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Il futurismo nasce come un movimento culturale con idee ben precise, necessarie per gestire opposizioni e
proteste che si sarebbero scatenate dati i modi rivoluzionari che lo contraddistinguono.
L’obbiettivo di questo eccentrico movimento era di cancellare le istituzioni culturali del passato e con esse
tutte le esperienze artistiche praticate fino alla venuta del ventesimo secolo.
4. A cosa allude Saba quando definisce la sua poesia “facile” e allo stesso tempo “difficile”?
La poesia di Saba è definita “facile e difficile” date le sue immediate difficoltà di decifrazione che però allo
stesso tempo fanno parte di una trama narrativa dalla quale non devono discostarsi e con essa creano
componimenti dove il tutto e le singole parti si giustificano e si chiariscono a vicenda.
La comicità e l’umorismo secondo Pirandello sono una particolare branca dell’arte e rappresentano
l’atteggiamento con il quale l’uomo riesce a vedere la varietà e l’aspetto dicotomico della vita senza
soffermarsi mai solo sull’apparenza ma guardando sempre anche l’altro lato della realtà. Ciò che ne deriva
è un’esistenza flessibile dove la tragedia e la commedia si fondono insieme creando un’arte disarmonica
ricolma di dissonanze. Il principale dissidio fra l’arte e l’umorismo sta nella riflessione presente nelle belle
arti che tuttavia rimane celata, mentre nell’opera umoristica la riflessione è parte attiva che soppesa e
suddivide la realtà.
2. Spiega in che senso si può affermare che all’interno della “Coscienza di Zeno” si
assiste alla rivalutazione della figura dell’”inetto”.
“La Coscienza di Zeno” prende come protagonista Zeno che è la personificazione dell’inettitudine umana
alla vita poiché diverso e inadeguato per la realtà sociale del suo tempo. La sua incapacità di vivere è
considerata una patologia che presenta i sintomi quali turbamento e instabilità che lo distinguono dalle
persone “sane” che provano soddisfazione, appagamento e certezza nelle proprie decisioni. Nonostante i
continui sforzi Zeno non riuscirà mai ad integrarsi nella società borghese e di conseguenza non avrà la
possibilità di raggiungere la “normalità” che tanto desiderava. Tuttavia Zeno riesce a prendere coscienza di
sé mettendo in discussione le sue certezze arrivando alla conclusione che la vera malattia affligge la società
e non se stesso, così la figura l’inetto passa dall’incapace di vivere all’unico che riesce a comprendere la
vera forma contorta e perversa della realtà.