONE (V, ·19) Altum v1n~crc lramitcm St:bUt.tC.
llh• Orphu protinuJ •iJ,bis
e Ov1010 (Fasli, lll, 1~ 5). I moderni Udi vcnicc lubricum thutri
fanno derivare la parola Ja «ex co- Mir:int1~11ue (cr.u n\e-mque •et~''•
« lcre)) = dimorare fuori dell'abitato, RaptU"11 qu1c Phryg:i pcrrnli1 Ton:i rti
nella parte este111:1 dcll:i città o su- l.1 l-luELSE1'1 l:i wlloca subito fuori l::t
burbio. Cf. PLATNER-ASllBY, op. cit. port:i. faquilina (Topogr. I, 111, ì 4S);
p. 102. secondo il Lu-.insTROM(op.cit. pp. 52->)
(2) Un:t zona fuori delle mura Scr· andrebbe trasfcrit.i :i.I di qu~, in luo~o
viane, compres.i tra queste, i « c::tstra indetermin.110 tr.t l:i. vi:i Ji S. ~br·
« praetori:t » e la cinta Aureli.111:1 (che tino e qucll:i di S. Pr.ts~cJc, anche iu
oltrepassava io un breve t r:itto tra l'ac- considcra1.ionc dcl ratto che c.·nc chit:$C
quedotto della Claudi:l e dcli' Anicnc nella Suburr:i e nell' Esguilino si dice·
nuovo e l'anfiteatro Castrense) lino ::tlla vano «in Orpht:a >>, « iuxta Orfc.nn " ·
porta Asinaria e la via che da questa In una iscrizione sono ricordati gli Or
conduceva alla porta Celimontana. jimm (C. I. L. VI, 31893).
DELLE QUATTORDICl,REGIONI D I ROMA 105

Macellum Livianum <•>.


Nymfeum Alexandri <».
Cohortem Il vigilum <i>.
H.ortos Pallantianos (+l.
5 Herculem Syllanum <s>.
Amphitheatrum Castreosem (6).
Campum Viminalem <1>.

1. liviani A 8 D la•i niani C 2. oyrnphcurn B nlmfeum C mcmphcum dlvi D


3. coortes AB cohortes CD duo D 4.ortos AD pallatianum A 8 n palatlanum C
5. sillanum B CO 6. ampitheatrum A B amphltcatrum castrense O

( 1) Quasi tutti i codici dei due testi un santuario (HuELSEN, Topogr. 1, m,


hanno « liviani» , errore evidente per 361). La discordanza, nella disposizione
« livianum ». Prendeva il nome da dei nomi, tra la Notitia e il C11riosum
Livia, la moglie di Augusto, il quale lascia dubbia l'ubicazione. Sulla que-
probabilmente lo aveva costruito. Nel- stione vedi LuNDSTROM, op. cit. p. 4 5.
!' iscrizione che ricorda il restauro (6) Si è soliti riconoscerlo nell'edi-
eseguito da Valentiniano, Valente e ficio in parte incorporato nelle mura
Graziano è chiamato « macellum Li- Aureliane presso la chiesa di S. Croce,
« viae >1 (C. I. L. VI, 1178). Doveva e, in base al sistema di costruzione, si fa
trovarsi fuori della porta Esquilina, a risalire ai tempi di Settimio Severo, o
sinistra di chi esce, e ad esso possono poco dopo. Castrense deve essere in-
ri fe rirsi gli avanzi che ivi si rinven- teso nel senso di ccmilitare» o «appar-
nero ( cf. HUELSEN, Topogr. I, w, 344-5 ). « tenente alla corte». Il LuNOSTROM
( 2) Viene ident ificato con i così detti (op. cit. pp. s sgg., s6), che, come si
Trofei di Mario in piazza Vittorio Ema- disse, vede nell'edificio presso S. Croce
nuele, cioè con la mostra dell'acqua il « Ludus matutinus », immagina un
Giulia ; il ninfeo, presentando nella sua Anfiteatro castrense nei pressi dei
struttura caratteri peculiari dell'età Se- «castra Praetoria ». L'opinione, inac-
veriana, può essere attribuito all'opera cettabile, è confutata dal DuRRY, Les
di Severo Alessandro. Cf. v. DEMAN, cohortes Préloriu111es cit., p. 58.
op. cit. pp. 1S71 166, 342. (7) Lo JoRDAN congiunge questo ar-
(3) Era situata, come dimostrano le ticolo col seguente e dà « campum Vi-
iscrizioni ritrovate sul luogo (C. I. L. « minalem subager » = «sub aggere »
VI, ,:p4, 1059), nell'area compresa fra (Topogr. II, 548; cf. ibid. pp. 1 29-30 e
le vie Principe Eugenio, Conte Verde HuELSEN, I, m, 336, 370). Ma noi pre-
e Bixio, sulla destra dell'a ntica via La- feri amo attenerci ai codici che distin-
bic:ioa. Cf. REYNOLDS, op. cit. p. 4T guono le due località, tan to più che, in
MANCINI in Roma cit. p. 542 ; LuNo- opposizione al cc sub aggere», troviamo
STROM, op. cit. pp. 39-46. ricorda ta anche una contrada cc super
(4) Cf. p. 28. « aggerem »: « celebravit item tale con·
(S) Alcuni vorrebbero veder qui una « vivium, ut apud amicos singulos sin-
stat ua innalzata da Silla, a ricordo dell:t « guli missus appa rarentur et, cum alter
su:i vittoria su Mario, nell' Esquilino « maneret in Capitolio, alter in Palatio,
(PLATNER-ASHBY, op. cit. p. 256) ; altri «alter super aggerem, alter in Caelio,

Cod. Toposr.
106 IL Cff.TALOGO

Subagcr.
Mincrbam Mcdicam <1l.
Isi<lem Patriciam <».
Vici .xv.
Aediculae .xv. 5
Vicomagistri .XLvm.
Curatores .11.
Insulac .Ili.DCCCL.
Domos .cLxxx.
Horrca .xx11. ro
Dalnea .Lxxv.

2. mincnam CD 3. in•idem patrfclum A 8 C 1 vicos D 5. ac3 A ~Je~ R C


~. vicomai; I vlcomagil B vicomagnum C i · curai A CD curatloncs Il
11. om. C R. JO•ulas D 9· Jom A dom' C ccntum LXn C I O. orr.! A orrca C
11. baln:u fl LXV C

«alter trans Tiberim . . . . in eorum condo l'HuELSEN, tra la stazione Ferro-


1< domibus singula fcrcula cderentur » viaria e le mura Aureliane (Topogr.
(lfist. A11g11st11, Htliog. 30). Il «super l, 111, p. 3 53). Il LuNDSTROM, che
"aggcrcm » si rit rova poi corrotto in porta il limite della regione V fino :Il
« S41ier•1ge » e << Superagius » in docu- << vicus Patricius)), lo metterebbe tra
menti medioevali (cf. DE Rossi, Allo di questo e l'aggere (op. cit. pp. ss-6). Per
.!011a\io11e di fo11di 11rba11i alla cbit.<a di altro, in base ad alcuni ritrovamenti
S. Do11ato i11 Art{{O, rogato i11 Roma (cf. GATTI, Trova111e11ti rig11arda11ti la
1 '1111110 105 r in Are/i. Soc. Ro111. di Stor. topografia e la tpigrafia 11rba11a in Bull.
patr. Xli, 1889,pp. 206-8). L' «agger », Com. X\', 1887, pp. 154-6), dai più
che un.1 volta faceva parte della cinta si vuol collocare nei pressi dell'at-
Scn·iana e che era un terrapieno soste- tuale vil C. Botta. L'epiteto dato qui
nuto sui fianch i da alti muri, si esten- :1 .Minerva è documentato da un passo
deva dJll:i porta Collina alla Esquilina. di CICERONE (De divi11. Il, 123) e dal
Il « suba g~ r >> abbracciava una zona, C. I. !.. VI, 10133.
sottost.111tc :ili' <rngge rn, tra le due porte ( 2) Gene rale è la tendenz:i a ricon-
Esquilina e \'i minale; e il campo Vi. giungere questo appellativo di Iside col
minale Jovcv.1 trovarsi fuori della porta <1 vicus Patricius »: pero, date le diver-
orno11i111.1 e non lungi da essa, nè è da genze nel fissare i limiti della V re-
confondere con l'altro ad ovest dei gione, dall' Ht.:ELSEN quest:i statua o
" c:istra Praetoria "· Cf. Lt:~DSTRi:h1 , tempio è collocato oltre la porta Vi-
op. cit. pp. 48-<) ; DuRRY, Les cohorlu minale, su un presumo prolungamento
Pdtorit1111ts cit. p. 58 nota 45. del vico (Topogr. I, lll, p. 371) ;
( 1) L'ordine degli articoli di questo d:il LuNDSTROM invece prima delb
catalogo indurrebbe :t collocare il tem- porta, lungo il vico stesso (op. cii.
pio nella parte nord della regione, e, se- PP· ss-<>).
D E L L E Q U A T T O R O I C I R E G I O N I DI R O :\I A I 07

Lacos .Lxxm1.
Pistrina .xv.

Continet pedes .XV.oc.

REGIO VI. ALTA SEMITA(•).

5 Conrinet: <»
Templum Salutis CJ> et Serapis (4).
Floram <s>.
Capitolium Antiquum (6).

I. LXllll e I.XXXVIII D 2. pris tinn 8 3· autrrn apg. /) 4. SCXl3 BC D


alto A B C 6. sai usti A B D aalustll C aarrapis A ternplurn tlore D 8. kapitollum D

(1) La principale strada della re· poi restaurato. Cf. :\IANC1-:1 in -:Voi.
gione, che andava dall'attuale piazza Scavi, 1921, p. 105.
del Quirinale all'antica porta Collina, (4) Costruito o resuurato da Cara·
seguendo a un dipresso il tracciato calla (cf. C./. L. VI, 570 add. 30796);
della moderna via Veoti Settembre; si colloca, probabilmente, sul fianco del
nell'ultimo tratto però prendeva pro- colle Quirinale, nel giarJino del palazzo
babilmente la denominazione di vic11s Colonna, dove rimangono rovine di un
porlae Colli11ae. gran tempio. I vi fu rinvenuta l' iscri-
(2) li Viminale, il Quirinale e gli zione citata; e :iltrc, attestanti il culto
orti Sallustiani. Il confine dal foro di di Serapide in quella locJ lit.\, \'ennero
Ncrva correva al• vicus Patricius• e poi in luce non lungi di li (C. l.L. VI, S73 =
ai ccastra Praetoriu; seguiva la cinta 30ì97 ; KAlBEL, /. G. Xl\', 1024).
Aureliana fino a porta Pinciana, donde. Taluni preferiscono riconoscerlo negli
in direzione sud, raggiungeva il foro avanzi scoperti lungo IJ :.alita del
Tniaoo. Grillo (cf. TotBtLMAl'N, op. cit. p. 75;
( 3) Il «Sai usti» dei codici è un er· L. MORPURGO in Not. Scai'. LXII, 1q38,
rore, deriYato dallo spostamento della P· 198).
"s ». Il tempio sorgeva dove è oggi (S) VARRONE (V, 7 1 e I 58) afferma
il palazzo dcl Quirinale, ma il culto era che Tito T:tzio votò sul Quirinale un
più antico, e da esso venne a questa altare alla dea sabina Flora, sul quale,
parte dcl colle l'appellativo di «saluta· presumibilmente, venne più tardi CO·
« ris ». Fu votato nel 31 1 dal console struito il tempio; esso si trova va non
C. Giunio Bubulco, dato in appalto :la distante d;t quello di Quirino (V1-
lui stesso nel 306, quand'era censo•c, TRUVJO, VII, 9, 4) e dal clivo che
e dedicato nel 303 durante la sua <lit· sali\•a al ve.:chio Campidoglio (V.\R·
tatura (Ll\'lo, IX, 43, 25; X, t, 9) ; RON E, \', 1 58); e può quindi collo-
fu colpito dal fulmine nel 276 e 206 carsi nelle vicinan1c di piar.za lh rbcrìni
(OROSIO, IV, 4. I; LIVIO, XX\"111, 11, (cf. HuEtSEN, Tofo.•r. I, m, 112).
4); andò a fuoco al tempo di Claudio (6) La vetta dcl Quirinale dovi: si
(PLINIO, Nat. Hist. XXX V, 19) e fu ergeva un sacello all:i triade GiO\'C,
ro8 IL CATALOGO

Thermas Coostaotinianas (t)_


Statuam Mamuri <2 >.
Templum dei Quirioi <i>.
Hortos Salustianos <4>.
Gentem Flabiam <s>. 5
Thermas Diocletianas (6>.

1. tberm. coo&t. om. D 2. statiim A at&tom B C mamyri A mammyrl C mi·


muri B mamorl vel amorb D 3- Qufrlnl] 1tpt malum ponfcum D 4. ortos AD
5. Oavlam B D 6. termas D dioclltianas C dioclitianu et constantlnlanas D

Giunone e Minerva, che ivi ebbe il suo Augusto (Mo11. Ancyr. IV, s; VI, p ;
culto, anteriormente a quello del colle CASSIO DIONE, LIV, 19, 4). Doveva
Capitolino(VARRONE,V, 158). Le iscri· innalzarsi nella parte sud-est dell'at·
zioni dedicatorie trovate presso il pa· tuale giardino Reale (cf. C. I. L. VI,
lazzo Barberini lo indicano tra questo 475, 565 = 12, 803; HuasEN, Topogr.
e l'attua.le via XX Settembre (C. I. L. I 2 , I, m, 407-10). Sembr:i che il tempio
726-9; LANCIANl in BuU. Com. XVII, desse il nome a un distretto (C./. L.
1889, p. 39'>)· VI, 31895 e 9975). Cf. MANCINI in
(1) Presso l'odierna piazza del Qui- Not. Sca11i, 1921, pp. 87, 109-uo.
rinale, tra la via N:izionale e la via (4) I famosi giardini dello storico
Vcntiquattro Maggio. Le ricordano Sallustio, che rimasero in possesso della
AURELIO Vrn. (De Cae.s. 40, 27) sua famiglia fino al tempo di Tiberio,
cd AMMIANO MARCELL. (XXVII 3, 8). quando divennero proprietà imperiale.
Un restauro dell'edificio cadente venne Essi possono circoscriversi entro i se-
eseguito nel 44 3 dal prefetto Petronio guenti confini: il lato settentrionale del
Pcrpeona Magno Quadraziaoo (C. I . L. vicus portae Collin~ (o Alta semita?), la
VI, 1750). porta Collina, la via Salaria, la cint:i
(2) Forse una statua dedicata a Ve- Aureliana; ad ovest i limiti sono in-
turio Mamurio, il presunto costruttore certi, e vanno posti nelle prossimità
degli ancili, simili a quello caduto dal di piazza Barberini, risalendo fino a
cielo (Ov1010, Fast. III, 383; PLU· porta Piociana (cf. DE RuGGIERO, Di{·
TARCO, N11ma, 13, 6; FESTO-PAOLO, Epigr. Ili, 1oo6-7; LUGLI, op. cit. Ili,
P· I I 7; VARRONE, VI, 49); statua pro- po sgg.).
babilmente posta nella curia dei Salii (S) Un tempio che Domiziano eresse
Collini, che trovavasi nelle vicinanze sul luogo della sua casa natale: « Do-
del tempio di Quirino (cf. HuELSEN, « mitianus natus est .. domo quam po-
Topogr. I, 111, 410). « stca in tcmplum gentis Flaviae con·
(3) Votato dal dittatore L. Papirio « vertit » (SVETONIO, Domi/. 1); e che
Cursore e dedicato dal figlio di lui nel trova vasi a sud dell' Alla semita, presso
293 av. Cr. (L1v10, X, 46, 7; PLINIO, l'odierna via delle Quattro Fontane.
Nat. Hist. VII, 213). Il tempio, dan- (6) Massimiano ne decretò la costru-
neggiato da un fulmine e poi nel 49 zione nella parte nord del Vimi nale,
av. Cr. quasi distrutto da un incendio, dopo il suo ritorno dal!' Africa, nell'au-
fu presto ricostruito, e la restauzione tunno del 298, consacrandole al nome
definitiva fu compiuta nel 16 av. Cr. da di Diocleziano. Furono dedicate al po-
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 109

Cohortem III vigilum <•>.


X Tabcrnas <2>.
Gallinas Albas Ci>.
Vici .xvu.
5 Aediculae .xv11.
Vicomagistri .xLvm.

Balnca .Lxxv.
Lacos .Lxx111.
Pistrina .xvi.
Continet pedes .xv.oc<:.

1. x tabcrnas. g1lllnas alba8. arcam candidi. cohortes vigilum D cohortcs A B C


2. labcrna C 3• gallfcanu C 4· X Cl 'Il C S· ad! A rcfes 8 C X et VII C 6. YI•
comajj" A vicom1gno 8 vlcomagnum C nv1111 C 7-10. curar. 11. lnsulas ril.cccc.111.
domos CXL\11, horrca XVIII D curatore~. insulac. domos. horrca om. A BC e
Il. L~V
12. lacos Lxxv D 13. pristinas B 14. continct om. C autcm pcdes D

polo romano tra il 1° m3ggio 305 e (2) Stando ad una iscrizione veduta
il25luglio 3o6(C. I. L. VI, 1130 = dalJ'Albertini, della quale non ci è
31242). Ad un tardo restauro sembra pervenuto il testo, la località C St:lt:t
alludere C. I. l. VI, 113 i. La rovina da lui indicata nella valle sottostante
degli acquedotti, causata dalla guerra alla chiesa di S. Agata, e si suol porre
Gotica, deve aver messo le terme fuori tra questa e S. Lorenzo in P:rnisperna
uso; ma il nome ancora sopravvive in (cf. PLATNER-ASHBY, op. cit. p. 149).
una bolla di Onorio I dell'a. 625 (P (3) La contrada ricorre in unn !et·
F. KF.1m, Italia Po11tif. I, Roma, p. 63) tera di GREGORIO MAGNO (lii, 1 7);
e nella tradizione duranti.: il medio evo e l:t denominazione soprnv,•isse nel
(Hvt:.LSEN, Topogr. I, lii, 379; LUGLI, titolo della chiesa di S. Sisto (( in
op. cit. lll, 359 sgg.). (<gallina alba», che doveva trovarsi np·
( 1) Nelle vicinanze della porta \'i. prossimativamente fra S. Lorenzo in
minale, :ill'angolo est delle terme di Fontana e S. Lorenzo in Panisperna,
Diocl.:ziano (cf. lh.vNoLDs, op. cit. sul11 pendice dcl Viminate (cf. 1-1 1.i ~L·
pp. .18-51; MANCINI in Ro11111 cit. p. 542). SEN, Le chiut di Roma, p. 471).
I IO IL CATALOGO

REGIO VII. VIA LATA<•>.


Continet: <»
Lacum Ganymedis <J>.
Cohortem I vigilum (4). 5
Arcum Novum <s>.
Nymfeum Iobis.
Aediculam Caprariam <'>.
Campum Agrippae <1>.

I. septlma B e D 1-2. via-con tl netj contlnet valata C 3. galymedis A gall


mrdis B ganlmcdls D 4. cohortcs A 8 C /) 1 otn. C primorum vlg. D 6. nim-
phr um R CD lovls D 7. aedìcula caprarin A B l'

( 1) Il tratto iniziale delJa via Flami- (6) In una bolla di Pasquale U del
nia, dai piedi del Campidoglio fino ad 1 104 (KEHR, Q11elle11 umi Forsc/11111gm,
un limite che varib coi tempi (LUGLI, XfV, 1911, p. 33) è nominato un «vi-
op. cit. m, 261 - l ) . « cus Caprarius » e in un'altra di Lu-
(2) La zona tra l:t· via Flaminia e le cio III del 1183 è ricordato un « viculus
pendici del Pincio e del Quirinale, dal « Capralicus » (in Gòll. Nac/Jr. 1903,
foro Traiano alla porta Flaminia. p. 111): denominazioni di una iden-
(3) Il Ligorio attesta di aver veduto tica strada, della quale sarebbero stati
gli avanzi di questa fonte nella estrema trov.iti resti di pavimentazione nel-
parte della canti01 dei padri dei Ss. A- l'angolo formato da via dell'Umilt3
postoli verso la piazza chiamata del- con via delle Vergini. In quest' ul-
1' « ulmo de Colonncsi » (LANCIA NI, tima fu rinvenuta anche una costru·
Stor. degli Scavi, Il I, p. 202). zione, nella quale si è creduto ravv i-
(4) Dalle iscrizioni rinvenute si ricava sare l' ((aedicula Capraria» (cf. GArri,
che questa caserm.i trovavasi nel lato Noti\it di rece11/i truva11re11li di a11tichitd
nord della piazza dci Ss. Apostoli, nel- iu Roma e 1ul sub11rbio in 811//. Com.
1' area del moderno palazzo Balestra Llll, 1926, pp. 272-3).
(cf. REYNOLDS, op. cit. pp. 45-6 ; MA!>· (7) Un parco, possedimento di A-
CINI in Roma cil. p. 541). gri ppa, che Augusto nel 7 av. Cr. di-
(5) Sarebbe stato costruito da Dio- chiarò d'uso pubblico e che divenne
cleziano ( Cbro11ogr. a. JJ4, p. 280) tra passeggiata favori in dcl popolo Romano
il 303 e il 304 (cf. PLATNER-ASHBY, (CASSIO DIONE, LV' 8, 3; GELLIO, XIV,
op. cit. p. 42) e sorgeva sulla via Lata, 5, 1). Sono incerti i limiti nord, come
davanti all'odierna chiesa di S. Ma- pure non è sicuro se, oltrepassati gli
ria, dove è stato ritrovato un fr:im- archi della Vergine, si estendesse ad
mento :ippartencnte al rilievo decora- est fino alle pe11dici del Quirinale e dd
tivo dell'arco, con una iscrizione, oggi Pincio. Ad ovest era limitato dalla
:t villa Medici (C. I. L. VI, 31 383), Flaminia ed a sud dall'acqua Vergi11c.
e un nucleo di ma rmi architettonici Cf. SHIPLEY, A gr ippa's B11ildi11g Acti-
(cf. COLINI in Reud. Po111. Accad. Arch. vities i11 Rame, 1933 , p. 75.
Xl, 1935, p. 41 sgg.).
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA III

T emplum Solis <•> et castra <a>.


Porticum Gypsiani <i> et Constantini C4>.
Equos T iridatis regis Armeniorum Cs>.
Forum Suarium (6).

1. glpslanì 8 Constantlnì] stpe ttmpla duo nova spel et fortunr D 3. ecqoos A


~quos 8 trigrìdat:ls A t:lgrldatls 8 C 4. Soarlum] segue bortos larglanoe D

(1) Costruito da Aureliano dopo la piazza Colonna, dimostruono che il li-


celebrazione del suo trionfo in Roma mite sud è invece segnato dai resti
nel 274 (Hist. Augusta, Aurei. 25, 6; 35, del colonnato trovati solo a sette metri
3; 39, 2; AURELIO Vrrr. De Caes. 35,7; :t sud di via del Tritone. Il l:tto nord
EuTRoPro, IX, 15; Zos1Mo, I, 6 I, 4; cl. resta incerto, sebbene avanzi conformi
HoMo, Essai sur le règ11e de l'emperetlr al piano generale del!' edificio siano
Aureliw, Paris, 1904, pp. 122-6). Il stati rinvenuti sotto il p:ilazzo già
tempio, secondo il Oiro11ogr. a. JH Boc.:oni. Cf. St11PLEY, op. cit. p. 76.
(p. 279) sorgeva «in campo Agripp:ie», (4) Il Lanciani pone questo !)Ortico
ma sulla ubicazione esatta si è molto nella via Biberatica, in rapporto archi-
discusso. L'opinione più attendibile tettonico con la basilica costantiniana
è che debba collocarsi a nord del campo «ad Apostolos » (ltill. Efos. in Mo11.
di Agrippa; avanzi dei portici, che pre- A11ticbì dei Lincei, I, 474); l'HUELSEN
cedevano il tempio, sono stati trovati (Topogr. I, 111, 46o) lo suppone invece
tra piazza S. Silvestro e via Frauina connesso con le terme Costantiniane.
(cf. ToEBELMANN, op. cit. p. 108; PLAT· (5) È difficile stabilire se la vera le-
NER- ASHBY, op. cit. pp. 491-2; H. zione sia « equos >•, o cc equum ,, come
KAtrLER, Zum Som1t11tempel A1uelia11s, ha Nolilia, perchè di questo monu-
in Rom. Mili. LII, 1937, p. 94 sgg.). mento non troviamo altrove ricordo.
(2) La caserma costruita da Aure- L' HuELSEN (Topogr. I, 111, 4 56) pre-
liano (Chronogr. a. JJ4, p. 279) per ferisce la prima forma; PLATNER-ASHBY
le coorti urbane (castra Urba11a) e che (op. cit. p. 202) credono più probabile
si trovava immediatamente ad est del la seconda, col significato di «Statua
tempio del Sole (cf. PLATNER-ASHBY, u equestre ». Ad ogni modo il monu-
op. cit. p. r08). mento deve riconnettersi con la solen-
(3) Corruzione per « Vipsani » ; il nità dell'incoronazione di Tiridatc a
portico cominciato da Polla, sorella Roma al tempo di Nerone (cf. SUETO-
di M. Vipsanio Agrippa, e finito da NIO, Nero, 13). Correggiamo le forme
Augusto (CAss10 D10NE, LV, 8, 3-4; volgari dei codici « Tigridatis » e « Tri-
PLINIO, Nat. Hist. III, 17), e ch'era « gridatis » in « Tiridatis », come ha il
chiamato « porticus Vipsania •> (TA- cod. D e come doveva leggersi nell'ar-
CITO, Ab tXClSSU d. A 11g. I, 31 ; PLU- chetipo. Cf. anche NoRDH, op. cit.
TARCO, Galba, 25). Si estendeva sul PP· 75-6.
lato ovest del campo di Agrippa lungo (6) Questo mercato dei suini ~ ri-
la via Flaminia. Da un passo di MAR· cordato, in tempi anteriori al catalogo
ZIALE (IV, 18, 1-2) si supponeva che regionario, in due iscrizioni che pos-
il limite sud del portico giungesse fino sono farsi risalire :illa fine del sec. 11
all'acqua Vergine; ma gli scavi, pra- o al principio del 111 d. Cr. (C. I. L.
ticati negli anni 191 4-7 davanti a VI, 31046, 9631), e doveva trovarsi io
I I2 IL CATALOGO

Mansuetas (I),
Lapidem Pertusum <».
Vici .xv.
Aediculae .xv.
Vicomagistri .xLvm. 5
Curatores .11.
Insulae .Ili.DCCCV.
Domos .cxx.
Horrea .xxv.
Balnea .Lxxv. 10
Lacos .Lxxv1.
Pistrina .xv1.
Continet pedes .xm.ccc.
4. ua A ~es BC ~iculas D xv om. C lascit111do spa1io in bianco. S· vl-
comajj A C vlcomagii B 6. curai A CD cura1foncs B 7. lnsolas D 8. dom A
domus e 9. orrca e IO. LXV C 10-1. balnca - UX\'t om. 8 12. prisllnas B
auiem a~G'· D xv. DCC D

connessione col• templum Solis• e i• ca- fosse, in corrispondenza di queste, una


«stra Urbana •,e precisamente ad oriente raffigurazione di fiere :iddomesticate
di quest'ultimi, dov'è il pal:izzo di Pro- (Era11os, XXI, 1923, fase. 2, pp. 49-
pag:inda Fide (cf. HuELSEN, li tempio 50). D'altronde la presenza in Rom:t
dtl Sole 11tlla 1·egio11e VII di Roma in di fiere mansuefatte è testimoniata
Bull. Com. XXIII, 1895, p. 49). Nel largamente (cf. Hist. A11g., Gord. )3).
1v secolo era alla dipendenza di quegli Non si potrebbe pensare che talune fos-
stessi ufficiali, che comandavano le sero custodite in appositi luoghi, :i un
coorti urbane (C./. L. VI, 1156"). Tale dipresso come i nostri giardini zoolo-
mercato aveva assunta una grande im- gici?
portanza fin dal tempo di Aureliano, (2) L'HUELSEN, seguendo il BORSARI,
il quale, andando incontro ai desideri (Bull. Com. XV, 1887, p. 142; XXXIII,
del popolo, :iveva stabilite regolari e 1895 p. 49 nota 2) affacciò l'ipotesi che
gratuite elargizioni di carne suina (Hist. possa trattarsi dello sbocco dell'acqu:i
Aug., Aurei. 35, 2; 48, I; AURl!UO Vergine sotto gli orti Lucullani al Pin-
Vrrr. De Caes. H. 7; Epit. 35, 6). cio. L'ARMINI invece (Era11os, XXI,
Da allora acquistò sempre maggior 1923, pp. 41-2), richiamandosi :id un
valore la corporazione dei suari, che passo di PROCOPIO (De beli. Goth. I,
provvedevano per tale riguardo ai bi- 23, 4) e ravvicinando a questo il ri-
sogni della città (PAULY- WISSOWA, cordo di una Putuma Petra sulla Fla-
XIJ, 1, 19:i4, col. 689). minia (Auc/or epit. de Caes. IX, 10),
( 1) L' ARMINI, esamin:indo il passo vorrebbe riconoscere la località, a no-
di MARZIALE (III, 19, 1) io cui si ricor- stro avviso con sufficiente ragione, nel
dano le fictae ferae del campo Marzio, mp(~OÀOç a~ppwywç. Per il significato
pensa che nelle pendici del Pincio ci del vocabolo cf. NoRDH, op.cit. pp. 72-5.
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA IIJ

REGIO VIII. FoRuM Ro~1.~NUM MAGNUM <•>.


Contioet <»:
Rostras .m. <1>.
Genium populi Romani<•>.
5 Senatum <s>.

1. octava CD octaba JJ magnum om. l 3. rostra 111 D 4. genium pare corr.


1u gcnum n populi Romani] p. r. A p1 . 8 C 5. Senatum) u11ue aurcum cquum
e onS1antfn l f)

(1) Di regola fu chiamato« Forum» In C11rios11111 e Nolitia si allude, c11i-


senz'altra attribuzione; l'appellativo dentemente, a tre tribune, se pure il 111
«Romanumll si trova soltanto in al- noo rappresenta una aggiu nta seriore.
cune fonti letterarie (VIRGILIO, Ae11. Oltre a quell:i sopra indicata, uoa se-
\'Iii, 361; PROPERZIO, IV, 2 , 6; PLINIO, conda tribuna, orn.lta di rostri egiziani
Nat. 1-Jisl. XlX, 23; SuHONIO,A ug. 72, presi nella battaglia <li Azio, er.t costi-
I; TACITO. Ab txcesm d. A11g. xn. 24; tuita dal prolungamento della piatta-
CASSIO OIONE, LIX, 28, S)i quello di forma davanti al tempio del ùivo
cc Magnum», secondo CASSIO D10NE, Giulio (rostra aedis divi lulii, FRON-
XLIII, 22, 2, gli sarebbe venuto dopo la TINO, cap. 129; cr. CASSIO DIONE, LI,
costruzione del foro di Cesare, ma non 19, 2;LIV, 35, 4; LVI. 34,4;SUETONIO,
se ne hanno altre testimoni:mze. Aug. 100, 3). La terza non è facilmente
(2) I rori imperiali, il Campidoglio, identificabile; le fonti ci inrorm:mo che
il foro Romano, tranne la parte in- fungeva da tribuna anche la piatta-
cor porata nella IV regione, un tratto forma del tempio di Castore (PLU-
del Vclabro ed il foro Olitorio. TARCO, Sulla 3 3; CICERONE, Phil. lll, 27).
(3) In antico la tribuna degli ora- (4) Una statua aurea del Genio del
tori era situata tra I:\ Curia e il Foro, popolo Romano, collocata probabil-
e prendeva il nome dai rostri delle navi mente in una edicola e situata nei ro-
catturate agli Anzi:lli (338 al'. Cr.). che stri. li Chrnnogr. a. J54 (p. 279) ne at-
ne costituivano la decorazione (V AR- tribuisce l'erezione ad Aureliano. Se
RONE, \', I 55; Ll\'10, VIII, I 4, 12 ; ne ha ricordo anche in una iscrizione
P1.1N10, .\Jul. Hist. XXX, 20). In se- tro11ata tr:i il clivo Capitolino e la basi-
guito fu trasportata nel Foro, nello spa- lica Giulia (C. 1. L. VI, 248). CASSIO
zio poi limitato dagli archi di Tiberio D10NE (XL VII, 2, 3; L, 8, 2) me11-
e di Settimio Severo; e il merito della ziona un « ve:wç -roii re:v(ou -roii S·~µou n
nuova opera è attribuito a Cesare, il in connessione col tempio della Con-
qua!c però lo avrebbe condiviso con cordia.
Antonio (CASSIO D10NE, XLIII, 49, (S) Cosi si disse col tempo la Curia.
1-2; ASCONIO P1m1ANO, Ad Milo11tm, Quesu fu edificata, secondo la tradi-
I 2; cr. OE RuGGIERO, Il Foro Roma110 zione, da Tullo Ostilio, a nord del Co·
cii. 1913, pp. 361-3;SmPLEY, Agrippa's mizio (CrcERONF, De rep11bl. li, 17,
B11ildi11g .4clit•. in Was/JillgtM U11it•trs. 3I ; \"ARRONE, \", I 55; LtVIO, I, JO, 2;
St111lies, X. S. l.a11g. a11.I Liii. n. J, 36, -5 ; XII, 7, i; XL, 24, 12; P!.INIO,
St.-Louis, 1930). :"'°111. Hist. \'Il, 53, t 82). \"enne am·

Coi. fopogr. 8
I 14 IL CATALOGO

Atrium Minervac <•>.


Forum Caesaris <». Augusti h>. Nervae ~•>. Traiani <s>.

2. cçsarls (cesaris) O\ISU&tl 8 C auìi 11

pliata durante la Ji tt.·itura di Silla SIO DIONJ:., XLlll, 22, 2; NICOLA DA-
(CAss10 D1mrn, XL, 49, 3 ; PuN10, i\IASC. B!oc; Kalcro:poc;, 22), e d:i Ott:i-
XXXIV, 26), e ricostruitn ,la suo figlio viano condotto poi a tcmrine (Mo11.A11·
Fausto, in ~eguito ad un incendio, nel cyr. I V, 1hl ; CASSIO OJONE, XL V, 6,
S2 av. Cr. (CICERONE, De .fi11ibus bo11. 4). Al foro furono apportate aggiunte,
V, 2; CAss10 D10NE, XL, 50, 2; Asco· o sovrapposte costruzioni, al tempo
NIO, Pro Afi/011e, 90). Ne intraprese degli imper:itori Flavi; ma la trasfor-
una riedificazione, leggermente spo- mazione maggiore la subi all'epoca di
standola nel sito attuale, Giulio Cesare, Traiano (Bui/. Com. LXI, pp. 237 e
nel 44 av. Cr. poco pri ma della sua 263-4) e di Adriano (cf. C. R1cc1, li
morte, e l'opera fu cont inu;lla dai trium- Foro di Cesare in Capitolium, 1932,
viri (CASSIO DIONE, XLIV, 5, 2; Xl.V, pp. 369-70; LuGu, Il tempio di Ve11ere
17, 8; XLVII, 19), completata e dedi· Gmitrice in Pa11, 1934, p. 166 sgg.;
cata da Augusto nel 29 av. Cr. ( J fo11. O. GROSSI, 7ìie Forrm1 of lulius Cae-
A11cyr. IV, 1; CASSIO D10NE, LI, 22; sar &c. in Mmwirs Amuic. Academ)',
Pl1N10,XXXV, 27), e da allora assunse Xlll, 1936, p. 219; BLOCH in 8111/.
il nome di «curia Ju lia» . Domizi:mo Com. LX IV, p. 205). And,1to a fuoco
la restaurò nel 94 (Chro11ogr. a. JJI, nel 283 sotto Carino, fu da Diocleziano
p. 275; G1ROLANO, p. 191a); ed essendo ricostruito (Cbronogr. a. }54, p. 279).
stat:I essa distrutta da un incendio, nel (3) Dedicato da Augusto nel 2 :iv.
283 sotto Carino, Diocleziano la rico- Cr. (Sut:.TONIO, Aug. 29, 1; CASSIO
Strui (C/Jro11ogr. a. 354, p. 279), dcdi· DJONE,LV, 10 ; VELLEIO PA'TERC. llist.
candol.1, forse, nel 303. A questa ri· Rom. Il, 100, 2). Aggiunte e miglio·
costruzione appartiene l'edificio oggi ramenti vi apportarono in seguito Ti-
tanto sapientemente ripristinato. Cf. berio (TACITO, Ab excesm d. A 11t. 11,
CECCJJELLI in Capitoli11111, IX, 1933, 64) e ADRIANO (Risi. A11g. Hadr. 19).
p. 26. Nd Mo11. A11cyr. (IV, 21; VI, 26) è chia·
( 1) Pare sia l:t denominazione as- mato «forum Augustum ».
sunta in tempi tardi dal « Cbalcidi- (4) cr. p. 103 nota I.
" cum », costruito da Augusto (.\1011. ( 5) In base a una testimonianza di
A11cyr. !V, r) e ricordato dn CASSIO AURELIO V11r. (De Cnes. 13, 5) tnluni
D10NE (LI, 22) « T6 Tt 'A6~va1ov TÒ ritengono che esso sia stato cominciato
X(X).x181x6v ». Era un cortile rettan- da Domiziano; altri invece pensano che
golare, che serviva di passaggio tra la si tratti di una confusione col foro
Curin (chiesa di S. Ad riano) e il se- di Nerva (cf. JoRDA N, Topogr. 1, 11,
cret11rium Sen11t11s (chiesa di S. Martina). 455 ;v. Not.Scavi, 1907,p.415). li foro
Cf. DE RuGGIERO, li Foro, pp. 3 36-40. di Traiano fu dedicato nel 11 2 (cf.
(2) Cominciato nel 51 av. Cr. (Sui;- CALZA in Noi. Scavi, 1932, p. 196) e
TONIO, Caes. 26), dedicato nel 46, éompletuo da Adriano. Gli avanzi dci
sebbene non fosse ancora compiuto quattro fori fiancheggiano oggi mae-
(PLINIO, Nnl. Hisl. XXX V, 1 56 ; CAs· stosi la via del!' Impero.
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 115

Templum Traiani <•>et columnam coclidem altam pedes .cxxvu.


semis, grados intus habet .CLXXX., fenestras .xLv. C».
Cohortem VI vigilum <i>.
Basilicam Argentariam <+>.
5 Templurn Concordiae <s> et Saturni <6> et Vespasiani et Titi (1).

1. dlvi traiant O columoa A colupnam B colnmnas C alta AB pedum O cen-


tum xxvllt O s
2 . semls] AB s C om. D gradus B habentem intus gradus ceatum
octoglnta qulnque, f. qoadraglnta qulnque I> J. cohortes A 8 CD 4. basiliam D
argentaria A 5. saturni] U[jlle umbillcum rom~. templum uturnl et vespasiani et riti D

( 1) Eretto nel foro Traiano da A- ritrovati anche larghi resti di un por-


driano, in onore del\' imperatore e di tico, costruito sotto Adriano, io cui
sua moglie Platina (C. I. L. VI, 966= il COLINI propone di riconoscere la
312 I 5; Hist. Aug. Hadr. 19, 9). basilica Argentaria (cf. C. R1ccI, op.
(2) L'altezza della colonna con la cit. pp. 385-9; Bull. Com. LXI, pp. 262-
base e il coronamento è di m. 38, i 264; M. DELLA CORTE, Le iscri1Joni
gradini sono I 85 e le fenestrelle 43. graffite dtlla «Basilica degli Argmtari »
Era detta coclide o per la fascia istoriata sul Foro di G. Cesare, ibid. p. I 1 I sgg.;
che girava esternamente attorno al LuGLI in Pan cit. pp. r ì 1-2 ; BLOCH io
fusto (CELSO, Med. VIII, 10, r) o per 811//. Com. LXIV, pp. 205, 207). La
linterna scala a chiocciola (ISIDORO, basilica era il luogo di riunione e d'affari
Etymologiae, XV, II, 38). Fu ded icata dei banchieri romani; meno probabile è
il 18 maggio I 13 (C. 1. L. VI, 960; !'altra opinione che vi commerciassero
CALZA in Noi. Scavi, 1932, p. 201 ). gli argentieri (cf. GROSSI, op. cit. p. 219).
(3) Nessun documento ci aiuta a (5) Situato, come può vedersi dal ba-
localizzare la sede di questa coorte; samento tuttora esistente, nelle pendici
se però gli articoli procedono in rego- dcl Campidoglio verso il Foro (V AR·
lare ordine topografico, essa dovrebbe RONE, V, 148 e 156; OVIDIO, Fasti,
ricercarsi tra il foro Traiano e il Cam- I, 637-8; Acta Art•al. in C. I. L. VI,
pidoglio. Il MANCINI, supponendo che p. 514; CASSIO DIONE, LVlll, I I, 4;
la coorte estendesse la sfera della sua SERV10, Aw. II, I 16; FESTO, p. 470).
azione alle regioni Vlll e X, vorrebbe Ne fu decretata la costruzione non a p·
collocarne la statio nelle immediate vi- pena approvate le leggi Licinie-Sestie
cinanze dell:t residenza imperiale (in ( 367 av. Cr.), per celebrare la pace tra
Roma cit. p. 543). Per le tre ipotesi i due ordini dei patrizi e plebei (Ovrn10,
avanzate dal REYNOLDS, cf. The vigiles, Fasti, I, 639-44; PLUTARCO, Camillo,
. p. 54. 42, 6; Ltvio, IX, 46, 6). Il senato dopo
(4) Iniziata, forse, da Domiziano, la morte di C. Gracco (Il 1 av. Cr.)
doveva trovarsi nel clivus A 1·gwla- ne deliberò la ricostruzione, affidan-
ri11s, che correva tra i fori di Traiano dola a Lucio Opimio (CICERONE, Pro
e di Cesare e le pe ndici del colle Capi- Sex/io, 140; ÀPPIANO, Bel/. civ. I, 120;
tolino. Il clivo è ricordato io docu- PLUTARCO, C. Gracco, 38, 8- 9), per
menti medioevali, che quasi sicura- solennizzare una concordia che in realtà
mente conservano un'antica denomina- significava il prevalere dell'aristocrazia.
zione. Un tratto del suo lastricato è
stato oggi rimesso in luce; e sono stati Per le note (6) e (7) v. pag. seg.
I 16 IL CA T ALOGO

Capitolium <•>.
Miliarium Aureum <1>.

t. kapltollum D

Nel 7 av. Cr. Tiberio si fece dare dal t izie sugli avanzi, vedi FRANK, op. cit.
senato l'incarico di ricostruirlo ancora, p. 51.
e il tempio fu dedicato nel 10, col ouovo (7) cc Templum Vespasiani et Titi »
titolo di Co11c01·dia Augusta (CAssio hanno tutti i codici del Curiosum, e cosi
D1o~E, LV, 8, 2; LVI, 25, 1; SuETONto, troviamo anche nel Cbro11ogr. a. J54
Tib. 20; cf. per la data C. I. L. I•, (p. 275); ma io GIROLAMO, p. 191 a,
p. 308). Una ul teriore ricostruzione, si legge «Vespasiani templum ll, e il
di cui l'età resta imprecisabile, è ricor- solo nome di Vespasiano appariva nella
data in una iscrizione veduta dal!' Ano- iscrizione originale, di cui ci è stata
nimo di Einsiedeln (C. I. L. V!, 89). conservata copia dall' Anonimo di Ein-
Sulle epoche degli avanzi che ci riman- siedeln: «Divo Vespasiano Augusto
gono vedi FRANK, op. cit. p. 47. «S. P. Q.R.11 (C. I .L. VI, 938). Il tempio
(6) Una tradizione lo fa risalire all'età fu iniziato da Tito e condotto a termine
di Tullo Ostilio (MACROBIO, Saturn. da Domiziano, e in seguito restaurato
I, 8, 1); secondo un'altra l'avrebbe co· da Settimio Severo e Caracalla, come
minciato Lucio Tarquinio e sarebbe risulta da questa aggiunta alla primitiva
stato dedicato al tempo dei re, o nei primi iscrizione: « Imp[eratores) Caes[ares]
anni della repubblica (MACROBIO, !oc. « Severus et Antoninus Pii felic[ es)
cit.; DIONISIO, VI, 1, 4 ; LIVIO, Il, 21). « Aug[usti] restituerunt >J, copiata an-
Finalmente, stando a Gellio, alla co- ch'essa dall'Anoni mo di Einsiedcln,
struzione del tempio avrebbe presie- e di cui non rimane oggi che parte
duto un L. Furio, tribuno militare, non dell'ultima parola (C. I. L. VI, 938).
meglio identificato (MACROBIO, loc. cit.). Le tre colonne corinzie che si vedono
Fu ricostruito da L. Munazio Planco sotto il Campidoglio, ali' estremità del
nel 42 av. Cr. (SVETONIO, Aug. 29; Foro, appartenevano a questo tempio.
C. I. L. VI, 1316;X,6o87;cf. SHIPLEY, (1) Qui la parola designa in sintesi
Cbro11. of tbe Buildi11g operatio11s in l'intiero colle con tutti i suoi monu·
Memoirs Amer. Academy, I X, 1931 , menti; e non una delle cime, come
p. 16), e di nuovo nel sec. 1v, essendo si incontra io passi di scrittori e docu-
stato distrutto da un incendio, come menti epigrafici.
si ricava dall'iscrizione ancora esi- (2) Una colonna, ricoperta di bronzo
stente nell' :irchit rave (C. I. L. VI, dorato, da cui s'irradia vane tutte le vie
937). Dèl tempio, che era situato ai rom:ine. Fu innalzata da Augusto nel
piedi del colle Capitolino, all'angolo del 20 av. Cr., nella sua qualità di « cu-
Foro, sul « vicus Iugarius » (V ARROi<E, « rator viarum » 1 e portava indicate le
V, 42; LIVIO, XLI, 21, 12; MACROBIO, distanze da Roma alle principali città
I, 8, 1; fESTO, p. 430; SERVIO, Am. dell'impero. Ma nella misurazione si
Il, 116; VIII, 319; DIONISIO, I, 34, 4; paniv:i in realtà dalle porte della cinta
VI, I, 4; TACITO, Hist. I, 27, 15; Mo11. Servi:102. Il ccMiliarium» era situato tra
A11cyr. IV, I 2-3), rimangono parte del i Rostri e il tempio di Saturno (PLU-
basamento e Otto colonne sorreggenti TARCO, Galba, 24; CASSIO DIONE, LIV,
la trabeazione. Per più part icolari no- 8, 4; PLINIO, Nat. Hist. III, 66; TA·
DELLE QUATTORDICI REGION I DI ROMA 117

Vicum Iugarium <•>.


Graecostadium <».
Basilicam Iuliam <i>.
Templum Castorum <•> et Minerutlf <s>.

1. lugarlum -' B CD 2. gre<:osstad lom A gre<:os atadlom B .3· hulllca lulia


A BC 4. caatrorum mlnervt et vestt D

ctTo, Hist. I, 27; SVETONIO, 01/Jo, 6, 2), sotto Carino, insieme con la basilica
dove furono ritrovati :ilcuoi pezzi di Giulia (Cbro11ogr. a. 354, p. 279).
coloon:i e di una base ornata con pal- (3) Sorgeva nel lato sud del Foro,
mette. tra il tempio di Saturno e quello di
(1) Una strada che, passa ndo tra Castore (Mo11. A11cyr, IV, 12-3 ; Fe-
il tempio di Saturno e la basi lica STO, pp. 370, 372), dove se ne vedono
Giulia, congiungeva il Foro con la porta avanzi. Fu cominciata da Ce.sare, che
Carmentale (L1v10, XX IV, 47, 15; la dedicò, non ancora compiuta, nel
XXV11, 37, 14; XXXV, 21, 6). Pren- 46 av. Cr.; O ttaviano la condusse a
deva il nome, o da un :iltare a Irmo termine (Mo11. A11cyr. IV. 13- 4 ; GIRO·
l11ga (FESTO, p. 92), o dal trova rvisi LAMO, p. 156 g.); ma, presto essendo stata
i venditori di gioghi, o perche colle· distrutta da un incendio, dallo stesso
gava il foro Romano col distretto del venne riedificata sopra un piano più
fo ro Olitorio (cf. PLATNER-ASHBY, op. vasto e dedicata aell' a. 12 d. Cr. al
cit. p. 574). nome dei suoi figli adottivi Ga io e Lu-
(2) Alcuni hanno ritenuto che e Grae- cio Cesare, sebbene non fosse allora
" costadium » sia il nome che fu dato fini ta (Mo11. A11cyr. IV, 14-6; Sue-
più frequentemente alla cGraecostasis• TONIO, Aug. 29, 4; CASSIO D10NE, LVI,
sotto l'impero, dopo che questa tribuna, 27, 5) L'uso del nuovo titolo cessò
dove sostavano gli ambasciatori esteri, forse con la morte dei due giovani, e
venne trasferiti dal Comizio nel Foro, la basilica continuò a chiamarsi Giulia.
probabilmente a sud dei Rostri cd a Essa fu danneggiata dal fuoco sotto
poca distanz:i da essi (cf. DI! Ruc- Carino e ricostruita da Diocleziano
GIERO, ll Foro, pp. 384-5). PLINIO ci (CJ1romigr. a. Jf4, p. 279). Nel 416,
segn:tla l:i Grecostasi come non più dopo l'invasione di Alarico, ve1me nuo-
esistente all'età sua nel Comizio (Na t. vamente rifatta e :i.domata con statue
Hist. XXX III, 19). Per la tmsformazione dal prefetto Gabino Velio Probiano
di « Gr:1ecostasis >> in « Graecostadium » (HuELSl!N, Neue it1scbrifte11 vom Fornm
vedi jORDAN, Topogr. I, 11, p. 342. Romauttm in Klio, Il, 1902, p. 269).
Altri, distinguendo la G recostasi dal (4) Votato, secondo la trad izione,
Grccostadio, preferiscono ravvisare io dal dittatore Postumio durante la bat-
quest'ultimo un me rcato di schiavi, da taglia del lago Regillo (499 o 496
collocarsi tra il Foro e l'attuale chiesa av. Cr.) e dedicato da suo figlio nel
di S. Maria della Consolazione (cf. 484 (LIVIO, II, 20, 12; 42, 5 ; DIONISIO,
PLATNER-ASHBY, op. ci t. p. 248; Hua- VI, 13, 3). Fu ricostruito da L CeciJio
SEN, in Ròm. Miti. 1905, pp. 11-4). Metellì:> Dalmatico nel 117 av. Cr. (CI-
li Grecostadio fu, dopo un incendio, CERONE, Pro Scauro, 46 e Scbol. di
restaurato da Antonino Pio (_Hist.
Aug. Ani. Pius, 8, 2); e bruciò di nuovo Per la noi. (S) v. pag. u g.
l 18 IL CATALOGO

Vestam <•>.
Horrea Agrippiana <».

1-2. •uta morrea. agrlpiana A 2. orrca C gcrmanlclana et agrìpplana D aogrlp-


plana 8 agrippina C

AscoN10; Vtrr. I, 154),e io seguito riedifi· ritiene che il tempio di Minerva fosse
cato, nel 6 d. Cr., da Tiberio che lo dedicò la biblioteca eretta da Domiziano in
a sè stesso t! al fratello Druso (SUETO· onore dell:t dea e che a nebbe com-
NIO, Ttb. 20; CASSIO DIONE, LV, 27,4). preso l'antico tempio dcl divo Augusto
È dubbio se a questa ricostru7.ione o ad con l'annessa biblioteca. L'HuELSEN
una posteriore appartengano, oltre il ( T/Je Forum a11d t/u Palati11e, lra11slated
basamento, le tre bellissime colonne co- by II. I I. T ANZllR, New York, 1928,
rinzie che ancorasi ammirano. Cf. an· p. 39) vuole ricollegare questo « tem-
che ASHBY, The Tempie of Caslor a11d « plum Mincrvae'ii con il sito <(ad
Pol/11x i11 Rome in fo11r. of Roman S/11- « Minervam, post tcmplum divi Augu·
dits, 1929, p. 161 ; FRANK, op. cit. « sti 1>, dove si affiggev:\Do le <( tabulae
p. 79. Caligol:i trasformò il tempio in « honestac missionis » (C. I. L. Ili,
una specie di vestibolo della sua casa, p. 859 sgg., Suppi. pp. 1965-2005,
e Claudio lo restituì allo stato primi- 203 5, 2328<>6 sgg.). Quest'uluma loc:i-
tivo (Su1rrm110, Calig. 22, 2; CASSIO lità, secondo una recente congettura del-
D10NE, LIX, 28, 5; LX, 6, 8). A un l'Huclscn, corrisponderebbe ali' orato-
ulteriore restauro, da parte di Do- rio dei Ss. Quaranta, tornato in luce
miziano, è fatto c.:nno nel Cbronogr. negli scavi del 1901. La vicinanza dei
a. JJ4 (p. 275). Il nome ufficiale templi di Minerva e di Augusto, è
del tempio, specialmente nella Repub- attestata anche da MARZIALE (IV, 53,
blica, era « aedes • o • templum Ca- 1-2). Meno probabile ci sembra J'opi·
« storis », ma negli scrittori imperiali nione del BARTOLJ (Di u11 supposlo tem·
si trova anche " Castorum 1>, come pio di Mi11erva al foro R01na110 in Bui/.
pure negli scrittori greci ckpòv (ve@~) Com. LII, 1925, pp. 250- 9), il quale
«-rwv t.ux1xoupwv» (PLINIO, Nat. Hist. vorrebbe riconoscervi il tempio di Mi -
X, 121 ; XXXIV, z 3; Hist. A11g. nerva dcl foro Transitorio; perchè tale
Maximill. 16 e Valeria11. 5, 4; Ch ro11ogr. ipotesi ci riporterebbe lontano dal com-
a. ;54, p. 275; DIONISIO, VI, 13, 4; plesso dei monumenti qui ricordati.
CASSIO DroNE, LX, 6, 8; APPIANO, Beli. Cf. PLATNER-ASllBY, pp. 342-3, 6o6.
civ. l, 11 3; PLUTARCO, Sulla, 8, 6; ( 1) li tempio di Vesta, indicato dagli
Pomp. 2, 8; Gato 111i11. 27, 5). antichi scrittori nel Foro, presso la
(5) Un « templum Castorum et fontana di Giu turna e il tempio di
cc Minervae • è ricordato anche dal Castore, e presso la via Sacra e la via
C/Jro11ogr. a. J54 (!oc. cit.), che lo :11- Nova (DIONISIO, II, 66; VI, 132; MAR·
t ribuisce a Domiziano. Il MoMMSEN ZIALE, I, 70, 3-1; ORAZIO, Sai. I, 9, 3 5;
(Clir011ogr. a. JJ4, p. 652, ed. 1850) Ovm10, Trisl. III, 1, 28-9; LIVIO, V,
ha ritenuto che Domiziano restaurasse 32, 6), si fa ris:ilire ali' età di Numa
e ridedicasse il tempio di Castore, (DIONISIO, II, 65, 4; 66; FESTO, p. 320;
aggiungendovi il nome di Minerva. li PLUTARCO, Numa, 11 ; A11c/or. de viris
RICHMOND (Ersays ami Studies presmted i/111strib11s, 3). Probabilmente non potè
lo Willù1m Ridgeway on bis sixtiet/1.
Birthday, Cambridge, 191 3, pp. 2o6-11) Per Il nota ( l) •. r•g. seg.
DELLE QUATTORD I CI REGIO:\! DI ROMA Il 9

Aquam cernentem <•>.


IIII Scaros <».
2. Scaros] ucros 8 e
sottrarsi alle ingiurie dell'incendio gal- conosciamo, attribuibile ad una delle
lico ( 390 a. Cr.), e nel 24 1 arse una due Agrippine. È opinione generale che
seconda vol t:t (LIVIO, Epit. XlX; 0\'I· questa serie di magazzini di cereali,
010, Fast. VI, 435-41; DIONISIO, II, probabilmente connessi con l'ammini-
66, 3; PLINIO,Nal. Hist. Vll, 1.p). Dan· strazione dell'Annona, si debb:ino a
neggi:tto da un:t ioondnionc del Te- M. Vipsaoio Agrippa, e dal 1904 ne so-
vere al tempo di Augusto, fu dallo no stati riponati in luce notevoli ava nzi.
stesso arricchito di doni e :ibbellito Cf. BARTOLJ, Mo11 . .4111. Liuc. XX \'Il,
l 0RAZro, Car111. I, 2, 1 3-6; Mo11. A11cyr. 192 I, p. 398; SCHNEIOER-GRAZIOSI,
IV, 24- 5). Sotto Nerone rimase com- La ide11tijicazJone delle « Horrea Ger-
pletamente distrutto dal grande incendio « 111a11icia11a e/ A grippiaua » in 111111.
del 64 d. Cr., ma fu ricostruito, forse, Com. XXXIX, 1911, p.1 58sgg.e Ge
dal medesimo imperatore (TAcrro, Ab 11i11s Horrror11111 A grippia11orn111, ibiJ.
excesm d. A11g. XV, 41, 1 ; Hist. I, 43; XLII, 1915, p. 25 sgg. La corte tra-
COHliN, Ntro, nn. 334, 33 s e Brit. Mus. pezoidale della parte messa in luce è
Nel'o, 101, 106). Alcune monete ed costituita da un'area :iperta, pavimen-
avanzi della costruzione sembrano te- tata da last re di tra venino. Ai lati
stimoniarci rest.turi cd ampliamenti av- di quest'.area correva un portico con
venuti sotto i Flavi (ComiN, Vesp. 577- due o più magazzini, sotto i quali erano
82; Tito,J47-p; Domit. 613-16; Bo:-11, camere rettangolari con pareti in opus
Not. Scavi, 1900, p. 159 sgg.). Fu di- q11adrat11m. Per altri dettagli vedi Sm-
strutto ancora dal!' incendio del 191 PLEY, Agrippa 's 81111ding Act. p. 81.
sotto Commodo, e ricostruito da Giu· ( 1) Lo JoRDAN corregge « cemen·
lia Domna, moglie di Settimio Seve- « tem » in « fervcntcm » (Forma 11rb.
ro (ERODIANO, I, 14, 4; CASSIO D10NE, Rum. p. S 1, cf. Topogr. I, 11, 472 e II, 19,
LXXII, 24; CoHEN, Iulia Dom11a, 232 553); l'HuELSEs propone di sostiluire
sgg.; cf. H. DRESSEL, uitschrift jiff « peodentem » (Di 1111a pittura a11tica
Numismatik, 1900, 20-31; 60N1 in Noi. ritruvata S11ll' Esq11ili110 nel 1668 in Ròm,
Scavi cit.). Venne chiuso da Teo- Miti. XI, 1896, p. 223); il RtCHTllR
dosio nel 394 (cf. LANCtANI in Noi. crede che « aquam ccrncntem '' equi-
Scavi, 1883, pp. 483-4). Per I' Atriwn valga ad uquam cernuam »,cioè« kopf·
Vestae vedi BLOCH in 811ll. Com. LXIV, e ùber stùrzendes Wasser '' ( Topogr. der
p. 207 sgg. Stadi Rom, p. 388 nota). Un'altra de-
(2) Sono ricordati in due iscrizioni signazione di indirizzo, o di distretto,
(C. I. L. Vi, 9972, 10026); una terza, in- presa dall'acqua può vedersi in C. I. L.
cisa in un'ara che sosteneva il genio Vi, 33087: cc ab aqua conclusa».
<< Horreorum Agrippianorum », è stata (2) Un appellativo che ricorre anche
trovata in situ, e questo ritro vamento ci in un indirizzo : «C. Clodius C. I.
permette di localizzare i magazzini nel- « Eupbemus negotiator penoris et vi-
(' area compresa tra il 'llicus T11sc11s, il « norum de Velabro a IIll scuis »
tnnpl111ndivi A11g11sti e il cli11us Victoriae. (C. I. L. VI, 9671). ARMINt ritiene
L'iscrizione sepolcrale rinvenuta a No- che, da un 'insegna di trattoria o pesce-
mentum (C./. L, XIV, 3958) può rife· ria nel ,.elabro, il nome si sia esteso ad
rirsi ad :iltr:i costruzione, di cui 11ull.1 una strada (Era11os, XXI, 1923, p. 96).
120 IL CATALOGO

Sub Aede C1>.


Atrium Caci C».
Porticum Margaritarium Ci>.
Elefantum Herbarium <~>.
Vici .xxxuu. 5
Aediculae .xxxun.
Vicomagistri .XLVIII.
Curatores .JI.
Insulae .UJ.CCCCLXXX.
Domos .cxxx. IO

Horrea .xvm.
Balnea .Lxxxvi.

1. cadem A BC !'de D 2. antrum caci. vlcum lugarlum. vlcum 1111guc111arlum D


'I· hclcfantom A hclc tantum B clephantum ebarium. portlcum margurlrnrium D
6. nei! A fdcs B (; 7. vicomag .il C vicomagii B R. curai A CD curatloncs H
9· lnsul .il io1ul11 D IO. doiii .il e
11. orrea X et Villi

( 1) La denom inazione sarebbe ana· lo joRDAN invece, seguito da HuELSEN,


Ioga ad :11tre consimili: usub aggere», :menendosi piu logicamente all'ordine
«sub novis », «sub veteribus ». E sic- degli articoli, collocherebbe il portico
come con la voce precedente ci tro- nei confini della regione VJII,tra il foro
viamo nella zona del Velabro, I' ar- Boario e il foro Olitorio ( Topogr. I, u,
ticolo potrebbe indicarci il distretto 476 e I, 111, 15).
sottostante al tempio di Giove Capito- (4) Una rappresentazione di elefante
lino. Un marmorarilis subaeda11us è nelle prossimità della gi:\ chiesa di
ricordato in C. f. L. VI, 7814. S. Gall:i, presso il foro Olitorio, che era
(2) Le scaliu Caci che salivano dal il mercato degli erbaggi di Roma; di
Velabro al Palatino (SOLINO, Colle&I. qui la qualifica di « herbarius )). L' AR-
rerum memorabili11111, I, 18) e il nome MINI (De Eleplia11to herb11rio in T:r1111os,
Caco dato al foro Boario (v. piu avanti XX III, 1925, pp. 129-JS), partendo
p. 31S) ci dicono che l' « atrium Caci» dalla constatazione che nel catalogo,
va ricercato in quelle prossimità. Cf. come nell'appendice, non figura il foro
anche POLEMIO StLVJO: «forum Boa- Olitorio, ritiene che !:i piazz:i, occu-
<< rium ubi Cacus habitavit » (p. 309). pata da edifici, si fosse ridotta :id una
(3) Il LANCIANI (Forma Urbis, tav. specie di vico, e nella denomina?.ione
29) pone questo portico sulla via Sacra, popolare 1Elephantus hcrbarius• rim:i-
dove numerose iscrizioni ci additano nesse il ricordo del foro scomparso.
botteghe di gioielleria, venditori di la denominazione locale «ad « Ele·
gemme, cesellatori, orefici (C. f. L. VI, u phantum » è continuata anche nel
954 5--9, 33872, 9207, 9221, 9239). medio evo.
DELLE QUATTORDICI REGIO?\! D I ROMA IZI

Lacos .cxx.
Pistrina .xx.
Continet pedes .xuu.Lxvn.

REGIO VIIIl. CIRCUS FLAMINEUS <•>.

5 Continet: <;>
Stabula .rm. factionum .v1. <i>.
Porticum Philippi <•>.

1. XJtX C 2. pittrloi A prist ina 8 3. contlnot om. <.. autem pcdes D .; . nona
8 eD flammincus A 8 falmlnlut D 6. factlonum VIII D

( 1) Lo jORDAN, sul!' esem pio della calità delle scuderie della • prasioa •
regione XI, crede che nell'originale pub essere approssimativamente iden-
seguisse •qui capit loca ... » (Topogr. tificata., mercè la sopravvivenza dcl
II, SS4 e Forma urb. Rom. p. S1). Co- nome nel titoloS.Lorcozo «io prasino•
st ruito da C. Flaminio, durante la cen- (S. Lorenzo in Damaso) e il ritrova-
sura del 221 av. Cr., •io prat is Fla- mento di a.lcune iscrizioni nelle immc·
• miniis », oell' area presso a poco com- diate vicinanze della Cancelleria ( cf.
presa tra le vie Paganica, Botteghe HUELSEN, Topogr. I, m, 595).
Oscure, Delfini e piazza Margana (4) Costruito da L. Marcio Filippo,
(VARRONE, v,
1 S4; Lrv10, m, s;
54, 1 padrigno di Augusto, probabilmente
Epit. XX ; FFSTO, p. 79). MA RCHETTl- nel 33 a. Cr. quando riedificò I'• aedcs
LONGHI ne attribuisce la fondazione a • Herculis Musarum » (SUETONIO A ug.
ragioni di natura politica e religiosa 29). Questo tempio era stato eretto
(Circus Flaminius in Mem. A ce. Liii· da M. Fulvio Nobiliore nel 187 av. Cr.
cei, XVI, 1922, pp. 639-48). (cf. HuELSEN, Topogr. I, m, 544-S)
(2) L'area tra la via Flaminia, il Te- in onore di Ercole, e qui venne trasfe-
vere, il teatro di Marcello, le pendici rito il culto delle ~use, ospitato nel-
dcl Campidoglio. 1' « a ed es Honoris et Vinutis • , allorchè
(3) cFactionum VI» sembra una inter- l'antica edicola nella valle delle Camene
pola zione, poichè un'iscrizione (C./. L. fu distru tta da un fulmine (SERvro,
VI, 9709) ci dà senz'altro «in JIII stn- Am. I, 8). Il portico gi rava attorno al
«bulis» (cf. NoRDH, op.cit. p.136). Le tempio, e dai felici accoppiament i della
fazioni del Circo, che si distinguevano Forma Urbis (fr. 33 + 11 5), escogitati
d:ii loro colori, furono quattro (calbatu, dal LundstrOm, se ne pub ricostruire
• russea », « prasina 11, «veneta») nel la pianta. Veniva fino a qualche anno
tempo anteriore a Domiziano; questo fa collocato subito ad ovest del por-
imperatore ne aggiunse altre due (•pur- tico di Ottavia; il LuNDSTROM invece
• purea• e • aurata » (SuETONIO, Do- lo pone a nord-ovest dello stesso portico
mit. 7), e sei sembra fossero ancora e col medesimo orientamento (op. cit.
alla fine del m sec. (cf. PAULv-W1s- PP· 79, 94, 97-100, 101-8). Cf. SH!PLEY,
sowA, VI, 195 5), conforme ali' indica- Chr(111o/ogy &c. in Mem. of Amer. À&ad,
zione del Curiosum. Soltanto la lo- in Rome, IX, 1931, pp. 29-30, -48.
Cod. Topogr. s•
122 IL CATALOGO

Minuciam Veterem et Frumentariam <1>.


Cryptam Balbi (2 l.
Theatra .m. Imprimis Balbi <il qui capet loca .x1.ox. <•> Pom-

1. minuclas duas D 2. gryptam A griptam B crlptam C 3. v B tbcatra 111

vel 1111 D q uod cap.it D x1. oc D Pompei quod capii D

( 1) Sebbene il ricordo della cMioucia» pp. 45-73; IDEM, Corolla Arcbaeologica


occorra in Jivcrse fonti letterarie ed in Acta Jmt. Rom. Reg11i Sueciat, Lund,
epigrafiche espresso nd singolare, tut· 1932, pp. 31-54; cf. Rull. Com. LXI,
tavia è da ritenere che, da una certa p. 271), che HuctSEN pone circa 200
epoca, dovevano esserci due uMinuciae», m<!t ri a sud dell:i «vetus», identifican-
o come parti distinte di un unico edi- done i residui in via dei Calderari (II
ficio, o come due separate costruzioni. Libro di Giuliano da .Sangallo, Lipsia,
La più :rntica, che era un portico, fu edi· 1910, pp. 9-47); contradctto però da
ficata da M. Minucio console nel 110 av. A. Boei-mus in Atlm1amm, XIX, 1931,
Cr. (VEtllllO, li, 8, 3 che usa il plurale). p. 121. Cf. sulla « Minucia » PAULY
Dal Ouo11o~r. a. )54 (p. 275) risulta W1ssowA, XV, 1932 1 coli. 1936-7.
che Domiziano ricostruì la ccMinucia (2) Deve intendersi un ambulacro
« vetus », e l'attributo lascia ragione- coperto, un portico, una specie di joyer
volmente supporre che fosse distinta in relazione al teatro di Balbo, dove
da un'altra, la quale potrebbe essere la gli spettatori si radunavano tra un
«frumentaria» del catalogo regionario, atto e l'altro o, eventualmente, trova·
tanto più che frequenti testimonianze vano un riparo dalla pioggia (cf. PAULY·
c'indicano, fino dal tempo di Claudio, WJSSOWA, IV, 1732; PtATNER-ASHBY,
una « port icus Minucia » come il luogo op. cit. pp. 141-2). Generalmente si ri-
dove avvenivano le distribuzioni di conosce in quel portico a due piani di
grano alla plebe (APULEIO, De mu11do, via dei Calderari, nel quale l'Hucl-
366; C. I. LVI, 10223). L'opinione che seo preferiva vedere la Minucia fru-
oggi sembra riscuotere maggiori con- mentari:i, e il Lu11dstròm ravvisa il
sensi è quella che identifica la «porti- Diribitorium, cambiato in cripta Balbi
• cus Minucia » presso a pococon piazz:i nel tardo impero. Forse fu costruita
Argentina. Racchiudeva il tempio Jei da Balbo contempor:10eamentc al tea-
Lam Permari11i (C. 1. L. 12 , p. 238); t ro; e fu restaurata dopo l'incendio
di Herculu Cus/os (Hisl. Aug., Co111111. dell'anno 80. Cf. BoeT111us, op. cit.
161 5); vi si alzavano tribunali (CICE· p. 121; LUGLI, op. cit. lll, 87- 90.
RONE, Pbll. II, 84) e davano giunchi (3) Costruito d:i Cornelio Balbo e
(C. I. L. I', p. 266). Nell'epoca impe· dedicato nel 13 av. Cr., in vicinanza del
riale troviamo i procuralorts ad Mi· Tevere, nella zona del monte dei Cenci
11iciam; designati nell'età postseve· (CASSIO DIONE, LIV, lS, l; SUETONio,
riana coi titoli aquarum et Mi11lciae, in A ug. 29, 5). Bruciò sotto Tito (CAs-
quanto l'amministrazione delle acque s10 D10NE, LXVI, 24, 2) e fu restaurato
era stata collegata con la Mimicia. forse da Domiziano. Cf. PlATNER-
Entrate le « frumentationes » nell'ahi· AsHBv, op. cit. p. S13.
tudine del popolo, fu costruita la «Mi· (4) Sulle cifre indicanti la capacità
« nucia frumentaria» (B. WALL, Porli· di questi teat ri cf. HuELSEN, li posto
cus Miuucia io Eranos, 1931, XXIX, degli Arvali ntl Colossto e la capacità
DELLE QUATTORDIC I REGIONI DI ROMA 123

pei <1 >capet loca .xvu.oLxxx. Marcelli <» capet loca .xx. <1>.
Odium <•> capet loca .X.oc.

1. x et vii': DLXll C macelli quod caplt loca ii o D 2. odiom quod caplt D

dti teatri di Roma a11tica in Bull. Com. gusto, che lo intitolò alla memoria di
XXII, 1894, pp. 320- 1 e Topogr. I, Marcello suo genero, e lo dedicò nel
m, 520, 528, 516. q o nell' 11 av. Cr. (Mon. ÀllC)r. IV,
(1) Costruito e dedicato da Pompeo 22, z 3 i SVETONIO, A11g. 29, 4 i CASSIO
nel 55 av. Cr. (AscoN10, ili Piso11. r; DIONE, XLIII, 49, 2; Llll, 30, 5; LIV,
VELLEIO, JI, 48, 2; TACITO, Ab exetSSfl 26, 1; PLINIO, Nal. Hist. VUI, 65).
d. Aug. XIV, 20). Fu restaurato da Vespasiano restaurò la scena (SuETO·
Augusto nel 32 av. Cr. (Mo11. A11- NJO, Vespas. 19); e se pii1 tardi Severo
cyr. I V, 9), andò a fuoco nel 21 d. Alessandro « thcatrum Marcelli rcficerc
Cr. (GIROLAMO, p. 172 d) e fu comin- « voluit » (Hisl. Aug. Alex. Sev. 44),
ciato a ricostruire da Tiberio (TACITO, è evidente che l'edificio aveva sofferto
Ab tXClSSll d. A11g. Ili, 72; SVETONIO, per cause a noi ignote. Non sappiamo
Tib. 47; Vfil.LE10, II, qo; SENECA, però se lintenzione tlell' imperatore
Co11sol. ad Marciam, XXII, 4). Com- venisse attuata. Recentemente si è pro-
piuto d:1 Caligola (SVETONIO, Calig. 21), ceduto ali' isolamento della facciata
fu dedicato da Claudio, che gli con- esterna ed allo scavo delle parti sotto-
servò il nome di Pompeo e iscrisse il sta oti alla cavea.
nome di Tiberio nella scena (SUE· (3) Cosi tutti i codici di quest:i re-
TONIO, Claud. 21; CASSIO DIONE, LX, dazione, ma lo JORDAN (Topogr. II,
6, 8). Nuovi danoi ricevette dall 'in- 555 e Forma urb. Rom. p. 51) crede
cendio del!' So (CAss10 D10NE, LXVI, si tratti di un errore, ed accetta l:i cifra
24, 2), che distrusse la scena ; dei la- data da Notitia.
vori furono eseguiti al tempo di Severo, (4) l-!ella tradizione letterari:i oscill.1-
come si :irguisce dalla nomina di un no le due forme «odium» cd «odcum».
u procurator operis theatri Pompeiani» Un teatro coperto per le audizioni
(C. I. l. vm, 1439; XIV, 154). Fu musicali costruito d:i Domiziano (SUE·
di nuovo rovinato dal fuoco nel 247 al TONlO, Domi I. 5; EuTROPIO, VII, 2 3;
tempo di Filippo (GIROLAMO, p. 217 e); Chro11cgr. a. ]54, p. 275, GIROLAMO,
e si ha notizia di restauri apportativi p. 191 a). Fu restaurato da Apol·
sotto Dioclc:ziano e Massimiano (Chro- !odoro sotto T raiano (CASSIO DIONE,
11ogr. a. 354, p. 279), in seguito ad un LXIX, 4, 1) e nel 1v secolo era :incor:i
incendio della scena :ivvenuto sotto Ca- additato per la sua magnificenza (AM·
rino (Hist. A11g. Carill. 19. 2). Avanzi MIANO MARCELL. XVI, 10, 14) . . Pare
delle fondazioni della cavea sono stati sia da collocare, come gi:I aveva con-
riconosciuti nella chiesa di S. Maria gettur:ito il LANCIANI (TI1e R11i11s a11d
«de Crypta piota» e resti della scena Excavations of A11cient Rame, London,
in pi:1zza dei Satiri; la piazza di Grot· 1898, p. 496), in b:ise a cospicui ritro-
tapinta conserva la forma di una parte vamenti architettonici, dove oggi sorge
del teatro (cf. PL11TNER-ASHBY, op. cit. il palazzo Massimo. A fianco del quale
p. 517; Lucu, op. cit. llJ, 70 sgg.) recentemente sono state scoperte: fon-
. (2) Progettato da Giulio Cesare (SUE· dazioni, che si ritiene appartenessero
TONIO, Cau. 44; CASSIO DIONE, XLlll, all:i scena. Il palazzo con la sua fac-
49, 2; LIII, 30, 5) e costruito da Au- ciata curva potr.:bbe ra pprcscntarc il
IL CATALOGO

Stadium <•> capet loca .xxx.Lxxxvm.


Campum Martium <•>.
T rigarium Ci>.
Ciconias Nixas <•>.

1. stadlum- Xii. LXXXVIIIodlum- x. oc 8 stadlum quod capii D 1. marth D


3. trli:rarlum C 4• cyconlas A 8

muro esterno della cavea dell'Odeo. Lat. II, 201 I. 4 5; PLINIO, Nat. Hist.
Cf. Lucu, op. cit. 111, 224-5. xxvrn, 238; XXIX, 9; XXXVII,202),
( 1) Costruito da Domiziano per le che Hul!LSEN (Topogr. I, 111, 6oo) colloca
gare atletiche (SullTONIO, Domit. 5; a nord dello stadio di Domiziano, tra
EuTROPIO, VII, 2 3; C/Jronogr. a. 154, questo e il Tevere. Ma il ritrovamento
p. 275 ; GIROLAMO, p. 191 a) ; restau- di un cippo, sulla riva sinistra del fiu -
rato da Severo Alessandro (Hist. Au- me, che ricorda la terminazione dell:i
gusta, Alex. Sever. 24). Nel rv secolo ri pa dal Trigario al ponte di Agrippa,
suscitava l'ammirazione di Costanzo ha indotto altri a collocare questo cam·
(AMMJAN O MARCELL. XVI, IO, 14). po sportivo in corrispondenza della
L'attuale piana Navona corrisponde chiesa di S. Biagio in via Giulia, dove
a un dipresso ali' uena dello Stadio, il cippo fu ritrovato (cf. GATTI, Di
di cui ora sono tornati in luce i muri 1111mtovo cippo terminale delle ripe del
sostruttivi della cavea, e avanzi del Twere in Bull. Com. XV, 1887, p. 306
portico esterno, e pilastri ed archi, si· sgg.; LANCIANJ, Form. Urb. Rom. tav. 14;
mili a quelli del Colosseo. Cf. Lucu, C.l.L. VI, 8461, p 545).
op. cit. Ili, 2 I 8 sgg. (4) Probabilmente un piazzale sulla
(2) Il nome deriva o da un antico banchina del Tevere, nelle vicinanze
culto che Marte aveva nel luogo o di piazza Nicosia, io cui :ivveniva lo
dalla consacrazione che fu fatta a Marte sbarco dei vini fiscali, che di li erano
di quel terreno, già appartenuto ai trasportati nei portici del tempio del
T arquini, dopo che essi furono cac- Sole; e dove si vedeva una qualche rap·
ciati (DIONISIO, V, 13; SERVIO, Aen. presentazione di cicogne (cf. HuELSEN,
ix, 2r1; Liv10, u, 5; FLoRo, 1, 9 ; Topogr. I, m, 6o1; PLATNER-ASHBY,
Schol. IuvcN. II, I 31; PLUTARCO, Poplic. op.cit.p. 1t1 ). Osservando però che una
8, 1). Dapprima questa denominazione iscrizione(C.J.L. VI, 1785,:1dd.3I931)
si estendeva alla zona pi:incggiante tra i h:i «de Ciconiis » e che nel calendario
colli Capitolino, Quirinale e Piocio e il di F1LOCALO (C. 1. l. ·I 2, 274) si legge
corso del Tevere. Al tempo di Augusto «ad Nixas», sorge il sospetto che l'arti·
il Campo si trova ristretto alla sezione colo del catalogo debba scindersi in
nord dell'antica zon:i, ad ovest della due voci distinte, indicanti due diverse
via Flaminia, e determinato da una località, a meno che nei casi su ricor-
orlatura di cippi, uno dei quali fu ri n- dati non sia da riconoscere una espres-
venuto negli scavi per la costruzione sione ellitt ica. Del « nix:ie » furono
del palazzo Serlupi- Cresceozi in via proposte diverse intcrprct:izioni; il
del Seminario (Bull. Com. Xl, 1883, KLEBE RG recentemente ha inteso "li-
pp. I 1-2 ; C.J.L. VI, 874, :idd. 31189). cc br:ite sulle ali volanti'' (cf. Ern11os,
(3) Il luogo dove le «triga e,, si XXXl, 1933, p. 27).
esercitavano alla corsa (Corpus Gl.
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 12 5

Pantheum <•>.
Basilicam Nepttmi <». Matidies. Marcianes <1>.
Templum Antonini (4) et columnam Coclidem altam pedes .CLXXV.
semis, gradus intus habet .ccm., fenestras . LVI. <s>.

2. basilica A B mucl~I A B C et marclaol D 3. antoniani A 8 C dM IDIO-


nini D colomniB, mail1t811odlabbr.1tmbra pofleriore. colomoa C alla B, ma il
1epo di abbr. umbra aggi1mto dopo. alta A C alta pes D 4 . scmls] i A 8 C om. D
babent em grados lotus I>

( 1) Costruito da Agrippa in onore (3) Queste due basiliche, dedicate a


della casa Giulia, negli anni 27-5 av. Matidia suocera di Adrinoo, e a Mar-
Cr. (C. I. L. VI, 896; CASSIO DIONE, ciana, madre di lei e sorella di Traiano,
LIIl, 27, 2); danneggiato da un incendio dovevano fiancheggiare, da una parte
sotto T ito e restaurato da Domizinno e dall'altra, il tempio di Matidia, come
(CASSIO DIONE, LXVI, 24, 2; Chronogr. risulterebbe da uo medaglione di A·
a. Jf4, p. 275; GIROLAMO, p. 191 a); driano (GNECX:Hl, J Medaglioni Romani,
bruciato di nuovo da un fulmine, e ri - Milano, 1912, Il, 5 n. 25 e tav. 39
parato o, meglio, riedificato da Adriano, n. 5). TI ritrovamento, presso S. Igna-
che lo dedicò tra gli aa. 125 e 128. zio, di uoa fistula io piombo con le
(OROSIO, Vll, 12; GmoLAMo, p. 195e; parole «templo Matidiae » (C. I. L.
Hist. Aug. Hadrinn. 19, 10). La ri· XV, 7248), ha lasciato supporre che
costruzione, pur noo risultando espli- potessero appartenere a questo tempio
citamente dai testi, sembra testimoniata i resti delle colonne in cipollino esistenti
dalle stampiglie dei mattoni adope- sotto il palazzo deglì Orfani e nel vicolo
rati. Successivi restauri si dov ettero ad della Spada d'Orlando (cf. LUGLI, op.
Antonino il Pio (Risi.A ug. Anto11. Pius, cit. III, 229-31). Su Matidia e Mar-
8, l ); ed a Severo e Caracalla nel 202 ciana cf. PAULY-WJSSOWA, XIV, u,
(C. I. L. VI, 896), i quali però sembra 2199-200; CAUA in Noi. Scav. 1932,
che limitassero la loro opera solo alla p. 198.
superficie decorativa. Cf. BELTRAMI, (4) Innalzato dal senato io onore di
il Pantheon rivendicato ad A drianc, Mi- Marco Aurelio, dopo la sua divinizza-
lano, 1929; SHrPLEY, Agrip. Build. pp- zione, e che, sull'analogia dcl tempio
55-6 5; J. Guev, Devrait-on dire: «Le di Traiano, doveva erigersi nd pressi
« Pa11tb~o11 de Septime-Swl re? » in Mi /. della colonna (Hisl. Aug. Mare. 188;
arch. et bis I. LIII, 1936, p. 198 sgg.; AURELIO VrTT. De Caes. 16 ; A11ctor epit.
BLOCH in Bull. Com. LXV, 19~7,p.116. de Caes. 16).
(2) Della basilica di Nettuno cono- (5) La colonna, tuttora esistente, fu
sciamo la restaurazione che ne foce eretta per celebrare le vittorie di Marco
Adriano (Hist. Aug. Hadria11. 19, 10). Aurelio Antonino sui Marcomanoi ed
Da taluni viene collocata nei pressi del- i Sarmati. Dovette essere decretata e
r Hadrianeum (PAULY-WISSOWA, XVI, cominciata dopo il trionfo Germanico-
19}5, coli. 25p-3) ; ma receotemeote sannatico del 176, e terminata nel 193,
il G1.rr1 (in III Co11v.fra St11d. di Arch. come risulta dal nome del procuratore
1938) ha voluto riconoscerla nella della colonna, ricordato nell'iscrizione.
grande. aula absidata che è dietro il È alta 100 piedi romani = m. 29,77
Pantheon. ed ha :zoo gradini; devono quindi ri-
126 IL CATALOGO

Thermas Alexandrioas <1 > et Agrippianas <2 >-


Porticum Argonautarum hl et Meleagri (4).

1. termas 8 agripianls A C agripplaois 8 agrtppinas D 2. arconauparum A


arcum nauparum B C mele agriiseum C metea griscum D

tenersi errate le indic.izioni date dal chiaia, tantochè Costanzo e Costante


catalogo a questo riguardo. La co- dovettero restaurarle ancora; a que-
lonna, in un frammento marmoreo e st'opera sembra riferibile l'iscrizione
in un cippo ritrovati in piazza Mon· dell'anno 344-5 1 ritrovata presso S. Ma-
tecitorio, è intitolata « colu(mna centc- ria in .Monteronc (C. I. L. \'I, 1165).
• naria divorum) Marci etFaustio(ae]»; Si estendevano sopra un'arca com-
« columna divi ~farci», «columna cen· presa tr:i le moderne vie di Torre
«tenaria divi Marci», cc columna cente· Argentina, dci Ccstari, e le vicinanze
« naria» (C.J. L. VI, 1585). del corso Vittorio (cf. TOEBELMANN,
(1) Furono ct'Struite da >l'erone e op. cit. p. 67; PLATNER-ASHBY, op. cit.
dedicate, pare, nel 62 (TACITO, Ab p. S19; SHlPLEY, Agrippa's B11ìldfog
excesm dìv. A11g. 14, 47; SUETONIO, Activities, pp. 47-53; LuNDSTRòM, op.
Nero, 12, 3; A11ctor epit. de Caes. 5, 3; cit. pp. 128-9; LUGLI, op. cit. m,
EUTROPIO, Vll, 15). In seguito alla I 5 I sgg.).
ricostruzione fattane da Severo Ales- (3) Fu costruito da Agrippa nel
sando, nel 227, assunsero la denomi- 2 5 av. Cr., ed abbellito con la rappre-
naiione ufficiale di Alessandrine (Hist. sentazione pittorica dcli' impresa degli
A11g. Alex. Sev. 25, 3; Cbro11ogr. a. Argonauti (CAss10 D1om:, LIII, 27, 1;
JJ4, p. 277; EUTROPIO, loc. cit.: G1- Sebo!. ili Iuvmalem, VI, 1 54). Il por-
ROLAMO, p. 215 d), sebbene nelle Conti tico aveva tre differenti denominazioni:
ritorni talvolta l'antico appellativo di degli Argonauti, come nel nostro testo;
>leroniane. Erano situate tu il Pan- di Poseidone, com'è chiamato in CASSIO
theon e lo stadio di Domiziano. Oltre DroNE (loc. cit.) dal nome dcl dio pro-
ai numerosi resti, rinvenuti io tempi tettore della spedizione, e forse :inche
diversi, anche recentemente sono tor- da un :iltare o sacello dedicato a Net-
nate io luce due coloont! del frigi- tuno nel portico; infine di Agrippa,
darillm (cf. B11l1. Com. LXII, pp. 172- 3); come è indicato d:illo scoliasta di Gio-
LUGLI, op. cìt. III, 212 sgg.). venale, dal quale apprendiamo che nel
(2) Le terme di Agrippa costruite portico « historia Argonautarum de-
contemporaneamente al Pantheon e u picta est». Er:i, :il pari dei portici
con questo connesse (CASSIO DIONE, di Pompeo e di Europa, uno dci luoghi
LIIJ, 27, 1-2). Bruciarono sotto Tito più frequentati di Roma (MARZIALE,
(CASSIO D10NE, LXVI, 24, 2), m:i la n, 14, 6; ID, 20, 11; xr, 1, 12). Se-
ricostruzione deve esser avvenuta sol- condo taluni avrebbe formato un com-
lecitamente ad opera di Tito o Do- plesso con la basilica di Nettuno, di
mi?.iano, pcrchè MARZIALE (III, 20, I 5; cui s'è già parlato; ma la distanza che
36, 6) le ricorda come frequentate separa i due vocaboli in questo elenco
dal popolo; un:i seconda restaurazione di Curiosum ci autorizza ad escludere
avvenne al tempo di Adriano (Hisl. questa opinione.
A11g. Hadria11. 19, 10), cd una terza Il GATTI, con più felice intuizione,
sotto Massenzio. Circa la metà del
sec. tv er:rno già fatiscenti per La vcc- P<r la no•• (4) v. pag. seg.
O ELLE QUATTORDICI REGI ON I DI ROM A 127

Iseum et Serapeum <•>.


Minert•am Calcidicam <».
Oivorum <1>.

1. lslum et acraplum D lseus B scradcum A B sera dcum C 2. calcldlca B,


unra, parreb~. ll8110 di abbr. 1ull'u/lima a; ma la pergam~na è macchiata. calchl·
dlcam D

(I Saepta lulia in L'Urbe, sett. i937, ( cf. HuELSEN, Topogr. I, 111, 567-71;
p. 18) ritiene che il portico limitJsse PARIBENJ, 1 recenti lavori di sterro
verso occidente la vasta area dei Saepta, presso pia{:{a VMll~ia in Roma, I, 192 3,
ed il muro di fondo sarebbe quello pp. 377- 8; PLATNER-ASUBY, op. cit.
ancor oggi visibile, allineato paralle- pp. 283-5); ma secondo la ricompo-
lamente alla via della Minerva e deco· sizione dei frammenti della piantn Se-
rato con nicchie rettangolari. veriana, proposta dal GA'ITI in L'Urbe
(4) Conosciuto soltanto dalla pianta cit. p. 15, verrebbe piuttosto a t ro-
Severiana, da cui risulta la sua po~i­ varsi ad est dei Saepta.
zione tra i Saepta e l'Iseo e Serapeo. (2) Il Oironogr. a. 354 (p. 275;
Avrebbe costituito, secondo il GATTI cf. GIROLAMO, p. 191 a) annovera tra
(loc. cit. ), un portico simmetrico a quello le opere di Domiziano un tempio 11
degli Argonauti, sul lato orientale Minerva Calcidica; ma non è dato de-
dei Saepta. La stretta connessione di terminare se si tratti e.li una costru-
questo portico col precedente viene zione nuova o di una restaurazione
anche confermata dall'affinità delle de- d'un precedente tempio eretto da Pom-
corazioni, avendo Meleagro preso parte peo (PLINIO, Nat. Hist. VII, 97). Sul-
alla spedizione degli Argonauti. l'area del tempio sorge oggi la chiesa
( 1) Un duplice tempio ad Iside e Se- di S. Maria sopra Minerva.
rapide fu votato nel 43 av. Cr. dai trium- (3) Una costruzione, ricordata sol-
viri (CASSIO D10Nl!, XLVII, r 5, 4), ma tanto nelle tarde fonti, che si deve :i
si ignora se venisse realmente costruito. Domiziano (Chronogr. a. 354, p. :i75),
In caso negativo, o che fosse stato di- e di cui facevano parte un portico (Eu-
strutto durante la persecuzione del culto TROPIO, VII, 23; GIROLAMO, p. 191 a)
di Iside, si dovrebbe forse a Caligola e due templi, quello del divo Tito
l'erezione o la ricostruzione di questo (C. I. L. VI, 10234) e l'altro, quasi
tempio egiziano nel campo Marzio. Fu certamente, del divo Vespasiano. Que-
rovinato dall'incendio dell'8o e restau- sto insieme di edifici pare si estendesse
rato da Domiziano (CASSIO D10NE, tra l'attuale piazza Graziali e le prossi-
LX VI. 24, 2; C/Jro110gr. a. 354, p. 275 ; mità di via S. Marco (cf. HuasEN,
EUTROPIO, VII, 23, 5; GIROLAMO, Topogr. I, 111, 566). C'è pero chi vuole
p. 191 a). Severo Alessandro lo adorno identificare il limite meridionale del
« additis signis et c.leli:icis et omnimo- portico con la parete in laterizio, deco-
« dis mysticis » (Hist. A11g., Alex. rata da nicchie, scoperta nel 192 3,
Sw. 26, 8). Il tempio si riconosceva presso la fronte nord del palazzo Vene-
generalmente ad ovest e.lei Saepla zia. Il limite nord del portico andrebbe
(MARZIALE, II, 14, 7; GIOVENALE, VI, cosi leggermente spostato verso piazza
s28- 9) tra l'attuale via di S. Ignazio del Collegio Romano (GATTI in Bull.
e la chiesa di S. M:tria sopra Minerva Com. LX11, pp. 128-9 e tav. 1).
128 IL CATALOGO

Insulam Felicles <•>.


Vici .xxxv.
Aediculae .xxxv.
Vicomagistri .XLvm.
Curatores .11. 5
lnsulae .D.OCCLXXVU.
Domos .CXL.
Horrea .xxv.
Balnea . LXIII.
Lacos .cxx. IO
Pistrina .xx.
Continet pedes .XXXII.o.

REGIO X. PALA TIUM <».


Continet : CJ>
Casam Romuli C4l.

1. mcnsulc A mensulem B fnsulç C ln1ula D fellces B l :;. cdc A rdes B


11edlculae xxxv om. C 4. vicomag A C vlc:omagno B S· cura{ AD cu rato rlc O
curatorl ç e 6. fnsulas ii.DCCLXXXVI Il D 7· doiii A dom' e 9· balnea LXVI D
11. prlatlnas B 12. autem pcdes D o]qufgcntos C 13. decima B CD palatlum om. R

(1 ) Forma sincopata di deliculu. connettere con vocaboli di significato


Identica località è ricordata in un passo pastorale.
di TERTULLIANO: « Insulam Feliculam ( 3) Tutto il colle Palatino.
• credas tanta tabulata caelorum. Ne· (4) È indic:i.ta da DIONISIO (I, 79,
«scio ubi illic etiam Valentinianorum 11) come una capanna di paglia sul
• deus ad summas tegulas habitat» Palatino c(rnl) 'tijc; 7tpòç TÒ11 hm68po-
(Adv. Vale11tiuia11os, cap. 7, ed. AE. c µ011 a-rptq>OWl)c; Àa:y6voc; •;' e da PLU·
KROYMANN, Vindobonac, 1906); ma TARCO (Romolo, 20) «7tapò: -roùc; Àtyo·
non è possibile stabil.ire se l'autore si e µt11out; ~a.&µoùc; EXiiÀ l)<; Kax(l)<;. o~-rot
riferisca ad una costruzione romana e 8' dal11 7ttp! 'Ò)ll dç Tl>ll !7t7t68poµo11
(e in Roma egli certamente soggiornò, e TÒ11 µéycx11 b< Il<XÀÀ«VT(ou xa-raf:laat11 • .
cf. De cu/111 femillarum, cap. 7) oppure Da ident ificarsi forse col « tugurium
ad una omonima costruzione di Carta· « Faustuli » menziooatodaSouNo (I, 8),
ginc. e da ricercare nell'angolo sud-ovest
(2) Appellativo usuale per designare del Pala\,ino. Fu danneggiata dal fuoco
il colle Palatino. L'etimologia ne è nel 38 a. Cr. (CASSIO DroNE, XL VIII,
incerta, quantunque i più si accordino 43, 4) e forse anche nel 12 av. Cr.
nel riconoscervi una radice pa, d:i. ri- (Io. LIV, 29, 8). Viene accora. ri-
DELLE QUATTORDICI REGIONI 01 ROMA 129

Aedem Matris Deum <•> et Apollinis Ramnusii <».


Pentapylum CJ>.

1-2. ramnus. sypentadylls A ramnus sypentadall ua B ramnus alpentadallua C


aanunsl D pentapllum D

cordata da GIROLAMO, Prcuf. ad Paulin. XIII, 715), dal creduto intervento del
in P. L. xxm, 107. dio in favore di Augusto nella batta-
(1) Tempio iniziato nel 204 av. Cr. glia di Azio, e di Apollo « Navalis ,,
durante la guerra contro Annibale e (PROPERZIO, IV, I, 3). L'appellativo
dedicato nel 191 (LIVJo, XXIX, 37, 2; « Ramnusius 11, che ricorre solo nel
XXXVI, 36, 3). Sorgeva anch'esso catalogo regionario, pare derivi, come
sulla estremità sud-ovest del colle, al I'URLJCHS ba dim'ostrato(Skopas, Greifs-
principio delle cc scalae Caci», con la wald, 1863, p. 67)1 dalla presenza nel
fronte prospiciente la valle dcl Circo. tempio del famoso Apollo di Scopa,
Rimane ancora il podio, e sul luogo ponato dal Nemeseion di Rhamnunte
sono state trovate iscrizioni relative al (v. anche Roscm"R, IV, 88). L'ubka-
culto della dea e un frammento di una ~ione del tempio non è ancora decisa:
statua di essa, assisa in trono e: guardata PL.ATNER-ASHBY (op. cit. pp. 18-<J)
da due leoni accovacciati (cf. HuELSEN, accedono alla ipotesi secondo la quale si
Topogr. ', m, p. 51 nota 42; PLATNER- sarebbe trovato nella parie prospiciente
ASHBY, op. cit. p. 324; FRANK, op. cit. il circo Massimo, sempre a sud-ovest
pp. 96-8). Il tempio bruciò per due del Palatino; e ad esso apparterrebbero
volte, nel 111 av. Cr. e nel 3 d. Cr. le rovine ritenute della « aedes Iovis
(VALERIO MASSIMO, I, 8, 11 i 0SSH· « Victoris ». Cf. anche Lucu, op. cit.
Q.UENTE, 99). La prima volta fu restau- I, 279- 81.
rato da un Metello, probabilmente il , (3) È stata avanzata l'ipotesi che il
Numidico, console nel 11 o; la seconda « pentapylum » costituisse una specie
da Augusto (Ovwro, Fast. IV, 347-8; d'ingresso a quel tempio di Giove Ul-
Mo11. A 11cyr. I V, 8). Le fonti lette- torc che sarebbe rappresentato in un
rarie ed epigrafiche (C. I. L. VI, 496, conio di Severo Alessandro e che
3702) hanno i titoli di o:Magna Mater» vien collocato nell'angolo est del colle,
e « Mater Deum ». e fronteggiante il clivo Palatino (via di
(2) Fu votato da Augusto nel 36 S. Bonaventura). Il nome sarebbe ve-
av. Cr. e dedicato nel 28 (VnLLl!IO, nuto a tutto l'insieme monumentale dai
Il, 81; CASSIO DIONE, XLIX, 15, .5; cinque archi che si aprivano nella parte
Llll, 1-3; Mon. A11cyr. IV, 1; SuETO· anteriore del port ico (P. BIGOT, Le
NIO, Aug. 29; AscONIO, !11 C1cER. in temple de u]upiter V/tor» et la vig11e Bar-
toga cand. p. 90); era una delle più· beri11i in Bull. Com. XXXIX, 1911,
ammirate costruzioni di Augusto, come pp. 8o-5). Sebbene la presenza di un
possiamo facilmente indovina re dalla tempio di Giove Ultorc sul Palatino
entusiastica desc rizione lasciataci da sia da altri messa in dubbio (cf. PLAT-
PROPERZIO {Il, 31). Il tempio veniv:i NER-AsHBY, op. cit. p. 307), è ceno
chiamato ordinariamente di Apollo però che in quella parte del colle si
« Palatinus »; ma troviamo :mche il ti- notano avanzi di propilei monumentali
tolo di Apollo « Actius » o « Actiacus » a cinque passaggi (cf. Monummti Ace.
(PROPllRZIO, IV, 6, 67; Ov1010, Melam. Liricei, ser. 5', XV!l, 1923, p. 511 ).

Cod. Topogr. 9
130 IL CATALOGO

Domum Augustiaoam et Tiberianam<1 >.


Auguratorium <».
Aedem Iobis (J),

1. augustlnlanam 8 C ty'berlanam 8 C 2. Auguratorlu1T1] segue aream palatlnam D


3. aedé A cdes C ~dc~ B ~dem iovis vlctorts. domum dlontsil D

(1) Con questa duplice denomina- latino; e per questo si è voluto identi-
zione di valore collettivo si iodica tutto ficare cou la «curia Saliorum » (O. GIL-
il complesso delle costruzioni imperiali BERT, Gesch. u11d Topogr. der Stadi
che occupavano la maggior parte del Rom. in Alt. ' I, 49-SO e III, 424
Palatino, sopra una zona estendentesi nota 3; cf. HuELSEN, Topogr. I, m, 44),
da nord-ovest verso sud-est (NoRDH, dove, secondo la tradizione, si sarebbe
op. cit. p. 79). La cc domus Augu- conservato il lituo di Romolo (CICE-
« stiaoa » o « Augustana » era la resi- RONE, De divin. I, 17' 30; VALERIO
denza imperiale, come si presentava MASSIMO, I, 8, I I; DIONISIO, XIV, 2, 2);
dopo l'attuazione del grandioso pianori- mentre altri hanno creduto di ravvisarlo
costruttivo, che Rabirio ideò a richiesta nelle fondamenta di un piccolo edificio
di Domiziano (MARZIALE, VII, 56, 2), rettangolare (compreso tra i più antichi
e i successivi ampliamenti e restauri. monumenti della età regia e repubbli-
Occupava l' intiera metà sud-est del cana) che presentano i caratteri di una
colle ed era divisa io vari complessi ricostruzione riferibile all'età di Adria-
di fabbricato (cf. PLATNBR-ASHBY, op. no. Il quale, secondo un'iscrizione
cit. pp. 158, 66). Altri restringono il (C. I. L. VI, 976), avrebbe restaurato
significato di <e domus Augustana » a , un « auguratorium ». I detti avanzi
quella parte della ricostruzione di Do- si trovano nelle vicinanze del tempio
miziano, che serviva come abitazione della Magna Mater (cf. G. SCHNlilDER
privata dell' August11s. GRAZIOSJ, L'«Auguratorium » dtl 1'a-
La « domus Tiberiana >> designava il laliM in Disserl. Po11t. A ccad. Rom. di
palazzo costruito da Tiberio nella parte Arcbeol.sec. 2&,to. XII, x91 5, p. 147
nord-ovest del Palatino (TACITO, Hist. sgg).
I, 27; SuETONio, Vilell. I 5; PLU- (3) Notitia aggiunge « Victoris». Un
TARCO, Galba, 24). Fu ampliato da tempio a Giove Vincitore fu votato
Caligola (SuETONIO, Calig. 22). De- dal dittatore Q. Fabio Rulliano nella
vastato dall'incendio de11'8o, fu riedi- battaglia di Sentine del 295 av. Cr.
ficato da Domiziano, come risulterebbe (L1v10, X, 29, 14). E forse allo stesso
dal carattere degli avanzi dell:i co- allude anche FLAVIO GIUSEPPE, ricor-
struzione e da numerosi bolli dei mat- dando la convocazione del senato dopo
toni che ci riportano all'età dei Flavi l'assassinio di Caligola (A11tiq. XIX, 4,
(cf. Hulil.SEN, Topogr. I, m, p. 77). 3), e CAssro DtONE a proposito di un pro-
Gli Antonini abitavano in questo pa- digio avvenutovi nell'anno 54 d. Cr.
lazzo (Hist. A11g. A11to11. Pi11s, 20 , (LX, 35, 1). L'ubicazione del tempio
4; Mare. 6, 3; Verus, 2, 4; 6, 4). è sconosciuta (cf. P. ROMANELLI, Il
Cf.A.BARTOLI io Not. Scav. 1929, p. 3. culto di Giove sul Palatino io Bull.
(2) li luogo può avere un qualche Com. 1918, p. 85). Se esso non sorgeva
rapporto con la narrazione leggendaria sul Palatino, dobbiamo ritenere che in
degli auspici presi da Romolo sul Pa- C11riosum si alluda al tempio di Giove
DELLE QUAT T ORDICI REGIONI DI ROMA 13 1

Curiam Veterem <1 >.


Fortunarn Respicientem <».
Septizonium divi Severi h>.
Victoriam Germanianam C4).
5 Lupercam <s>.

4. germao ltfanam D 5. lopercal D

Statore, il quale, trovandosi nella linea via Appia metteva nell'Urbe, e doveva
di confine di due regioni (IV e X), servire per ostentare la grandezza di
verrebbe ricordato in entrambe, come Roma «ex Africa venienti bus» (Hist.
già s'è veduto per il foro di Nerva (regg. A ug., Sever. r9, S; 24, 3-4). Del
IV e VIII). E quest a indentificazione nome che ci è pervenuto sotto due
parrebbe confermata anche dal fatto forme fondamentali, o scptizonium »
che nella serie degli anicoli del nostro e « septizodium », sono state date d ue
testo seguono immediatamente le curie diverse spiegazioni: edificio a sette
Vecchie. Io Notitia, se e Victoris. zone e edificio decorato con emblemi
rappresenta un'aggiunta seriore, essa delle set te divinità planetarie che prc·
fu adottata forse da chi, non compren- siedono ai singoli giorni della setti-
dendo più l'uguaglianza di questo tempio mana (cf. PAULv-W1ssowA, :a' serie, II,
con quello della reg. IV, ne fece due, I 578-1 586; PLATNBR-ASHBY, o p. cit.
distinguendoli con appellativi diversi. pp. 473-5; T . DoMBART, Das Palati-
Cf. NoROH, op. cit. p. 80. 11iscbe Septiz.011ium, Mùnchcn, 1922).
( r) Nella tradizione letteraria sempre (4) Notitia "Germanicianam », cor-
in plurale. Un edificio dove le ccuriae • rettamente. Un tempio alla Vittoria
esercitavano il proprio culto (V ARRONE, sul Palatino risalirebbe, secondo la tra di·
V, 155; FESTO, p. 42). TACITO (Ab zione, aà Evandro (DIONISIO, I, Jl, s).
excessrt d. 'A 11g. Xll, 24) ne indica la In tempi storici si ba notizia della dcdi-
posizione dentro la linea del pomerio ~zione sullo stesso colle di un tem pio
tracciata da Romolo; e dovevano tro- alla Vittoria, fatta da L. Postumio Me-
v:usi nel declivio nord-est del colle, gello durante il suo consolato dcl 294
di fronte al Celio. L'attributo u ve- av. C r. (LIVIO, X, 33, 9; XXIX, 14, 14).
u tercs » è in opposizione a u novae », Il u clivus Victori ae • e il ritrovamento
cioè alle Cu rie costruite quando il pri· di due iscri zioni dedicatorie (C. 1. L.
mit ivo edificio divenne insufficiente. V I, 31059 = 12 , 8o5- 31o6o) nei pressi
(2) Una statua o un'edicola che dette della chiesa di S. T eodoro permettono
il nome al vico menzionato nella X re- di supporre che il tempio si elevasse
gione della base dei vicomagistri (vedi io quelle vicinanze. Per la denomina-
p. 42). Per l'appellativo dato qui all:i zione vedi p. I74 nota 3. Presso que-
Fortuna cf. CASSIO DtONE, XLII, 26, 4. sto tempio M. Porcio Catone nel t93
(3) Un accesso monumentale ai pa- av. Cr. dedicò un sacello alla Vittoria
lazzi imperiali sul fianco sud-est del Vergine (LIVIO, XXXV, 9, 6).
colle Palatino, costruito da Sett imio (S) L'antro ai piedi dell'angolo sud-
Severo e dedicato nel 203 (C. I. L. ovest del Palatino (DtoNtSIO, I, J2, 4),
VI, rop, add. 31229). Si trovava in dove la leggenda voleva che la lupa
vicinanza della porta Capena, dove la avesse allattato Romolo e Re mo (Ovi-
132 IL CATALOGO

Vici .xx.
Aediculae .xx.
Vicomagistri .XLVlJl.
Curatores .li.
Insulae .lt.DCC.XLll. 5
Domos .Lxxxvm1.
Horrea .XLVlll.
Balnea .xum.
Lacos .xc.
Pistrina .xx. IO

Continet pedes .x1.ox.

REGIO XI. CIRCUS MAXIMUS (•).

Continet: l•l
Templum Solis et Lunae hl et

3. vlc:omag A vicomagn B vlcomagnum C 4· cu rai A curatlones B curatori~ C


curatore.o;-horrea om. D 6. dom A dom> C 7. orrea C 10. pristina B 11. autem
pedes D 12. undecima B CD maxlmus] qui capi! loca trecenta octosinta qulnque ass· D

14. teplnm B

010, Fast. Il, 421; Sl!Rv10, Am. VJll, I, 35, 8; 56, 2; DIONISIO, III, 68, I;
90, H3 ); ivi, presso il fico Rumi- IV, 44, 1). Nel 329 av. Cr. furono
nale, gli Ogulnt nel 296 av. Cr. de- cost ruiti i carceres (lrv10, Vili, 20, 2);
dicarono un g ruppo bronzeo rappre- più tardi la spina (LIVIO, XXXIX, 7,
sentante i Gemelli sotto le mammelle 8; XL, 2, 1); nel 174 furono rinno-
della lupa (LIVIO, X, 23, 12). Dovette vati i carceres e le mete, e collocate
anche sorgervi una specie di santuario le sette uova di legno che dovevano
restaurato da Augusto (Mo11. A1icy1-. segna re i giri delle corse (L1v10, XLI,
IV, 2) ed ornato di una statua di Druso 27, 6); nel 33 Agrippa aggiunse i
(C. I . L. VI, 31200). Cf., per una sette delfini, forse di bronzo, allo s tesso
diversa collocazione, G. MARCHETI'l- scopo (CASs10 DIONB, XLIX, 43, 2;
LoNGHI, li Lupercale ed il suo signi- SHTPLEY, Agrippa's buildi11g cit. p. 84).
ficato politico io Capitolium, XI, 1933, Un passo di PLINIO (XXXVI, 102) ci
p. 157 sgg. e p. 36 5 sgg. ; inoltre G. DE ricorda « circum Maximum a Cae-
ANGELIS o'OssAT, Per la f'icerca del « sare dictatore extructum », mll non
L11percale. Studio geo-idrologico io Bull. è facile determinare in che precisa-
Com. LXII, p. 75 sgg. mente la costruzione consistesse, pur
( 1) Costruito nella valle tra il Pa- tenendo presente il noto passo di SoF.-
latino e l'Aventino (valle Murcia), se-
condo la tradizione, dai Tarquini (Liv io, Per le oote (2) e (!) v, pag. seg.
DELLE QU A TTORDICI REGIONI D I ROMA 133

Templum Mercurii <•>.


Aedem Matris Deum <2 > et lobis <1>.

r. et-mercurlf om. D 2. et om. B et lovls arboratorls D

TONIO (Caes. 39). Un incendio nel 31 Antoninio Pio (Hist. A ug. A11to11.
av. Cr. lo distrusse in gran parte (CA.s- Pius, 9; Chronogr. a. JJ4, p. 276) e
s10 D10NE, L, 10, 3); Augusto lo di un ampliamento delle ianuae circi
restaurò costruendovi un palco per la :il tempo di Caracalla (ibid. p. 277).
famiglia imperiale (M011. Ancyr. IV, 4; Un altro disastro avvenne sotto Diocle·
SUETONIO, Aug. 45), e nel 10-9 collocò ziano e Massimiano (ibic.l. p. 280); al
nella spina l'obelisco portato da Elio- quale segui la suntuosa ricostruzione di
poli (C. J. L. VI, 701 ; STRADONE XVII, Costantino (AURELIO VITT. De Caes. 40,
I, 27; PLINIO, XXXVI, 71; AMMIANO 27; NAZARIO, Panegyr. 35 in P. L. Vlll,
MARCELL. XVII, 4, 12). Secondo la de- 582). Questi aveva anche divisato di
scrizione lasciataci da D10Nrs10 (III, 68, far venire dall'Egitto l'obelisco che poi
2-4), il circo nell'età augustea aveva Costanzo innalzo sopra la spina nel-
già ricevuto una organica sistemazione l'anno H7 (AMMIANO MARCELL. XVII,
e presentava in pietra tutto il primo 4, 12-6; C. I. L. VI, 1163). Sulla con-
piano, e di legno i due superiori. Nel troversa questione della capacità del
36 d. Cr., sotto Tiberio, venne parzial- circo rimandiamo a HuELSEN (Bull. Com.
mente rovinato dal fuoco (TAcrro, Ab 1894, pp. 321-4), secondo i calcoli
excessu d. Aug. 45, 1; CASSIO DJONE, del quale esso nell'età del catalogo
LVIII, 26, 5), ma il danno fu subito ri- regionario avrebbe potuto accogliere
parato, perchè Caligola vi celebrò ma- circa 2 50.000 spettatori.
magnifici giuochi (TACITO, !oc. cit.; (2) La valle del circo Massimo, la
SuETONIO, Calig, 18). A Claudio si pendice nord-est dell'Aventino, il foro
dovette la sostituzione, nei carceres, del Boario ed il Velabro.
marmo al tufo, e nelle mete dcl bronzo (3) L'ordine dei vocaboli che pre-
dorato allegno(SuirroN10,Claud. 21 , 3). cedono l'articolo « portam Trigemi-
L'incendio del 64 ro vino di nuovo il Cir- « nam », è diverso in Curiosum e Noti-
co (TACITO, Ab excessu d.Aug.XV, 38), tia. Secondo l'HUELSEN (fl Foro Boario
ma una sollecita ricostruzione deve es- e le rne adiaceni,e 11tlra11tichità in Diss.
sere. avvenuta prima del 68, se in que- Po11tif A ccad. Arcl1. ser. 2•, to. VI,
st'anno Nerone, reduce dd la Grecia, vi 1896, pp. 259, 268), la diversità delle
fece il suo ingresso trionfale (SUETONIO, due liste dipenderebbe dal modo diffe-
Ner, 25, 2; CASSIO DIONE, LXII, 20, 4~ rentecon cui sarebbe stata letta la pianta
2 r, 1 ). Nell'80-1 vi fu costruito un arco dalla quale deriverebbero i due cata·
di trionfo in onore di Tito, nel mezzo loghi. li redattore di Notitia pone in
della parte curva (C. 1. l. VI, 944; Bui/. primo luogo i nomi dei templi com-
Com. LXII, p. 176). Danneggiato il presi nel circo Massimo, poi, in ordine
Circo dal fuoco, per opera di Domiziano topografico, gli altri fra il Circo e l'altura
ne fu intrapreso un restauro, che Traia- dcli' Aventino. Il redattore di Curio-
no portò a termine, aumentaudo per sum invece annovera le località secondo
gli spettatori sooo loca (SUETONIO, il sito della pianta, senza di~tinguere fra
Dom. s; PLINIO IL G1ov. PaiiegJr. 51; quelle dentro e fuori dcl Circo. Biso-
C. I. L. VI, 9s5). Ci rimane ricordo
di un parziale crollo dell'edificio sotto Per le nOte ( 1) (2) e (3) '· p•g. seg.
I 34 IL CATALOGO

Cererem <1 >.


XII Portas Ca>.

1. et ccrcrcm B C duodeclm portas. tcmplum mcrcurii. cererem. ditum patrcm D

gnerebbe però ammettere in tal caso imperatore (cf. PLATNER- ASHBY op.
che i due testi rappresentassero due cit. p. 339).
diversi modi di lettura della stessa (2) Unalta re a Cibele,dentro il Circo,
pianta, mentre, invece, essi discendcno è ricordato da TERTULLIANO (De spect.
sicuramente da un unico archetipo. 8). Inoltre un rilievo ed un mosaico ci
A un culto del Sole nella valle del Circo presentano la dea assisa sopra un leone
accenna TACITO (Ab excessu d. A ug. nella spina del Circo, ad est del centro.
XV, 74), il quale parla anche di un:i Cf. PLATNER- ASHBY, cip. cit. p. 324.
« vetus aedes apud Circum ». In base (3) Notitia aggiunge « arboratoris ».
a questa testimonianza, talun i, d:iado Di questo epitetO attribuito a Giove non
ad « apud » il significato di «presso», si trova ricordo altrove. Ma l'Hut:.LSEN
hanno posto il sacello fuori del Circo, (Disstrl. cit. p. 267) non crede inve-
nella parte sud- est verso l'Aventino. rosimile che con le divinità agricole
TERTULLIANO al contrario (De spect. 8) « Seia », « Segetia », «Messia 11 e
accenna a una « aedes in medio spatio « Tutilina 11 (Pu~10, Nat. Hist. XVIII,
• [Circi] »,nel cui fastigio brillava un'ef- 8 e TERTULLIANO, De sptct. 8), le quali
figie del Sole; il che ha fatto ad altri avevano un posto nel circo Massimo,
congetturare che il tempietto si trovasse stesse anche un sacello di u luppiter
entro il Circo. A questa ipotesi non « arborator »,cioè di Giove che presiede
cont ra direbbe il passo di T acito, dove alla colturJ degli alberi. Lo JoROAN
«apud» potrebbe essere usato per «in». (Topogr. II, 559) richiama lo « luppiter
Quanto alla duplice intitolazione, è « Silvanus » di cui pa.r la A. REIFFER-
confermata dal calendario di FILOCALO SCllEID in A m1. dell' lnst. di corrisp.
(C. I. L. 12, 270) e da un frammento arcbtol. 1866, pp. 21 5-6.
dei fasti Prenestini (C. I. L. 12 , 239). (1) Un tempio votato dal ditt:itore
Cf., PLATNER-ASHBY, op. cit. p. 491. Auto Postumio nel 496 av. Cr. in occa-
( 1) Dedic:ito dal centurione Marco sione d'una carestia, e costruito e dedi·
Letorio o Pletorio nel 495 av. Cr. (L1- cato nel 493 dal console Spurio Cassio a
v10, JI, 21, 7i 27, 6; VALERIO MASS. Ccrerc, Libero e Libera (D10N1s10, VI,
VIIII, 3, 6). Il tempio, probabilmente 17, 2; 94, 3; TACITO, Ab excess11d. Aug.
rotondo (SHRno, Aui. IX, 406), gua r- li, 49); titolo che veniva abbreviato in
dava il Circo (Ovrn10, Fast. V, 669), e la que llo di « :iedes Cereris" (L1v10, III,
costruzione dovev:i innalzarsi nel ver- 55, 13; XXVIII, 11, 4 &c.; PLINIO,
sante dell'Aventi no (cf. HuELSEN in Nat. Hisl. XXXV, 154). Guastato da
Diss. cit. p. 264), " retro metas Mur- un incendio nel 31 av. Cr., venne restau-
" ti:is » (APULEIO, Met. VI!l, 8). In un rato da Augusto, e da Tiberio dedicato
conio di Marco Aurelio (CoHEz.: Mare. nel 17 (CASSIO D10NE, L, 10, 3; TAc1-ro,
A 11r. 5 34) si è voluta riconoscere una !oc. cit.). Un « vestiarius ab aedc Cc-
rappresentazione dcl tempio, nel quale « rcris » è ricordato in C. I. L. VI, 9969.
caso si dovrebbe pensare a una ricostru·
zione dell'edificio promossa da questo Ptr la nou (l) v. pag. sog.
DELLE QUATTORDICI REGIO>;! 0 1 ROMA 135

Portam Trigcminam <•>.


Apollinem Caelespicem <1 >.
Herculem Olivarium <J>.
Velabrum <+>.

2. apollldem 8 celum re$plclentem D 3· erculem 8 ollvarum 8 e 4. vela-


orum om. C

La situazione del tempio, che (! d:ua compare la denominazione <( Trige-


:ipprossimativamente da TACITO e da « mina >>, una forma di porta somi·
PLINIO (locc. cit.) uelle vicinanze dcl ~liante a quelle dccor:iti ve o trionfali
Circo, può essere con maggiore pre- dell'età imperiale, e vorrebbe spiegare il
cisione indicata nell'angolo occidentale nome con un emblema portale, rnffi-
del Circo stesso, verso l'Aventino, in gurante Caco in forma tripartit a
prossimità della statio A1111011ae, che (op. cit. pp. 197-8).
fu forse incorporata nella chiesa di (2) Probabilmente una sutua di
S. Maria in Cosmedin. V1TRuv10 (lii, Apollo, che si trovava andando dall2
3. s) e PLINIO (Nat. Hist. xxxv. porta Trigemina al foro Boario. Cf.
1 54) ci lasciarono di questo monu- PLATNER-ASHBY op. cit. p. 16.
mento importanti ragguagli. Cf. D. (3) Forse una delle statue vicatim
VA~ BERCHEM, il tempio di Cerere e/' Uf- dicatae e rappresentante la divinità tu·
ficio dell' A1111011a a Roma in 81111. Com. telare dei commercianti d'olio. Presso
LXIII, PP· 91-5. il tempio rotondo del foro Boario (piaz-
(2) Cf. p. 7 nota 5. La località è ri- za della Bocca della Verit:\) fu trovato nel
cordata anche da OSSEQUENTE, Pndig. decemb re 1895 un frammento di base
77 (42 av. Cr.). marmorea con la leggenda«, .. o Oliva-
( r) Una delle porte delle mura Ser- « rius opus Scopa e minoris » (C. I. L.
viane, collocata, da quanti negano la VI, 33936), da supplire ali' inizio con
presenza di mura nella valle dal Pa- o: (Hercules volg)o,. oppure « [ cogno-
latino all'Aventino, tra questo e il Te- o: ment)o ». In t:ilc framm ento va rico-
vere, nel luogo dov'erano le Sali11ae nosciuto il plinto della statua di Ercole
(cf. SouNo, I, 8), come uscita dalla citt:\ qui ricordata. Cf. Not. Scavi, 1895,
verso sud (cf. MERL!N, op. cit. pp. 125- pp. 458-6o; Bull. Com. XXV, 1897,
126). Da quelli invece che sostengono pp. S5-6; HUELSEN, Topogr. I, m,
il passaggio delle mura nella valle pre- pp. 145-6.
detta, si ritiene situata sul clivo Pu- (4) Il distretto che si estendeva tra
blicio, all'incirca l'attuale v"ia 'di S. S:l- il foro Romano, i colli Palatino e Ca-
bina, e avrebbe rappresentato l'uscita pitolino e il foro Boario; e che costi-
dall'Aventino verso il nord (S.4FLUNO, tui,·a il centro industriale e commer-
op. cit. p. 197; v. GERKAN, Lauf der Rom. ciale dell'antica Roma (cf. PLATNER-
Stadtmauer cit. p. 164). Il nome po- AsHsv, op. cit. p. s50). Sull'etimologia
trebbe esserle venuto da una costruzione della parola v. VARRONE, V, 44 e I 56;
a tre fornici. Poco attendibile ci sem- PLUTARCO, Rom1'1. 54; ma una spiega·
bra l'opinione del SAFLUND, che trova zione soddisfacente non sembra ancora
improbabile all'inizio del u sec., quando trova ta.
IJ6 IL CATALOGO

[Fortunium] <1 >.


Arcum Constantini <».
Vici .xxi.
Aediculae .XXI.
Vicomagistri .xtvm. 5
Curatores .n.
Insulae .II. o.
Domos .Lxxxvm.
Horrea .xvr.
Balnea .xv. IO
Lacos .xx.

t. for111nium O!flJ'· D 2. di vi constantinl D 3. vicos xv111 O 4 . ~de A rdem B


~es C ~Jiculas xix D 5. vlcomas A C vfcomagii B 6. curaf A curatorle 8 c ura·
tori~ e 7. lnsulas iiocL D 8. dom A dom' e L XXX Vllll D 11, lacos LXXXVIII D

(1) Mettiamo tra parentesi quadre in Rom. Mili. XL, 1925, p. 325 sgg.;
questo vocabolo dato dal solo codice D. v. GERKAN, Rom. Stadtmauer, p. 177;
Il PRELLER (Die Reg. p. 195) ritiene Si:FLUND, op. cit. pp. 182-3). L'HuEL·
che si alluda al tempio della Fortuna SEN (Disserl. cit. p. 263) invece propor-
nel foro Boario, attribuito dalla tradi- rebbe una emendazione di «Fortunium»
zione a Servio Tullio (L1v10 , XXXIII, in << Portunium >>, e vorrebbe ricono·
27, 4 ; DIONISIO, IV, 2, 7; PLINIO, Nat. scervi il tempio di Portuno, ricordato
Hist. VIIJ, 197), distrut to dall'incendio «ad pontem Aemilium » dai Fasti A llif.
dell'anno :113 av. Cr. (LIVIO, XX1V, 47, Va//.Amit. ( C. I. L. 12, 217, 240, 244,
1 5) e ricostruito nell'anno successivo (Li· 325) e che egli identificherebbe col pe-
vIO, XXV, 7, 6). DIONISIO (IV, 2, 7) e rittero rotondo, ancora esistente sulla
L1v10 (XXXIII, 27, 4) lo indicano nel sponda del Tevere, chiamato, popolar-
foro Boario; e il secondo (XXV, 7, 6) mente, «di V es(a ». Opinione, però, con-
più preciS.?.mente « intra portam Car- tradetta da parecchi altri che vogliono
« mentalem ». La determinazione to- riconoscere il tempio di Portuno nel
pografica del tempio è subordinata :1 11:1 pseudoperittero sopra indicato (PICA·
controversa questione dell'andamento NIOL, pp. 105, 122; MARCHETI'!-LON·
delle mura in questo tratto ed alla si- GHI, pp. 343- 4 j v. GERKAN, p. 179).
tuazione della porta Carmentale. Così (2) Sembra prob:ibile la identifica-
che mentre alcuni riconoscono il tempio zione di questo arco col « ianus Qua..
della Fortuna nell'edificio pseudoperit- « drifrons » del foro Boario, costruito
tero ionico presso il Tevere, opinione ali' incrocio di due vie. La sua strut-
che sembra oggi assolutamente da esdu· tura e parte del materiale adoperato
de re, altri lo collocano presso la piaz za possono, con ogni verosimiglianza, farlo
di S. Maria della Consolazione (PICA· assegnare all'età di Costantino. Cf. Lu-
NIOL, Op. cit. p. 12 5 ; MARCHETTl- GLI, I monummti a11ticbi cit. I, 1931,
loNGHI, Il tempio io11ico di p~11te Rotto pp. 377-80.
DELLE Q UATTORDI CI REGJONJ DI ROMA 137

Pistrina . XVI.
Contfoet pedes .xi.o.

REGIO XII. P ISCINA P UBLJCA <•>.


Continet <» :
5 Aream Radicariam h>.
Viam Novam <•>.
Fortunam Mammosam <s>.
Isidem Athenodoriam <6>.
Aedem Bonae Deae Subsaxaneae <1>.

1. prl1tl na B xv111 D 2. autem pedes D 3. duodecima 8 CD pupllca 8


5. arlam AB 8. yaldem B C apenodart am A B C 9. subsuanr D

(1) Una piscina dove il popolo si io una iscrizione cristiana (C. I. L.


esercitava al nuoto, presso porta Ca- VI, 9684).
pena (FESTO, p. 232), ricordata fio dal (5) Cf. p. 45. La descrizione sembra
:u s av. Cr. (L1v10, XXIII, p. 4). che, con questo e il seguente anicolo,
Essa aveva cessato di esistere nel 11 sec. volga dalJa via Nova verso la zona
d. Cr. (FESTO, loc. cit.), mentre la re- del lato nord del piccolo Aventino.
gione continuava ancora a mantenerne C( NoRDH, op. cit. p. 82.
il nome. Il quartiere s'era conservato (6) Una statua di Iside, presumibil-
popolare per tutto il periodo repubbli- mente dello scultore greco Atenodoro,
cano; ma la sua valoriuazione urbani- che può aver dato il oome ad un vico.
stica comincia coli' età Sillana, perchè vi Per una iscrizione e uo piede marmo-
si sono trovati resti di eleganti dimore, reo attribuiti a questa dea cf. HUELSBN,
le quali possono farsi risalire a quel Topogr. I, m, 197 not1 37 e B11TL
tempo. Cf. Noti~ie Scavi, 193 5, p. 2 53. Com. XLII, J S2.
( 2) Il piccolo Aventino e la zona (7) La Bon:i Dea Fauna, con cui si
sottostante fino ali' Appia, che ne se- fuse il culto della greca Damia, intro-
gnava la divisione dalla regione I. dotto a Roma dopo la presa di Ta-
(3) Viene collocata all'angolo nord- ranto, è detta qui ~ Subsaxana » dalla
ovest Jelle terme di Caracalla, sotto posizione del tempio, ai piedi della rupe
la chiesa di S. Balbina e sul percorso (saxum), donde credevasi che Remo
della via Nova (cf. H UELSEN, Topogr. I, avesse osservato il volo degli uccelli
m, 189). (Ovmto, Fast. V, 149- 54). Il tempio
(4) Una g!'2nde ed elegante arteri:i, fu restaurato da Livia, consorte di Au-
parallela ali' Appia, costruita da Cara- gusto (Ov1D10, loc. cit. 157). e da
calla «sub eius thermis•, oppure, come Adriano (Hist. Aug., Hadrian. 19, 12).
altri deducono dal fr. 3 della pianta Doveva trovarsi sul declivio nord del
Severiana, da lui soltanto allarg:ua e piccolo Aventino (cf. MERLIN, op. cit.
abbellita ( Hisl. Aug., Carac. 9; ·Au- pp. 109-10; F. CuMONT, La « BoHa
Rl!LIO V1TT. De Cats. 21 ; cf. M ERLIN, Dea» et ses scrpents in Mllangu d'ardi.
op. cit. p. 348 nota 4). È ricordata et d'hist. XLIX, 1932, p. 1 sgg. ).

Cod. Topogr. 9•
138 IL. CATALOGO

Clivum Delfini <r>.


Thermas Antoninianas <».
VII Domos.
Parthorum <».
Campum Lanatarium C4>. 5

1. clcvum A clcvlum C cllvlum D 2. antonlanu A 8 C an1cnonlanas D


3. aeptcm D dom' C 4. partorum A B C 5. lanatarlum AB

(1) Una via che probabilmente si disti nti articoli. E ciò in base al passo
distaccava dall:i Nova tra il tempio (A11ctor epit. dt Caes. 20, 6): e< In :imicos
della Bona Dea e le terme di Caracalla « inimicosque paritcr vehemens. quippe
e che segui va a un di presso il trac- «qui Lateranum Ciloncm, Anullinum
ciato dell'attuale via di S. Balbina, an- << Bassum ceterosque alios ditaret aedi-
dandosi a congiungere con l'Ardeatina << bus quoque memoratu dignis, quarum
(cf. MERLIN, op. cit. p. 327). « praecipuas videmus P a r t ho r u m
( 2) Qµi e in seguito troviamo nei « q u a e d i c u n tu r ac Laterani »,
codici l'aggettivo « antoni1nus » e « an· dove il VII non figura. Chi non vo-
« toninus », per « antoninianus ». Di lesse riconoscere in « Parthorum >l del
tali forme abbreviate, e specialmente catalogo una forma ellittica sul tipo
della prima, si banno esempi anche « Divorum », potrebbt! pensare ad una
al trove (cf. 77m. ling. Lat. Il, 189), ma originaria lezione «domos Panhorum»,
noi crediamo meglio di sostituire, se- in cui cdomos» a contatto dell'identica
guendo l'Urlichs e lo Jord10, la forma forma del precedente articolo u VII do-
regoLue. Le terme, di cui rimangono " mos ", in una scrittura continua può
maestosi avanzi, furono iniziate tra gli essere stata ritenuta come errata dupli-
anni 21 l e 212 d. Cr. come risulta dal cazione, ed espunta. Su questi palazzi
bollo dei mattoni del tempo di Caracalla dei Parti, che si sono voluti idenrifi-
e Geta (C. I. L. XV, 769, 3, 4), e de· care con alcune rovine a nord-ovest
dicate nel 216 da Antonino Caracalla delle tenne di Caracalla, ma con scarsa
(AURELIO V1rr. De Caes. 21, 4; Hist. probabilità, vedi Era11os, XIX, 1924,
Aug., Carac. 9, 4; Cbro11ogr. a. 354, 88-90; LUGLI, 1 mom1m. antichi di Roma
p. 277; EUTROPlO, VJII, 20; GIROLAMO, e suburbio, I, pp. 41 1-2. Per spie-
p. :i 1 3 e). Elagabalo aggiunse i portici, gare la denominazione, il LANCIANI
che mancavano (Risi. Aug., Heliog. (8111/. Com. XLIV, 1916, p. 204) ritiene
17, 8), e Severo Alessandro completò probabile che vi fossero stati alloggiati
e adornò l'intiero edificio ( Hist. A ug., gli ostaggi delle nazioni orientali.
loc. cit. e Alex. Sever. 25, 6). I por- (4) Tra le terme di Caracalla e la
tici, dopo un incendio, furono restaurati chiesa di S. Saba (cf. HueLSEN, Topogr.
da Aureliano (Cbronogr. a. 354, p. 279). I, 111, 197). Qualcuno ha pensato di
(3) L'ARMINI (Strt11a phil. Upsal. emendare « lanatarius » in « lanarius »
Feslslrrift tillagt1ad prof. P. Peterssot1, (HuusEN, op. cit. p. 198 nota 38); noi
Uppsala, 1922, p. 30) ba sostenuto che manteniamo la lezione dei codici, ri·
il raggruppamento « Vll Domos Par- connettendo il vocabolo con "lanatae ».
" torum », adottato da tutri gli editori Una corporazione di mercanti in be-
del catalogo, deve essere scisso in due stiame ovino per !':approvvigionamento
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 139

Domum Cilonis <1 >.


Cohortem UII vigilum <».
Domum Cornificies <i>.
Privatam Adriani <•>.
5 Vici .xvn.
Aediculae .xvn.
Vicomagistri .XLvrn.
Curatores .u.
Insul:te . !I.CCCC.LXXXVll.
10 Domos .cxm.
Horrea .xxvu.
Balnea .LXIII.
Lacos .Lxxx.
Pistrina .xxv.
I 5 Continet pedes .xli.

1. domo C 2. cohortes AB CD quatuor vlglllum D 3. cornifices B C 4. prl ·


vala AB D 5· vlcos D 6. ~lculas D aedu A ~es 8 C xvii] lolìdem C 7. vi·
comag Al° vlcomagno 8 8. curai A 8 C g. ìnsulas D 11. CCCCLXIXVlll (..
li CCCCLVlll D IO. dom A dom> C 11. horrea XX D 12, balneo XLIII D 13. lacos
LXXX\' 1111 D 11. pristina B pi storia e ~~ D I s. autem pedet undecìm mili a D

della città è ricordata in una rela:i;io11e (2) La caserma si trovava sul piccolo
dell'anno 384-), diretta da SIMMACO A ventino a nord della chiesa di S. Saba,
(XIV in M. G. H. Atu:t. A11tiq. VI, come ci indicano le iscrizioni ivi ritro-
p. 291) a Valentiniano: «hic lanati vate (cf. REYNOLOS, op. cit. pp. 51-2;
« pecoris invector est, ille ad victum MANCTNI in Roma cit. p. 542).
cc populi agit armentum, » &c. (3) Il palazzo che forse appartenne
(1) li palazzo di L. Fabio Cilonc, ad Anliia Cornificia Faustina, sorella
console nel 204, prefetto della città, e minorè di Marco Aurelio, e maritatn
intimo amico di Settimio Severo (Auct. con M. Ummidio Quadrato, console
epit. de Caes. 20, 6; DESSAU, Prosopogr. nel 167 (C. 1. L. XV, 7442). Viene
II, 46). La posizione ci viene indi- collocato tra la IV caserma dei vigili
cata dal ritrO\'amento d'un condotto e il « vic:us ponae Raudusculanac»
di piombo presso S. Balbina, che nel lato sud-ovest della collina ( cf.
porta iscritto il nome del proprietario PLATNER-ASHBY, op. cit. p. 178).
(«Chilo») e la su:i qualifica di « praC· (4)Questo palazzo, che Adriano abitò
« fec.tus urbi» (C. J. L. XV, 7447); prima della sua adozione, è ricordato
la chiesa stess:i s:nebbe stata costruita anche in Hist. Aug., Mare. 5, 3, e può
sulla grande sala del palazzo (cf. Hu1-.L· essere collocaco a sud- ovest della chiesa
srn, Topogr. I, 111, 188 nota 15 a). di S. Sab;i (cf. MHnLJN, op. ci t. p. 326).
IL CATALOGO

REGIO XIII. AoVENTINUs C•>.

Continet : (•>
Armilustrium <i>.
Templum Dianae <•> et Mincrvae (s>.
Nymfea .m. <6>. 5

1. t•rtladccima 8 CD advtntinus A con la d abra•a. nenttnus B D S· nlm-


phea B C nlmph~ a1ria D

(1) Nelle fonti s'incontra promiscua- d'Onorio III e della famiglia $avelli,
mente " Aventinus » e « Adventinus " e oggi da un parco pubblico (in Ròm.
(cf. Thes. ling. Lat. Ili, 1311). L'eti- Miti. XLVIII, 65; G. BAITAGLIA in
mologia è stata tentata dagli scrittori B11ll. Com. LXI, pp. 279-80).
antichi e moderni, scnz:i giungere a una (4) Attribuito dalla tradizione a Ser-
spiegazione che soddisfi (cf. MERLIN, vio T ullio (VARRONE, V, 43; L1v10, I,
op. cit. pp. 29-32; HuELSEN, Topogr. 45, ~; D10N1s10, IV, 26, 4; Aucl. de
I, m, 151-3). Il colle nella sua inte- vir. ill11str. 7, 9), ma dalla critica asse-
grità comprende due alture, divise dalla gnato ad epoca più tarda; ricostruito
valle attraversata un tempo dal « vicus sotto Augusto, forse tra gli anni 33-32
« portae Rauduscul:rnae », e denomi- :iv. Cr. da Lucio Cornificio (SuETONIO,
nate piccolo e grande Aventino. Nella A11g. 29; SHIPLEY, op. cit. p. 48). Si
regione che veniamo illustr:indo, con la ritiene situato presso il clivus P11blicius
denominazione di Aventino si intende dentro l'angolo risultante dalla biforca-
la parte ovest del colle (il grande Aven- zione delle due vie di S. Prisca e di
t ino). Cf. Lucu, op. cit. Ill, 548 sgg. $. Sabina (cf. MERLIN, op. cit. p. 103;
(2) Il grande Aventino e il distretto H1.1ELSEN, Topogr. I, 111, 156; PLATNER-
degli liorrea a sud-ovest di questo colle AsHBY, op.cit. p. 149; Lucu,op.cit. III,
fino al Tevere. 572 sgg.).
(3) Una piazza nella sommità del (5) È già ricordato durante la se-
.:olle, che generalmente si colloca ad conda guerra Punk.a (FESTO, pp. 446,
est del vicus Armi/11slri (cf. p. 43), 4-48); fu restaurato da Augusto, sembra
dove:: i Romani celebravano, armati, poco dopo il 16 av. Cr. (Mon. Ancyr.
il 19 ottobre, la festa della purifica- IV, 6; SBIPLEY, op. cit. p. 57). Nella
zione delle armi (V ARRONE, VI, 22; pianta Severiana viene rappresentato
PAOLO-FESTO, P· 17; c. I. L. 12 , accanto al tempio di Diana, e doveva
pp. 21S, 220, 226, 245, 249, 333), e trov~rsi a nord di questo, presso il punto
dove la tradizione voleva fosse stato di congiunzione delle vie di $. Sabina
sepolto Tito Tazio (PLUTARCO, Ro11ml. e S. Prisca (cf. MERLIN, op. cit. p. 103;
23, 3). Cf. HUELSEN, Topogr. I, m, HuELSEN, Topogr. I, Ili, 159).
161- 2. J. W. CRous, in base a due (6) Una struttura monumentale con
pilastri scolpiti con motivi d':irmi, pro· tre fontane, da identificare certamente
venienti dall'Aventino, colloca l'Armi- coi « nymfea .m. » attribuiti a Diocle-
lustrio nella parte nord-ovest del colle, ziano (Chronogr. a. 354, p. 279) e da
a nord della chiesa di S. Sabina, nel ricercarsi nella parte est del colle, dove
luogo più ta rdi occupato dal castello sono stati trol'ati, specialmente nelle
DELLE Q U ATTORDICI REGI ONI DI ROMA 141

T hermas Syres <1 > et Decianas <».


Dolocenum <».
cPrivatam TraianiJ <•>.

1. 1irt1 C ayras D 3. prlnta tralanl 411• D

vicinan ze di S. Prisca, avanzi di varie io C. I. L. VI, I 703 (MERLIN, op. cit.


costruzioni idrauliche (cf. HuBLSEN, pp. 33 5, 4 H - 4 ; LuGu, op. cit. lii,
Topogr. I. m, 169-70; PuTNER-ASHBY , 565). Un'idea delta disposizione dcl·
op. cit. p. 363 ). l'edificio può desumersi da un piano
( 1) Prendono il nome da Licinio parziale disegnato dal Palladio e ritro-
Sura connazionale e amico di T ra iano, vato dal LANCIA NI (Ruins, fig. 210 e
che possedeva nnche un palazzo sul· F.U.R. tav. 34). Basi con iscrizioni,
l'Aventino (MARZIALE, VI, 64, 13). statue, sale, pavimenti, pitture, stucchi,
Le terme furono costruite da lui stesso mosaici sono torn at i in luce negli ultimi
(CASSIO DxoNB, LXVlll, 15, 3), o da secoli (cf. MERLIN, op. cit. pp. 316-7,
Traiano che a lui le dedicò (AURELIO 352 sgg.).
Vrrr. 13, 8; Auct. epit. de Ca.es. 13). ( 3) Propriamente « Dolichenum •,il
Sorgevano a nord di S. Prisca. Quivi tempio di e Iuppiter Dolichcnus,.. Ma
furono rinvenute alcune rovine e uo nelle iscrizioni si trova anche • Dolo-
frammento d' isc rizione ricordante un • cenus », • Doleceous » , • Doliccnus »,
restauro fatto all'edificio cadente dal • Dulicenus » &c. (cf. DE RuGGIERO,
prefetto della città Cecina Decio Acioa- Diz.. Epigr. II, m , 1930). La deno-
zio Albino oel 414 d. Cr. ( C. J. L. VI, minazione proviene da Dolich~, città
1703). Un precedente restauro,dicuisa- della Siria Commagena, donde il culto
rcbbe stato autore Gordiano lii, vicncat- era stato importato a Roma; e il tem·
tcstato dal ritrovamento di un blocco di pio, costruito forse nell'età degli An-
mannocon una iscr izione completata co- tonini, sorgeva tra le due chiese di
si: «lmp. Caes. Marcus Antonius • (Gor- S. Sabina e di S. Alessio ed il luogo
c diaous Augustus] balneum Surae e o[r- assegnato d:tl L:mciani alle terme
c nandum curavit)•,in base all'Hist. Aug. Decianc. li santuario ebbe il suo
Gord. }2, 5 (R. PARIBBNI in Not. Scav. maggiore sviluppo e la sua più intensa
1920, pp. 141- 2). Cf. MERLIN, op. cit. vita alla fine del n sec. d. Cr. e nella
p. 316; HuBLSBN, Topogr. l, m, pp.156-7; prima metà del sec. 111. Il ritrova·
PtATNER- ASHBY, op. cit. pp. 53:a- 3. mento di piccole monete dell'età ostro-
(2) Uno dci più magnifici e impo- gotica io mezzo alle m acerie, fa pe n-
nenti monumenti della collina, dove oc- sare che la distruzione definitiva sia
cupava una vasta superficie t ra S. Ales- avvenuta io quell'epoca. Cf. COLINI,
sio e S. Prisca , nella già vigna T o rlonia, La scoperta dtl Sa11tuario delle divl nittl
e che ebbe nel xv scc. il suo m:issimo Doliche11e sull' Aventi1w in Bull. Com.
splendore. Queste terme furono co- LXIII, 1936, p. 145 sgg.
struite dall 'imperatore Decio nel 252 (4) Anche qui mettiamo tra paren-
d. C r. (Chronogr. a. Jf4, p. 278; EuTRO· tesi quadra «privatam Traiani», che si
PIO, I X, 4; CASSIODORO, Chro11. a. 25 2 trova nel solo codice D. Deve esser
in M. G. H. Chro11 . min. 11, 147). A la casa dove abitò Traia no prima che
queste terme, anzichè alle Surane, ta- Ne rva lo adottasse. Sembra che fosse
luni riferiscono il restau ro ricordato situata nelle vicinanze dell'anuale mo-
I L C A TALOGO

Mappam Auream <•>.


Plataooois <2>.
Horrea Galbes <i> et AniciaO<f <•>.

1. mappa aurea A B C 2. platonls B CO 3. galbas JJ C galbf et anìeet ... na


D (bucata la pe rsamtna).

nastero di S. Anselmo (cf. HuELSEN, « platanooes 11 ; v. inoltre PETRONIO,


Topogr. I, m. 168-9; PLATNER-ASHBY, Sal)'r. 131; MARZIALE, III , 19, 2; PLINIO
op. cit. p. 433). Questa pure deve a\·er tL Grov. Epist. I, 3).
subito la sorte degli altri palazzi di (3) Chiamati da principio « horrea
quella zona aristocratica, devastata ne l cc Sulpicia » e ricordati con questo nome
saccheggio di Roma dell'agosto 4 10 da ORAZIO (Car111. IV, 12, 18); ivi era
(cf. LANCIANI, The Destr11ction of a11cit11I la tomba di Ser. Sulpicio Galba, con·
Rome, New York, 1899, pp. 57-8). sole nel 144 o del suo figlio omonimo,
( 1) Ricordata :i nche in un collare di console nel 108 av. Cr. (C. I. L. 12,
schiavo (C. I. L XV, 7182), e proba- 695 =VI, 3 1617). Questi magazzini
bilmente l'insegna di un negozio, da furono restaurati e ingrandi1i dall'impe-
cui la denominazione si sarebbe estesa ratore Galba, che destinò a tale uso la
ad una intiera con t rada. Qua nto poi propria casa (Chro11ogr. a. JJ4, p. 273);
a collocarla in vicinanza dei carceres, e PoRFIRIONE (Ad HORAT. Can11.
in base a un presunto rapporto t ra loc. cit.), al principio del 111 secolo,
questa «Mappa d'oro» e quella che li designa con l:i denominazione di
ser viva a segnare nel Circo l'inizio 1t horrea G;ilbae • · Se pe rò liscrizione
delle corse, l' opinione ci sembra ass.'\i di· del C. I. L. VJ, 30855 è riferibile al
scutibile (cf. G. B. DE Rossi e G. GATTI, tempo di Augusto, la denominazione
Miscella11ea di 1t0li~ie bibliograficbe e cri· e• horrea Galbiana » sarebbe anteriore
ticbe per la topografia e la s f()ria dei 11101111- all' imperatore Galba (cf. GATT1,Alc1111e
menli di Roma in 811 //. Com. XV, 1887, ossert'a'{_io11i sugli orrei Galba11i in Ro111,
pp. 290-2 ; MERLIN, op. cit. pp. po- 1 ; Mili. 1, 1886, p. 65 sgg.). Si estende-
PLATNER-ASHBY, op. cit. p. 327). vano tra il lato sud-ovest dell' Aven·
( 2) • Platanonis » genitivo di «Pia- tino ed il Tevere, nell'area a un di-
• tanoo » =luogo piantato di platani. presso compresa tra via Mastrogiorgio,
Pare debba sottintendersi un accusa· pi:uza S. M. Liberatrice e le vie Z:ib-
ti vo, che alcuni ritengono possa essere baglia e Aldo Manuzio, cd erano tra
« vicum » (d. PRELLER, Die Reg. i più importanti di Roma (cf. PuT·
p. 203; LANCIANI, Ricerche m lle XI V NF.R-AsHev, op. cit. pp. 261-2; GATTI
regioni urbane cit. p. qo; HuELSES, in 811//. Com . LXII. 1934, p. 143 sgg.).
Topogr. I, m, 170). A nostro avviso, si I Galbms sono ricord:iti io C. I. L.
potrebbe pensare anche a un « Plata· YI, 30901 ed i Galbie11us ibid. VI, ; 10
« oonis » per « Platanones » = pianu- e 30817.
giooi di platani, una passeggiata fian- (4) HuELSEN (Topogr. I, m, p. 177)
cheggiata da queste piante molto pre· preferisce questa lezione, mentre PLAT·
giate dai Romani. In Vrrnuv10 ( De NER- /\SHBY (op. cit. p. 260) ritengono
architect. V, 11), ad esempio, si legge: più corretta la forma cc AnicetianJ >) di
u Faciunda autem xysta sic videntur, Notitia, senza però addurne le ragioni.
• ut sint intc:r duas ponicus silvae :rnt Il Lucu (op. cit. Ili, 608-9) vorrebhe
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 143

Porticum Fabarium <•>.


Scalam Cassi<».
Forum Pistorum (J),
Vici .xvm.
5 Aediculae .xvm.
Vicomagistri .XLVIII.
Curatores .u.
lnsulae . ll.CCCCLXXXVll.
Domos .cxxx.
IO Horrea .xxxv.
Balnea .xLlm.
Lacos .txxxvm1.
Pistrina .xx.
Continet pedes .xvm.

'· CHSÌm A JJ 3· pistorlum D 4· X et VIII e xuv D 5. •cdc A rdes 8 e


cdlculaa D X\' 111] totidcm C xxxv D 6. vicomag A vìcomagoo 8 vtcom1snom C
7· cura! A coratorie 8 e 8 lnsul A Insula. D 11. CCCCLXJlXYI B ii CCCCLXXXVll 1 D
9· doiìi A dom' C CXLI I D IO. XXX 8 12. LXXXI 8 C LX.XXIII D 13. plstn C
prlsl lna B 14. conti nel onr. C aut cm pcdcs D x et Vili C

riconoscerli tra gli borrta Galba11a e I' A· percorso dell'attuale vicolo di S. Sabina
ventino in base alla pianta Severian:i eJ (SAFLUND, op. cit. p. 198). L ' HuEL-
:1 scoperte avvenute in via M:irmorata. SEN invece suppone che la se.Ila fosse
( 1) Si è volutG vedere un rapporto più vicina all'angolo meridionale del-
tra questo portico e gli avanzi di ma- 1' Aventino, dove ora si trova il Ba-
gauini destinati al commercio di le- st ione del Sangallo, ed in tempo antico
gumi &c., scoperti nei pressi del Te- era la porta Lavernalis (La pianta di
vere, sotto lAvent ino (LANCI ANI, Noi. Roma dell' A11011. Einsiedlmse in Diss.
Scav. 1885, pp. 224, 251); e così anche Ace. Po11t. serie 11, to. JX, 1907, p. 4).
con quell a « scala mediana» d1e, se- (3 ) Verosimilmente presso gli /1orrea
condo una ipotesi del DE Rossi (A1111. (cf. HuELSEN, Topogr. I, m, p. 179).
del/' I11st. 1885, 224), sarebbe risalita Forse un luogo di convegno dei pistores,
dal Tevere all'Aventino (C. I. L. VI, dove potevano anche essere ingaggiati.
968 3 : « negotiatrix frumentaria et le- Essi erano organizzati in collegi o cor·
« gull}inaria ab scala mediana»). porazioni, cbe godevano di particolari
(2) Probabilmente è da identificare privilegi, come risulta dalle costituzioni
con la «scala usque in A vcntinum » in loro favore, conservate nel Codice
ricordata nell'vm secolo dall'autore dcl- Teodosiano. I pistores fornivano, sotto
i' ltin. di Einsiede1", il cui tracciato si il controllo statale, il p:rne a prezzo or-
immagina and asse dalla sponda del Te- dinario, ridotto o gratuito, usufruendo
vere alla chiesa di $.Sabina, seguendo il delle pubbliche prestazioni dei grani.
IL CATALOGO

REGIO Xlill. TRANSTIBERIM.

Contioet •>:
Gaianum <» et Frigianum <1>.
Naumachias .u. <•> et Vaticanum<s>.

1. qu11.rtadcclma 8 CD 1rans1lbcrcm A 1ranstybcrim B D 3. ct om. D 4. nauma


chiu 11) naumachlas ii A naumacblasu B naomachla sum C naom.chlas cl vaticaoum D

( 1) L' inticra zona del Trastevere, alcu11i mo11ummti rere11tm1mù acqui·


dall'ager Vatica11us fino alla Fors For- stati dai M1tsei Po111ifici in Diss. Poni.
tu11a (primo miglio della via Portuense), Accad. Arclieol. ser. 11, voi. XV, 192 1,
compresavi l'isola T iberina e la pendice p. 27 1 sgg.; P. F ABRE, Ut1 .21ttel du
orientale del Gianicolo. culle Frygien au M11sie d11 latra11 in
(2) Non già il « circus Gai et Ne- Mtl. d'arch. et d'/Jist. XLII, 1923,
« ronis » (Pt.tNIO, Nat. Hist. XXXVI, p. 3 sgg.; Rend. Accad. Lincei, 1925,
74), bensì un campo per le corse dei PP· 3-<J, 858-65).
cavalli, frequentato con molto piacere da (4) I codici di C11riosum e Notilia
Caligola (CASSIO D10NE, L VIIIJ, 14, 6). hanno « u » o « v » ; che rappresentano
L' espressione 1dnitium Caiani», segna- una errata lettura di un'originale grafia
ta al 28 marzo nel calendario Filocaliano 11 (~ORDH, op. cit. p. r 37 not.1 1). Le
(C. I. L. I•, p. 26o), può denotare la due naumachie sarebbero la Vatican2 e
celebrazione di giuocbi e gare che · si l' Auguste2. La prima si vorrebbe iden-
davano in quel campo sportivo in me- ti ficare con quella costruita da Domi-
moria del giorno in cui Caligola, im- iiano « iuxta Transtiberim •, poi de -
peratore, aveva fatto il suo ingresso in molita per restaurare il circo Massimo
città. L'HuBLSEN ( Diss. Po11t. Accad. Ar· (SuETONIO, Domitia11. 4). Traiano la
cbeol. ser. li, voi. vm, 1903, pp. 358-9) ricostruì nello stesso luogo o nelle
basandosi sulla indicazione del campo vicinanze, e la dedicò I' I 1 novembre
data dalle fonti medioevali, «extra del 10<) (cf. CALZA in Not. Scat1i, 1932,
« portam Castelli•, ne ha determinata p. 195). Avanzi di questa naumachia si
la posizione tra la via Cornelia a sud, sono voluti riconoscere a nord-ovest
la via Trionfale ad ovest, gli liorti Do· di Castd S. Angelo (cf. H1.1ELSEN, Diss.
mitiae ad est, lasciando indeterminato citt. p. 360 sgg.); ma è stata rilevata,
il limite nord. Da iscrizioni e mo- in tal caso, la difficoltà dell'alimeata-
numenti in onore di famosi aurighi, iione per mezzo del Tevere, noa troppo
trovati nei pressi del campo, si può vicino (M. MARCHETTI, Bull. Com. XLII,
argomentare che esso fosse circon· 1915,p. 395). La seconda naumachia
dato da statue (cf. HUELSEN, Topogr. sarebbe quella costruita da Augusto nel
I, 111, p. 662). 2 av. Cr. (Mon. A11cyr. IV, 43-5;
(3) Probabilmente il tempio della VELLEIO, Il, 100, 2; SuETONIO, Aug. 43 ;
Magna Mater, conosciuto da varie iscri- FRONTINO, 11, 22), della quale s'indi-
zioni (C. /. L. VI, 497-504) e da cavano gli avanzi al tempo di CASSIO
un'ara, attestante il culto della dea DtONE (LV, 10, 7), e probabilmente
Frigi2, ritrovata in vicinanza della
4:hiesa di S. Pietro (O. MARuccm, Di Per la nota (1) v. pag. st g.
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 145

Hortos Domities <1>.


Ianiculum <».
Molinas (J),
Balineum Ampelidis et Dianes <•>.
5 Cohortem VII vigilum (sl.
Statuam Valerianam <6 l .

1. ort06 A CD 4. balneom B CD ampelidis priscl el dian~ D 5. cohortes A 8 C


sept ... (ltucata fa percamma) vigìllom D 5-6. cohortcm-stat uam] inverte questi
due articoli D

rifatta da Filippo Arabo e da suo figlio da Aureliano, quando soggiornava in


nel 247 d. Cr. (AURELIO Vrrr. De Caes. Roma (Hist. Aug. Aiirel. 49). Cf.
28). Si doveva trovare presso la chiesa HuELSEN, Diss. citt. pp. 381-2; e Lu-
di S. Cosimato, dove è stato riconosciuto cu, op. cit. III, 691, che attribuisce i
il castello terminale dell'acqua Alsie- giardini a Domizia Lepida.
tina, da cui la naumachia er:i alimen- (2) In un elenco, come questo, in
tata (cf. ASHBY, Tbe aqutd. pp. 188-9; cui ogni articolo deve corrispondere a
v. DEMAN op. cit. pp. 179 e 181). località distinte, può sembrare per Io
(5) Forse l'ordine dei tre articoli è meno strano di estendere il significato
più esatto in Notitia . Nel Curioswn di questa voce al!' iutiero colle, quando
l'accoppiamento di « Vaticanum » con riscontriamo indicazioni locali nel colle
le naumachie potrebbe lasciar supporre stesso contenute. Per questo vor-
che, per analogia di significato, si t rat- remmo vedere nella voce << laniculum »
tasse del cc circus Gai et Neronis », che o la denominazione di una via (cf.
era anche designato come « cìrcus Va· vicus la1111cleusis p. 46, via Ia11ic11lmsis
« tic:mus » (PLINIO, Nat. Hist. XVl, p. 1 5 5) o quella di un settore a cui la
201; XXXVI, 74) o semplicemente denominazione fosse stata attribuita io
« Vaticanum » (SUETONJO, Claud. 21, modo più particolare che a tutto il colle.
2; AMMIANO MARCELL. XVII, 4). Però (3) I molini statali, che si trovavano
nel brwiarium del catalogo si trovano allo sbocco dell'acquedotto Trai:ino, nel-
registrati soltanto due circhi (Massimo l'interno della porta Aurelia (C. I. L . VI,
e Flaminio); onde parrebbe doversi 1711; cf. HuELSEN, Topogr. I , m, 648).
dedurre che con « Vatic;mum » s' in- (4) Questi bagni, due nel C11riosum,
tenda non il circo, ma una strada o tre in Notitia, debbono mettersi in con-
un distretto. nessione con l'acquedotto T raiano,
( 1) I giardini di Domizia Longina, che evidentemente li serviva, ed esser
figlia di Domizio Corbulone e consorte collocati vicino alle « molinae ». Per
di Domiziano, lungo la sponda destra il bagno di Ampelide vedi p. 57.
del Tevere, sopra una parte dei quali fu (5) Della coorte VII si conosce un
costruito il mausoleo di Adriano (Hist. exrnbitorium, scoperto di fronte alla
A11g. A11to11. 5). Ciò è comprovato dal chiesa di S. Crisogono e ricco di graffiti,
ritrovamento, dietro il mausoleo, di riferibili agli anni 215- 45 (C. f. L. VI,
una iscrizione riferentesi a Domizia 2998-509 1; cf. REYNOLDS, op.cit. pp. 5 5-
( C. I. L. VI, 16983). Questi gi:irdini 58; ~1 AKCtNI in Roma cit. pp. 543 - 4).
erano una delle residenze preferite (6) Cf. p. 46 nota 7.

Cod. Topocr. 10
146 IL CATALOGO

Caput Gorgonis <•>.


Herculem [si.tb terra medium] cubantem [sub quem plurimum
aurnm positum est] C2 >.
Fortis Fortunae <i> .
Corariam Septimianam <~>. 5

t. terram AB Gorgonis] se!f11e fortis fortun~. corlarlam septlmianam D : . her-


culem cubantem D 3. positos A B 4. fortuna AB C

(1) Probabilmente il nome di una 80), entrambi attribuiti a Servio Tullio


strada, che da uno dei ponti del Tevere (Ovm10, Fast. VI, 784). Uno soltanto
portava al bosco e al sacrario della glie ne attribuisce invece VARRONE
dea Furrina, oggi occupati, in parte, (VI, 17). Accanto a questo nel 293
dalla villa Sciarra (cf. HuELSEN, Der a v. Cr. Sp. Ca~vilio Massimo ne avrebbe
Hain der Furrina am Ia11iculu111 in costruito un terzo (L1v10, X, 46, 14).
Rom. Mili. XXII, 1907, p. 250). Nel 17 d. Cr. Tiberio dedicò un tempio
(2) Nei giardini di Cesare, a sud nlla Fors Fort1111a << Tiberim iuxta, in
della vecchia stazione di Trastevere, è « hortis quos Caesar dictator populo
stato trovato un tempietto con parec· «Romano legaverat » (TAcrro, Ab ex-
chie piccole statue, tra cui una del dio cessu d. A11g. il, 41 ); ma tanto nel 293
Ercole, giacente sul fianco sinistro, e che nel 17 dovette trattarsi di ricost ru-
sorreggente, con la destra, un vaso po- zione o rinnovamento di uno dei vecchi
sato su di una mensa circolare (Noi. santuari, e, apparentemente, di quello
Scavi, 1889, pp. 243-5; Bull. Com. situato al primo miglio della via Por-
XVIII, 1890, p. 9). Questo tempi etto, tuense, al quale deve anche rife rirsi
che due iscrizioni ind icano come dedi- l'indicazione del nostro catalogo. Il
cato da Lucio Domizio Permisso (C. I. L. Lanciani ha creduto di riconoscere
VI, 30891, 30892), si suole oggi gene-. avanzi d i questo tempio io un podio
ralmente ident ificare con I' << Hercules e in frammenti architettonici scoperti
<< cubans » del nostro catalogo ( cf. nel 1861 (cf. GAITI, U11a nuova base di
PATNER-ASH.BY, op. cit. p. 251), e nella do11ario offerto alla Fors Forlllria in
stat uetta si vuol riconoscere una imita- Bui/. Com. XXXII, 1904, p. 317 sgg.).
zione dell:i grande statua, che proba- (4) Iscrizioni relative alla corpora-
bilmente dava il nome ad un vicus, il zione dei conciatori e lavoratori del
quale immetteva sulla via Po rtuense cuoio sono state trovate nella sponda
(cf. RICBTER, Topogr. p. 272). Le destr:i del Tevere in vicinanza di ponte
parole che chiudiamo tra p:irentesi Rotto (C. I. L. VI, 1117, 1118, 1682;
quadre sono un'interpolazione, deriva ta cf. ~rnche GIOVENALE, XIV, 203-4; MAR·
dalla credenza popola re che Ercole fosse ZIALE, VI, 93, 4), e lì presso, sotto la
custode di tesori (cf. PAULY-Wtsfo\vA, chiesa di S. Cecilia, sono stati scoper ti
VJII, 588-9). av:inzi di una gr:1nde conceria (Noi.
(3) Le fonti menzionano vari templi Scavi , 1900, pp. 12-4; HUELSEN, Topogr.
alla Fors Forlll11a nel Trastevere. Uuo I, 111, 6 38). L'iscrizione g ià citarn (V I,
al primo miglio della via Portuense e 1682 ), in onore di Anicio Paolino, con-
un :iltro al sesto, dove era il bosco dei sole nel 334 d. Cr., ne esalta le be·
Fratelli Arvali (Fasti Amit. Esq11il. in ncmerenze per la restaurazione delle
C. I. L. I2, pp. 243, 211, po ; nn. 977- isole dei coriari t( secundum leges prin-
D ELLE QUATTO R D I CI REG I ONI DI ROMA 147

Campum Bruttianum <•> et Codetanum <».


Hortos Getes CJl.
Castra Lecticariorum <•>.
Vici .Lxxvm.
5 Aediculae .Lxxv111.
Vicomagistri .XLV lll.
Curatores .11.
Insulae .1111 ..ccccv.
Domos .CL.
10 Horrea .xxu.
Balnea .Lxxxv1.

•. brullanum n 2. OrlOS A e gctc D l -3. gltescas. lralccllcartorum A


ghcs. casta lcaicariorum B gilucas. cl lraleclicariorum C 4. vici Lxxxv111 I)
5· rde A rdes Be rdlcu las V LXX VII I) tolidcm e LXXXVII I D 6. vico mag A vico-
magno 8 vlcomagnum e XLVIII! AB D 7· cura[ A 8 e lrcs D s. insul A in sulas D
9. dom A dom' C 10. orrea C

"cipum priorum impp. [L.]. Se pt imi In corrispondenza a questo campo


«Severi et M. Aur. Antonini». L'csi· trasteverino pare si trovasse quella
stenza di un col(legi11m) cor(iariorum) Cadeta minor sull'altra sponda, nel
ia Roma ci è anche testimoniata da campo Marzio, dove Cesare scavò
una tessera (cf. M. RosTowzi;w, Trs- la sua naumachia (SUETONIO, Caes.
seraru111 urbis Romae ti suburbi p/11111- 39, 4).
bearum S)'lloge, St-Petersboi:rg, 1903, (3) Sembra che Settimio Severo
n. 1611 ). avesse i suoi gi:irdini (Hisl. A11g., Stvt-
( 1.) Per hl formt cf. p. 97 nota 1. rus, 4, 5) nelle pendici del Gianicolo,
Un campo del quale si può soltJnto in· sull'attuale via della Lunga ra, zona
dovinare, a un dipresso, la posizione a che nel medio evo prc~e il nome di
traverso quell' «et » .che parrebbe ri- « Septimianum » ( I luELSEN, Topogr. 1,
congi1mgerlo strettamente :il campo 111, 656). Oue!ita possessione, passata
Codetano, dal punto di vis ta topogrn· al figlio Geta, può aver preso il nome
fico meglio conosciuto. di « horti Ge tae » .
(2) 11 campo Code1:1no, che, secondo ( 4) La ~ stazione dei portatori di
una spiegazione da taci da PAOLO-FE· lettighe, .'destinati evidentemente al
STO (pp. 34, 50), prenderebbe il nome servizio dei pubblici ufficiali, e çhe
li.\ un'erba, crescente a similitudine di dovevano avere una organi zzazione
codd di cavallo, doveva tro,·arsi al di militare o statale, come lascia in-
0

1:1 del Te,·cre nei pressi del ponte ~faz. tendere la parola « castra», e come
zini, dove è stato rinvenuto un cippo può ri levarsi dalle fonti epigrafiche
terminale con l'iscri1ione frammentaria le quali nominano dtc11rio11es leclica·
"linci~.. audeta . . . » (C. I. L. VI, rior11111 (PAULY-\\'1ssowA, Xli, 1, 19 24.
30-122, 3; v . •\'ol. Scavi, 1892, p. )49). col. 1094).
IL CATALOGO

Lacos .CLXXX.
Pistrina .xxm.
Continet pcdes .xxxm. [.cccctxxxvmJ.
BIBLIOTHECAE .XXVIII. C•>.

0BULISCI .VI. 5
In circo Maximo duo, minor habet pedes .LXXXVII. semis <»,
maior habet pedis .cxx11. semis <i>.
In Vaticano una alta (4) pedes .Lxxv. Csl.
In campo Marcio una alta pedes .LXXII. semis <6>.

l. prlatlna 8 XXVII C
3· COntinct Om. C CCCCl XXXVIII Om. A 8 C BUtcm
pedcs XXiiii': ccccJCxv111 4. In D prutdt Oc bibllothccis, ma la scrillura ; 1vanita
D
t 1i wdt 10//anto De bi...... In D bibllothccas totlus roman~ urbis publlcas xx,111
5. In D prtttde De obdiscis obutuscl C obcllscos totlus roman~ urbis D sex D 6. 11
Be duos D LXXXVlll D semis] s A SCI 8 ced e om. D 7· babet] vero D CCXXII D
scmis] i A set 8 sed C om. D 8. unum altum Il 9. unum altum D na - scmls non
si legGt più in A' tUtndo lacera la pergamt11a. LUV D scmisJ ii AB e 0111 D.

( 1) Di queste 28 biblioteche pub- la base. L'altezza del solo obelisco è


bliche si conosce il nome soltanto di di m. 23,70. Oggi si trova eretto in
poche, e nel numero dovevano esser piazza del Popolo.
comprese anche quelle di collegi o so- (3) Su questo secondo obelisco, fatto
cietà. Ad ogni modo tali biblioteche trasportare per ordine di Costantino
al tempo di AMMIANO MARCELLINO da Tebe ad Alessandria, e fino a Roma
avevano cessltO di funzionare: « biblio- da Costanzo 11, v. p. 133 nota. È alto
« thecis sepulcrorum ritu in perpetuum m. 32,50 e trovasi oggi sulla piazza
cclausis» (XIV, 6, 18). Cf. HrRSCHFELD, di S. Giovanni in Laterano.
Dit kaiserli&hen Verwalt1111gsbeamlt11, (4) Lasciamo il femminile, come tutti
Berlin, 1905, pp. 298-3o6; L.\NCIANI, i codici di C11r., giustificabile con una
Ancieut Roine ili l/u light of rece11/ disco· concordanza a senso con « agulia ».
verits, London, 1888, p. 184; G. DE GRE· (S) Questo monolito fu trasportato
GORJ, Biblioteche dell'A11tichità in Acca- da Eliopoli ed innalzato da Caligola
demie e Bibl. d'Italia, Xl, 1937, p. 9 nella spina del suo circo (C. /. L. VI,
sgg.; A. LANGIE, Les Biblioll1èq11ts dans 882; PLINIO, Nat. Hisl. XV I, 201;
l'a11cie11ne Rome et da11s /'Empire Ro- XXX\'!, 74); misura in al tez za 111. 25,36.
mai11, Fribourg, 1908. Ora in piazza S. Pietro.
(2) \'enne trasportato a Roma da (6) Trasportato a Roma da Eliopoli,
Eliopoli (cf. p. 133 nota). Secondo dietro ordine di Augusto, contempora-
PLINIO (Xat. Hisl. XXX\'I, 71) l'al- neamente :tll'altro del circo Mas:.imo,
tezza era "'.Lxxxv. pedum et do· e collo.:ato nel campo Marzio, nelle
« dr,mtis practcr basim eiusdem lJpi · vicin.1111e dell'odierna chiesa di S. Lo-
"dis 11; secondo il Clironogr. a. JJ4 renzo in Lucina, dove servì da gno-
(p. 2iJ) « pcdes .Lxxxvii. s. »compresa mone per una meridiana (C. /. L. VI,
DELL E QUATTOHDI C I REG I ONI DI ROMA 149

In musilco Augusti duo altac singulae pedes .XLII. semis <1>.


PO NTES . Vili.
Aelius <».
Aemilius h>.
5 Aurelius (•>.
Molbius <s>.
1. mausoleo D 11 A 8 C doos D altas A alta 8 C altos D slogull BC sin·
i;ulos D slogull -~mls) si A, il rei/o manca perch' è 1/rappata la ptrçamtna. semlsj
e
s AB O•n . D 2 . VIII 0111. D 5. In A è rimai/a 1010 l'inifiale t la prima Ql/a
de/l'u. 6. mllvfus, corr. forse da seconda ma110, A mol vius B mu lvtus D

702; STRADONE, XVII, 1, 27; PUNIO, tra gli anni 12-2 av. Cr.; ed in suo
Nat. Hist. XXX VI, 71-2 ; AMM IANO onore venne eretto in capo del ponte,
MARCELL. XVII, 4, 12). Era « novem verso la città, un arco trionfale (C. I. L.
cr pedibus minus » dell'altro obelisco VI, 878; SmPLEY, Clno11ology cit. in
(PLINIO, loc. cit.); misura m. 21,;9. Mem. Am. Ac. in l<ome, 19 31, p. 52).
Oggi in pinza di Montecitorio. Per la storia muraria del ponte cl.
(I) Questi due obelischi sorgevano FRANK, op. cit. pp. 139-41.
in fronte al mausoleo, ai lati dcli' in· (4) Costruito probabilmente da Mar-
gresso (AMMIANO MARCELL. XVII, 4, co Aurelio Antonino Caracalla, la cui
16); e vi furono cretti in epoca poste· famigl ia aveva possedimenti sulla riva
riore ad Augusto, forse ai tempi di Do· destra del Tevere, nella zona all'altezza
miziano, come si può congetturare dalla del ponte. Oggi ponte Sisto. Fu ri·
mancata menzione in Plinio e Strabone. fatto sotto gli imperatori Valentiniano
Ora si trovano, uno in piazza dell'Es- e Valente e dedicato dall'ex- prefetto
quilino, l'altro in pi:tzza del Quitinalc, della città Aviaoio Simmaco tra il
e sorpassano i I4 metri di altezza. 365 e il 367 (C. 1. L. VI, p4oz-4 12;
(2) Costruito da Adriano per colle- AMM!ANO MARCELLINO, XXVII, 3, 3;
gare il proprio mausoleo col campo Mar· PAuLY-WtssowA, 2• serie, IV, 1, I 142).
zio, e terminato nel 1 34 (CASSIO D10NE, (S) La forma« Mulvius »di No/Uia è
LXIX, 23; Hist. Aug. Hadrian. 19, documentata dalla migliore tradizione
Il ; c. I. L. VI, 973). CASSIO DIONE manoscritta e da un testo ufficiale come
lo chiama « AO,('X », e l' Hist. Aug. il Mon. Ancyr. IV, 19; mentre la forma
dice: (< Fecit et sui 11ominis pontem »; « .\folbius »,dataci dal C11 riosum, e altre
oggi ponte S. Angelo. consimili con la sostituzione della «O»
( 3) M. Emilio Lepido e M. Fulvio alla «U», appaiono nei bassi tempi
Nobiliore, durante la loro 'eosura (179 (cf. PAuu-W1ssowA, XVI, 1, 516).
av. Cr.) eressero i piloni di pietra, sui M11lt•i11s era nome gentilizio. La co-
quali fu costruito un ponte di legno struzione del ponte viene attribuita a
(LIVIO XL, 51, 4) che durò fino al Ma rco Emilio Scauro, censore nel I09
142 av. Cr., quando i censori P. Sci- av. Cr. (A11clor de virisillustr. 72,8;
pione Africano e L. .\1ummio gettarono AMMIA!-10 MARCELL. XXVII, 3, 9) ; ma
sui pilo ni archi di pietr:i (L1v10, loc. egli deve probabilmente averlo solo rico·
cit.). Cosi sorse, in vicinanza del foro struito in muratura, giacchè l'esistenza
Boario, il primo ponte in muratura: dcl ponte, forse in legno, è attestata
oggi ponte Rotto. Augusto lo restaurò da L1v10 (XXVU, 51, 2) già nel 207
I L CATALOGO

Sublicius <1>.
Fabricius <2>.
Cestius CJ> et Probi <•>.
MoNTES .vn. <s>.
Caelius. 5
Adventinus.

1. sulplcius, corr. sembra da seconda mano, A 3. Ccstius) resta solo cc in A


c~stlus B et om. D problanus D 4. v11 om. D 6. Advcntinusj la seconda asla
della u e la finale s non re1ta110 in A aventlnus B CD

av. Cr. Nel 27 av. Cr. a r icordo della (C.l.L. VI, 1305 e 31594 = 12 , 7S I ;
sua opera per la via Flaminia, vennero CASSIO D10NE, XXXVII, 45, 3; PORFl-
erette ad Augusto statue bp' iilji(Swv l v RIONE, Ad HoRAT. Sai. Il, 3, 36). La
't't tjj 'tOU TLf3épLSoi; yt<pòp~ (CASSIO parte superiore in mattoni rimonte-
DroNE, Lill, 22, 2). Oggi ponte Molle; rebbe al u secolo dopo Cr. (LuG1.1,
che però si trovava fuori della città. op. cit. li, I9J4, p. 304).
lo questo elenco manca invece, perchè (3) L'altro ponte che congiunge l' i-
forse io rovina, il ponte immediat a- sola alla riva dest ra del Tevere; oggi
mente a sud dell'attuale Vittorio Ema- S. Bartolomeo. Costruito verosimil-
nuele, che le fonti medioevali chiamano mente poco dopo il ponte Fabricio, tra
Neroniano. il 62 e il 27 av. Cr., da un Cestio, che
( 1) li ponte Sublicio, da sublica =pila sarebbe stato in quegli anni cc cura tor
lignea (cf. D10N1s10, III, 4 5, 2; FESTO, « viarum >>, ma che non è possibile in-
p. 374) , è :ittribuito dalla tradizione ad dividuare con maggior precisione (cf.
Anco Marzio, per congiungere il Gia- JoRDAN, Topogr. I, 1, 419). Fu com-
nicolo alla città (L1v10, I, 33, 6). Era pletamente rifatto dagli imperatori Va-
fabbricato esclusivamente di legno; e lentiniano l, Valente e Graziano e
si ha ricordo di una restaurazione o dedicato nel 370 col nome di quest'ul-
ricostruzione all'epoca di Antonino Pio timo (C. 1. L. VI, 11 75-6; SIMMACO,
(Hist. Aug., A11to11. Pir1s, 8, 2). Si tro- Latld. in Grat. p. 3p, 9; BESNTER, op.
vava poco sotto il ponte Emilio, di cit. pp. 109-13).
fronte al foro Boario (cf. PLATNER- (4) Se ne attribuisce la costruzione
AsHBY, op. cit. p. 402). all'imperatore Probo e viene situato
(2) Il ponte che congiunge la riva pili in giu del Sublicio, davanti all'at-
sinist ra del Tevere con l'isola ; oggi tuale ospizio di S. Michele, dove il
Quattro Capi, dalle erme quadricipiti LANCIANI (F. U. R. tav. 34), seguendo
che originariamente sostenevano la ba- il Nolli, segna nella sua pianta, in
laustrata in bronzo. Fu cost ruito nel mezzo al fiume, <e antiche ruine ».
62 av. Cr. da L. Fabricjo «curator via- (5) Da questa lista sono esclusi il
« rum»; danneggiato probabilmente Q uirinale e il Viminale, i qu:ili erano
dalla piena del 23 av. Cr., dopo le ne- considerati ge neralmente e<collesn e non
cessarie riparazioni, fu nel 21 collau- « montes» (cf. PLATNER, Mons a11d collis
dato dai consoli Q. Lepido e M. Lallio in Class. Philology, 1907, pp. 463- 4).
DELLE QU ATTORD ICI REGIONI DI ROMA 151

T arpeius <•>.
Palatinus.
Exquilinus.
Vaticanus et Ianiculensis.
5 CAMPI •VJU.
Viminalis (».
Agrippes <1>.
Martius <•>.
Codetanus «>.
10 Octavius.
Pequarius (6>.
Lanlltarius <1> et Brutillnus es>.
FORI .Xl.
Romanum Magnum (9).

I 5 Caes:uis «0 l.
Augusti <11 •.

1. TarpefusJ in marg., di mano ;0$/er.: !Jicil ur autcm tarpeium a quodam vfrginc fbi
scpulta quc tarpcla vocabatur a gallis quondam interfttta, ut Lucanus (cf. i11veu Plu·
/areo, Rom u I . 17, ti) refen IJ 3. cxquilius R esquilinus I> 4. clat fcanus C
I.a i11i1iale ;li ianlculcnsì< eorr. su I B et nm. D laniculensfs D 5. '"'" om. D
7. agrfppr n I!. marcius D 10. ocravfus om. C octavus D 11. p«uariu, {) dt·
quarlu, 11 R C Il. lanata O et om. D brutia. il resto della parola manea, A bru t·
tianus C .D t6. augustis A. co11 la s finale annullata da uconJa mano. augustus R C

( 1) Nome \•enuto al Campidoglio giunse ro in una stessa corporazione


dal «Saxum Tarpcium >> (cf. PLATNEll- (Cod. Tbeod. XIV, 4, 10). cr. PAULY-
Asm1Y, op. ci t. pp. 509- to). WJSSOWA, XIX, r, 1937, coli. 12-3. La
(2) cr. p. 105 nota 7· grafia esatta è « pecuarius)) (C. 1. L.
(3) cr. p. 110 nota 7. VI, 9660: " D. m. Q. M:trcius .. . s. dc-
(4) Cf. p. 1 2 ~ nota z • curialis negoii:itor ca(mpJi pecu~ri •).
(S) Cf. p. r .J7 nota 2. Però nelle iscrizioni si trova anche
(6) Ricordato ~oltanto in una isc ri- la forma « pcquarius » (C. I. L. 111,
zione (C. I. L. VI, 9660). In un'al tra Suppl. 10428; Vlll, 25 53; XIV, 2878)c
(VI, 33887) ~i fa men7.ione di un "ne- :litri esempi di « q » per « c » si possono
« go1iator . , . su.1riae e1 pccua ri.ic ,, . vedere in 0ESSAU, I. l . S. lii, 11, p. 831.
Nel rv sc.;olo i prcuarii costituiVJno (7) cr. P· I }8 nota 1·
un;1 delle corpora1ioni dei commer- (8) cr. p. 147 no1:1 1.
ciami in bes1i.1111c, come i boarii e (9) cr. p. I l j nota r.
rnarii, che forni\'Jno Roma di queMe (ro) Cf. p. 114 not~ 2.
carni. :-:cl 119 prcuarii e marii :.i con- (11) cr. ibid. nota 3.
IL CATALOGO

Nervae <•>.
T raiani {2>.
Ahenobarbi <1>.
Boarium <•>.
cSuariumJ <i>. 5
Pistorum <6>.
Gallorum <1> et Rusticorum t 8>.

3. atcnob .. bt, strappata la ptrgamtna, A atcnobarbt 8 (.' athenobardt D 5. sua·


rtom om. A 8 CD 7. et om. D

(1) Cf. p. 103 nota t. (S) Aggiungiamo « suarium "• che


(2) Cf. p. 114 nota 5. manca nei codici del C11rios11111, ma
(3) Di questo foro non abbiamo che figura invece in quelli della Notilia.
altra notizia, ma la lezione giusta I fori sarebbero altrimenti dieci, e non
dev'essere « Ahenobarbi » : si è evi- undici come è segnato in principio.
dentemente letto per u t 11 l' "h 11 del- Cf. p. 1o8 nota 6.
l'originale. Il PRELLER, op. cit. 226, (6) Cf. p. 143 nota 3.
ba congetturato, senza poter addurre ( 7) Una gran parte del traffico con
alcuna prova, che questo foro prendesse l'Oriente era nelle mani di commer-
il nome da Domizio Enobarbo, padre cianti e armatori Gallici. Basterà consi-
di Nerone. der:ire, attraverso la ricchissima docu-
(4) Una piazza per il mercato dei mentazione epigrnfica, la funzione com-
bovini (PAOLO-fESTO, p. 27; V AR- merciale che esercitava la sola Lione
RONE, V, 146), nella quale un vitello nella vita economica non pure della
in bronzo, trasportato da Egina, stava Gallia, ma di tutto l'impero. Del resto
ad indicar<! b destinazione del luogo se ad Ostia i collegia dei mercanti e
(PLINIO, Nat. Hist. XXXIV, 10; TACI- :irmatori Gallici avevano i propri uffici,
TO, Ab t:r:usm div. Aug. XII, 24; Ov1mo, a maggior ragione si può riconoscere
Fast. VI, 477-8). Si trovava tra il Ve- l'opportunità, per gli stessi, di avere
labro e il Tevere (cf. Pt.ATNER-ASHBY, in Roma un centro dell:i loro attivit:\
op. cit. p. 223); il difetto delle fonti non commerciale. Cf. RosTOVTZEFI', Storia
ci permette una più esatta delimitazione economica e sociale delr lmprro Roma110,
(MARCHcTTl-LONGHI in Ròm. Mili. Firenze, 1933 . passim, ma specialmcmc
XL, 340 nota 2). li GERKA1' (Rom. pp. I S7 e 192.
Mitt. XLVI, p. 185) non esclude che (8) L'opinionedello ]ORDAN(Topogr.
esso facesse parte di due regioni (VIII II, p. 21 5) che uno dclh famiglia dei
e XI ) e ciò potrebbe spiegare il m.1n- • lunii Rustici » possa aver d.110 il
cato ricordo nel catalogo. Questo foro nome a questo foro, è poco probabile.
e i due seguenti si riferiscono a tre delle Più verosimilmente potremmo pensare
professioni organizzate io corpi sotto il ad una relazione di questa voce coi
vincolismo st:itale e indispensabili al- villici, organizzati io corpo, addetti ai
l'approvvigionamento del popolo. Cf. gi:i rdini imperiali (HIRSCHFELD, op.
SAFLUND in Er1111os, XXVIII, 1930, cit. pp. 137-9), o ad un luogo di riu-
p. 105 sgg. nione e di traffico dei campagnoli.
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 153

BASILICAE .X.
Iulia <•>.
Ulpia <».
Pauli CJ>.
5 Vestilia <~>.
Neptunia <s>.
Matidies <6>.
Marciaoes.
Vascolaria <1>.
10 Floscellaria (8).
Constantiniana <'>.
THERMAE .Xl.
Traianae <• 0 >.
Titiaoae <11 >.
5. best rimane in A vestiaria D 6 neptuoi D 7. matldes B 9. vascel-
!aria D 10. ftosccllarli D 11. constant rimane in A c<5nstantioianii D 12. Xl A'
ma "' 1 umbra di veiere una lesgern traccia di annullamento. x B C D 14. ticians D

(r) Cf. p. 117 nota 3. cesellatori o negoziatori di vasi d'oro,


(2) Nel lato nord--0vest del foro d'argento, o di bronzo (« vascula »,
Tuia no, dedicata nel 112 (C. I. l. « vascella » ). Siccome in questa ap-
VI, 959; CALZA in Noi. Scav. 1932, pendice non figura la «basilica Argen-
p. 196). La facciata della basilica è « taria », r icordata nella regione vm,
rappresentata, con variazioni, in tre coni si è voluto supporre che qui si alluda
di Traiano (COHEN, Mo,,,raiu frapples alla stessa località, adducendo a ripro,•a
sous l' Empire Romaill, Traja11, 42-4). che gli artefici del vasellame in argento
(3) Cf. p. 102 nota 2. erano anche chiamati «argenta rii va-
(4) L'esattezza della forma «Vesti- « scularii)) (PLATNBR-ASHBY, op. cit.
« lia » pare confermata anche dal fatto p. 76). Noi, oltre ad avere additato
che PoLEMIO SILVIO (v. più avanti), il un'altra funzione della «basilica Argen-
quale attioge al Curiosum, ha « Hosti- « tari a», osserviamo che il significato
« lia»,ritenuta una falsa lettura di «Ve- di vascularius non può essere ristretto
« stilia 11 (cf. }OROAN, Topogr. Il , 220). unicamente all'artefice di vasellame
La variante «Vestiaria• concorderebbe d'argento; tanto più che questa restri-
con una iscrizione di Cuicul io Numidia zione si fa in base alla presunta ugua·
(Ephemeris epigraphica, VII, 457). Su glianza della «basilica Argenta ria» con
questa basilica, che dal nome si è pen- la «Vascolari a».
sato dovesse servire per la vendita di (8) Probabilmente un mercato di
vesti, non si hanno altri ragguagli. fiori, molto adoperati per usi sacri e
(5) Cf. p. 125 nota 2. profani (cf. jORDAN, Topogr. Il, 219-20).
(6) Cf. ibid. nota 3. (9) Cf. p. 102 nota 1.
(7) Questo articolo e « Bascellaria" ( 10) Cf. p. 97 nota 5.
di Notilia derivano da « vascularii », (11) Cf. ibidem.

Cod. fopogr. 10'


IL CATALOGO

Commodianae <•>.
Antoni nianae <».
fOecianae] <».
Syranae C4>.
Agrippianae <s>. 5
Alexandrinae <6>.
Diocletianae <1>.
Constantioiaoae es>.
Severianae C9>.
AQUAE .xvrm. <10 >. IO
T raiana <11 >.
Aniena <12 >.

1-9. agrlppienr. syrianr. commod ianr. severfan9. antonlanr. alexandr nr. dio·
clhlan9 id est decianr. oonstantinianr V ~. antonlanr A 8 C 3. decia nae om. AB C
s. constantlne B 9· s~•erianr A IO. X et Vlllle 12 . annla AB e D

( 1) Cf. p. 90 aota 1. e dai Fasti A11nali ritrovati ad Ostia


(2) Cf. p. 138 aota l. risulta che quest'acqua fu ponata in
(3) Nell'eleaco delle terme mancano Roma nel 10<) d. Cr. d:tll' imperatore
le u Deci3nae », per arrivare al numero Traiano a proprie spese (C. I. L. VJ,
di undici; esse figurano in Nolilia. La 31 S67). L'acqua arrivava a Roma sul
difficoltà è dove colloe<1rle. Noi le fac- Gianicolo con notevole spint:i, per cui
ciamo seguire alle Antoniniane, come nei Fasti citati è caratterizzata con
in Nolitia, uniformandoci a quel cri- lespressione u tota urbe salientem ».
terio topografico al quale pare sia stato Cf. Ast1BY, The Aqued. p. :i99 sgg.;
ligio il compilatore di questo elenco; v. DEMAN, op. cit. pp. 331 -2; CALZA
e che risulterebbe, quando si ricongiun· in >Jot. Scav. 1932, p. 194.
g:ino le Severiane - fuori posto - alle (12) Lo JoRDAN (F. U. R. p. 54, cf. To-
Commodiane, come io Notitia (si veda pogr. Il, 224) corregge, dietro conget·
anche NoRDH, op. cit. pp. 33-4). Cf. tura del Mommsen, «Anoia Attica »
p. 141 nota l . in "Anicna I et altera», ritenendo che
(4) Cf. ibid. nota i. si alluda ali'« Anio vctus » e « oovus ».
( S) Cf. p. 126 nota 2 . li KLùGMANN (Die Auhcillge '" der Be·
( 6) èr. ibi d. nota 1. schreibu11g der Regio11m Rows io Hermes,
(7) Cf. p. 108 nota 6. XV, 1880, p. 216 nota 1) crede meglio
(8) Cf. ibid. nota 1. sdoppiare: " Aniena, Aniena altera».
(9) Cf. p. 90 nota 1. «Anoia» era il nome di un'antica strada
(10) In questo aumero, oltre agli ac- roman:i, la quale, staccandosi dalla Cas·
quedotti, sono comprese anche alcune sia, come pare, a Settcvene, si coogiun·
diramlzioni iotraurbaoe. geva ad One con la via Amerioa (MAR·
( 11) Da un'iscrizione trovata presso TINORI, La-via Cassia &c. Roma, I9JO,
il bivio della via Clodia con la Cassia p. 29).
DELLE QUATTORDICI REGION I DI ROMA 155

cAnienaJ altera.
Marcia <•>.
Claudia C».
Herculea Ci>.
5 Caerulea C4l.
Iulia Cs>.
Augustea (6).
Appia <1>.
Alseatina (8>.
ro Ci minia C9>.
Aurelia.
Damnata (io>.
Virgo <11>.
Tepula <•».

Anlen a altera] unica A B<:D 9. olseatina aetina frt fna, ~ tina) A Be; a i;.:a·
tfna D 10. cyminia B c fmina D

(•) cr. p. 20. (7) Cf. pp. 16-8.


(2) Ct. p. 25 . (8) ec Alsietina" dal «focus Alsicti·
(3 ) Una derivazione intraurbana della « nus ". Cf. p. 2 3 e \'. DcMAN, op. cit.
Marcia, che cominciava ( cf. p. 28 nota 6) p. 180 sgg. Nei codici di C111 ios11111
nel castello incorporato nella quinta segue « actina», meno in D ; in No-
torre delle mu ra Aureliane a sud di tilia « Setina 11. Può trattarsi o di una
porta S. Lorenzo. Attraversava in con- ri petizioni! parziale dell'articolo prece·
dotto sotterr:meo il LaterJno eJ il Celio, dente o di un tr:isporto di « Setina »
per giungere alla porta Capen:i, donde che ricorre, in seguito, tra le vie.
saliva fino ali' Aventino. Il luogo del (9) Non conoscendosi nè un'acqua
bacino terminale non si conosce. Per Ciminfo, nè un'acqua Aurelia, si è sup·
la storia della costruzione e dei suoi posto che si tratti di interpolazione di
prolungame nti cf. v. DnMAN, op. cit. due nomi di strade, che ricorron o i11
PP· 139-·H· seguito (JotWAN, Topogr. I, 1, 480 no·
(4) Una delle sorgenti dell'acqua ta 104).
Claudia, per 1:1 qu:'lle cf. p. 2 5. (10) Il LANCIANI (I commi. di Fron·
( 5) Cf. pp. 21-2. fino, p. 269) propone di identificare
(6) AugustJ fu anche il nome del- ~uest'acqu a con il ramo Ottaviano dcl-
l'acqua Alsietina (FRONTINO, 4, 11 ; l'Aniene Vecchio, che era un'a cqua
C. I. L. Xl, 377211 = VI, 31566); ma insalubre e per questo adi bita, :il dir
poidiè questa è nominai.I più sotto, di Frontino, ai «sordidiora ministe·
prcfaiamo .:redere che qui si alluda al «rian; quindi l'epiteto di « da mna t:i "
« fons August:ic "•derivato da Augusto risponderebbe al nessun pregio in cui
in supplemento della Marcia e poi im· la tenevano i Roma ni.
messo nella Claudh (FRONTINO, 14, ( 11 ) cr. PP· 22-3.
72). Cf. v. DEMAN, op. cit. pp. 70-1. ( 12) Ci. p. 2 1.
IL CATALOGO

Severiana <•>.
Antonioiaoa <».
Alexandrina CJ>.
VIAE .xxvun. <•>.
Traiaoa <s>. 5
Appia<6>.
Latina C7l.
Lavicana <8>.

r. s~verlana A 2. antoniana A B C antoniana con la uconaa a in inttrl. D


4· XXVIII ABCD 8. lauclana e

(1) Non si ha ricordo di un'acqua (5) Più d'una strada portò il nome
Severiana; ma l'attività di Settimio dell'imperatore Trai:mo; ma in questa
Severo a vantaggio degli acquedotti è deve riconoscersi la via che sostituì
largamente documentata. 'otevoli so- l'Appia nel tratto da Benevento a Brio·
pr:mutto i restauri per l'acqua Marcia disi, e che sarebbe stata inaugurata
e la ricostruzione, dal suolo, degli archi nel 109 (C./. l. !X, pp. 592- 3, on. 6oo3,
Cclimontani, fatta a proprie spese, e 6oo5), come documentano i numerosi
il restauro della conduttura fino al Pa- cippi, trovati sul suo percorso.
latino (cf. ASHBY, 77ie Aqued. pp. 90-1, (6) La «regina viarum»: usciva dalla
l 4 S, l)O). porta Capena delle mura Scrvianc e
(2) Antonino Caracalla nel 212-3 im· oltrepassava la cinta Aureliana sotto
mise nello speco della Marcia le acque la porta Appia. Fu costruita dal cen-
di un'altra sorgente, il « foos Antoni· sore Appio Claudio il cieco nel 31 2
« nianus » (C. I. L. VI, 1245), che, av. Cr. fino a Capua (L1v10. IX, 29,
nelle vicinanze di Roma, rientrando in 5-6), donde fu prolungata successiva-
uno speco proprio e riprendendo il suo mente fino a Benevento, a Venosa, a
nome, giungeva alle terme Aotoniniane Taranto, a Brindisi.
(cf. AsKev, op. cit. pp. 14 e 91). Fu (7) Si biforcava dalla via Appia poco
cosi riguardata come acqua indipen- oltre le terme di Car:icalla, usciva dalla
dente e chiamata Aotooiofaoa o porta Latin::1 delle mura Aureliane e si
Giovi:i. Cf. v. DEMAN, op. cit. pp. 71, ricongiungeva con l'Appia :1 Casilino
144. (l'odierna Capua). Per la descrizione
(3) L'acqua condotta da Severo Ales- della second:t sezione di quest:i via
sandro dalle sorgenti dei colli Albani cf. AsHovi in Paptrs of the Brit. School.
alle terme di Nerone, da lui ricostruite al Rome,;V, 1910, p. 215 sgg.
(llist.A11g. Alex. Se-ver. 25). Cf. Asuev, (8) Partiva dalla porta Esquilinadelle
op. cit. p. 3o8 sgg. ; v. DEMAN, op. cit. murn Servh111e, passava attraverso la
p. 341 sgg. porta Preoestina delle Aureliane, e
(4) I codici di questa redazione e r;iggiungeva Labico. Cf. GRIMAL, les
qualcuno dell'altra hanno « .xxvm. »; • Horli Ta11ria11i 11. Etude topografique
mJ tale numero non corrisponde alle sur la rigio11 dt la porte Majeure in
\•ie elencate, che sono io realtà .xxv1111. Jft l . cit. LIII, p. :i 54 sgg.
DELLE QUATTORDICI REGI ON I DI ROMA 157

Praenestina <1 1.
T iburtina<».
Numentana Ci>.
Salaria C4l.
5 Flamminea Cs>.
Aemilia C6>.
Clodia <1>.

1. penestrlna B CD 2. tyburtina C .. burrina (bucata la ptrf{amtna) D 3. numcn·


tana manca in A 4. salaria nomentana D 5. 8-a.minia D 6. milia manca il• A
t11endo 1trappata la pergamena. 7. clodi a non rimane ;,, A

( t) Usciva da Roma per le stesse ramo per Ascoli arrivava a Castrum


porte della precedente via. Originaria· Tmcutimmi; 1':.lltro per Amiterno giun-
mente conduceva a Gabii,donde il nome geva a Castrn111 NO'll11m, sotto il nome di
primiti vo di via Gabina; poi fu prolun- 'Via Caw1ia. La via si chiamò Salaria
gata fino a Preneste, e, in epoca non perchè nel suo primo t ratto era frequen·
precisabile, venne congiunt.i con la via tata dai Sabini, che si recavano a prov-
Latina alla stazione di S11b-A11ag11iat. vedersi di sale :ille foci del Tevere
(2) Non sappiamo con precisione da (Pt1:-:10, Nat. Hisl. XXXI, 89; PAOLO-
quale pona della cinta Serviaoa par· FEsTo, p. 437; STRABONE, V, 3, 1;
tisse, se dall'Esquilina o dalla Vimjnale; cf. N. PERS!CBETT! , La via Salaria,
certo oltrepassava la cinta Au reliana Roma, i910).
sotto la porta Tiburtina e metteva capo (S) Costruita dal censore Gaio Fla-
a Tivoli. Secondo al tri, essa si sarebbe minio nel 220-19 av. Cr. (L1 v10 ,
originariamente diramata dalla via Col- Epitom. XX; PAOLO-FEs1·0, p. 79).
latina, da un punto immediatamente Uscendo dalla porta « Fontinalis » pas-
luori l'arco dell'acquedotto di Augusto sava la cinta Aureliana sotto la porta
(poi porta Tibunina). Cf. S.AFtuxo, Flaminia, e arrivava fino a Rimini. Uno
op. cit. p. 204. Da Tivoli fu prolungata dei principali re~tauri è dovuto ad Au-
fino a Cerfennia (Collarmele) presso il gusto nel 27 a\·. Cr., come vedemmo
Pucino, col nome di via Valeria. Dal· ("101111111. A11c_lr. IV, 19; SuEToi-:10,
l'imperatore Claudio fu portata alle foci August. 30, 1; CASSIO OIONE, LIII, l 2,
dell'Aterno (48-9), e il tratto Tivoli- 12). Cf. AsHBY, Tbc Via Flami11i11 in
Adriatico prese il nome di via Cl:iudia- Jo11r. Ro111. St11d. XI, 1921, p. 125 sgg.
Valeri:i. (6) Il prolungamento de lln via Fla·
(~)Partiva dalla porta Collina e pas- minia da Rimini a Pincenza, dovuto al
s:wa per la porta Nomentana. In ori- console M. Emilio Lepido, nel 187
gine raggiungeva Firnlea , donde venne av. Cr. (L1v10, XXXIX, 2, 10). La
prolungata fino a .Vo111mt1m1 . Un suc- vi:i ebbe divcr~c diramnzioni.
ccssi,·o prolung.1mento la congiunse (;) Sul percorso di quc~t.1 vi.1 più1

con la Sai.tria al vemesimoseMo mi~lio. :unica della Ca~si:i, ~i è tutt'.1ltro che


(4) Ave,-:1, come 1.1 precedente, ori- d'accordo. Si distaccava dall:i Fbminia
gine d:ill:i porta Colli11J, e .1ttravcrsJva ~ubito dopo il ponte .\lilvio per diri-
la porta Salaria. Dopo P.isso Coresc gersi a Foro Clodio tS Libcmo), Blera
si dirigeva ve rso la SabinJ, l'. per Rieti, ( Bicda), Saturni.i; dondt: picga,·.1, co-
ad Antrodoco, dove si biforcavn: un me c' iodica la Tab11/a l'tuli11grria1111, :id
IL CATALOGO

Valeria <1l.
Aurelia<».
Campana <i>.
Ostiensis <•>.
Portuensis Csl. 5
laniculensis <6>.
Laurentina <1>.

1. vale non rimane in A 2. arelia 8 annia aurcha D 3. <"Impano A 8 C


4. hostensls A

ovest, per congiungersi con l'Aurelia a La prima parte del suo percorso si
Cosa (Ansedonia), in prossimità di Or. identificava con la via Portuense, con
betello. Qµest'ultimo tratto pare però la quale tornava a congiungersi al
rappresentasse un diverticolo, mentre ponte Galeria (cf. PLATNER-ASHBY,
la via doveva proseguire verso il nord op. cit. pp. 561, 566; Asttev, The ro111a11
io direzione dell'Amiata. Per il primo Campagna, p. 219).
tratto della via cf. D. ANZIANI, Les 'lloies (4) I due codici piri antichi delle
romaines de rEtrurit méridionak io due reda zioni hanno u hostcnsis »,
Mél. d'arch. et d'/1isl. XXXIII, 191'3, « ostensis », come si trova anche nelle
pp. 192 sgg.; GATTI in Noi. Scavi, 192s, iscrizioni (C. I. L. X, 543; XIV, 252,
PP· 388- 9. 429, 430). Usciva dalla porta Tri-
(1) V. p. 157 nota 2. gemina delle mura Serviane e dalla
(2) Vi era la via Aurelia Vecchia che porta Ostiense della cinta Aureliana,
parti va dal ponte Emilio, attraversava e, correndo sulla' sinistra del Tevere,
il Trastevere, raggiungeva il Gianicolo raggiungeva Ostia.
ed oltrepassava la cinta Aureliana per (S) Partiva dal ponte Emilio, pas-
la porta Aurelia (porta S. Pancrazio); sava sotto la porta Portuense delle
un'altra Aurelia (la Nova) si distaccava mura Aureliane, e seguendo la destra
a sud dalla via Cornelia presso porta del Tevere, conduceva al porto di
Cavalleggeri e, seguendo un percorso Roma, costruito da Claudio.
non ben conosciuto, si congiungeva (6) Nessuna fonte ricorda una strada
con l'alt ra alla Torretta Traili, per di- di questo nome, ma la via antichis·
rigersi verso il mare, che raggiungeva sima che dal ponte Emilio saliva al
un poco a sud-est di Palidoro. Quindi Gianicolo e che portò il nome di Aure-
la via costeggiava il Tirreno fino a lia Vecchia, può essere stata chiamata
Genova, e penetrava nella Gallia, rag- Gianicolensc.
giungendo Areiate (Arles). Riteniamo (7) Conduceva a Laurento. Secondo
che nel nostro elenco si alluda all'Au- alcuni si staccava dalla via Ardeatina
relia Nova, perchè la Vecchia è forse fuori della porta omonima; secondo
indicata in seguito (v. nota 6). altri invece l'Ardeatina si sarebbe
(3) Una strada di origine molto an- biforcata dall'Appia, e la \'ia che p:is-
tica, che correva lungo la sponda de· sava per la porta Nevia, e per quella
stra del Tevere, fino al «campus generalmente conosciuta col nome
« Salinarum rom:inarum »,donde il suo di Ardeatina, sarebbe la Laureotina.
nome (cf. Noi. Scav. 1888, pp. 228-9). Un'altra via dello stesso nome pare si
DELLE QCATTORDICI REGION I DI ROMA 159

Ardeatina<•>.
Setina (1 l.
Tiberina <i>.
Quintia <+>.
5 Cassia <s>.
Gallica <6>.
Cornelia <1>.
Triumfalis <8>.

j. tyberina CD 6. callica e 7. conclla D 8. ~riumphalia 8 CD

diramasse dall'Ostiense al vic11s Ale- e i territori di Capena e del Soralte in


xa11dri, a 4 miglia da Roma; in tal Memorie Po11t. Ace. Rom. Arch. I,
caso questa potrebbe essere la viJ Lau- parte 11, 1924, p. 129 sgg.
rentina Nwa, l'altra la Vet11s (cf. PLAT· (4) Il tratto della via Salaria da Passo
NER-Asnnv, op. cit. pp. 560, 566). Core:.e a Rieti, oppure una correzione
(1) Due sono le opinioni intorno al della stessa via sul detto percorso
percorso della ,·ia Ardeatina: o che essa ( cf. PERSICHETTI, La i1ia Salaria cit.
partisse dal vic11s Pisci11ae publicae, p. 79).
passasse per le porte Nevia e Ardeatina, (5) Poco oltre il decimo miglio da
dirigendosi ad Ardea ; o che si stac- Roma si distaccava dalla via Clodia,
casse dall'A ppia, alla destra della chiesa volgendo a destra verso nord per Bol-
Do111i11eq110 1·adis. Secondo il LANCIANI sena, Chiusi, Arezzo, Firenze, Pistoia,
(Mom1111. A11t. della R. Accatl. Li11cei,. Lucca, Luni.
XIII, 1903 , coli. 137-8) però, la via (6) Probabilmente la continuazione
Ardeatina si separava dalla Lauren- della Cassia, che da Luni, Pontremoli,
tina fuori della porta Ardeatina, si la Cisa, Piacenza, Pavia, Vercelli, Ao-
di rigeva verso il ponte sul quale I' Ap- sta, il Gran S. Bernardo scendeva al
pia tra versa I' AImone, e dopo un bre- lago di Ginevra, e che nel medio evo
vissimo percorso comune, sino a Do- portò il nome di via Fra11cige11a.
mine q110 vadis, riacquistava la propria (7) Aveva origine dal ponte Elio,
autonomia. passava a nord dcl circo di Gaio e
(2) Una via pedemontana che con· Nerone, e correva per alcune miglia
giungeva Sezze a Terracina, special- in direzione ovest, poi si volgeva a
mente percorsa nei periodi in cui I' Ap· nord fino a Boccea. e di li prose-
pia veniva allagata. Cf. GEu10; Noci. guiva per Ceri, dove se ne perdono
Aci. XVI, 9; N1ssEN, /tal. La11deskw1dt, le tracce. AsHBY, T/Je ro111a11 Campa-
Il, 645. g11a, p. 226.
(3) Si dirama,·a dalla Flaminia dopo (8) Iniziandosi al ponte Neroniano,
l'undecimo chilometro, a Prima Porta, e, o, come altri vuole, staccandosi dalla
seguendo la ri,·a destra del Tevere, :m- via Cornelia ncll' agro Vaticano, sca-
dava a ricongiungersi con la Flaminia valcava Monte Mario e raggiungeva la
stessa ad Acqu.wiva, pre~so Civita Ca- Clodia presso la Giustiniana, a sette
stellana. Cf. AsHBY, La ·da Tiberi11t1. miglia da Roma.
160 IL C ATALOG O

Patinaria <1 >.


Asinaria <•>.
Ciminia <J>.

HORUM BREBIARIUM.
Capitolia .a. 5
Circi .11.
Amphitbeatra .IL
Colossi .II. <•>.
Columoae coclides .11.
Mac.elli .11. IO
Tbeatra .m.
Ludi .un.
Naumachiae .v. <s>.

3. cyminia C 1 · breviarium CD breviarlorum B 5. La lettera ini{iale è a1porta1a


i• A k?pi1olia D duo D 6. duo D 7. ampitheat ra A 8 duo D 8. colo1i A B clossi
duo IJ coclide (·r C) A BC dur D 10 . duo D 11. tria D 12. quatuor D 13. quinque D

( 1) Si di ramava dalla via Nomeo- (4) Nella descrizione delle regioni


taoa, e il MA RTINORI ( Le vie maestre si parla di un solo, oè è facile affer-
d'Italia. Via Nomenlana &c. Roma; mare a quale altro qui si alluda, data,
1932, pp. 33- 5) la fa distaccare nelle io Roma, l:i presenza di più colossi. Il
vicinanze dell'odierna piazza Sempione, DmrBART ( Pa/atiriische Septi\<Hlium \11
determinandone cosi il percorso: via Rom cit. 19::a2, p. 120 nota 1) in-
di Monte Rosa, via delle Vigne Nuove, clinerebbe a riconoscere, nel secondo
via della Bufolotta, dove ogni tr accia colosso, la statua di Settimio Severo
scompare. cr. A strBV, The roman Cam- collocata nel Settizonio; statue colos-
pagna, pp. 84- 5. sali erano pure quella dello stesso Se-
(2) Usciva dalla porta Asioaria delle vero nel Foro (ERODIANO, II, 9, 6);
mura Aureliane; corrispondeva proba- quèlla in bronzo di Apollo Palatino
bilmente al primo tratto della via (PLINlO, Nat. Hist. XXXIV, 43) ed altre
Appia Nova fino al vicolo della. Caffa- ricordate dallo stesso Plinio (XXXIV,
rella, di cui seguiva poi il corso; ta- 39-47). Ma fato SPARZLANO narrando
glia va la via Latina, raggiungeva la la rimozione del colosso di Nerone, per
via Appia tra 11 circo di Massenzio e opera di Adriano, scrive : « aliud tale
la chiesa di S. Sebastiano, e sboccava « Apollodoro architecto auctore facere
nella via Ardeatina (vedi AsHBv, io « Lunae molitus est» (Hist.Aug. H adr.
Papers of tbe Brit. School al Rome, V, XIX, 13). E questo secondo colosso
1910, p. 259 sgg.). può aver tenuto presente il compila-
(3) Presso il lago di Monterosi si di- tore del breviario.
staccava dalla Cassia per salire sui monti (S) Per le ragioni già esposte (p. 144
Cimini e ricongiungersi di nuovo con nota 4) riteniamo che il 1 \'»dei codici
essa a Viterbo. cr. MARTrNORl, La rappresenti una falsa lettura di un ori·
via Cassia, pp. 53-4· gioale 1 11 • · Se si tien conto che la va-
TAV. IV.

y~·~ s · ~VA E .AL l QvAt IDO· 'DESO LATA·r-tVN C-ClA


'NOS t0~·1'l ISS itv\0 · l.Ai\P E 1'10· P-ESTAVf!..ATA·

R. hTIT . STOn. ITAL. rrR IL M. E. FOT. JUHL. NAI. , PARJG t,

IM~IAGlxE 01 HoMA (cod. P:uig. 9661).

l-()1' 0111 JA DA !': ESl


DELLE QUATTORD ICI REGIONI DI ROMA 161

Nymfca .xv.
Equi magni .xxn.
Dei aurei .LXXX.
eburnei .Lxxm1.
5 Arei marmorei .xxxvi.
Portae .xxxvn. <•>.
Vici .ccccxxru. <i>.
Aediculae .ccccxxm.
Vicomagistri .DCLXXll.
10 Curatores .xxvnn. <i>.
Insulae per totam urbem ~ocII.

r. nimphea B CD uodccim D 2. ~ui B vigioti duo D 3. dli aur (bucala la


ptrgamtna) ctoginta D 4. &eburnei A rburoci B scuginta quatuor D 5. triglnta
1111 or D 6. xxn1 C 7. cccxx1111 D 8. ade A cdem 8 ~es C cocxx1111 D 9. vi-
comag A C vicomagii B auceoti scptuaiiinta trcs D 10. curi A curationca B cura-
torir C 11. La I inifiale manca in A xi.vi miJia scxccotr dur D

rietà delle denominazioni per alcune in Bull. Com. LIX, 1932, p. 9 sgg.
naumachie non sta ad indicare bacini (2) La cifra complessiva dei vici,
distinti, ma ricostruzioni o restauri di come le altre indicanti il tou le delle
uno stesso bacinb, esse si ridurrebbero aediculae, insulae, domus, horrea, bal-
a tre: le due, precedentemente illu- 11ea, laci, pistri11a non corrispondono
st rate, nella regione XIV, e quel.la di alla somma dei numeri rispettivamente
Cesare, che però fin dall'anno 4 3 a. Cr. segnati nelle singole regioni. Data l'en-
era stata colmata e spianata (CASSIO tità della differen:ta che, in particolari
DtONE, XLV, 17, 8; SUETONIO, Cats. casi, sale a cifre cospicue, non è sempre
44. 1). possibile giustificarla con e ventuali er-
(1) Presumibilmente quelle della cin- rori di trascrizione; il che lascia sup-
u. Aureliana, della qua!e conosciamo porre che nel brn1iarium si sia pro·
le 18 porte principali. Per arrivare ceduto alla indicazione numerica non
alla cifra di 37 si dovrrbbero aggiun- io base alle cifre prima date, ma te·
gere le posterulae, delle quali il numero nendo conto di una statistica, che r:ip·
preciso ci è ignoto. Qualcuno però, presentava una successiva evoluzione
notando la stra na coincidenz:1 col nu- urbanistica e non più corrispondente
mero dato da Plinio per le porte, che a quella seguita nella descri zione delle
noi riteniamo della cosi detta cinta regioni. Questa supposizione sembra
Se rviana, ha voluto vedere nell' indi- avvalorata dal constatare che il bre·
cazione numerica del breviario una viarium, se può dirsi un ri assunto
interpolazione (PRELLER, op. cit. p. 75). delle precedenti voci fino all':irticolo
Per i piani costrutti vi e una clas- u na umacbiae » , da questo punto pre-
sificazione delle porte Aureliane, a senta una notevole quantità di indi-
seconda dell'importanza commerciale cazioni nuove.
e strategica, cf. RICHMOND, 771e city (3) Non corregg iamo «.XXVIII.•,
wall &c. pp. 241 - 50; G. B. GIOVENALE data l:i coucordanz:i di tutti i cod d.

Cod. 'J'opoµ. li
16 2 I L CATA L OGO

Domos .M •• occxc.
Horrea .ccxc.
Balnea .DCCCLV I.
Lacos [quod est p11tea] .M.CCC Lll.
Pistrina .CCLllll. 5
Lupanariae <•> .XLVI.
Latrinae publicae [qtlod est sicessus] .cxum.
Cohortes praetoriae .x. <».
urbanae .rru. <i>.
vigilum .vu., quorum excuvitoria .x1111. <•>. IO

Vexilla communia .11. <s>.

1. dom' e
N.DCcxc] IDCC~C B mille DCCXI e mille scpti ngenl~ nonagin la V II /)
l. horru ccxc om. Be ducentanonnginta unum /) 3- valuea OCCCLVX I~ nonasinta
qu111qunsrn1a se~ D 4· id est puteos l) mille triccntos qurnquaginta duos D 5. pn·
otma 8 othcinr p1storir ducentr qumquagmtJ qnatuor D 6. lupanaria CD quadragint3
quinque () i nlatrine 8 siccs.os 8 •<CCS.<u~ C quoJ-s1cessus 11m. D centum quJdra-
g1n1.1 quatuor O 8. pretorine\ 8 ptoria C\ C: 9. quatuor {) 10. scptem simul " I>
quorum sunt ex cub11oria {) cxvictoria 8 e\ victoria l quatoordecim I> 11. duo A Il

( r) La le zione qui de i mss. sta a t:1 ri, da l M ARQUAR DT al Do MASZEWSKt,


confcrm:1re il criterio da noi seg uita non ci aiu tano :t fissa re il sig nificato
:t P· 9 3 110 1:1 I . d i questo articolo. Considera to c he
(2) li numero delle coort i pretoriane esso fa pa rte di un catalogo d i mi lizie
variò coi tempi ; il primo accenno ad urb:ine o di corpi militarizz:i ti, e che
una dccim.1 coorte risale :tll'anno t 12 segue le coorti dei vigili, si sarebbe
d. Cr. (C. /. L. VI, 208), e il numero tenuti di cercare un ravvicinamento
dieci figura nei diplomi milit:tri dei pre· tr.1 questi e le due 11t.1.illaticmu, com-
torirni, fino :il termine del 111 secolo. prc~c nell'elenco. Ma anche le cono-
li corpo dei pre to riani fu disciolto d.1 sccn1c sullo sviluppo degli scopi e dello
Costa n tino alla fine dd 3 1 2; ma gil il st.\to dei vigili a ppaiono monche e
n umero delle coorti era stato dimin ui to 1.1cuno~e. come risulta da quant i se
d.1 Diocleziano. Cf. DuRRY, op. c it. ne occuparono di proposi to, d:il K i;1 -
PP· 77- 81, 393-4. 1.lillMANN, al R h\'NO LDS, a l MAN<.:IN 1.
( 3) Le coorti u rbane sa lirono fi no a Certo è che da PAOLO ( Dìgest. I, t 5, 3
sci, ma di questc furono sta nziate :i e 1) e d:i CASSIODORO (Variae, VII, 7-8)
Ro111.1 soltanto quattro. lbid. p. 13. possi~mo f:tr.:i un'idea abbastanT:t con-
(.1) ;\ ciascun.\ de lle coorti dei vigili 'rcta dcllc mansioni dcl pn.:fetto Jei
e r:i allìd:tto il se rvizio di due regioni vi!(ili, in un.1 ~..:rt.i ep,•ca di,·cnuto il
contigue, di modo che le stalìo11es o ~olo rc~pon~.1bik della pubblica s1cu-
c:is.:rme si tro,·.w.rno soltanto in sette n:u.1 notturna ddl't.:rbe. :-.! ' oltre :t
rcgioni; in ogni n:gione poi funzionava questo ~crvi1io di po:ìziJ, ai vigili cm
un p<>!>tO di guarJia ( « cxcubitorium »). allidato 11 compito di limitar.:, spc~ner<',
Cf. MANC INI in Roma cit. p. 54 t. e, quando 10,sc st~to possibile, prcvc-
15) I tratlat isti di istituzioni mili- 111rc gli incl!ndi; dcll.1 •Or\'cglianz,1 delle
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI R OMA 163

C:tstra equitum singulariorum <•>.


peregrinorum <».
Ravennantium <i>.
lecticariorum <•>.
I . castrae aequ hum (f<juitum) A. 8 singularum 8 aingulorom e aingularlorum doo D

2, peregrinorum. misenatium. ravennatium. tabellariorum. lcct icariorum. vlctimarlorum.


sllicariorom D

carceri, dei magazzini dcli' annona; di cit. p. 105). Recentemente sono st:lli
rintracciare gli schiavi fuggitivi e, sem· ritrovati resti dei castra Srotriana sotto
bra, dell'illuminazione dei pubblici fe- il piano della basilica Lateranense (Bull.
stini. Una serie di compiti che, fatta Com . .LXII, pp. 163- 4). Cf. anche
ragione dell'estensione dell'Urbe, dove- DuRRY, op. cit. pp. 29-34·
vano richiedere un largo impiego di (z) Cf. p. 93 nota 6.
personale. Non è quindi da escludere (3) La caserma dei marinai della
che i vexma del nostro catalogo desi- flotta di Ravenna, distaccati a Roma
gnino distaccamenti o corpi suppletivi per speciali servizi. lo joRt>AN (Forma
per tutte le regioni (communia), a cui Urb. Rom. p. 54) crede che nell'arche-
tutte le coorti potevano ricor rere in t ipo le sei indicazioni • Raveonatium-
caso d'urgenza. « victimariorum » fossero scritte su due
Si potrebbe anche pensare che, sul- colonne e che le voci non siano state
1' analogia della vexillatio d'Ostia, a riprodotte nel debito ordine « male
questi vigili dei due vexil/a fosse riser· « avulsis Raveooatibus a Misenatibus io.
vato un servizio extraurbano (cf. Rev- Per questo egli, come già il PRBLLER
NOLDS, op. cit. pp. 94 sgg., 107- 15; ( Dù Reg. p. 31 ), preferisce l'ordine
PAuLv-WrssowA, 2• ser., II, 1, 949-so). dato dal cod. Laurenziano (Topogr. II,
(1) Una guardia scelta, a cnvallo, 574). Tale riordinamento a noi sembra
degli imperatori romani (DoMASZEwsKt, accettabile anche sotto un altro punto di
Dil Rangordnung iùs rom. Hures, Bonn, vista, che permetterebbe di raccogliere
1908, p. 50). L'epoca dello sciogli- in due raggruppamenti dist inti i corpi
mento di questo corpo non si può fis- militari e quelli solo militarizzati.
sare per documenti; l'ultimo ricordo Numerosi epitaffi d i classari ravennati,
datato è del 241 d. Cr. Le iscrizioni tornati io luce dagli scavi di villa
distinguono i castra priora e i llO'lla Panphili, fuori port:Ì S. Pancrazio, ~er­
o Se't!eriana, senza che si possa rica- mettono di ritenere che ivi, nel primo
vare se si tratti di due caserme sepa- miliario dell'Aurelia Vecchia, avessero
rate, ovvero di due costruzioni ad ia- la loro necropoli. I «castra» invece
centi e formanti un'uajc'\ caserma dovevano trovarsi nel tratto iotramu-
(C. I. L. VI, 31138-87). L'esistenza raneo della stessa via e probabilmente,
di due caserme distinte parrebbe con- secondo HUELSEN, tra S. Crisogono e
fermata dal ms. Laurenziano, che pre- S. Maria in Trastevere, a sud di via
senta la lezione «castra equitum singu· della Lungaretta (Note di Topografia
« lariorum duo11. Avanzi di queste co- Romana anti.;a e mediwalt in 811ll. Com.
struzioni erano stati già rinvenuti negli LV, 1928, p. 85 sgg.).
sterri per il tracciato della via Ta,so, (4) Cf. p. 147 nota 4. All'elenco dei
e, sembra, anche in piazza S. Giovanni corpi essenzialmente militari si riat ·
in Laterano (cf. PLATNER-ASHOY, op. t:iccano i collegi degli ad detti ai servizi
JL CATALOGO

silicariorum <1>.
Misenantium <1'.
tabellariorum CJ>.
victimariorum <+>.
Mensae oleareae per totam urbem ~.ccc. <s>. 5

[NOTITIA URBIS ROMAE REGIONUM XIIII


CUM BREVIARIIS SUIS]

REGIO I. PORTA CAPENA..

Continet:
Aedem Honoris et Virtutis. IO

Camenas et lacum Promethei.


Balineum Torquati et Vespasiani.
Thermas Severiaoas et Commodianas.
r. siligariorum A 2. misenarium A 5. olearir D per·urbem om. D doo mili•
trectntr. f inii D explicit AB 8. prima B C 11. camaenas d r ?. baloeum B C
13. ltrmas a e comodianas a

urbani e, presumibilmente, militarizzati . anche in un'iscrizione del tempo di


dai tempi di Aureliano, il quale ideò Adriano (C. I. L. VI, 971), può qui
di nazionalizzare vari altri servigi, con· attestare un culto di Stato anteriore
nessi con la città di Roma, special- all'età Costantiniana.
mente preoccupato deOa difficoltà del- (5) Luoghi per la distribuzione gra-
l'approvvigionamento viveri per una tuita dell'olio, fornito d:1i bai11li olei,
città tanto popolata (cf. RosTOVTZEFP, sotto la giurisdizione del praefecl11s
Storia eco110111. e sociale dell' Impero Ro- A1111011ae. Tali distribuzioni, istituite
mano, p. SJ6. da St:ttimio Severo (Hist. A11g., Sever.
( 1) Operai militarizzati a cui era 18, 3), solo, in seguito, irregolarmente
affidata la selciatura e la manuten- osservate, furono in modo permanente
zione delle strade. Le iscrizioni ci ripristinate da Aureliano (ibid. Aurei.
fanno conoscere anche un procura lor 48, 1; C/J ro11ogr. a. JN, p. 279) e si
silicum viarum sacrae Ur/>is (C. l. L. praticavano anco r,1 alla fine del 1v sec.
Xl, 6337). (Cod. Tluod. XIV, 24, 1; XII, 1 r, 2 ; XIV,
(2) Cf. p. 98 nota 2. 15, 3; SlMMACO, Epist. lib. X, p. 291).
(3) Personale organizzato per il reca· L'accaparramento dcli' olio avveniva
pito della corrispondenza. Cf. HIRSCH- specialmente in Spagna e in Africa e
FELO, op. cit. p. 201. un'is.:rizione ci ricorda un adi11tor prat-
(4) La presenza di un collegio di fecli A1111011ae ad o/mm Afr11111 t i Hispa.
tticllmarii, di cui troviamo il ricorJo 1111m rtct11st11d11m (C. I. L. 11, 118o).
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 165

Aream Apollinis et Splenis et Galles.


Vicum Vitrarium.
Aream Pannariam.
Mutatorium Cacsaris.
5 Balioeum Bo/ani <1 > et Mamertini.
Aream Carruces.
Balioeum Abascanti et Antiochiani <».
Aedem Martis et Minervae et Temptstatis <s>.
Flumen Almonis.
co Arcum divi Veri Parthici (4) et divi Traiani et Drusi.
Vici .x.
Aediculae .x.
Vicomagistri . XLVIII.
Curatores .rr.
15 Insulae .III.CCL.
Domos .cxx.
Horrea .xvi.
Balinea .Lxxxvi.

1. are e 1-3. apolllnis-aream t 01f&i11ntn in A nt//' inltrl. t in mars . appol·


lini& e d appolìni& C pieni& A B et splenìs om. C 2. vitriarlum A a b J
vitrlarum e 3. panariam B 5. balneum be d C 6. carruce C 7. balneum B C
abncantl d abascanti et] abas cantlet b aotìocbanì e antìocianl C 9 . admoolJ d
10 patbklbc patrJci C trayanl C druJI corr, 111 Irosi A 12, XVI C, ma forttfu
appo1fff1alo a xi/ vi tklla pa rola cht ltl!llt, ri~ttndolo. 14. duo A a bd 16. domos
cn om. B 17. x111 B 1R. b1lnea BC Lxxx111 B

(1) A quale dei personaggi ragguar- C. 1. L. 12 , 9 « Tempestatebus aide »)


devoli che porta rono il cognome di fu dedicato da L. Cornelio Scipione nel
Solano, sia da attribuire questo bagno, 259 av. Cr. (cf. C. 1. L. loc. cit .; CICE·
non sappiamo. Un M. Vcttio Solano RONE, De 11at. deo1·. lll, 51 ; RoscHER,
« domious iosulae T raostiberinac » ri· V, 36o-1). Collegandolo il testo col
parò il sacrarium Bo111U Dtae e l'omo- tempio di Marte, deve credersi che
nimo figlio di lui fu console ordinario non fosse troppo lu ngi dalla porta di
nel 111 d. Cr. (ROHDEN-DESSAU, Prosop. S. Sebastiano.
III, 411). (4) Il titolo "Parthicus » fu dato a
(2) Forse costruito da Flavio Antio- Lucio Vero, insieme con altri appella·
chiaoo, console nel 270 d. Cr. tivi, dal 165 in poi, e gli rimase dopo la
(3) Del tempio di Minerva nulla sap- sua divinizzazione. cr. PAULY-WIS-
piamo. Quello della Tempesta (Ov1- SOWA, III, 1840, 1854.
0101 Fast. VI, 193 11 Tempestas •;
166 IL C A TAL OGO

Lacos .Lxxxvn.
Pistrina .xx.
Continet pedes .x11.ccxv1111. semis.

REGIO II. CAELEMONTIUM.

Continet: 5
T emplum Claudii.
Macellum Magnum.
Lupanarios.
Antrum Cyclopis.
Cohortem V vigilum. ro
Castra Peregrina.
Caput Africae.
Arborem Sanctam.
Domum Philippi.
Vieti liana.
Ludum Matutinum et Gallicum C•>.
Spoliarium.
Saniarium.
Armamentarimn C>l.
Micam Auream. 20

Vici .vn.
Aediculae .vn.
Vicomagistri .xLvm.
Curatores .n.
Insulae .ili.oc.

'· IKCUS 8 LXXX III! B L XL~ IX e 3· d uodccim ml lfa CCXV l lll a duodccim ( Xli ,.,
mllfa ccxvi b e d uodeclm mllia ccxx•1111 d scmls om. A 8 4. seconda a b e C 6 eludi C
7. marcellum C 8. lu pa rios A BC 10. cohortes 8 v om. A 8 vlgulum a 11. af.
frke e 14 . fillppl A 15. victlli anam 8 18. samarium AB C zo. nucam a
2 1. vice e 1111 A 2 2. septem A 24. duoabd 25. tria mllia DC A B C

(1 ) Un'a lt ra scuola, per glad iatori gal· l'iscrizione 947odel voi. V!del C. f. L.
lici, presso il Colosseo. Non è del tutto (2) Era l'a rmeria de l « Ludus ma -
sicu ro che si riferisca a questo « ludus» « g nus » ( C. I. L. VI, 10164).
D E L L E Q U AT T O R DI C I R E G I O N I D I R O MA I 67

Domos .cxxvu.
Horrea .xxvu. <•>
BaJinea .Lxxxv.
Lacos .Lxv.
5 Pistrina .xv.
Continet pedes .xn.cc.

REcto III. Is1s ET SERAPIS.

Continet:
Monetam.
IO Amphitheatrum qui capit loca .LXXX\'ll,
Ludum Magnum <2> et Dacicum.
Domum Brytti Praesentis.
Summum Choragium.
Lacum Pastoris.
15 Scholam Quaestorum et Caplatorum.
Thermas Traianas et Titianas.
Porticum Liviae.
Castra Misenatium.

I. domta B CXXIII! 8 CXXXII e 2. born•a .'4 XVII A llllll abc XX ll ll d


3. baln•• 8 C uu11 8 4. lacus 8 LXII ab d LXXII e 5. xvi corr. in xv A x11 8
6 duodtcem mlUa cc A iiicc C 7. l•rtla e t•rcla ab suaphia e 10. amphlteatrum
A a e C quod 8 Cct:XUYii C 11. matutlnum AB C da tlcum A 8 12. bry1I A
brtlll b brlctl e bruti C 12-3. praesentiHum mucoragum IJ 13. cor1gum ..t
coracum C 14. pastorum C I 5. acolam ab e C caplatorlum C nplatorum b
16 termas C titianas Cl tralanas C tfcianas e 17. hu A li vli a be lu d libie C
18. mlscnanatium a e

(1) Nd cod. A cxv11•; cd il cx1111» da moderni topografi tr:t la Il e la III


dei coJd. a be deve derivare J:i un ori- regione, qui deve tratt:usi di un errore,
ginario e XVII•, per il disu.co ddlc due perchè i u ludi» cr:rno quattro (v.
3StC di « V »; noi sulla bJSC del Cod. C p. 187). ~on esitiamo quindi a cor-
e sulL1 concorde testimoni:anz:a dci ri:ggere, sulla scorta dcli' altra reda-
codd. Ji Curiosum prefcri:amo •XXVII•. zione, u matutinum » in u magnum»,
(2) Tutti i codd. hanno "m:nuti- come fa anche l' URLICllS (Cod. u1b.
« num »in luogo di «magnum». Seb- /(0111. top. p. 5). U. JonoAN, Forni.
bene il « Ludus nrntutinu~ » sia posto U1b. 1<0111. p. 49.
168 IL CATALOGO

Vici .xn.
Aediculae .xn.
Vicomagistri .XLVIII.
Curatores .11.
lnsulae .II.DCCLVJI. 5
Domos .Lx. C•>.
Horrea .xvu.
Balioea .Lxxx.
Lacos .Lxv.
Pistrina .xvi. IO

Continet pedes .xn.cccL.

REGIO IIII. TEMPLUM PACIS.

Continet :
Porticum Absidatam.
Aream Vulcani<». 15
Auram.
Bucinum.
Apollinem Sandalìarium.
T emplum Telluris.
Horrea Chartaria (i>. 20

3. maglsirl xLv1111 B 4. duo Ad om. b 5. duo mllia septingentae (septingcntc)


quinqnaglnta scptcm A 8 iioccuxv11 C 6. domus B e (in ìnl~rl.) sexaginta A sc-
uginta ab d e.LX e 7. horoea 4 Xli li B 8. balnea Be octoginta A ab d
9. lacus B 11. duodeclm milia triccntos (trecentos a) quinquaglnta A a bd duodechn
mili a CCCL C XiiJ:" CCCL C 12. quarta ab C 14 . posticum C absidatum 8 apsida-
lum C 16-17. aureum buclnum A ab e aurcum buccl num d 18. appollinem e sa mda
llarlum ab d samdallarum e 19. tcmplum 11111. B C 20. hornea A cartaria C chnr-
tarea e

( 1) Cosi, a differenza dell' Untcus cod. A la lezione «e sexaginta » risulta


(Cod. urb. Ro111. top. p. 5) e dello joR- da un «e» aggiunto nell'interlineo.
DA:-< ( Top. II, 545), che hanno «CLX». (2) Non si conosce in questa re-
Sessanta è la cifra più probabile (cf. LAN · gione un'u area Vulcani»; ma la desi-
CIANI, Rictrc/1e sulle XIV rt![io11i urba11e, gnazione era invece nell'uso comune
p. 11 8 not:i 1), perchè si trova in tutti per indicare il Volcanale, nella parte
i codd. di Curiosum. Quanto all:i tradi- nord-ovest del Foro.
zione ms. di Notitia, «LX» è dato da (3) Anche questi magazzini non
alcuni dei codd. dcriv:inti d~ S, e nel sono altrove ricordati. Con ogni
O ELLE QUATT O R O ICI REGI ON I O I ROM A I 69

Tigillum Sororium.
Colossum altum pedes .cu. semis, ha.bet in capite radia nu-
mero .vu. singula pedum .xxn. semis.
Metam Sudantem.
5 Templum Romae et Veneris.
Aedem Iovis Statoris.
Viam Sacram.
Basilicam Constantinianam.
Templum Faustinae.
ro Basilicam Pauli.
Forum Transitorium.
Siburam.
Balineum Dafnidis.
Vici .vm.
15 Aediculae .vm.
Vico magi stri .XLvm.
Curatores .ll.
Insulae .II.DCCLVII.
Domos .Lxxxvm.
20 Horrea .xvm.
Balinea .Lxxv.
Lacos .txxvm.
Pistrina .xv.
Continet pedes .xm.

1. sororum AB C 2. collosum e colosum C ceotom duo semla A 11 c 111 • C


l·). numero om. C 3. septem A 8 pcdcs C vlglnti doorom semia A B 6. visltatorh B
8. bassllicam A 10. basslllcam A paulini b 12. suboram 8 13. balncum BC
daphnldh d dafinldis C 14. oc to A ab d ! 15. octo A ab d 17-20. curatores-
1•111 om. C duo A ab d 18. duo mi Ila sept\tlgenu e (septlngente a) quinq uaglota
acrtem A ab d duo mllia DCCLVII e '9- domus B octoginta octo A ab d 20. decxm
et octo A ad u111 e 21. balnea B C Lux e n. lacus B 23. 111 B 2.4· tre·
decim milia A 8

verosimiglianza dovevano però tro- logo, presso I'« Apollo Saodaliarius »,


varsi, conforme all'indicazione dcl cata- la via dei librai,
Cod. T opoKr.
IL CATAL O G O

REGIO V. EsQUILJAE.

Continet:
Lacum Orfei.
Macellum Livianum.
Nymfeum divi Alexandri. 5
Cohortem II vigilum.
Herculem Sullanum.
Hortos Pallantianos.
Amphitheatrum Castrensem.
Campum Viminalem. IO
Subager.
Minervam Medicam .
Isidem Patriciam.

Vici .xv.
Aediculae .xv.
Vicomagistri .XLVIII.
Curatores .11.
Insulae .ill.DCCCL.
Domos .cLxxx.
Horrea .xxvi. 20
Balinea .Lxxv.
Lacos .Lxx1111.
Pistrina .xv.

Continet pedes .xv.oc.

1. Regio om. b quinta 8 exqulli~ C egqulllc a.be 3. orphel R C.: 4. llbla C


Iivi ani AB 5. nymphcum ab e nymphaeu m d divini b 6. cohortcs n accundam A
duas B vlgulum b 7. sillaoum a b e silanum d aulanum ç 8. orto• ab e C
9- ampltbcatrum A ab amphiteatrum e caslr<nsc 8 0-10. cutrenscc•m lv mul·
mlnalem C 10. numinalcm e 1 1. Sub. ager e 12. mlnuervam b 13. patrlclum A
pa1rlti1m d 15. aedlculae xv om. a 16. quadraginta octo Ab d 1; . duo A ab d
18. 1ria mille oc1ingen1ae (octingeote a ) qulnquaginta A ab d 1rl1mllla occci. e
m.DCCC C 19, domus 8 LUX C 10. XXIII 8 XH C 21. balinea LUY om. a
l>alnea be d C 1.xuv A 21. lacus 8 12-x11 B 24· qulndcclm milia oc A B
DELLE QUATTORDICI REGIO:\l DI ROMA 171

REGIO VI. ALTA SEMITA.

Conti net:
T emplum Salutis et Serapis.
T emplum Florae.
5 Capitolìum Antiquum.
Statuam Mamuri.
Templum Dei Quirini.
Mal11m P1micum C1l.
Hortos Salustianos.
10 Gentem Flaviam.
Thermas Diocletianas et Constantinianas <2 >.
Castra Praetoi ia <il.
X Tabernas.
Gallinas Albas.
15 Aream Candidi (4).
Cohortcm III vigilum.

1. Regio oin. b sexta 8 ~ · templo A florfgnum 8 6. statua b 6-7. mamurl


tcmplum) mamuritcm plnmbeam 11 b mamuritam plumbeam e mamurltc plumbeam d
7. di<juirini ,{ 8. punfculum A 8 9· ortos 11 be 11. termas C dloclcclanu b COO·
~tan tlnas a constantlana• e et C con~tancianas b 1z. castra practorla orn. B C
16. cohort B • fgllium A

(1) Località che SuETONIO (Domit. vom ]. J54· in Abl1a11dl. siiclis. Gesell.
1) ci segnala come prossima :illa casa der Wiu. I, 18 50, p. 6o4) una glossa
in cui nacque Domitiano: "natus est ... entrata nel testo. Questa caserma dci
<< regione Urbis sexta ad Malum Puni- pretoriani costruita sotto Tiberio, tra
<< cum » . Si può collocare su quel tratto il z1 e il 23 d. Cr., all'estremità nord-
di via delle Quattro Fontane che con- est di Roma (SUETONIO, Tiber. 37, 1;
giunge le vie Nazionale e Venti Set- PLINIO, Nat. Hi11. Jll, 67; Sello/. ili
tembre. IuvENALEM, X, 95), venne in parte
(2) «et Constanti nianas » doveva, distrutta da Costantino dopo lo scio-
come in C111 ios11111, trovarsi dopo «Ca- glimento dei pretoriani, nel ~ 12 (i\u-
« pitolium Antiquum ». Qui l'indica· RELIO \'rrr. De Caes. 40, 2); ZosJMO,
zionc i: fuori Ji posto, perchè le terme Il, 17, 2; LATrANZto, De 111ortih11s pers.
di Costantino non stavano vicino a 26, >). Cf. DURRY, op. cit. pp. 4 S
quelle di Diocleziano. sgg. 394.
(3) "Ca~tra Praetoria >>,che si trova (4) Un,1 piazza probabilmente a nord
in un sol coJicc, sarebbe secondo il di S. Pudenzi:rn:t (cf. Hu1-.LS1 N, Topogr.
MoMMSl:X ( Urber .lm C/11011og 111pht11 I, m, 374).
IL CATALOGO

Vici .xvn.
Aediculae .xvn.
Vicomagistri .XLvm.
Curatores .n.
lnsulae .m.ccccm. 5
Domos .CXLv1.
Horrea .xvm.
Balinea .Lxxv.
Lacos .LXXIII.
Pistrina .xvi. IO

Continet pedes .xv.occ.

R EGIO VII. V IA L ATA.

Continet :
Lacum Ganymedis.
Cohortem I vigilum.
Arcum Novum.
Nymfeum Iovis.
Aediculam Caprariam.
Campum Agrippae.
T emplum Solis et Castra. 20
Porticum Gyptiani et Costantini.
Templa duo nova Spei et Fortimae <•>.

3. xv111 ab xv ed 4- duo A ab d 5. tria milia quadringentac (quadrlngcnte a)


trca A ab d tria mi Ila cccc11 1 e 6. domus 8 centum xLv1 b centum quadraglntu sex
A ad 7. XVII 8 8. balnea 8 C 9· Jacus Cd LXXX III A LXXV a IO. plstrf b
LXVI C Il. qulndeclm m!Ua DCC A 8 12. Rcgfo om. b septlma 8 14. ganimedls d
gaoymedes C 15. cohorf 8 primam A C VII abc vfgllum VII d 16. aroum C
17. nymph aeum d nypheum a nympheum be C 18. capraream e 19. agrippcs A
21. glpsianle glptlani e 22. templa-fortunae om. e

(t) Anche questa indicazione, Jata poco sopra, potrebbe far pensare che
dal cod. A e dai derivati dello Spi- questi «tempia duo no v :i» siano da
reose, sarebbe, a giudizio del Mm.tM- ascrivere :ill'atti\·it~ edilizia dello stesso
SEN, una glossa ( Ueber den Cbronogr. imperatore. Cf. Jo RDAN- HUELS EN, To-
cit. p. 6o4)· L'att ribuzione a Diocle- pogr. II, 7; I, 111, 46s.
ziano delJ' • Arcus Novus », indicato
DELLE QUATTORD I C I REGIONI DI ROMA 173

Equum Tiridatis regis Armeniorum.


Forum Suarium.
Hortos Largianos <•>.
Mansuetas.
5 Lapidem Pertusum.
Vici .xv.
Acdiculae .xv.
Vicomagistri .xLvm.
Curatores .11.
IO Insulae .III.DCCCV.
Domos .cxx.
Horrea .xxv.
Balinea .LXXV.
Lacos .Lxxvi.
r5 Pistrina .xv.
Conti net pedes .xv .Dcc.

REGIO VIII. FoRuM RoMANUM ET MAGNUM t»


Continet:
Rostra .m.
20 Genium populi Romani aurwm et equum Constantini (J)

1. aequum A trlgldatls A tlgridatis B C 3. ortos ab e 6 . x11 B 7. x11 8


9. duo A ad 10.tria mllla octlngentac (octl ngcntca) qulnque A 8 11. domus B c•x om. C
13. balnca BC 14. lacl Ab c laici a lacus .J 16. quindeclm milla scptingentos
A ab d quindecim mllfa DCC e mccc C 17. Regio om. b octava fl be 19. rosi ras C
tri a A 8 20. aequum A

( 1) Questi gi:u dini si dovevan~esten­ ( 3) La statua equestre di Costantino,


dere nella pianura tr:i la via Flaminia di cui conosciamo anche l'iscrizione
e il monte Pincio (cf. Oh RuGGIERO, Di· dedicato ria (C. J. L. VI, 1 141 ). li pie·
~io11. Epigr. lll, 1012; LUGLI, op. cit . distallo, che ancora esiste, si trova nel
• lii, 294). mezzo circa del Foro, presso il basa-
(2) Lo }oROAN (Topogr. IJ, 551 e mento della statua equestre di Domi-
Forma Urb. Rom. p. 51) corregge I'« et» ziano (cf. E. BABUT, Les s/a/ues iqrus·
in «ve)». Ma Jando ad<< et» il valore di lrts d11 Forum in .\ Wa11g. d'arc/1tol. ti
eliam, non si vede la necessità di mo- d'/iisl. XX, 1900, p. 209 sgg.; DF. RuG-
difican: la concorde lezione dei codici. GIERO, Il Foro, P· 489).
1 74 I L CATALOGO

Senatum.
Atrium Mioervae.
Forum Caesaris. Augusti. Nervae. Traiaoi.
Templum divi Traiani et columnam coclydem altam pedes
.cxxvm. semis, gradus intus habet .CLxxxv. fenestras .XLV. 5
Cohortem VI vigilum.
Basilicam Argeotariam.
T emplum Concordiae.
Umbilicum Romae <•>.
Templum Saturni et Vespasiani. IO
Capitolium.
Miliarium Aureum <2 >.
Basilicam luliam.
Templum Castorurn.
Vestam.
Horrea Germaniciana <1> et Agrippiana.
Aquam cernentem.
IIII Scauros.

1- 2. ~natum atrlum) senata trlum ad senatat rtum be 2. 1 di atrtum nt//' intul. A


atrlum minervae Om. C 3• tr!anf C 4• adrfaof C coclfdem b CC 5· CLXVIII C
t emls] s. C 6. cohorf ab d cohortes e v1] v lam A, prr falsa ltttura di v1 , m 10. et
ons. C Vespaa!anl] et 1111 agg. C 13. baslllca m] in A segue grecostadlum poi espu11/o,
baslllcam ons. B lulic (lullae d) B 14. castrorum be Dopo castorum UlfUt grrcostadlum
i11 A 15. vesta C veste 8 16. germnnhlana e 18. quattuor A quatuor B 1111
scauros aquam cernentem e

(r) Le vestigia sono da vedersi, se- (3) Con ogni verosimiglianza non
condo la generale opi nione, all'estre- pa re si possa escludere una rc:la1ione
m ità nord dell'emiciclo dei Rost ri, dove trn questo articolo e la vitto ria Ger-
rimangono avanzi d'una base circolare maniciana; e la denominazione si po·
in mattoni con tr:icce di rivestimento in trebbe ricollegare, per ragioni a noi
marmo. A simili tudine degli bµcp«ì.o( ignote, con l'imperatore Caligola, che
delle città greche, stava a rappresen- ereditò dalla tradizione famili:are il co-
tare il centro della città e dcli' impero, g nome di ger111a11ic11s. Se io questa
e la costruzione non cr.i anteriore :il- aggiunta, dataci da Notilia, è sta- •
i' età di Settimio Severo (cf. PLATNllR- to seguito un ordine topografico, gli
AsHBY, op. cit. p. 544). /Jorrea potrebbe ro trova rsi, con gli
(2) L 'ordine delle voci che seguono « Agrippiana » , prc~so il clivo dcli.i
è dal punto di vista topografico più Vittoria.
cs:itto in C11riosu111.
DELLE Q U ATTOR DICI R E GIONI D I ROM A 175

Sub Aede.
Atrium Caci.
Vicum Iugarium et Unguentarittm <1>.
Graecostadium.
5 Porticum Margaritarium.
Elefantum Herbarium.
Vici .xxxmr.
Aediculae .xxxnn.
Vigomagistri .XLVIII.
10 Curatores .n.
Insulae .Ill.CCCCLXXX.
Domos .cxxx.
Horrea .xvm.
Balinea .Lxxxv.
r5 Lacos .cxx.
Pistrina .xx.
Continet pedes .xm.LXVJI.

R EGIO VIIII. CIRCUS FLAMINIUS.


Continet :
20 Stabula numero .nn. facti onum .v1. <»

1. sub cdc ab e sub sdcm C 3. lugularlum {ul in inttrl.) A iugularlum a vlgu·


larlum ed l uglliarium b et 0 111. 8 ungcniarlum C 4-· gr~co stadtum A om. C
6. clcphantum b d C crbarlum C 7. rrlnglnra quauuor A trlginta qoatuor ab d
8. xxvi 11 1 8 10. duo A ab d 11 . tria mi li• octingcntae (octlngcn1c a ) ocroglni. A a b d
trfa mltla OCtl ngente LXXX C 12. XXX C 13 LXXV C balnea 8 C LllXXlll 8 LXXXVII C
15. lacl A ab C lacu~ d LXXXV C 16. XV C 17. tredec im mlii a I.XVII A ab d lrtdcclm
ml Ifa scptu aginta scptcm e rnLxv11 C 1R. Regio om. b 1x ed C nona ab Flam lnius]
u ntl/' inttr/. A; u conda I corr. •u e C llam lus e 20. fabula A numero om. C
quatuor ab factioncs A ab d factoés e v111 A ab v11 C: v ed

( 1) Sembra debba identifica rsi col (2) Constatato che le fazioni non
vic11s T11scu.s, detto anche T11rarius: raggiunsero mai la cifra di • v1111, da t:i
« ubi ha rum rerum (thus et odores] dai codici di questo catalogo, è d:i rite·
«merca tores id est unguentari nere che un copista, ingannato d:i una
« consistunt )) (PORFIRIONF., In fi.oRAT. scrittura continua, congiungesse 'ol
Se1111. 11, 3, 228; Epist. I, 20, 1 e li, u v1 », esatt~ indic.\Zione del numero
t, 269). delle fazioni, le due aste che, a nostro
IL CATALOGO

II Aedes (z).
Porticum Philippi.
Minucias duas, Veterem et Frumentariam.
Cryptam Balbi.
Theatra .m. In primis Balbi qui capit loca .XI.DX <». Pompei 5
capit loca .xva.DLXXX. Marcelli capit loca .xx.o.
Odium capit loca .XI.DC.
Stadium capit loca .xxx.Lxxxvm.
Campum Martium.
Trigarium. 10
Ciconias Nixas.
Pantheum.
Basilicam Matidies et Marcianes.
Templum divi Antonioi et columnam coclidem altam pedes
.cucxv. semis, gradus intus habet .ccm., fenestras .Lvr. r5
Hadrianium <1>.
Tbermas Alexandrianas <•> et Agrippianas.

J, phllllppl e 3. mionda A a mlouda b e d mlnutlu C duo A ab d 11 e C


4. cr1ptam b Balbi] in A la I pare corr. 1opra altro 1tpo. S· tria A qnatuor ab d
1111 e capet C 5-8. loca-loca) ab ea a d abca b e 5. octo mllla LllXVlll A
iioc C 5-6. In A ; in~rtito l'ordine dei ttatri di .\larullo e Po,..~o. 6. capet C
ffiiocCCLXJIXVlll A cape! C X'fllDLXll A 1· odell C capti C XIDX A XDC C
8. cape! C Xiiiii.occcu:xxvm A trfglnta mllla Lxxxv m abd 1rigin11 mllia Lxxxv e
9. marclum C 12. panteam C 13. maridlf C matldl B et om. A manlanes A
marciane C marclaoi ab d martlanl e 14. anthonlnl e anton li b coclydem d
15. semls) s. C grados iotos A intra d 16. badrlanum A adrlaneum C 17. termas C
alexandrlnas a C agnlpplanas A

avviso, nell'originale precedevano l'ar· tana, quello riferentesi allo Stadio, è


ticolo seguente: (< .n. Aed es» . Cf. an- come oel C11riosu111, o presenta piccole
che ARMINI in Eranos, XXII, 1924,p. 88. diversit:\ dovute a errori di copiatura.
( 1) Devono essere i templi di Giove Noi ci atteniamo al codice C.
Statore e Giu none Regina del portico di (3) Il tempio che innalzò nel 145
Ottavia, che si trovava immediata- Antonino Pio alla memoria del suo
mente a sud-est del portico di Filippo. padre Adriano, deificato ( Hisl. A 11g.
(2) Per questo numero e i seguenti A 11to11i11. Pius, 82; Verris 3), e di
non possiamo prendere a base il co· cui è ancora in piedi un fianco in
dice A, che dà cifre tutte discordanti dal piazza di Pietra; cf. LUGLI, op. cit. rn,
C11riosum e che deve aver fatto della 164-8.
confusione. Disgraziatamente i mss. (4) Come aggettivo d'appartenenza
deri vati dallo Spirense hanno qui una riferito :id Alessandro, s'incontra negli
lacuna, ma il solo numero eh' essi por- autori e nelle iscrizioni tanto «alcun·
DEttE QUAT1'0RD1C I REGIONI DI R OMA t77

Porticum Argonautarum et Meleagri.


Iseum et Serapeum.
Divorum.
Insulam Felicles.
5 Vici .xxxv.
Aediculae .xxxv.
Vicomagistri .XLvm.
Curatores .11.
Insulae .Il.DCCLXXVII.
10 Domos .CXL.
Horrea .xxv.
Balinea .txm.
Lacos .cxx. C1 l
Pistrina .xx.
15 Continet pedes .xxxn.o.

REGIO X. PALATIUM.

Continet:
Casam Romuli.
Aedem Matris Deum et Apollinis Ramnusi.
20 Pentapylum.
Domum Augustianam et Tiberianam.
Auguratorium.
Aream Palatinam <».
3. duorum A 4. Insu la C fclices A felicls a b e faclicis d fellcle C
6. xxx11ab e 7. XLV e 8. duo 11 ab d 9. duo milia sep tingenrae (septingente a)
LXX\'ll A ad duo milia septl ngentae (sep ti ngeote e septeni;ente b) Lxx1 111 be 10. domus B
11. xx11 B 12. bal nea BC 13. lacus B LXII I A 8 15. triginta duomllfa qulngen -
tos A 8 xxx
umbra ammllalo in C 16. Regio om. b decima ab e 19. Deum) do-
mini ab appollinls be rha mnusi d namnusl A w. pentapilum b 21. augu$tlana C
1ybcrianam d liberiana C 22-23. a uguratorium. arcam pa la tlnam om. A 8

drinus » quanto l< alcxandrianus" (cf. (1 ) Il «LXII!» del cod. A e dci de·
Tbes. li11g. Lai. I, 1537). Qui :icccttia- ri va li dallo Spirensc è palese ri pc-
m o la fornn «alexa ndrian as », sebbene tizi o11e del num ero precedente.
si legga nei soli codici A, b, perchè in (2) Una piazza nella sommità del
seguito ricorre d: nuovo dota dalb m ag - colle, davan ti alla fronte dcl palazzo
gioranza dei mss. im pe ria le fatto costruire da Dom iz i:tno,

Co.i. Topog-r. 12
IL CATALOGO

Aedem Iovis Victoris .


Domum Dionis.
Curiam Veterem.
Fortunam Respicientem.
Septizooium divi Severi. 5
Victoriam Germanicianam.
Lupercam.
Vici .xx.
Aediculae .xx.
Vicomagistri .XLVIII. IO
Curatores .11.
Insulae .n.ocxL111.
Domos .Lxxxvm1.
Horrea .xLvm.
Balinea .xum.
Lacos .Lxxxva n.
Pistrina .xx.
Continet pedes .Xi.ox.

REGIO XI. CIRCUS MAXIMUS


qui capet loca .CCCCLXXXV. 20

Continet:
T emplum Solis et Lunae.
Aedem Matris Deum et Iovis Arbm·atoris.

6. germanltlanam bcd 7. lupercal abd lupercal1 e 10. x1..v111] x1..v e


11. curatos b duo Aabd 12. duo milia nc1..x111 A 13. domus 8 uxxv111 Aabd
1..xxxvc 14.orreamA xv111C 15.balneaBC x1111AU 16.laciA abc lacusd
1..xxxv1 e 18. x 1 milia sescentos A e x1 milia sexcentos ad . i milia cccccc b 19. Regio
om. b unJecima ab 20. capi i B quadringenta octoglnta (octaginta e) quinque mflia
A ab e quadrnginta qulnquc milia d 22-3. 1emph1m-arborntoris] casa m romu li. aedem
ma tris deum et apollinis (appoll inis e) ramnusi (ramnusii ,1 b ramnusy cl. pentapylum
(pen tupilum b) A li

e allo sbocco della str:ida (cli1ms Pala- ASHBY, op. cit. p. ;o). I? ricordat:i
da
ti1111s) che d:ill:i S:icra Via, in prossimi t:\ AULO GèLL!O, :\X, I, 2;IV, 1, t , t;!
dell'arco di Tito, saliva :il Palatino (cf. tfa FLAVIO Gu.:SEPPE, Anliq. !ud. XIX,
H uELSEN, Topog,.. I, m, 66; PtATNF.R- j, 2.
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 179•

XII Portas.
T emplum Mercurii.
Aedem Ditis Patris (t),
Cererem.
5 Portam Trigeminam.
Apollinem Caelispicem.
Herculem Olivarium.
Velabrum.
Arcum divi Coostantini.
IO Vici .xv1w.
Aediculae .xvmr.
Vicomagistri .xtvm.
Curatores .r1.
Insulae .11.oc.
15 Domos .Lxxxv1m.
Horrea .xvi.
Balinea .xv.
Lacos .xx.
Pistrina .xvi.
20 Cootinet pedes .XI.o.

2. mcrcurl C S· trlglncnlnam C 6. pollinem A appolllncm e 7. oll•a·


rum A e 8. vclaprum d vcl aprum ò e vllabrum C om. a 9. arcum-constan·
1lnl om. a 12. XLllll A xv1111 ad xix òc 13. duo Aaòd 14. duo mllla se·
sccntc (scxccntc a scxccn1ac d oc c)A B •S· domus a ò d 16. x111 e 17. ba Inca B C
18. lacl A a Ò C laCUS d 19. Xli 8 XVI C 20. undeclm m!lla qulngcntos (qulngcn·
tcs d} A 0

(1} D:i identificare probabilmente col Pirro, forse nel luogo dove prima sor-
tempio di Summa no ( S1111111ms Ma11iu111 geva un altare dedicato da T. Tazio
Dis Pater; cf. W1ssowA, Relig. d. Riimer, (VARRONE, V, 74; Ovm10, Fast. VI,
p. I 24); indicato dai calendari «ad cir· 731; vedi anche Ltv10, XXXII, 29, 1;
« cum Maximum» (Fast. Esq11ìl. Vmus. PuN tO, Nat. Hisl. XXIX, 57). Cf.
Amit11r11. in C. I. L. I•, 211, 221, 243). L. CuRTIUS, Su111ma11us io Rom. Miti,
Fu eretto durante la guerra contro XLIX, 1934, p. 233 sgg.
180 IL CATALOGO

REGIO XII. P1sc1NA PusLICA.

Continet:
Aream Radicariam.
Viam Novam.
Fortunam Mammosam. 5
Isidem Atheoodoriam.
Aedem Bonae Deae Subsaxanae.
Clivum Delfini.
Thermas Antoninianas.
Septem Domos. IO
Parthorum.
Campum Lanatarium.
Domum Chilonis.
Cobortem illl vigilum.
Domum Cornificies.
Pri vatam Hadriani.
Vici .xv11.
Aediculae .xvii.
Vicomagistri .XLVIII.
Curatores .n. 20
Insulae .IJ.CCCCLXXXV1I.
Domos .cxm.
Horrea .xxvn.
Balinea .Lxm.
Lacos .Lxxxr.
Pistrina .xx.
Continet pedes .Xli.

1. Regio om. b duodecima b puscina A 3. arlam A 5. nammosam B 6. ysi·


dem e atenodoriom C 7. subsaxaoeç C 7-8. subsaxanoe clivum) subsaxa (sub saxa e)
n~eum A 8 8. delpbioi bd 9- termas C antoninas Ad anthoninasabc 10. &<:p-
tem b domus d 11. partorium A /J C 13. cllonls C 14. cobortes A 8 vicl A 8
15. cornl6cls A 8 corni6cir C 16. privata C privatum A B badrianus A adrianl b C
17. x1111abc 18.X\'I A,corr.inxv11 10. v111c 20.duoAab.i ,.. duo
milfa quadringentae (quadringente a ) octogln ta septem (CCCCLxxxv 11 e) A B 22. domus R
CXLII C 23. XVII A R 24, balnea 8 C 25. lacl A a/> C lacus d 27. duodecim
JTlilia Abd x 11 mlll a ac
DELLE QUATTORDIC I REGIONI DI ROMA 181

R EGIO XIII. ADVENTTNUS.

Continet:
Armilustrium.
T emplum Dianae et Minervae.
5 Nymfea tria.
Thermas Surae et Decianas.
Dolocenum.
Mappam Auream.
Platanonis.
IO Horrea Galbae et Anicetiana.
Porticum Fabariurn.
Scalas Cassi.
Forum Pistorum.

Vici .xvu.
Aediculae .xvu.
Vicomagistri .xL vm.
Curatores . u.
Insulae .11.ccccLxxxv11.
Domos .cxxx.
20 Horrea .xxxv.
Balinea .Lx1m.
Lacos .Lxxxvm.
Pistrina .xx.
Continet pedes .xvm.

I. Regio om. b tercladecima b 3. armilustrium om. AB 5. nymfetria A nym·


fetrie ab e nymphetrlae d nymfia I Il C 6. thermes A termas C Su rae] urlaoae
(urlane) AB decianae A ad deciane b detiane e g. platon ls e 10. orrta C galbes A
et anlcetla.n a om. A 8 galbee tan icetiana C 11. fabaria d fabarl urn A C 12. scaras A
sacras B 13. pistor A pistor abd 14. x11 11 bcd 15. x1111 bcd 16. vicoma·
itlstri XLVIII o m. A 17. duo A ab d 18. duo ( 11 e) mlii a quadringeotae (quadrio·
gente ab) octoginta septem (ccccLXxxv11 e) A B 19. domus IJ 20. xxv A ab d
21. ballo ~ A balnea B C 22. lacus B 24. decem novem milia A ducenta novem
( ix e) mllia 8
1S2 IL CATALOGO

R EGIO Xilll. TRANSTIBERIM.

Continet :
Gaianu m et Frigianum.
Vaticanum.
Naumachias .11. 5
Hortos Domities.
Balineum Ampelidis, Prisci et Dianae.
Molinas.
laniculum.
Statuam Valerianam. IO
Cohortem VII vigilum.
Caput Gorgonis.
Fortis Fortunae.
Coraria Septimiana.
Herculem Cubantem.
Campum Britianum et Codetanum.
Hortos Geres.
Castra Lccticariorum.
Vici .LXXVIII.
Acdiculae .Lxxvn1. 20
Vicomagistri .XLVIII.
Curatores .11.
Insulae . nu .ccccv.
Domos .CL.
Horrea .xxn.
Balinea .LXXXVI.

1. Regio om. b quar1adecima b 1ranstiheriam 11 1rnnMibcrlana ad run • 1yb~-


rlana e transtiberinana b {la seconda o e1F11nla). 3. cl friglanum om. A frigianum
(frygia1111m a phrygianum ci) colloca dopo va1icanum 8 4. ba1lcanum A C ~· nauma-
cia. v A naumach iasy a e naumachlas v b naumachlasu d naumaclo v C o. ortos
ab e domrtios 8 domitianos C 7. balncum H C 9· lanlculum e 10. valcrfool C
11. cohort A cohort. B scptem . I abd 12. gorgonea C 14. corari b septlmina a
16. bry1lan11m c.f bryscianum C 17. ortos a be gctr C gcntes A gcn1ls 8 18. lcct~
car!orum A 19. LXX\' e 10. Lxxv e 21. XLV e 12. lrcs A ab J 111 e 23. qua11uor
(quuuor abd 1111 e) mllla quadringeotae (quadrlngcnte ab) quinquc (cece' e) A R
24. domus a ed :5. ~xv e 26. balnea 8 e
DELLE QUATTORDICI REGIONI D1 ROMA 183

Lacos .CLXXX.
Pistrina .xxm.
Continet pedes .xxxm.ccccLxxxvm.

BIBLIOTHECAE numero .XXVJI)I.

5 Osouscr .v.
In circo Maximo uous altus pedes .LXXXVIII.
sem1s.
In Vaticano unus altus pedes .Lxxv.
In campo Martio unus altus pedes .LXXII. semis.
IO In mausoleo Augusti duo singuli pcdum .XLII. semis.
PoNTES .vm.
Aelius.
Aemilius.
Aurelius.
I 5 Mulvius.
Sublicius.
Fabricius.
Cestius et Probi.
MONTES .VII.
20 Caelius.
Adventinus.
Tarpeius.
Palatinus.
Esquilinus.

I . IUCU< R LXXX l. 2. XXIII corr. S U XX l lll! C )• trlgfnta (trlgintaria a b d )


milla quadr!ngcntos octoginta OCIO (CCCCLXXXVlll f ) A B XXXI llCCC LXX.XI X e ~ · Bf·
bliot~cr e ii. " ' "Il A. ma il numtro e 11ell't1trtmo margint "foru un altro X 1/a/o e
tolto i:(l{ tagli? dl!l/a pergamtna . numero) SUOI t: Xl< t: X(Vlll (.' 5, Obolls. clv C
6. altus] alt A altum e LXX.VIII l'. con l'ult1ma aila i:orr. in s LUX\ e 8. batf·
CBOO C alt A altum l' LXXII ab d C LXXXII scmis C 9 · marcio l' alt A altum C
pcdes 0111. n LX~X ll A n scmis] s e IO. mcnsulco A m3nsolco a mousalto e m2u -
suleo C duo om. C pedes C scmis Om. l' 11. pontns b scptc A scptem ad VII b e
12. meliu s b 13. acmilins 0111 . AB 15. molviu s n be mollnus d mulullus C
16. subllt ius e 17. fabri1ius b 18. i;cstius A Bl' 19' sep te A ~cptcm 8 20 cac
lus A oelius '' 21 ave111inus, forse Ja un precedente adventinus, d '.12. tarpcus A
14. exquilinus e
IL CATALOGO

Vaticanus.
Ianiculensis.
CAMPI .vm.
Viminalis.
Agrippes.
Martius.
Codetanus.
Octavius.
Pecuarius.
Lanatarius. IO

Brytianus.
FORA .Xl.
Romanum magnum.
Caesaris.
Augusti.
Nervae.
Traiani.
Haenobarbi.
Forum Boari uni.
Suarium. 20

Pistorum.
Gallorum et Rusticorum.
8ASLLICAE .X.
Iulia.
Ulpia.
Pauli.
Vestilia.
Neptuni.
Matid ies.

2, lanicul en<i• e d laniculensis C 3· OCIO A n d S· asr1ppe C 6. m3'dus b r.


I\, OViaViU~ C: !). p«uarius Q I I. brftianus b 12, f'ori C u11Jecim C IQ. boarin11 />
:!O. syarium AB 23. B11~llìte h dec~m e 24-7 . Questi qua/11'0 1101111 i11 A 111no .rcrllli
11t //a c. prtcede111e, e i11 loro vece 10110 Basillcae jìgura110 quaf/ro appel/<1/ivi di •lcq11t :
annla. azhlca. claudia. msrcia. 2s. oipla (uippla e) A 8 ulpi C 27. vesldlia A
om. B 2Q. maiidir C
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI R O MA 18 5

Marcianes.
Bascellaria.
Floscellaria.
Constantiniana.

5 THERMAE .Xl.
Traiaoae.
Titianae.
Agrippiaoae.
Sures.
ro Commodianae.
Severianae.
Alexandrianae.
Antoninianae.
Decianae.
r5 Oiocletianae.
Constantinianae.

AQUAE .xvrm.
Traiana.
Aniena.
20 [Aniena] altera.
Claudia.
Marcia.
Herculea.
Caerule:t.
lulia.
Augustea.
Appia.
Alsetina.

1. martiancs e d mucianr C 1 constao1lana A 5. aquac x1 1berma ~ d


6. In C l'ordine dtl nomi i: 7. 6. t t . 10. 1.J. !J· 14. 8. 12 . 1 5 . 16. 1rianae A
7. tlcianc b 8. agrypplanc a 9· aurr C 12. alcxa ndrlnae d 14. dicianac A
dc1lanc e 15 . dlcl c1lanac A 17. x1 e •9-n. aniena -marcla] nomen1ana. sala rin.
flamlnia. acmllla. clodla A, che 10 110 ,· nomi delle 11ie indicale i11 ttl('uito. :o az1ica /J
azllica A (vedi varianti pag. precedente) 22. martia a cd 23. hcrculeia a
14. cacrulca om. A /J :s. lulia e 28 alcstfna A alsftfna C /)opo alsctina ag/(.

setlna A 8 C.

Cod. ToFOgr . 12'


186 IL CATALOGO

Ci minia.
Aurelia.
Damnata.
Virgo.
Tepula. 5
Severiana.
Antoniniana.
Alexandriana.
VIA E .XXV!lll.
T raiana. IO
Appia.
Latina.
Lavicana.
Praenestina.
Tiburtina. lj
Nomentana.
Salaria.
Flaminia.
Aemilia.
Clodia. 20
Valeria.
Aurelia.
Campana.
Osrensis.
Porrensis. 25
Ianiculensis.
Laurcntina.
Ardeatina.
Setina.
T iberina <•>. 30
1. cinnlnla e 5. tipula e 7. antoniana (anthonlana e) A B 9. XXYlll e I;. ja•i·
cana d 16-20 om. A, ave11do ùuer110 çià i 1'0Cnl>oli tra le aquac 2:;. campanla < cam·
parla a =4· ho11fensis a ostJcnsis bcd 26. lanlculensls e ianbulesis e 27. laureo.
tlana AB 29. srtlna C 30. tiberina (tybcrina d taberlnac) mellono in fine dell'elenco A B.

( 1) Trasportiamo qui« Tiberina., col che la voce, in un primo momento


Curiomm e coi codici C e B, ritenendo omessa, sia stata poi aggiunta in fine.
DELLE Q UATTORDICI REGIONI DI ROMA 187

Quintia.
Cassia.
Gallica.
Cornelia.
5 Triumfalis.
Patinaria.
Asinaria.
Ciminia.
HoRUM BREVIARtuM.
10 Capitolia .n.
Circi .n.
Amphitheatra .11.
Colossi .n.
Columnae coclides .li .
r5 M:tcelli .11.
Theatra .m.
Ludi .1111.
Naumachiae .v.
Nymfea .xv .
20 Equi magni .xxm.
Dei aurei .LXXX.
eburnei .LXXXIII!.
Arei marmorei .xxxvr.
Portae .xxxv11.
25 Vici .CCCCXXll[(.
Ae<liculae .ccccxx1m.
Vicomagistri .DCLXXII.
Curatores .xxvm.

3. galtla A 4. cornelia trasporta al penultimo p-0110 della serie a 5. trmm·


phalls C triumea lfs A Il b d lriunnalis e I O. eapltolia b apitolia e duo A ad
11 . circi 11 om. C duo A ad, riretuto ilz seguito . 12. l11verte l'ordine: colosi-amph i·
theatra C colosi C amphileatra Ab e amphhea1ra a 14. columne, JClldes duo ag9. i11
marg i11e co11 seg110 di richiamo A coclydes a d C 1 5. macello A marcelll e mar-
c ellini C 11 om. C 16. th eatmrla A tria ad 17. quatuor e 18. nnnm:iciae 11
naumaclas e 19. nymphea bd 20. XXII e 21 . dic A 22 . cburrei A LXXIII! e
23. arcus B arei mii mord A 26. aedcs A d. edcs ab e cccccn111 1 b 27. 111oc1.xx11 C
28. XXVII A XXllll bJ CLXI II! Il 1111 C
r88 IL CATALOGO

Insulae per totam urbem numero .XLVI.DCII.


Domos .M.DCcxc.
Horrea .ccxc.
Balìoea .DCCCLVI.
Lacos .'M.cccLII. 5
Pistrina .CCLUll.
Lupaoaria .XLV.
Latrinae publicae .cxum.
Cohortes praetoriae .x.
urbanac .tm. IO
vigilum .vu., quorum cxcubitorìa .xnn.
Vexilla communia .11.
Castra cquitum singulariorum.
peregrioorum.
Ravennatium. I 5
lecticariorum.
silìcariorum.
Misenatium.
tabellariorum.
victimariorum. 20
Mensae oleariae per totam urbem numero .11.ccc.

I. tota urt-c A numero om. e e quadragiota sex milla scscente (scsccntc a SU·
ccntac d) duo (duac d) A 8 2. domos B mille (mlllae A) scptlngcntac (scptingcnte ab cl
octoginta (octlngcnta b) A 8 ,.ccxc C 3. horrea ccxc om. A H 4. balnca B C
S· lftCUS 8 mille CCCLII A ab e 8. XLl111 A 8 9 pretoria C dcccm Ad 10. qual·
tuor A 11. septcm A ad quarum 8 11. vixilla A a ulx I illa be d 13. cast re A
14. I CO Id. A 8 finisco110 co11 peregrlnorum 17. alllicariorum C
DELLE QUATTORDICI REGJ O~ J DI ROMA 189

D iamo qui come appendice al catalogo regiona rio


alcuni estratti che si leggono nel cod. della bibl. di Berna
45 11 c. 146 a e b del sec. x, aggiunti dopo la Noti'ti'a
provz'nàarum Gal/i'ae e l'elenco nominativo di tu tte le
p rovincie. Una pa r te (e precisamente la lista dell e vie
e due articoli dei monti) venne trascritta anche nel cod.
della bibl. Naziona le di Vienna lat. 85, c. 58 b del
sec. x1 1 che però è meno corretto del preceden te. D i-
pendono dal cod. Bernense i mss. della Nazionale di
Parigi lat. 14743 e 15009, il cod. della Vaticana Regi-
nense lat. 728 e il L eidense Vossiano oct. n. 24.
Gli estratti meritavano d i essere ristampati, perchè,
data la re lativa antichità dei codici che li contengono,
possono servire di controllo al testo di Noti'ti'a, col
quale si avvertono più spiccate affinità.
Furono pubblicati dall'ENDLICHER in Catai. codd.
pht'l. Vi'ndob. 1836, p. 238 e dal PRELLER in Dù Re-
gionen, p. 291 cf. p. 441 sul cod. Vienn. 85; dall'U RLICHS
in Cod. urb. R. topogr. pp. 51, 52, sul ms. già indicato e
sul Voss. oct. n. 24; dal MoMMSEN in Mon. Germ. hist.,
Chronùa mz'n. I, pp. XI-X II e III, p . 723, sui codd.
Bern. 45 1 e Vienn . 85.
I ndicheremo con B il cod. Bern. 45 r ; con V il cod.
Vien n. 85.
IL CATALOGO

NOTITIA LOCORUM URBIS ROMAE.

V IAE NUMERO .XXX.

Traiana.
Appia.
Latina. 5
Lavicana.
Praenestina.
Tiburtina.
Numentana.
Salaria. !O
Flamminia.
Aemilìa.
Claudia.
Valeria.
Annia <•l.
Aurelia.
Asina ria.
Campania.
Hostensis.
Portuensis. 20
Ianiculensis.
Cassia.
Laurcntina.
Gallica.
Ardeatina.
Cornelia.
Setina.
T yberina.
1. No1i1la-Romat om. JI' 2. JI' ordina 1·14, 16-19, 21, 23, 25-2;, 20, n, 24, 2S, 2q, 15, 30.
3. Vlat suoi Romat urbis numero .xx V 9. Nomtniana P 18. <.:anpania I' 22. Casta B
Cnsita con la prima s tspun/a V 25. Ardlallna V 28. Tibtrina V

(1) Le isc rizioni (Cd. L. IX, 5833; nella tradizione ms. del precedente ca·
Ili, 1458; Il, 1532; IX, 5155) ci fanno talogo regionario figur:i tra le acque
conoscere i wratorts di quest.t via, che (cf. p. 154 nota tl).
DELLE QUATT ORDIC I REGIO~ ! DI ROMA 191

Quintia.
Tri umphalis.
Patina ria.
Cyminia.

5 MoNTES .vu.
Caelius.
A,·entinus.
Tarpeius.
Palatinus.
1o Oianiculensis.
Esquilinus qm et Sallustius <•>.
Baticanus.
T[H)ER~t.\E .Xl.

Titianae.
r5 Comodianae.
Antonianae.
Oecianae.
Agrippianae.
Alexand rinae.
20 Constantinianae.
Traianae.
Severianae.
Suranae.
Diocletianae.
AQUAE.

Traiana.
Amnia <».

1. Quintina V 4. Cìmlnla con In 1tltim11 i nel/' inl~rl. I' ;.. V h11 soltanto
llatlcamus qui <I salustìus dìacricultn•ìs e omelie tulio il re1to. 11. Corr. •U Exquì·
lìnus B •~. Raticanus om. B 18. Agrìpplniane B ~1. Troiane B

( 1) Non risulta che l'Esquilino abbia tra la porta Salaria ed il Quirinale.


mai portato questo nome; in età molto LANCtANJ, Storia degli scavi, I, 222.
t.trde con l'appellativo «Sallustio)) s'in- (2) V. p. 154 nota 12.
dicava una zona compresa ali' mci rea
I L CATALOGO ECC.

Attica.
Claudia.
Martia.
Herculea.
Cerulea.
lulia.
Augusta.
Appia.
Absantinia <•>.
Cyminia. 10
Aurelia.
Damnata.
Virgo.
Tepula.
Severiana.
Antoniana <»
Alexandrina.

Circus magnus capit loca .ccccLxxxv. milia.


Amphiteatrum capit loca .ccLxxxv1. [miliaJ <+>. 20
T heatrum Pompei capit loca .ccxxii. milia .Lxxxvm. <s>.
Colossus ab amphyteatro habet in altum pcdes .cvi. <6>et semis,
in capite radios numero .vu., qui singuli habent pedes .xxu. et semis.

( t ) Alscatina, cf. p. 155 nota 8. e e rispettivamt:nte a pp. 96 e 167.


tl ) Antonini:tna, cf. p. 156 uot:t 2. ( 5) Cf. p. 176 e la variante del
(3) Queste notizie nel ms. Berncnse cod. A. Nei due cc è forse da rico·
sono distaccate dag li dcnchi prece· nosccrc una meccanica ri peti?.ione de·
de nti e comprese tra un.i breve rJ C· gli stessi segni della linea precedente.
colta a carattere :tpoftegmatico, forse (6) ProbJbile trasformazione dcl
per esercizi scolastici. «cm" dato dal codice C di Nohlia,
(4) Cf. le va rianti dei codd. O p. 169.
DESCRIZIONE INTERPOLATA
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA

Trattando del catalogo regionario, fu messo nel de-


bito rilievo corne, in tempi piuttosto remoti, si iniziasse
un processo di ampliamento consistente nell ' interpola-
zione .di nuove voci, destinate ad integrare la primi-
tiva redazione da un punto di vista esclusivamente
periegetico. Questo lavorio anonimo, già rilevante in
No#tia, progredisce nel Laurenziano D còrr. ie sue voci
non registrate dai mss. discendenti direttamente dai più
antichi codici; e, col crescere della cultura e il fiorire
degli studi umanistici, dà luogo, specialmente nel se-
colo xv, quasi ad un rimaneggjamento delle liste ori-
ginali, mediante l'inserzione di numerosi riferimenti to-
pografi.ci1 ricavati da uno spoglio sistematico, se non in
tu:tto scientifico, di fon ti letterarie ed epigrafiche, non
che dalla diretta conoscenza dei luoghi. Un esempio
tipico di· questa trasformazione del testo, lo dobbiamo
a Pomponio Leto, col quale si intensifica un interes-
samento, che può dirsi entusiastico, in materia di
epigrafia e topografia, romana e cristiana. Noi ab-
biamo incluso nella nos tra raccolta il catalogo da lui
rimaneggiato, solo come un documento storico de.Ila
v icenda del primitivo testo attraverso i secoli. Il rifa-
cimento dovuto a Pomponio Leto si conserva oggi
nel cod. Va ti cano la t. 3394, cartaceo, con la seguente
Cod. Topos r.
194 DESCRIZIONE INTERPOLATA

nota a c. 1 a: « 83. Volume de regionibus Urbis. Ful.


« Urs ». Il ca ta logo è compreso nelle cc. 1 a - 23 a, ed
è seguito (cc. 21a - 23a) da framm enti di un secondo
esemplare, limitato a parte della regione XI II I e delle
appendici. Q uesto esempla re frammentario si ritiene
una nuova elaborazione di Pomponio; e infatti qualche
voce in più, qua lche giusta correzione, qualche diver -
sità nell'ordine delle pa role vi si nota; ma vi si riscon-
trano pure omissioni, che non segnano un progresso
sulla prima redazione. Vengono poi vari estratti da
Fron tino, Cassio Dione (o più probab ilmente dall'epi-
tome di Xifilino), Eutropio, Rufo F esto, Ammiano
Marcellino, Probo, Censorino: tutt9 di una medesima
mano. Fina lmente, di altra mano, segue un elogio fu-
nebre di Girolamo Altieri, morto tra il 1484 e il 1490
(cf. DE Rossi, Note di· topografia Romana in Studi" e Do-
cumenti· di" Stor. e Dz"r. III , 1882, p. 67). Dopo due
pagine in bianco si legge la posti lla: cc Pompon i prae-
« ceptor optime, feci quod potui, e t ea celerita te ut ne
<< postea quidem relegerim: quare, cum ego discipuli, tu

<< praeceptoris officium age », e sot to: «Remitte; quanto

<< citius ta nto melius ». Segue ancora di ma no diversa,


verticalmente: «Omnia circumcise et eleganter ». Un
discepolo invia va, per la revisione, l'elogio dell 'Al tieri al
maestro, il q uale vi sottoscriveva il suo giudizio. O r
bene, paragonata questa scfittura, e l'altra del cod.
Va ticano lat. 33 11, indubbiamente d i Pomponio Le to,
con i testi contenuti nel cod. Vaticano 3394, si è po-
tuto stabilire l'identità della g rafia.
Una copia, con il nome di Pomponio, l'abbiamo nel
cod. Barberinia no lat. 28, membranaceo, scritto call i-
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA r9 5

graficamente, coi titoli in oro e azzurro, colle iniziali


miniate; copia destinata a qualche alto personaggio.
Porta il ·titolo : Pomponii Laetz' I Diajnz'en. De Regi·o-
m'bus J et urbi's vetusta Itz'bus descripti'o. Il testo è
stato scritto dopo che Pomponio ebbe fatto nel suo
catalogo le aggi un te marginali ~ le cancella tu re; ma non
è copia r_igorosamente letterale: qualche parola è cam-
biata, si omettono delle voci, altre se ne aggiungono, si
altera talvolta l'ordine. Particolar.e importanza hanno
tre postille con scrittura simile a quella del testo, ma
non uguale, nell'ultima delle quali, almeno, lo ZABU-
GHIN (Gz'u!z'o Pomponio Leto, Grottaferrata, II, 1910,
p. 183) crede di poter riconoscere la mano dello stesso
Pomponio; secondo lui, l'editore e il revisore di questa
copia ufficiale.
Pomponio ha preso a base per il suo catalogo regio-
nario un ms_.. appartenente alla famiglia del Laurenziano
89, 67, quella cioè che l'U RLICHS (Cod. urb. Rom.
top. p. l) raggruppa sotto la lettera D. Le aggiunte
(segnate talora anche nei margini e richiamate ai
luoghi in cui devono inserirsi) derivano specialmente
dalla base dei vicomagistri, da Livio, da Varrone, da
Plinio, da Suetonio, da Festo e dagli Excerpta di Paolo,
dalla Hz'ston·a Augusta, talvolta da Cicerone e dai suoi
scoliasti Asconio e Pseudo-Asconio, da Stazio, Tacito,
Ammiano Marcellin0, . Plutarco, Marziale, Orazio e dal
suo scoliasta Pseudo-Acrone, da Frontino, T ertulliano,
Eu tropio, dagli scolì a Persio, dagli Atti dei Santi,
dalle iscrizioni, e pare, ma forse indirettam~nte, dai
Mi'rabz'lia. Per altre fonti dubbie r imandiamo alle
note. Quanto all'età in cui Pomponio attese a questo
196 DESCRIZIONE INTERPOLATA

suo lavoro, è da tener presente che nel catalogo non


figura alcuna notizia tratta dal calendario di Venosa,
da· lui conosciuto in forma imperfetta nel 1488 (cf. PoLI-
TIANT Op. Omn. Basileae, 1553, p. 10), mentre vi si
utilizza Festo, di cui egli ebbe in mano il codice, poi
detto Farnesiano, ritrovato da Manilio Rallo intorno
al 1476. Quindi si può ritenere che il catalogo sia stato
redatto tra queste due epoche.
La via aperta da Pomponio Leto all'interpolazione
erudita fu continuata da altri, senza alcuna preoccupa-
zione del primitivo disegno del testo, che veniva cosi a
perdere sempre più i suoi lineamenti fondamentali.
Nella bibliot. Marciana di Venezia si conserva un codice
(n. 3453, già ms. Lat. cl. X, n. 195), di cui le prime no-
vantatre carte sono, come ha dimostrato il DE Rossi
(op. cit. pp. 49-50), almeno per la massima parte, ma-
teria raccolta da un anonimo. della scuola di Pomponio
Leto; il resto comprende una copia della silloge epi-
grafica di Pietro Sabino, una seconda silloge del mede-
simo, dedicata a Carlo VIII, e altre appendici di carat-
tere epigrafico. Alle cc. 34 a-43 a, dopo gli Ezcerpta a
Pomponi·o dum z"nter ambulandum cuidam dom1:no ultra-
montano relzq1àas ac rui·nas Urbù ostenderet, segue, senza
alcun titolo, il catalogo i11t~rpolato : quello di Pomponio.
Ma esso è accresciuto di nuove voci e confrontato anche
con altri codici, come si rileva dalle note marginali:
«non erat in pomponiano », << hoc est addi tum in pom-
« poniano », « non sunt in pomponiano », « in alio », «non
«in a lio », « alterum vacat », « erat in alio », «in alio
<<codice ''• « a lio codice >J, « in aliquibus non era t >J. Le
aggiunte sono tratte, oltrechè da autori ricordati già
DE L L E Q U A T T O R D I C I R E G I O N I D I R O M A 197

per Pomponio, anche da Valerio Massimo, Cassio Dione,


Gellio, Solino, Ovidio, Macrobio, Servio, Virgilio, dai
Fasti Vallensi, Venusini, Esquilini, e, parrebbe anche,
dagli Allifani, dai Prenestini, dagli Amiternini. I Val-
lensi e Venusini si trovano inseriti nello stesso codice
Marcian?, gli Esqùilini sono in fra Giocondo, ma non
sapremmo dire donde l'interpola tore abbia potut0
prender conoscenza degli altri. Il cod. Veneto è rite-
nuto dal DE Rossi (op. cit. p. 67 e nota 5) a1l'incirca
del 1498, in base alla notizia, datata, di un ritrova-
mento avvenuto in quell'anno. E: da osservare però
che alla c. 20 a si trova un epigramma il quale ci
riporta invece ai tempi di Giulio II :
Si m u 1a e rum A po 11 in i s marmore u m n up e r in v e n tu m

Postquam Caesarei fato cecidere penates,


Et Capitolinae, tecta superba, domus,
Ruderibus latui immensis, dum lulius alter
Haec strueret magnis atria digna deis.
Tu, dilecta mihi Delosque Rhodosque valete:
Haec mihi sit Delos, haec mihi silva Rhodos.

Inoltre dat cod. Veneto siamo anche informati della


provenienza del testo che Pomponio deve aver tenuto
sott'occhio, grazie alla seguente nota: « Suprascriptae
«Xliii Regiones inventae fuere 'F-omae in bibliotheca
«S. Onophrii, antiquis litteris scclptae et in fine, aliena.
« sed antiqua quoque manu, scriptum erat: « I N DESPEC-
« TUM TUAE BARBAE IN STERQUILINIUM REDUCTA ES».
Ma la biblioteca di S. Onofrio sul Gianicolo è andata
da molto tempo dispersa, e di quel codice non restaoggi
alcuna notizia. Il testo del cod. Veneto fu pubblicato
dal DE Rossi in op. cit. pp. 74- 86.
I 98 DE S CR I Z I 0 NE INTERPOL A T A

Quale valore critico attribuiremo a questo rima-


neggiamento di Pomponio, e della sua scuola, del-
l'antico catalogo regionario ?
Nell'esame sarà opportuno tenere distinta la parte
riguardante modificazioni e trasformazioni del!' antico
testo, da quella costituita dal complesso delle voci ag-
giunte. Spiccatamente nella prima regione, e meno in
altre, Pomponio turba l'ordine topografico del testo
antico per raggruppare gli articoli a seconda del loro
genere (templi, piazze, fontane, bagni, terme, archi).
Tralascia qua e là voci, senza che possa intender-
sene la ragione; legge malamente il ms. che ha sot-
t'occhio (per es. mimz'tz"a, cali'dz'z', samz'um coragz'um) o
fonde insieme articoli o parti di articoli diversi (castra
gentt'ana, praetu:ra praesentz'ssz'ma, vz"cus colapeti pasto-
rù); attribuisce a talune divinità monumenti che non
furono ad esse mai consacrati (pentapylon I ovz's Arbi-
tratorù, Pantheon lovi· Ulctori); non avverte che ripete
uno 'Stesso articolo in due regioni (lacus Promethez).
Per quanto riguarda le aggiunte Pomponiane, segna-
liamo anzitutto i nomi dei vici, collocati a capolista delle
diverse regioni. Siccome quei nomi derivano dalla base
dei vicomagistri, non è improbabile che questa co-
stituisse il punto di partenza per il lavoro di amplia-
mento. Poi nel Leto dovette sorgere il desiderio di
'completare le liste del catalogo regionario con tutte
quelle altre indicazioni di luoghi che egli aveva, forse,
già messo insieme, o veniva raccogliendo sulle varie
fonti da noi elencate. Ma la maggiore difficoltà da
affrontare consisteva nell'esatta collocazione dei nuovi
·articoli, quando specialmente mancava nella fonte qual-
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 199

siasi preciso riferimento. In questi casi Pomponio do-


veva affidarsi a lle deficientissime conoscenze del tempo,
che lo indussero a collocazioni arbitrarie ed erra te.
Si aggiungano inoltre i doppioni e le ripetizioni causate
da un mancato riconoscimen to delle località (Cloacz'nae
templum e templum Vener is Cl·uecinae, Mi'nervz'um e M i'-
nerva Chalcidz'ca); g li equivoci derivanti da scambi di
feste per monumenti (equù-z'a , floralia); le inclusioni di
località inesistenti a Roma (Sacriportus) e a ltri abbagli
che fu nos tra cura di rilevare.
Altrettanto si dica dell'interpolatore del cod ice Ve-
neto, a l quale però va riconosciuto il merito di aver
ripreso in esame il testo degli antichi cataloghi, per ag-
giungere le voci omesse da Pomponio.
Concludendo, il catalogo interpolato, quale risulta
dall'attività di Pomponio e del suo continuatore, rap-
presenta una deformazione del testo a ntico, e l'apporto
alla conoscenza della topografia romana si riduce a ben
poco. Tu tt'al più potremo riconoscere nell'opera una
prova di quell'amore che spronava Pomponio, e i suoi
discepoli dell'Accademia Romana, a ricercare la s toria
e la vi ta di quei monumenti , testimoni di un'epoca
che il sodalizio vagheggiava di far risorgere in una età
profondamente mutata.
L 'antico ca ta logo regionario, fu tramanda to a no-
nimo fino al secolo xrv, quando NrccoLò SrcNORILI,
nella sua Descrz'ptz'o urbz's Romae, ne attribuiva la pater-
nità a Paolo D iacono : <<tota civitas distincta est in
« tresdecim regiones, quamvis Paulus dyaconus in XII I I
« scribat »; e più avanti, trascrivendo il Curiosum: cc a
« Paulo dyacono incipiendum est, quoniam sic scripsisse
200 D ES C R I Z I O N E I N T E R P O L A T A

« repperio ». Donde il Signorili abbia potuto trarre una


simile notizia, non sappiamo; ma non è i~probabi le,
come avvenne per altre attribuzioni, che in qualche
codice il catalogo si trovasse insieme con un'opera di
Paolo. Per es. nel ms. della bibl. Nazionale di Napoli
IV . D . 22, dell'inizio del sec. xvi, esso è messo a l
seguito di una descrizione di provincie (cf. C. PascAL
inArch. Stor. Sfr. Or. IV, 1907, pp. 301 - 2) che una mano
posteriore intitola Paulus Dz.aconus de exterz's ltalt·aeque
provz.nczù. Ad ogni modo la fantastica attribuzione a
Paolo non ebbe alcun seguito.
Invece, più tardi, verso la metà del sec. xv, Biondo
Flavio, attingendo a una redazione del catalogo con-
tenuta in un l'•>dice Cassinese, ne attribuiva la paternità
a Sesto Rufo:« Ea vero omnia tempia, eas aedes videmus
« in vetusta urbis Romae descriptione, cuius auctorem,
« librariorum incuria suppressum, nos in Cassinensis
<< monasterii bibliotheca legimus fuisse Sextum Ruffum,

« consularem virum, positas esse in prima regione, porta


«Capena» (De Roma i·nstaurata, I, 18). E ancora: cc Et
<< urbis descriptio, quam Sexti Ruffi fuisse diximus cre-

wdere, multa ponit publica in eo monte [il Celz'o J aedifi-


« cata » (ibid. I , 77); «Sex. Ruffus vir consularis, qui, Fron-
« tino posterior, Dioclitiani temporibus urbem Romam
<< descripsit, aquas ipsas ad .xrx. enumerat » (ibid. II , 95).

Il codice a cui accenna il Biondo non esiste oggi più a


Montecass ino; però ne conosciamo du e che portano
appunto l'attribuzione da lui riferitaci. Uno è l'Ot-
toboniano lat. 2089 della bi bL Vaticana, cartaceo, del
sec. xv, già appartenuto a l duca G iovanni Angelo d 'Al-
temps, e contenente, oltre a vari scritti di carattere
D ELL E QU AT T O RO I C I RE GI O N I OI ROMA 20 I

storico ed epigrafico, Rerum gestarum P. R. lz'ber di


Sesto Ru fo e la Descnptio urbù Romae per Sextum
Rufum, cioè il Curz'osum, molto scorretto. · L'altro, della
bibl. Palatina di Vienna 3224 (ora a Trento), cartaceo,
pure nel sec. xv, contiene: Ruffi Sex# vz·n· consularù
[rerum] gestarum populz' Romani· Val[entinz]ano Augusto
lz'ber; Descriptz'o urbz's Romane per Se:xtum Rujfum (il
Curz'osum), che termina con le parole « Finit [Liber]
« Ruffi Sexti » e coi versi già ricordati a p. 85.

Roma vetus, veteres cum te rexere Quiritcs, &c.

Dal trovarsi uni ti in uno stesso codice il Breviario di


Rufo e il catalogo delle regioni può aver avuto origine
l'attribuzione sopra accennata.
In seguito GIANO P .~RRASIO, dando alle stampe, per
la prima volta, un catalogo interpolato delle quattordici
regioni, simile al Veneto, col titolo De Regz'onz'bus urb'Ù
Romae lz'bellus aureus, lo attribuiva a P. Vittore. Di-
ciamo simile, perchè, se nella linea generale corri-
sponde, presenta però anche omissioni, aggiunte, va-
rianti , ora in meglio ora in peggio, e qua e là una diversa
disposizione dei vocaboli. Il Parrasio, trasferì tosi da
Napoli a Roma nel 1497, dove fece parte dell'Accademia
Pomponiana, e nel 1499 a Milano, dedicò nel 1503 l'ope-
retta al vescovo Stefano Ponchier:
Ad a mp liss i m u m P r a e su I em S te p han u m Po n eh eri u m i uri s
consultissimum Pontifi cem Parisieusem sanctissimique
Scnatus l nsub r um principem A. Ianus Par r has iu s Nea-
politanus.

Aeneadum ne quando situ monimenta perirent,


Puauus hoc V1croR evigilavit opus,
In quo bis septem digessit partibus Urbem,

Cod. TopOflT-
202 DESCRIZIONE INTERPOLATA

Illustresque sua cum regione locos.


Quomque triumphales imis a scdibus arces
Verterit hostilis barbara dextra Getae,
Ingenio tamen ecce maneot in saecla perenoes;
Marmore tanto plus docta litura potest !
SeJ ne longa dies maiori strage ruioae
Obruat authorem Romuleosquc lares,
Accipe, summe Pater, per mille volumioa fusum,
Corporis exigui, re pretioque gravem,
Accipe, quando tibi debetur iure, ltbellus,
Stanl ubi municipum tecta vetusta NumJe.
Nam tibi quae meritos virtus largìtur hooores,
Arbiter lnsubres ut modere re Patres,
Ut modo Sequanicae crinem tegat infula terrae
Attollatqu~ tuum lucida mitra caput,
Haec eadem, mihi crede, dabit trabeata Quirini
Ad Vaticaoum tempia regenda tibi.

Alla fine del catalogo si leggono questi altri versi:

Hiacynthus Arpioas

lacebat inter Pusuus blattas situmque


Et barbaram improbamque soricum famem.
Heu Roma quantum amiserat decus: flebant
Delubra, colles, porticus, basilicac,
Vici, insulae, areae lacusque I Debcre
Fatetur ergo vindici Iano quantum
Urbs Publio; ecce restitutus, hispidus,
Ignotus, horridus, tenebrosus, lacer
Et ulcerosus, ante qui fuit Victor.

Manca la data e il luogo di stampa; ma poichè il Pon-


chier fu nominato vescovo di Parigi nel 1503, e nel 1505
uscì, come si vedrà, una nuova edizione del libretto
del Parrasio, se ne deve dedurre ch'esso fu pubblicato
nel 1503 o 1504 (cf. G. MARINI, Gli" attz. e monumenti·
de' Fratelli" Arvali", Roma, II , 1795, p. 619 nota 174;
C. I ANNELLI, De vz"ta et scriptù Auli lam· Parrhasù"
D E L L E Q U A T T O R D I C I R E G I O N I O I R O M A 20 3

t<>mmentarz"us, Neapoli, 1844, p. 65; F. LO PARCO, Auto


Giano Parras1:0, Vasto, 1899, p. 55). Donde il Parrasio
abbia ricavato il nome di P. Vùtor non risulta; ma
anche qui ripetiamo quanto si è detto per Paolo
Diacono e Sesto Rufo, che cioè la contiguità, in uno
stesso codice, di qualche opera d i Aurelio Vittore, o di
un altro Vùtor, deve aver dato luogo all'equivoco.
Nel 1505 l'opuscolo fu ristampato insieme col De
temporz"bus sive de sex aetatz"bus huz"us saeculz" lz"ber di
BEDA; questo però a Padova nel marzo, quello a Vene-
zia nel maggio, con dedica di Pietro Mareno Alessandro
da Corneliano a F . Valenzio Soncino. Poi si ebbe
l'edizione di Brescia del 1509: P. V1cTORIS De XIIII
Regi"om:bus urbi"s Romae lz"bellus aureus.. Nuper reco-
gnt'tus per lo. Francùcum Concoretz'um Cremonensem
multi"s adhi'b1:tz"s exemplarz'bus antz'quùsimi·s, la quale può
considerarsi una ristampa, perchè se in qualche punto
migliora il testo del Parrasi~, nell'insieme non presenta
grandi novità. Seguirono, esemplate sul Parrasio, l'edi-
zione di Lione del 1510; quella di ALDO MANUZIO, Ve-
nezia, 151 8; degl i eredi Giun ta, Firenze, 1519; di G.
B. Pw Bolognese, Bologna, 1520; di A. PAGANINI,
1521 ; di G. MAZOCHI, Roma, 1523; di G. BARTOLOMEO
M ARLIANO, Basilea, r 538.
Quanto alle varie attribuzioni, accanto a l nome di
Publio era apparso nella ediz. di G. B. Pio anche quello
di Fabio; e Fabù: Vz"ctorù de Xliii urbù regùmibus et
vetustatz'bus opuscuium è intitolato il ca talogo nel cod.
Harleiano 2528 del sec. xvi, pubblicato dall'URLICHS
(Cod. urb. Rom. top. p. 34 sgg.) e Fabù' Vùtorù enume-
ratz·o Xliii urbù Romae regi.onum nel cod. Cotton.
204 O E S C R t ZI O N E I N T E R P O L A T A

Cleopatra B. XI (Brit. Mus.). Nè qui si arrestarono


le trasformazioni del nome; in un ms. del Curiornm
(cod. Regin. lat. 1370 della bib l. Vaticana, del sec. xvI)
una mano diversa ha segnato Paulus Vz"ctor, che lo
J oRDAN (Hermes, II , 417) crede una combinazione di

P. Vùtor e Paulus Dz.aconus, ma che potrebbe anche


rappresentare una errata lezione dell'inizia le P.; e in
un codice più recente (Ba rberin. lat. 69) il nome è di-
ventato P. Aure'1:us Vùtor.
Intanto anche l'attribuzione a Sesto Rufo non era
completamente obliata. Difatti dopo la metà del sec. XVI
ONOFRIO P ANVINIO in Rezj>ublùae Romanae commen-

tart.orum lz"bri tres, Venetiis, 1558 pubblicava Sextz"


1

R ufi V. C. De Regz.onz"bus Urbù lz"ber . «Qui libellus »,


diceva nella prefazione, « usque ad nostra tempora tene-
« bris vetustatis oppressus latuerat; quibus litteris ma-
« iusculis venerandae vetustatis scriptus inventus est.
« Ceterum nec ille, quamquam exiguus, temporis eda-
<< citatem effugere potuit, aliquot enim pagellis truncato,

« quum pleraque in a liis locjs, tum tres quoque ex tremae


« urbis regiones in tegrae desideran tur 11. Insieme lo
stesso Panvinio pubblicava anche il libro di P. Vittore,
scritto pur esso in maiuscole, « longe emendatior cen-
« tum et amplius locis auctus ». Inoltre nel primo libro
dei suoi commentari inserì una descrizione delle XIV
regioni di Roma ricavata da Sesto Rufo, Publio Vittore
ed altre autorevoli fonti. Al Panvinio aveva fornito
copia dei due testi di Rufo e Vittore, cinque anni innanzi,
Ant0nio Agostino, vescovo di Alife e uditore di Rota,
traendoli dal Vaticano lat. 3427; un codice membra-
naceo, scritto appunto in maiuscola, qua e là in rosso,
DELLE Q U ATT O R DI C ! REGI ON I O I R O M A 205

con riferimenti , della s tessa mano, anche alle edizioni a


stampa, e con la nota a c. 2 a:« Publius Victor di M. Pirro
« I 3427 I Fui. Urs. ». Il Pa nvinio, e fors 'anche A. Ago-
stino, erano caduti in inganno; la scrittura non era
affatto a n tica; si trattava non d'altro che di una com-
pilazione di Pirro Ligori. I due testi del Panvinioj_fu-
rono riprodotti da J. J. BorssARD (F rancoforte, 1597),
dal GREVIO 1.U trecht-Leida, 1696), mentre F. LAB BE
(Parigi, 1651) era tornato a rip rodurr~ il testo del Par-
rasio «ex Alexandri Paganini edi tione anni I 52 I pluribus
«in locis castigata», e di qui lo ristampava il M URATORI
(Milano, 1742). Alcuni anni più tardi usciva il Lz'ber
de urbe Roma seu /.,atinus Commentarius z'n Pub. Vt'c-
torem ac Se:x. Rufum de Regi'onibus Urbù auctore BER-
NARDO 0RICELLARIO. Nunc pn·mum z'n lucem edi'tus
cum notù postumù ANTONII FRAN crscr GoRII. Adcedz't
Pub. Vi'cton's ac Se:x. Ru.fi te:xtus e:x fide complurium
Codd. Mss. Vatz'canorum cura et studz'o D oMINICI MARIAE
BEcuccu, Florentiae, 1770 (inserito anche in T ARTINI,
to. II delle Accessz'ones ai Rerum /tal. Scri'pt. del MURA-
TORI). I I Becucci dichiara nella prefazione di essersi
servito dell'edizione di Aldo Manuzio del 1518 e'?"di
quella fiorentina del 1519; poi di ottimi codici della
Vaticana, «quorum exempla sum ma fide viri doc tissimi
« Equitis Francisci Vectorii manu, ut creditur, exarata,
« in schedis Gorianis tempestive adinvenimus ». I codici
furono utilizza ti nell'ordine seguente: per Pubi io Vi t-
tore il Vat. 3394 (il Pomponiano); in difetto di questo
si suppll col Va t. 3427 (il Ligoriano); e nei casi d'incerta
lettura si ricorse all 'aiuto di altri mss. Furono anche
utilizzati il Va t. lat. 3327 (Curz'osum del sec. 1x), il Vat.
206 D ES C R I Z I O N E I N T E R P O L A T A

lat. 3191 (a ttribuito erroneamente da Fulvio Orsini a


Pomponio Leto) e frammenti dispersi qua e là in altri
codici. Sesto Rufo vien dato sul cod. Vat. lat. 3427
(il Ligoriano).
Il testo del Parrasio ebbe ancora una ristampa nel
1843 a Parigi, a cura di L. BA UDET; e nel 1850 P. KAN-
DLER pubblicò P. Aurelz'i Vùtorù de regi'omlJus urbù
Romae li"bellus unùus da un codice triestino, del quale
però non dava alcuna particolare notizia.
Ma già Emiliano Sarti aveva negato l'autenticità
di Publio Vittore e di Sesto Rufo (cf. G. PELLICCION I,
Emi.Nano S arti· ed alcuni· frammenti" postumi' degli· studi·
dt. lui·, Bologna, I881, pp. 12-3; BuNSEN, Beschrez'bung
der Stadt Rom, I, I8301 pp. I]3- 4), e dopo di lui il
PRELLER (Di"e R egi.onen, p. 38 sgg.) aveva dimostrato
chiaramente che le opere, le quali andavano so tto i nomi
di questi due a utori, non erano altro se non amplifica-
zioni dell 'antico e genu,i no catalogo regionario.
Noi diamo il testo di Pomponio Leto, cod. Vat.
lat. 3394 (=A), con le varianti del cod. Barberin. lat.
28 (= A2 ) e dei frammen ti del cod . Vat. lat. 3394 (= A 1) .
Stampiamo in corsivo le aggiunte fatte da Pomponio
al catalogo originario, e mettiamo tra parentesi quadre,
in corsivo, le interpolazioni del cod. Mare. 3453 (= B).

Cf. PRF.LLER, Die Rrgionm, p. 38 sgg.; Jo1rnAN, Topogr. 11, 300 sgg.;
OE Rossi, Nott di topografia romana cit. pp. 49-50, 65 sgg.; UR1.1c11s, Cod. 11rb.
Rom. top. pp. 19-34; ZABUGHIN, P. Leto cit. II, 181 - 4.
D E L L E Q U A T T O R O I C I R E G I ON I O I R O M A 207

REGIO I. P ORTA CAPENA.

Viciu <•> Camu1arum ti Atdis <•>.


Vicus Drusìanus.
Vicus Sulpici Ulterioris.
5 Vic11s Sulpici Citericris.
Viws Forttmae Obsequentis.
Viws Pulverarius.
Vic11s Hot1oris et Virtutis.
Vicus Trium Ararum.
1o Vicus Fabrici.
Aedis Martis.
Aedis Minervae.
Aedis T empestatis.
Area Apollinis.
15 Arèa Spei Ci>.
Area Galli Cù sive Thalli sive Calliae.
Area Pinaria Cl>.
Area Carsucae <'>.
Lacus Promethei.
20 Lacus Vipsani C7>.
Balineum Torquati.
Balineum Vectii <•> Bolani.

Pompooli Laeti l)lancn De Rcglonlbus e1 urbis vetustatil>u• descrlptlo prtcede ili A 2


1. Prima A 2 8 14. Area] Acdil A 2 16. sivc T halli sive Callis ili inchio1tro ro110 8
20. Vepuni 8

(1) Questo e i seg uent i nomi dei vici j6) "Carrucae » Cur. e Not.
sono desu nti dalla base dci vicoma - '(7) Pa rrasio aggiunge « vel Vespa·
gistri. «sian i >1 ; e qui deve essere infa tti un er-
(2) DJ PLINIO, Nat. Hist. XXXIV, rore per « balineum Vespasiani», che
19, il quale è solo a ricorJare un tem- segue io Not. a u balineum T orqua ti ».
pio (u aeJcS») delle C.1mene, a propo- (8) Il nome « Vectius »,che Pompo·
sito di una statua che il poeta Lucio nio aggiunge, è in TACITO, Ab excesw
Acci o vi a vrcbbe eretta a sè stesso. d. Aug. X V, 3; Hi1toriae, Il, 6 5 e 97;
O) "Sple11is » Cur. e Not. Vita lulii A gricolae, 8, I ; 16, 7, e in
(4) «Calle~» Not. STAZIO, Si/11ae, \', 2. Cf. RoHDEN- DES-
(5) « Panruria 11 C11 r . e Not. SAU, Pro1opograpbia, III, 1898, p. 4 11.
208 DESCRIZIONE INTERPOLATA

Balineum Mamercini <•>.


Balineum Abascantiani <».
Balineum Antiocbiani.
Thermae Severianae.
Thermae Commodiaoae. 5
Arcus divi Veri Partbici.
Arcus divi Traiani.
Arcus Drusi.
Mutatorium Caesaris.
Almo fluvius. IO

Vici .1x. <i>.


Aediculae .x.
Vico Magistri .xxxvi.
Curatores .11.
Dentmliatores .n. <+>.
Insulae .III.CCL.
Domus .cxx.
Horrea .xlii.
Balineae privatae .LXXXII.
Lacus .Lxxx11u. 20

Pistrina .xx.
Regio in ambitu continet pedes .xu.ccxxv1.

1. Mamcnlni A' 2. Abascantiani] la secondn a ne//' interi. A' 6. Parthici] h


nel/' interi. A' 13. xxx11 8 22. pcdes] pcdum pca A pedum A2

( 1) é< Mamertini ); Cur. e Not., e cosi servì o a ~ sostituzioni sue. Su:i può
anche Parrasio. considcra rii l'alterazione dcl numero x
( 2) «Abascantii> Not. «Abascantis» in IX dei vici di questa regione, fatta
C11r. Per simili alterazioni cf. Macel· in conformità <lei vici <la lui elencati.
lum Liviani nella reg. V. (4) I « denuntiatores l> derivano dalla
(3) I numeri spesso non si accor· Base. Sono i due liclorts dt11u11tiatorts
dano con quelli dell'antico catalogo, popularu che i vicomagistri avevano
e non sappiamo se la discordanza sia il diritto di portare con sè in deter·
attribuibile al ms. di cui Pomponio si minati giorni.
D EL LE Q U A T T O R D I C I R E G I O N I DI R O M A 209

REGIO II. CAELIMONTIUM.

Templum Claudi.
Macellum Magnum .
Campus Martialis C•>.
5 Lupariae.
Antrum Cyclopis.
Castra Peregrina.
Caput Africae.
Arbor Sancta.
1o Domus Philippi.
Domus Vectiliana.
Regia Tulli Hostilii [et templum quod in curiam rtdegit Tullus
ordini a se attcto, idesl patribus minorum gentium]C2J.
Mansiones Albanae (J) ,
I5 Mica Aurea.
Armamentarium.
Spolium Samarium C•>.
[Aedis Vortumni in vico Thusco] Cs>.

1. secunda B Cellus mons e in mare. in inchio1tro roiw celimontium B 5. Lu-


panariae con /a e i n inchiostro r0110 e un 1ef{1lO di e1punrione 8

(1) Da PAOLO-PESTO, p. I I7. Un città il Celio e lo destinò ad abitazione


cam po a pérto, dove si celebravano degli Albani.
le equirria, quando il campo Marzio (4) « Spoliarium j Saniarium » C:ir.;
era inondato dalle acque del Tevere « Samarium » i codd. di Not.
(cf. anche Ovroro, Fast. III, 519-22). ( 5) L' « aedis Vortumni » era sul-
L'area si estendeva probabilmente fuori 1'Aventino «in Loreto Maiore » (cf.
della porta Celimontana, e può essere Fasti Allif. Val/. Amit. id. aug. io
identificata col «campus Caelemonta- C. I. L. 12 , pp. 2I7, 240, 244; v. anche
« nus » (cf. HuELSEN, Topogr. l, 111, Fasi. AnzJati in Noi. Scavi, 1921,
225-6). p. 106); ma nel « vicus Tuscus >>, che
(:i) Da LIVIO, I, 30, l-2 (cf. anche trova vasi nella regione Xl, era un::t statua
D10N1s10, III, 1, 5); ma la Curia era del dio Vorlmn11us o Vert111nm1s, « deus
nella regione Vlll. La Regg ia fu bru- te Etruriae princeps >> (V ARRONE, V, 46
ciata da un fulmine insieme con Tullo e PsE UDASCO:-iio, Act. Il ili Verr. r, 199,
Ostilio (L1v10, I, 3 1, 8). 22); altri dice un sacello: « Vor-
(3) Da LI VIO, I, 30; 33 2 , il quale " tumnus ... in vico Turario (= Tusco,
dice che Tullo Ostil io aggiunse alla « cf. PsEUDACRONE, Sebo/. i11 HoRAT.

Cod. TopoK"r.
210 DESCRIZIONE I NTE RPOLATA

Ludus Matutinus.
Ludus Gallicus.
Cohortes <•> quinque vigilum.
Vici .VII.
Aediculae .vm. 5
Vico Magistri .xxvm.
Curatores .11.
Denuntiatores .n.
Insulae .m.
Domus .cxxxmr. 10
Horrea .xxm.
Balineae privatae .xx.
Pistrina .xn.
Regio in ambitu continet. pedes .xn.cc.

R EGIO m. lsrs ET SERAPIS.

Moneta.
Amphitheatrum quod capit loca .LXXXVII.
Ludus Magnus.
Ludus Dacicus.
Domus Bryttiaoa. 20
Samium <•> Coragium.
Praetura Praesentissima CJ).
Thermae Titi Caesaris Augusti.

3. Cohortes) sulla seconda o in interi. u B 14. rea A' e cosi sempre in seguito.
19. Ludos Daclcus I Bacchlcus B, e in mar{I'. in inchiostro rouo alter autem otrumque
expuogcodom, quonfam In allquibus non erat.

« Se,.m. II, 3, 228) sacellum habuit » (2) « Summum » Cur. e Noi.


(PORFIRIONE, Comm. in HoRAT. Epist. I, ( 3) « P raetura » rappresenta un'arbi-
lO). traria aggiu nta di Pomponio ; l'a ppel-
( 1) In questo caso ed in 'altri ug uali lativo cc praesentissima '' è corruzione
la sostituzione del plurale al singolare del « Praesentis " {v. p. 167, varianti
risale ad un errato completamento del - ai righi 12-3) divenuto in qualche co·
l'abbreviazione. dice « praesentissum '"
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 211

Thermae Traiani Caesaris Augusti.


Thermae Philippi Caesaris Aug1,sti <•>.
Lacus Pastoris.
Scola Quaestorum .
5 Scola Capulatorum.
Porticus Livia.
Castra Misenatium.
Subura <:J.
Vici .VIII.
IO Aediculae .VIII.
Vico Magistri .xx1h1.
Curatores .11.
Denuntiatores .u.
Insulae .II.DCCLVII.
15 Domus .CLX.
Horrea .xm.
Balineae privatae .Lxxx.
Lacus .LXV.
Pistrina .xu.
20 Regio i11 ambitu continent pedes .xa.cccL.

REGIO IIII. TEMPLUM PACIS.

Templum Remi <i>.


Templum Veneris.
Templum Faustinae.

4. Schola] h 11e//'i11tt r/. A 2 5. Scholo.j h nel/' interi. A 2 11. xxx1111 A' B

( 1) Le « thermae Philippi » sono zione è però considerata fals.i (cf. ]OR·


sconosciute. Si ricordano soltanto in DAN, Topogr. Il, 309).
uoa iscrizione pubblica ta dal PANVINIO (2) C11r. e Noi. pongono la «Su-
(Urbs Roma, Venetiis, 15:)8, p. 168): « bura » nella regione seguente.
« L. Rubrius Geta cur. p. cccxxm (3) « Homae » Cur. e Not.; ma
«d. n. Philippi Aug. therm ... », che « Remi» ha!!no i codd. della famiglia
si dice rinvenuta « prope aediculam del Laure nz. 89, 67 (cf. URLICHS Cod.
« S. Mauhaci in Merulaoa n. L'iscri- urb. Rom. top. p. 7).
212 DESCR IZI ONE INTERPOLATA

Templum Telluris.
Via Sacra.
Basilica Constaotini.
Basilica Paulli Aimili.
Sacriportus <•>. 5
Forum Traositorium.
Baliocum Daphnidis.
Porticus Absidata.
Area Vulcani cum Vulcanali uhi lothos a Romulo sata [Àtqru
inibi per bid1tum sanguine plttit] <». 1o
cAliud templum Concordiae] (s>.
Buccioum Aurcum.
Apollo Sandalarius.
Hofrea Chartacea.
Sororium T igillum. • 15
Colossus altus pedes .cn. et semis, habeos in capite radios .vu.
singuli pedum .xxn. et semis.
Meta Sudaos.
Carinae <•>.

4. Patii A Pauli A 2 B 9. cum Vulcanali ùr marg. con ieg1to di richia11UJ B ubl]


In qua in inter. in inchio1tro rouo B a] .i. A 14. Carthacea A B

( 1) Antica città del Laiio, tra Segni qui confuso l'c area Vokani • nelle vi-
e Preneste, dove Mario il Giovane fu cinanze dcli' Argrùtum con l'omonima
sconfitto da Silla. La località è ricordata «area» del Foro, a cui si riferiscono le
da FLORO, Il, 9, l3 in connessione con notizie da essi aggiunte. Quest' •area 11
la porta Collina (e apud Sacriportum era anche d'ordinario chiamata Vul-
e Collinamque portam » ), e dai ma- caoale.
noscritti di Floro passò negli apografi (3) Verosimilmente da CASSIO DIONE
del De U11gua Lat. di VARRONE (V, 54~: (XLIV, 4, 5), il quale ricorda un tempio
u Huic Germaliam et Vellias coniunxe- 'Oµovo!«ç X«Lvijç votato nel 44 a. Cr.
• runt quod in hac regione sacriponus L' ubi~zione non si conosce, anzi si
e est, et in ea sic scriptum 11 (ed. 1471 ignora se sia stato veramente costruito.
curata da Pomponio Leto, f. 1111 b.). (4) Forse da SuETONtO, Tibtriru, I 5
Siccome ivi si parla della quaru re- o De grammaticis, 1 5; ma Pomponio
gione Serviana, l'interpolatore deve potrebbe aver tenuto anche presente
aver ritenuto la località come facente CICERONE, De baruspicum responsis, i3,
p:irte della città di Roma. 49 o FtoRo, Epit. Il, 18, 4. Le Carine
(2) Da PLINIO, Nat. Hist. XVI, i36, e erano un distretto sotto le pendici di
l'aggiunta del cod. Veneto da L1v10, S. Pietro in Vincoli di fronte alla
XXXIX, 46, s. Gl'interpolatori hanno Velia.
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROM A 21 3

Domus Pompei<•>.
Avita Ciceron1'm domiH <2 l.

Vici .vm.
Aediculae .vrn.
5 Vico Magistri .xxxu.
Curatores .II.
Dentmtiatores .11.
Insulae .u.occLv11.
Domus .cxxxvm.
10 Horrea .vm.
Balineae privatae .Lxxv.
Lacus .LXXVIII.
Pistrina .xu.
Regio in ambitu continet pedes .xm.

I5 R EGIO V. ExQUILINA cum turri <il et colle Viminali (~>.


Lacus Promethei (sl.
Macellum Liviani.
Nympheum divi Alexandri.
Cohortes . va. <6> vigilum.
20 Horti Plantiani C1>.
[Atdis Veneris Ericinae ad portam Collinam] <s>.

19' Cohurtes con la u 101/ituita da una o nel/' interi. 8

(1) Per le fonti di questa indicazione geva probabilmente negli orti di Me-
si può ripetere quanto è detto nella cenate.
nota precedente. La casa sorgeva nelle (4) Da VARitoNE, V, 5 1.
Carine, presso il tempio di Tellure (5) « Orpbei » Cur. e Noi. Si è ri-
(SUETONIO, De gramm. I 5). petuto il « Promethei » della regione 1.
(2) Forse da PLUTARCO (Cicero, 8, 6), (6) 11 C11r. e Noi.; forse v è un'an-
dove si dice che Cicerone concesse la ticip22ione della iniziale di « vigilum ».
casa paterna al fratello; e dalla lettera (7) « Pallaotiani 11 C11r. e Noi.
di CICERONE al fratello Quinto (li, 3, 7), (8) Da L1v10, XL, 34, 4 Si trovava
donde risulta che la casa di questo era poco fuori della porta Collina e ripro-
«in Carinis >>. duceva il tempio di Venere dcl monte
(J) Da SuETONIO, Nero, 38, 2 . Sor- Erice in Sicilia (L1v10, XXX, 38, 10;
DESCRIZIONE INTERPOLATA

Horti Maecenatis C•>.


[Regia Servi. Tulli] C2 l.
Hercules Sullanus.
Amphitheatrum Castrense.
Campus Exquilinus [et lucus] <il. 5
Campus Viminalis sub aggere.
Lucus Petelinus <•>.
Templum lunonis Lucinae <s>.

1. M~enatls A' Mocceoails B 3. Hercles B 4. Arnphheatrum B

Ovrmo, Fasti, IV, 871 -4, Rem. amor. (3) Il <e campus Exquilinus » da CICE-
549-50; Fasi. Aro. 1x kal. maii in RONE,Phiiipp. IX, 7, I7 o da SUBTONI01
C. I. L. 12, PI" 214, 21 5, 316, Fasl A11z. Cla11d. 25, 3; l'aggiunta del cod. Ve-
p. 94; APPIANO, Beli. civ. I, 428; STRA· neto da VARRONE, V, 50. Il campo
BONE, VI, 2,5). Fu dedicato dal duum- era fuori della porta Esquilina, a nord
viro L. Porcio Licino (18 1 a. Cr.), che della via Labicana (STRADONE, V, 31 9)
lo aveva votato quando era console, e il bosco sul colle Oppio (VARRONE,
durante la guerra contro i Liguri, nel !oc. cit.).
184 (L1v10, XL, 34, 4). Nell'età im- (4) Quasi certamente da VARRONB
periale sembra che questo tempio (V. 50), dove l'esatta lezione «Poe-
portasse il nome di Ve1111s hortorum « telius »,nel manoscritto Varroniano
Sallustianorwn ( cf. C. [. L. VI, I 22, di cui si serviva Pomponio, doveva es-
32451, 32468). Per una sommaria sere stata deformata in « Petelinum ».
descrizione del tempio vedi LUGLI, D'altra parte un « lucus Petelinus • ~
Mo11. a11tichi cit. III, 336. ricordato in L1v10 (VI, 20, 11 ; VII,
( I) Forse da SuETONIO, Tibtr. 15; 41; J) e in PLUTARCO (Camill. 36, 7),
cf. anche TACITO, Ann. XV, 39. PoR- ma si trovava u extra portam Flumen-
FIRIONE (Serm . I, 8 vv. I e 14) ci fa « tanaro», e non nella regione del-
conoscere che i giardini si estendevano l'Esquilino, mentre il 11 Poetelius » era
«extra ponam Esqullinam», dove erano sul Cispio.
le pubbliche << ustrinae >1 (cf. anche (s) Da VARRONE, V, 50. Il tempio
BoTSCHUYVER, Schol. i11 HoRATtuM ì. qi q. fu costruito nel 375 av. Cr. (PLINIO,
codd. Paris. 193 s, p. 300); e dallo Ps!!U· Nat. Hisl. XVI, 23 5) nel luogo dove
DACRONE (Sérm. I, 8, v. 7) sappiamb era un culto ad llizia (DIONISIO, IV,
che dove erano i giardini di Mecenate 15, 5). Nel 190 a. Cr. il fastigio del
si trovavano al suo tempo le terme tempio e le porte furono rovinate da
Traiane. un fulmine (L1v10, XXXVII, 3, 2).
(2) Da OVIDIO, Fasti, VI, 601; cf. an- Sorgeva sul Cispio, presso la torre
che L1v10, I, 44, 3. La Reggia sorgeva medioevale dei Cantarelli, dove sono
sul clivus Orbius, un2 via alla quale si state trovate iscrizioni relative al culto
perveniva dal F'oro, dopo aver raggiunto di Giunone Lucina e avanzi di un an-
la pane più alta del viws C11prirls, pie- tico edificio. Cf. HuELSEN, Topogr.
gando a destra, e che porta va all 'Esqui- 1, m, 334 nota 28.
lino (LIVlo, I, 48, 6; SouNo, I, 2 s).
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 215

Lucus Fagutalis (I),


Domus Aqllilii lurisconsulti cQ. Catuli a M. Crassi) <•>.
.Ara Iovis Viminei <'>.
Minerva Medica.
5 Isis Patrici2.
L01Jachrum Agrippinae (4l,
Thermae Olympiadis <•>.
Vici .xv.
Aediculae totidem.
10 Vico Magistri .Lx.
Curatores .u.
Denuntitltores .li.
Insulae .lii.DCCCL.
Domus .cLxxx.
r5 Lacus .Lxxvm.
Horrea .xxm.
Balineae privatae .Lxxv.
Pistrina .xn.
Regio in ambitii continet pedes .xv .occcc.

1. Locu1 Fagotalls aag. fuori colortrta A 2. Iur. consultl A A 1 5. Patrltla A 1


6. Lavachrumj t1pu111a b A2

(1) Da VARRONE, V, so. Nell'estre- antiquari dcl sec. XVI sembra che
m ità ovest dell'Oppio (cf. PLATNER- grandi rovine di queste terme esistes-
ASHBY, op. cit . P· 205). sero tra le chiese di S. Lorenzo e di
(2) D" PLINIO, XVJI, 2, e l'ag- S. Vitale. Cf. LANCIANI, Stor. deKli
giunta del cod. Veneto dallo stesso scavi, I, 230-1 ; H uF.LSEN, Topogr. I,
passo, m:ile inteso; poichè le case di m, p. 37 S nota 8,
Q, L utazio Catulo e di L. (non M.) ( 5) Dagli atti di san Lorenio (Mo M-
Crasso si trovavano cc in Palatio », e BRinus, Sanctuari11m seri vitae Sancto-
non, come quella di Aquilio Gallo, e in rum, Il, 94 I. 46, dove le terme sono ad-
«colle Vim inali ». ditate iuxta palafium Salustii; e StJRlUS,
(3) Da VARRONE, V, po da FESTO, Histo1·iae seu vitae Sa11ctornm, III, :i 39).
P· 516. Negli atti del Martirologio di Adone,
(4) Da una iscrizione su tubo di riprodotti in Acta Ss. 10 ag. p. 519, la
piombo, rinvenuta nel sec. xv presso il denominazione « Olympiadis » manca.
monastero di S. Lorenzo in Panisperna Riguardo a un presunto riconoscimento
(C. I. L. VI, 29765 e adJ. 366o5; XV di queste terme presso S. Pudenziana
7247). Da notizie che si ricavano dagli et. Lucu, op. cit. lll, pp. 349-Sl.
216 DESCR I ZI ONE INTE RP OL ATA

REGlO VI. ALTA SEMITA.

Jlicus Bellon<U <•>.


Jlicus Mamuri <».
Jlicus portae Querquetulanae<i>.
Jlicus Menapii <•l. 5
Templum Salutis [in colk Quirina/i] Cs>.
Templum Serapeum.
Templum Apollinis et Clatrae <6>.
T emplum Florae [et circus] <1>.
Floralia ca>. IO

(1) Da una iscrizione «in domo ritenuto che gli antiquari del 4-500
" Pomponii Laeti patris » (C. I. L. Vl, abbiano chiamato coll'appellativo di
l135)· templllm Apolli11is I'aedes Semo11is Sa nei,
(l ) Dagli Atti di santa Susanna e io conseguenza denominassero da
(Acta Ss. 11 ag. p. 631). La strada Apollo la parte del Quirinale corrispon-
deve aver corso dall'Alta semita al vicus dente al mom Sa11qualis (Du jARDIN,
Longus presso la chiesa di S. Vitale Monumenti a11tichi dell'area di S. Nicola
(cf. HuELSEN, Topogr. I, m, 410). ai Cesarini io Rurd. Ace. Poi1t. VIU,
(3) Non sappiamo donde sia stato 1933, p. 125 nota 171).
tratto il nome di questo vico. Ad ogni (7) Questo preteso circo di Flora
modo la « porta Querquetulaoa" era pai;e derivi da una errata interpreta-
' ul Celio, assai probabilmente tra la zione di « Lud. in circo Florae 10 che è
porta Celimontaoa e la Capena, a sud nei Fasti Vmus. v non. mai, p. 111.
di S. Stefano Rotondo; dunque non Si è in te.so «Ludi io circo Florae •,
nella regione VI. Sulla questione della mentre, come avverte 11 MoMMSEN nel
porta Querquetulana vedi SAFLUND, Le commento al su riferito luogo dei Fasti
mura cit. pp. 168, 201. (p. 317), trattasi di due indicazioni di-
(4) Anche questo vico è scono- stinte: « de ludis in circo et de sacro
sciuto. « Florae ». Non è da escludersi anche
(5) Dai Fast. Vall. non. aug. p. 140. che qui l'interpol2tore, avendo dinanzi
(6) Questa supposta dea Clatra, con- i Fasti Allif. id. aug. p. 1 17 o TACITO
giunta ad Apollo, secondo il DE Rossi Ab exctsSll d. Attg. II, 49, possa aver
potrebbe derivare da una erronea inter- · confuso il « templum Florae » sul Qui-
pretazione di un qualche frammento di rinale con quello presso il circo Mas-
epigrafe, trovato sul Quirinale, con la simo, non elencato nella regione Xl.
menzione delle f ous clatratae di un (8) Forse d2 PLINIO, Nat. Hist.
tempio di Apollo; c( Excerpta io Studi XVIII, 186. Negli Excerpta, p. cit.:
e docume11ti di Stor. e Dir. cit. p. 71. « ibi fiebant Aoralia ». Si trattava, non
lo questi Excerpta (p. 6o) si riscontra l:i di una località, ma di una festa che
variante « Clatiae » («est pars Quiri- si celebrava con giuochi nel circo Mas-
" nalis montis: et vocatur mons Cla- simo (cf. PAuLv-W1ssowA, VI, 1749-
" tiae et Apollinis • ). C'è stato chi ha l 752).
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 217

Capitolium Vetus.
[Fortuna publica in co/[kJ] M.
[Dius Fidius in colcleJ] <1 >.
Forum Sallusti <».
5 Statua Mamuri plumbe.a.
Templum Quirini.
Domus Attici <•>.
Malum Punicum [ad quod Domitianus .oo.)
Templum gentis Flaviae [quod erat domus ma] <5).
I o Horti Sallustiani.
Senatulum Mi1lierum <'>.

( 1) Qui l'interpolatore ebbe forse poi sorse la chiesa di S. Susanna. Cf.


presenti i FaJti Esquil. vm kal. iun. L. DuCHESNE, Les Ugendes de r Alta 5,,.
(C. I. L. 12 p. :i11). Sul Quirinale, mila in Mélanges &c. XXXVI. 1916-7,
presso la porta Collina, sorgevano tre p. 33 sgg. Negli Excerpta a P1'mpo-
templi alla Fortuna, donde alla con- 11io &c. p. 6o, la piana viene indicata

trada venne l'appellazione « ad tres dopo la chiesa di S. Susanna, dove fu


.. Fortunas • (Vmuv10, 111, 2, :i). Al l'altra di S. Gabinio (sulla quale cf.
tempio indicato nel testo sembrano ri- HUEI.SEN, u cbùse, pp. 511-2).
feribili i passi liviani che lo dicono (4) Forse da CoRNl!LIO NEPOTE, Atti-
votato dal COl1$0le P. Sempronio Sofo cus, 13, :i; ma l'avvicinamento al tempio
all'inizio della battaglia di Crotone di Quirino fa pensare che Pomponio
(:io4 a. Cr., XXIX, 36, 8) e dedicato possa aver avuto presente anche UCE·
nell'anno 194 dal decemviro Q, M. Ralla RONI!, Ad All. XII, 45, 3 e De leg. I, I,3.
(XXXIV, SJ, S)· La casa trovavasi nell'angolo formato
(:i) Dai FaJti Venusini non. iun. in dall'Alta semita e dal clivus Salutis
C. I. L. 12, p. 221. Un tempio a (cf. C. I. L. VI, 1492 ; LANC!ANI, Stor.
511110 Sancus Dius Fùlius, che la tra- degli scavi, Ili, 192).
dizione attribuisce a Tarquinio il Su- (5} Da SuETONto, Domit, 1. A chi:i.-
perbo, e che fu dedicato da Sp. Po- rimento dell'aggiunta del cod. Veneto
stumio nel 466 a. Cr. (DIONISIO, IX, è opportuno osservare che « Templum,.
60, 8; OvtDIO, Fasti, VI, 213; cf. BES- diventa oggetto di DO = dedicavit.
Nil!R, op. cit. p. 279 sgg.; Du JARDIN, (6) Da Hisl. Augusta, Heliogab. 4, 3.
Monumenti cit. in Rend. Accad. Poni. L'edificio all'età di Aureliano doveva
Arch. 1933, p. 126). Era presso la essere in rovina o caduto in disuso,
porta Sa11qualis (fESTo-PAOLO, pp. 464- percbè questo imperatore avrebbe vo-
465; cf. anche Ov1010, Fasti, VI, 218), luto restituirlo alle matrone (Hist.
probabilmente in vicinanza della chie- Augu.sta,Aurel. 49, 6). li PASQUI (Noi.
suola di S. Silvestro degli Arcioni, che Scavi, 1914, pp. t 45-6) ha pensato che
trovasi sulla via XXIV Maggio (cf. appartenessero al « Senaculum 11 due
PLATNER-ASHBY, op. cit. p. 469). statue mulieb=i e due tronchi di colonne
(3) Dagli Atti di santa Susanna cit. rinvenuti in un sotterraneo del palazzo
p. 632, che ci indicano questa piazza Bourbon del Monte io via Venti Set·
davanti alla Statio ad duas Domos, dove tembre.

Cod. Topo1r.
218 DESCRIZIONE INTERPOLATA

Thcrmac Diocletianac.
Tbermae Costantinianae.
Balinea Paulli <•>.
Dcccm Tabcmae.
Ad Gallinas Albas. 5
Area Calidii <•>.
Cohortes .m. vigilum.
Vici .XII.
Acdiculac .xvr.
Vico Magistri .xLvnr. IO
Curatores .u.
Dmuntiatores .a.
Insulae .m.ov.
Domus .CXLV.
Horrea .xvrn. 15
Balineae privatat .Lxxv.
Lacus .Lxxv1.
Pistrina .xa.
Rtgio in ambitu continet pedcs .xv.oc.

REGIO VII. VIA LATA. 20

Lacus Ganymedis.
Cohortes . vn. <i> vigilum.
Arcus Novus.
Nympheum Iovis.
Aedicula Capraria.

2. Constantlnlanae] nl e1punto con uro rom> B 3. Balnea Pauli B palli


paulll A con la prima fo rma annullata. 7. Cohortes] u nell' interi. 1opra la ucanda
o 8 tru 8 10. Xl.Villi 8 16. Ballneae] eip1mta la I B 17. u.v1 B 11. Gani-
medi• B 22. Cohories] u nell'interl. come 1opra B

(1) Nel medio evo erano cosi chi.a - CRETII in Bull. Com. XLil, 191 5,
mate le rovine dell'emiciclo orientale P· 371.
del foro Traiano e fabbriche annesse, (2) "Candidi» Cur. e Not.
che si ritenevano come un edificio a (3) « 1 » Cur. e Noi. P:masio ag·
s~. Per l'origine del nome cf. M AR· giunge: « aliier primorum vigilum ».
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI RO MA .219

Campus Agrippae.
Ternplum Solis.
Castra Gentiana (•>.
Porticus Constantini.
5 Tem plum novum Spei.
Templum novum Fortunac.
Templim1 n01mm Qi,irini (s>.
Sacellum Senii Sangi (J),
Equi aenei Tiridatis.
10 Forum Suarium.
Forum Archemonium <•>.
Horti Largiani.
Pila Tiburtina <s>.
Ad Maosuetas.
I 5 Lapis Pertusus.
Vici .x.
Aediculae .xn.
Vico Magistri .XL.
Curatores .Il.
20 Denuntiatores .u.

8. Gtnll B 11 . sivc Artemonium DKK· A1 • 13. Tyburrloa B

( l ) Dalla fusione di « Castra I Por- « cbemoniis 11 (una volta $. Nicola a


'' ticum Gypsiani » di Cur. e Not. Par- Capo le Case), ma la parola è trasfor-
rasio aggiunge: « aliter gipsiana ». mazione di « de Arcionibus », « de
(2) L'esistenza di due templi di Qui- Archionibus • (le arcu:uioni dell'acqua
rino è stata forse erroneamente rica- Vc:rgioe), con cui la chiesa si trova in·
vata da L1v10, VJII, 20, 8 e X, 46, 7. dicata in documenti anteriori (cf. HUEL-
Fi:STO ricorda il « sacellum Quirini » SEN, Le chiese, p. 390).
(p. 302) e il « templum Quiri~i 11 (5) Da MARtlALE, V, 21 1 3. Una co-
(p. 504), tutt'e due però sul Quirinà le: struzione io pietra tiburtina (traver·
(3) « Semonis Sancì». Da L1vro, ti110) sul pendio nord dcl Quirinale
Vlll, 20, 8. t il tempio del « Dius presso il tempio di Flora e la casa del
« Fidius » nominato nella regione poeta Marziale; nella regione VI. Su
sesta. testimonianza dello stesso Pomponio
(4) Di questo foro non si ha alcuna (Excerpta cit. p. 6o) l'appellazione, al
precedente menzione e si ritiene che suo tempo, era rimasta ad una vigna
non sia mai esistito. Nel scc. xvr è nella depressione « inter collem Quiri-
ricordata la chiesa « S. Nicol ai de Ar· c< oalem et Ortulorum »,
220 DESCRIZIONE INTE RP OLATA

Insulae .m.CCCLXXXV.
Domus .cxx.
Horrea .xv.
Pistrina XVI.
Balineae privatae .Lxxv. 5
Lacus .LXXVI.
Regio in ambit11 continet pedes .xn.ncc.

R EGIO VIII. F ORUM RoMAlfUM.

[ Templitm fo lii Caesaris in foro]<•>.


Rostra populi Romani <1 >. ro
Victoria aurea [idest statttll in templo Jqvis opt. max.] <1>.
cAedis Victoriae cmn aedietda Victoriae virginis .no. a Portio
Catone]<•>.
Comitium <s>.
Tabernae novae <6>.

9. Caesaris] la uconda a in int"I. B 11 . ldeat-max. ntll' inttrl., in inchioitro


rouo B 12. vlrgln11-Catooe dopo Lupercal (p. •g. r. 2) , trrontamnilt B; qui invtct
Parra1io. 15- 1 p. sg. Taberor no•e I Cloaclr.~ templum agg. fuori colonna A, di
fianco ai dut vocaboli, in inchio1tro ro110. ' In alio: vn Tabern~ I Templum Venerls
Cluecl nç B

( 1) Sembrerebbe che l'interpolatore (3) Da LIVlo, XXII, 37. 5 e 1 2. La


avesse tenuto presenti i Fasti Amil. xv statua d'oro offerta a Roma da Gerone
kal. sept. (p. i44). Costruito da Au- di Siracusa.
gusto (Mon.Ancyr. IV, 2) nel luoi;to dove (4) Da LIVIO, XXXV, 9, 6. Il tem-
era stato bruciato il cadavere di Cesare pio della Vittoria, e la prossima edicola
(CASSIO D10NE, XLVII, 18, 4) e dedicato costruita da Catone, si trovavano sul
il 18 agosto del 29 a. Cr. (CASSIO D10NE, Palatino. li tempio qui nominato cor-
LI, 22). Il tempio è indicato come vi- risponde alla u Victoria Germaoiciana »
cino a quello di Castore (Ovm10; Ex de!Ja regione X di Cur. e Noi.
Po11to, II, 2 , 85) e alla Reggia (APPIANO, (5) Forse da L1v10, V, S5 e passim
Beli. civ . II, 148, 616) ; e nel posto o da VARRONE, V, r 55. Era l'area da-
in cui sorgeva rimangono ancora vanti alla Curia, che sebbene stretta·
avanzi del podio e decorazioni architet· mente connessa col Foro, rimase tut-
toniche (cf. PLATNER-Asrrnv, op. cit. tavia da esso distinta.
p. 288). (6) Da L1v10, III, 48, 5. Le « ta-
(2) Dalla fusione di « Rostra .111. I u bernae argentariae >> situate nel lato
« Genium populi Romani» di C11r. e -nord del Foro, in fronte all'antica ba-
Noi. silica Emilia, presso il sacello di Ve-
DELLE QUATTORDICI REGI ON I 1> I ROM A 22 I

Ooacinae templum C1>.


cFitt1s Ruminalis et Luperca/J <1).
cGenium CJ> popoli RomaniJ.
Colt1mna cum statua M. Ludii <•>.
5 Graecostasis.
Aedis Opis et Saturni [in vico lugarioJ <s>.
Septem Tabernae <6>.
Templttm Veneris Cluecinae <1>.
Miliarium aureum.

4. Ludll agc. fuori colonna A 5. Grecostasls a9g. fuori colonna A 7-8. Scp·
tcm - Ciuccio~ acG· fuori colonna A om. B

nere Cloacina {LIVIO, XL, 51, s; m, VII, 2 I 2 ; XXXIV, 20, e quella della
48, s; CICERONE, A cad. pr. Il, 70, De statua probabilmente da Ltv10, VIIl,
orat. II, 266). Andarono a fuoco nel 210 13, 9. La colonna fu entta nel 338
av. Cr. e, dopo la ricostruzione, preser-0 av. Cr., in onore di C. Mcnio, vincitore
il nome di • tabcmae novae 11 (L1v10, dci Latini, e sorgeva presso la- basilka
XXVl, 27 , 2). Cf. anche N. SAND- Porcia e il carcere {LrVK>, XXXIX, 44,
BERG, Tabtrnorna i Basilica Aemilia in 7; PsEVI>ACRONa e Po11rnuoNE, In H o-
Era11os, XXXJV, 1936, pp. 82-103. RAT.Se""· I, J, 21-2 ; PL1N10, vn. 212;
{I} Da LIVIO, lii, 48, 5: « seducit PsEUDASCON10, Div. i" Ciucil. nr, 1).
« filiam . . . prope Cloacinae ad tabcr- (5) Forse da una falsa iscrizione
« nas ». Doveva trattarsi di un sacello, (C. I. L. VJs 3240), e l'aggiunta del
di cui il lnsamento circolare marmoreo cod. Veneto dai Fasti Vali. 1v id. aug.
tornò alla luce nel 1899 immediata- p. 240. Nel « vicus Iugarius • si tro-
mente innanzi ai gradini della basilica vava un'«ara Opis•, eretta da Augusto
Emilia (cf. D. VAGLIERI in B11U. Ccm. il 7 d. Cr., mentre I'« aedis • di questa
XXVIll, 1900, pp. 61-2 e XXXI, divinità era sul Campidoglio. Però nei
1903, pp. 97-9 ; v. DEMAN, The S11/lan Fasti Amiter11l11i xiv kal. dee. si trova
Fornm injour. Rom. St11d. 1922, p. 21 ). anche la menzione « Opi ad Forum »
(2) Forse da L1v10 I, 4, 5 e 5, t; (0. I. L. 12, p. 245).
il trasferimento delle due località dal .'(6) Da L1v10, XXVI, 27, 2; XXVII,
Palatino al Foro può dipendere da l rac- r 1, 16. Parrasio omette. Le « scptem
conto del mira coloso passaggio del fico cc tabcmac » arsero con le u argenta-
Ruminale dal Palatino nel Comizio per « riae » nel 21 o av. Cr., e furono poi
opera dell'augure Atto Navio (PLINIO, ricostruite in numero di cinque.
Nat. Hist. XV, 77; TAClTO, Ab excesm (7) Forse da; PLINIO, xv, I 19. t una
d. Aug. XIJJ, 58). ripetizione del « Cloacinae templum »
(3) I lessici registrano entrambe le indicato sopra. Cloacina, la divinità
forme «Genius» e cGcnium». della cloaca Massima, in progresso di
(4) u M. LuJi i • corruzione di « Mae- tempo identificata con \ ' enere e chia-
" nii ». la noti zia della colonna deriva, mata Vmus Ooacina. Parrasio omette.
a quanto pare, da PLINIO, Nat. Hist.
222 DESCR I ZIO~E I NTERPOLAT A

Senatulum attret.tm <•>.


Pila Oratia [ubi trophaea locata m1ncupa11tttr] <2>.
Ct,ria <i>.
T emplum Castorum [ad lawm lutiirnae] C•>.
T emplum Concordiae. 5
Equus aenws Domitia11i <s>.
Atrium Minervae.
Lttdtls Aimilitls C6l.
lttlia porticus <1>.
Arws Fabianus <8>. IO

2. Pila Oratla agg. fuori colonna A 9. Era tcrillo Basilica lulia et Portlcus A
10-1 -2 p. sg. Arcus-locus atJG· fu ori colonna A

(1) • Seoatum 11 Cur. e Not. •Sena- W Dal titolo della prima Selva di
• tulum (Senaculum) » deriva da VAR· STAZIO, secondo alcuni codd. (cf. ed.
RONE, V, 156 o da FESTo, p. 4S s, e Klotz, Lipsiae, 1911, pp. Lxxxu-
cc aureum » da una errata disposizione LXxxm). Sorgeva quasi nel centro
delle parole nei codd. della famiglia del Foro, presso il latus Curtìu1, oel
del Laur. 891 67 (v. note critiche a luogo dove nel 1903 venne ri conosciuta
p. 111 e URL1c11s, Cod. urb. R. topogr. la base del monumento (cf. PLATNER-
p. 11). li ~ Senaculum » era un luogo AsHBY, op. cit. p. 201).
di convegno dei senatori (VARRONE, (6) Da ORAZIO, Ars pottita, 32.
!oc. cit.; VALERIO MASSIMO, 11, 2, 6); Una scuola per gladiatori (PsEUDA-
ma non è chiaro perchè vi si raccoglies- CRONE e PORffRIO~E, 111 HoRA·r, loc.
sero. Si trovava sopr:i la Grecostasi, cit.), di cui non è possibile precisare il
nel luogo in cui si elevavano il tempio fondatore e l'ubicazione, e che io se-
della ConcorJia e la basilica Opimia, guito era stata trasformata in un bagno,
e gli sorgeva davanti un'ara di Satur- detto « b1lineum Polycleri » (PoRFl-
no, (MACROBIO I, 8, 2). Può essere RIONE cit.).
quindi collocato sul Vulcanale o nell'an· (7) Da Scl1ol. ili PERSitJM, Sat. IV, 49.
golo sud-ovest dcl Comizio, che con- li portico è ri wrdato anche da Sct-
finava col Vulcanale (cf. THÉDENAT, TONIO (A11g. 29, 4) e da CASSIO DIONF.
op. cit. p. 105). (LVI, 27, 5), il quale però adopera
(2) Da L1v10, I, 261 10. Un pilastro aTott nella doppia accezione di porti.:o
o colonna a cui sarebbero state appese e di basilica. Alcuni credettero di do-
le spoglie dei vinti Curiazi, e che al verlo riconnettere con la basilica Giulia;
tem po di Augusto si vedeva ancora al- altri, invece, anche in considcnzione
i 'angolo di una delle due basiliche della vidn:mza all'arws Faf.ia1111s, te-
(l'Emilia o la Giulia) all'entrata del stimoni:ua dallo scoliasta di Per, io, lo
Foro (D10~1S10, Ili, 22, 9). idcntific:1110 con le ar.:ate frontali della
(3) Forse da L1Y10, J, 30, 2 o da basilica Emilia (cf. PuTNER-A~HB,. ,
VARRONh, V, 155. op. cit. p. 73).
(4) Da Ov1010, Fast. I , 707-8 o da (8) Dalla stessa fonte. Costruito nel
VALERIO MASSIMO, l, 8, J. 121 :iv. Cr. da Q Fabio Massimo in ri-
DELLE Q U ATTO R DICI RE G I ON I D I R O MA ZZ 3

Puteal Libonis <•>.


!ani duo, a lebris mercatornm locu,s <2>.
Regia Numae <i>.

corJo della sua vittoria sugli Allobrogi Il, 427). Stava presso l'arco Fabiano e
(PSEUDASCONIO, In Verrem, Aci. I, la porlicus lulia (PoRftRIONE, In HoRAT.
13 3, 14), e restaurato da un discen- Episl. I, 19, 8; Scbol. ili PERs. IV, 49);
dente suo omonimo nel 56 av. Cr. «ante atriali (FESTO, p. 448, l'atrium
(C. I. L. VI, 1303; 12 , ;62). Era adorno Vestae e l'atrium Regis 7). Vi si trovava
di statue della gente Fabia (PssooA- il tribunale del pretore ed era luogo fre-
SCONIO cit.; Sc/1ol. GRONOW in 0RELLI, quentato da un pubblico equivoco, con
C1c. Opera, V, pp. 393, 399), e si prevalenza di usurai (PS!!UDACRONE, ln
conoscono tre iscrizioni, riferentisi al HoRAT. Serm. II, 6, 35; PoRFIRIONE
restauratore dell'arco, a L. Emilio cit.; Schol. in PERS. cit. ; CICERONE, Pro
P.iolo e a P. Cornelio Scipione Emi- Sext. 18; Ovm10, Rem. a,,,, 561-562).
liano (C. I. L. VI, 1304 a b e; J2, Cf. Mc. DANIEL, Basilica Aemilia io
pp. 198, 542, n. 763; DE RuccrERO, Di~. American fournal of Arcl1aeology, 1928,
Epi~r. I, 649). Dietro gli antichi scrit- pp. 169-17 1. li Du ]ARDIN (in Hisloria,
tori, che lo indicano nel lato orientale 19p, pp. 388-400 sgg. e Roma, XI,
dcl Foro (SENECA, De comi. 1 , 3), sull:i 1933, p. 394) esclude che si tratti di
via Sacra, nel punto dov' essa comin- un luogo colpito dal fulmine, e lo
ciava a salire (C1cERONB, Pro Pian. identifica col pozzo di sorgiva esi-
VII. 17; PSEUDASCONIO cit.), presso stente tra la Regia e I' atrium Veslae.
la Regia (PsEUDASCONIO cit.), presso (2) Dallo PssuOACRONH, Sebo/. i11 Ho-
il tempio di Vesta e dopo il tempio RAT. Epist. I, 1, 54, dal qua le si ricava
di Castore (Schol. GRONOW cit.), tra che questi due archi sarebbero stati
i templi di Faustina e di Vesta (Risi. «ante basilicam Pauli» e che ivi
Augwla, Salo11i11. 1, 4), si soleva porre « erant loca feneratorum •· Sulla con-
tra la Regia e il tempio di Antonino e troversa ~uestione <lei numero e della
Faustina, leggermente distanziato ad ubic:izione di questi archi cf. PLAT-
est ; ma v. DEMAN ( The 511/lan Forum NER- AsHllv, op. cit. pp. 275-7.
in ]011rnal cit. p. 26 sgg.), in base a ri- 0) Non è possibile determinare con
t rovamenti da lei riconosciuti come sicurezza la fonte: l'indicazione po-
resti del fornice, lo colloca sul lato trebbe derivare da So LINO, I, 21, da
nord del tempio del divo Giulio. Ov10101 T1·ist. III, 1, 30, Fast. VI, 264 1
Du ]ARDIN in Roma, Xl, 193 3, pp. 397- da Sl!Rno, Aw . VII, 153; Vlll, 363.
400, identifica il fornice Fabiano col La Regia, dove secondo la tradizione
cosi detto arco di Augusto sul Foro. avrebbe abitato il re Numa, poi con-
( 1) Dalla stessa fonte. Il « puteal Li- vertita in una specie di sacrario e
u bonis » o « Scribonianum » era un centro dell'amministra zione del ponte-
recinto circolare, intorno ad un luogo fice massimo, sorgeva sulla via Sacra
colpito dal fulmine, costruito da uno (FESTO, p. 372), presso il tempio di
Scribonio Libone (FESTo, pp. 448-450), Vesta e la casa delle Vestali (ORAZIO,
che non si sa se sia quello stesso il Carm. I, 2, 15; Ov1010, opp. citt.;
quale, verso l'anno 54 av. Cr., fece co- CASSIO OIOllE, frg. "· 3; PLUTARCO,
niare una moneta con l'immagine d'un Numa, 14). Ma FRANCK E. BROWN
puteale e la leggenda: P111lal Scribo11[ia- (The Regia in Mem. Amer. Acad. in
1111m] (BABELON, Mon11. Rép11bl. Rom. Rome, XII, 1935, p. 71) 1 che ha ripreso
DESCRIZIONE I NTERPOLA T A

T emplum Vestae.
Templum Deum Penatiwn <•>.
Templum Ramuli <2 >.
Templum !ani <1>.
Forum Caesaris. 5
Statioms M1micipiorum C4>.
Forum Augusti [wm aede Martis UltorisJ <s>.

6. Staclones B

in esame tutte le questioni riguardanti sciuto col nome di tempio di Romolo,


il monumento ed i suoi resti, non crede il figlio deificato di Massenzio. Cf.
che l'edificio esistesse anteriormente al su questo BoRRows - WP.JTEHEAD in
350. Fu danneggiata da vari incendi: Nuqvo Bull. arcb. crisi. 1913, p. 148
nel 148 av. Cr. (OssEQOENTE, 19; Lrv10, sgg.; PA uLY-WISSOWA, XIV, u, 1930,
Ep. di Ossiri11co, 127-9) e probabil· col. 2443.
mente nel so (OssEQUESTE, 65 ; 0Ro- ( 3) Non è chiaro a quale fonte at·
s10, VII, 2, 11). Fu ricostruita da tinga precisamente l'interpolatore. li
Ca. Domizio Calvino, 36 av. Cr. (CAS· tempio di Giano è indicato "ad infi·
SIO D10NE, XLVIII, 42, s; Epbem. Epigr. cc mum Argiletum » (LN10, 1, 19, 2),
111, 266; l. I. L. 12, 180). Danni deb- u circa imum Argiletum » (SERVIO,
bono averle apportato gl' incendi di At11. V11, 6o1). sul confine tra il foro
Nerone e di Commodo (T ACrro, Ab Romano e quello di Cesare (Ovm10,
excesm d. Aug. XV, 41 ; ERODIANO, Fast. I, 258), «in foro» (SENECA, Apoc.
I, 14). Il monumento pare ricordato IX, 2), davanti alla porta della Curia
ancora nel 1v secolo (C. I. L. VI, sli). (CASSIO D10NE, LXXill, 13, 3), e si
Oggi ne rimangono avanzi apparte· suol quindi collocare tra la Cuna e il
nenti al periodo repubblicano e impe· lato ovest della basilica Emilia. PRO·
riale (cf. FRANK, Rom. B11ildings cit. COPIO ne lasciò una panicolare descri-
p. 81-s; BROWN, op. cit.; PLATNER- zione in Btll. Golh. I, 25, 19.
AsH1lY, op. cit. pp. 44 1-3). (4) Da PLINIO, Nat. Hist. XVI, 236,
(1) Da VARRONE, V, 54 oda SOLINO, donde si rileva la loro prossimità al
1, 22. Costruito sulla Velia (V ARRONE Vulcanale. Circa lo scopo di queste
loc. cit.; D10N1s10, I, 68, 1). Fu re- istituzioni cf. L. CANTARELLI, Misceli.
staurato da Augusto (Mo11. A11cyr. l V, epigrafica ed archeologica in B11/l. Com.
7), e l'edificio costituisce oggi gran XXVIII, 1900, p. 124 sgg. e PLATNER-
parte dell'aula rettangolare della chiesa Asttsv, op. cit. p. 497·
dei Ss. Cosma e D imiano. (S) Da S;;ETONIO, August. 29. li
(2) Forse da VARROSE, v. 54, il tempio fu votato da Otta\·iano nel 42
qua le però elenca una « aedes Romuli », av. Cr. alla battaglia di Filippi (SUE·
sul Germ:ilo, acile stazioni della pro- TONIO, loc. cit.; Ovm10, Fast. V,
cessione degli Argei. Qui invece l'in- 57S-8) e dedicato nel 2 av. Cr. (Mo11.
terpolatore ha voluto evidentemente A11c.ir. IV, 21, 22; CAss10 D1osE, LV,
riferirsi all'edificio eretto da .Massenzio I o; LX, s. 3 ; VELLEIO, Il, 100, 2).
sulla via Sacra davanti a quello degli Di esso rimangono in piedi t re magni-
Dei Penati, tuttora esistente, e cono· fiche colonne con l'architrave.
DEL L f'. Q li ATTO R DICI REGI ON 1 DI ROM A 22 5

Forum Traiani cum templo et equo a.eneo<•>, et columna co-


clide, quae est alta pedes .cxxvm. babetque intus gradus
.cLxxxv. fenestellas .XLV. [Ctttn arcu triumpbali] <2).
Cohones .vi. vigilum.
5 Aedicula Concordiae supra Graecostasim <i>.
Lacus Curtius Cil.
Basilica Argentaria.
[Aedis Victoriae Vicae Poscae] <s>.
Umbilicus Urbis Romae.
10 T emplum Vespasiani et Titi.
Basilica Paulli cum phrygiis columnis <6>.
Ficus Ruminalis in Cornitio [ubi et Lupercal] <1>.
Vicus Ligurum (s).

1. aeneo af!B· sotto il rigo B 4. Cohurtes, ne/I' inlerl. o sulla u, B sex B


8. Acdis Victoriac I Vicae postae anche in AJ 11. Pauli B

(1) Da AMMJANO MARCELLINO, XVI, sono tornati in luce nel 1904 (PLATNER-
10, 15. La statua equestre s'innalzava ASHBY, op. cit. p. 3I I).
«in atrii medio». ( 5) « Aedis Victoriae » forse da.
(2) Da CASSIO D10NE, LXVIll, 29, 3. AscoNro, Schol. i11 C1c. Piso11. 12 e
Eretto nel 117, dopo la morte dell'impe· cc Vicae Poscae (Potle) » da Liv10,
ratore, per celebrarne le vittorie sui II, 7, I 2 ( « Pocae » i mss.) ; cf. anche
Daci. .t: rappresentato in coni (CoHEN, PLUTARCO, Poplicola, 10, 7. La Vittoria
Traia11. 167-9). era anche detta cc Vica Pota», e il
(3) Da PLINIO, XXXIII, 19, e l'ag- tempio trova vasi dove sorgeva una casa
giunta «supra Grecostasiru » forse da di Publio Valerio, nella parte più bassa
da VARRONE, V, 156. Votata da Gneo («in infimo clivo») della Velia (L1v10,
Flavio nel 304 a. Cr., e dedicata l'anno loc. cit.).
seguente cc in Graecostasi » (PLINIO, (6) Da Pw<io, XXXVI, 102.
loc. cit.), «in area Vulcani» (L1v10, (7) Da PLINIO, XV, 77. L'aggiunta
IX, 46, 6). del cod. Veneto può derivare dallo
(4) Da VARRONE, V, 148 o da L1v10, stesso passo di P linio, ma è errata,
I, 13, 5. Probabilmente un puteale perchi: si scambia l'albero del Comizio
costruito da Gaio Curzio, console neJ con quello sul Palatino. Circa il sito
445 av. Cr., attorno ad un luogo colpito dove sorgeva il fico ruminale del Co-
dal fulmine (V ARRONE, V, 150). Altri mizio cf. Du jARotN, il pou.o di Atto
crede che fosse in origine una fonte Navio e l'origine di due leggende roma11e
per sacrifici (A. AKESTRii.\f, Laws Cur- in Hisloria, 1930, p. 710 sgg.
ti11s in Act. ]11Sl. R. Sueciae, Corolla Ar- (8) Secondo l'URLICHS (Cod. urb.
cheologica, I, 1932, pp. 72-83). Si tro- Rom. top. p. 39), corruzione dell'arti·
vava nel mezzo del Foro (DIONISIO, colo « vicurn lugarium » di C11r. e Noi.
Il, 42, 6; PLINIO, xv, 78), e i resti

Cod. 1'opogr.
.226 DESCRIZIONE INTERPOLATA

Apollo translatus ex Apollonia a Lu.cullo .xxx. cubittlm <1 >.


Delubru.m Mineruae <».
Aediwla Ju.ventae (J).
Porta Carmentalis versus Cirwm Flaminittm <+>.
[ Templnm Carmentae] <s>. 5
[Curia Calabra ubi pontifex minor dies pronuntiabat] <6>.
cTemplum Iovis opt. max.] <1>.
1. Luculo B 1-2. Tra Apollo - cubitum e Delubrum Minerv~ trasporta i vocaboli
che uguono ai rr. J- 5 di p. 22 7 B 4. Flamlnium] ucue Vicus Ligurum, che però
umbra espunto, A
( r) Da PLINIO, XXXIV, 39. Opera di (7) Da LIVIO, VII, 3, 8. Votato da
0

Calamide il vecchio, eseguita tra il 480 Tarquinio Prisco e dedicato nel primo
e il 460 av. Cr., e tr:isportata sul Cam- anno della Repubblica dal console Ora-
pidoglio da Apollonia del Ponto. Cf. zio Pulvillo (LIVIO, I, 38, 7; 55, I;
STRABONE, vu. 6; APPIANO, lll)•r. ;o; Il, 8, 6; VII, 3, 8; DIONISIO, III, 69,
C. ANTT, Ca/amide in Atti R. lst. Ve- 1; TACITO, Hist. III, 72; PLUTARCO,
neto di scien~e, lettere ed arti, to. LXXXII, Pop!. 13, 1 ; 14, I; Pousto, 111, 22,
parte 2•, 1922-3, p. 11o s sgg. 2). Fu distrutto da un incendio nel-
(2) Da PLINIO, XXXV, 108. La 1'83 av. Cr.; e cominciato a ricostruire
cella dedicata a Minerv:i nel tempio di da Silla, venne dedicato nel 69 av. Cr.
Giove sul Campidoglio (LIVIO, VII, 3, 5). da Q. Lutazio Catulo (SALLUSTIO, Cali/.
(3) Da PLINIO, XXXV, 108. Un'edi- 4 7, 2; TACITO, loc. cit.; APPIANO, Beli.
cola preesistente al tempio di Giove sul civ. I, 83, 378; 86, 391; PLUTARCO,
Campidoglio e poi incorporata in que- Sulla, 27, I2-3; VALERIO MASSIMO, IX,
sto, e situata nella cell.t di Minerva 3, 8; PLINIO, Nat. Hist. VII, 138; CICE-
(LIVIO, V, S4, 7; FLORO r, I, 7; PL!- RONE, Verr. IV, 69; VARRONE, presso
NIO, !oc. cit. ; DtONIStO, III, 69, 5). GELLIO, II, IO, 2; SVETONIO, Cau. 15;
(4) Da AsCONIO, Se/io/. i11 C1c. i11 LIVIO, Epit. 98; PLUTARCO, Pop!. 15,
Tog. ca11d. 81. Nella cinta Serviana, I; PLINIO, XIX, 23; SuETONIO, Aug.
nell'angolo sud-ovest dcl Campidoglio; 94, 8). Danneggiato dai fulmini, fu re-
prendeva nome dal prossimo sacello staurato da Augusto, dopo il 9 av. Cr.
della ninfa Carmenta (Ltvio, XXIV, 47, (CASSIO DIO NE, LV, I; M011. A11cy r. I V,
I 5; XXVII, 37, li; DIONISIO, J, 32, 9), e le fonti ricordano altri danni su-
2; SOLINO, I, 13 ; PLUTARCO, Camill. 25, biti dal tempio nel 56 (TACITO, Ab
3 ; Srmvio, Aw. Vlll, 337). excesm divi A11g. XIII, 24). Nel 69,
( 5) Da SOLINO, I, 13. In altre fonti nella lotta tra i fautori di Vespasiano e
è indicato come « sacellum », « fanum >>, di Vitellio, fu incendiato di nuovo, e
«ara», « arae », ~c.iµo( ( cf. H!IBI:SEN, Vespasiano lo ricostruì (TACITO, Hist.
Topogr. I, m, 507 nota). JII, 7 I ; SuETONIO, Vitell. I s, 3; CASSIO
(6) Da MACROillO, I, 15, 10; «cala· D10NE, LXV, 17, 3; TACITO, Hisl. IV,
« bra » da «calare>> (VARIWNE, V, 13). 4, 9, S3 ; SuETONIO, Vesp. S, 5; CASSIO
Il luogo sul Campidoglio dove il pon- DIONE, LX\'l, 10; PLUTARCO, Popl.
tefice minore annunziava al popolo, I5, ); AURELIO Vrrr. De Caes. 9, 7).
al principio del mese, il giorno io cui Nell' 80 andò :mcora in rovina per un
cadevano le none (V ARRONE, VI, 27; altro incendio, e fu ricostruito da Tito e
c. I. L. Ii, P· 23 I). da Domiziano, il secondo dei quali lo
DEL LE QUA TTOR DIC I REGIONI O I RO M A 227

[Aedis Iovis Tonantis ab A1tg11sto dedicata in clivo Capitolino]<•>.


[Mons Opi11s] C».
Capitolium [ubi omnium deorttm simulachra colebantur] Ci>.
Templum l ovis Tonantis <•>.
5 Aedis Veiovis [inter arcem et Capitolium prope Asylt1m] Cs>.
Signum Iovis Imperatoris a Praeneste devectmn <6>.
Asylttm <1>.
T emplum vetus Minervae.
Horrea Germanica.
10 Horrea Agrippina.
Aqua cernens quattuor scauros.
Forum Boarium es>.
Sacellmn Pttdicitiae PatricitU '9>.
1. ii A 3. celebraotur B 6. advcc tum?B 8. Meos B 9- Horrea] 111ell'i11lffl. A 2
11. quatuor B IJ. Patrltiae A2

dedicò probabilmente nell' 82 (Acta (S) Da GEI.LIO, V, 12,8, eil «prope


Arv. in C. I. L. VI, 2059, p. 507, a. cc Asylum » forse da Ovm10, Fast. Ili, ·
80 dee. 7; CASSIO D10NE, LXVI, 24, 430. Il tempio è indicato da V1TRuv10
2; PLUTARCO, Papi. 15, 3; Sui::To:-.10, (I V, 8, 4) « inter duos lucos » e da
Domit. 5). Del tempio oggi rimangono 0\'IDIO (loc. cit.) •ante duos lucos »
parte del bas:imento antico (lasciato (cf. sotto nota 7).
visibile nel Museo Mussolini) e fram- (6) D:l L1v10, VI, 29, 8. Portato
menti della decorazione domizianea. dal dittatore Tito Quinzio nell'anno
( 1) D:i Sut:.TONIO, A ug11st. 29, 1. 380 av. Cr. in trionfo da Preoeste al
Questo tempio ern già indicato nel Campidoglio e quivi collocato nel tem·
catalogo Pomponiano (r. 4). Votato pio di Gio\·e, tra la cella del dio e quella
da Augusto nel 26 av. Cr., per lo scam- di Minerva.
pato pericolo di un fulmine, durante (7) Da L1v10, I, 8, 5. La depres-
la spedizione Canubric:i (SuETONIO, sione tra le due sommità del colle
A11g11st. 29, 3), e dedicato nel 22 ( Mo11. Capitolino, detta anche « ioter duos
A 11cyr. IV, 5; CASSIO DIONE, LIV, 4, « lucos » (le due sommità erano in ori-
2). Dovev:t trovarsi all'entrata del- gine coperte da boschi), dove Romolo
l'area Capitolina, e quindi nell'angolo avrebbe offerto un asilo ai fuggiaschi
sud - ~st del colle, prospicienle il Foro delle città vicine.
(d. PL"T~ ER-A snev, op. cit. p. 306). (8) Forse da Ll\' IO, X, 2 3, 3. Il foro
(2) D.i \'ARRo:-.1;, V, 50 o da FESTO, Boario e le località che seguono, col
pp. 458, 459, 476. Lo ~prone sud del- medesimo connesse, fanno parte, an-
J'Esquilino. zichè deU' Vlll, dell' XI regione; ma
(3) Da St::RVIO, Arn. Il, 319. vedi in proposito p. r S2 nota 4.
(4) Forse da SUETONIO, A r;g11st. 29, (9) Da L1v10 X, 23, 3, dove il sa·
1 -3; 91, 2, o d.i PLINIO, Nat. Hist. celio è indicato sul foro Boario « ad
XXXIV, 79; XXXVJ, 50. Parrasio « aedem rotundam llerculis»; cf. anche
omette (cf. sopra nota 1 ) . FESTO, P· 282.
228 DESCRIZIONE INTERPOLATA

Aedes Herculis Victoris duae: altera [ad portam Trigeminam, al-


tera in foro] cognomine Rotunda et parva <1>.
Antrum <2 > Caci.
cForum piscarium] (J>.
Aedis Matutae <•>. 5
Vicus Iugarius idem et Ti4rarius [ttbi sunt arae Opis et CmrisJ
cum signo Vortunni <s>.

3. Caci] a fianco, in inchioilro rosso, non In allo 8 6. thaurarlus 8

(1) Da MACROBIO, Ili, 6, IO, o da Boario (LIVIO e Ov1010 citt.), « intra


SERVIO, Aen. Vlll, 363, e da L1v10, X, « portam Carmentalem » e prossimo al
23, 3; l'aggiunta del cod. Veneto dal tempio della Fortuna (l1v10, XXV, 7,
passo di Macrobio citato. Parrasio 6). Per l'interpretazione di queste in·
riproduce Macrobio più esatt:imente, dicuioni topografiche e( SAFLUND, Le
facendo seguire a « foro» la denomi· mura, pp. 182-3. La trad izione lo attri-
nazione •Boario ». Il primo tempio buisce a Servio Tullio (L1v10, V, 19, 6) ;
sarebbe da collocare alle falde del· fu restaurato e ridedicato da Camillo
l'Aventino tra le vie di S. Sabina e dopo la presa di Veio (Lrv10, V, 19,
della Sebo/a Graeca; il secondo presso 6; 2 3, 7 ; PLUTARCO, Cami/l. 5). Di-
S. Maria io Cosmedin (cf. HuELSEN, strutto, insieme col tempio della For-
Il Foro Boario in Diss. Ace. Po11t. cit. tuna, durante .l'incendio che nel 213
2, Vl, 241 sgg.). Sull'incertezza dei av. Cr. infuriò in Roma per due notti
riferimenti di talune fonti (SOLINO, I, ed un giorno (L1v10, XXIV, 47, 15),
10: PLUTARCO, Quaest. Rom. 90) e la venne ricostruito nell'anno successivo
letteratura sui templi di « Hercules (LI VIO, XXV, 7, 6).
« vict.or » o « invictus » cf. PLATNER- ( S) 0Jllo PSEl:DASCONIO, In Verr.
AsRBY, op. cit. pp. 254, 257-8. lfct. Il, 1, 199, 22, e l'aggiunta del cod.
(2) Cur. e Not. « Atrium »;ma « An· Veneto dai Fasti Vali. um id. aug. ».
«trum • hanno i codd. della farnigli.i del Erroneamente s' identifica il « vicus
Laureoz. 89, 67 (cf. URLICHS, Cod. urb. « Iugarius » col « Turarius » (v. p. 117
R. top. p. 13). «Antrum Caci» omette nota 1). È questa la tarda dcnomi·
Parrasio. nazione del « vicus Tuscus », venuta
(3) Da VARRONE, V, I46, il quale dalla prevalenza dei «tura rii,, tra i
ce lo iodica lungo il Tevere: « se.:un- mercanti della via; la quale, uscendo
« dum Tiberim ad t Iunium » (a Por- dal Foro tra la basilica Giulia e il
« tun ium » corr. JoRDAN, Topogr. li, tempio di Castore, rasenta va il Ve-
257 ed Hermes, XV, 1880, p. I 19). labro e, biforcandosi, arrivava al circo
Non sappiamo quindi come si voglia Massimo e al foro Boario (cf. L1v10,
da taluni identificare con il «forum pi· XXVII, 37, 15; C1CERONR, Verr. l, 59,
« scatorium • di Livio (XXVI, 27, 2; 154 ; D10N1s10, V, 36, 4). L'altare• di
XL, SI, 5), a nord-est della basilica Ops e Cerere nel vico Iugario venne
Emilia. eretto d:i Augusto nel 7 d. Cr. (cf. Fa-
(4) Da L1v10, XXXIII, 27, 4 o da sti Vali. Ami/. Antial. pp. :i40, 244. 248
Ov1DIO, Fasti, VI, 477-480. Nel foro e 324; S mPLEY, Chro110/og. cit. p. 56).
DELLE QUATT ORD ICI REGI O N I O I R O M A 229

cCarcer imminens foro a Tidlo Hostilio aedificatus media urbe] <•>.


[Ludi litterariiJ <1 >.
Porticus Margaritaria.
Vicus Unguentarius CJ>.
5 Elephantus Herbarius.
Vici .XII.
Aediculae totidem.
Vico Magistri .XLVIU.
Curatores .u.
10 Denuntiatores . 11.
Insulae .III.DCCCLXXX.
Domus .CL.
Balineae privatae .LXVI.
Horrea .xvm.
15 Lacus .cxx.
Pistrina .xx.
Regio in ambitu continet pedes .xli.DCCCLXVII.

REGIO IX. C!RCUS FLAMTN IUS.

Stabula .uu. factionum .vm.


20 Aedis antiqua Apollinis w m lavacro C4>.

13. Ballner - Lxvi "8tr·~fuori colonna A 17. Xli .DCCCLXVI .4' 18. nona B
19. qoatuor B

( 1) Da L 1v10 , I, 33, 8, e « a T ullo T ull io, ma da /11/lius, sorgiva o polla


(( Hostilio)) da VARRONE, v. I 5I, il d'acqua. Per le varie tecniche struttu-
quale ha pero « a Tullio regc )). F ESTO, rali del carcere cf. LUGLI in Cafrito-
p. 490: « Tulli:ioum, quod dicitu r pars ltum, 1931, p. 232 sgg.
« quaedam ca rceris, Ser. Tullium re- (2) Da Ll\'IO, III, 41. 6.
• gem aedificasse aiunt ». Si trovava (3) lo Parrasio :;eguc « Aedis \'or-
tra il tempio della Concordia e la • tumni in vico thusco •.
Curia, e oggi vi sorge sopra la chiesa (4) Da A scox10, Srhol. i 11 C1c. in Tog.
di S. Pietro io Carcere, a ricordo della cand. 81, p. 70 e da PurrARCO, S111la,
creduta permaoeoza dell'apostolo in p, 4. Fu votato nel 4 33 a. Cr. e dedi-
quel luogo. La pa rte sotterranea era cato nel 43 1 (L1v10, TV, 25, 3; 29, 7).
chiamata « T ulliaoum », non da Scrvio La costruzione di un portico fino al
230 DESCRIZIONE INTERPOLAT A

[Àedis Herculi magno cwtodi in circo Flaminio] (•).


[Aedis Vulcani in circo Flaminio] (•l.
Porticus Philippi.
Mimitia hl Vetus.
Mimitia Frumentaria. 5
Porticus Corinthia Cn. Octauii, q11ae prima duplex ft1it (4l,

6. Corln6 1a A Corynthla B fuh duplex B

tempio di Apollo Medicus iniziata nel tempio dì Ercole custode ad ovest del
179 :iv. Cr. (L1vro, XL, S1, 6), ci di- circo Flaminio. Se ne sono volUli rico-
mostra che il tempio portava allo ra noscere gli ava nzi nel tempio circolare,
questo titolo. Dopo il restauro pro- rimesso alla luce negli scavi del largo
mosso da un Sosio, che potrebbe es- Argentina (cf. FRANK, op. cit. pp. 130- 1,
sere il console Jcll' anno 32 av. Cr., e p. 62 nota 1 di questo volume).
prese il nome di A pollo Sosianus (Pu- (2) Oli Fasti Vali. x kal. scpt.
NIO, XIII, S3; XXXVI, 28). f: in- p. 240. Tempio attribuito dalla tra-
dicato « e-ttr:i portam C:irmentalem dizione a Romolo (PLUTARCO, Rom11/.,
« inter forum Holitorium et circum 27, 6; Qruust. Rom. 47) e colpito dal
« Flaminium » (AscoNro, !oc. cit.), fulmine negli anni 214 e 198 av. Cr.
u ad theatrum M:ircelli » (Mo11. A 11cyr. (Lmo, XXIV, 10, 9; XXXII, 29, 1).
IV, l l ; Fast. A rv. in C. I. L. J2, p. l 1 S Si ritiene che la sua ubicazione fosse
e Fasi. frag. mi11. ibid. p. 252); e presso il lato nord dei Saepta, e quind i
avan zi del basamento rima ngono an- lontano dal circo Flaminio (cf. PLAT·
cora nel chiostro di S. Maria in Cam- NER-As11ov, p. 584; Du JARDIN, op. cit.
pitelli (cf. PLATNER-ASHSY, op. cit. in Rmd. Ace. Po11t. VIII, 1933, p. 142).
p. 16). Presso il tempio Verre aveva eretto le
( t ) 0Ji Fasti Vall. prid. id. aug. statue equestri di bronzo dorato, por·
pp. 240, 324· I Fasti di Ono10 (VI, tate dalla Sicilia (C1CERONE, Verr. Il,
209-12) ci dicono che una parte del 150 e 167).
circo Flaminio era sotto la tutela di (3) C11r. e .Voi. « Minucias... ve-
Ercole custode, e che «Sulla probavit « terem et frumentariam ». Si è letto
« opus». Non è evidente se Ovidio erroneamente «mi» invece di « nu »;
accenni a un:i costruzione e-e novo o a « mimitias n ha anche qualche cod.
riedificazio11e. I passi di L1v10 (XXI, della famiglia del Laurenz. 89, 67
62, 9 e XXXVIII, 35, 4) con offrono (cf. U11w:11s, Cod.11rb. Rom. top. p. 13).
alcun elemento sicuro per dimostrare (4) Da PL1N10, XXXIV, 13. li por-
la preesistenza di questo tempio all'età tico prese il nome dal costruttore Gneo
di Silla. OviJio ci indica il tempio in Ottavio, che lo fece erigere nel 168
una parte del circo, opposta a quella av. Cr., a ricordo della vittoria. navale
dove s'innalzava il tempio di Bellona, su Perseo di Macedonia (PLINIO, !oc.
e il calenJario Filocaliano, al 4 giugno cit.; FESTO,, p. 188; VELLEIO, Il, 1, 2).
(C. I. L. I•, pp. 266, 319), ci segnala la Nel 33 av. Cr. fu restaurato da Augusto,
celebrazione dei ludi ad Ercole nella in seguito ad un incendio (sulla data
u porticus Minucia » : due indicazioni vedi SmPLEY, Chronology cit. p. 33), e vi
che fanno collocare, con probabilità, il furono collocate le insegne prese ai Dal-
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 23r

Cripta Balbi.
Theatrum Balbi capit loca .m.Lxxxvm <•>.
Theatrum Pompei capit loca .xxx.Lxxxxv.
luppiter Pompeiantis. Claudius Caesar dicavit et appellatur a vi-
5 cinitate <».
Theatrum Marcelli capit loca .xxx. [ubi erat aliud templum
!ani] <1>.
Delubmm Cn. Domitii <•>.
Carcer Clartdii Xviri <s>.

1. Crypta B 2. xxx.pc Be ugue Caesar Claudius dicavlt: appcllatur a vlclni tate


Gryptae, e 10110, nel marK. inferiore, in inc/1io1lro rouo, nota quod Hadrianus dlrult
Theatrum a Traiano extructum in campo B (da Sc ript. Hitt. Aug. Hadrian. g).
3. In A 1 segue Cl. Caesar dlcavit et appcllatur a vicinitatc 4. Claud ius - vlclnhatc in
marK., con se1no di richiamo A om. A 1

mati (Mo11. ÀnC)r. IV, 2-4; fESTO, «forum Holitorium »; fESTO (p. 3 58)
loc. cit.; APPIANO, lllyr. 28). Si chia- «extra portam Carmentalem » ; e si
mò « Corinthia » dai capitelli bronzei suole generalmente riconoscere in uno
delle colonne (PLINIO, loc. dt. ). La dei tre templi (quello a nord), gia·
sua posizione è indicata «ad circum centi al di sotto della chiesa di S. Ni-
Flaminium » (Mo11. A 11eyr.; PLl~to), cola in Carcere.
u in circo» (VELLE10), « theatro Pom- (4) Da PLINIO, XXXVI, 26. Un
" pei proximam » (FESTO). Una più tempio a Kettuno, ritenuto da taluni
precisa indicazione non sembra per or:i una costruzione t \ 1101.:0, attribuibile
possibile; il Du jARDTN (in Roma, Xl, ad un Co. Domizio Enob:irbo console
193 3, p. 408) vorrebbe identificarlo nel 32 a. Cr.; da altri un rifacimento
«col porticato attraversante in lar- di una costruzione preesistente e dovuta
« ghe zza, dalla ba nda di Corso Vittorio, ad un antenato dello stesso Domizio.
« l'area di S. Nicola ai Cesarini ». 11 tempio viene collocato tra la piazza
(1) Parrasio, come il cod. Veneto, di S. Salvatore in Campo e via de'
fa seguire: «Cl. Caesar dedicavi! et Specchi, dove rimangono sei colonne
cr appellatur a ,·icinitate ». quasi sicuramente appartenenti ad esso.
(2) Da P1.1N10, Nat. Hist. XXXl\', t!. dubbio invece se alla stessa costru-
40. zione appartenesse il fregio che dal
(3) L'indicazione è nei Fbsli A ll1f. palazzo Santacroce è poi passato parte
e Vali. xvi kal. sept. pp. 217, 240 e al Louvre ~parte a Mo naco. Cf. HUEL·
nei Fasti A mii. Xv kal. novem. p. 24 S ; SEN, Topogr. I, 111, 522-4; Du jARDIN
cf. anche SER\'IO, Ae11. VII, 6o1, do,•e in Rend. Ace. Po11t. \'Ili, 1931-2,
però è da vedere una interpolazione p. 143; ANTI, Il prmmto altare di
o una confusione di località omonime. Domizio Ahmoba1bo in Atti R. lst. Vt-
Costruito da Gaio Duilio dopo la bat- 11eto, LXXXIV, P. 2', 1925, p. 473 sgg.
tagli a navale di Milac; un restauro, co- (S) D.i L1v10, lll, 57, 4-5, male in·
minciato da Augu sto, fu terminato sotto tt:rpretato. La collocazione del carcere
Tiberio (TACITO, Ab rxctssu d. A ug. in questa regione IX procede o dal ri-
Il, 49). Quest'autore lo indica opud cordo della leggenda ~ull'amor filiale,
DESCRIZIONE INTERPOLATA

Templ1on Bruti Callaici <•>.


Villa pttblica ttbi primum populi census est actus [in campo Martio1<».
Campus Manis.
[Aeàis Iut11rnae ad aquam virgineam] <s>. [Saepta] e~>.
Trigaria. 5

riferita da PLINIO (Nat. Hist. VII, 1:u) VARRONE, De re rust.111, 2); dalla parte
e FESTO (p. 228), o dal fatto che un del circo Flaminio (PLUTARCO, Sulla,
edificio nella località «ad alaphantum » 30); non molto dist3nte dal tempio di
fu adibito a carcere pubblico nell'epoca Bellona (SENECA, De clem. I, 12, 2;
bizantina, come ne conserva memoria CASSIO OIONE, fr. 105, 6); e può esser
la chiesa di S. Nicola io C:ircere (cf. Du- collocata a nord di piazza del Gesù
CHESNll, Lib. Po11lificalis, I, 51 Snota13). (PLATNllR-ASHBY, p. 581; cf. anche
( 1) Da PLINIO, XXXVI, 26. Il tem- GATTI io L'Urbe, se1t. 1937).
pio di Marte che Decio Giunio Bruto (3) Da Ovrn10, Fast. I, 463. li tem-
Callaico fece costruire, nel 1;8 a. Cr., pio costruito da un Lutazio Catulo
dall'architetto Ermodoro dj Salamina (SERVIO, Aeri. XII, 139), che potrebbe
(CoRNELIO NEPOTE presso PRISCIANO, essere il vincitore alle isole Egadi, piut·
l11Slil. gramm. VIII, 17, io KEtL, voi. Il). tosto che il suo omonimo, contempo·
Il tempio viene indicato •io circo Ra- raoeo di Silla. Stando ali' indicazione
« minio» (CORNELIO NEPOTE), « apud di Ov1010 (loc. cit.), doveva t rovarsi
« circum » (PLINIO), ma se ne ignora nel punto in cui l'aqua Virgo entrava
la precisa ubicazione: chi lo pone a nel campo Marzio, cioè in corrispon-
sud del teatro di Pompeo, chi vuole ri· denza :ill'arco di Claudio.
conoscerlo in alcunj av.rnzi del Largo (4) Non è possibile anche qui sta-
Argentina, un tempo sotto la chiesa bilire la fonte. Cominciati da Cesare,
di S. Nicola ai Cesarioi (cf. PLAWER- vennero continuati da Lepido e comple-
AsHBY, op. cit. p. 328). tati e dedicati da Agrippa nel 26 av. Cr.
(2) Da L:v10, IV, 22 1 7. Collaudata (C1CER0NE, Ad Allic. IV, 17 1 7; CAss10
dai censori dell'anno 435 av. Cr. (L1v10, D10NE, LIII, 23). Subirono danni nel-
!oc. cit.); ricostruita eJ ampli.1ta nel 1' incendio del!' 8o d. Cr., m:i furono
194 av. Cr. da Elio Peto e Cornelio Ce- immediatamente restaur:iti (CASSIO
tego (Lrv10, XXXIV, 44, 5) e proba- DIONE, LXVI, 24, 2; MARZIALE, IX,
bilmente restaurata da Tito Oidio dopo 59, 1-2); un secondo restauro è ri-
il suo ritorno dalla Spagna nel 93 (Coi11s cordat~ al tempo di Adriano (Hist.
Rom. Repub. ili 1/Je Bril. Mus. I, 479, A ug . .iHadr. 19, 10). Nel tardo im-
on. 3856-3860; R. 81.RTOCO)ll in Atti pero i « Saepta » hanno l'attributo di
e Mem. Ist. Jtal. di Nmnismat. II, 191 S, Agrippia11a (Hist. A1Jg. Altxa111/. Sw.
p. 21 S sgg.; E. MAKIN, T/Je triumplial 26), e sono ancora ricordati in S1rnv10
roule &c. in Jour. Rom. Studies, II, (Bue. 1, 33) e io un collare di schiavo
192 1, p. 27). Pare che se ne possa (C. I. L. XV, 7195); invece no11 se
dimostrare l'esistenza, sebbene io pro· ne trova esplicito accenno in Cr1r. e
porzioni ridotte, almeno fino al 11.secolo Not. Sulla storia esterna del monu-
d. Cr. (cf. Hul!LSEN in Ròm. Mili. 1903, mento vedi SHIPLEY, Agrippa's building
p. 48). Le fonti la indicano adiacente Activ. &c. pp. 37-40, e sull'ubicazione
ai Saepta (CICERONE, Ad Alt. I V, 171 7; GATTI io L'Urbe, sett. 1937.
DELLE Q UATTORDIC I REGION I D I ROMA 233

Equiria <1>.
Horti Lucullani <i>.
Fons Scipiont4m <i>.
Sepulchrum AugusJorum <•>.
5 Ciconiae.
Nixae.
Pantheon l01Ji Ulctori <sJ,
Basilica Netumii (6).
Basilica Macidii <1>.
IO Basilica· Marciani (8).

4. sepulcrum B 7. Pan&eon A Panteon AJ ultorl B

( 1) Da VARRONE, VI, I 3 o da FESTO, « posuit ». Nella descrizione egli cre-


p. 71. Cerimonia romana, in onore di dette di vedere l'accenno ad una fon-
Marte, consistente in corse di cavalli tana monumentale. Ma siccome il
nella estremità occidentale del campo fornice eretto da Scipione nel I 90 si
Marzio (cf. P rGANIOL, Ara Marlis in trovava sulla sommità del clivo Capi-
Milanges d'arcb. et d'bist. LI, 1934, tolino, non rientrerebbe nei limiti della
pp. 22-4); non si tratta dunque di un regione IX.
nome di luogo. (4) « Sepulcrum Augusti» troviamo
(2) Da FRONTINO, 22. Facevano nel!' Epit. de Caes. 12 di incerto autore
parte della regione VII, e non di questa. e << tumulus Caesarum » in TACITO,
Sono i celebrati giardini di I;. Licinio Ab excesm d. Augusti, IJJ, 9; ma
Lucullo, ricord ati anche in PLUTARCO Pomponio potè anche basarsi sopra al·
(L11c. 39). Da Lucullo passarono a tre sue reminiscenze letterarie e cogni-
Valerio Asiatico (TACITO, Abexcessud. zioni topografiche, come lasciano in-
Aug. XI, 1; CASSIO DroNE, LX, 27, 3), tendere le parole degli Excerpta cit.
poi a Messalina, di venendo, dopo la sua p. 60. Nel mausoleo ebbero sepoltura
morte, proprietà imperiale (TACCTO, quasi tutti i membri della famiglia
op. cit. XI, 37; CASSIO D10NE, lX, Giulia-Claudia, Nerva, e forse anche
3 r, s; PLUTARCO, loc. cit.). Si esten- Vespasiano. Cf. G. Q, G1qL10LI, Il
devano press'a poco tra l'attuale via mausol<'o di Augus/o in Capitoli11111, ot-
Due Macelli, la salita di Capo le Case, tobre 19 30; LUGLI, op. cit. m, 194 sgg.;
la via di Porta Pinciana e la vigna GATTI, Il mausoleo di A11g11s/o in Capi-
della Trinità dei Monti (d. LUGLI, op. /o/i11m, sett. I 934 e Nuove osserva\ioni
cit. Ili, 28 5). ml mausoleo di A11g11sto in L'Urbe, ago-
(3) Probabilmente Pomponio aveva sto 1938.
presente questo passo di L1v10 : ( 5) Da una fa lsa lezione della Na/.
XXXVII, 3, 7: « P. Cornelius Sci pio Risi. di PLINIO, XXXVI, 102 (cf.
« Africanus, priusquam profìciscerctur, cod. Parig. 6801 e volgata). Parrasio
« fomicem in Capitolio ad versus viam, omette.
«qua in Capitolium escendirur, cum (6) Cur. e Noi. « Neptuni ».
« siguis septem auratis et equis duobus (7) Cur. e N<>t. « Matidies ».
«et marmorea duo llbra ante fornicem (8) C11r. e Not. « Ma rci:mes ».
D ESCRIZIONE INTERPOLATA

Tcmplum divi Antonini cum coclide columna, quae est alta


pedes .ctxxv., habet iotus gradus .ccvi. et fenestellas .tvr.
Thmnae H:idriani <•>.
T hermae Neronianae quae post<» Alexandrinae.
T hermae Agrippae. 5
Templmn Boni Evtntus <i>.
Aedis Rellonae versus portam Carmwtalem. Ante '1anc aedem
columna index belli inferendi <•>.
Porticus Argonautarum.
Meleagricum. 10
Isaeum.
Serapeum.
Minervium ts>.

4. postea 8

( 1) C11r. e Noi. « Hadrianium ». 1827; I•, p. 192 n. X). Il tempio esi-


Non si conoscono terme d1 Adriano, steva ancora ali' dà di Settimio Se-
e l'errore deve procedere da una falsa vero (Hist. A11g., Seu. 22, 6). Le fonti
lettura dei codici, in taluno dei quali lo indicano« io circo Flaminio» (Fasi.
(~onac. lat. 794) si trova « Hadriani 11. Vt1111S. citt.); meno impreciso è il ,·erso
(2) Da EUTROPIO, VII, 15. di Ov1010 (Fasti, VI, 105) « pro~picit a
(3) Da AMMIANO MARCELL. XXIX, «templo summum brevis area circum »,
6, 19. Il portico, costruito nel 374d.Cr., sebbene rim anga poco perspicuo a
che prendeva il nome dal vicino tem- quale parte: del circo il poeta abbia
pio del Buon Evento, ci viene indicato inteso riferirsi. Da 3Jtre fonti risulta
(AMMIANO, !oc. cit.) come contiguo alle che il tempio non era lungi dalb Villa
terme di Agrippa; e in quelle vicinanze Pubblica (CASSIO D10NE, fr:ig. 105, 5;
v:i dunque ricercato anche il tempio, PLUTARCO, 5111/a, 30, 3; SENECA, De
che venne eretto dallo stesso Agrippa clt111mti11, I, 12, 2 ; VALERIO M ~SSIMO,
(SHIPLEY, A grippa' s b11ildi11gs Activities IX, 2, 1). L'opinione più sicura è
ili Rome cit. p. 14). Alcuni resti di che si trovasse a nord-est dcl circo Fla-
qu esto tempio sono stati riconosciut i minio; e a questo tempio sembra che
nei due mu ri in opera quadrata di turo appartengano le colonne ed il podio
sotto la chiesa di S. Maria in Moo- tornati recentemente in luce negli scavi
terone (cf. E. SARTI, Note asligrafiche di via Celsa. La cerimonia della dichia-
in A rch. Soc. Rom. di stor. patr. IX, rnione di guerra, mediante il lancio del-
1886, p. 476 ; LucL1, op. cit. III, 160-2). l'asta al di sopra della «columna bellica•,
(4) Forse d:i SERv10, Aut. VIII!, 52 avveniva ancora a tempo di Marco Au-
e Ov1010, Ft1st. VI, 205- 8; cf. anche relio (CASSIO OIONE, LXXI, n. 3).
PAOLO, p. 30 e Fasti Ve1111s. 111 non. ( 5) t la steSSJ COS:l che I' indic3Ziooe
iun. p. 221. \'otato da Appio Claudio seguente. "Minervium • è chiamato
Cieco nel 296 a. Cr. (Ll\'lo, X, 19, 17 ; il tem pio di Minerv:i C:ilcidica nell' lti11.
Ov1010, Fast. VI, 201 -4 ; C. I. L. Xl, di EillsieJtfo.
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI RO MA 235

Minerva Chalcidica.
Divorum.
Insula Phelidii si ve Phelidis <•>.
Vici .xxx.
5 Aediculae totidem.
Vico Magistri .cxxm.
Curatores .n.
Denuntiatores .n.
Insulae .UI.DCCLXXXVIU.
10 Domus .CXL.
Balineae privatae .Lxm.
Horrea .xxu.
Pistrina .xx.
Regio in ambitu habet pedes .xxx.n.

REGIO X. PALATIUM.

Vicu.s Padi <».


Vicus Curiarum.
Vicus Fortunae Respicientis.
Vicus Salutaris.
20 Vicus A pollinis.
Vicus iuiusque <J> diei.
[Aedis deae Viriplacae in Pal[a]tìo] C4>.
Roma Quadrata <s>.

1. Chalcidfcam, h in interi. A 2. Divor. AB 3. Phelidil sive Phelidis] pbelldil corr.


phelldis B 5, totidem] xxx B 6. XLVlll B 6-11 . Om. A 2 9. Corr. su
iii occcLxxxv111 A 15. d <cima B

( 1) Cur. e Noi. «Felici es». cello a lei dedicato.


(2) Questo e i vici seguenti vennero ( 5) Da fESTO, p. 3 ro. Un sacello sul
desunti dalla Base. Pala tino, davanti al tempio di Apollo,
(3) Base « huiusque ». dove erano riposti gli oggetti che si
(4) Da VALERIO MASSIMO, Il, r, 6. ritenevano di buon augurio nella fon-
Nulla sappiamo di questa dea che pre- dazione di una città. Esisteva ancora
siedeva alb pace domestica, nè del sa- nel 204 d. Cr. (C. /. L. VI, 32327).
DESCR IZI ONE I NTERPOLA TA

Aedis lovis Statoris <•>.


Casa Romu li.
Prata Bacchi t1bi futrunt aedes Vitruvii Fundani <2 >.
Ara Febris CJ>.
Tunplum Fidei <~>. 5
Aedis Matris Deum [huic fuit conterminiim delubrnm Sospitae
fanonis] <s>.
Domus Ceiomorum <'>.
Sicelia <1>.
lovis caenatio ts>. 10
Aedis Apolli11is ubi lichni pendent instar arboris mala ferentis <'>.
Bibliotheca <• 0 >.
3. Bachi 8 Vtiruvii] I nel/· interi. 1opra t 8 8. Ccloniorum, pare, B
11. lychnf A' 12 h rre//' interi. A' BiblioOeca A 8

( 1) Da L1v10, I, 12, 4-6. Il tempio la ~bgna ~12t er e la Mater Matuta, è


si tron\·J nei confini tra la IV e X stJtO collato sul Palatino il tempio di
regione (vedi p. 130 nou 3). G •uoone Sospitt del foro Olitorio (cf.
(2) Da L1v10, \'lii, 19, 4: « Aedes H u1:.L~~. N, Topogr. I, 111, p. 46 nota 3111).
« fuere io Palatio eius [di Vitruvius (6) Es:ittamcnte Parrasio te Ceionio-
« Vaccus Funllanus]; qua Vacci prata « rum ». Da Hisl. Augusta, Perti11a.-c,
« di ruto :iedificio pub li~ ttoque solo ap· IO, 2.
« pell 1tJ »; cf. anche, Vili, 20, 8. La (7) « Skilia»; dal la stessa fonte, 11 , 6.
cas.1 Ji V.truvio Vacco, uomo che go- Questa e la successi\'a deoominJzione,
deva di una IJrga notor ttl a Fondi e entram be riforibili al palazzo imperiale,
in Ro m1, fu Ji,t rutta nel 330 av. Cr. possono designare o una identica loca-
a p.:rpetua dannazione del.e sue ma le- lità, ovvero, secondo una più probabile
fatte (C rC.ERO'IE, Dt domo, 10 1; Lino, interpretazione del testo suddetto, due
\'Ili, 20, 7). parti contigue J'uno stesso corpo di
( J) D.i C1CEROSE, De legibus, II, 18, fabbricato, che ven iva subito dopo il
dove I' :ira è chiama ta « vetusta » ; portico d'accesso.
t.:stimoai a nza dell'antichit~ del culto. (8) Dalla stessa fonte, 11, 6.
Altrove, invece Ji «a ra» , si incontra (9) Da PLINIO, XXXIV, 14: « pia-
« fanum 11 (C1CERO~E, De 11al . dtorlf lll, « cucre et lychnuchi pensiles in delubris
Ili, 6J; SENECA, Apocol. VI; Pus1cy, Il, "aut arbo rum mala ferentium moJo
16), "templum )) ( VALERIO ~uss. Il, ctluccntes, quale est in templo Apol·
5, 6; ACOSTISO, De civ. Dti, III, 15; • linis Pal;itiai ». In Parrasio segue
!V, 15), vt~ç x~l f3wµ6ç ( EllAXO, Va- • Aedis deae Viripl.ic.ie in palatio •·
ria bis/. Xli, 11). ( 10) Da S1.:ETos10, A ugUJI., 29, 3.
(~) Da FESTO, p. 318, il q.J1le ne La biblioteca annessa al tempio di
att ribuisce la costruzione a Rhome, Apollo e costituita da due sezioni, una
figlia di :\s.:~nio e nepote di Enea. grec:i e l'ahr:i htina. Gli storici an-
(S) D.1 Ov1010, Fast. Il, 55 -6, dove, tichi ne esaltano la ricchezza dell a de-
in seguito forse a una confusione fra corazione e la suppellettile libraria.
D E L LE Q UA T TO R DICI R EG I ON I D I R O MA 237

Aedis Rhamnusiae ( r).


Pentapylon Iovis Arbitratoris <».
Domus Augustiana.
Domus Tiberiana.
5 Sedes lmperii Romani h>.
Auguratorium.
Ad Mammam, hoc est dieta.e Mamtmae l4l.
Area Palatina.
Aedis Iovis Victoris.
10 Domus Dionysii <sl.
Domus Q. Catuli <6>.
Domus Ciceronis <1>.
Aedis Diiovis <•>.

r. Rbamnuslae] b , n ne/I' interi. A1 ~· T yberiaoa B 10. Dlooysf B rr . C.·


tulll A2 12. Clceronls) e in interi. 1opra la prima i B

( 1) Cur. e Noi. << Apollinis Ram- (7) Forse da Cicerone, che menziona
« nusii »: in va ri scritti la sua casa (cf., per es.,
(2) « lovis Arboratoris »,che in Noi. De domo, 62, 10 0 1 103 1 116). L'aveva
~ elencato alla regione Xl. comprata nel 62 da Marco Crasso (Ad
(3) Pomponio anche negli Excerpta fa m. V, 6, 2; GELLIO,XII, 121 2); Clodio
cit. (p. 64) accenna al Palatino come la bruciò e nel luogo eresse un alt:ire
sede Jell' Impero Romano. Vedi in alla Libertà (CICERONE, De domo, 62,
proposito CASSIO D10NE, LIII, 16, 5- 6. 116 ; PLUTARCO, Cic. 33, 1; CASSIO
(4) Da Hisl. Augusta, Alexa11der DIONB, XXXVIII, 17, 6; APPIANO, Beli.
Sev. 26, 9. C'è chi ha creduto fa lsa civ. II, 15 , 58; VELLEIO, II, 45, 3).
questa asserzione de l biografo di Severo Cicerone, tornato dall'esilio, ottenne
Alessandro (cf. DoMASZEWSKI, Die To. una indennità per la ricostruzione della
pographit Roms bei det1 Script. hist. A11g. casa (CICERONE, Ad A tt. I V, 2 1 5), che
Heidelberg, 1916, p. 13). poi ' passò io possesso di Marcio Censo-
(5) Noi. « Dionis »; ma i codd. della rinti, e di T. Statilio Sisenna Tauro,
famiglia del Laurenz. 891 67 «Dio- console ordinario dcli' anno 16 d. Cr.,
« oisii » . il quale ne era ancora proprietario
(6) Da PLINIO, Xli, 2. La casa di nell'anno 30 (VELLEIO, Il, 14, 3;
Q Lutazio Catulo, il vincitore dei cf. PAULY-W1ssowA, op. cit. III, 111
Cimbri, costruita sull'area dell'abita- 19291 coli. 2198-9). Sorgeva nella
zione di Fulvio Fiacco. Plinio la ricorda parte del Palatino prospiciente il Foro,
come una delle più eleganti dimore di • io cospectu totius urbis » (CICERONE,
Roma e Suetonio come una « pars pa· De domo, 100; PLUTARCO, Cic. 8, 6),
« latii)) (PLINIO, loc. cit.; VARRONF, ed era contigua al portico e alla casa
De re rnst. III, 5, 12; CICERONE, De di Ca tu lo (CICERONE, De domo passim;
domo, 102, 114; VALERIO MASS. VI, AdAtt. IV, 2, 5 ; 31 2).
3, l e; SUETONIO, De gramm. l 7). (8) L'URLICHS (Cord. urb. R. top.
DESCRIZIONE INT ERPOLA TA

Vtlia (•>.
Curia Vetus.
Fortuna Respiciens.
Septizonium Severi.
Victoria Germanitiana. 5
Lupercal.
Vici .VI.
Aediculae totidem.
Vico Magistri .xxnn.
Curatores .11. IO
Denuntiatorer .ti .
Insulae .lr.ocxum.
Domus .Lxxxv111.
Lacus .Lxxx.
Horrea .XLVlll.
Pistrina .xx.
Balioeae privatae .xxxvi.
Regio in ambitu habet [pedesJ .xu.oc.

REGIO XI. Crncus M AXJMus.

Cirws Maximus, qui capit loca treceota octoginta quinque milia. 20


.x11. Portae.

5. Cermantiana A' 18. pedes om. A 20. Ctrcus Maxlmus om. 8 CCCLXXXV mii. 8
In B ntl marfl. inferiore si legflt in inchiostro rouo: fori loca suol diversa pa1rtba1
equltlbusque assignata, cf. Livio, I, J5, 8; 56, !l.

p. 4 1) crede che si tratti di un dupli- sei a nni dopo dal d uumviro Gaio Ser-
cato della « domus Dionysii » della vilio nell'isola Tiberina (L1v10, XXX IV,
r. 10,che in NiJI. appare, come dicemmo, 53, 7). li fatto che Pomponio col-
« Dionis » e poteva essere anche scritto loca il tempio sul P.ilatino, dove non
« Dyonis », (i codJ. della famiglia del esistono tracce di questo culto, ci lascia
Laurenz. 89, 67 hanno « Dyonisii 11 ). sospettare che egli abbia fatto un ar-
Si potrebbe pure pensare che Pomponio bitrario tr.isferimen10.
abbia attinto a L1\•10, XXXI, 2 1, 12, (I) Forse da \'ARRONE, De Li11g. lai.
dove sì dice che il pretore L. Furio V, 54. Era una delle tre colline del
Purpurione nell'a. 2 00 av. Cr. u aedem P:ilatìno, e cioè quella verso la valle
• Diiovi vovit ». li tempio fu dedicato dcl Colosseo.
DELLE QUATTORDI C I REGIONI DI ROMA 239

Templum Mercuri.
Aedis Ditis Patris.
Aedis Cereris.
A edis Veneris opus Fabii Gurgitis <•>.
5 [Portrmo ad pontem Aemili olim Sitblici] <2>.
Porta Trigemina.
Salinae <i>.
[Ara l avi inventori ab Hercule .oo.) (i).
Apollo Caelispex.
ro Aedis Portunni (s).
Hercules Olivarius.
Ara Maxima (6).
( Templum Castoris] <1>.

1. Mercuril B 3. Om. A2 5. Subllci] nel marg., in inchiOllro ro3So, non crat in


pomponfano B 10. Portiin l B

( 1) Da L1v10, X, 3 I, 9. Il tempio Ovmro, Fast. I, 579; Origo gentis Rom.


fu costruito da Q. F::ibio Gurgite nel VI, 5).
295 a. Cr. col danaro proveniente dalle (5) Vedi sopra nota 2.
m ul te inflitte alle matrone convinte di (6) Forse da L1v10, I, 7, 10-11 o da
adulterio (L1v10, loc. cit.). Secondo Ov1010, Fast. I, 581 o da SERVJO,
un 'attestazione di S ERVJO (Aen. 1, 720) A en. VIII, 27 r. Gli antichi ne ascri-
il tempio sarebbe stato consacrato a Ve- vono la dedicazione ad Evandro (L1v10,
nere Ossequente. È indicato « prope !oc. cit.; D10N1s 10, l, 40, 6; TACITO, Ab
« circum » (L1v10, loc. cit.), ,((ad cir- excesm d. A11g. XV, 41 ), o ad Ercole
« cum Maximum» (Fasti Vall. xiv kal. (OvJOIO, loc. cit.; PROPERZIO, IV, 9, 68;
sept. in C. I. l. I•, pp. 240, 32 5; SOLINO, I, 10; SERvJO, !oc. cit.) o ai
FESTO, p. 322), e può esser ricercato suoi compagni rimasti in Italia (MA·
tra l'Aventino e il Circo, in vicinanza CROBto, III, 6, 17). L'alta re è anno-
del sacello di ~urcia (c f. Hi:ELSEN, verato tra gli edifici distrutti dall'in-
Topogr. I, 111, I 14). cendio Neroniano, ma fu restaurato,
(2) Dai Fasti Vali. xvi kal. sept. in perchè se ne ha ricordo :incora nel 1v
C. I. l. I•, p. 240 (cf. anche Fasti secolo (FEsTO, p. 270; SERVIO, loc. cit.).
Allif. Ami/. pp.217, 244e 325)eda Er:i compreso entro il tracciato del
PLUTARCO, N111na, 9, 6-7. L'indicazione pomerio (TACITO, Ab excnsu d. A ug.
era già in Pomponio (v. sotto r. 10). X II, 24); viene indicato «post ianuas
(3) Da SOLINO, I, 8 o da fRON· « circi Maximi" (SERV IO, loc. cit.); e
TINO, 5· la sua ubicazione può essere ricono-
(4) Da SOLINO, I, 7. L'ara, secondo sciuta a nord di S. Maria in Cosmedin
la leggenda, sarebbe stata innalzata da (cf. HuELSEN , Topogr. l,111, 143 nota 76).
Ercole, presso la porta Trigemina, a (7) L'articolo parrebbe desunto dai
Giove che lo nveva guidato :11 ritrova- Fast. Allif. e Amit. id. aug. pp. 217,
mento dt:i bovi (DIONISIO, I, 39, 4 ; 244 (cf. anche VITRUVJO, IV, 8, 4),
DESC RIZIONE I N T E R PO LATA

Aedes Cereris <1 >.


Àedes Pompei<».
Obelisci .1r. <il. Iacet alter; alttr erectus.
Aedis Mtmiae <•>.
Aedis Consi subterranea <s>. 5
Forum Olitoriwn. In eo colutntta est lactaria ad quam infantes
lacte alendos defmmtur [et aedis l mzoni Matutat] <'>.

1. Aedis 8 3. duo 8 6. est columna A2

dove si allude al tempio dei Castori r 1 3), l'altra che lo colloca presso i
«in circo Flaminio», che dall'interpo- carceres (PtGANIOL, Lts origini! du Fo-
latore del cod. Veneto è confuso col rum in Mll. d'arch. et d'hist. XX V!lJ,
circo Massimo (ved. G. MANCINI, Sco- 1908, P· 279).
perta d' u11 cnle11dario romano cit. in (;) Da T ERTt..'1.LIANO, ibid. s e 8; cf.
Not. Sci1vi, 1921, p. 107). anche SERv10, Aw. VILI, 636. Un'ara
( 1) Si ripete l'indicazione del r. 3 che T Acrro (Ab excessu d. A11g. Xli,
pagina prc.::ed.; che qui potrebbe anche 24) ci sego:ila ai piedi del Palatino e
essere stata ricavata, corue quella che compresa nel pomerio Romuleo. Dopo
segue, da PLINIO, XXXV, 154. che il circo Massimo si estese oell.i
(2) O.i PLINIO, XXXIV, 57. Un valle tra il Pala tino e l'Aventino, l'ara
tempio di Ercole, detto Pompeiano, per- di Conso viene indicata «ad primas mc-
chè costruito o restau rato da Pompeo. « tas », u ad metas Murcias 11 (TERTUL·
Le fonti lo indicano «apud» o «ad LIANO. locc. citt.). L'incerta inte rpre-
« circum Maximum» (PuN10, loc. cit.; tazione di queste parole ha portato
YtTRUVIO, Ill, 3, 5), ma la pluralità taluni a localizzare l'ara dalla parte
dci santuari in onore di Ercole io quel dei ca1 etrtS (PrCANIOL, op. e loc. cit.),
centro urbano dt:I suo culto, ne rende altri dalla parte opposta dd Circo
incerta la iJentifi.::az?one (cf. PLATNER- (Ht:i.r.sF.s, Topogr. I, 111, 114). :\on è
AsHBY, op. cii. pp. 25)-6). mane.no poi chi ha voluto ricono-
(3) Forse dalla prima appendice del scere gli avanzi dell' « ::tr:t Consi» nelle
catal. (codd. della famiglia del Lau- sostruzioni di S. Anastasia a tergo del-
reoz. 89, 67), oppure da AMMIANO l'abside basilicale (Du jARDIN, Como
MARCELL. XVII, 4, 12. Dal B10Noo antico dio del grano &c. in N11ova A 11-
(Ro11w i11it. LXIlll) sappiamo che l'obe- /owgia, LXII, maggio 1927, p. 97).
lisco giacente era quello di Costanzo. t' :ira, sotterranea, veniva scoperta
(4) Da TRRTULLIANO, De spectnw- nella rkorrenz:t dci Co11S1talia (VA R·
lis, 8. Un sacello d1pprima nella valle RO!'F, \'I, 20; PLUTARCO, Rom. XIV,
tra il Pal.itino e l'Aventino (Ll\'10, I, 4; TF.RTULLIANO, loc. cit.; Fasti Prae.
3 3, 5), poi compreso entro il Circo 1ust. X\'111 kal. iao. in C. I. L. 12,
(VARRONE, V, q 4). Le parole di Var- p. 237).
rone • intumus circus ad ~turciae vo- (6) Da FESTO, P· IOS, e l'ajlgiunta
• catur » hanno dato luogo a due di- del cod. \'eneto da Livro, XXXIV,
ve rse teorie: l'una che pone que:.to s.i- 53, 3, il quale, ricordando la dedica-
cello nella parte sud-est del Circo verso zione del tempio, an·euuta nel 194
l' Aventi no (HuELSEN, Topogr. 1, m, av. Cr., lo designa come intitolato a
DELLE QUATTORDICI RE G I ON I DI ROM A 24 I

cAedis Putatis in foro Olitorio]<•>.


Velabrum Maius <2>.
Velabrum Minus.
Arcus Constantini.

5 Vici .vm.
Aediculae totidem.
Vico Magistri .xxxrT.
Curatores .II.
Dwuntiatores .n.
ro Insulae .MDC.
Do~us .Lxxxix.
Balineae privatae .xv.
Horrea .xvi.
Lacus .Lx.
I5 Pistrina .XII.

Regio in ambitu habet pedes .Xl. o.

IO. Mli. DC B

Giunone Matuta ; mentre, narrando dcl cato dicci anni dopo dal suo figlio
voto che ne aveva fatto Cornelio Ce- omonimo (L1v10, XL, 34, 4-6; VALERIO
tcgo nel 197, lo segnala come offerto ~1Ass. U, 5, 1). S'innalzava nella parte
a Giunone Sospita (XXXII, 30, 10). sud- est dell'area, dove poi fu costruito
Sarebbe da riconoscere in uno dei tre il teatro di Marcello (PLINIO, Nat.
templi sotto la chiesa di S. Nicola in Hist. Vll, 121 ), e scomparve qua ndo
Cucere; secondo taluni nel cent ra le Cesare (44 a. Cr.) iniziò la costruzione
e più g rande (FRANK, op. cit. p. 128 ; di esso (CAss10 OJON E, XLIII, 49, 2).
LUGLI, Mo11umenti cit. I, p. 365); se- Al tempio si riconnette la leggenda
condo altri nel più piccolo, :1 sud della figlia che alimentava col pro·
(R. DELBROCH, Die drti Temptl nm prio latte il padre prigioniero o la ma·
For11111 O/ilorium in Rom, Rom, 1903 ). dre (FESTO, p. 228; Sow;o, I, 124 ;
Il foro Olitorio e i monumenti com- PLINIO, lo.:. cit. ; VAL1'RIO MASS. V,
presi nella sua circoscrizione avrebbero 4, 7).
dovuto trovar luogo nella regione IX, (2) Questa e l'indicazio ne successiva
aniichè in questa. da V ARRONE, V, 156; 1113 non è pos-
( 1) D~ L1v10, XL, 34, 4. Un tempio sibi le determinare in che consistesse l:i
vota to da Manio Acilio Glabrione nel differenza. Cf. A RMINI, Parallellbeltck·
giorno in cui comb:itti: :ille Termopilc 11i11gar b/a11d romtrska loknlnn11111 in
contro Antioco ( 191 av. Cr.), e dedi- Erm1os, XII, 192), p. 52.

Cod. TopolfT. r6
DESCRIZIONE I N TERPOLATA

REGIO XII. PISCINA PUBLICA.

Viws Veneris Almat <•>.


Vicus Piscinae Publicae.
Vicus Dianae.
Vicus Ceios. 5
Vicus Triari.
Vicus Aquae <» Salientis.
Vicus Laci Tecti.
Vic1Js Fortunae Mammosae.
Vicus Colapeti <i> Pastoris. IO
Vicus Portae Rudusculanae.
Vicus Portae Nr:uiae.
Vicus Victoris.
Horti Asiniani <•>.
[ Vicus Asiniani] <s>.
Area Radicaria.
Caput <6> Viae Novae.
Fonuna Mammosa.
Isis Antenodoria.
Aedis Bonae Deae Subsaxanae. 20
Donum <1> DeJphini.
Thermae Aotoninianae.
Septem Domus Parthorum.
Campus Lanatarius.
Domus Chilonis.

11. Raudusculanae) a ne//'inlerl. sopra la prima u 8 13. Om. A2 18. Marnosa B


2l. Antonlanae A2 8

( t) Questo e i vici seguenti deri- dell'interpolatore Veneto.


vano dalla Base. (6) Non è facile darci ragione del-
(2) C( p. 45. l' aggiunta di Pomponio (caput), a meno
(3) Cf. ibid. che egli non considerasse le due vie
(4) Da FRONTINO, 2 1. Nove, quella sotto il Palatino e l'altra
(5) Non sappiamo donde sia stato presso le terme di Caracalla, come una
desunto questo vico, che molto pro- via unica, coll'inizio nella regione Xli.
babilmente è nato da una confusione (7) C11r. e Noi. << Clivum ».
D E L L E Q U A T T O R D I C I R E G I O N I D I R O M A 24 3

Cohortes .m. vigilum.


Domus Cornificii <1 >.
Privata Hadriani.
Vici .xJI.
5 Aediculae totidem.
Vico Magistri .XLvm.
Curatores .11.
Denuntiatores .n.
Insulae .il.ccccLxxxvr.
ro Domus .cxllll.
Balineae privatae .xum.
Lacus .Lxxx.
Horrea .xxvr.
Pistrina .xx.
15 Regio in ambitu habet pedes .xu.

REGIO xm. A VENTINUS.

Vicus Fidii <».


Vicus Frumentarius.
Viws Trittm. Viarum.
20 Viws Caeseti.
Vicus Valeri Ci>.
Vicus Laci Miliarii.
Vicus Fortunati.
Vicw Capitis Canteri.
25 Vicus Trittm Altimn (4).
Vicw Novus.
Vicus Loreti Minoris.
Viws Armili,stri.
1. Cohurtes B tres B 22. Miliarii ] i11 B segue Laurei, Sl)/lolineato in rosso.

(1) Cur. e Not. «Cornificies». Qual- stati ricavati dalla Base.


che cod. però della famiglia del Lau- (3) Cf. P· 43.
renz. 89, 67, ha anche « Cornificii ». (4) Cf. ibid. Più esattamente Par-
(2) Questo vico e i seguenti sono rasio « Alitum ».
DESCRIZIONE INTERPOLATA

Vicus Columnae Ligneae.


[Àedis Consi] <•>.
[Minerva in Aventino]<».
Vicus Materiarius.
Vicus Mundiciti. 5
Vicus Loreti Maioris [ubi erat Portum1s]<».
Vicus Fortunae Dubiae.
Armilustrum <•>.
Templum commtme <s> Dianae [opus Tarquinii PrisciJ ('>.
cTemplum Minervae Nymphetriae) (1). IO
[ Templ11m fononis Reginae opus CamuliJ (8).

2-3. Aedis- Ano.] a fianco, itc iraclu'oitro roi10, h~ duo non eraot io pomponlaoo B
9. opoa- Prisd "Mli' inlerl., in inchioilro ro110, B Nymrhetrfae1 nel 'lttOrK., i n (nchio-
llro rouo, hoc eat addlrom In pompolano 8 Camnli] nel marK., in inchio1tro rouo,
alterum vacat B e U81tOno le Thermae Varfanac del r. J pa8ina ug.

(1) Nei Fasti Vall. xu kal. scpt, tante M. Fulvio Fiacco trionfatore, si
p. 240 e Amit. prid. id. dcc. p. 245. La è dedotto che il tempio stesso sia
rappre.scotaziooe pittorica della pompa stirto costruito da lui in onore del
trionfale di L. Papirio Cursore, affre- dio etrusco Vortumno, dopo il trionfo
scata nel tempio di Cooso sull'Aventino sui Volsiniesi del 264 av. Cr. (FESTO,
(FESTO, p. 228), ha indotto taluni a cre- p. 228; C. I. L. 12, p. 172).
dere il Cursore fondatore del tempio. (4) Io Parrasio segue • templum Lu-
Se cib risponde a verità, la costru- • nae in Aventino>; sul quale vedi
zione cadrebbe nel 272 av. Cr. (Mmu.1N, HuasEN, T opògr . I, m, 16o-1 ; Lucu,
L'A ventiu, p. 228). Il tempio fu re- op. cit. Ili, 587-8.
staurato da Augusto dopo il 7 di Cr. (S) Da VARRONB, V, 43 : cc commune
(ibidem, p. 307; W1ssowA, Relig. u. « Latinorum templumio, costruito come
Culi. der Ròmtr, Mùnchen, 191 2, p.202). santuario comune della lega Latina.
L'ubicazione è incerta. In base al rav- (6) La tradizione lo attribuisce a
vicinamento che FssTo (loc. cit.) fa di Servio Tullio (cf. p. 140 nota 4).
questo tempio con l'altro di Vortumno (7) Da Cur. e Noi., dove invece di
« in Loreto maiore », si è tratta I' illa- << Nymphetriae » si legge « Nymfea
zione che l'edificio potesse trovarsi sulla «tria ». Alcuni codd. però hanno
cresta dell'Aventino, dalla parte del « nymfetria ll 1 « nymfetrie », • nym-
Circo, entro il quale era l'ara di Cooso « pbatria », cnimphe tria » (v. p. 181
(MERLll', p. 105). e URLICHS, Cod. urb. Rom. top. p. 19),
(2) Nei Fasti Esqur1ini, Priunest. xnn (8) Da LIVIO, V, 23, 7; • Camuli »
kal. apr. pp. 21 1, 234, Amit. XIII kal. per «Ca mi lii ». Il tempio di Giunone
iul. pp. 24 3, 312, 320. Regina è ricordato anche a p. 246
(3) Dai Fast. Va/l. id. aug. p. 240, r. 11. \' otato da Ca milio nel 396 a. Cr.
dove si legge perb « Vortumnus »,come durante l'assedio di Veio e dedicato
anche in Parrasio. Dalla pittura esi- quattro aooi dopo da lui stesso (L1v10,
stente in questo tempio, e rappresen- V, 21, 3; 22 1 6-7; 23, 7; 31, 3). Fu
DELLE QUATTORDICI REG I ONI DI ROMA 245

Thermae Decianae.
Thermae Syriacae <1 >.
Thermae Varianae <2 >.
Templum . Libertatis hl.
5 Doloceoum sive Dolocrum (4l.
Privata Traiani.
Remuria <s>.

1-2. Tberm~ - Syrfac~ af?tr· fuori co/o,,,,a A 2. Slriacae B 4. Tcmplum Llber-


tatJs om. B, e ,,e/ marfr., in inchiostro rouo, con richiamo a//' Aedes Llbertatls del r. 7
papna ug. Templum llbcrtatis erat In allo

restaurato da Augusto (Mon. A ncyr. care due templi dedicati allo stesso
IV, 6). Nell'ordine della processione culto in un luogo cosi ristretto come
lustrale del 207 av. Cr. il tempio ci l'Aventino (cf. HuELSEN, Topogr. I, m,
viene indicato subito dopo il clivo Pu- p. 167); per una opinione contraria
blicio (Lrv10, XXVII, 37, I 5); due v. MANCINI, Not. Scavi, 1921, pp. 92- 3.
iscrizioni votive a. Giunone Regina, Se si ammètte l'identificazione, il
trovate presso la chiesa di S. Sabina tempio sarebbe stato restaurato da Au-
(C. I. L. VI, 364, J6S), ci indicano che g usto (Mo11. Ancyr. IV, 6).
il tempio va ricercato in quelle pros- (4) In Parrasio segue « Aedis Bonae
simità. Cf. LUGLI, Mo11umenti, III, « dcae in Aventino». Egli, attingendo
pp. 578-80. forse a MACR0010, I, 12, 21 o ali' Hist.
(1) Our. e Not. «Syres», «Surae». Aug., Hadr. 19, 11, dove la Bona Dea
(2) Una ripetizione delle terme pre- non porta l'appellativo di Subsaxa11a
cedenti, dovuta a un errore di alcuni ritenne che si trattasse di un tempio
codici di Notitia, nei quali si legge diverso da quello indicato nella re-
« tbennas urianae », « thermas uria ne•, gione XII.
invece di « thermae surianae » (v. (S) Da PAoto-FESTO, p. 34 5· Il
p. 179). Il PANVINIO (op. cit. p. 206) luogo dcli' Aventino, donde Remo prese
riporta questa iscrizione, trovata « in gli auspici e dove poi fu seppellito
«Aventino versus P. S. Paulli »: « Aqua (PAoto-FESTO, Joc. cit.; PLUTARCO,
« T raian. Q Anicius Q, F. Antonian. Rom. 9, 4; 1 I, 1 ). DIONISIO invece,
« cur. thcrmarum Varianarum >>; ma forse confondendo, dà due versioni con-
l'iscrizione è ritenuta falsa (cf. JoRDAN, tradittorie: nella prima (I, 85, 6; 87, 3)
Topogr. II, 296; I, r, 476 nota 99). la Remoria sarebbe una collina situata
(3) Da FESTO, p. io8. Alla Libertà a circa trenta stadi da Roma, presso
fu dedicato un tempio «in Aventino» il Tevere, dove Remo aveva intenzione
da Ti. Sempronio Gracco console nel di fondare la nuova città e dove ebbe
238 av. Cr., e dove il figlio di lui fece sepoltura; nella seconda (I, 86, 2),
più tardi dipingere la celebrazione della Remo avrebbe preso gli auspici sul-
vittoria di Benevento sui Cartaginesi 1' Aventino, da alcuni chiamato Remo-
(LIVIO, XXIV, 16, 19). Alcuni sosten- ria. Il MoMMSEN (Die Remuslegende
gono l'identificazione di questo tem pio in Hermes, XVI, i881 , p. 16 sgg.) am-
con l'altro di Iuppiter Libertas o luppiter mette l'esistenza di una Remoria lon-
Llber, in l:>;iss: .alla difficoltà di collo- tana da Roma in connessione con la
DESCR I ZIONE INTERPOLATA

Mappa Aurea.
Platanon.
[Antrum Caci] <1 >.
[Àrcus FaustiniJ <2>,
Horrea Galbae. 5
Horrea Aniceti.
Aedes Libertatis o>.
Sca/ae Gemoniae <•>.
Porticus Fabaria.
Schola <s> Cassii. IO
Templum limonis Reginae [a Camillo dedicalum V~his captisJ l 6>.
Forum Pistorium.
Vici .xvn.
Aediculae totidem.
Vico Magistri .Lxxnn.
Curatores .11.
Denimtiatores .n.
Insulae .ll.ccccLxxxvnr.
3-4. Antrum - Faost lo l) a fia nco, ìn (inchio1tro ro110, non suol In pomponlaoo B
10. Scolla B 11. eap1l1] nel marg., in inchìo1tro r0110, alterum vacai B 12 . B aga.
vel oli 1ottolintato in r0110. 15. Lxxi111] vel u1111ottolintato co~ 1opra OBlf· B

leggenda di Remo, che in età posteriore ad uoa omonima santa umbra (cf. Du·
sarebbe stata trapiantata sull'Aventino. FOt1RCQ, Cesia martyrum, pp. 164-5).
La Remoria dell'Aventino si fa corri- (3) Forse da LIVIO, XXlV, 16, 19,
spondere al Saxum, e si colloca, con dove la parol2 aedes pub aver fatto
relativa probabilità, presso S. Balbina apparire a Pomponio questo tempio
(cf. MERLIN, op. cit. pp. 108-109). come diverso dall'identico, che Festo
(1) Da V1RGI.L 10,Aw. VIII, 217-218, chiama templrim, e già elencato alla
231. L'abitazione di Caco si riteneva pagina preced. r. 4. A meno che non
fosse stata ai piedi dell'Aventino, alle si sia qui inserito un altro tempio o sa·
_Saline, dove fu poi costruita fa porta celio della Libertà fuori del!' Aventino,
'Trigemina (SOLINO, [, 8). ÙVIO (I, 7) come le « scalae » che seguono. Par-
parla di un3 «spelunca Caci ». Cf. rasio« Atrium Libertatis in Aventino•.
2nche pp. 120 e 175. (4) Da VALERIO MAss. VI, 3, 3; 9,
(2) Nei manirologi, a proposito di 13, o da Auuuo V1rr. De Caes. VID,
s. Sabina, è menzionato un « arcus 6; XXXIII, 3l, o da OROSIO, Vll, 8,
« Faustini » sull'Aventino (A,ta Ss. 8. Conducevano dalle vicinanze del
agosto to. VI, 499) ; ma tale arco in carcere sul colle Capitolino.
Roma è sconosciuto e deve essersi (5) «Scala»; cf. Cur. e Not.
fatta confusione con notizie referibili (6) V. r. II , p. 244. Parrasio« Vciis».
O E L L E Q U A T T O R D I C I R E G I ON I D I R O M A 24 7

Domus .cm.
Balineae privatae .Lxnll.
Lacus .LXXVJU.
Horrea .xxvi.
5 Pistrina .xx.
Regio habet in ambitu pedes .xvr.cc.

R EGIO XIIlI. T RANSTIBERIM.

Vicus Censoris (•l.


Viciu Gemini.
1o Vicus Rostrati<•).
Viws Longi AqtJilae (Jl.
Viws statuae <•> Siccianae.
Vims Quadrati.
Vicus Raciliani Maioris.
15 Vicus Raciliani Minoris.
Victis lanuclensis.
Vicus Brnttanus <s>.
Vicus Larmn Liicallitim <6>.
Vicus statuae Valerianae.
20 Vims Saliitaris.
Victis Paulli.
Vic11s Sex. Luccei <1>.
Vicus Simi Publici <8l .
Viws Pacratilli C9l.

6. In ambhu habet 8 7. Trnntiberlm A Tran styberim B &. Censori A Vicus


Censoris i11 inchio1tro ro110 B 14. Rlcillaui corr. s11 natilianl A 18. Lucallum /J
2 1 . Pa:1ll B n. Lucccl) la srconaa 'e Of(fr· 11ell' interi. 8 23. Simi] Si. AJ publlci
ve! ,1 publicl sot10/i11rato i11 rosso B 24. Vic us Pacratilll U(Jllt a Vlcus Scrsi 8

(1) Cf. p. 4S· Questo e i vici se- (5) Cf. ibid.


guenti dalla fl:ise. (6) Cf. ibid. P a rrasio u ruraliu m » .
(2) Cf. p. 15· (7) Cf. p. 47·
(3) Cf. p. 46. (8) Cf. ibid.
(4) Cf. 1bid. (9) Cf. ibid.
D E SCRIZIONE INT ER P O LA T A

Vicus Laci Rtstituti.


Vicus Saufei.
Vicus Sergi.
Vicus Ploti.
Vicus Viberini <1>. 5
Gaianium.
cPhrygianumJ <».
Naumachiae .n.
Corniscae [a cornibus dictae] h>.
Vaticanius. 10
Horti Domitii <•>.
Ianiculum.
Manitu sacellum <s>.
[Sepulcrum N umae] <6>.
[/n insula aedis I ovis et AesculapiiJ<1>.

6, Galaolom) la m:onda I ull' mterl. AJ Gal•nlum •d Q alanl11m} B 7. !'hry·


glloom anche in AJ 8. 11 om. A2 AJ 9- cor nltcf : a eornlcibos dlctf fuori di co-
lonna con usno di richiamo AJ 10. Vatlcanos AJ 11. Domltll) Plln l 01 asg. in
inchiostro ros10 B 13- saccd lo A, 1critto 10110 come 11n articolo a 11

( 1) Cf. ibid. t-1 'l<lVCx>.Cj> TtÉp<lV -rou T~pioç mmx·


( 2) Da Cur. e Noi. j.LOÙ {DIONISio, li, 76, 6), sotto il Gia·
(3) Da PAOLO-FESTO, p. 56. Un nicolo (PLUTARCO, Num . :n, 2 ; SOLINO,
a locus » (o « lucus ») nel Trastevere, I, 11), nel podere di L. Petilio sotto
dedicato alle cornacchie divinfazate, che il Gianicolo (LIVIO, XL, 29, 3; VA·
erano sotto la tutela di Giunone. Nel LERIO MASS. I, I, 12), non lontano dal·
Trastevere è stato infatti trovato un l' ara di Fonto {CICERONE, De leg. II,
cippo terminale con liscrizione: «de. 56).
a vas Corniscas sacrum » (C. I . L. VI, (7) Parrebbe dai Fasti Praeuest. kal.
96 e add. 3o691 ; I•, 975). L'aggiunta ian. p. 23 1 ; cf. ::nche Ov1010, Fast. 1,
del cod. Veneto probabilmente è una 293- 4. Il tempio, che nelle fonti si
corru zione delle parole di PAoto- presenta con t riplice denominazione
FESTO « coroicibus dicatus ». («Diovis», L1v10, XXXJ, 21, 12; «lo·
(4) « Domities » Cur. e Noi. a vis», Livio, XXXIV, 53 , 7; Ov1010 ,
( 5) Il nome è stato forse desunto da loc:. cit.; « Vediovis », Fasti Pramesl,
MACROBIO, I, 7, 34-5, ma «Sacellum» loc. c:it.), è quell o votato nel 100 :iv. Cr.
è stato aggiunto da Pomponio. Sul da L. Furio Purpurione nella batt:iglia
culto di Mani:t cf. PAutv-WJSSOWA, presso C remona contro i G:illi, di cui
XIV, 1928, coli. II 10-1. fu già detto a p. 13 7 nota 8. li BES·
(6) Da PAOLO- FESTO, p. 179. La NIER (op. c:it . pp. 251-2) rifiu ta però
tradizione colloca la tomba di • urna l'identificazione di " lu ppiter 11 con
sul Gianicolo (PAOLO-FESTO, loc. cit.), • Veiovis ». Il tempio di Esculapio fu
DE L L E Q U A T T O R D I C I R E G I O N I O I R O M A 24 9

[Àedis Faimi] <•>.


Balineum Ampelidis.
Balineum Priscidianae <•l.
Sta.tua Valeriana.
5 Slatiia Sicciana <1>.
Cohortes .vu. vigilum.
Caput Gorgonis.
Templum Fortis Fortunae.
Area (4) Septimiana.
10 Thermae Septimianae <s>.
lanus Septimianus (6>.
[Porta Septimiana] <1>.

11 . ~eq . severlan~ ses ue, cancellato, 1ullo 1teuo r. in Al 12. lanus Septlmlanos
I Porta Septlmlaaa anche in Al, ma fuori colonna.

cominciato a costruire subito dopo il p. 43) creJe che l'articolo de rivi dal
291 av. Cr., anno in cui fu portato a nome del vico.
Roma da Epidaur o il sacro serpente (4) « Co raria » Cur. t Noi.
(L1v10, Periocha li b. Xl ; VALERIO MASS. (5) Da Risi. Augusta, Severus, 191
I, 8, 2 ; Ov1010, Met. XV, 739- 44). dove però le terme h:\O nO l'appell:iti vodi
Fu restaurato verso la fine della Repub- « Severianae », e sono quelle d ella re-
blica, come appare da una iscrizione g ione I. Non è da escludere tuttavia che
(C. I. L. VI, 7), e si è supposto che nel cod. della Hisl. A11g. di cui si è servito
un nuovo restauro avvenisse nell'et.\ Pomponio si leggesse « Septimani:te »,
di Antonino Pio (cf. BESNIER, op. cit. conforme ali' emendazione proposta
pp. 19 1-3). Occupava l'a rea d ell'at- d:illo Zangemeister. Parrasio omette.
tuale chiesa d i S. Bartolomeo, e il tcm· (6) Da Hisl.Augusta, loc. ci t.: •Oper:i
pio di GiO\·e va ri cerca to Il presso, « publica praecipua eius (di Sroero] ex-
secondo la testimonianza di Ov1010: « tant Septizonium et therma e Scveria·
« iunctaque sunt magno tempia nepo- « nae, e iusdem quc ctiam inn:ie (qualcbe
« tis a vo» (Fast. I, 294). cod. « iani ») «i n Transtiberina regione
(1) Da L1 v10, XXXIII, 4 21 10. Gl i «ad port:im nomin is sui». I.' Hohl cor-
edili Domizio Enobarbo e Scri bonio regge « ianae » in " ian(u]ac >>, come
Curionc nel 196 av. C. avevano appa l- l'ed iz. di I. B. Egnatiu~ dcl 1s 19; lo
tato la costruzione di questo tempio, Zangemcister in «(Scptim]iaMe ».
che fu dedicato due anni dopo da Do- (7) D.ill' Hisl. Aug., ivi, donde non
m izio, mentre era preto re urbano (L1- risulta l'appellativo. "Septimia na » vie-
v101 \oc. cic. e XXXI V, 53 14). La sua ne chiamata , soltanto in tarde fonti me-
ubica zione ci viene indicata d:1 Ov1010 dioevali, la port:i :i sud del palazzo Cor-
(Fast. li, 193 -4) nella punta dell'isol:l sini, sulla quale prnna dd rifacimento
opposta alla corrente dcl fiume. dovuto ad Alessa ndro VI, pare si leg-
( 2) "Prisci et Di:inac" /\lot. gesse una iscrizione di Settimio Severo
(3) L'URLICHS (Cod. 11rb. Ro111. top. (cf. JoRDAN, Topogr. I, 11 373 nota 46).

Cod. Topog r .
DESCRIZIONE INTERPOLATA

Hercules Cubans.
Campus Bruttanus.
Campus Codetanus.
Horti Getae.
Castra Lecticariorum. 5

Vici .xxu.
Aediculae totidem.
Vico Magistri .Lxxxvm.
Curatores .u.
Denuntiatores .u. IO
Insulae .IDI.CCCCV.
Domus .CL,
Balineae privatae .Lxxxvi.
Lacus .CLXXX.
Horrea .xxu.
Pistrina .xxn.
Regio in ambittt habet pedes .xxxm.ccccLxxxvm.

Senatula .111.
Unum inter Capitolium et Forum, ubi magistratits cum senioribus
deliberant. Alterum ad portam Capenam. Tertium cifra aedem 20
Bellonae in circo Flaminio, ubi dabatur Senatus legatis q11os in
Urbem admittere nolebant «>.

1. A' ordina 4, 5, a, r, .J. 3. Codetanus) r 1opra t in interi. B vel cocleranus


U81'e in AJ 8. xxnn A2 XLllll AJ Lxxxvm) vel xL1111 10/tolineato i11 ro110 affK· B
13. prlvatae om. A1 17. Regl<>-habet) In circuJtu AJ habet) contlnet B xx111 ccccLxxxv111)
in A1 B ugue lo allo codice In (In om. 8] singulls regionibus sunt vìcomaglstri nu-
mero xLv111 : sed io monlmentis marmorum slngull vie! habtnt magistros vicornm quat·
tuor (quatuor 8 ) In B UffUe ancora : ~ Reg. X liii 18-22 p. sg. Senatula-feclt om. AJ
18. tria B •9- magratus B 20. citra) circa Be nel mare. con srgno di richiamo vel citra

( 1) Da FESTO, p. 470. Del primo, alla battaglia di Canne (L1v10, XXIII,


fra il Cam pidoglio e il Foro, si è già 32, 3) e che riceveva gli ambasciatori
parlato alla p. 222 nota t. Degli altri delle nazioni straniere « ad aedem Bel-
due non abbiamo esplicita notizia: sap· « looae" (L1v10 1 XXX, 21, 12; 40, 1;
piamo però che il senato si radunò «ad XXXIII, 24, 5), «in aedem Bellonae »
« portam Capenam » l'anno successivo (L1V10, XLII, 36, 2).
DEL L E QU A TTORDICI REGIONI DI ROMA 251

Quartum Senatulum Matronarum in Qiiirinali Antonìnus Pius,


Bassiani ftlius, fecit <1>.
B IBLIOTHECAE .XXIX.
Publicae ex bis prauiptu duae: Palatina <2> et Ulpia <i>.
5 [0belisciJ.
0 BELISCI magni .VI.
Duo in circo Maximo: maior est ped. cxxxu; minor ped .
.Lxxxvm. et semis. Unus in Vaticano ped .. LXXII. Unus
in campo Martio ped . .Lxxn. Duo in mausoleo Augusti
to pares: singuli ped.. XLII. et semis.
Obelisci parvi .XLII. In plerisque sunt notae Aegyptiomm<•>.
P oNTES .vm.
Molvius.
Aelius.

1. Qui rinale A 8 Antooius B.· 2 . feclt om. A A2 4. tx hls prr<:lpue om. B tx


duae) maxlm~ AJ ULPIA ET P.A LATIH A con segno d'inversione 8 6. sex B 7-10. Duo-
pares) In circo Maxlmo 11. minor (ne//' intu/. in sostilu\ione di mnior cancellato) ba bel
pcd. Lxxxviii et semis. ':' maior cxx11 (cosi anche A'}. lo Va1lcano 1 ped. LXXII. In ca111po
Martio ped. LXXII. In Mausoleo Augusti 11 pares .41 11-2. Obeliscl-Aegypliorum om. AJ
14. Mllvius con o in interi. 1opra la prima I B

( 1) Dall' Hisloria Augusta, Heliog11b. xxm, 3, 3).


4, 3· ( 3) Dall' Hist. A11g11sta, dove ricorre
( i ) Da SuETONIO, De gramm. 20. più volte: Aure/ianus, I, 7, 10; 8, 1;
L a biblioteca Pala tina era quella fon- 24, 7, Tacitus, 8, 1, Probus, 2, 1, Nu·
data da Augusto nel tempio di Apollo, merianus, 1 1, 3. Questa biblioteca, che
di cui abbiamo altrove parlato. La de- s'intitolava anche « bibliotheca templi
nominazione " bibliotheca Pal:nina » « Traiaoi» (GELuo, Xl, 17, 1),compren-
deve essere un:i contrazione del titolo deva due edifici, a destra e a sinistra
più esteso « bibliotbeca Apollinis Pa- della colonna Traiana, destinati l'uno
« latini 11. Soffri i danni di un primo alle collezioni grecbe, l'altro alle latine.
incendio sotto Commodo (GALENO, De Più tardi la suppellettile libraria venne
composi/. med. 1, 1 voi. XIII, p. 362 trasferita alle terme di Diocleziano, pe r
ed. K OHN), e , restaurat:i, andò in se- ragioni a noi sconosciute (Hist. A 11g11-
guito probabilmente distrutta quando sta, Prob. cit. ).
bruciò il tempio di Apollo sul P~ latino (4) Forse da AMMIANO MARCliLL.
(19 marzo 363, AMMIANO MARCELL. XVII, 4, 8.
DESCR I ZI ONE INTERPOLATA

Vaticanus <•>.
lanuclensis.
Fabricius.
Ccstius.
Palatinus.
Aimilius qt'i ante Sublicius <».
C AMPI .vm.
Viminalis.
Exquilinus CJ>.
Agrippae.
Martius.
Codetanus.
Bruttanus.
Pecuarius.
Lanatarius [in Aventin-0] <•>. I 5
Unris ultra Tiberim campus VaticanrH extra numerutn <s>.
FORA .XVI. <6>.
Romanum qttod dicitM Magnum.

1. Votlcanus nello 1/euo riGO del vocabolo preudmte con ie8nO di r ichiam-0 AJ
2. lan iculcn1!1 canctllalo e poi ri1cri1to AJ 6. Acmillus antca dlctus Subllciu1 AJ
Sulpiclu1 10110/lntalo e correi/o in Sablictu1, po i ri1crillo A 13. Nella 1/eua Unta e
a di1tan;a Pecu1rlu1 8 16. Unus-oomerum) Extra urbcm et Tlbcrlm Vaticanus Al
T yberfm 8 17. xv111 allo codice B con le d11e 11//lme alle annullale. xv11 A2

(1) I ponti « Vaticaous», ulaoueleo- (3) Gi~ menzionato in regione \',


« sis » e « Palatinus » non figurano in mentre io questo elenco non figura il
io C11r. e Noi., ma ricorrono già nel «campus Octavius » di C11r. e Noi.
cos\ detto Anonimo Magliabechiano. (4) Nel piccolo Aventino ; cf. re-
Il « Vaticanus » corrisponde al cc Nero- gione XII.
« aiaous » dei Mir11bilia; il « lanucleo- (S) Da CICERONE, Ad Attic. XIII,
« sis » all'uAurcliusn e il aPalatinus» 33a, 1, dove l'espressione ca mp11J
ali' u Aemilius n di Cur. e Noi. ValicanuJ può indicare lintero di-
(2) In Cur. e Noi. si fanno dell'E- stretto compreso tra Monte Mario
milio e del Sublicio due ponti distinti, e il Tevere (Prati di Ca&iello);
e tali erano infatti, sebbene vicini. Pom- cf. HuELSEN, Topogr. I, 111, p. 623
ponio attinge a PLUTARCO, Numa 91 6, e nota i.
dove si legge che il ponte Sublicio io (6) Il numero non corrisponde a
legno fu rimpiattato da uu ponte di quello ·d i Cur. e Noi., che è x1, e; nem-
pietra per opera del questore Emilio meno all'elenco dei fori sotto indicati,
(òn' Al.µ1).(ou T(({.LLtuov-roc;). che sono xv11.
DELLE QUATTORDICI REGIONI DI ROMA 253

Caesaris.
Augusti.
Boarium.
Transitorium <1>.
5 Holitorium <».
Pistorinm.
Traiani.
Antenobarbi <i>.
Suarium.
IO Archemonit'm (4>.
Diocletiani <s >.
Gallorum.
Rusticorum.
Cuppedinis <6>.
I 5 Piscarium <1>.
Sallusti C8l.

BASILlCAE .x.
Ulpia.
Paulli.
20 Vestini (9l.
Netumii <1 0 >.

5. Holitorium] ve! pistorium ve! pistorum vel plstar !um a88· AJ 6. Plstori.im
om. AJ 7. T ralani] Nerve Tralani AJ Suarium ve! Su illum AJ 8. A fianco,
mellus Aenobarbi A 2 14. Cupedinis AJ 15. Piscarium] con la seconda i nell'interl. AJ
17. Basllicae - 1111 p. 257, r. 24 om. AJ IQ. Pauli B

(1) C1ir. e Not. « Nervac» . « Tran- cibi del_icati presso il · « forum pisca-
« sitorium » dalla menzione m re- « rium >>, col quale fu incorporato nel
gione llll. << macellum » costruito nel 179 av. Cr.
( 2) Menzionato in regione Xl. da Fulvio Nobiliore, e situato a nord-
( 3) re Anthenobarbi » e « Anteno- est della basilica Emilia (cf. PLATNER-
" bardi » leggiamo in qualche cod. della Asrrnv, op. ci t. pp. 224, 230, 322).
famiglia del Laurenz. 89, 67. Parras io (7) Menzionato in regione VIH.
« Aeneobarbi » . (8) Menzionato io regione VJ.
(4) Menzionato in regione VI I. (9) « Vestilia » Cur. e Noi.
( 5) Sconosciuto. (10) « Neptuni » Not. e "Nep1um-
(6) Da VARRONE, V, 146; cf. anche « nii » Parrasio.
P1\0L<>- FF.STO, p. 42. Un mercato di
254 DESCRIZIONE INTERPOLATA

Macidii <1 >.


Martiana <2 >.
Vascellaria.
Floselli <il.
Sicinini <•>. 5
Constantiniana.
cBasilica Portia a Por. Catone facta] <s>.

THERMAE .Xl. (6).


Traiani.
T iti. IO
Agrippae.
Syriacae <1>.
Commodianae.
Severianae.
Antoninianae.
Alexandrioae quae Neronianae <8 >.
Diocletianae.
Decianae.

8. x11 A2 12. Siriacae B 15. Antonfanae A2 B 17. Dfoclhianae A'

( 1) u Matidies » Cur. e Noi. struita da Catone nel I84 av. Cr. (LIVIO,
(2) « Marcianes » Cur. e Noi. loc. cit.) presso la curia Ostili a (PLU-
(3) cc Floscellaria » Cur. e Noi. TARCO, Calo Maior, 19, 3, Calo Mfoor,
(4) Forse da AMMIANO MARCllLL. 5, I; Auctor d~ viris ili. 47, 5; PRI-
XXVII, 3, 13. La basilica costruita SCIANO, lnsl. 8, 78; AscoNIO, Ad Milo11.
sull'Esquilioo da papa Liberio nella re- arg. 29), e ad ovest di questa, perchè
gione Sicininum , e chiamata «basilica il costruttore dovette espropriare, oltre
cc Sicinini », o anche semplicemente a quattro negozi, due case cc in Lau-
cc Sicininum ». È ricordata pure in un « tumiis », cioè in loc:ilità accanto :il
rescritto imperiale di Valentiniano carcere (LIVIO, !oc. cit.). L:i basilica
dell'a. 367-8 (Episl. imper. poni. alior. andò a fuoco insieme con la Curia in
I p. 49, ediz. GuENTHER), nel quale si occasione dei funerali di Clodio nel
ordina al prefetto di Roma di restituirla 52 av. Cr. (AscoN10, loc. cit.), e da
al papa Damaso (cf. G. GATII, Mo1111- allo ra non se ne ha pii.I notizia.
111e11ti epigrafici 1·ùzvmuti 11el Foro Ro- (6) li numero non corrisponde alle
ma110 in Bui/. Com. XXVII, 1899, terme sotto indicate, che sono xn.
PP· 2 30- 3). (7) Cf. p. 141 nota r.
(5) Da L1vio, XXXIX, 44, 7. Co- (8) Menzionate in regio ne IX.
DELLE QUA TT ORDICI REGIONI DI ROMA 2 55

Constanti nianae.
Septimianae <1 >.
cLwn.
! ani per omnes Regiones incrustati et adornati signis <». Duo
5 pratcipui ad arcum Fabianion, rnperior inferiorque <J>.
AQUAE .xx.
Appia.
Martia.
Virgo.
10 Claudia.
Herculanea.
Tepula.
Damnata.
T raiana.
15 Annia.
Halsia vel Halsietina quae Augustea C4>,
Caerulea.
Iuli a.
A lgentiana Cf>.
20 Ci minia.
Sabbatina C'>.
Aurelia.

4. ornati B 17. Cerulea B ,o, Cimin la S B; foru 1i ua cominciato a 1criver1


il vocabolo che segue.

( 1) Menzionate in regione Xllll. renz. 89, 67, invece di « Alsetioa >>


( 2) Da SuETONIO, Domit. 1 3, 2. come Noi. hanno « Algentiana » (cf.
(3) Fo rse da ÙRAZIO, Episl. I, 1, 54, URL!CHS, Cod. urb. Rom. top. p. 25).
il quale io questo luogo ;icprda due Di li questo inesisten te acquedotto.
« iani » : « summus » e « imus », che (6) Dai codd. della famiglia del
i suoi scoliasti, Acrone e Porfirione, Laurenz, 89, 67, in cui t ra «Cimi-
pongono presso la basilica Emilia. << nia » e e Aurelia•, si legge anche «Sa-

(4) « Alset ina » e « Augustea » in « batina,, (cf. URLICHS, Cod. urb. Rom.
Cur. e Not. sono due voci distinte. top. p. 25), che è il nome medio·
Pomponio le unisce secondo FRoN· e vale detr «a qua Traiana n, proveniente
TINO, 4 e I I. dal lacus Sabali11us (lago di Brac-
(5) I codd. della famiglia del Lau- ciano).
DESCRIZIONE I NTERPOLATA

Septimiana <•>.
Severiana.
Antooioiana.
Alexandrina.
VIAE .XXIX. 5
Appia.
Latina.
Labicana.
Campana.
Praenestina. IO
T yburtina.
Collatina <2 >.
Nomentana quae Figitlensis <i>.
Salaria.
Flaminia.
Aimilia.
Claudia <•>.
Valeria.
Ostieosis.
Laurentina. 20
Ardeatina.
Setina.
Quinria.
Gallicana Cs>.
T riumphalis. 25
Patinaria.
Ciminia.
Cornelia.

3. Antoniana 8 10. Pr~nestina 8 15. Flàminln 8

( 1) Deve essere la stessa cosa che (4) Cur. e Not. « Clodia »; i codd.
l'acquedotto seguente. della famiglia del Laureoz. 89, 67
( 2) Da FRONTrNO, 5 e 10. «Claudia• (cf. URLICHS, Cod. urb. Rom.
(3) Da L1v10 III, 52, 3. Era anche top. p. 25).
detta « Ficulensis ,. percbè originaria- ( S) Duplicato della «Gallica • che
mente portava a Ficulea, e solo più viene in segui to.
tardi fu prolungata fino a Nrmunlum.
DELLE QUATTORDI C I REGIONI DI ROMA 2.S7

Tiberina.
Aurelia.
Cassia.
Portuensis.
5 Gallica.
Laticulensis <•>.

CAPITOLIA .II. VettH et Novum <».


Amphitheatra .u.
Colossi .11.
ro Columnae coclides duae.
Macella .II.
Theatra .111.
Ludi .v.
Naumachiae .v.
I5 Nympbea .XI.
Equi aentì i11a11rati <1> .xxn.
Equi (4) eburnei .xc1111.
Tabulae ( Sint
. nrttmro <f >•
Signa
2.0 Arcus marmorei .xxxvi.
Lupanaria .X LV.
Latrinae publicae .CXLtlll.
Cobortes praetoriae .x.
Cohortes urbanae .mr.
25 Cohortes vigilum . v11.
Excubitoria . Xliii.

1. T yberina 8 7. duo e co1I in 1e!fuilo B 15. Nimphea v A 1 23. Cohortu]


u nel/' ;,,ieri. B, e co1i in Uffuito. 25. vigiliom \'I 8

( 1) Cui. e Not. « Ianiculensis ». nel cod. Vat. lat. 6 36 ( URL1c11s, Cod.


(2) li « Vetus » è stato già menzio- urb. R. top. p. 125).
nato in regione VI. (4) Cur. e Noi. «dei,, ; « equi» nel·
( 3) Le parole « aenei inaurat i » t ro- l'aggiunta di cui alla nota precede nte.
vJno un riscontro in «aerei magni et ( 5) ~ell'aggiunta di cui :illa nou 3
• deaurati » che si leggono in un'ag- si legge: «tauri, g riffon es, pa\•oncs et
giunta al testo dei Mi1·afli/111, contenuto « ali:uum ymaginum multitudo ».

Cod. 7 opos-r.
2 58 DESCRIZIONE INTERPOLATA ECC.

Vexilla .11. communia.


Castra peregrina.
Castra Misenatium.
Castra tabellariorum.
Castra lecticariorum. 5
Castra vìctimariorum.
Castra salgamariorum <•>.
Castra silicariorum.
Castra equitum singulorum .u.
Mensae oleariae .xxm1.M.ir. IO

FTN IS.

1. communia] qui in AJ 1egue Castra cquìtum sinsulorum 11, invece che al rigo.
2. Castra om. AJ~ e eotl smipre. 3. Miscna1ium) in AJ segue Ra"ennatium 7. la
1eeonda a ne/I' interi. B Salgmariorum AJ 9 slngnlorum) in marir. di mano diverta,
eon u11110 di riehiamo, al[iter] singularlum, ut appare! In marmorels monumeotis A
10. xxm w. 11 AJ 11. dÀ.oç e 1egue: Suprascri ptae Xliii Regiones invcntae fucrc
Romae in biblioteca S. Onopbrii, antlquls litterls scrlptae et in fine allena scd antiqua
quoque manu scriptum erat I IN DESPECTÌÌ TUA& BARBAE IN STERQUILINIUll REDUCTA ES B

(1) << Salgamarius » e ra colui che "salgamariorum » non si ha alcuna


vendeva o preparava i t< salgama », memoria; pot rebbe però, sull'analogia
composte o cibi in conserva, e, insigni- degli altri castra, trattarsi di una orga-
ficazione più larga, il vitto che gli ospiti nizzazione statale per la preparazione
dovevano dare ai soldati. Di «castra di cibi in conserva.
DESCRIZIONE DI ROMA
NELLA EXPOSITIO TOTJUS MUNDI
ETGENTIUM

L'E:xposi"tio tott'us mundi et gentt"um è la versione


latina di un'opera greca, scritta sotto l'impera tore Co-
stanzo II tra il 350 e il 353, non potendo le parole
« [Ga!lt'a] hunc [z'mperatorem] ex se habet » (cap. 58)
riferirsi ad altri che a Magnenzio, il quale regnava colà
in quegli anni; inoltre Treviri viene indicata come
sede del « dominus ».
L'opuscolo faceva seguito ad una specie di trattato
pedagogico scritto dall'autore per istruzione del proprio
figlio, come risulta dal preambolo: « Post omnes admo-
« nitiones, quas tibi commendavi de studio vitae tuae,
« carissime fili, incipiens nunc volo tibi exponere histo-
« rias plurimas » &c. In sostanza l'operetta presenta gli
aspetti di una periegesi a carattere geografico-politico,
che, prendendo le mosse dall'Oriente, attraverso l'Asia
Minore, giunge alla Grecia, a ll'Epiro e alla Dalmazia,
per passare all' I talia, alla Gallia, I!alla Spagna. Di qui
il periplo si compie con la desérizione dell'Africa ed
un ùzsu!an:o che, a guisa di appendice, termina il trat-
tato. Durante la periegesi lo scrittore si sofferma
a delineare i caratteri di talune città principali o
empon.
2 60 DESCRIZIONE DI ROMA

Dell 'autore sappiamo ben poco; prova ne sia che


è stato creduto di Antiochia (Godefroy), di Alessandria
(Mueller) e perfino di Roma (R iese) . Certo egli si con-
sidera romano, ed al figli o indica la terra dei Romani
come « terra nostra »; ma da ciò si può dedurre soltanto
che egli era un cittadino dell'impero, e nulla più. A
parte il fatto che nel suo trattato la descrizione di Roma
non prende un particolare rili evo in confronto dell'altra
di Alessandria. un'attenta lettura del testo non giu-
stifica l'opinione del Riese. A noi par di sentire nello
scritto l'eco delle fantasiose impres.sioni orientali, che
già assumevano un aspetto di leggenda, come s'avverte
dalla incipien te tendenza ad esaltare e magnificare taluni
monumenti, che dovevano aver maggiormente col pito
l'immaginazione di chi li aveva visti e di cui la fama cor-
reva per il mondo (il foro di T raiano con la basilica, il
Circo). In questi fugg evoli accenni non ci pare di
scorgere alcun elemento che faccia sentire la deriva-
zione da un contatto diretto coi luoghi. I particolari
sullo s tesso T evere potevano essere dati anche da
chi non lo avesse mai veduto: esso ci vien presentato
in funzione di via per l'approvvigionamento urbano,
l'arteria che congiungeva Roma al mare; e sotto que-
sto aspet to, del T evere si poteva trovare notizia. in
tutti i geografi. E altrettanto si dica del Senato, ri-
cordato con termini generici, quali poteva usare chiun-
que avesse sentito magnificare il prestigio o la saggezw.
polit ica e legislativa di questo consesso. Così avrebbero
dovuto interessare il compilatore altri cui ti che non
quelli del Sole e di Cibele, dei quali è più spiegabile
l'esaltazione in bocca di un orientale. E orientale o
NELLA « EXPOSITIO TOTIUS MUNDI ET GENTIUM » 26 I

africano noi pur lo crediamo, anche se ci mancano più


precisi elementi per determinarne con sicurezza la patria.
Quale religione professasse non è chiaro. Ricor-
dando Mosè, lo fa un ico depositario della verità: « solus
« autem Moyses divino spiritu plenus, Iudaeorum pro-
« pheta, quod est certum scripsit » (cap. 3) ; ma al cri-
stianesimo non si fanno allusioni di sorta, salvo un ac-
cenno indiretto, quando si afferma che nella città di
Roma il paganesimo non era più generalmente segufto,
e quando si a ttribuisce ad un Dio solo la creazione del
genere umano: «Et impie faciunt in illum, qui fecit eos,
« Deum » (cap. 19).
L'autore si ri vela uomo colto: stando alle sue cita-
zioni si sarebbe indotti a credere che egli avesse diretta
conoscenza dell'antico Testamen to, di Manetone, di Be-
roso, Erodoto, Tu cidide, Apollonio Molone, Menandro
Efesio ed a ltri; ma più probabilmente la sua è un 'erudi-
zione di seconda mano, potendo aver attinto in via
diretta a Flavio Giuseppe, e precisamente al De ludaeo-
rum vetustate sz've contra Apz'onem, dove queste font i,
sebbene ad altri fini, sono vagliate e discusse. Tro-
viamo anche una citazione di Virgilio. Taluni, consta-
tando tra il nostro ed Ammiano Marcellino qualche
punto di contatto, hanno voluto supporre la loro comune
dipendenza da una fonte non giunta fino a noi.
Il testo greco, oggi perduto, fu voltato in latino
dopo il 412, come si ricava da un'aggiunta del tradut-
tore, riguardan te i Goti: « habet [Gallz.a] adiacentem
« gen tem barbaram Go thorum » (cap. 58).
Di questa cosmografia conosciamo due traduzioni.
Una di anonimo, conservata, credesi, un tempo a Digione,
DESCRIZIO NE DI ROMA

ora perduta o nascosta (=G), che il De Saumaise mandò


al Giure to, e questi al Godefroy, il primo editore; mu-
tila in principio e terminan te con le parole « Explicit
« expositio totius mundi et gentium ». U n'altra, che
porta il titolo « Incipit liber lunioris philosophi, in
«quo continetur totius orbis descriptio », trovasi nel
cod. Cavense 3 (=C), c. 395 a e b, membranaceo, conte-
nente il De temporibus di Beda, gl i Anna/es Cavenses
e un florilegio tratto dalle sillogi ~ei concili, dalle rac-
colte canoniche, dalle opere di Isidoro e di Beda, da
Solino, dall' Antologia Latina, da Flavio Giuseppe, da
Orosio, da Pl inio, dai Padri della Chiesa, da geogra fi
mmon. Nella descnptz"o i nomi « Lucania », « I talia»,
<< Roma », << Palarmum », sono in rosso e in le ttere maiu-

scole, e si è qu indi pensato che il codice sia stato scritto


in queste pa rti, probabilmente in Lucania (Codex dipl.
Cavensù, M e~iolani, V, 1878 1 Append. p. 90). Il L owE
(The B eneventan Script, Oxford, 1914, p. 69), in seguito
all'esame della scrittura, ha ritenuto il codice auten-
tica produzione dello scrittorio Cavense. Quanto alla
età, il codice è da assegna re al sec. xr, perchè le anno-
tazioni marginali ai cicli decennovennali, sempre di
mano del copista, giungono fin o all'anno r 042 (cf. L.
M. CERASOLI, Codz"ces Cavenses, in Abbatia Cavensi,
I , 1935, pp. 12- 22). Un altro esempla re, più completo
del Cavense, è contenuto nel cod. della bibl. Nazionale
di Pa rigi la t. 7418 (= P), c. 267, del sec. xiv. La ver-
sione dell'anonimo è più barbara e pi ù scorretta che
quella attribuita a« I unior philosophus», ma p iù vicina al-
l'originale g reco. Gi un iore, anzichè del testo originale, si
servì forse dell'antica versione latina, sopprimendo quasi
NELLA « EXPOSITIO TOTIUS MUNDI ET GENTIUM» 2 63

interamente ciò che riguardava il culto e la religione


pagana, omettendo quelle cose che a lui non sembra-
vano molto importanti o non convenivano più a l suo
tempo, e preoccupandosi specialmente di emendare la
forma.
L a recensione anonima fu pubblicata la pri ma volta
da GIACOMO GoDEFRO Y in Opuscola kùtori'ca, polt'tùa,
·iuri"dùa, una racco! ta di seri ttori fin allora inediti
col titolo Vetus orbù descriptio graeci scriptorù, &c.,
G enevae 1628, pp. 33- 5; qu indi dal GRoNow in Geo-
grapki antz'qui·, Lugd. Bat. 1697; da CARLO M UELLER
in Geographz' graecz' mz'nores, Parisiis, voi. II, 1861,
pp. 513-528; e da ALESSANDRO RrnsE in Geographi"
latini· mi'nores, H eilbronnae, 1878, pp. 104-26. L'altra
recensione, di Giuniore fi losofo, venne pu bblicata da
ANGELO MAI in Classùi Scnptores ex codicibus Vatùa-
nù edit. voi. III , 387 sgg.; da G. H. BoDE in Scriptores
rerum mythz"carum, voi. II , 1834; e dal M UELLE R nel-
l'opera sopra citata. Noi ripubblichiamo, con qualche
emendamen to, il testo del Godefroy, collazionato coi
codici di Cava e Parigi.

cr. GooHROY, op. cit. Proltgomfllil; MUELLER, op. cit. P· I ; H 1 F.~h, op.
ci t. pp. XXIX-X XXIII, XLlll.
DESCRIZIONE DI ROMA

Italia ergo, omnibus habundans, insuper et hoc maximum bo-


num possidet: civitalem maximam et emincntissimam et regalem,
quae de nomine virtutem ostentat (t), et vocatur ·Roma : quam aiunt
coodidisse Romulus puer. Est itaque quam maxima, et aedificiis
divinis ornata. Quisque enim ex ante facris imperatorum, aut 5
nuoc qui sunt, in ea condere aliquid voluerunt, et singuli eorum
opus qualecumque in nomine suo facit. Si enim volueris Anto-
ninum <», opera invenies innumerata: t sicut et quae dicitur forum
Traianum,quod habet basilicam praecipuam et nomioatam lJ), Habet
autem et circenses C.i> bene positum et aeramento multo ornatum. 10
Sunt autem in ipsa Roma et virgincs septem, ingenuae et claris-
simae, quae sacra deorum pro salute civitatis secundum antiquo-
rum morem perficiunt, et vocantur virgines Vestae <s>. Similiter et
fluvium habet, multis notum, T yberim, qui utilis est praedictae civi-

1. llalla-hoc) Super hoc e 1-2. possidct bonum l' P 2. maximam et om. C P


regale C 3· dc - Cl Om. C p dicitur C P 3- 5. quam - d ivin is) splcndoribus divlnorum
cdlficlorum C P 5-10. Quisquc - c;>~natum) Omncs cnlm impcratores ob g:orìam sue vlr·
tutls unuaquisquc lllorum proprium opus suo nomini dcdlcarunt. Quls cnim Antonlnl
dlnumerct opera (opcras P )? Quls Tralani vcl cctcrorum expllcct In operlbus publicls
ornamento ? In qua et clrcences (circumccns<S P) bene dlsposltos inven!es·ordlncs abundan·
tl$Slmo (habundantisslmo P) craminc dccoratOll I' e 5. cx om. e, Offf!· Codefroy.
6. cam G 7. qualemquc G, corr. Gode/roy. !l· quae G 11-3 . Sunt-Vcstae om. C P
13-1 pag. sg. Slmillttr - civitatl] Habct et fluvium utllcm sibl , qula T ybcrino Tybcris ,·o.
c abulum sompslt, nam prlus Albula diccbatur C P

( 1) La talsa etimologia dcl nome casione della sua visita a Roma o el 356
Roma, seguita dall' autore, si ritrova ru profon damente impressio nato d:tlla
pure in scrittori latini (SERVIO, AM. I, g randios:t m:ig nificcnza del Coro T rai:rno
17 3; SOLINO, 1, I ). ( AMMIANO MARCELL. XVJ, IO, 15).
(2) llsopr:rnnomediAotonino fu por· (4) Sta per circus; e per questa acce·
tato da più imperatori, ma l'A. deve qui ziom: del plu rale cf. 7/m. li11g. Lat. :tllJ
riferirsi :td un principe particolarmente voce « ci rcensis ».
promotore e fautore del!' edilizia ro- (S) li collegio delle Vestali conti·
mana: Caracalla, le cui costruzioni sono nuava ad esercitare ancor;i il proprio
ca ratterizzate come « antoniniane ». Il culto, e wlo nel 39-1 Teodosio o rJinò
ricordo di questo imperatore. di Ji~cen­ l:i chiusum del tempio (Cod. Tbr<Jd.
denza africana, potrebbe rappresent:t rc XIII, 3, 8). Il numero Ji sette ri-
un indizio in appoggio dcli' origine sulta anche da una leuer.1 scritta da
africaoa dello scrittore. S:tnt' Ambrogio a \"altntini ano nel 384
(3) Anche l'imper:11o rcCost:tnzo,in oc. (~liG NE, P. L. XVI, 97 5).
NELLA « EXPOSITIO TOTIUS MUNDI ET GENTIUM » 265

tati, qui incidens eam pervenit in mare, et per ipsum omnia quae
veniunt de peregre ascendunt a[dJ decem et octo milia, et sic civitas
omnibus bonis habundat <1 1. Habet autem et senatum maximum vi-
rorum divitum. Quod si per singulos probare volueris, invenies
5 omnes iudices aut factos aut futuros esse; aut potentes quidem,
nolentes autem propter suorum fruì cum securitate velie C». Colunt
autem et deos ex parte, Iovem et Solem (l) : nec non et sacra Matris
deum <+> perficere dicunt : et aruspices Cs> ad deos t certum est.

1. eam] urbem C P 1-2. susclpit que de peregrlnls venioot regioolbos P adsceodunt


omnia que e peregrlnls veniunt reglonlbus C 2. asccndeot G z..3. ad - habundat om. C P
autem om. C P 4. dlvitum u eloquentlum C P quos P per siagulas G, corr. Gode/roy.
5. aut-aut] et C P potestates P e om. il re1to 5-8. quldem-est om. C 6. colent
G, corr. Godefroy. 7-8. sacra matris corr. su sacramantls G

( 1) Questa funzione del fiume era tra i più diffusi in Roma, come atte-
stata rilevata anche da PLINIO ( Nat. stano i numerosi mi trei sparsi in tutte
Hist. III, 54) : «et ideo quamlibet ma- le parti della città. Cf. F. CuMONT,
« gnarum navium ex Italo mari capax, Textes et •no11ume11ts figurés relatifs aux
u rerum in toto orbe oascentium mer- m)'Sftres de Mithra, Il, 1896, pp. 92 sgg.,
ce cator placidissimus ». 193 sgg., 467 sgg., 479 sgg.
(2) Intendiamo il passo « nolentes - (4) Anche questo di Cibele fu uno
cc velie li nel senso di una categoria di dei culti più resistenti. Lo dimostrano
senatori che, pur potendo, non volevano le numerose iscrizioni trovate sotto la
partecipare direttamente all'ammini- facciata di S. Pietro, che confermano
strazione dello Stato, per godersi con la sopravvivenza di tale culto tra gli
tranquillità le proprie sostanze. La co- anni 305-90.
struzione cc propter velie fruì suorum li (5 ) L'aruspicina, colpita da un de-
deve provenire o da una traduzione creto di Costanzo nel 357, tornò in
letterale del corrispondente passo greco onore sotto Giuliano, e finalmente
o da imperizia del traduttore (cf. RresE, venne soppressa· da Teodosio nel 385
op. cit. p. xxx). (Cod. Theod. IX, 16, 4; XVI, 10, 9e 12).
(3) Il culto del Sole era nel sec. Iv

Cod. Topo1r.
CHRONICA URBIS ROMAE

I Chronz"ca Urbù Romae, come li intitola il Mommsen,


chiudono la raccolta del Chronographus a. 354. Com-
prendono un catalogo dei re Latini, Albani, Romani,
con la durata del loro regno e notizie che si ricollegano
con le favolose origini della gente Latina. La storia
repubblicana di Roma è compendiata nei nomi di per-
sonaggi rappresentativi, elencati senza ordine cronolo-
gico e chiamati tutti dittatori, come si designano i
consoli, fino al 705 ab u. c., anche nei Fasti inseriti
nella stessa Cronografia (Mon. Germ. hùt., Chron. min. I,
p. 56). Seguono poi gl'imperatori da Giulio Cesare
a Licinio (t 325), per ciascuno dei quali è indicata la
durata di regno in anni, mesi e giorni, le elargizioni
fatte, il luogo e il genere della morte; e per alcuni si
accenna 'pure all'attività edilizia nella città di Roma.
Completano le compendiose biografie altre notizie e
curiosità di natura diversa, ma sempre riguardanti
Roma, dalle pestilenze alle esibizioni dei polifagi; una
caratteristica della storiografia dei tempi bassi, qui
più stridente, dato il carattere fompendioso del testo.
Il documento, che in più luoghi si rivela condotto so-
pra una buona tradizione storica, deve ritenersi ugual-
mente attendibile per le informazioni di carattere to-
pografico.
Secondo il Mommsen, la parte più antica, riguar-
dante i re, deriverebbe dai tre libri de regi'bus di Suetonio,
CHRONICA U RBIS ROMA E

a noi non pervenut.i, ma ricordati da Ausonio (Epist.


XVIIII), e donde Suida (alla voce àooapux) deve aver
tratto la notizia sugli assi di Numa. Chi primo però
redasse nella forma attuale le cronache di Roma, do-
vette servirsi, oltrechè di Suetonio, di annali in cui g li
avvenimenti erano raccolti cronologicamente sotto i 1

singol i imperatori. La concordanza con alcune notizie


che ricorrono in Eusebio e in Sincello lascia supporre
che questi due greci dipendano <;lai medesimo autore dal
quale provengono i nostri estratti; ma chi egli sia stato,
non è possibile precisare. Il Mommsen pensa a Giulio
Africano o a Ippolito vescovo di Porto. Noi notiamo
che nel testo nulla si trova per cui possa presumersi
un cristiano come autore della compilazione. La quale
nella sua ultima parte, più specialmente importa nte
dal punto di vista topografico, probabilmente deriva,
da una delle liste degli imperatori, che giravano accom-
pagnate dall'elenco delle opere pubbliche da essi p ro-
mosse, e fors'anche da qualche altro cenno biografico.
A questo nucleo primitivo sarebbero state poi aggiunte
le notizie che ci appariscono eterogenee.
Il libello, sia nella forma in cui oggi lo possediamo,
sia in una più am pia, eb be certamente una notevole
diffusione, perchè se ne trovano tracce in Eutropio, in
Girolamo, nella Cronaca Alessandrina (il Barbarus Sca-
ligeri) e nelle Etimologie di Isidoro. Per opportunità,
anche in questa nostra raccolta il testo viene indicato
col titolo più generale della silloge in cui è con tenuto,
cioè «Cronografo dell'anno 354 ».
E sso ci è s tato tramandato dal cod. di Vienna
la t. 3416 (= V), cc. 62 a-65 b, 7oa, giàdescritto (v. p. 82),
268 CHRONICA

e parzialmente dal cod. di S. Gallo 878 ( = S) del sec. Ix,


che contiene estratti della silloge cronografica (cf. Mon.
Germ. hùt., Chron. min. I, p. 32). Manca invece nei
due apografi del cod. Lussemburgense (cf. p. 82). E
quantunque le cronache di Roma, come le cronache del
mondo e il catalogo delle regioni che stanno alla fine
del cod. di Vienna, non possano a rigore rientrare nel ,
corpo cronografico del 3541 tuttavia, a giudizio del
Mommsen, lo completano cosi bene e si accostano ad
esso cosi intimamente, per il tempo e per il luogo, che
non devono riguardarsi come estra nei ; e furono, se non
scritti, certo adattati alla raccolta nello stesso anno;
cioè nel 334 in cui risultano seri tte le cronache del
mondo. Circa i rapporti tra i Chront'ca urbis Romae
e l'antico catalogo regionario rimandiamo a quanto già
avemmo occasione d i scrivere a p. 83.
La parte relativa agli imperatori fu pubblicata per
la prima vol ta da J. G. E ccARDUS in Corpus hùtorùum
medù' aevù', Lipsiae, I, I7,2J, pp. 29-J2, poi da T. RoN-
CALLI in Vetustz'ora Lati"norum scri'ptorum chronùa, Pa-
tavii, I, 1787 1 pp. 241-8 ; l'intero testo dal M OMMSEN in
Abhand/. der séichs. Gesetl. der Wùsensch., 1850, pp. 644-
648 e di nuovo in M tm. Germ. hùt. Chroni'ca mi'nora,
I, 1892, pp. 143- 8; la parte relativa ai re da A. R EIF-
FERSCHEID in C. SuETONII TRA NQU I LLI praeter Caesa-
rum !t'bros reliqui·ae, Lipsiae, 1860, pp. 644- 648.

Cf. MOM!ol...SEN, opp. ci u .; REIFFERSCHEIO, op. cit.; B. KRUSCH, Studirn '{'"


C/11 istlicb mittrlalter/icbm Cbro1tologie, Leipzig, 188o, p. 64 sgg.; SEECK io PAULY-
W1ssowA, III, 1899, col. 2480; SCHANZ, Gucb. d. romisc/m1 Literatur, Vili, 4, I,
1904, l'P· 62-5; C. 1'oROENFALK, Der Kaltnder vom )a/ire ])4 u. die latei11ische
Buchmalrrri des I V JabrhtJnderts, Goteborg, 1936.
URBIS ROMAE

ORIGO GENTIS ROMANORUM


EX QUO PRIMUM IN ITALIA REGNARE COEPERUNT

Picus C•>, Saturni filius, regoavit agro Laurentino usque ad eum


locum uhi nunc Roma est, ann .. xxxvm. Eo tempore ibi nec oppida
5 nec vici erant, sed passim habitaverunt.
Faunus, Pici filius, eisdem locis regnavit annis .xutn. Eo
tempore Hercules, cum ab Hispania reverteretur, aram quae est
Romae ad forum Boarium posuit et dedicavit C2 >, eo quod Cacum,
filium Vulcani, ibi in spelunca sua occiderat.
IO Latinus isdem locis regnavit ... <1>. Hic ex suo nomine cives
suos Latinos appellavit. Hoc regnante Troia capta est, unde Aeneas,
Veneris et Anchisae filius, venit et se cum Latino iunxit, unaque
bellum gesserunt adversus Rutulos. Eo proelio Latinus occisus
est et regnum eius penes Aeneam remansit.
15 Aeneas oppidum condidit Lavinium ibique regnavit annis tribus.
Ascanius, Aeneae filius, regnavit annis .xxxvi. Albam longam
condidit.

REGES ALBANI

Postumus Silvius, Aeneae nepos <•>, regnavit ano .. xxxvu. Ab


20 hoc postea prognati Albae regnaverunt ac Silvi sunt cognominati.
Aeneas Silvius regnavit annos .xxxi.
Latinus .xi.

1. orlgo] precede llem V 3. lauren 1i11e V 4. opida V 7. ara V 9. occl-


derct V 9. Segue il tilolo Bellu m co m troianis V glossa marg-i11ale. 10. regnavlt]

manca il numero degli a nni V 11. et troia V 12. et se] e'se V 14. p~nus (ra-
sura) io eam V 14. Bcllum ~neas oppid um rutulis condldll v. dn u11a probabile
i;lossn mar&inale, Bellum (com] rotulis 17. condidi t et r<g,s albani V, et - alba11i
da glossa mar(fÌnale. 19. Posthumus V

(1 ) Cf. SINCELLO, pp. 322- 3, 450. opinioni. Ov1oto (Fasi. IV, 40-3,
(2) Cf. p. 239. Mtl. XIV, 610- 12), che dipende da
(3) SrNCELLO (p. 323) gli attri buisce una fonte più antica, rico rda tra Ju lo
:l. XXXVI. od Ascanio e Latin o, soltanto Silvio
(4) Così L1v10 (!, 3, 6) ; i più in- Postumo. Per la questione cf. anche
vece lo dicono figlio di Enea. CASSIO A. DEGRAss1, fosc1-. J1ali111'. XIII, fase. 3,
D10NE (fr. 3, 9) riporta entrambe le Elogia, Homa, 1937, p. 10.
270 CHRONICA

Alba .xxvm.
Appius .xu <1 >.
Capys .xxvm.
Campeius .xxi<».
Titus .vm <1>. 5
Agrippa .LI C•>.
Adventinus .xxxvm.
Protas .vm.
Amulius . LI.
Remus Silvius regnavit .xv11. Eum Romulus ioterfecit. IO

REGES ROMANORUM NUMERO VIII


Romulus, Martis et Iliae fìliu s, regnavit Jnnos .xxxvm. Ur-
bem Ro~am con<lidit .xi. kal. maii, qui dies appellatur Parilia.
Hic .x. menses in annum constituit a marcio in decembrem. Mille
iuvenes de plebe Romana legit, quos milites appellavit, et centum 15
seniores, quos scnatores dixit <s>. Congiarium dedit congiuro vini
inter homines .xu. Hic curo natat (6) ad paludem Caprac, subito
ousquam conparuit. In numcrum deorum sublatus, deus Quirinus
a ppellatus est.
Titus Tatius, <lux Sabinorum, una cum Ramulo regnavit annos 20
quinque. Hic Tarpeiam, virginem Vestalcm, vivam armis defodit
eo quod secreta ·Ramuli ei propalare noluisset <1>.
Numa Pompilius regnavit ano .. XLI. Pomifices, virgincs Ve-
stales instituit. Hic duos menses ad .x. menses Romuli instituit

9' &mlllus V 18. scllarus V 22. nollul11Sct V 23. 1nn. xvi V vcstas V

(1) « Atys » (L1v10, l, 3, 8), « Atys G1ROLAMO, p. 79 d, che lo chi:una


•si ve Aegyptus li (GIROLAMO, p. 72 e). "Aremulus •).
( 2) « Capetus" (Ll\'IO, loc. cit.; 0\'I· (S) Cf. EUSEBIO, ver s. Arm. p. 82 h;
DIO, J ftl. XIV, 613 ; SERVIO, Atti. V Ili, GIROLAMO, P· 90 d; SJNC"-lLO, p. 367.
330; X, 145), « C:llpctu~ >I (Ovm10, (6) « cum natat 11 è contro J.1 tradi-
Fast. IV, 46; DION ISIO, I, 7 1, 1), zione (cf. L1v1 0, l, 16, 1 ; Ov1010, Fasi.
"Carpentus li (GIROLAMO, p. 7S n). Il, 491; FLoRo, I, 1, 16; Zol<ARA, VII,
(3) u Tiberi nus • (Ll\'IO, loc. cit.). 4, p. 96). Deve tr:ittarsi di p~rola cor·
(4) Tra qucsto re e il successivo rott.i o Ji Jrbitraria ~loss1 m.trgin3lc.
• A ventinus • and rcbbc posto • Romu (7) Sull:t morte di Tarpeia c;f. PAULY-
« lus Silvius » (L1vm, I, 3. 9; cf. :tnchc W1ssowA, 2• ~er. IV, 1932, col. 2335.
URBIS ROMAE

ianuarium diis superis, februarium diis inferis <>. Hic prior homi-
1

nibus adinvenit grabata, mensas, sellas, candelabra. Congiarium


dedit scortioos asses et militi bus dooativum .aere iocisum dipoo-
dium semis <2 >.
5 Tullius Hostilius regnavit aonos .xxxn. Hic prior censum
egit (3) edictoque suo cavit ut quicumque temporibus ipsius falsum
fecisset, daret pro capite suo dimidium verbecem.
Marcius Philippus <~> regnavit ann. .xxxvi. Coogiarium dedit
assem semis et militibus dooativum dipoodium semis. Ostiam
I o coloniam condidit.
L. Tarqoinius Priscus regnavit aonos .xxvrn. Hic curo fuo-
dameota Capitolii cavaret, invenit caput humanum literis tuscis <s>
scriptum CAPUT · ous · REGIS <6>, unde hodieque Capitolium appel-
latur. Hic prior Romanis duo paria gladiatorum edidit, quae
I 5 comparavit per anoos .xxvn.
Servius Tullius, serva natus, regnavit ano .. XLV. Hic votum
fecit ut quotquot annos regnasset, tot ostia ad frumeotum publicum
coostitueret <1>.
Tarquinius Supcrbus ·regnavit ann.. xxv. Hìc prior hominibus
20 invenit lautumias, tormenta, fustes, metalla, flagella, carceres, exilia C8>.
Ipse prior exilium rneruit. Inter duos pontes C9> a populo Romano
fuste mactatus (est) et positus io circo Maximo sub delfinos <10>.

3. scortlnas V 5. xx11 V 6. vocavit V 8. Maoclus V XXXVI corr. su


xxxm V 9. asse V hoatiam V 12. calca ret et ioveolsset V 16. ServiUus V
xxv V Hic] segue prior annullato J7 20. lautumnas V

(1) Cf. EUSEBIO, vers. Arm. p. 82 m; io SERvio, Ae11. VITI, 345 e in ARN0-
GIROLAMO, p. 9 I e; SrNCELLO, p. 398. 010, Adversus gmtes, VI, 7; cf. PAULY-
(2) Cf. SulDA alla voce &aacipLo: ; W1ssowA, XVII, u, r9)7, col. 2504.
EusEBIO, vers. Arm. p. 82 m; GtRO- (7) Cf. A11clor de viris il/11strib11s,
LAMO, p. 91 e; S1NCELLO, p. 398; Clmm. Vll, 7. Un numern degli ostia che si
Pasc/Jale. p. 218. avvicina al XLV ci è dato in C. 1. L.
( 3) La notizia andrebbe riferita a VI, 10223.
Servio Tullio (L1v10, I, 42, 5 ; cf. aoche (8) Cf. ISIDORO, Etym . V, 27, 23 ;
GIROLAMO, p. 10 1 a). G1ovA!-!KI ANTIOCHE:-10, fr. 36, ed.
(4) Cf. Ovmio, Fast. VI, 80I-4. MuELLER; EUSEBIO, vers. Arm., p. 96 k;
(5) Cf. Ist00Ro, Etym. XV, 2, 31. GIROLAMO, P· 103 c.
(6) L'attribuziooe al re Olo del te· (9) Cf. p. 59.
schio trovato sul Campidoglio è anche (10) Cf. p. 132 nota 1.
C H RONICA

NOMINA DICTATORUM
P. Cornelius Sci pio Africanus. Fabius Maximus. Apulius <•>
Claudius. Popilius Laenas. Valerius Publicola. Pompeius Ma-
x.imus. Aeneas Iulius <1>. Sulla Felix. Barbatus. Scipio Nasica.
Acmilius Paulus. Fabius <1>. Cincinnatus. Decimus (4). Titus 5
Marius <s>. Q. Lutatius Catus <6>. Marius Rutulus <1>. Valerius
Corvinius. Cornelius Scipio. P. Decius. Q. Fabius. MeteUus
Pius. Marius <•>. Licinius (9) Salinator. Curius Dentatus. Iulius (ro)
Brutus.
IMPERIA CAESARUM IO

C. lulius Caesar imperavit annos .m. menses .vn. dies .vr. Con-
giarium dedit den. .c. Occisus curia Pompeia.
Divus Octavianus Augustus icnperavit annos .LVI. menses .liii.
diem unum. Congiarium d4dit ter den ..cccLxn. sernis<11>. Hoc im-
perante <12>navis Alexandrina primum in portu Romano introivit no- 15
mine acatus<1 1>, qui attulit frumenti modios .cece., vectoresC•4> .Mcc.,
1. nomin a) precede Item V 6: pln1atln1 V 10. Imperla) prectde Item V 12. In·
veet di den. sempre X V octlsns V 14. den.) A Y 15. Cambialo in porto V 16. cece V

(1) • Applus•. (9) « Livius ».


(2) ~on si conosce alcun console o ( 10) « Iuoius ».
dittatore cosi chiamato. Deve trat- ( 11) Queste cifre non concordano con
tusi di qualche glossa marginale scritta quelle date nel Mon. An&Jr. lll, 7-2 1
a fianco dcl nome di Ascanio, figlio (cf. MOMMSEN in Mon. Germ. liist.,
di Ene2. O,ron. min. I, p. 145 nota 5). li « ter •
( 3) Non è facile indovinare a quale potrebbe derivare da una imperfetta
Fabio si alluda, qui e alla linea 7. Se interpretazione di SUETONIO (Aug.
l'accostamento dci nomi dovesse ser- 41, 2).
vire di qualche norma, si potrebbe pen- (12)Sull'esempio di «hoc regnante»
sare a « Fabius Vibulanus 11 che fu con- di p. 269 r. I 1 ; anzichè «hoc impera·
sole con Co . Manlio Cincinnato, e, « tore », come potrebbe anche scio-
sotto, a « Q, Fabius Rullianus • che fu gliersi, qui e in seguito, l'abbrevia-
console con Decio Mure. zionc dcl ms. (cf. E1.1TROP10, Brev.
(4) Indubbiamente « Decius Mus •, IX, 14).
che però sembrerebbe ripetuto più sotto (13) Nave dacarico(cf. TERTULLIANO,
( « P. Deciuu ). Adversus Mardimem, V, 1 ; AUSONIO,
(5) • Caius Marius •. Epist. XXII, 31 ; l smoRo, Etym. XIX,
(6) « Q, Lutatius Catulus •. 3, 2). La nave fu poi affondata da Clau-
(7) « Marcius Rutilus •. dio per proteggere la costruzione del
(8) Mario il Giovane, figlio adottivo pono di Ostia (SuETmno, Clalld. 20, 3).
di C. Mario? ( 14) « vcctarios » l 11 vcctoriou l
'L\\'. \' .

Il l .. TIT . ' Tllft. IT.\t. f i l IL '1, f. t(lT. fllll.1 . ,\Z, \ll~~A.

Cnm:oGHAFO 01 LL' ,,, 3)4 (.:od. \'i.:rm. H 16) .


URB I S ROMAE 273

piper, linteameo, carta, vttna et opoliscum cum sua sibi base, qui
est in circo Maximo, alwm pedes .Lxxxvu. semis <•>. Excessit Nola.
T iberius Caesar imperavit annos .xxn. menses .vn. dies .xxvm.
Congiarium dedit den.. LXX!L semis. Hoc imperante in civitate
5 Fidenis populo spectante amphitheater ruit et oppressit homines
.un.ccv. <2 >. Excessit Miseno.
C. Gallicula imperavit annos .111. menses .vm. dies .xu. Con-
giarium dedit den . . LXXII. semis et de basilica Iulia sparsit aureos et
argenteos, io qua rapina perieruot homioes .xxx11 .. CCXLVII. <i> et
1 o spado. Occisus Palatio.
T iberius Claudius imperavit annos .xm. menses .vm. dies .xxvn.
Congiarium dedit den . .Lxxv. Hoc imperante primum venerarii
et malefici comprehensi sunt; homines .XLV., mulieres .Lxxxv. ad
supplicium ducti sunt. Hic metas in circo Maximo deauravit <•>.
15 Excessit Palatio.
Nero imperavit annos .xnn. menses .v. dies .xxvru. Congiarium
dedit den . .c. Hoc imperante fui t polyfagus natione Alexandrinus,
nomine [HJarpocras, qui manducavit pauca: aprum coctum, gal-
linam vivam cum suas sibi pinnas, ova .c., pineas .c., clavos gal-
20 ligares, vitrea fracta, thallos de scopa palmea, mappas .nn., porcellum
lactantem, manipulum feni, et adhuc esuriens esse videbatur <s>.
Nero occisus via Patinaria <6>.
Galba imperavit meoses .vm. dies .xu. Congiarium promisit,
sed non dedit. Hic domum suam deposuit et horrea Galbae <1>
2 5 instituit. Decollatus foro Romano iacuit <8>.

10. octlsus V 16. Nero imperator V 16-7. annos - poly agfl" nell'interl. V
pollyfagus S 18-9 gallnam V 19. pinnas anche S 20. frac! V l i . maniculum VS
aduc V ~2 . ocllsus V

(r) Cf. p. 132 nota r. « xxxn, (mulieres] ccnv11 "·


(2) Secondo SuETONIO ( Tib. 40) i (4) SUETONIO, C/aud. 21, 3.
morti sarebbero stati 20.000 ; secondo (5) Cf. SuETONro, Ner. 37, 2.
TACITO (Ab excessu d. Aug. IV, 63) (6) Cf. AsHBY, The Roman Cnmpa-
il numero sarebbe salito a 50.000, tra g11a in Classica/ Tirms, Londra, 1927,
morti e feriti. PP· 84-5 .
(3) Abbiamo mantenuto la lezione (7) Cf. p. 142 nota 3.
del codice, pur riconoscendone 1:1 poco (8) « iugulatus est :id lacum Curti »
attendibile verosimiglianza. Il MoMM- (SuETONIO, Galba, 20, 2; cf. G1ROLAMO,
SEN ha creduto di correggere 1< homines p. 186 e).

lod. Topogr.
274 CHRONICA

Otho imperavit dies .xc. Ipse se Brixellis interfecit (i).


Vitellius imperavit menses .vm. dies .xi. Occisus Palatio <2>.
Divus Vespasianus imperavit annos .xn. menses .vm. dies .xxvm.
Congiarium dedit den.. Lxxv. Hic prior tribus gradibus amphi-
theatrum dedicavit <J>. Excessit Curibus Sabiois (4), 5
Divus Titus imperavit annos . Hic
arnphitheatro a tribus gradibus patris s1,1i duos adiecit. Excessit
Curibus Sabinis cubiculo patris <s>.
Domitianus imperavit aouos .xvn. menses .v. dies .v. Con-
giarium dedit ter den..Lxxv. Hoc imperante multae operae pu- IO
blicae fabricatae sunt <6l : atria vn, horrea pipe'rataria <1>, ubi modo

1. Bìttellus V 4-5. amphheatrum V 5. curls V 6.... ] annos v111 dies x11


conglarium promisi! scd non dedh ripetuto dalla pag. preced. rr. 23-4 V 7. amphithea·
trum V 8. curis V 10. muha V

(1) Cf. StJETONIO, Otho, 9 e 11, 2; liti da Tito. L'imprecisa espressione


TAcrro, Histor. Il, 39 e 49· della nostra fonte, secondo la quale
(2) Preso nel Palatino, «in forum Domiziano avrebbe portato la soprae-
« tractus est... per totum via e Sacrae levazione « usque ad clypea "• lasci a
« spatium ... Tandem apud Gemonias intendere che egli ultimò l'edificio, ma
« minutissimis ictibus excamificatus at· non permette di determinare quale
« que confectus est" (SuETONIO, Vitell. parte esattamente gli spetti. I « cly·
16-7; cf. anche TACITO, Hist. III, « pea,, erano scudi di bronzo situati
84-5). ,sotto le mensole del velario in ordine
(3) Stando al Cro11ografo, Vespa- alternato con le finestre.
siano avrebbe ideato l'Anfiteatro di tre (4) « Petit .. . CutiUas ac Reatina rura.
gradinate, che si fanno corrispondere al « Hic... extinctus est » (SuETONIO,
podium, mae11ia11um primum et secu1i- Vesp. 24).
durn per una altezza che taluni por- (5) « Excessit in eadem qua pater
tano al secondo ordine di arcate ed «villa » (SuETONIO, Tit. 1 1 ).
altri, con più ragione, al terzo (PLAT- (6) L' elenco delle opere di Domi-
NER·ASBHY, op. cit. p. 6; A. V. GERKAN, ziano ci è dato, oltre che dal Cro110-
Das obergeschoss des Flavische11 Ampbi- grafo, anche da SuETONJO (Dom. 5) e
tliealers in Ri:J111. Miti. XL, 1925, p. 25). GIROLAMO (p. 191 a); omettiamo Eutro-
Tito avrebbe aggiunto, sempre sull'au- pio e i derivati <la Girolamo che non
to rità del Crémogr., altri due ordinf clie offrono novità di sorta. Da un raf-
non potrebbero riconoscersi se non nel &01110 dei tre testi, si può, tutt'al
maeniaimm s11111111w11 i11 lig11eis (C. I. più, riconoscere una affinità parziale
L . VI, 32363) e nella galleria sovra· fra essi, io quanto presentano alcune
stante. Data la brevità del suo regno, voci comuni, ma ne hanno anche altre
Jeve essergli mancato il tempo per singolarmente proprie; e cioè Sueto-
condurre a termine un'opera cosi va- nio: il tempio di Giove Custode sul
st:i, che sarebbe stata poi compiuta da
Domiziano, sempre sui piani prestabi· Per la not• (7) v. pag. $eg.
URBIS ROMAE 275

est basilica Constantiniana et horrea Vespasiani, templum Casto-


rum et Minervae, portam Capenam, gentem Flaviam, Divorum,
Iseum et Serapeum, Minervam Chalcidicam, Odium, Minuciam
veterem, Stadium, et thermas Titianas et Traianas <1>, Amphithea-
5 trum usque ad clypea, templum Vespasiani et Titi, Capitolium,
Senatum, ludos rru, Palatium, Metam sudantem et Panteum. Oc-
cisus Palatio.
Nerva imperavit annos .v. menses .m1. diem unum. Congia-
rium dedit den .. Lxxv. et funeraticum <» plebi urbanae instituit
ro den .. LXII. semis. Excessit hortis Salusçianis.
Traianus imperavit annos .xix. menses .nn. dies .xxvn. Con-
giarium dedit den..DCL. Hoc imperante mulieres in thermis
Traiaois Javerunt <i>. .vn. idus iulias excessit Selinunti.

2. capaenae V çentem V synodum V 4. termas V 4-5. amphltcatrum V


funeratlcium Momm:en 12. tcrmls V 13. ellenunti V appolìnaribus V

Campidoglio, la naumachia, il restauro cit. p. 38); e furono poi ricoperti per


del circo Massimo; il Cro11ografo: i la costruzione della basilica Costanti·
sette Atri, gli hnrrea di Vespasiano, il niana. Avanzi di questi horrea esi-
tempio di Castore e Minerva, la porta stono sotto il pavimento della basilica.
Capena, il Sinodo (Odium?), la Minucia Sono tuttora visibili, lungo il fianco
vecchia, l'Anfiteatro fino ai clypea, i della chiesa dei Ss. Cosma e Damiano
quattro lud i, il Palatino; Girolamo: il e sotto lo sperone della basilica, le pa-
foro di Trai:mo, la Mica aurea, e il reti delle taberne; ment re il COLINI
ludus mat11tim1s che però rientra nei (Fornm Pacis cit. p. 38) ha potuto
quattro ricordati dal Cro11ografo. I vedere anche quelle del lato opposto,
monumenti esclusivamente enumerati che s'appoggiavano alla Velia, quando
in questo testo non si trovano in altre quest:i fu tagliata per l'apertura ddla
fonti ricollegati all'attività ricostruttiva via dell'Impero.
di Domiziano, ad eccezione dei noti (1) Cf. p. 97 nota s.
edifici sul Palatino. Vero è che nel- (2) Cf. HEuMANN-SECKEL, Ha1id~xi­
l'incendio Neroniano, essendo andate con \U dw Q11ellw des riim. Recbts,
distrutte intiere regioni, l'opera di rin- Jena, 1926, p. 22 5.
novamento di Domiziano -pt!ò essersi (3) Non è chiaro se le terme furono
estesa molto più di quanto riferiscono riserbate esclusivamente alle donne, o
le fonti letterarie, e non deve far me- se queste furo no ammesse nelle terme
raviglia l'elenco numeroso di costru- insieme con gli uomini. Sappiamo da
zioni dato dal testo che veniamo illu- Euo SPARZIANO, che in seguito Ad r iano
strando. "lavacra pro sexibus se paravit 1> (Hisl.
(7) Bruciarono sotto Commodo (CAS- Aug.Hadria11.18, 11). El:igabalo tolse
SIO 010:-: E, LXXII, 24); vennero rie- la proibizione, che poi venne ripristi-
dificati, in qu::i.nto si ravvisano nella nata da Severo Alessandro (ibid. Alex.
pianta Severiana (.COLINI, Forn111 Paciç Sev. 24, 2).
CHRONICA

[HJadrianus imperavit anoos .xx. menses .x. dies .xun. Con-


giarium dedit den ..M. Hoc imperante templum Romae et Veneris
fabricatum est. Excessit Bais veteribus.
Antooinus Pius imperavit annos .xxu. menses .vm: dies .xxvm.
Congiarium dedit den . .occc. Hoc imperante circensi bus Apollina- 5
ribus partectorum C•> columoa ruit et oppressit homines .M.cxu. <»
facessit Lorio.
Divus Verus imperavit annos .vu. menses .vm. dies .xli. Con-
giarium dedit den. .ecce. Hoc imperante scrofa porcellum peperit
in effigiem elefanti. Excessit Altino CJ>, IO
Marcus Antoninus impera vit annos .xvm. menses .XI. dies
.xcm. Congiarium dedit. den . .DCCCL. Hoc imperante instrumenta
debitorum fisci in foro Romano arseruot per dies .xxx.<•>. Exces-
sit Pannonia superiore.
Commodus imperavic annos .xvi. menses .vm. dies .xu. Con- 1 5
giarium dedit. den .. DCCCL. Hoc imperante thermae Commodianae
dedicatae sunt. Excessit domo Victiliana.
Pertinax imperavit dies .Lxxv. Congiarium dedit den . .CL.
Excessit Palatio.
Iulianus imperavit dies .Lxv. Occisus Palatio. 20
Divus Sevcrus imperavit annos .xvu. menses .xc. dies .xxvm.
Congiarium dedit den ..MC. Hoc imperante Septizonium et ther-
mae Severianae dedicatae sunt Cs>. Excessit Britaniae.
Geta imperavit menses .x. dies .xn. Occisus Palatio.
Antoninus Magnus (6) imperavit annos .v1. menses .u. dies .xv. 25

9-IO. divo vero Imperatore scrofa p. p. In eftìg iem elefaotl S 10. in figiem V
12-3. !nstrumenta debhorum hoc Imperante V 16. terme V 18. Lxxv] 1egue cc!aus
palatlo a 11nullato V 20. octlsus V 22-3. termes V

( 1) Forse da ricongiungere al verbo (4) Cf. lDAz10, Fasti cons. a. 218;


grecom:&9<1'U;X'Ta!'iCI> e al sost. ~O"ta~. EusEBIO, vers. Arm. a. Abr. 2194;
(2) Cf. Hi1t. Aug., A?1lon. Pius, 9. S!NCfLLO, p. 647; GIROLAMO, P· l07 f.
(3) Mori .: non longe ab Altino» (5) Cf. Hist. Aug. Sev., 19, 5.
(Hist. Aug ., V". 9, 11); « cum a Con· (6) A Ca racalla fu dato, dopo la
« cordia ci vitate Altinum proficìscere- morte, il titolo ufficiale di « divus
« tur » (EUTROPIO, VIII, 10); cf. Auclor « magnus AntoninuSll (PAULY- W1s-
epit. de Caesaribus, 16, 5; GtROLAMO, SOWA, Il, col. 2437).
p. lO) i.
URBIS ROMAE 277

Congiarium dedit den. .cece. Hoc imperante ianuae c1rc1 am-


pliatae sunt et thermae Antoninianae dedicatae sunt. Hic suam
matrem habuit <1>. Excassit inter Edessam et Carras.
Macrinus imperavit annum unum, menses .I!n., dies .Il. Con-
5 giarium dedit den .. CL. Hoc imperante amphitbeater arsit <». Oc-
cisus Arcelaida <».
Antonious (HJeliogaballus imperavit annos .v1. menses .VIII.
,dies .xvm. Congiarium dedit den ..cct. [HJeliogaballium dedi-
catum est. (4). Occisus Romae.
to Alexander imperavit annos .xm., menses .vm., dies .1x. Con-
giarium dedit den ..oc. Hoc imperante fuit polyfagus, natione Ita-
lus, qui manducavit pauca: cistam, lactucas, vascellum sardinarium,
sardas .x., melopepones .Lxx., t[h]allos de scopa palmea, mappas .un.,
panes castrenses .mi., cistam, cardos cum suas sibi spinas, et ebibit
r 5 vini graecani[ci cadumJ plenum et venit ad templum Iasurae et
ebibit labrum plenum et adhuc esuriens esse videbatur. Et thermae
Alexandrinae dedicatae sunt. Alexander occisus Mogontiaco.
Maximinus imperavit annos .m. menses .un. dies duos. Con-
giarium dedit den..CL. Hoc imperante magna pugna fuit cum Ro-
2 0 manis et praetorianis <s>. Occisus Aquileia.
Duo Gordiani imperaverunt dies .xx. Excesserunt Africae.

2. term~ V 3. ed issa V 4. anno uno V 5. hoc] A lexandro S 11. pollyfagus S


13. melopopones V malopepones o melopeponcs S 15. lasurr V 16. aduc V terme V

( 1) Cf. Hist. Aug. A11t. Car. 10, 1-4; Bull. Com. XXXIX, 191 1, p. 85) ha
AURELIO V1rr. De Caes. 21, 2. avanzato l'ipotesi che possa identificarsi
(2) L'incendio fu provocato da ful- col Pe11tapylum del catalogo regionario,
mini cadutivi sopra, il ~3 agosto del e sorgesse nell'angolo nord-est del colle.
217 (cf. CASSIO D10NI;, LXXVIII, 25; Il monumento era ancora in piedi sotto
GIROLAMO, p. 214 b). Diocleziano, perchè nella Passio s. Se-
(3) Cf. GIROLl.MO, P· 214 d. bastiaui (RUINART, Acta Ss. ian. Il,
(4) Il tempio al Sole costruito sul Pa- p. 278, col. a, cap. XXIII, S 87) è detto
latino, nell'area una volta occupata dal che il martire parlò ali' imperatore
tempio dell'Orco (la dea Horta ?; PLU- « stans super gradus Heliogabali ». Fu
TARCO, Quaest. Rom. 46; Hist. Aug. distrutto dal fuoco, in epoca indeter-
Hdiog. 1, 7 e i 7, 8; AuREL10 V1rT. minata (Passio s. Philippi in Ròm. Mitt.
De Caes. 23, l; GIROLAMO, p. 214 g; VII, 1892, pp. 158-<J).
E~ODIANO, V, 13). li B1coT(L~ 1w 1p!• (5) Cf. ERODIANO, VU, 11-1 2; Hist.
de Jupiter Ultor et la vigne Barberi11i io A ug., Maximfo. lO, 6, Gord. 22 1 8.
CHRONICA

Pupenius et Balbinus imperaverunt dies .xcrx. Congiarium de-


derunt den. .CCL. Occisi Romae.
Gordianus imperavit annos .v. menses .v. dies .v. Congia-
rium dedit den ..CCCL. Hoc imperante mula hominem comedit.
Agonem Minervae instituit. Excessit finibus Part[hJiae. 5
Duo Philippi imperaverunt annos .v. menses .v. dies .xxrx.
Congiarium dederunt den ..CCCL. Hi seculares veros <1> in circo
Maximo ediderunt. Occisus senior Verona, iunior Romae in castris
praetoriis.
Decius irnperavit annum unum, menses .xr. dies .xvm. Con- 10
giarium dedit. den .. CCL. Hoc imperante thermae CommoJianae < »
dedicatae sunt. Occisus praetorio Abrypto (J).
Gallus et Volusianus ir:iperaverunt annos .11. meoses .l!Il.
dies .1x. Congiarium dederunt den . .CCL. His imperantibus magna
mortaliras fJit <•>. Occisi in foro Flamini. I5
Aemilianus imperavit dies .Lxxxvm. Occisus ponte Sangui-
nario <s>.
Gallienus cum Valeriano imperavit annos .x1111. menses . lllt.
dies .xxvm. Valeriaous occisus in Syria (6). Gallienus coogiarium
dedit den .. M.CCL. et binionem aureurn. Occisus Mediolano. 20
Claudius imperavit annum unum, menses .1111 . dies .xm1. Con-
giarium dedit den..CCL. Excessit Sirmi.
Quintill us imperavit dies .Lxxvu . Congiarium promisit sed
non de<lit. Occisus Aquilegia.
Aurelianus imperavit annos .v. menses .ml. dies .xx. Congia- 25
rium dedit den ..o. Hic muro urbem cinxit <1>, templum Solis et
4. hoc] Gordiano S termç V 1 I· his l gallo et volu.iano S

(I) Cf. Hist. Aug., Gord. 33. 3 ; Au· (4) C r: r\t:Ri,LIO \ ' 1TT. De Cr1es . 30;
RELIO V1TT. De Caes. 28, 1; EuTROPIO, EuTROP10, IX, 5,
IX , 3;sottinto::ndi «luJos». «Veros» in (5) C:f. A uc/or epit. de Caes. 31, 2.
quanto corrispondevano :ill'esatto c:il· (6) Altri aggiungono che l'uccisione
colo dell'anno millesimo di Roma. avvenne dopo un periodo di tri>te ser-
Cf. PAuLv-WrssowA, 2• seri e, I, coll. vitù presso i Persiani; cf. A 11c/or epit. dr
171 8-9 e voi. X. coli. 763'- 4. Caes. 32, 5; EuTRO 10, IX, 7; G1Ro -
(2) EviJenteerrore, per ccDo::ciaoae». LAMO, p. 220 d.
(3) cdn Abryto» ,GIROL\\IO, p. 218'1; (7) finita b guerra contro i Mar-
«ad 1\britto» , GIORDA ~E, Get. ro3; comanni, Aurcli mo, su consiglio del
«Bruti », A UK liLIO VITT. D<' Caes. 29, 4. senato, iniziò la nuova e più am pia
U RB IS RO MA E 279

castra in campo Agrippae dedicavit, genium populi Romani aureum


in rostra posuit. Porticus thermarum Antoniniarum arserunt et
fabricatum est. Panem, oleum et sai populo iussit dari gratuite <•>.
Agonem Solis instituit <». Occisus Caenophrurio <i>.
5 T acitus imperavit meases .vm. dies .xu. Occisus Ponto <•>.
Florianus imperavit dies .Lxxxvm. Occisus T harso.
Probus imperavit annos .VI. menses .n. dies .xu. Hoc impe-
rante senatores agitaverunt in circo Maximo missus .x1m. Oc-
cisus Sirmi.
10 Carus imperavit menses .x. dies .v. Excessit Seleucia Baby-
loniae <s>.
Carinus et Numerianus imperavernnt annos .n. menscs .xr.
dies .11. <6>. Congiarium dederunt den . .o. His imperantibus fames
magna fuit (7) et operae publicae arserunt: Senatum, forum Caesa-
r 5 ris, basil icam Iuliam et Graecostadium. Occisus campo Margense.
Diocletianus et Maximianus imperaverunt annos .xxi. menses
.xi. dies .xli. Congiarium dederunt den. .M.DL. His imperantibus
multae operae publicae fabricatae sunt: Senatum, forum Caesaris,
basilica lulia, scaena Pompei, porticus . li. es>, nymfea .111., tempia .11.

1. aggrfppc V 2. Cambiato in portlcos V tcrmarum V 3. sale V 4, ceno


fluvlo V 8. misS09 V e Mommun 1<>-1. babilonis V 16. pi'lmOlm V patrlmonium
Mo mmun ; fflru g/011a marçinale, 110 11 ricorrendo nell'elenco delle rico1tru;io11i di
niocle;iano. 19. porticos V e Mommun

cerchia di mura (a. 271, cf. RICHMOND, di quest'ultima opinione sono AuRFLIO
Tlu city wall, p. 241), che però fu V1TI. De Cau. 36, 2 e l' A "clor epit. de
compiuta soltanto sotto Probo ( cf. Hist. Cars. 36, I. La morte si dice essere
A"g., A1ml. 2 1, 9; 39, 2; AuREr.10 avvenuta « T yanac » (Al.:RllLIO VrrT.
Vri-r. De Cars. JS, 7; Auclor epil. de !oc. cit.), e, per una evidente con fu-
Cnes. 35, 6; EuTROPIO, IX, 15 ; GI- sione con Floriano, << apud T:usum "
ROLAMO, p. 223 a; ZosrMO, l, 49). (A11ct. tpit. cit .).
( 1) Cl. HOMO, Essai s1tr le rig11e de (5) Mori a Ctesifonte, colpito da un
l'tmp . . l11rtlien, pp. 177- 9. fulmine (Hist. A11g., Car. 9, 1 ; AURE·
(2) Ripetuto da GIROLAMO, p. 223 b; uo V1rr. De Cau. 38, 3; A11ctor
cf. :1111..he G1u1.1ANO, Ornt. IV, 15 5 B e epit. de Caes. 38, 3); sul Tigri (EuTRO·
PAULY-W1ssowA, i •serie, Jll, 1,col.911. P10, IX, 18 e GIROLAMO, p. 224 g.).
(3) Cf. Hist. A11g., Aurei. 35, 5 ; G1- (6) t ovvio che l'indicazione tem-
Rot.AMO, p. 223 c. porale si riferisce :i quello dei due che
(4) \' ov1sco (Hisl. A11g., Tac. 131 5) regnò più a lungo.
resta in dubbio se I 1 morte di c1uesto (7) Cf. loAz10, Fasti, :i. 284.
imperatore fosse violenta o naturale; (8) Cf. p. 6o nota 6.
280 CHRONICA

Iseum et Serapeum, arcum novum, thermas Diocletianas. Spar-


serunt in circo aureos et argenteos. Partectorum podius ruit et
oppressit homines .xm.; et mulier nomine Irene peperit pueros
tres et puellam. Regem Persarum cum omnibus gentibus et
tuoicas eorum ex margaritis numero .xxxu. circa tempia domini 5
posuerunt<•>. Elephaotes .xm., agitatores .v1., equos .CCL. in urbem
adduxerunt. Excessit Diocletianus Salonis, Maximianus in Gallia.
Constantius et Maximianus <2> imperaverunt annos .xvi. menses
.vm. dies .xu. Coogiarium ded. bis den .. M.o. Constantius excessit
in Gallia <i>, Maximianus io Dardaoia. 10
Severus imperavit annos .m. menses .rm. dies .xv. Ipse se
interfecit via Latina miliario .111. C4>.
Maxentius imperavit annos .v1. Hoc imperante templum Romae
arsit et fabricatum est. Tbermas <s> in Palatio fecit et circum in
catecumbas<6>. Fames magna fuit. Romani traxerunt militem Moe· r 5

1. termeas V 3. Xlii V 7. Salonu V t Mo m m1 t n 8. xvr] Segut in V


quo tempore fult - fult temporibus dal testo Episcopi Roma ni (Mo n . Gtrm. hist .,
Chr o n. min. !, p. 75 r. :JS - p. ?fì r. 1) 14. fabrlcatum et termas V

( 1) Le altre fonti non parlano delh morte non ci è pervenuta una notizia
prigionia dcl re, ma solo della cattività sicura; ma pare si possa escludere 1.1
della famiglia reale e di molti nobili molte volontaria (LATTANZ10, De rnorl.
persiani (EuTROPIO, IX, 27; ZoNARA, pers. 26, l r; ZosIMo, Il, IO, 2; Eu·
XIl, 31 o, 32 e o). Si ritiene inoltre TROPIO, X, 3: AURELIO V1rr. De Caes.
che i prigionieri reali figurassero, an- 40, 7 ; Auct. epit. cit.; EUSEBIO, Vita
zicbè nel trionfo di Roma dcl 303, in Co11St. I, 26; 27, 3; A non. Vales. cit.).
un ingresso trionfa le di Diocleziano in (5) Di queste terme non si ha altro
Antiochia, essendo st:ita già nel 298 con- ricordo.
clusa la pace con la restituzione dei (6) Fu costruito fuori porta S. Se-
prigionieri (cf. PAULY-W1ssowA, XVI, bastiano, a sinistra della via Appia, tra
11, 1935, col. 1757). il secondo cd il terzo miglio, orientato
(2) Galerio Massimiano (cf. PAULY- verso la via Asin:iri:i, essendo ormai
W1ssowA, XIV, 11, 1930, col. 2516). l'Appia decadente ed ingombra. Il
(3) Mori in Britannia (EUTROPIO, X, circo venne dcdic:1to(309)alla memoria
1 ; AURELIO V1rr. De Caes. 40, 3; del divo Romolo, figlio di Massenzio
GIROLAMO, p. 228 g; ZoNARA, XII, (C. 1. L. VI, 1138; cf. G. ToMAss1rrn,
33 o; EusEero, Hist. ecci. VIII, 13, 1:i). La Campagna Romana, Roma, 11, 1910,
(4) Fu fatto prigioniero da Massi- p. 58), il cui sepolcro era li presso.
miano e relegato •ad tres Taberoas •, Nella sua spina fu eretto l'obelisco che
a 30 o 33 miglia sull'Appia ( Aucto1· Domiziano aveva posto ncU'Isco cam-
epit, de Caes. 40, 3; Anon. Va/es. 4; pense, e che nel 165 1 Innocenzo X
ltin . A111. 107). Sul genere della collocò sulla fonta na dei Fiumi io piazza
URBIS ROMAE

siacum et occisi suot Romani a militibus homioes .Vi. <1>. Ro-


manis omnibus aurum iodixit et deàerunt <». Fossatum aperuit,
sed non perfecit CJ>. Occisus ad pootem Mulvium in T iberim.
Maximious <•>impera vit annos .Ix. menses .vm. dies .VI. Occisus
5 Tarso <s>.
Licinius imperavit annos .xv. meoses .ml. dies .xv1. Occisus
Tbessalonica.
1. v1 Y 2. aptrolt) fe1'111lt V + Mulmlanua V 6. Laclnloa V

Navooa. Gli avanzi furono rimessi io fuori delle mura come rafforzamento
luce nel 18l5, ad opera dcl Nibby ed della difesa contro gli imminent i at-
a spese di Giovanni Torlooia (c:f. A. tacchi di Costantino (cf. RICHMOND,
Nmsv, Roma Antica, Roma, I, 1838, op. cit. p. 30).
pp. 631-44). (4) Cosi correggiamo il • Maximia-
(I) Forse si allude alla rivolta mili- • nuu del codice (cf. PAVLY-WlS-
tare, scoppiata io seguito all'uccisione sowA, IV, coli. 1986-7).
di un soldato che aveva pronunciato (S) Per la morte cf. AVllEUO VITI.
parole offensive contro la dea Fortuna De Caes. 41, 1; Auctor epit. de Caes.
(ZOSIMO, II, I 3). 40, 8; LATIANZio, · De morL pers.
(2) Cf. AURELIO VITI. De Caes. pp. 45-9; EusEBtO, Hisl. eccl. IX,
40, 24. 10; EVTROPto, Breviar. X, 4, 4 ; Zo-
(3) Un fossato cominciato a scavare SIMO, II, 17, 3·

18•
AMMIANI MARCELLIN I
Rerum gestarum librt.' qui supersunt
(XVI, 10, 13-7 e XVII , 4, 12-6).

Ammiano Marcellino, nato greco-asiatico, fra il 332


e il 335, e divenuto ufficiale romano, concepì la storio-
grafia alla Tacito, come un omaggio alla verità. L'am-
mirazione senza limiti per il popolo Romano t·o portò poco
prima del 400 a scriverne la storia - di cui in parte egli
stesso era stato spettatore ed attore - che volle stendere
nell'Urbe, non sappiamo se per valersi di biblioteche
e fonti altrove irreperibili, specie per gli anni tra il
96 ed il 353 1 o per imp.a dronirsi di quella lingua che le
assidue vigilie su i libri non gli avevano ancora a pieno
insegnato. Certo la sua figura emerge sopra gli ultimi
storiografi latini, sia per la vastità del disegno dell'opera,
che si riattaccava alla narrazione di Tacito, sia per i
canoni storici a cui la informò (G. B. PrGHI, I dùcorsz'
nelle storz'e di' Ammz'ano Marcellz"no, Milano, 1936, p. 18).
A noi è pervenuta solo l'ultima parte, quella dallo
scrittore intieramente vissuta e abbracciante gli anni
353-78 (libri XIV-XXXI); i primi tredici libri sono
andati definitivamente perduti.
Qui riproduciamo un passo, nell'intento di dare una
dimostrazione del fascino ancora esercitato da Roma
nella seconda metà del sec. iv, quando Costanzo II , nella
R E R U M G E S T A R U M LI B R I Q U I S U P E R S U N T 28 3

primavera del 357 (E. STEIN, Geschz'chte des spéitrami-


schen rez'ches, I , 2 2 5), vi fece il suo ingresso solenne,
e vi soggiornò dal 28 aprile al 29 maggio. A vveni-
men to famoso, di cui si sente vivo il ricordo in Sim-
maco (Relatz'ones, III, 6-8), propenso a riconoscere tutta
la tolleranza di Costanzo per il culto pagano, sebbene
non sappia perdonargli quella rimozione dell'ara della
Vittoria di cui sant'Ambrogio tanto lo lodava (MIGNE,
P. L. XVI , 11 1 1022). Ammiano riesce a comunicarci
tutta l'ammirata venerazione dell'ospite, preso da stu-
pore di fronte a tante meraviglie, così ec~edenti la fama
che le circondava. La diretta visione di luoghi - in-
torno a cui aleggiava la storia, ancor favolosa, dell'an-
tica progenie - dei templi, delle colonne, degli archi, dei
fori, dei teatri, delle terme, recanti nelle loro moli
maestose l'impronta del più forte popolo del mondo,
danno al principe un senso di attonito smarrimento.
E disperando di emulare i suoi predecessori in opere che
parevano superare ogni umana potenza, decise un' im-
presa ardua, se pure meno impressionante: l'innalza-
mento, nel circo Massimo, di uno dei più imponenti
obelischi d'Egitto.
Per il testo, che rimane, con ritocchi trascurabili,
quello dell'ediz. del Clark (AMMIANI MARCELLINI Rerum
gestarum Nbri qui' supersunt, ~ol. I, libri XIV-XXV). ci
siamo avvalsi dei seguenti codici: Vat. lat. 1873 (= V);
Vat. lat. 2969 (= E); Reg. lat. 1994 (= R). La descri-
zione di V può vedersi nell'EvssENHARDT, a p. 4 della
sua edizioneAmmianea, datata Berlino 1871. La vexata
quaestio se V (Fuldense) sia una copia di un codice di
Ersfeld (N1ssEN) o il contrario (U RLICHs), o se ambedue
AMMIANI MARCELLINI

dipenda no da una fonte comune (EvssENHARDT e GARD-


THAUSEN), sembra oramai decisa. Constatato che talune
lezioni, proprie ad entrambi i codici, presuppongono una
fonte comune per l'Ersfeldense e il Fuldense, si può rite-
nere che questa fosse in antica carolina minuscola, a sua
volta derivante da un altro codice in lettera insulare. E,
risalendo nel tempo, questo ms. in lettera scozzese o an-
glosassone discenderebbe direttamente da un Ammiano
in capitale, che ci riporterebbe all'età di Prisciano e Cas-
siodoro, i soli antichi scrittori i quali, sembra, abbiano co-
nosciuto il nostro autore (C. U. CLARK, The text traclz'tz'on
of Ammz'anus Marcellz'nus, New H aven, 1904, pp. 63- 2).
Il Vat. Lat. 2969, cartaceo, è fortunatamente da-
tato. Nel verso della carta 221 1 proprio al termine
della trascrizione, si legge: «Absolutus Rome die .1111.
« julii anno incarnationis dominice .MccccxLv., pontifi-
<< catus dni. Eugenii pp. IIII anno .xv. ex exemplari

«piane corruptissimo ». Nel verso della carta 222 1 se-


condo noi d'altra mano, abbiamo una seconda indica-
zione cronologica: « Die 14 ianuarii discessi de Florentia
«et veni Romam die xxi• <lieti mensis. Die .vn. februari i
« Rome magna vis nivium cecidit, praeter rationem loci
« consuetam ». Se veramente il manoscritto che è di
una s tessa mano, fu copiato da un esemplare mendo-
sissimo, dobbiamo ammettere che questo presentasse
non poche varianti, perchè l'umanista trascrittore le
annota diligentemente: così XVII, 4 1 15 « scriptilibus
« elementis » alz'as sculptz'hbus. La lez ione del codice
è generalmente corretta e attendibile, qua e là si sor-
prendono congetture dotte, che ci rivelano un copista
colto ed erudito. Viene ritenuto una copia di V.
R E R U M G E S T A R U M L I BR I Q U I S U P E R S U N T 28 5

Molto meno importante si presenta il Vat. Reg. 1994,


cart., del sec. xv, comprendente i libri XIV-XXVI.
Ostenta una certa eleganza; le iniziali d'ogni libro avreb-
bero dovuto esser miniate, ma non vennero mai eseguite.
Il codice fu seri tto da ;ina sola mano, men tre le note
marginali si presentano di mani ed inchios tri diversi.
Delle edizioni astampa abbiamo tenuto sott'occhio la
più recente del Clark e quella di Gelenio del 1533 (= G).
Per intendere le ragioni di questa scelta diremo breve-
mente delle edizioni di Ammiano. ANG. SABINO dette
in Roma nel 1474 l'edi'ti'o prz.'nceps, sul cod. R ', edizione
mutila, comprendente i libri XIV-XXVI, e basata su
di un ms. da ritenere tra i peggiori della tradizione esi-
stente. La prefazione dell'opera, piuttosto rara, è stata
riprodotta dal Clark •. Nel I 517 PIETRO CASTELLO, senza
il sussidio di alcun codice, credette di emendare l'edi'ti'o
pn'nceps a suo arbitrio, evidentemente peggiorandola.
L'anno che segnò decisivi progressi per la critica
del testo Ammianeo fu il I 533: nel maggio, ad Aùsburg,
si ebbe l'edizione curata dall'AccURSIO, che usò un apo-
grafo di V, corretto su di una copia di E, ed aggiunse
gli ultimi cinque libri, mancanti nelle precedenti edizioni.
Agli inizi del luglio, Girolamo Frobenio pubblìcò a Ba-
silea l'Ammiano del GELENIO, più dell'Accursio esper to
filologo, e veramente benemerito della critica del nostro
storico, anche perchè riusci ad avvalersi del codice di
Hersfeld, autorevolissimo, del quale da questo mo-
mento perdiamo ogni traccia. Ammesso pure che oggi

1 Per non ingenerare confusione, le sigle sono quelle adottate da C. U. Clark

nella sua edizione di Berlino, 1910, voi. 1, libb. XIV-XXV.


2 The texl tradition &c. p. 1 o.
286 AMMIANI MARCELLINI

riesca presso che impossibile, per i tanti elementi per-


sonali che confluirono in questa edizio~e, ricostruire
attraverso ad essa il cod. Hersfeldense, è anche inne-
gabile che l'opera di Gelenio poggia sopra una tradi-
zione punss1ma. L'edizione è mutila, mancando del-
l'ultimo libro, e dell'ultimo èapitolo del XXX.
Senza soffermarci sulle edizioni del GRYPHIUS (1552)
e del LINDENBROG (1609), che pure usarono mss. auto-
revoli, diremo che gli studi critici del testo Ammianeo
s'iniziano nel 1636 con ENRICO V ALOIS (V ALESIUS), il
quale si servi del Vaticano-Fuldense V e del codice R.
Il suo fratello ADRIANO per una nuova ed. Ammianea
(1681) mise a profitto due nuovi codici, il Colbertino e
il Valentino. Dopo altre edizioni, sulle quali non è il
caso di soffermp.rci (ERNESTI, 1773; w AGNER- ERFURDT,
1808), si arriva alle più moderne dell'.EvssENHARDT
(1871) e del GARDTHAUSEN (1874-5).
Fu proprio nell'anno successivo (1876) che vennero
alla luce i frammenti dell'Hersfeldense, editi dal N1ssEN,
a cui si affacciò il problema delle relazioni tra questo
ms. ed il Vaticano-Fuldense.
Più recente è l'ed. del CLARK, che, ripreso in esame
tutto il problema della tradizione del testo Ammianeo
sulla base di una collazione integrale di tutti i mss.
esistenti, e provveduto alla valutazione critica di tutte
le edizioni a stampa, poteva risolvere le più importanti
questioni attinenti al testo e darci un'edizione, se non
definitiva, che notevolmente si avvantaggia sulle pre-
cedenti.
Cf. H. V1LDHAUT, Ha11dbuch d. Quellenk1mde :{tir Ròm. Geschichte, Werl,
19o8 ; W. KLEIN, Studim :{Il A111111ia11us Marce/linus in Klio, Beiheft XIII,
RERUM GEST ARUM LIBRI QUI SUPERSUNT 287

Leipzig, 1914; H. HAGBNDAHL, Studia Ammianea io Upprala Univerritels )frs-


slrrift, Uppsala, 1921; W. ENSSLIN', Zur Geschichlsschreibung urnl Welta11schauung
des Ammia11us Marullim1s in Klio, Beiheft XVI, Leipzig, 1923; DE ]ONCE
PIEttR, Sprachlicher u111Ì hislorischer KDtnmmtar :(U Ammianus Marcellinus, Gro-
oingeo, 1935; G. B. P1GHI, 1 disccrsi cit. in Pubbl. de/I' Univ. Calto/. del Sacro
Cuore, serie quarta, Scienze Filologiche, voi. XXIII.

Proinde Romam ingressus, imperli virtutumque omnium larem,


cum venisset ad rostra, perspectissimum priscae potentiae Forum,
obstipuit, perque omne latus quo se oculi cootulissent, miracu-
lorum densitate praestrictus, adlocutus nobilitatem in Curia, popu·
5 lumque pro tribunali, in palatium receptus favore multiplici, laetitia
fruebatur optata, et saepe cum equestres ederet ludos, dicacitate
plebis oblectabatur, nec superbae nec a libertate coalita desciscentis,
reverenter modum ipse quoque debitum servans. Non enim, ut
per civitates alias, ad arbitrium suum certamioa finiri patiebatur,
10 sed (ut mos est) variis casibus permittebat. Dcinde intra septem
montium culmina, per adclivitates planitiemque posita urbis membra
conlustrans et suburbana, quicquid viderat primum, id eminere
inter alia cuncta spcrabat: Iovis Tarpei delubra, quantum terrenis
divina praecellunt: lavacra in modum provinciarum exstructa: am-
i 5 pbitbeatri molem solidatam lapidis Tiburtini compage, ad cuius
summitatem aegre visio humana consceodit : Pantheum velut re-
giooem teretem speciosa celsitudine fornicatum: elatosque vertices
scansili suggestu concharum, priorum principum imitamenta por-
tantes, et Urbis templum forumque Pacis<1 >et Pompei theatrum, et

). atrostra V' ad VJ E R 3. obstupuit E R G e/ ori o. 4. aUocutus E adlo-


quutus R 5. pro Gelenio, C/ark om. V E R 6. fruibatur V cdHe R 7. auperbe
V E R dfsclsccntis V d~isccntis E dfscfscnt!s R 8. rcverentcr quoque E 8-9. et
per R 9. alias om. R Ipse ad E ed i>t interi. VJ ed om R patTcbi R
11. acl!vltuo E 11.. crat VE Gel~nio om. R 14- extruct• E Gele nio. 15 ao-
Llditatem corr. aolididatem V' , ~6. Pantheon E G e I e n i o. 17. tcrrctcm V terreo·
tem E terre tam R vcrricc Gelenio. 18. cassili V E R auggutus Gelenio
consurgunt J7 E R consulum et G e/ e n i o.

( t )Si trattavadiun'areareciota. La quasi certo che la indicazione uffi-


denominazione Forum prevale negli ciale fu quella di Tttnplum Pacis rima-
scrittori latini dopo il 1v secolo, e con- sta a tutta J.. regione. PLINIO (Nat.
tinua un uso popolare, sebbene sia Hist. XXXVI, i7, 58) chiama il com-
288 AMMIANI MARCELLINI

Odeum e~ Stadium, aliaque inter baec decora urbis aeternae. Ve-


rum cum ad Traiani forum venisset, singularem sub omni caelo
structuram, ut opinamur, etiam ouminum adsensione mirabilem,
haerebat adtonitus, per giganteos contex.tus circumferens mentem,
nec relatu effabiles, nec rursus morta~ibus adpetendos. Omni itaque 5
spe huius modi quicquam conandi depulsa, Traiani equum solum:
locatum in atrii medio, qui ipsum principem vebit, imitari se veHe
dicebat et posse. Cui prope adstans regalis Ormisda, cuius e
Perside discessum supra monstravimus, respondit, ac astu gentili:
« Ante», inquit, « imperator, stabulum tale condi iubeto, si vales: IO
« equus quem fabricare disponis, ita late succedat, ut iste quem
« videmus ». Is ipse interrogatus, quid de Roma sentiret, id tan-
tum sibi placuisse aiebat, quod didicisset ibi quoque homines mori.
Multis igitur cum stupore visis borrendo, imperator de fama que-
rebatur, ut invalida vel maligna, quod augens omnia semper in I 5
maius, erga baec explicanda, quae Romae sunt, obsolescit, delibe-
ransque diu quid ageret, urbis addere statuit ornamentis, ut in
Maximo circo erigeret obeliscum, cuius originem formamque loco
conpetenti monstrabo.
20
Et quia sufBantes adulatores ex. more Constantium id sine modo
strepebant quod cum Octavianus Augustus obeliscos duo ab Heliu-

1. methodlum E ocleum R 3. oominom corr. numloom V1 adcensiooe V' adun·


slooe v• uceo1!one E adceosiooe R '4· attooltua V' ER Geienio. 6. qulcquam
in intu/. altra mano V om. G t I t n i o. aequum V equi R 7. arri! R 8. bormlsda
R Gtlenio. 9. supra] ra in interi. V' ac 1110] agustu V auguste E augu1tu1 R
geatu G t I e n io. 10. lnquid V Impera tor om. E iubet. O si vales V E R 12. h Ipse]
Item E 13. qulddl V 14. Imperatori fama quaerebatur V E q querebatur R 15. ut
Invalida vel magna V E R Gefenio. scmper omnia E 16. sunt om. E 17. quid
om. V bis ageretur bis addere R 18. proximo V E R G e I t n i o. alias max imo in mar11-. E
tg. condecentl Gtlenio . mostrabo E 21. aloe more E 22. qoot V obeliacua V'
duoa obhellupolitam V' obbeliopoUtana VJ hellopolltana E R

plesso delle costruzioni chiuse dentro Costanzo Il ammirò, e più tardi, nel
il recinto « opera Pacis ». v1 secolo descrisse PROCOPIO (Beli. Goth.
S'è già detto altrove, a proposito del IV, 21). Da questo tempo, del foro e
tempio, del disastro subito sotto Com- del tempio si perde ogni traccia lettera-
modo e della ricostruzione Severiana. ria. A. M. COLINI, Fomm Pacis in 8111/.
Fu proprio quest:i ricostruzione che Com'.LXV, 1937, pp. 10-2 dell'estratto.
RERUM G ES. T A RUM LIBRI QU I SUPE R SU N T 289

politana c1v1tate transtulisset Aegyptia, quorum unus in circo Ma-


ximo alter in campo locatus est Martio <•>, hunc recens advectum,
difficultate magnitudinis territus, nec contreqare ausus est nec mo-
vere, discant qui ignorant, veterem principem translatis aliquibus
5 hunc intanctum ideo praeterisse, quod deo Soli speciali munere
dedicatus, fixusque intra ambitiosi templi delubra, quae contingi
non poterant, tamquam apex omnium eminebat. Verum Constan·
tinus id parvi ducens, avulsam hanc molem sedibus suis, nihilque
committere in religionem recte existimaos si ablatum uno templo
10 miraculum Romae sacraret, id est in templo mundi totius, iacere
diu perpessus est, dum translationi pararentur utilia. Quo con-
vecto per alveum Nili, proiectoque Alexandriae, navis amplitudinis
antehac inusitatae aedificata est, sub trecentis remigibus agitanda.
Quibus ita provisis, digressoque vita principe memorato, urgens
r 5 effectus intepuit, tandemque sero inpositus navi, per maria fluen-
taque T!bridis, velut paventis, ne quod paene ignotus miserat
Nilus, ipse parum sub emeatus sui discrimine moenibus alumnis
inferret, defertur in vicum Alexandri, tertio lapide ab urbe seiun-
ctum. Unde chamulcis inpositus, tractusque lenius per Ostiensem
20 portam Piscinamque publicam, circo inlatus est Maximo. Sola
post haec restabat erectio, quae vix aut ne viK quidem sperabatur
posse conpleri: t idestisque periculum altis trabibus (ut machi-
naruru cerneres nemus) inaectuntur vasti funes et longi, ad spe-
ciem multiplicium Jiciorum, caelum densitate nimia subtexentes.
25 Quibus conligatus mons ipse elfigiatus scriptilibus elementis, pau-
latimque in arduum per inane proteotus, diu pensilis f, hominum

1. clvltate om. R 3. 'trectare V 1 6. cont1igi E 7. apes V' apex VJ aper R


10. id est om. E 11. translatione V1 R transla~loni VJ 13 . magnitudi nis E Inusi-
tate V 1~. principe V principem R 16. thytlridls V R 17. ipse parvus E subem
catusul V sub meatos sui E emeatu R alumiois V R alunnl s E 19. camulcls R
bostlenscm V' E, abrasa. h in V. 22. compleri. Erectfsque per circulum E id est
i1que R erectisquc usque periculum Gelenio. 25 . alias sculptilibus E 26. Id per
arduum inane VR Gelenio paulatimque per ardunm lnaue E diuquc Ge lenio.

( 1) Io M. L. W. L AISTNER, T/Je obe· IsmoRo riportato nel Liber Glossarum


lisks of August11s at Rome in Tbe fo11r- alla v. aObeliscum•equellodi Ammiano
nal of Roma11 St1ulies, 1 92 1, pp. 265-6, Marcellino dipendano da un'unica fonte:
è avanzata l'ipotesi che il passo di che potrebbe essere i Praia di Su1:.10N10.

CoJ. TopoKr.
AMMIANI MARCELLINI

mili bus multis, tamquam molendarias rotanti bus metas, cavea locatur
in meclia, eigue sfaera superponitur aenea, aureis lamminis Ditens,
qua confestim vi ignis divini contact:i, ideoque sublata, facis imi-
tamentum infìgitur ~ereum, itidem auro iubratteatum, velut abun-
danti fiamma candentis. Secutaeque aetates alios transtulerunt, 5
quorum unus in Vaticano, alter in hortis Sallusri < >, duo in Au- 1

gusti monumento erecti sunt.

1. roi;antlbus V E R 2. medicee quesferea corr. quesfera V' in mcd iaque spera E


equcs phera R aenea V atcnea, t in interi. V habena R ahcna Gde7tÌO. auris
laminis R 4. in figuraereum rrldcm V In figura ereum R In figura aereum Gelenio.
5. can cntis V Geten io caventis R 6. ortis V salustii R 7. monimento R

(1) Port:ito a Roma dopo l'età cli Pio VI fu innalzato davanti alla chiesa
CaligolJ, era ancora eretto nell' vu t sec. della Trinità dei Monti, dove anche
(lti11. Ei11s.); nel xv giaceva a terra oggi si trova.
spezzato. Durante il pontificaw di
DE MONTI BUS E T AQUIS URBIS ROMAE .
DE MONTI BUS, PORTIS ET VIIS URBIS ROMAE

I codici di Noti"ti·a, derivati dallo Spirense, conten-


gono, tra l'altro, come si è visto (p. 78), due testi riguar-
da n t i i monti· e gli" acquedotti di· Roma, e ·i mont1:, le porte
e le vù dt" Roma.
Il primo ci è tramandato anche cl.al codice che fu
della biblioteca Nazionale di Vienna n. 16 (CCCXX),
oggi nella Nazionale di Napoli, segnato cod. già Vienn.
lat. 2, palinsesto, appartenuto a S. Colombano d i
Bobbio, come si ricava da un'antica nota alle cc. 1
e 43 r: « L iber sci columbani de Bobio ». Passò a Vienna
dal monastero di S. Giovanni a Carbonara di Napoli (cf.
E. MARTINI, Sui· codzà Napoletani restz"tuitz" da!l'Austri·a
in Atti della R. Accad. di Archeol. !ett. e belle arti·, nuova
serie, vol. I X, 1926, p . 157 sgg.). Contiene, di mano del
sec. VIII o rx, scritti di san Girolamo, Gennadio, Quod-
vultdeus, sant'Agostino, papa G elasio, Servio Onorato,
Sergio grammatico, Massimino (Massimo) Vittorino, il
cosiddetto Metrorio, P risciano, Tertulliano, lo pseudo-
Palemone, Eutichio, Fausto di Riez, Probo, Claudio
Sacerdote, Macrobio T eodosio, estratti d a grammatici
anonimi, e a c. 53 r Nomina montz.um et aquaeductuum
Romae; di mano del sec. v o v1, Lucano, Pelagonio,
frammenti latini di Atti degli" Apostoli" e di epist9le
292 DR MONTIBUS ET AQ U IS URBIS ROMAE

ca t toliche, frammenti greci di Dioscoride. I noi tre il


tes to s i trova nel cod. Laurenz. 89 1 67 (v. p. 7 5) e nel
cod. della bibl. Nazionale di Dresda Dc 182 1 membra-
n aceo, del sec. x , che contiene Etico, l' ltiner. di Anto-
nino, Dicuil , l'epitome di Vegezio, e discende da un ge-
mello dello Spirense (cf. MoMMSEN, }J!fon. Cerm. hùt.,
Chrom'ca mi·n. I, 527) .
Questo tes to è contenuto pure in altri codic i, come
l'Ottob. lat. 2072 e l'U rbin. la t. 452 d ella bibl. Vati-
cana, il Sessor. 286 della Nazionale di Roma, il Lau-
renz. plut. 89 sup. 68 di Firenze, il cod. della bibl.
Nazionale di Na poli IV. D . 22 1 il cod. Vossian. oct. 24
della bibl. di Leida, per citar so lo quelli del sec. xv;
ma di p oca o nessuna importanza.
Il testo fu pubblica to da G10VANNI B ESICKEN in
Notitia urbis Romae, Romae, 1505 ; poi dai Giunti alla
fine dell' ftz'nerarium Antoninz', Floren tiae, r 5 I 7; dal
PRELLER in D ù R egz'onen, p. 37, sul cod. L aurenz . 89,
67 ; dall'U RLICHS in Cod. 1trb. R. top. p. 5 I, sul cod.
Bob. confrontato col Cur. B, Vienn. cccxxn; dal MoMM-
SEN in Mon. Cerm. hùt., Chronica min. I , 545-6 su i
codd. Monac . 10291 e Laurenz. 89, 67; dal M ANITJ us
in Rheiniscltes Museum, L V I I , 1902, pp. 396- 7.
T ale breve indice dei monti e dell e acque doveva
p robabilmente, secondo il DE Ross r (Pz'ante icnogr. e
prospett. p. 29), esser segna to in a ntico sul margine <li
una pianta d ella città, donde passò nei codici cosmo-
grafici e di it inera ri. Qu i la li sca <lei monti, semp re ad
a vv iso del DE R ossi, è la sola che ci d ia il ,-ero .C:ìepti-
montium chiuso dalle mu ra Ser vianc, quale era ricono-
sciuto d agli scrittori dei tem pi d i Agrip pa e di Augusto;
DE MONTIBUS, PORTIS ET VIIS URBIS ROMAE 293

e potrebbe appunto risalire a una forma Urbù del-


l'epoca augustea. L' ind ice delle acque, invece, non è
a n teriore a Severo Alessandro; perchè sebbene il nu-
mero corrisponda a quello dato da Frontino, pure al
l'A ppia, all'Aniene vecchio, all'Aniene nuovo sono so-
s ti tuite le acque Traiana, Alessandrina e una ignota
Drusia (cf. LAN CIAN I, 1 comentan.·i: dz· Fronti"no cit.
p. 266). L'elenco discende, molto probabilmente, dallo
s tesso Frontino, con gli aggiornamenti richiesti dal
tempo ; le inesattezze che si riscontrano nei nomi dei
costruttori degli acquedotti sono attribuibili ad alte-
razioni prodottesi attraverso la tradizione manoscritta.
Il secondo testo, quello dei monti, delle porte e delle
vie (che trovasi anche nel cod. Ottobon. lat. 643,
dopo la cosmografia del pseudo-Etico e il latercolo di
Polemio Silvio, e insieme con le cronache di Eusebio,
di san Girolamo, di Prospero ed altri scri tti minori) è
un estratto, salvo poche aggiunte e differenze, dall'epi·
tome paolina di F esto. Non può risalir dunque oltre
la fine del sec. vm, quando cioè il monaco Cassinese
Paolo Diacono elaborò il suo compendio e l'inviò a
Carlo Magno (circa 782- 6; cf. Mon. Germ. hùt., Epùt.
Karolz"m· aevz·, to. Il , 508 1 n. 11). Il testo fu pubblicato
in parte dal B oEKlNG nella Noti'ti·a dzgnùatum, p. 25;
per intero dall'U RLICHS in Cod. urb. R. top. p. 53, sul
cod. Monac. 794; e dal MOMMSEN in Mon. Gerrn. Mst.,
Chronica mi·n. I, pp. x-x1 e Ili , pp. 722-3, sul cod.
Monac. 1029i.
Noi diamo il primo testo sui codici:
N Napol. già ,Vienn. lat. 2, · C. 53 a.
S = Spir. (perduto), concordanza delle copie:
294 DE M ON T IB U S ET A QUI S U R B I S ROM A E

b - Parig. 9661, c. 37 a.
c - Vienn. 3103, c. 36 a.
d - Monac. 10291, c. 47 b.
D - Dresd. Dc 182, c. 50 a.
L - Laurenz. 89, 67, c. 34 a.
Il secondo sui codici :
S - Spir. (perduto), concordanza delle copie:
a Oxf. Bodleian. 19854 (già Canon. misceli.
lat. 378), cc. 65 a - 66 a.
b = Parig. 9661, cc. 52 b - 53 b.
c - Vienn. 3103, cc. 52 b - 53 a.
d - Monac. 10291, cc. 64 b - 65 b.

[DE MONTIBUS ET AQUIS URBIS ROMAEJ

lncipiunt nomina .VII. montium aetcrnae urbis Romae:


Tarpeius.
Aesq uili nus.
Pa!atinus.
5
Caelius.
Aventinus.
Quirin:ilis.
Viminalis <1>.

Questo titolo 11on e 11ei c0Jic1. Oe septem montil>u~ Roman~ u rbi~ i11 ind1instr()
t.
rosso L 2. lncipiunl - Roma e) Septem montes urbis Roma (romane e) S D L 4 . e~quilinus
b D L 5. om. L 6. celius b D 9. et viminalls d

( 1) Questi sette colli sono conside- città dei sette colli da CICERONE (Ad
r~ti come un secondo St:ttimonzio dagli Alt. VI, s. 2), TIBULLO (II, 5, 55-6),
scrittori dcli' et:\ Augustc:1 ( D10N1s10, Vmc1L10 (Am. VI, 783; Ctvrg. li,
I V, I 3, 3). E Roma è: d.:nominata la 535); vedi nnchc p. 319 nota 3.
DE MONTIBUS, PORTIS ET \'IIS UHBIS ROMAE 295

Nunc aquarum nomina, quae usibus aeternae urbis formarum con-


structionibus advectae sunt, indicemus:
I. Claudia inventa et adducta est a Claudio Caesare <•>.
IL Marcia inventa est et adducta a Marco Agrippa <•>.
5 III. Traiana inventa, adducta est a Traiano Augusto h>.
IIJI. Tepula item a Marco Agrippa im·enta deducta est<•>.
V. lulia inventa ab Aureliano perductaque est <s>.
VI. Alsiatina item inventa perducta a Claudio Caesare (6l .
VII. Alcxandrina inventa perducta est ab Alexandro <1>.
IO VITI. Virgo im·cnta deduct.t est ab Agrippa Caesare (a).
VIIII. Drusia inventa perd11ctaque est a Druso (9)_
Praeter has repletur etiam indigenis nymphis, quas ad miratus

1. l premtllt in rouo il lilolo Oc aquaram ductibus Romam rigantibug aquarum-


quae] nomina quarumcumquc (quaroncunquc d qua ruiiiiiiquc <') S O nomina quorum l
formarum] aqur formuum l 1-2. conlluc1lonibns S conflucciou1bus O 2. avcc1ac
(aveclc b e) S lndlccrcmus e 3. I numeri romani solo in N In venta csl et adducla /.
cl] csl e cl adducta om d 4 . .Martia b d O l et addocta om. be V l S· adducuquc
est S D cl adduci a est l 6. dtduc1aquc est S D Item Inventa adductaquc est a marco
agr!ppa l 7. aurdio l 8. aslatina b pcrductaquc est S D l 9. alcun·
drlana S perductaquc est S D l 10. Inventa est dcductaquc est be O inventa esl dc-
ductaquc ab d inventa dtduci.quc est L 11. druslo l 12. hacc S O l rcple·
1ur l lndcgcnls N lndcgls l ntmphls e O L nimphlis b quac tquc lY) S V l
ammlratur S admiratur D

(1) L'acqua Claudia fu condotta da "tam lulia quam Aurelia; sine dubio
Claudio, ma l'opera fu cominciata da «post i11ve11ta quaedam eltciderum n;
Caligola (cf. p. 24). ma l'acqua Aurelia ricorre solo nel-
(2) Fu condotta dal pretore Q. Mar- 1' appendice del catalogo regiomrrio
ciq Re; Agrippa restauro l'acquedotto e in Polemio Silvio, nè è altrimenti
(cf. pp. 19 e 22). conosciuta (cf. JoRDAN, Top. I, 1, 480
(3) Cfr. p. 1 S4 nota 11. nota).
(4) Fu condotta dai censori Gn. Ser- (6) Fu portata da Augusto (cf. p. 23).
vilio Cepione e L. Cassio Longino, ma (7) Severo Alessandro (cf. p. i 56).
Agrippa la immise nel can:ile della (8) L'epiteto di Ctsare non conviene
Giulia, da lui port:lta a Roma nel 33 ad Agrippa; probabilmente venne spo·
av. Cr. (cf. p. 21). stato dalla riga precedente.
(S) Non si ha ricordo di interventi (9) Pare sia lo speco Ottaviano del·
di Aureliano a riguardo della Giulia. I' Anio vtlus che attraversava la via Ap·
Il MOM M.SEN (Mo11. Germ. bisl., Cbro11. pia sul cosi detto arco di Druso (cf. LAN·
min. I, 546) annota: « Fuerunt aquae CIANI, op. cit. pp. 267-<J).
296 DE MONTIBUS ET AQU IS URB IS ROMA

Aencas tal iter ad aethera dixit C•l : <1 Nympbae, Laurentes nym-
« phae, genus amni bus unde est 11 (•l.

[DE MONTIBUS, PORTIS ~T VIJS URBIS ROMAE]


DE MoNTmus R o MAE.

Aventinus mons intra urbem dictus, quod rex Albanoruru Aven- 5


tinus ibi sit sepultus et bello cxtinctus C1l.
Caelius mons dictus a Caele quodam ex Etruria, qui Romulo
auxilium advcrsus Sabinos pracbuit (+l.
Palatinus mons Rornae, quod ibi Pallas, fi lius Evandri, sepultus sit <s>.
Quirinalis mons a templo Q uirini idest Romuli appellatus, sive 10
quod ibi Quires, idest Sabinos, haberet <6>.
Viminalis mons a silva viminum appellatus <1>.

1. Aencas - acthcrn) vi rgo ( Vergil N) aencnm (enea e çtoream L) talircr lialtam (yta·
!tam c italia ti) N S {)I. nimpb~ D nimphc c nimphr D nlmphe c 3. Questo titolo
non e nei codici. 7. hctruria d 8. sabeos S 12. >yiva d

( r) Il passo« Vcrc:ilius (o « \·irgo >)) 43 ; L1v10, I, 3, 9; 0\'JOIO, ,\ ftta m.


".\cneam taliter lnliJm dixit » dci XIV, 620-1, Fasti, I V, 51-2; D10N1s10,
codd. è e"identcmcntc corrotto. L'UK- I, 71, 4; 010001\0, VII, 5, 1 2 , e in altri.
llCHS (Coi/. 111 b. R. top. p. )I) segnò (4) PAOLO, p. 38. ConcorJano in
una lacuna tra « Acncam » e « uliter»; questa etimologia VARRONE, V, 46;
il PRELU.R (Dit Rrgio11m, p. 37) ri- TACITO, Ab excess. d. Aug. IV, 65;
tenne dovesse lcgger,,i « quas admi r.1tus D1mas10, Il, 36, 2 ; C. f. L. X111,
« \'irgilius e>t et in c:is inter alia di- 1668, r, 21; SERVIO, Am. V, 56o, il
« xit »;e il .\IOM\tStN (Mo11. Germ. bis/. quale però non nomina Cele Vibcnn~.
d t. p. 546) emendò « quas admir:ttus (5) PAOLO, p. 24 5, che ha però « P,t-
et Vcrgilius Acneant f.1ci1 inte.r alia di· <t l:itiL11n" e omette « fi lius Evandri ».
«cere». :-\oi invece abbiamo espul~o il Altri perchè vi fu sepolta la figlia
« Vergilius •>, .:he ritcnia1110 una glos5a Ji E\•andro, P.tllanzia (S1rnvro, Ae11.
marginale al ,·crso che :>egue, e ab· Vili, 51).
biamo corretto « Aene.1s taliter :1,1 (6) PAOLO, p. 30). dove però il passo
u aethera dixit •>, uniformandoci .illa si legge cosi: « Quirinalis collis dictus
espressione "talis effunJit ad aetht:r:t «est, quia io cum commigrarunt S:i-
t< voces » eh.: nel!' E11tide precede il « hi ni a Curilms vcnientcs, quamvis ali i
verso qui cit:ito. u a templo Quirini dictum puteat '"
(2) VIRGILIO, Aen. \'Jll, 71. Cf. VARRONE, V. sI.
I>) PAOLO, p. 1i· ldcnti.:a etimolo- (7) PAOLO, p. 517. Cf. VARRONF,
gia s'incontr.1 anche in V.\RRONE, \', V, 51 ; GlO\'ENAlE, III, 7 J.
DE MONTIBUS, PORTIS ET VIIS URBIS ROMAE 297

Tarpeius mons appellatus, quod ibi Tarpeia virgo obruta sit clipeis
Sabinorum (•).
Vaticanus mons appellatus, quod expulsis Etruscis Romanus po-
pulus vatum responso potitus sit <».

DE PoRTIS RoMAE.
5
Conlatina porta a Conlatia, oppido Romae v1cmo, appellata, eo
quod ibi res ve! opes aliarum civitatum fuer:mt conlatae <i).
Catularia porta Romae dieta est, quia non longe ab ea ad pla-
candum caniculae sidus frugibus inim.icum rufae canes im-
IO
molabantur, ut fruges flavescentes ad muturitatem perduce-
rentur <•>.
Capena porta antea Camena vocata a proximo luco Camena-
rum; dieta est autem postea Capena si ve quod Romanis bello
laborantibus auxilio venientes ea intraverunt Capenates, sive
quod eadem Capuam exeatur <s),

1. appellatus om. e clypels d 3. /11 e que.<to mo11te è messo prima del prece·
dente, e invece di vaticanus si legge [T )a rpelns hecruscl~ d 6. a conlatina opido e
opldo ab 7. collatae d 9. sydus ab d immolebantor a ut) et b 10. fluescentes S
12. camenerum b ·~· ea d capenates om. d

(r) In PAOLO la voce « Tarpeius tare una denominazione della porta


« mons » non ricorre; ma nei fram· Esquilioa o della Vimina le, donde par-
menti del cod. Farnesiano di FESTO ti va la strada che a un certo punto si
(p. 464) si legge: « [Sa)xum T:irpeium biforcava raggiungendo da un:i pa rte
« appell. .. tis, qui ob sepulram Ta[r- Tivoli e dall ' altra Collazia. Secondo
« peiam] . . . eum montem Sabinis il Si:FLUND (op. cit. pp. 202-5) invece
«pro. .. nominatus est». Cf. VAR· la Collatio a sa rebbe stata prob:ibilmentc
RONE, V, 41; PROPERZIO, IV, 4, 93-4 ; una porta intermedia tra I' Esquilina
DIONISIO, III, 69, 4; PLUTARCO, Rom. 18. e la Viminate. Quanto all'etimologia
(2) PAoLo, p. s19. cr. GELL10, xv1, di « Collatia » cf. anche SERVIO, Am.
17, 1-2. La presenza di questo colle VI, 772.
e l'esclusione dell'Esquilino dipende (4) PAOLO, p. 39. Uoa porta che
dal non essere quest'ultimo ricordato il SAFLUND (op. cit. pp. 207-8) ha
in Paolo. supposto di accesso al Campidoglio in
(3) PAOLO, p. 33. L'esistenza di corrispondenza dell'attuale scala Miche·
uoa porta Collatioa non risulta che da langiolesca e che prendeva il nome
questo passo di Paolo. Essa doveva da Q Lutazio Catulo.
indubbiamente trovarsi in rapporto con (5) Per la probabile etimologia di
la via Collatina, e potrebbe rappresen- Capena cf. p. 89 nota 2.

Cod. Topogr.
298 O E MONTI BUS ET A QUI S URBI S ROM A E

Capitolini porta vocitari coepta est a Capitolio, quae antea Tarpeia


dicebatur. Est autem in loco adeo praecipiti, ut non possit ea
intrari: quod Galli Senones pepigerant, Capitolium obsidione
liberantes, ut ea semper pateret <1 l.
Ruduscolona porta dieta est, quod de ea ad rus colendum exirent, 5
vel quod rudis et impolita sit relicta, vel quia rudo vel aere
fuerit vincta <2 1.
Fontinalis porta a fontioalibus, hoc est festis fontium, appellata.
Festa enim fontium fontiualia dicebantur Ci>.
Flumentana porta est appellata, quod Tyberis partim ea fluxisse IO
affirmant (-i.l.
Lavernalis porta a lavernionibus dieta, qma m ems !neo obscuro
furta fiebant <s>.
Minuacia porta dieta est ab ara proxima Minunti, quem deum pu-
tabant <6>. I5

1. capitolia b 3- seneaes e obsidionem S 4· Sempre pnrc~rel e 6. qula] el 6


7. !ancta e 8. a fononalibus e 10. 1ibris e u. qo~e d

(1) È la porta PJnJana; forse · quella in proposito cf. PLATNER-As1mv, p. 408


che anticamente era. detta Saturnia e SAFLUND, op. cit. p. 207.
(VARRON!i:, V, 42; SOLINO, I, 13), e che (4) PAOLO, p. 79. Doveva trovarsi
Fss-ro (p. 496) ricollega alla leggenda nelle pross:mità del Tevere, perchè
di Tarpea, e POLYENO (Strtl.tegemata, abbiamo notizia di inondazioni fre-
VIIJ, 25, 1) all'assedio dei Galli. quen ti :t cui andb soggetta quella loca-
(2) PAOLO, p. 339, che ha pero "Ro- lità lLIVIO, xxxv, 9, 2 ; 21 , 5). HUEL-
« dus.:ulana » e omette «de ea ad rus SEN (For. Urbis Rom.) la colloca tra la
« colendum exirent » . Solo della terza port:t C:umcntale e il fiume; mentre
etimologia, che sembra la più probabile, il SXFLUND la suppone ali' inizio dcl
troviamo conrenna in VAf<RONF., V, 163 vico 'fusco (op. cit. p. 195), non lungi
e in VAl.ER 10 MASSI MO , V, 6, 3. da S. Teodoro.
(3) PAOLO, p. 75. Qucst:t port:i è (5) PAOLO, pp. 10.J -5· Anche quc·
menzionata ~nche da Livio (XXXV, st:i nell'antica cinta urb:ma, in prossi-
10, I 2): « porticum ... ab porta Fon· mità di un'ara (VARRONE, V, 164) o di
« t inali ad Manis ar:im, qu:t in Cam- un hosco Jedicato :i La verna. VAR-
« pum iter esse r, perduxernnt » (.\l. Emi· RO'lE (V, 163-4) l:i nomina dopo b
!io Lepido e L. Emilio Paolo nel 191 Nevia e la Rauduscu lana, ed è colloc:ita
av. Cr.], e in tre iscrizioni (C. I. L. VI, nell'Aventino, a sud- est di S. Anselmo.
9514, 9921 , 33914). In b:lse :11l'in<lica· Per essa passava un'antica strada cor-
zione topogrnfica di Livio, la porta vien rispondente all'odiern:: via di S. M.uia
collocata, con qu:ikhe prob:1bilità, nella del Priorato. Cf. Sì\FLUND, op. cit.
parte nord-est dcl colle Capitolino, p. 198.
sulla strada che congiungeva il Foro (6) PAOLO, p. 109, che ha perb
co campo Marzio. Per altre opinioni « Minucia » invece di « Minuacia » e
DE MONTIBUS, PORTIS ET VtJS URBIS ROMAE 299

Mugionia porta dieta est a Mugio quodam, qui eidem ruendae


praefuit <•>.
Minutia porta appellata est, quod sacello Minutii proxima esset <».
Na,·alis porta a vicinia na\•alium dieta h>.
5 [PJiacularis porta est dieta propter aliqua piacula, quae ibidem
fiebant (4).
Pandana porta dieta est quod semper panda idest aperta esset <s>.
Quirinalis porta dieitur eo, quod ea in collem Quirinalem itur,
sivc quoJ proxime eam est Quirini sacellum <6>.
10 Romana port.1 a Sabinis appellata est, quod per eam prox imus
cis aditus esset <1>.

3. Minucfa b &&collo b J sacculo e 4. vacln!a b 5. dieta est e iacululs S


placula om. b 7. panda om. b est dieta d 8. in ea S 9. scabcllum b SCll tcllum e
10. savlnls a b samn!s e

"Minuci., invece di « Minunti ». Sa· (S) PAOLO, p. 246. La stessa porta


rebbe un secondo nome dell.i porta della pag. preced. r. 1.
Trigemina, e il Minucio, a cui l'ara o (6) PAOLO, 303. Quanto alla deri-
sacello era dedicato, rappresenterebbe ,·azione del nome, la seconda ipotesi
l'ad3ttamento latino del greco µr,w7T,ç, sembra la piu probabile (cf. S:\rwNo,
cpileto dato :id Ercole come scopri- op. cit. pp. 167 e 206). Apparteneva alle
tore ed insecutorc di mostri e briganti. mura Serviane, ed era attraversata da
MERLl'I, op. cit. pp. 124-5. un'antica strada corrispondente press'a
( 1) PAOLO, p. 13 1. l:na delle anti- poco all'odierna via delle Quattro Fon-
che porte del Palatino (LlVlo, I, 12, 3), tane, nel declivio verso piazza Barbe-
chiamata anche cc Mucionis ,, ("a mu· rini. Nel luogo occupato dalla porta
cq~itu, quod ca pecus in budta ... exi- sono stati ritrovati dei gradini (cf. Rom.
cc gebant », V ARRONE, V, 164), cc Mu- Mili. 189J, pp. 303-4).
" gionis)) (NONIO MARCELLO, Co11p. (7) PAOLO, p. 319. L'epitome di
Docl. p. 852), 11 Mugoaia » (SOLINO, Paolo ci iodica una porta rivolta verso il
!, 24), MouyrovtlìEç m)Àcr:L (D10NIS10, Campidoglio, occup:110 primiti,·amcnte
Il, so, 3). Immetteva nel P.ilatino dai Sabini, secondo la tradizione Li-
d~ lb via Sacra presso il tempio di Giove vian:1 (I, 33, 3). Paolo però ha trala-
Statore (DIONISIO, loc. cit.), e viene sciato le altre indicazioni topografiche
pure indicat.1 cc supra summam Novam c}Je trovansi in Festo, e che segna-
<e viam" (Sow10, loc. cit.). Cf. SAF· lano una porta istituita da Romolo,
LUNO, op. cii. p. 167. Ro111a1111la, cc infimo cli\'O Victoriae,
(2) P.~OLO, p. I 31. Li st1:ssa porta «qui locus gradi bus in quad r:11n for-
della p1g. preced. r. 14. « matus est». lndic.izioni vaghe, e,
(3) PAOLO, 187. cr. SAHUND, op. sembra, inconciliabili con quelle di VAR·
cit. p. 208. ROSE, piu determinate e precise: « habet
(4 ) PAOLO, p. 235. Port:i scono- « gradus in vi:i :\ova ad sacellum \'o·
sciut:i, Jeri\'ata forse da una t:rrJta lct· « lupiae »,V, 16.1; «hoc sacrificium lit
tura di « porc:t ». Cf. FESTO, p. 231. cc in \·ebbro, qua in :\o,·am viam cxi,
300 DE MO N T IB U S ET A QUI S URBI S ROM A E

Ratumena porta a nomine cuiusdam aurigae est appellata <•>.


Salutaris porta dieta est ab aede Salutis, quae eidem proxima
fuit <».
Sancualis porta est dieta eo quod aedi Sancuali esset proxima <1>.
Viminalis porta et collis appellatur, quod ibi viminum silva 5
fuisset C4>.
Carmentalis porta a Carmente Nicostrata, Evandri regis matre,
quae Latinas litteras repperit, est appellata <s>.

DE Vns RoMAE.

Appia via et aqua ab Appio Claudio est appellata <6>. IO


Cassia via a Cassio censore munita et appellata est (;>.

1. Rauimena d 2. idem e 4. edis (aedis d) ancuall5 S 5. sylva esset d


7. nkostrata e 8. reperit ed 9- De viis romc sequltur e 10. ab om. b

« tur, ut aiunt quidam ad sepulcrum pidoglio, senza relazione con la cinta


« Accae . .. qui . .. utcrque locus ext ra urbana (op. cit. pp. 167, 208).
cc urbcm antiquam fuit non longe a (2) PAOLO, 4J7. Nel Quirinale, presso
«porta Romanula », Vl, 24. I passi so- la gradinata che scende sulla via della
pra citati possono conciliarsi, non pren- Dararia. Cf. HuusEN, Topog1. I, 111,
dendo alla lettera l'espressione di Festo p. 399; SAFLUND, op. cit. p. 206.
«infimo clivo Victoriae » 1 e situando (3) PAOLO, p. 465, che ha «aedi
la porta, anzichè 3 sud-est della chiesa cc Sancus ». Da collocare forse all'inizio
di S. Teodoro. nel lato nord- ovest di via XXIV Maggio.
dcl Pal:ltino, alla sommita dei gradini (4) PAOLO, p. 517. t indicata da
che scendono sulla via Xova. Il SAF· STRABOSE (V, 3, 7) nel mezzo del-
LUNO invece accetta il collocamento l'agger Serviamu; e da FRONTINO (1 9)
di Festa, ma ritiene necessaria unn come punto di passaggio delle tre acque,
revisione del concetto genernlmentc Ma rcia, Tepula e Giulia. Le fondazioni
acceuato circa l'andamento della N01Ja furono rinvenute a nord dell:i stazione
tira (op. cit. p. 196). re/roviari:i di Termini (cf. LANCIANI in
( t) PAOLO, p. 3 p. Da un :iuriga B11ll. Com. IV, 1876, p. 168 sgg. e
etrusco, che, trasportato da Veio a Roma, ta v. X\'111).
sul cocchio dai suoi cavalli, trovò la (5) D:i FF.STO, p. 450 (cf. anche
morte in questa porta, mentre i cavalli SERVIO, Am. vm, sI, 337) e da ls1-
proseguirono la corsa fino al Campi· DORO, Et)'m. V, 39, 1 1.
doglio (FESTO, pp. 340-2; PLINIO, Nat. (6) PAOLO, P· 23.
flisl. VIII, 161; PLUTARCO, Popl. !) ; (7) PAOLO, p. 41, dove però si legge
Soww, 45, 15). li S\FLUND la crede soltanto: "Cassia via a Cassio strata '"
una porta del recinto proprio del C:im-
DE MONTIBUS, PORTIS ET VllS URBIS ROMA E 30 I

Flaminia via a Flaminio est consule appellata. Flaminius quoque


circus ex eiusdem est nomine vocitatus <•>.
Sacra via in urbe appellata eo quod ibi foed us post praelìum inie-
rint Romulus et T acius <».
5 Salaria via Romae est appellata, quia per eam Sabini sai mari de-
ferebant CJ>.

1. con$ulc ut d ap~llata) ;,. b segue e a11nul/a/a. 3. to) est e lnlumt e


4. romulus c<>rr. '" romalus b traclu1 b S· sabln lol a b e

( 1) PAOLO, p. 79. (3) PAOLO, p.437. Cf. pure p. 157.


(2) PAOLO, p. 373. Vedi nota 3 nota 4.
a p. 0 1.
OLIMPIODORO

'fowptxol À6yòt (frag. 43)

Olimpiodoro, nativo di Tebe in Egitto, visse, a


quanto sembra, in Bisanzio al tempo di Arcadio e T eo-
dosio II. Di lui sappiamo sol tanto che fece alcuni
viaggi: verso il 412 andò ambasciatore a D onato, regolo
degli Unni, nel 415 si recò in Atene, circa il 42 r visitò
in Egitto i luoghi attorno a T ebe e a Syene, e la re-
gione di T almis. Fu, dice Fozro (Bibliotheca, cod.
LXXX, col. 256), 7tOLYJ't~ç, cbç cxò16ç cpYJoL, 1ò €m1-rjosoµcx,
"EÀÀYjY 't~V .&pYJOXSLIXV.
Dedicò a T eodosio II i suoi ventidue libri di storie
(fowptxol HyoL), che apdavano dal settimo consolato
di Onorio e dal secondo di Teodosio (a. 407) fino a l-
i' assunzione al trono di Valentini ano III (a. 425).
L' opera, ch'egli chiamò UÀYJ (selva), per il modo com'era
condotta e per la lingua in cui era scritta, meglio che
una storia, poteva dirsi una raccolta di materiale s to-
rico (F ozIO, !oc. cit.). Le valutazioni di personaggi e
fatti si arrestano alle es teriorità.
De i ventidue J{b~i non rimangono (oltre un accenno
in ZosrMo, V, 27) che g li estra tti inseriti da Fozio nella
Bz"blz"otheca cod. LXXX, tra i quali è anche il passo
riguardante Roma. Tutti i codici di Fozio sono stati
accuratamente studiati da E. MARTIN! (Textgeschùhte
der Bi"bli.oth. d. Patr. Photz'os in A bhandl. der phzlol.
II:TOPIK OI Aoro1 303

hùt. Kl. der siichs. Gesellsch. der Wùsensch., XXVI II ,


1911, n. 6 e Zur handschriftl. UeberNeferung der "Bz.·-
blz"oth." d. Photi"os, 1930), il quale li ha ridotti a due
classi, con capostipiti due codici della Marciana di
Venezia: grec. 652 (già 450, appartenuto al Bessa-
rione), del sec. x e grec. 537 (già 451), del sec. xrr.
Su questi due manoscritti (c. 61 a del cod. 652 = A
e c. 48 a-b del cod. 537 = B) è stato riveduto il testo
che pubblichiamo.
La prima edizione della Bi"bli"otheca di F ozio si
dovette alle cure di DAvID H oESCHEL : BIBAI00HKH
TOT <l>!lTIOT. Lz"brorum quos legit Photius Patn"archa
excerpta et censurae. Quatuor mss. codz"ci"bus ex Graeda,
Germani·a, /talt·a, Gallz"a collatù DA vrn H o ESCHELI us
Augustanus prz."mus edi"dit; notù, in quz."bus multa vete-
rum fragmenta, antehac i"nedita, illustravz"t, Augustae
Vindclicorum, MDCI; seguita a bre,·e distanza dalla
tradu"zione latina di A. S c HOTT (Augusta, 1606). Ven-
nero poi le edizioni di Genève (1611) e Rouen (1653),
che riproducono il testo dello Hoeschel e la traduzione
dello Schott. Un'edizione riveduta sui codici pubblicò
I. BECKER a Berlino nel 1824- 5, ristampata in MrcNE,
Patrol. C1'aeca, CI If , I 860. Pubblicarono il solo Olim-
piodoro C. M UELLF.R in Fragme1tta hùtorz"corum graeco-
rum, Pa ri siis, I V, i868 e L. DrnnORF in Hùtorzà"graeà
mùiores, Lipsiae, I , 1870. L'URLJCHS, Cod. urbis R. top.
p. 49, riproduce dal Becker il passo relativo a Rom a .
Cf. i\!uF.LtER, Fiagmmta b' 1. i:nw d t . ., \ I: \\". \'O'\ Ct1RISTS, Gesrbid1lt
,/,.,. grird1ird1m lilltral11r 11111~t11rbmt1 •"'-'" \\" . Sc:il\1 n 11111/ O. Sr"iHU">, Il, Il,
.\f (10d1~n. tll'4, l't'· 111)5-6
OLIMPI ODORO

"O·n Exoccr-roc; 'TWV µe"(cXÀ<ùV otxwv TI)c; 'Pwµ"l)c;, wc; cp°l)<HV, &7t0tv't'IX
e!xev év hxuT<i> Ò7too« 7tOÀtç <rUµµeTpoc; ~ouvocTo ~xm, hrn6opoµov
xo:t cp6pouç xcxl V<t.OÙI; X<XÌ myyÒ:ç X.IXÌ ÀOV't'pÒ: OLOCcpOp<t. (•). ~tÒ XCXÌ Ò
O'Uj(p<t.cp&Ùc; &m:cp&iy~IX'TO .
Etc; 06µ.oç ocaTU 7rfÀet • 7tOÀtç oca't'E<X µup(oc x&U&et. 5
"Hcrocv oè x.ocì ÀOV't'pÒ: OY)µOOtlX 7t1:t.µµ.eyé&YJ. At oè 'A'J't'ù)'ltlXVIXÌ
o\S't'Cù XCXÀouµevoct dç XPeLCXV 't'WV ÀOuoµévwv x.cx.8-éopcxc; etxov 7tCXp1XX&t-
µ.évcxç XLÀ(~ ~cxxoo(cxc;, Èx µcxpµ.&pov xcx-recrx&UM!Lévcxc; ~ecr-rou <», o:t
oè ~WXÀ'l)WXWXÌ èyyùç omÀcxatovç (J), T6 't'& Tdxoç tjç 'Pwµ°l)c;
fJ.&'t'p"l)&tv 7tcxpò: "Aµµwvoc; -rou yewµhpov, xoc.&'ov xcxtpòv f6-r&ot T~v ro
7tpo-réf>av xcxT'o:ònjc; Èmopoµ~v È7tot~crcxv-ro, efaoat xcxì ÈVÒc; µtÀ(ou
ot«O"t'"l)fLCX f:xov &7teodx.!h) (4).

S· '<WXU vol1rata. b. Per 'Avtaiwv•avat 7. etxe 8 e VOIKata. 9 . .:b 6è '<~ç


•PO>i>'lç utxoç Be volsata. 11. otQodeo.v aggiunto i11 marg. M-ral>Qoi>Tiv B e vol{;ata.

( 1) Quanto qui si dice poteva esser vettero essere rese. inservibili dalla di·
vero solo per il palazzo imperiale sul struzione degli acquedotti per opera
Palatino, non già per ciascuna delle dci Goti. Se potevano accogliere circa
grandi case di Roma. A chi sia attri- 3.000 bagnanti, bisogna pensare che si
bui bile l't:rrore, se ad Olimpiodoro o f.1cesse molta economia dello spazio,
a Fozio che non seppe renderne il considerato che l'edificio copriv:i un'area
pensiero, non è possibile precisare. press'a poco ugu3Je 3 quella delle terme
(2) Le terme Antoniniane, che Po· Amoniniane (cf. 1-luELSEN, Topogr. I,
lemio Silvio annovera tra le mera\•iglie 111, 379 nota 1 5).
Ji Roma,continu.irono :id essere ancora (4) Le mura Aureliane abbracciano,
nell'uso pubblico lino al tempo di Teo· come si è visto (p. 7 nota 2), molto
dorico, che dovette curarne un restauro, meno di ventun miglio. Ammone
come fanno fede i mattoni trovati sul :wrebbe eseguito la sua misurazione
luogo e portanti la scritta «regnante d. n. anteriormente al 4o8; forse nel 403 ;
"Theodorico bono Roma e » (C. I. L. :mno in cui furono compiuti i restauri
XV, 1665). Lo stabilimento di bagni di Onorio. Ma qui Olimpiodoro, pur
divenne inservibile quando i Goti nel facendo menzione di Ammone, d::\ una
S37 tagliarono gli acquedotti. Quindi misura err.it.i. Invece del perimetro
I' f)act•J del testo sarà di Fozio e non delle mura, deve aver indicato la somma
di Olimpiodoro, che scriveva all'inizio dei raggi interni, dal milliare aureo
del v sec. alle portt.', che era appunto, secondo
(3) Queste terme sono ancora ricor- Plinio, di passi 20.765 (cf. DE Hossr,
date dallo Scoliasta di Giovenale (Xl, Pia11le ic11ogr. t prospell. pp. 68 70;
56) e da SmoN10 APOLLINARE (Ad Co11- RICHMOND, Op. cit. pp. JS, 44).
u11t. 495), e, come le Antoniniane, do-
POLEMIO SILVIO
Quae sz.nt R omae

Dalle appendici del catalogo regionario, e più prect-


samen te dal Curz.osum, come rilevasi dal numero. vr. de-
gli obelischi, attinse, già si è det to, Polemio Silvio. Di
lui ben poco sappiamo. I ncerto è il prenome, che nel titolo
della sua opera figura in forma diversa (Poltmez" c. 93 a
e Polemez" c. 94b). Pare che fosse scrittore d'una certa
fama e in relazione con Ilario vescovo d 'Arles (t 449):
«Si [/lario] peritorum turba defuisset, simplici sermone
« rust icorum corda nutriebat; at ubi instructos super-
cc venisse vidisset, sermone ac vultu pariter in quadam

«gratia insolita excitabatur, seipso celsior apparebat,


« ut eiusdem praeclari auc tores temporis, qui suis scrip-
cc tis merito claruerunt, Silvius, Eusebius, D omnulus
.« admiratione succensi in haec verba prorumperint» &c.
(S. .Hilarù" Arelatensù vzia in BALL ERINI, S. Leonù
Magni· Rom. Pont. opera, Venetiis, to. II , p. 31 7, c. XI).
Ma è dubbio che gli vadano riferite le parole dei Chro-
nz"ca Callùa, a. 438: « Silvius turbatae admondum men tis
cc post militiae in palatio exactae munera aliqua de re-
cc ligione conscribit » (Mon . Cerm. hùt. Chrom·ca mi·n.
I , p. 660): lo nega l'Hùtoire littéraire de la France par
des R ehgieux Bénédictins de St. Maur, Paris, to. li, 1865,
p. 295 , lo am mette il MOYIMSEN, Mon. Germ. hist. cit.

Cod. Toposr. lO
306 POLEMIO SILVIO

p. 513 1 sull'autorità. del TILLEMONT, M émoi.res pour servir


à l'hùt. ecc!. XV, 134. Nel 448 (« Postumiano et Zenone
« consulibus », Mon. Germ. hùt. cit. p .. 523) e il principio
del 449 («ab urbis exordio mille et ducentis completis
« annis Postumio et Zenone consulibus, Asterio consule
<< tanquam primus annus incipit », ibid. p. 547) compose

un « laterculus », che inviò ad Eucherio, vescovo di


Lione: «et apud te potissimum, a quo mea omnia pro
« eo qui inter nos est amoris stud io comprobantur,
cc digestum direxi » (ibid. p. 518). Ed Eucherio sap-
piamo che indirizzò la sua Passi·o Agaunensz.um marty-
rum, se l'opuscolo deve ritenersi genuino (C. WoTKE,
S. Eucherii" Lugdunensù Passi·o Agaunensium Marty-
rum, Vindobonae, 1894 p. 173), a un Salvio o Silvio
1

vescovo (pare di Octodurum), nel quale da taluni si


vuol riconoscere l'autore del la tercolo (cf. Hùt. lz"tt.
de la France cit. p. 294). Ad ogni modo, da quanto
si è detto fin qui, risulta che egli deve aver vissuto
in Gallia; e ciò è confermato anche dagli accenni,
riferibili a questa nazione, che si trovano qua e là
nel latercolo, come avvertiva il MoMMSEN (Mon. Germ.
hùt. cit. p. 513).
L 'opera di Silvio è conservata nel solo cod. della
bibl. R egia di Bruxelles n. 10615- 10729, miscellaneo,
membranaceo, del sec. xu, seri tto in caratteri minuti,
e appartenuto al cardinale Nicola Cusano, poi all'ospe-
dale di Cues, e più tardi al collegio dei Gesuiti di An -
versa.
L ' intento propostosi dall 'a utore fu quello di rendere
più utili e più accessibili i calendari allora in uso e di
spogliarli di ogni carattere o impronta di paganesimo.
QUAE SINT ROMAE

Per questo rimaneggiò il Cronografo dell'a. 354 o un


esemplare consimile. Da lui stesso conoscié:.mo quello
che aggiunse: « Menses singuli cum vocabulis suis,
«.quibus apud diversas gentes dicuntur, et in alternis
« inter eos foliis enumeratio principum cum tyrannis,
« provinciarum etiam Romanarum, spiran tiumque qua-
« drupedum, volatilium, natantium; ratio quaerendae
« lunae festivique paschalis (oggi· nel cod. manca); nec
((non urbis Romae fabricarum ena rratio; poeticae fa-
<( bulae (manca); Romanae historiae breviter conclusa

« series; cum stridoribus animantium; ponderibus si ve


« mensuris; vel metrorum omnium pedibus (manca); ac
«sectis filosoficis (manca) continentur». Invece soppresse
le figurazioni pagane dei mesi, dei pianeti, dei giorni,
dei segni zodiacali, come pure le stolte indicazioni
degli influssi stellari sui giorni ed ore della se ttimana.
L'« enumeratio fabricarum urbis Romae », che nel
cod. di Bruxelles (c. 95r) ha per titolo: Quae sz.nt Romae,
è un estratto dalle due appendici del Curz'osum, ma
incompleto, con un ordinamento diverso, con i voca-
boli spesso corrotti e anche interamente trasformati.
Parecchie sono le aggiunte: alcune derivano da l testo
dello stesso Curz.osum; altre invece consistono in qualche
voce o particolarità nuova, più spesso in duplicati d'un
medesimo monumento, sotto diversa denominazione,
quasi certamente glosse marginali entrate nel testo.
Nuovo è l'accenn0 ai luoghi religiosi, e l'elenco delle
sette meraviglie di Roma (qualcosa di simile si trova
già in Ammiano Marcellino, cf. pp. 285-6).
L'estratto fu pubblicato dal MoMMSEN in Abhandl.
der phzl. hùt. Kl. der konzgl. sachs. (!esellscha/t der
308 POLEMIO SILVIO

Wz'ssensch. II , 1857, pp. 269-70, III , 1861, p. 696, e


di qui dall' U RLICHS in Cpdex urb. R. top. pp. 48-9;
poi di nuovo, più esattamente, dal MoMMSEN in Mon.
Germ. hist. cit. p. 545.
Cf. Acta 55. Bolla11d. Antverpiae, l, 164 3, pp. XLm-xuv, e iun. VII,
1717, pp. 176- 7; MoMMSEN, Abha11dlu11ge11 cit. p. 233 sgg. e Mo11. Germ.
hist. cit. pp. 513-7 j K. A. H. KELLNF.R, l 'arrno ecclesiastico (trad. A. Mi::RCATI)
Homa, 19 14, p. 301 ; C. NoRDENFALK, Der K11lwdar ·1:om fabre )54 cit. Per il
cod. di Bruxelles, limitatamente a Po lemio Silvio, cf. J. MARX, Verz.ticlmis der
Ha11dscbriftm-Sa111mlw1g des Hospilals z.11 Cuu, Trier, 1905; L. TRAUBE, Poet.
Lai. Aev. Caroli11i, III, 15 3; It SABBADl2'1, Scoperte, II, p. 17-8.

QUAE SINT ROMAE

Montes septem : Caelius, Aventinus, Palatinus (inter quos duos


circus est in valle Murcia) (tl, Tarpeius, Esquilinus, Vaticanus
et lanicolensis.
Campi octo: Vimenalis, Coditanus, Agrippae, Octavius, Martus, 5
Pecuarius, Lanatarius et Brucianus.
Pontes .v1111. <» : Aelius, Aurilius, Aemilius, Milvius, Fabricius,
Ercius (il, Graciani (4>, Probi et Adriani (sl.
T ermarum paria .x. <6 >: Deoclisianae, Antoninianae, Alexandiae <1>,
Commodianae, Agrippianae et Suranae. 10

5. ec coJ. 6. e cod. 9. Alexandic - Agrippiane in mare.

(1) Cf, L1v10, I, 33,5; 35,8;Dro- ri11e, pp. 109-1 12).


N1S10, Ili, 68, r ; CL.WDIANO, De co11s. ( s) Ripetizione di « Aelius)) , forse
Stìlicb~nis, Il, vv. 404-405. originata da una glossa marg inale.
( 2) Cur. « VIII» . (6) L'aggiunta «paria» noo è spie-
( 3) Corruzione di « Cestius ». gabile: ma il passo forse presentava
(4) Il « pons Cestius », dopo che difficol tà di lettura, p<!rchè alcuni ap-
venai! ricostruito dagli imperatori Va- pellativi dell<! terme sono stati ag-
lentiniano, Valente e Graziano, fu ael- giunti in margine, altri furono add i·
1' anno 370 dedicato al nome di que- rittura omessi.
st'ulti mo (cf. C. I. l. VI, 11 75, 1176 = (7) Cioè « Alexandrinae ».
31250, 3125 r e BESNJER, l'Ue Tibé-
QUAE SINT ROMAE

Fora .x1111. (i) : Romanum, Traiani, Marcisi (•), Vespasiani, Pacis <il,
T ransitorium, Aproniani <•>, Magnum<», Caesares, Nervae <~>,
Augusta,. Suarium et Boarium, ubi Cacus habitavit <1>.
Basilicae .XI. <8>: Iulia, Ulpia, Pauli, Hostilia C9l, Neptuni, Constantini,
5 Mathidìae, Marcianae, Vaccllaria <10>, Floscellaria et Claudi <11>.
Aquae .xvun. : Traiani et Atica, Anena < », Claudia, Marcia, Hera-
1

cliana <1 i>, Virgo, Iulia, Ciminiana, Aurilia, Agustea, Alsit-ina,


AJJpia, Severi,llla, Antoniana, Alexandriana, Caerule et Dotra-
ciana <1 •>.
10 Obilisci .v1..
Ci rei, duo: Maximus et Fbminius <•s>.
Theatra .m.: Marcelli, Balbi et Pompei < 6J. 1

Columnae cocledes .11 .: Traiani et Antonini <1 1>

3. Augta rod. 5. corr. 111 Vactssallarla 13. corr. su Aotooll

(1) Cur. «Xli>. (5) Ripetizione di « Romanum '"·


(2) « Martis ». li foro di Augusto, (6) Ripetizione di e<Tra nsitorium».
cosi chiamato dal tempio di Marte (7) Vedi p. 120, nota 2.
Ultore che lo stesso Augusto vi aveva (8) Cm·. 11 X».
fotto costruire (cf. Sebo/. lu v6N. XIV, (9) Cur. 11 Vestilia ».
26 1- 2; sottoscriz. al libr. IX delle (10) Cur._1<Vascolaria» e Noi. aVa-
Meta111orfosi di APULEIO nd cod. Lau-· 11 sccllaria ».

renz. plut. 68, 2 in BANDINI, Catai. ( 11) 1:. ricordati soltanto qui. Lo
co1I. lai. Bibliofb. La11re11/. t. II, col. 4, jORDAN (Topogr. H, 217) pensa che
Il; Gesta Felicitalis in KONSTLE, Ha- possa essere una anticipazione dcll'ac·
J!iograplnscbe St11dim, Paderborn, 1894 qu.i Claudia.
l" 61; C. l. l. XV, 7190; 01:. Rossi, (1 2 ) Cf. p. 154 not.1 12.
Dri <ollari dti servi fuggilit1i &c. in (13) Per « l-lcrculea », d:illa forma
811ll. arch. crisi. t 874, p. 41 sgg.). greca •Hp!Xùttoç.
(3) Il " forum Vespasiani» e il ( 14) Forse è da identificare con la
" forum Pacis » sono la stessa cosa. « Damnata» dd C11r. Lo jORDAN,
Nella prima maniera il foro è chi.:mato (Topogr. I, 11 480 nota) pensa che 11 Do-
in una rcl:tzioac di Simmaco, prcfc:tto « tr.tciana » possa anche essere corru-
delb città (419), a Cost3nzo c'Epist. zione di 11 Diocletiana » (cf. LANCtANI,
imper. po11t. t i aliorrmr, I ep. 29 in I com. di Fro111i110, p. 325 ; e PAUI. Y-
Corp. Script. ecc/es. lai. XXXV, p 75); \\'1ssowA, IV, 2059).
nella seconda da AMl>llA~O MARCLl.L. ( 15) I nomi sono stati desunti da
X\'I, 10, 14; da MARCELLll\O Co:-:n., C11r. regione XI e IX.
Ch1011. a 4 0 8, a. 2; da PROCOPIO, Dt ( 16) I nomi da Cur. regione IX.
brllo Got/J. IV, 21 , 11. ( 17) I nomi d:t C11r. regione VIII e
(4) È ricordato nel Codex Tluodo- IX.
sia1111s, XIII, 5, 29.
po POLEMIO SILVIO

Anfitheatra .11.: Magnum et Castorensem <1l.


Ludi .1111.
Portae .xxxv1. < ».
Arei marmorei tot.
Naumatiae. 5
Vici .ccccxx1111. hl.
Insula rum quadraginta . v. milia (4) extra orrea puplica .ccc. <s>,
domus nobiliorum vel fanorum aedes atque pestrina si ve religiosa
aedificia cum inoumeris cellolis martyrum rnnsecratis.
Inter quae omnia .VII. suot mira praecipua, id est Ianicolum, cloacae, IO
aquaeducti, forum Traiani, ampitheatrum, odeum et turmae <6>
Antooiaoae l1>.

9- corr. 1u numtris 11. amfpilh<atrum cod.

( r) Dal C11r. regione III e IV. L' an· (5) Cur. e Noi. « ccxc 11.
fiteatro e magnum » è il Flavio, e I' ap- (6) « Thermao.
pellati vo deri va probabilmente da c lu· (7) Per queste sette meraviglie di
u dum magnum • che nel Cur. segue Roma, esempla te su quelle del mondo,
al!' anfi teatro; « castorensem » corru - cf. JoRDAN, Top. li, pp. r43-4. li Gia-
zione di « castrensem ». nicolo è incluso tra queste grandiose
( 2) Così anche il cod. Vat. 3327 opere d' arte, perchè :
dcl Cur.; gli altri codd. di Cur. e Noi. Hioc septem dominos \iJcre n1onti.s
«XXXVII». Et totam hcet acstiman Rom.am,
(3) Cosi i codd. di Noi. ; quelli di Albano• quoque T u•culosquc col u.
Cur. « CCCCXXIII ». ( M4ltt•tt, IV, 64 , 11-13)
(4) Cur. e Noi. «XLVI.DCII».
LA DESCRIZIONE DEL TEVERE

NELLA COSMOGRAFIA DELLO PSEUDO-ETICO

La Cosmografia che un tempo andava sotto il nome


di Etico, è una cbmpilazione derivata dalla Cosmo-
graphz'a di GIULIO ONORIO e dalle Hùtorz'ae adversum
paganos (libr. I, cap. n ) di PAOLO 0Ros10; dove però
sono state inserite qua e là anche altre notizie r iguar-
danti l' Italia e Roma, tra cui una descrizione del Te-
vere, di notevole interesse topografico.
Nei codici più antichi non figura .il nome del compi-
latore, che troviamo per la prima volta nel cod. Pari-
gino lat. 4808 del sec. XII; sebbene già FLO DO ARDO
nell a sua Hùtoria R emensù Ecclesz'ae (Mon. Cerm. Mst.
Script. XIII, 413), scritta intorno alla me tà del sec. x,
dica d'aver desunto alcune cose dalla Cosmografia di
Etico (che sono invece nell'Itinerario di Antonino) e
UGO DI FLAVIGNY nel suo Chronz"con (Mon. Cerm.
hùt. Script. VIII, 291 ), scritto verso il 1100, riproduca
un passo dalla Cosmografia, attri~uendolo ad Etico. Ma
l'errore si spiega facilmente, come già avvertivano il
PERTZ (De Cosmographz'a Ethià '1.'brz'tres, Berolini, 1853,
pp. LXXIV-LXXV) e il RIESE (Ceograpki latini mi"nores,
p. xxvm), supponendo che l' Itinerario di Antonino e la
Cosmografia si tro\·assero in qualche codice dopo qu ella
di ETICO I STRO (pubblicata. dal n' A VEZAC, Pans, 1852,
312 LA DESCRIZIONE DEL TEVERE

e dal WuTTKE, Leipzig, 1853); di lì il nome di Etico


sarebbe stato trasferito da Flodoardo all'Itinerario di
Antonino, da Ugo di Flavigny alla nostra Cosmografia.
E la falsa attribuzione .passò altresi nell'archetipo di
un'esigua famiglia di codici di questa Cosmografia, sia
per un iden tico errore, sia per l'autorità dei due sto-
riografi su nominati.
Il S1MLER, cheper il primo pubblicò l'opuscolo nel
1575 a Basilea, da un , ms. mandatogli dal Pithou (i l
Parigino 4808), vi mise il nome di Etico, che trovò in quel
codice; attribuzione ripetuta in edizioni successive e di-
fesa dal D' A VEZAC in Mém. présentés par dz'vers savants à
l 'Acad. des inscriptions et bel/es iettres, 1 sér. to. II, Paris,
1852, pp. 329-31. Però già CLA umo DE SAUMAISE nelle
Plinianaeexercitatùrnesi·nSolinum, Parisi is, 1629, pp. 318,
479, 496, 836, aveva cominciato a dubitare dell' attri-
buzione ad Etico, e dopo quanto ne scrissero CHR. P E-
TERSEN (Die Kosmograpliie des Kaùers Augustus tmd
die Commentarien des Agrippa in Rheinisches Museum,
VIII, 1853, pp. 174 sgg. e 196 sgg.)e il PERTZ (op.cit.
p. LX x1 v) non rimane dubbio sull' infondatezza della cosa.
La Cosmografia fu verosimi lmente compilata nel
sec. v, perchè nella descrizione del T evere sentiamo il
paganesimo sopravvivere ancora accanto alla religione
cristiana nel ricordo della festa k:lei Cast0ri, che non è
probabile abbia durato oltre quel secolo; inoltre un
indizio di antichi tà è anche, secondo il DE Rossi (Bui!.
di· archeo!. crist. 1869, p. 11), il titolo di « domnus »
dato agli apostoli invece di «sanc tus». Ad ogni modo,
la menzione che vi si fa di un console, non ci au toriz-
zerebbe mai a discendere più giù del 534, anno in cui
T AV. VI.

K. IS1'1'r. ST(Jft . ITAL. PER lL M. E. 1-0T. tlllll., NAl, \' JE~l"A.

Cos~IOG l( AflA DELLO PSEt.:Do-Enco (Cod. \'icnn. 18 1) .


NELLA COSMOGRAFIA DELLO PSEUDO-ETICO 3I 3

fu creato l'ultimo console per l'Italia. Ma non si può


nemmeno risalire al di là del sec. v, perchè il compi-
latore si serve, come abbiamo detto, della Cosmographi'a
di GIULIO ONORIO, non anteriore al 'v secolo, e delle
Hùtori·ae di OROSIO, scritte nel 416-7.
Chi ha compilato la nostra Cosmografia, dall' inte-
resse che dimostra nell'inserire, dove può, notizie ri-
guardanti 1' 1talia e Roma, e dall'entusiasmo con cui
parla di entrambe, ci si rivela italiano. L' Italia è
chiamata « nobilis », « venerabilis et singularis », ed è
fam osa in tutto il mondo per il suo particolare valore,
la fertilità, la potenza: « totius regina mundi caelestis
<e habetur Italia singulari virtute, fertili tate, potentia

«toto mundo sacrata »; Roma è la città eterna e< caput


« orbis et domina senatus ». E romano potremmo
dirlo, data la esatta conoscenza che dimostra nella
descrizione del Tevere, nella indicazione dei nomi clas-
sici e volgari dei luoghi, se fossimo certi che il passo
. .
sia proprio suo.
L'operetta consta di due parti distinte. Nella
prima si accenna innanzitutto alla misurazione gene-
rale dell'orbe intrapresa, per ordine del senato, da
Giulio Cesare e compiuta da Augusto, in base ai quat-
tro punti cardinali. Nei singoli setteri di questa qua-
druplice ripartizione vengono elencati, con ordine ana-
logo, i mari, le isole, i monti , le provincie, le città,
i fiumi, i popoli. La seconda pa rte raggruppa la stessa
materia sotto una divisione tripartita della terra, e
cioè nei continenti Asia, Africa, Europa. Il testo
sembra, come oggi si presenta, incomple to ; sia perchè
nel titolo sono annunciati estratti dai Fas ti ed altri ar-

Cod. To,,oçr.
314 LA DESCRIZIONE DEL T EVERE

gomen ti che poi mancano ; sia perchè in fine si esprime


il proposito di far seguire una trattazione su Roma,
che non figura.
Il cod. più antico e più autorevole è nella bibl. Na-
ziona le di Vienna, lat. n. 181 (hist. prof. 658) 1 del
sec. vm, membranaceo, in onciale. Contiene la Co-
smografia con questo titolo: t In nomi.ne di sumrm·.
lncipi"t cosmograpMa feli"citer cum itenerariù suù et
porti.bus et ex fastz'bus Romanorum et conso!um (corr. da
altra mano in consu!um) norm'ni'bus et di'versù, sz'ne quo
nemo prudentz'um esse potest, e I'ltz'nerarz'um provz'ncia-
rum Antonim'Augusti'. Per gli a ltri codici rimandiamo
a l P ERTZ, al PETERSEN e al R IESE (opp. ci tt.). La pri ma
edizione della Cosmografia è, come abbiamo detto, del
S1MLER1 che ebbe varie ristampe, poi venne l'altra del
GRO NO W (L eida, 1684), ·anch'essa più volte ri stam-
pa ta, e finalmente quella del RIESE (H eilbronn , 1878).
L a sola descrizione del T evere è in DE R ossr, Bu!l. di
archeo!. crùt. cit. , p. 12, nota, e in URLICHS, Cod. urb.
Rom. top. p. 55.
Noi diamo il testo sui codici di Vienna 181 (= V)
e di Firenze, Lau r~nz. plut. 89 sup. 67 (= L).

Cf. o'AVEZAC, Mémoires de l'Acadlmie cit. p. 288 sgg.; PETERSEN, Die


Kosmograp/,;e drs Kaisers Aug11sl11s cit. pp. 16 5 sgg. e 377 sgg.; PERTZ, De
Cosmograpliia E1/Jici cit. p. 45 sgg.; RteSE, Geograplii lali11i mi11. cit. pp. xxvu-
xxtx, XL-XLIII.
NELLA COSMOGRAFIA DELLO PSEUDO- ETICO 3I 5

Fluviorum rex, pulcher Tiberis, cui primatum aeternae urbis


Romae singularis tribuit magnitudo, nascitur ex monte Appennino.
Currit milia .ecce., per urbem sacram geminatur et facit insulam
regioni quartae decimae, ubi Duo pontes appellantur (•l. Post ite-
5 rum ibi unus effectus, per pontem Lepidi, qui nunc abusive a plebe
Lapideus dicitur (•), iuxta forum Boarium, quem Cacum dicunt <i>,
transiens, adunatus gratissimo sono, depictus verticibus suorum tur-
binum, et maritimas naves suscipiens et mediterraneas adducens
de Etruria vel Sabinis, ingressus per domni Petri apostoli portam (4>,
IO inter Ostensem portam, quae est domni Pauli apostoli, et viam
Portuensem, quae est sancti Felicis martyris (s>, urbem egreditur, qua
naves de portu urbis ad dominam totius mundi Romam ascendunt <~>.

1. tyberis L 4. quartae om. l 5. obi unus L 10. lntra L 11. marryrh )


corr. da mano posteriore su martiris V urbe L

( r) «Inter duos pontes .. è chiamata Diss. sul tempio d'Ercole ml foro Boario
l'isola Tiberina anche da PLUTARCO, in Atm. del/' Instit., 1854, pp. 37-63.
Poplicola, 8, 6 (Mfoov Sucrv ycçmpwv), L'ARMINI (Romtopografiska bidrag in
da GIUSTINO MARTIRE, Apologia prima, Eranos, XXI, 1923, pp. 126-9), pren-
26 (µETcxçù -rwv Suo yc~upwv), dal dendo in esame altre appellazioni lo-
Cbro11ographus a. CCCLIUI, p. 27 1, nella cali risultanti da identica formazione
pianta Severiana, fr. 42, e in un fram- (lsium, Fort1mium, Gaia11um. Pbri-
mento di una iscrizione in Nuovo Bull. gia11um &c.), inclinerebbe a ritenere
arcbeol. cristiana, 1905, p. 23 I; cf. l'espressione come il nome collettivo
inoltre BESNIER, L'ile Tibérine, p. 60 delle costruzioni riferentisi a Caco. Ma
nota 2. anche non escluderebbe lipotesi che
t2) È ricordato anche negli atti dei in un certo ternpo con • Cacum » possa
santi Simplicio, Faustino e Viatrice essere stato indicato un u vicus Caci».
(Acta Ss. iul. Vll pp. 34, 36) e negli (4) La porta Aurelia, s ulla sinistra
atti di santa Bibiana (in G. ZuccHETrI, del Tevere all'ingresso del ponte Elio.
Chronicon di Bmedetto di S. Andrea del Da questo punto il Tevere cominciava
Soratte, p. 3 nota 2 ). Deve identifi- realmente a scorrere fra due sponde
carsi col « pons Aemilius », costruito costruite e quindi entrava di fatto in
da M. Emilio Lepido. Il nome «La pi· città.
« deus,, gli sarebbe venuto dal fatto (5) Questo nome deve esserle de-
che fu il primo ponte di pietra co- rivato da un Felice martire, sepolto
struito in Roma: esso restava per i su quella via, del quale non sappiamo
Romani il ponte di pietra per eccellenza. altro. Cf. Krnsctt, in Strdi e Testi 38,
Cf. BESNJER, op. cit. pp. 129-30. PP· 79-81.
(3) La denominazione è verosimile, (6) Ci viene così indicato, io termini
per lé memorie relative a Caco nei generici, il porto fluviale di Roma, io
pressi del foro Boario. Cf. DE Rossi, corrispondenza della pianura tra l'A-
316 LA DESCRIZIONE DEL TEVERE

Hic iterum circa sextum Philippi, quod praedium missale appel-


latur <1>, geminatur, et in duobus ex uno effectus insulam facit inter
portum urbis et Ostiam civitatem, ubi populus Romanus cum urbis
praefecto vel consule Castorum celebrandorum causa egreditur sol-
lemnitate iocunda <». Insula vero, quam facie inter urbis portum 5
et Ostiam civitatem, tantae viriditatis amoenitatisque est, ut neque
acstivis mensibus neque hiemalibus pasturae admirabiles herbas
dehabeat; ita autem vernali tempore rosa vel ceteris floribus adim-
pletur, ut pro nimietate sui odoris et fioris insula ipsa Libanus almac
Veneris nuncupetur Ci>. Io

1. lterum) lgltur L presidium L mesule V 2. dlcltur gemlnatus L 3. hostlam L


4. castrorum L 4-5. sollempnilate L S· feclt Inter urbcs L 6. taota~ue amoenl·
tatls L 8. cr1erls L 9. odorìs) 1egue vel abra10 V Horlbus L

ventino e il Testaccio, dove si effettuava l'isola Sacra. Il fondo era detto u mis-
lo scarico delle merci. Si vedono an· «sale li forse perchè appa rte nente alla
cora. negli approdi. blocchi di travertino grande amministrazione dei giuochi
coo foro per l'ormeggio delle navi. Cf. dcl Circo, che face-.:a capo alla prefet-
GATII, l'arf!inalura del Tevere a Mar· t ura urb.ina (le corse del Circo si di·
morata in 81111. Com. LXIV, p. 55 sgg.; cev.ino « missus circcnses » ). Cf. DE
LuGLT, I monume11/i a11/ichi cit. III, Rossi, Bui/. di arc/Jeol. Crisi. VII, 1869,
PP· 596-7. pp. 10- 3 e La Roma sotterranea cri·
( 1) Il « sextum Philippi », di cui si stia11a, Roma, 111, 1877, pp. 648-9.
ha ricordo anche negli atti dei santi (2) Nel calendario di l'oLEMIO S1tv10
Simplicio, Faustino e Viatrice (loc. cit.; sono se~nati sotto il 27 ~ennaio •ludi
cf. l'iscrizione del sarcofago di questi "Castorum Ostiis » (C. 1. L. 12, p. 2 57).
tre martiri in Bull. di arcbeol. Crisi. Altre testimonianze di questi ludi ab-
I V, 1866, pp. 44-5 e VII, 1869, p. 2; biamo ibidem, XIV, 1, e io l\MMIANO
e J. P. KlRSCH, Oie Grabsttillw d. rom. MARCELL. XIX, 10, 4.
Mart_vrer 1111d ihre Stellung im lilllrg. (3) Una connessione di Venere col Li-
Marlyr,rkultu s io Ròm. Quarlalscbrift, bano si trova in MACROBIO (I, 21, 5-6),
XXXVIII, 1930. p. t 30),er:i un latifondo dove l'immagine della dea riflette In
che doveva estendersi dal sesto miglio tristezza dcli' inverno e la gioi:i della
della via Portuensc fin presso al punto primavera. A Venere era dedicato il
dove il Te: vere si biforca va, formando mese di aprile.

GIOVANNI LI DO

Ilspt f.LYjVCÌ>V (IV, I 55).

Giovanni Lorenzo, detto dalla patria Lido, nacque


nel 490 a Filadelfia nell'Asia proconsolare. Nel 511
si recò a Costantinopoli, dove ebbe modo di conoscere
le dottrine aristoteliche e platoniche da Agapio, disce-
polo di Proclo. Sotto Anastasio militò nell'esercito
imperiale. Giustiniano ne esaltava la grande dottrina,
la poetica soavità, la perizia nel latino, e lo chiamò ad
insegnare nella scuola del Campidoglio in Costantinopoli.
Occupò cariche civili e militari, e morl verso il 565.
Scrisse, tra l'altro, un'opera intitolata Ilspl µrivwv in
quattro libri, dedicata ad un Gabriele U7t~px~ç. D el primo
libro quasi nulla sappiamo, il secondo trattava del
giorno (Ilspl fjµè~ç), il terzo del mese (Ilspl µriv6ç), il
quarto dava un calendario con notizie astronomiche,
astrologiche, antiquarie. Lido attinse a buone fonti
greche e latine, oggi perdute, tra le quali sembra deb-
bano annoverarsi alcuni libri di Suetonio; mentre qual-
cuno ( BLUHME) ritiene che abbia avuto come fon tediretta
un Anisio, autore di un altro Ilspl µrivwv. C' è chi ha
pensato anche (REITZENSTEIN) che vi si possano ricono-
scere influssi indiretti di Cornelio Labeone. L'opera
fu composta dopo la metà del v1 secolo, sotto Giusti-
niano; e FozIO, che più tardi la lesse, ne dava questo
318 GIOVANNI LIDO

giudizio: el xci! 7toÀù tò &xp'Y)atov ÈXet, <HÀ' oùv 1tpòç t~v


ti)ç &:pxcxt6tY)toç µa&r,atv S1tfxcxp( 'tE Y..al À(ctv xpetwoeç
(Bz.bli'otheca, cod. CLXXX in MIGNE, Patr. Graeca CI II,
col. 525 e). A noi però non sono pervenuti che riassunti
ed estratti, e pochi frammenti nel codice Caseolino,
oggi nella bibl. Nazionale di Parigi, supplem. grec. 257.
Questo codice fu ritrovato, circa il I 785, presso Costan-
tinopoli nella villa di Costantino Slutzaris e donato al
D e Choiseul; è del sec. rx o x, membranaceo, e con-
teneva, un tempo, tre opere di Lido, Ilepl µ'Y)v&v, Ilepl
otoariµwi'v e ffapl &:pxwv t·?,ç 'Pwµcx~wv 7toÀtte(ctç. Fu rin-
venuto mutilo in principio ed in fine, e del trattato dei
mesi non rimangono più che due carte (99 e 100), così
mal ridotte, che ne riesce difficile la let tura. Nella
c. 100 b è contenuto l'elenco dei sette colli di Roma,
che si trova anche, tra altri estratti da Lido, nel cod.
Parigino g rec. 1630 (c. 9$ a), cartaceo, del sec. xiv.
Tale elenco fu pubblicato da C. B. HASE, secondo
il cod. Caseolino, in fine del libro De ostentù, Parisiis,
1823; da I. BEKKER, loANNES Lvnus in Corpus script.
hùtor. Byzantinae, Bonnae, 1837, p. 118; da URLICHS
in Cod. urb. Rom. top. p. 55; e sui codici Caseolino e Pa-
rigino 1630 da R. WuENSCH, I OANNIS LA URENTII L YDI
Li.ber de mensz.bus in ·Bibi. script. Graec. et Lat. Teubne-
riana, Lipsiac, 1898, pp. 172- 3.
Lo ripubblichiamo anche noi su questi due codici
(Caseolino = C, Parig. = P).

Cf. le prefazioni di IJASE a l OANNIS L11u11ENTJ1 Lvo1 Pm1.11DhLP HENI De ma·


gistratibus 1·eip11blice1e Ro111a11ae libri />'es, Parisiis, 1812, a De ostmlis fragmtti·
tumque de mmsibus cit., e di \VuENSCll al liber de mt11sib11s cit. ; RòRTZLER in
P/1110/. LXXVU (N. S. XXX I), 1921 , p. }64; PAu1.v-W1ssowA, XIII, 111 coli. 2210-7.
IIEPI MHNON 319

Koc-.a aè -ò)v ~ljç (•) ò EMoçoç TÒV -roç6T'Y)[V &v(JaxeLV xocl XCL-
µwvoc 7tpoMycL . È7tE:TtÀouv aè XOCL ÈopTY)v Àeyoµtv[l)V 'AJywwiÀ.LOC aoccp-
V'Y)~p<p ~i yev<Xp:x:n 'H).(cp, (2) <OOrtep 'A&~Vl)<JLV ii [È7tl -r]o'Lç aoccpv'Y)-
cpop(oLç -reÀe-r~. 'Ev -rocu't"(j xocl 'Ì) Àsyoµtv'Y) 7tocp' [ocù-rwv I:e1t-rLJµouv-
5 aLoç ÈopTYJ È7t&'t'EÀ&L't'0 1 'rOU't'ÉaTLV 'Ì) m;p(o8oç njç 7t6À(ewç1 6-.L È7tt émd:
À]6cpouç -rd: -retx_'Y) njç 'Pwµ'Y)<; Èx-rt-roc-rocL (J), 'Qv6µoc[-roc aèJ 't'OU['t"CùV · fioc}
ÀciTLOV 'EaxuÀwv Tocp~"Cov 'A~ev-.tvov TL~o[up-rwv Ilpoc)Lv[ta]'nov <~>
BLµLVcXÀLov. [Ilocpd:J 8è -ro'Lç <Ìf>xocLoLç È't'tpwç o!hwç · 'A~ev[-r]Lvoç
KoctÀLoç ['&rxJuÀtoç Kocm-rwÀLvoç BeÀLV~vcnoç <s> Ku[ptvif)ÀLOç lIMoc-
IO [-rtvoçJ.

1. 6om. Hau . 6. >.W<pouç Cllè i:o<rtcov] co1ì Wue12uh, Oè aÒTéilv <°!QO; Hau.
6-1. À<l't\OVCJ><\JÀOV e Ila>.ai:tvovj'Ea><VÀ\OV corr. Ha se Ila>.<inov 'Ea><VÀ<OV W1un.
sch . 7. T•floVQ't<Ov IlQa<vtO'novJlc01i riempie la lacu12a Wuensch, ba,,1ndo1i tu/ cod.
Par. 1630, che ha '<1tv;Pci>µ'}v è><dÀO\Jv i:in:a>.ocpov, !lte•M1 X(l\'toiç n.tx~<nv aÒTij; t:in:a
nee.exbEovi:o 1.6<poL, cl>v 01t ll<llJ'tdl6v6µ<n<l i:aùi:a ta'tl. Il<1Uavi:<0v l:..-UH<0v TaQltfiLO'Y
'Ajl8"'tLOV T•llO-Uenov IlQa<vé<J't<0v_B•µw<i><•ov. Ha se al'eva invece corretlo T•floe'ttvov I\
'fovoilx>.ov, Kl<J'tLOV, ma Wuen1ch 011erva che la restitu1ione non conviene alle tracce
conurvate nel codice. 9. ><éÀ<Oç C.

( 1) 2 decembre; c( W ACHSMUTH ediz. Cermalo, Velia), sulle tre alture del-


De ostentis, Lipsiae, 1897, p. 209 n. H· l'Esquilino (Cispio, Oppio, Fagutale),
(2) Gli Agonalìa si celebravano 1' r I nel Celio e nella Suburra, popolatasi
di decembre (Fasti. Praen. Amit. e A11/. dopo le alture (FESTO-PAOLO, pp. 474,
in C. I. L. 12, pp. 2 37, 245, 249). La 476, 4S9; cf. DE SANCTIS, Storia dei
festa a cui accenna Lido deve esser Roma11i, I, p. 185 e PAuLv-W1ssowA,
forse identificata con quella al Sole 2• serie, 11, 11, col. 1 577). Nell'età im-
Invitto, detta 'H).(e:1.a, di cui parla G1u- periale la festa continua va ancora (SuE-
LIANO ( Orat. IV, I 56 B-C). Come festa TONIO, Domit. 4, s; T ERTULLIANO, Ad
stativa veniva indicata nei calendari Nati<>11. Il, 15; De Jdololntria, cap. IO;
ed era comune a tutto il popolo Ro- Fasti citt.) a ricordo dell'inclusione dei
mano (MACROBIO, I, 16 6; cf. PAUL v- sette colli (quelli tradizionali) entro la
W1ssowA, 2•serie, III, r, 1927,col. 910). ciota!urbana; donde il nome di città dei
( 3) La festa del Settimonzio è indi- setta' colli (PLUTARCO, Q11aest. Rom. 69).
cata anch'essa all' 11 decembre dai Fasti (4) I colli Tiburzio e Prenestino, che
Guidiz.z.. Filocal. (C. I. L. 12 , pp. 253, pare stiano ad indicare il Quirinale ed
278), al 12, erroneamente, da PoLEMIO il Celio, sono qui invenzione di epoca
SILVIO (ibid. p. 279); per un passo la- tarda e derivano probabilmente dalle
cunoso e controverso di FESTO cf. ibid. porte omonime delle mura Aureliane
p. 3 36. Lido pure, sebbene erri nel (c( HuELSEN, Top. I, m, p. 229 nota 27).
giorno, afferma che era sincrona con ( S) Sembra alludersi alla Velia, che
quella degli Ago11a/ia. La festa risa- a proposito del Settimoozio è ricordata
liva a tempi antichbsimi e si celebrava anche in FESTO (pp. 458, 459,476). Ma
nelle tre cime del Palatino (Palazio, qui deve aver preso il posto del Vi minale.
DESCRIZIONE DI ROMA
NELLA STORIA
ATT R IBU ITA A ZACCARIA RETORE 1

Nella le tteratura siriaca appare in pil.1 redazioni una


descrizione di Roma, la quale è in rapporto con il Bre-
vi·ari·um, la seconda delle appendici di Curi·osum e
Notz"tz"a. Essa non discende immediatamente dal la-
tino, bensì da una redazione greca come dimostrano
più indizi anche linguistici, messi in evidenza da Ignazio
Guidi.
Tale tes to è anzitutto inserito in una compilazione
che da autori siriaci, ed anche da critici europei, è stata
creduta versione della Storz·a ecclesiastùa di Zaccaria
Retore, scrittore greco della fine del v secolo, poi ve-
scovo di Mitilene. Si tratta invece, in realtà, di una
compilazione di un monaco, reda tta nel 596, e nella
quale sono sta te da lui in seri te alcune parti della pre-
detta storia di Zaccaria, tra cui i libri II I-VI. Il co-
dice Syr. Vat. 145 (sec. IX?), unp di quelli che contiene
alcuni es tratti di tale compilazione anonima, ha tra
essi il brano concernente la descrizione di Roma, com-
preso nel cap. xvi del libro X. Il passo fu già pub-
blicato, con versione, dal MAI nella Scnptorum Vete-

(1) A cura di M. Gu101: con contributo della Redazione a pp. 323-4.


NEUA STORIA ATTRIBUITA A ZACCARIA RETORE 32 I

rum Nova Collectz"o vol. ~' p. 359 e p. XII, e la versione


fu in parte riveduta dallo Zingerle per la Roma Sot-
terraneq, del DE Rossi (I , 130). IGNAZIO Gu1m, mosso
dalla importanza del testo e dalle deficienze della edi-
zione Mai, ne diede una nuova con molte ed acute
emendazioni e accompagnata da versione e note assai
importanti'. L'edizione completa, con versione la-
tina, di questa compilazione siriaca fu curata da
E. W. BROOKS per il Corpus Scriptorum Chrùti"anorum
Orùntalium •. Essa contiene il nostro frammento alle
pp. 195-8 del testo, e pp. 131-4 della traduzione; e per
l'una e per l'altro il Brooks si valse molto dello studio
del Guidi. Lo stesso Brooks, in collaborazione- con
l' Hamilton, aveva pubblicato nel 1899 una versione in-
glese di tutti i frammenti dello pseudo-Zaccaria si-
riaco, e quindi anche della descrizione di Roma J.
Lo stesso brano con alcune varianti appare in due
luoghi diversi di un'altra compilazione siriaca, la cro-
naca del patriarca siro-giacobita Michele Siro (u26-
'
l 199). Il codice contenente questa opera importante fu

trovato ad Edessa verso il 1890 dall'allora mons. ve-


scovo di Bagdad, poi patriarca cattolico dei Siri, mons.
I GNAZIO RAHMANI; e Ignazio Guidi fin dal 1891 pubblicò

( 1) I. Guro1, Il Testo Siriaco della descriz.ione di Roma nella Storia attribuita


a Zaccaria Retore in Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma,
1884, pp. 218-38.
( 2) Historia Ecclesiastica Zachariae Rhetori vulgo adscripta, edidit E. W
BROOKS, Corpus Scriptorum Christianorum Oriwtalium, Scriptores Syri, Textus,
Series tertia, tomus V, VI, Parigi 1919-21. Id., interpretatus est E. W.
BROOKS, Corpus Script. Cbrist. Orient, Script. Syri, Versio, Series tertia, tomus V,
VI, Lovanio 1924.
(3) F. J. HAMILTON, E. W. BROOKS, The Cbron~le of Zacbariah of Mity-
ù11e, Londra 1899.

Cod. Topop. 21
322 DESCRIZ IONE DI ROMA

e tradusse', dalla copia dello stesso R ahmani, il passo


più importa nte, ove è contenuta la descrizione di R oma,
trovando conferme, o ragione di nuove osservazioni,
a l suo primo articolo. L o CHABOT pubblicò poi da
altra copia l'intiera opera di Michele Siro 2, in cui
appare in a ltro contesto un'a~tra redazione, del resto
assai simile, della stessa descrizione di Roma.
I nfine il codice del British Museum Add. 12154,
ci rca dell'8oo d. Cr., contiene una redazione abbreviata
d ella descrizione, la quale fu pubblicata dal L AN o,
Anecdota Syriaca, III , 323 e tradotta dal SACHAU per la
Topograpkie der Stadt Rom, dello J ordan (li , 575), poi
riedita dal Guidi nel suo primo studio, p. 236, con
qualche variazione dovuta a nuova collazione, e ancora
tradotta (p. 237).
Si darà qui sotto il testo del cod. Syr. Vat. 145,
quindi quello di Michele Siro (Chabot, p. 308 del testo)
che sarà distinto con «Mich. I » e collazionato con l'altro
testo (Chabot pp. 49-50) che indicheremo con «Mich. Il »;
infine il testo del codice del Bri tish M useum, Add. I 2 I 54.
L a versione è compilata secondo il testo vaticano,
ma sono date in nota le varianti dei due testi di Michele;
e, a parte, la versione del testo di Londra.
Dall'introduzione a l testo di Mi chele Siro siamo
informati che la causa occasionale di questa descri-
zione fu l'assed io Gotico o, meglio, la devastazione

(1) I. Gu101, Di 1111 1111ovo 111a11oscrillo del Breviari11111 Siriaco in Bulleflillo


della Commissione Arc/Jeologica Co1111111ale di Roma, 1891 , pp. 61-9.
(2) J. B. CHABOr, Chro11iq1u de Miclul le Sytie11 Patrinrche Jacobile d'A11-
lioche (1166-1199) tditte pour la pre1111èrt fois ti trniluitt e11 fra11çais, Paris,
Lcroux, 1899 sgg. I passi concernenti Roma si tro1•ano :illc pp. 48 e sgg. e
308 sgg. del testo, 81 sgg. e 241 e sgg. della versione.
NELLA STORIA ATTRIBUITA A ZACCARIA RETORE 323

che patì Roma in quel tempo ; che le notizie proven-


gono da un uomo colto, il quale si basava su cono-
scenze topografiche dirette: « Perchè tu possa conoscere
«quanto danno abbia avuto l'impero Romano dalla presa
«di quella città, ne scrivo ora la descrizione; tuttavia
«in breve, fatta da un uomo istruito, che aveva visto
«i suoi monumenti»'.

Dopo il latercolo di Polemio Silvio, è questo il testo


che ci segnala monumenti cristiani, affatto trascurati
nelle fonti precedenti. L'accenno ai cimiteri, vago in
Polemio Silvio, prende qui l'aspetto di luoghi di ritrovo
e di culto. A questo deve aggiungersi la notizia delle
ventiquattro chiese cattoliche, avvicinata dai topografi
ai tùuli· (venticinque), che, secondo la prima redazione
del Lz"ber Pontificalù, risalirebbero all'età apostolica 2

Il ricordo di statue criselefantine che il monaco


compilatore qui enumera, ha lasciato a taluni supporre
che egli avesse sott'occhio un testo del Catalogo regio-
nano più completo di quello pervenutoci nella reda-
zione latina. Come avrebbe potuto, si osserva, par-
lare ancora, alla fine del sesto secolo, di statue che
non sarebbero certamente sfuggite alla devastazione
gotica ? E l'obiezion e potrebbe avere un qualche
I

valore se, col ricordo sudd~tto, non fosse accoppiato


l' altro, delle presunte statue provenienti dalla distru-
zione di Gerusalemme, che non trova alcun fondame n to

( 1 ) Le brevi notizie che seguono sono state aggiunte dai compilatori del
volume solo per mettere in evidenza i punti di contatto che questo testo pre·
senta con altri già ill ustrati.
(2) HcELS EN, Le Cbiese di Romu 11el M. E., pp. Il e LXVII, e sulla fun-
zione dci tituli come diocesi cf. K mscH, Die ròm. Tit1/kfrchw &c. p. 180.
DESCRIZIONE DI ROMA

nella tradizione latina dei Regionari. Sarà dunque


prudente ritenere che il compilatore di Zaccaria si sia
servito di una redazione greca delle appendici dei Re-
gionari nella quale s'erano infiltrate interpolazioni di
nessun valore e ignorate dalla tradizione manoscritta
latina.

TESTO DEL CODICE VATICA:-.lO 145.

re'~~ .

rc'~~:"I ~~Si ~:"I re'~~ .~OCDi:t tO~_S' ~:"I


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. rc'i,!.cu. t-= ~ ~CD Ù>~_S' ~Oi~ ~:"I ~~re'
~m~1:r:r rc':r~:r rc'~\-U:t ~a-:;,o : re'~ ~:r
:re"·\ .. ..,,, om::iooi:ro

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Q:la.~~ ~ ~re' ~ ~ ~~ re'~~ ra:i~ ~:"I IO

~.re' ~ ~ rG.a.:.; b a,\ki o<ll>


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~ .;: r<'::>~oi rc'mlrc' m:;, ~re' .: ~1oi ~~ ~


rc'i.:::OGc::... ~ ~re' ~ :Sili> ~~ ;o~ rc'~rc' ~ ~re'
,...,
re'~ ~ ~re' . rc'chl~o rc'~chx.o ~\.re' a:~ rc'~:t 15

2. Il lito/o nrll'rd1rione Brooks è pruo dal coiice di Londra t cosi ttampato:


lN.r'iO P,o~f 4 .ooLo h ..::oj '-~ l•crù.U.. .. t i... ; j. 7. Brookt 4..c> .
8. Brooks \oo.:lOo;o . 13. Il ucondo ~-=-'o; e correi/o in marC"i tte i.:.oiff , che e
la /t //ura giusta, come mo1tra anche il testo di Michele Siro; v. qui oppuuo. 15. Man·
ca no i ;unii del p/Mra /e in ) ~? ·
NELLA STORIA ATTRIBUITA A ZACCARIA RETORE 32 5

c'1::I ~re' • ~o ~~o f"C'~-.avn o ~re'. ~1oi:s

~~1~o t•x"Aaao ~.::icu\~~o ~re'.~ ~:P::s aooi>~


~~"" ~cn.o t .,.\o.;, ~ca i<..::ioo~ ~ ~""
. ~it<o ~o ~~i<..::io • ~c)u.~;, ~~ acaièUt<
20 ~ ~ ~re' • t<ch.t...~ ~~o ~:'l ~m t='O ;l,ao
= ~re' . t-' T"Aaa ~f"C' ~'b,.ào ~:'l ~re' f"C'1a.:LD
~\i.a1~t< = ~re' ~o ~~~ ~101 "'-.Ya.L:s aia-a=

rc't-'..,,, ">Y O ~re' re'~~ rc':'l~:'lO ~:S "'-xaa.s;,


~;, ~;, ~1:1lrc' .::10~ = ~re' ~o ~~o
25 ~i~ :i-.o:s ~:'l ~:so ~cr.>o t<iaoo ~m'i..,:::,t<
='i»rc' ~ : ~ aocu.~aorc' .i:iaorc':s ~a, . ~o
t<cbl ~re' re'~ a.:i~o . ~io re';, mL;, l'6... :;~o . ;xJ.z.io rd
= ~re' . m..~ ~1~ ~~1:1lrc' = ~re' . ~:1
~"" a:a~w ~~i~ = ~"" "'-lo~:s ~i~ "'-l~aot<
30 = ~re' t•i~ ~.:;or<= ~r< r<~o ~~i~ rc'"i\r<~ =
~re' iaa~:s» ~r< m=> ~r< ~ir< r<:i\or< ~
= ~r< ~;~o ~;~~o r<.::s1oi re'~;, ~1 =
~bi.re' cYi::> ~re' . ~o ~;~o re'~~~ rc'c\,cilk

c\,.r< iaa~~ir< ~~~re'--~ cYi::> ~r< . t-'~irc'


35 m=> ~r< t.;~ ~·~ ~J!».1:1 l"C..X!I>:;;, r<.la= .~~ =
. t•ao~rc';, r4.t.z.::io;, rc'-tii.~r< cfi::> ~r< ~ ~ r<'-~~ao
~Da.~ QO re' re' i. QO re' eh...::, cfi::> ~re' . ~::io~\~(\ ~ re' (" Ì e\, .
rc',.aoa.":Oorc';, r<~~ cYi::> ~re' . ~o t~~o ~c\,rc'_"'::IO
"'!lli.'~rc' cYi::> ~, re' rc'~ir<o tAY.~wo t•c\,"'::io r<'.a.arc' ~..:::>
31. na le{:{u1·e forse l? c.S.{ . 3~. Jll'ooks i ... ,? secondo il testo di Michele.
33. Brooks ..ai ) .l:::~J::. . :>-i· Urnoks ,c..;a&~i::.1{ . 3;. Guidi lesse Uc=:.Q...~ ·
37. Dui·al rropose J,.uò{, ma .lfid1.ha );...a.{. JS. Brooks )~o ;Brook~ J...a:.Q:IQ{? uc. Mìch .
326 DESCRIZIONE DI ROMA

.h. ~\J.s.:10 . l"C'chl~o ~o l"C'~~ l"C'c\u...;c:Q t"'-\1:1 40


~ chl ~ . ~c\u... ;c:Q:1 mL,:1 m..u._l ~ t°OCD .. • . r6..::u. ~mh
~c~b;,~ ~c\u...~:i mL.:i mh l"C'i;, a,,., t•:i l"C'om . • . r6..::u.o

. l"C'~o t-"chl~o ~ l"C' l"C'~o . l"C':i.»o t-";~ l"C'~a.=1


~chl...~:1 m~ t<a.~ l"C'om • • . ~il"C' ~ t"om:1
~~ ~o . i~i~ ~ . ~~ ~;c:Q ~ 45
~~I"(' t-°;, OCD t"°':1,4ar,o . • . i~i~ ~ . ~chl
~CU.:1 .L~ .. ~:i.a t=i° ~ ~i»l"C' cD.uL ~aa.\:1
. ~oca1;, ~cu.;, ~:i.»ol"C' mh:1 ~;

TESTO DELLA CRONACA DI MICHELE SIRO.


(Chabot p. 308 =Micb. I, con le variami della lI redaz. Chabot p. 49 =Mich. Il) .

. ~~:1 ~ ~ ~ chal"C';, . a:i<.Ut.b\a:i~;, :;: ~


t";, ~;,o . ~~~l"C';, l"C'~i l"C'chl...~ ~o-Ù ~o1 cil~
. a.=cha ~ .h.:i l"C'° i\ <nD oc:Tl:> .tnio'i.\i:i . ooca ~l"C'
~:1~:io . ~ ~ l"C'chci~o l"C'cha~ c:u:i:;u. t-";, ~
l"C'ci:J . ~ . 1"6:::oo1;, ~:i.»O~ l"C'~ CD ~ia:>OM ~;, 5

1- 14. ~- ~ : ..m.U.:ioo? ~( J..!o.. ? l~ i- ( p I? J ~ t" ? ~


~ ~( oi;~p ~ o~ ~o J~o J~ ; .. o, ...:ioo~ ~o
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~~ ( 1 4 ~ --~ 1}..~ L( ~oi oO. l~ ~ - ~l/o l?o~p ~
. oi;~ p l~?O ..m~l:ioo; p o.i=>).:) ~mo

(1) Leggi ~ ?Il ? (Cha bo1).


NELLA STORIA ATTRIBUITA A ZACCARIA RETORE 327

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ré'-::.;o:; r<..aci...L m....:, r<om ~ r< . a.\,J.Aioao . ma::io:'J.a .
~r< . :; ~:;o; r<A.la.~ cn:, "-'om ~~a . :t'I ~o:;o
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.!irl"-' . ~ l'6~:t cnl"~ ~ r<oc:o ~r< . ~"'-' ~:;o;:s
r<..:iai:\~ ~ r<om ~r< .<•> l'6~:;~o ~" r<r<..:iachl~o
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~ )lo.'\. ....&:>~ ~ ~o ~ -=>Nf. 17. ~ JoOI t:i-J : omitlit.
17-18. J-:o~ J~jo; . 18. J.:'\.~ _ 1;:-( : }...'\.o.6).9 ( 0 · 19- J~W. :
~j . 20. Jt:...:>p _ 1;:-( : J~;o; JL't . 20-21. J.u;o;p Jt:...:>o : JL;p

4-,.;, . 21. 'r . 21-22. t- L•Lo _ ~ ? : .:MA.( ~ t-~' -•4.o .


22. 0.:.-1::-f: om. 23. - J.,o.J (. J.5~ : J;~ . 24. \o~ : 0111.
(1) Le copie del ms. (Rahmant-Guidi, Chabot) esprimono i numeri ora
con le cifre ora con le intiere parole.
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NELLA STORIA ATTRIBUITA A ZACCARIA RETORE J29

r<~a.,,..., <ft::I ~r< . ~; ~~cor< r<~cur< ~ <ft::I

~~r< <ft::I r<ocr.1 ~r< . ~; r<'\a..r< ~ rGcua::ior<:t


t°OCD .\ ~cnh ~ t-\•\ 1 !'IO . *°' r<cN..~ t°'i..\l:t
alo 00 • QÀ r<~A=l r<~:t~ r<cN..~:t ~l~ Oc:'CD
45 ~ ~ r<cN..~:t ~~ r<ocò . ~ir< ~ t"OOl!'t
.~:;:-~~ ~~ t=

TESTO DEL CODICE


DEL BRITISH MUSEUM ADDITIONAL 121 54 •

.• t!'t -~!'I
r o:i 1"6ta; .!:a
~-
,• rG~\!'t , m.m\or<
t<'n•\ .!:a

<ft::I ~ r< . r<cN..:i.:ia t<..::ioo i= !'I ~o~ o ~~ci= _s- ~


m n•\;.·RM •:• ~ ~oche t<'.J~~ t<' t"\i' :t r<~~
t :; .caa::io:u> ~o ~ r<ocr.1 ,::,~:t ~r< r<~:;o;
5 .. r<~:t r<:t~ <ft::I ~r< •:• w .~~ ~:;o; ~cù:.
~ ~r< . ~1oi:t r<~ <ft::I ~r< •) ~S:-o ~r< =
~3 M.::I ~r< •:• ..::> i<_:,:;o; <lo.\~ <ft::I ~ r<
~ .2.U.r< ~ t"~:t cu1t<'lt<..iJ <ft::I ~r< •) ~ ~m:t:t

~:t ~cò ~ ~ ·· ~ t<..::ioo~ cft-= ~r<


IO ._ t°'2ao ~!'I ~r< f<°lQ.:l.D ~ <ft::I ~r< •:• tAl::J\!:ÌOO

~ r< •:· ~ .. ~;o:; 1"6:.t.L:t QQ.Q) ~ <ft::I ~ r< ·:· ~ ~ r<


t ~ " f<°:tc>-.C:i.!.:to ~J:V t<'..z.aaJ:t ~:;~r< m_:,
• ~CTlO r<'U»o )llCDi=r< ~!'t ~!'I ~:;~r< <ft::I ~f<'
<* ~ r<i.\or<~ m.:, ~r< ·:· :; <na.c:W, m.:, ~r< ·:· ~

15 t"om •) cu_s cod~ m.:, ~r< ·:· ~~·a.a m.:, ~r<


~:t mh ci:ii:"Ca.u t.. :t r<oci:i ·:· '1 r<~.. ;i...:::io:t ml..:t ~:;~
Cod. Topogr. 21 •
330 DESCRIZIONE DI ROMA

reiaJ~ t='° ci:ui~, ~b ...:'om (t ,, ~ •• ...:'~~;,


~~ t-='° .:io~ ~:i ...:'om •:•:i:" ~ .. t<-::1~
rd:i ...:'~~ t-='° ~ ~m (t : ; : ~ .. ~chl

~ .. ~cN.::io ::ia.s-; ~:t ~m + ~;m ~...:' ~; 20

ml::I~ t<.'='~ ml~, .u.= . . . . ~~ml ~

VERSIONE<•>.

RACCONTO CIRCA GLI ORNAMENTI DI ROMA(• ).

Il racconto circa gli ornamenti della città è, a dirla in breve,


cosi [come segue): cioè l'opulenza dei Romani, la loro prosperità
molta ed esimia, le delizie e le comodità grandi e splendide, come 5
si conviene a città grande e mirabile a vedere.
L'eccellenza degli ornamenti della citt:\ è dunque cosi [come
segue), senza calcolare la bellezza che è nell'interno delle case equi
non descritta) e senza [calcolare) lo splendore dell'aspetto delle co-
lonne dei loro atrii e dei peristilii di esse <il e delle loro scale<•> 1 o

(1) Secondo il codice Vaticano 145; di leggere il prs/ del testo come pro-
sono indicate in nota le differenze del pose I. Guidi « peristylia » e traduce
testo di Michele Siro nelJe due reda· u villarum ». Egli adduce la difficoltà
zioni. La versione del codice del Bri- di annettere il suffisso pronominale
tish Museum Add. 121 54 segue a parte. personale a un nome straniero, come
Con M1cH. I ~ indicata la redazione « peristylia »; ma altrettanto strana sa-
contenuta a p. 308 sgg. dell'ed. CHA· rebbe h menzione di rcpoaa't€i.a senza
BOT; con M1cu. li quella delle pp. 48 e alcuna indicazione di appaitenenza;
sgg. inoltre il contesto si riferisce qui co-
(l) M1cH. I e M1cu. Il, che premet- stantemente alle case. Di fatti fin dal
tono alla descrizione di Roma un' in- tempo della Repubblica tra i principali
trod uzione, non hanno questo titolo. tipi di case d'affitto è quello con atrio
Nell'edizione BROOKS voi. Il, p. 195, e peristilio. Cf. G. LUGLI, Aspetti ur-
tutto il cap. xvi ha il titolo preso dal ba11istici di Roma antica in Rtnd. Pont.
codice del British Museum Add. 12154. Accad. Rom. Arch. XIII, 19 37, p. 79·
(3) Il BROOKS (p. 132) non crede (4) I. Guro1 intende come piani su-
necessario, dato il significato corrente periori, « ascensus ».
di \ ~ ..S. = rcpot\a·mo11 « ville •
NELLA STORIA ATTRIBUITA A ZACCARIA RETORE 33I

e della loro altezza eccelsa <1 >, come si conviene a quella città, me-
raviglia a vedere.
Vi sono in essa<» .xxiv. chiese dei beati apostoli, chiese catto-
liche ; due basiliche grandi, ove siede il re e si raduna innanzi a
5 lui ogni giorno il senato. Vi sono .cccxxiv. vie grandi e spa-
ziose <J>, .n. grandi capitolì, .Lxxx. dèi grandi di oro<•> e .LXIV. idoli
d'avorio <s>. Vi sono .XLVI. mila e seicentotrè abitazioni di case [pri-
vateJ<6l e mille settecento novantasette case di primati <1>. Vi sono
mille trecentocinquantadue canali <8> che gettano acqua. Vi sono
10 duecento sett~nta quattro fornai C,>, di quelli che preparano e forni-
scono costantemente <• 0 > l'annona ai cittadini, oltre quelli che lavo-
rano per conto proprio e vendono nella città <1 1 >. Vi sono cin-
quemila luoghi di sepoltura, ove i cR9maniJ si riuniscono <12> e
seppelliscono [i morti). Vi sono trentuno basi (IJ) marmoree. Vi

( r) Delle case, speciale ragione di Vaticano e di Mich. vanno interpre-


meraviglia nel mondo antico e greco. tate come derivazioni di xcx~Àl)t;· Cf.
L'altezza delle case di Roma raggiunse, o;lacos» a pp. 162, 188.
sotto l'Impero, i qwattro o i cinque (9) Questa cifra non è conforme a
piani, e qualche volta misure appena quella del Breviarium, cf. pp. 162, 188.
credibili per quei tempi (cf. LUGLI, op. (10) Quest'avverbio in MICH. I e II
cit., pp. 75 e 82; J. CARCOPINO, La i·ie manca.
quotidienm à Rome, Paris, 1939, pp.40- ( 11) A questo punto Mxce. ll aggiun-
4 1). ge: «Vi sono 31 palazzi imperiali».
(2) Il testo di MrcH. II omette in ( 12) Alcuni, come il DuvAL, il BROOKS
genere le parole ~ ~1 all'inizio preferiscono tradurre ~ con « com-
delle singole enumerazioni; qui ap- " porre i cadaveri»; è pii1 probabile
presso nella versione è anche a volte che si alluda alle frequenti riunioni ci-
omesso. miteriali. Il numero cinquemila deve
(3) M1cH. II: «grandi, larghe». indicare però i loculi dove i cada veri
(4) li codice Vaticano ha ~;o; per venivano inumati; cf. anche PoLEMIO
IDOIU , del resto aggiunto in margine. SILVIO, p. 310.
Cf. p. 161. (13) Le basi potrebbero corrispondere
(5) MtcH. li: «immagini». Cf. agli « arei » del Brwiarium. Per que-
p. 161, variante cod. D. sto il FRANKEL in Zeitschf'. der Deutscb.
(6) L' Add. 12154 legge J!~ Morgml. Gesellscb. voi. 56 p. 100 con-
« columnae domorum » ; ma è prefe- getturò -~ =cjiaU8ci;, ricordando
ribile la lezione degli altri maooscrilti. anche la possibilità di interpretare
Una unità in piò del numero delle isole ~ / == ci.cji(ç. Però di basi non
dcl Brwiarium; ef. pp. 161, 188. manca il ricordo, come ad esempio
(7) M!CH. II: «settecento novanta- le sette che limitavano l'area del Foro
« sette», cf. variante cod. D, p. 162. verso la via Sacra (cf. BLoCH in Bull.
(8) L'Add. 1;154 ha ,ai;J.,J,o, da Com. LXVI, 1938, p. 18:i nota :a38),
cui vien confermato che le lezioni del ed altre.
3P DESCRIZIONE DI ROMA

sono tremilasettecentoottantacinque statue di bronzo di re e di pre-


fetti<•>. Vi sono venticinque <2 > statue di bronzo della famiglia
di Abramo e di Sara e di Agar e dei re della famiglia di David,
che Vespasiano portò dopo la distruzione di Gerusalemme; e le
porte della stessa Gerusalemme ed altre cose di bronzo <i>. Vi sono 5
due statue di giganti [o eroi) di essa città<•>. Vi sono due colonne
a spirale <s>. Vi sono due 'urj '<6> e case di ludi <1>. Vi sono
undici ninfei <8>; vi sono ventidue cavalli di bronzo grandi e forti C9>.
Vi sono novecento ventiquattro bagni <10>. Vi sono quattro coorti di
vigjli <11>. Vi SODO quattordici #non anqaph~rion <12>. Vi SODO due ro

( 1) M.ICH. Il: 3800 statue di uomini gli spettacoli, dà (v. qui sotto): due
io bro.nzo, 270 statue di re io bronzo. circhi, tre teatri, tre xuv~yto11.
(:i) MICH. I: «centoventicinque». (8) Così deve intendersi il 'mphy'
(3) Io M1cH. li tutto il passo è dif- del cod. Vat.; M1cH. I dà ~o/ ,
ferente e suona così: «Vi sono venti- M1CH. II ~~o/ . La presenza di
• nove statue della famiglia di Abramo, nympbaea nel Breviarimn non lascia
«d'Isacco, di Giacobbe, di Sara, di Agar, dubbio che si tratta di corruzioni di
« e degli aItri re ebrei, le quali Vespa- questa parola. Per il numero cf. va-
« siano [portò] da Gerusalemme- · in- riante cod. D, p. 161.
« sieme oon le porte di Gerusalemme (9) Il cod. Vat. legge ~ p «de-
«e molte altre cose». « boli» per i.-,, chericorreinMICH.l
(4) M1ct1. I: «due statue assai grandi e II. Ventidue hanno i mss. di Cu-
«di giganti (o eroi)». M1cH. II omette riosum, il cod. D, e il C di Notitia,
la m enzione di queste statue. Cf. cf. pp. 161, 187.
pp. 160, 187. (10) La cifra si avvicina a quella del
(5) Per ~o~ del Vat. e di cod. D « nonagiota [per nongenta]
M1cH. I, MrcH. Il ha \~a.o con lo « quin'l'uagi nta sex»; cf. p. 162.
stesso significato. Cf. pp. 160, 187. (11) 'rbiliqon, costantemente ripetuto
(6) I. Gu101 suppose Oe(l)p(a nel senso dal Vat. e da M1cH. I e II, è corru-
di anfiteatro. L'Add.12154dà ~a.o zione, che potrebbe esser nata attra-
xuvljyL011 con evidente corrispondenza verso un'abbreviazione di « cohortes
con anfiteatro. M1cn. I ha ~; tol , che « vigilum ». Le coorti erano sette, e
il NèiLDEKE (comunicazione privata) cosl nel Breviarium, cf. pp. 162, 188.
supponeva corruzione di ~Set<x. Ma il (12) M1ce. I 'nphfor, MICH. 11 'iqa-
fatto che tanto nel codice Vat. che in pba/orion. Il traduttore si riaco non
M1CH. I segue la menzione dei ludi, ha compreso WVTtll(l)ll è~xou~t't"6pta
rende più probabile che si tratti di del greco, che rende il latino q11omm
anfiteatri. MrcH. II omette la parola excubitoria, e ha creduto lespressione
'ur;'. Cf. pp. 160, 187. una voce a sè, e come tale l'ha se-
(7) Cosl deve intendersi il '11old del parata dall'articolo precedente intro-
testo. In MICH. I , invece di case di ducendola con il consueto «vi sono" ,
ludi, semplicemente «ludi)). s· inten- a cui segue, senza, naturalmente, alcun
dono le scuole gladiatorie. L'Add. senso, il genitivo greco w11Tt11(1)11 ~
12154, per questa parte concernente xou~tT6pLGt. M1cn. II dopo la men-
NELLA STORIA ATTRIBUITA A ZACCARJA RETORE 333

accampamenti C1 > di cavalieri singolari di bronzo {s), Vi sono


.XLV. lupanari (Jl; vi sono duemila trecento mense di oHo esercitate
pubblicamente e~>. Vi sono in essa duecento novantuno granai
'sphwq' <s>. Vi sono belle vicinanze (6) duecento cinqoantaquattro <1>
5 latrine pubbliche. Vi sono seicento settantatrè eparchi (8) che cu-
stodiscono la città, e, a capo di tutti questi, sette. Le porte della
città sono trentasette; it circuito di tutta la città stessa è di
>
duecentosedicimila trentasei piedi, che sono quaranta miglia;
l'estensfone dell'interno della città da oriente a occidente è di do-

zione dei ninfei ha: «ventidue cavalli parola che segue 'spbwq'. I. Gumr,
cdi bronza, dodici bagni pubblici e due fondandosi sul111 menzione degli horrea
«altri, quattordki coorti di vigili di cui nel Br8Viarium, propose di leggere.._.
« escubitori (manca il numero J,. . )iJ.o/ «boma»; DvvAJ.. (presso IGN.
( t) mtpq.i.~oÀtJt( ; restituito da IGN. Gu101, Di un n11ovo manoscritto del "Bre-
Gu101. Due ba solo il cod. O; cf. p. 16 3. viarium "siriaco, p. 68) J,i.. / ~ •ma-
(2) Evidentemente il tuduttOf"e, non «gazzini »; il FRANIU!.L, nel predetto ar-
comprendendo bene il senso di mtpq.i.· ticolo, per suggerirue.oto del NoLDEKE,
~o).cll, ba aggiunto «di bronzo•, che );a.GD/L . Con tali lezioni la parola
non dà alcun senso, trattandosi di ac- 'spbwq' potrebbe considerarsi corru-
campamenti di «equites» e non di sta- zione di cbroaiilClJ e interpretarsi come
tue. M1ctt. II non ba infatti l'aggiunu. apposizione. Si potrebbe anche meglio,
•di bronzo». · come propone il FRANKEL, leggere con
(3) Il FRANKEL in uitschr. der {)eutsch. Mica. Il aw qtpbse, essendo questa
Morgenl. Gesellsch. voi. 56, p. 100 ri- ultima parola attestata nel senso di
corda giustamente che il siriaco rende •'.,Al • borrea •.e io tendere: « vel ber-
il greco m:!ai;pcx, che è attestato nel « rea ». Jn ogni modo può ritenersi
senso di lupanare. J. Gu101 avevz. come certo che là lezione )....,/ ~
pensato a corruzione di µaoT?uUci:ov, • prigioni » debba essere scanatL Il
mastrulia. Jn M1c1:1. II la menzione numero·coincide con quellQ del cod. D.;
dei oci:o-rpix manca. Quarantacinque cf. p. 162; M1cH. II dà però z 54.
banno il cod. D e i mss. di Notitia; (6) Qui è probabile che il greco
cf. p. 162, 188. ciqicSpoov~ç abbia ricordato' al tradut-
(4) CorrispondoD'O alle « mensae olea- tore un !qi' !8pq: (Cha bot) o espres-
uriae pertotam urbem» del Breviari11m. sione simile, e indotto a tradurre, im-
I. Gumt e il BROOKS, tradùcendo e apho- propriamente, •nelle vicinanze». In
« thecarii '" vedevano l'oscurità del Mica. Il questa voce è omessa.
passaggio da mensa a uapothecarii ». (7) Il numero non corrisponde &
Ma il PRANKEL, nell'articolo già cit2to, quello del Brt'lliarium.
ba giu&tamente pensato a corruzione (8) Sono i vicomagistrl: mparehe è
di J;~ . facile corruzione di ~oc; MtCll. II
(S) I testi (Vat. MIO!. I e Il) dànno ha J.:>,.s.Q;»/ . Il numero coincide
concordemente ).....,., / ~. ciò che con quello del cod. D; cf. p. 161.
rende difficile la interpretazione della.-
3H DESCRIZIONE Dl ROMA

dicimila passi, e da settentrione a mezzogiorno di dodicimila passi <1 >.


I: certo da credere (ma-ròç ò 0e6ç) che Dio farà la sua pro-
sperità maggiore dell'antica, poìchè grande è la gloria di tutto
l'Impero che è sotto il dominio de.i Romani <2>.

VERSIONE DEL TESTO DEL CODICE 5


DEL BRITISH MUSEUM ADD. 12154 (EPITOME)
DELLE COSE E DELLE BELLEZZE (o EDIFICI)
CHE SONO NELLA C!TTA DI ROMA.

Vi sono .xxiv. chiese dei beati apostoli cattolici; .n. basiliche grandi
ove sedeva (o abitava) il re e si radunavano innanzi a lui. .CCCXXIV. Io
vie grandi ed estese. Vi sono .xLvmcm. colonne di case. Vi
sono .MDCCLxxxxvn. case di principi. Vi sono .II. capitolì grandi.
Vi sono .LXXX. statue d'oro. Vi sono .MCCCLil. canali che versano
acqua. Vi sono .CCLXXIV. fornai oltre quelli che lavorano e ven-
dono. Vi sono vma sepolcri ove si radunano e seppelliscono. Vi I 5
sono in essa .XXXI. basi marmoree grandi. Vi sono .MMMDCCLXXXV.
statue di bronzo di re e di prefetti. Vi sono .xxv. statue di bronzo
della famiglia di Abramo di Sara e di Agar. Vi sono in essa
.11. circhi; vi sono .m. teatri; vi sono in essa .m. anfiteatri <i>. Vi
sono in essa .occccxxvc. bagni. Le porte di questa città sono 20
.xxxvu. La circonferenza di tutta la città è di .xxxx. miglia. Lo
spazio interno da oriente ad occidente è di .xu. miglia, e da set-
tentrione a mezzogiorno è egualmente di .xn. miglia.

(1) M1cH. II non fa menzione delle lnscr. et Belles-Lettres, 1933, p. 293 sgg.
porte, ma solo dell'estensione della e CARCOPINO, ibid. pp. 306-8 e La vie
citt:I. MrcH. I ha qui una lacuna e lo quolidie1111e cit. p. 26.
CHABOT restituisce cosi tutto il passo : (2) Con questo augurio che manca
« [Le porte della città sono trentasette e in M1cH. I e Il finisce il testo del Vat.
«il suo circuito Jventisei miriadi, seimila Mtctt. I continua la narrazione del
«trentasei piedi che formano quaranta regno di Giustiniano in cui è inserita
t< n)iglia; l'estensione della città tra la descrizione, e MICHELE II passa su-
«oriente e occidente è di I 2 miglia». bito dopo a parlare della popolazione
Su queste cifre cf. HoMo, Communi- di Roma e della sua storia.
cation in Comptes-Rendus de l'Acad. des (3) Kov'flytov.
INDICI
I.

NOMI PROPRI E COSE NOTEVOLI.

Abramo 332 1, 33418. Aedes Minervae 621, 165•, 207 1>.


Abryptum 278 1>, - Murciae 240 •.
Ad Mammam v. Diaetae Mammeae. - Opis 2216.
Adonaea 56 •. - Pompei 240 •.
Aedes Aesculapii in insula 248 1~. - Portunni 239 ••.
- Apollinis anciqua 229 "'· - Salucis 300 •.
- Apollinis Palatini 236 11 , Ramnu- - Sancualis . 300 •.
sii 129 1, 177 1 9, 237 •. - Saturni 56 •;Saturni et Opis 221 6,
- Bellonae 2 34 1, 2 50 20·•. in Tellure 56 9.
- Bonae Deae Subsaxanae, Subsa- Tempestatis 16 5 1, 207 •3.
xaneae 137 9, 1801, 2 42 "'· Veiovis 227 s.
Camenarum 207 •. Veneris Ericinae 2 1 3 "·
Castoris [in circo Flaminio] 56 3. Veoeris opus Fabii Gurgicis 2 39 •.
Cereris 1 34 •, 179 •, 2 39 1, 240 '· Victoriae 220 n.
Censi 240 s, 244 •. Victoriae Vicae Poscae 22 5 '·
- deae Viriplacae 2 35 •i. Vitruvii Fuodani 236 3.
- Dianae Cornificiae 56 •. Vortumni 209 18.
- Diiovis 237 •1. Vulcani 230•.
- D icis Patris 179 3, 2 39 '. - v. Templum; Duae; Sub.
- Fauni 249 •. Aedicula Capraria 11 o 1, 172 1•, 218 •s.
- Herculis Magni Custodis 62 •, Concordiae 22 5 s.
230 1 • - luventae 226 J.
- Herculis Musarum 56 5. - Victoriae virginis 2 20 11,
Herculis Victoris 22 8 •. Aediculae 91 6, 9 s >, 9 8 4, 104 1, 106 s,
Honoris et Virtutis 89 s, 164 •0 • 109s, 112•,1206, 1283, 1 3 2>,
Iovis r 3 3•; Iovis Arboratoris 178 •1. 1364, 139 6,
143s, 147s, 1618,
Iovis in insula 2 48 1s. 165", 166», 168>, 169 1s, 170 1s,
Iovis [in porticu Octaviae] 56 6. 172>, 1731,175'· 1776, 1789,
- lovis [Statoris] 101', 1696, 236 1. 179 ", 180 ••,
181 •s, 182 ••, 187>11,
- lovis [Victoris] 1303, 178 •, 237 9. 208 1', 2 I OS,
2 I I io, 2 I 3 4, 2 I 5 9,
Iovis Tonantis 2 2 7 •, • . 2189, 219 11,
2291, 235s, 238•,
lunonis Matutae 240 7. 2416, 243s,246 1•, 2501.
lunonis (Reginae) 56 1. Aedificia religiosa 310 8-9
luturnae ad aquam Virgineam 2 32 •. Aemilianus imperator 278 16.
Libertatis 246 7. Aemilius Paulus 272 s.
Martis 62 •, 91 ', 16 58, 207 "· Aeneas 269 u, •4, •s, 16. 19 296 •.
Martis Ultoris 224 7. Aene~ Iulius 272 4.
Matris DeQm 129 '• 133', 177 ''• Afric;r 277 "·
178•1, 2366. Agar 332 3, 334 18·
[Matris) Matutae 228 s. Ager Laureotious 269 1.
INDICI

Ager LucuUanus t 6 1•, 2 16, 21 19. Alsetina 18 5 iB; Alsitioa 309 7; Hal-
- T usculanus 2 1 6, 7. sietina vel Halsia 2 55 16.
Agger Tarquini Superbi 8 6. Aqua Aniena 154''. 185 19; Anena,
Agon Minervae 2 78 5. 3096; Amnia 19xi1;Annia 255 15;
- Solis 279•. v. Anio.
'AywviiÀioc. 3 t 9 i. - Aniena Attica, A ti ca [altera) l 55 1,
Agrippa (M. Vipsanius), 2 l n, 22 •, 1•, 185••, 192 1, 3096; v. Anio.
295 •, 6, ••. - Anio novus 16 3, 2 51, 265, 1•, 2 7 19,
Agrippa rex albanus 270 6. 28 19, 29 ', 33 "• ,., 35 15, ", "• 36 "•
Alba rex albaous 269 ••, 2 70 1. 155 1 185 .., 192 1.
Alba Longa 269 16. - Anio vetus 16 1, 189, 19',", 20•,
Albani 296 5. 2 2 1 4-1 51 2 5 ', 4, 2 7 .a, 2 9 7, 3 I l, 3 5 io,
Alexander [Severus) imperator 277 10, 36 8, 14, 154 "', I 8 5 19, I 9 l 27, 1. 5 5 1l,
277 11, 2959. 309 6.
A lexa.odria 2 89 "· - Antoniana r92 16, 309 8; Antoni-
Almo flumen 9 l 1, l 6 5 9, 208 ••. oiana 156',1861, 256 J.
Alta Semita l 07 •, l 7 t 1, 2 l 6 1. - Appia 16 •, s, •+, 18 s, 1, 19 11 , 22 1+,
Altinum 276 10. 28', 30>,s,n, 155 ' • 1i5•1, 1928,
~Aµµwv ò yewµé-rp7Jç 304 ••. ss
2 1, 309 8• .
Amphitheatrum 56 11, 96 1, 160 1, - Augusta 16 ', 17 8, :i3 16, 24 1 •,
167 1• , 187 1 ' , 192••,", 210 11, 2 5 11, 11, l 92 7; Augustea l 55 1,
257 8, 274•, 5, 275 •, s, 277 5, 287•s, t8516, 255 16, 309 7.
3zo1,11, 3327, 3341J. - Aurelia 155 11, 186 ', 192 11 ,
Castrense 105 6, t6o 1, 170 9, 2 55 "; Aurilia 309 7.
187 1' , 214•, 2578, 310 1 , 3321, - Caerulea 155 s, 185 ,.., t92 5,
334 11· 2 ss •1, 309 8.
Amulius rex albanus 2 70 9. - Ci minia l 55 ••, l 86 1, l 92 1•,
Anchises 269 "· 2 5 5 •0; Cimioiana 309 7.
Anien v. Anio vetus e Anio novus. - Claudia 16 '-l, 2 5 1 , s, 11, 11, 14, 26 13,
Antoninus [Caracalla) imperator 61 1, 27 19, "• 29 •, 3, 33 .., '" 34 7, 35 ''>
2 64 7-8. •s, 1551, 185 ", 192 ', 255 10, 2951,
Antoninus Pius imperator 251 •, 276 •. 309 6.
Antrum, Atrium, Cyclopis 93 ', 166 9, - Crabra 2 2 3, 1•.
209 6. -Damnata 155''. 186J, 192 1',
.. anus 56 n. 2 55 13.
Apollo Sandaliarius 99 6, 168 1s, 2 r 2 11. D otraciana 309 B-•.
Apollonia urbs 226 '· - Drusia 295 11 •
Appenninus mons 3 l 5 •. - Herculea l 5 5 +, r 8 5 11, l 92 •; Her-
Appius rex albanus z70 >. culat)ea 2 55 "; Heracliana 309 6-1.
Appius Claudius (crms. a. 143 a. Cr.) - Iu~a I 61, z 116, is, 221,s, 9,n, is, z 710,
20 6, 300 10. 289;.•,11,n,15, 3z8, 155 6, 185'l,
Appius Claudius Crassus, Caecus cogno- 1926, 255 1 8, 2951, 3091.
minatus 16 6, n. - Marcia 16 1, 19 18, 201,9, 22 1 s,
A pulius [ Appius ?) Claudius 2 7 2 ',l 24 a, 9, 11, 2 5 •, 9, u, n, 11,
Aqua Alexandriaa 1 56 J, l 92 11, 2 56 •, 28 9, •J, 16, 31 •J, 34 10, 35 ",
29 5 9 ; Alexaodriaoa l 86 s, 309 s. 9- •, 155'> 185 '', 192),
1 1

- Algentiaoa 2 55 •9. 295 •, 3o9 6·


- Alsietina 16', 23•6, 281-4, 3oi,6, - Sabbatioa 2 55 " ·
33 8, 155 9, '-95 B; Aleseatina 155 9; - Septimiaoa :z 56 '·
N O M I P R OP R I E C O SE N O TE V O LI 339

Aqua Severiana 156 •, 1866, 192 •s, Armameotarium 166 19, 209 r6.
2561, 3098. Armilustrium 140 1, 181 1, 24+ a.
- Tepula 16 ', 21 6, •, •s, •1, 2 7 ••, Ascanius 269 16.
289,•J, 32 1, 155 14, z86 s, 192•4, Asylum 1.27 s, 7.
2 55''. 295 6· 'A&ljvo:L 3 I 9 3.
- Traiana 154", 185 18, 191:16, Atria 274 11 •
255 •4, 295 s, 309 6 • Atrium, Antrum, Caci 120 >, 17 5 •,
- Virgo 161, 22 19, 23 ', s, 28 •, 228 J, 246 ,,·
301, J, 32 •1, 155 •J, z86 41 z92 11, Atrium Minervae 114•, 1741, 2227.
2 55 9, 29 5 ••, 309 7. Auguratorium 130 ', 177 ''. 237 6•
Aqua ceroens u9 1, 174•7, 227". Augustus impera tor 17 9, 2 3 1 S, 24 7,
.Aq uaeducti 3 1o ••. 227 •; imperator Caesar 21 "; Octa-
• Aquaeductium 56 •1. vianus Augustus 272 •i, 288 "·
Aquila (M.) I ulianus 24 •s. Aura 99 4, 168 16.
Aquileia 277 ''» 278 14. Aurelianus imperator 278 •s, 2951.
Ara Cereris 228 6. Aurelius (L.) Cotta 19 ••.
Febris 236 4. Aventinusmons291, 3os, 341,••, 19n,
Iovis Inventoris 2 39 8. 243 •6, 252 •s, 294 1, 296 s, 308 •;
Iovis Viminei 2 15 J. Adveatinus 140 •, 1506, 181•,183";
Maxima 239 "· 'A~cvrrvoi; 319 1, s.
Minuoti 298 •4; Minutii 299 J. Aventinus rex albanus 296 s..6; Adyen-
Opis 228 6. tinus 270 7.
Arbor Sancta 93 s, 166 ''• 209 9.
Arcelaida urbs 277 6. Baiae 276 1.
Arcus Constantini 1361, 1799, 241 4. Babylonia 279' 1"-'•.
Drusi 9 1 4, I 6 5 ••, 208 a. Balbinus imperator 278 '·
Fabianus 2 2 2 1 •, 2 55 s. Balinea, Balnea 92 6, 9 5 8, 98 ••, 104 8,
Faustini 246 4. lo6n, 109 11, 112 10, 120", 1289,
Novus 110 s, I 72 16, 2 18 •3. 132 8, 136 1•, 139 1' . 143 111 147 11,
- Titi v. Vespasiani. 1621, 165••, 167 1, 1688, 169 11,
- Traiani 914, 165 ••, 208 7. 170", 172 8, 173 1 3, 175 .., 177•',
- triumphalis [Traiaoi) 22 5 3.