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MATERIA Storia delle istituzioni e delle relazioni internazionali

PROFESSORE Massimo de Leonardis


ANNO DI CORSO 2013 / 2014
NOTE Riassunti del tomo 1 del Barié (programma per il primo parziale)
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Dal sistema europeo alla comunità mondiale - Ottavio Barié


1.RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E INDUSTRIALIZZAZIONE
Il passaggio dall’età moderna all’età contemporanea è caratterizzata da mutamenti profondi in
campi diversi (politico, economico, sociale..)
1776-1849: epoca delle rivoluzioni → elemento di fondo = rivoluzione industriale (impulso
originario alla trasformazione radicale della società, degli stato e della stessa comunità.

Rivoluzione industriale inglese e industrializzazione dell’occidente

 Si sviluppa nella seconda metà del secolo XVIII/prima metà XIX


 Luogo : Inghilterra  Rivoluzione in GB è punto di partenza
 L’esclusiva drammaticità della rivoluzione industriale inglese viene a mancare nella traslazione
di tecnologia, di esperti e di capitali dalla GB al continente
 Se per la GB si parla di rivoluzione industriale (XVIII secolo), per l’Europa si parla di
processo di industrializzazione (XIX secolo) , reso possibile da una rivoluzione effettiva che
è già avvenuta di cui si utilizzano strumenti e risultati tecnologici ed economico-finanziari
 Il processo di industrializzazione si compie durante il secolo XIX presentando una varietà di
aspetti generali e particolari che gli tolgono qualsiasi uniformità.
► Aspetti generali comuni ai primi paesi che compiono il processo di industrializzazione in
Europa centro-settentrionale e nell’America settentrionale; essi hanno lo svantaggio della
schiacciante superiorità inglese (della sua tecnologia, produzione, distribuzione) ma godono
di una serie di vantaggi:
- Avere nella GB e nella sua organizzazione industriale un modello
- Ottenere forniture di macchinari e prestito di tecnici che sanno utilizzarle e insegnarne il
funzionamento
- Poter disporre di capitali internazionali per iniziative industriali assai più rilevanti dei mezzi
finanziari che erano stati a disposizione della maggioranza delle imprese inglesi nella
prima fase della riv.
- Ruolo attivo delle banche
- Vantaggio di disporre di una forza lavoro più preparata
► Aspetti particolari (→ varietà e complessità del processo di industrializzazione):
 Differenze tra i paesi in rapporto alla distanza geografica di ciascuno di essi dalla GB e
all’affinità economica e culturale con essa.
 L’industrializzazione degli Usa rappresenta nell’ambito dell’industrializzazione
dell’Occidente un processo eccezionale (per situazione geografica, risorse, condizioni
sociali..)
 La storia economica pone l’esigenza di affiancare all’esame dell’industrializzazione per stati
quello dell’industrializzazione per regioni economiche
 L’industrializzazione del Giappone è un eccezione di grande portata come preparazione e
precedente alla situazione economica mondiale della seconda metà del 900’
 Coinvolgimento degli imperi coloniali dipendente dall’industrializzazione occidentale
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Una o più rivoluzioni industriali?

1) I Rivoluzione industriale inglese (XVIII secolo): avvia il processo di industrializzazione e


diffonde la macchina a vapore per usi fissi nell’industria tessile e meccanica (l’applicazione dei
risultati della rivoluzione industriale inglese all’Europa nord-occidentale deve essere considerato
un semplice processo di industrializzazione)
2) II rivoluzione industriale (seconda metà 800’) dominata dalla macchina a vapore per usi mobili
(ferrovie e navi a vapore)
3) III rivoluzione industriale (prima metà del XX secolo): fondata su una maggiore varietà di
innovazioni (elettricità, motore a scoppio, chimica) e sullo sfruttamento sempre più intenso di
nuove fonti di energia (come il petrolio).
Maggiore varietà di grandi innovazioni (elettricità, motore a scoppio, chimica)
4) IV Rivoluzione industriale (dopo IIWW): rivoluzione dell’energia atomica, dell’informatica e
del trasporto aereo

Le zone industriali traenti dell’Europa

 A cominciare dai primi decenni dell’800, prende le mosse sul continente europeo lo sviluppo di
iniziative industriali fondate sull’applicazione delle nuove tecnologie sperimentata nella seconda
metà del ‘700 in GB. In alcune zone del continente sussistono condizioni che favoriscono lo
sviluppo di tale processo.

 Se la “carta geografica” della rivoluzione industriale è la carta geografica dei bacini carboniferi,
la mappa della prima fase dell’industrializzazione descrive una regione carbonifera che va dalla
Francia settentrionale, al Belgio, alla Germania occidentale  entro questa zona si collocano le
“regioni industriali traenti”dell’Europa continentale:

a. Zona che comprende le province del Sambre-Meuse e valle della Schelda (tra Francia e parte
belga del Regno dei paesi bassi)
 La parte belga, più ricca di carbone, conosce uno sviluppo che comprende i settori più
importanti della fase iniziale dell’industrializzazione (ferro, meccanica, cotone, lana).
 Il Belgio acquista nel corso dell’800/900 una posizione strategica che lo vide al centro della
politica internazionale grazie a: una tradizione secolare di esperienza commerciale e
produttiva, risorse naturali (ferro, legname, lino, lana, energia idraulica), posizione
geografica vicino a GB e in mezzo alle regioni avanzate della Francia, Germania e Olanda (è
il paese più industrializzato del continente nel XIX secolo).

b. Renania-Westfalia (comprende la Ruhr)


 Il processo di industrializzazione inizialmente procedette con difficoltà di fronte alla
concorrenza di BE e GB; ad operare il cambiamento furono il carbone coke e lo sviluppo
delle ferrovie (→ consentirono di portare via terra in quantità rilevanti e a prezzi accettabili
sia il carbone ai consumatori più lontani, sia il ferro alle regioni carbonifere renane).
 Nello stesso tempo, tale regione poté evitare gli errori di quelle che l’avevano preceduta,
essendosi sviluppata in ritardo.
 Fra la metà dell’800’ e la IWW: crescita impressionante della produzione di carbone della
Ruhr (in cui si sviluppano e si perfezionano la produzione e la tecnologia dell’industria
siderurgica, concentrata proprio in tale area. Prima della IWW, è la regione a maggior
concentrazione industriale in EU).

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Europa interna ed Europa esterna

 Secolo XIX: la localizzazione delle regioni industriali traenti, le quali concentrano in superfici
ristrette un altissimo potenziale industriale, deve sempre fare riferimento agli Stati entro cui
queste regioni si trovano. Sono gli Stati infatti che gestiscono la politica internazionale.
 Secolo XX: importanza della localizzazione regionale (es: importanza della Ruhr). La crescita
dell’efficienza dei mezzi bellici, soprattutto l’arma aerea, ha attribuito importanza alla
collocazione delle regioni industriali necessarie ad assicurare la potenza militare di uno stato.
 L’individuazione di regioni industriali traenti corrisponde alla distinzione fra una Europa interna
“del vapore e delle macchine” e una Europa esterna sostanzialmente agricola?
- Individuazione di una linea ideale che congiunge Glasgow con Stoccolma, Danzica, Trieste,
Firenze e Barcellona
- Questa linea descrive un’Europa interna (EU nord-occidentale) mentre i paesi che essa taglia
a metà relegandone una parte nell’Europa esterna sono quelli sud-occidentali del continente,
Italia e Spagna.
Un tratto di questa linea, quella che va da Danzica a Trieste, individua un’Europa periferica
che comprende la metà orientale del continente (tra cui la Russia)
- Questa cesura fa coincidere la nozione di Europa interna (o centro) ed Europa esterna
(periferia) suggerita da una diversità di sviluppo economico-sociale con altre distinzioni:
quella Nord-Sud e Est-Ovest (il decollo economico dei paesi europei segue queste linee).

La rivoluzione di trasporti via terra: le ferrovie

 Le ferrovie rappresentano il risultato singolo della rivoluzione industriale, che ha prodotto le


conseguenze più profonde del secolo XIX. Ne simbolizza lo sviluppo tecnico, economico,
sociale, politico e militare.
 Le ferrovie avevano bisogno di capitali investiti a lungo termine → dovevano appoggiarsi a
banche e a mercati finanziari, i quali, se incapaci o riluttanti ad anticipare crediti così cospicui,
ricorrevano agli stati.
- Gli stati erano coinvolti di promuovere le linee ferroviarie per venire incontro alle forze
economiche e politiche interne, per assicurare le comunicazioni con ragioni lontane e/o
isolate, per dotarsi di un mezzo di trasporto militare rapido ed efficiente, per collegare tra loro
vasti imperi coloniali acquisiti a garantirne lo sfruttamento economico ed il controllo
strategico.
- Alle esigenze di finanziamenti le ferrovie aggiungevano quelle di disporre di attrezzature e
prodotti di altri tipi di industrie (carbone da dislocare lungo le linee, personale tecnico..)
- Effetti indiretti delle ferrovie su: sistema bancario, istruzione, governo, commercio, viaggi,
industria
 Aspetti che indicono in modo più diretto sulle relazioni internazionali:
a) Importanza delle ferrovie sul piano strategico-militare
b) Anni 60’-70’: la costruzione delle linee transcontinentali americane accorcia le distanze entro
gli USA → li rende più vicini all’Europa
c) In seguito nuove linee transcontinentali: Transcanadese (1885), Transiberiana (1903) e
ferrovie progettate da F e GB attraverso l’africa (tra cui la Transahariana).
d) Concessioni ferroviarie ottenute dalle potenze europee e dagli USA nei paesi del futuro terzo
mondo (dall’America Latina al Marocco, alla Cina) a volte per intenti di espansione
economico-commerciale, a volte per intenti di politica di potenza.
 L’ambito territoriale nel quale il mezzo ferroviario viene introdotto durante il secolo XIX è il
mondo intero, ma in misura molto diversa. Tre aree economico-geografiche:
a) regioni industrializzate dell’EU nord-occidentale e degli Usa orientali con reti fitte

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b) regioni meno industrializzate o popolate dell’America occidentale Russia, India, Sudafrica,
parte di Australia e America
c) Africa e Asia in cui vengono costruite linee isolate che lasciano città importanti e in certi casi
interi territori privi di comunicazioni ferroviarie.

 Particolarmente ricco di casi dimostrativi è l’argomento strategico-militare:


- Non riguarda i primi paesi industrializzati del mondo = Inghilterra e Belgio (nasce come stato
neutrale) → lo sviluppo del trasporto ferroviario è motivato da calcoli economici e sostenuto
dall’iniziativa privata
- Francia: al momento dell’introduzione delle ferrovie possedeva una efficiente e fitta rete di
canali, collegati con i fiumi; consapevolezza che se sul piano economico le comunicazioni
interne via acqua presentavano ancora notevoli vantaggi, i trasporti militari avrebbero
beneficiato della rapidità del mezzo ferroviario
- Guerra franco-prussiana: la Prussia si giova di una rete di ferrovie strategiche che le consente
di trasferire rapidamente le sue forze armate in territorio francese; nel 1914 il trasporto
ferroviario delle truppe tedesche sul fronte russo fu essenziale per facilitarne le prime decisive
vittorie.
- Costruzione della ferrovia di Bagdad nel primo ante-guerra con cui la Germania intendeva
procurarsi una linea di espansione verso il Medio Oriente.
- Per l’imperialismo occidentale comunicazioni e trasporti ferroviari nei territori coloniali
costituiscono uno strumento irresistibile: di profitto commerciale, di controllo strategico, di
promozione di civiltà
- Il caso dell’India britannica sta a sé. Motivazioni:
 Necessità di un mezzo che garantisca nel territorio maggiore sicurezza a costi inferiori
 Intento economico di disporre di un mezzo che facesse affluire ai porti dell’Oceano
Indiano i molti e pregiati prodotti del paese offrendo in cambio manufatti inglesi
 Trasferimento di tecnologia nella duplice speranza di realizzare un onorevole guadagno e
di essere d’aiuto ai sudditi indiani rendendoli partecipi della più grande invenzione dei
tempi moderni
 Con l’appoggio degli industriali cotonieri inglesi che coltivavano con la prospettiva di far
arrivare in patria il cotone grezzo indiano, con quello dell’industria meccanica, che sperava
in un più vasto mercato indiano, con quello delle compagnie di navigazione: negli anni ’50
del’800 → costruzione delle prime linee di una rete di grandi proporzioni

La rivoluzione dei trasporti marittimi

 L’avvio alla mondializzazione della società internazionale in pieno secolo XIX è dovuta solo in
parte alle ferrovie. Questo processo fu dovuto in gran parte a un altro mezzo di trasporto, quello
marittimo, il solo qualificato ad assicurare i rapporti intercontinentali.
- Paradossalmente, l’industrializzazione agì certo sui trasporti marittimi e nel corso del secolo
arrivò a trasformarli, ma con salti di qualità meno rapidi e impatti assai meno rivoluzionari
di quelli che si sono riscontrati riguardo al mezzo ferroviario.
- Delle due innovazioni tecniche (macchina a vapore e strada ferrata) solo la prima era
presente anche nel passaggio delle navi dalla vela al vapore. Il passaggio avvenne durante il
corso del secolo, via via che furono superati alcuni ostacoli (alti consumi iniziali di
carburante e i relativi costi, dislocazione delle stazioni di rifornimento lungo le rotte
marittime..). Questi ostacoli, sotto la pressione dei progressi tecnici effettivamente compiuti
dalla navigazione a vapore nei decenni centrali del secoli, si tradussero i vantaggi decisivi
(riduzione dei consumi e dei costi, maggiore velocità..).

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- L’adozione dell’acciaio al posto del ferro, permise di costruire scafi di minor peso e maggior
resistenza e consentì quindi di applicare motori più potenti che a loro volta garantirono una
velocità maggiore
 La trasformazione dei trasporti marittimi provocò conseguenza di portata generale
sull’industrializzazione e quindi sulla trasformazione della società internazionale. Conseguenze:
a) Sullo sviluppo delle comunicazioni postali, sull’intensificazione degli scambi commerciali fra
i continenti.
b) Sullo viluppo di attività economiche collaterali (banche, assicurazioni…)
c) Rientrano in questo quadro di mondializzazione dei rapporti commerciali le iniziative prese
per ridurre le grandi rotte oceaniche con la costruzione dei canali di Suez (1869; influisce
sulla trasformazione della flotta mercantile mondiale) e Panama (1914)
 Sul piano strategico generale, le conseguenze della trasformazione tecnologica dei mezzi
marittimi furono varie e complesse. Alcuni cambiamenti (velocità, cannoni più precisi,
corazzature..) influirono sulle scelte e i comportamenti degli alti comandi navali e anche dei
governi e dei ministeri degli esteri.
- Un aspetto che ebbe influenza su situazioni specifiche della politica internazionale dell’800’
influente fu la diversa rapidità di sostituzione dei vascelli a vela con navi a vapore da parte
delle marine maggiori (Marina francese più veloce della Royal Navy).
- In ogni caso l’influenza maggiore sulla politica internazionale alla fine del XIX secolo
esercitata dalla rivoluzione tecnologica dei mezzi marittimi per uso militare stette nel rendere
agibili ed efficaci nuovi tipi di navi.
 L’imperialismo occidentale trovò uno strumento particolarmente efficace di penetrazione e
di controllo dei paesi del terzo mondo nella cannoniera (piccola unità militare a vapore a
scopi di controllo delle situazioni locali e di pressione sui governi).
 La Germania nella prima guerra mondiale, per aggirare l’ostacolo della superiorità navale e
del controllo dei mari da parte alleata, portò a grande sviluppo tecnologico e numerico
l’arma sottomarina.

L’Europa banchiere del mondo

 “Europe the world banker” (libro dell’economista americano Fais sull’espansione dei
finanziamenti europei nel XIX secolo)
- Enfatizza uno dei risultati più importanti della rivoluzione industriale: questa, producendo una
massa cospicua di capitali finanziari in eccedenza, permise all’EU di raggiungere una delle
forme più evidenti del suo apogeo del periodo 1870-1914.
- Convalida l’esistenza anche per l’aspetto finanziario di un’Europa “interna” in una Europa
“esterna”. Lo fa seguendo il flusso dei capitali che si muove dai paesi di prima
industrializzazione dell’Europa nord-occidentale (GB, BE, F, G) sia verso altri paesi in via di
industrializzazione dell’Europa meridionale (Portogallo, Spagna, Italia) e orientale (Austria,
Ungheria, Russia, Paesi Balcanici); sia verso i paesi extraeuropei indipendenti (USA,
Argentina, Brasile), semi indipendenti (Egitto, Impero Ottomano, Cina) o dipendenti (es.
India).
 La necessità in investire i capitali in eccedenza prodotti dalla rivoluzione industriale costituisce
un fattore di mondializzazione della società ottocentesca. Gli strumenti di questo processo sono
le banche.
La centralità e la preminenza dell’Europa nord-occidentale rimangono assicurate dalle “piazze”
finanziarie di Londra, Parigi, Bruxelles, Berlino.
 Aspetti caratterizzanti dell’espansione degli investimenti di capitale del XIX secolo: preminenza
dell’Europa nordoccidentale + trasformazione e adeguamento del sistema creditizio + legame fra
finanza e politica internazionale

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Gli investimenti di capitali all’estero delle grandi potenze: Inghilterra, Francia e Germania
Inghilterra
o Fino al 1914 si pone come la più grande forza finanziaria del mondo. Accanto all’entità, la
caratteristica più evidente dei capitali inglesi è la loro collocazione quasi solo in paesi extra-
europei (Usa ; Canada, Australia, Giappone, Egitto, Cina, America Latina, Impero ottomano)
o Gli investimenti maggiori andavano a territori dell’Impero, tendenzialmente promettenti sul
piano economico e nello stesso tempo sotto sovranità britannica.
 Enorme sproporzione tra i modesti investimenti in Europa e quelli nel resto del mondo
 Massimo impegno economico verso il mondo extraeuropeo (contributo affermazione Usa)

Francia
o Politica di investimenti finanziari condizionata dai precedenti e dalle peculiarità della sua storia
nazionale. Essa si trova alle spalle, nell’antico regime, una tradizione di iniziative e di interventi
dello stato nell’economia molto precisi e mirati.
o La continuità nel tempo della sua presenza fra i paesi economicamente più potenti del ‘700-800 è
unica (anche se non è mai caratterizzata da fasi di primato)
Gli eventi politico-militari della rivoluzione avevano colpito la Francia dal punto di vista
demografico, a non da quello economico.
o Presenta potenzialità di primato pari alla GB, ma non spinge la sua industrializzazione oltre certi
limiti: rimane la 2° grande potenza, nonché fonte di innovazioni, di capitali, di imprenditori.
o Questa posizione centrale della Francia in Europa trova uno dei più importanti risvolti sul piano
finanziario. La Piazza di Parigi attrae banchieri privati di tutto il continente, mentre nello stesso
tempo viene proiettata verso gli investimenti internazionali da fattori e circostanze interne alla
Francia (diffusione attuata o perfezionata dalla Rivoluzione della piccola proprietà agricola, la
capacità di risparmio del ceto socio-economico che ne deriva, la tendenza a non reinvestire
nell’industria ma nelle attività creditizie).
o Più della metà degli investimenti sono verso l’Europa: la Francia continuava a guardare
all’Europa tanto quanto la GB era proiettata nel mondo extraeuropeo; ma dalla seconda metà
dell’800 il paese realizza e finanzia iniziative imprenditoriali nei paesi extra-europei (canale di
Suez, investimenti nel Medio Oriente, nell’America Latina..)
o I prestiti francesi non erano guidati da un’obiettiva valutazione della convenienza economica ma
erano influenzati da simpatie legate a fattori tradizionali o di indole politica che li indirizzano
verso i paesi latini o slavi (Olanda, Belgio, Portogallo, Spagna, Italia, Paesi dell’Est).
Es. rapporti franco-italiani: il capitale francese aveva svolto un ruolo di primo piano nel
Piemonte cavouriano e l’aveva mantenuto dopo l’Unità, il legame fu interrotto quando negli
anni 80’ l’Italia aderendo alla Triplice divenne alleata della Germania.

Germania
o Il decollo industriale (1850-1873) avviene dopo la prima fase della rivoluzione inglese e dopo il
decollo francese; il progresso dell’industrializzazione tedesca fu molto rapido e raggiunge e
supera la produzione inglese nel 1906-10.
o La rapidissima crescita della produzione industriale, se porta a un grande sviluppo del
commercio internazionale tedesco, non corrisponde a investimenti di capitali all’estero
altrettanto rilevanti.
o La quota di capitali tedeschi investiti in Europa (Austria-Ungheria, TUR) era superiore ma di
poco a quella nel resto del mondo (soprattutto Usa e Cina)
o Alla vigilia della IWW, l’influenza del governo sulle scelte finanziarie è più sensibile (la
maggior parte dei titoli di Stati esteri in mani tedesche erano di stati con i quali la Germania da
un lato andava consolidando i propri rapporti commerciali, dall’altro desiderava mantenere stretti
rapporti politici. Gli investimenti tedeschi in imprese operanti all’estero si erano rivolti verso
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zone del mondo nelle quali il commercio e l’industria tedeschi potevano ottenere o mantenere
preminenza: nell’Europa centrale e orientale ma anche nelle Americhe.

2. DALLE MONARCHIE DI DIRITTO DIVINO ALLE DEMOCRAZIE PARLAMENTARI

Nel 1815 la grande maggioranza degli Stati europei (e la totalità degli Stati extraeuropei, con
l'eccezione significativa degli USA) erano monarchie assolute. Nel 1914 gli Stati europei, se non
erano diventati tutti democrazie parlamentari, avevano comunque regimi costituzionali, mentre la
forma di governo repubblicana costituiva ancora una eccezione.
Questa trasformazione politico-istituzionale degli Stati europei, insieme con la modifica dei loro
confini in applicazione del principio di nazionalità, conferiscono alla società europea dell'800 le sue
caratteristiche di fondo (insieme all’ industrializzazione).

Liberalismo e nazionalità: due movimenti interdipendenti

o L'azione comune dei 2 movimenti per modificare le strutture degli stati usciti dall'assetto
europeo del 1815 non deve far confondere i principi e gli ideali distinti che li guidavano.
- L’unità di azione di liberalismo e di nazionalità è una caratteristica di solo una parte del
secolo.
- I 2 movimenti operano insieme soltanto fino a quando la loro azione congiunta contro il
sistema politico-sociale-istituzionale del 1815 si dimostra armonica, equilibrata,
reciprocamente integrativa e interdipendente mentre l'avversario è oppressivo e forte; ma
cessano di farlo quando il loro equilibrio interno viene meno, mentre il sistema dopo circa
mezzo sec. si sgretola.
o Tale azione comune ha inizio nell'età della Restaurazione (1815-1830) o addirittura prima, nella
rivoluzione spagnola del 1812 contro la dominazione napoleonica. E si realizza poi
compiutamente nella rivoluzione che nel 1830 porta alla formazione del regno costituzionale e
nazionale del Belgio. Ultimo suo risultato in Europa = unificazione italiana (nel mondo
occidentale = la guerra civile americana sanziona il successo dell’Unione e l’affermazione
collegata della libertà dell’uomo dalla schiavitù).
o Le 2 idee-forza cessano di operare insieme invece nella seconda parte del sec., dal 1870 in poi:
nella realizzazione dell'unità tedesca nel Reich bismarckiano; e poi nei decenni che portano alla
IWW quando il costituzionalismo pieno di contenuto liberale dell'Europa occidentale trova
applicazione più o meno formale ed equivoca nell'Europa orientale e l'originario rigore del
principio di nazionalità non sa controllare l'esplosione dei nazionalismi.

Il liberalismo: sue origini, programmi e risultati


o Liberalismo = forza politica che pone come fondamento, valore supremo e fine dell'azione
politica, la libertà dell'individuo (Ornaghi). In questa accezione il liberalismo è un fenomeno
prettamente moderno. I suoi fondamenti dottrinari ricevono la loro impostazione politica nel sec.
intercorrente fra la Rivoluzione inglese del 1688 e la Rivoluzione francese.
o Nato nell'età moderna, perfezionatosi nei dibattiti intellettuali dell' Illuminismo e nelle prove
concrete della vita pubblica dei popoli di lingua inglese durante il sec. XVIII, il liberalismo esce
dalla Rivoluzione francese e dall'influenza culturale del movimento romantico arricchito dalla
consapevolezza che:

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- la sola Ragione, fondamento del liberalismo del sec. precedente, non basta ad assicurare il
progresso dell'umanità.
- di conseguenza bisogna guardare con attenzione e deferenza alla Storia, come espressione di
tutte le passate esperienze (tutte utili al perfezionamento dello spirito umano).

o Origine del Nome: il liberalismo definisce con il sec. XIX anche il suo nome. Il termine
"liberale", nel suo significato politico, è usato per la prima volta dalle Cortes spagnole nel 1812
per designare il partito che lotta contro il partito servil, asservito alla dominazione napoleonica. I
liberales fanno votare alle Cortes in quell'occasione una costituzione per il Regno di Spagna, che
vogliono sottrarre all'usurpazione di Giuseppe Bonaparte; e stabiliscono con ciò un altro
precedente nella storia del liberalismo ottocentesco.
 Da allora (1812) fino alle rivoluzioni del 1848 la prima fondamentale rivendicazione dei
movimenti liberali è quella di ottenere per il proprio Stato una costituzione.
o Il primo impegno politico del liberalismo ottocentesco è dunque:
- da un lato quello di trasformare le monarchie assolute in monarchie costituzionali,
- dall'altro quello di promuovere nelle monarchie costituzionali già esistenti, "libertà" ossia
diritti che i loro "sudditi" non possiedono ancora.

o Le avvisaglie delle rivoluzioni del 1848 portano all'introduzione di riforme preparatorie del
regime costituzionale, in alcuni Stati regionali italiani (Stato della Chiesa, Granducato di
Toscana, Regno di Sardegna) e anche in Germania. Infine il 1848 vede l'introduzione di
costituzioni negli Stati tedeschi, mentre nell'Impero asburgico e in Italia la svolta si compie in
concomitanza con l'esplosione della questione nazionale.
o Con la metà del sec. il movimento liberale ha ottenuto negli Stati soggetti nel 1815 a regimi
assoluti soltanto risultati parziali → presentano comunque 2 caratteristiche significative:
1) evidente peso nella politica internazionale dello sviluppo del liberalismo
2) in questa fase il movimento liberale ottiene successo soprattutto nell'Europa occidentale:
un'area costellata di paesi a regime costituzionale che si differenzia dal resto del continente.

Progresso e Espansione del liberalismo moderato nell’Europa Occidentale

o Questa fase ha inizio nel 1830, ha per protagonisti i due paesi d’Europa che sono i depositari
delle dottrine politico-costituzionali più importanti = GB e FR; è fortemente influenzata dalla
loro intesa politica e collaborazione diplomatica. Momento di incontro e di intesa anglo-francese
dunque.
o Sul piano della politica internazionale si possono ritrovare già nell'età della Restaurazione i
precedenti dell'intesa che nei primi anni '30 cambia lo scenario dell'Europa occidentale:
 GB si dissocia dalla Quadruplice Alleanza del 1815 che l'aveva vista artefice e colonna
portante del sistema antifrancese.
 Su questa premessa, che non significa certo avvicinamento ma ha il significato di uno
sfaldamento del blocco delle potenze vincitrici di Napoleone, si delineano sintomi più
specifici.
 Inglesi e francesi assumono posizioni parallele in molte occasioni successive:
- Congressi di Troppau e di Lubiana: contro la politica di pura repressione di potenze orientali. In
particolare si dissociano dalla decisione di Austria, Russia e Prussia di procedere ad un
intervento militare (austriaco) a Napoli
- Questione greca (anni 20’): GB e FRA si preoccupano insieme di contenere la Russia.
o Tutto ciò non vuol certo significare che l'allineamento che si stabilisce a diverse riprese fra le 2
potenze occidentali sia determinato dall'influenza esercitata sui loro indirizzi di politica estera da
istituzioni costituzionali affini (affinità di istanze sociali e tendenza interne)

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o Con il 1830 in ogni caso gli eventi sono tali da coinvolgere non le sole diplomazie ma i sistemi
politici:
1) FR: in luglio si sbarazza dell'assetto politico impostole dalla Restaurazione allontanando
l'ultimo re per diritto divino dello storia ed accogliendo, dai liberali, una monarchia fondata
sul contratto fra il nuovo sovrano, Luigi Filippo d' Orleans, e i francesi.

2) GB: la situazione interna di stagnazione economica e di corruzione politica provoca un


movimento per la riforma parlamentare che gli eventi di Francia rendono irresistibile.
- Elezioni generali di agosto → danno la maggioranza (dopo decenni di governo tory) ai
whigs (liberali aristocratici) e ai loro alleati del momento, i radicali, portando alla
formazione di un nuovo governo.
Primo effetto sul piano internazionale = diviene ministro degli esteri Lord Palmerston:
sostenitore del principio che "gli Stati costituzionali sono i naturali alleati dell'UK";
artefice di una politica inglese di intervento a favore di una trasformazione in senso
costituzionale del Stati del continente.

3) 1830: rivoluzione belga → sulla base di uno sviluppo industriale interno, porta alla
formazione di una nuova monarchia costituzionale e a fare di questa parte anglo-belga-
francese dell'Europa occidentale una zona omogenea e avanzata.
- Si può parlare di “zoccolo duro” del liberalismo (e del capitalismo) europeo, che si esprime
 sul piano politico-istituzionale in Stati monarchici costituzionali
 sul piano economico-sociale caratterizzato dalla preminenza di una borghesia
commerciale, industriale e finanziaria + presenza di un proletariato industriale urbano
che acquista una consapevolezza crescente del proprio ruolo nella società moderna.
- Questa Europa occidentale contrasta con un'Europa orientale ancora soggetta a regimi
monarchici assoluti e caratterizzata da una società d'antico regime dominata da aristocrazie
terriere vecchia maniera e grandi masse contadine.
- Nel mezzo si trova una "terza" Europa italiana e tedesca dove l'idea-forza della nazionalità
tenderà a prevalere accanto a quella del liberalismo.
- Dopo tali trasformazioni le grandi potenze dell'Occidente sono interessate a difendere i
regimi costituzionali rappresentativi all'estero. Il primo impegno deve considerarsi quello
che porta GB e FRA a proteggere e a guidare l’inserimento nella comunità internazionale
del Regno del Belgio.

4) 1834: alleanza GB + FRA + SPA + POR (altra iniziativa anglo-francese)


- Le 2 grandi potenze si assumono l'impegno si sostenere 2 regimi costituzionali in sé
fragili, in quanto poco radicati nella società economica e civile e insidiati da aggressivi
partiti reazionari sostenuti dalle grandi potenze orientali.
- Per lo sviluppo del movimento liberale europeo, l'impegno di collaborazione franco-
inglese del 1830-34 ebbe il risultato di:
a) dimostrare che il liberalismo poteva estendersi oltre quel nucleo anglo-belga-francese
nel quale il superamento del sistema della Restaurazione era da considerarsi
prevedibile in linea con numerosi fattori storici, geografici, economici e sociali
comuni dei 3 paesi;
b) assicurare esperimenti di governo costituzionale in paesi dove tali fattori non c'erano.

o Se gli anni '30 videro l'estensione dell'area liberale all'Europa occidentale, il resto del continente
rimaneva ancora soggetto al sistema della Restaurazione; la sua parte orientale (impero russo,
regioni europee dell’Impero Ottomano) si trovava ancora nell'antico regime.

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o E' in questa fase che il movimento si sviluppa anche nei paesi più avanzati nella forma del
"liberalismo moderato". Poteri ancora conservatori dai sovrani in alcuni settori e restrizioni del
suffragio ne costituiscono gli aspetti più evidenti.
 FRA  la costituzione del 1830 toglie al re molti poteri che la “Carta” del 1814 gli aveva
riservato, ma conserva della precedente costituzione la forma e la struttura generali.
In ogni caso Luigi Filippo riesce durante il suo regno a esercitare un’influenza determinante
sulla situazione internazionale (es. fa adottare al suo governo una prudente politica di non
intervento nei movimenti politici dei paesi non confinanti con la Francia).
 GB  graduale allentamento del controllo del sovrano sulla politica estera a favore del
gabinetto: è un processo che occupa i primi decenni del lungo regno di Vittoria (1837- 1901).
o L'elemento più distintivo del liberalismo moderato = limitazione del suffragio elettorale. In
ciascuno Stato costituzionale dell'Europa occidentale di questo periodo i corpi elettorali si
contano solo a centinaia di migliaia di persone.
- Motivazioni  (Cavour) "in un buon sistema di governo rappresentativo debbonsi conferire i
diritti elettorali a tutti coloro che si possano ragionevolmente presumere riunire sufficienti
condizioni (capitale reale/mezzi intellettuali) per esercitarli senza pericolo per la società".
- Nell'ambito di questa prospettiva, la politica estera tende a essere lasciata ai governanti, anzi
alla minoranza dei membri del governo delegata a questo compito. Significa che nell'Europa
liberale moderata la politica estera rimane monopolio di una minoranza esigua.

Liberalismo moderato e rivoluzioni del 1848

o Rivoluzioni del 1848:


- Sicilia : contro il centralismo napoletano per il ristabilimento della Costituzione del 1812
- Torino, Firenze, Roma e Napoli: movimenti per ottenere istituzioni costituzionali dai sovrani
regionali italiani erano in fase avanzata.
- Francia: stava per scoppiare la rivoluzione che avrebbe abbattuto la monarchia costituzionale
di Luigi Filippo e proclamato la Repubblica.
- Mitteleuropa tedesco-asburgica: movimenti rivoluzionari o pararivoluzionari
- Vienna: movimento insurrezionale di studenti e borghesia liberale che chiede l’introduzione
di istituzioni rappresentative.
- Praga: si rivendica per la Boemia una precisa identità politica e culturale nell'Impero.
- Territori italiani: rivendicazioni di autonomia del Lombardo Veneto; in seguito alla resistenza
opposta dalle autorità austriache si arriva all’insurrezione armata e alla rivendicazione dell’
indipendenza.
- Stati della Confederazione tedesca: si chiedono costituzioni
- Prussia: scontro sanguinoso con re Federico Guglielmo IV

o Tratti caratterizzanti le rivoluzioni del 1848:


a) si è in presenza di una iniziativa francese;
b) è coinvolta la fascia centrale dell'Europa comprendente l'Italia e la Mitteleuropa tedesco-
asburgica;
c) il resto dell'Europa è poco o per nulla coinvolto;
d) il processo rivoluzionario in Francia inizia da un livello politico-istituzionale più avanzato che
nell'Europa centrale, andando oltre il liberalismo moderato preesistente per realizzare la
repubblica e introdurre il suffragio universale.

o La rivoluzione francese del 1848 è stata distinta da quelle che l'accompagnano e la seguono in
altri paesi europei, non soltanto perché è "più a sinistra", ma anche perché non si presenta come
una rivoluzione liberale-nazionale. Tuttavia il binomio nazione-rivoluzione costituisce un’eredità

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incancellabile e quindi nel momento in cui la nuova iniziativa francese sollecita i movimenti
liberali degli altri paesi, essa stimola pure le questioni nazionali.

 Modello francese: ma quale? Durante il periodo 1815-1848 la Francia ne propone due


 liberale moderato e monarchico (lo prende dalla GB adattandolo nei termini di costituzioni
scritte e rigide).
 democrazia repubblicana e assembleare derivato dalla "Grande Rivoluzione"

o In questa prima metà del secolo è lo stesso sistema della Restaurazione a tener viva la pericolosa
attualità della rivoluzione (ossia delle democrazia repubblicana) continuando a considerare la
Francia post-1815 il focolaio sempre sospettabile di un nuovo incendio europeo (Metternich: il
pericolo sta sempre nello stesso liberalismo moderato quale promotore e ispiratore di regimi
costituzionali → sono questi sistemi a permettere alla democrazia di rafforzarsi, di impadronirsi
del potere e di stravolgere la struttura della società europea).
o La realtà non rivoluzionaria della Seconda Repubblica viene dichiarata e confermata all'Europa
fra il marzo ed il giugno 1848 da 3 eventi politici di natura diversa:
a) (marzo) Dichiarazione di Lamartine (capo del governo provvisorio) alle nazioni europee:la
Repubblica, salvo situazioni particolari, "non farà propaganda incendiaria presso i suoi vicini"
b) (aprile) Elezioni a suffragio universale confermano la tendenza moderata della società FRA.
c) (giugno) Repressione da parte dell'esercito della Seconda Repubblica del tentativo di far
procedere innanzi la rivoluzione messa in atto a Parigi dalla parte radicale-socialista del fronte
rivoluzionario cha ha abbattuto la monarchia di Luigi Filippo.
o Accanto a questi eventi francesi si hanno gli sviluppi liberali-nazionali dell'Europa centrale
italiana e tedesca.
- Le costituzioni introdotte in Italia e in Germania sono costituzioni monarchiche moderate.
- Il movimento liberale, estendendosi dall’Europa occidentale all’Europa centrale non impone
forme di governo più avanzate. Anzi i movimenti liberali del 1848 vengono a trovarsi su
posizioni più arretrate (le costituzioni introdotte risultano concesse dai sovrani → es. Statuto
Albertino concesso da Carlo Alberto).

La costituzione piemontese del 1848 si rifà sia alla carta francese del 1814 sia alla costituzione
belga del 1831: due documenti alquanto diversi nelle concezioni e nelle situazioni politiche in cui
erano nati. Ciò che aveva fatto della costituzione belga una sfida al sistema della Restaurazione e
una tappa importante del movimento liberale europeo, era che vi fossero esplicitamente stabiliti il
principio della sovranità popolare (“tutti i popoli emanano dalla nazione”): punti di riferimento
qualificanti che nelle costituzioni italiane e tedesche del 1848 venivano a mancare.
Subito dopo lo Statuto albertino → costituzione prussiana dello stesso 1848 e poi quelle della
Grecia del 1864, della Romania del 1866, della Bulgaria del 1881, del Giappone del 1889.

La rottura del fronte rivoluzionario; 1848 momento della verità del liberalismo europeo

o Repressione parigina del giugno 1848: segna la prima rottura del fronte rivoluzionario e con essa
la fine della fase liberale moderata delle rivoluzioni europee del 1848 (è il momento della verità).
- L' Europa guarda agli eventi francesi soprattutto per le loro ripercussioni sulla situazione
internazionale. Le giornate di giugno, provocando una spaccatura interna alla politica
francese, tolgono ogni dubbio sul fatto che la II Repubblica non ha intenzione di assumere la
guida delle rivoluzioni oltre le sue frontiere. Con la repressione di giu. la II Rep. non risultava
più soltanto moderata, ma compromessa: da un sanguinoso atto di forza che le contrapponeva
quella parte radicale del fronte rivoluzionario che avrebbe potuto portarla alla guida delle
rivoluzioni europee.
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- E’ il momento culminante di uno sviluppo politico intenso e ricco di equivoci durato quasi 4
mesi. Il liberalismo francese passa attraverso le prove della repubblica e del suffragio
universale per riemergere meno liberale e più disponibile a patteggiamenti con forze politiche
tendenzialmente autoritarie nel "partito dell'ordine"
- Dicembre 1848 : elezione a presidente del principe Luigi Napoleone Bonaparte
- Introduzione del suffragio universale = evento che dovrebbe marcare una svolta drammatica
nel corso dell'intero liberalismo ottocentesco, ma che invece passa in secondo piano (la massa
che fino a quel momento è rimasta in silenzio non ha subito un processo di iniziazione
politica, la sua cultura in proposito si riduce alle leggende, la maggioranza di essa non sa ne
leggere ne scrivere ed ha un’idea assai vaga di quello che vuole).

o Ripercussioni in Europa
- La rottura del fronte rivoluzionario, avvenuta in giugno fra correnti repubblicane liberal-
democratiche e correnti repubblicane radical-socialiste in Francia, si verifica nei mesi
seguenti negli altri paesi europei coinvolti nelle rivoluzioni del 1848 a un livello meno
avanzato, ossia fra liberali moderati monarchici e radicali prevalentemente repubblicani.
- Dopo gli eventi francesi di giugno, i movimenti rivoluzionari nell'Europa centrale italiana e
tedesco-asburgica non possono più sperare sull'aiuto della Repubblica francese.
 Le conseguenze sono diverse:
 ITA: i liberali moderati rinunciano a portare avanti la loro linea politica e passano la
mano a tendenze più radicali (a Torino governo radicale; a Firenze e a Roma
rivolgimenti democratici portano all’instaurazione di repubbliche).
 Tutti gli altri Stati coinvolti nei movimenti della primavera: la crisi di incertezza e
debolezza dei liberali moderati non apre la strada alla democrazia, ma è determinata
dalla restaurazione manu militari dei precedenti regimi assoluti (Napoli, Stati della
Mitteleuropa tedesco-asburgica, Lombardo Veneto, Granducato di Toscana).

o Autunno 1848-estate 1849: “seconda restaurazione” del sistema politico-istituzionale del 1815
Prima che tale nuova restaurazione riesca a imporsi, i movimenti liberali-nazionali in Italia e
Germania hanno modo di porre l'Europa di fronte ad altri due momenti della verità.
1) ITA: decisione di conservare lo Statuto da parte del Regno di Sardegna sconfitto dall'Austria
nel marzo 1849 (il fatto che l'Austria acconsenta al mantenimento della costituzione
piemontese assume il significato di un'eccezione meditata: suggerita dalla preoccupazione che
quel mantenimento fosse opportuno per garantire la stabilità politica).
Il Piemonte costituì un'eccezione in quella fascia centrale del continente nella quale il
fallimento delle rivoluzioni del 1848 non aveva consentito al liberalismo moderato di
espandersi.
2) GER: svolta ideale della sua storia moderna = fallimento della soluzione liberale della
questione nazionale tedesca, che si identifica con il fallimento del Parlamento di Francoforte.
Il parlamento (eletto in tutta la Germania indipendentemente dai confini nel 1848 a sostituire
la Dieta della Confederazione formata dai rappresentanti non eletti degli Stati) doveva essere
considerato il risultato preliminare della nuova volontà costituente dei tedeschi di arrivare
all'unità attraverso la via indicata dal movimento liberale. Il re di Prussia rifiutò la corona
imperiale per non venir meno alla leale soggezione al Sacro Romano Impero e soprattutto per
non ricevere la corona dal popolo.

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 Le rivoluzioni europee del 1848 hanno influito sul corso delle relazioni internazionali?
Il '48 è stato una crisi della società internazionale e in buona parte una crisi che ha
profondamente influito sulle relazioni fra gli Stati europei.
Alcuni punti effettivi dalla portata immediatamente percepibile:
1. la caduta del cancelliere austriaco Metternich (simbolo del sistema internazionale della
Restaurazione),
2. la nascita effettiva della questione nazionale italiana;
3. la svolta tedesca che prospetta gli elementi preliminari di una trasformazione della comunità
internazionale.

La crisi dello stato d’Antico Regime: gli stati liberali-nazionali

o Nei due decenni seguiti alle rivoluzioni della metà del secolo, liberalismo e nazionalità riescono
a imporsi nei paesi europei centrali: Italia, Francia, Germania (rappresentano i nodi centrali del
cambiamento politico del continente)
Mentre la GB, seguendo un processo di sviluppo suo proprio ma parallelo a quanto avviene
nell'Europa continentale, modifica il suo regime politico-sociale, evolvendo da monarchia
costituzionale elitaria e aristocratica a sistema parlamentare aperto al liberalismo democratico.
 In questo periodo vengono poste le fondamenta della società europea della seconda parte e
ultima parte del secolo.

Italia
- In questo contesto il movimento liberale nazionale italiano si impone all'attenzione dell'Europa.
- L'unità nazionale viene conseguita sulla base di effettive conquiste del movimento liberale, che
rafforzano lo Stato piemontese promuovendone all'esterno l'immagine e il modello.
Le più significative sono: il mantenimento della Cost. del Regno di Sardegna del '48 (quando
tutte le altre “carte” in Italia ed in Europa vengono abolite); l'evoluzione del regime
costituzionale subalpino in sistema parlamentare attraverso la cessione di parte dei poteri del
sovrano al governo, il quale a sua volta diventa responsabile verso il parlamento; l'adozione del
plebiscito.
- L'unità d'Italia era rivoluzione per diverse motivazioni:
 Conseguenze politiche e territoriali provocate all’interno della Penisola
 Sul piano europeo → senso di sconfitta delle potenze conservatrici
 L’unità d’Italia era rivoluzione anche per la GB che l’aveva favorita (o per lo meno per i
dottrinari del partito Whig al governo).

Francia
- I liberali contemporanei e il pensiero liberale successivo, hanno considerato l'esperienza francese
del II Impero una deviazione dal corretto corso storico della Francia ottocentesca.
La deviazione sarebbe avvenuta con la II Rep., quando la Francia prese la strada della
democrazia plebiscitaria. Eppure al II Impero va riconosciuto di aver promosso un rinnovamento
dello Stato e della società francesi; anzitutto per aver avviato il paese all'esercizio del suffragio
universale.
- Il II Impero presenta del resto altri elementi di progresso politico, economico e sociale nei quali
si possono riconoscere "i compromessi più o meno ampi con il movimento liberale".
Compromessi che non possono garantirgli il riconoscimento di essere stato un sistema di
governo liberale, e consentono di collocarlo nel liberalismo reale.
 Il liberalismo economico, considerato una componente essenziale del liberalismo
ottocentesco, viene adottato quando la FR stipula con la GB il "trattato di Cobden" (1860) →
estende il libero scambio dalla GB al maggior paese continentale europeo.

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 È soprattutto la politica estera ad inserire il secondo impero a mantenere Napoleone III nel
campo della rivoluzione (l’applicazione del principio di nazionalità all’assetto europeo del
1815 costituisce l’intento di fondo del suo programma di politica estera).

Gran Bretagna
- Modello privilegiato all’interno del movimento liberale europeo.
- La costituzione inglese ormai non viene direttamente imitata: nel senso che ci si rifà piuttosto
alle costituzioni ispirate dalla tradizione costituzionale britannica.
- allargamento del suffragio elettorale (1868 → allargamento del voto ai lavoratori urbani)
1870 = apogeo del liberalismo inglese. E’ al potere il primo governo (primo ministero di
Gladstone) della storia inglese che viene definito liberale e non whig.

Verso la democrazia parlamentare. L’Europa centrale e orientale

1870: anno dell'unificazione tedesca.


- L'opinione liberale europea accolse con sconcerto l'annessione dell'Alsazia Lorena al Reich
senza plebiscito in seguito alla sconfitta del II Impero nella guerra franco-prussiana (non
rispetta la regola che vieta i trasferimenti territoriali senza consultare le popolazioni)
- L'unificazione tedesca promosse:
 La trasformazione del sistema degli stati europei e il trionfo della nazione sull’Europa
 Crisi e superamento di concezioni, cultura e movimenti liberali quali erano venuti
sviluppandosi nei decenni precedenti; e che erano sottoposti ora all'alternativa di un
modello di autoritarismo efficiente e "moderno" che dal centro dell'Europa si irradiava
verso le ali.
o Nell'Impero tedesco, l'introduzione del suffragio universale per le elezioni al Reichstag (o
parlamento imperiale), aveva intenti di conservazione socio-politica e non certo di promozione
liberaldemocratica. Il liberalismo tedesco si trasforma in parte nell'ala dei cosiddetti "liberali
nazionali", che partecipano all’unificazione bismarckiana e “vengono considerati in certo qual
modo partito di governo". Dopo di che Bismarck giunse a scavalcare le posizioni liberali
nazionali per arrivare direttamente alle "masse".
o La Germania fu il primo paese del mondo industrializzato ad avere una legislazione
previdenziale, mentre il Partito socialdemocratico tedesco (1869) fece da precursore e in qualche
caso da modello ai partiti socialisti nazionali che sorsero nel tardo '800 nei vari stati europei.
- Non si può dire, con ciò, che nel II Reich, bismarckiano (1871-1890) o guglielmino (1890-
1918) si va verso la democrazia parlamentare. Anche se ci sono già nella Germania prebellica
importanti presupposti per l'instaurazione di un sistema liberaldemocratico.
 Due aspetti dello Stato e della società tedeschi risultano inconciliabili con la democrazia
1) la politica estera rimane monopolio del cancelliere dell'Impero, dell'imperatore
2) e condizionata dal "Grande Stato Maggiore" ossia dal potere militare (r
- Mayer  persistenza dell'antico regime fino al primo '900.
o La tesi di Mayer appare più plausibile quando si considerano altri paesi dell'Europa centro-
orientale a cominciare dagli imperi asburgico e zarista.
 Monarchia austro-ungarica: 1907 → introduzione del suffragio universale: ciò non significa
che il vecchio Impero asburgico è passato attraverso una fase di liberalismo moderato fino ad
arrivare alla democrazia
 Impero russo:
1861: fine servitù della gleba
1905: in seguito alla rivoluzione giunse ad introdurre un sistema rappresentativo  di fatto
non si esercita nelle forme, con le garanzie e con la partecipazione in atto a quell'epoca
nell'Europa centro-occidentale.
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o Inaugurata fin dal 1831 in Grecia e attuata negli anni '50 in Romania, l'applicazione del principio
di nazionalità viene esteso anche al resto dell'Europa balcanica ex-turca.
Il processo di espansione del liberalismo non ebbe certo il tempo per creare una base economico-
sociale ed etico- politica adatta nelle società di questa parte relativamente periferica del
continente.

Verso la democrazia parlamentare. L’Europa occidentale

 In quale parte d'Europa si può parlare di democrazia parlamentare: ossia di un sistema di governo
nel quale i particolari diritti individuali e politici promossi dal liberalismo moderato del primo
'800 si erano ampliati ed estesi da minoranze borghesi a maggioranze popolari?
- Questo ampliamento e questa estensione ebbero il tempo e il modo di compiersi in questo
periodo soltanto in quella parte d'Europa dove nella I metà del secolo il liberalismo aveva
potuto diventare forza di governo e promuovere sistemi costituzionali rappresentativi:
 Europa settentrionale e centro occidentale = zona di applicazione della democrazia
- In questa parte d'Europa il liberalismo deve compiere sforzi precisi per resistere alle nuove
forze politiche che intendono modificarlo o adattarlo o semplicemente lo contestano.
 da destra: nuovi movimenti- partiti nazionalisti in gestazione alla fine del sec.
 da sinistra: partiti democratici più dinamici e nascita di nuovi partiti socialisti.

Inghilterra
Dopo gli anni dell'apogeo del liberalismo gladstoniano intorno al 1870 vide ampliarsi ancora il
suffragio elettorale: nel 1885 il voto fu esteso ai lavoratori delle campagne.
- Classici storici del sistema costituzionale inglese hanno concluso che con questa riforma
elettorale nel corso del secolo la GB diveniva una democrazia parlamentare.
- Tale conclusione va conciliata con alcune remore radicate nella tradizione storica del paese: costi
elettorali che avvantaggiavano i candidati più abbienti, la conservazione alla Camera dei Lords
di poteri e privilegi. E sono rappresentate pure dalla posizione del governo centrale di fronte non
solo all'Irlanda, ma anche al Galles e alla Scozia (oltre che all'India e all'impero).
Nella GB di questo periodo i problemi dell’Impero d’oltremare condizionarono come in nessun
altro paese lo sviluppo del liberalismo democratico (formazione del partito dei liberali imperialisti;
passaggio del più influente leader radicale, Chamberlain, dall’ala sinistra del partito liberale al
partito conservatore-unionista).

Francia
La III Repubblica (1870) sorge dalla caduta del Secondo Impero e si fonda su un sistema elettorale
a suffragio universale.
Essa rimane a lungo una repubblica conservatrice: perché subisce le ripercussioni politiche di
essersi contrapposta e di aver represso le tendenze popolari più radicali espressi ora dalla
formazione della Comune di Parigi. E soprattutto perché la maggioranza dei membri
dell’Assemblea è monarchica.
La situazione internazionale della III Repubblica contribuisce a darle un'impronta conservatrice
L'isolamento in cui il cancelliere tedesco Bismarck riesce a mantenere la Francia per 20 anni, la
spinge a tentare di riconquistare la posizione di potenza primaria che la vittoria tedesca le ha tolto,
costruendosi un immenso impero coloniale.

Italia
o Il Regno d'Italia è l'unico a seguire nella II metà del sec., ossia dalla sua nascita, un processo di
applicazione-evoluzione del sistema di governo rappresentativo che non indulge in varianti
autoritarie o conservatrici al limite del reazionario come la Francia o come il III Reich.

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o Basato su una costituzione "concessa" nel 1848 dal sovrano piemontese, il sistema di governo
dell'Italia unita prosegue nella sua evoluzione da monarchia costituzionale in monarchia
parlamentare.
 Primo 900’: affermazione del liberalismo democratico di Giovanni Giolitti
 Il suffragio elettorale assai ristretto con cui il sistema costituzionale italiano ha inizio nel 1861
viene moderatamente esteso nel 1882 per essere allargato al suffragio universale maschile nel
1911.
 Anomalie e vizi del sistema stanno nella tendenza al "trasformismo" che si afferma fin dagli
ultimi decenni dell'800 logorando l’originaria alternanza al governo dei due partiti della Destra e
della Sinistra fino ad annullarla; e anche nel modo di "fare" le elezioni, soprattutto nel Sud.

3.IL SECOLO DELLE NAZIONALITA’

Il dibattito sulla natura e sull’identità della nazione è uno dei più vecchi, importanti e controversi
della storiografia contemporanea.
Con quali caratteristiche il problema è sorto nell’Occidente moderno?
Con quali forme ha condizionato le relazioni internazionali, giustificando la qualifica del XIX
secolo come secolo delle nazionalità?

1. Nazione, nazionalità, principio di nazionalità, movimenti nazionali, Stato-nazione

o Epoca precisa in cui è stata concepita l’idea di nazione = XVIII secolo (gli altri termini
cominciano a qualificarsi dopo)
o Termine nazionalità: inteso spesso come sinonimo di nazione ma di fatto utilizzato con
significato meno importante.
o Nazionalismo: Kohn → “idea-forza della vita politica, culturale ed economica dell’emisfero
occidentale del tardo XVIII” (nazionalismo = prima idea forza universale che agisce
nell’organizzare tutti i popoli in Stati nazioni)
o Principio di nazionalità: ogni stato deve corrispondere ad una nazione e viceversa; esso
domina la storia dell’Europa Contemporanea e la politica mondiale (viene elaborato dai
teorici della nazione del primo ottocento tra cui Mazzini).
 Progressivamente l’applicazione di tale principio dà luogo a un sempre maggiore numero
di stati nazionali (a seconda dei periodi, 12, 26,42…). Tale progressione numerica si spiega
anche con il fatto che nel periodo che va da Mazzini a Wilson il principio di nazionalità
veniva considerato applicabile alla sola Europa.
o Movimenti nazionali: rappresentano la manifestazione concreta della volontà dei popoli di
ottenere la propria unità, oppure la propria indipendenza e unità quando ne sono privi
o Stato-nazione: indica la coincidenza di fatto realizzata o da realizzarsi tra le due forme di
collettività umane indicate nei due termini.
- Mazzini nel suo programma ideale pensava ad una Europa formata esclusivamente da
Stati-nazioni
- A dimostrare il carattere teorico e solo parzialmente applicabile della formula è stata
sottolineata “la molteplicità di nazionalità, lingue o etnie presenti nei più antichi stati-
nazioni: GB, FR, SP” (Hobsbawn).
- Carattere imbarazzante degli stati-nazione dell’EU occidentale: in essi nasce prima lo stato
poi si acquista coscienza della nazione

2. La nascita dell’idea di nazione nell’età romantica: una classica interpretazione storiografica

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o La nazione moderna nasce nel secolo XVIII nell’Occidente; la sua successiva espansione
ideologico-politica si compie da Ovest verso Est, per arrestarsi alle soglie dell’Asia alla fine
della I guerra mondiale.
o Federico Chabod: fa nascere l’idea di nazione dal Romanticismo  essendo un particolare
aspetto del movimento romantico, la nazione si esprime e si qualifica come “senso della
singolarità di ogni popolo, rispetto delle sue proprie tradizioni, custodia gelosa delle
particolarità del suo carattere nazionale”
o Herder: è considerato da Chabod la personalità singola che anticipa il concetto di nazione;
egli pone la condizione anti-storica che la nazione non muti nei secoli il territorio in cui si
trova e non si frammischi con altri popoli (anticipazione del nazionalismo)
o Rousseau: è secondo Chabod l’altro teorico della nazione; egli fa un salto di qualità
analizzando la “volontà” di creare uno stato creato sulla volontà popolare e quindi uno stato
nazionale (→ trapasso dalla mentalità riformistica del 700’ alla mentalità rivoluzionaria
della fine del secolo e dell’800’).
o Chabod è consapevole che l’impostazione romantica del problema della nazione è all’origine
degli equivoci fra nazione e libertà, delle successive enfatizzazioni del valore assoluto di
nazione, dei successivi antagonismi fra concezioni politiche nazionali che improntarono di sé ,
fra 800 e 900, un’epoca di contrasti internazionali intransigenti e irrisolvibili, di guerre totali.

3. Concezioni della nazione e missioni nazionali dei paesi occidentali: Inghilterra, Stati Uniti e
Francia

I pensieri nazionali (nel significato specifico di pensieri rivolti a definire la propria nazione, con le
sue origini e caratteristiche inimitabili e la sua particolare missione) prendono strade diverse: ad
ogni popolo corrisponde un’elaborazione ed un’espressione tanto particolare dell’idea di nazione da
renderla soggettiva, esclusiva e non trasferibile.
E tali pensieri nazionali particolari influenzano le politiche internazionali degli stati-nazioni.

Inghilterra
o Già prima del romanticismo aveva acquisito consapevolezza della propria esclusività (posizione
insulare inviolata dalla conquista Normanna del 1066; potenza commerciale e navale, avere una
costituzione considerata dagli europei un modello di sistema politico).
 Nel caso inglese i motivi di esclusività erano dunque netti: il più accreditato risulta quello
della tradizione politica e costituzionale: l’identificazione di tale tradizione con la nazione
inglese si realizza nella seconda metà del 700’ (Burke: la GB non è solo una regione fisica
ma una concezione di valore continuativo che si estendeva nel tempo ed era stata voluta
deliberatamente per secoli da intere generazioni)
Costituzione inglese come risultato di esperienze plurisecolari esclusive  tale concetto
viene accolto dalla classe di governo anche nelle sue implicazioni internazionali
o Da una concezione della nazione esclusiva in quanto nata da un’esperienza politica secolare del
popolo inglese, Burke passa ad un’impostazione dottrinaria di valore più generale, che sarebbe
stata applicata dal governo inglese ai fenomeni nazionali di primo ‘800 (la concezione della
nazione come “diritto personificato”ispira una dottrina della nazionalità che poteva essere
applicata alle situazione di Norvegia, Polonia, Spagna → appoggio inglese all’insurrezione del
paese contro la dominazione francese del 1808)
o La missione della Gb nella prima parte del XIX secolo nel mondo occidentale risulta fondata sul
modello politico-costituzionale del Regno Unito presentato
 In un primo tempo come modello da ammirare (Canning: 1808 e 1823-27)
 Poi come modello da imitare (Palmerston: 1830-1841 e 1846-49)
E’ una direttiva che:
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 Si esprime in politiche del riconoscimento degli Stati/governi nati da rivoluzioni e poi in
politiche di non intervento a sostegno della libertà di scelta dei popoli
 Ma nello stesso tempo coesiste, a seconda delle regioni geografiche e delle situazioni, con
politiche di intervento dettate da esigenze di espansione economica (Cina) e di egemonia
strategica (Grecia 1850)

Stati Uniti
o Anche le componenti della concezione americana di nazione sono antiche (risalgono all’inizio
del XVII secolo).
- La componente più importante è quella che la fondazione degli USA (fine 700’) conferisce
alla nazione americana una legittimità morale e istituzionale fondata sui diritti naturali di ogni
uomo “alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità” (dichiarazione di Indipendenza, 1776).
- L’universalità di tali diritti spingeva i coloni -spiegava la dichiarazione- a sottrarsi alla
dominazione della madrepatria inglese, proclamando la propria indipendenza a creando di
conseguenza una nuova nazione.
 La nazione americana si diceva tale per scelta razionale e per espressione di volontà,
rifiutando ogni retaggio storico precedente e richiamando principi considerati validi per ogni
popolo in ogni luogo e in ogni tempo (≠ concezioni della nazione formulate in EU: fondate su
principi storicistici e su sentimenti particolaristici).

o Caratteri della concezione americana della nazione (tra i padri fondatori → Thomas Jefferson)
a) Prima concezione volontaristica e universalistica della nazione
b) Risolve la contraddizione fra l’universale dell’umanità e il particolare della nazione
(trasferendo attraverso un atto di ragione, ma in realtà di fede, i valori universali dell’umanità
nella nazione: più precisamente in una sola nazione = quella americana)
c) Prima concezione che poteva consentire agli Usa un’espansione territoriale che non intende
presentarsi come conquista e annessione, ma come estensione della nazione americana
o Queste origini e questa concezione della nazione americana offrono i presupposti per una
“missione” di espansione territoriale che si proponeva come estensione della nazione
americana (con i suoi benefici: libertà politica, democrazia, opportunità di crescita
economica).
o Va evidenziato l’ostinato impegno degli Usa nel conciliare l’universalismo dei diritti umani
e l’identificazione della nazione americana con essi. Tale impegno si concretizza in una
duplice linea di comportamento transnazionale:
1) Politica interna che predispone gli USA ad accogliere immigrati da altri continenti e a
condividere con essi le opportunità di una vita migliore dei cittadini americani
2) Politica estera rivolta a promuovere fuori dalle frontiere degli USA le stesse libertà,
istituzioni politiche democratiche, opportunità economiche di cui gli americani godevano
nella loro nazione

Francia
o La concezione francese della nazione si presenta alla fine del secolo XVIII come universalistica
e volontaristica. L’idea di nazione moderna nasce dal contesto della rivoluzione (in questo
ambito si può trovare alla concezione francese un’impostazione precisa nel Contratto sociale di
Rousseau: teorico della “volontà generale” quale espressione di un “essere collettivo” =
comunità nazionale).
o La Grande Nazione nasce:
- Non come esaltazione enfatica ed esasperazione storica ed etnica di una nazione francese
particolare e superiore
- Ma come idea e programma d’azione di una “patria” dei diritti umani e dei valori universali
aperta a tutti gli spiriti liberi che si trovano dentro o fuori dai confini del Regno di Francia; e
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che riconoscono nella Francia l’antitesi etica, politica, istituzionale e sociale degli Stati
patrimoniali dell’Europa dell’Antico Regime
o Il processo politico attraverso il quale la Francia diventa Grande Nazione attribuendo alla propria
esperienza rivoluzionaria validità e portata universali non è dissimile da quello che caratterizza la
concezione americana. Ciò che è diverso è il contesto politico-geografico.
- Gli eventi francesi si svolgono nel cuore del sistema internazionale del tempo; e quindi
provocano due ordini di conseguenze nei popoli europei (che si trovano a breve distanza dal
territorio francese).
 Nei popoli suscitano ferendo e aspettative
 Negli stati determinano diffidenza e ostilità
o Sono proprio le manifestazioni di diffidenza e di ostilità degli Stati d’Antico Regime verso la
Francia rivoluzionaria a sollecitarla a dare compiutezza politica e coerenza storica alla
concezione della Grande Nazione.
- Dall’atteggiamento delle potenze vicine, la Francia è indotta ad assumere un ruolo politico-
militare da difensivo ad offensivo.

 “Dichiarazione di Pillnitz (1781) + “proclama del duca di Brunswick”(1792) = documenti


ostili emanati dalle due potenze che scendono in campo per prima contro la Francia
rivoluzionaria: Austria e Prussia
 Trovano una replica nel decreto della Convenzione nazionale (1972):
 promette l’aiuto della Francia a tutti i popoli desiderosi di conquistare la libertà politica
e nazionale; e contrappone ai sovrani i popoli, ai quali viene riconosciuto lo stesso
diritto che ha il popolo francese di “disporre di sé stessi”
 rispondendo alle dichiarazioni di Austria e Prussia di voler intervenire in Francia per
restaurarvi lo stato d’Antico Regime, stabilisce la contrapposizione tra due concezioni
dello stato e della società.
o Nel corso del ventennio rivoluzionario-napoleonico la Grande Nazione si trasforma, piegandosi
al compromesso con le esigenze di politica di potenza (che lo Stato francese assume come
impero napoleonico).
 Le nazionalità che circondano l’Impero da esso guidate ma inevitabilmente controllate,
vengono a trovarsi in contrasto con la sua politica di egemonia europea.

o I movimenti nazionali
- Nell’Europa dell’Ottocento l’attenzione si concentra sui movimenti delle nazionalità, operanti
in quei paesi che Stati-nazioni non lo erano ancora, perché dipendenti da altri Stati (es. Italia,
Polonia). I movimenti italiano, polacco, ungherese e tedesco si presentano come i protagonisti
della “questione nazionale”durante tutto il periodo che va dalla restaurazione al 1870.
- Soltanto i movimenti italiano e tedesco provocano la formazione di cospicui Stati-nazioni
nuovi; essi rappresentano il primo grande risultato di un processo di trasformazione politica in
senso nazionale e territoriale che dall’Europa centrale si estende all’EU orientale (XIX
secolo), per coinvolgere nel XX secolo anche Asia ed Africa.

4. Il movimento nazionale italiano

Il movimento italiano realizza per primo il suo programma; come il movimento tedesco, esso si
ispira all’idea di nazione concepita dal Romanticismo.

Mazzini: maggiore teorico ed attivo propulsore del movimento nazionale italiano


o Formulando la sua concezione di nazione (anni 30’dell’800’), attribuisce grande importanza alla
comunità di lingua, di tradizione, di ambiente geografico.
19
La condizione indispensabile è però per lui che un popolo creda, pensi e quindi eserciti la sua
volontà in senso nazionale: ciò non può avvenire che in una condizione di libertà politica, tale a
consentire ai cittadini di votare (concezione della nazionalità democratica).
o La corrente mazziniana entro il movimento nazionale italiano sostenne un programma d’azione
di portata rivoluzionaria, in quanto impegnato alla creazione di uno Stato italiano oltre che
indipendente dalla dominazione austriaca, unitario e repubblicano.
o L’Italia doveva formarsi nell’ambito di un’Europa sottoposta a un ampio processo di
ricostruzione politico-territoriale che facesse ovunque coincidere stato e nazione (→ ciò avrebbe
portato allo sgretolamento di stati multi-nazionali come l’Impero d’Austria e l’Impero
Ottomano)
o L’attuazione del programma mazziniano andava non solo contro la dominazione del Lombardo
Veneto, ma anche contro: il potere temporale del papa, le dinastie regnanti nei vari stati italiani,
le idee degli ambienti moderati non favorevoli alla democrazia repubblicana.

o La scarsa aderenza alla realtà immediata del programma mazziniano favorì i programmi dei
liberali moderati, più limitati ma più attenti alla necessità di non urtare contro gli ostacoli
insuperabili quali Papa, dinastie regionali…
Varietà di posizioni all’interno dei liberali moderati italiani:
 Balbo: avanza la tesi di un “inorientamento” dell’impero asburgico che lo facesse rinunciare
al Lombardo-Veneto in cambio di territori più a est, nei Balcani soggetti all’Impero
ottomano.
 Alcuni liberali moderati ritenevano inevitabile una guerra nazionale contro l’Austria; altri
insistevano sulla creazione di una federazione che avvicinasse gli italiani negli interessi
economici.
 Gioberti (abate): “primato morale e civile degli italiani” (1843) → tale legame deve fondarsi
sul rinnovato legame con il papato, che già nel medioevo aveva dato grandezza all’Italia.
Programma politico proposto da Gioberti era prudente e circoscritto = istituzione di una
confederazione italiana sotto la presidenza del papa alla quale si sarebbe accompagnata una
limitata trasformazione degli stati regionali (programma d’azione modesto che non affronta
il tema della dominazione straniera)
 Altri moderati: idea di affidare la funzione politica direttiva della costituenda confederazione
italiana al sovrano del Regno di Sardegna, Carlo Alberto ( questione in parte alternativa
del programma liberale-moderato, il c.d. “albertinismo” )

Uscito di scena Carlo Alberto, la guida del movimento nazionale italiano passò negli anni 50’
allo stato piemontese → realizza nel 1861 lo stato unitario italiano (maggior successo europeo
del liberalismo nazionale)

5. Il movimento nazionale tedesco

o L’idea di nazione tedesca nasce nel tardo ‘700 in ambito intellettuale e letterario traendo dal
Romanticismo l’immagine poetica della nazione come “essere vivente”; ma il movimento
nazionale si traduce in azione politica e militare alla fine dell’età napoleonica.
- Il progresso del movimento è peraltro caratterizzato da tempi di arresto, crisi, involuzioni.
- Il movimento riceve impulsi da:
 Sviluppo intellettuale, assai vivo dall’età illuministica si arricchisce di motivi nazionali
(Hegel, Fichte → “discorsi alla nazione tedesca”)

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 Movimento economico: diede impulso al processo di unificazione nazionale (1834:
Zollverein = unione doganale di iniziativa prussiana, che collegò una parte degli stati
tedeschi: l’adozione di una politica rigidamente protezionistica mentre lega strettamente tra
loro gli stati dell’unione, rese più difficili i suoi rapporti con i paesi esteri).
o Con tutto ciò, la questione nazionale in Germania alla vigilia delle rivoluzioni del 1848 non si
pone in termini politici immediati anche per l’esistenza di 3 diverse tesi per la sua soluzione:
1) Conservatori: sostengono una semplice modifica dell’assetto del 1815 che senza pregiudicare
i diritti dei sovrani assicurasse l’unità della politica e la fusione delle forze militari.
2) Liberali: aspirano a costituire uno stato federale sotto un imperatore che limitasse i poteri
delle dinastie
3)Democratici: intendono abbattere la struttura del vecchio Reich e costruire una nuova
Germania a regime repubblicano.
o Come in Italia, anche in Germania le rivoluzione del 1848 imprimono una svolta al movimento
nazionale: la crisi del Parlamento di Francoforte conduce alla progressiva riduzione del ruolo del
movimento liberale nella questione nazionale tedesca.
Con il fallimento del liberalismo è tutto il movimento a subire un tempo di arresto. Il risveglio si
ha solo nel 1858: la scossa decisiva al movimento nazionale tedesco viene dalla vittoria
dell’Impero francese nella guerra franco-austriaca (1859) e dal successo del movimento
nazionale italiano (che agisce da stimolo e da incoraggiamento).

► Treitschke (storico) → stretta analogia fra i processi politici nazionali italiano e tedesco ed in
particolare fra l’opera di Cavour e di Bismarck
 Evidenti similarità esterne: funzione dei due stati guida, Piemonte e Prussia + conseguenze
sulla situazione internazionale europea e sul sistema delle grandi potenze della costituzione di
due grandi stati-nazione nuovi
 Diversità profonde:
 ITA: negli anni 50’ la politica di Cavour prima sviluppa il liberismo in Piemonte e poi (ma
anche in concomitanza) affronta la questione nazionale.
L’unificazione italiana può considerarsi una conclusione importante dell’azione congiunta
di liberalismo e nazionalità procedono di pari passo  processo di sviluppo nel quale le
parti principali del movimento italiano, quella cavouriana sia la componente e quella
popolare (Mazzini e Garibaldi) danno il loro contributo
 GER: negli anni 60’, quando si realizza la fase conclusiva del movimento nazionale tedesco,
è lo Stato prussiano a svolgere un ruolo preminente (il movimento nazionale tedesco non è
il risultato di forze politiche differenti). A capo di esso si pone saldamente Bismark.
Lo stato nazionale di Bismarck nasce dalla sua trasformazione del principio di nazionalità
da criterio etico-politico per promuovere la nascita di nuovi stati entro un contesto
internazionale equilibrato ed omogeneo (che si identifica con l’Europa), in strumento per
l’affermazione e la potenza, esclusiva e suprema, di uno Stato al quale nessuno deve
opporsi (il suo modo di intendere lo stato nazionale è molto diverso)

6. I movimenti nazionali nell’Europa centro-orientale

o Nella II parte del secolo XIX, fra il 1870 e la conclusione della IWW la questione nazionale
assume nuove forme.
Essendosi qualificata sul piano culturale in quanto idea di nazione moderna dell’Occidente
euroamericano fin dal 70’’, ed essendo poi stata affrontata e risolta dai movimenti di
unificazione nazionale della fascia centrale – italiana e tedesca – del continente europeo, essa si
impone all'Europa orientale per ottenere infine una soluzione con la IWW.
o La realtà è però molto più complessa

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- La questione nazionale subisce l'influenza dell'effetto traumatico provocato nella società e
nella situazione politica internazionale dallo spirito e dal modo in cui si realizza nel 1870
l'unificazione tedesca.
 Questo evento dà l'impulso preliminare a un mutamento delle concezioni nazionali che si
sono sviluppate nei paesi dell'EU centro-occidentale: ne derivano nazionalismi integrali
che esaltano la propria nazione in gara, in competizione, in conflitto con altre; qualche
volta determinarono degli imperialismi
o Aspetto caratteristico dello sviluppo della questione nazionale in questo periodo = azione
comune di liberalismo e nazionalità nella costruzione di nuovi Stati-nazioni, che viene interrotta
dall'unificazione tedesca, sembra proseguire nell'Europa orientale in genere; ma non senza subire
l'influenza dei nuovi modi, aggressivi ed esclusivisti, di concepire la nazione e promuoverne
l'interesse e l'espansione.
 Movimento polacco: contrariamente ai movimenti italiano e tedesco, esso "parte" nel 1815 da
una situazione di riconoscimento di un nuovo Stato nazionale polacco a regime costituzionale
rappresentativo per scontrarsi poi con la dominazione russa e soccombere; ma esso rimane
comunque presente nello sviluppo multiforme del liberalismo nazionale europeo e si pone
come condizione preliminare dell’applicazione del principio di nazionalità nella IWW.
 Movimento ungherese: contrariamente ai movimenti italiano e tedesco, esso non ottiene nella
stessa epoca il riconoscimento di uno Stato-nazione a sé stante; ma il Regno d'Ungheria si
impone nell'Ausgleich del 1867 entro la nuova struttura della Duplice Monarchia
Austroungarica come elemento portante dell'ultima versione dello Stato asburgico.
(Compromesso Austro-Ungarico = riforma costituzionale promulgata nel 1867 dall'imperatore
d'Austria Francesco Giuseppe, con la quale l'Ungheria otteneva una condizione di parità con
l'Austria all'interno della monarchia asburgica, segnando il passaggio dall'Impero Austriaco
all'Impero Austro-Ungarico)
 Grecia → Ci si trova dinanzi al: primo movimento nazionale della regione e a uno dei primi
d'Europa; a un movimento forse in se stesso non eccessivamente robusto e indipendente, ma
che esercita sull'EU romantica una suggestione storica e poetica senza pari; a uno dei primi
movimenti che realizza nell'Europa del primo '800 uno Stato-nazione; all’ oggetto di una
grande e prolungata crisi del sistema europeo per le grandi potenze che coinvolge, Russia, UK
e Francia; al primo colpo inferto all'Impero ottomano nel corso della "questione d'Oriente"
 Conquista dell' "autonomia" del Principato di Serbia.

► Elementi comuni ai movimenti che portano alla formazione di stati-nazioni (oltre all’elemento
comune dell’azione contro rigide cornici sovrannazionali a base dinastica)
a) Spesso il risveglio nazionale è un fatto di "cultura" prima di diventare un fatto politico.
b) Religione: contrapposizione cristiani contro musulmani → i popoli cristiani soggetti ad un
impero multinazionale cristiano acquistano una coscienza religiosa e si sollevano fino a
costituirsi in stati-nazioni indipendenti (il movimento greco e serbo indicano la strada).
La Russia è l’unica grande potenza di religione ortodossa su cui – dalla vicenda greca in poi i
cristiano-ortodossi dell’EU orientale possono contare per realizzare i loro programmi
nazionali.
c) Razza slava. La corrispondenza fra religione cristiana ortodossa e razza slava non è certo
rigorosa, il movimento panslavo o panslavista nasce nella Boemia, slava ma prevalentemente
cattolica con le rivoluzioni del 1848.
Religione cristiana ortodossa + appartenenza alla razza slava: debbono considerarsi
essenziali per la nascita e lo sviluppo del panslavismo, uno degli aspetti caratterizzanti
dell'epoca dei nazionalismi e degli imperialismi.

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6. Dalle nazionalità ai nazionalismi e agli imperialismi

o Dal 1870 in poi, si entra nell'epoca in cui le idee e i movimenti delle nazionalità cedono il posto,
soprattutto nell'EU centro-occidentale, a nazionalismi aggressivi, espansionisti, esclusivisti (tali
cioè da considerare soltanto gli interessi del proprio stato-nazione nel disprezzo degli interessi
altrui)
o Precisazioni utili per comprendere questo periodo:
1) Il termine "nazionalismo" in lingue importanti (ing, ted) vale sia per idea di nazione, sia per
movimento nazionale, sia per l’affermazione esclusivistica della propria nazione.
2) Passaggio dal primo al secondo '800: è segnato dal momento in cui nell'Europa centro-
occidentale le due forze di opposizione al sistema del 1815, liberalismo e nazionalità,
cessano di operare insieme per la costruzione di Stati-nazioni nuovi come il Belgio e l'Italia;
e ciò in coincidenza e sotto il peso dell'unificazione tedesca.
Mentre nell’EU orientale l’azione comune di queste forze sembra proseguire: la creazione di
nuovi stati-nazioni è infatti accompagnata dall’introduzione di istituzioni costituzionali.
3) Nella stessa Europa centro-occidentale si riscontra, nell’estensione delle istituzioni
democratiche, un progresso che ha indotto parte della critica storiografica a collocare
l'apogeo del liberalismo europeo dopo il 1870.
Solo dando rilievo all'impatto del "bismarckismo" sul sistema e sulla società europei si può
parlare non di apogeo ma di crisi annunciata (Bismarckismo = politica che ha portato
all'affermazione della Germania nel 1870 e che ne garantisce l'egemonia nel ventennio
seguente).
4) Il mutamento epocale che si è rilevato è indicato in modo significativo dal nuovo rapporto
fra lo Stato-nazione e l'Europa, entità intermedia per il pensiero nazionale del primo '800,
mazziniano o liberale moderato, fra la nazione e l'umanità.

► Nazionalismi, imperialismi, pangermanesimo, panslavismo: fenomeni generali e particolari che


condizionano la politica e ispirano la società internazionale fino alla IWW.
Nazionalismi in Francia e all'Italia: in entrambi i paesi
 I movimenti si sviluppano in ambienti letterari e giornalistici
- FRA: Maurras e Marrès
- ITA: il movimento ha un carattere più evidente di rivincita della borghesia, adagiatasi
secondo i nazionalisti nella troppo remissiva dottrina e prassi liberale, contro la crescita e
l'affermazione delle classi popolari e della formazione politica che ne rappresenta le
rivendicazioni, cioè il nuovo partito socialista (Corradini e Federzoni)
 I movimenti nazionalisti costituiscono i segnali della gestazione di nuove destre
o FRA: prima del 1914 il movimento nazionalista non ha una precisa rappresentanza
parlamentare
o ITA: l'Associazione nazionalista invia 2 candidati al parlamento dopo elezioni del 1913.

L’inesistenza della rappresentanza parlamentare dei due movimenti non deve però ingannare
o FRA: gran parte dell'opinione pubblica è "chauvinista", ossia aggressivamente nazionalista
(sentimenti diffusi di revanche contro la GER per la sconfitta del 1870)
o ITA: gran parte dell'opinione pubblica italiana è nazionalista, e questi sentimenti penetrano
largamente nella compagine dei partiti "borghesi" e, in parte minore, nella sinistra patriottica. In
conclusione sulla politica internazionale italiana del decennio della IWW, il movimento
nazionalista esercita un'influenza sproporzionata rispetto alla sua consistenza parlamentare.

 Come si arriva a tutto ciò?


 ITA: contano il rapporto irredentismo-nazionalismo + nazionalismo- imperialismo 
L'Italia unificata sente il bisogno di confermare il successo del Risorgimento, di garantire la
23
sua identità di Stato-nazione, di farsi riconoscere lo status di grande potenza anche in quanto
potenza coloniale (irredentismo = movimento per completare lo stato nazionale ottenendo le
città “irredente” Trento e Trieste).

 FRA: rapporto provincie perdute- nazionalismo + nazionalismo- imperialismo  La


Francia sente il bisogno di riaffermare la sua posizione di grande potenza compromessa dalla
sconfitta del 1870 attraverso l’unico modo che il sistema bismarkiano le consente =
un’espansione extraeuropea che la porta a costituire un immenso impero coloniale.

7. L’età dell’imperialismo

 Che cosa giustifica la denominazione di "età dell'imperialismo" per intendere specificamente il


periodo di 3-4 decenni precedente la IWW?
Alcune chiarificazioni:
 Si può sicuramente parlare di imperialismo prima e dopo l'epoca indicata (es. imperialismo
del libero scambio della GB del primo 800’).
 Può apparire convincente considerare l'età dell'imperialismo una fase di espansione europea
vecchia di secoli;
 Non bisogna circoscrivere il fenomeno all’ imperialismo diretto verso paesi overseas. Fanno
parte integrante del fenomeno forme diverse di prospettive terrestri rivolte verso paesi
confinanti o vicini (es. pangermanesimo, panslavismo → movimenti che mirano a unire
forme più o meno strette e ad affermare l’importanza nella comunità internazionale delle
genti di origine tedesca e di quelle di origini slave).
 Proseguendo in questo ampliamento dell'ambito geografico e strutturale dell'imperialismo a
comprendere forme differenti da quella del colonialismo d'oltremare, vanno considerate
anche forme a lungo presentate come estensioni della nazionalità a territori limitrofi
disabitati o "selvaggi" (espansione USA nel nord America e della Russia zarista nell’Asia
centro-orientale).
 Manifestazioni del fenomeno nell'"età dell'imperialismo" debbono considerarsi anche altre
che possono sfuggire a un'osservazione generica. L'espansione dell'Austria-Ungheria nei
territori balcanici sottratti all'Impero turco rientra nell'imperialismo.
 Altro aspetto dell'imperialismo del periodo è la possibilità che esso "passi" dal continente
europeo a territori extraeuropei (es. espansione italiana).

Con queste chiarificazioni si può individuare meglio, in un’età dell’imperialismo così circoscritta, la
convergenza e coincidenza di una serie di fattori presenti in quest'epoca.
a) Fattore "nazionalismo": un aspetto importante di una “età dell’imperialismo”= enfasi diffusa
sulla "missione" e sulla "vocazione" a esprimere attraverso l'espansione imperialistica il vigore e
la potenza nazionali.
o GB: se la sua missione nazionale nell’età di Palmerston (1830-1865) era stata quella di
promuovere la formazione di Stati-nazioni a sistema politico costituzionale rappresentativo
sul continente europeo, dopo il 1870 la missione cambia.
Protezionismo e bismarckismo inducono la GB
 allo splendido isolamento dagli affari europei
 a trarre dall'impero d'oltremare la base e la garanzia della sua potenza mondiale
 ad assumere il "fardello dell'uomo bianco" (= concepire come proprio della nazione inglese
il compito di guidare le popolazioni soggette a dominio coloniale verso la "civiltà", ossia
l'autogoverno e l'indipendenza)
o In questa assunzione di compiti altre potenze imperialistiche imitarono la GB: a cominciare
dagli USA → “dottrina Kipling-Mc Kinley” dal nome del presidente della guerra ispano-
24
americana del 1898 che portò gli USA a stabilire il loro controllo su Cuba, Portorico, le
Filippine.

b) Connesso con l'impulso a vedere nell'imperialismo lo sviluppo e la proiezione del nazionalismo


fuori dell'ambito nazionale è un altro elemento dottrinario = importanza della tematica
imperialistica nella cultura e nel costume, dalla poesia alle scienze, dal romanzo alla stampa
quotidiana (è l’epoca in cui si afferma la letteratura d’azione → certe caratteristiche dell’azione
umana trovano la loro manifestazione più congeniale nella conquista di terre lontane,
nell’assoggettamento e nel governi di popolazione barbare; applicazione alla vita dell’uomo dei
principi della scienza evoluzionistica teoria → idee di superiorità di razza..)
c) Il fattore economico ha costituito sempre una componente primaria dell'espansione
dell'Occidente. La sua importanza rimane nell'età dell'imperialismo, anzi si è accentuata.
E' in questa età dell'imperialismo che i problemi economici della sovrapproduzione industriale,
della scarsità di materie prime e quindi della necessità di procurarsene altrove, del surplus di
capitale finanziario da investire o dell'attivismo di interessi economico-sociali specifici dei i vari
Stati nazionali, fanno considerare colonie e "zone di influenza" sia quali mercati indispensabili
per la collocazione di prodotti industriali e di investimenti privilegiati di capitali; sia quali fonti
altrettanto indispensabili di materie prime per la lavorazione di tali prodotti o per il consumo
interno dei paesi industrializzati.

d) Fattore obiettivo della dimensione e della generalità del fenomeno imperialistico fra la fine del
secolo XIX e l'inizio del XX.
 GB e FRA: i loro imperi raggiungono ora estensioni notevoli.
 Stati nazionali nuovi come Belgio, ITA e GER partecipano a questa espansione
 POR,SPA e Olanda conservano gli imperi conquistati nei secoli precedenti.

Sarebbe inesatto infine suggerire che Bismarck oltre che determinare un profondo cambiamento nel
modo di considerare la nazione, l'Europa, la comunità internazionale, tenne anche a battesimo
l'imperialismo-colonialismo del tardo '800.

4.L’ULTIMO SECOLO DEL SISTEMA EUROPEO

Il sistema europeo (o sistema degli stati europei) è prodotto dalle relazioni internazionali; esso non
rappresenta un fenomeno nuovo, ma è stato già sperimentato durante l’età moderna.
Esso non ha avvenire: con il secolo XIX il sistema europeo raggiunge il suo apogeo nel contesto
mondiale, ma nello stesso tempo è avviato alla sua conclusione.
Componenti del sistema in quanto attori che entrano in scena in tempi diversi e che alla all’inizio
del XIX secolo definiscono le loro funzioni da quelle degli altri stati europei sono le grandi potenze.

1. La formazione del sistema

► Heeren: fin dai primi secoli dell’età moderna si stabilirono fra gli antichi Stati dell’Europa
relazioni più strette e frequenti, mentre si ponevano questioni di interesse comune:
 quella delle divisioni religiose dopo la riforma
 quella di organizzare una difesa contro l’espansione ottomana
 quella di commerciare con le colonie.
 Progressi tecnologici (stampa, posta) → maggiori rapporti e contatti e di conseguenza senso
di vicinanza e di affinità morale e culturale fra i popoli europei
 Tali condizioni offrono una base per capire quando, come e perché il sistema europeo nacque
e prese forma nei tre secoli che precedettero l’800’.
25
o Dall’inizio dell’età moderna si stabiliscono fra gli Stati europei combinazioni che risultano
organizzate in modo più sistematico di quanto non fossero nell’epoca precedente e hanno intenti
non circoscritti ai singoli stati contraenti, ma estensibili a tutto il sistema in formazione.
 I rapporti fra gli stati traggono nuova stabilità dall’istituzione di ambasciate permanenti; le
comunicazioni fra i popoli europei si avvantaggiano anche dello sviluppo delle istituzioni
consolari (si moltiplicano inoltre i trattati internazionali).
o La stipulazione sempre più frequente di trattati i. rappresenta all’inizio il fattore decisivo per la
formazione del sistema europeo.
 Il processo sembra arrestarsi con la Guerra dei Trent’anni (1618-48).
 Alla conclusione del conflitto però attraverso numerosi negoziati viene raggiunto un assetto
internazionale che pone le fondamenta giuridiche essenziali per la ricostruzione del sistema
degli Stati europei.
 I trattati di Westfalia (1648) stabiliscono infatti:
 Il riconoscimento del principio di tolleranza religiosa fra cristiani (cattolici e riformati).
 Riconoscimento internazionale di stati quali Paesi Bassi e Svizzera  implica parità
giuridica tra Sati grandi e piccoli
 Estensione contemporanea dello stato di pace all’intera Europa (dal Portogallo alla Russia)
 Definizione della prima costituzione riguardante un’unione di Sati sovrani (quelli della
Mitteleuropa tedesca formalmente uniti nel Sacro Romano impero sotto casa d’Asburgo)

2. “Miracolo europeo”, grandi potenze e principio dell’equilibrio

► Miracolo Europeo = impegno coronato con successo di diversi stati del continente per mettere a
frutto una situazione geo-economica e geo-politica dell’Europa ad un certo momento della sua
storia: nel momento cioè in cui le condizioni politiche e spirituale di superamento del Medioevo,
unite ai progressi della scienza e della tecnica della navigazione, consentirono ai suoi popoli, di
muoversi agevolmente negli spazi oceanici.

o Conseguenze politiche del miracolo europeo:


1) Questa combinazione di fattori geografici, economici, tecnologici e militari favorisce la
formazione del sistema degli stati europei → nascita ed il consolidamento di entità politiche
indipendenti e sovrane (e non di un grande impero unitario)
2) Rapporto fra miracolo europeo e espansione dell’Europa negli altri continenti.
Bisogna però distinguere fra gli Stati Europei che seppero trarre vantaggio dal rapporto con il
mondo extra-europeo (Paesi Bassi, pur se scarsi di risorse demografiche e militari) e quelli
che non lo seppero fare e non ne avevano predisposizione (Spagna: fu la sua incapacità di
sfruttare sul piano economico le ricchezze che le venivano d’oltre Oceano a determinare il
declino della sua potenza).

o La nozione del miracolo europeo consente di affrontare in modo almeno in parte diverso
rispetto all’impostazione tradizionale il fenomeno delle grandi potenze.
 Solo le grandi potenze avevano la volontà per gestire le relazioni internazionali sul continente,
ai suoi confini, nelle sue dipendenze coloniali.
 Ranke → le grandi potenze sono quei grandi stati che si formarono e imposero durante l’età
moderna : RUS, FRA, GB, AUS, PRU (parteciparono a quasi tutte le guerre e a quasi tutte le
paci).

o Alle 5 potenze si applica il principio del sistema europeo che è stato considerato più tipico e
qualificante = principio dell’equilibrio (concepito ad applicato dapprima dagli stati regionali
italiani del 400’ che aveva inaugurato la diplomazia stabile).
26
 Adottato nel 500’ dagli Stati nazionali dell’Europa occidentale come strumento di difesa
contro Carlo V imperatore e poi contro Filippo II di Spagna
 Con i trattati di Westfalia diventa una direttiva costante della politica delle “potenze
marittime” con cui si intendevano i Paesi Bassi e la GB (→ anima coalizioni contro i tentativi
della Francia del Sei-Settecento e del Sette-ottocento di stabilire il suo predominio
sull’Europa occidentale).
 L’equilibrio di potenza fra i maggiori stati presentava anche aspetti di instabilità perché
portava a modifiche nell’assetto e nella sovranità territoriali degli Stati piccoli e delle parti
periferiche degli stati più grandi
 Compensi e spartizioni (Polonia) rappresentano le conseguenze accettate della politica di
equilibrio settecentesca.

3. Il 1815: riconferma del sistema europeo e qualificazione delle grandi potenze

► Fra l’ultimo decennio del 700’ e il 1815 → il sistema degli stati europei fu travolto dalla
rivoluzione francese e dall’esperimento egemonico dell’Impero Napoleonico: processo contro
il quale venne attuata dalle grandi potenze alla fine vincitrici di Napoleone la ricostruzione
politico-territoriale dell’EU.
 Questa ricostruzione avvenne fra il 1814 e il 1815: in questo breve periodo fu impostata la
versione più organica degli stati europei = la Restaurazione (rimane in vigore per 4
decenni).

o La ricostruzione fu essenzialmente l’opera delle grandi potenze, che ne approfittarono per


confermare la loro funzione e distinguere il loro status nella comunità internazionale.
Sono le 5 grandi potenze che nel Congresso di Vienna tra 1814 e 1815 a pretendere un ruolo
primario e distinto, a ottenerlo, a qualificarlo nell’assumersi il compito comune di ricostruire
l’assetto politico-territoriale-istituzionale dell’EU (FR, GB, Russia, Austria e Prussia).
o Dilemma: cinque grandi potenze o quattro?
 Nel Trattato di Chaumont (1814) era stato prefigurato un sistema a quattro, nel senso di una
coalizione anti-francese.
Impegnandosi a contribuire allo sforzo militare comune ciascuna delle 4 potenze (GB,
Austria, Russia e Prussia) si imponevano in EU come le sole che possedessero le risorse
militari per assumersi gli oneri dell’alleanza.
 Nelle settimane che precedettero l’inizio del Congresso di Vienne i rappresentanti delle 4
potenze vincitrici seppero evitare il pericolo di essere sommerse dalla massa di delegati degli
Stati minori, invitati a partecipare al Congresso e ansiosi di ottenere restituzioni, aggiunte e
arrotondamenti di territori vicini.
o Lord Castelreagh: “leading powers” = 4 potenze vincitrici + FR e Spagna.
L’ipotesi di 6 potenze non si avvicinò mai ad una possibile realizzazione; messa da parte questa
soluzione rimase l’accordo che l’effettivo gabinetto decisionale interno al congresso di Vienna
fosse composto dalle 4 vincitrici.
o Le 4 potenze (ostacolate dalle rivalità e dai contrasti interni, dall’eccezionale capacità di
approfittare della situazione favorevole di Tallayrand) fallirono nel loro intento.
Proprio per esercitare il mandato europeo che si erano assunte contro la Francia e conseguire lo
status superiore e le funzioni particolari di grandi potenze, le potenze vincitrici furono trascinate
a condividere status e funzioni con la stessa Francia (restaurata e legittimista)

4. Il sistema della Restaurazione

► I trattati del 1815 segnarono l’inizio dell’ultimo secolo del sistema degli stati europei; e nello
stesso tempo ne impostarono, come si è detto, la fase più organica, quella della Restaurazione.
27
Il sistema del concerto raggiunge (con il 1815) un livello elevato e consapevole di collaborazione
tra le grandi potenze; vengono introdotte norme di comportamento e norme i. intese a garantire
l’indipendenza degli stati minacciati.

o Il sistema i. della Restaurazione si presenta oggi a molti studiosi il più riuscito nella storia
moderna-contemporanea europea.
 In realtà, un lungo e rigoroso impegno di ricerca storica precedente queste valutazioni positive
aveva messo in luce come l’assetto del 1815 fosse il risultato di compromessi al limite della
rottura e della guerra di evidente derivazione settecentesca.
 GB + Austria alleate insieme nel sostenere contro le pressioni espansionistiche della Russia
(in EU) e della Prussia (in Germania): assetto del continente che viene tradizionalmente
considerato un ritorno dell’equilibrio.
 GB: interesse preminente = mantenere stabile ed in mani sicure la situazione europea per
poter dar corso liberamente al suo impegno commerciale ed espansivo altrove.
 Austria: interesse preminente = congelare una situazione europea che soltanto così le
consentiva di mantenere un ruolo primario: l’EU delimitata dai Trattati del 1815 era
l’unico settore dove l’azione politico-militare austriaca potesse svolgersi (se tale settore si
fosse messo in movimento avrebbe visto in pericolo il suo ruolo e la sua sopravvivenza).
o Il sistema dell’equilibrio del 1815 assume un aspetto paradossale: quello di un’egemonia
austriaca in tutta l’Europa centrale tedesco-italiana.
Il controllo austriaco sulla Germania e sull’Italia fu accettato dalla Russia e dalla Prussia.
Perché? Perché valutano l’Austria debole per la compresenza al suo interno di 7 nazionalità
differenti e quindi senza ambizioni egemoniche → la sua egemonia su G e I non poteva andare
oltre i limiti di una politica di equilibrio europeo.
 Il sistema della Restaurazione è quindi il sistema dell’Austria
o Altra caratteristica peculiare del sistema = collegare la stabilità internazionale con la stabilità
interna degli Stati garantita dalla conservazione di regimi assolutistici; e di affidare alle grandi
potenze il diritto-dovere di controllare gli sviluppi delle società all’interno degli stati: di adattare
ed applicare il principio dell’intervento (non è q.sa di univoco e condivisibile da tutte le potenze;
viene applicato e gestito in maniera diversa in Europa).
 Nel periodo di definizione dell’assetto del 1815 e pochi anni dopo: c’è un principio di
intervento “inglese” che si appoggiava alla quadruplice alleanza e prevedeva l’intervento
degli alleati se la rivoluzione fosse nuovamente scoppiata in FR.
 Dopo la stagione “liberale” del 1814-1815: la potenza più intransigente nel sostenere
l’applicazione ovunque in EU del principio di intervento = Russia.
 L’Austria di Metternich so mostrò attenta ad applicarlo soltanto nelle regioni europee che
l’assetto del 1815 aveva assegnato al suo controllo: G e I

► Fra 800’ e 900’: al sistema del 1815 è stata rivolta la critica di non aver tenuto conto delle
aspirazioni liberal-costituzionali e nazionali di quei popoli europei che durante l’età
rivoluzionaria e napoleonica avevano avuto modo di esprimersi in movimenti (tedesco, italiano,
polacco…). Tali movimenti non erano allora abbastanza maturi per essere considerati dai
peacemakers del 1815.
Fine di tale epoca → due date possibili
 1854: guerra di Crimea, scontro AUS vs. RUS, due potenze custodi dell’assolutismo
monarchico, avverse ai movimenti nazionali e favorevoli al principio di intervento.
 Rivoluzione francese del 1848 in FRA e annuncio di Lamartine (assetto di Vienna non ha più
alcun valore morale)

28
5. Il sistema bismarckiano: equilibrio o egemonia tedesca?

► Per un decennio (1861-70; dopo la guerra in Crimea) la situazione internazionale è


caratterizzata da una generale incertezza, con ciascuno dei maggiori Stati europei impegnato e
isolato nei propri problemi:
 Russia: dopo la guerra di Crimea cerca di far fronte ad una situazione interna in movimento
+ si impegna in Asia orientale e contro un’insurrezione polacca che reprime con durezza.
 GB: rivolge la sua attenzione agli sviluppi del continente americano: la guerra civile degli
USA, il Canada (prima colonia britannica autogovernantesi), il tentativo di preminenza
francese in Messico.
 FR di Napoleone III: il Secondo impero si mette in una situazione di isolamento
internazionale con la sua presa di posizione contro la repressione russa in Polonia.
 Prussia: concentrata nell’impresa bismarckiana dell’unificazione della Germania che porterà
a termine nel 1870 → comincia la seconda e ultima parte del sistema degli stati europei nel
secolo XIX (inizio di un’epoca dominata dal problema tedesco).

o Quello che Ottone di Bismarck, cancelliere del nuovo Impero tedesco creò fu uno dei sistemi
internazionali meglio congegnati e operanti.
 Analogie tra sistema bismarckiano e sistema della restaurazione:
 Seppe garantire la stabilità e la pace internazionali
 Era un sistema continentale: in quanto basato su un nucleo centrale (il nuovo impero
tedesco) che guardava per i suoi legami internazionali anzitutto ad altri stati continentali
come l’Austria e la Russia.
 Era un sistema conservatore: perché guidato dallo spirito monarchico autoritario di
Bismarck (con la sua ricerca di consenso ed appoggio internazionale); perché dopo un
decennio di guerre della Prussia nell’ultimo stadio della sua espansione, il Reich mira ora a
mantenere lo status quo.

 Differenze rispetto al sistema della restaurazione:


 Bismarck respinge l’idea, il mito unificante dell’EU: nel bismarckismo si manifesta
l’esigenza di staccarsi dall’europeismo culturale e politico del primo ‘800 per privilegiare
lo stato nazionale (esigenza strumentale per tener unito il reich)
 Differenza rispetto all’Europa liberale che emerge nella parte occidentale del continente (in
particolare nella GB di Gladstone).

o La posizione geografica della Germania, aperta per la posizione centrale nel continente alla
pressione e all’invasione delle grandi potenze che la circondano, diviene un motivo e un impulso
determinante per la costruzione del sistema bismarckiano.
 E’ un sistema di equilibrio anomalo in quanto sistema egemonico: si fonda e dipende sullo
stato più forte + esigenza posta da Bismarck che in un sistema europeo di 5 grandi potenze la
Germania potesse contare sempre su due alleate
 La semi-egemonia della potenza più forte era resa di fatto egemonia ma si nascondeva dietro
un sistema di alleanze (carattere tipico dei sistemi di equilibrio).
 Tre fasi del sistema bismarckiano di alleanze: 1871-78; 1879-86; 1887-90
 Mettono in evidenza altre peculiarità:
 le reti di alleanze, diversamente dalle alleanze multilaterali del passato, hanno nella
Germania un centro propulsore e coordinatore.
 I tre sistemi di alleanze escludono sempre la Francia (ex nemica sconfitta nel 1870)
 Adattabilità della politica bismarckiana ai mutamenti della situazione internazionale +
impegno senza precedenti nella tradizione prussiano-tedesca, in settori periferici o distanti
dal sistema europeo quale finora è stato (questione Oriente, bulgara, dell’Africa centrale)
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6. Continuità e stabilità del sistema delle grandi potenze durante il secolo XIX:
un problema controverso

► Fra il 1815 e il 1914 il sistema europeo assunse diverse versioni: il suo centro direzionale, cioè il
gruppo delle grandi potenze, conservò la sua stabilità?
 Taylor: risposta affermativa → “le grandi potenze che scatenarono la IWW erano le stesse che
avevano fatto il Congresso di Vienna”.
 E’ il caso tuttavia di distinguere: c’era un gruppo di 4 potenze (AUS; RUS; FRA; GB) che
rimasero le stesse salvo per i mutamenti politico-sociali, che le riguardavano tutte ed i
mutamenti istituzionali che riguardavano solo un parte di esse.
 Ci si deve chiedere quanto ciascuna di queste 4 mutasse nel corso del secolo in termini di
forza.

 Impero asburgico: graduale regresso ed indebolimento


Nell’ultimo secolo della sua esistenza dovette la conservazione del suo status a elementi che
erano apparsi in parte accettabili nel 1815 ma nel 1914 appaiono inadeguati e non resistono
all’impatto della IWW (es. composizione multinazionale dello stato, funzione coesiva della
dinastia, retaggio e mito plurisecolare del Sacro Romano Impero, struttura portante ed un tempo
funzionale della burocrazia).
 Russia: si avvia ad una progressiva decadenza nella seconda metà dell’800: dalla Guerra di
Crimea, alla crisi d’Oriente (anni 70’), alla sconfitta contro il Giappone (inizi 900’).
o Cessa di essere una grande potenza con la IWW per la sua incapacità tecnica e produttiva a
sostenere la guerra moderna (Taylor).
o Fine ‘800/inizi 900: la Russia appare in ripresa sia in campo militare che in campo industriale
(continua a godere di vantaggi tradizionali quali le dimensioni del suo esercito, il patriottismo
del suo popolo, immenso territorio..).
o L’impero zarista dei dieci anni che precedono la IWW può trarre dall’industrializzazione le
risorse per tornare ad essere una potenza effettiva, ma non ne ha il tempo, perché deve
scontrarsi, non ancora pronta, con la Germania,
 Francia: caso che illustra meglio il concetto di variazione di potenza.
o Nel 1814 è la potenza più forte del continente, per una combinazione di fattori militari,
economici, di organizzazione dello Stato e di capacità rivoluzionaria.
o Nel 1870 viene sconfitta ma riconquista il suo ruolo di potenza negli ultimi decenni del secolo
perché: convoglia le sue energie verso la costruzione dell’impero coloniale + costruisce la rete
di alleanze dell’ ”accerchiamento” della Germania fra il 1891 (alleanza franco-russa) ed il
1917 (intervento in guerra degli USA sotto l’alto comando militare francese).
 Nel 1815 oltre ad Austria, Russia, Inghilterra e Francia c’era una quinta potenza = la Prussia
(nel 1871 si trasforma nella prima, la Germania unificata). Mentre nello stesso periodo si forma
un altro Stato nazionale di prima grandezza, l’Italia.

► Dopo quanto si è detto sul significato dei movimenti delle nazionalità, riesce difficile accettare
la tesi di una continuità-stabilità del sistema europeo.
o L’unificazione tedesca provocò uno sconvolgimento tanto profondo da:
 segnare forse l’inizio di un’intera epoca della storia contemporanea dell’Europa (1871-
1945: dalla fondazione del Secondo reich alla caduta del Terzo)
 e certo l’inizio della fase ventennale (1871-1890) del sistema bismarckiano.
o Né si può ignorare che l’Italia unita influì in diverse situazioni e momenti sul corso della
politica europea.
o Forse la Germania unita era una potenza troppo grande e l’Italia una potenza troppo piccola
per inserirsi in un sistema i. che tendeva a stabilire e ristabilire l’equilibrio.

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Il maggiore fattore di turbamento e di instabilità portata dalle unificazioni tedesca e italiana
nel sistema europeo stava in quell’impulso nazionalistico che è stato considerato tanto
assimilabile e assimilato da trasformasi in nuovo sostegno all’equilibrio.

7. Verso il superamento del sistema

Nei decenni che precedono la IWW ci si trova di fronte a una fase meno organica del sistema o
concerto europeo. E’ una fase nella quale convivono, si accordano e si alleano fra loro stati meno
omogenei di quelli del sistema della restaurazione e anche del sistema bismarckiano.
Sono in maggioranza gli stessi ma modificati dal loro interno e dall’evoluzione della società
internazionale:
1. Stati nazionali storici avanzati e sempre più coinvolti fuori dall’EU: GB e FR
2. Antichi imperi multinazionali alla ricerca di una nuova identità nell’espansione imperialistica:
RUS e AUS
3. Stati nuovi nati da rivoluzioni che hanno sconvolto gli assetti: GER e ITA

Un sistema così poco omogeneo nelle parti che lo compongono è messo a dura prova da problemi
nuovi interni e internazionali, che rendono la situazione irrecuperabile:
a) Formazione di due blocchi contrapposti: uno ha origine in età bismarckiana (AUS + GER + ITA
1882, 1887 Triplice Alleanza) mentre l’altro si sviluppa progressivamente (FRA + GB + RUS,
Triplice Intesa)
(la politica di accerchiamento della Germania messa in atto dalla Francia ha sullo sfondo una
prospettiva di revanche). La contrapposizione in blocchi determina successive prove di forze
che si risolvono in vittorie e sconfitte fino alla IWW.
b) Nazionalizzazione delle masse: l’opinione nazionale interna condiziona la politica
internazionale e la libertà d’azione degli statisti
c) Accaparramento di territori extra-europei (trionfo imperialismo)  accusa del colonialismo
europeo e presa di coscienza dei popoli extra-europei  superamento del controllo europeo
sulle altre parti del mondo
d) Weltpolitik ed egemonia tedesca

Accanto a questi sviluppi che riguardano tutta l’Europa, il fattore più interno, per così dire, allo
sviluppo storico del sistema è dato dalla Germania unificata con la sua rivendicazione implicita e
poi esplicita di egemonia europea.
In se stessa una politica di egemonia in Europa non poteva considerarsi un elemento di crisi
definitiva e di superamento del sistema. Il fatto è però che la Weltpolitik tedesca si trova di fronte
non solo ad altre grandi potenze europee rese mondiali dall’espansione extra-europea, ma anche a
grandi stati moderni extra-europei (Usa, Giappone) di cui suscita la preoccupazione e la diffidenza
(è dal pericolo tedesco che l’America è indotta a terminare la politica di isolazionismo; la Germania
ha la responsabilità di aver introdotto il fattore specifico più determinante del superamento del
sistema europeo, gli Usa).

8. L’Inghilterra “grande potenza di tipo diverso (che non può essere giudicata secondo i criteri
tradizionali dell’egemonia militare)”

1° fase 1789-1800 (fra rivoluzione e Napoleone): intervento nella lotta contro la Francia

o Come fattore di potenza diversa, l’insularità, oceanica ma vicino al continente europeo, delle
isole britanniche, non è un dato obiettivo ma assume importanza quando la situazione storica del

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secolo XVIII lo consente rendendo tale collocazione geografica un elemento favorevole per
l’espansione del commercio internazionale e poi la rivoluzione industriale.
o Fra i fattori economici della grande potenze inglese del XVIII secolo → finanze pubbliche
gestite in modo efficiente (la banca d’Inghilterra fu fondamentale nel 1964, molto prima di
q.siasi banca centrale di altri paesi).
o Questo vantaggio economico si pone in evidenza quando la bufera rivoluzionaria si abbatte
sull’Europa portando a un ventennio di guerre ininterrotte. Il governo di Londra usa le sue
disponibilità finanziarie in 3 settori:
a) Viene allestito e mantenuto un esercito che contribuisce alle operazioni terrestri contro la
Francia per abbatterne l’egemonia continentale.
b) Il governo britannico si impegna a corrispondere sovvenzioni regolari ad Austria, Prussia e
Russia: un elemento che diviene di importanza essenziale per la condotta della lotta
antinapoleonica (quando le risorse dei 3 alleati verso la fine del periodo si fanno più scarse).
c) Marina militare (Royal navy: viene impiegata in molteplici modi → garantire la sicurezza
delle isole britanniche contro un’invasione del continente; stabilire e mantenere il blocco
dell’EU continentale dominata da Napoleone; sostenere il balzo in avanti economico,
strategico e politico della GB fuori dall’EU. )

2° fase: 1800-1815 esclusione dall’Europa, diventa l’unica potenza

o Quest’ultimo impiego della marina fa risultare meglio degli altri la diversità inglese.
Malgrado l’impegno militare, la GB per un ventennio è esclusa dal continente.
Ciò le permette di arrivare a risultati che le altre potenze le avevano prima impedito di ottenere:
dominio incontrastato del mare, controllo su tutti i territori ed i punti strategici utili per avviare il
secondo impero britannico.

 Come sono possibili questi successi diversi e collegabili?


Per un ventennio espansione economica e colonizzazione, sollecitate dai fattori di sviluppo
(commercio internazionale) e di trasformazione (rivoluzione industriale e finanze pubbliche
adeguate) hanno potuto procedere indisturbate in una situazione di vuoto internazionale; vuoto
che riguarda il contesto extra-europeo, coloniale e non, ed è da attribuirsi a due cause:
1) Causa europea: l’attenzione primaria dei governi è concentrata sul continente (per via delle
crisi della Francia rivoluzionaria e poi napoleonica)
2) Causa inglese: sta nel dominio del mare che dopo la vittoria di Trafalgar (1805) diviene
assoluto; nel 1815 la GB è l’unica potenza navale perché ha inflitto perdite alle maggiori
marine avversarie, arrivando ad annientare quelle delle potenze minori sotto egemonia
francese. La politica del dominio dei mari porta l’Inghilterra ad impadronirsi, anno dopo
anno, dei territori e dei punti di appoggio delle sue antiche concorrenti commerciali e
coloniali.

 L’unica potenza navale, l’unica potenza coloniale, l’unica potenza industriale: ce n’è abbastanza
per dire che in quel momento si afferma il primato e nelle stesso tempo emerge la diversità della
potenza inglese
Diversità perché tale potenza è arrivata a disporre di strumenti esclusivi (che altre potenze non
possiedono affatto) e perché li ha ottenuti in un contesto geopolitico e geoeconomico anomalo
rispetto a quello in cui altre grandi potenze europee hanno stabilito la loro egemonia, il mondo.

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3° fase 1815-1850: adatta strumenti bellici a contesto di pace
o Con tali caratteristiche esclusive l’Inghilterra inizia l’ultima fase dell’epoca in cui si qualifica
come grande potenza di tipo diverso; questa terza fase si sviluppa in un’epoca di pace (che pone
la GB nella condizione per esercitare la sua egemonia di fatto)
o A tale posizione essa è arrivata tuttavia attraverso le due fasi precedenti, che sono dominate da
guerre frequenti. Se prima quasi tutti gli strumenti della potenza inglese (superiorità navale,
commercio i., espansione coloniale, finanze pubbliche) venivano usati come strumento di guerra,
ora tali elementi nati in contesto bellico vengono adattati alla situazione di pace.
o Caratteristica essenziale degli 80 anni che seguirono Trafalgar = nessun altro paese minacciò in
modo serio il dominio marittimo britannico. Considerazioni analoghe si possono fare sul
commercio internazionale.
Nel 1914 la GB rimane non solo la maggiore potenza finanziaria ma anche la sola i cui
investimenti nel suo impero coloniale superano quelli in altre zone del mondo.
o Rivoluzione industriale: con la pace del 1815 entra in una nuova fase sia per i suoi progressi
tecnologici (epoca delle ferrovie) sia per la sua possibilità di estendersi ai paesi in via di
industrializzazione dell’EU occidentale.
 Si pongono allora le condizioni perché l’Inghilterra possa aggiungere all’egemonia extra-
europea una preminenza economica incontrastata sul continente, “sottratto” al sistema
imperiale napoleonico (i prodotti industriali inglesi hanno come ostacoli le politiche
protezionistiche dei governi).
 Avrà il predominio industriale alla metà del XIX secolo (GB “officina” del mondo: carbone,
ferro, tessuti di cotone..)
 Molti industriali creano nell’EU occidentale fabbriche che applicano la tecnologia produttiva
portata avanti in patria durante la Lunga guerra (1793-1815).
o L’azione diplomatica di Lord Castelreagh si colloca nel momento nel quale la Gb giunse ad
impegnarsi più a fondo nella politica europea fino alla seconda metà del secolo XX. Inizia un
“ritorno all’Europa” che è uno dei caratteri più distintivi della terza fase di questa potenza.
 Fino alla morte di Palmerston (1865) la GB fu costantemente presente in Europa; inoltre è
dominante al di fuori dell’EU (India, Medio Oriente, Cina, America Latina).
o GB “madre dei parlamenti” → tale formula esprime sinteticamente una politica di libertà dei
popoli (europei) intesa dapprima a far ammirare il modello britannico in un’Europa continentale
diversa in quanto asservita a regimi assoluti; impegnata poi (Palmerston e Russel) a promuovere
la trasformazione dei regimi assoluti in stati costituzionali e dei paesi soggetti alla dominazione
straniera in nazioni indipendenti.

9. Un caso esemplare di funzionamento del sistema: la questione d’Oriente

o Questione d’Oriente = serie di crisi internazionali che durante il secolo XIX contrassegnò
l’indebolimento e lo sgretolamento dell’impero ottomano, soprattutto nell’Europa balcanica.
 Le crisi si verificarono in paesi diversi (Grecia, Romania, Bosnia, Bulgaria..) ed in fasi
successive del sistema: nella fase della Restaurazione come in quella bismarckiana, come
quella dei blocchi di potenze contrapposte che precedettero la IWW (la questione d’Oriente è
il caso-studio più rappresentativo del sistema europeo).
 Su di essa si tennero i maggiori congressi internazionali del secolo XIX dopo Vienna: Parigi
(1856) e Berlino (1878)

o Le potenze assunsero di volta in volta ruoli primari nelle sue crisi


1820-30 : Questione greca (RUS,GB,FRA)
1830-33: I Questione egiziana (RUS,GB)
1839-41: II Questione egiziana (FR;GB e potenze orientali
1853-56: guerra di Crimea (RUS,GB,FRA,AUS)
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1875-78: crisi balcanica (di cui venne promossa una soluzione con il congresso di Berlino)
1887: crisi bulgara (RUS,AUS,GER)
1908: crisi Bosnia (AUS,RUS,ITA)
1912-23: crisi delle guerre balcaniche (RUS; AUS)
1914: crisi austro-serba; ampliandosi nella crisi generale europea del luglio 1914, costituisce la
premessa della fine della questione d’Oriente con la scomparsa dell’Impero Ottomano (che
avverrà sotto il peso della IWW) e dello stesso sistema internazionale europeo

o Elementi caratterizzanti:
1) Le premesse storiche della QO non si collocano nel XVIII secolo. Nel tardo 700’ tali
premesse furono poste dalla Russia di Caterina II, la quale esercitò sull’impero ottomano
pressioni assai maggiori di quelle dell’Austria.
2) All’inizio del XIX secolo prima della questione greca si delinea una questione serba. Il nucleo
della futura Serbia, costituito nel 1808 come principato autonomo, al tempo del Congresso di
Vienna si era già posto all’attenzione della Russia, Austria e GB.
3) Il congresso di Vienna non si assume verso la QO impegni corrispondenti a quelli che si è
presa verso i problemi europei (la GB sarà sollecitata da interessi quasi sempre opposti a
quelli della Russia a esserne l’avversaria più decisa nella questione d’Oriente).
4) Entro il problema dell’Impero ottomano si colloca la questione degli stretti del Bosforo e dei
Dardanelli (passaggio marittimo obbligato fra mar Nero-Mediterraneo che l’Impero Ottomano
continuò a controllare fino al suo sgretolamento ed oltre).
Essa fu alla base della rivalità anglo-russa nella QO
5) La questione dello sgretolamento dell’impero ottomano va considerata anche dal punto di
vista turco, sotto il duplice aspetto interno ed internazionale.
o All’inizio dell’Ultimo secolo del sistema europeo, l’impero ottomano si estendeva sulla
penisola balcanica, sull’Anatolia, sul Medio Oriente arabo, sull’Egitto, la Libia e l’Algeria.
o Paradossalmente la Turchia man mano che andava perdendo i suoi territori europei aveva
insistito sulla sua identità in parte europea; è il primo paese extra-europeo per il quale
dall’esterno e dall’interno si pone il problema di una modernizzazione dello stato secondo
concezioni politiche occidentali (→ conseguenze contraddittorie: commissioni imposte ai
sultani per attuare le riforme dello Stato Ottomano, denunce delle barbarie turca in
repressioni come quelle in Bulgaria (anni 70)’ ed in Armenia (anni 90’)
 La QO si presenta anche come un processo di trasformazione di uno stato europeo-
asiatico.
6) La QO viene vista come estensione dello stato nazionale all’Europa balcanica in seguito alla
lotta per l’indipendenza delle nazionalità soggette all’impero ottomano ed emancipatesi da
esso.

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5.ISOLAZIONISMO E ESPANSIONE DEGLI STATI UNITI (1823-1914)

Isolazionismo = politica degli Usa di non partecipazione al sistema internazionale europeo che essi
seguirono dalla loro indipendenza all’intervento nella IWW (1776-1917) e poi fra il primo
dopoguerra e l’intervento nella IIWW (1920-1941).
La direttiva del non coinvolgimento nella politica europea:
 era legata all’assunto che gli stati europei si dovevano a loro volta astenere dall’intervenire in
America, pur continuando ad esercitare la loro sovranità e ad amministrare i territori americani
in cui si erano in precedenza insediati.
 non contrasta con il movimento di espansione nazionale e/o imperiale nell’emisfero occidentale
e nell’oceano pacifico (processo che fa degli Usa una potenza mondiale)

1. L’isolazionismo

o È una direttiva e una tradizione di politica internazionale che si applica essenzialmente (e forse
esclusivamente) agli USA.
o Necessità di alcune avvertenze:
1) La non partecipazione alla politica internazionale in Europa non preclude una politica
internazionale più attiva degli USA in altre parti del mondo
2) Non vengono evitate relazioni con governi europei in diversi settori del mondo
3) L’isolazionismo è una scelta sentita appassionatamente dall’opinione pubblica (in particolare
da quella parte di essa che, con la seconda metà dell’800’ rappresenta l’immigrazione dall’EU
e vuole un distacco definitivo da essa) che viene recepita dal governo di Washington.
4) E’ una scelta influenzata dall’espansione degli Stati Uniti nell’America settentrionale che
tende a presentarsi all’opinione pubblica piuttosto che come una conquista di nuovi territori,
come un ampliamento organico e naturale del territorio nazionale originario.
5) Si accompagna ad uno sviluppo economico e demografico eccezionale
6) Non impedisce agli Usa di collocarsi accanto alle “democrazie occidentali” europee nella
IWW.

2. La dottrina Monroe: la sua progressiva applicazione

Trattato di Versailles (1793): sanziona la nascita degli Usa, primo stato sovrano di origine europea
fuori dall’EU  si pone il problema dell’estensione e del superamento del sistema europeo in un
sistema proiettato verso un più vasto ambito intercontinentale.
L’adozione da parte degli USA della politica di isolazionismo lo impedì.

► 1823: proclamazione della dottrina Monroe (“l’America agli americani”)


E’la prima di una serie di dichiarazioni d’intenti pubbliche sulla politica estera degli Usa che
introduceva un metodo seguito dal governo fino ad oggi.
o Il presidente Monroe dichiara che gli Usa non avrebbero interferito negli affari interni di
qualsiasi potenza europea e sottolineava le diversità fra i sistemi politici esistenti sulle due
sponde dell’Atlantico.
o L’impegno del governo di Washington a una politica di non intervento nel sistema europeo
aveva tuttavia dei limiti: esso infatti rivendicava la facoltà di considerare legittimo ogni
governo costituitosi in Europa in seguito ad un movimento rivoluzionario e di coltivare con
esso relazioni amichevoli.
o Dalla costatazione della diversità politico-ideologica-istituzionale dei due sistemi europeo e
americano, Monroe passava alle prescrizioni concrete della dottrina:

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 La politica d’intervento dell’Europa della Santa Alleanza non doveva essere applicata “in
qualsiasi regione di questo emisfero”; il divieto valeva per quelle parti dell’Emisfero
occidentale che avevano acquistato l’indipendenza  riferimento ad ex colonie latine
dell’impero spagnolo il cui movimento di indipendenza determinò l’enunciazione della
dottrina
 Strumento che garantiva il rispetto della dottrina da parte delle potenze europee protettrici
della Spagna = marina inglese: al servizio dell’emergente interesse comune anglo-
americano a bloccare l’Atlantico contro la Santa Alleanza.
L’alleanza tra USA e GB non formale è formale ma si basa sul parallelismo di interessi fra
GB e Usa nell’Atlantico e nell’America ex spagnola.
 Nel corso del XIX secolo gli Usa seguirono una linea di applicazione della dottrina
discontinua ma sostanzialmente progressiva che andò di pari passo con una espansione
nell’America settentrionale sollecitata in verità da fattori diversi.
L’espansione territoriale, lo sviluppo economico e la potenza nazionale degli Usa crebbero a
grandi balzi con conseguenze e aspetti significatici e caratteristici sul piano delle loro
relazioni internazionali.
 Il governo Usa fu indotto a collaborare spesso con la GB, riducendo però sempre più la
dipendenza dalla sua alleata di fatto nella seconda metà dell’800’.
La collaborazione con la GB dovette superare crisi ed ostacoli (questione del Texas, dei
confini del Canada britannico, questione irlandese..); essa però resistette.
 Nel lungo periodo i rapporti anglo-americani rivelarono la consapevolezza comune che la
preminenza degli Usa nell’emisfero occidentale sarebbe cresciuta così come l’influenza
inglese sarebbe diminuita. Ne rappresentano la dimostrazione i due trattati anglo-americani
per la costruzione di canali congiungenti Atlantico e Pacifico:
 Trattato Clayton-Bulwer (1850): USA e GB si impegnano a costruire insieme un canale
che non fu mai realizzato attraverso il Nicaragua, dichiarando che non intendevano
ottenervi o mantenervi un controllo esclusivo.
 Trattato Hay-Pauncefote (1901): il canale di Panama sarebbe stato costruito dai soli USA,
il cui governo avrebbe avuto il diritto esclusivo al suo regolamento e alla sua conduzione.

3. “Destino Manifesto”, “espansionismo”, “continentalismo”

Fra la politica dell’isolazionismo e le direttive espresse dal titolo esiste un rapporto stretto che nella
realtà degli eventi appare inseparabile.

Espansione degli USA nell’America Settentrionale:

 espansione nazionale USA nell’America settentrionale è ampliamento organico o annessione


territori in stile imperialistico? Base giuridica = Ordinanza del Nord-Ovest (1887): il
Congresso stabilì le condizioni e norme per le quali un territorio adiacente agli Usa avrebbe
potuto essere riconosciuto come stato dell’unione. Su tale base si sviluppa un processo di
penetrazione dei coloni nei territori “selvaggi” dell’Ovest
 A rafforzare le motivazioni di questa estensione della base nazionale degli USA sopraggiunse la
dottrina del “Destino Manifesto” negli anni della presidenza Jackson (1828-36) = gli stati uniti
dovevano seguire il destino manifesto di portare la civiltà delle loro istituzioni democratiche, del
loro spirito di iniziativa economica e della religione protestante ai popoli dell’America
settentrionale che ne erano privi (Messico, Canada: soggetto al regime antidemocratico della
Corona britannica).
 La dottrina del Destino Manifesto improntò la questione del Texas (anni 30/40).

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- 1828: il governo USA firma con il Messico un trattato che riconosce a quest’ultimo il
possesso del Texas, dove negli anni seguenti i cittadini statunitensi vennero a stabilirsi in
numero crescente fino a costituire la maggioranza della popolazione a proclamare
l’indipendenza del territorio (1836).
- Dapprima gli Usa rifiutano la richiesta di annessione avanzata dal Texas (esso era un
potenziale mercato d’esportazione, produttore di materie prime fra cui il cotone che
interessava sia alla FR che alla GB con le quali stipulò trattati di commercio e di amicizia).
- 1845: il Texas entra a far parte degli USA (decisione che prevale per via del peso congiunto
del Destino manifesto e della dottrina Monroe, che si uniscono ad altri motivi interni)
- 1845-48: guerra con il Messico (inversione di tendenza rispetto alla linea di non conquista
militare seguita fino ad allora); Usa cercano il sostegno dell’opinione pubblica riproponendo
le motivazioni alla base della dottrina Monroe
- la GB non appoggia l’iniziativa messicana
 Preoccupazione costante degli USA era stata fino ad allora di non ricorrere, nell’estendere il
territorio nazionale, alla conquista militare: la guerra con il Messico che scoppiò pochi anni dopo
rappresentò uno sviluppo rivelatore di nuove tendenze.
1848: Trattato di pace di Guadalupe Hidalgo  il Messico cede agli Usa la California e tutti i
territori fra essa ed il Texas (che diventeranno i nuovi stati del Nevada, Nuovo Messico, Utah,
Arizona)
 Alla metà del secolo XIX gli Usa erano arrivati al Pacifico.

4. L’America e la seconda rivoluzione industriale

► L’espansione del semicontinente nordamericano, l’applicazione progressiva della Dottrina


Monroe, le iniziative commerciali private che nella prima parte del secolo pongono le premesse
dello sviluppo degli USA dopo la guerra civile, hanno il loro completamento nella seconda
rivoluzione industriale, decisiva nel portare il paese al primato economico mondiale e nel porre
le basi del “secolo americano”.
- L’aspetto più vistoso della II rivoluzione industriale è il potenziamento e perfezionamento dei
mezzi di trasporto (essenzialmente ferrovie e navi a vapore).
a) Rete di trasporti ferroviari rapidi ed efficienti → risoluzione del problema della
distribuzione della produzione agricola nella grandi Pianure dell’interno, fino ad allora
isolate.
b) Perfezionamenti introdotti nei trasporti marittimi → moltiplicarsi degli scambi degli USA
con gli altri continenti.
- La rivoluzione tecnologica riguarda ance una vasta e differenziata gamma di prodotti
industriali: si moltiplicano le applicazioni all’industria e all’agricoltura di invenzioni e
perfezionamenti realizzati durante la prima parte del’800 .
- Introduzione di nuovi mezzi di comunicazione (telegrafo, telefono), macchina da scrivere,
calcolatrice; fine secolo → comparsa dell’automobile.
- Importanti trasformazioni riguardano l’agricoltura per la trasformazione dei cicli produttivi.
Esperimenti chimici o biologici adattano le colture cerealicole all’ambiente delle Grandi
Pianure e insieme con la moltiplicazione della macchine agricole consentono di trasformare
un immenso territorio arido nella regione agricola più importante del mondo.

► Confronto con la prima rivoluzione industriale (che aveva visto la GB come protagonista).
 Similarità: applicazione delle scoperte scientifiche alla tecnologia industriale, disponibilità di
forza lavoro numerosa e a buon mercato, presenza di un sistema di trasporti adeguato
(rappresentato nella GB del 700’ soltanto dal mezzo marittimo).

37
 Differenze rilevanti:
a) La r.i. inglese avviene in un contesto preindustriale, mentre la RI americana si verificò in
un mondo occidentale già largamente industrializzato (→ tecnologia più sperimentata e
capitali più abbondanti).
b) La GB ha come principale fonte di energia il carbone; gli USA hanno risorse naturali più
numerose: ferro, gas naturale, rame, oro, argento, petrolio.
c) Gli USA realizzano la loro rivoluzione produttiva durante una fase del processo di
industrializzazione nella quale le grandi distanze si tradussero in un fattore di progresso e
di potenziamento per i mezzi di trasporto che dovevano percorrerlo.
d) La RI inglese disponeva di un mercato nazionale ristretto → aveva l’esigenza di
promuovere il libero scambio internazionale per dare sbocco ai suoi prodotti; gli Usa
dispongono di un mercato nazionale esteso ad un intero semicontinente, su cui le industrie
americane avevano l’esclusiva (grazia ad una legislazione protezionistica)

4. Dopo la guerra civile: l’espansione nel Pacifico

 La guerra civile americana (1861-65): è considerata la prima “guerra totale” (ossia con largo
coinvolgimento dei non combattenti); richiese un impegno massiccio delle risorse economiche e
delle capacità produttive e demografiche del Nord (che tradotte in potenza militare ne
determinarono la vittoria).
 Per gli Usa l’impiego senza risparmio delle loro risorse e capacità produttive non costituì un
ostacolo al loro sviluppo, ma uno stimolo all’espansione. Nei decenni seguiti alla guerra civile
gli Usa divennero la prima potenza economica al mondo.
 Premesse economiche dell’espansione politica e strategica degli Stati Uniti negli ultimi decenni
del 1800:
a) Materie prime e fonti di energia reperibili sul territorio nazionale + innovazioni tecnologiche
b) Ampiezza del mercato nazionale e potenziamento mezzi comunicazione/trasporto
c) Trasformazione delle grandi pianure nella maggior zona cerealicola del mondo
d) Immigrazione numerosissima dagli altri continenti: fornisce all’eco americana una forza
lavoro non confrontabile con quella di qualsiasi altro stato al mondo
 Tale espansione si evidenziò in una più sicura applicazione della dottrina Monroe con:
a) l’avvertimento nel 1865 alla Francia di Napoleone III di non portare avanti la sua politica di
insediamento dell’impero del Messico di Massimiliano d’Asburgo
b) l’acquisto dell’Alaska dalla Russia (1867) → Rafforzamento del fronte sul Pacifico.

► Progressiva espansione nel Pacifico (→ USA pongono le basi per essere una potenza mondiale)
o Ancor prima dell’enunciazione della Dottrina Monroe gli USA avevano preso posizione
contro le pretese russe sulla loro futura costa del Pacifico e nel 1826 avevano firmato un
trattato di commercio con il sovrano delle Hawaii.
- 1842: il segretario di Stato Webster assicura gli isolani che gli USA non avrebbero permesso
che l’arcipelago diventasse colonia di qualche potenza europea.
- Fino al 1898 (quando si realizza l’annessione) un trattato riconobbe l’indipendenza delle
isole attribuendo loro privilegi commerciali.
- Anni 70’: un altro trattato stabili la cessione del porto di Pearl Harbour
o Anni 50’: gli USA prendono per primi l’iniziativa dell’apertura del Giappone inviando nelle
sue acque una squadra navale (dopo che la GB aveva firmato nel 1842 con la Cina il Trattato
di Nanchino → apre alcuni porti cinesi al commercio britannico).
o Anni 70’: gli USA ottengono una partecipazione al protettorato delle Samoa con GB e
Germania.

38
o In seguito alla loro progressiva espansione nel Pacifico gli Usa all’inizio dell’età
dell’imperialismo avevano quindi posto le basi per essere una potenza mondiale. E per
arrivare a questa posizione per vie indipendenti e lontane il più possibile da una sia pur
marginale partecipazione al sistema internazionale delle grandi potenze europee.

6. L’epoca di Theodore Roosevelt. Gli Usa “potenza mondiale”

Le basi della potenza mondiale erano già state poste dagli Usa prima della guerra con la Spagna nel
1898 (considerata momento di esplosione dell’espansionismo americano e del rapido adeguamento
degli Usa al’imperialismo delle grandi potenze europee).

► 1898: guerra contro Spagna per liberare Cuba


o Occasione per affermare l’egemonia americana nella zona caraibica e per estendere ancora
più a occidente il controllo americano nel Pacifico; da questo momento gli USA furono
inseriti fra le potenze imperialistiche dalla comunità internazionale.
o Si attua secondo due direttive di sviluppo, diverse per i fini specifici che perseguivano e i
settori geografici in cui si attuavano:
1) Inaugurare una nuova fase dell’espansione del Pacifico: direttiva che si manifesta quando
Roosevelt, nella sua qualità di sottosegretario alla Marina prese l’iniziativa di ordinare alla
squadra navale americana del Pacifico di prendere possesso dell’arcipelago spagnolo delle
Filippine “completando” il processo di avvicinamento dell’America all’Asia orientale.
Lo stesso Roosevelt nel 1905 fece da mediatore alla conclusione della guerra russo-
giapponese
2) Completare la trasformazione della Dottrina Monroe da norma per la difesa dell’Emisfero
Occidentale dal colonialismo o dalla interferenza delle potenze europee in strumento per
affermare il controllo strategico degli Usa sull’America centrale continentale e insulare
(settore dell’Emisfero occidentale più vicino al loro territorio).

Esempi:
1901: trattato con cui gli USA si assumono l’esclusiva sul canale di Panama
1903: nell’appendice alla prima costituzione di Cuba, l’“emendamento Platt” attribuisce
agli USA il diritto di intervento per la conservazione dell’indipendenza cubana e quello di
costruire sul territorio cubano una base militare (che sarà Guantanamo).

 Questa politica di Roosevelt nell’America centrale venne resa ufficiale dal “corollario
Roosevelt” della Dottrina Monroe.
Il presidente affermò che “un cronico cattivo comportamento o una dimostrazione di impotenza
che conduca ad un allentamento dei legami di una società civile, può richiedere l’intervento di
qualche nazione civilizzata, e, nell’emisfero occidentale, l’impegno da parte degli USA ad
esercitare un potere di polizia internazionale”.
 Altra direttiva diplomatica di Roosevelt = avviare una partecipazione degli Usa alla politica
europea (le spianò la via lo stabilimento di una intesa di massima con la GB).
1906: partecipazione degli USA alla Conferenza di Algesiras per risolvere la I crisi
marocchina→ Roosevelt stabilì un precedente significativo di partecipazione del suo paese alla
politica europea inviando un delegato che prese posizione dalla parte di Fra e GB.

7. Alla vigilia della prima guerra mondiale

o Fra gli ultimi decenni dell’800 e l’inizio del ‘900 gli Usa stabiliscono le premesse della grande
potenza mondiale che dominerà la scena internazionale del XX secolo ( il “secolo americano”).

39
Premesse alla preminenza degli USA = seconda rivoluzione industriale + politica di potenza e di
impegno internazionale al di là degli oceani dell’America di Roosevelt (1898-1908)
o Se fra 1908-1914 gli Usa fanno sentire meno la loro presenza sulla scena politica internazionale
mondiale le ragioni sono diverse:
 1908-12 presidenza del repubblicano Taft:
- non prosegue nella linea di internazionalismo strategico di Roosevelt
- è il primo a tenere battesimo la “diplomazia del dollaro”: fondata sul principio che “il
governo degli USA offrirà ogni giusto appoggio a q.siasi legittima e vantaggiosa impresa
americana all’estero” (tale diplomazia impronterà di sé buona parte della politica estera
americana del XX secolo).
 1912: vittoria del democratico Wilson
- Tutto il suo programma (che più tardi avrebbe guidato la prima fase del passaggio degli
USA dall’isolazionismo all’impegno nella politica europea) era rivolto ai problemi della
trasformazione interna della società americana dell’”età progressiva” (1913: istituzione
della Federal Reserve che coordinò il sistema bancario e monetario degli USA)
- Nei due anni che precedettero la IWW una politica estera (affidata a Bryan esponente del
Partito democratico inesperto della politica e della società internazionale)
dell’amministrazione Wilson ci fu, ma caratterizzata da un missionarismo al limite
dell’utopia e dalla concentrazione sull’emisfero occidentale.
- Wilson E Bryan instaurarono una “diplomazia dell’arbitrato”che portò alla stipulazione di
una serie di trattati con potenze estere che avessero problemi e divergenze con gli USA e
fossero disposte a sottoporli ad un arbitrato internazionale.
- L’amministrazione democratica non poté opporsi alla prosecuzione della diplomazia del
dollaro che si verificò soprattutto in America Centrale (fu una politica condizionata da vari
elementi tra cui il verificarsi nel Messico di una lunga crisi politica).
Intento di fondo di Wilson = instaurare regimi democratici in America centrale in
conformità con gli interessi degli investitori privati americani

USA come Grande potenza indotta ad esercitare suo


protettorato su parte emisfero occidentale che T.
Roosevelt aveva rivendicato come zona d’influenza.
Fino a intervento nel 1917
USA vogliono mantenersi assenti ed ignari rispetto le
grandi crisi EU che si sarebbero estese sino a
coinvolgere USA.

40
Cap. VI: L’ETA’ DELLA RESTAURAZIONE, 1815-1830
Età della Restaurazione:
- da caduta impero napoleonico a rivoluzione EU del 1830 = periodo di restaurazione degli stati,
della società, dei confini esistenti prima della rivoluzione napoleonica.
- caratteri e forma stati monarchici (assoluti) e composizione società antiegalitaria.
Sistema internazionale restaurazione: sottoposto alle “forze d’opposizione” + indebolito dal 1820 in
poi dal distacco della GB, che aveva contribuito a crearlo + sottoposto a sfide periferiche come
mov. x l’indip. dell’America latina e il mov. x l’indip. della Grecia.

1. Il Congresso di Vienna
Basi assetto internazionale poste al Congresso di Vienna, ott. 1814 – giu. 1815 -> premesse al
Congresso in due trattati:
1- Trattato di Chaumont, 9 marzo 1814 -> GB, Austria, Prussia, Russia devono continuare
ostilità finché non fossero stati raggiunti scopi di guerra (art. 1) in rapporto a diversi settori
del continente, cioè Olanda, Germania, Svizzera, Spagna e “stati italiani”.
2- Trattato di pace di Parigi con la FR, 30 maggio 1814 -> (con questo ha termine il periodo di
concordia tra gli alleati). Concessioni alla FR:
- ritorno a monarchia con Luigi XVIII, sovrano che si impegna a dare una costituzione in
cambio.
- no indennità di guerra
- territorialmente più estesa grazie a maggior territori verso Paesi bassi e la Savoia.
Art. 23, Trattato di pace = convocazione congresso dei rappresentanti di tutti gli stati EU per
definire nuovo assetto politico-territoriale del continente.
=> ott. ’14 – giu. ’15 -> Congresso di Vienna:
- presenza a Parigi rappresentanti stati EU => confusione, manovre corridoio, intrighi, ecc.
- protesta e azioni di disturbo di potenze minori, Svezia, Portogallo, Spagna, invitate a firmare e che
avrebbero voluto svolgere parte nel processo di pacificazione.
- intento potenze vincitrici di svolgere in forma esclusiva processo di pace e riassetto territoriale in
EU.
- interessi potenze vincitrici contrapposti: GB e Austria impegnate x stabilire equilibrio di potenza
VS Russia e Prussia ansiose di ottenere posizione egemonica.
- offensiva diplomatica di Tallayrand x la FR: si insinua tra le divergenze e tensioni dei vincitori per
inserirsi ed ottenere trasformazione del congresso da “comitato dei quattro” a “comitato dei
cinque”.
Castlereagh x GB, Metternich per Austria, Hardenberg e Humboldt x Prussia, Nesselrode x Russia,
Talleyrand x FR + altri due personaggi influenti: Zar Alessandro I di Russia e bar. Friedrich von
Gentz, seg. del congresso e collaboratore di Metternich.
Congresso -> fino a fine 1814 scontri e tensioni: Polonia pretesa da Zar e Sassonia che Prussia
voleva annettere.
Talleyrand, Principio di legittimità -> vuole che al congresso partecipino tutti i piccoli stati
preesistenti la riv.
3 gen. 1815 -> GB e Austria stipulano alleanza segreta con la FR per contrastare le pretese
annessionistiche della Prussia su Sassonia. Questa situazione doveva essere monito contro
ambizioni egemoniche della Russia in EU.

2. L’assetto EU del 1815


Criteri adottati per assetto politico-territoriale EU del giugno 1815?
1. formare attorno a FR catena di stati sufficientemente forti da resistere al primo urto di una
sua nuova fase espansiva => unione delle Provincie Unite (=> Olanda), ex Paesi Bassi
austriaci, cioè Belgio, Regno dei Paesi Bassi + Prussia renana unendo piccoli stati della
41
Germania occidentale + rafforzamento della Confederazione elvetica + territori ex Rep. di
Genova annessi a Regno di Sardegna.
2. criterio della legittimità applicato alla grande potenza ex nemica, la FR => no
smembramento del territorio francese.
3. criterio dell’equilibrio di potenza -> risponde agli interessi di solo 3 su 5 delle grandi
potenze, GB, Austria e FR restaurata. Per favorire approvazione di Russia e Prussia,
vennero concesse la Polonia e la Prussia renana, ma queste minano le basi, alterano lo stesso
principio di equilibrio di potenza.

3. Risvolti extraEU dell’assetto del 1815


Considerando l’Atto finale del Congresso, l’opera del 1815 risultò concentrata nella fascia centrale
dell’EU.
1814-15 -> insurrezione colonie spagnole d’America in corso, ma preoccupazioni della diplomazia
spagnola per la perdita dello status di grande potenza, finirono con il declassamento e isolamento
della Spagna.
Rafforzamento territoriale strategico dell’Olanda, ma riduzione dell’impero coloniale olandese.
GB -> dopo perdita 13 colonie, annessione Guyana, Colonia del Capo e Ceylon per rilancio
dell’impero britannico.
n.b. a congresso di Vienna unico interlocutore in tema di imperi coloniali la GB poteva trovarlo solo
nello zar (ma possibile concorrente) e Talleyrand, che voleva la restituzione della Antille francesi.

4. Santa Alleanza e Quadruplice Alleanza


A completamento dell’assetto politico-territoriale emerso dal congresso:
- 26 set. 1815 -> Santa Alleanza, su iniziativa Zar Alessandro I e co-promozione Austria e Prussia.
Art. 1: “Nel nome della SS. Trinità… monarchi contraenti uniti da indissolubile fratellanza + si
presteranno assistenza”. Art. 2: “principio in vigore fra governi e tra questi e i sudditi sarà quello
di rendersi reciprocamente servizio + considerarsi membri di medesima nazione cristiana”. Art. 3:
“tutte le potenze che vorranno professare sacri principi che hanno dettato il presente atto saranno
accolte con altrettanta sollecitudine in alleanza”.
Reazione di Castlereagh e Metternich simile su piano intellettuale a Santa All., ma diversa su piano
politico: Santa All. considerata da GB “una manifestazione di sublime assurdità e misticismo” VS
Metternich decide poi di aderirvi, pur considerandola “monumento vuoto e sonoro”: testo infatti non
indica condizioni precise, si limita a prevedere impegni dei sovrani tra di loro e negli stati. N.b.
richiamo alla medesima derivazione cristiana esclude l’Impero ottomano (islamico), nemico della
Russia.
- 20 nov. 1815 -> Quadruplice Alleanza, tra GB, Russia, Austria e Prussia. Tradizionale perché
impegna 4 potenze VS FR. Innovativa perché faceva impegnare le potenze in tempo di pace e
perché introduceva la diplomacy by conference fra i sovrani.
- 20 nov. 1815 -> secondo trattato di pace di Parigi con FR. Impone a FR condizioni più onerose:
cessioni territoriali (a Regno di Paesi Bassi, a Prussia con la Renania, a Regno di Sardegna con la
Savoia) + indennità di guerra + occupazione per 5 anni nella FR del nord di un esercito alleato sotto
guida duca di Wellington + istituzione conferenza degli ambasciatori alleati a Parigi con funzione di
controllo sulla politica FR.

Assetto EU del 1815 fondato su 4 principali documenti: Atto finale Congresso di Vienna (9 giu.),
Santa Alleanza (26 set.), trattato di pace con FR (20 nov.), Quadruplice Alleanza (20 nov.).

42
5. L’Austria di Metternich e il principio di intervento
S.A. fornì spirito x
politica EU
1815-1822 -> apogeo della Santa Alleanza, cioè periodo in cui
Q.A. fornì lo strumento.
Collaborazioni grandi potenze - FR senza difficoltà fino a Conferenza di Aquisgrana, autunno 1818
-> x affrontare problema incombenza FR sulla politica EU.
9 ott. 1818 -> convenzione x ritiro truppe di occupazione e modalità pagamento indennità di guerra.
Quindi ora: perché mantenere Q.A., dato che suo intento dichiarato è stato raggiunto? + Se
conservazione Q.A., si o no ad inserimento FR?
12 ott. 1818 -> protocollo per esclusione FR.
Aquisgrana afferma conservazione assetto politico-territoriale prodotto dal Congresso di Vienna,
ma negli anni successivi lo stesso assetto/sistema sottoposto a crisi.
1818: - Lord Castlereagh -> compiti di politica interna + pressione isolazionistica dell’opinione
pubblica in GB => no consenso ed importanza x sua pol. internazionale.
- Zar Alessandro I -> accentua in S.A. un’evoluzione spirituale irreversibile; quindi
crescente impegno mistico-religioso che riduce sua partecipazione a pol. EU.
- Can. Metternich -> sintesi ambigua tra GB e Russia, cioè tra funzionalismo Q.A. e
spiritualismo S.A.
1819-1821 -> crisi dei popoli:
- DE, 1819 -> 1° crisi, dove alcuni sovrani disposti a concedere costituzioni => Metternich convoca
conferenza con maggiori stati tedeschi = Conferenza di Carslsbad -> principio di intervento in uno
stato membro della Confederazione, cioè dove si verifica movimento “rivoluzionario”, sì
all’intervento esterno x restaurazione potere assoluto del sovrano attraverso esortazioni politiche o
intervento militare.
- Spagna, 1 gen. 1820 -> movimento rivoluzionario che impose a Re Ferdinando VII di Borbone
introduzione “costituzione del 1812” (approvata dalla Cortes sotto dominazione FR di quel
periodo).
Zar insiste per intervento interalleato in Spagna => 1° lacerazione nella Q.A.: infatti, min. esteri GB
si dichiara contrario il 5 mag. 1820 con uno Staste Paper, perché intervento avrebbe stravolto
natura Q.A. (il trattato del ’15 prevede precauzioni ed interventi VS atti militari in atto, ma non VS
principi democratici! + Trattato non è “unione x gov. del mondo o controllo affari interni di altri
stati”!).
=> 1820 = punto cruciale della pol. EU x influenza crisi spagnola.
1820 -> movimenti rivoluzionari:
- nel Regno delle due Sicilie e Regno di sardegna => Re Ferdinando I di Borbone introduce la
“costituzione spagnola (del 1812)”
- in Piemonte, dove Carlo Alberto di Savoia Carignano approfittando dell’assenza del reggente,
concede l’adozione della stessa “costituzione spagnola”.
=> Metternich vuole estendere il principio di intervento VS introduzione di sistemi di governo
costituzionali rappresentativi, come fatto x Confederazione tedesca.
=> 1- ott. 1820, Conferenza di Troppau (Slesia) -> 19 nov. Firmato “protocollo preliminare”
dove potenze alleate dichiarano che se non fossero state sufficienti pratiche amichevoli per abolire
le adozioni della “costituzione spagnola”, sarebbero intervenuti con forza coercitiva (militare).
2- inizio 1821, Conferenza di Lubiana -> intervento militare austriaco per restaurare potere
assoluto del re di Napoli + intervento in Piemonte, appoggiato dall’esercito sabaudo fedele a Re
Carlo Felice (assente da Torino nella parentesi costituzionale concessa dal reggente Carlo Alberto)
+ intervento FR con mandato EU per restaurare potere assoluto del Re Ferdinando VII di Borbone
in Spagna.
Ott. 1822, Conferenza di Verona -> riguardante il problema spagnolo. Qui:

43
delegazione GB, che si dissocia: George Canning, successore di Castlereagh, sostenitore
politica nazionale GB fondata su consenso interno e dissenso alla diplomacy by conference di C.
stesso.
VS
FR e Austria, che trovano convergenza sull’interesse delle potenze conservatrici all’atto della
STABILIZZAZIONE ASSOLUTISTICA.
6. Le sfide periferiche al sistema del 1815: l’indipendenza dell’America latina
Fine 1700 -> dominio spagnolo nelle Americhe era 2° impero coloniale per ricchezza, ma 1° x
estensione.
Fine sec. XVIII -> Riv. 13 colonie USA e riv. FR (1789) => movimento per l’indipendenza ha
inizio.
Occupazione FR napoleonica della Spagna => 1808, insediamento sul trono spagnolo di Giuseppe,
fratello di Napoleone -> in colonie dapprima reazione lealista a Ferdinando VII di Borbone, poi
coloni impegnati in un movimento separatista.
1815-20 (primi anni Restaurazione) -> insorti guadagnano terreno su forze del re.
1820 -> gov. costituzionale a Madrid non fu in grado di inviare truppe => movimenti di
indipendenza hanno il tempo di imporsi.
1823 -> FR interviene in Spagna, ma indipendenza dell’America centrale (che => 20ina di nuovi
stati) è ormai realtà, grazie a 3 fattori:
1- pluridecennale lotta dei coloni
2- politiche USA -> - 1811, pres. Madison manifesta simpatia x lotte x indipendenza
delle colonie
- 1819, Washington dichiara posizione neutrale
- 1821, USA “esprimono la speranza” che gov. costituzionale di
Madrid riconosca l’indipendenza.
- 1822, riconoscimento de facto dei nuovi stati latino-americani
- 1823, USA consigliano a questi una forma repubblicana di gov.
- completamento dell’azione diplomatica con enunciazione D. Monroe
(vedi cap. 5), che è punto d’arrivo della politica USA di fronte alla
lunga crisi latino-americana.
3- politiche GB -> Canning consapevole di non poter ostacolare politica d’intervento e di
restaurazione assolutismo in EU, ma deciso a tutelare le Americhe da questa politica =>
Canning, sviluppo diverso e più cauto rispetto USA. Se USA erano già al riconoscimento de
jure (1823) degli stati, Londra riconosceva ex colonie come comunità autonome. Perché
atteggiamento GB fu determinante rispetto enunciazione D. Monroe? Metternich ritiene la
dottrina un “atto rivoluzionario” con cui USA sfidano ideologicamente il suo sistema. È la GB
a rendere invalicabili i limiti, a vanificare le politiche di intervento restauratrici oltreoceano!
Questo grazie alla sua marina. Infatti, due mesi prima D. Monroe, min. GB aveva avvertito
ambasciatore FR che GB riteneva “completamente senza speranza” un tentativo restauratore
sulle ex colonie, CIOE’ implicitamente fa capire che si sarebbe opposto.
H. Temperley, biografo di Canning -> questo indiretto avvertimento “garantisce che il Nuovo
Mondo si sviluppi senza interferenza armi EU”. “Le Americhe rimasero sotto protezione della
flotta GB finché gli USA non furono sufficientemente forti da applicare la D. Monroe”.

7. Le sfide periferiche al sistema: l’indipendenza della Grecia


Processo di indipendenza America latina si conclude VS un altro movimento avviato in periferia
sudorientale, cioè nell’EU balcanica = movimento di indipendenza greco.
Movimento di indipendenza Grecia iniziato a fine età napoleonica con fondazione di una società
segreta, Eteria, in Russia (a Odessa) -> programma era promuovere azione insurrezionale con
l’aiuto di volontari EU, in particolare russi + obbiettivo è ottenere indipendenza Grecia o quanto

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meno autonomia dall’Imp. Ottomano ed annessione ad un principe cristiano. (Perché la Russia si
intromette? Perché è storico nemico dell’Imp. Ottomano + zar è cristiano, sultano è islamico).
Inizio XIX sec. -> Grecia è paese povero ed arretrato a estremità sud-orientale EU, ma non fa parte
dell’EU storica. Infatti, Grecia da 3 sec. è sotto Imp. Ottomano: sudditi greci avevano partecipato a
sua gestione, contribuendo anche a forze armate. MA Grecia è anche paese di religione cristiana
orientale + rappresentava l’antica culla della civiltà ed in particolare della libertà EU.
Grecia => situazione contraddittoria nell’età della Restaurazione:
rimanere fedele a politica di intervento VS movimenti
rivoluzionari
Zar Alessandro I
aiutare i fratelli cristiano-ortodossi greci VS islamici
+ per Zar politica di potenza nell’EU balcanica = conquista stretti per penetrare nel
Mediterraneo!
=> Intento Russia era provocare sgretolamento e arretramento Imp. Ottomano
VS
Preoccupazione GB era tenerlo in vita (cap. IV par. 9)
Rivoluzione democratica
=> questione indipendenza greca x Castlereagh è
Tentativo Russia per mutare a proprio
favore la situazione.
VS
Canning -> riv. greca non è riv. x democrazia, ma posizione GB è di NEUTRALITA’.

1824, Russia -> propone conferenza tra le grandi potenze sulla questione greca (intanto si prepara
per combattimenti)
GB contraria => propone sua mediazione tra il sultano e i greci.
1825 -> muore Zar Alessandro I => fratello, Nicola I è per la mediazione.
4 apr. 1826, protocollo anglo-russo -> se mediazione fallisce => potenze si sarebbero astenute
dall’instaurare influenze territoriali.
Greci -> dopo conquista Morea, rigettati indietro da Sultano con aiuto del pascià d’Egitto, Mehemet
Alì = successo del sultano => respinge la mediazione GB.
Lug. 1827, Conferenza di Londra -> GB + Russia + FR impongono armistizio a greci e turchi,
tramite loro blocco navale.
= è intervento VS il sultano, che era già avviato alla vittoria.
=> ambiguità della partecipazione di Russia e FR, che avevano appoggiato interpretazione
metternichiana dell’alleanza EU che è x pol. di intervento x restaurazione del potere assoluto dei
sovrani.
Metternich -> indipendenza Grecia è colpo alla solidità del sistema.
=> eventi Grecia intaccano sistema della Restaurazione + mettono in pericolo la pace EU.
Baia di Navarino -> scontro a fuoco => distruzione della squadra turca ed egiziana.
=> x GB è catastrofe VS x Russia l’atto di guerra è occasione per spostare il suo confine nei
principati danubiani di Moldavia e Valacchia.
=> politiche GB e Russia avviate alla collisione => FR può giocare ruolo di conciliazione x arrivare
a compromesso: lasciare i principati danubiani occupati alla Russia, mentre GB e FR controllano
situazione greca.
Poros, 1828, conferenza degli ambasciatori delle tre grandi potenze => creazione di uno stato greco
autonomo, ma tributario dell’Imp. Ottomano.
Pace di Adrianopoli, 14 set. 1829 -> pone fine a guerra Russia VS Imp. Ottomano.
1830 -> in Grecia istituita monarchia costituzionale indipendente.

45
Grecia indipendente + successo nei principati danubiani => anche questa crisi alla periferia
orientale dell’EU è DELIMITAZIONE PRECISA DELL’AMBITO ETICO-POLITICO DEL
SISTEMA CREATO NEL 1815.

Cap. VII: LE TRASFORMAZIONI DELL’EU OCCIDENTALE E LE


RIVOLUZIONI DELLA META’ DEL SECOLO, 1830-1849
1830 -> sfide al sistema della Restaurazione si spostano da periferia (vedi casi America latina e
Grecia) al centro! = crisi in FR e poi nelle regioni belghe del Regno dei Paesi Bassi =>
prevarranno principi di liberalismo e nazionalità => ambito geografico dove ancora c’è
applicazione dei principi della Restaurazione si riduce drasticamente alle sole Austria, Prussia e
Russia (che controllano rispettivamente l’Italia, le regioni tedesche e la Polonia).
=> FR + GB -“VS”- Russia, Prussia e Austria.
Da considerare anche protrazione crisi periferiche con le due crisi egiziane (1830-33 e 1839-40).
Rivoluzioni nazionali nelle regioni EU alla fine degli anni ’40 del 1800, con definizione del 1848
come “l’anno rivoluzionario” => FR soluzione ambigua ed elezione di Luigi Napoleone
Bonaparte a Pres. della Rep. + in DE, IT e Imp. Asburgico si ha 2° Restaurazione.

1. Le sfide centrali al sistema del 1815: la rivoluzione di luglio


1815-30 -> FR impegnata in ricostruzione sua posizione internazionale:
1815 -> Talleyrand aveva ottenuto che FR vinta ma “restaurata” si collocasse tra grandi
potenze.
Conferenza di Aquisgrana, 1818 -> esclusione FR da Q.A.
Negli sviluppi successivi FR assume posizione di collaborazione-autonomia dalla S.A. =>
può giocare ruolo decisivo nella politica EU (p.es. successo questione spagnola, posizione
preminente nella questione delle colonie spagnole, efficace presenza nella questione greca),
con risultati decisivi soprattutto nell’area mediterranea.
Giu. 1830, Carlo X -> iniziativa del governo che procede a occupazione di Algeri. Decisione
impresa determinata da necessità di pol. interna: sfruttando l’ondata di orgoglio nazionale (quindi
consensi) che sarebbe necessariamente seguita alla vittoria algerina, il reggente avrebbe approfittato
per emanare decreti restrittivi delle libertà concesse dalla Costituzione 1814. Così non fu.
=> lug. scoppiò rivoluzione = Riv. di Luglio => re costretto a lasciare il trono.
=> sistema della Restaurazione viene abbattuto nel paese dove aveva contato di più introdurlo nel
1815.
n.b. sebbene impegni di Troppau avrebbero voluto una politica di intervento, non avvenne:
Austria -> non si sarebbe mossa finché FR non avesse attaccato le sue
frontiere (paura ad intervenire in grande potenza).
GB -> Duca di Wellington è capo gabinetto -> non si presenta come riv.
radicale e/o ritorno dell’Impero => posizione di attesa e grande opportunità
per tutte le potenze.
Russia -> Zar Nicola I voleva agire subito, ma frenato da suo cancelliere
Nesselrode e dal re di Prussia.
In pochi giorni, soluzione alla “rivoluzione di luglio” con compromesso => LUIGI FILIPPO
D’ORLEANS è nuovo sovrano -> gesti dimostrativi come riadozione della bandiera bianca, rossa e
blu + sua denominazione non come “re di FR”, ma “RE DEI FRANCESI” + riadozione della
charte concessa da Luigi XVIII + in pol. estera enunciazione della dottrina di non intervento, cioè
FR non sarebbe intervenuta al di là delle sue frontiere se non sono territori confinanti o se non
fossero stati oggetto di intervento di altre potenze x restaurare potere assoluto.

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GB con Wellington procede a rapido riconoscimento del nuovo regime FR => crisi FR sembrò
risolta (Zar non riconoscerà solo la bandiera).
Ma inevitabile che si creasse clima di aspettative/speranze in tutti gli ambienti progressisti EU =>
in FR, “partito del movimento”, ma anche negli ambienti soggetti a Restaurazione.
“Riv. del ’30 doveva idealmente ricongiungersi con quella del 1789, doveva come quella diffondere
i suoi benefici oltre i confini francesi, doveva … distruggere l’opera del Congresso di Vienna”
(Silva). Invece, FR del ’30 non volle appoggiare le aspirazioni dei vari popoli EU alla libertà
costituzionale e all’indipendenza. Eccezione fu il Belgio.

2. Le sfide centrali al sistema: la rivoluzione belga


Sempre in luglio -> rivoluzione delle provincie belghe del Regno dei Paesi Bassi.
Fine set., Guglielmo I => internazionalizzazione del problema!
Prussia e Russia favorevoli all’appello del sovrano.
Metternich, preoccupato delle ripercussioni che allontanamento degli eserciti avrebbero provocato
in IT, non impegnò le forze armate a così grande distanza.
FR era confinante con le frontiere settentrionali => Luigi Filippo indotto dal “partito del
movimento” a dichiarare che non sarebbe intervenuto se nessun altra potenza avrebbe, al contrario,
aiutato il reggente a reprimere l’insurrezione.
=> a questo punto, determinante posizione di GB!
Presenza a Londra del principe di Talleyrand, inviato da Luigi Filippo => fa prevalere idea di una
soluzione internazionale del problema = conferenza delle grandi potenze!
3 ott., Conferenza di Londra => 20 nov. grandi potenze riconoscono lo stato belga = 1° passo che
significa superamento dell’intangibilità dei confini EU stabiliti dall’assetto del 1815.
Problemi: 1- sistema di governo/forma del nuovo stato -> assemblea costituente scelse la
monarchia costituzionale + sua costituzione segnò tappa fondamentale della storia
istituzionale del liberalismo ‘800esco.
2- monarca -> 27 gen. 1831, Conferenza di Londra => sovrano non deve appartenere
a una casa regnante delle grandi potenze.
Costituente belga offre corona al figlio di Luigi Filippo, il Duca di Nemours => GB
so avvicina a potenze orientali => 17 feb. -> Luigi Filippo declina a nome del figlio
l’offerta.
4 giu. -> assemblea costituente propone la corona a Leopoldo di Sassonia Coburgo.
3- confini -> Re dei Paesi Bassi decise di reprimere insurrezione => GB + FR
intervengono militarmente a favore degli insorti VS potenze conservatrici
rimangono a guardare = dopo un decennio dottrina di intervento a favore dei
sovrani, si ha rovesciamento, cioè intervento delle grandi potenze è stato a favore di
una rivoluzione liberale e nazionale!
15 ott. 1831, “protocollo dei 24 articoli” => Regno del Belgio è concretamente
costituito e sarà ufficialmente riconosciuto dagli altri stati.
1839 -> Regno dei Paesi Bassi riconosce il Regno del Belgio, ma come “stato
indipendente e neutrale in perpetuo” sotto la garanzia delle grandi potenze.

3. La “Nuova Santa Alleanza” all’opera nell’EU centro-orientale: dai movimenti nell’Italia


centrale alla rivoluzione polacca.
Trasformazioni politiche e istituzionali dell’EU occidentale non si realizzarono nell’EU orientale.
Austria ristabilì controllo su Germania, IT e Russia represse riv. polacca.
- Confederazione DE -> movimenti liberali e manifestazioni nazionali unitarie => 28 giu. 1832,
“protocollo in sei articoli” -> Metternich fa votare a Dieta questo protocollo che ribadisce norme
imposte a Carsbad, 1819, cioè: istituzioni costituzionali, associazioni patriottiche e libertà di
stampa. Ma non riuscì ad impedire avvio della politica nazionale tedesca in campo economico = 1
47
gen. ’34 nasce Zollverein, cioè unione doganale fra gli stati della Confederazione x iniziativa gov.
di Berlino.
X Metternich scelta: pericolo dell’iniziativa prussiana, oppure conservare ciò che rimaneva della
Restaurazione? Gov. di Vienna non ha interesse a opporsi a progetto economico prussiano in DE.
- IT centro-settentrionale -> liberali si preparano ad insorgere a Modena, Reggio, Bologna, territori
pontifici fino all’Umbria, Parma => instaurazione governi provvisori con auspicio intervento FR in
caso di attacco austriaco. “Con i primi mesi dell’anno seguente si verificò a Parigi un cambiamento
di rotta” (Silva) -> preoccupazione Luigi Filippo non è trovarsi di fronte a coalizione potenze
conservatrici in EU, ma di favorire lo sviluppo di un movimento bonapartista in FR => Luigi
Filippo tenne ferma la FR, mentre Austria ristabilisce i “legittimi” sovrani. Per riguadagnare il
terreno perduto con la crisi IT e senza perdere il controllo della situazione pol. interna, gov.
orleanista contro-occupa Ancona => presenza forze FR in una città-porto italiana dell’Adriatico era
segno di cambiamento.
- Riv. polacca del 1830 -> si tratta di movimento per la trasformazione del sistema della
Restaurazione che si sviluppa nel cuore dell’EU orientale + coinvolgimento imp. russo. 3 dic. 1830
-> polacchi chiedono a Zar riconferma costituzione del ’15 ed estensione dei territori x
ricostituzione confini del 1792 -> zar rifiuta -> 25 gen. ’31 i polacchi proclamano l’indipendenza.
N.b. Polonia ha esercito nazionale che offre allo Zar lo strumento militare più vicino al teatro
occidentale => senza questo viene ostacolata la politica di intervento! Ma è proprio con la crisi
polacca che la vecchia-nuova alleanza riconferma la politica di repressione della rivoluzione e il
principio di intervento: infatti, polacchi si appellano invano alle potenze occidentali => 7 set. 1831,
Varsavia -> truppe russe entrano in città e zar ristabilisce il controllo sul paese.
=> Metternich ottiene riconferma del sistema della Restaurazione tramite accordi:
- 18 set. ’33, 1° accordo tra Russia e Austria -> si impegnano in caso di necessità a
modificare lo status quo nell’Imp. Ottomano.
- 19 set. ’33, 2° accordo tra Russia e Austria -> oggetto è la Polonia: garanzia dei rispettivi
territori e reciproco aiuto in caso di insurrezione.
- 15 ott. ’33, 3° accordo tra Russia, Austria e Prussia (Berlino) -> conferma a sistema EU
della Restaurazione + opposizione a principio del non intervento => cancelliere austriaco
Metternich si assicura il funzionamento del sistema nell’EU centro-orientale.

4. Le trasformazioni dell’EU occidentale. Una “prima intesa cordiale”?


Monarchia di luglio -> nata come sistema di gov. liberale moderato e rappresentava una svolta
irreversibile = queste le basi della politica estera.
Primi anni ’30 -> collaborazione con GB estesa dal gov. di Parigi anche a Spagna e Portogallo.
N.b. bilancio di influenza GB su queste in precedenza è positivo in Portogallo e negativo in Spagna.
1830 -> Lord Palmerston, whig-radicale, al Foreign Office -> diede senso all’allineamento franco-
inglese già avvertibile in anni ’20-1800.
Esperienza comune crisi belga + irrigidimenti nella Nuova Santa Alleanza + condizione di disordine
e di contrasti interni in Spagna e Portogallo che mettevano in pericolo le reggenze costituzionali di
Isabella e Maria => min. esteri GB indotto ad accordarsi con FR x sostenere il costituzionalismo
della penisola iberica => 22 aprile 1834 -> quadruplice alleanza anglo-franco-ispano-
portoghese.
=> impegno delle potenze occidentali a difendere permanenza regimi costituzionali in penisola
iberica e promuovere estensione dell’area liberale alla parte sed-occidentale EU.
=> lecito in questo periodo parlare di “due EU” x diversità tra sistemi politico-istituzionali, tipi di
economia e configurazioni sociali tra ovest ed est = NUOVO ELEMENTO DELLE RELAZIONI
INTEREUROPEE NEI DECENNI CENTRALI DELL’‘800.
Pol. GB determinata da combinazione principi ed interessi, in cui principi = interessi.
Pol. FR -> Luigi Filippo nutriva preoccupazioni: non suscitare ostilità interne non accordandosi
esplicitamente con la GB contro le pot. conservatrici + legare suo trono a stabilità istituzionale
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rappresentata dall’Austria e dalle sue alleate + non deve deludere nazione ansiosa di riaffermarsi
definitivamente come grande potenza.
=> dissensi con GB riguardano:
- Algeria
- modi di promuovere e garantire costituzionalismo in Spagna; qui, GB e FR contrapposte
perché sostenitrici dei due partiti rivali: FR sostiene moderados e GB i progresistas.
- crisi egiziana 1839-41
- vicende familiare e dinastiche spagnole, in cui Luigi Filippo fece sposare l’infanta con il duca
di Montpensier, suo figlio = crisi dei “matrimoni spagnoli” seppellisce la “prima intesa
cordiale”, rivitalizzata poi da Aberdeen, successore di Palmerston e Guizot.
- Regno delle Due Sicilie
- modernizzazione e rafforzamento squadra navale FR nel Mediterraneo.
=> Algeria, Spagna e Egitto-Siria -> settori geografici dove intesa franco-inglese urta con gli
interessi nazionali di entrambe.
1847, guerra civile Svizzera -> cantoni progressisti, sostenitori dello stato federale e sostenuti da
GB -VS- cantoni conservatori, sostenitori dello stato confederale e sostenuti da FR e potenze della
Nuova Santa Alleanza.
In IT Guizot vorrebbe sua politica, distinta sia da conservatorismo di Metternich che politica di
promozione riforme istituzionali ed amministrative di Palmerston = politica del juste milieu, giusto
mezzo, cioè riforme prudenti, evitando sia repressioni assolutistiche che disordini democratici.
Palmerston
- movimento nazionale per programma federale
- Austria è forza contraria al progresso della penisola IT
Guizot
- evitare il carattere nazionale del processo di trasformazione
- non può opporsi all’Austria

=> vittoria del gov. di Londra nella gara d’influenza GB-FR in IT.
5. Rivalità e convergenze fra le “due EU”: le crisi egiziane, 1830-1841
Crisi greca => Mehemet Alì, pascià d’Egitto deve ricostruire le sue forze armate.
Inizio anni ’30, 1° ESPANSIONE -> terminata la ricostruzione, inizia espansione lungo coste del
Mediterraneo orientale fino a Siria e Anatolia, cioè nell’Imp. Ottomano => è la Russia a fermare
questa 1° espansione = sbarco corpo di spedizione russo sugli stretti => Mehemet Alì si ritira. N.b.
lo Zar approfitta x imporre al Sultano un trattato di alleanza (di protettorato) => 8 luglio 1833,
Trattato di Unkiar Skelessi = Russia si impegna a intervenire in favore di Turchia se attaccata
nuovamente + in caso di attacco, Turchia deve chiudere gli stretti. Chiusura degli stretti => è
il gov. di Pietroburgo che nel caso controllerebbe il passaggio marittimo tra Mediterraneo e Mar
Nero = situazione favorevole x la Russia per approdare nel Mediterraneo + è attacco alla marina
britannica che la utilizza come “via per le Indie”? + trattato sancisce anche diritto di passaggio per
la flotta russa nel Mediterraneo.
=> 1° CRISI EGIZIANA = SCACCO RUSSO ALLA POLITICA GB NELL’ORIENTE.
Ma comunque esiste ancora allineamento dell’EU occidentale VS EU orientale della Nuova Santa
Alleanza.

Anni ’30, FR orleanista -> politica di penetrazione economica e culturale in Egitto.


2° ESPANSIONE -> Mehemet Alì procede lungo le coste della Siria per arrivare nell’Imp.
Ottomano => FR si prepara ad estendere la sua influenza nel Mediterraneo orientale.
Giugno 1839 -> Mehemet Alì vince le forze del Sultano in Siria => minaccia a integrità Imp.
ottomano + influenza FR in Medio Oriente sembrava più pericolosa di una pressione russa sull’Imp.
ottomano.
49
=> Palmerston esorta gov. FR a ritirare suo appoggio a Mehemet Alì, ma FR resiste.
=> Palmerston richiama in vita lo schieramento anti-FR => FR orleanista VS GB, Austria, Prussia
e Russia.
15 luglio 1840 -> 4 potenze firmano convenzione x concertare un piano di difesa comune x mettere
gli stretti e la capitale dell’Imp. ottomano al sicuro da aggressioni + fanno in modo che Sultano
garantisca a Mehemet Alì il possesso ereditario dell’Egitto e l’amm. della Siria meridionale.
=> la crisi rientra:
- sul fronte e orientale Mehemet Alì evacua la Siria + esce dalla crisi con la garanzia internazionale
del possesso ereditario dell’Egitto
- sul fronte occidentale Luigi Filippo nomina nuovo gov. con Francesco Guizot (che era già stato
ambasciatore a Londra e fautore di pol. moderata) => 13 luglio 1841, Convenzione degli Stretti ->
chiusura stretti alle navi da guerra di qualsiasi potenza. Firma di tutte le potenze, GB, Austria,
Prussia, Russia e FR.

n.b.: 1- 2° crisi egiziana => scontro fuori EU tra GB e FR che è il vero motivo di allontanamento
delle due potenze!
2- analisi storico Renouvin -> GB trionfa grazie a Palmerston che:
sviluppo impero egiziano
- impedisce estensione influenza FR al Mediterraneo orientale
crollo impero ottomano
- ottiene -> abbandono del Trattato di Unkiar Skelessi da parte dello Zar.
=> Renouvin considera il successo di Palmerston dimostrazione esemplare di quanto una
singola personalità possa modificare le relazioni internazionali.
6. Le rivoluzioni del 1848. La prima fase
11 gen. 1848, Sicilia -> movimento liberale rovescia Ferdinando II => reintroduzione “costituzione
del 1812” + proclamazione del distacco dal Regno di Napoli.

Fine rivalità GB-FR con caduta “monarchia di luglio” (orleanista).


25-27 feb. 1848, rivoluzione parigina => instaurazione della Seconda Repubblica.
Rivoluzione in FR => pone i governi di fronte al pericolo e i popoli di fronte alla speranza che la
FR intenda “esportare” la riv. proclamando guerra x la libertà dei popoli -> temuta/sperata
espansione rivoluzionaria non avvenne: nella situazione politica FR, c’erano ancora elementi di
conservazione.
=> 4 marzo, dichiarazione di Lamartine ai gov. EU ->
- trattati del ’15 non esistono più, ma confini stabiliti sono realtà di fatto, punto di partenza per
rapporti con le altre potenze
- “se stati indipendenti IT fossero invasi, si imponessero limiti alla loro trasformazione interna,
si contrastasse nascita di una patria italiana => la Rep. FR in diritto di prendere armi x
proteggere questi movimenti legittimi di sviluppo e di nazionalità dei popoli.” => fa temere che
FR colga occasione x riprendere classica direttiva di influenza-potenza nella penisola IT.

Germania -> movimenti x ottenere istituzioni rappresentative negli stati + movimenti di unità
nazionale => patrioti DE organizzano elezioni x parlamento + discussione forma di gov. x nazione
tedesca unificata. 600 dep. Eletti rappresentanti di 3 correnti, conservatori, liberali e
democratici. 1° seduta il 18 mag. a Francoforte -> si impegnano in elaborazione di una costituzione
federale.

Imp. asburgico -> - 13 marzo, borghesi e studenti di Vienna -> rivoluzione => allontanamento
cancelliere Metternich => liberalizzazione sistema di governo.
- Budapest, Ungheria -> con Luigi Kossuth gov. nazionale in posizione di
autonomia rispetto l’impero.
50
- Praga -> riunione patrioti in congresso x rivendicare riconoscimento di
diritti nazionali, primo fra tutti lingua ceca accanto a tedesco.
- domini italiani -> riv. con duplice carattere, liberale e nazionale. Esigenza
di stabilire rapporti economici tra gli stati IT => unione doganale.
Nel lombardo-veneto austriaco prime rivendicazioni si trasformano in sollevazione armata => 18-22
mar. -> Cinque Giornate di Milano => guarnigione austriaca lascia la città. + Insurrezione di
Venezia.
In IT importante nesso liberalismo-nazionalità-indipendenza.
Intervento in Lombardia di Carlo Alberto a sostegno dei ribelli => internazionalizzazione => 1°
Guerra di Indipendenza italiana.
=> 22 mar. -> Re di Sardegna dichiara guerra ad Austria e avanza in pianura padana + contingenti
inviati dagli altri governi degli stati IT => sul piano politico, carattere nazionale del conflitto.
Arretramento Austria + disorientamento del potere centrale asburgico => intervento diplomatico di
GB = Lord Palmerston in maggio invia membro del gabinetto in IT, Lord Minto. + gov.
asburgico chiede a GB di assumere ruolo di mediazione offrendo rinuncia austriaca alla Lombardia.
Lord Palmerston accetta a patto che rinuncino anche al Veneto, dato che è tanto ostile da
costituire causa di debolezza per l’Imp. + vuole coinvolgere anche FR, che accetta => fine
primavera ’48 -> FR e GB impegnate in realizzazione nuovo assetto politico territoriale in IT
settentrionale con monarchia Savoia.

7. La rottura del fronte rivoluzionario


Riv. del ’48 di diversa natura: politico-sociale in FR
politico-istituzionale in stati DE e stati indipendenti IT
nazionale-unitaria in DE
nazionale autonomistica/indipendentistica in IT e Imp.
asburgico.
23-27 giu., FR -> insurrezione parigina repressa dalla guardia nazionale ed esercito -> ala radicale
partito repubblicano protesta x risultati troppo limitati + repressione armata separa rep. socialisti da
rep. democratico-borghesi =>
1- in FR -> favorita la ricostituzione del fronte moderato orleanista e monarchico.
2- in EU -> forze politico-sociali della conservazione possono agire con consapevolezza che
non esiste più rischio di intervento FR a guida di una guerra rivoluzionaria EU.
Successo militare di Carlo Alberto in pianura padana => base per:
- programmi dei liberali-moderati piemontesi
- adesione dei gov. costituzionali degli stati italiani alla causa nazionale
- GB promuove creazione Regno d’Italia settentrionale e coinvolgimento Rep. FR
- disponibilità dell’Austria a cedere parte dei domini in IT.
Riorganizzazione gov. austriaco con maresciallo Radetzky => 22 luglio, austriaci vincono a
Custoza => rioccupazione territorio perduto.
9 agosto -> firma armistizio con il Re di Sardegna.
=> rottura fronte rivoluzionario in Piemonte, Toscana e Stato della Chiesa.
X Imp. asburgico riaffermazione superiorità = ristabilimento controllo sulla Boemia + repressione
agitazioni di Praga + stroncato secondo moto rivoluzionario a Vienna + rinvio del problema
ungherese.
Svolta politica ai vertici dell’Imp. con 27 ott., trono a principe di Schwarzzenberg, reggente che
lascia poi posto al 18enne arciduca Francesco Giuseppe.

Primi mesi del ’49 -> evidente fallimento rivoluzione in DE.

1848 = “anno rivoluzionario” che termina con situazione in EU centro-occidentale caratterizzata da


ripresa delle forme di conservatorismo, ma con delle eccezioni… (vedi 8
51
8. La riscossa conservatrice in Italia, Germania e Ungheria
Autunno ’48 – agosto ’49:
- Granducato di Toscana + Stato della Chiesa -> liberali moderati al gov., ma poi cedettero potere ai
democratici. Inizio ’49 si verificano disordini a Roma e Firenze => papa e granduca abbandonano
stati => proclamazione delle repubbliche con potere esecutivo affidato a triumvirati.
- Piemonte -> problema guerra con Austria che ha risvolto internazionale grazie a mediazione GB e
FR, ma le due potenze sono disposte ad andare avanti? Palmerston vuole costituzione Regno
dell’Italia settentrionale sotto Carlo Alberto, ma riteneva non fosse più possibile dopo mutamento
situazione in IT e in EU + Assemblea FR il 2 set. vota x intervento FR nel conflitto, ma forze
conservatrici eleggono Pres. della Rep. il Principe Luigi Napoleone => GB + FR premono su gov.
piemontese perché normalizzi rapporti con Austria e si firmi trattato di pace.
Regno di Sardegna -> abate Vincenzo Gioberti in dic. incaricato dal Re di formare gov.
liberaldemocratico x ridare a Piemonte direzione del movimento nazionale, evitando però di
riprendere la guerra => no appoggio dei democratici che lo costringono alle dimissioni => gov.
Chiodo-Rattazzi -> ripresa della guerra.
23 marzo -> esercito piemontese sconfitto a Novara => Carlo Alberto abdica in favore del figlio,
Vittorio Emanuele II -> firma armistizio di Vignale con mar. Radetzky + nuovo gov. con a capo
conservatore Launay. Due problemi: forma dello stato e pace con Austria.
- Firenze -> moderati tentano di riportare granduca al costituzionalismo -> non riescono. In maggio
-> Leopoldo II di Asburgo-Lorena manda contingente a ristabilire potere assoluto.
- Rep. Romana -> confluiscono qui progressisti e patrioti italiani => nel 1849 è espressione della
democrazia italiana. Ma riportare il pontefice a Roma era interesse di tutte le potenze cattoliche =>
confluiscono qui forze spagnole, napoletane e FR con FR che assume compito di risoluzione della
Questione romana -> il neo pres. FR avvicina così a sé i cattolici riportando pontefice a Roma e
placa i liberali e democratici conservando il regime costituzionale + mette in discussione sistema
egemonico dell’Austria in IT, stabilendo sua influenza sul “restaurato” pontefice. In un primo
momento Pres. Rep. FR vorrebbe lasciare a plebiscito popolare scelta tra repubblica e restaurazione
potere pontificio -> elezioni maggio ’49 => maggioranza componente cattolico conservatrice in
Assemblea (FR) => restaurazione di Pio IX con la forza. 1 luglio -> cade Roma.
- Venezia -> riuscì a respingere austriaci fino a fine agosto, poi cede.

Parlamento di Francoforte -> 2 problemi: struttura istituzionale e limiti territoriali. Divisione del
Parlamento in “piccoli tedeschi”, che vogliono risoluzione senza Austria, e “grandi tedeschi”, che
vogliono coinvolgimento austriaco. Mar. ’49 -> piccoli tedeschi prevalgono => corona imperiale
offerta a Federico Guglielmo IV, Re di Prussia -> rifiuta => crisi definitiva dell’esperienza
parlamentare tedesca.

Imp. asburgico -> restaurazione controllo in Boemia e IT + x questione ungherese deve chiedere
aiuto allo Zar => estate ’49 -> esercito russo occupa Ungheria => Vilagos, 13 agosto -> costringe
ribelli a resa.

=> dopo le riv. del ’48, ora via aperta alla SECONDA RESTAURAZIONE!

52
CAPITOLO 8: L'EPOCA DELLE RIUNIFICAZIONI ITALIANA E TEDESCA
1849-71
1. LA SECONDA RESTAURAZIONE :
Con “seconda restaurazione” si intende quel breve periodo successivo al fallimento delle rivoluzioni
del 48. Si restaurano e riprendono infatti vigore le forze conservatrici al potere prima delle
sommosse. Tuttavia si tratta di una restaurazione per molti tratti differente da quella del 1815 con
limiti e inconvenienti che ne determinano l'assai piu rapido superamento: il limite principale fu la
scarsa omogeneità della seconda restaurazione nella quale si scontravano ben 4 situazioni differenti:
quella di Francia, Inghilterra Regno di Sardegna e Prussia, le cui azioni saranno tutte fondamentali
nel determinare gli avvenimenti storici successivi.
-L'eccezione piu vistosa era rappresentata dalla Francia che si basava ora su una repubblica e non
più sulla monarchia borbonica legittimista del 15, dunque ci si aspettava che il sistema repubblicano
cedesse il posto di nuovo ad un secondo impero napoleonico che riprendesse le idee egemoniche del
primo. Per ottenere questo capovolgimento Napoleone III avrebbe dovuto destabilizzare l'equilibrio
europeo tramite la “politica della nazionalità” ovvero sostenendo le nazioni europee non ancora
indipendenti nella creazione di stati sovrani. La Francia rivendica dunque piu o meno esplicitamente
un ruolo egemonico in Europa.
-L'inghilterra del 1949 è una nazione molto diversa rispetto a quella che aveva sconfitto la francia
30 anni prima . È una nazione che dopo aver chiuso un lunghissimo periodo di governo
conservatore (tories, a cui subentrano i whigs, liberali aristocratici) e dopo aver modificato il suo
sistema elettorale ha visto uno sviluppo eccezionale delle sue forse economiche e si è allontanata
dalla politica delle potenze centro orientali.
Palmerston (min.est.30-41, 46-51) incoraggia movimenti costituzionali sul continente e arriva a
riconoscere e accettare Carlo Alberto di Savoia re dell'Italia settentrionale; tuttavia questo indirizzo
viene mutato nei primi anni 50 quando il governo di Londra si trova ad affrontare due problemi
internazionali importanti:
– gli sviluppi della situazione in francia prima e dopo il secondo impero
– il ripresentarsi della questione d'oriente
-Il regno di Sardegna è il solo stato d'Europa a mantenere la sua costituzione, elemento che
qualificherà il Piemonte come il solo attore in grado di unificare l'Italia.
-Anche in Prussia, come in francia e inghilterra, sono avvenuti mutamenti importanti: il sovrano
dopo il 48 si è affrettato ad abolire la costituzione e rifiuta la corona di imperatore tedesco (che
avrebbe significato unità nazionale) in quanto offerta “dal basso”. (Status quo di “confederazione
tedesca”prussia+austria confermato su pressione russa nel 1850: la Russia induce in fatti la Prussia
a piegarsi alla confederazione tedesca sotto la direzione austriaca :“umiliazione di Olmutz”)

2. LA RUSSIA E LA RIPRESA DELLA QUESTIONE D'ORIENTE: LA GUERRA DI


CRIMEA
La Russia era stata nel 48 la sola potenza europea a restare immune da movimenti interni. Sebbene
lo zar Nicola I abbia contribuito molto a riportare la situazione europea com'era prima del 48, a lui
viene imputato la colpa di aver fatto crollare l'equilibrio della seconda restaurazione tramite la
riapertura della questione d'oriente. Infatti, il prestigio derivante da alcuni interventi diplomatici e
militari lo indussero a pensare che avrebbe potuto riprendere a esercitare pressione sull'impero
ottomano senza doversi confrontare con l'opposizione della altre potenze europee.
Nicola I pensava (e sperava) che :
a) L'Austria non si sarebbe opposta dato l'aiuto che la Russia le aveva dato nel sistemare la
situazione Ungherese (nel 1849 la Russia ristabilisce infatti il controllo asburgico in Ungheria)
b)La Prussia non si sarebbe mossa non considerandola interessata a una questione lontana dall'area
53
tedesca dove si rivolgevano i suoi interessi.
c)Napoleone III avrebbe dato la precedenza alla legittimazione del suo potere rispetto alla tutela
degli interessi politici, strategici e religiosi della francia in Oriente.
d)A questo punto L'inghilterra, decennale avversaria della politica Russa nel Mediterraneo e sugli
stretti (quindi protettrice dell'impero ottomano), una volta rimasta sola, non avrebbe potuto opporsi
all'avanzata Russa in Turchia e, data la diffidenza degli inglesi verso il regime napoleonico, non
avrebbero chiesto aiuto alla Francia.

Sulla base di ciò la Russia inviò a Costantinopoli la missione Menscikov (1853) e, usando come
pretesto l'ennesima controversia tra monaci cattolici e ortodossi in Palestina, propose al sultano un
protettorato (mascherato da alleanza) e diede alla proposta carattere di ultimatum. Nel frattempo la
Russia cercò d evitare l'opposizione inglese offrendole una spartizione parziale del'impero
ottomano. (Proposta all'ambasciatore Seymour che rifiutò, anche se il rifiuto non venne ben recepito
dallo Zar).
Il governo turco respinse l'ultimatum e l'esercito russo procedette all'occupazione dei principati
danubiani. A questo punto le squadre navali inglesi e francesi firmarono l'”alleanza di Crimea”, un
intesa contro la Russia. Le antipatie anglo-francesi vennero per un attimo accantonate (grazie anche
all'abilità di Palmerston) in virtù della minaccia espansionistica russa nel Mediterraneo
I motivi di Napoleone III per intervenire in oriente erano:
a)sul piano interno voleva ingraziarsi il partito clericale eliminando l'influenza dei monaci ortodossi
dai luoghi sacri.
b)sul piano internazionale doveva proteggere i secolari interessi francesi in oriente
c) sul principio d'applicazione della politica di nazionalità, doveva sottrarre i protettorati danubiani
sia al dominio turco sia a quello russo, avviando un processo che porterà la nacita dello stato
nazionale Romeno.
d)guadagnarsi l'alleanza e l'amicizia inglese

La guerra di Crimea (cosi chiamata perchè gli alleati occidentali concentrarono il loro sforzo sul
successo militare in questa penisola e soprattutto a Sebastopoli) vede impegnarsi molto le potenze
occidentali nell'ambito diplomatico ovvero nella ricerca di alleati per indebolire la Russia. Le
pressioni anglo-francesi si concentrarono sull'Austria, al fine di sollecitarne gli interessi antirussi
nei balcani e sfruttarne il potente esercito. A questo punto Francesco Giuseppe imperatore d'Austria
si trova di fronte a due alternative: 1)o mantenersi fedele alla Russia dato il recente debito nei suoi
confronti per la questione dell'Ungheria e dato il vincolo che legava i due imperatori nella
tradizione conservatrice della santa alleanza 2) o rompere con la Russia rispondendo all'esigenza di
contenere l'espansione russa nell'area balcanica limitando l'influenza degli asburgo.
Dopo una fallita fase si mediazione condotta da Vienna, L'austria accetta un'alleanza con le potenze
occidentali firmando un accordo basato sui “Quattro punti di Vienna” di cui le tre potenze avrebbero
richiesto l'accettazione alla Russia:Ristabilimento dei rapporti Russia-Turchia in base agli accordi
del 41, rinuncia della Russia a esercitare un'influenza preminente nei principati danubiani, rinuncia
della Russia ad esercitare il suo protettorato religioso sulle popolazioni cristiane ortodosse
dell'impero ottomano, regolazione internazionale della navigazione sul basso Danubio.
La Russia respinse questi 4 punti e dunque l'Austria entra in una situazione di incertezza dovuto
anche al timore di dover impiegare parte dell'esercito in Italia, ma questo problema viene superato
dall'Inghilterra che chiede la partecipazione di un contingente del regno di Sardegna alla guerra,
togliendo momentaneamente all'Austria il problema ella ripresa di movimenti nazionali in Italia.
La tappa finale che portò l'Austria a decidere di allearsi in una formazione antirussa fu l'accordo
austro-francese del dicembre 1854 nel quale Napoleone III “avrebbe usato tutta la sua influenza nel
prevenire i tentativi contro l'integrità territoriale degli stati italiani.” Solo nel 1855 , alla morte di
Nicola I, l'Austria si decide a inviare alla Russia un ultimatum che indusse il nuovo zar a porre fine
alle ostilità e ad accettare di discutere la questione d'oriente sulla base dei 4 punti di Vienna.
54
3. IL CONGRESSO DI PARIGI E LA SCOMPARSA DEL SISTEMA INTERNAZIONALE
EL 1815
1956: a Parigi si tiene una conferenza fra i delegati degli stati belligeranti e neutrali (Prussia), per
dare un assetto alla questione d'oriente. È una conferenza molto importante che non si limita alla
discussione della questione d'oriente ma tratta anche altri punti salienti come per esempio il
problema italiano e la collocazione e il peso delle potenze maggiori.
Per quanto riguarda la questione d'oriente a Parigi vengono accettati dalla Russia i 4 punti di Vienna
ed in particolare il riconoscimento dell'autonomia dei principati danubiani e viene introdotto un
trattato secondo il quale “il mar Nero è neutralizzato, aperto alle marine mercantili di tutte le
nazioni e chiuso alle navi da guerra di qualsiasi paese”. (Clausola del mar Nero con cui la Russia
rinuncia definitivamente alla pressione sugli stretti). La sconfitta della Russia segnò l'arresto della
sua pressione sull'impero ottomano e portò a delle conseguenze sulla sua politica interna e
internazionale. Emersero infatti le gravi debolezze strutturali e funzionali della società russa e,
tentando di porvi rimedio, il governo di Pietroburgo si impegnò nei problemi interni cessando di
svolgere momentaneamente un ruolo attivo a livello internazionale. Sebbene la guerra di Crimea
avesse permesso di mantenere un rapporto interlocutorio tra la Russia e la Francia e l'Austria, i
rapporti con quest'ultima si ruppero al momento del suo passaggio coi nemici della Russia. Questa
rottura austro-russa pone fine al sistema creato nel 1815, che aveva visto da sempre una supremazia
dello Zar nonostante le iniziative diplomatiche fossero toccate spesso al cancelliere austriaco
Metternich. Infine la guerra di Crimea aveva messo in evidenza l'incapacità della Russia di
adeguarsi alle trasformazioni tecnologiche ed economiche di quei tempo, determinando l'inizio del
declino di una potenza tradizionale.
I veri vincitori erano la Turchia e l'Inghilterra. L'impero ottomano si vede infatti riconfermato nella
sua integrità territoriale da parte delle grandi potenze. Palmerston aveva inoltre insistito affinche nei
negoziati in corso a vienna, il delegato britannico Russell proponesse “l'inserimento della Turchia
nella grande famiglia europea”.

Un'altra grande conseguenza prodotta dalla guerra di Crimea è l'affermazione contro ogni
aspettativa del secondo impero francese grazie sia all'abilità di Napoleone III di giostrare le
alleanze, sia alle esigenze inglesi di crearsi un valido appoggio nell'imperatore francese. Il fatto che
il congresso si tenga a Parigi è poi un segnale della posizione di estrema importanza riconquistata
da napoleone III. La politica francese successiva sarà quella di avviare migliori relazioni con lo zar.
La Prussia, pur essendo stata neutrale nel conflitto, fu presente a Parigi nel 1856. A guerra in corso
stipulò con l'Austria un trattato di alleanza nel 1854. L'intento di Bismark era quello di portare in
primo piano la figura della Prussia nel sistema europeo in un momento in cui due grandi potenze
(Austria e Russia) erano in rotta di collisione.
Ciò che dunque fece crollare il sistema creato nel 1815 fu da una parte l'iniziativa russa nella
questione d'oriente, dall'altra l'atteggiamento ambiguo dell'Austria che infine opta per opporsi allo
zar.

4. IL PROBLEMA ITALIANO NELLA POLITICA EUROPEA 1856-59


Nel congresso di Parigi, come si è detto, non si discute solo della questione d'oriente, ma si
pongono le condizioni internazionali per la soluzione del problema italiano.
Il “problema italiano” era percepito dalle due potenze di Francia e Inghilterra non certo come il
bisogno di dare un assetto unitario alla penisola ma solo di risolvere dei problemi di malgoverno di
alcuni stati regionali e di porre fine all'occupazione austriaca nel lombardo-veneto. Questa
percezione del problema in termini “non unitari” era condivisa anche dal Piemonte di Vittorio
Emanuele II e da Cavour (pres. Cons. ministri dal 1852 al 61). Cavour accantona inizialmente l'idea
di un unità nazionale, che avrebbe dovuto essere eventualmente realizzata dalle forze e dai moti
interni che avevano operato nel 48, e si concentra nella ricerca di una grande potenza alleata che
55
aiutasse il Piemonte ad allontanare l'Austria dal regno. La scelta di cavour si pone sul secondo
impero dato che, sebbene l'Inghilterra appoggiasse il regno sabaudo, non avrebbe mai schierato il
suo esercito sul continente per una questione cosi particolare. Russia e Prussia le escluse per motivi
di allineamento ideologico. Cavour sfrutta dunque i secolari dissidi tra Francia e Austria in Italia per
farsi aiutare; il regno di sardegna era catalogato tra le potenze “minori”, di “media potenza” in virtù
del suo sviluppo economico, dell'adozione di una politica di libero scambio e della modernizzazione
delle sue colture. L'aver partecipato alla guerra di Crimea fa guadagnare al regno una posizione
accanto alle grandi potenze e la collocazione e la discussione del problema italiano sul piano
internazionale.
Tuttavia dopo il congresso Cavour riferisce al suo governo come “il risultato della seduta sia stato
ben lontano dall'essere soddisfacente”. Egli infatti non si accontenta della semplice discussione del
problema de mal governo italiano ma vorrebbe azioni immediate. Cavour individua subito quale
avrebbe dovuto essere la sua linea neo confronti di Nap III. Cavour dice che nonostante il Piemonte
non abbia ottenuto un granché dalla conferenza, l'ostinazione dell'Austria ha irritato molto
l'imperatore francese e deve averlo convinto che la questione italiana comporta anche una soluzione
reale.. quella del “cannone”. Infatti dopo il congress si stabilì tra l'imperatore e cavour un dialogo
con l'intento di preparare quella che sarebbe stata la seconda guerra d'indipendenza italiana. C'è una
fase di stallo fino al 1858 quando un ex mazziniano Felice Orsini attenta senza successo alla vita
dell'imperatore, andando verso una sicura condanna a morte. In una lettera indirizzata a Napoleone
stesso Orsini gli attribuisce la responsabilità dell'attuale situazione italiana e lo ammonisce
dicendogli che altri, come aveva tentato lui, avrebbero attentato per questo motivo alla sua vita,
magari con successo. Napoleone molto scosso dall'episodio decide di impegnarsi a fianco del
Piemonte nella causa italiana in una ipotetica guerra contro l'Austria.
Le condizioni dell'accordo sono stabilite a PLOMBIERES nel 58:Italia settentrionale al Piemonte
(lombardo veneto,legazioni pontificie, Romagna) e ciò si sarebbe unito in una confederazione al
regno che si sarebbe creato con lo stato della chiesa e il rimanente delle altre parti (escluso il regno
delle due sicilie). In cambio si dava Nizza e la Savoia e la promessa di un matrimonio dellla figlia
di vittorio E. II (Clotilde) con Gioacchino Bonaparte, cugino dell'imperatore per soddisfare il
desiderio di inserimento e legittimazione francese nelle grandi dinastie europee. Cavour non era
d'accordo alla cessione e al matrimonio e di fatto poi queste clausole poi non verranno rispettate;
nelle sue idee per il momento c'è infatti un'Italia settentrionale unita sotto il potere si Vittorio E II e
non una confederazione. (C'è dunque una situazione di ipocrisia e il non rispetto delle clausole verrà
giustificato con il dilagare del principio di nazionalità).
Sorge ora il problema di dover fare apparire l'Austria come “aggressore” e far astenere le altre
potenze dall'entrare nel conflitto. La diplomazia francese riesce a ottenere la neutralità delle altre
potenze non senza fatica, dato il ritorno al governo inglese dei conservatori favorevoli ad una
conservazione dello status quo. La prussia manteneva un atteggiamento di cautela, mentre lo Zar,
memore dell'atteggiamento austriaco durante la guerra di crimea, vede di buon occhio l'azione
francese e firma nel 59 un trattato in cui si impegnava a mantenere una posizione di neutralità neo
confronti della Francia.
ART I di Plombieres: la francia in caso di un atto aggressivo nei confronti del Piemonte doveva
intervenire subito.
ART II Lo scopo dell'alleanza è di liberare l'Italia dall'occupazione austriaca... per la tranquillità
dell'europa.
Dunque dopo aver stanziato tutte le truppe l'Austria lancia un ultimatum al Piemonte di disarmare
per primo (> lo fanno passare per un atto di aggressione austriaca), cavour lo respinge, le truppe
austriache passano il Ticino e la francia si schiera con il Piemonte. Tuttavia dopo le vittorie di
Solferino e san Martino l'imperatore francese ferma le operazioni firmando il trattato di Villafranca
in cui si cedeva alla francia la sola Lombardia, e la Francia poi la “passa “al Piemonte. I motivi per
cui Nap interruppe la sua politica italiana erano di natura sia militare (sarebbero occorsi ancora
molti sforzi per ottenere una piena vitoria sugli austriaci) sia politica (cavour non rispetta la volontà
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di nap di non ricorrere a mezzi “rivoluzionari” e appoggia movimenti in corso sia in Italia centro
sett) sia politico-strategica.

5. IL REGNO D'ITALIA
L'interruzione del conflitto con la firma a Villafranca aveva sostituito la preminenza austriaca nel
nord Italia con quella francese ma Cavour vedeva sfumare il sogno d un italia settentrionale sotto
vitt eman II dato che solo la lombardia era stata annessa. Visto che il veneto rimaneva fuori dagli
schemi, cavour decide di poter porre la propria attenzione su Parma Firenza Piacenza Bologna.
Serve però l'aiuto di un altra potenza che appoggi il progetto dato che la francia sembrava essersi
tirata indietro: Grazie al successo al governo di un nuovo governo liberale, l'Inghilterra sembra
essere in condizioni tali da poter dare un appoggio molto importante alla causa italiana. Motivo
principale dell'aiuto sarebbe stato che la formazione di uno stato italiano unitario semi forte avrebbe
ostacolato l'espansione del secondo impero in quella parte d'Europa. A questo punto il Piemonte
ottiene il permesso di annettere al regno di Sardegna le regioni dell'italia centrale che avevano
cacciato i loro sovrani locali e avevano anifestato la volontà di annettersi al Piemonte. (Nizza e
Savoia vengono cedute alla Francia che raggiunge i suoi confini naturali).
A questo punto si colloca l'iniziativa della sinistra risorgimentale di Mazzini, Crispi, Garibaldi che
si rivolge al regno delle due sicilie. Partono da Quarto (Genova) il 5 maggio 1860 e sbarcano in
Sicilia e si apprestano a conquistarla. I tentativi francesi di riproporre un assetto italiano formato da
piu stati furono respinto dall'Inghilterra che voleva invece la soluzione unitaria e l'impresa
garibaldina si svolse con successo. Altre potenze però contestavano il non intervento di Cavour che
si decise infine per la “spedizione delle Marche e l'Umbria”, ricongiungendosi con Garibaldi che
consegna i territori conquistati al re Vittorio Emanuele cui è devoto. A dimostrare quanto la
situazione sia cambiata dal 1815 c'è l'incontro di Varsavia, dove Russia Austria e Prussia discutono
la situazione non escludendo la possibilità di arrivare ad un intervento in Italia. Il tutto però si
risolve in un nulla di fatto che dimostra come la spinta conservatrice dello status quo del 1815 si sia
ormai esaurita. (>Dispaccio da parte di lord Russell a Hudson in cui si apprezza la “rivoluzione
italiana” PAG 311)

6. LA PRUSSIA OTTIENE IL PRIMATO IN GERMANIA (1862-1866)


La seconda guerra di indipendenza italiana funge da catalizzatore per il problema tedesco. La
Prussia strumentalizza il movimento liberale nazionale e si impone come protagonista
dell'unificazione escludendo l'Austria. L'unificazione tedesca avviene in un periodo in cui il sistema
europeo è più assente, manca cioè una coordinazione e intesa fra le potenze. L'inizio di una nuova
fase tedesca è scandito dalla morte di Federico Guglielmo iv cui succede Guglielmo I. Ottone di
Bismarck viene richiamato a Berlino (era ambasciatore in Russia) e viene nominato primo ministro
e ministro degli esteri e starà al governo per 28 anni. La sua politica sarà indirizzata a promuovere
la posizione dello stato guida della Prussia screditando l'Austria. Sul piano economico riesce ad
escludere l'Austria dallo Zollverein (unione doganale promossa dalla Prussia dagli anni 20) facendo
un trattato commerciale con la Francia che riduceva le tariffe tra le due nazioni. Sul piano
diplomatico sottoscrive un trattato con la Russia a seguito della repressione di quest'ultima i una
rivolta polacca. La Russia ruppe invece con Napoleone che richiedeva l'applicazione del principio
di nazionalità nei paesi contro occidentali.
L'Austria fu la prima grande potenza a soffrire per l'ascesa della Prussia e ciò fu soprattutto a causa
del fatto che essa non prese mai una posizione chiara proseguendo cosi nel suo isolamento e nella
sua crescente subordinazione alla Prussia. Dalla situazione creatasi dal conflitto con la Danimarca,
la Prussia trae occasione per un conflitto con l'Austria decidendo però un alleanza con l'Italia in
modo da costringere l'Austria a dover combattere su due fronti.(1866). L'accordo prevedeva l'aiuto
dell'Italia in caso la discussione austro-prussiana circa l'assetto federale delle due potenze non
andasse a buon fine e si arrivasse ad un conflitto ed in cambio l'Italia avrebbe ottenuto il Veneto.
Ovviamente si arrivò ad un conflitto e l'Italia combatté quella che fu per lei la 3a guerra di
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indipendenza. (vittoria a Sadowa, Pace di Praga: veneto all'Italia e Austria definitivamente
estromessa dalla confederazione con la Prussia. Quest'ultima annette al suo regno territori come
Hannover e Francoforte, alleati settentrionali dell'Austria sconfitta).

7. LA GUERRA FRANCO-TEDESCA E L'UNIFICAZIONE DELLA GERMANIA 1866-


71
Per unificare il regno di Prussia mancava ancora una parte di Germania i cui interessi erano
strettamente collegati a quelli prussiani. L'unificazione tedesca doveva avvenire con il consenso
delle grandi potenze. Se la prima fase i unificazione della germania si era svolta ai danni
dell'Austria, ora tocca alla Francia. Bismarck si oppone a qualsiasi politica francese di compensi e
di frontiere naturali.(pag 318 paradossalmente la Francia che voleva evitare l'unità tedesca ne da
invece una spinta attirano su di se un conflitto contro la Prussia. In questo modo la guerra contro la
Francia fa da fattore coagulante per i tedeschi che desiderano sconfiggerla).
1870:La corte di Spagna offe la corona a un Hohenzollern, appartenente al ramo cattolico della
famiglia reale i Prussia. Inizialmente la questione viene tenuta nascosta e fatta uscire solo al
momento opportuno cioè quando i rapporti con la Francia si erano estremamente intesiti: quando la
Francia seppe che Leopoldo di Hohenzollern stava per accettare la corona, temette l'accerchiamento
e minacciò la Prussia di un azione militare se Leopoldo non avesse ritirato la candidatura.
Inizialmente la Francia sembra averla vinta finché non manda il suo ambasciatore a chiedere a
Guglielmo I la garanzia che la candidatura non sarà effettuata nemmeno in futuro, ma il sovrano
liquida in malo modo l'ambasciatore (proclama di Ems dal nome della cittia termale in cui si
trovava Guglielmo) dicendo che non si possono avere questo tipo di pretese. La Francia subisce uno
scacco. Bismarck modifica il testo del telegramma rendendolo piu secco e sbrigativo e
pubblicandolo facendo infuriare la Francia che due giorni dopo perse l'iniziativa militare. A questo
punto la Prussia scende in campo e con essa la confederazione del nord e gli stati del sud, sollecitati
dal sentimento pantedesco.
Questo conflitto si risolve con la sconfitta francese a Sedan, l'abdicazione i Napoleone III, la
proclamazione della terza repubblica francese mentre le truppe tedesche confluirono a Parigi (+
annessione alla Germania di Alsazia e Lorena). Grazie all'abilità di Bisbarck che era riuscito a
tenere il conflitto “isolato”dalle altre potenze, la Prussia fu comunque sostenuta da Russia e
Inghilterra il cui possibile intervento bellico aveva fatto desistere l'Austria Ungheria a scendere in
campo.
Questa vittoria segna la superiorità tedesca in campo bellico e in ambito europeo, dove ormai
sembra non avere piu rivali.

Capitolo 9- Sistema Bismarkiano e avvento dell’imperialismo:


A partire dall’unificazione tedesca del 1870 liberalismo e nazionalismo hanno smesso di agire
congiuntamente, ma rimane un particolare equilibrio nel sistema europeo, grazie al sistema
Bismarckiano fondato su egemonia ed equilibrio, basato su un sistema di alleanze adattato alle crisi
e agli sviluppi che si vericano. E’ uno dei periodi in cui la diplomazia è stata fondamentale. Nel
ventennio 71- 90 ci furono anche altri eventi più secondari che hanno caratterizzato il sistema, come
l’assenza dell’Inghilterra, e la preparazione insieme agli Usa del nuovo sistema mondiale del xx sec,
e gli sforzi di modernizzazione del giappone.

1. La Germania unificata assume la struttura di uno stato federale con la permanenza di stati
regionali anche se con pochi poteri. La struttura è solo apparentemente non centralizzata perché
nonostante la presenza del parlamento eletto a suffragio universale, per la politica estera giocano
ruoli fondamentali il ministero di stato prussiano ed il cancelliere e per la gestione delle forzr
armate l’imperatore ed i capi militari, con bilancio distaccato. La germania nella sua politica estera
può giovarsi di un’estensione territoriale ed una popolazione cospicua ed un istruzione elevata, un
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alto grado di ricerca scientifica ed una produzione industriale decollata. Bismarck era consapevole
poi che la Germania aveva una situazione geopolitica che la esponeva a possibili invasioni e perciò
riteneva fondamentale allearsi con almeno due delle 5 grandi potenze->incubo bismarckiano per le
coalizioni. Riteneva inoltre, più o meno a torto, che in Germania fossero presenti forze ostili pronte
a collegarsi con forze esterne per produrne il disfacimento (cattolici ecc.), che fosse necessario
isolare dal sistema internazionale la Francia, desiderosa di prendersi la revanche e che finchè la
Francia avesse mantenuto il regime repubblicano sarebbe stato meno pericoloso.
La Francia aveva perso la posizione di preminenza col 1870 e sul piano interno doveva contrastare
la difficile situazione politica (da un lato la comune di parigi, dall’altro la maggioranza monarchica
dell’assemblea), ma restava sempre un paese avanzato e ricco, in espansione coloniale verso Africa
e Asia (per la gioia di Bismarck, che vuole distoglierla dall’europa e spingerla sulla rotta di
collisione con l’Inghilterra). I due elementi chiave in cui la Francia sfogava la frustrazione erano la
politica coloniale e l’attenzione alla forza militare che il trattato non aveva ridimensionato->
l’esercito rimase il secondo al mondo. Nonostante non uscì dall’isolamento non è un fallimento,
perché evitando alleanze ha evitato guerre preventive da parte della Germania che l’avrebbero
ulteriormente indebolita, ha conservato buone capacità militari con l’espansione coloniale e distratto
l’opinione pubblica dalla revanche con la stessa operazione coloniale.

2.Dopo la Francia è l’Austria a pagare maggiormente l’unificazione tedesca, non ha saputo


fronteggiare la Prussia per crisi che l’hanno coinvolta (crimea,’59 e ’66 in cui ha perduto qualcosa
ed è rimasta isolata). L’unica svolta positiva è la divisione in duplice monarchia austro-ungarica del
1967 che rappresenta la presa di coscienza dell’uscita dalla Germania, e la consapevolezza di non
venire interessati dalla soluzione prussiana. La duplice monarchia non è però una soluzione al
problema della nazionalità, ma ha almeno riconosciuto il maggior problema nazionale: si giova
inoltre di una politica chiara e definita e riuscirà ben presto ad entrare nella sfera di alleanze con la
Germania, appoggio essenziale per le mire espansionistiche verso i Balcani.
La Russia si trova ad essere fronteggiata dall’ Austria stessa proprio nella situazione balcanica, e
resta una grande potenza nonostante la sconfitta della guerra di crimea. Nonostante l’arretratezza
l’economia russa cominciò a fare dei passi avanti anche grazie all’espansione in Asia, che fa temere
gli Inglesi anche. Battagliò anche per rivedere le concessioni fatte dopo la guerra di crimea,
ottenendo l’abrogazione della clausola che prevedeva la smilitarizzazione russa del mar nero
(Gladstone stesso la riteneva un affronto alla sovranità russa -> Londra conferenza internazionale
1871). Fu un passo in avanti per il diritto europeo anche nella moralità. Questa concessione
momentanea la fece avviare nel sistema bismarckiano come uno dei protagonisti più attivo.
L’inghilterra si astiene dalla politica europea del periodo, perché impegnata in importanti riforme
interne con Gladstone (68-74). Al di là dell’intervento nella questione del mar nero (70) e in quelle
d’oriente (75-78) e i prudenti accordi mediterranei, lo splendido isolamento durerà fino al ministero
unionista di Salisbury del 1902. Era più qualificante per loro concentrarsi sull’ambito extraeuropeo,
è una potenza dominante grazie alla sua diversità.

3.L’italia era la sesta grande potenza ma doveva farsi accettare dal sistema europeo e completare
l’annessione territoriale del veneto e di Roma. Con l’alleanza italo-prussiana del 66 riuscì a
conquistare il veneto. Cavour aveva intavolato accordi con Napoleone terzo per la questione
romana, ma con la sua morte si rimase ad un punto fermo: Garibaldi in 2 riprese tentò un’avanzata
bloccata dall’esercito italiano; il governo Minghetti aveva raggiunto invece l’accordo, con la non
aggressione a Roma a patto del ritiro delle truppe francesi e lo spostamento della capitale da Torino
a Firenze->convenzione di settembre. Nella guerra franco-prussiana il re voleva intervenire in
favore della francia, ma il governo e l’opinione pubblica non accettarono. Caduto l’impero, il 20
settembre occuparono Roma e dichiararono nulla la convenzione. Dopo questa svolta internazionale
restava il problema delle nuove politiche estere da adottare, era isolata, aveva contro la Francia,
L’austria ed ora anche i cattolici. Geopolicamente era fondamentale per gli sbocchi sia sul
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continente europeo, sia per il mediterraneo: posizione incomoda e pericolosa, doveva avviare una
politica che mantenesse la libertà conquistata, che le desse il giusto peso per la forza
dell’unificazione e la posizione: mancava un peso economico e di conseguenza militare.

4.Il fondamento della politica estera bismarckiana degli anni 70 era basato sul patto dei tre
imperatori tra Germania, Austria e Russia. A partire dal 71 ci furono contatti e visite d’amicizia tra
Ger e Austria finchè nell’ultimo incontro tra i 2 imperatori partecipò anche lo Zar e Bismarck
propose un intesa generica basata sulla solidarietà monarchica; nel 73 venne firmata una
convenzione russo tedesca che prevedeva l’intervento alleato con 200000 uomini nel caso di un
attacco a una delle due ed una più generica russo- austriaca; l’atto finale stabilisce la nascita
dell’Intesa dei 3 imperatori. Era un impegno a favore della monarchia contro le forze rivoluzionarie.
Il problema dei rapporti franco-tedeschi ne minò l’efficacia notevolmente. Bismarck temeva un
collegamento tra i tedeschi cattolici con la francia, ecco perché sul piano interno promosse il
Kulturkampf e portò ai timori internazionali di una guerra preventiva contro la Francia. La francia
cercò di trovare un clima di amicizia e la stessa Russia con la G:B. chiesero alla Germania di dare
rassicurazioni di pace ->già un primo intacco all’intesa. La questione d’oriente con l’insurrezione
nel 75 di Bosnia, Bulgaria, Serbia e Montenegro diventò una questione internazionale, con Russia
ed Austria inclini a politiche di compromesso per avvantaggiarsi a spese della Turchia mentre la
G.B favorevole allo status quo (intese austro russe del luglio 76). Le atrocità commesse dai Turchi
fecero aprire una campagna antiturca anche al liberale inglese Gladstone –> nella conferenza
internazionale di Costantinopoli chiusa nel 77 le potenze optarono per una serie di misure a favore
delle popolazioni balcaniche. Ci fu però una guerra russo – turca che portò la prima ad avanzare nei
balcani ed imporre alla turchia il trattato di S, Stefano che stabiliva la divisione in 3 tronconi della
Turchia d’europa, l’autonomia Bosniaca, aumenti territoriali alla Serbia e la creazione della grande
Bulgaria che suscitava timori verso Austria-Ungheria e G.B; fu Bismarck a rivolgere alle potenzae
l’invito a partecipare al congresso di Berlino per discuterne tra giugno e luglio del 1878.

5.Il congresso di Berlino modificò il trattato di S. Stefano in modo sfavorevole alla russia e bloccato
la possibile nuova espansione, mentre la turchia dovette subire una nuova riduzione territoriale. Le
condizioni essenziali furono: ridimensionamento della Bulgaria che perde la macedonia, La bosnia
erzegovina rimaneva sotto la sovranità turca ma l’amministrazione fu affidata all’austria ungheria;
La Serbia vide ridotti i vantaggi ottenuti. In G.b si era ormai convintei che andava sì mantenuto
l’impero turco ma non era più in grado di sostenersi da solo, era necessario un influenza inglese ->
guadagna l’isola di Cipro. La Germania era la meno interessata, voleva solo tener buoni i due alleati
non scontentandoli. Francia e Italia furono invitate ma estranee al sistema: l’italia non aveva ancora
consapevolezza del nuovo ruolo da svolgere al di là dell’adriatico. Fu proposto ad entrambe di
occupare la Tunisia e quando la Francia lo fece 3 anni dopo, questo peggiorò ancora i rapporti tra le
2 nazioni.

6.Bismarck nel congresso di Berlino si era preso il compito di evitare una guerra tra Austria e
Russia ma soprattutto tra Inghilterra e Russia, che avrebbe sconvolto il desiderio di equilibrio-
potenza del cancelliere. Gli sviluppi diplomatici riguardarono per la prima volta ambiti
extraeuropei. Dopo il congresso la massima preoccupazione di Bismarck fu la conclusione
dell’alleanza con l’austriaungheria del 79, perché riteneva possibile e preoccupante un’eventuale
alleanza franco-russa. Si trattò di un trattato segreto firmato il 7 ottobre del 79. impegnava i 2
imperi ad un supporto totale nel caso di un attacco russo. Fu un grande e duraturo successo ma
ritenuto incompleto tanto chè si arrivò a ricostruire nel 1881 l’alleanza dei 3 imperatori con basi più
precise: nel caso di guerra di una delle 3 con un'altra potenza gli altri avrebbero applicato una
neutralità benevola, tuttu riconoscevano necessario la chiusura dello stretto dei dardanelli e del
bosforo, non per diffidenza verso la Russia ma per volontà di protezione da possibili offensive
inglesi da parte della russia stessa.
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7.l’iniziativa della triplice alleanza con l’italia non è un idea tedesca. L’italia era alla ricerca della
protezione di una grande potenza, dato l’accerchiamento di nemici ed era spinta ad appoggiarsi al
terzo reich.Solo dopo la caduta della destra storica con Crispi che fece un viaggio a Berlino nel 77
ci furono aperture, a patto che l’intesa coinvolgesse la duplice monarchia ma ovviamente governo e
opinione pubblica la accettarono con riserva e solo dopo l’occupazione francese della Tunisia.
Anche l’austria fu convinta da bismarck dei vantaggi di un alleanza più che di una guerra con
l’Italia, ma l’austria si è convinta più per l’opportunità di un alleanza di spirito e intenti
conservatori, che rafforzasse l’ordine sociale e la sicurezza dei 3 stati. L’alleanza prevedeva
l’obbligo di non entrare in 1 alleanza diretta contro uno di essi, la protezione all’italia nel caso di
aggressione francese e la protezione alla Germania nel caso di attacco francese; si escludeva per
volontà italiana una coalizione contro la G.B. se un’altra grande potenza avesse attaccato uno dei
firmatari gli altri si sarebbero limitati ad una benevola neutralità. Era segreto e di validità
quinquennale, poi rinnovato. L’italia grazie all’uscita dall’isolamento entrò nel novero delle grandi
potenze , si liberò del fantasma austriaco e si premunì da attacchi francesi.

8. Le relazioni internazionali del 70/90 si dilatano dall’europa ad altri continenti mentre per alcune
potenze le crisi nascono proprio fuori europa. Fin dagli anni 70 g.b e francia diedero agli impegni
extraeuropei importanza alternativa agli impegni d’europa. La crisi d’oriente del 75/78 rappresentò
per l’inghilterra un impegno per contenere l’espansione russa. L’impegno tra Russia e Inghilterra in
asia era cominciato prima del ventennio bismarckiano, con l’intervento inglese in Afghanistan per
tutelare la sicurezza dell’india, mentre la russia compiva conquiste nell’asia centrale vicino al
confine Afghanistan provocando ansia a londra. Dopo il congresso di berlino alla ripresa
dell’avanzata russa in Afghanistan la G.b non si fece intimorire e occupò kabul mentre la russia
restò a guardare, finchè una commissione mista non stabilì i confini -> la situazione migliorò con
l’accordo anglo-russo del 1907. Un altro settore di scontri fu per l’assalto all’Africa, con
l’insolvenza dei debiti egiziani che hanno portato al protettorato inglese e causato problemi tra G.b
e francia risolti solo con l’intesa cordiale del 1904. Anche l’Italia pose nel rinnovo della triplice
l’ipoteca per conquiste nella Tripolitania-Cirenaica e la stessa Germania si espanse nella zona del
togo, camerun e congo che Bismarck decise di regolamentare invitando le potenze ad un nuovo
congresso a Berlino nel 1885.

9.Nella seconda metà degli anni 80 in francia con il movimento boulangista guidato dal generale
boulanger si forma lo spettro del ritorno alla monarchia e si rifà sentire il desiderio di revanche. Il
cancelliere tedesco prende atto di ciò e cerca di tutelarsi, tenendo anche presente l’impossibilità di
far proseguire un accordo tra russia e austria a causa dei sempre più difficili rapporti nei balcani, ma
vuole evitare che la russia possa scontrarsi totalmente con la duplice monarchia ed allearsi con la
francia (nonostante la lontananza politica, non compensate dalle prospettive economico-finanziarie
comuni). Da una parte riuscì a pervenire ad un accordo di contro assicurazione russo-tedesco del
1887 che riprendeva i temi dell’alleanza dei 3 imperatori, dall’altro lato cercò di legare
maggiormente a sé l’Italia. Ma il ministro degli esteri italiano, robilant fu intransigente nel far
capire che l’italia non era più interessata a rinnovare la triplice alleanza con le stesse condizioni.
Dapprima l’italia strinse gli accordi mediterranei nel 1887 con la G:b, una serie di scambi generali
di note, con riserve e amichevoli professioni di interesse, forse viziato comunque da un interesse di
bismarck: 9 giorni prima dello scambio di note nell’incontro con l’ambasciatore britannico fu fatto
presente che l’austria nelle condizioni attuali era in squilibrio nel tutelare gli interesse verso i
balcani nel confronto con la russia: l’amicizia italiana avrebbe diminuito tale squilibrio, e lo sarebbe
ancora di più se la flotta inglese fosse a fianco di quella italiana. Gli accordi anglo-italiani
precedono il rinnovo della triplice e dell’accettazione dell’Austria-Ungheria, gli accordi italo
spagnoli di portata rispettivamente anti-russa e anti-francese. Robilant fece valere una garanzia
dello status quo in tripolitania-cirenaica, un articolo che salvaguardasse gli interessi italiani nei
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balcani nel rinnovo della triplice in virtù della crescita dell’unità e della forza maggiore italiana.
Vennero aggiunti un trattato italo-austriaco che prevedeva accordi in caso di mutamenti nei balcani
e compensi in caso di guadagni austriaci e mutamenti nel mar adriatico, egeo e isole ottomane. Fu
inserito anche un trattato italo-tedesco che non riguardava però i mutamenti nelle regioni interne dei
balcani ma prevedeva accordi per mediterraneo centrale e africa settentrionale. Inoltre se la Francia
avesse provato a scontrarsi con gli interessi italiani in africa ecc, germania e austria sarebbero
dovute intervenire come in caso di aggressione, questo per molti storici fa credere ad un mutamento
dell’alleanza, da difensiva a portata offensiva.

CAP 10: POTENZE “MONDIALI”, ALLEANZE E BLOCCHI


CONTRAPPOSTI
Nel periodo compreso tra la fine di Bismarck e lo scoppio della prima guerra mondiale, la
situazione internazionale risulta molto confusa e con molti cambi di direzione. L'attenzione torna a
concentrarsi sul suolo europeo anche se due grandi potenze devono ora essere tenute in
considerazione sul piano internazionale: Usa e Giappone.

1. L'EUROPA DOPO IL CONGEDO DI BISMARCK: L'ALLEANZA FRANCO-RUSSA


Gli ultimi 3 anni della carriera da cancelliere di Bismarck prima della richiesta di congedo, furono
caratterizzati da un problema di fondo in politica interna. Tale problema era costituito dallo scontro
tra il cancelliere e Guglielmo II. Secondo Bismarck infatti il secondo reich ricalcava un sistema
neoassolutistico, di fronte al quale il cancelliere stesso costituiva un ostacolo in quanto egli era
rappresentante e garante dell'ordine costituzionale esistente. Dopo il 1890 la Germania si avvia ad
un periodo in cui i cancellieri non sono altro che “uomini dell'imperatore” il quale ha il potere di
influire sulla politica estera tedesca con conseguenze di grande portata. (es: piano Schlieffen).
Questa politica aggressiva di Guglielmo II è un'altro motivo del ritiro di Bismarck il quale nella sua
richiesta di congedo scrive di non essere d'accordo con le nuove decisioni prese dal sovrano nei
confronti della Russia. Se nei decenni prima infatti si era optato per delle buone relazioni, ora in
virtù del Nuovo Corso voluto da G II, queste relazioni vengono abbandonate. Ciò causò un
avvicinamento tra Francia e Russia mettendo fine all'isolazionismo francese. Le due potenze
superarono le reciproche ostilità e arrivarono a un rapporto sempre piu stretto, tanto che lo zar
sarebbe andato contro al trattato di controassicurazione firmato con la Germania pur di mantenere i
suoi patti con la Francia. Da parte sua la Francia vedeva investiti in Russia una grossa parte dei suoi
capitali e aveva aperto il mercato finanziario di Parigi ai titoli russi.
Francia e Russia, a scanso di equivoci e ripensamenti, si affrettarono a progettare degli accordi
(scambio di lettere tra il ministro francese e l'ambasciatore russo di Parigi). I due punti di rilievo
degli accordi riguardavano:
– fine dell'isolazionismo francese dopo il Trattato di Francoforte (sconfitta dalla Prussia).
Firmando infatti l'atto con la Russia del 1891 Ribot (min francese) ridava alla Francia il suo
rango di grande potenza.
– struttura estremamente “militarizzata” degli accordi, ossia il governo francese preme perchè “lo
studio pratico delle misure destinate a far fronte all'eventualità del conflitto armato” fosse fatto
attraverso una convenzione militare fra stati maggiori che non avrebbero dovuto sottostare a
una ratifica dell'assemblea (mentre un trattato stipulato da organi di governo avrebbe dovuto
essere ratificato).
La Francia ritiene essere giunto il momento di “concludere”qualcosa di positivo con la Russia e per
questo le fa pressioni (appare su le figaro un articolo provocatorio intitolato “Alleanza o Flirt?”).
Il 18 agosto 1892 Si firma la duplice alleanza, colonna portante dell'opposizione a Germania e
austria nel successivo conflitto. Essa prevedeva l'aiuto russo alla Francia in caso di un attacco da

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parte di Germania o Italia e l'aiuto francese alla Russia in caso di un attacco da parte di germania o
austria ungheria.

2. L'ITALIA E IL SECONDO RINNOVAMENTO DELLA TRIPLICE ALLEANZA


Due circostanze di rilievo in cui si svolge questo rinnovo:
1)si compie un anno prima della scadenza su iniziativa italiana di Crispi presidente dall'87 al 91 e
viene portata avanti da Rudinì.
2)Influisce sull'andamento dei rapporti franco-russi in quanto stabilisce l'immagine della triplice
come alleanza-blocco e conferma la presenza attiva dell'Italia.
3)nonostante con Rudinì si ristabilirono in parte buoni rapporti con la Francia, la tendenza era
quella di contrasto con la terza repubblica. (es guerra doganale tra i due paesi.)

Il rinnovamento della triplice del 91 ritorna ad avere la forma delt rattato unico che aveva nell'82
ma conserva il contenuto dei trattati dell'87 con articoli specifici riguardanti talora l'Italia talora la
Germania talora l'austria. Importante è il casus foederis tra germania e italia e successivamente
acquisteranno importanza gli articoli che regolano la “clausola dei compensi nei balcani”e la”
questione delle regioni nordafricane del mediterraneo”. L'articolo sui balcani è volto a prevenire
qualsiasi modifica territoriale che recasse danno all'una o all'altra potenza mentre quello sul nord
Africa mira a mantenere lo status quo.

3. CRISI EXTRAEURPEE E TENSIONI EUROPEE ALL'APOGEO


DELL'IMPERIALISMO. LA CRISI ARMENA.
Gli sviluppi della situazione internazionale si verificano in un primo momento nell'ambito europeo,
ma non si può ignorare la sempre maggiore importanza del fenomeno imperialistico che sposta
l'attenzione sui possedimenti coloniali delle potenze europee creando un nesso tra crisi che qui si
verificano e andamento delle relazioni delle grandi potenze. Le grandi potenze vogliono sempre più
apparire come “potenze mondiali”desiderose di avere voce in capitolo appunto a livello mondiale.
Punti di riferimento per dare coerenza a questo quadro ampliato:
1 – assunzione della Weltpolitik da parte della Germania, ossia politica mondiale, nuovo aspetto del
“nuovo corso” guglielmino, che sarà determinante nelle sue conseguenze a livello internazionale.
2 – l'estensione dell'impero britannico nelle sue varie forme. Le azioni delle rivali dell'Inghilterra
saranno volte in questo ultimo periodo del suo “splendido isolamento” a contrastare il suo dominio
in africa e asia.
3 – La confusione dettata dall'apparizione sulla scena internazionale di nuovi attori (usa Giappone)
che destabilizzano l'equilibrio.
4 – Tensione e confusione dovuta alla politica coloniale di Crispi. Le sconfitte dell'Italia danno
inizio a una serie di scacchi subiti da potenze europee da parte di popoli extraeuropei (russia
sconfitta dal giappone)

1890-1900:questione armena: Questione dell'identità e dello sviluppo di un popolo stanziato in


parte entro l'impero russo, in parte in quello ottomano che diventa ora oggetto di repressioni
sanguinose dello stato turco. La questione attira l'attenzione dell'Europa quando il movimento per
l'autonomia è spinto su posizioni radicali e viene soppresso dai turchi. In particolare le piu
interessate sono Russia e Inghilterra. Lord Salisbury nel 1895 formula un progetto di spartizione
dell'impero ottomano: l'Uk si sarebbe accaparrata egitto e mesopotamia mentre alla Russia
sarebbero andati costantinopoli e gli stretti. La francia avrebbe ottenuto marocco e siria e l'italia
tripolitania cirenaica o marocco. Il piano fallisce perche le potenze lo lasciano decadere sia per gli
ingenti investimenti francesi nell'impero ottomano sia per la paura austriaca di un conflitto nei
balcani con la Russia che si sarebbe avvicinata. La russia rifiutava di impegnarsi su quel versante

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dati i suoi impegni in asia orientale ma piu in generale la questione armena la spingerebbe a fare
scelte di politica estera di cui è ancora incerta. (1894 alleanza franco russa).

4. QUESTIONI EXTRAEUROPEE E TENSIONI EUROPEE ALL'APOGEO


DELL'IMPERIALISMO. LE QUESTIONI EGIZIANO-SUDANESE, SUDAFRICANA E
DELL'ASIA ORIENTALE.
La questione egiziano sudanese è originata dalla compenetrazione inglese e francese in Egitto alla
fine del 18‹ secolo. I francesi nel 1869 portano a termine il canale di Suez. Una parte di azioni
della compagnia del canale vengono cedute dall'egitto al governo britannico, ma rimane comunque
indebitato con Londra e Parigi. Queste due impongono un amministrazione controllata all'Egitto per
controllare che riuscisse a pagare gli interessi dei suoi prestitit esteri. Tuttavia il rigore
amministrativo pesò molto sulle effettive condizioni di vita della popolazione provocando disordini
e la creazione di un movimento nazionalista maturo e consapevole.
Nel 1882 L'uk decide di intevenire ma non viene spalleggiata ne da Francia ne da Italia. L'Uk inviò
un corpo di spedizione per ripristinare l'ordine ma che in realtà protrasse il controllo inglese di anno
in anno dandogli l'aspetto di un protettorato. Nel frattempo scoppiavano rivolte anche in Sudan,
regione dipendente dall'Egitto. In sudan il Mahdi , capo islamico, portò e aizzo ad una guerra santa
contro gli stranieri (e uccise il generale inglese Gordon, 1886)
Il controllo inglese sul Sudan ritornò solo negli anni 90 con il generale Kitchener che procedette
verso sud con la costruzione di una ferrovia che avrebbe dovuto condurre secondo i piani inglesi,
dal Cairo a città del Capo. Ma gli inglesi si scontrarono con le mire francesi che sotto il generale
Marchand pensavano di creare una fascia orizzontale di territori francesi che andassero dal senegal
alla somalia e dal congo al madagascar. Il 25 settembre 1898 a Fascioda sull'Alto Nilo Marchand e
Kitchener si scontrano. Si sfiora una guerra tra le due potenze ma Theophile Delcassè, ministro
degli esteri francese che avrà un ruolo importante nella successiva intesa franco-inglese e
nell'accerchiamento della Germania, decide di ritirare le truppe di Marchand, vista anche
l'inferiorità navale francese.
Per quanto riguarda il Sud Africa invece a contrapporsi sono germania e Inghilterra: La
penetrazione inglese aveva urtato sa contro le popolazioni aborigene bellicose come gli zulù o i
matabele, ma anche contro i boeri. Nella guerra tra zulù e boeri gli inglesi assunsero il controllo e
annessero il Transvaal (territorio boero). La situazione si fece ancora piu tesa quando vennero
scoperti giacimenti d'oro e diamanti in tutto il sudafrica e quando iniziarono ad arrivare coloni
inglesi(uitlanders) che fondarono nuove colonie (Rhodesia per es.) in territori anche boeri. Gli
inglesi erano intolleranti nei confronti dei boeri e Jameson, uomo di fiducia di Rhodes, tenta un
colpo di mano sul governo del Transvaal che però viene sventato. Per questo motivo, nel 1896, il
capo boero Kruger riceve un telegramma di congratulazioni da parte di Guglielmo II per essere
riuscito a sventare un grande pericolo senza chiedere aiuto a altre potenze. Questo telegramma è
considerato un grave errore diplomatico ma calcolato dalla Germania: emerge qui infatti la volontà
di mettersi in concorrenza con l'Uk nella regione. La germania puntava a far un fronte compatto anti
inglese ma allo stesso tempo ricercava un'alleanza con l'Uk ma solo dopo averla messa in difficoltà
(ottenendo cosi un appoggio alla weltpolitik). Salisbury e Chamberlain non reagiscono anche se la
popolazione considera il gesto un oltraggio (apice dello sciovinismo inglese che vedeva la netta
contrapposizione in sud africa tra inglesi con la loro idea imperiale democratica e progressista e i
boeri repubblicani reazionari e aristocratici).
Nella fase finale della guerra contro i boeri tra il 1899 e il 1902 l'Inghilterra andò incontro a
difficoltà inattese dovute anche all'efficace guerriglia irregolare boera. Inoltre l'impero britannico
apparve come l'aggressore di piccole comunità che con tenacia resistevano oltre il previsto. L'Uk si
servì anche di campi di concentramento in cui tenne le popolazioni boere.
Per quanto riguarda la Cina, ciascuna delle maggiori potenze europee seguì una propria via per
esercitare una pressione e trarne vantaggio. (Russia a nord, Ussuri e Manchuria, Francia a sud, con
l'Indocina.) L'intervento di nuovi attori complica le cose:
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– La germania, che non aveva basi commerciali in asia e voleva affermare la sua presenza in
questa parte del globo.
Il Giappone che attacca la Cina presentandosi inaspettatamente come nemico.
Il Giappone impone una pace alla Cina e prende Formosa e la Korea e crea con Russia e Francia la
•Triplice intesa d'estremo d'oriente. Germania Francia Russia ottengono importanti basi
commerciali e ottengono una penetrazione nel territorio cinese con un processo definito
•spartizione della Cina. Importante è sottolineare la partecipazione di molti stati alla questione
della Cina, il coinvolgimento degli Usa (john Hay concetto della porta aperta - rivolta xenofoba dei
boxers) e la stipulazione nel 1902 di un trattato di alleanza anglo giapponese.

5. L'evoluzione della situazione europea. L'Italia "fra alleanze e amicizie"


I primi anni del trionfo dell'imperialismo avevano visto il secondo rinnovamento della Triplice
Alleanza e l'alleanza franco-russa nell'ambito della politica continentale europea.
Nel 1896 l'Italia cominciò a staccarsi dai suoi alleati e entrò nella via che a poco a poco la condusse
nel campo dei suoi avversari.
L'inizio del processo va senza dubbio individuato nella crisi della politica di Crispi in seguito alla
sconfitta di Adua, politica che era stata sì triplicista ma soprattutto colonialista e antifrancese.
Dopo Adua per il nuovo governo Rudinì il problema più urgente era quello di porre termine alla
guerra con l'Etiopia.
I negoziati di pace portarono il 23 ott alla firma di un trattato per cui l'Italia stabiliva con l'Etiopia
unconfine provvisorio con la colonia Eritrea.
L'Italia rimaneva in possesso dell'Eritrea sul mar Rosso e della Somalia sull'Oceano indiano.
L'Italia avviò una politica di normalizzazione dei rapporti con la Francia. Il primo passo fu la firma
di tre convenzioni tra l'Italia e la Tunisia, come si sa protettorato francese, che tutelavano la
posizione giuridica, economica e culturale della comunità italiana nel paese nordafricano e ne
regolavano i rapporti commerciali con l'Italia.
Ci fu un accordo commerciale tra Fra e Ita. Il governo di Roma intendeva anche ottenere dalla Fra
la realizzazione della penetrazione italiana in Tripolitania Cirenaica.
Ci fu l'accordo-->Visconti Venosta-Barrère dove l'Ita si impegnava a non intromettersi nella
questione franco-marocchina in cambio del via libera francese alla penetrazione in Trip-Cir.
L'accordo svuotava la Triplice Alleanza di una parte del suo contenuto, eliminando quel contrasto
tra Ita e Fra nel Mediterraneo che fin dal primo rinnovamento del trattato nel 1887 aveva alterato
secondo alcuni il suo catattere difensivo.
Mentre a oriente ci fu una svolte sconcertante: una intesa austro-russa 8 maggio 1897 che sembrava
porre termine ad una rivalità fra le due grandi potenze orientali nei Balcani che risaliva all'età
bismarckiana. Con questa intesa la Russia in caso di impossibilità di mantenere lo status quo, ad
accettare l'annessione della Bosnia-Erz e Novi Bazar da parte dell'Austria-Ungheria, mentre l'una e
l'altra potenza si impegnavano a promuovere la creazione di un Principato di Albania escluso da
qualsiasi dominazione straniera.
L'intesa violava la Triplice Alleanza e in ogni caso sbarrava la strada a ogni iniziativa italiana.
Ci fu uno scambio di note tra Austria-Ungheria agli inizi del 1900 dove si stabiliva che le due
potenze dovevano agire affinchè le modifiche (eventuali allo status quo, che, al solito, si dichiarava
di voler conservare) possano realizzarsi nel senso dell'autonomia e ad intendersi preventivamente
per trovare una soluzione che tenga conto, in misura eguale, dei loro interessi rispettivi e dei loro
impegni reciproci.
Intanto la Fra cercava di creare con l'Ita rapporti di cordialità tali da indurre il governo italiano a
eliminare le eventuali clausole antifrancesi della Triplice.
Però l'Ita rinnovò la Triplice con l'aggiunta della dichiarazione dell'ambasciatore austroungarico a
Roma, il quale disse che l'Aus-Ung non avrebbe ostacolato un'azione italiana in Trip-Cir.

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Ci fu anche poco prima l'assenso dell'Ing a una iniziativa italiana nella regione nordafricana,
condizionandolo a un impegno italiano non ostile nei suoi confronti del Mediterraneo.
1902--> politica estera italiana con risultati significativi:
-espansione dell'Africa mediterranea, aveva ottenuto l'assenso, sia pure cauto e interlocutorio, degli
alleati della Triplice e dell'Inghilterra;
-per quanto riguardava il suo indirizzo di fondo e le conseguenze che questo avrebbe avuto sulla
situazione generale europea, la politica italiana era pervenuta a creare quello che è stato chiamato il
sistema del 1902. Un sistema difensivo, conservatore e pacifico che contribuì a rendere più mosso
all'origine e meno rigido in seguito e alla fine il periodo dei blocchi di potenze contrapposte con cui
si concluse l'ultimo secolo del sistema europeo.

6. L'evoluzione nella politica europea. L'intesa cordiale anglo-francese e il completamento dei


blocchi.
La Germania guglielmina ondeggiante fra volontà di espansione mondiale, iniziative per
promuovere un blocco continentale e ricerca di una intesa con l'Inghilterra, costituiscono i due
fattori determinanti dell'abbandono da parte del governo di Londra della politica di "splendido
isolamento".
La situazione internazionale dell'Ing non era rosea dato che cmq non si riuscì a stabilire un'intesa fra
Ing e Ger. Poi morì nel 1901 la regina Vittoria.
Il governo di Londra si disponeva a stabilire in Asia orientale un'alleanza con il Giappone.
L'impegno britannico in Estremo Oriente aveva un significato antirusso e l'alleata della Russia era
la Francia.
Negli anni che precedettero l'intesa con la Francia, la politica inglese cercava di porre termine ad un
isolamento internazionale che secondo la maggior parte dei suoi governanti poteva rivelarsi
dannoso, fino ad accettare una riconciliazione con la Francia nelle quesioni extraeuropee; ma non
arrivava seriamente ad anticipare un periodo tedesco in Europa, non cercava spada continentale per
fronteggiarlo perchè non era ancora seriamente motivata dal desiderio di sbarrare la strada alle
ambizioni tedesche fuori dal continente: nella potenza navale, nel commercio marittimo mondiale,
nell'acquisizione di basi e di colonie.
La Francia invece aspirava alla revanche contro la Germania, questa aspirazione è uno stato d'animo
che nasce con la sconfitta del 1870 e accompagna due generazioni di francesi fino al 1914.
Il modo per uscire dalle politiche di isolamenteo internazionale in cui Bismarck aveva relagato la
Francia, era quello di creare una coalizione antitedesca; l'accordo anglo-francese del 21 marzo 1899
esclude i francesi dal Nilo ma riserva loro tutta la regione sudanese dal Darfur a oriente al lago Ciad
a occidente, definisce sì le zone d'influenza e di controllo delle due potenze occidentali nella
regione africana in cui si sono maggiormente scontrate.
Il Re d'Ing Edoardo VII, tanto francofilo quanto la regina Vittoria,sua madre, era stata tedescofila,
quando fa visita a Parigi nel 1903, riesce ad influire sul corso della politica internazionale; i parigini
lo accolsero molto bene e fu un successo.
8 aprile 1904-->ci fu la firma dell'Intesa Cordiale da parte dei governi franco-inglese. La Fra non
avrebbe ostacolato l'azione inglese in Egitto chiedendo che fosse fissato un termine all'occupazione
britannica o in qualsiasi altro modo. L'Ing riconosce che apparteneva alla Fra il compito di vigilare
sulla tranquillità del Marocco e di prestargli assistenza per tute le riforme amministrative,
economiche, finanziarie di cui ha bisogno: ossia stabilire un protettorato.
Poi ci furono diversi articoli segreti che riguardavano la posizione e le prospettive entro l'Impero
marocchino della Spagna che riuscì a riservarsi un certo spazio nell'intesa: la quale con l'inclusione
di questa terza potenza occidentale e mediterranea assumeva un importante significato strategico.
Ci fu anche un accordo franco-spagnolo , evento storico di grande importanza, il quale non era
l'ultimo sviluppo, ma sena dubbio era lo sviluppo decisivo nel processo, provocato o spontaneo, di
rovesciamento del sistema diplomatico creato e mantenuto contro la Francia da Bismarck per
vent'anni.
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Collocava pertanto la Francia al centro del sistema di Delcassè, per il quale la Terza Repubblica
poteva ora fronteggiare il Secondo Reich avendo un'alleanza con la Russia e un'intesa com l'Ing.
La limitazione dei suoi intenti, per cui impegnava le parti contraenti soltanto a riconoscere i
rispettivi protettorati su due paesi extraeuropei; la diversità da tutti gli altri accordi coloniali
conclusi precedentemente fra Fra e Ing.
Fin dal principio l'intesa anglo-francese si trovò di fronte a crisi internazionali pericolose per la sua
tenuta:
la prima fu quella provocata dalla guerra russo-giapponese del 1904-05. Il Giappone era alleato con
l'Ing mentre la Russia con la Fra. La tensione anglo-russa crebbe quando una squadra navale russa
in rotta per l'Estremo Oriente aprì fuoco per errore nel Mare del Nord contro mercantili inglesi.
La seconda prova per l'intesa anglo-francese fu la crisi marocchina del 1905-06, fu in sostanza
provocata da una dimenticanza di Delcassè, il quale si era preoccupato di ottenere il riconoscimento
della preminenza francese in Marocco dell'ita (1902), dell'Ing (1904) e della Spa (1904), ma non
della Ger. Guglielmo II fu inviato a Tangeri nel 1905 a far visita al sultano del Marocco, al quale
aveva preannunciato di essere deciso a fare quanto poteva per salvaguardare gli interessi tedeschi
nel suo paese, di cui affermò vigorosamente l'indipendenza.
La crisi marocchina pèortò alle dimissioni di Delcassè e sembrò portare ad un successo tedesco che
aveva come scopo quello di mettere in crisi l'intesa cordiale.
La Germania propose una convocazione di grande potenze nel 1906 col fine di isolare la Fra e l'Ing
diplomaticamente contrapponendovi una coalizione di potenze guidate dalla Germania , ma l'ipotesi
tedesca non si rivelò vincente.
L'atto generale della conferenza riservò pertanto alla Fra con la partecipazione della Spa, una
posizione di preminenza nello Stato nordafricano che riguardava le finanze e soprattutto la polizia.
La Germania aveva fissato il principio che la questione marocchina era di pertinenza di tutte le
potenze; ciò che le permetteva di tenerla viva negli anni successivi e di determinare la crisi del
1911.
La prima crisi maroccina, diede una prova evidente dell'inquieto dinamismo internazionale della
Germania guglielmina, spianò la strada alla competizione di un contrasto extraeuropeo, antico e più
esteso di quello anglo-francese, fra Ing e Rus.
Durante la conferenza il ministro degli esteri inglese aveva suggerito in un memorandum un'intesa
fra Ing, Fra e Rus nell'eventualità di una guerra con la Germania.
I negoziati tra Ing e Rus iniziarono nel 1907 alla firma di una convenzione in cui le due potenze si
impegnarono a rispettare l'integrità territoriale di tre paesi asiatici: la Persia (Iran), l'Afghanistan e il
Tibet.
In Persia le due potenze indicavano due zone di influenza, una più vasta a Nord riservata alla Rus e
quella a Sud all'Ing.
In Afghanistan l'Ing si impegnava a mutare lo stato politico e nel Tibet, Ing e Rus riconoscevano la
sovranità cinese, impegnandosi a non prendere iniziative diplomatiche o economiche.
La convenzione anglo-russa del 1907 voleva risolvere i rispettivi contrasti coloniali senza voler
implicarvi alcun allineamento nella politica europea.

7. La politica dei blocchi: l'annessione della Bosnia Erz e l'accordo italo-russo del 1909
I trattati di alleanza precedenti (alleanza austro-tedesca 1879, Triplice Alleanza, alleanza franco-
russa) danno una visione dell'Europa divisa in due campi opposti e rivali.
Questo è il momento in cui la Germania comincia a concepire il mito dell'Einkreisung
(accerchiamento), ovvero un mito che veniva considerato nel senso di un obiettivo consapevole da
parte delle potenze della Triplice Intesa, sebbene non si potesse negare il fatto che queste potenze
tendevano sempre più ad avvicinarsi l'una all'altra.
Le potenze dell'Intesa con la parziale eccezione della Fra non avevano ancora la visione e la volontà
di formare una coalizione, che emergerà soltanto poco prima del conflitto.

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In questa situazione la Ger occupa una posizione centrale, presentandosi come il fattore
determinante della politica europea, ma c'era una situazione di sicurezza ben più incerta di quella
che aveva tenuto nell'età bismarckiana. Per diversi motivi:
- istabilità e inaffidabilità e nello stesso tempo volontà di imporsi;
- tendenza a voler compattare il blocco mitteleuropeo degli Imperi centrali con l'Austria-Ungheria,
pilotando l'unica alleata e rimanendone a sua volta condizionata;
- possibilità di recupero e rovesciamento delle posizioni aperte alla Francia, che essa accoglie e
persegue con metodo in settori e verso paesi diversi.
I blocchi non corrispondono cmq alla Triplice Intesa e alla Triplice Alleanza con un Italia che nel
1914 si stacca improvvisamente da Ger e Aus-Ung. C'era invece un'intesa ango-franco-russa e un
blocco degli imperi centrali rispetto ai quali l'alleanza dell'Ita era condizionata in vista di
determinate situazioni tassativamente indicate dal trattato della Triplice. Mentre il legame fra la
Germania e l'Austria si rivelava come un patto di solidarietà incondizionata, che si estendeva anche
fuori delle barriere definite nel trattato della Triplice Alleanza.
Da parte italiana emersero nel primo decennio del nuovo secolo motivi di dissenso e di differenza
sia dell'uno che dell'altro alleato o da tutti e due insieme in queanto blocco degli imperi centrali. Per
cui il sistema italiano del 1902 acquistò nel tempo una sua fisionomia e continuità, essendo
caratterizzato al fondo, per quanto riguarda la Triplice, da una presa di distanza che rimase fino alla
denuncia del trattato del 1914. Fra la Ger e l'Ita c'era soprattutto la questione dei rapporti italo-
francesi, la cui cordialità era andata crescendo fino alla crisi dei rapporti italo-tedeschi in seguito
alla conferenza di Algesiras.
Dal lato austroungarico c'era invece la ciara intenzione del governo di Vienna di agire nella
questione balcanica come se l'art VII della Triplice Alleanza non esistesse.
L'Aus-Ung stabilì un secondo accordo con la Russia, a Murzsteg nell'ott 1903 3 un terzo nell'ott
1904. SI prevedeva la neutralità di una delle due parti firmatarie nella regione balcanica nel caso
che l'altra "si trovi sola e senza provocazione da parte sua in stato di guerra con una terza potenza.
Ora la terza potenza prevista dall'Austria-Ungheria è di fatto l'Italia, cui l'accordo non viene
comunicato da Vienna, in violazione della Triplice.
In questa situazione dominata senza dubbio da ambiguità, riserve, diffidenze e contestazioni fra le
tre potenze non tali comunque da impedire il rinnovamento automatico della Triplice Alleanza nel
1907, si compie la più emblematica prova di forza degli imperi centrali-->annessione austro-
ungarica della Bosnia Erz.
La politica austro-ungarica aveva compiuto un arretramento rispetto alle direttive di sviluppo
perseguite nell'età bismarckiana. Intese trarne le conseguenze sperando d'altra parte di dare alla
Duplice Monarchia una struttura amministrativa più omogenea e quindi più solida, annettendo la
Bosnia Erz e lasciando il controllo militare sul sangiaccato di Novi Bazar. Tale decisione portò ad
una diminuzione pure formale del territorio sotto sovranità turca in Europa e soprattutto
nell'inserimento nell'Aus-Ung di una regione prevalentemente abitata da serbi, del contrasto austro
serbo, che avrebbe influito in maniera determinante sulla politica balcanica fino alla guerra del
1914.
La confusione fu senza dubbio l'aspetto dominante della prima fase della questione della Bosnia
Erz, prima dell'annessione. Nell'incontro fra Ita, Rus e Aus-Ung a Desio, il ministro italiano Tittoni
ritenne di capire che il ministro russo aveva sostanzialmente acconsentito all'annessione per cui
cercò di correre ai ripari proponendo per letterea a Aehrenthal un'intesa a tre da cui Ita e Rus
potessero pure ottenere vantaggi o compensi. Due gg dopo, il 6 ottobre, l'Aus-Ung colse tutti di
sorpresa annunciando l'annessione della Bosnia Erz.
La protesta più forte venne dalla Serbia, mentre il pres del consiglio russo dichiarò che la Russia
non poteva acconsentire all'annessione di territori slavi da parte di uno Stato tedesco. Lo stesso
Guglielmo II si irritò perchè era preoccupato che l'influenza tedesca in Turchia, stabilita da non
molto, risultasse compromessa.

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Il comportamento della Germania nella crisi a questo punto fu determinante, perchè se avesse
lasciata da sola l'Aus-Ung, ques'ultima sarebbe rimasta isolata.
La Russia sotto pressione della Germania riconobbe l'annessione austriaca della Bosnia Erz.
1909-->accordo italo-russo: nel caso di mutamento dello status quo nei Balcani apparisse
inevitabile, ad appoggiare l'applicazione del principio di nazionalità nella formazione e nello
sviluppo di Stati indipendenti a esclusione di ogni dominio straniero, a svolgere nella regione
un'azione comune di carattere diplomatico e a non stipulare nuovi accordi con una terza potenza
senza coinvolgere l'altra parte contraente.

8. La polica dei blocchi: la seconda crisi marocchina, la guerra di Libia e le guerre balcaniche.
La seconda crisi marocchina del 1911 è preceduta da un accordo franco-tedesco del 1909 nel quale
la Germania riconosce la preminenza politica francese nello Stato nordafricano e la Fra promette di
non ostacolare gli interessi economici tedeschi.
Questa situazione viene messa in discussione quando contingenti francesi occupano Fez. La Ger di
fronte a questa ulteriore penetrazione francese nel Marocco chiede compensi e per forzare la
situazione invia ad Agadir l'incrociatore Panther.
A questo putno si mette in moto la logica della politica dei blocchi: la Rus disinteressata preme
sull'alleata Fra perchè arrivi ad un compromesso, mentre in Ing il governo è diviso. Il ministro degli
esteri Grey preme sulla Fra affinchè ceda una parte del Congo francese alla Ger per calmare la
situazione.
Il momento di tensione fu tuttavia superato quando la Francia offrì il compenso di una parte
considerevole del Congo e le trattative portarono all'accordo dell'11 novembre.
La conquista italiana della Tripolitania Cirenaica (Libia) coincise con la fase conclusiva della
seconda crisi marocchina; e non a caso. Il governo Giolitti decise di dar corso all'impresa mentre la
questione marocchina era ancora aperta per approfittare di una situazione internazionale in
movimento, prima ovvero che la politica europea ritornasse ad una condizione di stabilità che non
avrebbe giovato all'Italia.
Gli aspetti internazionali della conquista italiana della Libia sono diversi. Anzitutto va ricordata la
lunga preparazione diplomatica dell'impresa da parte di successivi governi italiani, che avevano
ottenuto i consensi delle grandi potenze fra il 1891 e il 1909.
La decisione italiana di procedere militarmente era maturata nel corso dell'anno 1911, sotto
pressione del movimento nazionalista ansioso che si desse corso all'impresa, premette su Giolitti.
Le tappe principali dell'impresa furono: la rapida conquista della zona costiera della Libia ma non
dell'interno; il decreto di annessione del governo Giolitti ; le operazioni di annessione del governo
Giolitti; le operazioni navali nel Mediterraneo orientale, nel Mar Rosso e nell'Egeo, efficaci sul
piano strategico per indurre la Turchia a cedere; e infine durante l'estate del 1912, le trattative di
pace che si conclusero con il trattato di Ouchy (Losanna) del 15 ottobre.
Questo diede all'Italia la Libia.
Altro risvolto internazionale furono le ripercussioni della guerra sulla Triplice Alleanza:
sostanzialmente positive per quanto riguardava la Germania, negative invece per l'Aus-Ung.
Sull'atteggiamento dell'Aus-Ung prevalse la politica tedesca ispirata a non fare uscire l'Italia dalla
Triplice Alleanza gettandola irrimediabilmente nelle braccia della Triplice Intesa.
Nel 1912 la Ger prestò appoggio attivo all'Italia: nel senso di aiutarla a chiudere la partita con la
Turchia permettendole di portare la guerra navale nell'Egeo, di fronte a Costantinopoli. Questa
politica tedesca valse in buona parte a rilanciare durante e dopo la guerra, la Triplice Alleanza.
Contribuì peraltro a questo risultato anche l'atteggiamento della Francia; l'impresa in Libia vide le
potenze dell'Intesa su posizioni differenti: la Russia molto favorevole, un'Ing sempre attenza alla
situazione nel Mediterraneo ma sostanzialmente favorevole, e una Francia nella quale l'opinione
pubblica e la stampa avevano una radicata diffidenza verso le aspirazioni italiane nel Mediterraneo.
Ma fino a che punto si può dire che la guerra italo-turca provocò una crisi della politica europea?
Anche se a livello di opinione pubblica la questione suscitò contrarietà e diffidenza non si può
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concludere che essa provocò una vera crisi, una crisi insomma confrontabile con quelle che si son
viste negli anni precedenti.
Cmq non c'è dubbio che la conquista italiana di un territorio turco in Africa attirò l'attenzione su una
nuova sconfirra dell'Impero Ottomano mettendone nuovamente in discussione la solidità e nelle
stesso tempo riportando l'attenzione su quanto rimaneva della Turchia europea.
Tensioni e rivendicazioni degli stati sorti nella regione durante il corso ormai secolare della
questione d'Oriente, ovvero Serbia,Grecia,Romania,Bulgaria,Montenegro, prima contro la Turchia,
poi uno copntro l'altro, offrono d'altra parte alla Russia l'occazione per riaffermarvi la propria
influenza , scossa dalla crisi della Bosnia Erz.
La Russia coalizza gli Stati balcanici contro la Turchia per completare l'estromissione dell'Imp
ottomano in Europa e cerca di contenere la pressione dell'Aus-Ung.
Per iniziativa russa,mentre la Tur è impegnata in guerra contro l'Ita, quindi si arriva ad un trattato di
alleanza bulgaro-serbo e bulgaro-greco che impegnano i tre Stati contro l'Imp ottomano per toglierli
la Macedonia, ultima regione balcanica che esso ancora controllava.
Dopo fu la firma del trattato di pace italo-turco, la coalizione balcanica ottenne nei priliminari di
pace di Londra tutti i suoi territori, insomma l'Imp ottomano perse tutti i domini che aveva in
Europa salvo una piccola parte della Tracia.
Soltanto che una volta sconfitti i tuchi, all'interno dei Balcani nacquero nuove tensioni con la
nascita dei movimenti irredentisco-nazionalisti-->crisi balcanica del 1912-13 determinò nella
situazione internazionale del '900 nuovi sviluppi:
- la rivincita della Russia sall'Aus-Ung dopo la sconfitta della Bosnia Erz.
- la fine dell'epoca in cui gli Stati balcanici erano rivolti essenzialmente contro l'Imp ottomano e
l'inizio dell'epoca in cui la storia dei Balcani sarebbe stata dominata dalle rivalità e dagli
irredentismi che già contrapponevano gli Stati balcanici.
- la predisposizione, nella seconda guerra balcanica (1913 dove per la spartizione della Macedonia
la Bulgaria non rispettò l'arbitrato russo e scese in campo contro i suoi alleati dell'anno prima, ai
quali si unirono la Romania e la stessa Turchia contro la Bulgaria. -->sconfitta bulgara la quale
perse parte del suo territorio), di tali rivalità rispetto alla collocazione che gli Stati della regione
avrebbero assunto non molto tempo dopo della IWW: la Serbia e la Romania con l'Intesa e la
Bulgaria con gli Imperi centrali.

9. Il Giappone grande potenza in Asia orientale


Il Giappone che fino a metà dell'800 si era rifiutato di stabilire rapporti economici con l'Occidente,
nel 1853una squadra navale americana imposa al paese nipponico una prima apertura.
Nel 1857-58 gli Stati Uniti stipularono col Giappone due successivi tratati, i quali stabilirono le
modalità del cambio delle monete, l'apertura di sei porti al commercio americano e altri regolamenti
commerciali fra i due Stati. Questi primi rapporti bilaterali aprirono subito la strada agli altri paesi
occidentali che avevano interessi in Asia Orientale.
Il Giappone avviò l'industrializzazione del paese e si creò uno Stato autoritario con amministrazione
centrale e un sistema fiscale di tipo occidentale; Molto importante per il Giap era l'antica fede e
tradizione religiosa, il confucianesimo.
1889-->costituzione concessa dall'imperatore Mitsuhito , il quale manteneva cmq sovranità dello
Stato,del governo e dei sudditi.
Nell'ultimo decennio del XIX sec il Giappone dotato di flotta moderna e buon esercito iniziò la sua
politica espansiva, che ebbe come primo intento il controllo della Corea, poi ci fu la guerra cino-
giapp(1894-95 vinta dal Giapp, poi ancora 1904 guerra contro la Russia e nel 1941 contro gli Usa.
I governi occidentali restarono sorpresi di questa nuova potenza orientale.
1902-->alleanza anglo-giapponese in cui si prendeva atto degli interessi dell'Ing in Cina e del Giap
in Corea e riconosceva che sarebbe stato ammissibile per entrambe le parti salvaguardare quegli
interessi qualora fossero minacciati da un'azione aggressiva di qualunque altra potenza. Si stabilì

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anche òa neutralità dell'alleato nel caso di guerra di una delle due parti contro una terza potenza e
l'intervento in guerra a favore dell'alleato se questo si fosse trovato in guerra contro due avversari.
Il trattato anglo-giapponese rimarrà in vigore per vent'anni fino al 1922, quando il Giapp estese
sistematicamente la sua zona d'influenza in Asia Orientale.
La vittoria giapponese nella guerra con la Russia, costituì un secodno colpo per l'Occidente, perchè
per la prima volta una potenza orientale sconfisse una potenza europea. Con la pace di Portsmouth
le posizioni imperialistiche russe in Cina passarono al Giappone.
1910--> protettorato nipponico sulla Corea.
Il governo nipponico e l'opinione pubblica interna, impressionati dalla rapidità dei successi del
paese, erano consapevoli, di dovere buona parte di tali successi a circostanze favorevoli.

10 La crisi del luglio 1914 e lo scoppio della IWW


La gara degli armamenti navali anglo-tedesca rappresentò uno dei maggiori e più vistosi fattori
della politica internazionale: una gara nella quale trovava espressione anche la rivalità nel
commercio marittimo se non addiritura la sfida della Ger alla superiorità britannica nel contesto
extraeuropeo.
Nel 1912 fallirono i contatti bilaterali anglo-tedeschi al fine di una intesa e conciliazione
economica.
Il contrasto anglo-tedesco era una realtà; c'era complessità data anche dall'assenza di contrasti diretti
fra i paesi appartenenti ai blocchi contrapposti.
In altre parole: se oltre al contrasto austro-russo, non c'era contrasto diretto fra Aus-Ung e men che
meno tra Aus-Ung e Ing; nè c'era un contrasto fra la Ger e la Rus.
Se si aggiungeva al quadro la sesta grande potenza, ovvero l'Ita,la complessità aumentava: finchè
l'Ita rimase della Triplice Alleanza, potè saltuariamente essere in contrastro con la Fra, ma non certo
con l'Ing e la Russia; mentre anche prima di uscire dalla Triplice Alleanza essa sarà divisa da un
contrasto irreparabile dall'Aus-Ung, ma non avrà motivi di contrasto diretto con la Germania.
1914-->nuova crisi nei Balcani; il 28 giu l'Arciduca Francesco Ferdinando,erede al trono dell'Aus-
Ung fu assassinato a Sarajevo da un nazionalista serbo.
L'Aus-Ung decise di risolvere una volta per tutte il problema serbo e con l'appoggio del potente
alleato tedesco, sperava che avrebbe potuto tenere ferme le grandi potenze europee, a cominciare
dalla Russia.
La Ger sostenne l'Aus-Ung per evitare di rimanera isolata nella situazione internazionale e per
mettere ordine nei Balcani.
Incoraggiata dall'appoggio tedesco, l'Aus-Ung presentò al governo serbo una nota in cui poneva
condizioni assai pesanti che comprendevano la soppressione di qualsiasi pubblicazione che
eccitasse all'odio e al dispregio della Duplice Monarchia (Aus-Ung), l'allontanamento da cariche
pubbliche e militari dei nazionalisti serbi e il loro arresto.
La nota fu considerata in tutta Europa come un vero e proprio ultimatum.
La Serbia respinse il comunicato austroungarico, ma proponeva di sottoporre la questione al
tribunale internazionale dell'Aja o al concerto delle grandi potenze
La Russia reagì con sdegno all'ultimatum aus-un e la Fra offrì la sua solidarietà alla Rus,
raccomandandola cmq di non prendere iniziative che potessero apparire porvocatorie alla Ger. La
GB propose che le 4 potenze non direttamente interessate, Ing,Ger,Fra,Ita si assumessero una
mediazione fra Russia e Austria-Ungheria.
La Germania accolse la proposta inglese "proforma", come prova la circostanza che non molte ore
prima il ministro degli esteri tedesco aveva sollecitato gli austroungarici a non perdere tempo nel
procedere contro la Serbia.
Il 28 giugno la Ger incoraggiò l'Aus-Ung a dichiarare guerra alla Serbia, il 29 la Rus decretò la
mobilitazione contro l'Aus-Ung.

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La mobilitazione totale russa rappresentò la minaccia di un grande esercito in campo
inevitabilmente anche contro la Ger, per cui questa inviò un ultimatum alla Rus il 31 luglio e nello
stesso tempo alla sua alleata Francia, la quale decise una sua mobilitazione il 1 agosto.
Il 2 agosto la Germania presentò al Belgio la richiesta-ultimatum di far passare le truppe tedesche
attraverso il suo territorio per attuare il piano Schlieffen, elaborato dallo Stato Maggiore tedesco
nell'eventualità di una guerra contro la Fra.
Il Belgio rifiutò e mentre l'Italia, il 3 agosto dichiarava la sua neutralità, il 4 agosto le truppe
tedesche entrarono nel territorio belga.
Il 5 agosto l'Inghilterra dichiarava guerra alla Germania.
A questo punto, al di là della causa dell'assassinio di Sarajevo quali devono considerarsi le cause e i
fattori principali che provocarono la IWW?
Il primo fu la logica perversa dei blochhi di potenza che si sono visti sorgere, affrontare prove di
forza, consolidarsi e irrigidirsi nei decenni che precedettero la guerra; e quando la guerra scoppiò,
contrapposero l'una all'altra nazioni che non avevano motivi di contrasto nè giustificazioni per
combattersi se non quella di rimanere solidali con i membri del proprio blocco.
Poi ci fu la gara degli aramamenti delle potenze che avrebbe pagato in politica internazionale
oppure nella propria sicurezza, ma questo portò ad una linea politica meno attenta ai rischi di un
conflitto.
Un terzo fattore su cui si deve insistere fu l'irresponsabilità degli uomini di governo: degli
austroungarici ai tedeschi, dai russi ai francesi, allo stesso ministro degli esteri inglesi più distaccato
degli altri dalla crisi.
Il gioco delle mobilitazioni delle forze armate alla fine del luglio 1914, che fece incombere sulle
decisioni politiche il peso di considerazioni tecniche ispirate all'esigenza indiscutibile della
sicurezza.
Infine fra i fattori che favorirono lo scoppio della guerra vanno considerati anche gli atteggiamenti
sia di rassegnata aspettativa sia di nazionalismo virulento e irrazionale alimetato da dottrine
abberranti delle opinioni pubbliche dei paesi coinvolti: le quali in definitiva non costituirono una
remora ma una sollecitazione alle decisioni avventate dei paesi coinvolti: le quali in definitiva non
costituirono una remora ma una sollecitazione alle decisioni avventate degli statisti. E
confermarono la conclusione circa una responsabilità collettiva dei paesi europei maggiori e minori,
protagonisti o coinvolti nella IWW.

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