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Te m pesta a i c onfi n i dell Im pe ro
Dacia e Thracia
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Tempesta ai confini dell Impero
UN IMPERO SENZA FINE
Design e sviluppo del Corebook, seconda edizione: Marco Maggi e Francesco Nepitello
con la consulenza di Leo Colovini
Contributi addizionali e supervisione: Michele Garbuggio
Consulenza storica: Francesca Garello
Direzione creativa: Andrea Angiolino
Project Manager: Valerio Ferzi
EDIZIONE ITALIANA
Supervisione: Valerio Ferzi
Editing e Proofreading: Mauro Longo, Francesca Garello, Claudio Vergati
Cacciatori di errori: Marco Lorenzetti, Emanuele Dominique Cappella
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INDICE
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INTRODUZIONE
acia e Thracia - Tempesta ai confini dell’Impero è un modulo geografico realizzato per la seconda edizione di Lex Arcana, che descrive
D due tra le province più oscure e pericolose del limes danubiano e le misteriose regioni oltre di esso: pianure calpestate da orde fiere e
indomabili, foreste selvagge e sconfinate, e sepolcri che nascondono terribili segreti di sangue.
Qui, la conquista romana rappresenta una fioca luce proiettata su un mondo di tenebra e tumulti, dei precari finimenti di civilizzazione che
aggiogano una belva riottosa, sanguinaria e violenta.
Qui, ancora oggi, la guerra e le invasioni barbariche sono una realtà, un aspetto della vita quotidiana mai tanto presente in alcun’altra
provincia dell’Impero.
Qui, l’esistenza dei cittadini, dei federati e dei servi si svolge all’ombra di fortezze militari, all’eco del clangore delle armi e alla luce di fioche
lucerne, che solo a malapena tengono lontane il buio della notte e i mostri che vi stanno acquattati.
Il volume è diviso in tre sezioni principali, a loro volta suddivise in parti e capitoli più specifici.
La prima sezione composta dalle Parti I-IV, contiene tutte le informazioni necessarie a conoscere la provincia di Dacia, quella di Thracia e le
selvagge terre di Scythia che si estendono oltre il limes danubiano, a settentrione e levante di quei territori: da Sarmizegethusa a Byzantium,
dalle sponde del Danuvium al Pontus Euxinus, dalle fortezze che cingono l’Impero fino agli sconfinati territori che un tempo furono dei
Cimmeri, e oggi sono calpestati dai Vandali, dai Goti e dagli Unni, tra le più grandi minacce alla sopravvivenza di Roma.
Questi primi capitoli espongono gli elementi geografici e storici di tali regioni, le caratteristiche sociali dei popoli che se le dividono, i loro
segreti, i possibili incontri che vi si possono avere e alcuni tra i riti, gli usi e i costumi più interessanti tra le genti di queste terre.
La seconda sezione, che include le Parti V e VI, raccoglie invece regole aggiuntive e tutta una serie di nuove possibilità dedicate ai Custodes:
nuovo equipaggiamento, nuovi rituali e Indigitamenta da imparare, nuovi avversari e mostri da affrontare.
La terza sezione contiene infine tre avventure ambientate tra la Dacia, la Thracia e le terre misteriose oltre il confine: tre missioni speciali
che portano i Custodes a confrontarsi con i terrori di Transilvania e Carpazia, con i pericoli del fronte nordorientale e della costa del Mar
Nero, e con le oscure divinità della morte e del sangue che si nascondono in queste regioni.
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Quest’ultimo capitolo della prima sezione descrive inoltre inquietanti credenze e dicerie che si raccontano nelle varie aree di queste province
e fornisce una visione generale delle minacce principali che qui si annidano, sia per le persone del posto, che per l’Impero, che per il mondo
stesso.
All’interno delle prime quattro Parti sono presenti, inoltre, descrizioni dei principali personaggi della regione, tabelle contenenti efficaci
esempi di incontri e situazioni avventurose che accompagnano il testo del rapporto, allo scopo di utilizzare al meglio le informazioni in esso
contenute e dare ulteriori spunti di gioco.
Nella seconda sezione del libro, la relazione è ormai terminata e i contenuti sono espressamente rivolti al Demiurgo: nuove armi, nuovi
rituali e Indigitamenta, nuove creature da affrontare e tenebrosi avversari riempiono le pagine delle Parti V e VI. È qui che molti dei misteri,
degli orrori e degli esseri più strani nominati nelle sezioni precedenti prendono finalmente consistenza e vengono definiti da numeri e tratti
speciali: quello che serve ai Demiurghi per mettere in campo dei nemici e dei pericoli degni dei Custodes.
Fortunatamente, nei capitoli di questa sezione sono raccolti anche tutti gli elementi regolistici che possono essere utili ai membri della
Cohors Auxiliaria Arcana nello svolgimento dei loro incarichi in questa regione dell’Impero così strategicamente fondamentale, nonché al
Demiurgo per trarre ispirazione per la creazione delle sue avventure.
Infine, all’interno di questo libro sono presenti tre avventure: L’Impero di Sangue, Sotto la Bandiera dell’Oro e C’era una volta a Byzantium.
Queste imprese eroiche che attendono i Custodes sono indipendenti l’una dall’altra e possono essere giocate in qualunque ordine anche se
la prima è adatta come introduzione ai cupi terrori di Dacia e la seconda è perfetta per un gruppo che ne ha già viste tante, ed è pronto per
un’avventura un po’ particolare.
Per la gloria di Roma e di questo nostro Impero senza fine, siete pronti a raggiungere il confine del mondo conosciuto, affrontare la bufera
che vi si sta per abbattere e perlustrare le terre al di là di essa?
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PARTE I
RELAZIONE
SULLA DACIA
RELAZIONE SULLA DACIA
INFORMAZIONI GENERALI
dal rapporto confidenziale di Flavio Artemio Longino,
Magister della Cohors Auxiliaria Arcana della Provincia di Dacia e Thracia,
all’Imperatore
Anno ab Urbe condita MCCXXXII
Nel mezzo delle sregolatezze che accompagnano l’inverno di Ulpia Traiana, avvenne che comparisse a vari ricevimenti degli esponenti del nostro
patriziato un principe straniero, degno di attenzione più per le sue stranezze che per il suo rango. Questo dignitario dacico, gotico o scita osservava
con sguardo fisso l’allegria che lo circondava come se non potesse prendervi parte. Quando la gaia risata di una bella fanciulla attirava la sua
attenzione, la gelava con uno sguardo, e incuteva paura in quegli animi in cui regnava la superficialità.
Coloro che percepivano questa sensazione di timore non riuscivano a spiegarsi da cosa derivasse: alcuni la attribuivano ai suoi occhi color grigio
opaco che, fissandosi su un volto, sembrava riuscissero a penetrarlo e a raggiungere subito i più intimi meccanismi dell’anima, ma ricadevano sulla
guancia simili a un raggio pesante come piombo, opprimendo la pelle senza poterla oltrepassare. Grazie a queste sue bizzarrie veniva invitato in
tutte le domus più in vista; tutti desideravano vederlo; quelli abituati a intense eccitazioni, ora tormentati dalla noia, erano lieti di trovarsi in
presenza dì qualcosa capace di catalizzare la loro attenzione. Malgrado il pallore mortale del volto, che non assumeva mai una sfumatura più calda
né per modestia né per lo stimolo intenso di una passione, il suo aspetto e il suo profilo erano belli e molte matrone a caccia di notorietà cercavano
di catturare la sua attenzione e, almeno, ottenere dei segni che facessero pensare a una manifestazione di affetto.
A seguito di una stagione di comparsate e apparizioni di tal fatta, a banchetti, rappresentazioni teatrali ed eventi pubblici, tutti rigorosamente
tenutisi dopo il calar del tramonto, lo strano nobile straniero disparve e di lui nessuno seppe più nulla. Inutile riferire il suo nome o le sue creden-
ziali, o ancora citare i servi e i clientes che lo accompagnavano, simili a lui nello sguardo e nelle origini, perché ad essi non è più possibile risalire,
né di essi alcunché è oggi possibile desumere, se non le peggiori illazioni. Quando poi i vigiles, indagando su misteriose scomparse avvenute in città
durante tutto il corso dell’inverno, visitarono la dimora che egli aveva preso in gestione per la medesima stagione, tutti scoprimmo che il segreto del
lugubre visitatore era quanto di più orribile si potesse immaginare.
Nel fondo della magione, in un complesso di cripte e cantine più simile a un mattatoio e a un immondezzaio che a un comune ripostiglio, vennero
ritrovati i corpi accatastati, corrotti e mutilati di quasi cento vittime, tutti gli scomparsi di quell’inverno e molti altri stranieri di cui nessuno aveva
ancora sospettato l’assassinio.
Fu così che la Cohors Auxiliaria Arcana di stanza in Dacia fece la sua prima conoscenza con la schiatta dei vampiri di queste terre, una reciproca
presa d’atto che da diverso tempo ormai contraddistingue la nostra guerra segreta contro gli Dèi del Sangue e i loro servi.
Le note e le informazioni contenute in questa mia relazione raccolgono e riassumono diversi dispacci e rapporti giunti dagli ausiliari e dai veterani
della Cohors negli ultimi mesi, relativi a questi esseri così come ai tanti altri pericoli e alle altre sinistre minacce di questa regione, assieme a voci,
missive e confidenze raccolte negli anni passati, e a un generale resoconto degli elementi storici e geografici più rilevanti della Dacia.
Non ho bisogno di raccomandarti il riguardo e la discrezione necessarie nel custodire questo materiale, pericoloso per la stabilità dell’Impero non
solo per i fatti puri e semplici che esso riporta, quanto piuttosto per le cupe e spaventose verità che tali medesimi fatti rappresentano: esiste un altro
mondo sotto quello che conosciamo, nascosto dietro le apparenze e il fragile velo della civilizzazione romana, a malapena concepibile senza provare
orrore e raccapriccio. C’è un altro mondo al di sotto del nostro, dicevo, ed esso è un mondo di tenebra.
Noterai che molte parti di questi documenti e papiri confidenziali riportano eventi e circostanze nella forma di dicerie, leggende, miti antichi e
notizie frammentarie: questa è purtroppo la condizione generale delle informazioni in nostro possesso. A volte esse sembrano esagerate e inverosimili,
altre volte talmente criptiche ed enigmatiche da avere poca utilità per i nostri scopi. Eppure non una parola è di troppo, non una illazione vi è
aggiunta senza motivo e non una versione qui riportata è priva di qualche credito. Quali poi siano le verità fattuali dietro questi misteri e indizi
avremo, temo, modo di scoprirlo molto presto.
Come dicevamo anche in altra sede, le nubi della tempesta si vanno assommando sopra i cieli del nostro confine nordorientale e la bufera si abbatterà presto
contro il nostro bastione. Allora scopriremo quanto di quello che ti ho riportato rappresenta verità e quanto invenzione!
Come sempre accade, i Custodes inviati in missione in queste regioni, per dirimerne i misteri e gli intrighi, ci daranno in futuro materiale per
aggiungere dettagli ulteriori a queste notizie o definirle con maggiore precisione.
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RELAZIONE SULLA DACIA
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RELAZIONE SULLA DACIA
do generale i fatti più importanti che riguardano l’intera provincia. dimensioni e inondando campi e strade: guai a coloro che devono
La prima cosa che la mia penna preme di trascrivere è che le condi- viaggiare lontano dalle vie più trafficate e protette, o al di fuori dei
zioni naturali del paese sono dure e angoscianti per chi è nato come mesi estivi!
me sulle dolci sponde del Mare Internum: se le estati sono tutto Nonostante questa terra sia annessa e pacificata da secoli, la Dacia
sommato temperate e tollerabili, i mesi invernali sono gelidi e cru- appare inoltre ancora oggi come un paese di conquista e colonizza-
deli, e le terre più alte ed esposte continuamente vessate da bufere zione, la cui gestione è complessa e problematica, sia per i moti e il
di neve e ghiaccio, mentre anche le più riparate sono comunque malcontento interni, che per il fronte aperto verso il nordest del con-
vittima di venti feroci e nevosi. tinente. A questi problemi mondani non possono non aggiungersi
Le notti dei mesi più freddi sono lunghissime e buie, letali per chi i terrori della notte e i tenebrosi pericoli delle selve, delle cime e dei
si ritrovi all’addiaccio, e perfino la fiamma del focolare e le acque sepolcri, tanto che non vi è una singola contrada che non conti uno
del calidarium difficilmente riescono a tenere lontani geloni e in- o più di questi perigli innaturali. Questa terra è luogo di elezione dei
tirizzimento. Allo stesso modo, autunno e primavera sono colpite Nosphorati, i “Portatori di Pestilenza” nel dialetto di Gades in Iberia
da piogge interminabili, possenti nubifragi, tempeste di tuoni e dove per primi sono stati avvistati, anche detti Dèi del Sangue, ma
fulmini, rovesci e acquazzoni formidabili e improvvisi. Sono anche anche dei loro servi e della loro progenie, di terribili creature in grado
queste le stagioni in cui, rispettivamente per le precipitazioni e per di mutare la pelle e divenire lupi, come di stregoni e adoratori di
lo scioglimento dei ghiacciai, i fiumi esondano nelle valli, i fianchi divinità oscure, di spettri talmente numerosi da radunarsi in legioni,
dei monti franano, i guadi scompaiono, i ponti di legno vengono come di belve mostruose e sanguinarie... e tutto questo non fa che
travolti e le vie si trasformano in piste fangose. Le paludi e gli acqui- rendere un incubo la vita quotidiana di tantissimi abitanti. E tutti
trini della regione, già abbondanti in estate, si espandono inoltre questi oscuri prodigi rappresentano le minacce più terrificanti e te-
considerevolmente durante questi mesi, spesso quadruplicando in mute della regione, ben oltre quelle suscitate dai Vandali e dai Goti.
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RELAZIONE SULLA DACIA
Non c’è bisogno, quindi, di ignorare in questa relazione una in- Un’altra genia di terrori che angosciavano i primordiali abitanti
negabile verità, ben nota a Romani e Daci: se non vi fossero le della regione era poi quella dei Daigerna (“pelli di lupo”), bestiali
immense miniere d’oro dei Monti di Ponente, l’Impero avrebbe po- creature dai tratti di lupo e di uomo, forti come possenti guerrieri e
tuto assieparsi molto più facilmente alla riva destra del Danuvium, feroci come belve, simili ai Versipellis della tradizione occidentale.
senza bisogno di valicare questo maestoso corso d’acqua e occupare La relazione dei Daci con i Daigerna, con i Balauri e con i No-
una provincia così sinistra e pericolosa. sphorati era tuttavia sfumata, perlomeno a discernere quanto essi
Dalla conquista di Traiano sono invece ormai trascorsi oltre tre se- tramandano nelle loro più oscure superstizioni: a volte questi esseri
coli, con varie ondate di conquista, ritiro e consolidamento, e la erano implacabili persecutori delle loro famiglie e confraternite, al-
colonizzazione della provincia è un dato di fatto. Viaggiando per tre volte venivano invocati come protettori, altre volte ancora, si
il paese in lungo e in largo, i milites e i mercanti calcano ormai narra, questi mostri più o meno spietati guidavano le loro stesse
da generazioni le strade di Roma, si difendono dietro le mura e le armate contro altri nemici. Quale che sia la verità di quei tempi
fortificazioni di Roma, si dissetano alle fontane di Roma, si incon- dimenticati, oggi ce ne rimangono solo racconti tramandati attra-
trano nei fori di Roma, commerciano in denari coniati da Roma, verso centinaia di generazioni, privi di ogni possibile elemento cui
trattando nella lingua dei nostri padri. Così tanto lungi si è spinta appigliarsi per discernere l’antica verità di quei fatti dalla leggenda.
Roma nell’oriente del mondo! Poco altro storici e sapienti ci riportano dei Daci delle origini: come
Queste terre barbare e selvagge, oggi in parte domate, mostrano detto essi vivevano radunati per famiglie in rifugi ben difesi, scava-
tuttavia agli occhi dei poeti e degli studiosi come doveva essere la ti nel suolo o ricavati in spelonche, erigevano sepolcri e complessi
foggia del mondo prima dell’avvento dell’uomo o durante l’età sotterranei oggi quasi del tutto perduti o sepolti, conoscevano una
dell’oro: altipiani, foreste e montagne mai calcate da piede umano, scrittura basata su pittogrammi ieratici e di significato mistico, la cui
dimora di spiriti e belve, si estendono interminabili sotto cieli sel- compilazione è oggi appannaggio di pochi sapienti. Praticavano inol-
vaggi che pochi occhi hanno mai interrogato. tre profezia e divinazione, arti segrete diverse da quelle della nostra
tradizione, dalla Scholomanzia alla demonolatria dei barbari, ma an-
che quelle dottrine sono oggi quasi del tutto dimenticate e perdute.
DAL FOLTO DELLE
FORESTE PRIMORDIALI GLI OSCURI TERRORI
Poco si conosce dei primi Geti e degli antichi Daci, le popolazioni DELLA NOTTE
che abitavano questi luoghi nel passato più remoto, antecedente alle
vicende storiche registrate dagli studiosi. Secondo i saggi, e in accor- Sarebbe stato a seguito delle angherie subite da mostri e nemici
do alle loro stesse tradizioni, i Daci vagavano già per queste terre al primordiali che queste genti partorite dalla terra avrebbero rivolto
pari dei Cimmeri e degli antenati dei Traci nell’indefinibile trascorre- le loro preghiere al più mistico e nascosto degli dèi: Zalmoxis il
re dei secoli prima della fondazione di Roma e della guerra di Troia, Nero, contemporaneamente Dio del Cielo e degli Inferi, della Terra
quando il mondo era coperto da selve senza nome e senza fine. e dei Misteri.
Essi ritengono di esser stati già allora un popolo di guerrieri e com- Questa divinità reietta e sconosciuta, altrove nota come Sabazios e
battenti formidabili, emerso dalle nebbie del tempo e radunatosi spesso dai vicini Traci confusa per Dionysus, è un grande mistero
assieme nel nome degli antenati e sotto i loro Draci, vessilli dal cor- anche per i nostri auguri e sapienti. Si narra che egli venisse venera-
po di drago e la testa di lupo che i nostri eserciti hanno poi ripreso to in rituali orgiastici e cruenti, che donasse vita e morte ai Daci e
da loro e con i quali oggi adorniamo i nostri stendardi. che a volte si manifestasse sotto forma di un immane serpente o di
Queste bande di guerra delle origini sarebbero state suddivise in un Balauro, con il torso e il capo di un dio, similarmente a quanto
ancestrali formazioni familiari e confraternite marziali, radunate si tramanda riguardo Tifone... e i miti sacri riportano tanti altri
sotto i diversi Draci delle varie ripartizioni tribali dell’epoca, tanto dettagli oscuri e contrastanti!
che parrebbe che il loro nome derivi da quelle stesse ferali maniche Le leggende sono tuttavia concordi su un aspetto: la conversione
a vento di cui tanto vanno orgogliosi. di tutti i Daci a questo dio, avvenuta al tempo del nostro antico
In quella tarda età dell’oro, quando il loro mondo era un’unica Regno. Vessati e tormentati dagli Dèi del Sangue e da ogni sorta
interminabile foresta, essi vivevano nomadi o seminomadi, rifu- di orrore innaturale, angosciati da fame, freddo, guerre e malattie,
giandosi in ripari costruiti nel terreno e foderati di terra e zolle, al i Daci si volsero a Zalmoxis per ottenerne la feroce protezione e
contempo luoghi dove sfuggire ai rigori dell’inverno, nascondersi riscattarsi dall’orlo della definitiva rovina, e Zalmoxis diede loro
dai nemici e proteggersi dalle belve. armi e amuleti con cui difendersi. La conversione avvenne in po-
Le loro leggende risalenti a quel periodo primordiale già parlavano chi anni, i Daci passarono al culto di Zalmoxis e i nuovi sacerdoti
dei Balauri, bestie colossali dalla testa di lupo e il corpo serpentino del suo credo divennero di colpo la casta dominante della regione.
che gli stessi loro Draci rappresentavano, mostri della selva e delle Questi magi e cultisti esistono ancora nella nostra era e sono noti
paludi che incarnavano il nemico principale del loro popolo, fatta oggi con il nome di Scholomanti, per via della “Schola Nigra” che
eccezione per gli antichi Dèi del Sangue che già allora a quanto pare essi frequentano per consacrarsi a Zalmoxis. Per entrare nella loro
vessavano le loro esistenze. setta non basta, oggi come allora, la fede, ma segni e portenti de-
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RELAZIONE SULLA DACIA
UN POPOLO DI GUERRIERI
Fu allora che questo popolo di sopravvissuti prese tra le mani il
proprio destino e divenne l’insieme di genti combattenti che abbia-
mo conosciuto, sviluppando fino all’eccellenza le arti belliche che
ancora li contraddistinguono: non adatti o versati nelle strategie di
campo aperto o negli assedi, essi divennero imbattibili nelle terre
selvagge come scorridori, guastatori e pattugliatori.
I più antichi fatti storici che li nominano rendono già loro onore
come formidabili combattenti, razziatori, cacciatori di mostri e di
nemici, mai domi, mai timorati della morte, mai cedevoli alla resa. torri, scarpate e cenge rocciose le loro rampe, le loro scalinate segre-
E ancora oggi, quando essi decidono di seguire un capo o un ideale, te, i loro passaggi, e in cima a erti pendii essi costruirono villaggi e
sono coraggiosi oltre ogni dire, senza temere la morte in battaglia fortilizi imprendibili, vicini al cielo e circondati da montagne.
per sé e persino per i loro cari, se questa è ritenuta onorevole. Che questa non vi sembri una semplice divagazione storica, poiché
Secoli prima dell’inizio della storia, essi avrebbero così dunque difeso i tutt’oggi avviene che quelli tra i Daci che ancora si nascondono e
loro evanescenti confini dall’avanzata di Germani, Sciti e Galli, rima- sfidano Roma conoscano a menadito i resti e la posizione di tali
nendo forse incapaci di battere queste nazioni con la forza diretta, ma luoghi muniti e celati alla perfezione, e li usano per nascondersi e
tuttavia in grado di tenerle a bada e costringerle ad allontanarsi, tramite attaccare le nostre armate!
continui assalti, manomissioni e agguati, sempre seguiti da fulminee
ritirate tra le foreste, che lasciavano i campi di battaglia privi di tracce.
Furono essi a lungo federati in regni e imperi del più lontano passa- DACI, GETI, MAGIARI E SCITI
to, di cui nessuno ricorda più il nome, e con i loro re tennero testa
a Greci, Macedoni e Persiani, asserragliandosi quando necessario Storici e geografi del passato hanno più volte tentato di catalogare
nella perduta città di Malva, la loro antica capitale. ed elencare le tribù e le consorterie dei Daci, finendo per smarrirsi
Le loro fortezze divennero allora roccaforti possenti erette nei punti in una selva di famiglie, nazioni e popoli dalla difficile attribuzione
migliori del paese, colli e altipiani, a presidio di strade, fiumi e dinastica e ripartizione territoriale. Delle antiche genti che abitava-
risorse naturali. Con la più dettagliata e completa dimestichezza no queste terre prima della venuta di Roma, esistevano oltre quin-
del territorio, essi usavano grotte, burroni, cunicoli naturali, stra- dici tribù differenti, ciascuna delle quali, a sentire gli anziani delle
piombi e pareti di roccia come fossero fortificazioni e strumenti di famiglie più in vista, discendeva direttamente da re dimenticati, e
difesa, aggiustando con l’ingegno e l’abilità degli uomini di foresta prima ancora da spiriti numinosi e, in prima battuta, da Zalmoxis
e montagna quello che la natura terribile del loro paese già offriva stesso. Ognuna di queste tribù si distingueva per storia, cronaca e
loro. Mura di macigni e blocchi di roccia vennero erette per difen- vicende arcaiche, per usi e costumi, per i colori delle vesti e delle
dere le loro piazzeforti, alture e cumuli di pietre divennero le loro pitture che essi usavano in guerra o agli incontri rituali, per la fog-
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RELAZIONE SULLA DACIA
gia dei loro vessilli di drago, per le terre abitate o per l’origine e le regione. Non solo infatti l’autorità dell’Imperatore deve tenere a
leggende ancestrali che li riguardavano. bada stranieri e barbari, invasori e razziatori, predoni e briganti, ma
Alcuni di costoro venivano assegnati da tali cronache orali alla almeno una volta l’anno queste famiglie sparse per le contrade del
grande famiglia dei Daci, altri a quella dei Geti. E, tuttavia, solo paese decidono di muoversi guerra o ripagare vecchi odi con rinno-
costoro conoscono le differenze tra queste due antiche e primigenie vati atti di sangue, gettando intere contrade nel tumulto. Quando
divisioni, mentre per noi tali nomi oggi sono semplicemente sino- poi le legioni di Roma intervengono per sedare tali conflitti, dalle
nimi che rappresentano lo stesso popolo. motivazioni incomprensibili e prive di ogni rilevanza, la nostra ope-
Vi sono poi nel paese altre tribù, presenti anch’esse da tempi incal- ra di pacificazione viene vista come una indegna intrusione negli
colabili, che appartengono a popoli diversi e differenti nazioni, e affari dinastici delle loro famiglie e gli sguardi verso di noi si fanno
sono per vari motivi oggi stanziate all’interno dei confini di Dacia: se possibile più torvi.
stirpi di origine tracica, sarmatica, gallica e magiara, e ancora Sciti,
Cimmeri, Goti e Vandali, retaggio di invasioni e incursioni che la
storia ha parzialmente dimenticato. Sebbene per noi tali differenze ROVINE ANCESTRALI E
siano a malapena rilevanti, tutti costoro appaiono agli occhi delle
tribù più rigorosamente daciche come corpi estranei che calcano SEGRETI DEL MONDO
senza diritto la loro terra, quasi al pari dei Romani. Molti di costoro
hanno inoltre finito per mescolare il proprio sangue e le proprie Se dunque questi Daci di cui ti ho parlato finora erano così for-
usanze con quelle propriamente daciche, affidandosi alla protezio- ti, così indomiti e così feroci, e se avevano trovato in Zalmoxis
ne di Zalmoxis, e pertanto le originarie differenze si fanno di gene- un invincibile patrono celeste, chiederai, com’è possibile che noi
razione in generazione sempre più sfocate e incerte. Romani siamo riusciti a piegarli, vincerli e assoggettarli? A questa
Quello che invece è indubbio è che tale frammentazione di popoli e domanda, ogni originario abitante del paese risponde allo stesso
tribù sia causa ancora oggi di numerose rivalità interne, faide seco- modo. Le misteriose verità della Schola Nigra sono contraddittorie
lari e dissidi, che in un modo o nell’altro alimentano i tumulti della ed enigmatiche, ma vi è una tradizione che pare emergere con una-
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RELAZIONE SULLA DACIA
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RELAZIONE SULLA DACIA
I più fedeli tra i Daci agli Dèi delle Montagne sono gli Agatyrsi,
un’altra delle tribù secondarie del paese, e costoro hanno fama di
essere genti ancor più rudi e tenaci dei comuni Daci, seppure non
efferati e brutali come gli Androfagi.
Gli Agatyrsi dominano le antiche fortezze sui monti, a parte quelle
regioni che, a causa delle miniere d’oro, sono sotto il diretto con-
trollo romano, e da essi proviene la maggior parte dei Capnobati.
Essi sono soliti dipingersi il corpo e i capelli di blu, in onore del
Cielo e delle forze primordiali che venerano, allevano cavalli dalle
incredibili capacità di corsa, resistenza e arrampicata, che dicono
essere discendenti degli stessi Anemoi, accumulano mucchi d’oro
senza fine nei loro castelli alti sopra le nubi e si dice possano piegare
perfino le arpie alla loro volontà, essendo questi dei mostri che infe-
stano i loro monti e considerati un’altra discendenza degli Anemoi.
LA CONQUISTA
Nonostante questa terra fosse brutale e selvaggia come le genti che
la abitavano, la gloria di Roma non ne è rimasta offuscata neppure
per un istante, quando la prode volontà dei nostri gloriosi Impera-
tori ha deciso di annetterla al controllo dell’Impero.
All’epoca del nostro arrivo così a nordest, la capitale dei Daci era
Sarmizegethusa, una piazzaforte eretta in cima a una rupe dall’al-
tezza vertiginosa, che a sua volta controllava una catena di fortezze
di montagna ritenute imprendibili. E se pensate che i signori dei
Daci si accontentassero di un tenore di vita frugale e marziale, sap-
piate che all’epoca quella città era una piazzaforte impressionan-
te, distribuita su cinque diversi terrazzamenti, con ampie e spes-
se mura, luoghi di preghiera e raduno della popolazione in armi,
acqua corrente e ogni sorta di presidio necessario al controllo del
paese, alla sua amministrazione e alla sua difesa.
Dapprima l’indomita resistenza di questi barbari ha messo a dura
GLI DÈI DELLE MONTAGNE prova, questo è vero, le legioni di Domiziano. Pochi anni dopo, tut-
tavia, Traiano rivolse pienamente l’attenzione di Roma verso questo
Assieme al culto di Zalmoxis, alle scaramanzie contro gli orrori del paese e ne attuò finalmente l’annessione all’Impero, dopo una serie
proprio paese e al culto superficiale tributato agli Dèi dell’Impe- di battaglie e una finta resa da parte di re Decebalo, poi prontamen-
ro, vi è un’altra credenza estremamente radicata nella regione, ed è te ritirata quando le armate di Traiano erano lontane.
quella che viene rivolta agli Anemoi, gli Dèi delle Montagne. Infuriato per tale tradimento, Traiano mosse nuovamente le legioni
Il culto di questi dèi risale alla religione dei Greci e probabilmente è di Roma verso la Dacia, stavolta con l’obiettivo di sradicare ogni
giunta quassù in Dacia assieme ad antichi colonizzatori provenienti possibile resistenza.
da sud. I Daci non ricordano i nomi precisi degli Anemoi, né i loro Centinaia di migliaia di combattenti scesero in campo e queste ter-
singoli attributi, ma essi li adorano come potenze selvagge del cielo e re furono imbevute di sangue per molti mesi.
della natura indomabile, della montagna e delle tempeste. Le preci agli Infine, la seconda campagna militare terminò con la distruzione di
Anemoi sono semplici scaramanzie lanciate per proteggersi contro i Sarmizegethusa e la capitolazione di tutte le tribù, mentre l’intera
morsi del gelo, la furia dei venti e le condizioni atmosferiche più avver- aristocrazia di Dacia periva o si toglieva la vita assieme a Decebalo,
se, ma per questi uomini schiacciati dalla natura tali forze primigenie per l’onta della sconfitta e per evitare ulteriori e infamanti ritorsioni.
sono quanto di più reale e impellente si possa temere e onorare. Anche La Dacia fu dunque sottomessa, catturata e annessa all’Impero.
se gli Anemoi sono temuti da tutti gli abitanti della regione, il loro Milioni di libbre d’oro e d’argento vennero raccolte e riportate a
culto è maggiormente diffuso sui Montes Sarmatici e i Montes Carpa- Roma, assieme a centinaia di migliaia di prigionieri di guerra, che
tes e i sacerdoti-stregoni che maggiormente sono in grado di onorarli animarono il Trionfo dell’Imperatore. Le numerose tribù e con-
e aggiogarne il potere sono detti Capnobati, “coloro che camminano sorterie locali, domate e aggiogate con la forza, non sono mai più
tra le nubi”. Sulle mistiche facoltà di questi maghi delle tempeste non tornate agli splendori e alla libertà del passato, mentre lo sfrutta-
sono note testimonianze dirette, ma si dice che essi sappiano aggiogare mento delle immani miniere d’oro del Quadrilatero finalmente
i fulmini, volare in cielo da una cima all’altra e placare i rigori del clima. poteva iniziare.
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RELAZIONE SULLA DACIA
Se tuttavia riassumo qui questi fatti, lontani nel tempo, non è per Dapprima furono i Vandali, assieme ai popoli a loro alleati e con-
riportare alla memoria eventi così noti e fondanti per la storia di federati, a cercare di invadere questa regione e da lì trovare un var-
Roma, quanto per chiarire i motivi di una odierna minaccia e di un co per l’Impero. Tre secoli orsono i due re di quelle orde, Raus e
pericolo oggi molto sentito. Raptus, guidarono una vera e propria invasione di massa contro
Un’intera generazione di Daci è stata allora distrutta, decine di mi- la Dacia. Il limes dapprima cedette, poi truppe fresche vennero in
gliaia di guerrieri nel fiore degli anni sconfitti e lasciati sul terreno, supporto delle legioni daciche e i Vandali e i Germani furono as-
accanto a migliaia di altre vittime di guerra. Questa quantità in- soggettati e ricacciati indietro. Per decenni la pressione vandalica
calcolabile di morti ha segnato il paese e il suo paesaggio. I luoghi continuò a farsi sentire e fu compito dei più savi Imperatori e dei
delle grandi battaglie, come i passi delle Porte di Ferro e della Torre migliori generali della regione operare, a volte con l’oro e altre volte
Rossa, sono oggi contrade talmente infestate da larve e lemuri da con l’acciaio, per arginare queste tempeste di lame e mettere i ne-
essere invalicabili. mici di Roma gli uni contro gli altri.
Paludi, burroni, piane e foreste che furono teatro di massacri e La faziosità di stirpi, tribù, capi e federazioni ci favorisce, allora come
scontri minori possiedono così ancora oggi un loro ricco campio- oggi. Roma è salda e unica, i suoi intenti univoci, le sue armate agi-
nario di terrori e pericoli innaturali, dalle carcasse rianimate che scono di concerto. I nostri nemici invece, per fortuna, sono divisi e in
ancora vagano per queste parti ai terribili Gelloi che si pascono continua bega tra di loro per la supremazia o per semplici questioni
dei resti ormai coriacei di quei morti, in attesa di carni più fresche. territoriali, dinastiche o di bottino. E questo ha contribuito per secoli
Gli stessi nostri genieri hanno dovuto riprogettare molte vie della a mantenere la regione sotto il nostro controllo, seppure mai, nep-
regione, trovando nuovi e più lunghi tracciati per aggirare tali pla- pure per un giorno soltanto, i nostri legionari hanno potuto dormire
ghe maledette. con la tranquillità che si deve ai giusti in tempo di pace.
La stessa Sarmizegethusa è stata abbandonata da secoli per un mo- Alemanni, Marcomanni, Quadi, Iutungi, Iagizi, Eruli, Burgundi,
tivo molto preciso: lì i Morti hanno ancora il loro regno, i Lemuri Varinni, Carini, Gutoni, Rugi, Silingi e cento altri popoli come
hanno una corte e le Larve un sovrano. L’Ultimo Re è chiamato questi premettero sul confine settentrionale del paese per secoli,
questo spirito sovrano che siede oggi su troni disfatti e tra rovine sempre all’attacco. E sempre tutti costoro sono stati ricacciati in-
ammuffite, in saloni su cui batte incessante la pioggia e striscia il dietro, grazie al favore degli dèi e all’eccellenza dei nostri eserciti.
gelo dell’inverno. I Daci esitano a pronunciarne il nome e gli do- Non si faccia tuttavia l’errore di considerare queste popolazioni
nano appellativi come il Sire Tetro, il Re delle Lacrime, il Re della solo un’accozzaglia di genti barbariche, indistinguibili e feroci. Tra
Pioggia e il Re degli Spiriti. I romani invece amano usare un appel- di loro vi sono eccelse tradizioni mistiche e militari, doni di pro-
lativo maldestro, irrispettoso e sgrammaticato, sebbene lo temano fezia e di sapienza offerti dagli dèi, generali capacissimi e nobili
e se ne tengano bene alla larga. “Deceditus” quel nome, e che sia intenti, tutte cose che quando è stato possibile abbiamo tentato di
questi l’anima inquieta dell’ultimo re dei Daci, nessuno ne ha mai riportare sotto il comando di Roma, in Dacia come altrove.
avuto dubbio. Visimaro, Godisigelus, Gunderico, Genserico e altri sono i nomi
dei loro re più valenti e accorti, a volte indomiti nemici, a volte
prodi alleati di Roma.
SOTTO IL TALLONE Allo stesso tempo, anche i Goti emergevano dal grande Mare Bar-
baricum dell’Europa nordorientale e iniziavano a premere sul limes
DELL’IMPERO dacico e tracico: Ermanarico, Atanarico, Radagaiso e Alarico furo-
no i più celebri sovrani di questi popoli, possenti strateghi e valorosi
La vera storia della provincia di Dacia cominciò allora, un paese combattenti. Nessuno di costoro è mai riuscito a prevalere su di
sconfitto e domato trasformato in un fronte difensivo contro le noi, ma chi può dire cosa ci riserva il futuro? Forse un barbarico
orde provenienti dal Mare Barbaricum oltre il limes, indispensabile discendente dei perduti Cimmeri oggi agita i sonagli furioso in una
come prima linea di difesa contro Unni, Goti e Vandali, nonché culla di pelli, gli occhi chiari come acqua gelata e i capelli neri e
per le sue impressionanti miniere d’oro, le più grandi del mondo fluenti, in attesa di crescere quanto basta per cavalcare alla testa di
conosciuto. possenti armate contro di noi e rovesciare i vessilli dell’aquila... o
A parte episodi minori di rivolta e brigantaggio, e ai pericoli as- impadronirsene! Cosa ci riserva il futuro, oltre la tempesta che con-
sociati ai luoghi più impervi e sperduti, dal secolo di Traiano la tinuamente imperversa contro il nostro confine, neppure gli dèi ce
Dacia è saldamente rimasta nelle mani di Roma, né minacce tanto lo hanno ancora rivelato!
gravi da portare alla perdita della provincia sono mai più scaturite
dall’interno dei suoi confini.
Sono tuttavia il limes e le terre selvagge che costituiscono il Mare
Barbaricum ad aver causato preoccupazione e portato la Dacia più
volte sull’orlo della guerra.
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RELAZIONE SULLA DACIA
LA COLONNA
DI TRAIANO
Le fasi salienti delle guerre di
Dacia sono rappresentate sulla
straordinaria Colonna di Traiano
che si erge da allora nel cuore di
Roma, al centro del foro fatto co-
struire dall’Imperatore al proprio
ritorno. Come sai, anche l’inter-
no della Colonna è dedicato alla
Dacia. Nel basamento si trova
una sezione ufficiale delle biblio-
teche dell’antistante Basilica Ul-
pia, aperta al pubblico.
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RELAZIONE SULLA DACIA
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RELAZIONE SULLA DACIA
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RELAZIONE SULLA DACIA
resta del mondo, l’interminabile terra selvaggia che si estende fuori È anche qui che si svolgono i primi commerci con le genti setten-
dal nostro confine e, in parte, appena dentro di esso. trionali e il luogo dove i loro mercanti, dopo aver correttamente
Solo guide, esploratori e cacciatori esperti si trovano a loro agio in ottemperato alle disposizioni doganali, sono ammessi a vendere i
questi territori e per essi vi è di sicuro impiego e ricchezza qui: gli beni che si producono nei regni barbarici del nord: pellicce, oro,
animali selvaggi vi abbondano, così come le mansioni più legate ambra, gemme, artefatti in avorio e osso e altre ricchezze similari.
alla guerra come pattugliamento, esplorazione e guasto. La città è anche dotata di strutture sacre e pubbliche di rilievo,
erette come punto di incontro tra diverse culture e come momento
à POROLISSUM,
IL QUARTIER GENERALE DEL NORD
di svago per i legionari a riposo o in libera uscita: bagni, dogane, un
piccolo ma funzionale anfiteatro, persino teatri e luoghi di culto.
La città fortificata di Porolissum è il centro più importante della re- Tra questi ultimi vanno citati il Tempio di Giove, il principale della
gione, dove risiede il comando centrale delle armate qui radunate. città per il Culto Ufficiale, quello di Libero, protettore degli ecces-
Nato per scopi puramente bellici, il centro divenne un municipium si, del vino e della vita più dissoluta, molto amato dai legionari in
già secoli orsono e oggi è un presidio di controllo per tutto que- città, e quello di Nemesis, che estende la sua protezione sui giochi
sto territorio selvaggio, oltre che un avamposto commerciale verso il dell’anfiteatro e sulle morti a cui i partecipanti possono incorrere.
Mare Barbaricum a nord. Nonostante la sua natura militare sia pre- La maggior parte dei giochi sono qui dedicati allo scontro con be-
valente e la legge marziale ne regoli molti usi e costumi, Porolissum stie e mostri delle foreste della regione, ma anche a combattimenti
è un centro mercantile e di frontiera molto vivace, dove persino i più o meno violenti con campioni provenienti dai regni barbarici,
barbari e i federati dell’Impero sono ammessi, pur con stringenti di- che giungono in città per distinguersi come lottatori e guerrieri, e
sposizioni di sicurezza. Qui è possibile per i Custodes conoscere mol- spesso prevalgono sui gladiatori daci o imperiali.
te delle manovre e delle strategie che regolano il controllo del limes,
e venire investiti di missioni e compiti di pattugliamento e sicurezza,
come la perlustrazione di zone e luoghi innaturalmente pericolosi,
à NAPOCA, NELLA MORSA DI ZERCONE
Anche il centro di Napoca era all’inizio un semplice insediamento
le ritorsioni e l’arginamento delle scorrerie degli abietti Androfagi, militare romano, poi cresciuto fino a diventare un borgo vero e pro-
la consegna di dispacci, l’indagine sui tanti pericoli del confine e dei prio. A differenza delle vicine Porolissum e Potaissa, allineate sul-
monti, la caccia a Balauri e altre belve che infestano i boschi. È anche la medesima via che dal confine discende verso sud in direzione di
il luogo privilegiato per incontrare spie gote e vandale, esploratori in Apulum e Ulpia Traiana, sembra che negli ultimi anni la gestione
partenza o di ritorno da missioni oltre il confine, informatori, guide, di Roma sia stata lasciata in mani meno capaci e l’amministrazione
guastatori e alleati di Roma. Da qui parte inoltre la catena di fortezze della cosa pubblica ne abbia molto risentito. Qui la percentuale di
che sorvegliano il settentrione fino ad Angusta, nella Dacia Apulen- Daci e altre genti locali è molto alta, gli Avari hanno uno dei loro
sis, città-fortezza rivolta verso oriente. accampamenti più grandi e tanti sono i dissidi, i tumulti, i traffici e i
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RELAZIONE SULLA DACIA
IL NANO DI NAPOCA
Zercone
Valore: DV6
1 dado: De Bello, De Corpore, Punti Vita
2 dadi: -
3 dadi: De Societate, Ratio, Sensibilitas
Punti Vita: 6
Armi: Pugio (Danno 3)
Protezioni: Nessuna
In un mondo violento e ingiusto anche per i guerrieri più dotati, per riuscire a sopravvivere e prosperare come ha fatto Zercone,
pur essendo un nano, bisogna avere la statura interiore di un gigante. Questo Zercone lo sa bene e questo lo hanno intuito anche
tutti coloro che hanno avuto a che fare con lui e hanno saputo vedere oltre le apparenze.
Della razza dei Mauri, in gioventù comprato e venduto come giullare dal generale Aspar, dal re degli Unni Bleda, da suo fratello
Attila, dal generale Ezio, dall’Imperatrice Galla Placidia e dal padre di Odoacre, Zercone è riuscito a sopravvivere e prosperare in
un periodo di guerre e tradimenti continui, fino a trovare il proprio posto al mondo come vero signore del crimine della provincia,
sempre un passo avanti a ogni intrigo, imbroglio e complotto.
Corto di gamba e gobbo di spalle, con i piedi storti e il naso rivelato solo dalle narici, Zercone potrebbe sembrare a prima vista grot-
tesco e ridicolo, ma giudicarlo solo dalle apparenza sarebbe un madornale errore. Dietro il suo aspetto bizzarro si nasconde un’intelli-
genza sovrumana e un animo saggio.
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RELAZIONE SULLA DACIA
Per il resto, Potaissa appare ai viaggiatori come un castrum ben mu- re da muro di contenimento per eventuali invasioni da settentrione.
nito e ben organizzato, dalla gestione impeccabile. Non ricco come A nord di questa via si trovano le terre occupate un tempo dai co-
i centri nati attorno al controllo e allo sfruttamento delle miniere siddetti Daci Liberi e oggi da regni e domini dei Vandali e dei loro
del Quadrilatero d’Oro, ma di certo ambito e prospero. alleati. Giorno e notte le nostre truppe vegliano su questo confine,
cercando di avvistare i movimenti di truppe nemiche prima possi-
à LA CATENA
DELLE FORTEZZE SETTENTRIONALI
bile. Lungo tale catena di piazzeforti corre una strada ben munita
e rialzata, essa stessa un presidio di difesa visto il terrapieno che la
Da Porolissum ad Angusta, la via che costeggia il limes settentrio- sorregge per molti tratti e fa in modo che possa fungere anche da
nale conta oltre venti tra accampamenti, torri di vedetta e fortez- fronte di combattimento per le legioni, oltre che per i movimenti
ze, tutte mantenute costantemente all’erta e in allarme. Accanto ai strategici. L’intera linea difensiva, da Porolissum ad Angusta è lunga
centri fortificati, vi è poi una serie di palizzate, barricate, presidi di circa sessanta miglia, che possono essere percorse molto rapidamen-
vario genere che costituisce il primo fronte di difesa vero e proprio te da corrieri a cavallo che dispongano di cambi freschi.
della regione, sebbene nessuno di questi tratti possa davvero funge-
Legionari in missione. I Custodes incrociano un gruppo di soldati in missione (o che stanno uscendo dall’accampa-
11 mento per una consegna speciale). Sembrano particolarmente furtivi e timorosi, e il loro incarico è davvero perico-
loso. Se solo qualcuno potesse aiutarli...
La carezza degli Anemoi. All’improvviso, il vento cambia direzione due o tre volte e delle brezze imprevedibili sferzano
12 il volto dei Custodes. È “la carezza degli Anemoi”, come la chiama la gente del posto. I Custodes che non si sottraggono
a tale fenomeno e anzi mormorano un breve ringraziamento a questi numi, possono recuperare 1d3 Pietas.
La spia dei Goti. I Custodes incontrano un ricco e affabile mercante, che offre loro dei prezzi di favore sulla propria
merce. L’uomo è un gran chiacchierone e si offre di aiutare i personaggi solo per sapere cosa li affligge e quali sono i
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loro affari. È in realtà una spia al soldo di un duca goto, che staziona nelle terre proprio a nord del confine, in attesa
delle sue missive.
Contrabbandieri di sale. I Custodes si imbattono in una coppia di cialtroni simpatici e un po’ sbruffoni che traffica
in sale di potassa, una sostanza non molto preziosa, ma che garantisce loro un piccolo giro di affari. I Custodes pos-
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sono decidere se consegnarli alle autorità o usarli per conoscere qualcosa in più sui criminali della regione. E anche la
loro merce, se appositamente sequestrata, potrebbe avere una certa utilità...
Legionari in libera uscita. Questi soldati sono in licenza per la prima volta da mesi e hanno intenzione di divertirsi
15 senza guardare in faccia a nessuno, ben sapendo che i loro ufficiali chiuderanno un occhio verso molte delle loro
possibili “incontinenze”. I Custodes possono prenderli dal verso buono o rimetterli un po’ in riga.
Disertori. In accampamento oppure all’aperto, i Custodes si imbattono in un manipolo di legionari che si compor-
tano in maniera guardinga e nervosa. Interrogandoli e confrontando le risposte con le proprie conoscenze su turni e
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consegne dei legionari della zona, i Custodes possono rendersi conto che si tratta di disertori che stanno pensando di
fuggire verso le terre dei Goti, per poi scambiare con la propria vita le informazioni in loro possesso.
Inquietanti presagi. All'improvviso, anche se completamente fuori stagione, una scarica di chicchi di grandine rossi
17 come sangue e grandi come ciottoli si abbatte attorno ai Custodes. Con un rituale appropriato, i Custodes possono
trarne un presagio su quanto stanno per affrontare.
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RELAZIONE SULLA DACIA
Una staffetta in difficoltà. Un giovane inviato da un vicino accampamento vaga stremato nella neve, ferito o dopo
26 aver perso la propria cavalcatura. È latore di un messaggio molto importante, che va consegnato prima possibile, ma
la direzione da percorrere è molto diversa da quella dei Custodes.
Lupi affamati. Discesi dalle montagne, fuoriusciti dall’ombra di fitte foreste, questo branco di fiere è in cerca di prede
27 e talmente disperato da assalire perfino un contubernium di Custodes armati fino ai denti. Usare la scheda dei Lupi
(1,5:1, +1 Capobranco con DV6).
Rivoltosi. Una cricca di fuorilegge daci si nasconde nelle terre selvagge di questa contrada. Sono giusto un manipolo,
28 ma estremamente violento e motivato contro gli inviati dell’Impero. Conoscono diversi segreti sui villaggi e i ribelli
daci del circondario. Usare la scheda dei Mercenari (1,5:1).
Briganti nella neve. Nell'area in cui si muovono i Custodes si aggira una banda di reietti. I Custodes potrebbero
scorgere in anticipo le loro tracce sulla neve o scorgerli contro lo sfondo bianco del paesaggio. O viceversa. I barbari
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sono ricercati, infreddoliti e affamati, disposti a tutto pur di non farsi acciuffare o morire di stenti... Conoscono diversi
segreti, piste e rifugi di quel territorio. Usare la scheda dei Briganti (2:1, +1 Capobanda).
Tempesta di ghiaccio all’aperto. Che siano di origine naturale o magica, questi fenomeni estremi potrebbero
rivelarsi molto pericolosi. Per prima cosa, è possibile avvistare la tormenta a distanza e riuscire a mettersi al riparo,
30 superando un tiro di De Natura o Sensibilitas (SD 6). Un fallimento significa che la tempesta si abbatte sui Custodes,
trovandoli completamente impreparati. Se non hanno trovato riparo per tempo, i Custodes devono superare un tiro
di Vigor (SD 9), o subire gli effetti delle condizioni climatiche di freddo estremo (vedere Manuale Base).
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RELAZIONE SULLA DACIA
LUNGO IL FRONTE I più selvaggi tra costoro vivono tra grotte e rifugi antichi, spostan-
dosi continuamente e occupando le perdute spelonche note al loro
OCCIDENTALE popolo da secoli. Si dice che i loro stessi capi siano Daigerna o servi
di questi mostri e, in ogni caso, la vicinanza tra queste genti e i lupi
mannari della regione è indubbia. La natura della regione non è par-
a Dacia Occidentale è una delle regioni più tranquille della ticolarmente ostile, come su al nord. I rilievi principali sono verso
L provincia, perlomeno dal punto di vista delle invasioni. Oltre
i suoi confini si trovano delle terre assegnate ai cosiddetti Daci Liberi,
meridione, mentre il resto del paese è pianeggiante, spesso costituito
da paludi e acquitrini, per i tanti corsi d’acqua di grande lentezza e
una consorteria di tribù daciche che si è ritirata o ha scelto di vivere per le piogge formidabili che vi si sperimentano tutto l’anno.
oltre i confini dell’Impero, rimanendone formalmente alleata. Laddove i coltivatori locali hanno tentato di asciugare e mettere a col-
In passato sono stati diversi i tentativi di rivalsa di queste genti, tura i terreni, i risultati sono sempre favorevoli, con buone produzioni
comandati da nuovi dinasti, signori della guerra e discendenti delle di grano, orzo e vite, anche se sono la caccia e la pesca nei ricchissimi
antiche famiglie ormai in rovina dell’ancestrale aristocrazia dacica. fiumi a fornire la maggior parte delle vivande che si possono gustare
Tuttavia, la risposta ferma e incontrastabile delle nostre legioni si è sulle tavole degli abitanti. Numerose le acque termali della regione, in
sempre fatta sentire con pugno di ferro, domando nel sangue ogni una delle quali si dice si sia bagnato perfino Ercole, dopo aver aperto
tentativo di rivolta fino al completo spegnersi di ogni speranza di le rocce del terreno con il suo possente randello. Qui si trova ancora
riconquista di terre che, dopotutto, non appartengono più a costo- oggi un degno santuario che celebra l’evento e permette ai visitatori di
ro da una decina di generazioni. compiere le dovute abluzioni, che si dice siano davvero benefiche anche
Oggi i Daci Liberi sono delle federazioni di tribù che fungono da per le cure spirituali.
cuscinetto per l’Impero contro la pressione di nemici più pericolosi
e organizzati e non costituiscono da parte loro alcuna vera minaccia
organizzata.
à PARTISCUM, NIENTE DI NUOVO SUL
FRONTE DI PONENTE
Ben diversa la realtà per quanto riguarda predoni allo sbando, banditi, Questa città fortificata e il porto militare fluviale che essa controlla
profittatori e tradizionalisti, che ancora, a volte, percorrono la regio- rappresentano l’avamposto più estremo della Dacia verso occiden-
ne. In questa parte della provincia, i Daci sono rimasti la maggioranza te, in una contrada contesa da secoli tra Romani, Daci, Daursi, Sar-
della popolazione e l’antica cultura, le usanze tradizionali e l’originale mati e Iazigi. Nonostante le numerose battaglie e assedi che ebbero
parlata sono molto vive. Questo avviene sia per radicamento interno qui luogo in passato, oggi Partiscum è un centro quasi imprendibi-
che per gli influssi provenienti da e verso le terre dei Daci Liberi, anche le, dove sono di stanza migliaia di soldati.
tramite le carovane degli Avari, che spesso vengono usati per far passare La sua importanza è dovuta al suo ruolo di controllo dei territori
merci, persone e informazioni da un lato all’altro del confine. dei Daci Liberi a occidente, ma anche a quello dei fiumi lungo cui
Un’altra fonte di minaccia rilevante è quella che proviene dalla tribù si colloca: il Marisus su cui sorge, ma anche il Tisia e il Danuvium
selvaggia e mai sconfitta dei Daursi, che qui hanno le loro ultime con- a cui è facilmente collegata. La grande strada orientale, quella che
sorterie. Costoro non sono brutali e aberranti come gli Androfagi del congiunge Partiscum al resto della provincia, tocca poi le città di
nord del paese, ma mantengono molte usanze e costumi primordiali, Micia e Apulum ed è costantemente sorvegliata e mantenuta.
una totale incapacità di obbedienza ai comandi imperiali e un indoma- Tramite queste importanti vie di comunicazione, che fanno tutte
bile spirito libertario e ribelle. Nel corso dei secoli i Daursi sono stati capo a Partiscum, transitano uomini e merci, sale, oro, vino, pelli e
più volte battuti e messi in rotta dai nostri legionari, ma alcune sacche legname. Il rapporto con i Daci Liberi è teso e vigile, ma proficuo
di resistenza e alcuni gruppi nomadi continuano a sfuggire a ogni sorta per entrambe le parti e sono in tanti i mercanti provenienti da oc-
di civilizzazione, contando quasi un migliaio di membri sparsi nel ter- cidente che raggiungono la dogana di Partiscum per commerciare.
ritorio e una forte componente stanziata a Dausdava. Qui ha luogo anche un importante servizio di posta, cambio di
cavalcature e alloggio. Locande e taverne della città sono tra gli edi-
fici più diffusi e ogni giorno dai suoi moli fluviali vanno e vengono
decine di chiatte e altre imbarcazioni.
à ARCIDAVA,
IL CANCELLO SUL DANUVIUM
Il centro di Arcidava sorge a poca distanza dal Danuvium e rappresenta
la prima fortezza per importanza su questo fiume provenendo dal con-
fine occidentale del paese. È un centro di controllo e dogana, ma anche
collegato a un campo Avaro e a un villaggio di barcaioli e traghettatori
molto vivace, dove la componente dacica, quella avara e quella romana
si fondono e si mescolano a quella di tante altre etnie locali.
Qui la guerra, il limes e gli orrori che si annidano tra le ombre del paese
sono voci lontane. Arcidava è un centro mercantile e di passaggio mol-
to trafficato e pittoresco, nonostante le sue dimensioni ridottissime.
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RELAZIONE SULLA DACIA
IL SANTUARIO DI ERCOLE
Questo luogo austero e monumentale sfrutta il potere benefico delle acque sotterranee ed è gestito da un ordine sacerdotale dedi-
cato alla cura del corpo e dell’animo dei bisognosi, specialmente dei legionari che riportano danni e turbamenti dovuti alle loro
mansioni nelle lugubri e pericolose terre di Dacia.
I Custodes possono sfruttare questo santuario come luogo di ricovero dove trascorrere qualche giorno di riposo tra una missione e
l’altra, se dovessero avere bisogno di cure speciali (per esempio, contro le Ferite Permanenti di alcune creature).
In particolare, per guarire dalla pazzia o da altre affezioni dell’animo, il Custos deve per prima cosa essere al massimo ammontare
della propria Pietas. Deve poi trascorrere qui un congruo lasso di tempo tra un’avventura e l’altra: almeno una settimana, meglio
qualcuna in più. Al termine di questo periodo, il Custos effettua un tiro di Sensibilitas per vedere se riesce a superare con le pro-
prie capacità intellettive la propria condizione. La SD è di norma 6, ma la prova può essere trasformata in un’azione prolungata
che richiede 3 successi, abbassando di 1 livello la difficoltà (ciascun tiro equivale a una settimana di cure). Se il tiro ha successo o il
Custos ha accumulato il necessario numero di successi, egli si considera guarito. Altri luoghi in Dacia dove è possibile venire assistiti
in cure anche spirituali sono il santuario di Esculapio a Ulpia Traiana e quello di Apollo ad Apollonia.
Arcidava è inoltre noto per la sua cucina, i vini locali che qui arrivano
con grande profusione e gli abbondanti piatti di pesce e cacciagione
à TIBISCUM, I CASTRA TRA LE NEBBIE
Tibiscum è un forte situato lungo la strada tra Berzobis e Ulpia Tra-
che si consumano giorno e notte nelle taverne lungo il fiume e lungo iana e lungo il corso dell’omonimo fiume, uno dei più importanti
la strada: carni tritate e speziate, insaccate e affumicate, insaporite della regione. Il centro è tristemente noto per i lemuri e le larve che
dal sale di Potaissa e da abbondanti dosi di aglio e pepe, formaggi di si affollano in questa contrada, specialmente nelle plaghe a est dell’a-
pecora alle erbe, ricche zuppe di verdure, pesce e carni, involtini di bitato. Qui si sarebbero trovate un tempo le Porte di Ferro, un passo
foglie di cavolo, verza e vite stracolmi di brandelli sfilacciati di caccia- fortificato che fu teatro di una devastante battaglia della campagna di
gione, lucci, storioni e carpe arrosto, capretti alla brace impregnati di conquista di Traiano. La via oggi è stata tracciata a diverse miglia di
vino e dolci di miele, noci e mandorle. I vini della regione sono forti e distanza da quel luogo infestato, eppure a volte le anime inquiete dei
densi, di color rosso sangue e dalle proprietà corroboranti, tanto che trapassati si spingono nottetempo fino alla nuova strada o fino alle
se ne traggono anche numerosi farmaci speziati, come l’Ippocrasso porte della città, infliggendole un’aura di corruzione e maleficio che
(descritto a pag. 167 dell’Encyclopedia Arcana). risulta spaventevole anche per il viaggiatore più indomito.
Celebri anche le diffuse coltivazioni di aconito, aglio e belladonna Secondo gli abitanti del luogo, una delle prime avvisaglie dell’arrivo
che occhieggiano in tutti i cortili e gli orti, piantate a scopo “scara- dei Lemuri è l’alzarsi della nebbia tutto attorno ai viandanti e il re-
mantico” contro i tanti pericoli della regione. pentino giungere di un freddo che pare artigliare le carni e striscia-
re dentro le ossa. E tuttavia, la nebbia - naturale o innaturale che
à AQUAE HERCULIS,
IL SANTUARIO DEI VETERANI
sia - è talmente frequente nella contrada che è davvero impossibile
prevederne l’arrivo o provvedere a evitarla.
Il grande santuario di Ercole della regione è anche collegato a un Per questo motivo, viaggiatori e merciai della zona preferiscono
complesso di terme gestito dagli stessi addetti del santuario, una con- attraversare queste fredde foschie lesti e pronunciare i dovuti scon-
fraternita religiosa dedicata al dio della forza qui però nel suo ruolo di giuri, piuttosto che tentare di girarci attorno o ritornare sui pro-
lenitore di piaghe, ferite di guerra e morsi di belve, sia fisiche che spi- pri passi. Un altro modo di viaggiare nella regione, per terra o per
rituali. Oltre che dalla popolazione locale, Aquae Herculis è anche la fiume, è quello di affidarsi agli Avari che bazzicano tutto intorno
destinazione di tanti veterani e feriti provenienti da tutte le Cohortes alla cittadina, che in qualche straordinaria maniera sembrerebbero
della provincia, qui inviati a recuperare da danni più o meno debili- essere immuni ai pericoli della nebbia o aver trovato un modo per
tanti subiti nel corso di azioni militari o pattugliamenti. ingannare i Lemuri.
Per questo motivo, il santuario e il centro sortovi tutto intorno Non mancano poi i viandanti solitari svaniti nel nulla o ritrovati
sono il luogo ideale per i Custodes dove rilassarsi, recuperare le morti tra i fossi dopo una notte di nebbia fitta, per tutta la regio-
energie e raccogliere tante informazioni sul fronte e sui teatri di ne circostante. Gli studiosi mandati a ispezionarne i resti parlano
scontro più terribili. È anche naturalmente il luogo dove loro stessi di improvvisi spasmi al muscolo cardiaco, spaventi agghiaccianti,
possono recuperare dalle ferite, dalle malattie e dalle afflizioni spiri- assideramento e letali cadute in pozze o burroni. Non vi nascondo
tuali contratte durante le loro imprese. Per i Custodes della Cohors che tutti nella zona credono che tali fenomeni abbiano una certa
Arcana le porte di Aquae Herculis sono sempre aperte! origine soprannaturale.
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RELAZIONE SULLA DACIA
Anche il tratto del fiume che si trova vicino questa città pare essere Non ci sono strade, non ci sono avamposti e non ci sono insedia-
vessato da lugubri creature fluviali e, se non fosse per l’importanza menti - a parte Dausdava, da Berzobis fino al fiume Tisia. Questo
commerciale e strategica della città, essa sarebbe stata abbandonata non vuol dire che Berzobis sia una città tranquilla, o che non abbia
da tempo. motivo di esistere.
Purificazioni, invocazioni agli dèi e continui rituali scaramantici A occidente delle sue mura, infatti, e fino al corso del fiume che
servono a tenere lontani questi pericoli soprannaturali, ma spes- cinge la provincia da occidente, si trovano i territori pericolosi e
so tali accorgimenti non bastano e mani spettrali ghermiscono i minacciati dove risiedono gli ultimi discendenti dei Daursi e che
viandanti perfino quando questi attraversano il fiume su chiatte e sono percorse dai Daigerna e dai loro capibranco.
traghetti, o addirittura per le vie del centro. Temute persino dai Daci, queste regioni sono infatti reclamate da
alcuni tra i più selvaggi e feroci abitanti della regione, che con-
à MICIA, ALL’OMBRA DELLA CORVAIA
Il piccolo insediamento di Micia è un centro di controllo lungo
siderano tale territorio come una sorta di loro proprio territorio
indipendente.
la strada che congiunge Partiscum a occidente con la via che si Il prefetto di Berzobis chiede continuamente rinforzi per provve-
snoda tra Apulum e Ulpia Traiana, le città più importanti del pa- dere alla caccia e all’estirpazione di queste creature, e alla sottomis-
ese. Come nel caso di Tibiscum esso è noto per la sua posizione sione di quei barbari che vivono loro fianco a fianco, ma la verità
strategica e utile per i viaggiatori, così come per la sua fama sinistra. è che oltre la cinta di campi coltivati che la circonda la contrada è
Poco discosta dal centro, infatti, sorge una vecchia fortezza dacica un terreno di caccia e non sono i Romani i padroni di queste terre.
abbandonata, nota come “Poggio dei Corvi”, “Castello dei Corvi” o Ancora una volta vale la pena sottolineare come le carovane degli
più semplicemente “Corvaia”. Avari qui abbiano invece, a quanto pare, libero passo per accordi o
Questo luogo lugubre e torreggiante è in rovina da secoli, eppure per chissà quali oscuri commerci con i Daursi, e non ne vengono
qualche decennio fa divenne dimora di una famiglia di Goti che attaccate, motivo per cui in tanti si affidano a questi nomadi per
chiese di stabilirsi lì, ottenendone il permesso per i meriti in bat- affrontare i perigli del viaggio.
taglia del pater familias. Si venne presto a scoprire che questi altri
non erano che il ramo rinnegato di una nobile stirpe di quel popolo,
gli Zarovingi, scacciata dalle loro terre per commerci con le poten-
à DAUSDAVA, LA CITTÀ DEI LUPI
L’unico insediamento riconosciuto della zona, tra Tibiscus e Tisia,
ze tenebrose e per l’uso di pratiche demoniache proibite persino tra è Dausdava, “la città dei lupi”: un villaggio di genti scostanti e scor-
quelle genti. butiche, proprio al confine con le terre dei Daci Liberi. Dausdava
Quando poi alcune giovani di Micia scomparvero nel nulla e si inda- non ha una guarnigione romana e i nostri cittadini non si degne-
gò sugli stranieri, molti indizi indussero a ritenere che i colpevoli di rebbero mai di metterci piede: è a malapena un lurido ammasso
quei misteriosi misfatti fossero il comitus Stradrax, i suoi familiari e di case dalle vie fangose, circondato da una rozza palizzata, a cui
i loro servi. A seguito di tale investigazione, l’intera genia degli Zaro- conducono piste mal tracciate. È questo un avamposto per caccia-
vingi rinnegati venne estirpata dalla regione e da essi non si ebbe più tori, viandanti e guide, conciatori ed esploratori, che fornisce tutt’al
a temere alcunché. più un tetto sopra la testa ai viaggiatori spersi per queste contrade.
Fino agli ultimi anni, quando parrebbe che luci e sussurri abbiano Si dice, e non vi sono motivi per credere il contrario, che la gente
ripreso ad abitare la Corvaia e inquietanti presenze ne discendono del luogo sia tutta composta da Daursi o da rami dimenticati e
la notte, per assalire i vivi anche all’interno delle mura del villaggio. reietti dei Daci, eppure a quanto pare, per convenienza o calcolo,
I rapporti dei magistrati di Micia sono concordi nell’affermare che non avvengono qui tumulti, assalti, omicidi né rapine.
gli Avari presenti nel territorio sarebbero coinvolti e servirebbero Ma gli abitanti di Dausdava sono inquietanti e dotati di una luce
l’ombra che ha ripreso possesso della Corvaia, che molti affermano gialla negli occhi, che non possono far dimenticare le oscure leg-
essere nientemeno che il vecchio comitus Stradrax, anche se questi gende della regione. Non vi è altresì dubbio che almeno uno dei
dovrebbe essere morto e sepolto da decenni. capibranco dei Daigerna sia il patrono della città o il capo di una
delle famiglie principali.
à BERZOBIS,
L’AVAMPOSTO SULLE TERRE DEL LUPO
Berzobis è un centro di cacciatori, pellai e conciatori, frequentato
da molti viaggiatori e merciai della regione, compresi gli Avari. La
presenza romana è salda e compatta, e rafforzata dalla allocazione
qui di un’intera legione, a guardia dei territori contesi e a protezione
di Ulpia Traiana, ma questa si limita al controllo delle strade che si
dirigono verso est e sud, rispettivamente verso Tibiscum e Arcidava.
Non c’è nulla, invece, verso ovest.
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RELAZIONE SULLA DACIA
Un artigiano in difficoltà. I Custodes incrociano un artigiano, presso la sua bottega o ambulante lungo le vie della
regione, furioso e maledicente. Se si fermano a comprendere le ragioni della sua ira, scopriranno che un suo concor-
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rente gli ha soffiato una serie di commesse e clienti, per motivi - secondo lui - legati al culto e all’etnia del rivale, più
“accettabile” della sua. Se solo qualcuno potesse aiutarlo a dimostrare che le sue merci sono di gran lunga migliori...
Il venditore di cavalli. Un allevatore avaro dalla lingua lunga e della frusta infallibile ha molti affari da proporre ai
12 Custodes. Potrebbe vendere e acquistare da loro cavalli, preziosi e informazioni. Anche se sembra un barbaro tradi-
zionalista e sospettoso, è sincero e amichevole, e i suoi prezzi sono davvero ottimi.
Cerimonia per Zalmoxis. I Custodes osservano un sacerdote vestito di nero passarsi più volte un coltello sulle brac-
13 cia, spillando il proprio sangue per Zalmoxis. Se si fermano a guardare, l’uomo urla loro in faccia versi proibiti e li
asperge col proprio sangue (tiro di Ratio contro SD 6 per evitare di venire Maledetti).
Legionari corrotti. Questi soldati sono incaricati di pattugliare le vie o le strade lì attorno, ma ricevono evidentemente
14 del denaro per chiudere un occhio su traffici illeciti che si svolgono proprio sotto i loro occhi (ricettazione, contrabban-
do, taglieggio, viaggiatori sospetti). I Custodes possono prenderli dal verso buono o rimetterli un po’ in riga.
Pugili. In uno spiazzo sull’erba delimitato da corde e pali di legno, alcuni pugili e lottatori daursi si stanno allenando
secondo tecniche e regole tradizionali, molto violente. Un volontario che si aggiunga a quei giochi cruenti sarà sem-
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pre ben accetto e gli altri combattenti saranno più o meno disponibili e amichevoli a seconda di come si comporta
il concorrente del contubernium.
L’oracolo di Nemesis. I Custodes incontrano un nano dallo sguardo folle che sembra li stia aspettando. Non appena
gli passano davanti, lo strano individuo inizia a parlare al contrario in Tracico, profetizzando oscuri presagi in nome
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di Nemesis. Con un tiro di De Scientia (SD 9, SD 3 se conoscono il Tracico), i Custodes possono interpretarlo più
o meno correttamente.
Il cuoco degli dèi. I Custodes incontrano un ampolloso individuo in viaggio o a passeggio col suo seguito. Si tratta
di Cannavaccione, il più celebre cuciniere di Arcidava, conosciuto come il “Cuoco degli Dèi”. Se i Custodes gli dan-
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no un po’ di importanza e superano un tiro di De Societate (SD 9), Cannavaccione li invita al più gustoso banchetto
che abbiano consumato negli ultimi mesi, al termine del quale tutti i Custodes recuperano 1d3 Punti Vita.
Un edificio misterioso. I Custodes scorgono i ruderi di una struttura cadente; se si trovano in un insediamento,
nessuno dei passanti ricorda la sua antica funzione. Con un tiro di De Scientia (SD 6) è possibile ricostruire che si
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tratta di un vecchio fortilizio dell’epoca delle guerre daciche. Lungo un bassorilievo interno, celato dalla vegetazione,
è possibile scoprire degli indizi su nemici o misteri sui quali i Custodes stanno attualmente indagando.
Strada smarrita. Sotto una pioggia torrenziale i Custodes perdono completamente l’orientamento e si smarriscono.
19 In un insediamento questo può causare un ritardo massimo di qualche ora, ma all’aperto è necessario un tiro di De
Natura (SD 6) per ritrovare la direzione o un riparo per la notte.
Uno strano sacerdote. I Custodes incontrano un sacerdote massiccio, dal collo taurino e le braccia grosse come
20 prosciutti. È un membro del culto di Ercole del santuario di Aquae Herculis, che viaggia per la regione diffondendo
il culto del suo patrono, fornendo supporto e assistenza ai Custodes e ai veterani.
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RELAZIONE SULLA DACIA
Via dalla Corvaia. Alcune donne assieme ai figli piccoli sono in viaggio verso il centro più vicino. Sono fuggite dalla
21 cittadina di Micia e dalla lugubre ombra della fortezza che sta causando tante morti e tanta consunzione da quelle
parti. Hanno già affrontato molti stenti e hanno bisogno di una scorta per raggiungere la loro destinazione.
La trappola. Una scia di sangue fresco, molto evidente, conduce verso il fitto di una selva. Le impronte sono incerte
22 e sembrano quelle di più uomini. Ma è un’esca: tre uomini legati insieme e fatti camminare fino quasi a dissanguarsi
servono a condurre i Custodes tra le fauci di un Daigerna (vedere pag. 116).
Mandria di cavalli. Una splendida mandria di cavalli selvaggi, tutti di magnifica qualità. Per addomesticarli è neces-
23 sario un tiro di De Natura con SD 12 e diverse ore di doma. In questo caso, il Custos può sfruttare da allora in poi
uno splendido Cavallo da corsa (vedere Manuale Base).
Daci Liberi. Un gruppo di Daci Liberi viaggia per queste terre. Non sono invasori, visto che possiedono dei lascia-
passare adeguati, ma hanno un fare sospetto e sembra che nascondano qualcosa. Forse devono trattare per una partita
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di armi provenienti da Ulpia Traiana oppure devono incontrarsi con dei Vandali con cui tramare. Usare le statistiche
dei Guerrieri Barbari (1:1, +1 Campione Barbaro).
La carovana. Una carovana di Avari, costituita da sei carri, quaranta persone e un numero doppio di cavalli, viaggia
25 verso occidente. Unendosi ai viaggiatori, dopo essersi dimostrati amici, i Custodes hanno la possibilità di attraversare
senza problemi molti luoghi pericolosi.
Occhi di brace, gelide dita. I Custodes si sono accampati presso il luogo di un’antica battaglia, dove si aggirano le
26 ombre irrequiete di alcuni guerrieri daci. I Custodes possono accorgersene preventivamente con un tiro di Sensibi-
litas (SD 9) o subire un agguato notturno. Usare le statistiche di Larve e Lemuri (1:1).
Lupi a due zampe. I Custodes scoprono delle strane impronte. Sembrano appartenere a un lupo davvero grosso, ma
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si distingue solo una coppia di zampe, quella posteriore. E sembrano molto fresche.
Servi abietti. Qualcuno segue i Custodes da qualche ora, pronto ad assalirli nottetempo, attorno al bivacco. Sono
28 Gelloi (1:1, vedere pag. 123), deformi e mostruosi servitori di una vampira dei dintorni, che vogliono far una sor-
presa alla loro signora portandole della carne fresca.
Rosicchiare. Un orrendo rodere si avverte da qualche parte attorno ai Custodes. Sono dei morti irrequieti seppel-
liti in tutta l’area circostante, che rosicchiano radici e le loro stesse dita per la gran fame. Se i Custodes dovessero
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indagare, i morti verrebbero fuori dal terreno mugghiando e richiamando tutti quelli attorno, finalmente davanti a
qualcos’altro da sgranocchiare. Usare le statistiche dei Reanimati (2:1).
Lo spirito del biasimo. Al tramonto, in lontananza, i Custodes scorgono un cavaliere fermo lungo la strada. Sarà
facile accorgersi che si tratta di un Cavaliere dei Morti (vedere pag. 121), avvolto da un’atmosfera lugubre e cir-
condato da un macabro gelo. Il Cavaliere scruta con biasimo e ira i Custodes, in quanto essi sono rappresentanti
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dei valori e della civiltà che ne ha causato l’onta e la morte secoli prima. I personaggi hanno l’occasione di parlarci
e convincerlo della bontà dei loro intenti tramite prove di De Societate o di altro genere: a seconda del risultato, lo
spirito potrebbe risparmiarli o limitarsi a scagliare una Maledizione.
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RELAZIONE SULLA DACIA
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RELAZIONE SULLA DACIA
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RELAZIONE SULLA DACIA
Deceditus
Grado di Pericolosità: 4
Valore: DV10
1 dado: Danni*, De Corpore
2 dadi: De Bello, De Societate, Punti Vita, Ratio
3 dadi: Sensibilitas
Punti Vita: 20
Armi: Armi spettrali*
Protezioni: Nessuna
*Le armi di Deceditus sono fatte di sostanza spettrale e oltrepassano scudi e armature: un colpo affondato da parte di una di queste armi
ignora qualunque valore di Parata e di Protezione, tranne nel caso di armature e scudi adamantini (vedere pag. 99).
à SARMIZEGETHUSA
Abbandonata e distrutta da secoli, l’antica capitale dacica è oggi un
Qui infatti si dice risieda ancora il Re delle Lacrime, il Sovrano
degli Spettri: niente altro che il tristo spirito di Decebalus, circon-
cumulo di rovine sferzate dalla pioggia e infestate solo da sbandati dato dalla sua corte fantasmatica, dopo che tutti i nobili del suo
quanto, si mormora, da larve e Gelloi. seguito, e lui stesso, si uccisero per non cadere prigionieri di Roma.
Nonostante molti antichi tesori del passato giacciano ancora tra le La presenza di questo angolo terrifico nel cuore della Transilvania
sue mura fatiscenti, sotto tetti e coperture sfondate e tra le paludi è uno scotto da pagare per il controllo della regione che nessuno,
che l’hanno invasa, nessuno si aggira tra i crolli e le colate di fango neppure gli inviati della Cohors Arcana, è ancora riuscito a debel-
della sconfitta capitale dei Daci e anzi tutte le vie d’accesso sono lare. Tanto tragica è la fama di questi luoghi e del loro circondario,
pattugliate dai legionari della Macedonica che hanno l’ordine di che neppure gli scaltri Avari osano accostarvisi e i loro carriaggi non
non fare passare nessuno. si avvicinano mai a meno di un miglio dalle rovine.
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RELAZIONE SULLA DACIA
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RELAZIONE SULLA DACIA
Legionari Scelti
Valore medio: DV8
1 dado: De Natura, Sensibilitas
2 dadi: De Bello, De Corpore, Punti Vita, Ratio
3 dadi: De Corpore (Marciare)
Punti Vita: 16
Armi: Ensis (Danno 8), Lancia (Danno 6), Pugio (Danno 3)
Protezioni: Lorica Hamata (Protezione 5), Clipeus (Parata +2)
A Capacità Speciali: Formazione - questa capacità si attiva se in combattimento tre o più Legionari Scelti combattono fianco
a fianco ed è presente un loro superiore; un Custos può svolgere questa funzione se ha successo in un tiro di De Societate
con SD 9.
questa impresa privata per motivi familiari non meglio chiariti. Fatto Uno dei più importanti è Sucidava, da non confondersi con l’o-
è che tale punto di sosta e passaggio è gestito in maniera esemplare e monimo insediamento sito in Moesia Inferiore, che si erge proprio
con pugno di ferro, e rende moltissimo argento ogni anno. all’incontro tra i due fiumi e in corrispondenza di un ponte romano
Un’altra caratteristica di Drobeta è quella di essere stata fin dall’i- fatto costruire da Costantino, a unire il centro con quello dirim-
nizio una città di perfetta integrazione per le popolazioni daciche, petto, Oescus, in Thracia. La superstizione locale descrive Sucidava
avare, danubiane e romane, che qui attuarono già dal primo secolo come un luogo tutto sommato gradevole e baciato dalla buona sor-
della conquista della provincia una prolifica mescolanza, ottenendo te. Alcune leggende parlano di una fonte sotterranea segreta, bene-
una comune prosperità e una libera fusione di usanze e costumi. detta dalle dee della terra, che scorrerebbe sotto la città tra caverne
Ben gestiti, ricchi di opportunità e sempre gremiti sono il porto, il e cunicoli naturali e permetterebbe di entrare e uscire dal centro
foro e le organizzazioni artigianali. Numerosi anche i santuari e i passando al di sotto delle mura, ma i nostri esploratori non l’hanno
templi, con una grande basilica dedicata ai Cristiani, un tempio di mai trovata. Il resto della regione è occupato da villaggi di braccian-
Mitra e un santuario per gli Anemoi, altrimenti rarissimi nelle altre ti eretti all’uso dacico e non a quello romano, fattorie più o meno
città della provincia. isolate e fortezze imperiali, piccole e grandi: una contrada agricola
all’apparenza fredda ma tranquilla, dove il tempo scorre seguendo
à SUCIDAVA E LE FORTEZZE
SUL FIUME ALUTUS
il ciclo delle stagioni e le superstizioni hanno radici di millenni alle
spalle, dove tutto viene dalla terra e ad essa ritorna.
Con le sue quattrocento miglia e più di corso, navigabili per lun- Peccato solamente che questo rigido idillio sia spesso spezzato da
ghissimo tratto, il fiume Alutus è uno dei più grandi della provincia spaventi improvvisi, orrori che riemergono dalla terra e assalti di
e uno dei suoi principali sistemi di comunicazione. Lungo il suo invasori allo sbando, provenienti da nordest. Finora i nostri soldati
corso e la larga strada che corre al suo fianco fino all’immissione sono riusciti a eradicare queste minacce al loro apparire, ma esse pa-
nel Danuvium, sorgono molte cittadine, diversi fortilizi e numerosi iono farsi sempre più frequenti e i venti dell’inverno e della guerra
insediamenti agricoli abitati da Daci e coloni. sembrano sempre più feroci.
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RELAZIONE SULLA DACIA
L’Aedo. In città giunge un citaredo molto abile, proveniente dalla Moesia Superior. Il cantore sembra coltissimo e
11 conosce moltissime tradizioni antiche di Dacia e Thracia. Potrebbe essere una fonte inesauribile di informazioni, se
solo i Custodes riuscissero a superare la sua diffidenza verso i soldati imperiali...
Il guerriero della Primigenia. Un veterano della Legione Primigenia (vedere riquadro a pag. 37) si trova nell’insedia-
mento, per reclutare e svagarsi un po’. Partito come ausiliario, per meriti innegabili e innumerevoli trionfi, è asceso a un
rango da ufficiale ed è stato ammesso con una dispensa speciale nelle fila della legione. L’uomo è più abile della maggior
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parte dei guerrieri che i Custodes abbiano mai visto e per entrare in confidenza con lui serve superare un tiro di De Bello
(SD 9), che rappresenta la prestanza fisica dell’interlocutore e la sua capacità di discutere degli argomenti che interessano
al veterano.
Defixio in città. Un’aura di sventura pende sul capo di una persona che i Custodes incontrano più o meno casual-
mente. Con un tiro di De Magia (SD 9) i Custodes possono rendersi conto che sulla vittima è stata operata una
13 defixio (maledizione) dedicata a Ecate (vedere anche Encyclopaedia Arcana, pag. 213). Trovare il luogo dov'è sepolta,
rimuovere la maledizione e individuare il colpevole corrisponde a una piccola avventura secondaria, che un gruppo
di Custodes può risolvere nell'arco di una giornata.
Scaltri mercanti. In città sono giunti dei subdoli e astuti commercianti dell’Etruria provenienti dalla lontana Floren-
tia, che stanno sbancando ogni traffico cittadino tramite truffe e confondendo i venditori con burle, conti sbagliati e
14 giochi di parole. Se un Custos vuole intervenire cercando di rimanere al loro gioco e supera un tiro di De Societate
(SD 9), può rivoltare la truffa a proprio favore davanti a tutti. Per evitare di venire smascherati, i quattro mercanti
acconsentiranno alla trattativa.
Vecchio conio. I Custodes trovano, tra le monete girate loro di resto da chissà quale commerciante, un’antichissima
moneta repubblicana fuori corso. Con un tiro di De Scientia (SD 9) è possibile ricostruire che si tratta di un vittoria-
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to, con la scritta “ROMA” e l’emblema della Vittoria. Se i Custodes decidono di farne un amuleto o di onorare un
santuario con l’antica moneta, ottengono 2 Punti Esperienza ciascuno.
Lo strano fiore. Gli abitanti del centro sono sconvolti da strani malesseri e febbri allucinatorie. Un tiro riuscito di De
Natura (SD 9) permette di riconoscere in una pianta infestante che sta diffondendosi per la città una variante locale
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dell’Elleboro (vedere anche Encyclopedia Arcana, pag. 175), l’Helleborus ruber, dalle potenti proprietà tossiche. La
soluzione potrebbe essere quella di estirparla da ogni angolo del centro, ma se gli erboristi locali volessero sfruttarla?
Viaggiatori provenienti da sud. Un gruppo di coloni greci arriva dalla Macedonia, diretto verso il cuore della Dacia
17 in cerca di opportunità. Sono schivi e riservati, ma sono emozionati dalla possibilità di poter ricominciare in un luogo
migliore. Possono fornire molte informazioni sulle terre da cui provengono.
Viaggiatori provenienti da ovest. Un gruppo di artigiani daursi arriva dalla regione occidentale, in fuga dalle oppressive
18 tradizioni del loro popolo e diretto verso la Moesia in cerca di opportunità. Sono schivi e riservati, ma sono emozionati dalla
possibilità di poter ricominciare in un luogo migliore. Possono fornire molte informazioni sulle terre da cui provengono.
Viaggiatori provenienti da est. Un gruppo di fuggiaschi traci arriva dalla Moesia, in fuga dalla minaccia degli inva-
19 sori e diretti verso il cuore della Dacia in cerca di opportunità. Sono schivi e riservati, ma sono emozionati dalla pos-
sibilità di poter ricominciare in un luogo migliore. Possono fornire molte informazioni sulle terre da cui provengono.
Viaggiatori provenienti da nord. Un gruppo di popolani daci arriva dalla regione settentrionale, in fuga dalla minaccia
20 degli invasori e diretto verso la Moesia in cerca di opportnuità. Sono schivi e riservati, ma sono emozionati dalla possibilità
di poter ricominciare in un luogo migliore. Possono fornire molte informazioni sulle terre da cui provengono.
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RELAZIONE SULLA DACIA
Apprendista Scholomante. Un giovane apprendista della Schola Nigra si aggira per la zona, ed è abbastanza sem-
plice circondarlo, catturarlo o pedinarlo senza che lui se ne accorga (Coordinatio o De Corpore SD 6). Ha poco da
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confidare, ma se seguito può condurre ai resti della perduta città di Malva. Qui però gli Scholomanti in attesa sono
tanti...
Iniziato Scholomante. Un cupo e silenzioso Scholomante viaggia nella notte o tra le ombre delle selve, come una
23 nera ombra che scivola nell’oscurità. Non ha intenzioni particolari nei confronti del contubernium e sarebbe saggio
evitare di disturbarlo.
Maestro Scholomante. Il venerabile maestro a capo della Schola Nigra, il più potente servo di Zalmoxis, appare ai
Custodes perché è curioso della loro missione e della loro presenza in questi luoghi. Se viene attaccato, scompare in
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una scarica di fulmini provenienti da nere nubi temporalesche e sulla regione si scatena un mostruoso nubifragio
(vedere incontro successivo).
Nubifragio. Un terrificante acquazzone notturno, che riversa una impressionante quantità d’acqua su tutta la re-
25 gione. Non solo è necessario trovare un riparo notturno, ma all’alba i fiumi vicini esondano e l’intera contrada si
trasforma in un acquitrino.
Braccati! I Custodes vengono fiutati nottetempo da un oscuro terrore che abita il fondo dei boschi della regione:
un Vampiro antico e astuto, anche se indebolito dal lungo sonno. L’essere comprende la potenza dei personaggi e se
ne vorrebbe nutrire, ma è abbastanza saggio da temere le loro lame e le fiamme delle loro torce. Cercherà dunque di
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stremarli per tutta la notte, usando i suoi poteri magici, e proverà ad attaccarli un’ora prima dell’alba. Se lo scontro si
dimostra troppo arduo per il mostro, questi non avrà grossi problemi a lasciar perdere e tornare nel proprio sepolcro
sotto forma di impalpabile bruma.
Goti Neri. Un drappello di Goti avanza nella notte, armi e pelle oscurati da grasso nero. Si aggirano per la regione per
menare strage ed è quello che proveranno a fare anche con i Custodes. Usare le statistiche dei Guerrieri Barbari (1:1,
27 +1 Campione Barbaro), considerando che non hanno alcun svantaggio a causa dell’oscurità grazie al favore del demo-
ne Vassago. Al contrario, i Custodes dovranno combatterli come fossero quasi invisibili a meno che non possiedano
una qualche fonte di illuminazione (si considerano Accecati, tranne che il tiro di Sensibilitas ha SD 6 anziché SD 9).
Occhi di brace, gelide dita I. I Custodes si sono accampati presso il luogo di un’antica battaglia, dove si aggirano
le ombre irrequiete di centinaia di guerrieri daci. Non vi è possibilità di vittoria in battaglia contro le ombre, ma è
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abbastanza semplice fuggire. Il problema è che bisogna trascorrere la notte sul chi vive, senza poter beneficiare degli
effetti del riposo.
Occhi di brace, gelide dita II. Come Occhi di brace, gelide dita I, ma stavolta l’ombra che appare è quella di una
dama malinconica e triste, uccisa dagli stenti secoli orsono. In questo caso, i Custodes potrebbero venire Maledetti
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(SD 9) se non parlano con lei e provano ad alleviarne la sofferenza. Ascoltare i suoi lamenti fino all’aurora senza
fuggire è l’unico modo per darle pace. In quest’ultimo caso, i Custodes recuperano 1d3 Pietas.
Occhi di brace, gelide dita III. Come Come Occhi di brace, gelide dita I, ma questa volta gli spettri sono (1:1) Ca-
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valieri dei Morti (vedere pag. 121) e non è possibile la fuga.
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PARTE II
RELAZIONE
SULLA THRACIA
RELAZIONE SULLA THRACIA
INFORMAZIONI GENERALI
prosegue dal rapporto confidenziale di Flavio Artemio Longino,
Magister della Cohors Auxiliaria Arcana della Provincia di Dacia e Thracia
Se la prima parte della mia relazione toccava la cupa provincia di Dacia e ne evidenziava, sopra ogni altra cosa, le atmosfere sinistre, la natura
indomabile, le implacabili montagne, il rigido clima, la violenta ritrosia dei suoi abitanti, le belve sanguinarie che si celano nei suoi recessi, gli
orrori delle sue terre selvagge e i terrori delle sue notti, questo mio secondo rotolo dedicato alla Thracia ti apparirà di un tono e di un soggetto
alquanto differente.
Rispetto alla confinante Dacia, la Thracia infatti è terra di più ariosi paesaggi, di maggiore vicinanza alla classica cultura dei Greci, di più antica
conquista e più profonda presenza di Roma: i suoi panorami sono più aperti e pianeggianti, le strade e i ponti dei nostri ingegneri la solcano in
lungo e in largo, il sole vi splende più luminoso, il clima è più temperato, sebbene non altrettanto benedetto da Apollo come la sacra Italia, le sue
città più grandi e accoglienti, e l’animo dei cittadini e dei servi volge sempre alle cose dell’Impero e agli dèi di Roma.
Eppure, non si può certamente dire che vi manchino i problemi o che non vi siano preoccupazioni nell’animo dei suoi abitanti.
La principale minaccia percepita in Thracia è la guerra, e anzi “minaccia” appare in questo caso un termine improprio, visto che allude al timore
di qualcosa di negativo che potrebbe avvenire o meno. In Thracia non vi è dubbio, non vi è timore, non vi è minaccia: la guerra è il nostro passato,
il nostro presente e - se gli dèi non modificheranno i destini del fato - il nostro avvenire.
Da secoli infatti questa provincia è una terra dove le spade sono più numerose degli aratri, dove ogni anno si contano a centinaia i morti provocati
dalle incursioni dei barbari da fuori dei confini, dove la manutenzione di fortezze e valli è una mansione ricorrente e necessaria, con immediate
conseguenze nelle vite degli abitanti. Se le terre di Dacia, seppur fortificate dai nostri genieri, sono protette principalmente dalla natura selvaggia e
dalle scoscese montagne, la bassa valle del Danuvium è una pianura ideale per l’avanzata dei nomadi a cavallo, che da sempre prediligono queste
lande per sferrare i loro assalti.
L’ombra di Zalmoxis non è sconosciuta nella provincia, non abbiamo dimenticato che i vampiri risiedono nelle cripte di questa terra tanto quanto
nella vicina Dacia, non possiamo ignorare le voci sulle arpie che infestano le cime dei monti e sui ciclopi che si rintanano lungo le coste più selvagge.
Eppure i nomi che fanno piangere gli orfani e urlare le vedove per tutte le dimore della regione non sono quelli di Axivarna e Apletos, di Deceditus
e Vassago, bensì quelli molto più terreni di Attila, Odoacre, Teodorico e dei cento generali e condottieri che avanzano alla loro ombra. In compagnia
dei loro innumerabili guerrieri, questi signori della guerra sciamano, cavalcano e navigano giorno e notte dalla Germania e dalla Scythia verso le
nostre terre pacificate e ubertose, in cerca dell’ambito bottino. Al loro fianco strisciano i demoni dei loro popoli, le ombre e gli spiriti dei loro morti,
i mostri e le belve che essi hanno aggiogato, gli stregoni e gli sciamani che profetizzano le loro vittorie e maledicono i loro nemici.
Per questo motivo, anche i Custodes hanno il loro buon da fare in Thracia, al fianco di legionari, federati e ausiliari di ogni tipo.
Sulle vicende della guerra che ad oggi si combatte in questi territori e appena oltre il nostro confine, Roma e l’Imperatore ricevono relazioni ben
più dettagliate e puntuali di questa. Pertanto qui ci dedicheremo soltanto ad aggiungere gli elementi più portentosi e sinistri legati alle invasioni in
atto, con la notazione nuovamente evidenziata che tali informazioni riassumono notizie e relazioni giunte da più fonti, voci e dicerie confidenziali,
assieme a un riepilogo delle cronache e delle descrizioni geografiche del paese.
Anche in questa sezione non mancheranno chiacchiere prive di verifica, miti, leggende e frammenti di incerte conoscenze. Ai nostri futuri inviati
il compito di indagare, smentire o confermare tali rapporti, con l’augurio che si tratti sempre e solamente di esagerazioni.
Cosa che io temo non sia.
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greti della civiltà e dell’architettura, che egli aveva portato con sé Nella terra dei Traci si insediò allora una popolazione conosciuta come
dalla distruzione di Hyperpirakion. Grazie a tali doni, i Traci eresse- Calibi, figli di Vulcano, i cui fabbri si vantavano di conoscere i segreti
ro la loro città santa secoli prima della fondazione della stessa Troia. dell’acciaio grazie agli insegnamenti di loro padre e del titano Prometeo.
La chiamarono Ophiussa, la Città del Serpente, un centro costruito Furono costoro i primi a forgiare armi con il ferro proveniente dal cielo,
tra le paludi alla foce del fiume che portava il nome del loro primo detto adamante. Furono costoro, inoltre, a fornire le armi ai Titani per le
re, padre e dio, Tyras, a nord del Danuvium. loro battaglie, mentre Efesto e i Ciclopi armavano gli Olimpi di bronzo.
Ophiussa si snodava dunque sopra un colle situato alla foce del E furono sempre costoro, secoli dopo, che avrebbero insegnato ai Traci a
Tyras, come un serpente arrotolato attorno alle sue uova, circon- costruire le loro armi spietate, le stesse che vennero usate contro i Cim-
data da paludi e rivi fangosi. Un’ampia piazza circolare occupava il meri. In queste antiche leggende, di cui i Traci si fanno portavoce, non è
centro del complesso e viali sinuosi gli si dipanavano attorno, tra più possibile distinguere verità da immaginazione, ma in molti giurano
mura dedaliche e volte ovali. Era rivolta sia verso il mare che verso di aver visto gli ultimi esemplari delle armi d’adamante di quelle ere per-
l’entroterra e i suoi edifici di pietra verde apparivano a grande di- dute conservate nel fondo dei tesori di scaltri antiquari o utilizzate an-
stanza in mezzo al malsano marcire delle paludi circostanti. cora in battaglia da nobili dinasti. La tremenda Spada della Guerra im-
La Città del Serpente di Tyras era un centro sacro, abitato solo da pugnata da Attila in persona è solo la più celebre di tali potenti reliquie.
sacerdoti del loro dio e padre fondatore, da adoratori del fiume e I segreti della loro forgiatura sono persi da millenni, eppure ancora oggi
del Dio Serpente Ophioneus, ritenuto diretto discendente e proge- di tanto in tanto appaiono in antichi sepolcri di eroi o presso i recessi dei
nie di Phanes, e dai fedeli giunti a onorare i santuari con preghiere, templi. Queste armi... falci, spade, punte di lancia, hanno caratteristiche
doni e sacrifici. Per questo, nell’arco dei secoli essa accumulò, si straordinarie e, si dice, possano ferire persino gli dèi!
dice, ori e tesori incalcolabili, rischiando continuamente i saccheggi
dei popoli nemici e confinanti.
Non vi erano in città alloggi comuni o abitazioni, ma solo cellette LA GUERRA DEGLI EROI
per gli officianti del culto e camere a disposizione dei fedeli e dei
viaggiatori che giungessero qui a omaggiare i sacerdoti o lo stesso Dopo la caduta di Ophiussa e le guerre con i Cimmeri, i Colchi,
Ophioneus. i Meoti e gli altri popoli di quelle ere dimenticate, i Traci erano
Ma alla fine, ancora una volta le vicende dei Titani e degli dèi in- divisi in popoli e regni diversi, liberi di vagare per le terre dei loro
terruppero quei secoli di pace e prosperità. Scomparso Tyras dalle antenati, dai Montes Rodopes al Danuvium, o accentrati in piccole
vicende del proprio popolo, al termine dell’Età dell’Oro, due gi- città in rivalità tra loro.
ganti o Titani provenienti dal fondo della Cimmeria, Gog e Ma- Negli anni della guerra di Troia, la Thracia vantava una lunga serie
gog, assalirono e devastarono la santa capitale del popolo dei Traci. di eroi, guerrieri e re degni di figurare nelle cronache degli storici e
Ophiussa venne distrutta e saccheggiata, l’immane statua d’oro di nei versi degli Aedi. Il più celebre tra costoro fu Rhesus, che i Traci
Ophioneus gettata sul fondo delle paludi del Tyras, il santuario e la ancora ricordano come uno dei più prodi tra i loro condottieri.
reggia abbattuti. Da quel momento, la guerra dei Traci con Gog e Rhesus era giovane e bellissimo, valente in battaglia e figlio di dèi,
Magog e con i loro scherani cimmeri si protrasse per lunghi anni di come il parente Orfeo.
rovina e lutti, fin quando tutti gli antichi Titani e giganti padri di Convocato da Re Priamo per aiutarlo nell’assedio della sua città ad
quei popoli non vennero rovesciati e i loro figli e seguaci, chi in una opera degli Achei, Rhesus giunse a Troia conducendo un carro d’o-
direzione chi nell’altra, vennero dispersi. ro a cui erano aggiogati prodigiosi cavalli bianchi, dono di Marte
L’ultima resistenza, quella dei due colossi che avevano guidato le stesso, e altrettanto ben prestanti erano i suoi guerrieri.
schiere cimmere, venne infine abbattuta nella Tauride e la coppia di Sconfitto dall’inganno e dal volere degli dèi, come tutti quelli che ave-
mostri primordiali fu imprigionata sotto le alte montagne di quella vano combattuto dalla parte di Troia, pare che Rhesus sia stato ucciso,
penisola. Si dice che siano ancora laggiù, nei recessi più fondi delle ma che la sua anima non fosse tuttavia destinata né ai Campi Elisi né
radici della montagna, e che notte e giorno ne scuotano le profon- all’Ade. Secondo il mito e quanto riportato dai testimoni, dopo i colpi
dità prorompendo in versi mugghianti, cercando di liberarsi. letali egli venne condotto dai suoi fedelissimi seguaci in un mondo di
tenebre sotterranee, dove venne resuscitato e condannato a rimanere
laggiù per sempre. Lì egli vivrebbe ancora, da immortale, ma dovrà
IL SEGRETO DELL’ACCIAIO restare per sempre nelle viscere della terra in questo luogo dimenticato
come un dio per il suo popolo e come re di quel regno. Come riporta-
Nell’antica Età d’Argento, la stirpe dei discendenti di Tyras divenne no i versi del celebre tragediografo Euripide:
un popolo duro e spietato, noto per la determinazione in guerra,
per le schiere a cavallo lanciate a fendere le pianure, per la tempra «Ma d’ora innanzi,
delle loro armi d’acciaio e per l’usanza di pascere i propri destrieri per me sarà come se morto ei sia,
della carne dei propri schiavi, prigionieri e nemici. né luce vegga più. Perché trovarsi
In quell’epoca oscura e sanguinaria, quando il mondo era ricaduto dove io mi trovi, e della madre il volto
nella violenza, erano le armi a dettare legge nei regni degli uomini vedere, ei non potrà. Dell’argentífera
e la civiltà si rivelava essere solo un capriccio innaturale delle circo- terra nascosto negli oscuri anfratti,
stanze, facile a cadere nella polvere all’avanzata della barbarie. uomo e Nume sarà, vivo e sepolto»
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LA TERRA
DELLE CENTO TRIBÙ
Come già accennato, all’epoca dei loro più antichi storici e cronisti,
i Greci credevano che i Traci governassero un territorio immenso,
a nord e a est dell’Egeo, grande un quarto delle terre emerse. Non
sappiamo quanto questi fatti fossero esagerazioni, imprecisioni o Le tribù erano divise in gruppi più piccoli, villaggi e famiglie, ma
verità, eppure gli studiosi classificano i popoli di quell’immane ter- anche raggruppati per federazioni e alleanze. I centri pastorali e
ritorio in circa cento tribù: gli Odrisi, i Bessi, i Crobizi, i Mysi, i peschieri erano tanti, sparsi per tutta la regione, lungo le coste e
Geti, i Triballi, i Peoni, gli Istri, i Daursi e molti altri. Nonostante le sulle isole, e re e signori controllavano le proprie terre da arcigne
divisioni, tutte queste genti erano però unite sotto il nome di Traci fortezze costruite con tronchi e terrapieni su alture circondate di
e tutte pronte a visitare i grandi santuari di Thracia e a obbedire ai rovi. L’agricoltura era tenuta in gran spregio e l’artigianato riser-
loro re e ai Grandi Dèi della regione. Perfino parte dell’Egeo era vato alle classi inferiori, mentre l’allevamento, la caccia, la pesca,
detto in origine Mare Thracicum e l’immane santuario di Samo- il saccheggio e la rapina erano le attività predilette dai guerrieri,
tracia è una testimonianza indiretta del culto dei Grandi Dèi che i indistinguibili dai razziatori dai quali dovevano difendersi... spesso
popoli della regione professavano. nient’altro che i membri delle tribù vicine.
In quell’epoca a cavallo tra mito e storia, dopo la caduta di Troia, Per la loro passione per la caccia, in quegli anni remoti i Traci ado-
essi parlavano una lingua di origine sconosciuta e incomprensibile, ravano sopra tutte le divinità Bendis Kotys, dea dell’arco terribi-
priva di scrittura, che alcuni sapienti dicono derivare da quella dei le, delle terre selvagge, della notte e della luna. Al contrario della
loro antichi sacerdoti, all’epoca di Tyras e di Ophiussa. nostra Diana e dell’Artemide dei Greci, Bendis aveva un aspetto
Quale che fosse la casa o la tribù di appartenenza, gli uomini erano sanguinario e distruttivo, ed era patrona anche della stregoneria,
tutti bene armati, con lance, archi, pugnali e protezioni di cuoio. I della violenza e del massacro. Essa era detta anche “Dea dalla dop-
re e i condottieri, ricchi delle miniere d’oro e d’argento del paese, pia lancia” o “dalle due zanne”, vestiva pelli di volpi e portava con
avevano spesso armi e armature ornate di tali preziosi metalli o de- sé una patera che veniva riempita del sangue delle sue vittime nei
corate con gemme e pietre rare. rituali ad essa tributati.
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Non ti nascondo che molti di noi pensano che questa antica di- persiane, tramite governatori locali, tributi e richieste di armati. Fu
vinità della caccia e del sangue possa essere un altro aspetto della egli a fondare la sua Philippopolis e a fortificare le molte città traci
temuta Abyzou, una dei Nosphorati che oggi vagherebbero ancora più antiche. La regione passò poi nelle mani del grande Alexandros
tra Dacia e Thracia, oppure un essere di simile natura che due mil- e dei suoi successori. La pace assicurata dall’Impero Macedone ven-
lenni orsono si aggirava per queste terre... forse sua pari, forse sua ne a mancare alla fine del secolo, con le invasioni dei Galati che
progenie, forse sua progenitrice. devastarono e conquistarono la regione.
Per concludere le notizie sui Traci di quell’epoca arcana, ho udito Le guerre continuarono per oltre un secolo, fin quando gli interessi
di questa notizia che mi pare molto significativa: si dice infatti che di Roma non arrivarono finalmente a lambire queste terre e am-
all’epoca, alla nascita di un bambino, essi si lamentassero e com- mantarle di civiltà e pace.
pissero cerimonie tristi, offrendo cordoglio alla famiglia per tutte Negli ultimi decenni della Repubblica, i re traci divennero tutti
le sventure che avrebbe subito nella vita. Ai funerali, invece, essi si nostri fedeli alleati e clienti, e le rivolte interne vennero man mano
mostravano felici ed entusiasti per il defunto, che aveva smesso di sedate, estirpando i nuclei più ribelli da ogni angolo del paese. Gli
penare e sarebbe tornato nel grembo della Grande Madre. alleati di Roma non avevano perso tuttavia i loro animi indomiti,
né dimenticato le antiche rivalità e neppure le larghe e munifiche
condizioni di quegli anni bastarono a rendere il paese stabile e sicu-
VENTI DI CONQUISTA ro. Richiamate numerose volte a mantenere la pace tra le tribù più
testarde e violente, infine le nostre legioni avanzarono tra queste
Quel mondo di guerrieri selvaggi e indomabili, frammentato e in contrade nei primi decenni dell’Impero e annetterono la Thracia
perenne lotta, non poté reggere contro l’avanzata dei Macedoni del una volta per tutte, invocate a gran voce dalla plebe e dai patrizi
quinto secolo aUc. locali. Da allora, questa antica e nobile terra divenne nostra provin-
Approfittando delle discordie e delle rivalità tra i re traci, Filippo cia, ma i governatori quivi inviati lasciarono immutate molte delle
II sottomise l’intera regione e la governò sul modello delle satrapie tradizioni, delle usanze e delle fedi locali.
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RELAZIONE SULLA THRACIA
Morto l’Imperatore del Sol Invictus, fu poi uno dei più degni suc-
LA FONDAZIONE cessori, Valente, a sconfiggere i Goti e ricacciarli oltre il Danuvium.
Il Rex Gothorum Atanarico si rifugiò allora oltre i confini, tra
DI BYZANTIUM monti stregati, e preparò un complesso rituale per perfondere le
proprie armate di potenza soprannaturale. Alla resa dei conti con
La Seconda Roma glorificata dal Divo Costantino aveva già due il perfido avversario, Valente e i suoi eserciti vennero accerchiati e
millenni di storia alle spalle al momento di diventare tanto impor- fatti a pezzi dalla furia barbarica e dalle stregonerie dei Goti, che si
tante nello scacchiere dell’Impero. riversarono feroci sulla provincia. La Thracia fu nuovamente inva-
La primissima fondazione di Byzantium risalirebbe infatti a pri- sa, questa volta non già grazie al ferro dei barbari, ma ad artigli e
ma della guerra di Troia, quando il nome della città era Lygos, un ombre di belve innaturali, frutto del sinistro potere dei Goti.
borgo fortificato dei Traci eretto a controllo di quel luogo tanto Albia Dominica, vedova di Valente e potente augure, assunse allora
strategico che era il Corno d’Oro. Ben presto, accanto alla fortezza il potere e si trasferì a Byzantium, per vendicare il marito e salva-
primigenia, sorsero un villaggio di pescatori, Semistra e, sul lato re l’Impero. Grazie alle sue accorte consigliere e spie, esperte nelle
asiatico dello Stretto, un emporio fenicio, che si supportarono a arti arcane, l’Imperatrice sbaragliò gli stregoni goti e cancellò dalla
vicenda dando vita a un triplice insediamento molto fiorente e a un provincia l’influenza dei loro demoni. Stabilizzata la situazione, Al-
vero e proprio regno. La città divenne una colonia greca poco dopo bia Dominica nominò come proprio successore Teodosio e si ritirò
la fondazione di Roma e da allora continuò a crescere. Dove un presso le Vestali, per trascorrere il resto della propria vita nella pace
tempo si trovava Lygos sorse l’acropoli greca: lo stesso luogo dove e nella contemplazione.
secoli dopo Costantino avrebbe eretto il suo Palazzo sacro, tuttora
residenza imperiale in città e cuore della sua vita politica e sociale.
IL FLAGELLO DEGLI DÈI
LE GUERRE GOTICHE Nonostante i tumultuosi trascorsi di queste regioni di confine,
da sempre esposte alle migrazioni e alle invasioni dei barbari di
Quando attorno al primo millennio dalla fondazione di Roma Germania e Scythia, e anche considerando la terribile campagna
morì Alessandro, ultimo dei Severi, i successori si dimostrarono di Atanarico, è solo nell’ultimo secolo che i venti di guerra si sono
inadeguati e incapaci di fronteggiare gli innumerevoli problemi intensificati e la minaccia ai confini si è fatta estremamente peri-
dell’Impero e le minacce, magiche e mondane, a cui le province colosa.
erano soggette. Intorno al 1200 aUc, il terrore più grande di queste terre divennero
La crisi generale attirò l’attenzione dei nostri nemici e di tutti i gli Unni di Attila, che apparvero dal fondo del mondo, varcarono
popoli e i regni a noi confinanti, e i peggiori avversari di Roma il Danuvium in un assalto devastante e calarono fino alla Thracia
rialzarono la testa e strinsero tra loro inedite alleanze. e all’Illyricum, giungendo a lambire Byzantium. Con una sete di
A nord di Thracia e Dacia si formarono varie coalizioni di popoli sangue inestinguibile e un’inumana abilità in battaglia, supportato
ostili, capeggiati da Vandali e Goti. Questi ultimi, stretta un’alle- dalla demoniaca astuzia del suo signore supremo e dai riti barbarici
anza tra le varie tribù, iniziarono un’inarrestabile discesa attraverso dei suoi sacerdoti, questo popolo di scorridori composto da innu-
l’Europa verso la Moesia Inferior. Da lì assaltarono e conquista- merabili tribù ha ben presto portato la distruzione in tutte le terre
rono molte parti orientali dell’Impero, saccheggiarono la Thracia, a cavallo tra Asia ed Europa, riuscendo nell’imprevedibile risultato
distrussero antiche cittadelle risalenti all’era antica, come Cabile e di sbaragliare e terrorizzare allo stesso tempo Sarmati, Germani,
Tylis, e discesero fino ad Atene, per poi dover ripiegare all’arrivo Goti e Romani.
delle armate provenienti da Byzantium. Dopo anni di incertezza, Nonostante questo, dopo cinque anni di devastazione, strage e rapi-
grazie al volere di una fazione segreta di auguri e al supporto dei na, le truppe del Magister Militum Flavio Ezio e del suo braccio de-
Custodes, il Divo Aureliano divenne Imperatore e consolidò nuo- stro Marco Severo Massimiano, padre dell’attuale Imperatore Teo-
vamente le legioni e il senato, sotto la protezione del culto a cui era domiro, riuscirono a ricacciare indietro quelle orde urlanti fuori dai
legato, il Sol Invictus. In questo modo, ripristinata la Pax Deorum, confini. Lo scontro decisivo avvenne presso Philippopolis, dove le
sconfisse infine le coalizioni dei Goti e riassestò l’Impero a oriente. armate unne furono finalmente sbaragliate, in una tragica battaglia
Proprio durante le campagne di Thracia, tuttavia, un misterioso in cui entrambi gli eserciti lasciarono sul campo migliaia di morti.
sicario riuscì a penetrare nei suoi quartieri e a ucciderlo. Come La carica decisiva della battaglia fu comandata da Massimiano, che
sapete, i fatti legati a questo efferato delitto sono ancora rimasti prese il cognomen “Victor” e inaugurò così una carriera di successi
sconosciuti e i Custodes non sono stati mai in grado di dirimerne i che avrebbe portato la sua famiglia alla più alta carica dell’Impero.
dettagli. Nessun augure è stato in grado di predirlo, nessun esplo- Eppure, anche il massacro e il ritiro degli Unni dalla Thracia fu
ratore ha mai ritrovato le tracce dell’esecutore, nessun guerriero o una vittoria amara: decine di migliaia furono i soldati e i cittadini,
assassino è riuscito a vendicarlo. La cosa sembra essere dunque stata Romani e Traci, massacrati nel quinquennio dell’invasione.
orchestrata, con sapienza, lasciando completamente al di fuori la Attila stesso, seppur battuto, non venne catturato ma fu portato in
sfera del soprannaturale, e il mistero della morte di Aureliano in salvo dai suoi fedelissimi, i Lupi Rossi, assieme alla celebre Spada
Thracia è dunque ancora da risolvere. della Guerra da lui brandita.
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LE DOMINICANAE
Esistono segreti dell’Impero che sfuggono anche alla conoscenza dell’Imperatore e dei vertici della Cohors Arcana. Uno di questi
è quello delle Dominicanae, un ordine sacro simile per molti versi a quello dei Custodes, creato dall’Imperatrice Albia Dominica
durante gli anni trascorsi tra le Vestali. Le Dominicanae, o Armatae Virgines, sono una sorellanza segreta di emissarie e sacerdotesse
che l’appartenenza alle Vestali contribuisce a giustificare e mantenere segreta, con compiti di spionaggio, profezia, difesa sacra
dell’Impero e infiltrazione tra i nemici di Roma. Queste donne devotissime e preparate, consacrate a Vesta, custodiscono i sette
Pignora dell’Impero, il Palladio, gli Ancilla e altre reliquie sacre, e le usano per combattere i nemici soprannaturali che assediano
le varie province. Se i Custodes sono stati addestrati principalmente per investigare, combattere ed esplorare, profetizzare e usare
la diplomazia, le Dominicanae sono potenti esorciste e maghe, in grado all’occorrenza di usare i talismani sacri a loro affidati e di
sprigionare il potere del Fuoco Segreto di Roma (vedere l’Indigitamentum di Vesta Ignifera nel Manuale Base). Si spostano tra le
città principali toccando i tanti templi di Vesta ed Hestia sparsi per l’Impero, ammantate dalla copertura del sacerdozio, e sono
addestrate a cavarsela in ogni situazione. Solo le Vestali che vivono nell’Atrium Vestae vicino al Santuario di Roma conoscono i
segreti delle Dominicanae, visto che queste vengono addestrate nella Casa di Vesta lì vicino, dove vivono assieme alle anziane ex
sacerdotesse e alle giovani novizie. Tuttavia, quando l’Augusta Imperatrice si dimostra particolarmente degna, la Vestale Maxima
può confidarle il segreto voluto da Albia Dominica e da allora esse assolvono anche al loro secondo compito: difendere, consigliare
e proteggere l’Imperatrice e le sue figlie, fungere da spie per suo conto attraverso tutto l’Impero. Se decide di rivelare il suo rango e
la sua potestà, questa Armata Virgo veste di bianco con abiti sacri e può conferire la grazia a condannati a morte.
Il numero delle Dominicanae è sempre tenuto molto basso e non ha mai superato la dozzina, tra emissarie e ausiliarie. Si dice anche
che la loro presenza sia nota agli Assassini del Cursus Interfectorius, sia uomini che donne, ma questi hanno sempre mantenuto il
segreto.
Dominicanae
Valore medio: DV8
1 dado: De Bello, Punti Vita
2 dadi: De Bello (Pugnali), De Corpore, De Societate, Ratio
3 dadi: De Magia, Sensibilitas
Punti Vita: 8
Armi: Sica (Danno 4)
Protezioni: Nessuna
*le Dominicanae sono in grado di incanalare il potere del Fuoco Segreto di Vesta in un attacco del tutto simile al potere magico Soffio
Infuocato (il fuoco non infligge danni agli alleati)
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difende la Moesia e la Thracia tutta. Questa strada è elevata su un occidentale, per la presenza di un grosso contingente militare e di una
terrapieno ben munito e presidiata a distanza regolare da decine di imponente parte della flotta del Danuvium, questo centro è rimasto
fortezze e centinaia di torri difensive e d’osservazione, lungo tutto quasi sempre oltre il fronte occidentale del territorio colpito maggior-
il tragitto che congiunge Naissus ad Heraclia. mente dalle incursioni barbariche, nonostante il ponte e la città siano
A causa della minaccia costante e dell’impossibilità di provvedere al siano stati comunque assaliti varie volte nei decenni passati.
controllo della regione e degli abitanti comuni, tutta la fascia del li- L’insediamento, che un tempo contava quasi centomila abitanti e
mes è stata sgomberata da fattorie e villaggi, e oggi tutti i suoi centri amministrava un prospero territorio circostante, è ridotto oggi a un
sono castra, accampamenti fortificati e piazzeforti, mentre lungo le nucleo estremamente fortificato circondato da interi quartieri in ab-
vie che provengono da sud e dalla Moesia Superior sono attivate le bandono o in rovina, casali e villaggi distrutti e incendiati, vie e ponti
linee presidiate dei rifornimenti. ricoperti di erbacce, tra cui emergono ossami e lame arrugginite.
C’è poco dunque da dire sui centri un tempo fiorenti di Gabrus, I viaggiatori che raggiungono Oescus la attraversano rapidamente, da
Augustae, Novae, Jatrum, Trimammium, Prista, Tregulicium, qualsiasi direzione provengano, intimoriti dall’aria pesante che vi si re-
Axiopolis, Capidava e Beroe: questi luoghi oggi sono solo fortilizi spira e dalla generale percezione di decadimento e attesa che vi si vive.
sotto strette leggi marziali, in cui i nostri temerari centurioni man- Nonostante la ferrea legge marziale che vi viene applicata, una inconte-
tengono con abilità il coraggio e il morale di truppe demotivate, nibile piaga della città è il contrabbando: tutti i beni razionati hanno un
terrorizzate di veder comparire da nord la marea nera degli Unni o mercato nero che si svolge tra le rovine dei rioni abbandonati, mentre
di subire nottetempo le malie dei Goti. quelli assenti o proibiti vengono fatti giungere appositamente dalla Da-
cia, dal sud o dalla Moesia Superior e sono oggetto di carissimi scambi,
à OESCUS, IL CROCEVIA DEL NORD
Oescus è un centro piccolo e in difficoltà, presidiato dai soldati e
che non vengono disdegnati neppure dai legionari e dagli ufficiali.
Il comando militare conosce benissimo la situazione, ma la cosa
occupato da un piccolo nucleo di pescatori e contadini, i cui com- è vistosamente tollerata, per tenere il morale delle truppe e degli
piti principali sono quelli di sostenere il distaccamento militare e abitanti a un livello tollerabile.
mantenere in funzione il lungo ponte di legno che congiunge la
Thracia con Sucidava, dall’altro lato del Danuvium, in Dacia.
A parte che con la Dacia, con il Danuvium e con la via del limes
à NOVAE, IL BASTIONE PI٠PROVATO
Novae è uno dei centri di maggior importanza del limes danubia-
danubiano, Oescus è ben collegata anche con Philippopolis e la Via no, una massiccia fortezza costituita da cerchi concentrici di mura,
Egnatia, il che la rende uno dei punti di snodo più importanti della bastioni e terrapieni.
Moesia e di tutta la provincia. Se Oescus è sempre rimasta appena fuori il raggio di azione delle
Per la sua importanza, per i traffici costanti lungo il ponte e dalla via scorribande e delle invasioni principali dei barbari, la stessa cosa non
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Allora Heraclia si chiamava Troesmis ed era stata una colonia commer- e Halmyris, tutti centri di origine preistorica, furono la base delle flotte
ciale congiunta dei Geti e dei Traci. Qui Traiano riportò grandi vittorie e militari e civili nella regione. Ma le guerre gotiche e l’avanzata dell’Or-
stabilì uno dei suoi quartier generali nelle campagne di Dacia, stanziando da cambiarono le cose. Devastata completamente la regione e spostata
per molti decenni la Legio V Macedonica. Allo stesso tempo Aegyssus altrove la Legio V in varie manovre strategiche, le tre fortezze vennero
perse, distrutte e riconquistate varie volte, fino a diventare la sede di
un’intera nuova Legione, la II Herculia, e di una parte della ricostruita
flotta militare del Danuvium. Il nome di Troesmis venne cambiato in
Heraclia, in onore del Tempio di Ercole qui eretto per volontà dei legio-
nari. Heraclia, assieme ai suoi porti, è oggi un punto chiave del sistema
difensivo dell’Impero, uno dei quartier generali della difesa contro Goti,
Vandali e Unni, a controllo dello sbocco del Danuvium, del Mar Nero e
I TROGLODITI DI MOESIA del limes della Moesia. Tra le poche bizzarrie che hanno luogo in questa
città vi è un Circo che offre spettacoli gladiatori di grande effetto, a cui
La presenza di trogloditi attorno alle rive dell’ultimo tratto partecipano spesso, volenti o nolenti, Goti, Unni e altri barbari catturati
del Danuvium è testimoniata dai più antichi scrittori di di qua dal confine, combattenti stranieri provenienti dalle sponde del
opere geografiche sulla regione, compreso il celebre Stra- Mar Nero, splendenti combattenti della scuola trace e persino trogloditi,
bone. Queste comunità di genti selvatiche vivono ancora che infestano ancora la regione al di qua e al di là del Danuvium.
secondo usanze persino più arcaiche di quelle dei barbari e
degli Unni. Non conoscono l’agricoltura né la lavorazione
dei metalli e abitano in genere dentro caverne e anfratti, da
à HISTRIA, LE ROVINE SUL MAR NERO
La città portuale di Histria ha oltre un millennio di storia alle spalle
sempre ripudiati e perseguitati allo stesso modo dai Traci ed è stata per lungo tempo un porto fiorente e ben frequentato. De-
come dagli Sciti o dagli altri barbari oltre confine. cine di migliaia i suoi abitanti in passato, i moli ampi e ben protetti,
Solo un’antica tribù di Scythia, oggi quasi del tutto disper- numerosi i centri di pescatori che gravitavano sulla sua orbita e ricchi
sa e sparpagliata oltre il limes orientale, pare abbia relazioni i santuari agli dèi olimpi che vi sorgevano, fin dal tempo dei Greci.
commerciali pacifiche e proficue con costoro. Da quando la Ma tutte queste cose non la salvarono dalla distruzione. Dopo diversi
Moesia è devastata e molti dei suoi centri in rovina, i troglo- assedi e attacchi subiti nei secoli scorsi, durante l’ultima calata di Attila
diti si sono fatti più numerosi e molti di essi oggi vivono o si nella regione, Histria venne saccheggiata, messa a ferro e fuoco, e tutti
aggirano tra le rovine delle città traci, dove non è raro incon- i suoi abitanti massacrati o catturati, in un eccidio indegno persino di
trarli o intravederli mentre fuggono via silenziosi come pan- quelle genti senza dèi. Da allora nessuno ha più voluto ricostruire o
tere. Una diceria mai verificata, interessante come terribile, tornare ad abitare quel luogo un tempo ridente, troppo vicino al limes
qualora fosse vera, è che essi abbiano scavato una via segreta danubiano. La Via Pontica che un tempo vi giungeva da Byzantium e
sotto il Danuvium, nota solo a loro, attraverso la quale si su cui transitavano carri e bestiame, attraversa oggi silente un campo di
riescono a muovere dentro e fuori dai nostri confini. Se tale rovine che si vanno ricoprendo già di rampicanti e arbusti.
notizia si rivelasse vera e riuscissimo a sfruttare la galleria, Gli antichi templi giacciono dissacrati e saccheggiati alle intemperie
otterremmo un grande vantaggio per noi in questi tempi e parte della città, priva di manutenzione, è ora sprofondata sotto
di guerra. Al contrario, qualora tale informazione cadesse alcune braccia di mare. Dove un tempo giocavano i pueri e i vendi-
in mano ai Goti o agli Unni, questo cunicolo diverrebbe tori bandivano le proprie mercanzie ora si aggirano sciacalli, civette e
un’ulteriore arma rivolta contro di noi. serpenti. La città abbandonata è anche un posto perfetto per fungere
da nascondiglio a disertori, esploratori nemici e traditori, e persino
Trogloditi a mostri feroci in cerca di prede che nessuno verrà mai a cercare...
Valore medio: DV5
1 dado: Ratio
2 dadi: De Bello, Sensibilitas
à TOMIS, LA CITTÀ DELLA REGINA
SANGUINARIA
3 dadi: De Corpore, De Natura, Punti Vita La città portuale di Tomis, al contrario della vicina Histria, ha re-
Punti Vita: 15 sistito per secoli a ogni guerra e invasione, e perfino alle influenze
Armi: Lancia (Danno 6), Fionda (Danno 3) culturali romane che vorrebbero sancirne l’aderenza alle pratiche
Protezioni: Nessuna religiose e alle costumanze dell’Impero. Tomis venne fondata qual-
che secolo dopo Roma, dopo la vittoria della Regina dei Messageti
A Capacità Speciali: Furtivo, Rete, Tattiche del Tomyris contro Ciro il Grande e le sue truppe.
Branco La storia di Tomyris è nota dalle cronache: dopo aver impegnato i
Persiani per anni contro le satrapie orientali dell’Impero, le trup-
I Capitribù hanno DV6 e vestono pelli di lupo, orso o bisonte pe di Tomyris e di suo figlio Spargapise rimanevano vittoriose e i
come segno di prestigio (l’equivalente di una Corium Lorica, Messageti, popolo scitico valorosissimo a cavallo, rimanevano im-
Protezione 3). battuti. Con un inganno, i generali di Ciro abbandonarono un ac-
campamento lasciandovi appositamente centinaia di giare di vino,
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La venditrice di fiori. Una giovanissima trace vende fiori e funghi, a un costo bassissimo. Sembra sempre ben rifor-
nita e pare conoscere a fondo l’erboristeria e i segreti delle pozioni e delle piante della regione. La ragazza dispone di
11 ogni sorta di essenza e materia prima (vedere anche Liber Medicamentorum, a partire da pag. 164 dell’Encyclopedia
Arcana), persino veleni e composti speciali, ma può procurarli solo a seguito di richieste specifiche, dopo il tempo
necessario alla preparazione e dietro compenso anticipato.
Proteste. Una processione di braccianti e plebei sta sfilando inferocita e si assiepa di fronte ai soldati e ai palazzi delle
12 autorità, chiedendo a gran voce che Byzantium mandi più legionari e aumenti le difese prima che arrivino i nemici...
In molti hanno visto piccoli contingenti di stranieri compiere scorribande poco fuori città e ora la paura è alle stelle.
Torneo di Pancrazio. Alcuni gladiatori appartenenti al Sodalizio di Spartacus, provenienti dalla Thracia, stanno
organizzando dei giochi indipendenti dedicati alla loro patrona Nemesis, uno spettacolo itinerante che sta avendo
grande successo in molte città. Si tratta di una serie di combattimenti molto coreografici di Pancratium, la lotta libera,
13 non troppo cruenti ma estremamente acrobatici. Non è possibile scommettere sull’evento, ma per assistervi bisogna
versare un sostanzioso obolo per i gladiatori. Con un tiro di Sensibilitas (SD 6) è facile accorgersi che i colpi e gli esiti
degli incontri siano del tutto finti, ma tutti quelli che se ne sono resi conto sembrano comunque divertirsi. I gladiatori
accettano all’interno dello spettacolo l’apporto del pubblico, ma solo se i partecipanti stanno al gioco.
L’assistente del Cappadocio. Un trafficante di artefatti misteriosi, oggetti antichi e reliquie scite e cimmere si aggira
14 da quelle parti, concludendo alcuni sonanti affari con dei tombaroli locali. A quanto pare è l’agente di un ricco mer-
cante di Alexandria, interessato ad arricchire la propria collezione con i manufatti dei sepolcri della zona.
Spavaldi avventurieri. Un piccolo drappello di sbruffoni si aggira per la zona, a quanto pare una consorteria di cerca-
15 tori di tesori e reliquie che si dedica al saccheggio di tombe cimmere, su al nord. A quanto pare gli avventurieri hanno
una mappa molto promettente e stanno per partire per l'ennesima spedizione.
L’ira di Nemesis. L’effigie di Nemesis che si trova fuori da un piccolo santuario della dea si spezza proprio al passag-
gio dei Custodes e la bilancia che reggeva in mano cade al suolo in frammenti. Un rituale appropriato permette di
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interpretare un presagio ovvio come questo: una grave e blasfema ingiustizia è stata appena compiuta lì vicino. Gradi
di Successo superiori possono aggiungere dettagli più precisi.
Destriero infuriato. Un cavallo possente e rapido come il vento si libera dalle briglie di un venditore e fugge travol-
gendo ogni cosa sul proprio cammino. Se i Custodes provano a catturarlo e fermarlo, scoprono che si tratta di un
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corsiero di montagna agatyrso (vedere pag. 114) e il tiro di De Natura per arrestarlo e trattenerlo è molto più difficile
del previsto (SD 12).
L’Amazzone solitaria. Una giovanissima Amazzone viaggia da sola per terre e accampamenti, diretta verso Byzan-
tium. È molto determinata a compiere una sua personale missione ma non intende rivelarla a nessuno che non
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dimostri di poterle essere davvero amico e d’aiuto. Un tiro di De Societate (SD 9) può aiutare: la ragazza guerriera
porta un messaggio da parte della loro regina per “il Re dei Romani”, chiedendo aiuto contro i nemici del suo popolo.
La banda. Una banda di contrabbandieri, taglieggiatori e ricettatori opera qui attorno. Sono numerosi, esperti e ben
armati... e sono legionari! Questi profittatori sfruttano i loro agganci e il loro addestramento per fare il buono e il
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cattivo tempo nell'insediamento. Se vogliono affrontarli apertamente, i Custodes devono trovare degne prove della
loro colpevolezza, o il comando locale tenderà a proteggerli. Usare le statistiche dei Legionari (1,5:1, +1 Centurione).
Gelloi. Un carro rovesciato e inquietanti resti umani rivelano un attacco di orrende creature ai danni di alcuni
semplici merciai. Seguendo le tracce per diverse ore è possibile individuare un manipolo di orridi Gelloi (1:1) che si
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nascondono tra i resti di una vecchia torre di guardia abbandonata. Le abiette creature proveranno dapprima a fuggire;
in alternativa combattono fino alla morte.
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Uomini delle caverne. Una famiglia di Trogloditi si nasconde nella zona, tra le rovine di una città abbandonata e
delle alture dove si dedicano alla caccia. Sono (1:1) uomini, (1,5:1) donne (DV4) e (2:1) giovani (DV3). A seconda
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della composizione del nucleo familiare saranno più aggressivi, accorti, prudenti o disposti a collaborare pur di essere
lasciati in pace. Ogni tiro per trattare con loro deve essere effettuato con De Natura invece che De Societate.
Punta di lancia. I resti di un’antica battaglia emergono dalla terra. Se i Custodes cercano a lungo tra ossa e armi
arrugginite, con un successo in De Scientia (SD 9) è possibile riconoscere una punta di lancia in adamante ancora
23 ben conservata, conficcata nel torace di un guerriero barbaro trafitto. Ma c’è una complicazione: se i Custodes non
si preoccupano di officiare riti di sepoltura degni (o di distruggere il corpo), quella notte un Guerriero Silenzioso li
verrà a cercare e attaccare all'accampamento.
Goti mercenari. Un drappello di guerrieri goti ha attraversato il confine e marcia verso sud in maniera molto accorta.
Sono in realtà dei mercenari che hanno ottenuto un lasciapassare al limes e sono autorizzati a raggiungere Byzantium
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per trovare ingaggio, ma si muovono comunque con circospezione per non destare timore nella popolazione. Usare le
statistiche dei Guerrieri Barbari (2:1, +1 Campione).
Un bivacco di legionari. Un gruppo di legionari e il loro decurione si sono ben organizzati per un paio di giorni sulla
25 cima di un’altura coperta dal vento, in attesa di tornare a muoversi verso il castra a cui sono stati assegnati. Sono una
compagnia allegra e piena di risorse, e conoscono diversi segreti, piste e rifugi di quel territorio.
Clangore di armi. Tra la mezzanotte e le prime luci dell’alba, un remoto rumore di battaglia può essere udito da
una valletta secondaria. Se vanno a indagare, i Custodes possono osservare la lugubre scena di alcuni morti rianimati
26 che combattono tra loro per ore. Sono i resti di due armate scontratesi chissà quanti anni fa, romani e goti: per una
stregoneria barbara, anche dopo la morte i due schieramenti sono costretti a combattere, fin quando qualcuno non
spezzerà la maledizione e darà loro degna sepoltura.
La Strige. Una Strix, servitrice di Abyzou e gerarca dei Figli di Caligola (vedere pag. 91), segue i Custodes per
27 spiarli. Non intende attaccare, ma con un tiro di Sensibilitas (SD 9) è possibile notarla e comprenderne la natura. Se
attaccata, prende forma umana e risponde all’attacco.
Sciacalli. Le piane di questa contrada sono infestate di branchi di cani rinselvatichiti, lupi smagriti e sciacalli scesi dal
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nord. Un branco particolarmente numeroso (2:1, + 1 Capobranco) ha puntato i Custodes.
Cavalli nella notte. Dei lontani nitriti destano l’attenzione dei Custodes. Se vanno a indagare, scoprono trattarsi di
un piccolo branco di cavalli che corrono e si spintonano selvaggiamente nella notte. Se i Custodes si avvicinano senza
29 accorgimenti e non si rendono conto bene di cosa si tratta, saranno ben sorpresi di incontrare dei cavalli d’incubo
(1:1). I mostruosi animali si lanciano su di loro e combattono fin quando almeno metà di loro non è abbattuta o
domata.
Sanguisuga! Un orribile mostro si mette a caccia dei Custodes: è un vampiro della stirpe di Chomodracaena, un di-
30 sgustoso Hirudo (vedere pag. 123). Essendo una creatura vile e abietta, dopo averli spiati a lungo potrebbe decidere
di non attaccarli, ma rimarrà a osservarli fino a un’ora prima dell’alba.
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à ADRIANOPOLIS,
TRA I MAESTRI DELLA FORGIA
BYZANTIUM,
L’ultima tappa della Via Pontica prima di giungere a Byzantium è la
bella e ricca Adrianopolis, la più importante delle città fondate dal
LA SECONDA ROMA
Divo Imperatore che vi ha dato il nome.
Adrianopolis era, come la maggior parte degli altri insediamenti yzantium la Città d’Oro, Byzantium la Seconda Roma, By-
che ho nominato e ancora nominerò, un’antica capitale dei Traci,
dove essi avevano i loro re, le loro règge, i loro palazzi.
B zantium la Capitale d’Oriente. Nonostante la guerra costan-
te che si combatte poco oltre le sue mura, la seconda città dell’Im-
Adriano scelse l’antica Uscudama per la sua posizione, alla con- pero per importanza politica ed economica - terza per numero di
fluenza del fiume Tonzus e dell’Hebrus, nel punto in cui quest’ulti- abitanti, rispetto ad Alexandria Magna - è un tripudio di splendore
mo diventa navigabile e scorre verso sud, in direzione dell’Aegeum. e ricchezza nelle plaghe più orientali d’Europa. Non grande e ordi-
Le campagne attorno ad Adrianopolis sono vaste e fiorenti, ma la nata come Alexandria, né potente e antica come Roma, Byzantium
città è nota anche per i suoi artigiani, forgiatori, stagnini, ferrai vanta tuttavia una posizione invidiabile sul Corno d’oro, un brac-
e armaioli. Questi fabbri sono numerosi e hanno un ammirevole cio di mare chiuso adatto all’attracco di centinaia di navi, e sulla
spirito corporativo. L’arte di cui fanno parte li vincola a tantissimi Propontis, lo specchio d’acqua che congiunge il Pontus Euxinus e il
compiti quotidiani, pubblici e privati, e pare che tramandi loro Mare Aegeum. Per chi giunge dal Mare Internum e scorge da lungi
molti segreti e misteri degli antichi artigiani del loro popolo. Non la colossale cinta muraria della città, i tetti e le terrazze dorate dei
solo essi non disdegnano, in caso di necessità, di scendere in batta- suoi palazzi, santuari e templi, e le linee imponenti dei suoi porti,
glia come un corpo speciale ausiliario, brandendo le migliori e più Byzantium appare come un’ultima meraviglia ellenistica e romana
antiche delle armi custodite per generazioni dalle proprie famiglie prima delle esotiche terre d’oriente e le selvagge lande del nord. Allo
o nelle sedi delle loro corporazioni, ma si dice anche che essi tra- stesso modo, per chi vi giunge invece da levante o da settentrione,
mandino i segreti dei fabbri-stregoni del passato, dei Calibi e dei Byzantium è il cancello dorato che permette di accedere all’Impero
Cabiri, risalenti alle ere più remote. Essi saprebbero dunque come e alla civiltà romana. La parte più vivace e operosa della città è
scacciare gli spiriti con sali e limature ferrose, con braci e tizzoni, quella che sorge lungo il Corno d’Oro e i numerosi moli, attracchi
conoscerebbero molte teknés utili contro tante creature leggendarie e magazzini che vi sorgono, ma la parte più nota a viaggiatori e visi-
di queste contrade e sarebbero gli ultimi a custodire i segreti dell’ac- tatori è quella opposta, il fronte meridionale del promontorio, che
ciaio dei Titani. si è sviluppato nel corso dei secoli con terme, teatri, fori e porticati.
L’area dei palazzi di governo e gli edifici più importanti della città
à PHILIPPOPOLIS,
“LA PIÙ BELLA DI TUTTE LE CITTÀ”
si trovano poi sull’altura orientale del promontorio, che sorveglia
il canale del Bosforus, il corridoio navale che unisce Europa e Asia.
Con tale gentile epiteto la ritraeva secoli orsono il poeta Luciano, e Anche se non mancano le carovane mercantili che giungono a By-
pare che ai suoi tempi essa fosse anche la più grande di tutte le città zantium via terra dalla Thracia o dall’Armenia, è soprattutto il por-
della regione, compresa la stessa Byzantium. to la tappa obbligata per le navi che vanno e vengono da Levante e
I sapienti riferiscono che, secondo i loro studi, i primi insediamenti Ponente e si fermano qui alla “Porta d’Oriente”.
dei Traci nella contrada risalgono a millenni prima della fondazio-
ne di Roma e questa sarebbe dunque stata la culla del loro popolo
nonché la sede dei più grandi dei loro re nelle ere leggendarie prima
della storia. Al tempo, la città era conosciuta come Eumolpias e
già da allora era rinomata per la sua bellezza e la sua grazia. Qui
sorgevano templi ancestrali dedicati ai Grandi Dèi e alle Muse, e
tra i suoi teatri ed accademie ancora oggi si danno convegno e pro-
fessano i migliori musici della provincia.
Si dice che questa fosse anche la città di origine del sommo Orfeo e il
VIVERE E MORIRE
Thiasos dei suoi ultimi seguaci pare abbia qui la sua base principale. A BYZANTIUM
Colpita come tante altre città trace dalle invasioni dei barbari e da
secoli di campagne militari, Philippopolis è fortunosamente scampa- La città principale della Thracia e dell’intera Prefettura
ta a moltissimi tentativi di distruzione. Eppure una coltre di lugubre Orientale è descritta sinteticamente anche nell’avven-
spavento pesa sulla città e sospettiamo che, tra le altre cose, questa sia tura Vivere e morire a Byzantium presentata ne I Misteri
la dimora ancestrale di Axivarna, il vampiro che ha funestato le notti dell’Impero Vol. 1, a cui si rimanda per poter recuperare
di Ulpia Traiana lo scorso inverno. O perlomeno, le tracce dei suoi un nuovo scenario ambientato in questa regione. La de-
orribili misfatti portano a questo luogo e qui si fermano. scrizione della città che si trova in queste pagine riprende e
I cantori e i veggenti sono molto preoccupati riguardo Philippopo- amplia quella già riportata tra le pagine di quello scenario.
lis: una profezia recente afferma che la gemma della Thracia stareb- A corollario dell’avventura c’è anche una Tabella degli In-
be per cadere e che la tempesta di lame e tenebra che viene da nord contri che possono avvenire in città.
si starebbe per abbattere su di essa.
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RELAZIONE SULLA THRACIA
à LA CAPITALE D’ORIENTE,
TRA PASSATO E PRESENTE
che controlla l’accesso meridionale al Bosforus. I re della antichis-
sima Lygos non sono ricordati dagli storici di questo popolo e la
Oggi Byzantium appare come una dorata meraviglia costituita da stessa tribù fondatrice pare abbia subito nel corso dei secoli una
centinaia di templi, santuari e palazzi, che rivaleggiano tra loro e damnatio memoriae da parte degli altri Traci.
con quelli di Roma per sfarzo e magnificenza, distinguendosene Lygos crebbe per secoli forte e potente, ma con una terribile fama
tuttavia per aspetto più esotico e tratti stilistici greci e levantini. di violenza e sopraffazione, e i prigionieri di guerra condotti in città
Se Roma incarna la tradizione e Alexandria rappresenta una porta spesso erano sacrificati in cruenti massacri alle oscure divinità del
verso la cultura e il millenario passato d’Aegyptus e d’Africa, By- sottosuolo. Si dice anche che il celebre re Diomede, che allevava
zantium è davvero la Capitale d’Oriente dell’Impero, un centro che cavalli d’incubo abituati a pascersi di carne umana, fosse il sovrano
prospera nei luoghi dove la tradizione greca incontrava il proprio proprio di questo piccolo regno sulle sponde del mare.
storico confine e si affacciava verso l’ignoto. Secoli dopo, furono i coloni della città greca di Megara a conqui-
Molte delle nuove mode e delle prospettive sull’avvenire che pian stare l’insediamento e a spazzare via la dinastia precedente, si dice
piano penetrano nell’Impero e nei modi della nostra civiltà proven- con gravi e cruenti gesta, fino ad incendiare e distruggere il palazzo
gono da Byzantium, che acquisisce, trasforma e rielabora segreti, degli antichi re cittadini con tutti gli orrori che conteneva.
tendenze e scoperte provenienti da oltre i confini e le immette poi Fu, si dice ancora, l’Oracolo di Delfi a indicare i resti dell’antica
distillate nella vita quotidiana della Prefettura Occidentale. Qui le città trace come il punto migliore per colonizzare quella contrada
dame hanno abbandonato stola e palla tradizionali e preferiscono la così strategica, ma quando i coloni seppero il responso, cercarono
combinazione dalmatica e clamide, con decorazioni di pietre rare, in ogni modo di aggirarlo.
perle, ambra e placchette d’oro e argento. Auguri e profeti vennero interrogati più volte, ma tutti confermaro-
Ma, come tutte le città millenarie, la storia della Porta d’Oriente no il verdetto: il luogo più sicuro dagli attacchi esterni della regione
intreccia trame di violenza e splendore, crescita e decadimento, fino era l’alto sperone che cingeva il Corno d’Oro. Fu così che i Mega-
ad arrivare all’attuale ordito cittadino e politico, sempre in bilico fra resi fondarono la propria acropoli proprio in quel punto e da allora
tradimento e fedeltà, fra scissione e unione, fra resistenza alle orde esso è sempre rimasto il centro difensivo e il cuore amministrativo
del nord e cedimento definitivo. di Byzantium. Già nel passato più lontano, gli abitanti della Secon-
La seconda metropoli dell’Impero ha una fondazione che risale, da Roma si vantavano di risiedere “in un posto che si presenta come
come detto, ai secoli precedenti alla guerra di Troia, quando una il più adatto fra tutti quelli del mondo oggi abitato a garantire sia
tribù trace arcaica e secondaria decise di insediarsi sul promontorio la sicurezza sia la prosperità”. Che il centro del potere della regione
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RELAZIONE SULLA THRACIA
e della seconda metropoli del mondo sia sempre nello stesso luogo Superato anche il Murus Costantini, il cuore della città è costituito
da due millenni è un fatto bizzarro ma non inusuale, ma questo da quartieri affollati, straripanti di popolazione, nei quali le insulae
dettaglio alimenta le voci più misteriose... vengono man mano ristrutturate e ricostruite, sempre più alte e
Un antichissimo verso molto conosciuto in città recita che: lussuose, per dare spazio ai prosperi abitanti del ceto medio citta-
dino, in perenne crescita. Le vie principali sono ampie e ordinate,
Il re giace al palazzo e siede nelle grotte. disposte a raggiera attorno ai Fori di Teodosio e Costantino, due dei
Al buio in pieno giorno, alla luce di notte, centri principali della vita civile della metropoli. Terme, fontane,
Sanguinario in pace, Amico in guerra canali sotterranei e cloache sono numerose e ben tenute, sebbene
Da sempre sopra il mare e sotto la terra. le vecchie condotte sotterranee siano ritenute pericolose e piene di
insidie per chi non le conosce a menadito.
E i vecchi si segnano con i gesti degli dèi e della scaramanzia quan- Vicoli, vie secondarie e angiporti non mancano all’interno dei rioni
do i bimbi ne fanno cantilena. Quando interrogati sul motivo di centrali della città, ma frequenti ristrutturazioni e una costante cre-
tali timori, rabbrividiscono e dicono che la filastrocca è anche un scita abitativa tende a spianare il vecchio e contorto impianto greco
lugubre enigma da risolvere... per imporre l’ordine e la razionalità dei nostri architetti. Il celebre
Ma l’invidiabile posizione di Byzantium fu ovviamente anche motivo di porto cittadino, esteso per miglia, è di fatto una interminabile serie
conquiste, guerre e rovina, come spesso accade per le faccende degli uo- di moli e ormeggi distribuiti lungo le numerose rientranze natura-
mini e dei regni del passato. Persiani e Ateniesi, Spartani e Macedoni se li della costa, in special modo quella settentrionale che si affaccia
la strapparono e contesero per generazioni fino alla morte di Alexandros. sull’utilissimo Corno d’Oro. È qui che sorgono i magazzini princi-
Alleata di Roma per molti anni, quella che era ormai una città-stato pali di vino, olio, granaglie, pesce essiccato e garum, affiancati poi
indipendente venne infine ceduta alla Repubblica e sotto il Principato da depositi più piccoli e maggiormente sorvegliati per le merci più
di Augusto entrò a far parte a pieno titolo dell’Impero. Anche se ope- preziose. Decine e decine le imbarcazioni ormeggiate o in transito
re di ingrandimento e abbellimento della città furono costantemente quotidiano tra i vari moli della città, mentre i porti militari ospi-
messe in atto nel corso di tutta la sua storia, fu Costantino a trasfor- tano un consistente distaccamento della Legio XI Claudia, alcune
mare definitivamente Byzantium nella metropoli che è oggi: un centro navi della Classis Moesica e la sede della Prefettura.
multiculturale, fondamentale per i commerci e i movimenti di truppe, Man mano che si procede verso est e verso lo sperone roccioso, i
capace di rivaleggiare con la stessa Roma, tanto che qualcuno in passato quartieri e le insulae si diradano, la costa rocciosa interrompe la suc-
paventò essa si potesse staccare e governare come capitale della porzione cessione dei moli e si stagliano gli edifici più in vista e rinomati della
orientale dell’Impero. Per fortuna questa scissione mai avvenne, e oggi città: l’Ippodromo e le Terme di Teodosio. Nel luogo dell’antica acro-
Byzanytium è una città rinnovata nell’impianto urbano, protetta da mu- poli megarese e della dimenticata città di Lygos sorge il complesso di
raglie enormi che la cingono anche dal fronte marino e forte di mezzo monumentali edifici centrali nella vita politica dell’intera provincia:
milione di abitanti, senza contare le centinaia di migliaia di persone che il palazzo del Governatore della Thracia, la Curia cittadina e il pa-
ogni anno la frequentano per commerciare, prestare la propria opera, lazzo riservato agli Imperatori in visita. Tra i luoghi di culto, il più
fare tappa nelle sue terme e visitare i suoi palazzi e santuari. esotico e notevole è la Chiesa dei SS. Apostoli, voluta dall’Imperatore
Costantino. Questo santuario cristiano ha una pianta cruciforme e
à LA FORMA DELLA CITTByzantium sorge su sette colli ed è divisa in quattordici regioni,
cinque cupole dorate sostenute da enormi archi, slanciati verso la di-
mora del dio dei Cristiani. Stupisce solo chi non conosce il silenzioso
come ad emulare la capitale dell’Impero. La straripante ricchezza potere esercitato dai Cristiani in città il fatto che questo santuario
e il prestigio di questa metropoli non si riflettono solamente ne- sia il più grande della metropoli. Il cortile esterno, più grande della
gli innumerevoli palazzi dei suoi distretti centrali. Anche le stesse chiesa stessa, è costantemente gremito dai locali seguaci e da pel-
strade sono fiancheggiate da portici marmorei, portali e colonne di legrini giunti appositamente. Non mancano poi piazze, santuari e
bronzo, mentre gli splendidi archi eretti a eterna memoria dagli Im- edicole dedicate a tutti i culti consentiti della provincia e delle terre
peratori in trionfo dopo le guerre contro Vandali, Goti e Unni sono circostanti: imponenti santuari per i Grandi Dèi e i Cabiri, numerosi
sparsi per la città, lungo e attorno ai due circuiti murari principali. templi di Ecate, patrona della città, sacelli dedicati alle Muse e ad
Il più esterno di questi è il Murus Theodosii, circondato da deci- Orfeo, antichissime strutture sacre e oracolari intitolate a Dyonisus
ne di migliaia di tuguri, catapecchie e rifugi di fortuna, semplici Trace, Nemesis e Bendis Kotys, cappelle votive secondarie e quasi
ricoveri per i miserabili e coloro che ancora vivono all’ombra del dimenticate destinate al culto di divinità orientali e scite.
nostro faro di civiltà. Attraversate le porte della città, tuttavia, il A riequilibrare il predominio del Culto Ufficiale rispetto a queste
panorama metropolitano muta decisamente. La cinta più esterna presenze levantine e al culto cristiano sono ormai avviati i lavori per
contiene una suburra tutto sommato ordinata e rispettosa, desti- il Pantheon, un ambizioso progetto architettonico per il momen-
nata ad accogliere piccoli commercianti, artigiani e servi. Chi sia to realizzato solo a livello di fondamenta, dedicato agli Olimpi, di
abituato ai rioni popolari di Alexandria e Roma, dove il crimine magnificenza superiore a ogni altro edificio adibito a culto presente
e la decadenza imperano, sarà sorpreso dalla compostezza e dallo in città. Il progetto è ampiamente appoggiato dall’amministrazio-
stile di vita dignitoso di questi cittadini e delle classi servili che qui ne imperiale, che vede nella sua attuazione un doveroso tributo a
abitano, desiderose soltanto di ascendere alla prosperità dei ceti più quella Pax Deorum sulla quale l’Impero fonda la sua incolumità nei
abbienti con il proprio lavoro e le possibilità offerte da Byzantium. secoli e per il momento onorata in città solo in minori costruzioni.
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RELAZIONE SULLA THRACIA
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RELAZIONE SULLA THRACIA
Forsennati! Nel cuore della città si aggira un mendicante coperto di lerciume e strani simboli, con gli occhi
11 spiritati. Va in giro urlando e continuando a ripetere frasi inquietanti e insensate, su serpenti che strisciano nelle
ombre e su una qualche grande tenebra innominabile che sta per arrivare...
Evangelizzatori. Un gruppo di cristiani offre cibo e ristoro a mendicanti e bisognosi. Sembrano caritatevoli e
12 cortesi, ma dietro le loro parole è possibile riscontrare ideali assolutistici che a lungo andare potrebbero sembrare
un po’ inquietanti.
Una strana filastrocca. Un bambino con lo sguardo fisso nel vuoto sta mormorando una nenia bizzarra, in gre-
co arcaico. Le parole sono quelle di una poesia molto antica, il cui significato non è mai stato chiarito del tutto:
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Il re giace al palazzo e siede nelle grotte / Al buio in pieno giorno, alla luce di notte / Sanguinario in pace, Amico in
guerra / Da sempre sopra il mare e sotto la terra.
Il marchio di Ecate. Tre individui truci e massicci portano ben in evidenza un marchio da gladiatori. Con un
14 tiro di De Magia (SD 9) è possibile riconoscere il Trigla, un pesce con la coda triforcuta associato alla dea Ecate.
Il trio deve aver partecipato di recente agli ultimi Ludi di Ecate, di cui si mormora sottovoce in città.
Macabri resti. Una carcassa animale giace in un angolo. Sembra essere un somaro o un mulo, orrendamente
15 ridotto. Con una prova di De Natura (SD 9) è possibile comprendere che qualcosa sembra averlo divorato
dall’interno ed è strisciato via. L’esile traccia nauseante conduce alle fogne.
Il Primo Re. Mentre i Custodes girano per il centro scorgono un antichissimo bassorilievo mezzo divorato dal
16 tempo. Se decidono di ripulirlo e studiarlo, con un tiro di De Scientia (SD 9) possono leggere “Apl[...] Primo
Re di Lyg[...]. Cosa vorrà mai dire?
L’Amazzone in lacrime. Una giovanissima Amazzone siede in lacrime in un angolo, ma si riscuote se i Custodes
si avvicinano. È molto riservata ma pare che abbia fallito una missione che si era imposta mesi or sono. Un tiro
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di De Societate (SD 9) può aiutare: la ragazza guerriera portava un messaggio da parte della loro regina per “il
Re dei Romani”, chiedendo aiuto contro i nemici del suo popolo, ma non c’è nessuno in città che la sta a sentire.
Sycorax. Una vecchina ingobbita sfiora uno dei Custos, quello con il punteggio di Sensibilitas più alto. È Syco-
18 rax, la vecchia strega scita (vedere pag. 149). In quell’istante, il Custos ha una sorta di visione sulla missione in
corso, che può tentare di interpretare per ottenere un qualche indizio.
La moda orientale. Una delegazione di senatrici è giunta da Roma per acquistare capi di vestiario per delle
iniziative che si terranno in Italia negli anni futuri. Quello che sembra un esperto procurator le sta portando in
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giro per la città a ispezionare manifatture e botteghe di lusso. Alcune di loro sembrano in cerca di emozioni e
avventure...
Operai per il Pantheon. Una squadra di operosi lavoratori, guidata da quello che appare un abile capomastro,
è appena sbarcata in città, chiamata per dedicarsi ai lavori del Pantheon. Grazie a queste maestranze, i lavori ri-
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prenderanno con gran lena. Gli operai sembrano però estremamente incuriositi dalla vita frenetica di Byzantium
e potrebbero esagerare con bisboccia e distrazioni.
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RELAZIONE SULLA THRACIA
Fazioni in Conflitto: Azzurri. Gli Azzurri non vincono ormai all’Ippodromo da molte gare e una piccola folla di
22 Rossi e Verdi, i favoriti delle prossime corse, li prende sonoramente in giro con canti e lazzi. Aiutarli a respingere
le invettive e a rispondere a tono è un ottimo modo per farseli amici.
Fazioni in conflitto: Verdi. I Verdi hanno vinto le ultime gare all’Ippodromo e tutti ritengono che abbiano
rubato, corrompendo anche giudici e altri aurighi. Una accozzaglia di Azzurri e Neri sta dileggiando e lanciando
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verdure marce contro un gruppo di tifosi che stanno festeggiando gli ultimi trionfi. Aiutarli disperdendo i facino-
rosi è un ottimo modo per farseli amici.
Fazioni in conflitto: Rossi. Una cricca di Azzurri e Bianchi ha stretto in un vicolo un numero più esiguo di tifosi
24
della fazione Rossa, che sono pronti alla rissa. Aiutarli disperdendo gli aggressori è un ottimo modo per farseli amici.
Fazioni in conflitto: Neri. Un gruppo di Bianchi, spalleggiati da alcuni Verdi, sta inveendo e lanciando sassi
25 contro due aurighi della fazione dei Neri, accusandoli di usare arti oscure nelle loro gare. I Neri sono spaventati e
furiosi e stanno per estrarre le lame. Aiutarli disperdendo gli assalitori è un ottimo modo per farseli amici.
MOESIA SUPERIOR,
LE MONTAGNE
DEI GRANDI DÈI
65
RELAZIONE SULLA THRACIA
INCONTRI E INCIDENTI
FRA THRACIA E
MOESIA SUPERIOR
A differenza delle pericolose contrade di Dacia e Moesia
Inferior, queste due regioni dell’Impero, seppur minaccia-
te da molti pericoli, rappresentano un paesaggio assoluta-
mente comune dell’Impero. Le ricche città e le campagne
grecizzate di Thracia e i panorami montuosi e rurali di
Moesia Superior non divergono dalle province “standard”
di qualsiasi altra parte dell’Impero. In caso volesse inserire
incontri casuali nelle città, di giorno o di notte, alle terme
o nei luoghi di commercio, e ancora incidenti di viaggio
per terra e per mare, il Demiurgo può utilizzare le relative
tabelle presenti nell’Encyclopedia Arcana.
arcaiche dei Traci o sono interessati ai loro perduti culti, alle loro
tradizioni più antiche e ai loro misteri, è questo angolo di Impero
che dovranno visitare. I montanari e i contadini di queste terre
conservano leggende e miti sui Titani e sui Cabiri, sui Grandi Dèi
del loro popolo e su Dionysus, e sembra che conoscano molti modi
per evitare le innaturali minacce che assillano gli abitanti di Da-
cia, di Byzantium e della costa. La loro atavica e rustica saggezza,
purtroppo, non è bastata a tenere altrettanto lontane la guerra e le
invasioni dei barbari.
à SINGIDUNUM,
AL CONFINE DI TRE PROVINCE
La città di Singidunum sorge su un luogo consacrato, già conside-
rato di favore divino dalle antiche popolazioni galliche e germani-
che che qui fondarono il primo insediamento, mille anni orsono.
Dopo la conquista ad opera di Gneo Cornelio Lentulo, ispirato da
voci e profezie, gli invasori vennero respinti oltre il Danuvium e la
città venne riconsacrata agli dèi di Roma. Fu allora che qui venne
stanziata la Legio IIII Flavia Felix e attorno ai castra si sviluppò la
rinascita del centro, che fu di grande importanza durante le cam-
pagne daciche e venne anche raffigurata nella grande Colonna di
Traiano, a Roma.
Dopo decenni di crescita e sviluppo, circa un secolo fa Singidunum
venne assaltata e devastata dai Goti, per poi essere ricostruita più
forte e più salda di prima e collegata a una rete di passaggi sotterra-
nei e gallerie di mina che dalla fortezza potessero superare i confini
più vicini. Oggi Singidunum sorge infatti nel punto di congiunzio-
ne tra tre province, Thracia, Dacia e Illyricum, e le truppe ancora
stanziate qui sono un altro punto strategico fondamentale di tutta
la Prefettura. Dopo la devastazione portata dai Goti, il centro è sta-
to ricostruito in maniera razionale e illuminata, con vie rettilinee,
66
RELAZIONE SULLA THRACIA
67
RELAZIONE SULLA THRACIA
SEMIRAMIDE
Nato col corpo di uomo, Semiramide si è sempre identificato in una vita e in costumi muliebri, fino a utilizzare droghe e farmaci
per modificare gli aspetti fisici desiderati. Si narra che, durante il suo cursus, Plutone gli abbia conferito bellezza, giovinezza e la
capacità di diventare uomo o donna a piacimento, a seconda della missione da compiere.
Oggi Semiramide è un veterano dall’età indefinibile che appare come una piacente patrizia di mezz’età, elegante e raffinata mece-
nate della vita mondana di Ratiaria. La sua conoscenza di veleni e droghe, la sua fitta rete di informatori e spie e le sue vecchie e
potenti amicizie in tutta la regione possono essere molto d’aiuto ai Custodes... sempre che non sia lei il nemico!
Semiramide
Valore: DV8
1 dado: De Bello, Sensibilitas
2 dadi: De Bello (Pugnali), De Societate, Punti Vita, Ratio
3 dadi: De Corpore, De Societate (Ingannare)
Punti Vita: 16
Armi: Sica avvelenata (Danno 4)
Protezioni: Nessuna
a Viminacium tali iniziative sono pubbliche e hanno il consenso di relativa pace e sicurezza per costruirvi le proprie domus e villae,
di quasi tutta la popolazione. Questo si deve principalmente alla ospitare la propria famiglia e risiedervi quando non impegnati al-
straordinaria gestione dei ludi, che tanta parte hanno nell’economia trove. Negli ultimi decenni, il fiorire di imponenti e lussuose co-
della città, quanto al fondamentale apporto dei gladiatori del Soda- struzioni, lo sviluppo di giardini, orti e teatri, la piccola ma elegante
lizio a fianco dell’esercito nella battaglia contro gli Unni, trent’an- vita mondana hanno conferito a questo minuscolo e periferico cen-
ni prima, episodio che ha salvato la città e nessuno può ancora tro la qualifica di “città patrizia”.
oggi dimenticare. Perfino i legionari, a cui è stato imposto anche di Qui hanno inoltre un loro accampamento semi-fisso gli Avari e
controllare e limitare lo strapotere cittadino del Sodalizio, provano in città è molto sentito il culto di Zalmoxis, probabilmente per
simpatia e amicizia per costoro e i principi collegiali che i gladiatori la forte componente di Daci trasferitisi da oltre il fiume. Anche
propugnano stanno facendo sempre più breccia nei soldati. se la guerra è vicina e la legge marziale è molto stringente, qui si
è sempre respirata un po’ di tranquillità, adombrata solamente da
à RATIARIA, LA CITTÀ PATRIZIA
Il centro più importante lungo la via fortificata che segue il Danu-
alcuni omicidi e delle misteriose scomparse avvenute negli ultimi
tempi, proprio tra i cittadini più abbienti, su cui tuttavia ancora la
vium, proprio verso il confine con la Moesia Superior è Ratiaria. La Cohors Arcana non ha ritenuto di dover indagare, in mancanza di
città si contraddistingue per una forte componente militare ma an- elementi prodigiosi.
che come luogo di scambi e di passaggio, visto che si trova a cavallo I santuari del Culto Ufficiale sono presenti in città, ma i templi più
tra le due regioni e di fronte alla Dacia. Vicine miniere d’oro e d’ar- grandi e sontuosi sono stati eretti in onore dei Grandi Dèi, i più
gento, non paragonabili a quelle di Dacia ma ancora in funzione e amati dal popolo e ai quali pare essersi convertita anche la maggior
ben tenute, ne garantiscono anche una certa floridezza economica. parte dei cittadini di rango.
Qui sorge anche un monumentale tempio di Tellus, voluto da Set- A Ratiaria vive anche un noto ex-Custos, ritiratosi dal servizio im-
timio Severo, il più grande di cui si abbia contezza nell’Impero, periale da prima dell’istituzione della Lex Arcana. Il suo nome è
custode delle sacre e prospere miniere e foriero di benedizioni. Semiramide, Diplomatico di conoscenze e acume inarrivabili, se-
Tutti questi elementi, sicurezza, commerci, prosperità, hanno atti- gretamente ascritto alla Qualifica di Assassino. I Custodes che si
rato tanti degli aristocratici romani della regione, i più ricchi mer- fermano in città durante le proprie missioni, possono contattarlo
canti e i procuratores più benestanti, che hanno scelto questo luogo per averne informazioni e supporto.
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RELAZIONE SULLA THRACIA
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PARTE III
OLTRE I CONFINI
DELL’IMPERO
OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
INFORMAZIONI GENERALI
prosegue dal rapporto confidenziale di Flavio Artemio Longino,
Magister della Cohors Auxiliaria Arcana della Provincia di Dacia e Thracia
Per i Custodes che operano nelle due province menzionate nei papiri precedenti, è necessario non solamente conoscere e approfondire i misteri e i
rischi delle contrade interne al limes, ma anche quelli al loro esterno, perché essi giocano un ruolo chiave nella difesa dei nostri confini e nella vita
dei cittadini dell’Impero.
Sono poche le province esposte e aperte verso l’esterno come la Thracia e la Dacia, che si affacciano sull’ampio Mar Nero, le cui sponde sono occupate
da pianure erbose su cui cavalcano le orde dei nostri nemici, e sulle interminabili terre di Scythia, dove covano millenari segreti e si aggirano mostri
primordiali.
La grande importanza di queste praterie è soprattutto quella militare, come terreni di pascolo per l’Orda e corridoio di scorrerie e manovre per i
nostri avversari. Tutta questa landa è tuttavia anche punteggiata da tumuli infestati dagli spettri, che nascondono al loro interno i più rinomati
tesori: oro antico, armi dotate di incantamenti, punte in adamante, gioielli, smeraldi, ambra iperborea e velli di montone intessuti d’oro.
Per questo motivo, in questi fogli ti darò conto anche di quali insidie e punti di interesse ci sono al di fuori dei nostri confini, nei vasti territori
occupati da Unni, Sciti, Vandali, Goti, Amazzoni, Arimaspi, tribù di trogloditi e Iperborei.
72
OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
NELL’OMBRA
DEL CONFINE
llo stesso tempo, delego a questa parte della trattazione maggiori in-
A formazioni sui culti, le abitudini e le cupe leggende dei nostri nemici
principali, i suddetti Unni, Goti e Vandali, con i segreti artifici macchinati
IL RE DEI VANDALI
da Attila, Odoacre e Teodorico. Di questi ultimi vado a riportare anche una Odoacre
precisa descrizione, qualora i Custodes dovessero trovarvisi faccia a faccia. Valore: DV8
Flavia Gallia Scholastica, De Praefecturae Imperii, Va 190-195. 1 dado: De Natura
2 dadi: De Corpore, De Societate (Comandare), Ratio,
Sensibilitas
IL REGNO DEI VANDALI 3 dadi: De Bello, Punti Vita
Punti Vita: 24
Raccolti dal feroce Odoacre, celebrato dai suoi per le doti di stratega Armi: Spatha (Danno 10)
e la prodezza nelle battaglie, durante le quali mai abbandona le prime Protezioni: Lorica Hamata (Protezione 5), Clipeus (Parata +2)
linee, i Vandali e tutti i popoli e le tribù germaniche ad essi federati
sono di certo il più semplice e mondano dei pericoli che minacciano Nonostante i suoi natali illustri, perlomeno secondo i pa-
il nostro confine, specialmente il limes dacico. rametri dei barbari, Odoacre trascorse i primi anni di vita
tra miserie e affanni, viaggi e migrazioni. Colpito, si dice,
da cento malattie e cento ferite di caccia, da cento giorni
di digiuno l’anno e da cento tempeste abbattutesi addosso
durante la sua infanzia di stenti, Odoacre sopravvisse a ogni
male e si fortificò, divenne guerriero e veterano, campione
e capo del suo popolo, fino a venire riconosciuto come il
più duro dei duri, il sovrano più temprato del Mare Ger-
manicum.
La sola cosa più temprata del suo corpo è il suo animo
determinato e instancabile, la sola cosa più coriacea della
sua pelle è la sua testa dura e indomita.
73
OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
I SEGRETI balene, nei punti dove si dice si trovino delle antichissime città
sommerse, da millenni sotto la superficie del mare. Quello che
DEL PONTUS EUXINUS abbiamo potuto accertare finora è che tali centri sono davvero
di ancestrale datazione e risalgono agli anni remotissimi in cui la
Il Pontus Euxinus è un mare tranquillo e privo di grandi correnti costa del Pontus Euxinus si spingeva molto più in là e il livello
o maree, uno specchio d’acqua poco fecondo, i cui fondali sono delle acque era molto più basso. Lungo la costa di allora pare sor-
amari e privi di vita. Per questo, la pesca non è mai stata una grande gessero delle colonie della perduta e distante Atlantide, una civiltà
tradizione di queste terre e solo pochi villaggi di pescatori si trovano che fu sommersa quando il passaggio del Bosforus si aprì completa-
lungo le sue rive. Per quanto riguarda la nostra provincia, i centri mente alle acque della Propontide e una immane quantità di flutti
maggiori si trovano a Byzantium e a Salmydessus, con qualche bat- invase la regione. Quei fatti, avvenuti in ere preistoriche dimen-
tello che parte ogni giorno anche da Apollonia e dalla Pentapoli. ticate, hanno una lontana eco nelle vicende del grande diluvio di
È solo a Salmydessus tuttavia che si pratica la caccia alle balene, i grandi Deucalione e Pirra, una delle più remote delle nostre tradizioni.
leviatani che qui giungono migrando dal Mediterraneo. Nel piccolo Gli abitanti di quelle colonie oggi sommerse pare potessero disporre di
centro hanno sede alcune rimesse e un cantiere navale dedicato alla una tecnologia persino superiore a quella dell’Impero, specialmente in
costruzione di imbarcazioni speciali realizzate per questa attività. La termini di congegni meccanici, e le rovine sommerse nasconderebbero
caccia alla balena è una pratica complessa e faticosa, che richiede al ancora segreti di scienze perdute e artefatti meravigliosi. Secondo i Custo-
contempo la maestria nella navigazione tipica dei più esperti marinai, des che si sono occupati dei Figli di Caligola, uno di essi sarebbe il favo-
quanto la forza e la tenacia dei cacciatori di belve. Per questo motivo loso Scettro di Atlante, che pare possa causare o impedire i moti della ter-
essa è riservata solo ai più valorosi ed esperti dei pescatori del circonda- ra. Esso venne forgiato dai Titani, o portato qui dalla remota Atlantide,
rio e spesso i capitani del luogo arruolano barbari, guerrieri ed ex-gla- perché il livello del Pontus Euxinus continuava a scendere, per provocare
diatori tra le loro ciurme, per impiegarli agli argani o agli arpioni. l’apertura dello stretto del Bosforus e il rialzarsi delle acque del mare in-
A Salmydessus vi sono in tutto tre rimesse di queste particolari im- terno. Malauguratamente, i sapienti di quelle antiche città perdute fecero
barcazioni, per un totale di sei navi baleniere e sei equipaggi. Per male i loro conti e le acque si riversarono in quantità inimmaginabili,
quello che ne sappiamo, tutti costoro sono in qualche modo affilia- provocando la distruzione e l’inabissamento di tutte le colonie in cui il
ti o al servizio dei Figli di Caligola, il culto che sembra dominare la manufatto era stato impiegato e che avrebbe dovuto favorire.
vita segreta di questo insediamento. Le acque del Pontus Euxinus non nascondono mostri marini o cre-
Di recente, i Figli di Caligola e le navi baleniere sono state viste ature leggendarie, al contrario di alcune delle sue coste, afflitte dalla
aggirarsi in luoghi distanti dai convenzionali banchi di caccia alle presenza di trogloditi, giganti trogloditi, Arimaspi, ciclopi e arpie. Tut-
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OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
tavia, si dice che in quei fondali amari e asfittici, l’innaturale connubio dai tratti misteriosi e dalle caratteristiche inquietanti. Incontrare que-
tra sostanze velenose e condizioni di vita estreme abbia dato origine ed sti esseri è tuttavia altamente improbabile, se non per chi si immerge
esseri viventi dalle caratteristiche plutoniche, come alghe nere tossiche davvero nelle acque di questo mare e vada a stuzzicarli tra le colonne
e pericolose e tutta una genia poco conosciuta di pesci degli abissi, spezzate e i ruderi sommersi delle antichissime colonie di Atlantide.
Spedizione punitiva. Una Centuria sta partendo per una rappresaglia contro alcuni accampamenti di razziatori
11 Vandali. Il Centurione propone ai Custodes di unirsi a loro: non si sa mai quali pericoli dovranno affrontare là
fuori.
Balenieri ubriachi. Un gruppo di allegri marinai invade la strada ondeggiando al ritmo di un canto sguaiato.
Superando una prova di De Societate (SD 6) sarà possibile scoprire che tutta questa gioia è dovuta al ritrova-
12
mento di uno strano manufatto dentro lo stomaco di una balena. Nessuno sa come sia finito lì, ma sicuramente
vale una fortuna.
Corteo funebre. Un canto lugubre preannuncia l’arrivo di un corteo funebre. Un gruppo di barbari porta il
cadavere di un uomo sopra una lettiga. Visto il grosso seguito deve trattarsi sicuramente di una persona impor-
13
tante. Un tiro di De Magia (SD 9) svelerà ai Custodes che il canto funebre sembra rivolto a una divinità dal
nome sconosciuto.
Spie vandale. Alcuni uomini sospetti stanno pedinando i Custodes. Un successo in Sensibilitas (SD 9) permet-
14 terà di accorgersi della loro presenza, altrimenti le spie continueranno a raccogliere informazioni sulle attività dei
romani. In caso di conflitto utilizzare 1:1 Guerrieri Barbari (Manuale Base pag. 155).
Naufraghi. Alcuni uomini sulla spiaggia stanno facendo ampi gesti verso i Custodes. Sono naufraghi soprav-
vissuti all’affondamento della loro nave. Non hanno cibo e abiti asciutti, alcuni di loro sono feriti e temono di
15
morire durante la notte. Chiedono aiuto e in cambio possono offrire qualcosa di prezioso che stavano traspor-
tando. Fortunatamente l’oggetto è stato restituito dalle acque in una cassa poco distante.
Un temporale improvviso. Il sole sparisce improvvisamente dietro una coltre di nubi nere, si alza un vento geli-
16 do e in pochi minuti si scatena un temporale. I lampi che squarciano il cielo illuminano la figura di un viandante
solitario che cammina verso i Custodes. Sembra un vecchio vestito di pelli.
Mandria di cavalli. Da una nuvola di polvere sbuca un folto gruppo di cavalli al galoppo. Sono guidati da
alcuni mandriani dallo sguardo truce e dalla pelle cotta dal sole. Guadagnandosi la loro fiducia con un tiro di
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De Societate (SD6) sarà possibile farsi indicare la giusta via per raggiungere qualunque luogo noto nel raggio
di cinquanta leghe.
Tumuli saccheggiati. Una serie di collinette erbose dalla forma tonda e regolare indica la presenza di una ne-
cropoli. Gli antichi accessi ai tumuli sono sepolti dalla terra e dalla vegetazione, ma alcuni fori si aprono sulla
18
sommità dei dossi: evidentemente qualche razziatore si è aperto la strada scavando. Forse dentro queste tombe
si possono ancora trovare oggetti interessanti, o magari lo spirito inquieto del defunto.
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OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
Mercante in difficoltà. Un carro è fermo lungo la strada, il bue che dovrebbe tirarlo giace a terra sofferente. Il mer-
20 cante implorerà i Custodes di aiutarlo, probabilmente l’animale ha mangiato qualche erba velenosa e ora sembra in
punto di morte. Senza bestia da soma il mercante dovrà abbandonare qui tutte le sue merci.
Banda di Unni. Un gruppo di Unni a cavallo galoppa verso i Custodes. Difficile dire se hanno cattive intenzioni
21 oppure no, in ogni caso è bene non allontanare troppo la mano dall’impugnatura delle armi. In caso di scontro
utilizzare 1:1 Guerrieri Barbari (Manuale Base pag. 155) +1 Campione Barbaro (Manuale Base pag. 154).
Schiavi in fuga. Alcuni uomini stanchi e malvestiti tentano goffamente di nascondersi alla vista dei Custoses. Se
si accorgono però che i nuovi venuti sono romani gli vanno incontro festanti. Sono cittadini dell’Impero rapiti e
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ridotti in schiavitù dai barbari. Per un colpo di fortuna sono riusciti a fuggire e ora chiedono di essere accompa-
gnati in un luogo sicuro.
Spettri inquieti. Alcune sagome evanescenti si aggirano in cerchio sulla sommità di un dosso, sono spettri (1:2
23 Spettri, Manuale Base pag. 202) che vigilano inquieti su i resti di un antico insediamento. Sconfitti i guardiani sarà
possibile cercare oggetti rari, antichi o preziosi tra le rovine.
Branco di Lupi. Un branco di lupi in caccia è uscito dalla foresta e ora cerca delle prede con cui sfamarsi. Questi
24 animali non temono di attaccare l’uomo se godono di un marcato vantaggio numerico. (2:1 Lupi, Manuale Base
pag. 159).
Viandante oscuro. Mentre i Custodes si riposano attorno al fuoco del loro campo (per mangiare o prima di
dormire) un uomo si avvicina chiedendo di poter condividere il calore della fiamma. Il viaggiatore è in realtà un
25
Gello (pag. 123) intenzionato a cogliere l’occasione giusta per nutrirsi di sangue umano. La creatura attaccherà
solo quando potrà colpire un singolo personaggio isolato, intanto cercherà qualsiasi scusa per dividere il gruppo.
la sua ira e le sue battaglie senza fine, e non gioverà di alcuno dei
L’ISOLA DEI SERPENTI benefici che il sonno e il riposo concedono agli uomini.
Punizioni ben peggiori si abbatterebbero su coloro che andassero
Questa piccola isola si trova a est della foce del Danuvium, a circa venti alla ricerca della tomba di Achille con l’intenzione di saccheggiarla
miglia dalla costa. Essa in teoria appartiene al nostro Impero, ma es- per interesse personale o dissacrarla: si narra che i pochi che abbia-
sendo un luogo abbandonato e maledetto, e a causa della vicinanza con no tentato, Traci o barbari, siano stati accecati e maledetti dagli dèi
le terre dei predoni e dell’essere lontano da tutte le rotte delle nostre prima ancora di trovare quello che cercavano...
flotte, è di fatto uno scoglio fuori dalla nostra autorità. L’isola è coperta
da marmi e pietre bianche di gran pregio, e al contempo è nota per la
grande abbondanza di serpenti velenosi da cui è infestata. Rovine di età LE ROVINE DI OPHIUSSA
remotissima vi si scorgono tra la vegetazione lungo la costa e perfino
nelle acque basse che la circondano, essendo forse l’ultimo resto visibile La prima città dei Traci, dedicata al Dio Serpente ed edificata, sem-
delle colonie orientali di Atlantide che qui sorgevano. pre secondo il mito, dal titano Tyras progenitore di questo popolo,
Ma la tradizione ricorda questo luogo per un motivo molto più giace affondata per metà tra le paludi alla foce del corso d’acqua che
concreto e “recente”. Sull’Isola dei Serpenti si trova la Tomba di ancora porta il nome di quell’antico nume. Sebbene si narri che an-
Achille, che qui venne sepolto dopo la guerra di Troia, assieme a cestrali manufatti d’oro e congegni titanici siano ancora sepolti tra
tutte le sue divine armi e ai tesori conquistati a Ilio. Dove si trovi quei ruderi ricoperti di vegetazione, l’antico splendore di Ophiussa
questo sacro sepolcro non è più noto, ma la tradizione ricorda che è sparito, sostituito da millenni di decadenza e rovina.
l’Isola è protetta da Apollo e Venere. È consentito per i naviganti Se i resti devastati degli edifici e delle strane architetture pre-umane
attraccare alle sue rive ma è proibito dagli dèi trascorrervi la notte. ricordano quelle della Città dei Titani tra i Montes Rodopes, qui
Chi lo facesse sarà perseguitato tutta la notte da incubi su Achille, non si avverte alcuna malia o maleficio, se non la pesante cappa
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OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
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OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
Nonostante questo, vi sono esploratori, antiquari e cacciatori di te- meno, oggi non rimane più pietra su pietra e si sospetta che i centri
sori antichi che non hanno paura di tali perigli e spesso partono da e le piazzeforti principali di questo popolo e dei loro alleati di un
Byzantium e Tomis per recarsi al nord, seguendo mappe e voci di tempo, i giganti Gog e Magog e gli Arimaspi, fossero sottoterra.
tombe di questo tipo, disposti a tutto pur di mettere le mani su tali Divenuta secoli orsono parte del più civilizzato regno di Cimmeria,
fortune. Quali guai essi possano riportare indietro dal mondo dei cliente e alleato del nostro Impero, questa penisola ha visto a lungo
morti cimmero, è un argomento che temo presto saremo costretti la presenza delle nostre armate legionarie e ausiliarie, e delle navi
ad affrontare! della nostra flotta, a supporto delle sue genti contro i barbari che
premevano alle sue porte.
Ma gli attacchi continui dei Goti prima e le orde interminabili de-
OLBIA, LA CITTÀ RUBATA gli Unni poi, ne hanno sancito decenni fa la caduta completa e la
devastazione finale, due condizioni da cui questa regione non si è
Al tempo dei Cimmeri e degli Sciti, tutta la costa del Mar Nero era mai più risollevata. Oggi le vestigia di questo antico regno, amman-
punteggiata di empori greci e levantini, porti di scambio gestiti da tato di un certo splendore barbaro, giacciono abbattute e coperte
naviganti giunti dal Mediterraneo per commerciare con le popola- dall’erba su cui cavalcano le torme unne e non vi è qui più nulla da
zioni dell’Asia. difendere o riconquistare.
Alla foce dei fiumi più grandi che si gettavano nel Pontus Euxinus A volte, le antiche città sono utilizzate dai Signori dell’Orda o dai
e nella Palude Meotide sorgevano i centri principali, e uno di questi condottieri goti per ammassare truppe e rifornimenti in vista di
era Olbia. Fondata dai Greci di Mileto, Olbia fu a lungo una città pianificate invasioni della Thracia e si possono qui avvistare eserciti
alleata della provincia di Thracia e poi direttamente soggetta alla di migliaia di guerrieri pronti all’assalto. È il caso di Chersonne-
sua autorità, come tutti i centri lungo le stesse coste. sos, affacciata sul litorale meridionale, colonia di antica gloria oggi
Ma nessuno di questi centri poteva resistere all’avanzata dei Goti e ridotta a stalla di passaggio per i Signori dell’Orda e gli Avari che
degli Unni. È ormai un secolo che ogni insediamento della zona è qui trovano rifugio. Nonostante il pericolo immenso costituito per
stato devastato da predoni e orde barbare, e abbandonato. Solo Ol- i Custodes anche solo dall’avvicinarsi a questo centro, un accordo
bia rimane in piedi, divenuta una città di pirati e assassini, che offre segreto con gli Avari potrebbe garantire un lasciapassare sufficiente
rifugio alla peggiore feccia di Scythia ed è governata da un signore a entrare e uscire senza dare troppo nell’occhio.
della guerra di nome Edicone. Edicone ha militato e parteggiato Altre volte, dalle grotte e dalle montagne a ridosso della costa me-
nel corso degli anni sia con i Goti che con gli Unni e parrebbe ap- ridionale, giungono tremori, fragori e muggiti, che nomadi e vian-
partenere al popolo degli Sciri, federati a fasi alterne con entrambe danti ascrivono ai giganti che sarebbero sepolti sotto quella catena
le fazioni. Il vecchio e astuto predone regge oggi Olbia con pugno montuosa. Secondo queste tradizioni, i due antichi giganti cimmeri
di ferro, offrendo beni di commercio, tributi e rifornimenti ai con- Gog e Magog sarebbero imprigionati dal tempo della sconfitta dei
dottieri che giungono alle sue porte, nonché navi e imbarcazioni Cimmeri sotto le radici di quelle alture scoscese e proverebbero
quando questi vogliono compiere le loro imprese via mare. ancora a liberarsi. Quando questo avverrà, la vendetta di giganti,
Per i Romani, Olbia è un luogo pericolosissimo e privo di legge se ciclopi e Arimaspi contro gli atavici nemici sarà devastante.
non quella del più forte, e il più forte è Edicone. Non sono mancati E quei nemici sono i Traci.
in passato dei Custodes che qui abbiano compiuto le loro missioni,
ma il tasso di vite perdute è elevatissimo. D’altra parte, Edicone
non è un barbaro pazzo o un cultista di demoni come i suoi alleati, DELLA MEOTIA
e per congrui compensi può anche favorire l’Impero e i suoi inviati.
LE ORRENDE GENTI
TAURIDE, Il malsano specchio d’acqua di Meotia è stato abitato dai tempi più
antichi da un ramo degenerato delle popolazioni locali, chiamati
LA PRIGIONE DEI GIGANTI appunto Meoti. Gli storici greci affermano che tali scarne tribù
siano presenti in questi luoghi dall’origine del mondo, quasi fossero
La penisola del Chersoneso, anche detta Tauride, è un luogo di un filone secondario dei più celebri trogloditi che si è abituato alla
antichi miti e insediamenti greci, ricordato fin nelle gesta degli eroi vita negli acquitrini, piuttosto che a quella nelle grotte e sui monti.
più antichi e celebrati degli elleni. Persino i montanari Tauri, i selvaggi Sciti, i feroci Cimmeri, i reietti
In queste leggende, i re barbari della regione erano feroci con nau- Sarmati, i malevoli Goti e i barbarici Unni ne hanno sempre pro-
fraghi e prigionieri, mozzavano loro le teste per issarle su pali, sacri- vato timore e disgusto, decidendo ogni volta che era meglio non
ficavano i nemici alla loro dea delle scogliere. Nel passato più lonta- averci nulla a che fare.
no, questa regione fu l’ultimo insediamento occupato dai Cimmeri Assediati da ogni parte da nemici, eppur confidando nelle loro abiette
prima che venissero definitivamente sconfitti, scacciati o sterminati divinità del fondo dei pantani, i Meoti vivono ancora oggi in lerci tu-
dai Traci e dagli Sciti, che poi ne avrebbero interamente saccheg- guri lungo le sponde della grande palude che si sversa nel Pontus Euxi-
giato le terre, i primi, e preso il loro posto nella regione, i secondi. nus, su infide palafitte e in piccoli centri costieri dove i viaggiatori sono
Che vi siano mai state imponenti fortezze cimmere nella regione o sempre mal visti e hanno la malaugurata abitudine di svanire nel nulla.
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OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
I MEOTI TEODORICO
I fetidi e degeneri Meoti sono perfetti esempi di selvaggi Valore: DV8
abietti e nauseanti, dalle abitudini note del tutto orribili e 1 dado: De Natura
che nascondono segreti ancora peggiori. 2 dadi: De Bello, De Corpore, De Societate, Ratio, Sen-
Se il Demiurgo volesse farne massacrare un certo quantita- sibilitas
tivo ai Custodes, essi fanno uso delle statistiche dei Troglo- 3 dadi: De Societate (Comandare)
diti, ma con DV4 (anziché DV5) e i seguenti Poteri Magici: Punti Vita: 16
Malattia (2DV, la vittima deve essere ferita dalla creatura), Armi: Ensis (Danno 8)
Terrore (1DV, la vittima vede la creatura). I Capitribù han- Protezioni: Lorica Hamata (Protezione 5), Clipeus (Parata
no DV5, vestono pelli di animali mal conciate (l’equivalen- +2)
te di una Corium Lorica, Protezione 3) e possono scagliare
Maledizioni (3DV, la vittima deve udire la creatura). Flavio Teodorico è un giovane capo guerriero che non ha
nulla da invidiare ai più celebri e leggendari condottieri del
suo popolo. Non solo il sangue, ma anche il suo carisma
I pochi viandanti che ritornano dopo aver commerciato con i Me- e le sue doti strategiche lo hanno reso oggi il sovrano del-
oti riportano la notizia dei tratti fisici particolarmente deformi di la grande federazione dei popoli goti che premono dietro
queste genti e del loro culto di divinità primigenie delle acque, si- di lui in battaglia. Teodorico ha i tratti nobili del proprio
mili nella forma al Padre Dagon della Madre Idra dei Filistei. popolo ma conosce molto bene il mondo romano ed è in
grado di discorrere, studiare e filosofare in latino e greco.
Nonostante la cupa tradizione della sua gente, Teodorico
I GOTI E L’OMBRA DI VASSAGO non apprezza particolarmente la demonolatria. La sua se-
greta aspirazione è quella di liberarsi del capestro di Vassa-
Il giovane Teodorico è colui che detiene la potestà sui Goti e tutte go che pende sui Goti e al contempo di trovare il modo di
le popolazioni iperboree, scitiche e caucasiche che oggi gli porgono fondere il proprio popolo con i Romani, come un tempo
tributi; costoro appaiono simili alle tribù della confederazione van- altri sovrani del passato avevano tentato.
dalica per aspetto fisico, se non per il fatto di essere in genere ancor
più alti di statura, più chiari di carnagione e di crine, dagli occhi
quasi sempre azzurri. Molti di essi sono contadini e allevatori, e in hanno da quasi un secolo associato al mestiere delle armi anche
tempo di pace mostrano grande maestria nelle arti dell’agricoltu- quello della stregoneria, utilizzando spesso le arti oscure per preva-
ra e della medicina animale, tanto che molti dei nostri braccianti lere in battaglia, maledire i nostri inviati e assalirci con tetre malie.
e studiosi se ne sono giovati per ampliare le proprie conoscenze. I segreti occulti principali di costoro sono legati non tanto al culto
Essi dunque non sono perennemente in guerra, come i Vandali, o dei loro dèi del nord, quanto alla demonolatria, appannaggio dei
lanciati senza tregua alla scorreria nomade, come gli Unni, eppure loro stregoni barbari.
quando i loro capi lo richiedono sono pronti a lasciare i campi e le
bestie ai servi per mesi e partecipare a guerre, esplorazioni, conqui-
ste e saccheggi, per poi tornare alle proprie fattorie all’approssimarsi LA PERDUTA COLCHIDE
dell’inverno, carichi di oro e nuovi schiavi.
Da questo punto di vista, essi non coltivano alcuna filosofia morale Il perduto regno di Colchide esisteva già da prima della guerra di
e sociale che li accomuni ad altri uomini, o che permetta loro di Troia, al tempo degli Dèi e degli Eroi dei Greci, e sarebbe stato un
vedersi integrati in un Impero universale come il nostro, dove tutte luogo ricchissimo d’oro e di ancestrali malie. A leggere i testi degli
le genti possono sedere le une al fianco delle altre. Intendono in- antichi poeti e studiosi dell’Ellade, esso giaceva “oltre i limiti del
vece se stessi come un popolo unico e terribile, distinto da tutti gli mare e della terra” e il tragitto per raggiungerlo era “il viaggio più
altri, perfino dalle tribù e dalle famiglie vicine, discendente da dèi lungo”, che comportava raggiungere i confini orientali del mondo
e antichi eroi, al confronto dei quali ogni altra stirpe è considerata conosciuto. Le sue città principali, Aea, Dioscurias, Phasis e Cutati-
pari alla condizione servile. sium, erano antecedenti alla fondazione di Roma e si dice che qui i
Al contrario dei Vandali di Odoacre e dei popoli a loro associati, Calibi perfezionarono le arti della forgia e della fusione dei metalli,
unicamente dediti alla guerra in campo aperto e al pattugliamento prima di diffondere le loro conoscenze in Occidente. Per altri stu-
delle terre selvagge, i Goti che oggi prendono ordini da Teodorico diosi, le tante tribù che popolavano la regione, tutte differenti tra
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OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
loro per tratti somatici, lingua e usanze, dimostravano che il regno tutte le terre circostanti, che non lesinano miti e leggende su di essi.
fosse stato fondato dai resti di un esercito di ere dimenticate, fer- Tra le grotte del Caucasus pare vivano trogloditi e giganti, gli ultimi
matosi in questo luogo dopo chissà quali battaglie invece di tornare residui delle armate dei Titani durante l’antica guerra con gli dèi,
in patria. I promulgatori di questa ipotesi asseriscono che si sarebbe sopravvissuti solo qui al trascorrere delle ere perché abbastanza fur-
trattato di un’armata proveniente dall’Aegyptus all’epoca dei loro bi da nascondersi agli occhi degli dèi in caverne vaste e profonde.
antichi re, o perfino dalla precedente Stygia al tempo della caduta Solo pitture rupestri e ossa gettate fuori dall’imboccatura delle grot-
di Erebus, e la presenza tra i Colchi di una tribù di guerrieri dalla te testimoniano ancora della loro presenza, né riesco a immaginare
pelle nera avrebbe confermato tale teoria. impresa più orrida e spaventosa che infilarsi in quegli anfratti per
Quale che sia la verità, indebolita dalle incursioni scite, la federa- andare a verificare se tali numi prodigiosi siano leggenda o verità.
zione dei Colchi venne infine soggiogata e annessa dai Persiani, e E ancor più in alto, dove nessuna creatura a due gambe potreb-
tutti i segreti di quel popolo misterioso caddero nell’oblio, compre- be vivere, ecco che nidificano uccelli immensi dai becchi e dagli
so quello della loro origine o gli incantesimi della forgia che essi si speroni acuminati e duri come acciaio, dette “aquile prometeiche”,
tramandavano. discendenti, a quanto si dice, del rapace che per anni si nutrì del
La Colchide divenne un territorio soggetto al controllo dei nostri fegato del savio titano e ne acquisì alcune caratteristiche.
antenati già al tempo del primo Impero, ma non riconquistò mai I viaggiatori più impavidi e coriacei, che riescono a farsi strada tra
più l’importanza di un tempo e oggi è da tempo una regione spo- quelle infide spelonche gravide di mostri e le cime sorvegliate da
gliata e devastata dalle incursioni unne e gote. quelle mirabili aquile, affermano di aver avvistato proprio contro il
Anche qui come altrove, gli antichi tesori, i segreti dell’oro e dell’a- crinale più alto l’ “Orma di Prometeo”, una rientranza scavata nei
damante, e i misteri di stregonerie dimenticate giacciono perduti secoli di tormento dal titano, durante la sua cattività su tali cime.
tra le rovine dei millenni, tra i santuari cadenti di Ecate e Nemesis Il desiderio di raggiungere tale terrazzamento sacro non è tuttavia
e gli antichi palazzi d’un tempo lontano, oggi abitati da sciacalli e provocato solo dalla passione per la storia o dall’afflato religioso
arpie. verso i Titani che Sciti, Sarmati e Traci potrebbero ancora avere. I
Di tutte le antiche e gloriose città di questo regno negletto, è Phasis resoconti più confidenziali riportano come in cima a quelle pendici
l’unica a mantenere un’ultima parvenza di civiltà e un contingente immani si possano trovare ancora i resti delle catene che avvinghia-
romano. rono Prometeo alla parete, realizzate nel più resistente acciaio dei
Nel corso dei secoli infatti questa bella e ricca colonia è stata tra- Titani. Un qualsiasi frammento di tale materiale varrebbe secondo
sformata in un’isola dagli smottamenti della costa e dall’impalu- i fabbri di Tomis e Adrianopolis dieci volte il suo peso in oro, visto
damento della foce del fiume che le scorreva vicino. Oggi le sue che è in grado di dar vita ad armi e armature fenomenali.
mura poderose, unite al fatto che il territorio che la circonda non è
percorribile per miglia dai cavalli, l’hanno resa imprendibile per gli
unni e raggiungibile solo via mare. I PASCOLI DELL’ORDA
Sono qui di stanza un contingente legionario e qualche decina di
navi dell’esercito appartenente alla provincia di Armenia ed è dun- Gli ultimi discendenti di Attila governano oggi sugli Unni e sul
que possibile raggiungerla sui flutti del Pontus, a partire da Byzan- mare magnum di popolazioni nomadi che gli porgono tributi e
tium, dalla foce del Danuvium o dalle città costiere di Moesia. cavalcano nella sua Orda. Essi provengono da regioni lontanissi-
Al contempo, questo avamposto imperiale armeno è circondato da me al di là delle Paludi Meotiche e del Caucaso, e considerano
torme di nemici sulla terraferma e i Custodes che volessero da lì oggi proprio dominio l’antica Scythia, la Cimmeria, la Sarmatia e
spostarsi verso il resto della Colchide dovranno essere preparati a ogni steppa che si estende a nordest del Mar Nero fino ai confini
infiltrarsi con ogni cautela in un territorio nemico reso ancor più del mondo. Tra tutti i popoli che vessano i nostri confini e di cui
pericoloso dalla presenza di belve, bestie velenose e mostri di ogni i nostri geografi siano mai venuti a conoscenza, a esclusione dei
genere. cannibali trogloditi e dei laidi Meoti, gli Unni sono di certo i più
barbari e selvaggi.
Essi hanno pelle inscurita dal sole come cuoio e carnagione malsa-
L’ORMA DI PROMETEO na, membra robuste e salde, grosso collo, torso brutto e curvo, tan-
to che si potrebbero ritenere animali bipedi piuttosto che uomini,
A oriente del Mar Nero, oltre la Colchide, tra le steppe e le colline resi deformi dalle loro pratiche quotidiane piuttosto che dal destino
scoscese a nord dell’Armenia, si ergono i monti del Caucasus, che e dai tratti naturali della loro stirpe. Sono così rozzi nel tenore di
gli antichi credevano posti ai confini del mondo e sui quali si dice vita da non aver bisogno né di fuoco né di cibi conditi, ma si nu-
venne incatenato Prometeo dal sommo Giove. Sebbene oggi sap- trono di radici, di erbe selvatiche e della cruda carne di qualsiasi
piamo che i confini del mondo sono molto più a levante di quella animale, che riscaldano per un po’ di tempo tra le loro cosce e il
catena montuosa, invero tali alture sembrano davvero un luogo te- dorso dei cavalli, lasciando alle grandi occasioni l’uso di calderoni
mibile e imbevuto di un’aura divina. Le cime sono alte e scoscese, e focolari. Adoperano un’unica veste, che non cambiano né lavano
i loro contrafforti immani e titanici, i loro fianchi affondano nelle mai, ma una volta che abbiano fermato al collo una tunica di colore
radici stesse del mondo. La neve ne copre le vette, i venti vi soffiano sbiadito, non la depongono né la mutano finché, logorata dal lungo
feroci come lame e la fama di queste cime imponenti raggiunge uso, non sia ridotta a brandelli.
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OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
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OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
loro: con i loro archi di corno, le loro lance e le loro vesti di pelle sono In queste lande sconfinate e selvagge si aggirano predoni simili a
pericolose ben più dei reietti Arimaspi che affliggono ancora queste lupi, belve feroci e barbari senza legge. Ma non vi mancano neppu-
lande. Di questi ultimi abbiamo già accennato altrove, e più volte: re esseri prodigiosi, dèi e mostri.
si tratta di una discendenza affine a quella dei ciclopi, ma rispetto Esseri temibili e primordiali, simili ai Balauri dei Daci, o agli uo-
ad essi ancor più selvaggia e primordiale. Invece che vivere sulle mini-lupo e ai sanguinari maestri della notte sono patrimonio delle
coste o su isole rocciose, gli Arimaspi vagano tra le piane senza fine leggende che vengono raccontate sotto questi cieli minacciosi e al-
della Scythia settentrionale, fino ai confini del mondo, simili a tro- tre ancora sono uniche e proprie di queste terre.
gloditi se non per l’unico occhio in mezzo alla fronte. La loro statu- Tra le tante leggende terrificanti di queste regioni vi è quella delle
ra, che un tempo si dice fosse come quella dei ciclopi, è oggi quasi figlie di Echidna. Gli Sciti infatti, a quanto pare, raccontavano di
completamente umana, seppure i loro tratti sono rimasti deformi essere i discendenti del prode Ercole che si sarebbe congiunto car-
e grotteschi (per le statistiche degli Arimaspi, vedere pag. 114). nalmente con la dea serpente primordiale per riottenerne i cavalli
L’unico luogo in cui essi sarebbero ancora numerosi è lungo le pen- che ella gli aveva rubato. L’eroica impresa portò al concepimento
dici dei Monti Riphaei, la catena che cinge il settentrione del mon- di Scite, il padre del popolo che da lui prese il nome, e di tre figlie
do e sopra cui risiede Borea. Queste regioni gelate sarebbero sede femmine.
di grandi giacimenti d’oro e offrirebbero nidi a possenti grifoni dei Mentre Scite, tuttavia, prese i tratti del nobile genitore, figlio di
ghiacci, gli unici esseri a poter volteggiare tra le fredde tormente del Giove, le tre sorelle ebbero in eredità la mostruosa fisionomia di
nord. Ma, a esser sinceri, nessuno a nostra memoria è mai giunto Echidna: mostri in forma di donna dalla vita in su e lunghe spire
tanto lontano, per poi tornare indietro a riferirlo. di serpente al di sotto.
Questa genìa di esseri mostruosi si moltiplicò nel corso degli anni
ed è oggi molto diffusa nella regione, dove si pasce di viandanti e
LE FIGLIE DI ECHIDNA nomadi, quando riesce a far la posta a vittime solitarie o a piccoli
gruppi.
Un mondo di pianure e foreste infinite si estende oltre i confini Le figlie di Echidna hanno le proporzioni di una donna comune
dell’Impero e le antiche terre degli Sciti sono regioni prive di vere ma sono dotate di poteri sorprendenti, che ne fanno una delle più
civiltà o regni degni di questo nome, su fino alle terre originarie dei temute minacce di tali territori sconfinati (vedere pag. 120).
Goti e degli Iperborei.
Cacciatori. Un gruppo di barbari armati di archi si muove con circospezione. Sono cacciatori sulle tracce di una
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preda. Probabilmente non vogliono essere disturbati ma potrebbero avere importanti informazioni su queste zone.
Cavalli selvaggi. Una mandria di cavalli selvaggi si agita all’arrivo dei Custodes. Sono bestie stupende e con un
12 successo in De Natura (SD 9) sarà possibile catturarne uno. Se il tiro fallisce i Custodes saranno attaccati da 2:1
Cavalli da corsa (Manuale Base pag. 157).
Casa sotterranea. Uno strano cunicolo si apre in mezzo al mare d’erba. Esplorandolo si percorrono corridoi e
sale sotterranee scavate rozzamente, dal soffitto basso e rinforzate da pareti e colonne di pietra. Non è una tomba
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ma una casa dell’antico popolo dei Cimmeri. Sulle pareti si vedono alcune incisioni che forse raffigurano dei
Giganti divini.
Razziatori di schiavi. Un gruppo di barbari Androfagi trascina alcune donne in catene. Sono cittadine romane
14 rapite entro i confini imperiali per essere vendute come schiave. Vanno assolutamente liberate! 1:1 Guerrieri
Androfagi +1 Capotribù (pag. 108).
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OLTRE I CONFINI DELL’IMPERO
Cervo gigante. I Custodes avvistano un cervo dai palchi enormi che farebbe la gioia di ogni cacciatore e persino
16 della dea Diana. Catturarlo però non sarà facile. Usare le statistiche del Cervo maschio (Manuale Base pag. 157
con DV 12).
Agatyrsi. Un gruppo di barbari dipinti di blu sta marciando verso i monti della Dacia. Sono dei Guerrieri Aga-
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tyrsi (pag. 109) che fanno ritorno alle loro dimore. Cosa gli avrà spinti così lontano da casa?
Fiume in piena. Un imponente corso d’acqua sbarra la strada ai Custodes. Non ci sono ponti e nemmeno guadi
18 nelle vicinanze. Per attraversarlo sarà necessario escogitare qualche stratagemma. Cadere in una corrente così
fredda e rapida può essere molto pericoloso.
Il rituale dei Goti. Uno stregone sta compiendo un rituale presso delle antiche rovine. Con lui ci sono dei guer-
19 rieri Goti che lo proteggono e lo assistono durante la cerimonia (1:1 Guerrieri Barbari + 1 Sacerdote Barbaro.
Manuale Base pag. 155).
Villaggio abbandonato. I Custodes avvistano un villaggio deserto. Difficile capire quale popolo barbaro lo
20 abitasse, quello che è certo è che i suoi abitanti sono spariti nel nulla. Le braci dei focolari sono ancora calde e in
giro si scorgono le tracce della normale vita quotidiana.
Grifone. Un grido acuto proviene dal cielo, sembra il verso di un’aquila ma si tratta invece di un Grifone che
21 piomba sui Custodes (Manuale Base pag. 195). Probabilmente il suo nido è nelle vicinanze e potrebbe nascon-
dere qualcosa di prezioso e interessante.
Amazzoni. Un gruppo di guerriere a cavallo si avvicina, sono le temibili Amazzoni. Bisogna decidere in fretta se
22 adottare una strategia aggressiva o diplomatica. In ogni caso le donne guerriere sono ostili agli uomini e la SD dei
tiri di De Societate dei maschi va incrementata di un livello di difficoltà (Manuale Base pag. 161).
Agnello vegetale. Uno strano albero si distingue da tutti gli altri, i suoi rami sembrano terminare con delle ap-
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pendici a forma di pecora (pag. 112).
Figlie di Echidna. Da un cumulo di pietre che paiono essere i resti di un antico edificio in rovina emerge una crea-
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tura orribile, metà donna e metà serpente. I Custodes dovranno battersi per non diventare le sue prede (pag. 120).
Gigante Iperboreo. I suoi passi fanno tremare il terreno, di colpo l’aria si è fatta gelida come in un giorno d’in-
25 verno. Davanti ai Custodes appare un essere gigantesco vestito come un guerriero barbaro. Sarà ostile oppure si
potrà ragionare con lui?
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PARTE IV
TERRORE AL CONFINE
TERRORE AL CONFINE
erminata la disamina dei luoghi e delle città di queste due loro eretti per indicare le misure delle stelle, i giorni dell’anno e le
T nobili e vessate province, di Byzantium e delle lande che si
estendono oltre il limes, mi preme adesso riportare nelle prossime
vie della transumanza, costoro vivevano nel sottosuolo.
Dapprima essi semplicemente abitavano nelle grotte e nelle caver-
pagine alcune notizie e curiosità che distinguono i popoli che ad ne, come gli antichissimi padri degli uomini tutti facevano. Poi tut-
oggi risiedono in Dacia e Thracia, assieme con una trattazione più tavia, crescendo il loro popolo, invece di edificare case e abitazioni
approfondita dei più grandi tra i pericoli soprannaturali che li an- con le ossa della terra sulla superficie, essi continuarono a scavare le
gosciano. loro dimore sempre più a fondo nelle radici del mondo. E mentre
Comincio questa trattazione con il porre l’attenzione su una delle fuori, sotto le stelle e il carro di Apollo, le belve, i Titani e i giganti
prime cose che si notano provenendo in queste terre dall’Italia o regnavano, e altri popoli pian piano uscivano a conquistare le terre
da altri luoghi della Prefettura Occidentale: la gente che abita e e le foreste, costoro al contrario discesero sempre più verso il basso.
percorre queste regioni è spaventata e questa emozione non ab- Ben presto, le loro singole dimore furono unite assieme da passag-
bandona mai i residenti e i viaggiatori. Essa può apparire come un gi sotterranei e i loro isolati anfratti e sperduti cunicoli vennero
timore latente e diffuso, come una perenne sensazione di inquie- collegati. Gli insediamenti familiari divennero villaggi sotterranei,
tudine, come una vera e costante preoccupazione di cosa riserva le famiglie divennero tribù e i loro capifamiglia si unirono in un
l’avvenire, fino agli estremi del terrore e del panico che attanagliano senato comune detto degli Illuminati, per via delle luci speciali che
i più sensibili. costoro portavano con sé in quel dominio fatto di ombre eterne.
La paura, l’attesa di una minaccia che serpeggia nell’ombra o grava E quando, nel corso dei secoli, i popoli dell’Erebus divennero nu-
sulle teste di tutti come un’onda costantemente pronta ad abbatter- merosi e impavidi, invece che tornare in superficie e conquistare re-
si, l’atavica apprensione per un male che è sempre pronto a colpire gni e contrade, essi eressero le loro città e stabilirono i loro domini
sono le emozioni e gli istinti più diffusi in queste contrade. sottoterra e il loro capo supremo assunse il titolo di Re del Mondo,
Le rovine sepolte di dominazioni anteriori all’inizio della storia, i Portatore di Luce e Imperatore nell’Ombra.
rifugi e le fortezze dell’Orda, le tombe millenarie dei Cimmeri, le Narrano ancora tali astruse leggende che un giorno gli Illuminati di
città perdute e sommerse che punteggiano l’area sono infatti anche questo popolo ancestrale e perduto incontrarono i re di Stygia, ve-
i luoghi dove da secoli dormono o si annidano oscuri signori della nuti dall’Africa per conoscerli, ammirati per le conoscenze mostrate
tenebra, del sangue e della morte, che di tanto in tanto escono dal nella costruzione di torri di pietra, tombe e fortezze sotterranee.
loro torpore per dissanguare e sterminare i popoli che vivono presso Ma la guerra scoppiò presto tra questi popoli e le genti dell’Ere-
i loro sepolcri. bus soccombettero. Per ritorsione, i sovrani di Stygia massacrarono
I Custodes chiamati a intervenire in Moesia, Dacia e Thracia, lun- ogni vivente che calcasse le terre attribuite al Re del Mondo, ruba-
go il Danuvium e le coste del Mar Nero devono essere pronti a rono tutti i suoi armenti, abbatterono torri, pinnacoli e obelischi
convivere con questa angoscia costante e, alla fine, essere in grado degli Illuminati e fecero crollare per sempre gli accessi al loro mon-
di usarla per spronare o convincere coloro che incontrano, senza do sotterraneo, chiudendo per sempre l’Erebus tra le nebbie del
mai cedere alla sua morsa. mito e della leggenda.
Tutte le tradizioni magiche, gli occulti misteri e le pratiche oscure Ma l’Impero nell’Ombra non si estinse quel giorno. Molti di quelle
che andrò rapidamente a enumerare si abbeverano da questo diffu- genti morirono, tantissime si dispersero per il mondo, ma il ricordo
so e incrollabile terrore, a loro volta alimentandolo, che alla fine è la di quei tempi e della loro unità perdurò.
chiave di interpretazione principale di ogni fatto che segue. Che vi siano ancora degli Illuminati e un Re del Mondo assiso sul
suo trono sotterraneo non è possibile dirlo e tale mito si fonde oggi
a quello delle regioni infere e dei loro divini sovrani.
L’IMPERO NELL’OMBRA Ma alcuni di costoro rimasero o tornarono in superficie, sopravvis-
sero ai massacri dei loro popoli e si dispersero per il mondo. Alcuni
Il più remoto tra i miti che i nostri sapienti hanno raccolto e regi- di loro divennero i Calibi, grandi artieri e fonditori, i primi a cono-
strato in queste regioni viene tramandato dagli Avari ai fuochi dei scere i segreti del ferro celeste. Altri avrebbero dato vita alle stirpi
loro accampamenti e risalirebbe ad ere ancestrali e fuori da ogni senza fine degli Sciti e dei Saci, che oggi come in passato assediano
numerazione calendariale, all’epoca in cui in Aegyptus venivano il nostro Impero. Altri ancora affermano che gli estinti Cimmeri
fondate le Città dei Primordi e Thinis era la capitale della perduta fossero successori diretti di quelle genti e che il loro Impero delle
Stygia. In quei tempi prima del tempo, nelle terre del cuore del Ombre Cimmerie non fosse altro che l’ultima forma conosciuta di
mondo, a cavallo tra Asia ed Europa, sorgeva un altro impero prei- quell’ancestrale civiltà.
storico e dimenticato, unico rivale di quello d’Africa che sorgeva E naturalmente, gli Avari affermano, anche se solo ai più fidati tra
nelle perdute giungle attorno al Nilus. gli estranei e sempre con sussurri e occhiate sospettose, di essere gli
Il nome di quell’impero, perlomeno quello che riferiscono gli Ava- ultimi discendenti terreni del Re del Mondo e di quelle genti, e che
ri, era Erebus ed esso sarebbe stato dominato ai primordi da una linee dinastiche segrete siano custodite nelle tende più riservate dei
coppia divina, figli della tenebra stessa: Axiokersos e Axiokersa. loro signori dei cavalli.
Questo mitico dominio aveva una caratteristica unica: sebbene i I discendenti di Axiokersos e Axiokersa si riconoscerebbero per
loro popoli fossero pastori e conducessero spesso gli armenti lungo pelle chiara e capelli biondi, ma coloro che mantengono più pure
i tratturi del mondo, tra i santuari di pietra e megaliti colossali da le antiche linee di sangue dei loro antenati hanno capelli, pelle e
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TERRORE AL CONFINE
occhi tanto chiari da apparire quasi bianchi o argentei, retaggio di germaniche. Aver concesso a costoro di potersi organizzare come
quell’epoca senza sole in cui abitavano nell’Erebus. preferiscono, fuori dai nostri confini, è stata una decisione savia ed
Essi non cercano di ripristinare quanto ormai è per sempre perduto accorta, e ha contribuito a smorzare attriti e conflitti.
e tuttavia considerano implicitamente l’intera estensione dell’ata- Sono costoro completamente affidabili? Certo che no, e gli ani-
vico dominio dei loro padri come loro di diritto, per prelazione mi più violenti e tradizionalisti di costoro continuano a sognare la
primordiale e incontestabile, e ritengono che il loro impero non si caduta di Roma. Sono costoro dunque un pericolo? No, e la loro
sia mai esaurito né concluso. Anzi, essi hanno tutt’ora dei rituali e funzione di sfogo per le turbe più violente è perfettamente collocata
delle gerarchie segrete, risalenti all’alba dei tempi e al Re del Mon- dove deve stare: fuori dai nostri confini.
do, e perpetuano occultamente l’esistenza del loro dominio in tutti Eppure, tutte queste minacce che singolarmente non costituiscono
i luoghi dove vanno. L’impero, essi dicono, esiste ancora “nell’Om- un pericolo per la stabilità del dominio imperiale in queste terre,
bra” e cioè nelle persone che ne fanno parte, come un’ombra che sono fastidi locali che la Cohors Arcana potrebbe dover affronta-
soggiace e si sovrappone al potere dei signori della guerra, di re e re in alcune missioni più comuni. Scomparse misteriose, assassini,
imperi attuali, compreso quello romano. Il fatto che il dominio del rituali blasfemi e macabri ritrovamenti ai confini dei territori di
Re del Mondo sia segreto, nascosto e invisibile ai più, continuano, queste popolazioni possono sicuramente causare indagini ufficiali e
non vuol dire che non esista. I cavalli, a volte, pare sentano i lontani segrete infiltrazioni dei Custodes nelle loro terre.
richiami del Re del Mondo e certe notti siano irrequieti, lanciando-
si in bizze dai quali essi traggono profezie e insegnamenti.
I GRANDI DÈI
DAI LUOGHI PIÙ SPERDUTI DI THRACIA E SAMOTRACIA
Le terre selvagge e meno romanizzate delle due province sono anco- Olimpi e Titani non sono gli unici dèi che si contendono il mondo,
ra dominio e appannaggio di tribù selvatiche e barbariche, che pra- questo ormai lo sappiamo. Le italiche regioni che sono state la culla
ticano usanze e rituali primordiali e incomprensibili, e continuano della nostra civiltà pullulano di divinità pristine e Indigetes e così
a resistere al giogo dell’Impero, ai costumi e alle buone pratiche ogni singola regione su cui il nostro Impero ha esteso la propria
della civiltà. ombra.
I più infami tra costoro sono gli Androfagi di Dacia, fedeli alle Chi ha visitato le terre d’Aegyptus o la Mesopotamia, la Persia o la
loro abominevoli usanze e capaci dei più riprovevoli atti contro remota India avrà perso il conto delle migliaia di dèi che in quei
i viandanti che sconfinino nel loro territorio. Al contrario di co- luoghi si contano e onorano, e anche le tradizioni dei Cretesi e dei
storo, gli Agatyrsi che risiedono sulle cime dei Montes Sarmatici e Cristiani, dei Giudei e dei Siri, traboccano di nuovi e antichi culti,
dei Carpathes sono meno brutali e la loro unica richiesta - persino molto spesso incompatibili tra loro. Per non parlare degli esseri
plausibile - è quella di essere lasciati in pace. I sacerdoti degli Dèi ancor più bizzarri e innominabili che a volte si affacciano sul nostro
dei Venti di Dacia e i loro oscuri e invisibili signori non sono un mondo dal vuoto senza nome e dall’abisso...
pericolo concreto alla stabilità della regione, quanto piuttosto una I Grandi Dèi onorati dai Traci da secoli sono un credo e una reli-
latente minaccia locale, specialmente se essi vengono derubati dei gione parallela e precedente a quella degli Olimpi. La loro Grande
sacri destrieri figli dei venti che allevano tra le cime dei monti. Per Madre è la nostra Demetra ed Ecate Zerynthia è presente anche
atti del genere, che ai loro occhi sono considerati di una grande nel nostro Culto Ufficiale. Diverso è invece quanto avviene per i
blasfemia, essi sono capaci di scagliare tempeste e tormente di neve Cabiri, i Dattili, i Telchini, i Cureti, per Cadmilo ed Elektra, per
su tutti i territori circostanti. Axiokersos e Axiokersa e tutti gli altri.
Il pericolo aumenta se parliamo dei Daursi, una tribù forte, diffusa Il loro culto prevede una profonda componente misterica e molti
e coesa, ben più delle precedenti, che occupa un settore rilevante segreti teurgici, che hanno origine e applicazione in Thracia.
della Dacia occidentale. Essi sono stati quieti negli ultimi anni e Tuttavia una relazione su queste antiche divinità, che in alcuni casi
non hanno preso parte ad attacchi espliciti contro Roma, eppure risalgono ai tempi oscuri dell’Impero nell’Ombra, verrà compiuta-
questo ci fa temere ancor di più. I Daursi sono pochi, è vero, ma mente trascritta nel rapporto riguardante la provincia di Achaia e
controllano il proprio territorio perfettamente e hanno dimostrato non sarà qui ripetuto. Rimandiamo a quei papiri per saperne di più.
grande ferocia e capacità in battaglia, per non parlare del sangue e
delle oscure facoltà che derivano loro dai Daigerna. Sono un fuoco
che cova sotto la cenere, pronto a riprendere ad ardere, e molti LA SCHOLA NIGRA
eventi misteriosi sono avvenuti nelle loro terre: sparizioni, fatti di
sangue, convegni notturni alla luce della luna, lugubri rituali. I E IL CULTO DI ZALMOXIS
Daigerna e perfino qualche Capobranco si nascondono certamente
tra di loro e la loro calma è solo una facciata. La fede nel Dio Nero è una caratteristica ineluttabile dei Daci e
Oltre i confini occidentali della provincia si estendono poi i piccoli non vi è praticamente alcun esponente di questo popolo che la rin-
domini dei cosiddetti Daci Liberi, nostri formali alleati, che fungo- negherebbe. Anche quando, in città o in presenza di disposizioni
no da protezione e cuscinetto contro i Vandali e le altre federazioni precise, essi adorano o porgono dovuto tributo agli dèi del Culto
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I poteri degli Aedi del Thiasos sono favolosi e certamente esagerati La prima battaglia seguente all’immondo patto sancì il manteni-
e ammantati di leggenda: si dice che grazie alla loro musica in- mento della promessa tra il demone e i Goti. Valente e tutti gli
cantata, l’Aede, essi possano ammaliare uomini, animali e persino uomini al suo comando vennero sconfitti e massacrati da artigli
oggetti inanimati, possano profetizzare con la precisione di Apollo, d’ombra e spade fatte di tenebra. La Thracia cadde nuovamente
possano trasformare se stessi e gli altri in animali come Dionysus, preda dei Goti e da allora la demonolatria è una pratica tenuta da
e renderli folli come baccanti. Si dice infine che essi abbiano la be- costoro in grandissima considerazione.
nedizione di Kotys e possano fronteggiare alla pari gli spiriti oscuri
suoi seguaci e perfino gli antichi vampiri della loro terra.
L’ETERNO DIO DEL CIELO
LA DEMONOLATRIA E L’ORDINE DI ABARIS
La demonolatria è una branca della stregoneria divenuta grande- Sciti, Unni, Sarmati e tante altre di quelle popolazioni delle pianu-
mente diffusa tra i Goti e i loro federati. Questo culto dei demoni re più remote possiedono una religione arcaica, spesso basata sul
è appannaggio di una nuova confraternita religiosa che si è andata culto del loro dio del Cielo, dei venti e delle tempeste. A fianco di
di recente diffondendo nel loro mondo, approvata dall’aristocrazia questa versione asiatica del divino padre Urano non vi è però una
come dalla plebe per i vantaggi che porta a tutti loro. Invisi ai sa- pari attenzione verso gli altri dèi primigeni, titanici e olimpici, e
cerdoti dei vecchi dèi del loro popolo, questi laidi e turpi stregoni anzi ogni forma di culto pare spesso assente, lasciata al sentire in-
si aggirano infatti alle corti dei re, utilizzando rune, malie e invo- dividuale e all’uso di poche e brevi preghiere, più simili a scongiuri
cazioni agli inferi per creare effetti prodigiosi in battaglia come nel che a inni sacri.
buio delle notti. Insomma, costoro adorano solo l’eterno cielo azzurro che sovrasta
La loro arte non è potente come le benedizioni degli dèi che noi le loro praterie sconfinate e lo invocano per dare loro forza, benedi-
possiamo opporvi ma è subdola e venefica, e colpisce in modi a cui zione e protezione da tutti i mali e gli affanni della vita.
non siamo ancora del tutto addestrati a porre rimedio. Gli stregoni Il fuoco, i fulmini, i venti, la pioggia, le fonti, gli spiriti degli ante-
goti venerano demoni possenti e malevoli, descritti nei più minuti nati e degli animali, tutte queste cose i nomadi delle pianure consi-
dettagli, potestà, campi di influenza e rituali di invocazione. Le loro derano piene di presenze divine, come i nostri antenati, ma questi
arti sono l’esatto opposto della nostra Teurgia ed è quest’ultima la numi sono talmente pervasivi e deboli da essere poco o affatto ono-
magia più efficace contro di esse. rati, se non con filastrocche e versi scaramantici.
A capo delle loro gerarchie infernali vi sarebbe il demone Vassa- Solo i demoni costoro temono e dunque i loro morti, gli spettri, le
go, descritto come un uomo anziano e potente, dalla carnagione ombre, le afflizioni, le malattie e il signore di tutti questi mali, che
scura e gli occhi di brace, signore di schiere infernali. Quale che essi chiamano Ordogus o con nomi simili. Il grande lupo bianco
sia la verità, gli stregoni goti e i loro poteri oscuri sono la minaccia del cielo e il nero lupo degli inferi suo figlio sono pertanto le più
principale che ci giunge da costoro, che altrimenti sarebbero potuti terribili tra le manifestazioni divine di questi popoli.
essere alleati, clientes o federati di Roma, utilissimi contro gli altri Se queste dottrine ci sembrano distanti e primitive, alcuni sapienti
popoli che ci assediano da ogni lato. e diplomatici hanno tratto buoni insegnamenti e molte utili saperi
Per quello che siamo stati in grado di comprendere, la diffusione di dai viandanti dell’Ordine di Abaris.
quest’arte oscura cominciò al tempo di Atanarico e dell’Imperatore Si narra che questo Abaris fosse un sacerdote e un viaggiatore delle
Valente, circa un secolo fa. Sconfitto e ricacciato indietro più volte terre degli Iperborei, devoto ad Apollo e molto versato nelle arti
dalle nostre legioni, avendo compreso che mai e poi mai il suo magiche e nella profezia, che visse tra la Cimmeria, la Scythia e la
popolo avrebbe prevalso contro di Roma, neppure in mille anni, il Thracia al tempo della Fondazione di Roma.
Rex Gothorum prese una terribile decisione. Invece che rimanere nelle terre dei suoi antenati, alla fine del mon-
Invece di assoggettarsi all’Impero, proponendosi come alleato o do, questo antico sapiente avrebbe molto amato viaggiare ed esplo-
federato, o semplicemente dichiararsi sconfitto, Atanarico chiamò rare le regioni a sud delle lande gelate del suo popolo e avrebbe
alla sua corte i più abietti e disperati tra gli antichi stregoni del suo raggiunto, nel corso degli anni, perfino la Tauride, la Colchide, la
popolo e cedette alle lusinghe del demone che essi adoravano. Thracia ed Atene. Di lui si narrano prodigi di ogni tipo: la guari-
Piuttosto che arrendersi, piuttosto che cedere, i Goti sarebbero sce- gione degli appestati, la doma di terremoti e tempeste, la capacità
si a patti con le ombre e le potenze infere. Vassago offrì alle orec- di viaggiare a gran rapidità per il mondo e senza la necessità di
chie del re parole di rivalsa, vendetta e vittoria. mangiare, oracoli e profezie.
E Atanarico decise di pagare il suo prezzo! In un terrificante rituale Oggi non è raro imbattersi negli Abaridi, saggi esploratori che par-
di morte e massacro, in cui si dice vennero immolate centinaia di lano Greco e Scita e viaggiano per tutte le terre a nord dei nostri
vite umane, Vassago venne evocato, insegnò l’evocazione dei de- confini, dal Pontus Euxinus all’Iperborea. Costoro vengono in pace
moni ai propri nuovi fedeli e fece discendere la sua potenza su di e si possono riconoscere per una freccia d’oro che portano sempre
essi. La nobiltà gota divenne il suo popolo eletto e molti dei vecchi con sé e che serve, essi dicono, a non perdere mai la direzione di
sacerdoti di quel popolo vennero ridotti al rango di stregoni e ser- casa. Molti gli incantesimi e gli oracoli che conoscono.
vitori.
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zione dei suoi piani, la Strige dominò la sua folle discendenza e lo di morte e devastazione, generando un effetto altrove raramente
fece trasportare in Oriente, fino alla città di Mileto, dove il giovane accaduto. Decine di migliaia furono gli spettri che da quel giorno
Imperatore aveva ancora dei seguaci che lo adoravano come un dio. apparvero ad affliggere i viandanti e gli abitanti della regione, mi-
Rinchiuso e nutrito all’interno dei sotterranei del tempio da lui vo- gliaia i morti rianimati e i Gelloi che apparvero e presero a vagare
luto anni prima e in cui adesso veniva venerato come in vita, questa per le terre desolate e i campi di battaglia, centinaia i luoghi infe-
progenie della Strige diede origine a una discendenza di vampiri e stati, decine le ombre e gli spauracchi di grande potere che presero
seguaci che contava già dall’inizio senatori, gerarchi dell’esercito e il controllo di città distrutte e castelli in rovina. Uno, e uno solo, il
membri dell’aristocrazia. La promessa di poteri prodigiosi e di im- Sire Pallido che li controlla tutti, nella sua reggia tetra al centro del-
mortalità, unita a quella di favori reciproci e supporto settario, fu la distrutta capitale del suo popolo, un tempo metropoli principale
un prodigioso motivo di sviluppo e diffusione dell’organizzazione, di un regno di vivi, oggi necropoli immensa governata dai morti.
che nei secoli successivi è diventata pervasiva della società italica e L’ultimo re di Dacia, Decebalus, infesta ancora oggi Sarmizegethu-
orientale, specialmente nelle province di Asia e Thracia. sa nella forma di Deceditus, il Re degli Spiriti. Nella vecchia capi-
Nonostante la Strige non si aggiri spesso tra Dacia e Thracia, e il tale abbandonata da secoli i viventi non sono più ammessi e una
cuore della setta sia a Mileto, nel nuovo e segreto tempio (il primo sensazione di tetra e lugubre minaccia affligge coloro che anche
venne distrutto dagli Arcani secoli orsono) sappiamo che i Figli di solamente provano ad avvicinarcisi nel raggio di miglia. I più teme-
Caligola hanno una grande presenza nella regione, specialmente rari e folli tra i Custodes che sono riusciti a infiltrarsi tra le rovine e
in alcuni centri ricchi e antichi, come Byzantium e Salmydessus. a tornare indietro a raccontare quanto hanno scorto, riportano vi-
Uno dei loro intenti è quello di recuperare lo Scettro di Atlante, sioni di tregenda dell’Exercitus Mortuorum di Deceditus. Parlano,
disperso da qualche parte tra le sommerse rovine del Mar Nero e quei prodi, di una macabra corte notturna di umbratili consiglieri
che Caligola brama per chissà quale nefando progetto, ma il loro e principi disposti attorno a un trono vuoto, di una legione di spet-
vero obiettivo è quello di infiltrarsi completamente nell’Impero e tri schierati come per andare in battaglia e perfino di una folla di
farne il proprio dominio segreto. Oggi la setta ha perso il suo van- apparizioni e parvenze diafane, che illuminano le rovine di tenui
taggio fondamentale: la segretezza. Sappiamo della sua esistenza, bagliori spettrali.
della sua storia e conosciamo alcuni membri e sedi di Thracia, oltre Ma il potere del Sire Tetro non si limita alla propria perduta città e a
alla posizione del tempio e al nome della Dea del Sangue che ha quanto rimane della sua popolazione sterminata. Tutte le ombre, i le-
dato vita al tutto. muri e le larve di Dacia gli appartengono, per antico retaggio e occul-
E tuttavia costoro sono ancora molto potenti e pericolosi, infiltrati ta dominazione. I passi e i campi che furono scenario di antiche bat-
a tutti i livelli e dal numero esatto sconosciuto. È plausibile che taglie, i luoghi di strage e gli ossari a cielo aperto, le paludi e gli stagni
si terranno sulla difensiva per gli anni a venire, cercando di essere in cui sono annegati intere popolazioni in fuga, sono oggi sotto il suo
dimenticati e tornare nell’ombra per una generazione, ma spetta controllo e infestati dai suoi servi diafani. I suoi cavalieri spettrali cor-
a noi colpire questa minaccia ed estirparla prima che ciò avvenga. rono nottetempo sui campi in rovina e le terre abbandonate. Anche
Dal canto loro, è molto probabile che essi colpiranno con estrema i morti vaganti che calcano le zolle con piedi pesanti e strascicati, e le
ferocia chiunque si metta sulle loro tracce, cercando di scoprire altri antiche ombre informi persino precedenti alla caduta del regno, sono
membri o la loro influenza. sotto il suo controllo e perseguono i suoi oscuri disegni.
Quali sono questi disegni, quali le trame intrecciate nell’oscurità?
Pochi dubitano di quale sia il volere del Re delle Lacrime: ribalta-
LA CORTE re le sorti dell’antica guerra, vendicarsi contro Roma, ripagare con
nuova strage l’antica strage del suo popolo e riconquistare la Dacia
DI RE DECEDITUS intera sotto nuovi vessilli di morte.
Ancora oggi le sue armate sono mancanti, il suo potere difettoso,
“Quando gli inferi si colmano fino a traboccare, i morti ritornano a i suoi domini insufficienti. Ma anno dopo anno, per naturale de-
calcare la terra”, così recita un celebre detto dacico. Questa dottrina, stino, le sue truppe si vanno ampliando, le sue schiere infittendo.
rifiutata dai nostri sacerdoti, sarebbe tuttavia all’origine di un terri- Ogni Dace che muore per le leggi o le armi di Roma si trasforma
bile fenomeno che ancora oggi affligge le contrade più insanguinate in un guerriero o un cavaliere delle sue schiere. Ogni nuova vittoria
della provincia. Le campagne di Traiano nel paese, succedutesi a contro i discendenti in vita del suo popolo, ribelli, predoni o crimi-
una serie di tradimenti e sconfitte che non fecero altro che esacerba- nali che siano, si trasforma in una vittoria in morte per Deciditus
re l’animo dell’Imperatore e inferocire le legioni, provocarono alle e i suoi.
genti daciche stragi senza fine e centinaia di migliaia di caduti, tra Fino a quando le proporzioni del suo esercito saranno bastevoli, la
coloro che vennero sconfitti in battaglia, i numerosi suicidi che ne misura sarà colma e l’esercito dei morti marcerà contro quello dei
seguirono, nonché gli stenti, le ritorsioni, la fame e le malattie dei vivi, per una terribile, titanica battaglia.
primi anni della conquista. Questo immane sterminio, che dimez- Dobbiamo fermare il Re delle Lacrime prima che questo avvenga.
zò la popolazione dacica dell’epoca, imbevette l’intera provincia Dobbiamo fermarlo ora.
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al loro imperio, ma quando si muovono per conto proprio, il loro sono gli altri? Né gli Unni, né i Goti né i Vandali costituiscono un
padrone li abbandona o nessuno li reclama, si comportano come impero propriamente detto, eppure ciascuna di queste confederazioni
abietti frequentatori di cimiteri, macelli o luoghi di assassinio, dove di predoni e guerrieri potrebbe essere identificata come uno dei cinque
si procurano gli immondi pasti che soli li possono sostenere. domini di cui parla la Sibilla Trace: ciascuno di questi popoli è infatti
I diversi vampiri di questi quattro branchi rispecchiano le caratteri- una confederazione di tribù e genti diverse, che hanno prestato fede
stiche supposte dei loro signori: i vampiri di Mormolyce sembrano a capi, condottieri e generali di ogni rango, alla cui sommità siede in
belve, dai tratti ferini come quelli dei lupi, e la loro natura è quella di tutti i casi un re dei re. Eppure, anche tenendo in considerazione questi
predatori delle terre selvagge. Quelli di Apletos appaiono i più uma- tre eserciti terribili che premono ai nostri confini, quale potrebbe es-
ni, come nobili e patrizi, civilizzati e accorti nelle occasioni monda- sere il quinto impero della profezia? La questione è ancora disquisita e
ne. Quelli della Strige simili al rapace notturno da cui hanno tratto il oggetto di spaventate previsioni. Si tratta forse dell’Impero dei Morti
nome. Quelli di Chromodracaena pari a immense sanguisughe, esseri di Deceditus che infesta il cuore della Dacia e ogni giorno si fa più
gonfi e repellenti, abituati a parassitare individui, bestie e popoli interi, forte? O forse dell’Impero di Sangue dei Nosphorati, che si cela dietro
alla bisogna. Sono costoro tutti assieme una minaccia costituita per una facciata giornaliera di luminosità e nasconde i più terribili segreti?
l’Impero? È terribile quanto verosimile dover affermare che la risposta O ancora del favoloso Impero nell’Ombra delle leggende più remote,
è negativa. Essi prosperano del nostro prosperare, si nutrono di noi e di cui ancora narrano gli Avari, che sembrano essere in ogni luogo e
in qualche caso ci allevano come fossimo mandrie a loro disposizione. rispondere a ogni problema come un’unica e astuta intelligenza?
Eppure l’orrore che essi rappresentano è rimarchevole e bastevole per E tuttavia, un’altra diceria giuntaci da oltre le terre di Scythia e da
giustificare la loro estinzione, qualora volessimo imbarcarci in tali im- quei popoli senza dèi che lo percorrono è che un nuovo signore su-
prese. Il grande vantaggio che abbiamo contro di essi è quello che tali premo sta per riunificare le orde nuovamente in un grande impero.
mostri celati dietro l’umanità non formano una congrega né si accor- Egli sarebbe noto come Cesare Nero, la sua armatura fatta comple-
dano su nulla, ciascuno vivendo a capo della propria corte di progenie tamente d’oro e adamante, nella sua mano vi sarebbe la Spada della
e subalterni senza curarsi in alcun modo di quanto fanno tutti gli altri. Guerra appartenuta ad Attila.
La notizia che Apletos e Mormolyce sono congiunti in qualche modo, Le profezie dicono che, così come il Divo Cesare ha fondato il no-
o solidali contro nemici esterni, non è stata ancora comprovata. Pertan- stro Impero, il Cesare Nero lo farà crollare definitivamente, portan-
to, per colpire La Regina sotto la Foresta bisogna seguire e sgominare do distruzione su tutto il mondo conosciuto. Egli è considerato il
il suo branco di fedelissimi, scovare le sue tracce fino al Cimitero degli sovrano di un impero di tenebra, sangue e morte, che sorgerà per
Antichi e affrontarla nei recessi sotterranei di quella necropoli dimenti- portare distruzione sull’impero dei vivi e schiacciare sotto zoccoli di
cata. Per sgominare la Strige con le sue trame di potere sarà necessario fuoco ogni cosa. Sulla natura del Cesare Nero è stata fatta dai nostri
rintracciare gli esponenti della setta ed eliminarli o catturarli uno per sapienti ogni possibile ipotesi.
uno, fino a raggiungere il misterioso tempio dove si dice essa risieda Il fatto che impugni la Spada della Guerra porta subito a pensare
quando non vaga per le province orientali. Chromodracaena si anni- ad Attila, tenuto o riportato in vita dopo l’ultima battaglia da malie
derebbe in qualche fossa o cloaca di Moesia e seguire la scia di cadaveri terribili o dal bacio di uno dei Nosphorati di quelle terre, pronto a
dissanguati dai suoi servitori dovrebbe bastare per trovarla, sempre che conquistare il mondo come un terribile re vampiro.
questa opzione sembri davvero intelligente... Per quanto riguarda Aple- D’altra parte, escludendo il Flagello degli Dèi, la Spada della Guer-
tos e il Basiliscus, e gli altri vampiri della loro progenie, le cose sono ra e il rango di Signore dell’Orda potrebbe andare al suo ultimo
forse più semplici da un verso, dall’altro più complesse. Essi si trovano successore, il Principe Csaba, il cui carattere pare essere davvero
a Byzantium, in qualche recesso opulento e segreto, e cacciano nelle misterioso e imperscrutabile e che guida attualmente l’Orda degli
notti cittadine. Eppure la loro conoscenza e affiliazione ai potenti della Incubi, oppure un nuovo possente guerriero che emergerà dall’Or-
città e a tutte le loro trame segrete li rende davvero difficili da espianta- da come capo supremo. La più orrenda di queste ipotesi allude
re. Qualora i Custodes si dovessero dedicare alla caccia a questi mostri, però a una possibilità ancora più oscura: Attila, redivivo o meno, i
il nostro consiglio è quello di agire in segreto, senza mai rivelare i propri suoi figli e i suoi capi, persino la stessa Orda degli Incubi sarebbero
progressi e risultati ad alcuna delle autorità cittadine. sempre stati manovrati da un signore ancora più potente e oscuro,
uno degli Dèi del Sangue del mondo antico che avrebbe finalmente
deciso di rivelarsi. Ad ascoltare questi miti, egli non sarebbe altri
LA GUERRA che Ordogus, il dio della morte secondo i miti degli unni.
Non c’è bisogno di dire che siamo estremamente preoccupati per
DEI CINQUE IMPERI E questa tenebrosa minaccia che pende su tutti noi.
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PARTE V
NUOVE REGOLE
NUOVE REGOLE
uesto capitolo raccoglie nuove regole, nuovi oggetti d’equi- Ã FALX A UNA MANO
Q paggiamento, nuovi rituali e Indigitamenta nonché tre nuo-
ve Specializzazioni per i Custodes, che trovano facilmente applica-
La Falx è una delle armi tradizionali dei Daci, con la quale essi
hanno per secoli affrontato i nemici naturali e innaturali del loro
zione nelle avventure che si svolgono in Dacia e Thracia, ma che popolo. Esiste in varie fogge e dimensioni, la più nota e temuta
possono essere utilizzate in qualsiasi altra provincia dell’Impero e in delle quali è la Falx a due mani. Altrettanto comune tuttavia è la
qualsiasi altro contesto. Falx a una mano, equivalente all’Ensis in dotazione alla Cohors
Arcana.
NUOVO Ã ROMFAIA
L’arma preferita dei Traci, utilissima per gli scontri a cavallo in cui
EQUIPAGGIAMENTO questi guerrieri sono maestri. Simile alla Falx dacica ma con una
lama più dritta, la conformazione della Romfaia ne favorisce l’uso
in sella , anche se richiede grande abilità.
à LAMPADE GRECHE
Queste lampade inventate dagli artigiani della Cohors Arcana su
istruzioni del saggio Esselius uniscono la funzione di illuminare le
notti buie con quella di dare fuoco a esseri soprannaturali, special-
mente vampiri...
Grandi come comuni lampade ma di forma grossomodo sferica,
sono realizzate in ceramica molto sottile e se scagliate accese contro
NUOVE
un bersaglio, possono appiccargli fuoco.
Per usarle in combattimento, bisogna ef-
CARATTERISTICHE
fettuare un attacco a distanza Corta tiran-
do De Corpore. Chi viene colpito subisce
DELLE ARMI
immediatamente 1d6 danni ed è avvolto dal-
le fiamme: all’inizio di ogni tempus successivo subisce
automaticamente 1d6 danni (l’armatura non protegge). Mentre è
à DA CAVALLERIA
Le armi da cavalleria sono create per poter essere manovrate age-
avvolto dalle fiamme, il bersaglio non è più in grado di combattere volmente in sella a un cavallo: in tal caso, la Difficoltà dell’arma si
o compiere una qualunque azione che non sia il cercare di spegnere riduce di 2 punti.
il fuoco. Per estinguere le fiamme occorre gettarsi in acqua (spe-
gnimento immediato) oppure scuotersi e rotolarsi nella polvere, Nota. Anche il Contus (Manuale Base) è considerato un’arma Da
riuscendo in un tiro di De Corpore (SD 6). cavalleria (questa caratteristica sostituisce la regola speciale dell’arma
Le lampade greche sono molto fragili da portare e potrebbero rom- descritta nel Manuale Base).
persi facilmente, ma per fortuna da spente non rischiano di dare
fuoco alla bisaccia...
NUOVE ARMATURE
NUOVE ARMI Ã LORICA MANICA
La Lorica Manica, o più semplicemente Manica, è un
à SAGARIS
Detta anche “scure d’arcione”, la Sagaris è l’arma tipica delle po-
parabraccio di ferro o bronzo segmentato. È utiliz-
zata principalmente nei giochi gladiatori, ma il suo
polazioni nomadi delle steppe (Unni e Sciti), creata per essere uti- uso è stato ripreso dai legionari durante le guerre in
lizzata agevolmente in sella a un cavallo. Particolarmente note le Dacia per fronteggiare la temibile Falx, in grado di
“Zanne”, le Sagaris dentate impugnate dai Lupi Rossi di Attila. trapassare lo Scutum dei soldati romani e procurare
gravi ferite alle braccia. La Lorica Manica può esse-
re utilizzata da sola (alla maniera dei gladiatori) o
a complemento di altre armature: se indossata da
sola, questa armatura fornisce il suo valore di Pro-
tezione soltanto mentre il personaggio imbraccia
uno scudo con cui proteggere il resto del corpo;
altrimenti, se utilizzata in combinazione con una
qualsiasi altra armatura, ne aumenta Protezione e
Ingombro di 3 punti ciascuno.
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ARMI RAVVICINATE
Arma Danno/Difficoltà Ingombro Caratteristiche
Sagaris (Ascia da cavalleria) 7 3 Da cavalleria*
Falx a una mano 8 3 -
Romfaia (Lancia-falce) 12 6 A due mani, Da cavalleria*
*nuova Caratteristica (vedere sopra)
ARMATURE
Armatura Protezione/Ingombro
Lorica Manica 3 o +3*
*vedere descrizione
Nota. Se i Custodes dovessero ritrovare dei frammenti di questo metallo sidereo Nota. Un Assassino può applicare la propria Abilità di Combattimento
o artefatti simili, sono tenuti a consegnarli alla Cohors Auxiliaria Arcana af- “Colpo Letale” anche quando combatte con due armi, purché entrambe
finché vengano studiati e tenuti al sicuro. Tuttavia, un Custos di grado almeno le armi abbiano un Danno base pari o inferiore a 4. In questo caso,
pari a Beneficiarius che abbia ottenuto un’arma, un’armatura o uno scudo tuttavia, non gode del moltiplicatore del Danno aumentato.
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NUOVE REGOLE
DISCIPLINE E DIFFICOLTÀ
Disciplina SD
Aede 9
Scholomanzia 12
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à EXCANTUS
Disciplina. Aede (SD 9).
loro sapienza, cade in uno stato di trance e risponde ad alcune do-
mande su argomenti riguardanti qualsiasi campo della conoscenza,
Costo. 3 Pietas. fornendo risposte cantilenanti o in versi lirici.
Durata. Immediata (non appena l’officiante o i suoi alleati sono Effetto. Più elevato è il grado di successo, più dettagliate e articola-
bersaglio di un potere magico basato sull’udito). te sono le risposte o maggiore è il numero di versi (di solito, una ri-
Procedura. L’officiante intona un canto in grado di soverchiare e sposta o un verso per grado di successo, fino ad un massimo di tre).
neutralizzare quello delle altre creature. Costo di apprendimento. 90 Punti Curriculum.
Effetto. L’officiante può usare il risultato del proprio tiro di De
Magia al posto di quello di qualunque tiro di resistenza effettuato
da lui e dai suoi compagni contro poteri magici basati sull’udito,
come ad esempio l’Incantamento di Fauni e Sirene o alcuni tipi
di Maledizione. Eventuali bonus ai tiri di resistenza da sommare
direttamente al risultato dei dadi (come ad esempio quelli derivanti
dall’avanzamento nel Mos Arcanorum) si sommano anche al tiro di
De Magia dell’officiante.
Costo di apprendimento. 90 Punti Curriculum.
ALTRI RITUALI
Questi rituali sono pratiche di Scholmanzia che seguono i dettami
segreti della Schola Nigra, o i misteri orfici al di fuori della super-
visione imperiale insegnata dal Thiasos: essi appartengono pertanto
ai culti proibiti. Le conseguenze dell’officiare un rituale non ufficia-
le sono descritte nel Manuale Base.
à HYMNUM MUSAE
Disciplina. Aede (SD 9).
à CAPNOBATIA (CULTI TOLLERATI*)
Disciplina. Scholomanzia (SD 12).
Costo. 6 Pietas. Durata. Media (un’ora). La durata si riferisce solamente alla ceri-
Durata. Da breve a media (fino a un’ora, in base alla complessità monia del rituale; la preparazione dura almeno una settimana (ve-
della domanda). dere sotto).
Procedura. Il rituale va effettuato in un luogo tranquillo, lontano Procedura. Questo rituale veniva utilizzato originariamente dai
da fonti di distrazione. L’officiante intona un inno alle Muse, le fi- Capnobati agatyrsi, sciamani del popolo delle montagne daciche
glie di Giove (Zeus) e Moneta (Mnemosine, o “Memoria”), divinità fedeli agli Anemoi, che si dice possano camminare sulle nuvole e
delle arti, della letteratura e della scienza. Poco dopo, ispirato dalla gli sbuffi di vento. Gli Scholomanti hanno appreso questo segreto e
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per un’intera giornata, potendo causare o placare violenti tempeste do il fumo delle erbe tradizionali deve recitare lunghe e complesse
e bufere di neve. Le conseguenze specifiche di ciascun effetto sono formule di supplica nell’antica lingua draconica. Infine, effettua il
a discrezione del Demiurgo. tiro di De Magia.
Se il tiro di De Magia fallisce, la natura diventerà ostile nei confron- Effetto. Se il tiro ha successo, l’officiante stipula un patto con il
ti dell’officiante e di tutti coloro che viaggiano in sua compagnia, drago a cui ha rivolto le proprie suppliche in cambio dell’esaudi-
che per un giorno intero vedranno aumentare di 1 livello la diffi- mento di una richiesta per ciascun grado di successo ottenuto (mas-
coltà di tutti i propri tiri di De Natura e di Vigor per resistere alle simo tre). Ciò che il drago chiede in cambio è a discrezione del De-
condizioni climatiche. miurgo, ma dovrebbe sempre trattarsi di qualcosa di significativo e
Costo di apprendimento. 120 Punti Curriculum. da non prendersi alla leggera: un oggetto dal valore inestimabile, un
segreto innominabile o un sacrificio di sangue. Il patto è vincolante
per il drago, ma l’officiante non può in alcun modo costringerlo ad
agire in modo irragionevole, ridicolo o a compiere gesti suicidi, ri-
chieste che con ogni probabilità provocheranno l’ira del drago, così
come rivolgersi alla creatura in modo insolente e irrispettoso. Per
esempio, l’officiante può chiedere al drago di usare i propri poteri
magici in favore di altri, di lasciarsi cavalcare per la durata di un
UN CANTO PER GLI EROI viaggio (specie se è dotato di ali) o semplicemente di risparmiare la
vita a qualcuno, ma non può obbligarlo ad attaccare dei nemici (a
Gli Aedi e l’uso magico del Canto non sono di certo una pre- meno che non gli fornisca un’ottima ragione per farlo e che ciò non
rogativa della Thracia. Questa pratica nacque molti secoli fa e comporti grossi rischi per il drago). Una volta portati a termine i
si diffuse rapidamente in tutte le terre che circondano il Mare propri compiti, il drago esigerà che il patto venga rispettato, pena
Aegaeum. I Greci divennero maestri nell’uso del Canto, che la morte dell’officiante.
usavano per entrare in contatto con gli Eroi della loro mito- Se il tiro di De Magia fallisce, invece, il drago esce dalla sua tana
logia riuscendo a ottenerne l’aiuto e, in alcuni casi, persino a adirato dalle goffe suppliche dell’officiante e cercherà di divorarlo!
evocarli nel luogo e nel tempo presente. Questa pratica ebbe Costo di apprendimento. 120 Punti Curriculum.
il suo apice e il suo rapido declino in un momento preciso
della storia: il giorno della Battaglia di Maratona nel 263 aUc.
Quel giorno gli Aedi di tutta la Grecia scesero in campo al
fianco degli Opliti per arrestare le orde persiane e innalzare il
loro grido d’aiuto agli Eroi. Gli storici ci dicono che fu Teseo
a rispondere al loro Canto, apparendo nella piana di Mara-
tona come un gigante in armatura di bronzo. I Persiani, tre
volte più numerosi, furono sbaragliati e ricacciati in mare. Lo
sforzo compiuto fu però troppo grande per i coraggiosi Aedi,
che morirono tutti per lo sfinimento. In un solo giorno secoli
di conoscenza andarono perduti per sempre. Solo uno degli
Aedi sopravvisse fino al ritorno ad Atene. Si chiamava Filip-
pide e l’ultima parola pronunciata dalla sua magica voce fu
Nenikèkamen: abbiamo vinto!
103
NUOVE REGOLE
104
NUOVE REGOLE
NUOVI INDIGITAMENTA
DEGLI DÈI INDIGETES
à EQUITUS THRAEX
(CAVALIERE TRACE)
Virtus. Coordinatio.
Costo. 3 Pietas.
Requisiti. Anche se il Cavaliere Trace non è un dio italico, questo
Indigitamentum funziona esattamente come quelli degli dèi Indi-
getes (descritti nel Manuale Base), tranne che soltanto i Custodes
provenienti dalla Thracia o benedetti dal Cavaliere Trace stesso (ve-
dere pag. 57) lo possono invocare. La difficoltà per il tiro della
Virtus di questo Indigitamentum è basata sulla distanza dell’invo-
catore dalla provincia della Thracia (vedere tabella sotto).
Effetto. Per un numero di tempora pari al grado di successo otte-
nuto nel tiro, l’invocatore ha automaticamente successo in tutti i
tiri di De Natura legati all’azione di cavalcare. In aggiunta, per la
stessa durata tutti i moltiplicatori del Danno ottenuti dagli avversa-
ri dell’invocatore contro di lui e la sua cavalcatura si abbassano di 1.
DISCIPLINE E DIFFICOLTÀ
In Thracia SD 3
105
PARTE VI
NUOVI MOSTRI E PNG
NUOVI MOSTRI E PNG
zona più o meno ristretta, attirando o allontanando le nubi a loro A Capacità Speciali: Sanguinario
piacimento e causando temporali e nevicate.
La creatura può attivare questo potere all’inizio di un qualsiasi tem-
pus, ma solo una volta per combattimento o per scena, per attirare
una tempesta.
La tempesta può essere suscitata di giorno o di notte, su terra e su
mare, e in qualsiasi condizione atmosferica.
L’area viene investita da un forte temporale, da una grandinata o
da un’intensa tormenta di neve (a seconda della stagione) che dura
1DV tempus e che infligge a tutti gli avversari privi di equipaggia-
mento invernale 1d3 danni ogni tempus (l’armatura non protegge),
più la condizione Accecato (vedere Manuale Base; la difficoltà del
tiro di Sensibilitas per combattere è però abbassata a SD 6).
108
NUOVI MOSTRI E PNG
à GUERRIERI
Valore medio: DV6
AGATYRSI
1 dado: Ratio
2 dadi: De Bello, De Corpore, De Natura, Sensibilitas
3 dadi: De Bello (Picchiata), Punti Vita
Punti Vita: 18
Armi: Sica (Danno 4), Angon (Danno 5)
Protezioni: Parma (Parata +1)
I Capitribù hanno DV8, vestono pelli di lupo o altre fiere come segno
di prestigio (l’equivalente di una Corium Lorica, Protezione 3) e im-
pugnano delle possenti Falx a due mani (Danno 12).
109
NUOVI MOSTRI E PNG
à SIGNORI DELL’ORDA
Valore medio: DV8 PNG GLADIATORI
1 dado: Ratio
2 dadi: De Bello, De Corpore, Punti Vita, Sensibilitas Le terre di Thracia sono celebri per i loro gladiatori e per i combat-
3 dadi: De Bello (a cavallo), De Natura tenti a cavallo: da qui arrivava il celebre Spartacus che aveva quasi
Punti Vita: 16 sovvertito la Repubblica, secoli prima, e qui (secondo alcuni) egli
Armi: Sagaris (Danno 7), Lancia (Danno 6), Toxon (Danno 8). era tornato in segreto a fondare il Sodalizio che ancora porta il suo
Protezioni: Lorica Squamata (Protezione 4) nome. Qui si esibiscono ogni sorta di guerrieri e combattenti, in
spettacoli sacri, profani e itineranti.
Questi PNG sono spesso incontrati a cavallo e fanno uso delle regole
per il combattimento a cavallo (cavalcano dei cavalli sciti, descritti a
pag. 111).
à DIMACHAERUS
Valore medio: DV6
1 dado: Ratio, Sensibilitas
I guerrieri dell’Orda unna sono i più feroci e abili nomadi a caval- 2 dadi: Punti Vita
lo mai incontrati dalle legioni di Roma: predoni guidati dalla sola 3 dadi: De Bello, De Corpore
sete di conquista e distruzione, forgiati da innumerevoli battaglie e Punti Vita: 12
scorrerie, al punto che si dice che dove passano loro, non cresca più Armi: doppio Gladius (Danno 6) o doppia Sica (Danno 4)
l’erba. Per le loro statistiche, fare riferimento a quelle dei Nomadi Protezioni: Elmo, Schinieri e Lorica Manica (Protezione 3)
a cavallo nel Manuale Base, mentre le statistiche riportate sopra
descrivono i Signori dell’Orda che li guidano in battaglia. A Capacità Speciali: Sanguinario
I Nomadi e i Signori dell’Orda degli Incubi fanno uso delle stesse Questo gladiatore è noto per la sua abile tecnica a due armi, in
statistiche ma con DV8 e DV10, rispettivamente. Cavalcano cavalli genere due Gladii o due Sicae.
d’incubo (descritti più avanti) che hanno sottomesso e addestrato I suoi attacchi speciali sono portati con un assalto e una serie di
loro stessi. affondi a due mani, che tuttavia potrebbero lasciarlo scoperto a
pericolosi contrattacchi.
à STREGONI BARBARI
Valore medio: DV8
1 dado: De Bello, De Corpore, Punti Vita, Ratio
2 dadi: De Natura, Sensibilitas
3 dadi: De Magia
Punti Vita: 8
Armi: Bastone o Sica (Danno 4)
Protezioni: Nessuna
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à SAGITTARIUS ANIMALI
Valore medio: DV6
1 dado: De Bello, Ratio, Sensibilitas
2 dadi: De Natura (Cavalcare), Punti Vita
3 dadi: De Bello (Archi), De Corpore
à BOLINTHOS
I bisonti selvaggi tipici del nord della Dacia e delle steppe. Per le loro
Punti Vita: 12 statistiche fare riferimento ai Tori del Manuale Base, ma con DV12.
Armi: Arcus (Danno 6), Pugio (Danno 3)
Protezioni: Lorica Squamata (Protezione 4) Ã CAVALLI
Taglia: 4
SCITI
I Sagittarii sono gladiatori specializzati nell’uso di archi, a piedi o Valore medio: DV8
a cavallo. 1 dado: Danni, De Bello, Sensibilitas
2 dadi: De Corpore
3 dadi: De Corpore (Correre), Punti Vita
Punti Vita: 24
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Più piccoli dei cavalli comuni, sono anche molto più tozzi, forti e A Capacità Speciali: Afferrare
resistenti. Quelli cavalcati dai nomadi e dai Signori dell’Orda pos- A Poteri Magici: Braccia Aggiuntive (4), Illusione
siedono tutti la capacità speciale Addestramento da guerra. (1DV, gli “agnelli”), Teste Multiple (4)
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I grado di successo Zefiro fecondo e amico degli uomini, il vento dell’ovest, e il ca-
L’Agnus Scythicus, o Agnello Vegetale, è stato studiato in passato da priccioso Noto, il vento dell’estate ma anche dei temporali. Questi
viaggiatori e studiosi e si tratterebbe secondo i filosofi di una pianta, numi hanno DV12, Grado di Pericolosità 5 e sono in genere al di
seppure dalle straordinarie e innaturali proprietà. Questo albero può fuori della portata dei comuni mortali, ma spesso combattono tra
crescere fino a dimensioni colossali e si nutre di animali e incauti viag- i cieli guerre segrete e interminabili, per le quali potrebbero aver
giatori. Non potendosi muovere, è solito attirare predatori e curiosi bisogno di favori minori o sostegno.
tramite delle appendici vegetali simili ad agnelli lanosi (solitamente 4),
che è persino in grado di muovere e far belare, e che usa come esca.
ANIMALI MOSTRUOSI
II grado di successo
Non appena gli incauti toccano o provano ad afferrare gli “agnelli”,
questi rivelano la loro vera natura, trasformandosi in un groviglio di
à CAVALLI D’INCUBO
Grado di Pericolosità: 2
appendici vegetali che attaccano immediatamente la vittima. Una Taglia: 4
volta che la propria preda cade al suolo, il mostro la ricopre di ram- Valore medio: DV10
picanti e radici, per poi nutrirsene lentamente. 1 dado: Danni, De Bello, Sensibilitas
2 dadi: De Corpore
III grado di successo 3 dadi: De Corpore (Correre), Punti Vita
I resti degli Agnelli Vegetali sono utilizzati nelle cerimonie di divi- Punti Vita: 30
nazione e nelle profezie. Tali componenti vegetali vanno impiegate
“fresche”, quindi entro tre giorni: in tal caso, il risultato ottenuto A Poteri Magici: Risucchio del Sangue (1DV)
con il rituale è di un grado di successo superiore.
I grado di successo
à ANEMOI
Grado di Pericolosità: 4
Questi mostri in forma di possenti destrieri sono stati allevati in
Thracia dai tempi di Re Diomede e sono poi divenuti appannag-
Taglia: 3 gio dell’Orda degli Incubi. Alcuni esemplari vagano bradi tra le terre
Valore medio: DV10 desolate di Moesia e Scythia, e a volte vengono catturati e venduti
1 dado: De Bello a mercanti e allevatori, a dieci volte il costo di un normale cavallo.
2 dadi: Ratio, Punti Vita
3 dadi: De Corpore, Sensibilitas II o III grado di successo
Punti Vita: 20 Si dice che questi cavalli siano stati creati dalla contaminazione di
un antico vampiro, di un Dio del Sangue o di un Nosphoratus, forse
A Capacità Speciali: Afferrare, Furtivo, Sensi Acuti, Volo Apletos di Byzantium, in maniera simile ai Gelloi. Questo giustifi-
A Poteri Magici: Controllo Atmosferico, Immortalità, cherebbe la sete di sangue e il fatto che si nutrano di carne, preferibil-
Invulnerabilità (a tutti i danni), Profezia, Tiro del mente umana. Per questo motivo, tutti gli accorgimenti e le tecniche
Fato, Velocità Innaturale utili contro Vampiri e Gelloi hanno effetto anche su di loro.
I grado di successo
Gli Anemoi sono dèi minori a tutti gli effetti: spiriti dell’aria e dei
à PESCI PLUTONIANI
Grado di Pericolosità: 2
venti, vera incarnazione - se così si può dire - di brezze, raffiche, Valore medio: DV5*
alisei e tempeste. Il loro corpo è solo parzialmente materiale, quan- 1 dado: Danni, Sensibilitas
to lo può essere appunto un vapore o una nuvola, e non possono 2 dadi: De Bello
subire o infliggere danni. Possono però afferrare chi osa minacciarli, 3 dadi: De Corpore (in acqua), Punti Vita
sollevarlo in alto e poi lasciarlo cadere contro le rocce. Punti Vita: 15
Protezioni: Nessuna
II grado di successo
Gli Anemoi sono adorati come divinità dagli Agatyrsi e dai loro A Capacità Speciali: Furtivo, Sensi Acuti, Veleno (2DV))
sacerdoti, i Capnobati, che ne hanno ottenuto anche alcuni pote- A Poteri Magici: Braccia Aggiuntive (5), Teste Multi-
ri. Odiano e disdegnano le arpie - che spesso vivono proprio tra i ple (5), Velocità Innaturale
monti di Thracia a fianco alle loro vette - e sembra che siano loro
ad aver generato i cavalli alati, per cui anche i corsieri di montagna * Per ogni 3 danni subiti dalla creatura, il DV viene ridotto di 1 dado,
agatyrsi sono loro discendenti. fino a un minimo di DV3.
III grado di successo Nota. Le statistiche non si riferiscono a un unico esemplare, che non costi-
I più importanti tra gli Anemoi sono gli otto venti principali che tuisce una minaccia di per sé, ma a banchi di pesci plutoniani mediamente
solcano il cielo, tra cui spiccano il crudele Borea, il vento del nord, numerosi: i poteri magici Braccia Aggiuntive e Teste Multiple rappresentano il
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III grado di successo Quando anche l’ultimo baluardo della Tauride venne abbattuto,
L’ultimo loro tentativo di formare un regno o far parte di una qual- gli Arimaspi superstiti si dispersero. Molti di essi oggi conoscono i
che civiltà si ebbe all’epoca dei Cimmeri, sotto la guida dei giganti segreti dei tumuli, delle città perdute dei Cimmeri e del luogo dove
Gog e Magog. sarebbero ancora intrappolati Gog e Magog.
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à DAIGERNA
In forma umana
III grado di successo
Un Daigerna in forma umana non è altro che un Daursi più forte
Grado di Pericolosità: 3 e più grosso del normale. Solo un membro su cento del popolo dei
Taglia: 3 Daursi è un Daigerna in forma umana e l’aura magica nefasta del
Valore medio: DV10 Daigerna può essere percepita con un consueto tiro di Sensibilitas.
1 dado: Ratio Sembra che siano particolarmente vulnerabili all’argento e all’ada-
2 dadi: De Bello, De Corpore, Sensibilitas mante (le armi d’argento e d’adamante ignorano completamente il
3 dadi: Punti Vita loro potere di Invulnerabilità).
Punti Vita: 30
Armi: Falx a due mani (Danno 12)
Protezioni: Pelli di animali (Protezione 3) DEMONI
A Capacità Speciali: Sanguinario
Poteri Magici: Metamorfosi
à ORDOGUS
Grado di Pericolosità: 5
A
Taglia: 3
In forma di uomo-lupo Valore medio: DV12
Grado di Pericolosità: 4 1 dado: Danni
Taglia: 3 2 dadi: De Corpore, Punti Vita, Ratio, Sensibilitas
Valore medio: DV10 3 dadi: De Bello
1 dado: Danni Punti Vita: 24
2 dadi: De Bello, Sensibilitas Protezioni: Nessuna
3 dadi: De Corpore, Punti Vita
Punti Vita: 30 A Capacità Speciali: Afferrare, Furtivo, Sensi Acuti
Protezioni: Nessuna A Poteri Magici: Contagio Vampirico, Immortalità,
Malattia* (2DV, la vittima è ferita dalla creatura),
A Capacità Speciali: Sanguinario, Sensi Acuti Ombra (2DV), Ordine (2DV), Possessione (2DV,
A Poteri Magici: Invulnerabilità (a tutti i colpi che in- la vittima è Incosciente), Rigenerazione (1DV), Ri-
fliggono 10 danni o meno), Metamorfosi succhio del Sangue (1DV), Terrore (2DV, la creatu-
ra fissa lo sguardo sulla vittima), Velocità Innaturale
I terribili Capibranco sono i signori delle ultime famiglie di Daiger-
na sopravvissute: possiedono DV12, capacità speciali aggiuntive come * La vittima della Malattia di Ordogus è anche Avvelenata per l’intera
Afferrare, Carica o Furtivo e poteri magici addizionali come Rigene- durata del contagio. Questa malattia non può essere curata con mezzi
razione o Terrore. convenzionali: è necessario un esorcismo.
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II grado di successo
Vassago è anche e soprattutto il maestro che ha insegnato le prati-
che di demonolatria ed evocazione agli stregoni goti.
DRAGHI
à BALAURI
Grado di Pericolosità: 4
Taglia: 4
Valore medio: DV12
1 dado: Danni, Sensibilitas
2 dadi: De Bello, De Corpore
3 dadi: Punti Vita
Punti Vita: 36
Protezioni: Pelle squamata (Protezione 6)
I grado di successo
I Balauri di Dacia sono affini ai draghi e alle idre, e somigliano a
enormi rettili dalla testa di lupo. Rappresentano a un tempo i più
antichi predatori e terrori del popolo dacico, ma anche i simboli
che essi stessi hanno preso per connotare i loro vessilli e i loro clan.
I Balauri sono possenti come draghi e astuti come lupi, una vera
minaccia primordiale per chiunque si perda nelle remote foreste
del nord.
II grado di successo
Si sa che il morso dei Balauri è velenoso e va evitato, ma anche
che le gocce di saliva tossica che cadono al suolo possono generare,
quando si raffreddano, pietre preziose con facoltà guaritrici e pro-
prio di contravveleno. Secondo le leggende, alcuni Balauri estrema-
mente antichi e potenti possiedono molte teste.
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à FIGLIE DI ECHIDNA
Grado di Pericolosità: 3
I grado di successo
Questi mostri hanno l’aspetto di enormi serpenti dall’addome in
Taglia: 3 giù e di donne ferali e mostruose dal torace in su. Predatori letali
Valore medio: DV8 delle terre di Scythia, questi esseri non possiedono particolari facol-
1 dado: Danni, Ratio tà soprannaturali, ma detengono la furtività e l’astuzia dei rettili e
2 dadi: De Bello, Punti Vita, Sensibilitas la feroce malevolenza di divinità perniciose.
3 dadi: De Corpore
Punti Vita: 16 II o III grado di successo
Protezioni: Pelle squamata (Protezione 3) Il mito racconta che si tratta di veri e propri numi, discendenti di
Ercole ed Echidna, e non si stenta a crederlo. Per questo motivo,
A Capacità Speciali: Afferrare, Furtivo, Veleno (2DV, le sacre invocazioni a Ercole (per esempio l’Indigitamentum Ercole
solo contro creature afferrate in precedenza) Invictus e la Benedizione di Ercole tra le Sortes) hanno lo straordi-
nario effetto di farle cadere nel timore e allontanarle.
120
NUOVI MOSTRI E PNG
I grado di successo * Questo potere rappresenta l’unica arma offensiva delle ombre cimme-
Questi spettri a cavallo sono quanto rimane di nobili o signori di un rie (non possiedono un valore di Danni). Oltre a gelare il sangue nelle
tempo andato, ridotti a pallide rappresentazioni di quello che furono. vene, il loro freddo tocco spettrale è in grado di prosciugare l’energia vi-
Morti o sepolti con i loro signori, i destrieri da guerra di questi aristo- tale della vittima, che se fallisce il tiro di Vigor, in aggiunta ai normali
cratici o condottieri sono ora parte della loro manifestazione e ne ga- effetti perde un numero di PV pari alla differenza tra il proprio tiro e
rantiscono la velocità soprannaturale e la capacità di spostarsi anche quello della forza della Paralisi (l’armatura non protegge).
lontano dal luogo di sepoltura, a cui devono tornare prima dell’alba.
I grado di successo
II grado di successo Gli spettri che abitano i tumuli di Scythia e delle contrade dimenticate
I cavalieri dei morti di Dacia sono i principi sconfitti e uccisi dai di Thracia sono noti come “ombre cimmerie”, a ricordare probabil-
Romani nelle guerre passate e covano un rancore eterno contro gli mente i principi guerrieri di quell’antico popolo che vi sono seppelliti.
inviati dell’Impero. Alcuni tuttavia, che hanno avuto modo di ri- Non vi è tregua che possano concedere agli intrusi nei propri sepolcri,
flettere sulla vanità di tutte le cose - compreso il proprio odio - sono ma anzi considerano questi un dono di Axiokersos e Axiokersa, un
attenti ad ascoltare le parole di coloro che si accostano e dimostrano tributo di sangue che possono consumare e di cui nutrirsi.
di non temerli, se queste sono sagge.
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NUOVI MOSTRI E PNG
à VAMPIRI - NOSPHORATI
I Nosphorati sono i più potenti vampiri di cui si conosca l’esistenza,
à APLETOS, IL BASILEUS
Capacità Speciali aggiuntive: Formazione - questa ca-
A
superiori perfino ai vampiri antichi e soggetti solamente alla Madre pacità si attiva se in combattimento Apletos combatte
delle Tenebre, Lilith, occulta padrona di tutti loro e delle loro proge- con due o più alleati fianco a fianco
nie. Anche noti come Dèi del Sangue, costoro sono tutti differenti A Poteri Magici aggiuntivi: Incantamento (2DV, la
l’uno dall’altro e anche le loro progenie mantengono dei tratti diversi. creatura fissa lo sguardo sulla vittima)
Anche Chamalcan, apparso nell’avventura Dal Vespero all’Aurora de
I Misteri dell’Impero Vol. 1, era un Nosphoratus e i Vespertili la sua I punteggi di De Bello e De Corpore migliorati si applicano nel-
particolare progenie. Le statistiche seguenti sono quelle generiche per le stesse condizioni in cui si applica Formazione. Il potere magico
la maggior parte dei Nosphorati. A seguire ci sono le modifiche rela- Invito si riferisce a uno stuolo di soldati o servitori, oppure a 1
tive a ciascuno di quelli di Dacia e Thracia. Vampiro per grado di successo.
Nosphorati
Grado di Pericolosità: 5
à CHOMODRACAENA,
Taglia: 4
LA DRAGONESSA
Taglia: 3 o 4 A Capacità Speciali aggiuntive: Rete (uno spruzzo di
Valore medio: DV12 tegumenti insanguinati che intrappolano la vittima)
1 dado: Danni A Poteri Magici aggiuntivi: Paralisi (2DV, la creatura
2 dadi: De Bello, De Corpore, Punti Vita, Ratio, Sensibilitas fissa lo sguardo sulla vittima)
3 dadi: De Bello (speciale), De Corpore (speciale)
Punti Vita: 24 I punteggi di De Bello e De Corpore migliorati si applicano solo
Protezioni: Nessuna nei budelli e spazi angusti della sua tana, in cui questo mostro può
scivolare rapidamente sulle proprie secrezioni. Il potere magico In-
A Capacità Speciali: Afferrare, Furtivo, Sensi Acuti vito si riferisce a topi o altri orrendi parassiti, oppure a 1 Hirudo
A Poteri Magici: Contagio Vampirico, Immortalità, per grado di successo (vedere sotto).
Invito (2DV, speciale), Malattia* (2DV, la vittima è
ferita dalla creatura), Ombra (2DV), Ordine (2DV),
Possessione (2DV, la vittima è Incosciente), Rigenera- I VAMPIRI DI DACIA E THRACIA
zione (1DV), Risucchio del Sangue (1DV), Velocità
Innaturale Le statistiche dei Vampiri che si trovano nel Manuale Base sono
perfette per rappresentare la progenie di Apletos: vampiri che si
* La vittima della Malattia di un Nosphoratus è anche Avvelenata nascondono tra gli uomini come lupi tra pecore e a un occhio di-
per l’intera durata del contagio. Questa malattia non può essere cura- sattento potrebbero sembrare umani. I discendenti di Lilith che si
ta con mezzi convenzionali: è necessario eliminare il Nosphoratus che nascondono a Byzantium hanno quasi interamente questa natura.
l’ha provocata per farla scomparire, prima che la vittima ne muoia Le Striges descritte nel Manuale Base sono poi il perfetto riferimen-
e si trasformi in un Gello o un Vampiro, a seconda delle modalità di to per la progenie di Abyzou. In aggiunta a quanto riportato nel
contaminazione. Manuale Base, le discendenti di sangue di Abyzou hanno il potere
magico di Metamorfosi, grazie al quale possono apparire come (o
à ABYZOU, LA STRIGE
Capacità Speciali aggiuntive: Picchiata, Volo
tornare alla forma di) donne seducenti e maliarde. È anche in que-
sto modo che esse hanno fondato la setta dei Figli di Caligola che
A
A Poteri Magici aggiuntivi: Metamorfosi (in una civetta) adesso infesta l’Impero. Oltre a queste tipologie ve ne sono altre,
ciascuna discendente dai restanti Nosphorati:
122
NUOVI MOSTRI E PNG
à BRUCOLACHI,
I VAMPIRI FERALI DI DACIA
à GELLOI
Agli ultimi gradini della scala gerarchica dei vampiri e dei discen-
Grado di Pericolosità: 3 denti di Lilith, appena prima di vittime, cultisti e servitori, vi sono
Taglia: 3 i Gelloi (sing. Gello), individui mortali che hanno assaggiato il san-
Valore medio: DV8 (DV10 o anche DV12 in caso di Bruco- gue corrotto dei vampiri ma non ne sono stati uccisi. In costoro il
lachi Antichi) contagio vampirico ha procurato una follia inumana, fame di carne
1 dado: Danni, Ratio e sangue umani, e la volontà di obbedire e servire i vampiri loro
2 dadi: De Bello, Punti Vita, Sensibilitas padroni, per tornare ad averne in cambio qualche goccia di sangue.
3 dadi: De Corpore, Punti Vita I Gelloi sono ancora in vita e possono muoversi di giorno regolar-
Punti Vita: 24 mente, svolgendo molti incarichi per i loro padroni. Tuttavia, un
tiro di Sensibilitas nelle loro vicinanze (SD 6) può rivelare l’abie-
A Capacità Speciali: Afferrare, Furtivo, Sensi Acuti zione del loro animo e la contaminazione del loro corpo. Non è
A Poteri Magici: Contagio Vampirico, Forza Vampi- chiaro se sia possibile ritornare indietro nel corpo e nello spirito alla
rica, Immortalità, Risucchio del Sangue (1DV), condizione umana da quella di Gelloi, ma se esiste un modo per
Velocità Innaturale prima cosa bisogna eliminare il vampiro che li ha creati e li domina,
A Poteri Magici aggiuntivi dei Brucolachi Antichi: In- altrimenti il richiamo di questi sarà sempre prevalente.
vito (2DV; lupi), Ombra (2DV), Ordine (2DV),
Rigenerazione (1DV) La condizione di Gello può essere applicata a ogni tipo di PNG umano
o Animale, a cui il Demiurgo attribuisce alcuni punteggi potenziati,
Questa tipologia di vampiro è una diretta progenie di Mormolyce capacità speciali e poteri magici. Al Gello va infine attribuito un grado
ed è un essere a metà tra vampiro e lupo. Non si tratta però di una di pericolosità in base al suo DV.
mescolanza con i Versipellis o i Daigerna, quanto piuttosto sono
vampiri con forma brutale e feroce, che assumono forma di lupi nel Grado di Pericolosità: in base al DV del PNG o animale base
volto e negli artigli per essere predatori perfetti nelle sconfinate e (DV6 o meno: 1; DV8: 2; DV10: 3; DV12; 4; DV20: 5)
tenebrose foreste di Dacia. Taglia: la stessa del PNG o animale base
Valore medio: quello del PNG o animale base
à HIRUDO, LE SANGUISUGHE
Grado di Pericolosità: 3
1 dado: gli stessi del PNG o animale base
2 dadi: gli stessi del PNG o animale base (i Gelloi hanno
Taglia: 3 sempre De Bello almeno pari a 2 dadi)
Valore medio: DV8 (DV10 o anche DV12 in caso di Hirudo 3 dadi: gli stessi del PNG o animale base
Antichi) Punti Vita: gli stessi del PNG o animale base
1 dado: Danni
2 dadi: De Bello, De Corpore, Ratio, Sensibilitas A Capacità Speciali: quelle del PNG o animale base,
3 dadi: Punti Vita più Afferrare e Furtivo
Punti Vita: 24 A Poteri Magici: quelli del PNG o animale base, più
Forza Vampirica e Risucchio del Sangue (1DV, solo
A Capacità Speciali: Afferrare, Furtivo, Rete su creature afferrate in precedenza)
A Poteri Magici: Contagio Vampirico, Forza Vampi-
rica, Immortalità, Paralisi (2DV, la creatura fissa In alternativa il Demiurgo può utilizzare le seguenti statistiche, ri-
lo sguardo sulla creatura), Risucchio del Sangue ferite a un tipico Gello umano:
(1DV)
A Poteri Magici aggiuntivi dei Hirudo Antichi: Invi- Gelloi
to (2DV; topi e parassiti), Ombra (2DV), Ordine Grado di Pericolosità: 1
(2DV), Rigenerazione (1DV) Taglia: 3
Valore medio: DV5
Questa tipologia di vampiro è quella più deforme e abietta, diretta 1 dado: Ratio
discendenza di Chomodracaena, alterata a sua immagine e somi- 2 dadi: De Bello, Punti Vita, Sensibilitas
glianza. Le Sanguisughe sono gonfie e glabre, gli arti si contraggono 3 dadi: De Corpore
e atrofizzano, e l’intera figura, un tempo un comune mortale, fini- Punti Vita: 10
sce per trasformarsi in una sacca molle e nauseabonda, il cui unico
scopo è la suzione del sangue. A Capacità Speciali: Afferrare, Furtivo
A Poteri Magici: Forza Vampirica, Risucchio del San-
gue (1DV, solo su creature afferrate in precedenza)
123
PARTE VII
AVVENTURE
AVVENTURE
L’IMPERO DI SANGUE
INTRODUZIONE A Se i Custodes o il gruppo di gioco hanno già affrontato i
Vespertili e Chamalcan nell’avventura Dal Vespero all’Au-
PER I GIOCATORI rora (I Misteri dell’Impero Vol. 1), adesso potrebbero
volerne sapere di più ed essere destinati a una consegna
Le notti di Dacia e Thracia sono funestate da eventi luttuosi, stragi speciale all’interno della Cohors che si occupa proprio
e misteriosi omicidi. L’inquietudine serpeggia ovunque, uno strano di questi esseri. Chi meglio dei sopravvissuti di Gades
male che i medici chiamano “consunzione” affligge molti abitanti potrebbe occuparsene?
e spesso le vecchie balie e gli anziani dei villaggi fanno riferimento A Allo stesso modo, se i Custodes hanno incontrato i Figli di
alle terribili leggende che parlano del più grande dei terrori della Caligola dell’omonima avventura (I Misteri dell’Impero Vol.
notte: il vampiro! L’esistenza di creature che si nutrono di sangue e 1) e vogliono continuare a lottare contro questa setta, la-
seducono gli incauti drenandone i fluidi vitali è nota da tempo alla sciando perdere per adesso lo Scettro di Atlante, il comando
Cohors Arcana: Striges, Lamie, Empuse, Incubi e Succubi, demoni della Cohors Arcana di Thracia li assegna a Esselius (descrit-
venuti da oriente e Brucolachi greci sono stati diverse volte in pas- to più avanti), che pare saperne qualcosa di più.
sato individuati e distrutti. A Se questa è invece la prima avventura dei Custodes o la
Di recente tuttavia, questi fenomeni sembrano aver avuto una prima a tema vampirico, l’episodio scatenante è il ritorno
diffusione più profonda ed estesa, divenendo quasi un fenomeno del Torturatore a Ulpia Traiana (vedere sotto). Gli ari-
generale, che si diffonde come una piaga o un ceppo di pestilenza. stocratici di Dacia sono terrorizzati da quanto accaduto
Episodi di grande rilevanza sono avvenuti a Gades, a Roma, in Asia lo scorso inverno (vedere pag. 10) e adesso che il mo-
e in Achaia, dimostrando che questi vampiri e i loro servitori e struoso assassino possa tornare a colpire è un evento che
seguaci sono diffusi in ogni angolo dell’Impero. getta tutti i cittadini nel terrore. Questo potrebbe essere
È tuttavia tra le cupe foreste di Dacia e le antiche rovine di Thracia anche il motivo per cui i Custodes hanno raggiunto la
che questi nemici si fanno sempre più pressanti. Lo stesso termine regione.
“vampiro” sembra essere nato da queste parti, come quello di bru-
colaco, e i vampiri individuati in queste regioni possiedono carat- A parte dunque l’aggancio iniziale, cosa sta succedendo a Ulpia Traiana?
teristiche speciali e peculiari che la Cohors Arcana sta studiando e Il vampiro conosciuto come “il Torturatore” era un servitore vi-
apprendendo giorno per giorno sul campo. vente di Axivarna quando questi era in città, Polidoro. Axivarna
I Custodes sono chiamati a recarsi nella regione, indagare sugli usò il fedele Polidoro per affittare il palazzo e nascondere molti dei
eventi di questi ultimi tempi e contribuire a estirpare questo antico suoi traffici in Dacia. Dopo la partenza del suo signore, Polidoro
male dalla terra. si occupò di coprirne le tracce e si rese conto che una delle vittime
di Axivarna, Elenora, lasciata senza vita in una segreta, si era nel
frattempo trasformata in vampiro all’insaputa di tutti, forse anche
INTRODUZIONE di Axivarna. Per impedire che la nuova folle progenie causasse guai,
assieme ai Gelloi di Ulpia Traiana, Polidoro riuscì a incatenarla e a
PER IL DEMIURGO condurla in una villa fuori città, per tenerla al contempo prigionie-
ra e al sicuro, in attesa del ritorno del comune signore. Col tempo
In questa avventura, i Custodes sfidano e affrontano uno dei prin- tuttavia, Polidoro si innamorò di Elenora, che diveniva sempre più
cipali pericoli della regione, le orde dei vampiri che infestano la bella e languida con il passare dei giorni. Per evitare che morisse
Dacia e la Thracia. Visto che il tema è uno dei più caratterizzanti di di stenti, fu costretto a nutrirla e a procacciare nuove vittime con-
questo modulo di espansione, lo scenario sarà costituito da diversi tinuamente e perfino a offrirle il proprio collo sempre più spesso.
spunti modulari che è possibile intrecciare tra loro e che i Demiur- Un giorno, incapace di resisterle, Polidoro cedette alla rinnovata
ghi possono utilizzare e configurare come preferiscono. Anche il forza di Elenora e ne venne completamente dissanguato, diventan-
finale rimane aperto, perché la caccia ai vampiri può continuare do progenie della vampira che avrebbe dovuto tenere isolata e al
potenzialmente all’infinito e il gruppo al tavolo può decidere quan- sicuro. A quel punto, l’infida e sorniona Elenora ha iniziato a co-
do sia il caso di mettere un punto e godersi i successi conseguiti e mandare l’intera comunità dei Gelloi e dei Servitori di Axivarna in
quando invece proseguire in una delle tante direzioni possibili, fino città e a ordinare sempre più prede per calmare la propria sete. Sen-
a sfidare uno degli Dèi del Sangue o addirittura Lilith, la Madre za la guida dell’esperto Axivarna, adesso Elenora e Polidoro si sono
delle Tenebre. molto esposti e hanno attirato di nuovo l’attenzione dei cittadini,
Innanzitutto, bisogna decidere il motivo per cui i Custodes sono che credono che il Torturatore sia davvero tornato.
giunti nella regione:
Valore dell’avventura: 6 PE
126
AVVENTURE
IL CACCIATORE
DI VAMPIRI
Esselius
Valore: DV8
1 dado: De Bello, De Corpore
2 dadi: De Magia, Punti Vita, Sensibilitas
3 dadi: De Magia (Vampiri), De Scientia, Ratio
Punti Vita: 16
Armi: Sica (Danno 4), Lampade Greche (vedere pag. 98)
Protezioni: Corium Lorica (Protezione 3)
A Capacità Speciali: Sensi Acuti
A Poteri Magici: Tiro del Fato
L’anziano medico Esselius è un Sapiente che è stato ag-
giunto ai ranghi della Cohors Arcana fin dal primo giorno.
Di origini germaniche, questo saggio e determinato Custos
ha combattuto fin dalla più giovane età la piaga del vam-
pirismo nelle sue terre di origine, in Gallia e in Britannia,
prima di dirigersi verso la Dacia e la Thracia. In queste
regioni, infatti, secondo lui si anniderebbe il più potente
di quei mostri, il Nosphoratus che ha dato origine alla pe-
stilenza che lui combatte da tutta la vita.
Il Demiurgo può usare Esselius come un mentore che
spieghi ai personaggi i dettagli del vampirismo, fornisca
loro dei metodi, delle teknès e degli Indigitamenta su come
combatterli, li avvii e instradi nelle diverse scene.
Nel momento in cui non ci dovesse essere più bisogno del
vecchio medico, oppure che la sua presenza dovesse essere
troppo ingombrante, il Demiurgo può mettere in scena
L’Addio di Esselius (vedere Scena 6).
127
AVVENTURE
PARTE 1
TRANSILVANIA
SCENA 1: SCENA 2:
I MORTI SON VELOCI NELLA TIPICA MANSIO
I Custodes stanno viaggiando per conto proprio lungo le strade La corsa sotto la pioggia sferzante verso la mansio, col carro, a ca-
della Dacia, su una carruca dormitoria che è stata loro assegnata vallo o a piedi, dovrebbe essere una scena concitata e pericolosa.
per spostarsi e portare del materiale della Cohors Arcana a Ulpia Se i Custodes sono riusciti a rimettere in sesto il carro o usano i ca-
Traiana (libri, edicolette votive, medicamenti, ma nulla di utile per valli, si tratta di un’azione prolungata con 3 tiri di De Natura (SD
lo scenario). Il loro mezzo di trasporto è un carro adatto anche a 9). Se fuggono a piedi si tratta di un’azione prolungata con 3 tiri di
dormirci dentro, trainato da due cavalli da tiro in buona salute. Un De Corpore per ciascuno (SD 9).
mezzo confortevole ma lento.
Negli ultimi giorni, frequenti acquazzoni hanno funestato la regio- Ogni volta che un tiro fallisce, un Gello si getta addosso a uno dei
ne e le vie sono fangose e sconnesse. Piccoli incidenti e deviazioni fuggitivi o si attacca ai cavalli o al carro, e va tolto di mezzo prima
hanno rallentato il viaggio e adesso sta per calare la notte. L’atmo- di poter continuare.
sfera si fa lugubre e nebbiosa, le foreste attorno sono cupe e il cielo Anche qui, Esselius può entrare in scena all’occorrenza, gettando le
è plumbeo e coperto. proprie lampade greche (vedere pag. 98) contro i Gelloi.
All’improvviso, una ruota viene bloccata in una buca piena di fango Comunque procedano, se i Custodes abbandonano il carro questo
e una stanga di ferro si spezza. verrà distrutto e saccheggiato dai Gelloi e il carico della Cohors
Per rimettere il veicolo in carreggiata è necessario svuotarlo del Arcana non potrà essere consegnato a Ulpia Traiana.
carico, spingerlo fuori dalla buca (servono dei tiri di Vigor o un
po’ di ingegno) e ricaricare le merci. Per la stanga il discorso è più Giunti finalmente alla mansio, una fanciulla spalanca la porta e in-
complesso: un Sapiente sarebbe in grado di ripararla, ma mancano vita i Custodes a entrare, per poi richiudere il pesante portone alle
i pezzi di ricambio necessari e bisogna pertanto che qualcuno rag- spalle. Effettivamente il legno massiccio di usci e ante è in grado di
giunga la più vicina mansio, per pregare un maniscalco di venire sul tenere fuori Gelloi, lupi e briganti.
posto a riparare il danno. Solo che il problema è dentro...
Qualsiasi cosa decidano di fare i Custodes, succedono i seguenti
eventi:
128
AVVENTURE
A Se si preferisce un vampiro più simile a quello del mito Il Demiurgo può descrivere Camilla e le sue ancelle in maniera
greco e latino, è la crudele e inumana Abyzou che fa al conforme alla forma prescelta, ma le vampire provano a essere co-
caso proprio: i vampiri di quest’avventura sono le Striges munque seducenti e maliziose. Esistono però pochi dubbi sulla loro
descritte nel Manuale Base. malvagità e le loro intenzioni, e l’interno della mansio si trasfor-
A Se si sceglie la versione più vicina alle leggende balcaniche merà ben presto in un campo di battaglia.
e transilvane, la decisione dovrebbe ricadere sulla ferale
Mormolyce: i vampiri di quest’avventura sono i Brucola-
chi descritti a pag. 123 di questo modulo.
à IL COMBATTIMENTO
CONTRO LE VAMPIRE
A Se si desidera una storia più orrida e sanguinolenta, la L’intera mansio è vuota e devastata, e si possono usare fuochi, tor-
scelta più appropriata è la mostruosa Chomodracaena: i ce rudimentali, spesse porte di legno, ferri da camino e da cucina
vampiri di quest’avventura sono i Hirudo descritti a pag. come armi improvvisate e sistemi per rallentare le avversarie.
123 di questo modulo. Se ancora non si è presentato, questo è il momento di far apparire
Esselius carico di lampade incendiarie e armi d’argento, pronto a
Qualunque sia la progenitura scelta, nella mansio in attesa dei Cu- dare una mano! D’altra parte, se si dovesse vedere messa alle stret-
stodes e di Esselius ci sono Camilla, una Vampira minore del tipo te, Camilla può sempre spalancare le porte della mansio e lasciar
scelto (DV6 anziché DV8), accompagnata dalle sue ancelle, (0,5:1) entrare l’orda di Gelloi che preme all’esterno: probabilmente così
Gelloi: sono le inservienti plebee della mansio, non ancora trasfor- facendo perderà la cena, ma salverà la sua esistenza...
mate in vampire ma già bramose di sangue. Se i Custodes sono Se i Custodes riescono a gestire la cosa, una bella pira purificatrice
già esperti, Camilla è un Vampiro normale (DV8) e le ancelle dei dell’intera mansio potrebbe essere una soluzione al problema dei
Vampiri appena creati con DV6. vampiri in questa contrada.
129
AVVENTURE
PARTE 2
CACCIATORI DI VAMPIRI
Conclusasi la sfida contro Camilla, Esselius spiega di stare inse- gio, con quella Drusilla, la sua accompagnatrice. Portare a
guendo quell’essere abietto da mesi ormai, come una delle piste che termine un’Indagine (SD 9, 3 successi richiesti) permette
lo dovrebbero condurre al Nosphoratus che cerca da anni di abbat- di trovare qualcosa: il suo contatto in città e chi gli ha af-
tere. Camilla sarebbe infatti una vampira discendente di Axivarna, fittato la dimora era Marco Lenio Flacco, un patrizio che
l’essere che avrebbe causato i massacri di Ulpia Traiana mesi prima lo ha anche introdotto in società. Flacco, a quanto pare è
e, da secoli, una lunga lista di efferatezze e bagni di sangue. “scomparso” pochi giorni dopo l’arrivo di Axivarna, ma
Lungo il viaggio verso Ulpia Traiana, Esselius (e con lui il Demiur- esiste ancora un procuratore in vita, un certo Polidoro,
go) potrà dilungarsi su tutti i dettagli di conoscenza sui vampiri che scomparso anche lui da qualche giorno. Inoltre Flacco
ritiene opportuno, usando ogni elemento a disposizione di questo aveva anche altre proprietà, adesso abbandonate e passate
modulo, del Manuale Base e degli altri pubblicati. alla procura di Polidoro. Seguire la pista delle proprietà o
Spiega anche che, da qualche settimana, sono riprese le scomparse del procuratore-vampiro porta direttamente alla Scena 5.
tra i vicoli di Ulpia Traiana e questo potrebbe essere un segnale del A Seguire Esselius. Il vecchio trascorre molto tempo alla
ritorno di Axivarna. sede della Cohors Arcana a studiare e compilare i suoi
Giunti a Ulpia Traiana, i Custodes saranno invitati nel palazzo del diari, per poi uscire di notte di ronda fino a poco dopo
governatore, Gneo Fabio Macedonico (descritto a pag. 20), che la mezzanotte, quando rientra nei suoi alloggi, spossato.
desidera conoscere i membri di questo nuovo corpo scelto che tan- Le sue ronde non sono molto efficaci... Tranne la decima
to entusiasma l’Imperatore Teodomiro. Dopo tutte le formalità di notte (vedi più avanti)!
rito e aver conferito con patrizi e funzionari, i Custodes devono A Invocare il consiglio degli dèi con rituali e presagi. In
subito mettersi a caccia del Torturatore. questo caso, tra visioni misteriose e accenni oscuri, è pos-
sibile determinare che:
• Il vampirismo deriva dal demone Lilith, la Madre
SCENA 4: delle Tenebre, ed è una piaga abietta e invisa agli dèi,
soprattutto ad Apollo.
IL RITORNO DEL • Il terribile mostro che Esselius sta cacciando da anni
(il Nosphoratus prescelto) giace in una cripta caden-
TORTURATORE te, molto lontano da Ulpia Traiana, in condizione di
torpore. Ma se i Custodes insistono troppo a scru-
tarlo, inizia a risvegliarsi e spalanca un occhio rosso
“Torturatore” è il nome dato al mostro assassino che ha infestato verso di loro...
Ulpia Traiana lo scorso inverno, conosciuto nell’alta società locale • I vampiri si diffondono davvero come una pestilenza
come Axivarna. Il soprannome è stato assegnato di recente, dopo per tutta la Dacia e la Thracia, e anche a Ulpia Tra-
aver scoperto i sotterranei gremiti di cadaveri smembrati e dissan- iana vi sono alcuni casi, che colpiscono, ovviamente,
guati del palazzo preso in affitto in città. nella notte.
Durante la sua permanenza nella capitale, tuttavia, nessun fatto • “Incontrerete il Torturatore presso la Casa con gli occhi
di sangue era stato riscontrato. Axivarna e i suoi servi erano stati che piangono!”
bravissimi a non farsi scoprire. Stessa cosa avviene anche adesso... A Cercare la Casa con gli occhi che piangono. Non è pos-
nessun crimine per le strade: solamente delle misteriose scomparse, sibile trovarla, visto che la profezia si riferisce all’evento
soprattutto tra miserabili e viaggiatori... 17 della tabella degli incontri di Ulpia Traiana. Se tutta-
Per prima cosa, i Custodes possono esplorare in lungo e in largo Ul- via, nelle proprie ronde, si manifesta l’evento 17 e deci-
pia Traiana e comprenderne la foggia e la vita che vi si svolge, ma- dono di tornare sul posto la notte, i Custodes incorrono
gari effettuando alcuni tiri sulla Tabella degli Incontri a pag. 32. automaticamente nell’evento 30.
Poi devono decidere come procedere: A Esplorare e sorvegliare la città. Per ogni giorno o notte
che trascorrono a pattugliare Ulpia Traiana, tirare sulla
A Indagare sulle frequentazioni di Axivarna in città. La Tabella degli Incontri a pag. 32. Se si ottiene un evento
pista è molto fredda e i patrizi della città hanno già rispo- già accaduto, bisogna scegliere quello direttamente suc-
sto più volte a queste domande. Lo straniero si presentava cessivo in ordine numerico, tra quelli non ancora avve-
come un principe, lo hanno invitato ai loro ricevimenti, nuti. Gli eventi 22, 29 e 30 fanno scattare la Scena 5
nessuno sospettava nulla di strano... metteva solo a disa- - L’ospite di Axivarna.
130
AVVENTURE
A Indagare nella dimora di Axivarna e nel sotterraneo A Abietti Gelloi (1:1, 1,5:1, 2:1 o 3:1). Sono loro la bas-
del Torturatore. Ottima idea! Anche in questo caso van- sa manovalanza del Torturatore, quelli che rapiscono le
no usate le regole dell’Indagine: sono necessari 6 Successi vittime nelle campagne circostanti, la città o tra i vicoli
e la SD è 12, perché il sito è stato profondamente mano- di Ulpia Traiana e che di giorno fanno la guardia al com-
messo e ispezionato da numerosi funzionari. Qualora si plesso e al sepolcro del vampiro. Si tratta di gente del
ottenessero i 6 successi, i Custodes trovano un passaggio posto, insospettabili cittadini di vario rango, piegati dal
segreto che conduce alla cloaca della città. volere del Torturatore.
A Civette, Topi, Lupi, Servitori. A seconda di quale tipo
Mentre compiono le loro ricerche, il Torturatore non rimane ad di vampiro si sta utilizzando in questo modulo, alcuni
aspettare: ogni due giorni dall’arrivo dei Custodes scomparirà un’al- ambienti sono occupati da questi esseri, pronti per essere
tra vittima. Se ancora non hanno alcuna pista, al decimo giorno richiamati dal potere magico Ordine del Torturatore.
sarà Esselius a chiamare i Custodes e tirarseli dietro verso le fogne: A Il Torturatore. Polidoro era il servo fidato di Axivarna e
ha appena assistito alla cattura e al rapimento di uno straccione che procurator dei suoi beni in città, talmente abile con conti
si trovava in un vicolo e ha bisogno di rinforzi! e documenti da non aver lasciato alcuna traccia del pro-
prio coinvolgimento. La villa in cui ha nascosto Elenora è
In un modo o nell’altro, i Custodes si ritrovano nelle cloache del- un altro dei possedimenti del suo padrone, volutamente
la città. Questi possibili nascondigli sono stati esaminati più volte abbandonata da decenni. Adesso questo viscido indivi-
(probabilmente anche dagli stessi Custodes) ma non ne era mai duo è un Vampiro minore (DV6) vincolato all’obbedien-
venuto fuori nulla di interessante. Stavolta però è diverso: la pista za di Elenora fino al punto da essere pronto a sacrificarsi
conduce a un tratto di fognatura che si riversa in un canale sotter- per lei senza batter ciglio.
raneo che sbocca nel fiume che attraversa la città. La cloaca viene A Elenora. La donna che stava gridando poc’anzi, per la
usata solo come via sicura per entrare e uscire dalla città, e i vampiri fame. Quella che sembra la pallida ed esangue vittima del
si nascondono in una villa rustica abbandonata che sorge proprio Torturatore è in realtà un Vampiro a sua volta (DV8) e
all’esterno delle mura, lungo il corso d’acqua. attualmente il folle capo di questa comunità di succhiasan-
gue. Dimenticata da Axivarna e avendo soggiogato Polido-
ro, incapace di utilizzare esperienza e astuzia per nutrirsi
SCENA 5: come per affrontare i Custodes, si finge semplicemente
una povera preda affranta, prima di utilizzare Incantamen-
L’OSPITE DI AXIVARNA to, Ordine e Forza Vampirica per affrontare il gruppo.
131
AVVENTURE
PARTE 3
L’IRA DEGLI DÈI DEL SANGUE
Sconfitti Drusilla, Elenora, Polidoro e i loro seguaci, i Custodes Le tabelle casuali degli incontri di Dacia e Moesia Inferior andreb-
hanno risolto definitivamente il problema di vampiri di Ulpia Tra- bero usate almeno una volta per tratto percorso delle singole regio-
iana. Preferibilmente, la cattura di uno dei Gelloi, di Polidoro e ni, mentre quelle degli incontri generici e degli incidenti di viaggio
perfino di Elenora (tutti disposti a collaborare con la Cohors Ar- vanno bene per l’eventuale navigazione sul Mar Nero, per la Moesia
cana, in cambio di aver salva la non-vita) offrirà agli ufficiali e ai Superior e per la Thracia.
sapienti della regione una messe di nuove informazioni su tutta la Giunti a Philippopolis, la dimora di Axivarna è stata nel frattempo
piaga e sugli Dèi del Sangue. individuata, ma quando i Custodes entrano in azione con gran spie-
Chi sa davvero qualcosa è tuttavia solo Polidoro... perso lui, c’è gamento di forze di legionari e ausiliari, il palazzo risulta vuoto, se
poco altro che si possa scoprire da Gelloi e da Elenora. non per una decina di Gelloi lasciati sul posto giusto per dare fastidio.
Adesso, il quadro sulla scia di sangue che intride la Dacia e la Thra- Avvertita a distanza la morte della sua diletta progenie Drusilla,
cia risulta più chiaro: Elenora, Camilla e Drusilla sono tutte di- Axivarna è fuggito, furioso ma anche spaventato!
scendenti di sangue di Axivarna, un Vampiro Antico che risiede Una luna prima, a quanto pare, un carpentum lussuoso e dalle
normalmente a Philippopolis e si è spostato in Dacia solo per breve tende di seta nera, trainato da quattro cavalli neri come l’incubo,
tempo, come gli uomini vanno a caccia... ha lasciato la città. Vistosi braccato, Axivarna ha dovuto lasciare
È arrivato il momento di fare i conti con lui! la regione per andare a chiedere ospitalità e rifugio al suo diretto
progenitore, il Nosphoratus che gli ha offerto la non-vita secoli ad-
dietro. Il feroce vampiro ha un grande vantaggio, ma di sicuro la
SCENA 7: sua carrozza non è passata inosservata. Sarà lungo ma non difficile
per i Custodes ricostruire dove si sia diretto, a quale tra gli Dèi del
L’ADDIO DI ESSELIUS Sangue è andato a chiedere ospitalità, per potersi ritirare dal mondo
prima che sia troppo tardi.
A questo punto, i Custodes dovrebbero essere abbastanza abili ed A Se all’inizio dell’avventura si è scelto Apletos, Axivarna si
esperti da proseguire da soli nella loro missione. Se il Demiurgo è diretto a Byzantium, dove giace nascosto da millenni il
ama le tragedie, al termine dei combattimenti, il vecchio medico vero imperatore della città.
è ferito a morte e pronuncia le sue ultime parole di congedo. Al- A Se si è scelta Mormolyce, la sua destinazione è il Cimite-
trimenti, stolido e caparbio come sempre, dopo qualche giorno al ro degli Antichi, di nuovo nel cuore della Dacia, a poche
comando, Esselius incarta le sue cose e si prepara a partire. Mentre miglia dal luogo dove questa avventura è iniziata.
i Custodes andranno a Philippopolis, lui vuole parlare con i saggi A Se si è scelta Chomodracaena, l’immondo Axivarna è an-
di Apollonia che potrebbero conoscere dei segreti del loro oscuro dato a ricongiungersi con la sua disgustosa progenitrice,
nemico. Si rincontreranno presto! tra le rovine delle città di Moesia (per esempio Histria).
In ogni caso, Esselius dona ai Custodes un paio delle proprie celebri A Se si è scelta Abyzou, Axivarna ha lasciato i confini di
Lampade Greche: ha passato il segreto della loro costruzione agli arti- Thracia diretto verso l’Achaia, a Mileto.
giani della Cohors e adesso sono a disposizione per chiunque le volesse.
Pronti a rimettersi in viaggio ancora una volta?
SCENA 8:
LA CACCIA CONTINUA
Dopo l’addio a Esselius, i Custodes ottengono ogni mezzo e sup-
porto a disposizione per dare la caccia ad Axivarna e muovono
verso Philippopolis. Il viaggio è lungo e impegnativo, anche sulle
strade provinciali meglio curate, e il Demiurgo dovrebbe lasciare
che i Custodes decidano come spostarsi e secondo quale itinerario.
132
AVVENTURE
133
AVVENTURE
SOTTO
LA BANDIERA DELL’ORO
INTRODUZIONE PER Comincia allora un viaggio che li porterà per nave fino a Olbia e da
lì verso le desolate lande di Scythia. Solo a quel punto, la missione
I GIOCATORI si delinea completamente: l’obiettivo segreto di Diomede non è
un altro tumulo cimmero ma la tomba di Attila in persona, che
I Custodes sono a Heraclia, alla foce del Danuvium, proprio al racchiuderebbe il tesoro più grande di tutti i tempi...
confine con la Scythia, dopo aver viaggiato giù per il fiume o prima I Custodes riusciranno a condurre la spedizione fino alla remota
di imbarcarsi su una nave della flotta del limes per risalirlo. Sono di destinazione? Troveranno la tomba del Flagello degli Dèi? E so-
ritorno dall’ultima missione o in procinto di partire verso la prossi- prattutto, cosa faranno quando si schiuderà davanti ai loro occhi il
ma e alloggiano nei quartieri destinati alla Cohors Arcana quando i tesoro più favoloso di tutti i tempi?
suoi membri passano per questo avamposto.
Una notte sono risvegliati e richiamati d’urgenza: presso un edificio Valore dell’avventura: 8 PE
cittadino è scoppiato un putiferio e i soldati sono terrorizzati. A
quanto pare, un demone è stato evocato e scatenato in città e solo i
Custodes hanno la possibilità di fermarlo!
SINOSSI
INTRODUZIONE La missione si svolge in Moesia Inferior, sul Mar Nero e nelle fred-
de pianure di Scythia spazzate dai venti. È divisa in quattro parti,
PER IL DEMIURGO di cui la quarta è una sezione bonus accessoria:
134
AVVENTURE
PARTE I
I PREDATORI DI TOMBE
Svegliati all’improvviso da un ufficiale della guarnigione, i Custo- cercando di capire se vi sono altre vittime da funestare dentro le
des hanno solo la possibilità di afferrare i propri amuleti e le armi, botteghe rimaste. Se i Custodes perdono troppo tempo, Sandam-
prima di accorrere verso i macella. me individuerà una dopo l’altra tre botteghe occupate, ne farà sal-
tare via la porta e ghermirà chi si trova dentro tra grida di terrore
e invocazioni di pietà. Sandamme usa le statistiche delle Ombre
SCENA 1: Cimmerie, descritte a pag. 121.
135
AVVENTURE
Si occupa principalmente di saccheggio di tombe dimenticate e tu- Se i Custodes falliscono 1 sola volta prima di ottenere i 3 successi
muli cimmeri, e i suoi scagnozzi si muovono su e giù dal confine, richiesti, riescono a raggiungerli fuori Histria, ma saranno avvistati
per terra e per nave. La sua banda comprende diversi manipoli e e i ladroni saranno pronti a confrontarsi con loro.
gruppi indipendenti, ma è lui che tiene le fila di tutto. È un indivi- Se i Custodes falliscono 2-3 volte prima di ottenere i 3 successi, i
duo molto astuto e prudente, e non è stato mai possibile accusarlo ladroni si accorgono di essere seguiti grazie a loro compari, com-
di nulla. Finora. plici e informatori, e attenderanno i Custodes a Histria attirandoli
Ma se i Custodes dovessero catturare il gruppo che ha venduto il in un’imboscata.
reliquiario di Sandamme a Ermippo, ci potrebbero essere le prove Se i Custodes ottengono molti altri fallimenti, la pista dei fuggitivi
per incastrarlo. si raffredda e se ne perdono del tutto le tracce. La missione è fallita.
In questo momento, probabilmente con un giorno di vantaggio, Nonostante questo, se i Custodes vogliono procedere e riescono a
i ladri di tombe stanno viaggiando verso sudest a cavallo di buoni riprendere la traccia relativa a Diomede Postumo, possono tentare
destrieri traci acquistati con i proventi della refurtiva. Se i Custodes comunque di andare avanti cercando l’avventuriero in città e ten-
dovessero prenderli o anticiparli, ci sono ottime possibilità di sgo- tando di entrare nella spedizione che sta organizzando.
minare l’intera banda.
Detto questo, i Custodes hanno il tempo per raggruppare le loro Ladri di Tombe
cose, effettuare i riti propiziatori, estrarre le sortes e tutto il resto, Valore medio: DV5
prima di partire all’alba sulle tracce dei predoni. 1 dado: De Magia (Superstizioni), Ratio
2 dadi: De Bello, De Natura, Punti Vita, Sensibilitas
3 dadi: De Corpore
SCENA 3: Punti Vita: 10
Armi: Scramasax (Danno 5), Fionda (Danno 3)
TRA LE VERDI Protezioni: Corium Lorica (Protezione 3)
136
AVVENTURE
PARTE 2
ACQUE TORBIDE
C’è un problema con l’arresto di Diomede Postumo e il definitivo scio- al posto dei membri della banda “stranamente scomparsi”
glimento della sua banda di cercatori di reliquie. Nonostante le accuse dopo l’ultimo lavoretto. Le capacità straordinarie dei Cu-
di ricettazione, traffico di merci proibite e pratiche necromantiche, stodes sono sicuramente interessanti per l’avventuriero, ma
quando i Custodes vanno a consegnare i ladri catturati ai magistrati Diomede non è stupido e sentirà puzza di Cohors Arcana
di Tomis, questi rivelano che l’avventuriero è in realtà un beneficiarius lontano un miglio: i giocatori dovranno essere bravi non
congedato con onore dell’esercito e attualmente funge da speculator solo a convincerlo, ma anche a crearsi alibi e compromettersi
(spia) di Roma in Moesia e oltre confine. Tutti sanno che egli si arric- abbastanza da essere accettabili nel gruppo.
chisce davvero con i suoi traffici ma, allo stesso tempo, Diomede forni- A L’accordo. Se tutti giocano a carte scoperte e non c’è bi-
sce una messe impagabile di informazioni sui movimenti delle truppe sogno di imbrogliarsi o ricattarsi a vicenda, Diomede sem-
unne in Scythia e Tauride, redige mappe aggiornate sul territorio e si plicemente accetta i Custodes nella spedizione: dopotutto
trova a capo di una rete di informatori, esploratori e guastatori (la sua le loro capacità sono innegabili e serviranno moltissimo
banda) che può essere usata all’occorrenza come supporto a operazioni durante il viaggio. L’unico punto che ci tiene a ribadire è
militari oltre il limes. Per questo, Diomede è intoccabile e anzi i suoi che i Custodes devono impegnarsi a seguirlo davvero nella
traffici non devono essere ulteriormente ostacolati, cosa che gli ufficiali sua ricerca e aiutarlo a mettere le mani sul favoloso tesoro
di Heraclia probabilmente non sapevano. che ha puntato. Nel frattempo, lungo la strada potranno
C’è però un’altra opportunità... i Custodes potrebbero unirsi alla mappare e spiare tutto quello che desiderano...
prossima spedizione di Diomede, che sarà guidata da lui stesso, A Il ricatto. Se Diomede o i Custodes non ci cascano o non
e vedere con i propri occhi cosa avviene oltre confine. Sarebbero ci stanno, l’unico modo per andare avanti è ricattare Dio-
informazioni preziosissime e di prima mano. Il problema è vedere mede e andare contro i voleri dei magistrati della città.
se Diomede è d’accordo... Lui dovrà prenderli con sé nella spedizione o i Custodes
gli impediranno - in un modo o nell’altro - di partire,
gli rovineranno la piazza e gli affari, lo arresteranno o
SCENA 4: faranno fuori a modo loro. Anche questa possibilità (o
altre che vengono in mente ai giocatori) può andare bene,
CUSTODES DI VENTURA! ma così facendo il Demiurgo deve ricordarsi di rendere il
rapporto con la banda tesissimo durante il viaggio: i Cu-
stodes rischiano ad ogni passo una coltellata nella schiena
Avete mai sognato di lasciarvi alle spalle l’Impero e viaggiare oltre o un tradimento...
il limes, in terre selvagge e libere, dove non esiste alcuna legge e il
mondo è tutto da scoprire? Avete mai immaginato di togliervi di In tutti i casi, l’ideale sarebbe quello di usare le regole dell’Udienza
dosso divise e gradi, e inoltrarvi nei territori sconfinati dell’avven- per mettersi d’accordo con Diomede. L’avventuriero nutre un bel
tura, con solo un cielo stellato sulla testa e una mappa in pugno, po’ di dubbi su tutta la faccenda (6 successi richiesti) e la richiesta
alla ricerca di fortuna e gloria? dei Custodes è più o meno ragionevole a seconda di quanto detto
Ebbene, la Cohors Arcana ha appena autorizzato la vostra spedi- e avvenuto in precedenza (SD 6, 9 o 12). In caso di fallimento,
zione oltre i confini delle terre conosciute, verso le verdi pianure di l’unico modo di procedere rimane ovviamente il ricatto.
Scythia, al seguito di un affascinante avventuriero e della sua cricca
di cercatori di tesori.
Bisogna però prima sbrigare una formalità.
È necessario infatti convincere o ingannare Diomede sulla parteci-
SCENA 5:
pazione dei Custodes alla sua impresa. A seconda di come sia stata
portata a termine la Parte 1 della missione, i Custodes potrebbero
SU NERI FLUTTI
essere graditi o sgraditi alla banda e dunque al suo capo, o viceversa.
Ci sono dunque diverse possibilità: Una volta che i Custodes sono ammessi alla spedizione, ci sono di-
versi giorni a loro disposizione per prepararsi. È possibile riportare i
A L’inganno. Se la banda e Diomede non vogliono tra i piedi Punti Vita al massimo e provare a recuperare i Punti Pietas persi tra-
gli impiccioni della Cohors Arcana, l’unico modo per unirsi mite un comune rituale: probabilmente è l’ultima volta che i Custo-
alla spedizione è quello di fingersi avventurieri in cerca d’in- des vedranno un vero santuario per molte settimane ed è il momento
gaggio e convincere il capo della missione a prenderli con sé di approfittarne. Se i Custodes vogliono darsi un po’ da fare a Tomis
137
AVVENTURE
Diomede Postumo, così chiamato perché al termine della sua ultima onorevole missione rimase tra la vita e la morte (alcuni dicono invece
“morto”) per tre giorni. A seguito di quel misterioso episodio, di cui non vuole parlare, venne insignito di diversi riconoscimenti militari e
ottenne il congedo onorevole dalla sua precedente armata, la Legio Primigenia di Romula, in Dacia. Diomede è un individuo scostante e
ombroso, malinconico e inquieto, ma anche un ottimo organizzatore e un buon capo. La sua prestanza fisica e la sua determinazione sono
quelli di un trace veterano di guerra che ha visto cose che pochi possono immaginare, ma il suo lato oscuro tende a volte a riemergere.
Frea la Nera
Valore: DV8
1 dado: De Bello, De Corpore, Punti Vita, Ratio
2 dadi: De Natura, Sensibilitas
3 dadi: De Magia
Punti Vita: 8
Armi: Sica (Danno 4)
Protezioni: Corium Lorica (Protezione 3)
A Poteri Magici: Controllo Atmosferico, Incantamento (1DV, la creatura fissa lo sguardo sulla vittima), Maledizione (2DV,
la vittima deve udire la creatura), Tiro del Fato
Compagna di avventure di Diomede, è il suo braccio destro e il capo in seconda della banda. Di origine dacica, conosce molte lingue e
sapienze oscure, ed è sempre stata la guida nelle spedizioni più importanti per quello che riguarda i segreti più tenebrosi e soprannaturali.
Alla domanda su quale divinità onori, quale autorità riconosca sopra di sé e quale filosofia determini il suo cammino, risponde: “Nessuna.”
Antarah
Valore: DV8
1 dado: Ratio, Sensibilitas
2 dadi: De Bello, De Natura
3 dadi: De Corpore, Punti Vita
Punti Vita: 24
Armi: due Kopesh (Danno 7)
Protezioni: Elmo, Schinieri e Lorica Manica (Protezione 3)
Alto, coriaceo e muscoloso, Antarah è un guerriero garamante fedelissimo a Frea e Diomede, il più forte tra i predoni della banda. Si dice
che fosse finito in una schola gladiatoria dove combatteva ad monstra come Dimachaerus, e che Diomede lo abbia riscattato a peso d’oro
per farne il suo guardaspalle. Se fosse vero, tra tutti i tesori raggranellati in passato, il fedele Antarah sarebbe comunque il suo affare migliore.
Il gruppo conta poi altri (1:1) Ladri di tombe, meno importanti. Usare le statistiche riportate alla Scena 3.
138
AVVENTURE
139
AVVENTURE
PARTE 3
IL SEPOLCRO DEL
SIGNORE DELL’ORDA
Se vi fossero ancora dei dissidi interni alla spedizione, le ultime gnarsi a mappare e studiare questi territori in previsione del ritorno
imprese fatte insieme (le orge al palazzo di Edicone e la fuga dalla a casa, per ottenere Punti Esperienza aggiuntivi alla fine di questa
Città dei Ladri) dovrebbero essere servite a cementare il gruppo. avventura. Il Demiurgo può inserire in questa fase del viaggio gli
È il momento per Diomede di raccontare ai Custodes i segreti della incontri e i pericoli che preferisce. Ecco alcuni esempi:
sua spedizione. Una banda di predoni dell’Orda ha trovato le tracce della spedizio-
L’obiettivo del viaggio non è infatti una qualsiasi tomba cimmera, ne e adesso si lancia al galoppo dietro di essa, gettando urla belluine
ma il Mausoleo di Attila, dove il Signore dell’Orda ha fatto am- e agitando le lame… usare le statistiche dei Nomadi a cavallo.
massare tutti i tesori saccheggiati alle città e agli imperi di mezzo Un drappello di Amazzoni prepara un’imboscata contro la spedi-
mondo, in attesa della propria morte. zione, colpevole di aver attraversato le invisibili linee che delimitano
In questo momento, anche se le voci sono discordanti, Attila sareb- il loro regno. La spedizione si ritrova nel territorio di caccia di una
be infatti vivo e vegeto (o perlomeno vegeto) nell’est, preso comple- perfida e astuta Figlia di Echidna, che colpisce quando il gruppo si
tamente dagli sforzi di rimettere insieme un’orda degna di questo divide per andare a foraggiare oppure nel cuore della notte (fare ri-
nome dopo le ripetute sconfitte subite dai suoi tre figli maggiori, ferimento anche alla Tabella degli Incontri a pag. 82). Quando la
tutti morti nel tentativo di invadere l’Impero. fase di viaggio può ritenersi conclusa, i Custodes avvistano a distanza
La sua tomba però è già stata realizzata, in previsione di una vicina la prossima tappa del loro viaggio, il Fiume degli Agnelli.
dipartita, e funge in questo momento da immane deposito segreto
dell’oro dell’Orda.
Nonostante tutti gli schiavi impiegati per la sua costruzione sia-
no stati a quanto pare trucidati, il segreto della sua posizione è in
SCENA 8:
qualche modo trapelato e adesso Diomede possiede la mappa che
conduce al tesoro più grande che la storia ricordi.
AGNUS SCYTHICUS
Con dei robusti cavalli sotto la sella e le armi al fianco, la spedizione
ora è pronta a seguire la mappa e ritrovare la tomba nascosta del Secondo la mappa di Diomede, la tomba di Attila è stata costruita
Flagello degli Dèi. lungo il Fiume degli Agnelli in una stretta valle che si dovrebbe
aprire da qualche parte nella contrada dove la spedizione è appena
giunta. Il problema è che il Mausoleo è stato nascosto con cura e
SCENA 7: la mappa non è molto precisa in questo punto, ma fa riferimento a
un misterioso “Albero degli Agnelli” di cui Diomede e i suoi non
PER LE PIANE sanno molto.
È necessario a questo punto Esplorare l’area attorno al fiume con
DELLA SCYTHIA un’azione prolungata (vedere Manuale Base) per trovare questo
fantomatico albero...
I Custodes e la banda di Diomede si dividono, e ciascun gruppo
Le settimane successive rappresentano il cuore del viaggio nelle esplora il territorio su una specifica sponda del fiume. L’area da
terre selvagge: paesaggi sconfinati e mai domati, solcati da corsi esplorare in questo modo è circoscritta ma il terreno è impervio,
d’acqua possenti e intervallati da aspre colline, malsani acquitrini quindi il numero di successi necessario è 6 e ogni tiro corrisponde
e fitte selve. a circa mezza giornata di ricerca.
La stagione scelta è quella giusta e i temporali che ogni tanto si Se uno dei Custodes supera un tiro di De Magia o De Natura
abbattono sulla spedizione non creano alcun disastro sul gruppo. (SD 12), allora conosce bene cosa sia l’Albero degli Agnelli e può
La caccia è abbondante e i viveri non sono un problema. descriverlo agli altri. In questo modo, la SD dell’Esplorazione è 9;
Questa è anche l’occasione per il contubernium di studiare a pun- altrimenti è 12.
tino la mappa di Diomede, di osservare il territorio dalla cima di Se i Custodes riescono nell’Esplorazione entro la prima giornata
alture e picchi e di scrutare a distanza il movimento delle torme (ovvero due turni di ricerca complessivi, mattina e pomeriggio),
di Unni al galoppo che ogni tanto si scorgono cavalcare lungo le allora trovano loro stessi l’obiettivo. Altrimenti, ci riuscirà Diome-
interminabili praterie di quella terra. I Custodes potrebbero impe- de o uno dei suoi. A quel punto, il mistero è svelato: l’ingresso alla
140
AVVENTURE
stretta valle rocciosa che Diomede sta cercando è nascosto dietro te: come voi, anche io so leggere i presagi e avverto che una minaccia
un enorme albero di natura sconosciuta, attorno al quale pascolano oscura e terribile si annida oltre questa gola, pronta a ghermire tutti
degli “agnelli” in apparenza del tutto innocui… peccato che si tratti quelli che la percorreranno. La vendetta di Attila, la furia dell’Orda, le
di un Agnus Scythicus, un Agnello Vegetale (vedere pag. 112)! maledizioni e le trappole letali disposte in questo luogo promettono una
Il mostro può essere evitato e aggirato in molti modi (i nomadi usano fine non gradevole per questa avventura, per tutti coloro che faranno
un sentiero che se ne tiene alla larga), ma solo se i Custodes sanno un passo ulteriore. Se volete conservare delle liete memorie di quanto
che tipo di creatura hanno di fronte. Altrimenti, il primo a passare fatto assieme, se volete ricordare questi giorni intrepidi con un sorriso
si troverà invischiato nelle orride trappole vegetali di questo mostro! invece che con un gemito di orrore, se volete aver salva la vita e l’anima
per la prossima occasione e per servire Roma, andate! Ci incontreremo
un giorno nuovamente a Byzantium, sul Corno d’Oro, a bere vino
SCENA 9: IL CONGEDO bianco resinato e guardare il mare...”
PARTE 4
LA VALLE DELLA MORTE
Questa sezione dell’avventura mette in scena uno dei nemici più segreta orde di predoni e schiavi per farne dei Vampiri, dei Gelloi
terrificanti di Dacia e Thracia, in una versione ancor più oscura e e dei Reanimati, ammassando legioni su legioni di queste orride
devastante del consueto. Tuttavia, il Demiurgo non deve sentirsi truppe per sferrare l’ultimo assalto alle fortezze sul confine danu-
vincolato a questa versione della storia e dei segreti dell’ambienta- biano con in pugno l’invincibile Spada della Guerra, sancendo la
zione. Se affrontare Attila in versione vampirica e la sua guardia di venuta dell’Impero delle Tenebre di cui sussurrano le profezie.
Lupi Rossi è troppo per le forze del gruppo, oppure il Demiurgo ha Accanto a lui, il suo signore oscuro Ordogus, Demone e Dio del
altre idee più interessanti per la conclusione di quest’avventura o Sangue, sarebbe il vero Cesare Nero sorto dall’abisso per regnare su
per la cronaca delle imprese daciche e traciche delle sue campagne, un mondo di caos, morte e terrore.
può cambiare da adesso in poi ogni aspetto di questa sezione. Sempre che i Custodes non glielo impediscano, ovviamente...
Per esempio, i Lupi Rossi potrebbero proteggere il Mausoleo, ma solo
in assenza di Attila, che ora è altrove. Oppure presente, però in forma
di vecchio capopredone anziano ma pur sempre mortale. O essere sem-
plicemente e veramente “morto”: anche questa semplicissima informa-
SCENA 10: I LUPI ROSSI
zione potrebbe essere un degno colpo di scena per l’intera vicenda... il
celebre Signore dell’Orda, Flagello degli Dèi alla fine ha tirato le cuoia Una parte delle storie che si raccontano su questo posto è vera: gli
e gli altri capi unni hanno taciuto la cosa per non dare forza ai loro Unni vi hanno trascinato e radunato migliaia di schiavi perché co-
nemici. Ma adesso che la notizia è confermata e non esistono altri validi struissero il Mausoleo di Attila, per poi trucidarli o lasciarli morire
successori, Roma potrebbe decidere di sferrare finalmente il contrattac- di stenti. La stretta gola che serpeggia oltre l’Albero degli Agnelli è
co decisivo contro i predoni della steppa! Ancora più semplicemente, il costellata di ossa e carcasse, dilaniate da sciacalli, avvoltoi e corvi.
Mausoleo potrebbe essere un “normalissimo” sepolcro da esplorare evi- In fondo al burrone scosceso, in una piccola valle chiusa da ogni
tando trappole e qualche nemico più facile da soverchiare, magari usan- parte, si staglia una costruzione rozza e primitiva, costituita da muc-
do le regole per Perlustrare un labirinto descritte nel modulo Aegyptus. chi di pietre accatastate da ogni lato. L’intero impianto è colossale,
Se invece il Demiurgo vuole giocare al rialzo, la Valle della Morte ma la struttura farebbe rabbrividire un geniere cadetto appena uscito
potrebbe fare al caso suo per mettere in scena una minaccia ben più dall’accademia, o indurre alla cicuta un qualsiasi muratore greco che
grave: Attila il Signore dei Vampiri sta assiepando in questa valle vi poggiasse gli occhi sopra. All’esterno del Mausoleo vi sono quat-
141
AVVENTURE
SCENA 12:
L’ESTASI DELL’ORO
Se alla fine i Custodes riescono ad avere la meglio sul Signore dei
Vampiri della steppa, qui non rimane altro che distruggere e sac-
cheggiare.
L’oro accumulato dagli Unni nel sotterraneo è pari a quello che
circola per tutto l’Impero, per non parlare di manufatti di incre-
dibile antichità, potere e bellezza: un dragone di giada proveniente
dall’Estremo Oriente, l’Occhio delle Parche, la Lancia di Selene,
la stessa Spada della Guerra brandita da Attila e chissà cos’altro...
E tuttavia quest’oro è maledetto dagli dèi e da generazioni di uomini,
e il sangue lasciatogli sopra dalle sue ultime vittime è ancora caldo.
Persino Diomede e i suoi, se ancora presenti, lasciano perdere e,
con un gesto del capo, si allontanano, risalendo le scale, sfioran-
do appena quei tesori straordinari. “Inoltre, non riusciremmo mai a
portarcelo via...” dice l’avventuriero, scuotendo le spalle e facendo
per uscire a sua volta.
Se i Custodes vogliono, possono raccogliere un solo manufatto a
testa, tra quelli che ritengono di origine divina e andrebbero ri-
consacrati: sta al Demiurgo decidere di cosa si tratta. Tuttavia, fin
quando la reliquia non viene riportata a un tempio romano e ricon-
sacrata, i Custodes sono Maledetti e gli eventuali poteri prodigiosi
non potranno essere attivati.
A un tratto, anche Diomede si ferma e raccoglie una grande ma-
schera d’oro di elefante, la ripulisce e la porta alla luce.
142
AVVENTURE
“Un momento... questa è la Maschera di Ahiram... Non ci posso cre- Compagni... siamo di nuovo in gioco!”
dere! Si narra che il saggio fenicio vi abbia nascosto il segreto per rag- Frea e Antarah, in cima alle scale, si guardano e scuotono il capo.
giungere le Miniere di Re Salomone e il tesoro della Regina di Saba!
CONCLUSIONE
Dopo essere tornati a Tomis ed essersi finalmente lavati in qualche A I Custodes hanno acciuffato i ladri di tombe a Histria e li
edificio termale, ristorati a un degno banchetto e ritirati per la pre- hanno consegnati ai magistrati di Tomis: +1 PE
ghiera presso un vero santuario, finalmente l’avventura dei Custo- A I Custodes hanno trovato una soluzione brillante per en-
des è terminata. Le informazioni raccolte sul territorio di Scythia e trare nella spedizione: +1 PE
la conoscenza con Diomede ed Edicone sono tasselli utili per pia- A I Custodes hanno studiato e mappato i territori di Scythia
nificare le prossime operazioni contro l’Orda, e i Custodes ricevono per riferirli al comando imperiale: +1 PE
un pubblico elogio. Per tutta la stagione successiva, sono impegnati A I Custodes hanno sconfitto l’Agnus Scythicus: +1 PE
a condividere le notizie raccolte e raccontare le loro vicissitudini. A I Custodes hanno trovato l’accesso alla valle dove si trova
Per calcolare i Punti Esperienza aggiuntivi di quest’avventura, usare la Tomba di Attila: +1 PE
i seguenti parametri: A I Custodes hanno sconfitto Attila: +4 PE
A I Custodes hanno distrutto il Mausoleo e seppellito l’oro
A I Custodes hanno salvato le vittime dello spettro ai ma- maledetto in quella valle dimenticata: +1 PE
cella di Heraclia, agendo bene e tempestivamente: +1 PE A I Custodes hanno riportato in Thracia i manufatti di ori-
gine divina e li hanno riconsacrati: +1PE
143
Attila il Vampiro
Valore: DV10
1 dado: Danni
2 dadi: De Corpore, Punti Vita, Ratio, Sensibilitas
3 dadi: De Bello, De Natura
Punti Vita: 20
Armi: Spada della Guerra (Danno 10*)
Protezioni: Lorica Squamata (Protezione 4), Clipeus (Parata +2)
* La Spada della Guerra è un’arma adamantina che garantisce a chi la impugna il Tiro del
Fato limitatamente ai tiri di De Bello. Per maggiori informazioni, vedere riquadro a pag. 90.
Ferito a morte anni orsono in battaglia e salvato dai suoi Lupi Rossi, l’unico modo che questi
trovarono per tenerlo in vita fu quello di consegnarlo a uno degli Dèi del Sangue della loro
terra, Ordogus il Nero. Trovandosi al cospetto del più folle, possente e crudele tra gli uomini,
Ordogus non ci pensò due volte a farne sua progenie, macchinando di utilizzarlo per abbat-
tere Roma e conquistare l’Occidente. Oggi, il segreto del Signore dell’Orda è conosciuto solo
dai suoi fedelissimi, ma presto egli conta di rivelarsi al mondo e iniziare l’ultima cavalcata
contro l’Impero. In questo momento però, Attila si trova a due passi da un pugno di mortali
che osano disturbarlo e la battaglia che si prepara sarà devastante!
146
AVVENTURE
Valore dell’avventura: 6 PE
PARTE 1
PROFEZIE E MISTERI
Quattro tra i più potenti uomini di Byzantium sono stati trovati A Favore degli Dei (SD 3). Gli dèi di Roma sono favorevoli alla
morti nelle scorse settimane: un aristocratico, un generale, un con- missione e la loro benedizione discende sui Custodes. Con un
sigliere di palazzo e un sacerdote di Ecate, tutti nella stessa orrenda II o III grado di successo, i Custodes percepiscono che gli stessi
maniera. Sono stati infatti tutti avvelenati dai morsi di cento ser- dèi sembrano preoccupati per quanto sta accadendo e vi è qual-
penti, che ne hanno poi orribilmente divorato le viscere e perfino cosa di segreto che potrebbe minare le basi del potere imperiale.
distrutto gli organi interni del ventre. Gli omicidi sono avvenuti A Chiaroveggenza (SD 6). C’è come un velo di oscurità che
durante la notte, quando le vittime si trovavano ciascuna nella pro- copre gli eventi presenti, come se un potere tenebroso li
pria dimora o comunque da soli. Soltanto il ricco possidente era rendesse impenetrabili agli occhi degli auguri. Non vi è
in compagnia della moglie e questa è stata uccisa dai serpenti allo traccia dei serpenti o di altri elementi, ma se i Custodes si
stesso modo ma senza lo scempio del ventre. Nel caso del sacerdo- concentrano sull’assassino, percepiscono una donna bac-
te, l’ultimo della serie, la morte è avvenuta in una camera chiusa cagliare con un individuo alto e massiccio, in un ambiente
dall’interno. Nei casi in cui i serpenti ne hanno avuto la possibi- sotterraneo e umido da qualche parte in città. La strana
lità, sono sempre sciamati via dopo l’omicidio, mordendo talvolta donna ha un bracciale armillare di ferro nero al braccio
altre vittime ma senza causarne la morte, per poi strisciare verso le sinistro, a forma di serpente, mentre l’uomo ferite da gla-
fogne, dove si sono perse le loro tracce. Il Magister Valente spiega diatore e un marchio da schiavo liberato. Con un II o III
che nessuno deve sapere cosa sta accadendo, proprio a Byzantium, grado di successo è possibile identificare fisicamente l’uo-
proprio ai più in vista dei suoi cittadini. Per questo, i Custodes po- mo (si tratta di Marco Furio Vincente, vedere più avanti).
tranno dotarsi del proprio equipaggiamento e riceveranno denaro A Precognizione (SD 9). I Custodes vedono se stessi not-
sufficiente alle spese, ma non potranno mai esibire i propri diplo- tetempo in corsa su una rozza biga, in una sorta di in-
mi o qualificarsi come membri della Cohors Arcana con nessuno: seguimento. La biga davanti alla loro getta un ceppo ai
sacerdoti, soldati, senatori o semplice plebe. Non appena avranno piedi dei loro cavalli, che nitriscono imbizzarriti. Con un
informazioni, potranno contattare il loro superiore. Prima di la- II o III grado di successo è possibile identificare fisica-
sciare la caserma, i Custodes sono autorizzati a compiere un rito di mente l’uomo a bordo della biga inseguita dai Custodes
Divinazione, se interessati, oppure a estrarre le Sortes per ottene- (si tratta di Marco Furio Vincente, vedere più avanti).
re degli auspici ad personam. Ogni rituale di Divinazione avrà in A Retrocognizione (SD 6). C’è come un velo di oscurità
questo luogo una difficoltà diminuita di un livello, ma i Custodes che copre gli eventi accaduti, come se un potere tenebroso
possono sceglierne solo uno tra i seguenti: li rendesse impenetrabili agli occhi degli auguri. Vedere
147
AVVENTURE
cosa sia accaduto nelle stanze delle vittime nella notte della corpo appare molle e gonfio, le ossa disgregate e disciolte.
loro morte è impossibile. Tuttavia, i Custodes percepisco- A Il sacerdote si trovava di notte al calidarium, dopo essere ri-
no una donna aggirarsi per un vasto mercato coperto ed es- entrato nel pomeriggio; niente di rilevante da segnalare, se
sere connessa con gli eventi accaduti. La donna si avvicina non che aveva chiesto di essere lasciato solo e aveva chiuso la
quattro volte a delle serve o delle donne intente ad acquisti porta dall’interno per paura, chiedendo di scovare ogni pos-
e distrattamente urta le loro sporte o le loro ceste. Con un sibile serpente o altro rettile nascosto in casa; nei giorni pre-
II o III grado di successo, è possibile notare un bracciale cedenti era parso alla moglie nervoso e preoccupato ma non
armillare di ferro nero al braccio sinistro della strana don- aveva voluto parlare dei suoi pensieri; quei lavacri erano il suo
na, a forma di serpente. Dopo alcuni istanti, il serpente di modo per rilassarsi. Era un uomo di mezza età e in salute.
ferro al suo polso pare animarsi e soffiare un’ombra scura Non si sono mai visti rettili in casa, né prima né dopo quel
dentro le sporte, che si dissolve dopo pochi attimi. Non è momento; è apparso dunque uno straordinario e tremendo
chiaro se si tratti di qualcosa di reale o di simbolico. prodigio scorgere un vero e proprio sciame di minuscoli ser-
penti lanciatisi fuori via dal calidarium dopo la morte del
à PROPRIO IN QUEL MOMENTO...
Quando il rituale si compie, qualcosa di terrificante avviene nel
pater familias, all’apertura della porta del calidarium.
L’uomo è gonfio di veleno e ha perso molto sangue, ma
A
sacello: le luci si affievoliscono di colpo e un’ombra cala come una vi è qualcos’altro di misterioso e mostruoso. Con un tiro
cappa su tutti i presenti. di De Magia (SD 9), è possibile ipotizzare che i serpenti
che sono usciti dal corpo dell’uomo e si sono poi allon-
A Ciascun Custos deve immediatamente effettuare un tiro di tanati siano in realtà bestie terrificanti e leggendarie, le
Coordinatio o Sensibilitas (SD 9) per evitare di essere avvi- Sepsi, minuscoli serpenti che si dice siano nati dal crine
luppato dall’ombra. Coloro che falliscono subiscono la condi- di Medusa dopo al sua morte. Essi creano nei corpi delle
zione Soffocamento (vedere Manuale Base) che dura per 3 tem- vittime proprio quel tipo di danni.
pus, alla fine di ciacuno dei quali i Custodes che invece hanno A I Custodes più aperti al mondo del soprannaturale po-
avuto successo possono tentare di scacciare l’ombra sopranna- tranno notare in giro per la casa e sulla porta interna del
turale recitando opportune evocazioni (De Magia SD 9). calidarium degli strani piccoli amuleti, che sembrano
A All’inizio del quarto tempus (o se i Custodes hanno successo avere un qualche potere magico. Si tratta di talismani a
nel tiro di De Magia), il potere degli dèi viene ripristinato e forma di arco con una freccia incoccata. Chiedendo ai
l’ombra si dissolve con uno stridio. Questo terrificante attac- familiari e ai servi, si scopre che è stato proprio la vittima
co mostra come la minaccia sia potente, visto che è in grado a disporli sulle porte di casa qualche giorno prima. Con
di colpire anche nel santuario interno alla Cohors Arcana. È un tiro di De Magia (SD 9), è possibile ricordare che
il momento per i Custodes di dedicarsi all’indagine! questi amuleti sono effettivamente molto efficaci e cari-
chi di potere magico contro i rettili, una piccola sigla e la
fattura particolare indicano una vecchissima fattucchiera
SCENA 1: A
scita che vive in città, Sycorax.
È possibile seguire tracce dei serpenti che sono sciamati
L’ENIGMA DEL fuori dalla domus, ma solo per un tratto: piccoli serpenti
rapidi e dai movimenti sinuosi, che hanno inaridito la
CALIDARIUM stessa erba su cui hanno strisciato... del tutto innaturale!
Con un tiro di De Natura (SD 6), si riescono a seguire le
tracce fino a trovare il resto di uno dei serpenti schiaccia-
Mentre le vittime precedenti sono state già seppellite secondo tutti to dalla ruota di un carretto, sul ciglio della strada. Con
i riti e non vi è molto da scoprire in casa loro, il sacerdote di Ecate è un tiro di De Magia (SD 6) è possibile capire che si tratta
stato ucciso la notte precedente alla convocazione e il corpo lasciato di bestie terrificanti e leggendarie, le Sepsi, minuscoli ser-
sul posto, proprio per essere esaminato dai Custodes. Marco Ulpio penti che si dice siano nati dal crine di Medusa dopo la
Leuro si trovava chiuso nel calidarium della sua domus, intento a sua morte. Il corpo dell’animale si contorce sotto gli oc-
bagni di vapore, quando è stato aggredito da una intera nidiata di chi del Custos e scompare in esili spirali di ombra e fumo.
serpenti provenienti da chissà dove (nessuno li ha scorti entrare, A Solo dopo aver scoperto che si tratta delle Sepsi: i Custo-
in tanti li hanno visti fuggire). Una visita al “luogo del delitto” e des capiscono che questi serpenti innaturali non consu-
un’opportuna Indagine (SD 6, 6 successi) può portare alle seguenti mano semplicemente i corpi con il loro veleno, ma si ge-
informazioni (una per ogni successo ottenuto): nerano dai tessuti corporei delle loro vittime. In qualche
modo, un maleficio li fa generare dalla carne degli uo-
A L’uomo ha al posto dell’addome un’unica massa di carne mini designati, essi crescono nel loro corpo, poi trovano
marcescente e annerita, con i segni di cento morsi. Altri una via d’uscita dall’addome e si disperdono, cercando di
morsi simili appaiono su braccia, mani e gambe e il corpo tornare al punto in cui sono stati generati.
gronda veleno. Vi è qualcos’altro di strano e orribile: il
148
AVVENTURE
A questo punto, il Demiurgo dovrebbe lasciare spazio ai giocatori Se ai giocatori non vengono in mente queste idee, o se falliscono, è un
per seguire qualsiasi pista venga loro in mente, facendo però in modo presagio a togliere loro le castagne dal fuoco: un fulmine nero a ciel
che tutto punti verso il mercato centrale di Bisanzio. È lì infatti che sereno, visibile a pochi e ancor più difficilmente interpretabile. I Cu-
Zerynthia ha avvicinato i servitori che acquistavano cibi per le case stodes possono effettuare un rituale di Omen: se ha successo, capiscono
delle vittime da uccidere e li ha maledetti, destinando però l’orrendo che il fulmine aveva forma di serpente ed è apparso proprio sopra il
risultato finale del maleficio solo ai seguaci di Ecate e non agli altri mercato centrale. Un segno degli dèi che non andrebbe ignorato.
membri della familia. Alcuni esempi di indagini e prove connesse:
PARTE 2
FAUSTO E FURIO
Tutte le piste seguite in precedenza portano al grande mercato cen- Zerynthia o dei serpenti, sarà necessario ricorrere a uno dei metodi
trale, uno dei più affollati mercati coperti della città, quello dove si già descritti in precedenza. A questo punto, le persone interrogate
aggira spesso Zerynthia e dove i cibi destinati alle vittime sono stati descrivono una donna misteriosa venuta dall’Egeo o dalla Thracia
oggetto del maleficio dell’inviata della dea. Chiedendo in giro di meridionale e che è sembrata subito losca e pericolosa a chiunque
149
AVVENTURE
l’abbia vista. Tutti mormorano che sia una strega e qualcuno sa Per partecipare alla gara, i Custodes dovranno trovare il modo di
perfino il suo nome: Zerynthia. Nessuno sa dove abiti, ma i più “convincere” una delle altre quattro fazioni ad affidare loro una
chiacchieroni avvertono i Custodes che la strega ha trovato un al- biga (rapimenti di piloti? sabotaggi? fascino? ricatti?). Una volta
loggio in città grazie a un noto personaggio della malavita dei sob- ottenuta la biga, uno dei Custodes deve guidarla durante la gara,
borghi: Marco Furio Vincente, che la protegge e la nasconde. spacciandosi per il pilota designato in precedenza che, indipenden-
Se i Custodes vogliono sapere qualcosa in più, dovranno rivolgersi temente dalla fazione scelta, si chiama “Fausto”.
a lui. Furio può essere rintracciato tra i vicoli delle zone portuali di Suggerimenti. I Vilii o altri contatti nel Sodalizio possono fornire
Byzantium, o tra gli Azzurri, sempre in losca compagnia. Marco un aggancio con i Verdi.
Furio Vincente è un uomo muscoloso e massiccio, di estrazione Se i Custodes hanno qualche amicizia nell’esercito da sfruttare, o
servile ma intelligente e subdolo come una pantera, ed è attualmen- vogliono chiedere aiuto alla Cohors Arcana, qualcuno può trovare
te uno dei campioni degli Azzurri nelle corse all’Ippodromo. Il suo loro un aggancio con i Rossi.
cranio è completamente rasato e sul corpo vi sono cicatrici e marchi Se i Custodes si ingraziano i Cristiani o i Goti in città, o hanno
riportati in prigioni e sull’arena: è anche - più o meno segretamente contatti pregressi, possono ottenere di gareggiare rispettivamente
- un membro del Sodalizio di Spartacus (vedere pag. 67). per i Bianchi o i Neri.
Qualche anno fa, Furio è riuscito a riscattarsi dalla condizione ser-
vile e a diventare un campione delle corse di bighe all’Ippodromo.
Oltre a prendere parte a competizioni regolari, Furio gestisce un
giro di scommesse, combattimenti e corse di secondo piano nei
SCENA 3:
grandi spazi ludici della città. Se i Custodes si fanno amici degli Az-
zurri in città o se sono in contatto con i fratelli Vilii o il Sodalizio,
LA CORSA
rintracciare Furio è più semplice. Altrimenti possono tentare vari
approcci per avvicinarlo, comprese scommesse, travestimenti, com- Quella che si va a correre per ottenere l’indizio legato a Zerynthia
battimenti a mani nude e trucchi vari, ma l’unico modo per gli eroi non è una gara ufficiale del calendario dell’Ippodromo, ma una del-
di convincerlo a dire qualcosa su Zerynthia è quello di batterlo ad le tantissime sessioni di allenamento e qualificazione che si tengono
una gara con la biga, in una delle prossime corse dell’Ippodromo. tra le corse principali. Per partecipare e vincere la corsa, i giocatori
Furio infatti sa cosa è successo di recente con i Ludi di Ecate e an- devono eleggere un Custos che prenderà il posto di “Fausto” e ga-
che lui è implicato (i Custodes che hanno giocato Vivere e morire a reggerà su una delle bighe. Vi sono dieci concorrenti, due per fazio-
Byzantium potrebbero ricordarsi di lui e notare che sulla schiena ha ne, compresi “Fausto” e Furio e la gara si svolge in 8 giri della spina.
il marchio del pesce Trigla), per cui non intende sbottonarsi con Ad ogni giro, il Custos sulla biga (“Fausto”) dovrà effettuare un tiro.
nessuno... specialmente con chi puzza di Cohors Arcana lontano un
miglio! L’unico modo di convincerlo è fare leva sulla sua sbruffonag- A Giro 1. Tutte le bighe si lanciano in avanti ed è il momento
gine e sfidarlo a una scommessa sulla prossima gara all’Ippodromo. di trovare una buona posizione senza farsi investire. Tiro di
150
AVVENTURE
Coordinatio o De Natura (SD 6). Se ha successo, “Fausto” Tiro di De Natura (SD 6) per piazzarsi nella posizione mi-
si ritrova al sesto posto (al quinto posto con un II grado di gliore. Se il Custos ha successo, rimane nella stessa posizio-
successo, o al quarto posto con un III grado di successo). Se ne; se ottiene un II grado di successo, avanza invece di una
fallisce, è ultimo. Intanto tre delle dieci bighe hanno inci- posizione (o di due posizioni con un III grado di successo).
denti o problemi alla partenza e finiscono subito fuori gara. Se fallisce, indietreggia di una posizione (ove possibile).
Tra di queste vi è quella dei compagni di fazione di “Fausto”. A Giro 6. Il terreno del circuito comincia ad essere abbastan-
A Giro 2. Alcune bighe davanti quella di “Fausto” si conti- za familiare e “Fausto” potrebbe sfruttarlo a proprio van-
nuano a speronare: tra queste vi sono due avversari partico- taggio. Se lo desidera, può effettuare un tiro di Ingenium
larmente ostili tra loro, per vecchie rivalità. Se lo desidera, il (SD 6) per recuperare terreno. Se ha successo, il Custos
Custos può effettuare un tiro di Ingenium (SD 6) per ca- riesce a guadagnare una posizione (due posizioni con un
pire quali sono e come sfruttare la cosa a proprio vantaggio. II grado di successo, o tre posizioni con un III grado di
In questo caso, se ha successo riesce a metterli vicini e uno successo). Se fallisce, perde una posizione (ove possibile).
contro l’altro: uno dei due rivali si schianta e viene eliminato A Giro 7. È il momento di guadagnare un po’ di terreno! Tiro di
dalla gara (“Fausto” guadagna una posizione). Se fallisce, la De Natura (SD 6) per piazzarsi nella posizione migliore. Se il
sua biga perde invece una posizione. Se ottiene un II o III Custos ha successo, rimane nella stessa posizione; se ottiene un
grado di successo, entrambi gli avversari si schiantano e van- II grado di successo, avanza invece di una posizione (o di due
no fuori gara (il Custos guadagna due posizioni). posizioni con un III grado di successo). Se fallisce, indietreg-
A Giro 3. E’ il momento di guadagnare un po’ di terreno! gia di una posizione (ove possibile). Intanto uno dei carri più
Tiro di De Natura (SD 6) per piazzarsi nella posizione mi- avanti nella gara viene investito e finisce fuori gara e distrutto.
gliore. Se il Custos ha successo, rimane nella stessa posizio- A Giro 8. È il momento del tutto per tutto e non ci si può
ne; se ottiene un II grado di successo, avanza invece di una più affidare a trucchi o abilità, ma spingere al massimo i
posizione (o di due posizioni con un III grado di successo). cavalli e cercare di buttare fuori Furio e gli altri conten-
Se fallisce, indietreggia di una posizione (ove possibile). denti rimasti. Il Custos effettua un tiro di De Bello, De
A Giro 4. Una biga davanti a quella di “Fausto” mette in atto Corpore o De Natura (SD 3 se era in prima posizione;
uno sporco trucco e getta dietro di sé un ceppo. Tiro di Co- aumentare di 1 livello la difficoltà del tiro per ogni posi-
ordinatio (SD 6) per evitarlo. Se i Custodes hanno avuto una zione dopo la prima). Se ha successo riesce a battere Furio
premonizione su questa situazione nella Scena 1, la prova ha all’ultimo istante e vince la gara. Se fallisce, cade vittima
successo automaticamente. Se ha successo, “Fausto” evita il di un’aggressiva manovra di speronamento da parte del
trucco. Se fallisce, viene colpito in pieno e perde una posizione. rivale, che fa schiantare la biga di “Fausto” causando 4d6
Se ottiene un II o III grado di successo, il ceppo finisce contro danni (tiro di De Corpore contro SD 6 per dimezzarli).
una biga dietro la sua (qualora presente), che va fuori gara. Al termine della corsa, se il Custos è vincitore, ottiene di offrire da
A Giro 5. È il momento di guadagnare un po’ di terreno! bere e chiacchierare in privato con Furio. Altrimenti, Furio sarà co-
151
AVVENTURE
munque colpito dal coraggio di “Fausto”, ma servirà una prova di Samotracia, arrivata in città con molto argento, chiedendo un luogo
Auctoritas o De Societate (SD 6) per avvicinarlo. In questa occa- dove stare, che fosse vicino al mercato e contemporaneamente avesse
sione finalmente Furio parlerà e dirà quello che sa della strana donna una via di fuga sotterranea… Furio indica dove si trova l’edificio (è la
che tutti vanno cercando: Zerynthia è una strega proveniente dalla stessa insula dell’imboscata dei tagliagole!) e si dilegua.
PARTE 3
LA SIGNORA DEI SERPENTI
Tornati alla strana insula mezza abbandonata, i Custodes scopriran-
no che la dimora di Zerynthia è spoglia e in rovina, a parte un gia- SCENA 4:
ciglio, pochi cesti di suppellettili e un braciere di erbe aromatiche.
Tuttavia, con un tiro di Sensibilitas (SD 6) o con una ricerca approfondi- IL COMBATTIMENTO
ta (De Scientia SD 9) è possibile notare un passaggio segreto che discende
nei sotterranei. Si tratta di una “porta delle ombre”: laddove vi è una pa- CON ZERYNTHIA
rete, se nella stanza si fa buio completo il muro scompare e si può passare
attraverso! Il passaggio discende nelle tenebre di un avello sotterraneo.
Durante il combattimento contro Zerynthia, nidiate di serpenti
Nota. Questa è l’occasione per il Demiurgo, qualora volesse, di inserire insidie calano dall’alto e strisciano contro i Custodes, mentre la strega li
e pericoli a sua scelta: scale pericolanti, pareti che potrebbero crollare, percorsi attacca con i propri artigli velenosi.
labirintici tra condotte e cloache, assalti di serpenti o perfino un enorme cocco-
drillo albino informe e degenerato, progenie corrotta di animali esotici portati a Zerynthia
Roma per l’arena o per il sollazzo dei patrizi, cresciuto a dismisura in quei bui Grado di Pericolosità: 2
avelli. Quando questa sezione è esaurita, si può proseguire verso l’incontro finale. Taglia: 3
Valore: DV8
Dopo qualche passaggio e scalinata si arriva a un tempio nascosto: una 1 dado: Danni
camera con una statua di Ecate nel suo attributo di Signora dei Serpenti 2 dadi: De Bello, De Corpore, Punti Vita, Ratio
a grandezza reale coperta di rettili, bracieri e un altare sporco di sangue. 3 dadi: De Magia, Sensibilitas
Non appena i Custodes sono dentro, Zerynthia appare alle loro spalle e Punti Vita: 16
si prepara per il combattimento. Il suo volto si distorce in una maschera
orrenda, i suoi occhi diventano come quelli dei serpenti, le sue unghie si A Capacità Speciali: Afferrare, Furtivo, Veleno* (2DV)
fanno verdi e stillanti veleno. Zerynthia non è una semplice strega, ma A Poteri Magici: Paralisi (1DV, la creatura fissa lo sguardo
una vera e propria incarnazione della Signora dei Serpenti o una sacer- sulla vittima), Tiro del Fato
dotessa posseduta da Ecate stessa. Questo vuol dire che è potentissima, A
ma anche che può essere sconfitta, perlomeno nella sua forma mortale. *Il Veleno di Zerynthia, in aggiunta ai normali effetti, causa nella
Prima e durante la battaglia, se interrogata, la divinità non manca di vittima anche la Paralisi (riferirsi agli effetti dell’omonimo potere ma-
spiegare perché sta eliminando tutti i membri del proprio culto in città: gico; il tiro della forza del Veleno contro quello di Vigor della vittima
determina, in aggiunta ai danni, anche gli effetti della Paralisi).
“Quegli sciocchi hanno messo a repentaglio i nostri piani con i loro com-
plotti e le loro trame di potere. Ma il potere degli uomini è nulla, rispetto Pioggia di serpenti. All’inizio di ogni tempus, ogni Custos deve
a quanto sta per accadere. L’Impero è pronto a cadere, come un frutto effettuare un tiro di De Bello o De Corpore (SD 6) per evitare di
ormai marcito. I vostri auguri l’hanno preservato oltre la durata concessa subire 1d3 danni (l’armatura non protegge). Inoltre, indipendente-
dal Fato, in maniera innaturale ed empia. Il mondo, che sarebbe dovuto mente dal risultato del tiro, i serpenti ostacolano i Custodes con i
andare avanti, è rimasto cristallizzato in un’era immota e stantia, come loro attacchi, impedendo loro di beneficiare di alcun vantaggio nel
il corpo incorrotto di una mummia d’Egitto, le cui carni avrebbero in- combattere in superiorità numerica contro Zerynthia.
vece dovuto nutrire serpenti e ratti e corvi, alimentando così il ciclo della
vita. Questo cadavere magicamente preservato, questa illusione di eterni- Talismani di Sycorax. Chiunque indossi uno di questi talismani
tà si è protratta per troppo tempo. Dall’interno del suo cuore marcescente, somma +3 ai risultati dei tiri di Vigor contro il veleno di Zerynthia
i Grandi Dèi sono pronti a colpire, abbattendo i moribondi dèi dell’Im- o dei suoi serpenti.
pero, e la Magna Mater Tenebrarum sta per sorgere... Voi cani della
Cohors Arcana assieme alle sgualdrine Vestali sarete i primi a cadere...
152
AVVENTURE
CONCLUSIONE
Prima di spirare definitivamente, mentre il suo santuario crolla su Se vi erano dei personaggi marchiati con il Segno del Serpente, esso
se stesso e tutto finisce in rovina, Zerynthia riesce a lanciarsi in un scompare senza lasciare traccia. Non resta loro che riferire quanto
ultimo strepito, con voce inumana: è accaduto alla Cohors e attendere i prossimi sviluppi di questa
oscura profezia...
“Stolti! Avete scoperto solo la Punta dell’Ago, ma per il vostro impero Per calcolare i Punti Esperienza aggiuntivi di questa avventure, usa-
il tempo è ormai contato! TREMATE, SERVI DELL’IMPERO! LA re i seguenti parametri:
MAGNA MATER TENEBRARUM E I GRANDI DÈI STANNO
PER TORNARE, E IL LORO OSCURO AVVENTO NON SARÀ A I Custodes hanno ricevuto uno o più amuleti da Sycorax:
PREDETTO... +1 PE.
A I Custodes hanno vinto la gara all’Ippodromo: +1 PE.
Salvatisi dal crollo del sacello, i Custodes eventualmente superstiti han- A I Custodes hanno sconfitto Zerynthia senza subire per-
no la possibilità di tornare in superficie senza fare ulteriori incontri. dite: +2 PE
153
BACKERS
BACKERS
A. Bracaglia Andrea Galbiati Bert Jennings Christopher Giesy David Gori
Aaron Schneider Andrea Garello Bev Nelson Christopher Gunning David Martin
Abel Garcia Andrea Gatto Bíró Ádám Christopher S Moore David Moretti
Adam Longley Andrea Gauna Blake McCormack Christopher W Franklin David Resetti
Adam M Coleman Andrea Giovanelli Bo Ciro Alessandro Sacco David Stenbeck
Adenfin Andrea Magliarditi Bob de Lange Claudia Borri Davide Bellani
Adrián Carrizo Pérez Andrea Sire Marengo Brain O. Hicks Claudio Anelli Davide Beretta
Agostino Mayer Andrea Marri Brendan Zinn Claudio Antonio Forgione Davide Lammardo
Aidan Stevens Andrea Massacesi Brennan Phillips Claudio Savoia Davide Marescotti
Alan Buchanan Andrea Micozzi Brent Kofoed Claudio Vergati Davide Ordigoni
Alan Croot Andrea Pavan Brian Hoffman Clement & Myriam Davide Siebezzi
Alan Greve Andrea Ranieri Brian Koonce Jauvion Davide Ventura
Alan Massari Andrea Riela Brice Tarbox Clive Henrick Demetrio Leoni
Alberto “Zio Hal” Cabra Andreas Blank Briceson Tollison Colin “Mephit James” Derek Chapman
Alberto Bianchi Andreas Bobzin Brook Freeman Wilson Derek Dubery
Alberto Carpena Andreas Schrapel Bruno Sebire Comandante Paz Giacomelli Alessio
Alberto Ferraresi Andrew Cole Bryan Flavelle Conan McKegg Diego Descalzo
Alberto Gangarossa Andrew Davies Bryant Turnage Connor James Dickson Dietmar Böhmer
Alberto Girardi Andrew Hall Bulcsú Benedek Conor S. Dirk Vanleeuw
Alberto Tenaglia Andrew J. Beal C.F. Upton Corey Fisher DMR Grimes
Alberto Vitali Andrew Longuevan Cabra Alberto Corrado Schiavetto Domenico Antonio
Alec Burt Andrew Sangar Caitlin Colby Corso Tiziana Mangialardi
Alena Dvorackov Andrew White Camille Haller Cortesi Massimo Domenico Colucci
Alessandro Babbi Angelo Eramo Cara Römelt Craig S. Domenico Lavorato
Alessandro Bernardini Angelo Fortuna Carl Hickman Crane Laws Dominic Hladek
Alessandro Brugnolo Angus Abranson Carlo De Luca Cristian Comolli Dominik Oshowski
Alessandro Di Pastena Anthony Fontanetta Carlo Giannelli Cristian Pierandrei Dominique Delhaye
Alessandro Favarotto Antonio “Sigysmondo” Carlo Snider Crozier Maxime Donato Giardini
Alessandro Fietta Pirrello Carlo Tietz Dabo Davide Bortolo Douglas J. Fisher
Alessandro Gaspardini Antonio Ledi Carlos H. Benitez Dan Quattrone Edoardo Maria Mollica
Alessandro Giacometti Antonio Micolucci Carmelo Vaccarello Daniel Cohen Edoardo Volpin
Alessandro Marcellini Antonio Miguel Martorell CBK Gaming Daniel Maurerjmkk Edouard Carletti
Alessandro Marchesini Ferriol Celio Ambrosi-Santamaria Daniel Sencabaugh EdSylCaRu
Alessandro Morandafrasca Antonio Ruberto Cellot Ermes Daniel Sundin Eduardo Jaenes Saenz
Alessandro Noseda Antonio Veronese Charles Phillips Daniele Bellantoni Eis Annavini
Alessandro Pelizzon Antony Gravili Chase Street2 Daniele Carosi Eleanor McHugh
Alessandro Soro Arash Sanari Chris Burris Daniele De Bortoli ELF Vesala
Alessandro Valentini Ares Games Chris Dietrich Daniele Gabriele Elia Santi
Alessandro Varesi Arik Aslanyan Chris E. Daniele Mancosu Emanuele Di Pietro
Alessia Sagnotti Áron Péterfy Chris Edwards5 Daniele Priore Emanuele Dominiqu
Alessio Maceroli Austin Fenwick Chris Gardiner Daniele Provinciali Cappella
Alexander Neumann Baiocchi Francesco Chris Hladik Daniele Toffanin Emanuele Minelli
Alexander Vandenhoven Balostro Stefano Chris Hutchinson Danilo Moretti Emanuele Quarello
Alfes Thompson Baracchi Federico Chris Jessee Danilo Nocera Emanuele Tresoldi
Anders Håkon Gaut Barry Johnston Christian Loew David B. Semmes EmeraldRogue
Andrea Bartoli Bart Gelens Christian Toftdahl David Burnett Emiliano Marchetti
Andrea Bonilauri Bartolomeo Stellato Christian Varini David Castle Emilio Desalvo
Andrea Cazzulo Ben Hollas Christine Loew David Duerschlag Emilio Schettino
Andrea Cioffarelli Benjamin Fabian Christoffer Noren Carlsson David Fiorini Emmanuele Troiano
Andrea Coletta Bergonzini Francesco Christoph Kaleschke David Fruscoloni Enrico Amadei
Andrea Compagno Bernd Meyer Christopher Detlef David Goncalves Enrico Farne
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BACKERS
Enrico Ghidini Francesco Angelini:zz Giorgio Giuliani Ian MaFarlin Jerry Weiler
Enrico Magnani Francesco Bergamini Giorgio Schiappelli Ian Richards Joachim Alt
Enrico Martini Francesco Bruschinizh Giorgio Viganò Ida Scevola Jochen Graf
Enrico Menozzi Francesco ColamonicikJ Giovanni Agozzino Ignacio Granados Jiménez Jodhan Ford
Enrico Negro Francesco Garreffa Giovanni Bonechi Ignacio Vega-Matilla Joe Costa
Ensley F. Guffey Francesco Ghibaudo Giovanni Casula Ignazio Tarragoni Joe McGee
Enzo Barlacchi Francesco Giglihjn Giovanni Cislaghi Iida Takuya Joel Kollander
Epic Party Games Francesco Panitti Giovanni D’Addabbo Ingo Beyer Joey Shoes
Eric Bertolotti Francesco Paparelli Giovanni Magno Ioannis Tsanikidis Johan Normark
Eric Conti Francesco Rapisarda Giovanni Zotti Isaac Fernandes John B. Smid Jr.
Eric Harris Francesco Ricceri Giuliano Gianfriglia Ivan Torres John Bielas
Eric M. Sortun Francesco Sciarra Giuliano Iorio Ivano Franzini John Cmar
Eric Olson Francesco Totolo Giulio Bosi Ivano Polischi John Jordan Schreck
Eric Priehs Francis Helie Giulio Capone Jack Gulick John M. Atkinson
Eric van den Broek Francisco José Cabrer Giulio Cazzoli Jacob Ansari John M. Portley
Erik Growen Franck “Booga” Florentin Giulio Cesare Giorgini Jacopo Casiraghi John N Richard
Ernesto D’Isanto Francois Girard Giulio Garzoni Jacopo Solcia John Phillips
Ernesto Haymar Frank Uebe Giulio Petazzi Jake Topolie John Scherer
Eros Lorenzin Frazer Barnard Giulio Tedeschi Jakub “Arathi” Nowosad John Taber
Ettore Bonisagi Frej Klem Thomsen Giuseppe Alongi James Armstrong-Wood Jon Jay Sharpe
Evan Jones Fulvio Zorzer Giuseppe La Cara James Bolton Jonathan Frank
Ewald Große-Wilde Gabriel Alexander Maria Giuseppe Losapio James Dyer Jonathan Robb
Fabio Attoli Fumagalli Giuseppe Porzio James Hattaway Jonathan W. Hatter
Fabio Cappelletti Gabriel Trujillo Hernández Giuseppino Iena James Holden Jonathan Weber
Fabio Fratangeli Gabriele abbani Glenn Francis II James M. Yager Joran aus den Schatten
Fabio Galbiati Gabriele Albertini Goffredo Verani James Navarre Jorge Torres Hernández
Fabio Maiorana Gabriele Benzo Graham Alexander James Oram Jörn Beyer
Fabio Milito Pagliara Gabriele Bonali Grand Admiral Jello Jamie José Luiz Ferreira Cardoso
Fabrizio Anastasio Gabriele Carnevale Graziano Zanichelli Jan Arkebauer Joseph Evenson
Fabrizio Caporali Gabriele Celsi Greg Chapin Jan Artoos Joseph Lockett
Fabrizio Falcomer Gabriele Frontini Greg Whitehead Jason Baur Joseph Sommovigo
Fabrizio Fioretti Gabriele Raise Gregg Bingham Jason Broadley Josh Cremosnik
Fabrizio Nava Gary Nield Gregorio Bucci Jason Dickerson Joshua Gibling
Fabrizio Quartieri Gavin Anders Gregory Dean Ford Jason Italiano Joshua Staton
Fabrizio Sala Geoffrey M. Allen Gregory Hammond Jason Lambert Juan Alberto Sánchez
Fabrizio Tufi George D. Mattson Grzegorz Bagiński Jason McCrea Costillo
Fahad Mustafa George Kaldis Guillaume Noël Jason Thorne Juan Bascuñana Bastias
Federica Petroni George Velez Guillem Gruartmoner Jason Verbitsky Juan Ignacio Osona
Federico Broggi Gerald Frisch de Vera Javier Coll Gutierrez
Federico Burlando Gert-Jan van der Krogt Gunter Raffelsbauer Jay Mark Stocks Jukka Särkijärvi
Federico Lisi Giacomo Guarnieri Guy Bayes Jaymin Thompson Juri Tolotto
Federico Minuto Giacomo Lombardi Guy Edward Larke Jean Balczesak Justin C. Dunmire
Federico Scattolin Giacomo Mrakic Hanataka Shinya Jean-Francois Fluttaz Kai-Uwe Ratzeburg
Federico Villani Giacomo Sottocasa e Mat- Helio T. M. Farias Jean-Guillaume Vernay Kari Salonen
Felix Shafir teo Panizzi Henning Elfwering Jeannette Speicher Karl Edward Olivieri
Fernando DelaGuar- Giampaolo Agosta Henning Fahland Jeff Grubb Karl Rodriguez
dia-Rodriguez Gian Luca Pavesi Henning Rauth Jeff Lee Kevin Jacobs
Filippo Di Giovanni Gian Luca Zampogna Henrique Jucá Jeff Scifert Kieran Ryle
Filippo Paciotti Gian Maria “Zio JS” Sandy Holly Koponen Jeff Workman Kilian M. Bravin
Filpo Bianco Gianluca Carfi Hung-Yang Shen Jens Fehn Kolbey M Araujo
Finitrevs Hand Gianluca Casu I.C.N.H GmbH Jens Marx Kristoffer “Illern” Holmén
Flavio Perri Gianluca Cerretelli Iacopo “Drago Nero” Jens Wagner Kurt McMahon
Florian Hofer Gianluca Ferri Trotta Jeremy Burke Kyle T. Harris
Forrester Killh Gianluca Poccianti Iacopo Venni Jeremy W Baker Kyle Thelin
Francesca Garello Gianmarco Elvati Ian Hathaway Jerry Prochazka Kyle William Quinton
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BACKERS
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BACKERS
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Porolissum, Il Quartier Generale del Nord, artwork by Francesco Mattioli
Ulpia Traiana e Sarmizegethusa, le due capitali della Dacia, artwork by Francesco Mattioli
Byzantium, artwork by Francesco Mattioli
DACIA E THRACIA
TEMPESTA AI CONF INI DELL’IMPERO
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