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A cominciare dai primi decenni dell’800, prende le mosse sul continente europeo lo sviluppo di
iniziative industriali fondate sull’applicazione delle nuove tecnologie sperimentata nella seconda
metà del ‘700 in GB. In alcune zone del continente sussistono condizioni che favoriscono lo
sviluppo di tale processo.
Se la “carta geografica” della rivoluzione industriale è la carta geografica dei bacini carboniferi,
la mappa della prima fase dell’industrializzazione descrive una regione carbonifera che va dalla
Francia settentrionale, al Belgio, alla Germania occidentale entro questa zona si collocano le
“regioni industriali traenti”dell’Europa continentale:
a. Zona che comprende le province del Sambre-Meuse e valle della Schelda (tra Francia e parte
belga del Regno dei paesi bassi)
La parte belga, più ricca di carbone, conosce uno sviluppo che comprende i settori più
importanti della fase iniziale dell’industrializzazione (ferro, meccanica, cotone, lana).
Il Belgio acquista nel corso dell’800/900 una posizione strategica che lo vide al centro della
politica internazionale grazie a: una tradizione secolare di esperienza commerciale e
produttiva, risorse naturali (ferro, legname, lino, lana, energia idraulica), posizione
geografica vicino a GB e in mezzo alle regioni avanzate della Francia, Germania e Olanda (è
il paese più industrializzato del continente nel XIX secolo).
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Europa interna ed Europa esterna
Secolo XIX: la localizzazione delle regioni industriali traenti, le quali concentrano in superfici
ristrette un altissimo potenziale industriale, deve sempre fare riferimento agli Stati entro cui
queste regioni si trovano. Sono gli Stati infatti che gestiscono la politica internazionale.
Secolo XX: importanza della localizzazione regionale (es: importanza della Ruhr). La crescita
dell’efficienza dei mezzi bellici, soprattutto l’arma aerea, ha attribuito importanza alla
collocazione delle regioni industriali necessarie ad assicurare la potenza militare di uno stato.
L’individuazione di regioni industriali traenti corrisponde alla distinzione fra una Europa interna
“del vapore e delle macchine” e una Europa esterna sostanzialmente agricola?
- Individuazione di una linea ideale che congiunge Glasgow con Stoccolma, Danzica, Trieste,
Firenze e Barcellona
- Questa linea descrive un’Europa interna (EU nord-occidentale) mentre i paesi che essa taglia
a metà relegandone una parte nell’Europa esterna sono quelli sud-occidentali del continente,
Italia e Spagna.
Un tratto di questa linea, quella che va da Danzica a Trieste, individua un’Europa periferica
che comprende la metà orientale del continente (tra cui la Russia)
- Questa cesura fa coincidere la nozione di Europa interna (o centro) ed Europa esterna
(periferia) suggerita da una diversità di sviluppo economico-sociale con altre distinzioni:
quella Nord-Sud e Est-Ovest (il decollo economico dei paesi europei segue queste linee).
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b) regioni meno industrializzate o popolate dell’America occidentale Russia, India, Sudafrica,
parte di Australia e America
c) Africa e Asia in cui vengono costruite linee isolate che lasciano città importanti e in certi casi
interi territori privi di comunicazioni ferroviarie.
L’avvio alla mondializzazione della società internazionale in pieno secolo XIX è dovuta solo in
parte alle ferrovie. Questo processo fu dovuto in gran parte a un altro mezzo di trasporto, quello
marittimo, il solo qualificato ad assicurare i rapporti intercontinentali.
- Paradossalmente, l’industrializzazione agì certo sui trasporti marittimi e nel corso del secolo
arrivò a trasformarli, ma con salti di qualità meno rapidi e impatti assai meno rivoluzionari
di quelli che si sono riscontrati riguardo al mezzo ferroviario.
- Delle due innovazioni tecniche (macchina a vapore e strada ferrata) solo la prima era
presente anche nel passaggio delle navi dalla vela al vapore. Il passaggio avvenne durante il
corso del secolo, via via che furono superati alcuni ostacoli (alti consumi iniziali di
carburante e i relativi costi, dislocazione delle stazioni di rifornimento lungo le rotte
marittime..). Questi ostacoli, sotto la pressione dei progressi tecnici effettivamente compiuti
dalla navigazione a vapore nei decenni centrali del secoli, si tradussero i vantaggi decisivi
(riduzione dei consumi e dei costi, maggiore velocità..).
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- L’adozione dell’acciaio al posto del ferro, permise di costruire scafi di minor peso e maggior
resistenza e consentì quindi di applicare motori più potenti che a loro volta garantirono una
velocità maggiore
La trasformazione dei trasporti marittimi provocò conseguenza di portata generale
sull’industrializzazione e quindi sulla trasformazione della società internazionale. Conseguenze:
a) Sullo sviluppo delle comunicazioni postali, sull’intensificazione degli scambi commerciali fra
i continenti.
b) Sullo viluppo di attività economiche collaterali (banche, assicurazioni…)
c) Rientrano in questo quadro di mondializzazione dei rapporti commerciali le iniziative prese
per ridurre le grandi rotte oceaniche con la costruzione dei canali di Suez (1869; influisce
sulla trasformazione della flotta mercantile mondiale) e Panama (1914)
Sul piano strategico generale, le conseguenze della trasformazione tecnologica dei mezzi
marittimi furono varie e complesse. Alcuni cambiamenti (velocità, cannoni più precisi,
corazzature..) influirono sulle scelte e i comportamenti degli alti comandi navali e anche dei
governi e dei ministeri degli esteri.
- Un aspetto che ebbe influenza su situazioni specifiche della politica internazionale dell’800’
influente fu la diversa rapidità di sostituzione dei vascelli a vela con navi a vapore da parte
delle marine maggiori (Marina francese più veloce della Royal Navy).
- In ogni caso l’influenza maggiore sulla politica internazionale alla fine del XIX secolo
esercitata dalla rivoluzione tecnologica dei mezzi marittimi per uso militare stette nel rendere
agibili ed efficaci nuovi tipi di navi.
L’imperialismo occidentale trovò uno strumento particolarmente efficace di penetrazione e
di controllo dei paesi del terzo mondo nella cannoniera (piccola unità militare a vapore a
scopi di controllo delle situazioni locali e di pressione sui governi).
La Germania nella prima guerra mondiale, per aggirare l’ostacolo della superiorità navale e
del controllo dei mari da parte alleata, portò a grande sviluppo tecnologico e numerico
l’arma sottomarina.
“Europe the world banker” (libro dell’economista americano Fais sull’espansione dei
finanziamenti europei nel XIX secolo)
- Enfatizza uno dei risultati più importanti della rivoluzione industriale: questa, producendo una
massa cospicua di capitali finanziari in eccedenza, permise all’EU di raggiungere una delle
forme più evidenti del suo apogeo del periodo 1870-1914.
- Convalida l’esistenza anche per l’aspetto finanziario di un’Europa “interna” in una Europa
“esterna”. Lo fa seguendo il flusso dei capitali che si muove dai paesi di prima
industrializzazione dell’Europa nord-occidentale (GB, BE, F, G) sia verso altri paesi in via di
industrializzazione dell’Europa meridionale (Portogallo, Spagna, Italia) e orientale (Austria,
Ungheria, Russia, Paesi Balcanici); sia verso i paesi extraeuropei indipendenti (USA,
Argentina, Brasile), semi indipendenti (Egitto, Impero Ottomano, Cina) o dipendenti (es.
India).
La necessità in investire i capitali in eccedenza prodotti dalla rivoluzione industriale costituisce
un fattore di mondializzazione della società ottocentesca. Gli strumenti di questo processo sono
le banche.
La centralità e la preminenza dell’Europa nord-occidentale rimangono assicurate dalle “piazze”
finanziarie di Londra, Parigi, Bruxelles, Berlino.
Aspetti caratterizzanti dell’espansione degli investimenti di capitale del XIX secolo: preminenza
dell’Europa nordoccidentale + trasformazione e adeguamento del sistema creditizio + legame fra
finanza e politica internazionale
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Gli investimenti di capitali all’estero delle grandi potenze: Inghilterra, Francia e Germania
Inghilterra
o Fino al 1914 si pone come la più grande forza finanziaria del mondo. Accanto all’entità, la
caratteristica più evidente dei capitali inglesi è la loro collocazione quasi solo in paesi extra-
europei (Usa ; Canada, Australia, Giappone, Egitto, Cina, America Latina, Impero ottomano)
o Gli investimenti maggiori andavano a territori dell’Impero, tendenzialmente promettenti sul
piano economico e nello stesso tempo sotto sovranità britannica.
Enorme sproporzione tra i modesti investimenti in Europa e quelli nel resto del mondo
Massimo impegno economico verso il mondo extraeuropeo (contributo affermazione Usa)
Francia
o Politica di investimenti finanziari condizionata dai precedenti e dalle peculiarità della sua storia
nazionale. Essa si trova alle spalle, nell’antico regime, una tradizione di iniziative e di interventi
dello stato nell’economia molto precisi e mirati.
o La continuità nel tempo della sua presenza fra i paesi economicamente più potenti del ‘700-800 è
unica (anche se non è mai caratterizzata da fasi di primato)
Gli eventi politico-militari della rivoluzione avevano colpito la Francia dal punto di vista
demografico, a non da quello economico.
o Presenta potenzialità di primato pari alla GB, ma non spinge la sua industrializzazione oltre certi
limiti: rimane la 2° grande potenza, nonché fonte di innovazioni, di capitali, di imprenditori.
o Questa posizione centrale della Francia in Europa trova uno dei più importanti risvolti sul piano
finanziario. La Piazza di Parigi attrae banchieri privati di tutto il continente, mentre nello stesso
tempo viene proiettata verso gli investimenti internazionali da fattori e circostanze interne alla
Francia (diffusione attuata o perfezionata dalla Rivoluzione della piccola proprietà agricola, la
capacità di risparmio del ceto socio-economico che ne deriva, la tendenza a non reinvestire
nell’industria ma nelle attività creditizie).
o Più della metà degli investimenti sono verso l’Europa: la Francia continuava a guardare
all’Europa tanto quanto la GB era proiettata nel mondo extraeuropeo; ma dalla seconda metà
dell’800 il paese realizza e finanzia iniziative imprenditoriali nei paesi extra-europei (canale di
Suez, investimenti nel Medio Oriente, nell’America Latina..)
o I prestiti francesi non erano guidati da un’obiettiva valutazione della convenienza economica ma
erano influenzati da simpatie legate a fattori tradizionali o di indole politica che li indirizzano
verso i paesi latini o slavi (Olanda, Belgio, Portogallo, Spagna, Italia, Paesi dell’Est).
Es. rapporti franco-italiani: il capitale francese aveva svolto un ruolo di primo piano nel
Piemonte cavouriano e l’aveva mantenuto dopo l’Unità, il legame fu interrotto quando negli
anni 80’ l’Italia aderendo alla Triplice divenne alleata della Germania.
Germania
o Il decollo industriale (1850-1873) avviene dopo la prima fase della rivoluzione inglese e dopo il
decollo francese; il progresso dell’industrializzazione tedesca fu molto rapido e raggiunge e
supera la produzione inglese nel 1906-10.
o La rapidissima crescita della produzione industriale, se porta a un grande sviluppo del
commercio internazionale tedesco, non corrisponde a investimenti di capitali all’estero
altrettanto rilevanti.
o La quota di capitali tedeschi investiti in Europa (Austria-Ungheria, TUR) era superiore ma di
poco a quella nel resto del mondo (soprattutto Usa e Cina)
o Alla vigilia della IWW, l’influenza del governo sulle scelte finanziarie è più sensibile (la
maggior parte dei titoli di Stati esteri in mani tedesche erano di stati con i quali la Germania da
un lato andava consolidando i propri rapporti commerciali, dall’altro desiderava mantenere stretti
rapporti politici. Gli investimenti tedeschi in imprese operanti all’estero si erano rivolti verso
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zone del mondo nelle quali il commercio e l’industria tedeschi potevano ottenere o mantenere
preminenza: nell’Europa centrale e orientale ma anche nelle Americhe.
Nel 1815 la grande maggioranza degli Stati europei (e la totalità degli Stati extraeuropei, con
l'eccezione significativa degli USA) erano monarchie assolute. Nel 1914 gli Stati europei, se non
erano diventati tutti democrazie parlamentari, avevano comunque regimi costituzionali, mentre la
forma di governo repubblicana costituiva ancora una eccezione.
Questa trasformazione politico-istituzionale degli Stati europei, insieme con la modifica dei loro
confini in applicazione del principio di nazionalità, conferiscono alla società europea dell'800 le sue
caratteristiche di fondo (insieme all’ industrializzazione).
o L'azione comune dei 2 movimenti per modificare le strutture degli stati usciti dall'assetto
europeo del 1815 non deve far confondere i principi e gli ideali distinti che li guidavano.
- L’unità di azione di liberalismo e di nazionalità è una caratteristica di solo una parte del
secolo.
- I 2 movimenti operano insieme soltanto fino a quando la loro azione congiunta contro il
sistema politico-sociale-istituzionale del 1815 si dimostra armonica, equilibrata,
reciprocamente integrativa e interdipendente mentre l'avversario è oppressivo e forte; ma
cessano di farlo quando il loro equilibrio interno viene meno, mentre il sistema dopo circa
mezzo sec. si sgretola.
o Tale azione comune ha inizio nell'età della Restaurazione (1815-1830) o addirittura prima, nella
rivoluzione spagnola del 1812 contro la dominazione napoleonica. E si realizza poi
compiutamente nella rivoluzione che nel 1830 porta alla formazione del regno costituzionale e
nazionale del Belgio. Ultimo suo risultato in Europa = unificazione italiana (nel mondo
occidentale = la guerra civile americana sanziona il successo dell’Unione e l’affermazione
collegata della libertà dell’uomo dalla schiavitù).
o Le 2 idee-forza cessano di operare insieme invece nella seconda parte del sec., dal 1870 in poi:
nella realizzazione dell'unità tedesca nel Reich bismarckiano; e poi nei decenni che portano alla
IWW quando il costituzionalismo pieno di contenuto liberale dell'Europa occidentale trova
applicazione più o meno formale ed equivoca nell'Europa orientale e l'originario rigore del
principio di nazionalità non sa controllare l'esplosione dei nazionalismi.
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- la sola Ragione, fondamento del liberalismo del sec. precedente, non basta ad assicurare il
progresso dell'umanità.
- di conseguenza bisogna guardare con attenzione e deferenza alla Storia, come espressione di
tutte le passate esperienze (tutte utili al perfezionamento dello spirito umano).
o Origine del Nome: il liberalismo definisce con il sec. XIX anche il suo nome. Il termine
"liberale", nel suo significato politico, è usato per la prima volta dalle Cortes spagnole nel 1812
per designare il partito che lotta contro il partito servil, asservito alla dominazione napoleonica. I
liberales fanno votare alle Cortes in quell'occasione una costituzione per il Regno di Spagna, che
vogliono sottrarre all'usurpazione di Giuseppe Bonaparte; e stabiliscono con ciò un altro
precedente nella storia del liberalismo ottocentesco.
Da allora (1812) fino alle rivoluzioni del 1848 la prima fondamentale rivendicazione dei
movimenti liberali è quella di ottenere per il proprio Stato una costituzione.
o Il primo impegno politico del liberalismo ottocentesco è dunque:
- da un lato quello di trasformare le monarchie assolute in monarchie costituzionali,
- dall'altro quello di promuovere nelle monarchie costituzionali già esistenti, "libertà" ossia
diritti che i loro "sudditi" non possiedono ancora.
o Le avvisaglie delle rivoluzioni del 1848 portano all'introduzione di riforme preparatorie del
regime costituzionale, in alcuni Stati regionali italiani (Stato della Chiesa, Granducato di
Toscana, Regno di Sardegna) e anche in Germania. Infine il 1848 vede l'introduzione di
costituzioni negli Stati tedeschi, mentre nell'Impero asburgico e in Italia la svolta si compie in
concomitanza con l'esplosione della questione nazionale.
o Con la metà del sec. il movimento liberale ha ottenuto negli Stati soggetti nel 1815 a regimi
assoluti soltanto risultati parziali → presentano comunque 2 caratteristiche significative:
1) evidente peso nella politica internazionale dello sviluppo del liberalismo
2) in questa fase il movimento liberale ottiene successo soprattutto nell'Europa occidentale:
un'area costellata di paesi a regime costituzionale che si differenzia dal resto del continente.
o Questa fase ha inizio nel 1830, ha per protagonisti i due paesi d’Europa che sono i depositari
delle dottrine politico-costituzionali più importanti = GB e FR; è fortemente influenzata dalla
loro intesa politica e collaborazione diplomatica. Momento di incontro e di intesa anglo-francese
dunque.
o Sul piano della politica internazionale si possono ritrovare già nell'età della Restaurazione i
precedenti dell'intesa che nei primi anni '30 cambia lo scenario dell'Europa occidentale:
GB si dissocia dalla Quadruplice Alleanza del 1815 che l'aveva vista artefice e colonna
portante del sistema antifrancese.
Su questa premessa, che non significa certo avvicinamento ma ha il significato di uno
sfaldamento del blocco delle potenze vincitrici di Napoleone, si delineano sintomi più
specifici.
Inglesi e francesi assumono posizioni parallele in molte occasioni successive:
- Congressi di Troppau e di Lubiana: contro la politica di pura repressione di potenze orientali. In
particolare si dissociano dalla decisione di Austria, Russia e Prussia di procedere ad un
intervento militare (austriaco) a Napoli
- Questione greca (anni 20’): GB e FRA si preoccupano insieme di contenere la Russia.
o Tutto ciò non vuol certo significare che l'allineamento che si stabilisce a diverse riprese fra le 2
potenze occidentali sia determinato dall'influenza esercitata sui loro indirizzi di politica estera da
istituzioni costituzionali affini (affinità di istanze sociali e tendenza interne)
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o Con il 1830 in ogni caso gli eventi sono tali da coinvolgere non le sole diplomazie ma i sistemi
politici:
1) FR: in luglio si sbarazza dell'assetto politico impostole dalla Restaurazione allontanando
l'ultimo re per diritto divino dello storia ed accogliendo, dai liberali, una monarchia fondata
sul contratto fra il nuovo sovrano, Luigi Filippo d' Orleans, e i francesi.
3) 1830: rivoluzione belga → sulla base di uno sviluppo industriale interno, porta alla
formazione di una nuova monarchia costituzionale e a fare di questa parte anglo-belga-
francese dell'Europa occidentale una zona omogenea e avanzata.
- Si può parlare di “zoccolo duro” del liberalismo (e del capitalismo) europeo, che si esprime
sul piano politico-istituzionale in Stati monarchici costituzionali
sul piano economico-sociale caratterizzato dalla preminenza di una borghesia
commerciale, industriale e finanziaria + presenza di un proletariato industriale urbano
che acquista una consapevolezza crescente del proprio ruolo nella società moderna.
- Questa Europa occidentale contrasta con un'Europa orientale ancora soggetta a regimi
monarchici assoluti e caratterizzata da una società d'antico regime dominata da aristocrazie
terriere vecchia maniera e grandi masse contadine.
- Nel mezzo si trova una "terza" Europa italiana e tedesca dove l'idea-forza della nazionalità
tenderà a prevalere accanto a quella del liberalismo.
- Dopo tali trasformazioni le grandi potenze dell'Occidente sono interessate a difendere i
regimi costituzionali rappresentativi all'estero. Il primo impegno deve considerarsi quello
che porta GB e FRA a proteggere e a guidare l’inserimento nella comunità internazionale
del Regno del Belgio.
o Se gli anni '30 videro l'estensione dell'area liberale all'Europa occidentale, il resto del continente
rimaneva ancora soggetto al sistema della Restaurazione; la sua parte orientale (impero russo,
regioni europee dell’Impero Ottomano) si trovava ancora nell'antico regime.
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o E' in questa fase che il movimento si sviluppa anche nei paesi più avanzati nella forma del
"liberalismo moderato". Poteri ancora conservatori dai sovrani in alcuni settori e restrizioni del
suffragio ne costituiscono gli aspetti più evidenti.
FRA la costituzione del 1830 toglie al re molti poteri che la “Carta” del 1814 gli aveva
riservato, ma conserva della precedente costituzione la forma e la struttura generali.
In ogni caso Luigi Filippo riesce durante il suo regno a esercitare un’influenza determinante
sulla situazione internazionale (es. fa adottare al suo governo una prudente politica di non
intervento nei movimenti politici dei paesi non confinanti con la Francia).
GB graduale allentamento del controllo del sovrano sulla politica estera a favore del
gabinetto: è un processo che occupa i primi decenni del lungo regno di Vittoria (1837- 1901).
o L'elemento più distintivo del liberalismo moderato = limitazione del suffragio elettorale. In
ciascuno Stato costituzionale dell'Europa occidentale di questo periodo i corpi elettorali si
contano solo a centinaia di migliaia di persone.
- Motivazioni (Cavour) "in un buon sistema di governo rappresentativo debbonsi conferire i
diritti elettorali a tutti coloro che si possano ragionevolmente presumere riunire sufficienti
condizioni (capitale reale/mezzi intellettuali) per esercitarli senza pericolo per la società".
- Nell'ambito di questa prospettiva, la politica estera tende a essere lasciata ai governanti, anzi
alla minoranza dei membri del governo delegata a questo compito. Significa che nell'Europa
liberale moderata la politica estera rimane monopolio di una minoranza esigua.
o La rivoluzione francese del 1848 è stata distinta da quelle che l'accompagnano e la seguono in
altri paesi europei, non soltanto perché è "più a sinistra", ma anche perché non si presenta come
una rivoluzione liberale-nazionale. Tuttavia il binomio nazione-rivoluzione costituisce un’eredità
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incancellabile e quindi nel momento in cui la nuova iniziativa francese sollecita i movimenti
liberali degli altri paesi, essa stimola pure le questioni nazionali.
o In questa prima metà del secolo è lo stesso sistema della Restaurazione a tener viva la pericolosa
attualità della rivoluzione (ossia delle democrazia repubblicana) continuando a considerare la
Francia post-1815 il focolaio sempre sospettabile di un nuovo incendio europeo (Metternich: il
pericolo sta sempre nello stesso liberalismo moderato quale promotore e ispiratore di regimi
costituzionali → sono questi sistemi a permettere alla democrazia di rafforzarsi, di impadronirsi
del potere e di stravolgere la struttura della società europea).
o La realtà non rivoluzionaria della Seconda Repubblica viene dichiarata e confermata all'Europa
fra il marzo ed il giugno 1848 da 3 eventi politici di natura diversa:
a) (marzo) Dichiarazione di Lamartine (capo del governo provvisorio) alle nazioni europee:la
Repubblica, salvo situazioni particolari, "non farà propaganda incendiaria presso i suoi vicini"
b) (aprile) Elezioni a suffragio universale confermano la tendenza moderata della società FRA.
c) (giugno) Repressione da parte dell'esercito della Seconda Repubblica del tentativo di far
procedere innanzi la rivoluzione messa in atto a Parigi dalla parte radicale-socialista del fronte
rivoluzionario cha ha abbattuto la monarchia di Luigi Filippo.
o Accanto a questi eventi francesi si hanno gli sviluppi liberali-nazionali dell'Europa centrale
italiana e tedesca.
- Le costituzioni introdotte in Italia e in Germania sono costituzioni monarchiche moderate.
- Il movimento liberale, estendendosi dall’Europa occidentale all’Europa centrale non impone
forme di governo più avanzate. Anzi i movimenti liberali del 1848 vengono a trovarsi su
posizioni più arretrate (le costituzioni introdotte risultano concesse dai sovrani → es. Statuto
Albertino concesso da Carlo Alberto).
La costituzione piemontese del 1848 si rifà sia alla carta francese del 1814 sia alla costituzione
belga del 1831: due documenti alquanto diversi nelle concezioni e nelle situazioni politiche in cui
erano nati. Ciò che aveva fatto della costituzione belga una sfida al sistema della Restaurazione e
una tappa importante del movimento liberale europeo, era che vi fossero esplicitamente stabiliti il
principio della sovranità popolare (“tutti i popoli emanano dalla nazione”): punti di riferimento
qualificanti che nelle costituzioni italiane e tedesche del 1848 venivano a mancare.
Subito dopo lo Statuto albertino → costituzione prussiana dello stesso 1848 e poi quelle della
Grecia del 1864, della Romania del 1866, della Bulgaria del 1881, del Giappone del 1889.
La rottura del fronte rivoluzionario; 1848 momento della verità del liberalismo europeo
o Repressione parigina del giugno 1848: segna la prima rottura del fronte rivoluzionario e con essa
la fine della fase liberale moderata delle rivoluzioni europee del 1848 (è il momento della verità).
- L' Europa guarda agli eventi francesi soprattutto per le loro ripercussioni sulla situazione
internazionale. Le giornate di giugno, provocando una spaccatura interna alla politica
francese, tolgono ogni dubbio sul fatto che la II Repubblica non ha intenzione di assumere la
guida delle rivoluzioni oltre le sue frontiere. Con la repressione di giu. la II Rep. non risultava
più soltanto moderata, ma compromessa: da un sanguinoso atto di forza che le contrapponeva
quella parte radicale del fronte rivoluzionario che avrebbe potuto portarla alla guida delle
rivoluzioni europee.
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- E’ il momento culminante di uno sviluppo politico intenso e ricco di equivoci durato quasi 4
mesi. Il liberalismo francese passa attraverso le prove della repubblica e del suffragio
universale per riemergere meno liberale e più disponibile a patteggiamenti con forze politiche
tendenzialmente autoritarie nel "partito dell'ordine"
- Dicembre 1848 : elezione a presidente del principe Luigi Napoleone Bonaparte
- Introduzione del suffragio universale = evento che dovrebbe marcare una svolta drammatica
nel corso dell'intero liberalismo ottocentesco, ma che invece passa in secondo piano (la massa
che fino a quel momento è rimasta in silenzio non ha subito un processo di iniziazione
politica, la sua cultura in proposito si riduce alle leggende, la maggioranza di essa non sa ne
leggere ne scrivere ed ha un’idea assai vaga di quello che vuole).
o Ripercussioni in Europa
- La rottura del fronte rivoluzionario, avvenuta in giugno fra correnti repubblicane liberal-
democratiche e correnti repubblicane radical-socialiste in Francia, si verifica nei mesi
seguenti negli altri paesi europei coinvolti nelle rivoluzioni del 1848 a un livello meno
avanzato, ossia fra liberali moderati monarchici e radicali prevalentemente repubblicani.
- Dopo gli eventi francesi di giugno, i movimenti rivoluzionari nell'Europa centrale italiana e
tedesco-asburgica non possono più sperare sull'aiuto della Repubblica francese.
Le conseguenze sono diverse:
ITA: i liberali moderati rinunciano a portare avanti la loro linea politica e passano la
mano a tendenze più radicali (a Torino governo radicale; a Firenze e a Roma
rivolgimenti democratici portano all’instaurazione di repubbliche).
Tutti gli altri Stati coinvolti nei movimenti della primavera: la crisi di incertezza e
debolezza dei liberali moderati non apre la strada alla democrazia, ma è determinata
dalla restaurazione manu militari dei precedenti regimi assoluti (Napoli, Stati della
Mitteleuropa tedesco-asburgica, Lombardo Veneto, Granducato di Toscana).
o Autunno 1848-estate 1849: “seconda restaurazione” del sistema politico-istituzionale del 1815
Prima che tale nuova restaurazione riesca a imporsi, i movimenti liberali-nazionali in Italia e
Germania hanno modo di porre l'Europa di fronte ad altri due momenti della verità.
1) ITA: decisione di conservare lo Statuto da parte del Regno di Sardegna sconfitto dall'Austria
nel marzo 1849 (il fatto che l'Austria acconsenta al mantenimento della costituzione
piemontese assume il significato di un'eccezione meditata: suggerita dalla preoccupazione che
quel mantenimento fosse opportuno per garantire la stabilità politica).
Il Piemonte costituì un'eccezione in quella fascia centrale del continente nella quale il
fallimento delle rivoluzioni del 1848 non aveva consentito al liberalismo moderato di
espandersi.
2) GER: svolta ideale della sua storia moderna = fallimento della soluzione liberale della
questione nazionale tedesca, che si identifica con il fallimento del Parlamento di Francoforte.
Il parlamento (eletto in tutta la Germania indipendentemente dai confini nel 1848 a sostituire
la Dieta della Confederazione formata dai rappresentanti non eletti degli Stati) doveva essere
considerato il risultato preliminare della nuova volontà costituente dei tedeschi di arrivare
all'unità attraverso la via indicata dal movimento liberale. Il re di Prussia rifiutò la corona
imperiale per non venir meno alla leale soggezione al Sacro Romano Impero e soprattutto per
non ricevere la corona dal popolo.
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Le rivoluzioni europee del 1848 hanno influito sul corso delle relazioni internazionali?
Il '48 è stato una crisi della società internazionale e in buona parte una crisi che ha
profondamente influito sulle relazioni fra gli Stati europei.
Alcuni punti effettivi dalla portata immediatamente percepibile:
1. la caduta del cancelliere austriaco Metternich (simbolo del sistema internazionale della
Restaurazione),
2. la nascita effettiva della questione nazionale italiana;
3. la svolta tedesca che prospetta gli elementi preliminari di una trasformazione della comunità
internazionale.
o Nei due decenni seguiti alle rivoluzioni della metà del secolo, liberalismo e nazionalità riescono
a imporsi nei paesi europei centrali: Italia, Francia, Germania (rappresentano i nodi centrali del
cambiamento politico del continente)
Mentre la GB, seguendo un processo di sviluppo suo proprio ma parallelo a quanto avviene
nell'Europa continentale, modifica il suo regime politico-sociale, evolvendo da monarchia
costituzionale elitaria e aristocratica a sistema parlamentare aperto al liberalismo democratico.
In questo periodo vengono poste le fondamenta della società europea della seconda parte e
ultima parte del secolo.
Italia
- In questo contesto il movimento liberale nazionale italiano si impone all'attenzione dell'Europa.
- L'unità nazionale viene conseguita sulla base di effettive conquiste del movimento liberale, che
rafforzano lo Stato piemontese promuovendone all'esterno l'immagine e il modello.
Le più significative sono: il mantenimento della Cost. del Regno di Sardegna del '48 (quando
tutte le altre “carte” in Italia ed in Europa vengono abolite); l'evoluzione del regime
costituzionale subalpino in sistema parlamentare attraverso la cessione di parte dei poteri del
sovrano al governo, il quale a sua volta diventa responsabile verso il parlamento; l'adozione del
plebiscito.
- L'unità d'Italia era rivoluzione per diverse motivazioni:
Conseguenze politiche e territoriali provocate all’interno della Penisola
Sul piano europeo → senso di sconfitta delle potenze conservatrici
L’unità d’Italia era rivoluzione anche per la GB che l’aveva favorita (o per lo meno per i
dottrinari del partito Whig al governo).
Francia
- I liberali contemporanei e il pensiero liberale successivo, hanno considerato l'esperienza francese
del II Impero una deviazione dal corretto corso storico della Francia ottocentesca.
La deviazione sarebbe avvenuta con la II Rep., quando la Francia prese la strada della
democrazia plebiscitaria. Eppure al II Impero va riconosciuto di aver promosso un rinnovamento
dello Stato e della società francesi; anzitutto per aver avviato il paese all'esercizio del suffragio
universale.
- Il II Impero presenta del resto altri elementi di progresso politico, economico e sociale nei quali
si possono riconoscere "i compromessi più o meno ampi con il movimento liberale".
Compromessi che non possono garantirgli il riconoscimento di essere stato un sistema di
governo liberale, e consentono di collocarlo nel liberalismo reale.
Il liberalismo economico, considerato una componente essenziale del liberalismo
ottocentesco, viene adottato quando la FR stipula con la GB il "trattato di Cobden" (1860) →
estende il libero scambio dalla GB al maggior paese continentale europeo.
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È soprattutto la politica estera ad inserire il secondo impero a mantenere Napoleone III nel
campo della rivoluzione (l’applicazione del principio di nazionalità all’assetto europeo del
1815 costituisce l’intento di fondo del suo programma di politica estera).
Gran Bretagna
- Modello privilegiato all’interno del movimento liberale europeo.
- La costituzione inglese ormai non viene direttamente imitata: nel senso che ci si rifà piuttosto
alle costituzioni ispirate dalla tradizione costituzionale britannica.
- allargamento del suffragio elettorale (1868 → allargamento del voto ai lavoratori urbani)
1870 = apogeo del liberalismo inglese. E’ al potere il primo governo (primo ministero di
Gladstone) della storia inglese che viene definito liberale e non whig.
In quale parte d'Europa si può parlare di democrazia parlamentare: ossia di un sistema di governo
nel quale i particolari diritti individuali e politici promossi dal liberalismo moderato del primo
'800 si erano ampliati ed estesi da minoranze borghesi a maggioranze popolari?
- Questo ampliamento e questa estensione ebbero il tempo e il modo di compiersi in questo
periodo soltanto in quella parte d'Europa dove nella I metà del secolo il liberalismo aveva
potuto diventare forza di governo e promuovere sistemi costituzionali rappresentativi:
Europa settentrionale e centro occidentale = zona di applicazione della democrazia
- In questa parte d'Europa il liberalismo deve compiere sforzi precisi per resistere alle nuove
forze politiche che intendono modificarlo o adattarlo o semplicemente lo contestano.
da destra: nuovi movimenti- partiti nazionalisti in gestazione alla fine del sec.
da sinistra: partiti democratici più dinamici e nascita di nuovi partiti socialisti.
Inghilterra
Dopo gli anni dell'apogeo del liberalismo gladstoniano intorno al 1870 vide ampliarsi ancora il
suffragio elettorale: nel 1885 il voto fu esteso ai lavoratori delle campagne.
- Classici storici del sistema costituzionale inglese hanno concluso che con questa riforma
elettorale nel corso del secolo la GB diveniva una democrazia parlamentare.
- Tale conclusione va conciliata con alcune remore radicate nella tradizione storica del paese: costi
elettorali che avvantaggiavano i candidati più abbienti, la conservazione alla Camera dei Lords
di poteri e privilegi. E sono rappresentate pure dalla posizione del governo centrale di fronte non
solo all'Irlanda, ma anche al Galles e alla Scozia (oltre che all'India e all'impero).
Nella GB di questo periodo i problemi dell’Impero d’oltremare condizionarono come in nessun
altro paese lo sviluppo del liberalismo democratico (formazione del partito dei liberali imperialisti;
passaggio del più influente leader radicale, Chamberlain, dall’ala sinistra del partito liberale al
partito conservatore-unionista).
Francia
La III Repubblica (1870) sorge dalla caduta del Secondo Impero e si fonda su un sistema elettorale
a suffragio universale.
Essa rimane a lungo una repubblica conservatrice: perché subisce le ripercussioni politiche di
essersi contrapposta e di aver represso le tendenze popolari più radicali espressi ora dalla
formazione della Comune di Parigi. E soprattutto perché la maggioranza dei membri
dell’Assemblea è monarchica.
La situazione internazionale della III Repubblica contribuisce a darle un'impronta conservatrice
L'isolamento in cui il cancelliere tedesco Bismarck riesce a mantenere la Francia per 20 anni, la
spinge a tentare di riconquistare la posizione di potenza primaria che la vittoria tedesca le ha tolto,
costruendosi un immenso impero coloniale.
Italia
o Il Regno d'Italia è l'unico a seguire nella II metà del sec., ossia dalla sua nascita, un processo di
applicazione-evoluzione del sistema di governo rappresentativo che non indulge in varianti
autoritarie o conservatrici al limite del reazionario come la Francia o come il III Reich.
15
o Basato su una costituzione "concessa" nel 1848 dal sovrano piemontese, il sistema di governo
dell'Italia unita prosegue nella sua evoluzione da monarchia costituzionale in monarchia
parlamentare.
Primo 900’: affermazione del liberalismo democratico di Giovanni Giolitti
Il suffragio elettorale assai ristretto con cui il sistema costituzionale italiano ha inizio nel 1861
viene moderatamente esteso nel 1882 per essere allargato al suffragio universale maschile nel
1911.
Anomalie e vizi del sistema stanno nella tendenza al "trasformismo" che si afferma fin dagli
ultimi decenni dell'800 logorando l’originaria alternanza al governo dei due partiti della Destra e
della Sinistra fino ad annullarla; e anche nel modo di "fare" le elezioni, soprattutto nel Sud.
Il dibattito sulla natura e sull’identità della nazione è uno dei più vecchi, importanti e controversi
della storiografia contemporanea.
Con quali caratteristiche il problema è sorto nell’Occidente moderno?
Con quali forme ha condizionato le relazioni internazionali, giustificando la qualifica del XIX
secolo come secolo delle nazionalità?
o Epoca precisa in cui è stata concepita l’idea di nazione = XVIII secolo (gli altri termini
cominciano a qualificarsi dopo)
o Termine nazionalità: inteso spesso come sinonimo di nazione ma di fatto utilizzato con
significato meno importante.
o Nazionalismo: Kohn → “idea-forza della vita politica, culturale ed economica dell’emisfero
occidentale del tardo XVIII” (nazionalismo = prima idea forza universale che agisce
nell’organizzare tutti i popoli in Stati nazioni)
o Principio di nazionalità: ogni stato deve corrispondere ad una nazione e viceversa; esso
domina la storia dell’Europa Contemporanea e la politica mondiale (viene elaborato dai
teorici della nazione del primo ottocento tra cui Mazzini).
Progressivamente l’applicazione di tale principio dà luogo a un sempre maggiore numero
di stati nazionali (a seconda dei periodi, 12, 26,42…). Tale progressione numerica si spiega
anche con il fatto che nel periodo che va da Mazzini a Wilson il principio di nazionalità
veniva considerato applicabile alla sola Europa.
o Movimenti nazionali: rappresentano la manifestazione concreta della volontà dei popoli di
ottenere la propria unità, oppure la propria indipendenza e unità quando ne sono privi
o Stato-nazione: indica la coincidenza di fatto realizzata o da realizzarsi tra le due forme di
collettività umane indicate nei due termini.
- Mazzini nel suo programma ideale pensava ad una Europa formata esclusivamente da
Stati-nazioni
- A dimostrare il carattere teorico e solo parzialmente applicabile della formula è stata
sottolineata “la molteplicità di nazionalità, lingue o etnie presenti nei più antichi stati-
nazioni: GB, FR, SP” (Hobsbawn).
- Carattere imbarazzante degli stati-nazione dell’EU occidentale: in essi nasce prima lo stato
poi si acquista coscienza della nazione
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o La nazione moderna nasce nel secolo XVIII nell’Occidente; la sua successiva espansione
ideologico-politica si compie da Ovest verso Est, per arrestarsi alle soglie dell’Asia alla fine
della I guerra mondiale.
o Federico Chabod: fa nascere l’idea di nazione dal Romanticismo essendo un particolare
aspetto del movimento romantico, la nazione si esprime e si qualifica come “senso della
singolarità di ogni popolo, rispetto delle sue proprie tradizioni, custodia gelosa delle
particolarità del suo carattere nazionale”
o Herder: è considerato da Chabod la personalità singola che anticipa il concetto di nazione;
egli pone la condizione anti-storica che la nazione non muti nei secoli il territorio in cui si
trova e non si frammischi con altri popoli (anticipazione del nazionalismo)
o Rousseau: è secondo Chabod l’altro teorico della nazione; egli fa un salto di qualità
analizzando la “volontà” di creare uno stato creato sulla volontà popolare e quindi uno stato
nazionale (→ trapasso dalla mentalità riformistica del 700’ alla mentalità rivoluzionaria
della fine del secolo e dell’800’).
o Chabod è consapevole che l’impostazione romantica del problema della nazione è all’origine
degli equivoci fra nazione e libertà, delle successive enfatizzazioni del valore assoluto di
nazione, dei successivi antagonismi fra concezioni politiche nazionali che improntarono di sé ,
fra 800 e 900, un’epoca di contrasti internazionali intransigenti e irrisolvibili, di guerre totali.
3. Concezioni della nazione e missioni nazionali dei paesi occidentali: Inghilterra, Stati Uniti e
Francia
I pensieri nazionali (nel significato specifico di pensieri rivolti a definire la propria nazione, con le
sue origini e caratteristiche inimitabili e la sua particolare missione) prendono strade diverse: ad
ogni popolo corrisponde un’elaborazione ed un’espressione tanto particolare dell’idea di nazione da
renderla soggettiva, esclusiva e non trasferibile.
E tali pensieri nazionali particolari influenzano le politiche internazionali degli stati-nazioni.
Inghilterra
o Già prima del romanticismo aveva acquisito consapevolezza della propria esclusività (posizione
insulare inviolata dalla conquista Normanna del 1066; potenza commerciale e navale, avere una
costituzione considerata dagli europei un modello di sistema politico).
Nel caso inglese i motivi di esclusività erano dunque netti: il più accreditato risulta quello
della tradizione politica e costituzionale: l’identificazione di tale tradizione con la nazione
inglese si realizza nella seconda metà del 700’ (Burke: la GB non è solo una regione fisica
ma una concezione di valore continuativo che si estendeva nel tempo ed era stata voluta
deliberatamente per secoli da intere generazioni)
Costituzione inglese come risultato di esperienze plurisecolari esclusive tale concetto
viene accolto dalla classe di governo anche nelle sue implicazioni internazionali
o Da una concezione della nazione esclusiva in quanto nata da un’esperienza politica secolare del
popolo inglese, Burke passa ad un’impostazione dottrinaria di valore più generale, che sarebbe
stata applicata dal governo inglese ai fenomeni nazionali di primo ‘800 (la concezione della
nazione come “diritto personificato”ispira una dottrina della nazionalità che poteva essere
applicata alle situazione di Norvegia, Polonia, Spagna → appoggio inglese all’insurrezione del
paese contro la dominazione francese del 1808)
o La missione della Gb nella prima parte del XIX secolo nel mondo occidentale risulta fondata sul
modello politico-costituzionale del Regno Unito presentato
In un primo tempo come modello da ammirare (Canning: 1808 e 1823-27)
Poi come modello da imitare (Palmerston: 1830-1841 e 1846-49)
E’ una direttiva che:
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Si esprime in politiche del riconoscimento degli Stati/governi nati da rivoluzioni e poi in
politiche di non intervento a sostegno della libertà di scelta dei popoli
Ma nello stesso tempo coesiste, a seconda delle regioni geografiche e delle situazioni, con
politiche di intervento dettate da esigenze di espansione economica (Cina) e di egemonia
strategica (Grecia 1850)
Stati Uniti
o Anche le componenti della concezione americana di nazione sono antiche (risalgono all’inizio
del XVII secolo).
- La componente più importante è quella che la fondazione degli USA (fine 700’) conferisce
alla nazione americana una legittimità morale e istituzionale fondata sui diritti naturali di ogni
uomo “alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità” (dichiarazione di Indipendenza, 1776).
- L’universalità di tali diritti spingeva i coloni -spiegava la dichiarazione- a sottrarsi alla
dominazione della madrepatria inglese, proclamando la propria indipendenza a creando di
conseguenza una nuova nazione.
La nazione americana si diceva tale per scelta razionale e per espressione di volontà,
rifiutando ogni retaggio storico precedente e richiamando principi considerati validi per ogni
popolo in ogni luogo e in ogni tempo (≠ concezioni della nazione formulate in EU: fondate su
principi storicistici e su sentimenti particolaristici).
o Caratteri della concezione americana della nazione (tra i padri fondatori → Thomas Jefferson)
a) Prima concezione volontaristica e universalistica della nazione
b) Risolve la contraddizione fra l’universale dell’umanità e il particolare della nazione
(trasferendo attraverso un atto di ragione, ma in realtà di fede, i valori universali dell’umanità
nella nazione: più precisamente in una sola nazione = quella americana)
c) Prima concezione che poteva consentire agli Usa un’espansione territoriale che non intende
presentarsi come conquista e annessione, ma come estensione della nazione americana
o Queste origini e questa concezione della nazione americana offrono i presupposti per una
“missione” di espansione territoriale che si proponeva come estensione della nazione
americana (con i suoi benefici: libertà politica, democrazia, opportunità di crescita
economica).
o Va evidenziato l’ostinato impegno degli Usa nel conciliare l’universalismo dei diritti umani
e l’identificazione della nazione americana con essi. Tale impegno si concretizza in una
duplice linea di comportamento transnazionale:
1) Politica interna che predispone gli USA ad accogliere immigrati da altri continenti e a
condividere con essi le opportunità di una vita migliore dei cittadini americani
2) Politica estera rivolta a promuovere fuori dalle frontiere degli USA le stesse libertà,
istituzioni politiche democratiche, opportunità economiche di cui gli americani godevano
nella loro nazione
Francia
o La concezione francese della nazione si presenta alla fine del secolo XVIII come universalistica
e volontaristica. L’idea di nazione moderna nasce dal contesto della rivoluzione (in questo
ambito si può trovare alla concezione francese un’impostazione precisa nel Contratto sociale di
Rousseau: teorico della “volontà generale” quale espressione di un “essere collettivo” =
comunità nazionale).
o La Grande Nazione nasce:
- Non come esaltazione enfatica ed esasperazione storica ed etnica di una nazione francese
particolare e superiore
- Ma come idea e programma d’azione di una “patria” dei diritti umani e dei valori universali
aperta a tutti gli spiriti liberi che si trovano dentro o fuori dai confini del Regno di Francia; e
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che riconoscono nella Francia l’antitesi etica, politica, istituzionale e sociale degli Stati
patrimoniali dell’Europa dell’Antico Regime
o Il processo politico attraverso il quale la Francia diventa Grande Nazione attribuendo alla propria
esperienza rivoluzionaria validità e portata universali non è dissimile da quello che caratterizza la
concezione americana. Ciò che è diverso è il contesto politico-geografico.
- Gli eventi francesi si svolgono nel cuore del sistema internazionale del tempo; e quindi
provocano due ordini di conseguenze nei popoli europei (che si trovano a breve distanza dal
territorio francese).
Nei popoli suscitano ferendo e aspettative
Negli stati determinano diffidenza e ostilità
o Sono proprio le manifestazioni di diffidenza e di ostilità degli Stati d’Antico Regime verso la
Francia rivoluzionaria a sollecitarla a dare compiutezza politica e coerenza storica alla
concezione della Grande Nazione.
- Dall’atteggiamento delle potenze vicine, la Francia è indotta ad assumere un ruolo politico-
militare da difensivo ad offensivo.
o I movimenti nazionali
- Nell’Europa dell’Ottocento l’attenzione si concentra sui movimenti delle nazionalità, operanti
in quei paesi che Stati-nazioni non lo erano ancora, perché dipendenti da altri Stati (es. Italia,
Polonia). I movimenti italiano, polacco, ungherese e tedesco si presentano come i protagonisti
della “questione nazionale”durante tutto il periodo che va dalla restaurazione al 1870.
- Soltanto i movimenti italiano e tedesco provocano la formazione di cospicui Stati-nazioni
nuovi; essi rappresentano il primo grande risultato di un processo di trasformazione politica in
senso nazionale e territoriale che dall’Europa centrale si estende all’EU orientale (XIX
secolo), per coinvolgere nel XX secolo anche Asia ed Africa.
Il movimento italiano realizza per primo il suo programma; come il movimento tedesco, esso si
ispira all’idea di nazione concepita dal Romanticismo.
o La scarsa aderenza alla realtà immediata del programma mazziniano favorì i programmi dei
liberali moderati, più limitati ma più attenti alla necessità di non urtare contro gli ostacoli
insuperabili quali Papa, dinastie regionali…
Varietà di posizioni all’interno dei liberali moderati italiani:
Balbo: avanza la tesi di un “inorientamento” dell’impero asburgico che lo facesse rinunciare
al Lombardo-Veneto in cambio di territori più a est, nei Balcani soggetti all’Impero
ottomano.
Alcuni liberali moderati ritenevano inevitabile una guerra nazionale contro l’Austria; altri
insistevano sulla creazione di una federazione che avvicinasse gli italiani negli interessi
economici.
Gioberti (abate): “primato morale e civile degli italiani” (1843) → tale legame deve fondarsi
sul rinnovato legame con il papato, che già nel medioevo aveva dato grandezza all’Italia.
Programma politico proposto da Gioberti era prudente e circoscritto = istituzione di una
confederazione italiana sotto la presidenza del papa alla quale si sarebbe accompagnata una
limitata trasformazione degli stati regionali (programma d’azione modesto che non affronta
il tema della dominazione straniera)
Altri moderati: idea di affidare la funzione politica direttiva della costituenda confederazione
italiana al sovrano del Regno di Sardegna, Carlo Alberto ( questione in parte alternativa
del programma liberale-moderato, il c.d. “albertinismo” )
Uscito di scena Carlo Alberto, la guida del movimento nazionale italiano passò negli anni 50’
allo stato piemontese → realizza nel 1861 lo stato unitario italiano (maggior successo europeo
del liberalismo nazionale)
o L’idea di nazione tedesca nasce nel tardo ‘700 in ambito intellettuale e letterario traendo dal
Romanticismo l’immagine poetica della nazione come “essere vivente”; ma il movimento
nazionale si traduce in azione politica e militare alla fine dell’età napoleonica.
- Il progresso del movimento è peraltro caratterizzato da tempi di arresto, crisi, involuzioni.
- Il movimento riceve impulsi da:
Sviluppo intellettuale, assai vivo dall’età illuministica si arricchisce di motivi nazionali
(Hegel, Fichte → “discorsi alla nazione tedesca”)
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Movimento economico: diede impulso al processo di unificazione nazionale (1834:
Zollverein = unione doganale di iniziativa prussiana, che collegò una parte degli stati
tedeschi: l’adozione di una politica rigidamente protezionistica mentre lega strettamente tra
loro gli stati dell’unione, rese più difficili i suoi rapporti con i paesi esteri).
o Con tutto ciò, la questione nazionale in Germania alla vigilia delle rivoluzioni del 1848 non si
pone in termini politici immediati anche per l’esistenza di 3 diverse tesi per la sua soluzione:
1) Conservatori: sostengono una semplice modifica dell’assetto del 1815 che senza pregiudicare
i diritti dei sovrani assicurasse l’unità della politica e la fusione delle forze militari.
2) Liberali: aspirano a costituire uno stato federale sotto un imperatore che limitasse i poteri
delle dinastie
3)Democratici: intendono abbattere la struttura del vecchio Reich e costruire una nuova
Germania a regime repubblicano.
o Come in Italia, anche in Germania le rivoluzione del 1848 imprimono una svolta al movimento
nazionale: la crisi del Parlamento di Francoforte conduce alla progressiva riduzione del ruolo del
movimento liberale nella questione nazionale tedesca.
Con il fallimento del liberalismo è tutto il movimento a subire un tempo di arresto. Il risveglio si
ha solo nel 1858: la scossa decisiva al movimento nazionale tedesco viene dalla vittoria
dell’Impero francese nella guerra franco-austriaca (1859) e dal successo del movimento
nazionale italiano (che agisce da stimolo e da incoraggiamento).
► Treitschke (storico) → stretta analogia fra i processi politici nazionali italiano e tedesco ed in
particolare fra l’opera di Cavour e di Bismarck
Evidenti similarità esterne: funzione dei due stati guida, Piemonte e Prussia + conseguenze
sulla situazione internazionale europea e sul sistema delle grandi potenze della costituzione di
due grandi stati-nazione nuovi
Diversità profonde:
ITA: negli anni 50’ la politica di Cavour prima sviluppa il liberismo in Piemonte e poi (ma
anche in concomitanza) affronta la questione nazionale.
L’unificazione italiana può considerarsi una conclusione importante dell’azione congiunta
di liberalismo e nazionalità procedono di pari passo processo di sviluppo nel quale le
parti principali del movimento italiano, quella cavouriana sia la componente e quella
popolare (Mazzini e Garibaldi) danno il loro contributo
GER: negli anni 60’, quando si realizza la fase conclusiva del movimento nazionale tedesco,
è lo Stato prussiano a svolgere un ruolo preminente (il movimento nazionale tedesco non è
il risultato di forze politiche differenti). A capo di esso si pone saldamente Bismark.
Lo stato nazionale di Bismarck nasce dalla sua trasformazione del principio di nazionalità
da criterio etico-politico per promuovere la nascita di nuovi stati entro un contesto
internazionale equilibrato ed omogeneo (che si identifica con l’Europa), in strumento per
l’affermazione e la potenza, esclusiva e suprema, di uno Stato al quale nessuno deve
opporsi (il suo modo di intendere lo stato nazionale è molto diverso)
o Nella II parte del secolo XIX, fra il 1870 e la conclusione della IWW la questione nazionale
assume nuove forme.
Essendosi qualificata sul piano culturale in quanto idea di nazione moderna dell’Occidente
euroamericano fin dal 70’’, ed essendo poi stata affrontata e risolta dai movimenti di
unificazione nazionale della fascia centrale – italiana e tedesca – del continente europeo, essa si
impone all'Europa orientale per ottenere infine una soluzione con la IWW.
o La realtà è però molto più complessa
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- La questione nazionale subisce l'influenza dell'effetto traumatico provocato nella società e
nella situazione politica internazionale dallo spirito e dal modo in cui si realizza nel 1870
l'unificazione tedesca.
Questo evento dà l'impulso preliminare a un mutamento delle concezioni nazionali che si
sono sviluppate nei paesi dell'EU centro-occidentale: ne derivano nazionalismi integrali
che esaltano la propria nazione in gara, in competizione, in conflitto con altre; qualche
volta determinarono degli imperialismi
o Aspetto caratteristico dello sviluppo della questione nazionale in questo periodo = azione
comune di liberalismo e nazionalità nella costruzione di nuovi Stati-nazioni, che viene interrotta
dall'unificazione tedesca, sembra proseguire nell'Europa orientale in genere; ma non senza subire
l'influenza dei nuovi modi, aggressivi ed esclusivisti, di concepire la nazione e promuoverne
l'interesse e l'espansione.
Movimento polacco: contrariamente ai movimenti italiano e tedesco, esso "parte" nel 1815 da
una situazione di riconoscimento di un nuovo Stato nazionale polacco a regime costituzionale
rappresentativo per scontrarsi poi con la dominazione russa e soccombere; ma esso rimane
comunque presente nello sviluppo multiforme del liberalismo nazionale europeo e si pone
come condizione preliminare dell’applicazione del principio di nazionalità nella IWW.
Movimento ungherese: contrariamente ai movimenti italiano e tedesco, esso non ottiene nella
stessa epoca il riconoscimento di uno Stato-nazione a sé stante; ma il Regno d'Ungheria si
impone nell'Ausgleich del 1867 entro la nuova struttura della Duplice Monarchia
Austroungarica come elemento portante dell'ultima versione dello Stato asburgico.
(Compromesso Austro-Ungarico = riforma costituzionale promulgata nel 1867 dall'imperatore
d'Austria Francesco Giuseppe, con la quale l'Ungheria otteneva una condizione di parità con
l'Austria all'interno della monarchia asburgica, segnando il passaggio dall'Impero Austriaco
all'Impero Austro-Ungarico)
Grecia → Ci si trova dinanzi al: primo movimento nazionale della regione e a uno dei primi
d'Europa; a un movimento forse in se stesso non eccessivamente robusto e indipendente, ma
che esercita sull'EU romantica una suggestione storica e poetica senza pari; a uno dei primi
movimenti che realizza nell'Europa del primo '800 uno Stato-nazione; all’ oggetto di una
grande e prolungata crisi del sistema europeo per le grandi potenze che coinvolge, Russia, UK
e Francia; al primo colpo inferto all'Impero ottomano nel corso della "questione d'Oriente"
Conquista dell' "autonomia" del Principato di Serbia.
► Elementi comuni ai movimenti che portano alla formazione di stati-nazioni (oltre all’elemento
comune dell’azione contro rigide cornici sovrannazionali a base dinastica)
a) Spesso il risveglio nazionale è un fatto di "cultura" prima di diventare un fatto politico.
b) Religione: contrapposizione cristiani contro musulmani → i popoli cristiani soggetti ad un
impero multinazionale cristiano acquistano una coscienza religiosa e si sollevano fino a
costituirsi in stati-nazioni indipendenti (il movimento greco e serbo indicano la strada).
La Russia è l’unica grande potenza di religione ortodossa su cui – dalla vicenda greca in poi i
cristiano-ortodossi dell’EU orientale possono contare per realizzare i loro programmi
nazionali.
c) Razza slava. La corrispondenza fra religione cristiana ortodossa e razza slava non è certo
rigorosa, il movimento panslavo o panslavista nasce nella Boemia, slava ma prevalentemente
cattolica con le rivoluzioni del 1848.
Religione cristiana ortodossa + appartenenza alla razza slava: debbono considerarsi
essenziali per la nascita e lo sviluppo del panslavismo, uno degli aspetti caratterizzanti
dell'epoca dei nazionalismi e degli imperialismi.
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6. Dalle nazionalità ai nazionalismi e agli imperialismi
o Dal 1870 in poi, si entra nell'epoca in cui le idee e i movimenti delle nazionalità cedono il posto,
soprattutto nell'EU centro-occidentale, a nazionalismi aggressivi, espansionisti, esclusivisti (tali
cioè da considerare soltanto gli interessi del proprio stato-nazione nel disprezzo degli interessi
altrui)
o Precisazioni utili per comprendere questo periodo:
1) Il termine "nazionalismo" in lingue importanti (ing, ted) vale sia per idea di nazione, sia per
movimento nazionale, sia per l’affermazione esclusivistica della propria nazione.
2) Passaggio dal primo al secondo '800: è segnato dal momento in cui nell'Europa centro-
occidentale le due forze di opposizione al sistema del 1815, liberalismo e nazionalità,
cessano di operare insieme per la costruzione di Stati-nazioni nuovi come il Belgio e l'Italia;
e ciò in coincidenza e sotto il peso dell'unificazione tedesca.
Mentre nell’EU orientale l’azione comune di queste forze sembra proseguire: la creazione di
nuovi stati-nazioni è infatti accompagnata dall’introduzione di istituzioni costituzionali.
3) Nella stessa Europa centro-occidentale si riscontra, nell’estensione delle istituzioni
democratiche, un progresso che ha indotto parte della critica storiografica a collocare
l'apogeo del liberalismo europeo dopo il 1870.
Solo dando rilievo all'impatto del "bismarckismo" sul sistema e sulla società europei si può
parlare non di apogeo ma di crisi annunciata (Bismarckismo = politica che ha portato
all'affermazione della Germania nel 1870 e che ne garantisce l'egemonia nel ventennio
seguente).
4) Il mutamento epocale che si è rilevato è indicato in modo significativo dal nuovo rapporto
fra lo Stato-nazione e l'Europa, entità intermedia per il pensiero nazionale del primo '800,
mazziniano o liberale moderato, fra la nazione e l'umanità.
L’inesistenza della rappresentanza parlamentare dei due movimenti non deve però ingannare
o FRA: gran parte dell'opinione pubblica è "chauvinista", ossia aggressivamente nazionalista
(sentimenti diffusi di revanche contro la GER per la sconfitta del 1870)
o ITA: gran parte dell'opinione pubblica italiana è nazionalista, e questi sentimenti penetrano
largamente nella compagine dei partiti "borghesi" e, in parte minore, nella sinistra patriottica. In
conclusione sulla politica internazionale italiana del decennio della IWW, il movimento
nazionalista esercita un'influenza sproporzionata rispetto alla sua consistenza parlamentare.
7. L’età dell’imperialismo
Con queste chiarificazioni si può individuare meglio, in un’età dell’imperialismo così circoscritta, la
convergenza e coincidenza di una serie di fattori presenti in quest'epoca.
a) Fattore "nazionalismo": un aspetto importante di una “età dell’imperialismo”= enfasi diffusa
sulla "missione" e sulla "vocazione" a esprimere attraverso l'espansione imperialistica il vigore e
la potenza nazionali.
o GB: se la sua missione nazionale nell’età di Palmerston (1830-1865) era stata quella di
promuovere la formazione di Stati-nazioni a sistema politico costituzionale rappresentativo
sul continente europeo, dopo il 1870 la missione cambia.
Protezionismo e bismarckismo inducono la GB
allo splendido isolamento dagli affari europei
a trarre dall'impero d'oltremare la base e la garanzia della sua potenza mondiale
ad assumere il "fardello dell'uomo bianco" (= concepire come proprio della nazione inglese
il compito di guidare le popolazioni soggette a dominio coloniale verso la "civiltà", ossia
l'autogoverno e l'indipendenza)
o In questa assunzione di compiti altre potenze imperialistiche imitarono la GB: a cominciare
dagli USA → “dottrina Kipling-Mc Kinley” dal nome del presidente della guerra ispano-
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americana del 1898 che portò gli USA a stabilire il loro controllo su Cuba, Portorico, le
Filippine.
d) Fattore obiettivo della dimensione e della generalità del fenomeno imperialistico fra la fine del
secolo XIX e l'inizio del XX.
GB e FRA: i loro imperi raggiungono ora estensioni notevoli.
Stati nazionali nuovi come Belgio, ITA e GER partecipano a questa espansione
POR,SPA e Olanda conservano gli imperi conquistati nei secoli precedenti.
Sarebbe inesatto infine suggerire che Bismarck oltre che determinare un profondo cambiamento nel
modo di considerare la nazione, l'Europa, la comunità internazionale, tenne anche a battesimo
l'imperialismo-colonialismo del tardo '800.
Il sistema europeo (o sistema degli stati europei) è prodotto dalle relazioni internazionali; esso non
rappresenta un fenomeno nuovo, ma è stato già sperimentato durante l’età moderna.
Esso non ha avvenire: con il secolo XIX il sistema europeo raggiunge il suo apogeo nel contesto
mondiale, ma nello stesso tempo è avviato alla sua conclusione.
Componenti del sistema in quanto attori che entrano in scena in tempi diversi e che alla all’inizio
del XIX secolo definiscono le loro funzioni da quelle degli altri stati europei sono le grandi potenze.
► Heeren: fin dai primi secoli dell’età moderna si stabilirono fra gli antichi Stati dell’Europa
relazioni più strette e frequenti, mentre si ponevano questioni di interesse comune:
quella delle divisioni religiose dopo la riforma
quella di organizzare una difesa contro l’espansione ottomana
quella di commerciare con le colonie.
Progressi tecnologici (stampa, posta) → maggiori rapporti e contatti e di conseguenza senso
di vicinanza e di affinità morale e culturale fra i popoli europei
Tali condizioni offrono una base per capire quando, come e perché il sistema europeo nacque
e prese forma nei tre secoli che precedettero l’800’.
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o Dall’inizio dell’età moderna si stabiliscono fra gli Stati europei combinazioni che risultano
organizzate in modo più sistematico di quanto non fossero nell’epoca precedente e hanno intenti
non circoscritti ai singoli stati contraenti, ma estensibili a tutto il sistema in formazione.
I rapporti fra gli stati traggono nuova stabilità dall’istituzione di ambasciate permanenti; le
comunicazioni fra i popoli europei si avvantaggiano anche dello sviluppo delle istituzioni
consolari (si moltiplicano inoltre i trattati internazionali).
o La stipulazione sempre più frequente di trattati i. rappresenta all’inizio il fattore decisivo per la
formazione del sistema europeo.
Il processo sembra arrestarsi con la Guerra dei Trent’anni (1618-48).
Alla conclusione del conflitto però attraverso numerosi negoziati viene raggiunto un assetto
internazionale che pone le fondamenta giuridiche essenziali per la ricostruzione del sistema
degli Stati europei.
I trattati di Westfalia (1648) stabiliscono infatti:
Il riconoscimento del principio di tolleranza religiosa fra cristiani (cattolici e riformati).
Riconoscimento internazionale di stati quali Paesi Bassi e Svizzera implica parità
giuridica tra Sati grandi e piccoli
Estensione contemporanea dello stato di pace all’intera Europa (dal Portogallo alla Russia)
Definizione della prima costituzione riguardante un’unione di Sati sovrani (quelli della
Mitteleuropa tedesca formalmente uniti nel Sacro Romano impero sotto casa d’Asburgo)
► Miracolo Europeo = impegno coronato con successo di diversi stati del continente per mettere a
frutto una situazione geo-economica e geo-politica dell’Europa ad un certo momento della sua
storia: nel momento cioè in cui le condizioni politiche e spirituale di superamento del Medioevo,
unite ai progressi della scienza e della tecnica della navigazione, consentirono ai suoi popoli, di
muoversi agevolmente negli spazi oceanici.
o La nozione del miracolo europeo consente di affrontare in modo almeno in parte diverso
rispetto all’impostazione tradizionale il fenomeno delle grandi potenze.
Solo le grandi potenze avevano la volontà per gestire le relazioni internazionali sul continente,
ai suoi confini, nelle sue dipendenze coloniali.
Ranke → le grandi potenze sono quei grandi stati che si formarono e imposero durante l’età
moderna : RUS, FRA, GB, AUS, PRU (parteciparono a quasi tutte le guerre e a quasi tutte le
paci).
o Alle 5 potenze si applica il principio del sistema europeo che è stato considerato più tipico e
qualificante = principio dell’equilibrio (concepito ad applicato dapprima dagli stati regionali
italiani del 400’ che aveva inaugurato la diplomazia stabile).
26
Adottato nel 500’ dagli Stati nazionali dell’Europa occidentale come strumento di difesa
contro Carlo V imperatore e poi contro Filippo II di Spagna
Con i trattati di Westfalia diventa una direttiva costante della politica delle “potenze
marittime” con cui si intendevano i Paesi Bassi e la GB (→ anima coalizioni contro i tentativi
della Francia del Sei-Settecento e del Sette-ottocento di stabilire il suo predominio
sull’Europa occidentale).
L’equilibrio di potenza fra i maggiori stati presentava anche aspetti di instabilità perché
portava a modifiche nell’assetto e nella sovranità territoriali degli Stati piccoli e delle parti
periferiche degli stati più grandi
Compensi e spartizioni (Polonia) rappresentano le conseguenze accettate della politica di
equilibrio settecentesca.
► Fra l’ultimo decennio del 700’ e il 1815 → il sistema degli stati europei fu travolto dalla
rivoluzione francese e dall’esperimento egemonico dell’Impero Napoleonico: processo contro
il quale venne attuata dalle grandi potenze alla fine vincitrici di Napoleone la ricostruzione
politico-territoriale dell’EU.
Questa ricostruzione avvenne fra il 1814 e il 1815: in questo breve periodo fu impostata la
versione più organica degli stati europei = la Restaurazione (rimane in vigore per 4
decenni).
► I trattati del 1815 segnarono l’inizio dell’ultimo secolo del sistema degli stati europei; e nello
stesso tempo ne impostarono, come si è detto, la fase più organica, quella della Restaurazione.
27
Il sistema del concerto raggiunge (con il 1815) un livello elevato e consapevole di collaborazione
tra le grandi potenze; vengono introdotte norme di comportamento e norme i. intese a garantire
l’indipendenza degli stati minacciati.
o Il sistema i. della Restaurazione si presenta oggi a molti studiosi il più riuscito nella storia
moderna-contemporanea europea.
In realtà, un lungo e rigoroso impegno di ricerca storica precedente queste valutazioni positive
aveva messo in luce come l’assetto del 1815 fosse il risultato di compromessi al limite della
rottura e della guerra di evidente derivazione settecentesca.
GB + Austria alleate insieme nel sostenere contro le pressioni espansionistiche della Russia
(in EU) e della Prussia (in Germania): assetto del continente che viene tradizionalmente
considerato un ritorno dell’equilibrio.
GB: interesse preminente = mantenere stabile ed in mani sicure la situazione europea per
poter dar corso liberamente al suo impegno commerciale ed espansivo altrove.
Austria: interesse preminente = congelare una situazione europea che soltanto così le
consentiva di mantenere un ruolo primario: l’EU delimitata dai Trattati del 1815 era
l’unico settore dove l’azione politico-militare austriaca potesse svolgersi (se tale settore si
fosse messo in movimento avrebbe visto in pericolo il suo ruolo e la sua sopravvivenza).
o Il sistema dell’equilibrio del 1815 assume un aspetto paradossale: quello di un’egemonia
austriaca in tutta l’Europa centrale tedesco-italiana.
Il controllo austriaco sulla Germania e sull’Italia fu accettato dalla Russia e dalla Prussia.
Perché? Perché valutano l’Austria debole per la compresenza al suo interno di 7 nazionalità
differenti e quindi senza ambizioni egemoniche → la sua egemonia su G e I non poteva andare
oltre i limiti di una politica di equilibrio europeo.
Il sistema della Restaurazione è quindi il sistema dell’Austria
o Altra caratteristica peculiare del sistema = collegare la stabilità internazionale con la stabilità
interna degli Stati garantita dalla conservazione di regimi assolutistici; e di affidare alle grandi
potenze il diritto-dovere di controllare gli sviluppi delle società all’interno degli stati: di adattare
ed applicare il principio dell’intervento (non è q.sa di univoco e condivisibile da tutte le potenze;
viene applicato e gestito in maniera diversa in Europa).
Nel periodo di definizione dell’assetto del 1815 e pochi anni dopo: c’è un principio di
intervento “inglese” che si appoggiava alla quadruplice alleanza e prevedeva l’intervento
degli alleati se la rivoluzione fosse nuovamente scoppiata in FR.
Dopo la stagione “liberale” del 1814-1815: la potenza più intransigente nel sostenere
l’applicazione ovunque in EU del principio di intervento = Russia.
L’Austria di Metternich so mostrò attenta ad applicarlo soltanto nelle regioni europee che
l’assetto del 1815 aveva assegnato al suo controllo: G e I
► Fra 800’ e 900’: al sistema del 1815 è stata rivolta la critica di non aver tenuto conto delle
aspirazioni liberal-costituzionali e nazionali di quei popoli europei che durante l’età
rivoluzionaria e napoleonica avevano avuto modo di esprimersi in movimenti (tedesco, italiano,
polacco…). Tali movimenti non erano allora abbastanza maturi per essere considerati dai
peacemakers del 1815.
Fine di tale epoca → due date possibili
1854: guerra di Crimea, scontro AUS vs. RUS, due potenze custodi dell’assolutismo
monarchico, avverse ai movimenti nazionali e favorevoli al principio di intervento.
Rivoluzione francese del 1848 in FRA e annuncio di Lamartine (assetto di Vienna non ha più
alcun valore morale)
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5. Il sistema bismarckiano: equilibrio o egemonia tedesca?
o Quello che Ottone di Bismarck, cancelliere del nuovo Impero tedesco creò fu uno dei sistemi
internazionali meglio congegnati e operanti.
Analogie tra sistema bismarckiano e sistema della restaurazione:
Seppe garantire la stabilità e la pace internazionali
Era un sistema continentale: in quanto basato su un nucleo centrale (il nuovo impero
tedesco) che guardava per i suoi legami internazionali anzitutto ad altri stati continentali
come l’Austria e la Russia.
Era un sistema conservatore: perché guidato dallo spirito monarchico autoritario di
Bismarck (con la sua ricerca di consenso ed appoggio internazionale); perché dopo un
decennio di guerre della Prussia nell’ultimo stadio della sua espansione, il Reich mira ora a
mantenere lo status quo.
o La posizione geografica della Germania, aperta per la posizione centrale nel continente alla
pressione e all’invasione delle grandi potenze che la circondano, diviene un motivo e un impulso
determinante per la costruzione del sistema bismarckiano.
E’ un sistema di equilibrio anomalo in quanto sistema egemonico: si fonda e dipende sullo
stato più forte + esigenza posta da Bismarck che in un sistema europeo di 5 grandi potenze la
Germania potesse contare sempre su due alleate
La semi-egemonia della potenza più forte era resa di fatto egemonia ma si nascondeva dietro
un sistema di alleanze (carattere tipico dei sistemi di equilibrio).
Tre fasi del sistema bismarckiano di alleanze: 1871-78; 1879-86; 1887-90
Mettono in evidenza altre peculiarità:
le reti di alleanze, diversamente dalle alleanze multilaterali del passato, hanno nella
Germania un centro propulsore e coordinatore.
I tre sistemi di alleanze escludono sempre la Francia (ex nemica sconfitta nel 1870)
Adattabilità della politica bismarckiana ai mutamenti della situazione internazionale +
impegno senza precedenti nella tradizione prussiano-tedesca, in settori periferici o distanti
dal sistema europeo quale finora è stato (questione Oriente, bulgara, dell’Africa centrale)
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6. Continuità e stabilità del sistema delle grandi potenze durante il secolo XIX:
un problema controverso
► Fra il 1815 e il 1914 il sistema europeo assunse diverse versioni: il suo centro direzionale, cioè il
gruppo delle grandi potenze, conservò la sua stabilità?
Taylor: risposta affermativa → “le grandi potenze che scatenarono la IWW erano le stesse che
avevano fatto il Congresso di Vienna”.
E’ il caso tuttavia di distinguere: c’era un gruppo di 4 potenze (AUS; RUS; FRA; GB) che
rimasero le stesse salvo per i mutamenti politico-sociali, che le riguardavano tutte ed i
mutamenti istituzionali che riguardavano solo un parte di esse.
Ci si deve chiedere quanto ciascuna di queste 4 mutasse nel corso del secolo in termini di
forza.
► Dopo quanto si è detto sul significato dei movimenti delle nazionalità, riesce difficile accettare
la tesi di una continuità-stabilità del sistema europeo.
o L’unificazione tedesca provocò uno sconvolgimento tanto profondo da:
segnare forse l’inizio di un’intera epoca della storia contemporanea dell’Europa (1871-
1945: dalla fondazione del Secondo reich alla caduta del Terzo)
e certo l’inizio della fase ventennale (1871-1890) del sistema bismarckiano.
o Né si può ignorare che l’Italia unita influì in diverse situazioni e momenti sul corso della
politica europea.
o Forse la Germania unita era una potenza troppo grande e l’Italia una potenza troppo piccola
per inserirsi in un sistema i. che tendeva a stabilire e ristabilire l’equilibrio.
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Il maggiore fattore di turbamento e di instabilità portata dalle unificazioni tedesca e italiana
nel sistema europeo stava in quell’impulso nazionalistico che è stato considerato tanto
assimilabile e assimilato da trasformasi in nuovo sostegno all’equilibrio.
Nei decenni che precedono la IWW ci si trova di fronte a una fase meno organica del sistema o
concerto europeo. E’ una fase nella quale convivono, si accordano e si alleano fra loro stati meno
omogenei di quelli del sistema della restaurazione e anche del sistema bismarckiano.
Sono in maggioranza gli stessi ma modificati dal loro interno e dall’evoluzione della società
internazionale:
1. Stati nazionali storici avanzati e sempre più coinvolti fuori dall’EU: GB e FR
2. Antichi imperi multinazionali alla ricerca di una nuova identità nell’espansione imperialistica:
RUS e AUS
3. Stati nuovi nati da rivoluzioni che hanno sconvolto gli assetti: GER e ITA
Un sistema così poco omogeneo nelle parti che lo compongono è messo a dura prova da problemi
nuovi interni e internazionali, che rendono la situazione irrecuperabile:
a) Formazione di due blocchi contrapposti: uno ha origine in età bismarckiana (AUS + GER + ITA
1882, 1887 Triplice Alleanza) mentre l’altro si sviluppa progressivamente (FRA + GB + RUS,
Triplice Intesa)
(la politica di accerchiamento della Germania messa in atto dalla Francia ha sullo sfondo una
prospettiva di revanche). La contrapposizione in blocchi determina successive prove di forze
che si risolvono in vittorie e sconfitte fino alla IWW.
b) Nazionalizzazione delle masse: l’opinione nazionale interna condiziona la politica
internazionale e la libertà d’azione degli statisti
c) Accaparramento di territori extra-europei (trionfo imperialismo) accusa del colonialismo
europeo e presa di coscienza dei popoli extra-europei superamento del controllo europeo
sulle altre parti del mondo
d) Weltpolitik ed egemonia tedesca
Accanto a questi sviluppi che riguardano tutta l’Europa, il fattore più interno, per così dire, allo
sviluppo storico del sistema è dato dalla Germania unificata con la sua rivendicazione implicita e
poi esplicita di egemonia europea.
In se stessa una politica di egemonia in Europa non poteva considerarsi un elemento di crisi
definitiva e di superamento del sistema. Il fatto è però che la Weltpolitik tedesca si trova di fronte
non solo ad altre grandi potenze europee rese mondiali dall’espansione extra-europea, ma anche a
grandi stati moderni extra-europei (Usa, Giappone) di cui suscita la preoccupazione e la diffidenza
(è dal pericolo tedesco che l’America è indotta a terminare la politica di isolazionismo; la Germania
ha la responsabilità di aver introdotto il fattore specifico più determinante del superamento del
sistema europeo, gli Usa).
8. L’Inghilterra “grande potenza di tipo diverso (che non può essere giudicata secondo i criteri
tradizionali dell’egemonia militare)”
1° fase 1789-1800 (fra rivoluzione e Napoleone): intervento nella lotta contro la Francia
o Come fattore di potenza diversa, l’insularità, oceanica ma vicino al continente europeo, delle
isole britanniche, non è un dato obiettivo ma assume importanza quando la situazione storica del
31
secolo XVIII lo consente rendendo tale collocazione geografica un elemento favorevole per
l’espansione del commercio internazionale e poi la rivoluzione industriale.
o Fra i fattori economici della grande potenze inglese del XVIII secolo → finanze pubbliche
gestite in modo efficiente (la banca d’Inghilterra fu fondamentale nel 1964, molto prima di
q.siasi banca centrale di altri paesi).
o Questo vantaggio economico si pone in evidenza quando la bufera rivoluzionaria si abbatte
sull’Europa portando a un ventennio di guerre ininterrotte. Il governo di Londra usa le sue
disponibilità finanziarie in 3 settori:
a) Viene allestito e mantenuto un esercito che contribuisce alle operazioni terrestri contro la
Francia per abbatterne l’egemonia continentale.
b) Il governo britannico si impegna a corrispondere sovvenzioni regolari ad Austria, Prussia e
Russia: un elemento che diviene di importanza essenziale per la condotta della lotta
antinapoleonica (quando le risorse dei 3 alleati verso la fine del periodo si fanno più scarse).
c) Marina militare (Royal navy: viene impiegata in molteplici modi → garantire la sicurezza
delle isole britanniche contro un’invasione del continente; stabilire e mantenere il blocco
dell’EU continentale dominata da Napoleone; sostenere il balzo in avanti economico,
strategico e politico della GB fuori dall’EU. )
o Quest’ultimo impiego della marina fa risultare meglio degli altri la diversità inglese.
Malgrado l’impegno militare, la GB per un ventennio è esclusa dal continente.
Ciò le permette di arrivare a risultati che le altre potenze le avevano prima impedito di ottenere:
dominio incontrastato del mare, controllo su tutti i territori ed i punti strategici utili per avviare il
secondo impero britannico.
L’unica potenza navale, l’unica potenza coloniale, l’unica potenza industriale: ce n’è abbastanza
per dire che in quel momento si afferma il primato e nelle stesso tempo emerge la diversità della
potenza inglese
Diversità perché tale potenza è arrivata a disporre di strumenti esclusivi (che altre potenze non
possiedono affatto) e perché li ha ottenuti in un contesto geopolitico e geoeconomico anomalo
rispetto a quello in cui altre grandi potenze europee hanno stabilito la loro egemonia, il mondo.
32
3° fase 1815-1850: adatta strumenti bellici a contesto di pace
o Con tali caratteristiche esclusive l’Inghilterra inizia l’ultima fase dell’epoca in cui si qualifica
come grande potenza di tipo diverso; questa terza fase si sviluppa in un’epoca di pace (che pone
la GB nella condizione per esercitare la sua egemonia di fatto)
o A tale posizione essa è arrivata tuttavia attraverso le due fasi precedenti, che sono dominate da
guerre frequenti. Se prima quasi tutti gli strumenti della potenza inglese (superiorità navale,
commercio i., espansione coloniale, finanze pubbliche) venivano usati come strumento di guerra,
ora tali elementi nati in contesto bellico vengono adattati alla situazione di pace.
o Caratteristica essenziale degli 80 anni che seguirono Trafalgar = nessun altro paese minacciò in
modo serio il dominio marittimo britannico. Considerazioni analoghe si possono fare sul
commercio internazionale.
Nel 1914 la GB rimane non solo la maggiore potenza finanziaria ma anche la sola i cui
investimenti nel suo impero coloniale superano quelli in altre zone del mondo.
o Rivoluzione industriale: con la pace del 1815 entra in una nuova fase sia per i suoi progressi
tecnologici (epoca delle ferrovie) sia per la sua possibilità di estendersi ai paesi in via di
industrializzazione dell’EU occidentale.
Si pongono allora le condizioni perché l’Inghilterra possa aggiungere all’egemonia extra-
europea una preminenza economica incontrastata sul continente, “sottratto” al sistema
imperiale napoleonico (i prodotti industriali inglesi hanno come ostacoli le politiche
protezionistiche dei governi).
Avrà il predominio industriale alla metà del XIX secolo (GB “officina” del mondo: carbone,
ferro, tessuti di cotone..)
Molti industriali creano nell’EU occidentale fabbriche che applicano la tecnologia produttiva
portata avanti in patria durante la Lunga guerra (1793-1815).
o L’azione diplomatica di Lord Castelreagh si colloca nel momento nel quale la Gb giunse ad
impegnarsi più a fondo nella politica europea fino alla seconda metà del secolo XX. Inizia un
“ritorno all’Europa” che è uno dei caratteri più distintivi della terza fase di questa potenza.
Fino alla morte di Palmerston (1865) la GB fu costantemente presente in Europa; inoltre è
dominante al di fuori dell’EU (India, Medio Oriente, Cina, America Latina).
o GB “madre dei parlamenti” → tale formula esprime sinteticamente una politica di libertà dei
popoli (europei) intesa dapprima a far ammirare il modello britannico in un’Europa continentale
diversa in quanto asservita a regimi assoluti; impegnata poi (Palmerston e Russel) a promuovere
la trasformazione dei regimi assoluti in stati costituzionali e dei paesi soggetti alla dominazione
straniera in nazioni indipendenti.
o Questione d’Oriente = serie di crisi internazionali che durante il secolo XIX contrassegnò
l’indebolimento e lo sgretolamento dell’impero ottomano, soprattutto nell’Europa balcanica.
Le crisi si verificarono in paesi diversi (Grecia, Romania, Bosnia, Bulgaria..) ed in fasi
successive del sistema: nella fase della Restaurazione come in quella bismarckiana, come
quella dei blocchi di potenze contrapposte che precedettero la IWW (la questione d’Oriente è
il caso-studio più rappresentativo del sistema europeo).
Su di essa si tennero i maggiori congressi internazionali del secolo XIX dopo Vienna: Parigi
(1856) e Berlino (1878)
o Elementi caratterizzanti:
1) Le premesse storiche della QO non si collocano nel XVIII secolo. Nel tardo 700’ tali
premesse furono poste dalla Russia di Caterina II, la quale esercitò sull’impero ottomano
pressioni assai maggiori di quelle dell’Austria.
2) All’inizio del XIX secolo prima della questione greca si delinea una questione serba. Il nucleo
della futura Serbia, costituito nel 1808 come principato autonomo, al tempo del Congresso di
Vienna si era già posto all’attenzione della Russia, Austria e GB.
3) Il congresso di Vienna non si assume verso la QO impegni corrispondenti a quelli che si è
presa verso i problemi europei (la GB sarà sollecitata da interessi quasi sempre opposti a
quelli della Russia a esserne l’avversaria più decisa nella questione d’Oriente).
4) Entro il problema dell’Impero ottomano si colloca la questione degli stretti del Bosforo e dei
Dardanelli (passaggio marittimo obbligato fra mar Nero-Mediterraneo che l’Impero Ottomano
continuò a controllare fino al suo sgretolamento ed oltre).
Essa fu alla base della rivalità anglo-russa nella QO
5) La questione dello sgretolamento dell’impero ottomano va considerata anche dal punto di
vista turco, sotto il duplice aspetto interno ed internazionale.
o All’inizio dell’Ultimo secolo del sistema europeo, l’impero ottomano si estendeva sulla
penisola balcanica, sull’Anatolia, sul Medio Oriente arabo, sull’Egitto, la Libia e l’Algeria.
o Paradossalmente la Turchia man mano che andava perdendo i suoi territori europei aveva
insistito sulla sua identità in parte europea; è il primo paese extra-europeo per il quale
dall’esterno e dall’interno si pone il problema di una modernizzazione dello stato secondo
concezioni politiche occidentali (→ conseguenze contraddittorie: commissioni imposte ai
sultani per attuare le riforme dello Stato Ottomano, denunce delle barbarie turca in
repressioni come quelle in Bulgaria (anni 70)’ ed in Armenia (anni 90’)
La QO si presenta anche come un processo di trasformazione di uno stato europeo-
asiatico.
6) La QO viene vista come estensione dello stato nazionale all’Europa balcanica in seguito alla
lotta per l’indipendenza delle nazionalità soggette all’impero ottomano ed emancipatesi da
esso.
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5.ISOLAZIONISMO E ESPANSIONE DEGLI STATI UNITI (1823-1914)
Isolazionismo = politica degli Usa di non partecipazione al sistema internazionale europeo che essi
seguirono dalla loro indipendenza all’intervento nella IWW (1776-1917) e poi fra il primo
dopoguerra e l’intervento nella IIWW (1920-1941).
La direttiva del non coinvolgimento nella politica europea:
era legata all’assunto che gli stati europei si dovevano a loro volta astenere dall’intervenire in
America, pur continuando ad esercitare la loro sovranità e ad amministrare i territori americani
in cui si erano in precedenza insediati.
non contrasta con il movimento di espansione nazionale e/o imperiale nell’emisfero occidentale
e nell’oceano pacifico (processo che fa degli Usa una potenza mondiale)
1. L’isolazionismo
o È una direttiva e una tradizione di politica internazionale che si applica essenzialmente (e forse
esclusivamente) agli USA.
o Necessità di alcune avvertenze:
1) La non partecipazione alla politica internazionale in Europa non preclude una politica
internazionale più attiva degli USA in altre parti del mondo
2) Non vengono evitate relazioni con governi europei in diversi settori del mondo
3) L’isolazionismo è una scelta sentita appassionatamente dall’opinione pubblica (in particolare
da quella parte di essa che, con la seconda metà dell’800’ rappresenta l’immigrazione dall’EU
e vuole un distacco definitivo da essa) che viene recepita dal governo di Washington.
4) E’ una scelta influenzata dall’espansione degli Stati Uniti nell’America settentrionale che
tende a presentarsi all’opinione pubblica piuttosto che come una conquista di nuovi territori,
come un ampliamento organico e naturale del territorio nazionale originario.
5) Si accompagna ad uno sviluppo economico e demografico eccezionale
6) Non impedisce agli Usa di collocarsi accanto alle “democrazie occidentali” europee nella
IWW.
Trattato di Versailles (1793): sanziona la nascita degli Usa, primo stato sovrano di origine europea
fuori dall’EU si pone il problema dell’estensione e del superamento del sistema europeo in un
sistema proiettato verso un più vasto ambito intercontinentale.
L’adozione da parte degli USA della politica di isolazionismo lo impedì.
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La politica d’intervento dell’Europa della Santa Alleanza non doveva essere applicata “in
qualsiasi regione di questo emisfero”; il divieto valeva per quelle parti dell’Emisfero
occidentale che avevano acquistato l’indipendenza riferimento ad ex colonie latine
dell’impero spagnolo il cui movimento di indipendenza determinò l’enunciazione della
dottrina
Strumento che garantiva il rispetto della dottrina da parte delle potenze europee protettrici
della Spagna = marina inglese: al servizio dell’emergente interesse comune anglo-
americano a bloccare l’Atlantico contro la Santa Alleanza.
L’alleanza tra USA e GB non formale è formale ma si basa sul parallelismo di interessi fra
GB e Usa nell’Atlantico e nell’America ex spagnola.
Nel corso del XIX secolo gli Usa seguirono una linea di applicazione della dottrina
discontinua ma sostanzialmente progressiva che andò di pari passo con una espansione
nell’America settentrionale sollecitata in verità da fattori diversi.
L’espansione territoriale, lo sviluppo economico e la potenza nazionale degli Usa crebbero a
grandi balzi con conseguenze e aspetti significatici e caratteristici sul piano delle loro
relazioni internazionali.
Il governo Usa fu indotto a collaborare spesso con la GB, riducendo però sempre più la
dipendenza dalla sua alleata di fatto nella seconda metà dell’800’.
La collaborazione con la GB dovette superare crisi ed ostacoli (questione del Texas, dei
confini del Canada britannico, questione irlandese..); essa però resistette.
Nel lungo periodo i rapporti anglo-americani rivelarono la consapevolezza comune che la
preminenza degli Usa nell’emisfero occidentale sarebbe cresciuta così come l’influenza
inglese sarebbe diminuita. Ne rappresentano la dimostrazione i due trattati anglo-americani
per la costruzione di canali congiungenti Atlantico e Pacifico:
Trattato Clayton-Bulwer (1850): USA e GB si impegnano a costruire insieme un canale
che non fu mai realizzato attraverso il Nicaragua, dichiarando che non intendevano
ottenervi o mantenervi un controllo esclusivo.
Trattato Hay-Pauncefote (1901): il canale di Panama sarebbe stato costruito dai soli USA,
il cui governo avrebbe avuto il diritto esclusivo al suo regolamento e alla sua conduzione.
Fra la politica dell’isolazionismo e le direttive espresse dal titolo esiste un rapporto stretto che nella
realtà degli eventi appare inseparabile.
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- 1828: il governo USA firma con il Messico un trattato che riconosce a quest’ultimo il
possesso del Texas, dove negli anni seguenti i cittadini statunitensi vennero a stabilirsi in
numero crescente fino a costituire la maggioranza della popolazione a proclamare
l’indipendenza del territorio (1836).
- Dapprima gli Usa rifiutano la richiesta di annessione avanzata dal Texas (esso era un
potenziale mercato d’esportazione, produttore di materie prime fra cui il cotone che
interessava sia alla FR che alla GB con le quali stipulò trattati di commercio e di amicizia).
- 1845: il Texas entra a far parte degli USA (decisione che prevale per via del peso congiunto
del Destino manifesto e della dottrina Monroe, che si uniscono ad altri motivi interni)
- 1845-48: guerra con il Messico (inversione di tendenza rispetto alla linea di non conquista
militare seguita fino ad allora); Usa cercano il sostegno dell’opinione pubblica riproponendo
le motivazioni alla base della dottrina Monroe
- la GB non appoggia l’iniziativa messicana
Preoccupazione costante degli USA era stata fino ad allora di non ricorrere, nell’estendere il
territorio nazionale, alla conquista militare: la guerra con il Messico che scoppiò pochi anni dopo
rappresentò uno sviluppo rivelatore di nuove tendenze.
1848: Trattato di pace di Guadalupe Hidalgo il Messico cede agli Usa la California e tutti i
territori fra essa ed il Texas (che diventeranno i nuovi stati del Nevada, Nuovo Messico, Utah,
Arizona)
Alla metà del secolo XIX gli Usa erano arrivati al Pacifico.
► Confronto con la prima rivoluzione industriale (che aveva visto la GB come protagonista).
Similarità: applicazione delle scoperte scientifiche alla tecnologia industriale, disponibilità di
forza lavoro numerosa e a buon mercato, presenza di un sistema di trasporti adeguato
(rappresentato nella GB del 700’ soltanto dal mezzo marittimo).
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Differenze rilevanti:
a) La r.i. inglese avviene in un contesto preindustriale, mentre la RI americana si verificò in
un mondo occidentale già largamente industrializzato (→ tecnologia più sperimentata e
capitali più abbondanti).
b) La GB ha come principale fonte di energia il carbone; gli USA hanno risorse naturali più
numerose: ferro, gas naturale, rame, oro, argento, petrolio.
c) Gli USA realizzano la loro rivoluzione produttiva durante una fase del processo di
industrializzazione nella quale le grandi distanze si tradussero in un fattore di progresso e
di potenziamento per i mezzi di trasporto che dovevano percorrerlo.
d) La RI inglese disponeva di un mercato nazionale ristretto → aveva l’esigenza di
promuovere il libero scambio internazionale per dare sbocco ai suoi prodotti; gli Usa
dispongono di un mercato nazionale esteso ad un intero semicontinente, su cui le industrie
americane avevano l’esclusiva (grazia ad una legislazione protezionistica)
La guerra civile americana (1861-65): è considerata la prima “guerra totale” (ossia con largo
coinvolgimento dei non combattenti); richiese un impegno massiccio delle risorse economiche e
delle capacità produttive e demografiche del Nord (che tradotte in potenza militare ne
determinarono la vittoria).
Per gli Usa l’impiego senza risparmio delle loro risorse e capacità produttive non costituì un
ostacolo al loro sviluppo, ma uno stimolo all’espansione. Nei decenni seguiti alla guerra civile
gli Usa divennero la prima potenza economica al mondo.
Premesse economiche dell’espansione politica e strategica degli Stati Uniti negli ultimi decenni
del 1800:
a) Materie prime e fonti di energia reperibili sul territorio nazionale + innovazioni tecnologiche
b) Ampiezza del mercato nazionale e potenziamento mezzi comunicazione/trasporto
c) Trasformazione delle grandi pianure nella maggior zona cerealicola del mondo
d) Immigrazione numerosissima dagli altri continenti: fornisce all’eco americana una forza
lavoro non confrontabile con quella di qualsiasi altro stato al mondo
Tale espansione si evidenziò in una più sicura applicazione della dottrina Monroe con:
a) l’avvertimento nel 1865 alla Francia di Napoleone III di non portare avanti la sua politica di
insediamento dell’impero del Messico di Massimiliano d’Asburgo
b) l’acquisto dell’Alaska dalla Russia (1867) → Rafforzamento del fronte sul Pacifico.
► Progressiva espansione nel Pacifico (→ USA pongono le basi per essere una potenza mondiale)
o Ancor prima dell’enunciazione della Dottrina Monroe gli USA avevano preso posizione
contro le pretese russe sulla loro futura costa del Pacifico e nel 1826 avevano firmato un
trattato di commercio con il sovrano delle Hawaii.
- 1842: il segretario di Stato Webster assicura gli isolani che gli USA non avrebbero permesso
che l’arcipelago diventasse colonia di qualche potenza europea.
- Fino al 1898 (quando si realizza l’annessione) un trattato riconobbe l’indipendenza delle
isole attribuendo loro privilegi commerciali.
- Anni 70’: un altro trattato stabili la cessione del porto di Pearl Harbour
o Anni 50’: gli USA prendono per primi l’iniziativa dell’apertura del Giappone inviando nelle
sue acque una squadra navale (dopo che la GB aveva firmato nel 1842 con la Cina il Trattato
di Nanchino → apre alcuni porti cinesi al commercio britannico).
o Anni 70’: gli USA ottengono una partecipazione al protettorato delle Samoa con GB e
Germania.
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o In seguito alla loro progressiva espansione nel Pacifico gli Usa all’inizio dell’età
dell’imperialismo avevano quindi posto le basi per essere una potenza mondiale. E per
arrivare a questa posizione per vie indipendenti e lontane il più possibile da una sia pur
marginale partecipazione al sistema internazionale delle grandi potenze europee.
Le basi della potenza mondiale erano già state poste dagli Usa prima della guerra con la Spagna nel
1898 (considerata momento di esplosione dell’espansionismo americano e del rapido adeguamento
degli Usa al’imperialismo delle grandi potenze europee).
Esempi:
1901: trattato con cui gli USA si assumono l’esclusiva sul canale di Panama
1903: nell’appendice alla prima costituzione di Cuba, l’“emendamento Platt” attribuisce
agli USA il diritto di intervento per la conservazione dell’indipendenza cubana e quello di
costruire sul territorio cubano una base militare (che sarà Guantanamo).
Questa politica di Roosevelt nell’America centrale venne resa ufficiale dal “corollario
Roosevelt” della Dottrina Monroe.
Il presidente affermò che “un cronico cattivo comportamento o una dimostrazione di impotenza
che conduca ad un allentamento dei legami di una società civile, può richiedere l’intervento di
qualche nazione civilizzata, e, nell’emisfero occidentale, l’impegno da parte degli USA ad
esercitare un potere di polizia internazionale”.
Altra direttiva diplomatica di Roosevelt = avviare una partecipazione degli Usa alla politica
europea (le spianò la via lo stabilimento di una intesa di massima con la GB).
1906: partecipazione degli USA alla Conferenza di Algesiras per risolvere la I crisi
marocchina→ Roosevelt stabilì un precedente significativo di partecipazione del suo paese alla
politica europea inviando un delegato che prese posizione dalla parte di Fra e GB.
o Fra gli ultimi decenni dell’800 e l’inizio del ‘900 gli Usa stabiliscono le premesse della grande
potenza mondiale che dominerà la scena internazionale del XX secolo ( il “secolo americano”).
39
Premesse alla preminenza degli USA = seconda rivoluzione industriale + politica di potenza e di
impegno internazionale al di là degli oceani dell’America di Roosevelt (1898-1908)
o Se fra 1908-1914 gli Usa fanno sentire meno la loro presenza sulla scena politica internazionale
mondiale le ragioni sono diverse:
1908-12 presidenza del repubblicano Taft:
- non prosegue nella linea di internazionalismo strategico di Roosevelt
- è il primo a tenere battesimo la “diplomazia del dollaro”: fondata sul principio che “il
governo degli USA offrirà ogni giusto appoggio a q.siasi legittima e vantaggiosa impresa
americana all’estero” (tale diplomazia impronterà di sé buona parte della politica estera
americana del XX secolo).
1912: vittoria del democratico Wilson
- Tutto il suo programma (che più tardi avrebbe guidato la prima fase del passaggio degli
USA dall’isolazionismo all’impegno nella politica europea) era rivolto ai problemi della
trasformazione interna della società americana dell’”età progressiva” (1913: istituzione
della Federal Reserve che coordinò il sistema bancario e monetario degli USA)
- Nei due anni che precedettero la IWW una politica estera (affidata a Bryan esponente del
Partito democratico inesperto della politica e della società internazionale)
dell’amministrazione Wilson ci fu, ma caratterizzata da un missionarismo al limite
dell’utopia e dalla concentrazione sull’emisfero occidentale.
- Wilson E Bryan instaurarono una “diplomazia dell’arbitrato”che portò alla stipulazione di
una serie di trattati con potenze estere che avessero problemi e divergenze con gli USA e
fossero disposte a sottoporli ad un arbitrato internazionale.
- L’amministrazione democratica non poté opporsi alla prosecuzione della diplomazia del
dollaro che si verificò soprattutto in America Centrale (fu una politica condizionata da vari
elementi tra cui il verificarsi nel Messico di una lunga crisi politica).
Intento di fondo di Wilson = instaurare regimi democratici in America centrale in
conformità con gli interessi degli investitori privati americani
40
Cap. VI: L’ETA’ DELLA RESTAURAZIONE, 1815-1830
Età della Restaurazione:
- da caduta impero napoleonico a rivoluzione EU del 1830 = periodo di restaurazione degli stati,
della società, dei confini esistenti prima della rivoluzione napoleonica.
- caratteri e forma stati monarchici (assoluti) e composizione società antiegalitaria.
Sistema internazionale restaurazione: sottoposto alle “forze d’opposizione” + indebolito dal 1820 in
poi dal distacco della GB, che aveva contribuito a crearlo + sottoposto a sfide periferiche come
mov. x l’indip. dell’America latina e il mov. x l’indip. della Grecia.
1. Il Congresso di Vienna
Basi assetto internazionale poste al Congresso di Vienna, ott. 1814 – giu. 1815 -> premesse al
Congresso in due trattati:
1- Trattato di Chaumont, 9 marzo 1814 -> GB, Austria, Prussia, Russia devono continuare
ostilità finché non fossero stati raggiunti scopi di guerra (art. 1) in rapporto a diversi settori
del continente, cioè Olanda, Germania, Svizzera, Spagna e “stati italiani”.
2- Trattato di pace di Parigi con la FR, 30 maggio 1814 -> (con questo ha termine il periodo di
concordia tra gli alleati). Concessioni alla FR:
- ritorno a monarchia con Luigi XVIII, sovrano che si impegna a dare una costituzione in
cambio.
- no indennità di guerra
- territorialmente più estesa grazie a maggior territori verso Paesi bassi e la Savoia.
Art. 23, Trattato di pace = convocazione congresso dei rappresentanti di tutti gli stati EU per
definire nuovo assetto politico-territoriale del continente.
=> ott. ’14 – giu. ’15 -> Congresso di Vienna:
- presenza a Parigi rappresentanti stati EU => confusione, manovre corridoio, intrighi, ecc.
- protesta e azioni di disturbo di potenze minori, Svezia, Portogallo, Spagna, invitate a firmare e che
avrebbero voluto svolgere parte nel processo di pacificazione.
- intento potenze vincitrici di svolgere in forma esclusiva processo di pace e riassetto territoriale in
EU.
- interessi potenze vincitrici contrapposti: GB e Austria impegnate x stabilire equilibrio di potenza
VS Russia e Prussia ansiose di ottenere posizione egemonica.
- offensiva diplomatica di Tallayrand x la FR: si insinua tra le divergenze e tensioni dei vincitori per
inserirsi ed ottenere trasformazione del congresso da “comitato dei quattro” a “comitato dei
cinque”.
Castlereagh x GB, Metternich per Austria, Hardenberg e Humboldt x Prussia, Nesselrode x Russia,
Talleyrand x FR + altri due personaggi influenti: Zar Alessandro I di Russia e bar. Friedrich von
Gentz, seg. del congresso e collaboratore di Metternich.
Congresso -> fino a fine 1814 scontri e tensioni: Polonia pretesa da Zar e Sassonia che Prussia
voleva annettere.
Talleyrand, Principio di legittimità -> vuole che al congresso partecipino tutti i piccoli stati
preesistenti la riv.
3 gen. 1815 -> GB e Austria stipulano alleanza segreta con la FR per contrastare le pretese
annessionistiche della Prussia su Sassonia. Questa situazione doveva essere monito contro
ambizioni egemoniche della Russia in EU.
Assetto EU del 1815 fondato su 4 principali documenti: Atto finale Congresso di Vienna (9 giu.),
Santa Alleanza (26 set.), trattato di pace con FR (20 nov.), Quadruplice Alleanza (20 nov.).
42
5. L’Austria di Metternich e il principio di intervento
S.A. fornì spirito x
politica EU
1815-1822 -> apogeo della Santa Alleanza, cioè periodo in cui
Q.A. fornì lo strumento.
Collaborazioni grandi potenze - FR senza difficoltà fino a Conferenza di Aquisgrana, autunno 1818
-> x affrontare problema incombenza FR sulla politica EU.
9 ott. 1818 -> convenzione x ritiro truppe di occupazione e modalità pagamento indennità di guerra.
Quindi ora: perché mantenere Q.A., dato che suo intento dichiarato è stato raggiunto? + Se
conservazione Q.A., si o no ad inserimento FR?
12 ott. 1818 -> protocollo per esclusione FR.
Aquisgrana afferma conservazione assetto politico-territoriale prodotto dal Congresso di Vienna,
ma negli anni successivi lo stesso assetto/sistema sottoposto a crisi.
1818: - Lord Castlereagh -> compiti di politica interna + pressione isolazionistica dell’opinione
pubblica in GB => no consenso ed importanza x sua pol. internazionale.
- Zar Alessandro I -> accentua in S.A. un’evoluzione spirituale irreversibile; quindi
crescente impegno mistico-religioso che riduce sua partecipazione a pol. EU.
- Can. Metternich -> sintesi ambigua tra GB e Russia, cioè tra funzionalismo Q.A. e
spiritualismo S.A.
1819-1821 -> crisi dei popoli:
- DE, 1819 -> 1° crisi, dove alcuni sovrani disposti a concedere costituzioni => Metternich convoca
conferenza con maggiori stati tedeschi = Conferenza di Carslsbad -> principio di intervento in uno
stato membro della Confederazione, cioè dove si verifica movimento “rivoluzionario”, sì
all’intervento esterno x restaurazione potere assoluto del sovrano attraverso esortazioni politiche o
intervento militare.
- Spagna, 1 gen. 1820 -> movimento rivoluzionario che impose a Re Ferdinando VII di Borbone
introduzione “costituzione del 1812” (approvata dalla Cortes sotto dominazione FR di quel
periodo).
Zar insiste per intervento interalleato in Spagna => 1° lacerazione nella Q.A.: infatti, min. esteri GB
si dichiara contrario il 5 mag. 1820 con uno Staste Paper, perché intervento avrebbe stravolto
natura Q.A. (il trattato del ’15 prevede precauzioni ed interventi VS atti militari in atto, ma non VS
principi democratici! + Trattato non è “unione x gov. del mondo o controllo affari interni di altri
stati”!).
=> 1820 = punto cruciale della pol. EU x influenza crisi spagnola.
1820 -> movimenti rivoluzionari:
- nel Regno delle due Sicilie e Regno di sardegna => Re Ferdinando I di Borbone introduce la
“costituzione spagnola (del 1812)”
- in Piemonte, dove Carlo Alberto di Savoia Carignano approfittando dell’assenza del reggente,
concede l’adozione della stessa “costituzione spagnola”.
=> Metternich vuole estendere il principio di intervento VS introduzione di sistemi di governo
costituzionali rappresentativi, come fatto x Confederazione tedesca.
=> 1- ott. 1820, Conferenza di Troppau (Slesia) -> 19 nov. Firmato “protocollo preliminare”
dove potenze alleate dichiarano che se non fossero state sufficienti pratiche amichevoli per abolire
le adozioni della “costituzione spagnola”, sarebbero intervenuti con forza coercitiva (militare).
2- inizio 1821, Conferenza di Lubiana -> intervento militare austriaco per restaurare potere
assoluto del re di Napoli + intervento in Piemonte, appoggiato dall’esercito sabaudo fedele a Re
Carlo Felice (assente da Torino nella parentesi costituzionale concessa dal reggente Carlo Alberto)
+ intervento FR con mandato EU per restaurare potere assoluto del Re Ferdinando VII di Borbone
in Spagna.
Ott. 1822, Conferenza di Verona -> riguardante il problema spagnolo. Qui:
43
delegazione GB, che si dissocia: George Canning, successore di Castlereagh, sostenitore
politica nazionale GB fondata su consenso interno e dissenso alla diplomacy by conference di C.
stesso.
VS
FR e Austria, che trovano convergenza sull’interesse delle potenze conservatrici all’atto della
STABILIZZAZIONE ASSOLUTISTICA.
6. Le sfide periferiche al sistema del 1815: l’indipendenza dell’America latina
Fine 1700 -> dominio spagnolo nelle Americhe era 2° impero coloniale per ricchezza, ma 1° x
estensione.
Fine sec. XVIII -> Riv. 13 colonie USA e riv. FR (1789) => movimento per l’indipendenza ha
inizio.
Occupazione FR napoleonica della Spagna => 1808, insediamento sul trono spagnolo di Giuseppe,
fratello di Napoleone -> in colonie dapprima reazione lealista a Ferdinando VII di Borbone, poi
coloni impegnati in un movimento separatista.
1815-20 (primi anni Restaurazione) -> insorti guadagnano terreno su forze del re.
1820 -> gov. costituzionale a Madrid non fu in grado di inviare truppe => movimenti di
indipendenza hanno il tempo di imporsi.
1823 -> FR interviene in Spagna, ma indipendenza dell’America centrale (che => 20ina di nuovi
stati) è ormai realtà, grazie a 3 fattori:
1- pluridecennale lotta dei coloni
2- politiche USA -> - 1811, pres. Madison manifesta simpatia x lotte x indipendenza
delle colonie
- 1819, Washington dichiara posizione neutrale
- 1821, USA “esprimono la speranza” che gov. costituzionale di
Madrid riconosca l’indipendenza.
- 1822, riconoscimento de facto dei nuovi stati latino-americani
- 1823, USA consigliano a questi una forma repubblicana di gov.
- completamento dell’azione diplomatica con enunciazione D. Monroe
(vedi cap. 5), che è punto d’arrivo della politica USA di fronte alla
lunga crisi latino-americana.
3- politiche GB -> Canning consapevole di non poter ostacolare politica d’intervento e di
restaurazione assolutismo in EU, ma deciso a tutelare le Americhe da questa politica =>
Canning, sviluppo diverso e più cauto rispetto USA. Se USA erano già al riconoscimento de
jure (1823) degli stati, Londra riconosceva ex colonie come comunità autonome. Perché
atteggiamento GB fu determinante rispetto enunciazione D. Monroe? Metternich ritiene la
dottrina un “atto rivoluzionario” con cui USA sfidano ideologicamente il suo sistema. È la GB
a rendere invalicabili i limiti, a vanificare le politiche di intervento restauratrici oltreoceano!
Questo grazie alla sua marina. Infatti, due mesi prima D. Monroe, min. GB aveva avvertito
ambasciatore FR che GB riteneva “completamente senza speranza” un tentativo restauratore
sulle ex colonie, CIOE’ implicitamente fa capire che si sarebbe opposto.
H. Temperley, biografo di Canning -> questo indiretto avvertimento “garantisce che il Nuovo
Mondo si sviluppi senza interferenza armi EU”. “Le Americhe rimasero sotto protezione della
flotta GB finché gli USA non furono sufficientemente forti da applicare la D. Monroe”.
44
meno autonomia dall’Imp. Ottomano ed annessione ad un principe cristiano. (Perché la Russia si
intromette? Perché è storico nemico dell’Imp. Ottomano + zar è cristiano, sultano è islamico).
Inizio XIX sec. -> Grecia è paese povero ed arretrato a estremità sud-orientale EU, ma non fa parte
dell’EU storica. Infatti, Grecia da 3 sec. è sotto Imp. Ottomano: sudditi greci avevano partecipato a
sua gestione, contribuendo anche a forze armate. MA Grecia è anche paese di religione cristiana
orientale + rappresentava l’antica culla della civiltà ed in particolare della libertà EU.
Grecia => situazione contraddittoria nell’età della Restaurazione:
rimanere fedele a politica di intervento VS movimenti
rivoluzionari
Zar Alessandro I
aiutare i fratelli cristiano-ortodossi greci VS islamici
+ per Zar politica di potenza nell’EU balcanica = conquista stretti per penetrare nel
Mediterraneo!
=> Intento Russia era provocare sgretolamento e arretramento Imp. Ottomano
VS
Preoccupazione GB era tenerlo in vita (cap. IV par. 9)
Rivoluzione democratica
=> questione indipendenza greca x Castlereagh è
Tentativo Russia per mutare a proprio
favore la situazione.
VS
Canning -> riv. greca non è riv. x democrazia, ma posizione GB è di NEUTRALITA’.
1824, Russia -> propone conferenza tra le grandi potenze sulla questione greca (intanto si prepara
per combattimenti)
GB contraria => propone sua mediazione tra il sultano e i greci.
1825 -> muore Zar Alessandro I => fratello, Nicola I è per la mediazione.
4 apr. 1826, protocollo anglo-russo -> se mediazione fallisce => potenze si sarebbero astenute
dall’instaurare influenze territoriali.
Greci -> dopo conquista Morea, rigettati indietro da Sultano con aiuto del pascià d’Egitto, Mehemet
Alì = successo del sultano => respinge la mediazione GB.
Lug. 1827, Conferenza di Londra -> GB + Russia + FR impongono armistizio a greci e turchi,
tramite loro blocco navale.
= è intervento VS il sultano, che era già avviato alla vittoria.
=> ambiguità della partecipazione di Russia e FR, che avevano appoggiato interpretazione
metternichiana dell’alleanza EU che è x pol. di intervento x restaurazione del potere assoluto dei
sovrani.
Metternich -> indipendenza Grecia è colpo alla solidità del sistema.
=> eventi Grecia intaccano sistema della Restaurazione + mettono in pericolo la pace EU.
Baia di Navarino -> scontro a fuoco => distruzione della squadra turca ed egiziana.
=> x GB è catastrofe VS x Russia l’atto di guerra è occasione per spostare il suo confine nei
principati danubiani di Moldavia e Valacchia.
=> politiche GB e Russia avviate alla collisione => FR può giocare ruolo di conciliazione x arrivare
a compromesso: lasciare i principati danubiani occupati alla Russia, mentre GB e FR controllano
situazione greca.
Poros, 1828, conferenza degli ambasciatori delle tre grandi potenze => creazione di uno stato greco
autonomo, ma tributario dell’Imp. Ottomano.
Pace di Adrianopoli, 14 set. 1829 -> pone fine a guerra Russia VS Imp. Ottomano.
1830 -> in Grecia istituita monarchia costituzionale indipendente.
45
Grecia indipendente + successo nei principati danubiani => anche questa crisi alla periferia
orientale dell’EU è DELIMITAZIONE PRECISA DELL’AMBITO ETICO-POLITICO DEL
SISTEMA CREATO NEL 1815.
46
GB con Wellington procede a rapido riconoscimento del nuovo regime FR => crisi FR sembrò
risolta (Zar non riconoscerà solo la bandiera).
Ma inevitabile che si creasse clima di aspettative/speranze in tutti gli ambienti progressisti EU =>
in FR, “partito del movimento”, ma anche negli ambienti soggetti a Restaurazione.
“Riv. del ’30 doveva idealmente ricongiungersi con quella del 1789, doveva come quella diffondere
i suoi benefici oltre i confini francesi, doveva … distruggere l’opera del Congresso di Vienna”
(Silva). Invece, FR del ’30 non volle appoggiare le aspirazioni dei vari popoli EU alla libertà
costituzionale e all’indipendenza. Eccezione fu il Belgio.
=> vittoria del gov. di Londra nella gara d’influenza GB-FR in IT.
5. Rivalità e convergenze fra le “due EU”: le crisi egiziane, 1830-1841
Crisi greca => Mehemet Alì, pascià d’Egitto deve ricostruire le sue forze armate.
Inizio anni ’30, 1° ESPANSIONE -> terminata la ricostruzione, inizia espansione lungo coste del
Mediterraneo orientale fino a Siria e Anatolia, cioè nell’Imp. Ottomano => è la Russia a fermare
questa 1° espansione = sbarco corpo di spedizione russo sugli stretti => Mehemet Alì si ritira. N.b.
lo Zar approfitta x imporre al Sultano un trattato di alleanza (di protettorato) => 8 luglio 1833,
Trattato di Unkiar Skelessi = Russia si impegna a intervenire in favore di Turchia se attaccata
nuovamente + in caso di attacco, Turchia deve chiudere gli stretti. Chiusura degli stretti => è
il gov. di Pietroburgo che nel caso controllerebbe il passaggio marittimo tra Mediterraneo e Mar
Nero = situazione favorevole x la Russia per approdare nel Mediterraneo + è attacco alla marina
britannica che la utilizza come “via per le Indie”? + trattato sancisce anche diritto di passaggio per
la flotta russa nel Mediterraneo.
=> 1° CRISI EGIZIANA = SCACCO RUSSO ALLA POLITICA GB NELL’ORIENTE.
Ma comunque esiste ancora allineamento dell’EU occidentale VS EU orientale della Nuova Santa
Alleanza.
n.b.: 1- 2° crisi egiziana => scontro fuori EU tra GB e FR che è il vero motivo di allontanamento
delle due potenze!
2- analisi storico Renouvin -> GB trionfa grazie a Palmerston che:
sviluppo impero egiziano
- impedisce estensione influenza FR al Mediterraneo orientale
crollo impero ottomano
- ottiene -> abbandono del Trattato di Unkiar Skelessi da parte dello Zar.
=> Renouvin considera il successo di Palmerston dimostrazione esemplare di quanto una
singola personalità possa modificare le relazioni internazionali.
6. Le rivoluzioni del 1848. La prima fase
11 gen. 1848, Sicilia -> movimento liberale rovescia Ferdinando II => reintroduzione “costituzione
del 1812” + proclamazione del distacco dal Regno di Napoli.
Germania -> movimenti x ottenere istituzioni rappresentative negli stati + movimenti di unità
nazionale => patrioti DE organizzano elezioni x parlamento + discussione forma di gov. x nazione
tedesca unificata. 600 dep. Eletti rappresentanti di 3 correnti, conservatori, liberali e
democratici. 1° seduta il 18 mag. a Francoforte -> si impegnano in elaborazione di una costituzione
federale.
Imp. asburgico -> - 13 marzo, borghesi e studenti di Vienna -> rivoluzione => allontanamento
cancelliere Metternich => liberalizzazione sistema di governo.
- Budapest, Ungheria -> con Luigi Kossuth gov. nazionale in posizione di
autonomia rispetto l’impero.
50
- Praga -> riunione patrioti in congresso x rivendicare riconoscimento di
diritti nazionali, primo fra tutti lingua ceca accanto a tedesco.
- domini italiani -> riv. con duplice carattere, liberale e nazionale. Esigenza
di stabilire rapporti economici tra gli stati IT => unione doganale.
Nel lombardo-veneto austriaco prime rivendicazioni si trasformano in sollevazione armata => 18-22
mar. -> Cinque Giornate di Milano => guarnigione austriaca lascia la città. + Insurrezione di
Venezia.
In IT importante nesso liberalismo-nazionalità-indipendenza.
Intervento in Lombardia di Carlo Alberto a sostegno dei ribelli => internazionalizzazione => 1°
Guerra di Indipendenza italiana.
=> 22 mar. -> Re di Sardegna dichiara guerra ad Austria e avanza in pianura padana + contingenti
inviati dagli altri governi degli stati IT => sul piano politico, carattere nazionale del conflitto.
Arretramento Austria + disorientamento del potere centrale asburgico => intervento diplomatico di
GB = Lord Palmerston in maggio invia membro del gabinetto in IT, Lord Minto. + gov.
asburgico chiede a GB di assumere ruolo di mediazione offrendo rinuncia austriaca alla Lombardia.
Lord Palmerston accetta a patto che rinuncino anche al Veneto, dato che è tanto ostile da
costituire causa di debolezza per l’Imp. + vuole coinvolgere anche FR, che accetta => fine
primavera ’48 -> FR e GB impegnate in realizzazione nuovo assetto politico territoriale in IT
settentrionale con monarchia Savoia.
Parlamento di Francoforte -> 2 problemi: struttura istituzionale e limiti territoriali. Divisione del
Parlamento in “piccoli tedeschi”, che vogliono risoluzione senza Austria, e “grandi tedeschi”, che
vogliono coinvolgimento austriaco. Mar. ’49 -> piccoli tedeschi prevalgono => corona imperiale
offerta a Federico Guglielmo IV, Re di Prussia -> rifiuta => crisi definitiva dell’esperienza
parlamentare tedesca.
Imp. asburgico -> restaurazione controllo in Boemia e IT + x questione ungherese deve chiedere
aiuto allo Zar => estate ’49 -> esercito russo occupa Ungheria => Vilagos, 13 agosto -> costringe
ribelli a resa.
=> dopo le riv. del ’48, ora via aperta alla SECONDA RESTAURAZIONE!
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CAPITOLO 8: L'EPOCA DELLE RIUNIFICAZIONI ITALIANA E TEDESCA
1849-71
1. LA SECONDA RESTAURAZIONE :
Con “seconda restaurazione” si intende quel breve periodo successivo al fallimento delle rivoluzioni
del 48. Si restaurano e riprendono infatti vigore le forze conservatrici al potere prima delle
sommosse. Tuttavia si tratta di una restaurazione per molti tratti differente da quella del 1815 con
limiti e inconvenienti che ne determinano l'assai piu rapido superamento: il limite principale fu la
scarsa omogeneità della seconda restaurazione nella quale si scontravano ben 4 situazioni differenti:
quella di Francia, Inghilterra Regno di Sardegna e Prussia, le cui azioni saranno tutte fondamentali
nel determinare gli avvenimenti storici successivi.
-L'eccezione piu vistosa era rappresentata dalla Francia che si basava ora su una repubblica e non
più sulla monarchia borbonica legittimista del 15, dunque ci si aspettava che il sistema repubblicano
cedesse il posto di nuovo ad un secondo impero napoleonico che riprendesse le idee egemoniche del
primo. Per ottenere questo capovolgimento Napoleone III avrebbe dovuto destabilizzare l'equilibrio
europeo tramite la “politica della nazionalità” ovvero sostenendo le nazioni europee non ancora
indipendenti nella creazione di stati sovrani. La Francia rivendica dunque piu o meno esplicitamente
un ruolo egemonico in Europa.
-L'inghilterra del 1949 è una nazione molto diversa rispetto a quella che aveva sconfitto la francia
30 anni prima . È una nazione che dopo aver chiuso un lunghissimo periodo di governo
conservatore (tories, a cui subentrano i whigs, liberali aristocratici) e dopo aver modificato il suo
sistema elettorale ha visto uno sviluppo eccezionale delle sue forse economiche e si è allontanata
dalla politica delle potenze centro orientali.
Palmerston (min.est.30-41, 46-51) incoraggia movimenti costituzionali sul continente e arriva a
riconoscere e accettare Carlo Alberto di Savoia re dell'Italia settentrionale; tuttavia questo indirizzo
viene mutato nei primi anni 50 quando il governo di Londra si trova ad affrontare due problemi
internazionali importanti:
– gli sviluppi della situazione in francia prima e dopo il secondo impero
– il ripresentarsi della questione d'oriente
-Il regno di Sardegna è il solo stato d'Europa a mantenere la sua costituzione, elemento che
qualificherà il Piemonte come il solo attore in grado di unificare l'Italia.
-Anche in Prussia, come in francia e inghilterra, sono avvenuti mutamenti importanti: il sovrano
dopo il 48 si è affrettato ad abolire la costituzione e rifiuta la corona di imperatore tedesco (che
avrebbe significato unità nazionale) in quanto offerta “dal basso”. (Status quo di “confederazione
tedesca”prussia+austria confermato su pressione russa nel 1850: la Russia induce in fatti la Prussia
a piegarsi alla confederazione tedesca sotto la direzione austriaca :“umiliazione di Olmutz”)
Sulla base di ciò la Russia inviò a Costantinopoli la missione Menscikov (1853) e, usando come
pretesto l'ennesima controversia tra monaci cattolici e ortodossi in Palestina, propose al sultano un
protettorato (mascherato da alleanza) e diede alla proposta carattere di ultimatum. Nel frattempo la
Russia cercò d evitare l'opposizione inglese offrendole una spartizione parziale del'impero
ottomano. (Proposta all'ambasciatore Seymour che rifiutò, anche se il rifiuto non venne ben recepito
dallo Zar).
Il governo turco respinse l'ultimatum e l'esercito russo procedette all'occupazione dei principati
danubiani. A questo punto le squadre navali inglesi e francesi firmarono l'”alleanza di Crimea”, un
intesa contro la Russia. Le antipatie anglo-francesi vennero per un attimo accantonate (grazie anche
all'abilità di Palmerston) in virtù della minaccia espansionistica russa nel Mediterraneo
I motivi di Napoleone III per intervenire in oriente erano:
a)sul piano interno voleva ingraziarsi il partito clericale eliminando l'influenza dei monaci ortodossi
dai luoghi sacri.
b)sul piano internazionale doveva proteggere i secolari interessi francesi in oriente
c) sul principio d'applicazione della politica di nazionalità, doveva sottrarre i protettorati danubiani
sia al dominio turco sia a quello russo, avviando un processo che porterà la nacita dello stato
nazionale Romeno.
d)guadagnarsi l'alleanza e l'amicizia inglese
La guerra di Crimea (cosi chiamata perchè gli alleati occidentali concentrarono il loro sforzo sul
successo militare in questa penisola e soprattutto a Sebastopoli) vede impegnarsi molto le potenze
occidentali nell'ambito diplomatico ovvero nella ricerca di alleati per indebolire la Russia. Le
pressioni anglo-francesi si concentrarono sull'Austria, al fine di sollecitarne gli interessi antirussi
nei balcani e sfruttarne il potente esercito. A questo punto Francesco Giuseppe imperatore d'Austria
si trova di fronte a due alternative: 1)o mantenersi fedele alla Russia dato il recente debito nei suoi
confronti per la questione dell'Ungheria e dato il vincolo che legava i due imperatori nella
tradizione conservatrice della santa alleanza 2) o rompere con la Russia rispondendo all'esigenza di
contenere l'espansione russa nell'area balcanica limitando l'influenza degli asburgo.
Dopo una fallita fase si mediazione condotta da Vienna, L'austria accetta un'alleanza con le potenze
occidentali firmando un accordo basato sui “Quattro punti di Vienna” di cui le tre potenze avrebbero
richiesto l'accettazione alla Russia:Ristabilimento dei rapporti Russia-Turchia in base agli accordi
del 41, rinuncia della Russia a esercitare un'influenza preminente nei principati danubiani, rinuncia
della Russia ad esercitare il suo protettorato religioso sulle popolazioni cristiane ortodosse
dell'impero ottomano, regolazione internazionale della navigazione sul basso Danubio.
La Russia respinse questi 4 punti e dunque l'Austria entra in una situazione di incertezza dovuto
anche al timore di dover impiegare parte dell'esercito in Italia, ma questo problema viene superato
dall'Inghilterra che chiede la partecipazione di un contingente del regno di Sardegna alla guerra,
togliendo momentaneamente all'Austria il problema ella ripresa di movimenti nazionali in Italia.
La tappa finale che portò l'Austria a decidere di allearsi in una formazione antirussa fu l'accordo
austro-francese del dicembre 1854 nel quale Napoleone III “avrebbe usato tutta la sua influenza nel
prevenire i tentativi contro l'integrità territoriale degli stati italiani.” Solo nel 1855 , alla morte di
Nicola I, l'Austria si decide a inviare alla Russia un ultimatum che indusse il nuovo zar a porre fine
alle ostilità e ad accettare di discutere la questione d'oriente sulla base dei 4 punti di Vienna.
54
3. IL CONGRESSO DI PARIGI E LA SCOMPARSA DEL SISTEMA INTERNAZIONALE
EL 1815
1956: a Parigi si tiene una conferenza fra i delegati degli stati belligeranti e neutrali (Prussia), per
dare un assetto alla questione d'oriente. È una conferenza molto importante che non si limita alla
discussione della questione d'oriente ma tratta anche altri punti salienti come per esempio il
problema italiano e la collocazione e il peso delle potenze maggiori.
Per quanto riguarda la questione d'oriente a Parigi vengono accettati dalla Russia i 4 punti di Vienna
ed in particolare il riconoscimento dell'autonomia dei principati danubiani e viene introdotto un
trattato secondo il quale “il mar Nero è neutralizzato, aperto alle marine mercantili di tutte le
nazioni e chiuso alle navi da guerra di qualsiasi paese”. (Clausola del mar Nero con cui la Russia
rinuncia definitivamente alla pressione sugli stretti). La sconfitta della Russia segnò l'arresto della
sua pressione sull'impero ottomano e portò a delle conseguenze sulla sua politica interna e
internazionale. Emersero infatti le gravi debolezze strutturali e funzionali della società russa e,
tentando di porvi rimedio, il governo di Pietroburgo si impegnò nei problemi interni cessando di
svolgere momentaneamente un ruolo attivo a livello internazionale. Sebbene la guerra di Crimea
avesse permesso di mantenere un rapporto interlocutorio tra la Russia e la Francia e l'Austria, i
rapporti con quest'ultima si ruppero al momento del suo passaggio coi nemici della Russia. Questa
rottura austro-russa pone fine al sistema creato nel 1815, che aveva visto da sempre una supremazia
dello Zar nonostante le iniziative diplomatiche fossero toccate spesso al cancelliere austriaco
Metternich. Infine la guerra di Crimea aveva messo in evidenza l'incapacità della Russia di
adeguarsi alle trasformazioni tecnologiche ed economiche di quei tempo, determinando l'inizio del
declino di una potenza tradizionale.
I veri vincitori erano la Turchia e l'Inghilterra. L'impero ottomano si vede infatti riconfermato nella
sua integrità territoriale da parte delle grandi potenze. Palmerston aveva inoltre insistito affinche nei
negoziati in corso a vienna, il delegato britannico Russell proponesse “l'inserimento della Turchia
nella grande famiglia europea”.
Un'altra grande conseguenza prodotta dalla guerra di Crimea è l'affermazione contro ogni
aspettativa del secondo impero francese grazie sia all'abilità di Napoleone III di giostrare le
alleanze, sia alle esigenze inglesi di crearsi un valido appoggio nell'imperatore francese. Il fatto che
il congresso si tenga a Parigi è poi un segnale della posizione di estrema importanza riconquistata
da napoleone III. La politica francese successiva sarà quella di avviare migliori relazioni con lo zar.
La Prussia, pur essendo stata neutrale nel conflitto, fu presente a Parigi nel 1856. A guerra in corso
stipulò con l'Austria un trattato di alleanza nel 1854. L'intento di Bismark era quello di portare in
primo piano la figura della Prussia nel sistema europeo in un momento in cui due grandi potenze
(Austria e Russia) erano in rotta di collisione.
Ciò che dunque fece crollare il sistema creato nel 1815 fu da una parte l'iniziativa russa nella
questione d'oriente, dall'altra l'atteggiamento ambiguo dell'Austria che infine opta per opporsi allo
zar.
5. IL REGNO D'ITALIA
L'interruzione del conflitto con la firma a Villafranca aveva sostituito la preminenza austriaca nel
nord Italia con quella francese ma Cavour vedeva sfumare il sogno d un italia settentrionale sotto
vitt eman II dato che solo la lombardia era stata annessa. Visto che il veneto rimaneva fuori dagli
schemi, cavour decide di poter porre la propria attenzione su Parma Firenza Piacenza Bologna.
Serve però l'aiuto di un altra potenza che appoggi il progetto dato che la francia sembrava essersi
tirata indietro: Grazie al successo al governo di un nuovo governo liberale, l'Inghilterra sembra
essere in condizioni tali da poter dare un appoggio molto importante alla causa italiana. Motivo
principale dell'aiuto sarebbe stato che la formazione di uno stato italiano unitario semi forte avrebbe
ostacolato l'espansione del secondo impero in quella parte d'Europa. A questo punto il Piemonte
ottiene il permesso di annettere al regno di Sardegna le regioni dell'italia centrale che avevano
cacciato i loro sovrani locali e avevano anifestato la volontà di annettersi al Piemonte. (Nizza e
Savoia vengono cedute alla Francia che raggiunge i suoi confini naturali).
A questo punto si colloca l'iniziativa della sinistra risorgimentale di Mazzini, Crispi, Garibaldi che
si rivolge al regno delle due sicilie. Partono da Quarto (Genova) il 5 maggio 1860 e sbarcano in
Sicilia e si apprestano a conquistarla. I tentativi francesi di riproporre un assetto italiano formato da
piu stati furono respinto dall'Inghilterra che voleva invece la soluzione unitaria e l'impresa
garibaldina si svolse con successo. Altre potenze però contestavano il non intervento di Cavour che
si decise infine per la “spedizione delle Marche e l'Umbria”, ricongiungendosi con Garibaldi che
consegna i territori conquistati al re Vittorio Emanuele cui è devoto. A dimostrare quanto la
situazione sia cambiata dal 1815 c'è l'incontro di Varsavia, dove Russia Austria e Prussia discutono
la situazione non escludendo la possibilità di arrivare ad un intervento in Italia. Il tutto però si
risolve in un nulla di fatto che dimostra come la spinta conservatrice dello status quo del 1815 si sia
ormai esaurita. (>Dispaccio da parte di lord Russell a Hudson in cui si apprezza la “rivoluzione
italiana” PAG 311)
1. La Germania unificata assume la struttura di uno stato federale con la permanenza di stati
regionali anche se con pochi poteri. La struttura è solo apparentemente non centralizzata perché
nonostante la presenza del parlamento eletto a suffragio universale, per la politica estera giocano
ruoli fondamentali il ministero di stato prussiano ed il cancelliere e per la gestione delle forzr
armate l’imperatore ed i capi militari, con bilancio distaccato. La germania nella sua politica estera
può giovarsi di un’estensione territoriale ed una popolazione cospicua ed un istruzione elevata, un
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alto grado di ricerca scientifica ed una produzione industriale decollata. Bismarck era consapevole
poi che la Germania aveva una situazione geopolitica che la esponeva a possibili invasioni e perciò
riteneva fondamentale allearsi con almeno due delle 5 grandi potenze->incubo bismarckiano per le
coalizioni. Riteneva inoltre, più o meno a torto, che in Germania fossero presenti forze ostili pronte
a collegarsi con forze esterne per produrne il disfacimento (cattolici ecc.), che fosse necessario
isolare dal sistema internazionale la Francia, desiderosa di prendersi la revanche e che finchè la
Francia avesse mantenuto il regime repubblicano sarebbe stato meno pericoloso.
La Francia aveva perso la posizione di preminenza col 1870 e sul piano interno doveva contrastare
la difficile situazione politica (da un lato la comune di parigi, dall’altro la maggioranza monarchica
dell’assemblea), ma restava sempre un paese avanzato e ricco, in espansione coloniale verso Africa
e Asia (per la gioia di Bismarck, che vuole distoglierla dall’europa e spingerla sulla rotta di
collisione con l’Inghilterra). I due elementi chiave in cui la Francia sfogava la frustrazione erano la
politica coloniale e l’attenzione alla forza militare che il trattato non aveva ridimensionato->
l’esercito rimase il secondo al mondo. Nonostante non uscì dall’isolamento non è un fallimento,
perché evitando alleanze ha evitato guerre preventive da parte della Germania che l’avrebbero
ulteriormente indebolita, ha conservato buone capacità militari con l’espansione coloniale e distratto
l’opinione pubblica dalla revanche con la stessa operazione coloniale.
3.L’italia era la sesta grande potenza ma doveva farsi accettare dal sistema europeo e completare
l’annessione territoriale del veneto e di Roma. Con l’alleanza italo-prussiana del 66 riuscì a
conquistare il veneto. Cavour aveva intavolato accordi con Napoleone terzo per la questione
romana, ma con la sua morte si rimase ad un punto fermo: Garibaldi in 2 riprese tentò un’avanzata
bloccata dall’esercito italiano; il governo Minghetti aveva raggiunto invece l’accordo, con la non
aggressione a Roma a patto del ritiro delle truppe francesi e lo spostamento della capitale da Torino
a Firenze->convenzione di settembre. Nella guerra franco-prussiana il re voleva intervenire in
favore della francia, ma il governo e l’opinione pubblica non accettarono. Caduto l’impero, il 20
settembre occuparono Roma e dichiararono nulla la convenzione. Dopo questa svolta internazionale
restava il problema delle nuove politiche estere da adottare, era isolata, aveva contro la Francia,
L’austria ed ora anche i cattolici. Geopolicamente era fondamentale per gli sbocchi sia sul
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continente europeo, sia per il mediterraneo: posizione incomoda e pericolosa, doveva avviare una
politica che mantenesse la libertà conquistata, che le desse il giusto peso per la forza
dell’unificazione e la posizione: mancava un peso economico e di conseguenza militare.
4.Il fondamento della politica estera bismarckiana degli anni 70 era basato sul patto dei tre
imperatori tra Germania, Austria e Russia. A partire dal 71 ci furono contatti e visite d’amicizia tra
Ger e Austria finchè nell’ultimo incontro tra i 2 imperatori partecipò anche lo Zar e Bismarck
propose un intesa generica basata sulla solidarietà monarchica; nel 73 venne firmata una
convenzione russo tedesca che prevedeva l’intervento alleato con 200000 uomini nel caso di un
attacco a una delle due ed una più generica russo- austriaca; l’atto finale stabilisce la nascita
dell’Intesa dei 3 imperatori. Era un impegno a favore della monarchia contro le forze rivoluzionarie.
Il problema dei rapporti franco-tedeschi ne minò l’efficacia notevolmente. Bismarck temeva un
collegamento tra i tedeschi cattolici con la francia, ecco perché sul piano interno promosse il
Kulturkampf e portò ai timori internazionali di una guerra preventiva contro la Francia. La francia
cercò di trovare un clima di amicizia e la stessa Russia con la G:B. chiesero alla Germania di dare
rassicurazioni di pace ->già un primo intacco all’intesa. La questione d’oriente con l’insurrezione
nel 75 di Bosnia, Bulgaria, Serbia e Montenegro diventò una questione internazionale, con Russia
ed Austria inclini a politiche di compromesso per avvantaggiarsi a spese della Turchia mentre la
G.B favorevole allo status quo (intese austro russe del luglio 76). Le atrocità commesse dai Turchi
fecero aprire una campagna antiturca anche al liberale inglese Gladstone –> nella conferenza
internazionale di Costantinopoli chiusa nel 77 le potenze optarono per una serie di misure a favore
delle popolazioni balcaniche. Ci fu però una guerra russo – turca che portò la prima ad avanzare nei
balcani ed imporre alla turchia il trattato di S, Stefano che stabiliva la divisione in 3 tronconi della
Turchia d’europa, l’autonomia Bosniaca, aumenti territoriali alla Serbia e la creazione della grande
Bulgaria che suscitava timori verso Austria-Ungheria e G.B; fu Bismarck a rivolgere alle potenzae
l’invito a partecipare al congresso di Berlino per discuterne tra giugno e luglio del 1878.
5.Il congresso di Berlino modificò il trattato di S. Stefano in modo sfavorevole alla russia e bloccato
la possibile nuova espansione, mentre la turchia dovette subire una nuova riduzione territoriale. Le
condizioni essenziali furono: ridimensionamento della Bulgaria che perde la macedonia, La bosnia
erzegovina rimaneva sotto la sovranità turca ma l’amministrazione fu affidata all’austria ungheria;
La Serbia vide ridotti i vantaggi ottenuti. In G.b si era ormai convintei che andava sì mantenuto
l’impero turco ma non era più in grado di sostenersi da solo, era necessario un influenza inglese ->
guadagna l’isola di Cipro. La Germania era la meno interessata, voleva solo tener buoni i due alleati
non scontentandoli. Francia e Italia furono invitate ma estranee al sistema: l’italia non aveva ancora
consapevolezza del nuovo ruolo da svolgere al di là dell’adriatico. Fu proposto ad entrambe di
occupare la Tunisia e quando la Francia lo fece 3 anni dopo, questo peggiorò ancora i rapporti tra le
2 nazioni.
6.Bismarck nel congresso di Berlino si era preso il compito di evitare una guerra tra Austria e
Russia ma soprattutto tra Inghilterra e Russia, che avrebbe sconvolto il desiderio di equilibrio-
potenza del cancelliere. Gli sviluppi diplomatici riguardarono per la prima volta ambiti
extraeuropei. Dopo il congresso la massima preoccupazione di Bismarck fu la conclusione
dell’alleanza con l’austriaungheria del 79, perché riteneva possibile e preoccupante un’eventuale
alleanza franco-russa. Si trattò di un trattato segreto firmato il 7 ottobre del 79. impegnava i 2
imperi ad un supporto totale nel caso di un attacco russo. Fu un grande e duraturo successo ma
ritenuto incompleto tanto chè si arrivò a ricostruire nel 1881 l’alleanza dei 3 imperatori con basi più
precise: nel caso di guerra di una delle 3 con un'altra potenza gli altri avrebbero applicato una
neutralità benevola, tuttu riconoscevano necessario la chiusura dello stretto dei dardanelli e del
bosforo, non per diffidenza verso la Russia ma per volontà di protezione da possibili offensive
inglesi da parte della russia stessa.
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7.l’iniziativa della triplice alleanza con l’italia non è un idea tedesca. L’italia era alla ricerca della
protezione di una grande potenza, dato l’accerchiamento di nemici ed era spinta ad appoggiarsi al
terzo reich.Solo dopo la caduta della destra storica con Crispi che fece un viaggio a Berlino nel 77
ci furono aperture, a patto che l’intesa coinvolgesse la duplice monarchia ma ovviamente governo e
opinione pubblica la accettarono con riserva e solo dopo l’occupazione francese della Tunisia.
Anche l’austria fu convinta da bismarck dei vantaggi di un alleanza più che di una guerra con
l’Italia, ma l’austria si è convinta più per l’opportunità di un alleanza di spirito e intenti
conservatori, che rafforzasse l’ordine sociale e la sicurezza dei 3 stati. L’alleanza prevedeva
l’obbligo di non entrare in 1 alleanza diretta contro uno di essi, la protezione all’italia nel caso di
aggressione francese e la protezione alla Germania nel caso di attacco francese; si escludeva per
volontà italiana una coalizione contro la G.B. se un’altra grande potenza avesse attaccato uno dei
firmatari gli altri si sarebbero limitati ad una benevola neutralità. Era segreto e di validità
quinquennale, poi rinnovato. L’italia grazie all’uscita dall’isolamento entrò nel novero delle grandi
potenze , si liberò del fantasma austriaco e si premunì da attacchi francesi.
8. Le relazioni internazionali del 70/90 si dilatano dall’europa ad altri continenti mentre per alcune
potenze le crisi nascono proprio fuori europa. Fin dagli anni 70 g.b e francia diedero agli impegni
extraeuropei importanza alternativa agli impegni d’europa. La crisi d’oriente del 75/78 rappresentò
per l’inghilterra un impegno per contenere l’espansione russa. L’impegno tra Russia e Inghilterra in
asia era cominciato prima del ventennio bismarckiano, con l’intervento inglese in Afghanistan per
tutelare la sicurezza dell’india, mentre la russia compiva conquiste nell’asia centrale vicino al
confine Afghanistan provocando ansia a londra. Dopo il congresso di berlino alla ripresa
dell’avanzata russa in Afghanistan la G.b non si fece intimorire e occupò kabul mentre la russia
restò a guardare, finchè una commissione mista non stabilì i confini -> la situazione migliorò con
l’accordo anglo-russo del 1907. Un altro settore di scontri fu per l’assalto all’Africa, con
l’insolvenza dei debiti egiziani che hanno portato al protettorato inglese e causato problemi tra G.b
e francia risolti solo con l’intesa cordiale del 1904. Anche l’Italia pose nel rinnovo della triplice
l’ipoteca per conquiste nella Tripolitania-Cirenaica e la stessa Germania si espanse nella zona del
togo, camerun e congo che Bismarck decise di regolamentare invitando le potenze ad un nuovo
congresso a Berlino nel 1885.
9.Nella seconda metà degli anni 80 in francia con il movimento boulangista guidato dal generale
boulanger si forma lo spettro del ritorno alla monarchia e si rifà sentire il desiderio di revanche. Il
cancelliere tedesco prende atto di ciò e cerca di tutelarsi, tenendo anche presente l’impossibilità di
far proseguire un accordo tra russia e austria a causa dei sempre più difficili rapporti nei balcani, ma
vuole evitare che la russia possa scontrarsi totalmente con la duplice monarchia ed allearsi con la
francia (nonostante la lontananza politica, non compensate dalle prospettive economico-finanziarie
comuni). Da una parte riuscì a pervenire ad un accordo di contro assicurazione russo-tedesco del
1887 che riprendeva i temi dell’alleanza dei 3 imperatori, dall’altro lato cercò di legare
maggiormente a sé l’Italia. Ma il ministro degli esteri italiano, robilant fu intransigente nel far
capire che l’italia non era più interessata a rinnovare la triplice alleanza con le stesse condizioni.
Dapprima l’italia strinse gli accordi mediterranei nel 1887 con la G:b, una serie di scambi generali
di note, con riserve e amichevoli professioni di interesse, forse viziato comunque da un interesse di
bismarck: 9 giorni prima dello scambio di note nell’incontro con l’ambasciatore britannico fu fatto
presente che l’austria nelle condizioni attuali era in squilibrio nel tutelare gli interesse verso i
balcani nel confronto con la russia: l’amicizia italiana avrebbe diminuito tale squilibrio, e lo sarebbe
ancora di più se la flotta inglese fosse a fianco di quella italiana. Gli accordi anglo-italiani
precedono il rinnovo della triplice e dell’accettazione dell’Austria-Ungheria, gli accordi italo
spagnoli di portata rispettivamente anti-russa e anti-francese. Robilant fece valere una garanzia
dello status quo in tripolitania-cirenaica, un articolo che salvaguardasse gli interessi italiani nei
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balcani nel rinnovo della triplice in virtù della crescita dell’unità e della forza maggiore italiana.
Vennero aggiunti un trattato italo-austriaco che prevedeva accordi in caso di mutamenti nei balcani
e compensi in caso di guadagni austriaci e mutamenti nel mar adriatico, egeo e isole ottomane. Fu
inserito anche un trattato italo-tedesco che non riguardava però i mutamenti nelle regioni interne dei
balcani ma prevedeva accordi per mediterraneo centrale e africa settentrionale. Inoltre se la Francia
avesse provato a scontrarsi con gli interessi italiani in africa ecc, germania e austria sarebbero
dovute intervenire come in caso di aggressione, questo per molti storici fa credere ad un mutamento
dell’alleanza, da difensiva a portata offensiva.
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parte di Germania o Italia e l'aiuto francese alla Russia in caso di un attacco da parte di germania o
austria ungheria.
Il rinnovamento della triplice del 91 ritorna ad avere la forma delt rattato unico che aveva nell'82
ma conserva il contenuto dei trattati dell'87 con articoli specifici riguardanti talora l'Italia talora la
Germania talora l'austria. Importante è il casus foederis tra germania e italia e successivamente
acquisteranno importanza gli articoli che regolano la “clausola dei compensi nei balcani”e la”
questione delle regioni nordafricane del mediterraneo”. L'articolo sui balcani è volto a prevenire
qualsiasi modifica territoriale che recasse danno all'una o all'altra potenza mentre quello sul nord
Africa mira a mantenere lo status quo.
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dati i suoi impegni in asia orientale ma piu in generale la questione armena la spingerebbe a fare
scelte di politica estera di cui è ancora incerta. (1894 alleanza franco russa).
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Ci fu anche poco prima l'assenso dell'Ing a una iniziativa italiana nella regione nordafricana,
condizionandolo a un impegno italiano non ostile nei suoi confronti del Mediterraneo.
1902--> politica estera italiana con risultati significativi:
-espansione dell'Africa mediterranea, aveva ottenuto l'assenso, sia pure cauto e interlocutorio, degli
alleati della Triplice e dell'Inghilterra;
-per quanto riguardava il suo indirizzo di fondo e le conseguenze che questo avrebbe avuto sulla
situazione generale europea, la politica italiana era pervenuta a creare quello che è stato chiamato il
sistema del 1902. Un sistema difensivo, conservatore e pacifico che contribuì a rendere più mosso
all'origine e meno rigido in seguito e alla fine il periodo dei blocchi di potenze contrapposte con cui
si concluse l'ultimo secolo del sistema europeo.
7. La politica dei blocchi: l'annessione della Bosnia Erz e l'accordo italo-russo del 1909
I trattati di alleanza precedenti (alleanza austro-tedesca 1879, Triplice Alleanza, alleanza franco-
russa) danno una visione dell'Europa divisa in due campi opposti e rivali.
Questo è il momento in cui la Germania comincia a concepire il mito dell'Einkreisung
(accerchiamento), ovvero un mito che veniva considerato nel senso di un obiettivo consapevole da
parte delle potenze della Triplice Intesa, sebbene non si potesse negare il fatto che queste potenze
tendevano sempre più ad avvicinarsi l'una all'altra.
Le potenze dell'Intesa con la parziale eccezione della Fra non avevano ancora la visione e la volontà
di formare una coalizione, che emergerà soltanto poco prima del conflitto.
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In questa situazione la Ger occupa una posizione centrale, presentandosi come il fattore
determinante della politica europea, ma c'era una situazione di sicurezza ben più incerta di quella
che aveva tenuto nell'età bismarckiana. Per diversi motivi:
- istabilità e inaffidabilità e nello stesso tempo volontà di imporsi;
- tendenza a voler compattare il blocco mitteleuropeo degli Imperi centrali con l'Austria-Ungheria,
pilotando l'unica alleata e rimanendone a sua volta condizionata;
- possibilità di recupero e rovesciamento delle posizioni aperte alla Francia, che essa accoglie e
persegue con metodo in settori e verso paesi diversi.
I blocchi non corrispondono cmq alla Triplice Intesa e alla Triplice Alleanza con un Italia che nel
1914 si stacca improvvisamente da Ger e Aus-Ung. C'era invece un'intesa ango-franco-russa e un
blocco degli imperi centrali rispetto ai quali l'alleanza dell'Ita era condizionata in vista di
determinate situazioni tassativamente indicate dal trattato della Triplice. Mentre il legame fra la
Germania e l'Austria si rivelava come un patto di solidarietà incondizionata, che si estendeva anche
fuori delle barriere definite nel trattato della Triplice Alleanza.
Da parte italiana emersero nel primo decennio del nuovo secolo motivi di dissenso e di differenza
sia dell'uno che dell'altro alleato o da tutti e due insieme in queanto blocco degli imperi centrali. Per
cui il sistema italiano del 1902 acquistò nel tempo una sua fisionomia e continuità, essendo
caratterizzato al fondo, per quanto riguarda la Triplice, da una presa di distanza che rimase fino alla
denuncia del trattato del 1914. Fra la Ger e l'Ita c'era soprattutto la questione dei rapporti italo-
francesi, la cui cordialità era andata crescendo fino alla crisi dei rapporti italo-tedeschi in seguito
alla conferenza di Algesiras.
Dal lato austroungarico c'era invece la ciara intenzione del governo di Vienna di agire nella
questione balcanica come se l'art VII della Triplice Alleanza non esistesse.
L'Aus-Ung stabilì un secondo accordo con la Russia, a Murzsteg nell'ott 1903 3 un terzo nell'ott
1904. SI prevedeva la neutralità di una delle due parti firmatarie nella regione balcanica nel caso
che l'altra "si trovi sola e senza provocazione da parte sua in stato di guerra con una terza potenza.
Ora la terza potenza prevista dall'Austria-Ungheria è di fatto l'Italia, cui l'accordo non viene
comunicato da Vienna, in violazione della Triplice.
In questa situazione dominata senza dubbio da ambiguità, riserve, diffidenze e contestazioni fra le
tre potenze non tali comunque da impedire il rinnovamento automatico della Triplice Alleanza nel
1907, si compie la più emblematica prova di forza degli imperi centrali-->annessione austro-
ungarica della Bosnia Erz.
La politica austro-ungarica aveva compiuto un arretramento rispetto alle direttive di sviluppo
perseguite nell'età bismarckiana. Intese trarne le conseguenze sperando d'altra parte di dare alla
Duplice Monarchia una struttura amministrativa più omogenea e quindi più solida, annettendo la
Bosnia Erz e lasciando il controllo militare sul sangiaccato di Novi Bazar. Tale decisione portò ad
una diminuzione pure formale del territorio sotto sovranità turca in Europa e soprattutto
nell'inserimento nell'Aus-Ung di una regione prevalentemente abitata da serbi, del contrasto austro
serbo, che avrebbe influito in maniera determinante sulla politica balcanica fino alla guerra del
1914.
La confusione fu senza dubbio l'aspetto dominante della prima fase della questione della Bosnia
Erz, prima dell'annessione. Nell'incontro fra Ita, Rus e Aus-Ung a Desio, il ministro italiano Tittoni
ritenne di capire che il ministro russo aveva sostanzialmente acconsentito all'annessione per cui
cercò di correre ai ripari proponendo per letterea a Aehrenthal un'intesa a tre da cui Ita e Rus
potessero pure ottenere vantaggi o compensi. Due gg dopo, il 6 ottobre, l'Aus-Ung colse tutti di
sorpresa annunciando l'annessione della Bosnia Erz.
La protesta più forte venne dalla Serbia, mentre il pres del consiglio russo dichiarò che la Russia
non poteva acconsentire all'annessione di territori slavi da parte di uno Stato tedesco. Lo stesso
Guglielmo II si irritò perchè era preoccupato che l'influenza tedesca in Turchia, stabilita da non
molto, risultasse compromessa.
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Il comportamento della Germania nella crisi a questo punto fu determinante, perchè se avesse
lasciata da sola l'Aus-Ung, ques'ultima sarebbe rimasta isolata.
La Russia sotto pressione della Germania riconobbe l'annessione austriaca della Bosnia Erz.
1909-->accordo italo-russo: nel caso di mutamento dello status quo nei Balcani apparisse
inevitabile, ad appoggiare l'applicazione del principio di nazionalità nella formazione e nello
sviluppo di Stati indipendenti a esclusione di ogni dominio straniero, a svolgere nella regione
un'azione comune di carattere diplomatico e a non stipulare nuovi accordi con una terza potenza
senza coinvolgere l'altra parte contraente.
8. La polica dei blocchi: la seconda crisi marocchina, la guerra di Libia e le guerre balcaniche.
La seconda crisi marocchina del 1911 è preceduta da un accordo franco-tedesco del 1909 nel quale
la Germania riconosce la preminenza politica francese nello Stato nordafricano e la Fra promette di
non ostacolare gli interessi economici tedeschi.
Questa situazione viene messa in discussione quando contingenti francesi occupano Fez. La Ger di
fronte a questa ulteriore penetrazione francese nel Marocco chiede compensi e per forzare la
situazione invia ad Agadir l'incrociatore Panther.
A questo putno si mette in moto la logica della politica dei blocchi: la Rus disinteressata preme
sull'alleata Fra perchè arrivi ad un compromesso, mentre in Ing il governo è diviso. Il ministro degli
esteri Grey preme sulla Fra affinchè ceda una parte del Congo francese alla Ger per calmare la
situazione.
Il momento di tensione fu tuttavia superato quando la Francia offrì il compenso di una parte
considerevole del Congo e le trattative portarono all'accordo dell'11 novembre.
La conquista italiana della Tripolitania Cirenaica (Libia) coincise con la fase conclusiva della
seconda crisi marocchina; e non a caso. Il governo Giolitti decise di dar corso all'impresa mentre la
questione marocchina era ancora aperta per approfittare di una situazione internazionale in
movimento, prima ovvero che la politica europea ritornasse ad una condizione di stabilità che non
avrebbe giovato all'Italia.
Gli aspetti internazionali della conquista italiana della Libia sono diversi. Anzitutto va ricordata la
lunga preparazione diplomatica dell'impresa da parte di successivi governi italiani, che avevano
ottenuto i consensi delle grandi potenze fra il 1891 e il 1909.
La decisione italiana di procedere militarmente era maturata nel corso dell'anno 1911, sotto
pressione del movimento nazionalista ansioso che si desse corso all'impresa, premette su Giolitti.
Le tappe principali dell'impresa furono: la rapida conquista della zona costiera della Libia ma non
dell'interno; il decreto di annessione del governo Giolitti ; le operazioni di annessione del governo
Giolitti; le operazioni navali nel Mediterraneo orientale, nel Mar Rosso e nell'Egeo, efficaci sul
piano strategico per indurre la Turchia a cedere; e infine durante l'estate del 1912, le trattative di
pace che si conclusero con il trattato di Ouchy (Losanna) del 15 ottobre.
Questo diede all'Italia la Libia.
Altro risvolto internazionale furono le ripercussioni della guerra sulla Triplice Alleanza:
sostanzialmente positive per quanto riguardava la Germania, negative invece per l'Aus-Ung.
Sull'atteggiamento dell'Aus-Ung prevalse la politica tedesca ispirata a non fare uscire l'Italia dalla
Triplice Alleanza gettandola irrimediabilmente nelle braccia della Triplice Intesa.
Nel 1912 la Ger prestò appoggio attivo all'Italia: nel senso di aiutarla a chiudere la partita con la
Turchia permettendole di portare la guerra navale nell'Egeo, di fronte a Costantinopoli. Questa
politica tedesca valse in buona parte a rilanciare durante e dopo la guerra, la Triplice Alleanza.
Contribuì peraltro a questo risultato anche l'atteggiamento della Francia; l'impresa in Libia vide le
potenze dell'Intesa su posizioni differenti: la Russia molto favorevole, un'Ing sempre attenza alla
situazione nel Mediterraneo ma sostanzialmente favorevole, e una Francia nella quale l'opinione
pubblica e la stampa avevano una radicata diffidenza verso le aspirazioni italiane nel Mediterraneo.
Ma fino a che punto si può dire che la guerra italo-turca provocò una crisi della politica europea?
Anche se a livello di opinione pubblica la questione suscitò contrarietà e diffidenza non si può
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concludere che essa provocò una vera crisi, una crisi insomma confrontabile con quelle che si son
viste negli anni precedenti.
Cmq non c'è dubbio che la conquista italiana di un territorio turco in Africa attirò l'attenzione su una
nuova sconfirra dell'Impero Ottomano mettendone nuovamente in discussione la solidità e nelle
stesso tempo riportando l'attenzione su quanto rimaneva della Turchia europea.
Tensioni e rivendicazioni degli stati sorti nella regione durante il corso ormai secolare della
questione d'Oriente, ovvero Serbia,Grecia,Romania,Bulgaria,Montenegro, prima contro la Turchia,
poi uno copntro l'altro, offrono d'altra parte alla Russia l'occazione per riaffermarvi la propria
influenza , scossa dalla crisi della Bosnia Erz.
La Russia coalizza gli Stati balcanici contro la Turchia per completare l'estromissione dell'Imp
ottomano in Europa e cerca di contenere la pressione dell'Aus-Ung.
Per iniziativa russa,mentre la Tur è impegnata in guerra contro l'Ita, quindi si arriva ad un trattato di
alleanza bulgaro-serbo e bulgaro-greco che impegnano i tre Stati contro l'Imp ottomano per toglierli
la Macedonia, ultima regione balcanica che esso ancora controllava.
Dopo fu la firma del trattato di pace italo-turco, la coalizione balcanica ottenne nei priliminari di
pace di Londra tutti i suoi territori, insomma l'Imp ottomano perse tutti i domini che aveva in
Europa salvo una piccola parte della Tracia.
Soltanto che una volta sconfitti i tuchi, all'interno dei Balcani nacquero nuove tensioni con la
nascita dei movimenti irredentisco-nazionalisti-->crisi balcanica del 1912-13 determinò nella
situazione internazionale del '900 nuovi sviluppi:
- la rivincita della Russia sall'Aus-Ung dopo la sconfitta della Bosnia Erz.
- la fine dell'epoca in cui gli Stati balcanici erano rivolti essenzialmente contro l'Imp ottomano e
l'inizio dell'epoca in cui la storia dei Balcani sarebbe stata dominata dalle rivalità e dagli
irredentismi che già contrapponevano gli Stati balcanici.
- la predisposizione, nella seconda guerra balcanica (1913 dove per la spartizione della Macedonia
la Bulgaria non rispettò l'arbitrato russo e scese in campo contro i suoi alleati dell'anno prima, ai
quali si unirono la Romania e la stessa Turchia contro la Bulgaria. -->sconfitta bulgara la quale
perse parte del suo territorio), di tali rivalità rispetto alla collocazione che gli Stati della regione
avrebbero assunto non molto tempo dopo della IWW: la Serbia e la Romania con l'Intesa e la
Bulgaria con gli Imperi centrali.
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anche òa neutralità dell'alleato nel caso di guerra di una delle due parti contro una terza potenza e
l'intervento in guerra a favore dell'alleato se questo si fosse trovato in guerra contro due avversari.
Il trattato anglo-giapponese rimarrà in vigore per vent'anni fino al 1922, quando il Giapp estese
sistematicamente la sua zona d'influenza in Asia Orientale.
La vittoria giapponese nella guerra con la Russia, costituì un secodno colpo per l'Occidente, perchè
per la prima volta una potenza orientale sconfisse una potenza europea. Con la pace di Portsmouth
le posizioni imperialistiche russe in Cina passarono al Giappone.
1910--> protettorato nipponico sulla Corea.
Il governo nipponico e l'opinione pubblica interna, impressionati dalla rapidità dei successi del
paese, erano consapevoli, di dovere buona parte di tali successi a circostanze favorevoli.
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La mobilitazione totale russa rappresentò la minaccia di un grande esercito in campo
inevitabilmente anche contro la Ger, per cui questa inviò un ultimatum alla Rus il 31 luglio e nello
stesso tempo alla sua alleata Francia, la quale decise una sua mobilitazione il 1 agosto.
Il 2 agosto la Germania presentò al Belgio la richiesta-ultimatum di far passare le truppe tedesche
attraverso il suo territorio per attuare il piano Schlieffen, elaborato dallo Stato Maggiore tedesco
nell'eventualità di una guerra contro la Fra.
Il Belgio rifiutò e mentre l'Italia, il 3 agosto dichiarava la sua neutralità, il 4 agosto le truppe
tedesche entrarono nel territorio belga.
Il 5 agosto l'Inghilterra dichiarava guerra alla Germania.
A questo punto, al di là della causa dell'assassinio di Sarajevo quali devono considerarsi le cause e i
fattori principali che provocarono la IWW?
Il primo fu la logica perversa dei blochhi di potenza che si sono visti sorgere, affrontare prove di
forza, consolidarsi e irrigidirsi nei decenni che precedettero la guerra; e quando la guerra scoppiò,
contrapposero l'una all'altra nazioni che non avevano motivi di contrasto nè giustificazioni per
combattersi se non quella di rimanere solidali con i membri del proprio blocco.
Poi ci fu la gara degli aramamenti delle potenze che avrebbe pagato in politica internazionale
oppure nella propria sicurezza, ma questo portò ad una linea politica meno attenta ai rischi di un
conflitto.
Un terzo fattore su cui si deve insistere fu l'irresponsabilità degli uomini di governo: degli
austroungarici ai tedeschi, dai russi ai francesi, allo stesso ministro degli esteri inglesi più distaccato
degli altri dalla crisi.
Il gioco delle mobilitazioni delle forze armate alla fine del luglio 1914, che fece incombere sulle
decisioni politiche il peso di considerazioni tecniche ispirate all'esigenza indiscutibile della
sicurezza.
Infine fra i fattori che favorirono lo scoppio della guerra vanno considerati anche gli atteggiamenti
sia di rassegnata aspettativa sia di nazionalismo virulento e irrazionale alimetato da dottrine
abberranti delle opinioni pubbliche dei paesi coinvolti: le quali in definitiva non costituirono una
remora ma una sollecitazione alle decisioni avventate dei paesi coinvolti: le quali in definitiva non
costituirono una remora ma una sollecitazione alle decisioni avventate degli statisti. E
confermarono la conclusione circa una responsabilità collettiva dei paesi europei maggiori e minori,
protagonisti o coinvolti nella IWW.
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