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Non tu' gli studiosi sono d’accordo con la data d’inizio della storia contemporanea.

L'u8lizzo di
date per definirla è un espediente di economia mentale che serve per sistema8zzare:
• Dal 1789 (data di avvio della Rivoluzione Francese) al 1815 (congresso di Vienna);
• 1848: altro anno di grande svolta legato ai mo8 nazionali e ai rivolgimen8 che ad essi seguiranno;
• 1870: guerra franco-prussiana. In seguito alla sconfiPa della Francia, si avvierà quel processo che
nel 1871 segnerà la nascita della Germania unita;
• 1878: congresso di Berlino. Anno decisivo per la storia d’Europa > così come il congresso di
Vienna, ridisegna gli equilibri internazionali tra i vari paesi;
• Per altri, addiriPura la WWI. Fino alla prima guerra mondiale, ci sono ancora persistenze dell’800
per cui si può cominciare a parlare di “età moderna” solo con lo scoppio di questo confliPo >
roPura con le modalità delle guerre oPocentesche.
Com'è l’Europa che si affaccia all’alba del ‘900? Composta sostanzialmente da sta8 monarchici (es:
regni, imperi, principa8). L'unico stato repubblicano è la Francia (= 3a repubblica). Nel 1901 muore
la regina ViPoria che, per 64 anni, ha guidato il Regno unito > imparentata con molte famiglie
regnan8 in Europa, sopraPuPo legata alla dinas8a tedesca degli Hannover. Chi regna sull’impero
tedesco? GUGLIELMO II. Ques8 legami di caraPere dinas8co riguardano un po’ tu' i paesi
europei.
Francesco Giuseppe II (impero asburgico): tu' ques8 sovrani (+ zar Nicola) sono accumuna8 dal
sen8rsi europei, dal parlare le maggiori lingue europee (inglese, francese e tedesco), dallo stesso
senso del dovere e della missione che devono compiere.
Ci troviamo di fronte, agli inizi del ‘900, al fenomeno della TRANSCULTURALITA’* che si esprime
aPraverso le case regnan8 e la loro condivisione culturale + tuPa una serie di movimen8 poli8ci
che, a cavallo tra ‘800 e ‘900, si sviluppano: liberalismo, socialismo, anarchismo e nazionalismo.
Essi si ritrovano diffusi nei paesi europei travalicando i confini degli Sta8, dunque sono trasversali.
*Si rifà alla diffusione di aspe' culturali che si rintracciano in aree diverse e
che determinano una contaminazione. Accanto ai movimen8 poli8ci che si sviluppano nei vari
paesi europei + Russia zarista, ci sono movimen8 di caraPere culturale e sociale, anche se su di essi
impaPerà indirePamente la poli8ca: an8semi8smo (da fine ‘800 col caso Dreyfus), pacifismo e
militarismo.
Al di là delle singole differenze, gli sta8 sono caraPerizza8 da una serie di sistemi poli8ci e giuridici
con principi e pra8che di governo condivisi > i paesi europei, ancorché monarchici e cos8tuzionali,
hanno parlamen8 – rappresentanza poli8ca – codici. In questo quadro, a dare maggiore
compaPezza poli8ca all’Europa, vi è un fenomeno che definiamo di ordine economico:
LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE che comincia a metà del 19 esimo secolo e raggiunge il
suo apice negli ul8mi decenni dell’800 (dal 1870 in poi). Darà all’economia capitalis8ca
un’impronta che non sarà più modificabile. Adesso siamo in un’era post-capitalis8ca > processo di
deindustrializzazione. Con l’industrializzazione, l’economia capitalis8ca, trova i suoi faPori
cos8tu8vi nell’industria e nella finanza. Oggi il rapporto industria/finanza si è ribaltato e prevale la
finanza > es: sanzioni sul sistema bancario erogate dall’unione economica nel confliPo russo-
ucraino, che si spera funzionino come deterrente sulla finanza russa. Nella 2a r. i., c’è la nascita di
nuove tecniche di produzione strePamente connesse alla ricerca scien8fica che portano, a loro
volta, alla nascita di nuove industrie (chimica, elePricità, acciaio che dà vita all’industria
metallurgica/pesante). Ci fu l’aumento dei beni prodo' dall’industria realizza8
in forma seriale a discapito dell’ar8gianato. L'industrializzazione ha anche altre conseguenze:
grazie ai progressi della
ricerca scien8fica, porta a un miglioramento delle tecniche agricole + migliori
raccol8. Ciononostante, determinò anche l’inizio dello spopolamento delle
campagne > aree rurali lasciate dai contadini per trasferirsi nelle ciPà
industriali (inurbamento delle masse agrarie e cambiamento delle ciPà.
Nasce anche una nuova branca dell’economia: il sePore TERZIARIO, a cui fanno
capo i traspor8, i servizi commerciali, quelli assicura8vi, la ristorazione e tuPa
una serie di a'vità della pubblica amministrazione che (agli inizi del ‘900) amplia notevolmente gli
interven8 nella società.
Lo Stato acquisisce nuove funzioni > assicurazione di vecchia, quella contro gli infortuni, la
pensione: tra ‘800 e ‘900, con la Germania bismarckiana come modello, c’è la nascita dello Stato
sociale = insieme di funzioni per cui lo Stato si occupa del benessere dei ciPadini. Per esempio,
l’RdC fa capo al sistema di welfare state che nasce nel periodo della 2RI.
L'industrializzazione porta all’aumento di produzione dei beni + crescita conseguente della
ricchezza, che non viene largamente redistribuita tra la massa dei lavoratori. Inoltre, porta a un
cambiamento dei rappor8 internazionali e delle gerarchie mondiali tra paesi produPori che
riescono ad avviare prima e più intensamente l’industrializzazione. RispePo all’Europa Centrale,
l’Italia arriva in ritardo all’industrializzazione > il decollo avviene durante l’età gioli'ana (primi 15
anni del ‘900). In quegli anni, Milano diventa uno dei centri propulsivi dell’industrializzazione
italiana.
Ciò porta l’Europa a diversificarsi dalle altre aree del mondo, sopraPuPo Asia e Africa, escluse da
tuPo questo genere di modificazioni + ad avvicinarsi agli Sta8 Uni8 che sta vivendo la stessa
situazione economica in maniera ancora più spinta.
C’è un fenomeno che grava fortemente sull’Europa: da un lato è cos8tuito dall’aumento
demografico (conseguenza della crescita economica). Agli inizi del ‘900, l’Europa ha una
popolazione di 430 milioni, pari a ¼ della popolazione mondiale. Ergo, lo sviluppo economico e
quello demografico sono interconnessi. In quest’epoca, inoltre, si spostano grandi masse di
prodo' industriali (merci) favorite dalla maggiore efficienza + economicità dei mezzi di trasporto,
sopraPuPo le ferrovie che hanno grande sviluppo dalla seconda metà dell’800 + navigazione a
vapore*.
*Ruolo importante rives8to nell’emigrazione transoceanica. Le navi provenien8 dagli USA che
giungevano in Europa cariche di merci ripar8vano piene di emigran8. Gli armatori le usavano sia
come navi merci, sia come navi adibite al trasporto di persone.
Crisi economica nel 1872: crack borsis8co nella MiPeleuropa – borsa di Vienna. Porta a una serie di
crolli finanziari + mala'e che colpiscono i raccol8 agricoli, in par8colare la col8vazione della vite e
quella del gelso. Ciò significa che la febbrina va a impaPare sulla produzione della seta (?).
Tra i contadini che lasciano il loro paese agli inizi del ‘900, ci sono mol8 italiani provenien8 dal
Nord > Friuli italiano oPenuto nel 1866 dopo la guerra d’indipendenza (aPuale provincia di Udine),
Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna.
Negli anni ‘70 dell’800, ques8 contadini andavano oltreoceano > nei paesi dell’America La8na:
Argen8na, Brasile e Uruguay. Andavano in quei territori perché, in quegli anni, Argen8na e Brasile
avevano abolito la legge sulla schiavitù, dunque non avevano più braccia per lavorare la terra. Gli
immigra8 venivano a'ra8 con promesse illusorie (es: terre fer8li).
Seconda fase migratoria > anni ‘80: coinvolge contadini che provengono dall’Italia meridionale,
sopraPuPo Puglia e Sicilia, dove alcune mala'e avevano colpito i raccol8 (filossera = mala'a che
colpiva la vite). Loro erano emigra8 negli Sta8 Uni8 > negli anni ‘80 nell’800, finita la guerra civile
americana, gli USA sono ormai lancia8 verso un processo di forte sviluppo che si estrinseca
mediante l’industrializzazione e la realizzazione di opere infrastruPurali come le ferrovie. Gli
emigran8 italiani, una volta giun8 negli USA, vanno a lavorare nell’edilizia, nei canteri o gli operai
nelle industrie.
L'emigrazione italiana fu caraPerizzata da un notevole flusso di partenze tra il 1880 e lo scoppio
della WWI: a emigrare sono 13 milioni di italiani > GRANDE EMIGRAZIONE.
Sempre nel corso del ‘900, ci saranno altri fenomeni migratori che muteranno le mete di
des8nazione: non saranno più solo oltreoceano, ma anche in Europa. Un'altra emigrazione interna
fu quella tra Nord e Sud che caraPerizzò gli anni ‘60 del 20esimo secolo. La storia dell’emigrazione
riguarda tu' noi = mobilità infinita degli esseri umani.
L'Europa del primo ‘900 è caraPerizzata anche da una serie di scoperte che danno vita a nuove
forme di tecnologia e determinano l’introduzione di nuovi strumen8 di comunicazione: telegrafo,
radio e telefono > hanno un forte impaPo sulla società. Nel 1900, c’erano 15 cavi soPomarini
nell’Atlan8co che permePevano le comunicazioni telefoniche tra il con8nente europeo e gli USA;
prima di quel momento, si poteva corrispondere solo con la posta. Con la radio comincia a
svilupparsi un flusso di informazioni che avvicina sempre di più le due sponde dell’Atlan8co.
Grazie a ciò si trasformano anche gli appara8 militari (evidente sopraPuPo nella WWI), si modifica
il sistema scolas8co (in Italia vede ancora grandi sacche
di analfabe8) e cambia direPamente la quo8dianità delle persone = modifiche all’abbigliamento, si
diffondono maggiormente le a'vità spor8ve e il turismo sebbene rimangano elitarie (turismo di
massa – 1970), cambiano i canoni este8ci. In una società sempre più interconnessa, nascono anche
delle corren8 (per via della transculturalità europea) come l’eso8smo e l’orientalismo che vedono
l’arrivo in Europa di ogge' provenien8 dall’Oriente + opere ar8s8che ispirate all’Oriente; la
lePeratura e l’arte si impregnano di ques8 elemen8.
All'alba del ‘900, l’Europa è un con8nente che si è espanso al di là dei suoi confini: l’imperialismo
ha raggiunto le sue punte massime già a fine ‘800 e in Africa/Asia si sono consolida8 i grandi imperi
coloniali:
• Francia, Gran Bretagna, Belgio;
• Portogallo con Mozambico e Angola fino agli anni ‘70;
• Germania che perderà le sue colonie alla fine della WWI in quanto nazione sconfiPa > sue
colonie ripar8te tra Francia e UK;
• Italia che arriva tardi alla corsa all’Africa iniziata nella seconda metà dell’800 e riesce a insediarsi
nel Corno d’Africa, tra il Mar Rosso e il golfo di Aden, occupando prima l’Eritrei agli inizi del 1880 e
poi la Somalia italiana con Mogadiscio;
→ La sconfiPa di Adua nel 1896 segna la fine dell’espansione coloniale italiana e la caduta del
governo Crispi;
→ L’Italia riprende la sua espansione coloniale in età gioli'ana quando, dopo la guerra italo-turca
del 1911/12, conquista la Libia + Rodi e il Dodecaneso, territori appartenen8 all’impero oPomano;
→ Periodo fascista: nel 1935/36 venne conquistata l’Europa + proclamazione dell’Impero
dell’Africa Orientale Italiana.
Riprendiamo dal 1901, quando morì la regina ViPoria > fine di un modo di essere dell’Europa dei
sovrani, delle cor8, dell’aristocrazia. Il mondo che si apre con il ‘900 vede mol8 dei sovrani presen8
in Europa aver perso larga parte del potere di un tempo. Hanno sempre più rilevanza dei nuovi
aPori:
• Il ceto borghese = quello che guida l’industrializzazione dal punto di vista socioeconomico (parte
più alta cos8tuita da imprenditori e industriali, fino ad arrivare ai piccoli commercia8 ed impiega8
che cos8tuiscono la piccola borghesia);
• Il proletariato = vale a dire gli operai; oggi non esiste più.
→ Progressivo arretramento dell’aristocrazia sopraPuPo con la WWI.
L'impero tedesco vede, a cavallo tra ‘800 e ‘900, una forte crescita dell’industrializzazione, un forte
ceto borghese fino a quel momento poco presente nel paese e vede anche svilupparsi una ciPà
come Berlino, da poco (1871) diventata capitale. TuPo ciò porta a uno sviluppo urbanis8co intenso
della ciPà. A par8re dall’indipendenza la Germania si pone come grande potenza dal punto di vista
industriale e commerciale, intaccando il predominio della Francia. Inoltre cerca di intaccare il
primato degli armamen8, entrando in confliPo anche con l’Inghilterra = una delle cause dello
scoppio della WWI + corsa al riarmo. Ci fu anche uno sviluppo demografico (da 49 a 66 milioni di
abitan8), l’aumento del reddito pro-capite e del grado di istruzione; tuPo ciò determina una
maggiore efficienza e una maggiore spinta verso la modernizzazione.
Nell'esercito italiano, il tasso di analfabe8smo era molto elevato: su 1000 solda8, 330 erano
analfabe8 (30%) > corsi per apprendere i rudimen8.
Agli an8podi rispePo alla Germania c’era un altro paese europeo: la Russia guidata da Nicola II,
profondamente arretrata e caraPerizzata da una concezione autocra8ca del potere + in forte
ritardo per quanto riguarda l’industrializzazione e lo zar cercava di porvi rimedio a'rando capitali
stranieri che volevano inves8re nelle imprese russe. Dunque, non c’è uno sviluppo locale
dell’industria. Comincia a formarsi anche lì un ceto borghese in ascesa che si raccoglie sopraPuPo
nelle ciPà, ma agli inizi del ‘900 la Russia è ancora un paese di contadini dove i progressi
dell’istruzione vanno a rilen8. Alla vigilia della WWI, si hanno solo 70mila studen8 iscri'
all’università.
Alla crescita del ceto borghese russo corrisponde il declino dell’aristocrazia che sopravviveva grazie
alle rendite derivan8 dal patrimonio terriero e che, da lì a poco tempo, sarebbe stato spazzato via
dalla rivoluzione bolscevica.
Nicola II, inoltre, non riusciva a percepire le trasformazioni in aPo in Russia > zar legato a una
concezione superata del potere basato sulla legi'mazione divina (spazzata via dalla Rivoluzione
del 1789).
Unificando nell’imperatore la corona austriaca con quella ungherese, si diede avvio al mul8etnico
impero asburgico, cos8tuito da un mosaico di popoli (presen8 anche degli italiani nella parte
meridionale + in Istria, Dalmazia e
Fiume). Anche l’Austria era un paese sostanzialmente agricolo, eccezion faPa per la Boemia (>
Cecoslovacchia > Slovacchia e Rep. Ceca) che diventa il Land trainante dello sviluppo industriale
asburgico.
Nicola II, Guglielmo II e Francesco Giuseppe sono degli imperatori arretra8 rispePo ai cambiamen8
che la società sta vivendo e non si rendono conto della marea montante cos8tuita dalla crescita
della borghesia/proletariato e anche del faPo che l’affermazione della società di massa richiede
una serie di diri' che per loro sono inconcepibili ma che altri paesi europei stanno cominciando
ad elargire (es: Francia e Gran Bretagna). Nel 1907, l’Austria concederà il suffragio universale
maschile e nel 1912 ciò avverrà in Italia.
L'Europa dell’inizio del ‘900 è percorsa da idealità che ritengono che si s8a aprendo un periodo di
grande sviluppo, che si fonda sulla fiducia nel progresso e sull’o'mismo, anche se cominciano
proprio in questo periodo a mostrarsi una serie di crepe che cos8tuiranno il mo8vo dello scoppio
della WWI.
PACE IN EUROPA:
• Ul8ma guerra combaPuta in Europa > guerra franco-prussiana nel 1870/71;
• 1899: venne is8tuito il Tribunale Internazionale dell’Aja per tentare di mantenere la pace e ha il
compito di dirimere i confli' internazionali tra nazioni > ora vuole aprire una causa contro Pu8n
per crimini contro l’umanità;
• 1901: premio Nobel per la pace a Frédéric Passy, fondatore del Tribunale dell’Aja, e Henry Dunant
che, all’indomani della baPaglia di Solferino che ha lasciato sul campo migliaia di mor8 e feri8,
fonda la Croce Rossa.
Tra ‘800 e ‘900 si sono affaccia8 dei nuovi aPori di caraPere poli8co-sociale: i borghesi da un lato,
che cos8tuiscono un ceto molto ar8colato, e gli operai dall’altro. Di fronte all’ascesa del
movimento operaio e socialista, che è una delle espressioni poli8che dei proletari, i governi dei vari
paesi europei – compresi quelli conservatori – emanano una serie di norme a tutela dei diri' dei
lavoratori. Lo Stato che avvia prima di tu' questo processo è la Germania bismarckiana, la quale
dà vita negli anni ‘80 dell’800 a una serie di provvidenze legisla8ve per la tutela assicura8va, per la
pensione, la disoccupazione (etc.): tu' provvedimen8 che cos8tuiscono le basi dello stato sociale.
Dopo queste leggi vennero introdoPe delle misure a favore del lavoro come la riduzione dell’orario
di lavoro > fissato in 10h lavora8ve. Ciò non avviene in Italia, nonostante imi8 la legislazione
tedesca, che vi arriverà nell’età gioli'ana (primi anni del ‘900). Altre norme riguardavano i
contra' colle'vi di lavoro per le varie categorie, garanzie per la sicurezza sul lavoro (inciden8
frequen8), altre norme che tutelavano la salute (ambien8 di lavoro malsani che favorivano la
diffusione delle mala'e).
Queste ul8me norme cos8tuiscono quelle rela8ve alla legislazione del lavoro.
In questo periodo mol8 governi, invece di essere repressivi nei confron8 degli operai, reagiscono in
maniera contraria. Gioli' vara un’azione di governo liberal-progressista rispePo a quella
reazionaria di fine secolo > progressivo inserimento delle masse nella vita poli8ca del paese. Il
governo di Gioli' is8tuì l’INA (Is8tuto Nazionale Assicurazione), che è stato a lungo un ente
importante nella vita nel nostro paese.
Ci furono faPori che hanno contribuito a mePere in crisi i sistemi di rappresentanza poli8ca liberali,
fonda8 sul censo, sull’istruzione e sull’esclusione dei meno abbien8. Nei due decenni che
precedono la WWI, in mol8 paesi europei viene allargato il diriPo di voto e, in rari casi, allargato il
suffragio universale a tu' gli uomini (fine ‘800: Francia, Germania, Spagna, Belgio, Svizzera,
Norvegia – primi del ‘900: Serbia, Italia nel 1912 > limitazione rela8va all’alfabe8zzazione: doveva
avere almeno 30 anni ed aver faPo la leva militare).
Il periodo della rappresentanza liberale venne messo in crisi durante le elezioni del 1919 in cui
irrompono i grandi par88 di massa (Par8to Popolare e Par8to Socialista); hanno votato pure gli
operai e i contadini, che non detengono la ricchezza e – in mol8 casi – hanno una bassa istruzione.
Alla fine della WWI, il voto universale viene concesso anche in UK e Olanda. Da questo processo è
escluso un impero autocra8co: la Russia zarista. Con l’estensione del suffragio universali, votano
sogge' fino a quel momento esclusi come operai e contadini. TuPavia, a rimanere escluse dal voto
sono anche le donne. Nell'Europa occidentale e sePentrionale, alla fine dell’800 (in par8colare nel
Regno Unito) avevano dato vita a una serie di organizzazioni finalizzate al riconoscimento dei diri'
delle donne, a par8re dal suffragio universale (da qui il nome “suffragePe”). I movimen8 femminili,
inoltre, si interrogano su ciò che deve essere il ruolo della donna nella società.
Prima dello scoppio della WWI, il suffragio femminile era presente in pochissimi paesi come
Finlandia, Norvegia, Nuova Zelanda e Australia. Le donne oPerranno il suffragio nel Regno Unito
nel 1918, alla conclusione del confliPo mondiale, ma non è pieno > limitazioni: concesso a donne
con un marito di almeno 30 anni. Nel 1928 diventa concreto nella sua interezza.
La Prima Guerra Mondiale ha determinato dei cambiamen8 nella condizione femminile: per la
prima volta, le donne entrano nel mondo del lavoro in maniera massiccia, tanto nelle
amministrazioni pubbliche quanto negli uffici priva8. Ricoprono un ruolo diverso anche nelle
campagne, dove la donna è nuovo capo-famiglia. PERCHÉ? Gli uomini vennero invia8 al fronte e le
donne ne assumono il ruolo. Da quel momento in poi, le donne divennero operaie nelle fabbriche
militarizzate, guidatrici di tram, pos8ne e tanto altro.
Lo Stato italiano approva una legge che abolisce l’autorizzazione maritale > norma contenuta nel
codice civile che non riconosceva capacità giuridiche alla donna. Per partecipare a una causa in
tribunale, doveva essere rappresentata da un uomo (padre, fratello, marito). TuPo ciò si era reso
necessario perché, alla fine della WWI, vengono annessi territori finora appartenen8 all’impero
asburgico come la Venezia Giulia e l’Alto Adige e il codice asburgico non prevedeva tale norma.
Si discute di concedere il suffragio universale anche alle donne almeno per le elezioni
amministra8ve, ma alla fine prevale una concezione conservatrice della donna. Questo fa sì che le
donne italiane dovranno aspePare fino al 1946 per poter avere una ciPadinanza a'va
(partecipazione alle elezioni poli8che).
Ci sono paesi come la Germania che sono avanza8 dal punto di vista della tutela sociale ma
contraddis8n8 da un regime autoritario che rende marginale
il ruolo dello Stato sociale rispePo al governo stesso. In Germania si aPua un progressivo legame
tra ver8ci poli8ci e potere militare. In altri paesi, invece, ques8 tenta8vi di inclusione delle masse
all’interno dello Stato non riescono a decollare e questo avviene sopraPuPo nella Russia zarista,
che perpetua poli8che molto repressiva e blocca ogni tenta8vo di sviluppo socioeconomico.
L'Italia si colloca nell’area dei paesi liberali perché contraddis8nta da una progressiva inclusione dei
lavoratori nella vita sociale, sopraPuPo in età gioli'ana. Le classi che sono al potere, per oPenere
il consenso delle masse alla loro azione di governo, non solo allargano il diriPo di voto ma
compiono anche un’altra operazione poli8ca e culturale: fanno leva sull’unità nazionale per
for8ficare l’iden8tà colle'va nazionale, puntando sul senso di appartenenza dei ciPadini. Quali
sono gli strumen8 u8lizza8?
>> L'istruzione consente di avere a disposizione gli strumen8 della pedagogia nazionale. Per creare
ciPadini che si sentano tali e che si iden8fichino con la nazione, vengono promulgate delle donne
che estendono progressivamente l’obbligo scolas8co (in aumento) > legge Casa8 del 1864, legge
Coppino 1882, e legge Daneo-Credaro del 1910. Con l’ampliamento dell’istruzione c’erano una
serie di materie che consen8vano di dare vita a questo processo di na8on building: l’insegnamento
della lingua italiana e della storia, u8li a definire culturalmente la nazione e a narrarne le vicende +
geografia, funzionale a definire i confini della nazione. Ci sono altri sePori aPraverso i quali si
procede al rafforzamento dell’iden8tà nazionale, per esempio l’esercito > non solo concepito come
strumento di difesa nazionale; con la leva obbligatoria consen8va a giovani provenien8 da varie
realtà geografiche di ritrovarsi tu' insieme per un obbie'vo comune, offrendo loro la possibilità
di amalgamarsi. Da questo punto di vista la WWI svolge una funzione importante perché i giovani
che vi partecipano si iden8ficano in un des8no comune e imparano a conoscere realtà diverse dal
luogo di provenienza. Altri faPori che concorrono alla pedagogia nazionale: stampa, lePeratura
popolare, feste nazionali (2 giugno, 1° maggio, 25 aprile).
C'era anche la festa dello statuto che celebrava lo Statuto Alber8no, ossia la carta cos8tuzionale
del Regno d’Italia. La cos8tuzione repubblicana entrò in vigore il 1° gennaio 1948.
Anche l’odonomas8ca ciPadina concorre a rafforzare il senso iden8tario = è la branca della
toponomas8ca che si occupa dei nomi aPribui8 alle piazze e alle strade delle ciPà > strade
in8tolate a personaggi del Risorgimento come Luigi Farini, Giober8, Cavour / dedicate all’epopea
dei Mille / nomi delle baPaglie risorgimentali come via XX SePembre (20 sePembre 1860: entrata a
Roma delle truppe dell’esercito italiano dopo la sconfiPa dell’esercito pon8ficio) e via Magenta.
Tu' ques8 faPori concorrono a quel processo che uno storico tedesco (George Mosse) ha definito
“nazionalizzazione delle masse” = nei vari paesi europei si punta all’integrazione nella nazione e
nello Stato di tuPa una serie di fasce della popolazione, anche quelle meno abbien8 e
alfabe8zzate, per riconoscersi in passato/presente/futuro comune. A fronte di ques8 processi di
nazionalizzazione delle masse che nell’Europa centro-occidentale sono facilita8 dalla presenza di
popolazioni omogenee (non ci sono numerose minoranze come nel Regno Unito grazie agli
irlandesi e in Spagna con catalani e baschi). In Italia c’erano minoranze storiche cos8tuite dai
francesi della Valle d’Aosta, dagli albanesi di alcune regioni meridionali come Molise – Calabria –
Sicilia, dalle comunità greche e croate sempre al Sud.
Vi erano anche due grandi imperi plurinazionali:
• L’impero asburgico (Austria + Ungheria) dove la popolazione di lingua tedesca assommava
appena a ¼ dell’intera popolazione e dove erano presen8 17 gruppi linguis8ci diversi, di cui i più
numerosi erano gli ungheresi che abitavano la Transleithania, i cechi, i polacchi, i rumeni, gli italiani
che erano appena il 2%. Ques8 gruppi nazionali si ponevano in maniera diversa rispePo al potere
degli Asburgo: per esempio, gli italiani miravano all’indipendenza mentre i cechi (abitan8 della
Boemia) miravano a una maggiore autonomia nella cornice dell’impero, dunque non avevano mire
indipenden8ste;
• L’impero russo era mul8etnico: i russi rappresentavano meno della metà della popolazione
nell’impero. Erano maggioritarie una serie di minoranze presen8 tanto nella parte europea quanto
in quella asia8ca: ucraini, polacchi (alla fine del ‘700, la Polonia era stata divisa tra Austria, Prussia
e Russia), bielorussi, kazaki e mol8 ebrei. Nei confron8 di queste minoranze, le autorità zariste – a
cavallo tra ‘800 e ‘900 – avviano una poli8ca di russificazione, imponendo la lingua/cultura russa e
dando vita a una sorta di nazionalismo di Stato. Un processo simile venne portato avan8 dal
regime fascista > italianizzazione forzata nei territori acquisi8 a fine WWI. In quel periodo nacquero
anche dei nazionalismi dal basso.
→ Il NAZIONALISMO è un’ideologia poli8ca che domina l’Europa e ne caraPerizza le vicende fino
allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Essa si lega alla poli8ca di potenza messa in aPo da
alcuni sta8 europei in quel periodo.
→ PANGERMANESIMO = movimento poli8co che opera aPraverso la Lega pantedesca e si propone
di accrescere il sen8mento nazionale tra i popoli di lingua tedesca + affermare l’omogeneità
culturale e razziale del popolo tedesco. Sostrato creato dal Roman8cismo > mito del Volk tedesco
percepito come comunità di sangue legata al sangue e alla Heimat = si è tedeschi se si nasce da
padri tedeschi, perché è l’appartenenza di sangue che definisce quella alla nazione. Elemen8 che lo
caraPerizzano: bellicismo, tradizionalismo e militarismo.
→ Non dissimile dal pangermanesimo è il PANSLAVISMO, che nasce in Russia e si diffonda in tuPa
l’Europa centrale. Scopo: riunire tu' gli slavi sparsi in vari territori in un unico grande Stato. Era
caraPerizzato da elemen8 quali l’aggressività, il bellicismo e l’aPaccamento alle tradizioni.
→ Un altro movimento che ritroviamo nell’Europa meridionale era il NAZIONALISMO FRANCESE. Si
fonda su un forte patrio'smo asser8vo e, come per gli altri movimen8, è anch’esso fortemente
animato da sen8men8 bellicis8ci e sciovinis8. Tra i suoi ideologi troviamo Maurice Barrès e Charles
Maurras > quest’ul8mo è un personaggio molto importante del movimento nazionalista francese
perché creerà l’organizzazione Ac8on Française (estrema destra). Inoltre, sarà influente nella
nascita del nazionalismo italiano che si riunirà aPorno all’Associazione Nazionalista Italiana.
→ Il nazionalismo del nostro Paese impregnerà molto di sé la guerra contro la Libia e raggiungerà,
durante essa, le sue punte massime.
I movimen8 nazionalis8, al di là delle singole par8colarità e dei singoli sviluppi che assumono a
seconda delle aree geopoli8che di riferimento (pangermanesimo, panslavismo, nazionalismo
francese) presentano una serie di elemen8 di caraPere comune. InnanzituPo hanno una visione
aggressiva e sciovinista della nazione. Il nazionalismo è una ideologia poli8ca che offre il sostegno
all’espansione coloniale che caraPerizza questo par8colare periodo storico. I movimen8
nazionalis8 rifiutano:
v i principi democra8ci;
v sono caraPerizza8 dalla loPa contro il socialismo
v abbracciano un concePo di Stato fondato sulla gerarchia e sull’autorità.
Tu' ques8 elemen8, che abbiamo richiamato, fanno si che da un punto di vista strePamente
poli8co i nazionalismi si collochino in uno spazio poli8co occupato dalla destra an8-liberale che si
nutre anche di idee razziste. Queste idee razziste, derivano da quella concezione della nazione
come comunità di sangue, quindi, una nazione che è caraPerizzata da una discendenza comune il
che significa una omogeneità dal punto di vista razziale, una concezione di nazione che si fonda sul
nesso biologico tra individui e generazioni. Ciò riflePe tuPe quelle che sono le teorie che circolano
anche aPorno alla gene8ca nella seconda metà dell’OPocento. Si traPa di teorie che stabilivano
una gerarchia tra razze superiori e razze inferiori e che sostenevano la subordinazione delle razze
inferiori alle razze superiori.
Il razzismo è un qualcosa che irrompe dramma8camente nel Novecento —> Shoa. Non nasce
improvvisamente, ha tuPa una sedimentazione e cristallizzazione alle spalle che proprio si origina a
cavallo tra ’800 e ‘900; proprio in questo periodo storico si pongono le basi di quelle teorie razziste
che porteranno estreme conseguenze nel corso degli anni 30 del ‘900.
Razze inferiori sono le razze che sono culturalmente e fisicamente inferiori e che si dis8nguono dai
popoli bianchi, sostanzialmente dai popoli europei. E tra queste razze inferiori, in una sorta di
gerarchia tra le razze inferiori, vede alla sommità i popoli africani che sono considera8 come
appartenen8 alle razze inferiori. Ma ci sono anche altre razze, che, in questo periodo storico e non
soltanto, vengono considerate inferiori: ovvero le popolazioni che abitano le regioni dell’Europa
orientale, quindi le popolazioni slave che vengono considerate come dei popoli senza storia. Sono
considera8 dei popoli senza storia perché di queste popolazioni la cultura occidentale, non riusciva
a ricostruirne la storia in quanto la cultura di queste popolazioni slave sembrava essere priva di un
retroterra, di tes8monianze precise e tuPo ciò poneva questa popolazioni ai margini di quella che
era la storia europea condivisa dalle maggiori potenze europee.
TuPavia, nel con8nente europeo a subire più di tu' il razzismo sono sopraPuPo gli ebrei che
vivono in par8colare nei paesi dell’Europa Orientale dove erano numericamente molto diffusi e,
diversamente dagli ebrei dagli Ebrei dell’Europa Occidentale (italiani, francesi, tedeschi), erano
molto meno integra8 nella società maggioritaria. Proprio per questo gli ebrei, nelle regioni
dell’Europa orientale che nella maggior parte dei casi erano soPopos8 al dominio zarista, subivano
tuPa una serie di discriminazione e di aggressioni. Diversamente dagli ebrei dell’Europa
occidentale che prima dell’emancipazione erano vissu8 nei ghe', nell’Europa dell’Est non
esistevano i ghe'. GhePo di Varsavia —> non è un ghePo che ha alle spalle un grande retroterra di
caraPere storico perché in ghePo di Varsavia viene is8tuito dal Nazismo.
Gli ebrei dell’Europa orientale vivevano o in shtetl, ovvero dei piccoli villaggi sparsi nelle campagne
oppure vivevano in zone di residenza coaPa che si trovavano ai limi8 delle ciPà e che cos8tuivano
una sorta di quar8eri separa8 rispePo alla ciPà.
Nell’Europa orientale era fortemente diffuso l’an8semi8smo. Nel periodo storico di riferimento
l’an8semi8smo viene supportato fortemente dalle autorità poli8che e in par8colare dalle autorità
zariste che spingevano la popolazione locale non ebraica contro gli ebrei nei cui confron8 venivano
compiu8 tuPa una serie di Pogrom, ovvero assal8 alle comunità ebraiche che venivano colpite con
l’uccisione di loro appartenen8 e con il danneggiamento e furto dei beni di loro appartenenza. I
pogrom si infi'scono, sopraPuPo, ai primi del ‘900 tanto da ricordarne due per la loro grande
violenza:
§ 1903
§ 1905
Ques8 Pogrom ebbero una eco larghissima anche in Europa tanto che, uno dei personaggi di spicco
poli8co italiano di allora, Luigi Luzza? (futuro presidente del consiglio nel 1910, di origine ebraica)
ha scriPo una serie di ar8coli, pubblica8 sul Corriere della Sera e non solo, dedica8 a questa
tragedia che stavano vivendo gli ebrei dell’Europa orientale.
Ai primi del Novecento si definisce quella che uno storico inglese Erik Hobsbaum ha considerato
come l’età degli imperialismi, perché è proprio in ques8 periodo che si creano degli imperi
oltremare, nei quali i vari paesi colonizzatori estendono l’organizzazione amministra8va della
metropoli adaPandola alle condizioni dei paesi colonizza8, o creando delle amministrazioni o
is8tuzioni apposite (ad es. per quanto riguarda la gius8zia, venivano crea8 dei tribunali che erano
delle is8tuzioni dì caraPere giuridico che di faPo non presen8 in colonia).
Le potenze coloniali emanano anche una legislazione specifica per le colonie ovvero la legislazione
coloniale, anche l’Italia lo fa; viene introdoPo un concePo sconosciuto alle popolazioni coloniali,
come il concePo della ciPadinanza che a seconda delle colonie acquista una caraPerizzazione
differente ( per es. l’Italia ha doppio regime per i suoi diversi possedimen8 coloniali, arriverà a
concepire l’idea di una ciPadinanza minore rispePo alla ciPadinanza italiana per gli abitan8 della
Libia, mentre con8nuerà a considerare indigeni, e quindi non passibili di uno status di ciPadini, gli
abitan8 dell’Eritrea e della Somalia, perché considerate popolazioni inferiori rispePo ai libici).
Le potenze coloniali introducono is8tuzioni del tuPo sconosciute ai paesi colonizza8, (es.
l’anagrafe; il censimento), modificano anche tuPa una serie di rappor8 sociali e di condizioni dì vita
delle popolazioni locali.
I popoli europei si sen8vano, nei confron8 dei popoli colonizza8, inves88 di una missione morale di
un dovere dì civilizzazione —> il cosiddePo fardello dell’uomo bianco. (Poesia di Rudyard Kipling,
un personaggio di grande rilievo nella lePeratura anglo-indiana).
Con il tempo, questa idea dei popoli colonizza8 viene dai popoli colonizza8 rovesciata perché in
progresso di tempo e sopraPuPo a par8re dalla fine della prima guerra mondiale alcuni popoli
colonizza8, in par8colare l’India che è la colonia più importante dell’impero britannico, cominciano
a concepire una coscienza nazionale che porterà con il tempo alla fine della seconda guerra
mondiale all’indipendenza dell’India.
Questa colonizzazione da parte delle popolazioni locali porta alla formazione di élite indiane grazie
anche al faPo che diversi sono gli indiani che vanno a studiare nelle università britanniche
riportando nel proprio paese conoscenze che contribuiscono a rafforzare l’idea nazionale. Il
sistema coloniale britannico si fonda su un sistema di governo —> direct rule, cioè della
u8lizzazione di persone qualificate provenien8 dalla popolazione locale che governano le is8tuzioni
coloniali britanniche in India. In Italia non si trovano, per quanto riguardano le colonie, gli
appartenen8 alle popolazioni locali inseri8 nei ranghi dell’amministrazione coloniale, in quanto
u8lizza la popolazione locale sopraPuPo nell’ambito dell’esercito. La partecipazioni degli indiani
all’amministrazione coloniale ha una conseguenza significa8va, ovvero porta alla creazione di una
classe dirigente indiana. Ciò consen8rá all’India, ma non solo questo, dì arrivare precocemente
all’Indipendenza (1947) e sarà una delle prime colonie britanniche ad avviare il processo di
decolonizzazione.
I colonizzatori cercano di tenere soPo controllo la popolazione colonizzata aPraverso operazioni di
repressione ma anche di sterminio: uno dei casi par8colarmente significa8vi è quello che avviene
da parte degli spagnoli durante la Guerra ispano americana (1898) ma anche durante le guerre
Anglo Boere (a cavallo tra ‘800 e ‘900) che coinvolgono le regioni africane del Transvaal e
l’Orange.
In queste aree si creano dei campi di internamento: a Cuba, nel Transvaal e nell’Orange dove gli
inglesi deportano circa 120 mila civili dì origine boera che vengono tenu8 in condizioni penose dal
punto di vista del viPo e dell’alloggio mol8 di loro moriranno di sten8, ma la maggior parte di
ques8 civili è cos8tuita da donne, bambini e anziani.
Altri campi vengono crea8 per le persone dì colore. L’is8tuzione di ques8 campi era funzionante
durante la globo-era ed aveva lo scopo di vincere la guerriglia dei boeri da parte degli inglesi.
I campi di internamento li ritroveremo u8lizza8 nuovamente nel corso della Prima guerra
mondiale. Alcuni paesi coinvol8 nel confliPo (Austria-Ungheria, Italia, poi anche gli UK) is8tuiscono
dei campi dì internamento dì civili che vengono considera8 come dei nemici (es. ciò succede in
Tren8no, Venezia Giulia dove vi é largamente la popolazione italiana, l’Austria deporta in varie
regioni dell’impero la gran parte della popolazione che vive in ques8 luoghi.)
Anche l’Italia realizza dei campi dì internamento lungo la zona di confine con l’Austria-Ungheria,
nord oriente del paese per ragioni di sicurezza. Tu' ques8 campi preludono a quello che sarà
l’universo concentrazionario che caraPerizzerà la Seconda guerra mondiale con i campi di
sterminio messi in aPo dal Nazismo che portano ad estreme conseguenze l’internamento. Mentre
nella prima guerra mondiale i civili venivano semplicemente interna8 e vivevano in condizioni
precarie e questo faceva si che mol8 civili morissero di sten8, con la seconda guerra mondiale i
campi non sono più di semplice internamento ma diventano di sterminio perché sono finalizza8 a
realizzare la cosiddePa soluzione finale rela8va alla sterminio degli ebrei ed anche una serie di
categorie di persone che avrebbero aPentato alla purezza della razza ariana.
Alla creazione di imperi coloniali partecipano le maggiori potenze europee ad eccezione
dell’Austria-Ungheria, ma ci sono anche degli altri paesi che acquisiscono degli imperi coloniali alla
fine dell’800 e si traPa di 2 paesi extraeuropei che sono il Giappone e gli StaS UniS. Gli Sta8 Uni8
diventano una potenza coloniale dopo la Guerra Ispano-Americana del 1898, guerra per Cuba che
ha due conseguenze:
Ø da una parte la fine dell’impero spagnolo, perché l’impero spagnolo con la sconfiVa a Cuba
perde le sue ulSme colonie (gravissimo shock per la Spagna e per tuPa un’intera generazione —>
la Generazione del ’98);
Ø Gli StaS UniS, a seguito di questo confliVo acquistano Cuba, Portorico, Filippine e l’isola di
Guantanamo —> ciò fa si che gli Sta8 Uni8 avviino una sorta di impero coloniale con
caraPeris8che di fondo diverse, rispePo a quanto realizzato dalle potenze europee che si
espandono oltremare, perché il colonialismo statunitense ha una natura prePamente di caraPere
economico.
L’altro paese che si avvia ad essere un piccolo impero coloniale è il Giappone che a seguito della
guerra Cino-giapponese del 1905 acquista l’isola di Formosa.
È con l’imperialismo, portato avan8 dai maggiori paesi europei a par8re dagli ul8mi decenni
dell’800 che l’Europa, se così possiamo dire, acquista il suo dominio su una vasta parte del mondo
perché i paesi europei si espandono in Africa e manifestano quella che è la superiorità militare che
li caraPerizzano; riflePono l’industrializzazione crescente che investe vari paesi europei e mePono
in evidenza anche come i paesi europei siano sostanzialmente dei paesi caraPerizza8 da una
solidità poli8ca e dall’efficienza degli appara8 sta8 che in questo periodo cominciano a diventare
sempre più complessi perché lo stato interviene in sePori sempre più ampli della società.
Questo predominio dell’Europa comincia a essere messo in discussione proprio agli inizi del
novecento perché sulla scena mondiale si sta affacciando una nuova potenza che è caraPerizzata
da una economia molto forte e che comincia a dominare non soltanto lo spazio con8nentale cioè
Nord-Americano ma comincia a dominare anche lo spazio Atlan8co. Il suggello finale della
presenza degli Sta8 Uni8 sulla scena mondiale che sarà un punto di non ritorno —> è l’intervento
degli Sta8 Uni8 nel corso della prima guerra mondiale avvenuto nell’aprile del 1917.
L’imperialismo se porta al rafforzamento dei singoli paesi colonizzatori, determina anche tuPa una
serie di rivalità che si creano tra i vari paesi europei:
· contrasto tra Regno Unito e Francia per l’EgiVo e per il Sudan (due paesi africani contesi da
queste due potenze europee e in questa contesa avrà la meglio il Regno Unito perché l’EgiPo e il
Sudan entreranno nell’orbita di influenza britannica);
· Rivalità tra StaS UniS e Russia a proposito dell’Afghanistan;
· anche il contrasto che si instaura tra la Germania e la Francia per il Marocco.
Ques8 contras8 agli inizi del Novecento sono risol8 in via generale aPraverso accordi dì caraPere
diploma8co anche se in taluni casi sfociano in brevi confli' a caraPere locale.
Nel 1904 viene siglato un accordo tra Regno Unito e Francia e tra Regno Unito e Russia proprio per
i diversi possedimen8 coloniali.
TuPavia, le relazioni internazionali tra i vari paesi europei che si sviluppano in ques8 anni sono
fortemente condizionate dalle ques8oni interne ai singoli sta8 e che avranno una parte importante
nel porre le basi dello scoppio della Prima guerra mondiale.
Quali sono quesS contrasS che segnano le relazioni tra i vari paesi europei sul piano di poliSca
interna europea, non coloniale?
v Contrasto tra Francia e Germania —> un contrasto di cui si sono poste le basi a seguito dell’esito
della guerra Franco-prussiana del 1870 che ha segnato la viPoria della Prussia ed a seguito di
questo confliPo nasce la Germania unita del 1871. Questa viPoria determina con il traVato dì
Londra l’assegnazione della Prussia dell’Alsazia Lorena, mu8lazione del territorio francese. Questo
porta a tuPa una serie di aPeggiamen8 di diffidenza che si sviluppano reciprocamente nei decenni
successivi tra Francia e Germania, che sono anche aggravate dal senso di superiorità militare che
mostrano le élite militari tedesche e dall’altra parte dal senso di rivalsa manifestato dalla Francia
che viene sostenuto da gruppi nazionalis8. Tra la Francia e la Germania si scatena anche una
rivalità coloniale —> quella per il possesso del Marocco (Africa sePentrionale) che porta alle
cosiddePe crisi marocchine: 1905 e 1911 che si risolvono in via diploma8ca, aPraverso
l’aPribuzione alla Francia del Marocco e della compensazione alla Germania con l’aPribuzione di
alcuni territori dell’Africa. Le crisi marocchine, nonostante risolte in maniera diploma8ca, hanno
una conseguenza a livello poli8co perché portano all’isolamento internazionale dell’impero
tedesco e conseguentemente alimentano dei sen8men8 nazionalis8ci e militaris8;
o ConfliVo tra Regno Unito e Germania—> confliPo che risente della poliSca di potenza che viene
aPuata dalla Germania Guglielmina (a cavallo tra ‘800 e ‘900) allo scopo di dotarsi di una floVa
mari?ma militare capace di contrastare il primato inglese sui mari e quindi di rendere la
Germania una grande potenza mondiale. TuPa una corsa agli armamenS che si innesca per
arrivare al potenziamento degli armamen8 navali che viene messa in campo dal Regno Unito che
non accePa che il suo primato (primato secolare) possa essere scalzato. Proprio questo contrasto
che si instaura tra Regno Unito e Germania cos8tuirà una delle concause dello scoppio della Prima
guerra mondiale;
o ConfliVo che oppone l’Austria-Ungheria alla Russia —> si indirizza verso un altro scacchiere
geografico dell’Europa perché entrambi mirano al possesso dei Balcani.
Perché mirano ai Balcani? Perché entrambe mirano ad avere uno sbocco sul Mediterraneo e i
Balcani sono una porta tra Oriente e Occidente, sono anche proiePa8 verso il Mediterraneo. I
Balcani saranno a lungo un’area molto contesa anche successivamente. Austria-Ungheria e Russia
mirano ai Balcani anche perché appartengono all’impero oVomano, ciò rende ancora più instabile
la situazione in quest’area. Tant’è che nel 1908 all’interno dell’impero oPomano scoppia una
rivolta che viene realizzata da un movimento poli8co, quello dei Giovani Turchi (cos8tuito da
giovani intellePuali e militari), tra cui vi è un personaggio importante nella storia della cultura
moderna —> Mustafa Kemal (meglio conosciuto come Atatürk – padre dei turchi) che darà vita
alla fine della prima guerra mondiale alla nascita della prima Repubblica turca dì cui diverrà
presidente. Questa rivolta dei giovani turchi cerca di realizzare una modernizzazione del paese, ma
al momento fallisce. I Balcani restano un luogo molto instabile, tra l’altro la poli8ca bismarkiana
aveva privilegiato, nella ripar8zione delle sfere di influenze rela8ve ai Balcani, l’Austria Ungheria
perché già nel 1878 al congresso di Berlino aveva aPribuito all’Austria-Ungeria un proteVorato
sulla Bosnia Erzegovina, che proprio nel 1908 diventerà un possesso definiSvo dell’Austria-
Ungheria, provincia più meridionale dell’impero. Non è un caso che il 30 Giugno 1914 a Sarajevo
ci sarà Assassinio dì Francesco Ferdinando e di sua moglie per mano di Gavrilo Princip. L’area dei
Balcani è molto instabile, scoppiano anche tuPa una serie di rivolte. 1908 l’Austria Ungheria
approfiPando dell’instabilità annePe la Bosnia Erzegovina all’impero. A sua volta, in quest’area sta
acquistando una grande rilevanza un piccolo paese che avrà una parte importante negli anni a
venire e che sarà al centro dello scoppio della prima guerra mondiale —> ovvero la Serbia che dal
1878 è diventato uno stato indipendente e che comincia a concepire l’idea progressivamente di
giungere alla unificazione in un unico stato dì tu' gli slavi meridionali. Questa forma di
nazionalismo è lo Jugoslavismo—> questa doPrina porterà alla fine della Prima Guerra Mondiale
alla creazione, dalla dissoluzione dell’impero asburgico, del regno dei serbi croaS e sloveni nel
quale i tre gruppi nazionali componen8 gli Jugoslavi (slavi meridionali) si troveranno ad essere uniS
nella medesima idenStà statuale.
A rendere ancora più instabile la situazione dell’impero oPomano e proprio per questa sua
instabilità rilevante nel 1911/1912 vi è lo scoppio di un confliPo che vede impegnata l’Italia contro
l’impero di CostanSnopoli per la conquista della Libia e del Dodecaneso con Rodi, possedimento
degli OPomani. A seguito della viVoria dell’Italia, l’impero oPomano sarebbe stato costrePo a
cedere la Libia e le isole del Dodecaneso.
L’impero oPomano proprio nello stesso periodo di tempo sul suolo europeo dei suoi possedimen8
viene aPaccato da una coalizione di staS composS da Serbia, Montenegro, Bulgaria e Grecia
sorre? dalla Russia per interessi geopoli8ci e perché tu' ques8 paesi sono di fede ortodossa e
questo per la Russia ha un grandissimo significato. Questo confliPo cos8tuisce la prima guerra
balcanica 1912. L’impero oPomano perde questo confliPo. I paesi vincitori non si mePono
d’accordo sulle spar8zioni dei territori oPomani e questo genera un ulteriore confliPo che scoppia
nel 1913 con la seconda guerra balcanica. Questa volta il confliPo non contrappone alcuni sta8
balcanici all’impero oPomano tout court ma vede la Bulgaria ingaggiare un confliPo contro la
Serbia, la Grecia, la Romania e lo stesso impero oVomano. I Balcani diventano la grande
polveriera d’Europa; siamo a ridosso dello scoppio della prima guerra mondiale.
Lo studente serbo fa un aVentato il 28 giugno 1914 a Francesco Ferdinando in
quanto è uno dei sostenitori del Trialismo —> ovvero un’idea che comincia ad affacciarsi nel
mondo asburgico di fronte a tuPe le spinte centrifughe e centripete che si hanno nell’impero e che
spingono a concepire l’idea an8storica, anacronis8ca, che al governo dì questo grande impero oltre
all’elemento tedesco e all’elemento ungherese possa esserci un terzo elemento cos8tuito dai
croaS perché rispePo ad altri popoli presen8 all’interno del plurietnico impero asburgico sono
quelli che si sono mostra8 più fedeli alla corona. In più sono dì fede caPolica, quindi la stessa fede
professata dalla casata d’Austria. Gli Italiani, invece, furono considera8 da Vienna largamente
infedeli. Questa idea non viene accolta fagli altri slavi e questo è uno dei mo8vi che concorre
all’assassinio di Sarajevo —> Assassinio che colpisce al cuore l’impero.
Quando scoppia la Prima guerra mondiale scaPano tuPe le Alleanze che sino a quel momento
erano state s8pulate:
- Triplice Intesa del 1907 tra Russia, Regno Unito e Francia.
- Triplice Alleanza del 1882: alleanza che comprende Italia, Germania e Austria-Ungheria che
verrà rinnovata ogni 5 anni. Alleanza par8colarmente significa8va perché è un’alleanza di Spo
difensivo ed è un’alleanza che serve, nel momento in cui viene firmata, a dare stabilità ai rapporS
tra l’Italia e l’Austria Ungheria le quali hanno una sorta di contenzioso aperto, quello delle
cosiddePe terre irredente, cioè delle province dell’Austria-Ungheria abitate da popolazione
prevalentemente italiana: TrenSno Alto Adige, Venezia Giulia, Dalmazia e Istria. Il problema resta,
ma questa alleanza rende dal punto di vista formale migliori i rapporto tra ques8 due paesi. La
firma della triplice alleanza segnerà, anche, da parte dell’Italia la fine di ogni impegno nella
rivendicazione di quei territori. È un paPo militare a scopo difensivo che fa si che l’alleanza possa
diventare opera8va. Essendo un’alleanza difensiva, sarebbe scaPata soltanto nel caso in cui uno
dei contraen8 fosse stato aPaccato.
L’Assassinio dì Sarajevo —> causa occasionale della Prima guerra mondiale. La guerra
materialmente si apre con l’Austria lancia un ul8matum alla Serbia dePandogli tuPa una serie di
condizioni, la Serbia non l’accePa e dunque l’Austria aVacca la Serbia 28 luglio 1914. Non scaPa la
Triplice Alleanza in quanto è stata l’Austria ad aPaccare e l’alleanza era di 8po difensivo. Questo
faPo consente all’Italia di assumere una posizione di neutralità, perché l’Austria non è stata
aVaccata e dunque non è obbligata dalla Alleanza che aveva firmato. Questo periodo di
neutralità l’Italia lo impiegherà per cercare delle soluzioni che però non riuscirà a trovare con
l’Austria-Ungheria e questo farà si che si rivolgerà verso l’altro fronte.
Nei dieci mesi della neutralità italiana, dallo scoppio del confiPo fino alla firma del PaPo di Londra,
il paese si spacca in due grandi gruppi che si fronteggiano, i neutralisS e gli intervenSsS.

Gioli? e la maggior parte del Parlamento è contrario alla guerra, ritengono che l’Italia non sia
preparata ad un confliPo. Dal punto do vista territoriale all’Italia mancano alcuni territori che si
trovano soPo la sovranità austriaca, Gioli' crede di poterli oPenere per via diploma8ca.
Un altro grande gruppo è cos8tuto dai caVolici. BenedePo XV è contro alla guerra e nel 1917
definirà la guerra come un inu8le strage. L’Italia è contraria anche perché il suo principale nemico è
l’Austria, ma l’Austria è un paese caPolico, quindi, è difficile accePare una guerra contro una
nazione caPolica. Questo problema si era già posto nel 1848 durante la prima guerra di
indipendenza.
L’altro grande schieramento è quello cos8tuto dai socialisS, i quali inizialmente non appoggiano la
guerra, anche se poi passeranno allo schieramento opposto

Lo schieramento intervenSsta è uno schieramento altrePanto ar8colato.


Ci sono gli irredenSsS, coloro che ritengono che la guerra serva a raggiungere l’annessione all’Italia
di Trento e Trieste (ma non solo queste). Questa idea assume da un punto di vista geografico
nell’immaginario colle'vo degli italiani che vivono ques8 momen8, una realtà par8colare, si
ri8ene che, dato che alcuni italiani non sapevano neanche dove si trovavano ques8 territori, Trento
e Trieste siano talmente vicine da essere unite da un ponte e che si possa passare da una parte
all’altra con grande facilità. Alcuni intellePuali definirono queste ciPà “ciPà siamesi”.
Nello schieramento interven8sta ci sono i repubblicani, eredi della tradizione risorgimentale,
garibaldina e marxiana, fanno parte dell’interven8smo democra8co, per loro la guerra contro
l’Austria è la guerra contro il nemico risorgimentale e anche contro l’autoritarismo.
Poi ci sono i nazionalisS, il nazionalismo è molto diffuso in Italia, in questo momento, ha avuto un
grosso slancio con la guerra di Libia, inizialmente i nazionalis8 sono filo triplicis8, quindi, si
schierano in una posizione di neutralità, ma poi passano allo schieramento opposto e ritengono
che la guerra possa essere per l’Italia un’occasione di espansione imperialis8ca.
Poi ci sono gli intervenSsS democraSci, guida8 da personaggi poli8ci e intellePuali, come Leonida
VissolaS, socialis8 massimalista e Gaetano Salvemini, professore universitario, i quali ritengono
che la guerra sia necessaria per sconfiggere il militarismo tedesco e per arrivare ad includere nello
stato nazionale quelle popolazioni italiane ancora soggePe alla sovranità asburgico. Gli ideali
dell’interven8smo democra8co sono appoggia8 da Cesare Ba?sS, socialista tren8no, deputato al
parlamento di Vienna in rappresentanza degli italiani del Tren8no, professore di geografia
all’Università, il quale, al momento dello scoppio della guerra nel 1914, per non combaPere
nell’esercito asburgico, lascia il Tren8no e giunge in Italia perché non vuole indossare la divisa
asburgica. Cesare Ba's8 si fa paladino in un certo senso di quella che è stata a lungo definita la
quarta guerra d’indipendenza.
Nello schieramento interven8sta troviamo un personaggio che segnerà la storia per i decenni
successivi, Benito Mussolini, che si distacca dalle posizioni neutraliste del par8to, dal quale viene
espulso, per appoggiare la posizione interven8sta. Dopo l’espulsione dal par8to socialista, creerà
un nuovo giornale “Il popolo d’Italia”.
La sinistra interven8sta è molto composita, accanto ai democraSci ci sono anche gli anarchici e i
socialisS rivoluzionari, i quali ritengono che la guerra sia l’occasione per realizzare la desiderata
rivoluzione sociale.
Accanto ai rappresentan8 della sinistra ci sono anche esponenS di uno schieramento
conservatore, di destra, perché favorevoli all’intervento sono anche i liberali conservatori che
fanno capo a Salandra e Sonnino. Entrambi sono molto pruden8 riguardo ai tempi e ai modi
dell’entrata in guerra del paese.
A favore della guerra sono in progresso di tempo anche la monarchia cioè ViVorio Emanuele III e i
militari perché ritengono che la guerra possa essere un’occasione di rafforzamento dell’Italia e
sono appoggia8 in questo anche dalle posizioni che assume la finanza e l’industria italiana. Gli
industriali sono favorevoli alla guerra perché dalla guerra avrebbero traPo vantaggi economici,
producendo armi e tuPa una seria di materiali per l’approvvigionamento.
Poi ci sono le associazioni patrio?che diffuse in Italia, prima tra tuVe, la società Dante Alighieri,
società che ancora esiste e che il compito di diffondere la lingua italiana, è favorevole perché
prospePa la possibilità dell’annessione delle terre irredente.
Poi ci sono anche un gruppo intellePuale che appoggia la guerra, i futurisS appoggiano la guerra,
mol8 andranno a combaPere. Tommaso Marine? considera la guerra come la sola igiene del
mondo. E poi c’è D’Annunzio, che ha un ruolo fondamentale nel volgere il paese da neutralista a
interven8sta, usando molto il Corriere della Sera per premere sul governo affinché l’Italia entrasse
in guerra. D’Annunzio da una accelerazione all’entrata in guerra a parSre dal famoso discorso del
5 maggio 1915 a Genova in occasione della ricorrenza della Spedizione dei mille, sceglie questa
data proprio perché è una data in cui gli italiani potevano riconoscersi, in modo da alimentare lo
spirito nazionale. Le radiose giornate di maggio, maggio 1915, hanno il loro acme nella
manifestazione che si 8ene a Roma a cui partecipano anche diversi studen8 della Sapienza che
avrebbero poi partecipato, in mol8, anche come volontari alla guerra. Sono circa 100 gli studen8
della Sapienza che persero la vita sui campi di baPaglia durante la guerra. Alla guerra
parteciparono non solo studenS ma anche professori, ricordiamo Cesare de Lollis, filologo e
lePerato italiano che pur essendo inizialmente neutralista, partecipò alla guerra combaPendo. Il
24 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria, bisogna aspeVare agosto 1916
perché la guerra sarà dischiarata anche alla Germania. Il mo8vo per cui non si dichiara
subito guerra alla Germania è che è l’Austria il nemico secolare dell’Italia, nemico che ha impedito
si realizzare l’unità secolare.
Con l’entrata in guerra dell’Italia ci si avvia a una guerra che presto diventa di posizione, il fronte
italiano è lungo circa 1500 km che va dal Passo del Tonale in Lombardia fino al Carso nella
Venezia Giulia. La guerra italiana è combaPuta in montagna per questo è dePa guerra bianca.
Fu una guerra dove a lungo prevalente è stata la posizione austriaca che spesso si trovava in una
posizione di sommità rispePo le truppe italiane determinando un forte svantaggio per l’esercito
italiano. La guerra di montagna è par8colarmente difficile da un punto di vista logis8co e delle
par8colari condizioni clima8che. Questa guerra di montagna si affiana a una serie di baPaglie
condoPe, invece, sui fiumi. Così le 12 baVaglie che vengono combaPute lungo il fiume Isonzo e il
Piave. Nel 1915 si combaPono diverse baPaglie su questo fiume, baVaglie durante le quali l’Italia
non riesce a compiere decisivi avanzamenS, anzi sono baVaglie molto sanguinose che uccidono
140mila italiani e austriaci.
Nel maggio 1916 L’Austria lancia contro l’Italia la cosiddePa spedizione puniSva avanzando fino in
Tren8no e coglie l’esercito italiano di sorpresa perché sta puntando in quel momento verso Gorizia.
L’Austria riesce a oltrepassare il confine e a invadere la zona dell’alto VicenSno, parte
sePentrionale della provincia di Vicenza. Questa invasione porta alla caduta del governo Salandra
e alla sua sosStuzione con un governo guidato da Paolo Boselli, un governo di unità nazionale,
cioè un governo a cui partecipano anche i par88 di opposizione come quelli che cos8tuiscono lo
schieramento dell’interven8smo democra8co. L’offensiva lanciata dall’Austria ha degli effe' molto
dirompen8, non solo dal punto di vista poli8co, perché porta al rovesciamento di un governo, ma
ha anche un altro effePo sulla popolazione civile, spinge mol8 degli abitan8 delle zone invase a
lasciare il proprio territorio e a trovare rifugio altrove. Comincia così a crearsi nel nostro paese il
problema dei profughi. I profughi sono un fenomeno che caraPerizza la Prima Guerra Mondiali e
assumerà in Italia proporzioni molto ampie sopraPuPo dopo la disfaPa di CaporePo. L’Italia da
avvio a un processo di sistemaSzzazione aPraverso le prefePure e i profughi, diverse cenSnaia di
migliaia, trovano sistemazione nelle varie province del regno comprese le isole. Nel 1917 viene
creata un’altra is8tuzione per governare il fenomeno dei profughi, l’Alto commissariato per i
profughi guidato da Luigi Luzza?.
Mentre il 1916 vede l’occupazione di parte della provincia di Vicenza da parte degli imperi austro
ungarici che poi verrà respinta dall’esercito italiano;
è un anno che vede anche sul fronte occidentale (Francia) la più lunga e la più sanguinosa baPaglia
della Prima Guerra Mondiale che è la baVaglia di Verdun, località della Lorena.
Sempre Nel 1916 si apre un altro fronte, il fronte balcanico, perché entra in guerra a fianco
all’Intesa la Romania, che fino a quel momento era stato neutrale.
Sempre nel 1916 abbiamo altre baVaglie sull’Isonzo e che però non consentono all’Italia grandi
avanzamen8 territoriali. Il 1916 si chiude con un bilancio posiSvo per gli imperi centrali, i quali
hanno occupato parte della Romania, Serbia, Belgio, Francia seVentrionale, Polonia e parte delle
odierne repubbliche balSche, tra cui il Montenegro.
La situazione per le potenze dell’Intesa era quindi meno favorevole, avevano occupato delle
piccole porzioni del territorio austro ungarico, cioè alcune regioni orientali dell’impero come la
Galizia e poi Gorizia.
Nel 1917 ci sono due elemen8 che cambiano la situazione della guerra: l’entrata in guerra degli
USA e la Rivoluzione Russa, che porterà all’uscita dalla guerra di questo paese.
CARATTERI GENERALI DELLA GUERRA
guerra lunga che dura 5 anni dal 1914 al 1918. È una guerra che quando scoppia tu' pensano che
si possa risolvere in qualche mese. Non è una guerra lampo ma di posizione ed è una guerra che
ben presto viene percepita dai contemporanei che la vivono come un grande tornante di svolta. Le
società europee si rendono conto che il mondo sta cambiando. È una guerra globale perché
coinvolge aree geografiche molto ampie e non si limita a fron8 europei, ed è globale anche perché
riflePe quello che è stato il processo di mondializzazione sul piano economico, sul piano culturale e
delle comunicazioni, che aveva caraPerizzato gli anni preceden8 la guerra. È una guerra che
diventa, a differenza delle guerre del passato, una guerra di massa, perché gli uomini che la
combaPono sono inquadra8 in eserci8 che diventano grandi organizzazioni di massa militarizzata,
sono più di 70 milioni gli uomini mobilitaS per combaPere, molto spesso uomini che non riescono
a capire perché ci sia la guerra. È una guerra che da avvio a grandi traumi di caraPere psichico. È
anche una guerra totale perché coinvolge i civili e tu? i seVori della vita civile, porta a che tuPe
le relazioni sociali civili, siano costrePa a rispePare regole e valori che sono profondamente diversi
rispePo ai parametri delle condizioni di pace. Nasce il cosiddePo fronte interno cos8tuito dal
coinvolgimento della popolazione civile nello sforzo bellico, tu' devono partecipare allo sforzo
bellico per il raggiungimento della viPoria. Questo succede in tu' i paesi coinvol8. La creazione
del fronte interno fa si che i vari governi emanino tuVa una serie di provvedimenS e norme
legislaSve per regolare la vita delle popolazioni durante il confliVo. Questo porta all’aPribuzione
alle autorità militare di funzioni che fino a quel momento erano di autorità civili. Gli uomini
vengono chiamaS al fronte e le donne li sosStuiscono nelle industrie, nelle campagne ecc. la
guerra produce un’economia di guerra perché porta alla conversione dell’industria alle esigenze
belliche e lo fa aPraverso la militarizzazione di molte fabbriche che vengono conver8te alla
produzione d materiai necessari alla guerra. Un’altra caraPeris8ca di questa guerra è lo streVo
rapporto che si instaura tra fronte interno e fronte militare aPraverso il passaggio di materiali,
occupandosi degli orfani di guerra. Questo rapporto strePo si verifica grazie al grandissimo
scambio di leVere che avviene tra i militari e le loro famiglie, sono circa 4 miliardi le lePere che
vengono scambiate tra militari e le loro famiglia. Tanto che si crea a Bologna un ufficio per lo
smistamento di queste leVere, lePere che naturalmente sono soPoposte a censura, tanto che in
alcuni casi i militari non possono neanche apporre sulla lePera quella che viene definita la data
topica, cioè non possono segnalare il luogo da cui scrivono, che viene sos8tuito dalla dicitura
“zona di guerra” causando un forte spaesamento, sia per chi scrive che per chi riceve la lePera. Le
censura sulle lePere ci fa capire come per i governi militari diven8 un elemento significa8vo di
quello che è il controllo più generale delle informazioni rela8ve alla guerra. Il controllo sulle
informazioni serve ad evitare un flusso di informazioni che possa o nuocere alle informazioni
militari o demoralizzare i combaPen8 e, controllare le informazioni, significa anche controllare una
società che sta diventando sempre più di massa. La guerra diventa così un grande esperimento di
psicologia di massa in cui la propaganda ha una funzione importante e si espleta aPraverso tuPa
una serie di strumen8: giornali e tuVa una serie di giornali militari, uno dei più famosi era la Dirba
(=pelle), un giornale la cui funzione era quella di tenere su il morale delle truppe. Oltre ai giornali
militari, vi erano i manifesS che incitavano sopraPuPo la popolazione civile a partecipare allo sforo
bellico; c’erano le cartoline postali; poi abbiamo la musica, con tuPe le canzoni di guerra; la
cinematografia che mePe in campo tuPa una serie di film di propaganda. La propaganda assume
caraPerizzazioni diverse a seconda di sogge' a cui è indirizzata, una propaganda per il fronte
interno che ha lo scopo di spingere la popolazione ad aderire alla guerra; poi abbiamo la
propaganda militare che diventa uno strumento anche per governare gli eserci8 di massa che
proprio per l’alto numero di composizione non possono essere più disciplina8 sulla base della
fedeltà dinas8ca e della disciplina e che vedono, per quanto riguarda l’Italia, dopo la disfaPa di
CaporePo, oPobre 1917, la creazione presso ogni reparto militare di un ufficio P, ufficio
propaganda, una delle novità introdoVe dal generale Diaz.
Questa propaganda per il fronte interno e esterno è affiancata da un altro 8po di propaganda, la
propaganda internazionale, una propaganda che ha una dimensione più vasta di quella messa in
aPo dai singoli sta8 e che come tuPe le propaganda serve a manipolare le informazioni e che porta
le potenze dell’intesa a dare una visione della guerra come contrapposizione tra civiltà e barbarie,
per questo la guerra viene percepita come una sorta di crociata contro le autorità cosStuite dagli
imperi centrali, in parScolare i tedeschi. Nei paesi coinvol8 nel confliPo si diffonde una vera e
propria ossessione per i tedeschi, i ciPadini tedeschi che si trovano nei paesi che fanno capo
all’Intesa vengono persegui8 i loro beni blocca8, in alcuni casi vengono interna8, perché
considera8 ciPadini di uno stato nemico. (La stessa cosa succede in Italia per i ciPadini austriaci).
La guerra viene considerata come una esperienza purificatrice e catar8ca da tuPa una serie di mali
morali che avevano contaminato le società europee. Viene considerata come un qualcosa che
possa portare a un rinnovamento della vita nazionale dei singoli paesi, possa portare a una
rigenerazione tanto più che la guerra esalta la giovinezza. Il mito della giovinezza legato alla
guerra p legato all’ideologia nazionalista. Gli intellePuali poi diffondono anche un concePo della
guerra come di un qualcosa che ha un caraPere fortemente sacrale, cioè si ri8ene che i solda8
combaPendo per i loro paesi compiano un sacrificio fino alla morte, un sacrificio che accomuna la
figura del soldato eroe e marSre alla figura di Cristo e quindi la guerra si ammanta di una
rappresentazione religiosa. In Italia a fare della guerra una rappresentazione religiosa è sopraPuPo
D’Annunzio.
Essendo la guerra una guerra totale, quindi che coinvolge militari e civili, coinvolge anche in uno
strePo rapporto lo stato e l’economia perché per esigenze belliche lo Stato interviene
profondamente in ogni sePore della vita economica aPraverso quello che gli storici hanno definito
la mobilitazione industriale. Questo fa si che lo Stato dilaghi profondamente le sue funzioni e dia
avvio alla creazione di tuPa una serie di organismi a caraPere provvisorio necessari per la guerra:
so#osegretariato per le armi e munizioni o anche il so#osegretariato per gli approvvigionamen2 e i
consumi. La guerra incide quindi anche sull’organizzazione is8tuzionale dello Stato.
11.03.22
Il 1917 è l’anno in cui si verificano degli avvenimen8 estremamente importan8 che mutano il corso
della guerra e mutano il corso della storia europea e mondiale: entrata degli USA nel confliPo e la
Rivoluzione russa, a ques8 due grandi avvenimen8 se ne aggiunge un altro dalla portata più
circoscriPa ma comunque decisivo per le sor8 dell’Italia, la disfaVa di CaporeVo.
Nel marzo del 1917 c’è uno sciopero generale degli operai nelle maggiori ciPà russa, Mosca e San
Pietroburgo, che si trasforma in una grande manifestazione di caraPere poli8co, perché abbiamo la
fraternizzazione contro il regime zarista da parte dei soldaS mandaS contro gli operai. A fronte di
ciò lo zar è costrePo ad abdicare e viene arrestato. Il crollo del regime zarista e anche il fruVo
della disgregazione che si sta verificando nell’esercito russo, che ha subito sin dall’inizio della
guerra tuPa una serie di sconfiVe a parSre da quella del lago Masuri, e gli ufficiali non riescono
più a mantener e la disciplina tra le truppe. La monarchia zarista è sos8tuita da un governo
provvisorio di 8po repubblicano che decide di con8nuare la guerra a fianco delle truppe alleate
anglo- francesi, ma l’esercito russo con8nua a subire sconfiPe da parte dell’esercito tedesco che
penetra nel territorio di questo paese. Nell’oVobre del 1917 il governo provvisorio
presieduto da Kerenskij viene ribaltato dai bolscevichi e il potere viene assunto da
un governo rivoluzionario presieduto da Lenin, il quale, a differenza del governo
precedente, decide di uscire dal confliVo con la sSpula di una pace che deve essere senza
annessioni e senza indennità. Così a Brest-Litovsk, il 3 marzo 1918 firma la pace con gli
imperi centrali. L’uscita della Russia dalla guerra ha una serie di conseguenze, perché la pace
che viene imposta dagli imperi centrali alla Russia è una pace molto onerosa, perché la Russia è
costreVa a perdere un quarto dei territori europei. L’uscita della Russia ha anche un’altra
conseguenza: Austria Ungheria e Germania possono concentrare il loro sforzo bellico sul fronte
italiano. Lo spostamento di truppe sul fronte italiano fa si che gli eserci8 degli imperi centrali
possano sferrare un aPacco incisivo contro le linee italiane che vengono sfondate il
24 oVobre del 1917, durante la baVaglia di CaporeVo.
Le ragioni della disfaPa italiana a CaporePo vanno cercato, da un lato, nell’addestramento migliore
che avevano le truppe austro tedesche rispePo a quelle italiane, dall’altro lato, nella errata
impostazione della strategia difensiva messa in aPo dai comandi italiani. C’è, inoltre, un elemento
da considerare, l’esercito italiano che combaPe a CaporePo è un esercito profondamento logorato
dalla guerra di trincea, una guerra pensate e terribile anche da un punto divista psicologico. La
disfaPa di CaporePo porta alla ri8rata dell’esercito italiano, una ri8rata disordinata che vede
lasciare dietro all’esercito mezzi di trasporto, animali da soma, mezzi militari, materiale bellico, ma
trascina anche con sé una ingente quan8tà di profughi. Le truppe italiane si fermano lungo la
cosiddePa Linea del Piave dove riescono a contenere l’esercito nemico e a riuscire a recuperare le
forze. Però le truppe austro tedesche hanno occupato una parte del territorio italiano.
L’altro evento che caraPerizza al livello mondiale il 1917, è l’entrata nel confliVo degli StaS UniS.
L’ingresso degli USA è provvidenziale per gli sta8 della Triplice Intesa perché viene meno, dal marzo
1917, l’appoggio della Russia. L’intervento degli USA nella guerra è collegato a tuPa una serie di
faPori: rielezione avvenuta nell’autunno del 1916 del Presidente americano Wilson, il quale si
impegna, appena eleVo, ad avviare tra le potenze dell’Intesa dei conta? per giungere a una
pace tra le varie potenze coinvolte. Il tentaSvo di Wilson non riesce perché le altre potenze non
sono interessate ad arrivare a una pace senza viVoria, malgrado tra gli eserci8 dei vari paesi e tra
le popolazioni civili ci sia un forte malcontento.

Falli8 i vari tenta8vi di Wilson di giungere a una pace il governo americano prende a pretesto la
ripresa della guerra soPomarina condoPa dai tedeschi per dichiarare guerra alla Germania il
6 aprile del 1917. Gli USA entrano in guerra non come allea8 (gli alleaS sono Francia, Gran
Bretagna, l’Italia, che hanno firmato il paVo di Londra 26 aprile 1915), ma hanno una posizione di
potenza associata. Nonostante ciò, e nonostante l’entrata in guerra inoltrata, gli USA hanno già, in
anni preceden8, sostenuto la guerra, e non saranno i soli a farlo, lo ha faPo anche la Spagna, che è
un paese neutrale, la Spagna da sostegno economico e in risorse umane. Perché Wilson vuole
entrare in guerra? Lo fa perché, come spiega davan8 al congresso per mePerlo a parte della
decisione di entrare nel confliPo, Wilson, che è animato da grandi ideali, ri8ene che gli USA
debbano entrare nel confliPo per una ques8one di gius8zia internazionale, per creare un mondo
più democra8co e per promuovere una diplomazia diversa. Con la dichiarazione di guerra degli
USA alla Germania, il paese contravviene (trasgredisce) alla cosiddeVa doVrina Monroe,
presidente che governa agli inizi degli anni Ven8 del’l800. Monroe dePa con questa doPrina i
principi delle relazioni internazionali degli USA e afferma che gli USA non avrebbero più tollerato
ogni tenta8vo di potenze europee di creare colonie sul suolo americano. Afferma inoltre che gli
USA non avrebbero tollerato qualunque ingerenza faPa da governi europei nei confron8 degli affari
interni del loro paese, perché avrebbero considerato queste ingerenze come un aPentato alla pace
e alla sicurezza nazionale. L’altro principio su cui si basa questa doPrina è quello che Washington si
sarebbe astenuta dall’intervenire nelle ques8oni poli8che e nei confli' europei. Con l’intervento
degli USA nel 1917 salta la doPrina Monroe e gli USA rompono la loro poliSca isolazionisSca che li
aveva caraPerizza8 fino a questo momento. Nell’intervento deli USA ovviamente non c’è solo
l’aspePo umanitario ma c’è anche l’idea di poter trarre degli importanS guadagni economici dal
confliPo e c’è anche l’idea che gli USA intervenendo in questo confliPo possano rafforzare il loro
rango di potenza mondiale a cui gli USA hanno avuto modo di avvicinarsi già a par8re dalla guerra
ispano -americana del 1898. L’entrata in guerra degli USA altera molto gli equilibri, non solo gli
equilibri militari. In Europa giungono circa due milioni di solda8 americani, che vengono manda8 a
combaPere sostanzialmente sul fronte occidentale per dare supporto alle truppe anglo francesi
che sono già qui presen8, perché è il fronte su cui si è concentrata la maggiore pressione tedesca.
Alcuni storici hanno sostenuto che l’entrata in guerra degli USA fosse l’esito dell’aPacco alla nave
Lusitania, maggio 1915, durante il quale morirono diversi civili statunitensi. In realtà si lega
sopraPuPo, alla ripresa della guerra soVomarina tedesca che colpiva sia navi civili sia navi
commerciali indipendentemente dalla bandiera e dalla nazionalità, perché l’intento della Germania
con la guerra soPomarina era quello di impedire ogni rifornimento navale per le potenze
dell’Intesa e sopraPuPo per la Gran Bretagna. Tra l’altro, la guerra soPomarina tedesca colpiva
fortemente i commerci americani tra le due sponde dell’Atlan8co.
Dal punto di vista bellico, durante il 1917, sul fronte occidentale si assiste a tuPa una serie di
sconfiPe che le truppe francesi subiscono e che fiaccano fortemente il morale le truppe di questo
esercito e che danno avvio a tuPa una serie di episodi di ammu8namento, di diserzione che
vengono violentemente repressi dai comandi militari. La stessa cosa accadrà anche dopo la
baPaglia di CaporePo, ci saranno mol8 episodi di diserzione e non pochi saranno i militari italiani
condanna8 a morte e fucila8. Sul fronte occidentali va un po’ meglio alle forze britanniche,
oPengono dei successi ma non decisivi.

Per quanto riguarda l’Austria, nell’impero asburgico, nel 1916 è morto Francesco Giuseppe, la sua
morte porta al trono Carlo I, il quale cerca di mantenere stre' rappor8 sopraPuPo con il pontefice
perché si rende conto di quella che è la situazione difficile che dal punto di vista interno sta
vivendo l’impero Asburgico a causa delle spinte centrifughe delle diverse nazionalità che
compongono l’impero e che mirano all’autonomia e all’indipendenza. Per fare ciò, mira a realizzare
una nuova struPura poli8ca dell’impero in senso federale, tenta8vo che però fallisce perché il
margine di autonomia concede alle diverse nazionalità che lo compongono è tale da non poter
essere da esse accePato. Carlo cerca anche di avviare delle traVaSve per una pace separata con
le potenze dell’Intesa nel 1917. Anche queste traPa8ve, falliscono e sempre nel 1917 Papa
BenedeVo XV che ha già condannato con una enciclica del 1914 la guerra, tenta di avviare
traVaSva per la pace, traPa8ve che però anche in questo caso falliscono malgrado BenedePo XV,
in una nota per la pace pubblicata il primo agosto 1917, come un’inu8le strage. Queste traVaSve
di pace non vanno avanS perché la Germania è convinta di avere in pugno la situazione e perché
ormai l’odio tra i due schieramenS è talmente forte che quesS non riescono a trovare un
accordo.
Nel 1918 la situazione si delinea come una situazione di sostanziale equilibrio tra le potenze
dell’Intesa e gli imperi centrali, questa situazione di equilibrio viene alterata da una offensiva
lanciata dai tedeschi sulla Francia e che viene fermata dalle truppe anglo-francesi, rafforzate da
quella americane sulla Marna. Se la Germania aPacca sul fronte occidentale, l’Austria aPacca il
fronte italiano e cerca di sfondare la linea del Piave su cui si era aPestato l’esercito italiano, il quale,
però dopo una se'mana di comba'men8 riesce a respingere questo aPacco nella famosa
baVaglia del SolsSzio. La viPoria dell’esercito italiano rianima il morale della nazione tanto che c’è
un compositore napoletano Ermete Giovanni Gaeta che scrive una canzone patrio?ca: La
leggenda del Piave.
Sempre nel 1918 sul fronte macedone, nell’aprile di quell’anno, c’è una offensiva da parte delle
truppe alleate contro gli eserciS degli imperi centrali che porta alla capitolazione della Bulgaria,
alleata degli imperi centrali, e alla liberazione della Serbia. La viPoria delle forze dell’Intesa sul
fronte macedone è molto importante perché con la capitolazione della Bulgaria, non c’è più un
collegamento con i territori europei dell’impero oPomano e questo fa si che l’impero oVomano
sia costreVo a chiedere la resa e firmare un armisSzio.

Il crollo del fronte macedone viene considerato la premessa per la conclusione del
confliVo, seVembre 1918, il confliVo si conclude ai primi di novembre dello stesso
anno.
Sempre nell’autunno del 1918 e precisamente il 24 oVobre, l’esercito italiano che è
supportato anche da un con8ngente di truppe alleate lancia una offensiva contro gli imperi
centrali in una zona tra Ceneda (ViVorio Veneto) e le Alpi Giulie e vincerà contro le forze
dell’impero austro ungarico. L’esercito austro ungarico si sta disgregando perché i combaPen8
appartenen8 alle varie nazionalità non hanno più voglia di combaPere per un impero di cui non si
vogliono più sen8re parte. Con la baVaglia di ViVorio Veneto si conclude per l’Italia la
Prima Guerra Mondiale, perché il 3 novembre del 1918 l’Austria si arrende e firma
con l’Italia l’armisSzio di Villa GiusS. Questo perché dopo le sconfiPe degli imperi centrali
sul fronte occidentale, il crollo del fronte macedone e la sconfiPa subita anche sul fronte italiano si
rendono conto che è impossibile con8nuare la guerra, tanto più che, sia l’esercito sia la
popolazione civile si trovano in una situazione di grande difficoltà anche dal punto di vista degli
approvvigionamen8 alimentari. Il 10 novembre viene firmato dall’Austria l’armis8zio con la Francia.

L’11 novembre a firmare la resa è la Germania, che firma, in un vagone ferroviario


posto in una stazione di una ciVadina della Piccardia, regione francese, un
armisSzio. La firma dell’impero tedesco è preceduta dallo scoppio di una situazione molto
cao8ca in Germania, che vede l’ammuSnamento della forza navale tedesca in Ucraina e la
creazione da parte di operai dei consigli di fabbrica, ciò significa che il verbo rivoluzionario dalla
Russia si sta spostando verso l’Europa centrale, il cosiddePo “pericolo rosso”. (L’Europa
ciclicamente verrà questo pericolo rosso, la prima volta con la Comuna di Parigi, quando in Francia
si crea per la prima volta un governo socialista. Il 8more era quello che si diffondesse il comunismo
irradiato dalla Russia e questo 8more caraPerizzerà tuPo il primo dopo guerra.) a Berlino viene
proclamata la Repubblica e il governo affidato a un esponente del par8to social-democra8co,
mentre Guglielmo II lascia la Germania e si rifugia in Olanda, anche in Austria Carlo I lascia il
paese per rifugiarsi in Svizzera, mentre l’Austria proclama la Repubblica.
Le condizioni dell’armisSzio per la Germania sono durissime, viene richiesta la consegna di tuPa
la floPa navale e dell’armamento pesante, si impone il ri8ro delle truppe da tuPe le zone che la
Germania aveva occupato, dalla Francia, dal Lussemburgo, dal Belgio, si annulla il traPato di Brest-
Litovsk, e si impone alla Germania a 8tolo di risarcimento la consegna di 5mila locomo8ve e
150mila vagoni ferroviari. Si vuole meVere la Germania in una condizione di riduzione massima
della sua potenza. Viene inoltre stabilita la resStuzione dei prigionieri.
Finita la guerra, le conseguenze del confliPo sono molteplici: innanzituPo, il confliPo determina un
cambiamento delle relazioni internazionali tra i vari paesi, perché porta a un ridimensionamento
della centralità dell’Europa, che cede il passo ad altri aPori sulla scena globale. Se il ruolo
dell’Europa viene ridimensionato, la guerra fa emergere una potenza extra europea, gli Sta8 Uni8 e
il suo presidente Wilson, il quale per definire questo nuovo ordine mondiale stabilisce 14 principi
fondamentali a cui la pace si deve ispirare che sono:
- la pubblicità dei traPa8 di pace, che non si può più fondare come nel passato sulla segretezza;
- la libera navigazione dei mari, sia in tempo di pace che di guerra;
- riduzione degli armamen8;
- la re'fica dei confini dell’Italia, sulla base di linee di nazionalità chiaramente riconoscibili, il che
significa che non dovrebbero essere annesse popolazioni con nazionalità diverse da quelle
italiane, in realtà non sarà così perché l’Italia fisserà i suoi nuovi confini su un criterio diverso,
non sul criterio della nazionalità ma sul criterio della sicurezza nazionale, per cui i confini
vengono fissaS in quelle parS del territorio che assicurano la sicurezza nazionale, lungo il
displuvio alpino, che avrebbe consen8to una difesa dell’Italia in caso di aPacco;
- libero commercio per tuPe le nazioni;
- la composizione libera di tuPe le ques8oni coloniali fondate sul rispePo delle popolazioni locali;
- la liberazione dei territori occupa8 nel confliPo: Belgio, Francia, Lussemburgo, Serbia,
Montenegro;
- la possibilità che i popoli facen8 par8 dell’Impero austro ungarico potessero svilupparsi
autonomamente e dar evita a degli sta8 nazionali. È grazie a quesS principi che nascono nuovi
staS: Polacco, Ceco Slovacco, regno dei Serbi, CroaS e Sloveni.
- In più, tra i 14 pun8 di Wilson c’è ne uno che stabilisce l’indipendenza delle parS non turche
dell’impero oVomano, il che significa dei territori europei.
Infine, i 14 pun8 stabiliscono la creazione di un organismo sovra nazionale: la Società delle
Nazioni, un organismo che preannuncerà quella che alla fine della Seconda Guerra Mondiale sarà
la creazione dell’ONU.

I 14 principi trovano aVuazione nel traVato di Versailles, che si firma per la pace il 28
giugno 1919.
Il compito dei vincitori a Versailles è quello di ridefinire la carta geopoli8ca dell’Europa e ridefinire
un nuovo equilibrio europeo, che deve nascere dalla dissoluzione dei 4 grandi imperi che erano
presenS sul suolo europeo, austro ungarico, tedesco, zarista e oVomano. La ricostruzione
dell’equilibrio europee e l’imposizione di un nuovo ordine internazionale si rendono sempre più
urgen8 anche per la grande sfida dell’internazionalismo proletario che è stato lanciato dalla
Rivoluzione russa che si fa portatrice del principio rivoluzionario. Questo legame tra la poli8ca
internazionale e la posizione russa si rende sempre più pressante per i vincitori a Bruxelles proprio
per la paura del contagio comunista.
Il nuovo ordine internazionale del dopoguerra deve essere fondato sull’autodeterminazione dei
popoli, cioè sul principio che i popoli debbano liberamente organizzarsi, di conseguenza, sullo
sviluppo democra8co degli sta8. Il nuovo ordine si deve basare sul principio dell’associazione delle
forze, cioè su quello che gli americani chiamano community of power, e che prelude per cer8
aspe' a quello che accadrà alla fine della Seconda Guerra Mondiale, proprio con la fondazione
della NATO. SoPo questo aspePo, diventa rilevante l’idea di fondare una organizzazione
internazionale da parte delle potenze vincitrici, la Società delle Nazioni, fondata dalla Francia,
Gran Bretagna, Giappone, Italia, con lo scopo di mantenere la pace e sviluppare la cooperazione
internazionale sul piano economico e sociale. si traPa di una organizzazione che deve prevenire
ogni possibile confliVo internazionale e a spingere verso la creazione di questo organismo è
sopraVuVo Wilson, il quale si fa interprete di quelle che erano allora le posizioni internazionalis8 e
pacifiste molto diffuse nel mondo anglo-sassone. TuPavia, la Società delle Nazioni in realtà non
funzionerà molto bene nel periodo tra le due guerre mondiale a causa di tuPe le vicende che
caraPerizzeranno questo periodo. Gli USA, dopo aver concepito l’idea della creazione di questo
organismo, si sfilano fuori, non aderiscono alla Società delle Nazioni, perché Wilson non ha
avuto dal congresso l’appoggio del parSto repubblicano. E poi perché gli americani si trovano in
disaccordo con quella che è la posizione al tavolo della traPa8va della pace di Gran Bretagna e
Francia, perché la Francia vuole un traPato di pace che sia puni8vo nei confron8 della Germania
che viene ritenuta responsabile della guerra e perché poi la Francia mira a rivendicazioni territoriali
nei confron8 della Germania. Gli USA non accePano neanche la posizione della Gran Bretagna che
durante le traPa8ve si mostra strePamente interessata a tutelare i suoi interessi coloniali. In realtà
poi i problemi al tavolo delle traPa8ve sono diversi, tra cui i problemi dell’Italia per la ques8one
adria8ca. Questa situazione spinge gli USA verso un nuovo isolazionismo e quindi a ripris8nare i
principi della doPrina Monroe, e quindi il sogno vagheggiato da Wilson di un nuovo ordine
internazionale comprensivo della Società delle Nazioni finisce.
La Società delle Nazioni è instabile perché ad esempio la Germania viene ammessa nel 1926 però
ne esce nel 1933 dopo che Hitler ha assunto il potere in Germania; l’Italia esce nel 1937 dopo che
ha subito le sanzioni per l’occupazione dell’E8opia avvenuta nel 1936; il Giappone esce nel 1933,
così anche la Russia che viene inserita nel 1939, abbandona anch’essa l’organizzazione.
A Versailles le condizioni di pace dePate alla Germania sono molto dure e vedono aprirsi acuirsi il
contrasto tra l’idea di una pace democra8ca a cui subentra una pace puniSva nei confron8 dello
stato tedesco, portata avan8 sopraPuPo dalla Francia che mira a rioPenere l’Alsazia Lorena, la sua
posizione si scontra con la posizione di Wilson e della Gran Bretagna che non vogliono che in
Europa si affermi lo stra-potere di un solo paese, anche perché, la guerra scoppia anche perché la
Germania, negli anni preceden8 alla guerra, mira a diventare una potenza primaria in Europa.
La Germania perde l’Alsazia Lorena, perde alcuni territori orientali per la creazione dello stato
polacco unitario, e sopraPuPo affinché la Polonia abbia uno sbocco al mare con il porto di Danzika,
che diventa ciPà libera. Danzika è il luogo da cui prende l’avvio il primo sePembre del 1939 con
l’occupazione tedesca con il corridoio, della Seconda Guerra Mondiale. In più, la Germania, oltre a
subire mu8lazioni, perde anche le colonie extraeuropee che vengono suddivise tra Gran Bretagna,
Francia e Giappone. Oltre alle perdite territoriali, la Germania subirà una serie di clausole di
caraPere economico militare molto pesan8, che prevedono anche l’impegno a risarcire ai vincitori i
danni di guerra subi8. L’obie'vo di queste clausole è quello di neutralizzare a lungo la ripresa
economica e militare della Germania. Queste clausole hanno lo scopo di ferire l’orgoglio nazionale
e impedirgli di tornare a essere una grande potenza.
L’impero asburgico si dissolve e l’Austria in quanto tale riduce fortemente il suo territorio e in essa
viene proclamata la Repubblica. Nasce lo Stato polacco, la repubblica ceco slovacca, formata dalle
popolazioni boeme e ceche.
Ai confini del regno d’Italia nasce il regno dei serbi croa8 e sloveni, che nel 1929 si trasformerà nel
regno di Iugoslavia.
Dall’impero oPomano che perde sia i territori europei che i territori arabi nasce nella parte turca la
nuova repubblica turca nel 1923, che del grande impero conserva la regione della Anatolia. La
creazione della repubblica turca porta a uno spostamento di popolazioni che vede i greci
dell’Anatolia spostarsi nella Penisola Balcanica in Grecia e i turchi della Gracia spostarsi nella nuova
repubblica, preludendo a un altro fenomeno che caraPerizzerà la fin della Seconda Guerra
Mondiale, quello dello spostamento di popolazioni che coinvolgerà anche gli italiani presen8 in
quei territori che l’Italia ai sensi del traPato di Parigi del 1947 cederà alla repubblica federa8va di
Iugoslavia, territori che avevano conquistato alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tra gli
spostamen8 di popolazioni (pulizia etnica) che caraPerizzano ques8 anni c’è anche lo spostamento
degli armeni tra il 1914 e il 1915: l’impero oPomano da avvio a un processo di pulizia etnica nei
confron8 degli armeni uccidendone un milione e mezzo e deportandone tan8ssimi nel deserto
siriano condannandoli a una morte di sten8. Perseguitano gli armeni perché sono una minoranza
cris8ana vicina all’occidente e li perseguita accusandoli di essere allea8 con i russi. TuP’oggi la
repubblica turca non ha riconosciuto il genocidio degli armeni.

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