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I RUGGENTI ANNI VENTI

“Gli anni ruggenti” è una locuzione che indica una specifica epoca del XX secolo, il decennio degli anni venti, collegato
al contesto statunitense. Tale epoca è stata descritta da cinema, letteratura e musica. Favorita da un fenomeno di
grande espansione industriale, poi rifluito nei disastri della grande depressione del 1929 e del proibizionismo. Il
carattere simbolico di questo periodo ha creato mode e determinato tendenze, praticamente in ogni aspetto del
costume e dell'arte del tempo. In quella fase storica, l'utopia positivista del XIX secolo, con il suo credo progressista,
abbandonava il campo dell'individualismo stravagante. Mentre si assisteva all'esplosione dell'età del jazz e Francis
Scott Fitzgerald dava alle stampe alcune sue opere - fra cui Il grande Gatsby che descrive perfettamente l'epoca -
anche il campo dell’arte si evolveva: all'art nouveau succedevano i preziosismi dell'art déco. Questa riproposizione
dell'ottimismo positivistico ebbe grande espansione soprattutto come riscatto dalle esperienze negative della
popolazione causate dalla prima guerra mondiale, in un continente, c'è da sottolinearlo, che aveva vissuto soltanto
indirettamente o trasversalmente, la tragedia della Grande Guerra.

Contesto storico
“Roaring Twenties” come termine descrittivo degli anni venti, è un’espressione nata negli Stati Uniti, anche se ha
avuto le relative traduzioni in varie lingue: in Francia e nel Canada francese quest'epoca fu definita années folles, in
Spagna felices Años Veinte, in Germania goldene zwanziger. In pratica con Anni ruggenti si tende ad enfatizzare
l'energia che caratterizzò specifici aspetti di un particolare periodo storico, con mutamenti che andavano ad
interessare l'aspetto sociale, quello artistico e, soprattutto, quello del dinamismo culturale di un'epoca ritenuta per
molti versi irripetibile. Si registrarono nel periodo: un ritorno alla normalizzazione politica dopo i disastri della prima
guerra mondiale, l'esplosione del fenomeno della musica Jazz, l'evoluzione della femminilità che portò, oltre a
mutamenti nella moda, a fenomeni di proto-femminismo come le suffragette e le anglosassoni flapper, equivalenti
alle francesi garçonne o alle italiane maschiette, e lo sviluppo in campo artistico dell'art déco. Ma, la Grande
depressione, con il crollo di Wall Street del 1929, pose fine a quest'era e al sogno che portava con sé, quello di un
mondo che poteva guardare al proprio futuro piuttosto che volgersi verso il passato. Una coda, quasi un'onda lunga
del mutamento dei tempi, peraltro, si ebbe nel decennio successivo, con ulteriori invenzioni e scoperte in campo
scientifico con uno sviluppo della ricerca, un'accelerazione nella crescita dello sviluppo industriale, e un conseguente
aumento dei consumi e delle aspettative delle masse. Tutto ciò portò a significativi cambiamenti nello stile di vita di
molte popolazioni, particolarmente di quelle legate alla cultura occidentale in generale e a quella del mondo
anglosassone, portatore delle maggiori innovazioni.
Il primo dopoguerra

Per comprendere il fenomeno degli Anni ruggenti occorre analizzare il periodo storico in cui essi si collocarono,
partendo come si è visto dagli Stati Uniti per riverberare il loro effetto sul Vecchio Continente. Negli anni
immediatamente successivi al primo conflitto mondiale, l'Europa era alle prese con la ricostruzione dovendo fare
anche i conti con l'alto costo in termini umani dovuto al conflitto. L'economia americana si intrecciò sempre più con
quella europea. Quando la Germania non poté far fronte al pagamento dei debiti di guerra, Wall Street investì per
tenere a galla l'economia europea, salvaguardando al tempo stesso un grande mercato di consumo di massa
statunitense per i beni prodotti. Dalla metà del decennio lo sviluppo economico approdò anche in Europa e gli Anni
ruggenti poterono così sbarcare anche nella Repubblica di Weimar tedesca, nel Regno Unito ed in Francia. La seconda
metà del decennio, sempre secondo la nomenclatura anglosassone, prese il nome di Golden Twenties (I dorati anni
venti).

L’economia

Gli Anni ruggenti sono tradizionalmente considerati come un periodo di grande prosperità dell'economia che portò
all'introduzione di una vasta gamma di nuovi beni di consumo. L'economia del Nord America, in particolare quella
degli Stati Uniti, che aveva con successo attuato una transizione da un'economia di guerra ad una economia di pace,
ebbe negli anni venti punti di massima espansione. Gli USA consolidarono la posizione di paese più ricco del mondo,
mentre la loro industria si avviava alla produzione di massa, assoggettando la popolazione alla cultura del
consumismo. Contestualmente, in Europa l'economia non cominciò a svilupparsi fino al 1924. Negli Stati Uniti,
nonostante i progressi economici e tecnologici, le popolazioni afro-americane, gli immigrati e gli agricoltori, insieme a
gran parte della popolazione della classe operaia, non beneficiarono del boom economico. Infatti, milioni di persone
vivevano al di sotto della soglia di povertà calcolata in 2.000 dollari statunitensi all'anno per famiglia. La Grande
depressione di fine decennio non fece che delimitare, ponendovi fine, il periodo degli Anni ruggenti.
Le nuove tecnologie

Sul piano del costume e della cultura, lo spirito degli Anni ruggenti fu segnato da una generalizzata percezione di
discontinuità associata ad un bisogno di modernità conseguente ad una necessaria rottura con la tradizione. Tutto
pareva poter essere assoggettato alle moderne tecnologie. Le nuove tecnologie, specialmente, l'automobile, il
cinema e la radio erano l'espressione principale, come scoperta dell'uso dei mass media, di questa modernità. Grazie
anche alla diffusione del grammofono e del fonografo, con la nascita di colossi della discografia come la Victor, furono
molte le persone che si avvicinarono più di quanto non fosse accaduto in passato alla musica in particolare a quella
jazz e alla danza, quasi un riflesso incondizionato tendente a rimuovere il ricordo degli orrori del primo conflitto
mondiale. Con l'avvento del sonoro nel 1927 viene prodotto Il cantante di jazz (The Jazz Singer), il primo film parlato
della storia del cinema. L'anno successivo, nel 1928, abbiamo anche il debutto di Walt Disney che presenta il suo
primo cortometraggio con il personaggio di Topolino, intitolato Steamboat Willie.

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