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Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

La non è un cimitero di fatti, ma una continua reinterpretazione che cambia in base agli storici e al
loro contesto.
La , che inizia nel 1914, sancisce l’inizio della storia del , considerato il
, in quanto l’Ottocento, secolo lungo, inizia alla fine del Settecento e finisce verso gli anni Dieci
del Novecento.
Finisce la Belle Époque, con l’episodio del Titanic che affonda. Si tratta di date simboliche che sembrano
annunciare l’inizio del secolo di innovazione scientifica e la fine dell’ottimismo scientista tipico
dell’Ottocento. Abbiamo nazioni che comunicano tra di loro, che si scambiano merci, che di conseguenza
favoriscono la pace.
Si entra in un mondo di grandi tensioni politiche, culturali e
generazionali.
Il periodo che va dal 1914 al 1945 è considerato la
(la prima avvenne nel Seicento). Si
considera il , dei totalitarismi, dove si
vede la scomparsa della democrazia liberale. Abbiamo ottime
testimonianze e analisi di questo periodo dagli storici Ian
Kershaw e Mark Mazower.
Nel 1919 sembravano esserci grandi speranze dopo il primo conflitto mondiale, con l’autodeterminazione
dei popoli, l’influenza di Wilson, tuttavia vediamo che con la Seconda Guerra Mondiale riprecipita tutto.
Quel giugno del 1940 vediamo sparire le libertà del popolo.
si cerca di costruire un mondo nuovo. I territori delle
incominciano un processo di emancipazione, dunque assistiamo da un lato alla grande crescita economica
dell’Europa e deli Stati Uniti, in conflitto economico con l’Unione Sovietica, ma vediamo anche la storia
della decolonizzazione del Terzo Mondo.
Con la fine dell’URSS inizia ad affermarsi un mondo
policentrico, complesso e vario.
Dividiamo convenzionalmente il Novecento in tre blocchi:
1914-1945;
1945-1991;
Anni ’90.
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Il del Novecento fa da da una guerra (Grande Guerra del ’14-’18) all’altra (Seconda
Guerra Mondiale).
Ricordiamo che il Novecento è anche detto “secolo breve” o “short century”.
La è il caso della “ ”, ci troviamo di fronte ad una trasformazione culturale
oltre che una vera e propria rivoluzione. Vediamo tanti cambiamenti a livello economico e sociale.
La guerra tra la Serbia e lo stato Balcanico (tra Vienna e Belgrado) sarebbe potuta rimanere locale, invece è
sfociata in una guerra europea e poi mondiale. Cesura e continuità sono due grandi temi in questo caso: lo
scontro si sarebbe potuto evitare?
Originariamente, prima della guerra troviamo due blocchi contrapposti. Un blocco è costituito dal reich
tedesco guidato da Bismark, sostituito da un nuovo kaiser.
Le della Grande Guerra si celano nelle tensioni fra il fronte franco-tedesco. Tuttavia le tensioni che
la Germania ha con il resto dell’Europa si rivedono anche con l’Inghilterra, una grande potenza marittima
e commerciale. In Germania nasce un movimento per la costruzione della marina militare che sfidi gli inglesi
nei mari. Francia e Inghilterra tentano dunque ad avvicinarsi contro il nemico comune, nonostante dei
precedenti dissidi (soprattutto in Africa), costituendo il secondo blocco a cui nel 1907 si avvicinerà il blocco
zarista con interesse antiaustriaco. Cercherà attraverso i Balcani di avvicinarsi al mar Mediterraneo.
Combatté ancor prima alcune guerre contro l’Impero Ottomano per ottenere uno sbocco nel Mediterraneo,
dal momento che i mari al nord erano perlopiù ghiacciati.
Ripetiamo dunque i all’origine della Prima Guerra Mondiale:
Austria-Ungheria, il Reich tedesco e l’Impero Ottomano, a cui si aggiungerà l’Italia con la
stipulazione della Triplice Alleanza;
Francia, Inghilterra e Impero zarista.
In età giolittiana (1903-14), l’Italia tenderà ad avvicinarsi a Francia e Gran Bretagna, ma allo scoppio della
guerra rimarrà neutrale per entrare in guerra contro questi due Paesi con la stipulazione del segreto Patto
di Londra nel 1915. Fisher, un grande storico tedesco, scrisse in “Assalto al potere mondiale” come nei
circoli politici militari della Germania di fine Ottocento si pensi di far scoppiare una guerra per smuovere i
domini stabili assaltando il potere mondiale (da qui il titolo).
Dopo il ’47, la tra USA e URSS, eviterà le guerre, ma questa pace armata a seguito della Grande
Guerra, porterà ad un altro scontro.
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La crisi degli Imperi, in particolare di quello Ottomano, è un tema da tenere bene a mente per capire le
dinamiche dello scoppio di questi conflitti. Già in declino (perse l’indipendenza greca negli anni Venti
dell’Ottocento e altri Paesi come la Serbia, la Romania o la Bulgaria), e molto arretrato rispetto
all’industrializzazione e la modernizzazione europea, negli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale ebbe
un importante ruolo. Nel 1908 la Bosnia Erzegovina, una regione dei Balcani che apparteneva agli Ottomani,
viene annessa all’impero austriaco. Spetterà all’Italia di Giolitti la campagna di Libia. La vittoria sull’
Nel 1912 inizia la prima guerra balcanica dove vediamo greci, serbi, bulgari, che combattono contro l’Impero
Ottomano per espellerlo dagli ultimi territori che possedeva in Europa.
La Serbia è il vero vincitore di questa guerra, che costruì la sua identità dalla liberazione dai turchi e sorretto
dalla Russia, l’identità slava e la cultura cristiano-ortodossa. Ciò rende questo Stato molto aggressivo, che
spinse Belgrado a “fare come il Piemonte”: come a Torino i piemontesi avevano ottenuto l’unificazione
dell’Italia, i Serbi, insieme ai Croati e agli Sloveni, vollero creare un’Unione degli Stati del Sud, la Iugoslavia.
Belgrado, sorretta dalla Russia che la vedeva come
uno Stato satellite che li avvicinava al Mediterraneo,
creò un forte nervosismo a Vienna, dal momento che
al suo interno aveva popolazioni del sud sensibili al
richiamo della Serbia. Questo portò al famoso
episodio dell’ a
Sarajevo, l’erede al trono dell’Impero austriaco.
L’Austria è sopravvissuta alla Rivoluzione del 1898 e
dal 1867 non si chiama più “Impero Asburgico”. Le
altre nazionalità iniziano a sentire la voglia di
diventare piccoli Stati-Nazione, a causa di un
crescente .
Le altre potenze dei blocchi contrapposti
alimentarono questo fuoco. Nell’estate del ’14
vengono promulgati numerosi dall’Austria
alla Serbia, dalla Russia all’Austria, e per effetto
domino vengono coinvolte anche la Francia e le altre
Nazioni.
Tutto ciò probabilmente non si sarebbe potuto evitare, dal momento che per un tale clima sarebbe stato
necessaria l’esistenza di meccanismi di governance internazionali, ovvero istituzioni dedicate ad allentare la
tensione e cautelare le ferite nelle relazioni internazionali. Oggi, a questo proposito, abbiamo l’ONU, non
ha caso nata dopo la guerra. Queste mancanze di governance portano ad atteggiamenti difensivi che portano
allo scoppio della guerra.
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È il momento dell’ , dove il motto è “combattere per difendere la civiltà”. Becker e Rouzeau
scrissero “La crociata, la violenza e il lutto”, dove raccontano che nell’opinione pubblica si produce un clima
di mobilitazione, di crociata, a cui si uniscono gli intellettuali: civiltà occidentali contro le barbarie prussiane.
La barbaria in questione era aver coinvolto il Belgio che si era definito neutrale. La vera società arretrata e
autocratica erano i Russi, secondo la propaganda tedesca, che invece definiva la Germania “la vera civiltà”.
Perfino i partecipano, quando sostenevano in precedenza che esistesse un’internazionale
proletaria che è più forte della Nazione. È celebre il momento in cui il Kaiser Guglielmo II va in parlamento
e dice di non vedere più partiti rivali, ma solo tedeschi. Tra coloro che provarono a sottrarsi abbiamo Jean
Jaurès che venne ucciso, e piccole minoranze estremiste.
Altre perplessità erano nel : il Papa Benedetto XV parlerà -anche se non subito- di un’inutile
strage.
La Prima Guerra Mondiale è il momento in cui la tecnologia militare fa in modo che la difesa sia più forte
dell’attacco: questo la rese una , in cui gli eserciti rimasero per quattro lunghi anni. Ne
ritroviamo quasi 2mila chilometri. La generazione del ’14 subì una grande illusione che si trasformò in un
terribile incubo, poiché la guerra moderna
non è più eroica, ma meccanica e chimica,
il che la rende una catena di montaggio
della morte. Quest’abitudine alla violenza
porta alla nascita di partiti politici che la
usavano come strumento. L’esperienza del
fronte era terribile.
Nel gergo dei soldati della Grande Guerra,
la “ ” era la terra tra i due
fronti, concetto che viene affrontato in
“No man’s land” di Eric Leed.
caratterizzano la
storia di questa guerra: la nella zona della Lorena (430mila tedeschi morti), e l’anno
successivo la (più di un milione di morti). Inizialmente doveva essere una guerra
lampo, ma ciò non avvenne, e troppe risorse, umane ed economiche, furono consumate.
Gli intellettuali vennero arruolati nella propaganda della demonizzazione del nemico. Diventa una battaglia
totale che deriva dal processo di statizzazione secondo lo storico francese Halévy, autore di “ La Juive”, che
coniò l’espressione “organizzazione dell’entusiasmo” riferendosi ai regimi dittatoriali.
Il termine “Guerra Mondiale” è la radice del fenomeno del , un processo di statizzazione
estrema. L’élite sorveglia, governa, reprime.
Questa contrapposizione tra civiltà e barbarie fa disgregare l’idea di Europa (che fino ad allora aveva
considerato “barbari” solo Stati esterni e non interni), che si riaggregherà solo dopo il ’45.
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L’era delle tirannie è iniziata dalla Grande Guerra che ha iniziato l’étatisation, il processo in cui lo Stato è
il soggetto che governa l’ , anche nei Paesi che non hanno visto regimi dittatoriali. L’industria
meccanica, siderurgica, tessile, tutto doveva essere in funzione della guerra. Gli Stati spendono in deficit
producendo carta moneta, contro ogni regola dell’economia Ottocentesca (tenere d’occhio il bilancio, non
stampare ulteriormente carta moneta…).
Chi torna dal fronte è mutilato nel fisico e traumatizzato nella mente. Sono persone cambiate per sempre,
e alimenteranno i movimenti estremisti, che spesso scimmiottano la guerra seguendo l’idea di dare una
soluzione violenta ai problemi politici.
Gli Imperi centrali (austro-ungarico e tedesco) mancano di uno sbocco sul mare e subiscono il blocco della
marina inglese e francese. Celebre è la (1915-1916), che vedrà comunque l’Impero
tedesco sconfitto che si troverà bloccato, senza poter accedere al commercio.
L’ossessione di Hitler è per le risorse: quando invaderà la Russia, la prima cosa che farà è requisire il grano
ed inviarlo in Germania, affinché il suo popolo non soffra la fame e le milizie non vengano meno. Questo
perché ha a memoria la Prima Guerra Mondiale.
L’Intesa ha dietro di sé gli Stati Uniti, una grande potenza industriale rimasta a lungo fuori dalla guerra che
li finanzia.
I tedeschi iniziarono nel 1917
una
(gli U-Boot)
affondando una nave
passeggeri (RMS Lusitania)
con a bordo molti cittadini
statunitensi, in risposta al
blocco. Questo fu uno dei
motivi dell’entrata in guerra
degli Stati Uniti.
Il vero motivo per cui Wilson
entrò in guerra fu quello dei
crediti: i Paesi dell’Intesa erano legati economicamente agli USA, e un debitore si cura molto dei suoi
creditori.
Abbiamo negli Stati Uniti:
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Il che guarda gli USA come un grande Paese che deve stare alla larga dalle
questioni europee, tenendo presente il mondo latino-americano. Il presidente Monroe, nel 1823
inaugurò questo filone (“L’America agli americani”).
Il .
è un democratico internazionalista. Da professore universitario di storia e grande appassionato di
Mazzini, egli vedeva nella guerra la lotta per l’autodeterminazione dei popoli. La sua visione sarà riassunta
nei suoi . I popoli sono invitati in un grande internazionale e liberi
scambi in cui commercio e democrazia sono valori americani che passano agli Stati europei. Cerca anche
una (un caso di vecchia diplomazia è l’Italia che entra segretamente in guerra con il Patto
di Londra, o Inghilterra e Francia che si spartiscono i territori mediorientali alla fine della guerra con un
altro patto segreto). Al vertice della nuova diplomazia ci sarà una che avrà un ruolo
gestionale.
Dopo la guerra nascerà la Iugoslavia, regno dei croati, dei serbi e degli sloveni, e la Cecoslovacchia, come
prevedeva il principio di autodeterminazione wilsoniano.
Gli USA giocheranno un ruolo molto importante per l’Intesa. Tuttavia Wilson non avrà l’appoggio del
Congresso e non verrà rieletto. I nuovi presidenti repubblicani che lo succederanno (3) hanno un’idea molto
diversa da lui, non interessati a prendere in mano le redini del
mondo e concentrati sul proprio Paese in una sorta di politica
isolazionista. Nonostante questo, dopo il 1917 gli Stati Uniti
avranno un impatto importante poiché un altro alleato sta
venendo meno: l’ . Nei territori dello zar prende forma
un ciclo rivoluzionario dovuto all’arretratezza, che fa sì che
l’esercito al fronte (costituito prevalentemente da contadini in
divisa) si decomponga. Quando nemmeno la guardia imperiale
obbedisce quando chiede di sparare alla folla, lo zar Nicola II
è costretto ad abdicare, e il cugino, suo successore, rinuncia al
trono.
Nel 1917 è l’inizio della , una guerra
democratica. È il crollo di un impero zarista della dinastia del
Romanov. Il socialista moderato Kerenskij volle cercare di mantenere l’equilibrio dopo la caduta degli zar
diventando primo ministro della Repubblica russa. L’instabilità politica porterà, nell’ottobre del ’17, al colpo
di Stato dei , il partito armato radicale di , che a differenza degli altri partiti di sinistra,
credevano fosse arrivato il momento di una rivoluzione socialista.
Lenin espresse il suo pensiero nelle Tesi di aprile, una serie di direttive politiche scritte da lui stesso il 16
aprile 1917, il giorno stesso del suo rientro in Russia dall'esilio svizzero.
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Quello che noi chiamiamo Russia, è un impero multi-etnico, multi-linguistico e multi-religioso.


L’Impero austro-ungarico crolla sotto il peso delle proprie contraddizioni. Il progetto di uno stato iugoslavo
(con capitale Belgrado) e di uno cecoslovacco (con capitale Praga) prende forma. Cesare Battisti era un
disertore, cittadino dell’Impero austro-ungarico. Al crollo dell’Impero, finita la guerra, avremo l’Austria con
capitale Vienna, e l’Ungheria con capitale Budapest. Sembra così che il sogno wilsoniano si stia realizzando,
così come quello di Mazzini, il “Delenda Austria”.

È un periodo complesso caratterizzato dalla volontà dei vincitori (specialmente i francesi) di punire i vinti
in una .

Nella prima cartina possiamo osservare cosa è successo alla Germania dopo la conferenza di Versailles. Dal
punto di vista territoriale vediamo la punizione che prende la forma di una sorta di “amputazione”. Il Kaiser
Guglielmo ha lasciato il potere del Reich costruito nel 1871, che ha avuto la deriva militarista dell’assalto al
potere mondiale. Quest’impero si è disgregato e questa democrazia prenderà nome di .
Durante la conferenza di Parigi gli Alleati infliggono delle dure misure alla Germania. L’intera
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non viene annessa dagli altri Paesi ma viene demilitarizzata, ovvero non può partecipare con le sue
risorse ad un eventuale sforzo di rimilitarizzazione, nonostante fosse la zona più moderna. Spostandoci ad
è rotta la continuità territoriale poiché la parte orientale della Prussia (East Russia) è divisa dalla
Germania dal . A alcuni piccoli territori vengono ceduti al nuovo Stato
cecoslovacco.
La Germania è costretta a pagare 132 milioni di marchi ai vincitori poiché gli è stata attribuita la
responsabilità della guerra. Il Kaiser è definito un criminale. Questa pace prende le forme di una punizione.

Uno smembramento ancora più


evidente e definitivo si assiste
guardando l’ .
Questo grande
esplode a seguito di forti moti
nazionalisti. Ulteriore problema è
quello delle nazionalità: croati, sloveni,
cechi, slovacchi, polacchi iniziano a non
rispondere più alla chiamata del
mantenimento dell’Impero ed iniziano
ad orientarsi verso una frammentazione
che arriva con la fine della guerra.
L’Impero si divide in . Il
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Regno dei Croati, Serbi e Sloveni prenderà nome, nel 1929, di Jugoslavia. La Polonia, con capitale Varsavia,
nasce dalla crisi di tutti gli Imperi.
La prima grande conseguenza della Prima Guerra Mondiale è il crollo di Imperi plurisecolari.
Il discorso del dopoguerra non è solo quello delle conferenze di pace, ma riguarda anche i vincitori, alle
prese con problematiche significative: . Qui sopraggiunge il problema della
stabilità della carta moneta, la cui ristampa porta all’inflazione.
Da un lato abbiamo l’idea di una razionalizzazione economica e amministrativa e dall’altra abbiamo i
governi: la entra in un conflitto politico ideologico. In Italia abbiamo l’episodio
dell’occupazione delle fabbriche dove l’estrema sinistra del partito socialista (Gramsci, Toniatti…) guida le
masse operaie contro le fabbriche in uno scontro che ha il sapore di un’insorgenza rivoluzionaria. Lo
specchio della rivoluzione bolscevica, così lontana, si agita per l’Europa.
L’altra grande questione è quella della democratizzazione. Le hanno vissuto una vera e propria
rivoluzione durante la guerra: hanno avuto un ruolo molto più attivo, anche al fronte negli apparati sanitari.
L’Inghilterra ha avuto un movimento femminista molto vivace alla fine dell’Ottocento e l’inizio del
Novecento, le Suffragette. Finita la guerra l’Inghilterra si apre al voto, che non è ancora a suffragio universale
a cui arriveremo nel ‘28, tuttavia ci si avvicina. In Italia dovremo attendere fino al ’46, in notevole ritardo
anche grande all’avvento del fascismo.
Un altro tema politico e sociale è quello dei , tornati mutilati e con ferite psichiche il cui
riadattamento è molto complicato. Movimenti politici come il fascismo italiano si ergono a difensori dei
combattenti e rivendicano assistenza.
In inizia il periodo delle presidenze repubblicane. Se ne susseguono tre: Harding, Coolidge e
Hoover. È l’età del jazz, del cinema, della letteratura e della crescita economica.
Lo non nasce quando Mussolini è a capo del governo, ma qualche anno più tardi con le leggi
fascistissime che mettono il bavaglio alla stampa e includono un apparato poliziesco. Rappresenta una
rottura dall’organizzazione liberale pluralistica.
Parlando di democrazia e del nonostante facesse parte degli Stati vincitori, bisogna
chiederci cosa è accaduto nelle nuove democrazie. Nel loro complesso gli erano di impianto
repubblicano democratico. Sono Stati piuttosto deboli e che hanno una forte vocazione sociale nei loro testi
costituzionali. Credono che durante la guerra non si debba dare solo spazio ai diritti politici, ma anche a
quelli sociali, riflettendo gli ideali di Wilson, compreso quello dell’autodeterminazione dei popoli. Tuttavia
tutti questi Paesi scivolano verso il regime autoritario. Primo fra tutti l’Ungheria, che non fa neanche in
tempo a consolidare le sue basi repubblicane a causa di un colpo di Stato socialista di tipo sovietico, che
sarà poi fermato stabilizzando un regime conservatore. Rivediamo ancora il concetto di rivoluzione e contro
rivoluzione. In Polonia abbiamo a metà degli anni ’20 un colpo di Stato che la trasforma in un regime di
tipo autoritario. Questa marginalizzazione la vediamo in modo eclatante nel ’33 quando sotto i colpi della
crisi economica, milioni di disoccupati in Germania cadono sotto il regime di Hitler.
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Il crollo del terzo grande Impero è quello dell’ , che ci fa capire meglio la situazione del
Medioriente. Nasceva nella penisola anatolica.
Dopo il crollo dell’Impero nasce la moderna Turchia, mentre la parte medio-orientale viene affidata ai
mandati di Inghilterra o Francia.
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Durante il primo dopoguerra avviene il processo di basato sui 14 punti di Wilson. Gli
Stati successori sono delle democrazie a suffragio universale e, come la Repubblica di Weimar, hanno in
mente di inserire i diritti umani nelle loro Costituzioni. Tutta la storia degli è caratterizzata
da una rapida torsione autoritaria: l’Ungheria non entra nel ciclo della democratizzazione con il suo regime
conservatore, mentre in Italia dal ’22 abbiamo l’avvento di Mussolini e l’anno successivo Primo de Rivera
in Spagna… Nel ’33 abbiamo la fine della democrazia in Germania, poi in Austria e in Grecia. Nel 1936
abbiamo la Rivoluzione Spagnola che terminerà con la dittatura di Francisco Franco. La fine della
democrazia dopo il primo dopoguerra è affrontata in “The Dark Continent” di Mark Mazower.
minano la democrazia in questo periodo:
Il , rivoluzione contro rivoluzione; la rivoluzione dei bolscevichi inizia in Russia,
ma saranno precursori di un movimento mondiale, il comunismo e diventeranno una minaccia,
suscitando forze antirivoluzionarie. Mussolini con il fascismo in Italia, fenomeno centro-
settentrionale, ha questo tra uno dei suoi obiettivi, giocando la carta dell’ordine;
Il negli Stati nazionali come la Polonia o la Romania, poiché al loro interno hanno
delle minoranze molto consistenti. Inizialmente la situazione risulta gestibile, ma poi si va alla
deriva. L’Europa di questo periodo è mistilingue. Anche laddove c’è una democrazia, il modo in cui
si trattano le minoranze è piuttosto aggressivo.
Il fatto che questa democratizzazione non ha una vera e propria stabile organizzazione
internazionale: l’Europa degli anni ’20 non ha una leadership internazionale. Tutto ciò avrà un
enorme peso a partire dal ’29 con la grande crisi. La è una potenza in grado di governare
alcune questioni tra cui il problema della sicurezza, o il regolare i meccanismi economico-finanziari-
monetari. La Società delle Nazioni è in mano ai francesi e agli inglesi dopo che gli Stati Uniti si
sono tirati fuori, ed il sistema che i vincitori hanno costruito è un sistema punitivo. Le tensioni
culminano con l’occupazione nell’Amur, il bacino carbonifero, nel ‘23, ovvero quando le truppe
francesi si impossessano delle risorse tedesche. Tutto ciò non fa che aizzare l’estrema destra.
Si attiva il : gli Stati Europei vincitori, ex alleati degli Stati Uniti, a cui devono
pagare dei debiti, attendono i risarcimenti dai vinti che non hanno nulla, dunque si è in una situazione di
stallo che si sblocca con l’appoggio economico degli US agli stati sconfitti, finanziando l’industria e i governi
tedeschi, austriaci e ungheresi.
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Nel 1929 abbiamo la : alle prive avvisaglie le banche degli Stati Uniti ritirano i loro capitali,
provocando disoccupazione di massa e crollo delle industrie. Dopo questa crisi, Hitler otterrà il potere in
Germania, scatenando un’altra guerra. Le regole finanziarie sono assenti: sono coinvolte larghe masse e la
borsa cresce a dismisura, fino a rompere il meccanismo e a far perdere la fiducia. Secondo la vecchia teoria
liberale è mantenere le spese in un equilibrio finanziario, ma questa strategia non può essere attuata,
peggiorerebbe la situazione. L’Europa tenderà a dividersi in blocchi terminando i commerci internazionali.
L’idea del mercato internazionale sparisce. È già questo l’inizio della guerra, poiché ogni Paese cercherà di
procurarsi le risorse come può.
Hitler inizia ad investire nell’economia bellica, risolvendo il problema della disoccupazione, ma di fatto
lottando per le proprie risorse. Mazower ragiona a questo proposito in un altro libro, “Hitler’s Empire”.
Non c’è un ordine monetario vero e proprio, la sicurezza collettiva scarseggiava, manca un
.

Nel febbraio del ’17 lo zar Nicola abdica portando la disgregazione dell’Impero su due fronti: i contadini
che iniziano una rivolta nelle campagne. L’ era multinazionale, e in questa crisi, la grande
compagine multietnica, mossa da moti nazionalisti, si è distaccata.
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La , spazio metà europeo e metà asiatico, nasce come unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
I bolscevichi ripristineranno quasi tutto il mondo zarista, tuttavia, dal 1991, il mondo rappresentato dalla
cartina non esiste più.
Nel 1917 avviene la Rivoluzione Russa, più correttamente la , che racchiude in realtà
un intreccio di rivoluzioni. La disgregazione di quest’Impero è totale: sia sociale (pensiamo alle rivolte dei
contadini), che nazionale per quanto riguarda gli Stati che diventano indipendenti.
Il dell’estrema sinistra prende il potere, guidato da Lenin, con l’idea di incarnare con la
forza storica che è chiamata a realizzare la Rivoluzione socialista e proletaria. Marx ha come soggetto la
classe operaia, su cui ci si appoggia per fare la Rivoluzione; tuttavia, in questa Russia, abbiamo un mondo
contadino fatto di tante piccole nazionalità. L’intelligenza di Lenin, pur essendo un marxista ortodosso,
capisce che deve dialogare con le forze contadine, e intraprende un colpo di mano nel ’17 e prende il potere
a Mosca e San Pietroburgo in nome di una Rivoluzione Socialista che viene vista come un tentativo folle.
Secondo i bolscevichi, guidati da Martov, la Rivoluzione si farà più avanti, ma ora occorre ristabilizzare il
potere e concentrarsi sull’economia. Lenin non è d’accordo, pensa che sia arrivato il momento propizio.
Con elasticità tattica, Lenin fa suo il programma delle nazionalità e dei contadini. La ,
ovvero il governo bolscevico, emette alcuni decreti a favore delle masse, includendo l’ideale della pace.
Tuttavia, nonostante questo programma, il regime diventa autoritario e violento, e quando viene convocata
l’Assemblea Costituente, le Guardie Rosse la chiudono a fucilate. I risultati della costituente sono contrari
al bolscevismo e di fronte a questo responso, Lenin decide di chiudere l’Assemblea. Pochi giorni dopo
(marzo del ‘18) si giunge a Brest Litovsk dove Trotsky, comandante dell’Armata Russa, firma un
con i tedeschi. Formalmente la Russia sovietica combatteva contro i tedeschi, ma per Lenin occorreva
fermarsi, poiché era una guerra tra Stati borghesi e imperialisti.
Per uscire dalla guerra e consolidare lo Stato, la Russia è costretta a cedere i suoi territori più moderni, ma
decide che avrebbe ottenuto la pace ad ogni costo.
Finita la guerra, incomincia, tuttavia, la , dal momento che i bolscevichi avevano molti nemici,
tra cui i generali dello zar. Si combattono bianchi e rossi, da un lato abbiamo l’Armata Rossa di Trotsky,
mentre dall’altro vari gruppi rivoluzionari.
Lo storico francese Nicolas Werth definirà questa una “guerra sporca”, poiché ha avuto il presupposto di
aggredire il mondo delle campagne, dove si spostavano gli eserciti che sopravvivono attraverso le
requisizioni.
I vincitori saranno i rossi, dunque i bolscevichi, per la loro capacità di limitare i danni che non mettevano
mai in discussione in principio della terra sancito da Lenin. Questo fa pensare ai contadini che i bolscevichi
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siano preferibili ai generali bianchi che fanno capire che, una volta tornato lo zar, sarà tolta la terra ai
contadini.
“ ” significa che il regime sovietico sta diventano un regime militare che ha come
obiettivo quello di requisire le risorse, organizzare eserciti e strutturare tutta l’economia secondo il criterio
della statizzazione.
Gli indici che riguardano la popolazione segnato tutti un arretramento, una regressione sociale. Sembra un
allontanamento rispetto all’occidente.
Nel 1921 prende vita una , la NEP, che consiste, secondo Adrea Graziosi, in un
sistema di compromessi che Lenin fa:
Fine delle requisizioni ai contadini, che riprende un commercio tra città e campagna che permette
all’economia di riprendersi.
Le nazionalità: nasce nel ‘22 l’Unione delle Repubbliche Sovietiche (URSS), la cui idea era dare la
propria autonomia e diritto alla secessione alle varie Repubbliche.
Compromesso con gli specialisti borghesi. Esiste il problema che l’intera macchina statale, militare
e produttiva non può funzionare senza un’élite che lo governa. Trotsky favorirà l’afflusso di vecchi
ufficiali bianchi. È un fenomeno di continuità.
Si va verso una sorta di liberalizzazione. Tuttavia c’è una discrasia tra questo fattore e l’autorità e la violenza.
La GPU, la polizia politica, ha un ruolo fondamentale nell’organizzazione.
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Nel ’23 Lenin muore. C’è uno scontro tra Trotsky e Stalin che finirà con l’espulsione del primo dal partito
e poi nel ’27 dall’Unione Sovietica. sta vincendo una lotta politica contro una serie di avversari e il
suo potere diventa assoluto. Mentre persiste la liberalizzazione dell’economia il regime assiste ad una
personalizzazione da parte di Stalin che trasforma il Regime Sovietico in Regime Staliniano.
L’obiettivo è trasformare il partito-Stato in un processo d’ , è necessario anche
collettivizzare le campagne e organizzare i contadini in fattorie collettive. La sinistra è industrialista, la destra
vuole continuare per la strada della NEP. Stalin si pone al centro e si impossessa del programma della
sinistra, attuandolo. Nel ’32-’33 avremo una carestia in Ucraina causata dalle politiche genocidarie di Stalin.

Prima di arrivare agli anni ’30 occorre soffermarci sul , che entra a far parte dei totalitarismi
come alternativa e negazione alla democrazia liberale occidentale.
Quando parliamo di totalitarismo abbiamo due declinazioni:
Stalinismo in Russia;
Nazionalsocialismo tedesco e fascismo italiano.
Lo storico inglese Lyttelton intitola il suo libro “The seizure of power” datando questo periodo dal ’19 al
’29, l’anno in cui con i Patti Lateranensi (concordato Stato-Chiesa) si conclude il potere del fascismo. Per
capire come l’Italia, una sorta nel 1861 che ha conosciuto un processo di crescita
notevole, sia diventata un Paese con un regime totalitario occorre tornare ancora più indietro.
Sappiamo che nella Prima Guerra Mondiale l’Italia si schiera con l’Inghilterra e la Francia firmando il
, attraverso la diplomazia segreta e numerose promesse. Fino al ’17 è una guerra di posizione, di
trincea, finché non si ha la rotta di Caporetto, dove le armate austriache riescono a penetrare nel territorio
italiano fino al Piave.
Il 4 novembre del ’18 si festeggia la fine della guerra, con la vittoria dell’Italia che può sedere alla conferenza
di pace.
Roberto Vivarelli, autore de “La storia delle origini del fascismo: l’Italia dal ’19 al ‘22”, chiama la “
” il periodo di passaggio dell’Italia da democrazia liberale ad una dittatura.
Prima fra le ragioni di cui il fascismo si fa forza per ottenere consensi è la
: alla conferenza di Parigi, Sonnino e Orlando vanno con un programma che rasenta la follia.
Vogliono il rispetto della vecchia diplomazia ma allo stesso tempo l’italianità dei territori rimasti fuori il
confine, come Fiume. Eppure Wilson era contro la diplomazia segreta e il patteggiamento dei popoli. Inglesi
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

e francesi invece, attraverso il patto con cui si erano divisi i territori mediorientali, si spartiscono i territori
con la scusa che non sapessero governarsi da soli. Si va incontro ad una profonda delegittimazione poiché
la dirigenza italiana non è riuscita ad ottenere nulla. I nazionalisti (tra cui i fascisti), si lamentano.
Il favorisce l’aumento dei consensi intorno ai partiti di massa. Le elezioni del ’19 a
suffragio universale maschile sono una vera rivoluzione politica: i due grandi partiti di massa (partito
socialista e partito popolare) stravincono.
Ci sono tuttavia molte problematiche, prima fra tutti non è possibile trovare una formula per raggiungere
la . Ci sono tante linee di conflitto tra liberali, socialisti e cattolici, non si crea una coalizione
stabile. In questo gioco si inserisce la destra di Mussolini, che intuisce la fragilità dello Stato e della paura
del ceto medio di quanto sta accadendo in Russia. Riesce a giocare su due piani, primo fra questi con lo
squadrismo delle truppe nelle campagne del nord, con la scusa di mantenere ordine, ma di fatto distruggendo
l’autorità dello Stato.

Convincerà persino il re Vittorio Emanuele II a dargli il potere con la . Il capo del governo
Luigi Facta chiede al sovrano che firmi lo Stato d’assedio di fronte alle camicie nere, ma questo rifiuta. Il
capo di governo si rimette e il re dà a Mussolini il ruolo di Presidente del Consiglio.
Dal ’22 al ’25 assistiamo a come Mussolini trasforma il suo governo in un regime.
I ministeri chiave sono affidati a fascisti. La strategia di Mussolini consiste nell’introdurre due organi di
partito:
Il , ovvero una sorta di governo ombra che fa perdere di significato il
ruolo del Governo. Sempre meno lo Stato, sempre più il Partito.
che agisce come una sorta di esercito privato.
Con il passare del tempo arriviamo alla fine del ’23, al punto di svolta: Mussolini propone una legge (la
) che mette fine al vecchio sistema proporzionale ed introduce una distorsione nel sistema
elettorale funzionale a vincere le elezioni: crea un blocco elettorale e si prepara alle elezioni del ’24 dove il
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Fascismo conosce una nuova fase


squadrista. I fascisti attaccano
brutalmente gli avversari e
avvengono numerosi brogli che li
portano a vincere le . A
denunciare tutto ciò, compresa la
Legge Truffa, è Giacomo ,
membro del partito socialista. Sarà
ritrovato morto sul lungo Tevere.
Qui c’è un punto di svolta: tutto l’atteggiamento di fiancheggiamento della classe dirigente va in crisi.
Amendola, liberale costituzionale, si mette a capo della posizione dell’Aventino, e chiede al re di togliere la
fiducia a Mussolini, cosa che non fa per il suo forte legame con quest’ultimo e per paura che la crisi del
fascismo diventi la crisi della monarchia. Conscio di questo, Mussolini arriva al suo apogeo.
Viene spinto nel ’25 ad una seconda rivoluzione fascista (la prima era nel ’22) che rende il partito un vero
e proprio regime. Vengono promulgate le che distruggono l’impianto liberale dello Stato:
È la fine del pluralismo delle idee: una serie di decreti mettono fuorilegge una serie di partiti,
associazioni e sindacati;
Nasce un Tribunale per la difesa dello Stato che stabilisce che ci siano dei crimini contro il regime
e mina centinaia di anni di galera agli antifascisti. Viene negata la libertà di stampa.
Nel ’28 viene prolungata una nuova legge nazionale: si stabilisce un unico collegio nazionale e un’unica lista
di nomi selezionati dal governo. Il voto è palese.
Il Gran Consiglio del Fascismo viene costituzionalizzato: può scegliere quale sovrano ascenderà al trono.
Inizia una tensione costante tra fascismo e monarchia. Quello degli anni Trenta è una . Quando
durante la guerra si arriverà alla fine del fascismo, il re toglierà formalmente la fiducia a Mussolini. A
differenza del nazismo, Mussolini ha dovuto convivere con la Chiesa e la Monarchia, due forze estranee che
talvolta lo hanno anche aiutato.

Il ha due storie:
quella prima dell’arrivo di Hitler al potere (1933);
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quella successiva all’ascesa al potere di Hitler che minaccia l’Europa tutta.


La Repubblica tedesca guarda alle istituzioni delle potenze occidentali. Lo storico Max Weber, indica nella
parlamentarizzazione del sistema tedesco, la strada che percorre. Come sappiamo, la pace che versano queste
potenze è di tipo punitivo. Questa democrazia nasce molto fragile, poiché al suo interno vivono
drammatici come l’inflazione o la grande minaccia dell’espansione della Rivoluzione sovietica, il
progetto di una grande rivoluzione globale. C’è una conversione dell’economia (da bellica a civile), o il
problema dei reduci. La stabilizzazione della giovane repubblica è molto complicata anche perché a
prende forma una galassia di partiti estremi destinati ad avere un ruolo crescente, mossi dal sentimento
.
Il è quello di uno spazio vitale tedesco: combattere per costruire il proprio
lebensraum. È una . Espandere la Germania a spese della Russia. Le vecchie ideologie
pangermaniste vedevano un posto al sole per la Germania nel mondo coloniale. La nuova visione vuole
invece che l’Impero si costruisca in Europa. Hitler dice che sono stati i socialisti in Germania a pugnalare
alle spalle l’esercito. Dunque il socialismo d’ispirazione marxista viene visto come il nemico numero uno.
Il bolscevismo è una forza tramata dagli ebrei, un popolo senza radici diffuso, secondo la paranoia hitleriana,
e connesso da una rete sotterranea cospirativa. È una . Già precedentemente
circolavano documenti come i “Protocolli” dei Savi di Sion, in realtà inventato in Russia dalla polizia zarista.
Un caso eclatante di è “l’affaire Dreyfus”, in cui un generale ebreo francese fu accusato di
alto tradimento poiché sospettato di passare informazioni segrete. Si pensava inoltre che gli ebrei giocassero
ruoli importanti, soprattutto nella finanza.
L’antisemitismo circola nell’Europa dell’inizio Novecento. Il sindaco di Vienna Lueger, al quale
, era una grande antisemita. Ma il Fürer si ispirò anche al poeta bavarese Eckart, o il biologo
Rosenberg.
Quando Hitler uscì di prigione, dove scrisse il “Mein Kampf”, vide prendere forma l’idea del Fürer, e il suo
partito nazionalsocialista era ai vertici del potere. Per una piccola comunità, nel contesto della Repubblica
di Weimar degli anni Venti, Hitler è un capo molto carismatico.
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Le cose cambiano con la :i


capitali americani, alla base della
stabilità economica e politica della
Germania, vengono meno, e tutto
crolla su sé stesso. Milioni di
disoccupati tedeschi non sono la
chiave del nazismo (che esigeva già),
ma del suo repentino successo.
Alle , il
partito nazionalsocialista arriva al
37% dei voti, e diventa il primo
partito.
Hitler dispone di molti squadristi, persone armate pronte a combattere in una guerra civile. Un piccolo
partito rissoso si è trasformato in un partito di
massa. Alla forza centripeta si oppone la forza
centrifuga, verso partiti estremi che non
vogliono consolidare la Repubblica di Weimar,
ma distruggerla. Non basta solo conquistare il
delle masse, ma anche quello
. La storia tra il ’29
e il ’32 è la storia di una classe dirigente che
tenta l’impossibile pur di stabilire l’ordine
senza cedere ai partiti della guerra civile. È
importante, in questo caso il governo Brüning che governa in modo autoritario e che poteva emettere decreti
di emergenza che Hindenburg, capo della Repubblica, firma, senza passare dal Parlamento. Brüning cede il
passo al secondo cancelliere ovvero von Papen, un altro conservatore, l’uomo degli agrari con un disegno
liberticida. Si è sempre più decisi a cedere ad una destra che porti fuori la Germania dalle secche
democratiche. Ciò non riesce ad avvenire poiché abbiamo una destra che non ha un radicamento di massa.
È qui che si decida di dare il potere ad Hitler, che ha il consenso. Rispetto al Fascismo, una presa di potere
meno repentina, la dello Stato è un processo molto più rapido.
Il 27 febbraio del 1933 abbiamo un contesto molto pesante in cui arriva un momento di svolta con
e viene accusato il partito comunista. Hitler dice che la patria è in pericolo e il governo deve
diventare forza. In forza che assicura forti poteri al governo, Hitler firma e sospende i diritti
civili compresi la libertà di stampa e di associazione: .
All’inizio del marco del ’33 abbiamo le elezioni, accompagnate da violenze e intimidazioni che vedranno
vincitore il nazismo. Si annuncia il , quello di Dachau e viene realizzata una
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. La democrazia parlamentare weimariana è finita. Sono sciolti tutti i partiti tranne


quello nazionalsocialista.
Avvengono una serie di eventi importanti. Nel giugno del ’34 abbiamo la : i gruppi
delle SA, con a capo Rohm, furono assassinati per ordine di Hitler, che li teme e pensa che possano portare
il nazismo alla rovina. L’accordo con i vertici dell’esercito è fatto salvo e Blomberg, il generale, ringrazia
pubblicamente Hitler. Si illumina la stella del generale Himmler (che incarna l’ideale di )e
delle SS, che emergono. Nel corso degli anni ’30 anche Stalin farà stragi dei suoi compagni di partito per
consolidare le sue politiche.
Questo crea un : da una parte le norme (Hitler non abroga la Costituzione di Weimar) e dall’altra
uno Stato di polizia che agisce uccidendo e perseguitando.
Hitler compie importanti:
Nel marzo del ’43 Hitler porta fuori la Germania dalla Società delle Nazioni, a dimostrazione che
vi è una rottura tra questi Stati e la nuova Germania. Compie dunque il riarmo;
L’occupazione della Renania, zona smilitarizzata;
Cavallo di battaglia del suo piano politico, l’Austria entra a far parte della Germania.
La grande macchina della propaganda viene guidata da Goebbels. Hitler mira dritto verso la guerra.
Nel ‘35/’36 c’è una :
Quella che Hitler scarta, ovvero la tesi di Schacht, ministro dell’economia che viene fatto dimettere,
ovvero la proposta di far reinserire la Germania nelle relazioni internazionali e nelle reti del
commercio;
Quella che batterà Hitler, ovvero costruire un’economia volta alla costruzione rapida di una potenza
militare pronta il prima possibile a scatenare la guerra con il piano di Göring.
Il legame con l’Italia è il primo passaggio, poi insieme sosterranno Franco nella Guerra Civile spagnola per
poi firmare il patto con il Giappone.
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. . . .

La percezione dei leader politici del partito è che le , qualora continuino, rischino di
creare una società con l’economia privata. Secondo il determinismo marxista viene prima la struttura e poi
la sovrastruttura, ma in questo caso, il tutto è rovesciato: abbiamo una sovrastruttura socialista ma una
società arretrata che va rimessa al passo. L’agricoltura socialista è collettiva; la NEP è un compromesso, ma
non è il socialismo.
Dopo lo scontro tra Trotsky e Stalin, il trotskismo verrà visto come il male. Stalin si impossessa del
programma del suo nemico: vuole rompere con la NEP e , essere in grado come partito-stato
di entrare in possesso delle risorse dell’agricoltura. Vuole il Paese e renderlo , al
pari dell’Inghilterra, poiché secondo lui la guerra tornerà e lui vuole essere preparato. La chiave è esportare
per ottenere la valuta straniera e comprare attrezzature moderne. Lo Stato deve irrompere nell’agricoltura.
Abbiamo una nuova servitù di agricoltori deportati: la . Si divideranno le e occorrerà
un passaporto per circolare. Nascono i , un sistema concentrazionario di campi dove centinaia di
migliaia di persone vengono imprigionate e ridotte ai lavori forzati.
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La loro è duplice:
Repressiva: vengono riformate le leggi penali e se secondo l’articolo 58 si viene giudicati come
rivoluzionari con pena maggiore di 3 anni si finisce in un campo;
Si partecipa allo sforzo produttivo.

Lo sforzo di modernizzazione di Stalin presuppone la reintroduzione di forme di organizzazione sociale


precedenti, tornando quindi alla schiavitù. Questo è un paradosso, una .
L’uguaglianza è puramente retorica, poiché negli anni ’30 si sta fondando una , fatta non solo
di borghesi, aristocratici eccetera, ma di gruppi chiusi, di una piramide gerarchica.
Il dominio di Stalin durerà fino al ’53, anno della sua morte. Inizierà a godere di una legittimazione della
sinistra per l’antifascismo. L’internazionale comunista, un prolungamento del potere di Stalin, definisce i
socialisti come fascisti, mettendoli sullo stesso piano. Si proporranno alleanze chiamate i Fronti Popolari,
comunisti fondati in URSS che aiuteranno i repubblicani contro Francisco Franco.
Nel ’35 si farà un patto: gli USA nel ’33, poco dopo il regime fascista, riconoscerà il regime sovietico. Salvo
poi trovare Stalin alleato con Hitler nel ’39 con il patto Molotov-Ribbentrop. Stalin è stato descritto come
un dittatore insicuro, al contrario di Hitler, poiché manca di carisma e le sue politiche sono brutali e
disastrose (l’economia collettivizzata non funziona e i contadini macellano le loro bestie pur di non
consegnarle allo Stato).
Nel ’32 assistiamo a segnali di : la produzione agricola sta diminuendo e si fa la “legge della spighe”.
Esploderà nel ’33 in Ucraina, nel Caucaso e in Kazakistan, dove si produce la morte di massa, a cui assistono
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giornalisti come il gallese Gareth Jones.


Vengono riportati anche casi di cannibalismo.
Questa carestia è considerata un genocidio
staliniano, che ha colpito anche le aree più
ricche del Paese.
Stalin decide di aumentare le quote richieste.
È odiato.
Il giurista polacco Lemkin, osservando ciò che
Hitler sta facendo nella Seconda Guerra
Mondiale parla per la prima volta di genocidio.
Stalin minaccia sia i contadini che gli ucraini,
piegandoli con la fame, utilizzandola come
mezzo politico.
Il ’36 è l’anno della , che si dice sia la più bella al mondo, ma in realtà è solo
un’illusione. Il terrorismo di Stalin riprende con le . Deve chiudere i conti con la vecchia
guardia, con dei processi assurdi. Abbiamo anche ordini segreti ai quali Stalin ordina la lotta ai polacchi,
vittime del , per paura del suo potere assoluto ma precario.
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10

Il concetto di prende forma nel contesto europeo degli anni ’20 e ’30 ed utilizzato dagli storici
per indicare il nazismo tedesco, il fascismo italiano e il regime sovietico. Questi regimi si somigliano tutti
per alcune caratteristiche, come leader carismatici, l’abolizione dei sindacati, il monopolio dei mezzi
d’informazione…
Hannah Arendt scrisse “The Origins of Totalitarianism”, dove confronta questo tipo di regimi pur in
contrasto tra loro. Tuttavia pensava che il fascismo non fosse un regime totalitario, o che lo fosse solo in
parte.
Con l’ , l’Italia diventa l’incarnazione dello Stato venditore. Di fatto, però, una parte di queste imprese
rimangono pubbliche.
Il filosofo Alberto Aquarone, secondo uno studio degli anni ’60, scrisse “L’Organizzazione dello Stato Totale
in Italia” in cui egli stesso, come la Arendt, pensava che il fascismo fosse uno stato totalitario tendenziale,
poiché, tra le tanti ragioni a suo favore, abbiamo la presenza della , che è stata un’alleata di Mussolini
dal punto di vista istituzionale (testimoni sono i Patti Lateranensi che mettono fine alla questione romana),
ma anche una presenza sociale non riconducibile al fascismo, ma che ne condivide il tradizionalismo e la
lotta al comunismo. Abbiamo la presenza della , forza alleata, non presente né in Germania né
nell’URSS. È complicato il rapporto che Mussolini ha con l’arma e i carabinieri, fedeli al re, che gli
impongono dei limiti.
Nel ’38 arriveremo all’ , ovvero l’unificazione dell’Austria (luogo di grandi conflittualità politiche)
e della Germania. Si parla di austro-fascismo, un governo che guarda non tanto al regime di Hitler, ma
all’Italia fascista.
L’anno dopo
inizierà la guerra.
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Dopo l’Anschluss avremo altre due crisi, ovvero la caduta della Cecoslovacchia e l’attacco alla Polonia, che
sarà l’evento che porterà allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Intanto il aveva iniziato
con l’attacco in Manciuria, condannato dalla Società delle Nazioni da cui il Giappone uscirà. Nell’ottobre
del ’35, l’Italia fascista attua la sua ultima guerra coloniale attaccando l’ (anch’essa membro della
Società delle Nazioni). Il fascismo prosegue così una politica volta alla costruzione.
Nel ’32, Omar al-Mukhtar, detto il Leone del Deserto, viene catturato ed impiccato dagli italiani che usano
metodi brutali. Mussolini viene applaudito come fautore dell’Impero. La Lega delle Nazioni, guidata da
Londra e Parigi, sancisce delle sanzioni economiche contro l’Italia, per metterla in una posizione di
isolamento. Nel ’35 la Russia firma un patto franco-sovietico.
Il ’36 è l’anno dello scoppio della . Cambia la politica di Stalin: prima vedeva con
grande conflittualità i Paesi occidentali, tanto che al congresso del ’28, il sesto dell’Internazionale Comunista,
i socialisti furono messi allo stesso livello dei fascisti, ma ora si schiera per aiutare i repubblicani. Già nel
’23 con Primo de Rivera, che fece un colpo di Stato, abbiamo una prima dittatura in Spagna. Poco dopo ciò
avviene anche in Portogallo con Salazar.
Il fronte popolare vince le elezioni in Spagna e la Repubblica si forma, ma uno dei generali dell’esercito,
Francisco Franco, con un colpo di Stato impone il suo potere. Scoppia una guerra molto violenta che durerà
tre anni e coinvolgerà tutti gli Stati europei. Italia e Germania sostengono Franco mandando le loro truppe.
L’URSS fonda le brigate internazionali a favore della Repubblica. L’aiuto sovietico non fu isolato, ma era un

tentativo da parte di Stalin di fare i conti in Spagna non solo e non tanto con il fascismo, ma anche contro
le altre forze radicali di sinistra, come il movimento trotskista.
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Le elezioni americane del ’32 sono vinte dal democratico F. D.


. Sono gli anni del New Dial. È finito il lungo decennio
repubblicano dopo Hoover che affrontò il . La
tradizionale ortodossia finanziaria suggerisce che davanti ad una crisi,
il governo deve intervenire il meno possibile, poiché secondo i liberali
rischia di fare solo ulteriori danni; tuttavia, Roosevelt cercherà di
immettere nuove risorse nel sistema economico, rompendo con la
tradizionale filosofia liberista. L’idea che il capitalismo abbia degli
spiriti animali che debbano sfogare la propria aggressività ha prodotto
una grande crisi, e si avanzano le idee di coloro che chiedono un
intervento da parte del governo.
Iniziano a circolare le idee dell’economista inglese J. Keynes, autore
di un importante trattato economico in cui sosteneva che sul lungo
periodo tutto si sarebbe sistemato, ma il tempo perduto sarebbe stato
troppo prezioso. Questo avrebbe spinto il popolo a votare partiti estremisti (come accadrà in Europa). La
chiave sono i , che possono modernizzare i Paesi e al tempo stesso fornisce lavoro per il
bisogno di manodopera.
Nasce la Tennessee Valley Authority (agenzia generale con sede ha Washington) per promuovere lo sviluppo
delle aree depresse mettendo a disposizione capitali e tecnologie.
Questo che prende forma allora, diventerà poi europeo, e verrà utilizzato anche in
Italia per la questione meridionale.
Si controllano i titoli in borsa, misura fondamentale poiché la speculazione fu decisiva per la crisi. Nasce
l’assicurazione sui depositi bancari.
Questo quadro dello Stato, con il Social Security Act, tende a mettere sullo stesso piano imprenditori privati,
rappresentati sindacali e burocrazia governativa.
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12

La democrazia liberale gode di tanti prestigi negli anni ’30, anche se i regimi come quello stalinista e nazista
attirano l’attenzione delle masse.
La distruzione dello stato cecoslovacco nel ’39 sulla base degli accordi di Monaco è un momento drammatico
che ci porta ai limiti della guerra, che scoppierà con l’ , che avvenne dopo che il
regime nazista si è segretamente accordato con quello staliniano per la sua spartizione nel patto segreto di
. Il grande obiettivo di Hitler era quello di un Impero costruito ad est, nei territori
sovietici.
La Polonia venne divisa in tre
parti:
la parte occidentale in mano
alla Germania;
un governatorato legato alla
Germania;
provincie orientali
sovietizzate.
Le politiche contro la popolazione
civile furono brutali, poiché gli
invasori tentarono di distruggere
l’identità della nazione polacca. I
primi arresti furono verso la classe
dirigente e i vertici della Chiesa.
L’idea era quella di decapitare la
Polonia della sua testa pensante e
distruggerne l’identità.
Fu applicato brutalmente anche
l’ . Le Leggi di
Norimberga creano un regime di
segregazione.
Nel ’38 avviene la prima vera
aggressione fisica degli ebrei
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austriaci, poi nella , ovvero i pogrom antisemiti che scoppiarono su scala nazionale nella
Germania nazista nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938.

Si vuole spingere gli ebrei verso il governatorato generale dove prendono forma i , ostracizzandoli
dalla società tedesca.
La , linea di difesa militare francese, viene sbaragliata dai carri tedeschi che giungono a Parigi.
Nel giugno del ’40 viene firmata una pace che segna la fine della democrazia nell’Europa continentale.
Marc Bloch, autore de “La Società Feudale”, scriverà un libro dedicato alla sua epoca, parlando di una
“strana disfatta” di un intero Paese con un esercito che non prova neanche a combattere e che soccombe.
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Sarà un militante della resistenza francese che verrà fucilato dai nazisti.

L’ invece resiste. Di lì a poco inizieranno gli attacchi aerei dell’Operazione Leone Marino da parte
dei nazisti, ma anche un’eroica resistenza degli inglesi che riusciranno a respingere gli sbarchi in Inghilterra.
La vede un attacco piuttosto vile alla Francia al quale segue poco dopo un patto
militare tripartito insieme ai tedeschi e i giapponesi, l’Asse Roma-Kyoto-Berlino. Inizia così la guerra italiana
che ha il suo primo momento nell’attacco alla Grecia nel 1940 dall’Albania che fu occupata l’anno prima.
Questo attacco fu un disastro totale poiché non si riuscì a sottomettere la resistenza dei greci, e la Germania
fu costretta a intervenire.
Il 22 giugno del 1941 le truppe tedesche passano il confine ed inizia la seconda fase della guerra che si può
dividere in due grandi blocchi:
’32-’41 dove vediamo i sovietici e i nazisti alleati e gli Stati Uniti in disparte;
dal giugno del ’41 Hitler decide di rompere la sua alleanza con Stalin e di attaccare l’URSS, sin dagli
anni ’20 la vera guerra per l’impero e per lo spazio vitale.
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L’avanzata tedesca travolge il baltico. L’Armata del Nord punta a Belgrado e poi a Mosca. L’avanzata a sud
punta l’Ucraina e poi verso il Caucaso per il petrolio.
Il è il corrispettivo della Germania nazionalsocialista nella sua volontà di voler costruire un
impero. È una grande potenza che ha come spinta espansionista quella di acquisire materie prime in altri
Paesi asiatici.
I si articolano in due partiti.
Partito nazionalista di Kuomintang;
Partito comunista di Mao Tse-Tung.
Fu una resistenza brutale, ricordiamo l’episodio
dello stupro di massa. Ogni anno si celebra la
liberazione dal Giappone.
Il Giappone entra in una deriva militare. I civili
hanno sempre meno spazio a Tokio negli anni
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’30. Sono gli anni della grande crisi e di quel sistema di compartimentazione del mondo che si divide in
blocchi preferenziali del commercio.
A seguito del famoso evento di , durante il quale una flotta di portaerei della Marina imperiale

giapponese attaccò le flotte militari statunitensi, gli Stati Uniti entrano in guerra il 7 dicembre del ‘41. Fino
a quel momento l’opinione pubblica americana era ostile all’idea della guerra. Diventa davvero una guerra
mondiale.
Nell’agosto del ’41 Churchill e Roosevelt firmano una parlando di cooperazione economica
e un’organizzazione internazionale che saranno poi le . Gli Stati Uniti combattono
indirettamente anche al fianco dell’URSS che ha bisogno di rifornimenti e materie prime.
Nelle battaglie tra ’42 e ’43 avremo l’inizio della svolta:
Da ricordare quella di in cui i sovietici riusciranno a respingere l’offensiva nazista e ad
iniziare una controffensiva che riconquisterà tutti i territori caduti nelle mani dei tedeschi.
La battaglia navale del segna l’inizio della sconfitta dei giapponesi.
La terza battaglia da ricordare è quella in , in cui gli italiani e i tedeschi vengono sconfitti ad
El-Alamein.
A Casablanca in Marocco, Churchill e Roosevelt firmano l’ : la guerra finirà senza
accordo, ma solo con la resa degli offensori.
Nel 10 luglio del ’43 abbiamo lo sbarco degli alleati in Sicilia: il mondo sa da chi verrà vinta la guerra. Un
paio di settimane dopo Mussolini verrà sconfitto e Hitler si troverà da solo, costretto al suicidio. I campi di
sterminio subiranno un’accelerata che andava di pari passo con l’avanzata degli alleati.
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13

L’8 settembre viene trasmesso alla radio l’ , e l’Italia esce dalla guerra al fianco dei tedeschi. Sul
territorio italiano avviene uno scontro tra l’esercito nazista e fascista (che si riorganizza nella Repubblica di
Salò, con Mussolini liberato dai paracadutisti nazisti dopo essere sttao arrestato dagli Alleati) e la
antifascista: è una tra italiani che durerà 20 mesi. Grandi città italiane come Napoli,
Roma, Firenze, verranno liberate, fino al del ’45 in cui gli Alleati hanno liberato l’Italia tutta dal
nazi-fascismo.
Nel giugno del ’44 avremo lo : le truppe inglesi, americane e canadesi sbarcano nella
Francia nazista e fratturano le difese tedesche in europa, liberando il Paese e dirigendosi verso la Germania.
L’Armata Rossa russa libera i suoi vecchi territori da oriente puntano Berlino. Hitler è circondato.
La Seconda Guerra Mondiale è stata una che ha coinvolto anche i civili in svariati modi, come
tramite i bombardamenti, non ci si accontentava più del solo fronte. Hitler voleva coventrizzare, ridurre in
cenere intere città.
È una , soprattutto quella combattuta ad est, più che ad ovest, volendo distruggere
i quadri dello stato sovietico, portare alla morte gli slavi facendoli patire la fame e perseguitando gli ebrei.

L’idea era quella di separare gli ariani dagli ebrei, ma nessuno immaginava davvero a cosa sarebbero arrivati
i .
Nel giugno del ’41 abbiamo un salto
ancora più brutale, quando i nazisti
raggiungono lo stato sovietico e danno
inizio alla politica di annientamento.
L’idea della degli ebrei è il
piunto di arrivo di una serie di propositi
che non fu possibile mettere in pratica
(individuano in modo grottesco l’isola del
Madagascar, un isola ad oriente del
continente africano, adottando l’idea di
organizzare un flusso di navi che avrebbe
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portato gli ebrei fuori dall’Europa, qualcosa di impossibile poichè il Pacifico era enlle mani degli inglesi che
non lo avrebbero concesso). Dalle fucilazioni si passa alle per un motivo logistico: è più comodo
ucciderli in massa e chiuderli in uno spazio tutti insieme, senza dover vedere in volto donne e bambini
durante la loro uccisione. Inizialmente sono vagoni, rudimentali camere su quattro ruote, poi diventeranno
ciò che conosciamo.
Essendo un nazionalista-imperialista, capendo che non può vincere, vede che l’unico programma che può
realizzare è distruggere la presenza ebraica in Europa; da qui viene la radicalizzazione estrema che porta alla
deportazione di ebrei da tutta l’Europa.
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Quando l’Armata Rossa, dopo Stalingrado, recupera posizioni e punta verso Berlino, inizia uno dei capitoli
più tristi della coda della guerra, ovvero lo .
L’ , dove furono trovati morti centinata e centinaia di polacchi, fu attribuito ai tedeschi,
scoprendo poi che fossero stati i sovietici.
L’8 maggio i tedeschi capitolano, dopo che il loro leader si è tolto la vita il mese prima. Tuttavia gli Stati
Uniti vogliono piegare il Giappone: sganciano le , su Hiroshima e Nagasaki, che fa anche
da avvertimento ai sovietici, quasi ad anticipare la Guerra Fredda che si avrà a partire dal ‘47.

La conferenza di Teheran in Iraq è stata la prima occasione nella quale si riunirono i cosiddetti "Tre Grandi"
della seconda guerra mondiale: Iosif Stalin, per l'Unione Sovietica, Franklin D. Roosevelt, per gli Stati Uniti
d'America, e Winston Churchill per il Regno Unito. Ricordiamo anche la , dove vengono
prese importanti decisioni per il dopoguerra. Si stabilisce, secondo una grande ottica di concessione, lo
spostamento ad ovest della frontiera della Polonia. Questo spinge gli occidentali a ricostruire la Polonia più
ad ovest, prendendo dei territori che precedentemente erano tedeschi. Jalta diventa, nell’anticomunismo
generale, in sinonimo del tradimento. È il sinonimo di un appeacement.
Gli Usa chiedono di entrare in guerra contro il Giappone, in cambio potranno possedere quelle isole che
appartenevano al nord del territorio nipponico. Si sviluppano i discorsi già avviati di dar vita alla nuova
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Società delle Nazioni: nasce la , durante la prima assemblea a San Francisco, nel ’45. Al fondo vi è una
strategia statunitense molto diversa rispetto a quella del primo dopoguerra. Facendo riferimento al
“Preponderance of Power” di Leffler, si ricostruisce cosa avviene nella testa dei voice makers americani e dei
funzionari dei diversi ministeri che si occupano della . Gli USA non possono
disinteressarsi a ciò che accade in Europa, poiché esiste una catena negativa in assenza di una leadership
internazionale.
Questa leadership deve coinvolgere le altre potenze nella co-gestione delle problematiche per far sì che
nessuna situazione degeneri.
Nella gli Stati Uniti disegnano un nuovo sistema monetario, un sistem di
campi fissi che si realizza intorno al dollaro, unica moneta convertibile in oro, attorno a quale tutte le monete
del mondo ruotano, il che diminuisce le svalutazioni competitive. Si procede verso la riapertura degli scambi
commerciali con il , un accordo generale sulle tariffe e sul commercio, abbattendo i dazi degli anni
’30 e attuando degli scambi multilaterali. Per queste strade prende forma l’ .
È un mondo che mira alla pace.
La risposta sovietica è negativa: la concezione di Stalin della sicurezza è territoriale. Voleva inoltre Stati
amici da rendere il più possibili simili all’URSS. Il terzo è un peculiare
trattamento della Germania: questo territorio è il centro del capitalismo europeo, il cuore pulsante
dell’industria che Stalin vuole de-industrializzare per rimontare le fabbriche nei confini sovietici. Questo fa
saltare il livello di autodeterminazione dei popoli. Questo tipo di visione fa sì che i Paesi puntati da Stalin
vengano spinti a guardare a Occidente nonostante siano legati al mondo sovietico.

Nel ’47 Truman espone la sua dottrina e Kennan parla del della strategia difensiva (in realtà
offensiva) di Stalin. Questo containment trova il suo battesimo negli aiuti alla Grecia e alla Turchia.
Vengono attuati il piano Marshall (che trasferisce milioni di dollari in tecnologie ai paesi europei che
aderiscono, eccezion fatta per Stalin ed i suoi Stati amici) ed il patto Atlantico.
Tra il 1945 e il 1949 la Germania fu posta sotto l’amministrazione delle potenze alleate – gli Stati Uniti,
l’Inghilterra, la Francia e la Russia – che in base agli accordi di Jalta (4-11 febbraio 1945) e di Potsdam (17
luglio – 2 agosto 1945) crearono quattro zone di occupazione. Dopo la celebrazione del processo di
Norimberga contro i criminali nazisti (14 novembre 1945 – 1° ottobre 1946) e la smilitarizzazione della
Germania, a partire dal 1946 le tensioni tra le potenze del blocco occidentale e l’Unione Sovietica si fecero
più acute. Nella fu attuata, con il sostegno degli Stati Uniti, un’importante riforma
monetaria (giugno 1948) che, insieme agli aiuti concessi con il piano Marshall e alla rinuncia da parte degli
occupanti alle riparazioni di guerra, permise una rapida ricostruzione del paese. Nella , invece,
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i sovietici procedettero a nazionalizzare l’industria pesante e le banche, a varare una riforma agraria che
spezzò l’organizzazione tradizionale del latifondo prussiano e promossero la fusione del Partito comunista
e del Partito socialdemocratico nel Partito socialista unificato tedesco, la SED (aprile 1946). Preoccupato
dalla prospettiva della rinascita di una Germania occidentale schierata in funzione antisovietica, Stalin attuò
il “ ”, chiudendo gli accessi via terra alla città.
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14

‘50

Per utilizzare l’espressione dello storico Federico Romero, autore di “Storia della Guerra Fredda”, si pone
come sottotitolo il teatro della guerra fredda. Gli sono due grandi potenze mondiali, e
successivamente al secondo conflitto bellico, abbiamo il .
Ricordiamo che l’innesco della guerra fredda siano stati gli aiuti alla Grecia e alla Turchia.
È la fine del monopolio atomico degli USA. L’Unione Sovietica riesce con degli esperimenti ad arrivare al
loro stesso livello di conoscenza riguardo gli ordigni nucleari, anche se la disparità rimane.
Il ’49 è un anno importante poiché il blocco socialista si espande: i comunisti cinesi vincono la loro guerra
civile contro i nazionalisti (Guomindang era il nome del partito) e nasce la .

La Corea del Sud, Taiwan, il Giappone e le Filippine si


alleano con gli Stati Uniti. Questo è il containment
asiatico: cinesi e sovietici sanno che non c’è modo di
sovietizzare questi Paesi.
È una situazione di tensione in Asia, che scoppia con il
problema della Corea: così come la Germania, anche
questo Paese viene diviso in due. Successivamente avremo
anche due Vietnam.
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Il presidente dell’epoca della , Kim Il-Sung, invade la Corea del Sud con le sue armate per
riunificare il territorio, nonostante Stalin non fosse del tutto d’accordo. Gli stati Uniti sono obbligati a
intervenire a sostegno, secondo la : bisogna respingere i comunisti e i loro attacchi
con una forza pari e opposta.

Scatta la che diventa sino-americana. Si ha la percezione in tutto il mondo di essere sull’orlo


della Terza Guerra Mondiale, ma ben presto si arriva ad uno stallo, finchè la guerra non terminerà con un
armistizio nel ’53, con la morte di Stalin.
Si va verso una trasformazione delle relazioni tra Stati Uniti e il blocco sovietico, verso una
tra i due sistemi. È anche il periodo della : i grandi Imperi costruiti nell’Ottocento
crollano e i grandi Stati nazionali guarderanno ad entrambi i modelli per scegliere di seguirne uno solo.
Lo studio delle tecnologie atomiche porterà a considerare il confronto su scala nazionale la peggior soluzione
possibile. Le nuove bombe termonucleari, capaci di essere trasportati su missili intercontinentali, sono in
grado di produrre devastazione su larga scala.
Negli anni ’60 si arriverà a ragionare nei termini di co-governo dell’energia atomica con incontri volti a
diminuire e rallentare la produzione di armi nucleari per tenere sotto controllo l’arsenale ed evitarne la
proliferazione.
“La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi”, detto dal generale prussiano Carl von
Clausewitz, è una citazione non più veritiera, perché sarebbe la vera e propria fine del mondo!
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Successivamente abbiamo la , iniziata nel


’62, che rischò di portare allo scontro bellico URSS e
USA. Nel ’59 vinse dopo una lunga guerriglia Fidel
Castro, che iniziò una rivoluzione nazional-progressista
contro il regime corrotto di Batista, tendendo sempre di
più la mano verso l’Unione Sovietica che aveva sempre
visto Cuba come avamposto sovietico sotto la pancia del
nemico americano. Vengono installati dei missili sovietici
puntati verso le città americane, segreto che venne
scoperto dagli aerei americani. Inizia una
crisi terribile: le navi sovietiche che
viaggiavano verso Cuba si avvicinano e si
rischia la guerra. Sta ai dirigenti Krusciov
e J. F. Kennedy uscirne.
Nell’agosto del ’61 viene costruito il
dalle autorità della Germana
orientale, dunque comunista, che
convincono i sovieticif che questo fosse
l’unico modo per fermare il flusso di gente che da Berlino est scappava verso l’ovest.
I movimenti naizonalisti in
sono molto forti,
influenzati dalla co-
prosperità giapponese che ha
suscitato un senso di
orgoglio in Asia.
Nel ’54 i francesi accettano
di lasciare il Paese e il
Vietnam viene diviso in
Vietnam del Nord, stato
comunista con capitale
Hanoi e i guerriglieri
vietcong, e Vietnam del Sud
con capitale Saigon.
Gli Stati dell’Europa orientale vengono sovietizzati in modo molto semplice, riproducendo caratteristiche
tipiche del modello sovietico come il partito-stato.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Se in Occidente entra in valore il piano Marshall, in Oriente si denuncia il modello coloniale degli USA,
drenando a loro volta le risorse degli stati colonizzati.

La Turchia sarà il bastione degli Stati Uniti in Oriente. Negli anni ’50 l’Albania enterà improbabilmente in
rapporti con la grande Cina.
Il progetto di Tito, presidente e generale, era fare della il punto di riferimento del socialismo
balcanico. Stalin non accetta che ci sia un uomo che voglia diventare suo secondo, dunque lo caccia dal
blocco. La Iugoslavia ne diventa estranea, non allineata né all’oriente né all’occidente.
Nel ’53 Berlino è teatro di una rivolta da parte della classe operaia che si oppone alla sovietizzazione, che
non garantisce le libertà e non gli permette di scioperare. Nel ’56 abbiamo proteste a Polonia e in
(guidate dal comunista Imre Nagy, duramente represse dai carrarmati del patto di Varsavia, corrispondete
orientale della NATO) dove emerse che la speranza di alcuni dell’intervento degli Stati Uniti, fu delusa.
Quest’impossibilità di governare attraverso il consenso ma solo tramite la repressione è tipica di questi paesi.
Nel ’68, grande esempio ne è l’episodio di Praga.
La CECA (Comunità europea del carbone e dell'acciaio) risorsa dell’industria franco tedesca viene raccordata
per l’Europa a favore della pacificazione delle risorse. Il grande miracolo italiano, un vìbalzo avanti trainato
dal mercato europeo, risale proprio a questi anni. L’Europa non si sta solo americanizzando, ma sta anche
diventando autonoma.
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15

Il riarmo durante la geurra fredda è stato quasi una garanzia nei confronti della pace.
Per quanto la Guerra Fredda abbia avuto una dimensione inquietante, come le guerre locali o il conflitto
ideologico, per l’Europa occidentale gli anni ’48-’73 (anno della crisi petrolifera) sono stati anni di grande
, chiamati temps
glorieux. L’idea del consumo del
mercato è centrale, nasce quello che
sarà la : grandi
masse precedentemente escluse dal
mercato vengono incluse ed entrano
sulla scena i giovani, soggetti
. Nascono beni di
consumi di massa come l’automobile
privata o la presenza degli
elettrodomestici in ogni casa,
puntando al . Questo stride
con il tipo di cresscita economica dei
paesi egemonizzati dall’URSS, che si
concentrano sull’industria meccanica.
Nasce l’idea dell’ , soprattutto nella Germania occidentale: la forza propulsiva
dell’industria è il mercato, che produce differenze e disuguaglianze sociali. Viviamo il momento tipico del
(lo stato sociale in italiano), ovvero un finanziamento pubblico attraverso la tassazione
progressiva della ricchezza, di alcuni settori come la scuola, la sanità, il sistema pensionistico.
Il prototipo del Welfare State viene dall’Inghilterra, dove Lord Beveridge, un liberale, aveva ragionato su
questi schemi anche durante la guerra, e pensava che lo Stato non potesse non intervenire nel privato e nelle
famiglie. Durante il 1945 salgono al potere i laboristi, partito di sinistra, che mette in atto una serie di misure
che vanno in questa direzione. T. H. Marshall, autore del saggio “Citizenship and Social Class” ripercorre
la storia contemporanea riprendendo una serie di diritti, concludendo con quelli sociali.
Isaiah Berlin, studioso del Novecento, ha messo in risalto i concetti di libertà positiva (quando il cittadino
partecipa e lo Stato interviene) e negativa (ove lo Stato non interviene) nel campo dei diritti sociali.
Le tutele sociali hanno la funzione di stabilità politica, data da questi vasti programmi che creano .
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Il (che viene dal grande imprenditore di autovetture Ford) è quel modo di organizzare la
produzione in fabbrica con la catena di montaggio, che permette nell’interazione tra uomo e macchina una
maggiore produttività e un abbassamento dei costi.

Questo modello prende la piega del , ovvero la tendenza di determinati gruppi sociali
all'organizzazione in forme corporative non istituzionalizzate. Gli alti salari e la politica fiscale ridimensiona
il tutto.
Alla fine degli anni ’50 abbiamo la di Galbraith, società di benessere e larghi consumi che
rappresenta una radicale trasformazione.
Negli anni ’50 l’Italia era un Paese prevalentemente contadino che si trasforma velocemente in Paese
industrializzato, anche a causa dei moti migratori. Nel ’57 nasce il Mercato Europeo che allarga la domanda
per le industrie.

Gli sono la grande locomotiva delle società industrializzate. Hanno avuto un grande ruolo
durante il secondo conflitto mondiale, non solo per la loro potenza, ma anche per aver sconfitto la crisi del
’29 con la produzione bellica. Roosevelt muore nel ’45 e gli succede Truman che non credeva molto nel
progetto rooseveltiano di coinvolgere i sovietici. Agli inizi degli anni ’50, il senatore McCarthy, ultra
conservatore, diede vita al maccartismo, ovvero un fenomeno brutale che consisteva nella caccia ai filo-
comunisti.
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In lo Stato nazionalizza alcuni settori industriali, come per esempio le miniere. L’inghilterra
si piega su sé stessa, anziché continuare il suo ruolo imperiale, per il benessere del proprio Paese. La special
friendship con gli USA prende forma.
Vale la pena citare la del ’56, il momento in cui il governo egiziano (di cui a capo vi è un
militare, Nasser, che vuole costruire un regime autoritario e militare, nonché moderno) entra in grave
conflitto con gli inglesi che non volevano finanziare i suoi progetti di modernizzazione, in particolare la
diga di Assuan, che avrebbe permesso l’elettrificazione dell’Egitto. Questa sua difficoltà a relazionarsi con il
mondo occidentale spinge l’Egitto a chiudersi e a nazionalizzare il canale di Suez, obbligando gli ospiti a
pagare un dazio, creando un conflitto. Gli inglesi fanno guerra a Nasser insieme alla Francia e al piccolo
Stato di Israele (che vedono in lui un nemico della causa israeliana). Questa guerra viene fermata dagli USA.
Le vecchie potenze del passato vogliono fare guerra, ma le nuove potenze, USA e URSS, si mettono d’accordo
per porre fine allo scontro: si vede il cambio d’epoca.

La del secondo dopoguerra rinasce come “Quarta Repubblica”, dopo essersi sciolta nel ’40, con
l’attraversamento della linea Maginot. Il governo rimane instabile. I partiti sono riusciti in qualche modo a
ridimensionare e sconfiggere l’ipotesi De Gaulle (militare a capo della resistenza francese). Charles De
Gaulle voleva una repubblica dal governo autorevole in cui i partiti funzionassero per equilibrare il sistema,
non per distruggerlo come avveniva negli anni ’30. La sua idea era sostanzioalmente quella di una repubblica
presidenziale, non in linea col volere di alcuni partiti. Con il partito da lui formato (Unione dei Democratici
per la Repubblica), insieme ai cattolici e ai repubblicani forma la troisième force in una sorta di sindrome
weimariana. La quarta repubblica non riesce a gestire la guerra di Algeria, paese francese dal 1830, mosso
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dal desiderio di decolonizzarsi. De Gaulle viene eletto e diventa


Presidente della Repubblica che propone una riforma
costituzionale che vede la Francia trasformarsi da repubblica
parlamentale a semi-presidenziale. È il fondatore della Quinta
Repubblica francese. Nel ’62 l’Algeria verrà resa indipendente ed
inizia a collaborare con la Francia.
In , durante la guerra fredda, si crea una coalizione
centrista al potere, con Alcide de Gasperi, caratterizzata da una
paura nei confronti dei comunisti, allontanati dal governo. È uno
scontro politico e sindacale di grande forza. L’Italia è spaccata in
due dalla guerra fredda e siamo sull’orlo di una guerra civile.
Tuttavia questo inizia
la marginalizzazione delle politiche di sinistra che di fatto non
possono partecipare al governo. Il sistema del centrismo
accompagna la grande trasformazione del Paese. Nel ’54, alla morte
di de Gasperi, il sistema andrà lentamente ad evolversi verso il
centro-sinistra poiché la morte di Stalin cambia tutto, e il partito
socialista inizia ad allontanarsi da quello comunista. Nel ’56, il
segretario del partito socialista sovietico Krushiov critica la politica
di Stalin.
La è importante poiché non è solo un sistema politico spaccato in due come avviene in Italia,
ma anche un Paese diviso in due parti. La Germania occidentale è un Paese con capitale a Bonn che si basa
sulla negazione costituzionale dei partiti che avevano distrutto la Repubblica di Weimar (estrema destra
nazional-socialista e comunismo). È una democrazia parlamentare nella quale per 15 anni governerà il
partito di cui Angela Merkel è l’attuale presidentessa, ovvero l’Unione Cristiano-Democratica di Germania.
Diventa il cuore del modello dell’economia sociale di mercato, che si mette al centro dell’Europa e produce
manodopera fondamentale per gli anni ’50. Al di là di questo, è un Paese che fa fatica a fare i conti del
passato, nonostante Norimberga. Dal punto di vista istituzionale, la Grundgesetz è la legge fondamentale
della Germania, la Costituzione. Il parlamento è diviso in due rami, uno eletto a suffragio universale, mentre
l’altro è l’assemblea dei rappresentanti dei diversi territori ribadendo la concezione federale tipica tedesca.
Non è uno Stato centralistico. I meccanismi di stabilizzazione politica prevista da questo sistema si basa su
alcuni punti fondamentali:
Sfiducia costruttiva: il Parlamento non può sfiduciare il governo se non ha già un altro accordo;
Sbarramento al 5%, che serviva a scoraggiare piccole formazioni a presentarsi alle elezioni;
L’inflazione è governata con un piglio durissimo dalla banca tedesca, poiché erode il potere di acquisto dei ceti a reddito fisso creando
instabilità di tipo politico, non solo economico.
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16

Nel mondo della Guerra Fredda questo nuovo concetto si intreccia con il conflitto. Nascono nuovi Stati
sull’onda del crollo degli Imperi. Le due guerre mondiali rappresentano un periodo di crisi profonda non
solo economica o commerciale, ma anche un declino dell’Europa e del suo posto nel mondo. Gli Imperi
fanno immediatamente un tentativo di riforma nel secondo dopoguerra, volendo vedersi affidati con una
punta di razzismo, i Paesi in via di sviluppo. Tuttavia questa sarà la strada della distruzione del dominio
inglese in in primis. Il partito del congresso, con a capo Nahru, vede vincere la rivoluzione
indipendentista indiana, attraverso una via consensuale, poiché il governo inglese concede e ritira i suoi
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apparati. Tuttavia quest’indipendenza porterà ad un conflitto interno alle etnie del subcontinente indiano,
poiché è caratterizzato dalla differenza tra indu e musulmani.
Nasce uno Stato musulmano (il Pakistan) e uno induista (l’India). Vedremo molte guerre indo-pakistane.
L’irrigidimento delle personalità religiose fa sì che il sogno di Gandhi di ottenere un’unica India, non possa
realizzarsi.
Spostandoci a sud-est, vediamo la situazione dell’ , ovvero quell’arcipelago che è stato di
dominio olandese per diversi decenni e nel ’49 ottiene l’indipendenza con il leader di sinistra Sukarno, laico
nonostante il Paese sia di predominanza islamica.
La penisola indocinese è formata da
due Paesi importanti nella storia del
Novecento: il e la
Cambogia.
Il primo era parte dell’Impero
francese, cacciato dai giapponesi. Il
nazional-comunismo delle
popolazioni autoctone vietnamite,
organizzate in un partito, riescono a
battere i francesi nella battaglia di
Dien Bien Phu nel ’59. Nella
conferenza a Ginevra si decide di
dividere in due il Vietnam al
17esimo parallelo (Vietnam del
Nord comunista con capitale Hanoi
e Vietnam del Sud con capitale
Saigon). Il nord voleva unificare
l’intero Paese, in forza del fatto che
al sud esista una guerriglia che
continua a minare le istituzioni
repressive del sud, che va verso la
disgregazione. Gli USA devono intervenire: si pensa che perdendo il Vietnam si arriverebbe ad un effetto
domino che porterebbe tutti i Paesi vicini a diventare comunisti. Inizia un’escalation militare pensata
da Kennedy e continuata da Johnson, suo successore dopo il suo assassinio.
Furono usate anche bombe al napalm. Nel ’75 vediamo l’ultimo ritiro degli Stati Uniti e la nascota del
Vietnam comunista. L’idea di un piccolo Paese che combatte come un grande Impero influenzerà anche
gli anni della contestazione giovanile.
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Anche per l’Impero Ottomano fu prevista

una sorta di pace punitiva simile a quella subita dall’Austria e dalla Germania, mirando a smembrarne il
territorio. Il disegna il processo di distruzione di quest’Impero.
L’Europa balcano-danubiana si era ritirata già prima delle guerre, sancendo la fine dei turchi in Europa.

L’Impero Ottomano, che partecipò alla guerra al fianco di Vienna e Berlino, fu diviso in due parti, una
nelle mani di un imperatore, per il resto si ha uno smembramento. Si avrebbe la nascita di uno Stato
armeno, il primo popolo a subire un genocidio del Novecento; poi si ha la proposta di uno Stato curdo,
e a scendere i due mandati, uno francese e l’altro britannico, in Medioriente.
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Cio che è stato stabilito già dal ’16 era che tutta la parte orientale venisse divisa tra francesi e inglesi,
compresi la Grande Siria, più a Sud la Giordania e i territori iracheni, fino al Golfo Persico che permette
un collegamento all’India, centro dell’Impero britannico. Questo patto di spartizione imperialistico, il
, era segreto.
La propaganda alleata inglese durante la guerra ha fatto di tutto per promettere alle popolazioni arabe
orientali l’indipendenza in uno spirito anti-turco. Tuttavia le cose andarono diversamente.
Il Trattato di Sèvres nel ’20 non fu rispettato, soprattutto per quanto riguarda l’ : in Turchia avvenne
una rivoluzione, deponendo l’Imperatore, portando alla nascita di una repubblica con a capo Kemal Atatürc
che mette fine al sultanato, riconquista la città di Smirne. Con il nel ’23 nasce la Turchia
come la conosciamo oggi, un unico Stato che oocupa tutto l’altopiano anatolico, senza lasciar spazio allo
Stato armeno o curdo. Si istituiscono i matrimoni civili, il sistema metrico decimale, l’alfabeto latino, e
soprattutto l’abolizione del califfato. Il governo è laico.
Nasce il , ovvero un’idea nazionalistica ebraica di natura intellettuale, di avere uno Stato ebraico.
Il grande dibattito è sul dove costruirlo. Lo Stato più quotato è la Palestina. Nel corso dei primi anni del
Novecento l’emigrazione è favorita dagli inglesi, con la . Una caratteristica tipica della
presenza ebraica in Palestina è l’organizzazione di comunità agricole e reti di solidarietà ispirate ad idee
socialistiche (i Kibbutz). Tuttavia il problema è il rapporto confittuale con le popolazioni arabe, in particolare
con i palestinesi. Israele sta prendendo forma, si inizia a costruire le fondamenta dell’ebraico moderno…
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Gli anni ’30 sono costellati da scontri che gli inglesi gestiranno con difficoltà. La Seconda Guerra Mondiale
sarà la svolta, con il suo impulso forte dell’emigrazione ebraica in Palestina, a causa dell’Olocausto.
Inizia la : i palestinesi si ritrovano confinate in due aree (l’area di Gaza e della
Cisgiordania) e si sentono senza Stato. Questo scontro chiama in causa gli altri Paesi del Medioriente.
Inizia la guerra: l’Egitto, la Transgiordania e la Siria si batteranno contro Israele, che vincerà sempre
costruendo un esercito militarmente efficiente. Isreaele finisce per occupare l’area del Sinai che era egiziana,
ed impossessarsene definitivamente nel ’73. Nel ’79 verrà restituito all’Egitto.
La crisi di Suez è un conflitto che intreccia ragioni territoriali, ma anche quelli delle grandi potenze. Qui
Israele si allea con la Francia contro l’Egitto di Nasser. Si lotta per il controllo delle risorse petrolifere, che
include l’USA e che spiega il suo rapporto con l’Arabia Saudita e con la Persia, dove all’inizio degli anni ’50
il leader Mossadeq, nazionalista progressista, viene spodestato con un colpo di Stato dai servizi statunitensi.
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17

La morte di Stalin porta all’idea di una tra URSS e USA, una competizione che si
giocherà nel mondo della decolonizzazione.
A partire dagli anni ’50, anche l’ sub-sahariana inizia il suo processo d’indipendenza. Nel ’60
nascerà la Nigeria, il Kenya nel ’63, poi ne seguiranno altri in quella che era l’Africa francese, costellata da
colpi di stato e scontri che alimenteranno il mercato d’armi, per mano di leader locali occidentalizzati.
Questa coesistenza tra giganti di due blocchi, porta ad una crisi all’interno di questi bocchi: la
e la Francia di De Gaulle vedono in questo accordo una diminuzione della loro autorità nazionale. Negli
anni ’60 la Cina entra nella fase più cupa del “grande passo in avanti” volto a modernizzare velocemente il
Paese, producendo di fatto una catastrofe umanitaria.
Il bipolarismo si sta ridefinendo, in quanto le potenze mediane iniziano a contestare l’egemonia delle
rispettive leadership sistemiche. Gli USA e la Cina arriveranno a degli accordi finchè quest’ultima non verrà
riconosciuta come tale dagli Stati Uniti. L’URSS non esisterà più: il conflitto sino-sovietico è sistemico.
Gli sono anni in cui soprattutto le nuove generazioni vanno oltre le identità fisse, tutto è in modo,
anche l’insofferenza verso
queste rigide
appartenenze.
La questione dei
esplode nella
seconda metà degli anni
’50. Martin Luther King
istituirà una grande
marcia a Washington per
affermare il principio
dell’uguaglianza dei neri
che in molti Stati,
soprattutto al sud, erano discriminati. Altro nome di rilievo è Rosa Parks, che si rifiutò di sedersi nei posti
dei neri sugli autobus.
Nasce il mito di Che Guevara, rivoluzionario che partecipò all’indipendenza cubana, icona del movimento
rivoluzionario studentesco.
Altro evento rimasto nella storia è il concerto di Woodstock, dove i grandi della musica rock degli anni ’60
suonarono, a segnare il distacco generazionale di questa nuova generazione, rispetto a quella post-bellica.
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Nel 1971 finisce quello che gli storici hanno chiamato “l’ordine di Bretton Woods”. I repubblicani tornano
al potere con Nixon, che sospende gli accordi: si decide che il dollaro viene sganciato dall’oro, dunque potrà
essere svalutato, e si decide di introdurre dei dazi protezionistici.
All’ombra di questa protezione americana, il Giappone e l’Europa si arricchiscono, il che porta a cambiare
i rapporti di forza economica, iniziando ad esportare nel mercato
americano, soprattutto autovetture.
Cambia l’intero sistema monetario, infatti negli anni ’70 nascerà il
problema di coordinare il sistema monetario europeo. Inizia così la lenta
unificazione monetaria dell’Europa.
Il ’73 è l’anno della a seguito della guerra israelo-araba
dello Yom Kippur.
Inizia il periodo dell’inflazione, che erode i redditi medio-bassi. È una
crisi del modello di welfare, di democrazie in deficit, di crescita del debito
pubblico.
Stiamo entrando nel post-fordismo, verso l’automazione dei processi, dove la tecnologia diventa labor saving.
Le capacità di rinnovamento tecnologico nel capitalismo occidentale è sorprendente e richiede sempre meno
lavoro, il che pone il problema di una riforma complessiva della società, che diventa la bandiera di due
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figure: la conservatrice Margaret Thatcher (La


Lady di Ferro) in Inghilterra e Ronald Reagan
negli Stati Uniti, che rappresentano un punto di
vista neo-liberale.
In avviene una rivoluzione teocratica nel ’73,
che inizialmente si muove contro lo scià di Persia,
una figura legata agli Stati Uniti. Nelle fasi
iniziali vediamo partecipare anche partiti di
sinistra, ma poi le forze islamiche radicali la
egemonizzeranno.
Di lì a poco inizierà anche una guerra con l’Iraq
per motivi territoriali, e sarà terribile.
Entrando negli anni ’80, vediamo inizialmente un
ritorno della Guerra Fredda, con rinnovate
tensioni (il presidente Reagan è un antisovietico).
, a capo dell’URSS, dà vita ad alcune
strategie di riforme che partono dal presupposto
che la loro economia non funzioni più, volendo
tornare alla NEP degli anni ’20 al grido di
“Perestrojka e Glasnost” (“Trasparenza e Ricostruzione”). La Guerra Fredda è finita.
Dopo poco si assiste ad una rivoluzione democratica pacifica che travolge i comunisti al potere in tutta
l’Europa orientale. Nell’89 il muro di Berlino, simbolo della Guerra Fredda, è preso d’assalto.
Si pone il problema della che avverrà nel ’90 come frutto di un accordo: entra in scena
il cancelliere della Germania occidentale, Helmut Kohl, che riesce a convincere Mitterand (presidente
francese) e Gorbaciov.
Dopo poco si arriva al dove ritorna l’accordo franco-tedesco e tutti i Paesi europei
vanno verso la moneta unica.
La transizione verso una democrazia pluralistica per l’URSS non si realizza, ma lo Stato si sfalderà, e tutte
le Nazioni che ne avevano fatto parte, come i Paesi del Baltico, si indipendentizzano. Nasce la
. Finisce così il Novecento come “secolo delle ideologie”.
A partire dagli abbiamo tre eventi principali:
L’11 settembre del 2001 abbiamo l’attacco terroristico alle torri gemelle che apre la fase terribile
degli attentati;
Nel 2008 abbiamo la crisi economica finanziaria;
L’ultima, iniziata nel 2019, è la crisi pandemica.
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Un è un’epoca che spesso può essere maggiore o minore di cento anni. È il caso dell’ ,
“secolo lungo”, la civiltà della borghesia, dell’industria, dell’espansione coloniale e dei conflitti nazionali che
esplodono con la Prima Guerra Mondiale, ma anche del , che si apre a guerra già dichiarata, nel
logoramento delle trincee e nella nascita di una società nuova caratterizzata da masse irrequiete, nonché da
uno sviluppo ulteriore del progresso.
La guerra fa quindi da spartiacque fra questi due secoli e introduce il Novecento, composto da almeno 3
fasi:
Guerra dei Trent’anni (1914-1945);
Lungo dopoguerra (1945-1989);
Crollo del comunismo, globalizzazione e nuovi scontri di civiltà (dopo il 1989-1991).
Dopo la fine del comunismo, il Novecento fu battezzato dagli storici come “secolo breve”, ma dal primo
decennio del XXI secolo ci accorgiamo che siamo entrati in un nuovo ciclo della storia. È per questo che, in
realtà, anche il Novecento si rivela un “secolo lungo”.

1:

Il mondiale scoppiò nell’estate del 1914 e causò un gran clamore.


Pensando alle strategie delle guerre del secolo precedente e alle nuove tecnologie, tutti avevano pensato ad
una . Anche i tedeschi avevano un loro piano che prevedeva un fulmineo attacco ad occidente
che avrebbe annientato la Francia in poco tempo e li avrebbe permesso di invadere il Belgio, al quale era
stata garantita la neutralità con l’obbligo di non impegnarsi al fianco di una potenza straniera. Il re Alberto
I era deciso a rispettare questo patto, non accettando l’aiuto inglese o francese e, nonostante il suo esercito
fosse impreparato ad una guerra, investì molto in fortificazioni, deciso a difendere la sua neutralità. Tuttavia,
i tedeschi lo invasero, colpirono i civili e dettero alle fiamme i villaggi, colpendo anche Lovanio, gemma
della cultura europea. Lo “ ” colpì molto l’opinione pubblica europea e convinse gli inglesi
ad entrare in guerra.
I francesi ritrovarono la coesione nazionale e respinsero l’invasore contrattaccando, sostenuti dalle truppe
britanniche. Similmente accadde anche sul fronte orientale, dove i russi lanciarono un’offensiva nella Prussia
orientale, il cuore del Reich. Dopo queste rapide manovre, i fronti si assestarono.

La ferita inferta a Lovanio rimase eclatante e le violenze sui civili furono molte nel corso del conflitto. Paura
e disprezzo etnico fomentarono la ferocia che portò a (come nel caso degli armeni in Anatolia)
e in appositi campi, topos del Novecento.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Si venne a creare una linea lunga oltre 2mila kilometri che andava dal mar Baltico ai confini della Svizzera
costituita da buche strette e profonde per nascondere gli uomini e proteggerli dai colpi: le . I soldati
erano costretti a vivere condizioni al limite, esposti alle intemperie e al dolore. Il labirinto diventò un’efficace
metafora delle trincee, sormontate da filo spinato. Le truppe si fronteggiavano fondamentalmente in uno
stallo, dato che avanzare era impossibile a causa dello sbarramento del filo spinato, lo sbancamento del
terreno prodotto dai bombardamenti e l’uso di mitragliatrici, nuove armi che avevano reso fuori discussione
una guerra a viso aperto. L’artiglieria rendeva possibile la morte collettiva.
In questo inferno, una intera generazione partita con entusiasmo sentì subito svanire l’idea della guerra
come un’azione gloriosa.
I traumi vissuti dai soldati fornirono agli una casistica che si imponeva all’evidenza e richiedeva il
loro intervento. Considerare i traumatizzati come feriti di guerra significava tuttavia ospedalizzarli e
restituire loro la normalità per poi strappargliela nuovamente e rimandarli al fronte dopo poco, svolgendo
un’azione quasi giudiziaria. La nevrosi divenne quindi “un’uscita dal labirinto”.

All’inizio della guerra il era presieduto dal conservatore Antonio Salandra che dichiarò la
neutralità poiché, legata agli Imperi Centrali dalla Triplice alleanza, un patto difensivo, l’Italia non era
vincolata a partecipare allo scontro dato che era stata l’Austria ad attaccare senza consultare l’alleata.
Gran parte del Paese, in particolare i cattolici, i socialisti e la maggioranza parlamentare legata a Giolitti,
era contraria alla guerra, anche se giovani studenti, borghesi, membri del ceto medio urbano e letterati come
Gabriele D’Annunzio (il raffinato poeta decadente, forte del suo superomismo) e Filippo Tommaso
Marinetti (che considerava la guerra come “la sola igiene del mondo”) erano entusiasti dall’idea.
Sul piano politico era la a dominare la scena interventista. Fu allora che ,
al tempo un importante dirigente socialista e direttore del quotidiano del partito “Avanti!”, dopo aver
condotto una campagna sulla neutralità, passò all’interventismo, venendo espulso dal partito fondando un
nuovo giornale (“Il Popolo dell’Italia”).
Nel frattempo il governo trattava segretamente con entrambi i fronti, firmando il “ ” con le
potenze dell’Intesa (Francia, Inghilterra e Russia) e di fatto, entrando in guerra.

Ma l’apertura di un nuovo fronte non cambiò il corso della guerra: dopo un’iniziale offensiva, cominciò
anche per gli italiani la guerra di trincea.
Sul fronte orientale, austriaci e tedeschi collezionavano successi, mentre ad Ovest questi ultimi sferrarono
attacchi contro i francesi a , che resistettero e scagliarono insieme agli inglesi una controffensiva
sulla . Il pontefice Benedetto XV definì tutto ciò “un’inutile strage”.
Era una e una corsa all’innovazione che vedeva tutti i Paesi coinvolti con lo stesso
desiderio di equivalersi. Mai erano stati mobilitati eserciti così grandi così a lungo, né erano state mai
prodotte così tante armi.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Furono sperimentati nuovi prodotti nell’industria chimica e per questo, già nel 1899 le potenze firmarono
un accordo che ne vietava l’utilizzo. Tuttavia questo non ne impedì l’uso: si videro soldati con maschere
antigas spesso inutili a causa di combinazioni chimiche letali.
Altre , nel tentativo di regolare la guerra, erano gli aeroplani. Noto fu il volo su Vienna da
parte del poeta soldato Gabriele D’Annunzio che lanciò manifesti di propaganda.
Dopo la guerra, mentre i caduti di guerra venivano disseppelliti e si cercava di donare loro un’identità, sotto
iniziativa di molte capitali europee se ne scelse uno da seppellire come simbolo, il “milite ignoto”.

I combattimenti si estesero ai mari e ai possedimenti coloniali. La Gran Bretagna era una potenza marittima
e la Germania cercò a tutti i costi di eguagliarla: nel tentativo di contenimento da parte degli inglesi avvenne
un solo scontro navale, ovvero la “ ” a cui ciascuna delle potenze se ne attribuì la
vittoria (anche se i tedeschi subirono maggiori perdite).
Dopodiché la Germania impiegò anche i sottomarini, gli , senza alcuna regola, il che poteva
arrecare gravi incidenti diplomatici come nel caso dell’ , un transatlantico
britannico con a bordo passeggeri americani, il che suggerì la Germania a sospendere gli attacchi.
La ebbe minor risalto. Gli inglesi e i tedeschi si contesero i possedimenti africani. La
guerra diventò “mondiale”, oltre che “grande”.
Verso il Medio Oriente le alleanze con la Germania minacciavano interessi geopolitici ed economici: ne fu
un esempio la rilevanza strategica del canale di Suez.
In questo periodo si afferma anche la figura di che ritroveremo più in avanti e che si
schierò al fianco dei russi contro i turchi, deputato liberale in veste di ministro della Marina, avviato dal
padre aristocratico alla carriera militare, seppur vocato alla scrittura (sarà anche investito del premio Nobel
in futuro). La sua azione non ebbe successo, dunque fu allontanato dal governo e andò a combattere in
Francia.

La guerra fece sì che ogni aspetto economico e politico degli Stati fu incentrato alla vittoria. Fallita l’ipotesi
di uno scontro breve, le riserve di materiale si esaurirono, rendendo necessario moltiplicare lo sforzo ad una
.
Si delineava così una società nuova, più disciplinata, diversa dagli eserciti gerarchici all’antica. Per spingere
la truppa al combattimento fu impiegato ogni mezzo, compreso quello della che prevedeva che
ogni settimana uno su dieci dovesse uscire dalla fila per venir fucilato dal fuoco amico. Ci si accorse che la
disumanità con cui veniva trattata la truppa non era funzionale allo scopo e si cambiò strategia facendo leva
sui sentimenti familiari e le angosce sessuali. Anche la ebbe un grande impatto sulla
propaganda.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Essendo gli uomini al fronte, molti aspetti della società iniziarono a vedere le protagoniste, esempio
di accelerazione dei processi di ammodernamento che portò ad un’emancipazione civile e politica, che
condusse al 1918 a concedere il suffragio alle donne inglesi.

La situazione si sblocca nel grazie a due eventi:


Uscita della Russia dalla guerra;
Ingresso in guerra degli Stati Uniti.
Anche il governo dello zar pensava che si sarebbe trattato di una guerra breve, e per questo mobilitò il più
grande esercito mai conosciuto.
A creare i primi problemi all’interno dell’impero, era il suo , percorso da masse di
deportati costretti a lasciare zone di guerra nelle quali si temeva fraternizzassero con il nemico, motivazione
ufficiale impiegata nel caso degli armeni, primo esempio di sterminio etnico o genocidio.
Aumentarono i disertori fino ad arrivare al collasso militare, economico e amministrativo. Oppresso
dall’inflazione e dalle penurie alimentari, il paese vide dissolversi la classe dirigente. I ministri si succedevano
inutilmente e tra i cittadini in fermento si pensava che fosse imminente la di cui in Russia si
parlava già da tempo.
Pietrogrado, capitale russa oggi conosciuta come ma che più avanti vedremo come
Leningrado, fu percorsa da , le truppe si rifiutarono di sparare alla folla e quando lo zar decise di
sospendere il Parlamento russo (la Duma) fu disobbedito e venne istituito un . Quando
la guardia imperiale fraternizzò con i manifestanti, che iniziarono anche a liberare i prigionieri politici, lo
zar abdicò e suo fratello non volle prendere il suo posto. Questa mancanza di autorità, di ,
lasciò spazio al Soviet degli operai e dei soldati, cosa di cui , avvocato di formazione marxista, più volte
arrestato ed esiliato, approfittò, sostenendo che, come insegnava Robespierre, occorresse impugnare l’arma
del terrore. Dichiarò così le “ ”: la fase democratico-borghese della rivoluzione si era conclusa e
i bolscevichi non dovevano più appoggiare il governo provvisorio, ma abbattere il capitalismo e dare tutto
il potere ai Soviet. Accanto a Lenin, rientrato dall’esilio americano, c’era Lev Trockij con la sua teoria della
“rivoluzione permanente”. Il Comitato rivoluzionario militare creato da Lenin si dichiarò, nella notte della
, autorità suprema della capitale, dichiarando uguaglianza e sovranità delle nazionalità
e distribuendo le terre ai contadini che già se ne stavano appropriando tramite brutalità, saccheggi e violenze.
Con il decreto di pace fu proposto un armistizio immediato, la , che ebbe condizioni
gravissime facendo perdere alla Russia un terzo delle regioni agricole e della sua popolazione.

Negli stessi giorni, sul fronte austro-italiano, a , ci fu un pesante bombardamento d’artiglieria da


parte austrotedesca che ruppe in alcuni punti il fronte con l’ausilio di gas. Plotoni di truppe sfondarono le
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linee e attaccarono alle spalle le difese italiane, costrette a gettare le armi. Le truppe si arrestarono sulla riva
del Piave.
Si tratto soprattutto di un crollo morale. Cadorna fu rimosso e sostituito dal , che
insieme a Pietro Badoglio fu nominato vicecomandante supremo. Fu richiamata la leva dei “ragazzi del ‘99”
che all’epoca erano appena maggiorenni e divennero il simbolo dello sforzo immane. Fu cambiato
l’atteggiamento nei confronti delle masse combattenti cercando di prestare più attenzione alle loro
condizioni. Furono così respinte nuove offensive austriache sul Piave e sul monte Grappa.
Nel 1918 Diaz lanciò l’offensiva finale, la “ ”: sostenute dagli alleati, le truppe
italiane attraversarono il Piave e avanzarono in territorio nemico costringendoli alla resa, seppur fossero di
numero maggiore. Il proclama del generale fu inciso nei municipi e nelle scuole, e il 4 novembre divenne
festa nazionale delle forze armate.

L’ultimo anno della guerra risultò meno cruento ma determinante. Gli erano già coinvolti nella
guerra con i loro capitali guadagnati nell’esportazione in Europa, sostenendo lo sforzo bellico e avvicinandosi
ai paesi dell’Intesa anche per antichi legami culturali, ma l’espansionismo tedesco, gli attacchi dei loro
sottomarini e le voci che vedevano la Germania alleata con il Messico, portò gli USA a dichiarare guerra ed
entrare nel conflitto. Gli americani avevano la seconda flotta nel mondo, ma oltre ai marines, un esercito
esiguo privo di esperienza, che rese necessaria la leva obbligatoria.
A rendere decisivo il contributo americano alla guerra fu l’impegno delle truppe motivate che non avevano
conosciuto il logoramento delle trincee.
La fu ancora più intensa di quella europea e mirò al patriottismo e altri tratti
spiccatamente ideologici. , colto idealista in principio contrario ad ogni guerra, fu rieletto
presidente e dichiarò il suo volere ad intervenire per raggiungere una pace senza vincitori. A questo scopo,
in un messaggio al Congresso fissò i che si concentravano su la fine della diplomazia
segreta, la libertà di commercio e navigazione, la riduzione degli armamenti e l’autodeterminazione dei
popoli. Voleva che questa fosse l’ultima guerra per la libertà che si muoveva contro il colonialismo e
l’imperialismo, all’origine del conflitto tra i vecchi Stati.
Le basi del furono gettate sulle ceneri dei vecchi imperi: quello ottomano firmò l’armistizio,
tre giorni dopo gli austriaci cessarono il fuoco sul fronte italiano, l’Ungheria e i polacchi reclamarono
indipendenza, i serbi, i croati e gli sloveni formarono un governo provvisorio (la Jugoslavia) e il Reich
tedesco, ultimo a cedere, era in piena disgregazione, con un Kaiser che non trovava un successore, rendendo
il Paese già virtualmente una repubblica.
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2:
L’idea stessa di ha il significato di un’aggressione all’ordine tradizionale, dunque una spinta dal
basso, come la folla che assalta la Bastiglia, o come avvenne in Russia, l’assalto al Palazzo d’inverno.
Se pensiamo alle rivoluzioni in Russia, ci vengono alla mente le rivoluzioni del ’48 francese. Gli operai di
San Pietroburgo, all’inizio, cantavano la Marsigliese, per esempio. Come osservato da Hannah Arendt, le
masse sono capaci di avviare la rivoluzione solo se l’autorità dello Stato è già minata. La rivoluzione è dunque
la conseguenza, non la causa del crollo dell’autorità.
Tuttavia in Russia le tappe del costituzionalismo europeo furono saltate. Mentre perdurava la guerra e si
diffondevano le , nessuno governava il paese, vi era un vuoto di potere.
Il colpo di mano di Lenin riempì uno spazio che tutti credevano impossibile da riempire, e per questo fu
detto “il mago”. Si tratto di una rivoluzione dall’alto, dallo Stato, poiché furono guidate molte moderne
trasformazioni economiche.
Il tutto iniziò con una guerra civile partita dai bolscevichi che, dopo aver conquistato la capitale, dovettero
invadere le altre province come Mosca.
La resistenza era costituita dalle (colore dello zar), un modo generico per indicare tutti i
nemici della rivoluzione bolscevica, spesso affiancate dalle truppe tedesche o giapponesi.
Fu una lotta su tutti i fronti e fu costituita l’ , riorganizzata da Lev .
Due elementi avrebbero caratterizzato il regime bolscevico:
Nacque come , struttura conservata anche quando la guerra civile fu vinta;
Una struttura parallela raddoppiava quella statale: il doveva essere monolitico,
avere una sola voce, proibendo le frazioni nel suo X congresso.
Furono aboliti gradi e titoli e introdotte misure di decisa scolarizzazione con la laicizzazione, la creazione
dello stato civile e l’abbandono del calendario giuliano (13 giorni indietro rispetto al calendario gregoriano).
Il disordine di quei mesi fu caratterizzato da una frammentarietà del potere.
La Dichiarazione dei diritti dei popoli della Russia, firmata da Lenin e Stalin, sancì che ogni carica era
elettiva e revocabile.
Giornali e riviste furono proibiti, i tribunali furono eliminati e la giustizia fu demandata alle corti popolari.
Fu proibito lo sciopero e sciolti i sindacati, ritenuti insensati in uno Stato degli operai, dove gli operai non
dovevano organizzarsi contro sé stessi.
Oltre al sistema degli ostaggi si fondarono nuove istituzioni che Lenin chiamò “comunismo di guerra”, cioè
non solo comunismo per vincere la guerra, ma sempre in guerra contro l’esterno, l’interno e la storia.
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La rivoluzione russa era visto come un esperimento d’avanguardia che avveniva in un paese arretrato e che
doveva espandersi fino a eguagliare i paesi più avanzati. Lenin mise fine alla diplomazia dei trattati. Tutte
le insurrezioni furono stronzate con forza.
Nel 1919 fu fondata una nuova organizzazione, detta la chiamata Comintern
che sostenne ovunque la formazione di partiti comunisti distinti dai partiti socialisti. I comunisti dei vari
paesi europei avrebbero anteposto gli interessi dell’URSS a quelli del proprio paese.
Nella penisola il movimento socialista guadagnò sempre maggiori consensi fino a diventare il primo partito.
Il 1919 e il 1920 in Italia furono chiamati “ ”, periodo che generò lo smarrimento dell’opinione
pubblica e la dura reazione politica che armò il fascismo. Il culmine di questa ondata di lotte riguardò il
settore metalmeccanico, che dopo il periodo florido della guerra rischiava la riconversione.
Al congresso del Partito socialista, l’estrema sinistra (tra cui “l’Ordine Nuovo” con Gramsci e Togliatti) uscì
dal partito per costruire il Partito Comunista d’Italia il cui obiettivo era l’abbattimento violento del potere
borghese.
La guerra era ora armata dal potere di un grande Stato. Lo spettro del comunismo influì sulla sorte delle
democrazie liberali.

Intanto in Unione Sovietica, i bolscevichi vinsero la guerra civile, dopo anni e difficoltà. Le
costituirono il fronte strategico. I avevano acquistato la gran parte della terra e formavano la
maggior parte dell’esercito, nonché delle tante nazionalità che reclamavano autonomia.
Lenin suscitò un certo scandalo nel suo partito parlando delle nazionalità, esaltando il diritto delle nazioni
all’autodeterminazione, fino alla costituzione di uno Stato indipendente. Lenin e avevano deciso
l’invasione e la sottomissione della Repubblica ucraina, primo atto della guerra civile contro la nazione
contadina. Fino alla fine lo Stato mantenne il nome di Unione delle repubbliche, ma alle alleanze con le
nazionalità si avvicendarono politiche di russificazione.
Il fragile metodo scelto dai dirigenti sovietici per governare l’economia era la programmazione attraverso
piani quinquennali. In questo contesto la Nuova politica economica ( ), decisa nel X congresso del
partito, irrigidì il controllo interno e introdusse riforme per una parziale liberalizzazione dell’economia.
Questi anni videro una certa ripresa dell’economia, ma presto la NEP fu abbandonata poiché si conciliava
meno con la struttura poliziesca del regime.

Con la malattia e la morte di Lenin si ebbe una nuova svolta che vede (“l’uomo d’acciaio”) al potere,
nonostante il testamento del “mago” aveva proposto di rimuoverlo dalla carica per i suoi atteggiamenti
violenti. Si riteneva un grande stratega schierato dalla parte degli industrialisti. Tuttavia era necessario che
l’URSS si stabilizzasse nel sistema internazionale. All’interno fu seguita un’azione politica durissima.
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La guerra ai contadini riprese spietata e Stalin si convinse che i (contadini indipendenti, beneficiari
della riforma agraria) stessero scioperando e scatenò contro di loro una violenta campagna bollandoli come
nemici e dichiarando la loro eliminazione come classe.
Iniziarono le , che portarono anche ad episodi di cannibalismo, probabilmente alla base del mito dei
“comunisti che mangiano i bambini”.
A Mosca, la crescita del numero di divorzi e di aborti e la diminuzione del tasso di natalità testimoniavano
di una drammatica disgregazione sociale. Non era raro che gli operai abbandonassero le fabbriche per
dedicarsi alla criminalità. Per decisione di Stalin la produzione di vodka fu triplicata: l’alcolismo era una
piaga nazionale.
Vinta così la guerra ai contadini, tutte le risorse furono dirette a sostenere lo che portò
l’Unione Sovietica a diventare una potenza.

3:
La non agitava solamente le province dell’ex Impero russo, ma sarà il filo conduttore
dell’intera storia contemporanea.
Nel novembre del 1917 era stato sancito il diritto dei popoli della Russia alla ,
concetto che verrà ripreso e riformulato qualche mese più tardi dal presidente americano Wilson che decise
che lo sviluppo autonomo delle nazionalità sarebbe avvenuto nel quadro liberale e democratico consentito
dalla vittoria dell’Intesa.
Ponendo nazionalità, libertà e democrazia alla base dei suoi ideali, Wilson intendeva ridisegnare il sistema
di relazioni internazionali. Il suo criterio fu adottato come scheletro per i successivi trattati di pace.
La , con sede a Ginevra, nella neutrale Svizzera, fu un rafforzamento del sistema
internazionale già fissato al Congresso di Vienna. Tuttavia fu presto evidente la debolezza di questa
istituzione, poiché mancò l’adesione degli Stati Uniti (il cui Congresso giudicò eccessivo l’impegno europeo
del presidente), la Russia, la Germania e il Giappone, lasciando lo strumento in mano alle potenze vincitrici
europee. I trattati di pace furono dunque discussi a Parigi e portarono alla rinascita di molte nazioni
indipendenti e allo smembramento dell’impero austroungarico, mentre i serbi, i croati e gli sloveni diedero
il nome di Jugoslavia al loro Stato per dare un segnale di unità.

Anche l’Impero ottomano fu smembrato.


Un centro di interesse degli europei era la , in particolare Gerusalemme, luogo sacro delle tre
religioni monoteiste, nonché luogo di confine.
Nasce il , manifestazione ebraica della rivendicazione di una patria territoriale, ma anche reazione
al crescente antisemitismo europeo.
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Probabilmente in risposta al congresso sionista, fu messo in circolazione un falso redatto dalla polizia segreta
zarista, ovvero i “Protocolli dei savi di Sion” che si presentava come un autentico piano ebraico di dominio
del mondo a partire dalle finanze. Dopo la guerra il documento iniziò a circolare additando gli ebrei come
pericolosi, spingendoli ad emigrare in Palestina, protetti dagli inglesi. Nacquero ostilità con gli arabi che si
sentivano traditi dalla potenza britannica e invasi.
L’ultimo dei trattati parigini, il , impose alla sovranità turca alcune limitazioni, nonché il
riconoscimento dell’indipendenza della regione dove si trovano la Mecca e Medina. Per il resto, questo
trattato riprendeva quello di Sykes e Picot, dunque la spartizione della regione tra Francia e Gran Bretagna,
seguendo i rispettivi modelli costituzionali. Tutto ciò era ovviamente contrario ai principi wilsoniani.

Nel clima dell’epoca, il principio nazionale esteso a tutti gli Stati di nuova creazione risvegliò il nazionalismo
dell’ , che già da tempo reclamava l’indipendenza. Alle elezioni in Gran Bretagna trionfò
il liberale David Lloyd George, mentre in Irlanda il Sinn Féin, di sentimento nazionalista, indipendentista e
repubblicano che conquistò ¾ dei seggi del Parlamento inglese spettanti all’Irlanda. Gli eletti, però, non
occuparono i seggi, ritendendo l’Act of Union illegale ed istituendo un loro Parlamento, il Dáil, che si riunì
per la prima volta con una folla di persone che sbandieravano bandiere americane.
Gli inglesi cominciarono a trattare, istituendo due Parlamenti, ma la questione rimase irrisolta, poiché gli
irlandesi chiedevano una completa sovranità.
Tensioni e scontri alternavano tregue e trattative, finché lo Stato irlandese andò consolidandosi adottando
una costituzione scritta che sanciva la nascita di un nuovo Stato sovrano, indipendente e democratico con
propria bandiera, lingua ufficiale e simpatia verso la Chiesa cattolica.
Dovette però attendere la fine della prima guerra mondiale, alla quale rimase neutrale, affinché si
proclamasse repubblica e venisse sganciata dal Commonwealth.

All’estremo opposto dell’Europa, sulle spoglie dell’Impero ottomano nacque la . Agli inizi
del Novecento fu fondato il movimento nazionalista dei Giovani turchi, di ispirazione mazziniana e con
collegamenti massonici. Minacciando di marciare su Costantinopoli, nel 1908 ottenne il ripristino della
costituzione e assunse il governo del Paese.
La pressione delle frontiere però non dette tregua al governo. È il caso, per esempio, della guerra di Libia
con l’Italia. I turchi vollero ridurre al silenzio le forti minoranze colpendo prima di tutti gli , popolo
di cristiani ortodossi senza patria, antefatto della terribile e successiva Shoah. Dunque, quando la Turchia
era già in guerra al fianco degli Imperi Centrali, da Constantinopoli arrivò l’ordine di arrestare e giustiziare
gli armeni, poi una legge provvisoria sancì la loro deportazione verso il deserto siriano.
Ma altre minoranze subirono un simile trattamento, come la greca e la curda.
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L’esito della guerra fu disastroso anche per l’Impero Ottomano. Si affermò in questo periodo la figura di
Mustafa , forte militare membro dei Giovani turchi che sconfessò il sultano e avviò una rivoluzione
nazionale che promulgò una nuova costituzione.
Riorganizzato l’esercito, Kemal riconquistò Smirne e rinegoziata la pace a Losanna nel ’23 proclamò la
repubblica.
Il regime kemalista è un caso emblematico di riuscita di un paese musulmano. Egli abolì
il califfato, sciolse le istituzioni religiose, introdusse il matrimonio civile e ammise la Sharia (la legge
coranica) solo nella sfera privata, poiché in quella pubblica vigevano le leggi dello Stato. Fu adottato il
suffragio universale e riconosciuta la parità dei sessi, ammessi gli alcolici e adottati l’alfabeto latino, il
calendario gregoriano e il sistema metrico decimale. La capitale fu spostata da Costantinopoli (nel ’23
rinominata Istanbul) ad Ankara.

Fermenti tendenzialmente nazionali e tentativi di ammodernamento europeizzante coinvolsero anche altri


Stati indipendenti come l’ , che ospitava il canale di Suez, un passaggio decisivo per il traffico
internazionale.
Passata la guerra, gli egiziani inviarono una delegazione alla conferenza di Versailles sperando che il loro
desiderio di autonomia venisse assecondato, ma senza successo. Dopo 3 anni di proteste gli inglesi cedettero
e dichiararono l’Egitto una monarchia indipendente che ebbe un governo semiliberale, fino al colpo di Stato
da parte del partito della delegazione.
L’ e la ebbero sorti simili, poiché entrambi di antica civiltà e collocati in un crocevia
strategico. Il primo riuscì a liberarsi delle pressioni britanniche, mentre il secondo, appartenente al ramo
sciita dell’islam accettò le ingerenze straniere finché, dopo anni di instabilità politica, lo shah fu assassinato
e si riuscì ad ottenere una costituzione di stampo europeo. Tutto ciò, però, ebbe breve durata: il nuovo shah
instaurò una dittatura militare e rafforzò l’esercito ripristinando l’antico nome Iran, finché, ritenendolo
troppo vicino alla Germania nazista, gli inglesi invasori lo deposero.

L’ era un paese a maggioranza induista e in parte islamico soggetto a piena dominazione coloniale
inglese atta allo sfruttamento già dai tempi della regina Vittoria. Essendo un paese popoloso e vasto, il suo
controllo fu diviso e posto nelle mani di vari funzionari come i governatori.
Le due ortodossie opposte quali l’induista e la musulmana si irrigidivano sempre di più verso un potenziale
conflitto. Così gli inglesi decisero di dividere in due la grande provincia del Bengala separandole.
Nacque un nuovo movimento che diede voce all’animo indiano, con Mahatma (avvocato formatosi
a Londra) come iniziatore e massimo esponente, il . Tornò da un viaggio di lavoro
abbandonando il suo incarico una volta venuto a conoscenza delle discriminazioni dei suoi connazionali,
decidendo di dedicarsi a questo proposito. La sua immagine è legata all’abbigliamento da lui scelto per
boicottare gli inglesi, solo una delle campagne di non cooperazione adottate per conquistare l’indipendenza.
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Divenne una guida molto popolare, ma purtroppo le cose non andarono come egli sperò: nel 1933 un
intellettuale di Cambridge coniò la parola “ ” (= “la terra dei puri”) unendo alcune iniziali delle
province dell’India occidentale a maggioranza pakistana. Avanzò dunque la proposta di costituire uno Stato
musulmano separato sostenendo che musulmani e indù non appartenessero solo a due religioni diverse, ma
a due diverse nazioni.

4:
Nacquero presto altri motivi di nel mondo uscito dalla guerra.
Il trattato di Versailles fu come una “pace cartaginese” per la Germania, ingiusta, umiliante e durissima,
animata da uno spirito punitivo e vendicativo. Fu imposto di mantenere un esercito di dimensioni ridotte e
tra le altre cose la Valle del Reno, la Renania, fu smilitarizzata. Perse parte del suo territorio, incluse alcune
aree industrializzate, e costretta a pagare l’indennità. Tutto ciò finì per generare nuovi conflitti.

I nuovi Stati si dotarono di costituzioni e si dichiararono . Fu il momento della


dottrina e dell’ingegneria costituzionale e adottato il suffragio universale. Un aspetto essenziale fu l’adozione
di una che mirava alla giustizia e all’ottenimento dei diritti fondamentali.
La Dichiarazione dei diritti del popolo oppresso e sfruttato pronunciata al Congresso dei Soviet riprendeva
i temi della Comune di Parigi, mentre la nuova costituzione tedesca si ricollegava alla Dichiarazione dei
diritti.
Tali sistemi rappresentarono uno stadio avanzato della democrazia parlamentare ma non si dimostrarono
adatti a questo nuovo periodo di transizione.
L’instabilità rischiava di creare “democrazie senza democratici”, come diceva lo storico britannico Marc
Mazower, e sfociare nelle dittature, come avvenne in Italia, Germania e Spagna.

In Germania acquisì importanza la cittadina colta di Weimar, lontana da Berlino e facilmente controllabile,
dove fu proclamata la costituzione. Dal 1919 all’avvento di Hitler nel 1933 si dicono dunque “
”. Con questa costituzione si volle dare una democrazia nazionale con un’impronta federalista,
pacifista e sociale. Su proposta da Max Weber, uno dei maggiori studiosi del tempo, fu scelto di far eleggere
il presidente, dagli ampi poteri, direttamente dal popolo. Tuttavia il carattere parlamentare rimase solo
teorico, poiché l’alta burocrazia continuava ad avere un ruolo decisivo.
La conferenza di Versailles e le dure condizioni imposte alla Germania inasprirono i sentimenti verso gli
, accusati di cospirazione contro il popolo tedesco, portando alla crescita di una propaganda
antibolscevica e antisemita.
Bastò poco alla destra per prendere il potere a Berlino e proclamare la dittatura militare.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Gli effetti dell’inflazione furono la distruzione di ogni idea di giustizia e responsabilità che porto alla nascita
di un sommovimento sociale e culturale. Qui subentra la personalità di , nato nella provincia
austriaca e dalle ambizioni artistiche frustrate, che formulò il programma di un nuovo Partito, quello che
chiameremo “ ”.
Tratto in arresto dopo un fallito colpo di stato, in prigione si dedicò alla stesura di “Mein Kampf”, una
biografia con riflessioni ideologiche. Quando uscì, comprese che non avrebbe potuto conquistare il potere
senza il sostegno del popolo, quindi seguì l’insegnamento di Mussolini in Italia, che raggiunse il potere per
vie legali.
Gettò le basi di un nuovo tipo di partito che faceva largo uso della violenza, con quartier generale a Monaco,
dotato di un proprio corpo militare, le SA.
Il presidente tedesco Ebert morì improvvisamente e tornarono al comando i gruppi tradizionalisti, che
portarono un periodo di floridità caratterizzato dall’emancipazione femminile, dal movimento artistico della
Bauhaus (scuola di architettura e arti decorative, e figure straordinarie in campo artistico, filosofico e
scientifico, in maggioranza ebree, tutte costrette a lasciare il Paese di lì a poco.
La situazione economica migliorò anche grazie a consistenti investimenti americani.
La Germania fu accolta nella Società delle Nazioni e fu siglato un accordo a Parigi che impegnava i firmatari
(molti Stati del mondo) a non ricorrere alla guerra per risolvere i conflitti.

Dopo quello bolscevico, il secondo esperimento di un regime politico antidemocratico (cioè che intendeva
a denunciare le fragilità dei regimi liberali) fu il .
Il termine “fascio” aveva illustri ascendenti nella Roma classica, poi ripresi nel classicismo rivoluzionario
francese e significava “associazione”, che, come “lega”, rispetto a “partito” enfatizzava l’unità.
Dopo aver già creato prima della guerra i Fasci di azione rivoluzionaria a sostegno della causa interventista,
, figlio di un socialista internazionalista, fondò un’organizzazione denominata Fasci di
combattimento.
I nuovi fascisti erano di provenienza varia, ma in generale disprezzavano la politica e i partiti di massa,
erano antibolscevichi, antimonarchici e anticlericali, nonché molto violenti.
Si affermò anche il nuovo Partito popolare, guidato dal sacerdote Luigi Sturzo, con il quale per la prima
volta i cattolici parteciparono alla politica italiana con l’appoggio del pontefice.
Fu un periodo di forte instabilità politica in cui si susseguirono 5 primi ministri: Orlando, Nitti, Giolitti,
Bonomi e Facta.
Una questione molto sentita che portò alla crescita dell’agitazione popolare fu quella dei trattati di pace:
l’Italia, vincitrice, reclamava i compensi pattuiti, nello specifico alcuni territori, contrariamente al principio
delle nazionalità wilsoniano. Davanti al rifiuto, la delegazione italiana lasciò Versailles per protesta.
Rivediamo anche la figura del , che intanto aveva partecipato alla Beffa di Buccari,
un’azione dimostrativa contro un porto austriaco. Fu lui a creare lo slogan di “vittoria mutilata”.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Si parlò di una nuova guerra. A Fiume fu invocato il ricongiungimento alla patria.


D’Annunzio, accordatosi con i nazionalisti, i comandanti e Mussolini, intraprese la famosa ,
occupandola, proclamandone l’annessione all’Italia e lo Stato libero di Fiume.
Ma quest’avventura durò poco: con il trattato di Rapallo, fiume fu dichiarata città libera.
La tensione sociale rimase alta, alimentata dai fascisti che prepararono una ripetizione della marcia su Fiume,
ovvero la . Il governo si preparò a firmare lo stato d’assedio, ma il re non volle firmare e
ascoltò Mussolini, al quale diede il compito di formare un nuovo governo.
Mussolini andò al governo legalmente, anche se l’incarico era avvenuto sotto la pressione armata della
piazza.
Il duce disse che il suo era un governo di coalizione e non intendeva governare contro la Camera, a patto
che questa lo avesse assecondato. Su questa base ottenne pieni poteri.
Un passaggio decisivo fu la , per la quale una lista nazionale che avesse ottenuto anche solo un
quarto dei voti avrebbe guadagnato i 2/3 dei seggi, il che rappresentava il suicidio della Camera.
Si svolsero le elezioni sotto il controllo della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale e la lista fascista
trionfò. Il deputato socialista , che aveva denunciato alla Camera i brogli, fu rapito e ucciso.
I partiti di opposizione abbandonarono il Parlamento in segno di protesta nel cosiddetto “
”.
L’unico partito ammesso fu il Partito nazionale fascista, il cui simbolo, la Corona posta tra due fasci, dilagò
ovunque.

Lo smantellamento del quadro costituzionale liberale era compiuto.


Amendola accusò Mussolini di avere pretese “ ”, il quale accolse positivo questo termine e lo adottò
per definire il fascismo, di cui Giovanni Gentile fu il maggiore ideologo e ne formulò la dottrina.
Fu poi abolita la monarchia, dunque il re diventò capo di Stato in una sorta di con Mussolini.
I rapporti conflittuali tra Stato e Chiesa furono risolti con i , propagandati come una
riconciliazione, che vedevano formalmente costituito lo Stato della Città del Vaticano.
Il fascismo stesso presentava, per alcuni versi, i tratti di una religione, richiamandosi alla rifondazione
spirituale degli italiani predicata da Mazzini.
Regimi simili si crearono anche altrove, tra cui in Germania, dove Adolf Hitler seguì l’insegnamento di
Mussolini nella formulazione della sua dottrina e nelle prime strategie politiche.
Molto vicino al fascismo italiano fu anche il regime instaurato in Spagna dopo la sollevazione militare
capeggiata dal generale Francisco Franco e la durissima guerra civile alla quale parteciparono anche le truppe
provenienti dall’Italia fascista.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Gli erano stati determinanti nelle sorti della guerra mondiale, seppur non subendo la stessa
perdita umana. Dunque non dovettero né ricostruire né riconvertire la propria struttura produttiva che
rimase intatta, permettendogli di orientarsi verso nuovi investimenti.
Le nazioni europee si coprirono di debiti nei loro confronti, e per ripagarli avrebbero dovuto lavorare per
generazioni.
L’America vittoriosa ritrovò il suo e voltò le spalle al democratico Wilson e ai suoi
impegni europei.
Si aprì una fase di chiusura caratterizzata dalla paura di contaminazione. Al protezionismo industriale si
accompagnarono restrizioni all’immigrazione e discriminazione verso le minoranze e i movimenti operai.
Nacquero in questo senso movimenti come il Ku Klux Klan, movimento razzista bianco che praticavano
violenza verso i neri, e i diversi pogrom.
Entrò in vigore il , che vietava la vendita e la produzione di alcolici, che favorì la ricchezza
di celebri gangster come Al Capone che ne creò un’industria clandestina.
Questa chiusura contribuì alla crescente euforia che caratterizzava i , chiamati anche
“l’età del jazz”.
Vi fu una grande crescita economica, nonché la fondazione della cosiddetta .
L’aumento della produzione fu anche ottenuto dall’aumento della produttività grazie al teorico
dell’organizzazione scientifica del lavoro, Taylor.
Il profeta del “ ” fu l’industriale delle automobili Henry Ford che aveva lanciato il “modello T”,
“l’automobile per tutti”.
Nel fordismo si arriva al compimento della fabbrica industriale come universo totalizzante e alienante che
era già stato delineato alle origini della rivoluzione industriale.
Le fabbriche non ammettevano presenze sindacali ma garantivano cure mediche e un alto salario dato che
gli operai erano anche loro i consumatori stessi delle merci da loro prodotte.
Molti figli di blue collars (operai) diventarono white collars (impiegati) migliorando la loro condizione.
Nacque una cultura giovanile insofferente dell’autorità patriarcale e una maggiore emancipazione femminile,
nonché il , l’essenza del paese basata sulle pari opportunità, l’ascesa sociale e il benessere
materiale.
Tuttavia vi fu un improvviso rallentamento dell’economia a causa di una sovrapproduzione e della facilità
del credito bancario che gonfiava l’attività della borsa di New York, dove nel 1929 i prezzi iniziarono a calare
portando tutti a voler vendere e nessuno a comprare.
Il si trasmise anche alle banche e alle industrie, provocando una crisi di deflazione.
Ne furono tutti colpiti. Con la crisi il paese entrò in , che proprio come l’euforia, è un disturbo
mentale. Nacquero meno figli, la popolazione era in sottopeso e aumentarono i suicidi. La società era al
collasso.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Fenomeni simili avvennero anche in tutta Europa con un breve ritardo, alimentati dalla situazione ancora
fortemente instabile del decennio postbellico che generò numerose tensioni sociali.
Una svolta si ebbe con la diffusione dei regimi dittatoriali e l’avvio verso una nuova guerra, che sarebbe
parsa la continuazione della precedente, quasi come se anche il Novecento sperimentasse la guerra dei
Trent’anni come il Seicento.
A Place de la concorde a Parigi si riunirono folle a protestare, deluse dalla democrazia, minacciate dalla crisi.
Gli scontri con la polizia furono lunghi.
Venti di destra spiravano anche in Gran Bretagna, inizialmente orientata a sinistra con il Partito laburista.
La disoccupazione cresceva e per risanare il bilancio furono aumentate le tasse e ridotti i salari.
Sembrava il presagio della .
Ma l’epicentro delle tensioni fu in Germania.

5:
Alla fine degli anni Venti la sembrava aver superato i conflitti e aver ritrovato una
certa stabilità economica. Tuttavia rimaneva un’elevata frammentazione dei gruppi politici. Su questa
situazione ancora instabile si abbatté la giunta dall’America che la colpì in pieno.
Precipitarono i prezzi agricoli e il valore della moneta, mentre la disoccupazione aumentò.
L’avanzata elettorale del Partito nazista non conobbe ostacoli ed Hitler fu nominato cancelliere, giungendo
dunque al potere per vie legali.

Fu votata una legge che gli conferiva pieni poteri, nonostante all’inizio lui e i suoi uomini non furono presi
molto sul serio.
Fu sciolto il Parlamento e fu dato alle fiamme; furono sospesi i diritti costituzionali. Gli oppositori furono
arrestati e a Dachau fu aperto il primo campo di concentramento. Fu creata la polizia segreta di Stato nota
come la . Il non ebbe mai una costituzione. Stato e partito divennero la stessa figura e
accanto alla bandiera del Reich fu issata anche quella con la croce uncinata.

Le somiglianze tra il fascismo e l’Unione Sovietica sono evidenti, come l’arbitrio e la violenza di massa, che
fanno entrare entrambi nel concetto di totalitarismo.
In Germania intanto i rapporti tra i vari poteri rimanevano carichi di tensioni, come le rivalità tra SA e
che, sotto il comando di Himmler massacrarono i primi nella cosiddetta “ ”.
Il nazismo non ebbe una particolare dottrina economica. Contavano piuttosto sulle importazioni e sul
potenziamento della produzione.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Inoltre Hitler, appassionato di automobili, ordinò la costruzione di uno stabilimento statale che fabbricasse
un’utilitaria tedesca a basso prezzo: la Volkswagen (“l’auto del popolo”).

Il di cui parlava Hitler era un’unità mitica razziale basata sul principio di sangue e territorio e che
lui definì popolo ariano, considerato superiore e le cui virtù vennero esaltate. Già nel Mein Kampf Hitler
parlò dell’ , concetto che serviva a formare uno spirito nazionalista più forte contro un altro
popolo.
Era il rovesciamento del concetto di cittadinanza che non era più universale ma selettivo. Le leggi generali
erano seguite da decreti di attuazione. Gli ebrei furono gradualmente espulsi dalla vita civile tedesca. Il
culmine significativo di questo percorso fu il decreto del ’41 con il quale agli ebrei fu imposto di portare
sugli abiti la , un segno distintivo.
Intanto non erano mancate le violenze volte all’umiliazione ai danni degli ebrei, come la “ ”
(così chiamata per il gran numero di vetrine mandate in frantumi). Tutte queste azioni miravano gli ebrei
a spingerli ad emigrare, cosa che risultò molto difficile per le misure restrittive degli altri Paesi. Dunque i
sopravvissuti furono portati in appositi campi di concentramento.
Secondo Rosenberg, ideologo del razzismo e uno dei primi collaboratori di Hitler, il nazismo combatteva
l’eterna lotta tra la razza nordica e la razza semitica.
Va fatta una differenza tra le posizioni delle varie confessioni cristiane:
Le Chiese protestanti si sentivano più vicine all’anima tedesca del Fürer;
La aveva difficoltà ad accettare il superomismo razzista, dunque il pontefice emanò
un’enciclica che colse di sorpresa le SS, che tentarono di censurarla quando era ormai di dominio
pubblico.

Stalin intanto indirizzava il malessere popolare verso i dirigenti e i funzionari del partito, che secondo lui
andava ripulito, purificando la società da elementi ostili.
Con una nuova costituzione, Stalin dichiarò che il comunismo era stato costruito. Proprio allora
cominciarono le , processi penali che si svolsero a Mosca e che si incentravano sulla
confessione dell’imputato che si doveva dichiarare colpevole di tutto.
Stalin iniziò ad essere venerato dal popolo russo, nonché considerato l’erede di Marx, Engels e Lenin, l’unica
verità ufficiale.
Dietro le quinte dei pubblici processi, fiumi di persone scomparvero silenziosamente nei campi di lavoro, i
, simili ai Lager tedeschi. Simile fu il nesso tra mondo interno da combattere per proteggersi dagli
attacchi del mondo esterno.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

I provvedimenti presi dai vari paesi per fronteggiare la crisi finanziaria variarono in relazione alle diverse
condizioni, nonostante ci furono alcuni tratti in comune come puntare all’equilibrio dei bilanci statali.
Si fece strada il convincimento che l’economia andasse governata. La società era diventata corporata e
pluralistica.
Presentandosi come regime corporativo, la dittatura fascista ambiva a porsi come alternativa alla democrazia
rappresentativa e dell’intero costituzionalismo liberale.
La Carta del lavoro, una specie di manifesto preambolo di una costituzione, dettò i principi generali del
sistema. Il fascismo dunque partecipò alla costruzione dello . L’Istituto per la ricostruzione
industriale ebbe il compito di salvare il sistema bancario.

La crisi iniziata nel 1929 a Wall Street subì una svolta con le elezioni presidenziali americane che vinse il
democratico Franklin Delano , che sostituì il repubblicano Hoover e dimostrò una visione molto
pragmatica. Ottenendo ampi poteri esecutivi diede vita al , basato sulla critica al capitalismo e la
difesa dei ceti popolari rovesciando non solo la politica precedente, ma in generale quella americana.
Varie leggi e riforme portarono un periodo molto florido di sviluppo e furono costruite molte opere
pubbliche.
Il era l’ideale di garantire a tutti un’esistenza dignitosa, ma a crisi superata non fu
ulteriormente sviluppato o esteso alla sanità.
La politica di Roosevelt fu apprezzata in tutta Europa. Il sistema politico fu ridisegnato e la visione del
liberalism americano del governo non interventista venne sostituita da quella di un governo che partecipa
alla vita del cittadino.

La crisi ebbe effetti devastanti e non fu un caso che proprio negli anni Trenta fiorì la letteratura di guerra.
Il trasse vigore da questa situazione, basato sull’idealizzazione del popolo contadino contro la
corruzione della modernità.
Risuonò il richiamo alla natura, come dimostrato dal successo di quegli anni, il romanzo “Via col vento” in
cui la protagonista, Rossella O’Hara, si aggrappava alla terra. Il ispirò anche politiche di sviluppo.
Le , soprattutto in Italia, furono restituite alla sfera familiare, cancellando l’emancipazione che avevano
da poco conquistato. Fu introdotto il congedo per maternità.
Tuttavia, lontani dall’universalismo socialdemocratico, i regimi totalitari tendevano ad allargare i benefici di
determinati gruppi per finalità politiche.
I totalitarismi miravano anche con finalità anticulturali ad una gioventù atletica, portando alla nascita del
moderno sport-spettacolo nella sua duplice valenza di sport praticato e sport consumato.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

I regimi di massa non avevano bisogno soltanto di madri di famiglia, ma anche di padri, figure fornite dalla
politica. Il ebbe forte rilievo, concetto democratico diverso dagli equivalenti tedesco Fürer e
italiano duce, legati alla dittatura.
F. D. Roosevelt fu una personalità carismatica che sapeva parlare al popolo e schierarsi dalla sua parte,
diversamente dalla propaganda nazista, il cui ministro era Goebbels.
Mussolini capì la potenza dei rituali collettivi e D’Annunzio ebbe l’idea di adottare simboli dell’antica Roma,
come il “saluto romano”. Il “Lei” fu bandito a favore del “voi”.
L’Italia si riempiva di teste e busti di Mussolini, simili a un duce romano, creando il culto della personalità.

In quel periodo abbiamo dunque un intreccio di affinità, ma anche di avversioni, come quella dei regimi
tedesco e sovietico verso i fondamenti della democrazia. Questo però non li rendeva alleati, erano anzi
nemici.
In questo groviglio di tensioni, nonostante i tentativi della diplomazia internazionale, era da aspettarsi una
ripresa di un conflitto mai risolto nel 1918. Il suo furono tre vicende tra loro intrecciate che
avvennero tra il 1936 e il 1938:
L’aggressione italiana all’Etiopia;
La guerra civile in Spagna;
L’invasione giapponese della Cina.

6:
Agli inizi degli anni Trenta, spinto dalla crisi finanziaria mondiale, Mussolini si dette ad
, obiettivo che aveva sin dalla marcia su Roma.
Le varie colonie che possedeva l’Italia a quel tempo erano di diversa natura e aveva incerti confini e dominio.
L’espansione aveva subito un arresto. La Somalia fu riconquistata con violenza da uno dei capi della marcia
su Roma, mentre altri territori furono affidati al governatore Pietro Badoglio, generale nella battaglia di
Caporetto.
Mussolini voleva rafforzare la posizione internazionale dell’Italia e bilanciare la potenza germanica. Ottenuto
l’avallo delle potenze europee, fu provocato un incidente di frontiera che portò l’Italia ad aprire le ostilità
senza dichiarazione di guerra.
Il duce voleva risultati rapidi a qualsiasi costo, facendo anche uso di armi chimiche che erano ancora vietate.
Dopo poco avvenne , e il conseguente esilio a Londra dell’imperatore Selassié. L’Italia
annetté i territori conquistati e Mussolini annunciò la fine della guerra promuovendo la
e riservando la carica di imperatore d’Etiopia a Vittorio Emanuele.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Il si distinse per le risorse finanziarie ingenti che vi furono profuse, ma tutto ciò durò
poco poiché mentre l’Etiopia precipitava in guerra, l’Italia dovette combattere in Spagna abbandonando a
sé stesse le colonie.
In patria, gli strumenti di comunicazione di massa aveva dato massima enfasi all’impresa. Come trofeo fu
prelevata dall’antica città santa di Axum un obelisco che fu restituito solo nel 2008.
L’ era membro della Società delle Nazioni, che dopo l’attacco cacciò l’Italia che aveva disubbidito al
patto, anche se molti paesi non rispettarono le sanzioni da applicare.
Di lì a poco l’Italia fascista avrebbe sostenuto insieme alla Germania di Hitler l’insurrezione franchista in
Spagna e l’inefficacia delle sanzioni non fece altro che dimostrare la fragilità della Società delle Nazioni, il
cui fallimento unito all’avvicinamento italo-tedesco, costituì un passo decisivo verso la guerra generale.
In Italia vennero approvate le che privarono di ogni diritto gli ebrei italiani per poi deportarli
e ucciderli durante la guerra. Nonostante purificare la razza fosse grottesco per un paese etnicamente
composito come l’Italia, era presente una componente antisemita nell’ideologia mussoliniana. Alcuni storici
hanno visto queste leggi razziali una tragica imitazione del razzismo tedesco o un collegamento con la
legislazione coloniale.
La pubblicazione di studi scientifici che confermavano l’esistenza delle razze indusse molti scienziati a
lasciare il paese.

Nel 1928 il VI congresso del Comintern aveva adottato la linea del che implicava che
chiunque non stesse dalla parte del comunismo, fosse alleato del nemico di classe. Questo valeva anche per
i socialisti che collaboravano con governi democratici.
Stalin temeva un accerchiamento dalla Germania e il Giappone, dunque puntò sulla politica estera alleandosi
anche con la sua acerrima nemica, la Cina. L’URSS fu ammessa alla Società delle Nazioni abbandonando la
dottrina del socialfascismo e orientandosi verso la , che aveva come obiettivo la
sconfitta del fascismo favorendo le alleanze democratiche.

La aveva cominciato il nuovo secolo sotto il trauma del desastre del 1898 e della fine dell’impero.
L’instabilità politica e una notevole crescita economica aveva portato a nuovi conflitti.
Dopo la grande guerra alla quale il Paese non aveva partecipato, salì al potere l’ufficiale ,
che sospese la costituzione, sciolse i partiti e instaurò un regime a partito unico, governando 7 anni con
l’appoggio dell’esercito. Fu costretto alle dimissioni, e dopo la fuga del re che lo aveva appoggiato, fu eletta
un’assemblea costituente e proclamata la repubblica, dal carattere progressista e democratico. Fu garantita
la libertà di culto.
Nonostante un primo biennio in cui governò una coalizione tra socialisti e repubblicani, le successive
elezioni furono vinte dalla destra, guidata da quello che diventò il ministro della Guerra. La sinistra tentò
una rivoluzione preventiva e una crisi di governo portò a indire nuove elezioni, vinte da quest’ultima.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Tuttavia entrambi i fronti si preparavano allo scontro. Emerse in questo frangente la figura del generale
che fu dichiarato dai suoi uomini “capo del governo dello Stato”, ruolo che avrebbe
investito fino alla morte.
Franco fondò un partito unico che unì falangisti e carlisti. Il paese era spaccato in due. La capitale, ,
era proprio a confine tra le due aree, ma i franchisti non riuscirono ad espugnarla grazie alla difesa dei
repubblicani, aiutati da volontari internazionali, le “ ”.
L’intervento dei paesi fascisti, che si allearono con Franco, cambiò le cose.
Nel 1936, il poeta Federico García Lorca, colpevole di essere repubblicano e omosessuale, fu rapito e
giustiziato. A questa esecuzione ne seguirono altre da ambo i fronti.
L’anno successivo , città simbolo dell’indipendenza basca, fu bombardata; il pittore Pablo Picasso
dedicò un quadro a questo episodio, simbolo di arte militare.
Anche gli ecclesiastici subirono numerose violenze poiché l’obiettivo franchista era il rinnovamento della
tradizione cattolica.
Il 1° aprile del ’39 Franco annunciò la resa dell’esercito repubblicano. La Spagna avrebbe aderito all’asse
Italia, Germania, Giappone, ma senza partecipare alla guerra, volendo piuttosto consolidare il suo regime.

Grandi eventi tra e Giappone scossero l’Estremo Oriente.


È difficile comporre la storia millenaria della Cina, paese molto esteso. I regni furono unificati per la prima
volta nel III secolo a.C., periodo a cui risale la Grande Muraglia Cinese e l’esercito di terracotta (guerrieri
dai tratti somatici diversi allineati nella stessa armata).
Nonostante la fondazione della repubblica, rimaneva una scarsa unità politica.
Il maggior esponente del movimento repubblicano fondò il Partito nazionalista cinese, il ,
mentre il presidente del Paese cercava di ripristinare un titolo imperiale.
Tra le potenze straniere, la più pericolosa per la Cina era senz’altro il Giappone, interessato ad espansioni
coloniali in Asia dopo aver già occupato la Corea e aver partecipato alla spedizione internazionale contro la
cosiddetta rivolta dei boxer.
Nel 1915 il governo cinese fu costretto ad accettare le 21 richieste presentate dal Giappone, ultimatum che
imponeva il riconoscimento dei propri interessi verso alcuni territori, un protettorato di tipo coloniale. I
giapponesi forzarono la Cina ad entrare nella guerra europea.
Una politica espansionistica fu caldeggiata in Giappone come soluzione alle difficoltà economiche del
dopoguerra.
I politici cinesi furono estromessi dal governo con un cruento colpo di Stato.
I rapporti tra Giappone e Cina avevano aspetti contrastanti a causa della vicinanza culturale e il merito
giapponese di aver saputo ammodernare il Paese senza cedere all’imperialismo, ma proprio questi fattori
facevano di quest’ultimo un , ciò che avvenne, per esempio, per la stesura della
costituzione cinese.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Il fondatore del Guomindang divenne anche il primo presidente della repubblica e si avvicinò molto al
Giappone, dove usava rifugiarsi in caso di problemi.
Passata la guerra mondiale, il 4 maggio 1919 si levò un vasto moto di protesta formato da intellettuali che
partiva da Pechino, il “ ”, che esprimeva un’esigenza di rinnovamento culturale che
predicava l’eguaglianza, l’istruzione di massa e il superamento della morale confuciana.
Movimento del genere, modernizzanti ma antioccidentali, erano ricorrenti in Asia e Africa.
Questi gruppi fondarono a Shangai il , appoggiato dai sovietici. Anche il
Guomindang si alleò con l’Unione Sovietica; alla morte del suo fondatore, il suo successore ruppe
quest’alleanza e fece arrestare i propri colleghi di partito. Tuttavia riuscì a dare un impulso di
ammodernamento del paese riformando il sistema monetario, adottando il mandarino come lingua ufficiale
e codici di tipo occidentale. Crebbe la produzione industriale favorita da una liberalizzazione del commercio.
Qui emerse la leadership di , uno dei fondatori del Partito comunista cinese. Egli fondò la
Repubblica sovietica cinese di cui fu presidente. Partì la cosiddetta “ ” che Mao presentò come
un andare incontro ai giapponesi che li stavano invadendo, mito di fondazione i cui luoghi diventarono
meta di pellegrinaggio.

Le armate giapponesi sbarcarono a Shangai. Il governo cinese si appellò alla Società delle Nazioni che
condannò il Giappone e lo bandì. Il ministro degli Esteri dichiarò che il Giappone esigeva il monopolio
sulla Cina ed era pronto all’invasione e alla guerra. Espugnata Shangai entrarono nella capitale nazionale
causando un che anticipò quasi le stragi della seconda guerra mondiale.

7:
I Paesi si ritrovarono a scegliere se investire in beni di consumo o armamenti, e la Germania non aveva
dubbi sulla seconda.
La si era gradualmente allentata, grazie anche all’ammissione della Germania nella
Società delle Nazioni. Un’apposita conferenza internazionale convocata a Ginevra annunciava un graduale
disarmo. Ma il clima era mutato e l’ordine era instabile.
La Germania iniziò a violare i limiti imposti dal trattato di Versailles. Con l’ si sancisce l’unione
dell’Austria alla Germania e la proclamazione dell’Impero. Con il si regolavano i
trasferimenti dalla Cecoslovacchia al Reich, scelta in sostanza antisovietica.
Inizialmente nei confronti di questo atteggiamento Gran Bretagna e Francia adottarono una
che era incentrata sulla concessione.
Hitler pose poi la sua attenzione verso la Polonia, al suo corridoio di Danzica e alla sua popolazione di
orientamento filotedesco per allargare lo della Germania.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

Nonostante il suo impegno nella politica dei fronti popolari, Stalin fu quindi escluso dal patto di Monaco,
ma ritenne che di lì a poco si sarebbe avuto uno scontro nell’Occidente capitalistico logorante a seguito del
quale poteva trarre vantaggio. Hitler, dal canto suo, era preoccupato che la Germania si ritrovasse
accerchiata, quindi, con l’Unione Sovietica, fu firmato il di non aggressione che
andava oltre gli immediati interessi e riguardava anche l’economia dei due Paesi. I comunisti, fino ad allora
impegnati nella lotta antifascista, si ritrovarono alleati di Hitler.
Insieme, le due potenze aggredirono la conquistandola e spartendosela. I sovietici riguadagnarono
a poco a poco i confini dell’impero. Per evitare che potesse nascere uno spirito nazionalista nel Paese polacco,
furono eliminate le classi dirigenti e deportate le “classi inferiori”. Ad Auschwitz fu creato il più grande
campo di concentramento, essenziale per la “ ”.
Deportare centinaia di migliaia di persone era però compito arduo, dunque le aree urbane da loro abitate
furono trasformate in , comunità chiuse in parte autoamministrate la cui uscita era vietata, costretti
alla fame.
Accanto ai ghetti nacquero i campi di concentramento dove i prigionieri lavoravano fino allo stremo e molti
morivano per malattia o esperimenti scientifici estremi.

Di fronte all’attacco tedesco, Gran Bretagna e Francia furono costrette ad abbandonare la loro politica di
appeasement e dichiarare la guerra. Tuttavia si parlò di una “guerra farsa”, in quanto sembrò che i francesi
non si impegnarono più di tanto nella difesa, nonostante avessero maturato questo atteggiamento e avessero
costruito la , una catena di fortificazioni lungo tutta la frontiera nordoccidentale, evoluzione
delle trincee. Fu una guerra lampo: i tedeschi la sfondarono senza problemi e raggiunsero Parigi che venne
evacuata. Le truppe del Reich sfilarono lungo i Campi Elisi e il governo si ritirò a Bordeaux, dove optò per
la firma di un armistizio, una resa al dominio nazista.
Il Paese fu diviso in due zone, una tedesca e l’altra retta da un governo amico che fu chiamato
per il nome della località, che si ritirò dalla guerra in posizione di neutralità.
Anche in Francia fu adottata la legislazione antiebraica e fu tristemente noto il rastrellamento di migliaia di
ebrei nel velodromo d’inverno di Parigi. Non diversa fu la sorte degli ebrei in Olanda (dove si svolse il
dramma di Anna Frank) e in Italia.

La segnò un punto a favore dell’Inghilterra, che fece scattare l’


per il recupero delle armate intrappolate in spiaggia dopo i bombardamenti aerei tedeschi. Winston
Churchill divenne primo ministro inglese, solido conservatore. La situazione rimaneva grave.
Una volta conquistata la Francia, la Germania preparò l’invasione in Gran Bretagna. Tuttavia i tedeschi non
sbarcarono mai: l’aviazione inglese bombardò Berlino e i tedeschi risposerò colpendo Londra.
Charles , scappato dalla Francia, costituì un governo provvisorio e combatté con la retorica per la
riconquista del suo Paese.
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Churchill dichiarò che gli inglesi non si sarebbero mai arresi e che il conflitto sarebbe stato mondiale, come
dimostrerà poi l’entrata in guerra degli Stati Uniti.

Il primo paese europeo ad allargare il conflitto fu l’ , che impreparata ad una guerra si dichiarò
inizialmente “non belligerante”. Ma con l’invasione hitleriana della Polonia, Mussolini non voleva essere da
meno e occupò l’Albania. Nel ’39 firmò con la Germania il che legava i due paesi in
un’alleanza difensiva e offensiva. Anche l’Italia dunque dichiarò guerra alla Francia, già in ginocchio, e la
costrinse all’armistizio.
Mussolini firmò con Germania e Giappone un “ ” con il quale i tre paesi si impegnavano a
cooperare per la creazione di un nuovo ordine.
Il duce immaginò di condurre una e si volse verso il territorio africano.

Essenziali divennero il controllo dei sistemi radio e i sistemi di linguaggio criptato, come Enigma, una
macchina cifrante rapida e sicura tedesca, che fu ben presto penetrata dagli Ultra, una squadra di tecnici
inglesi.
La Germania sferrò un attacco ai Balcani. Il principe reggente della , sperando di salvare il paese
all’invasione, aderì al patto tripartito, ma il popolo, ostile al nazismo, lo esiliò. Hitler punì il Paese con
l’ e bombardò Belgrado.
L’avversario principale della Germania, però, rimaneva l’Inghilterra.
Hitler ritenne conveniente disfarsi rapidamente dei sovietici dando inizio all’ .I
tedeschi varcarono la frontiera sovietica che, colta alla sprovvista, non aveva preparato nessun piano di
difesa. L’attacco fu fulmineo, ma i sovietici seppero guadagnare tempo con una resistenza determinata,
facendo terra bruciata, impedendo ai tedeschi di saccheggiare provviste, forti anche delle condizioni
metereologiche estreme. L’odio antitedesco era implacabile tra i russi.
La battaglia di Stalingrado impegnò le migliori armate del Reich, destinate all’attacco all’Inghilterra.

Arrivarono le notizie di un attacco dal Giappone, i cui aerei si muovevano verso la base americana di
, alle Hawaii. L’America entra in guerra aprendo un nuovo fronte.
Roosevelt incontrò il premier inglese Churchill con il quale concordò gli 8 punti dell’intesa che ribadivano
i diritti umani e concordavano i termini dell’assetto mondiale futuro con un documento che prese nome di
che pose le basi per l’ONU. Il documento fu firmato anche dall’Unione Sovietica e altri
paesi nemici dell’asse.
Mentre i giapponesi avanzavano in Asia, le truppe americane affiancavano quelle inglesi. Avrebbero accettato
dalle potenze del patto tripartito soltanto una che ribadiva il carattere di guerra totale.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

I piani strategici angloamericani miravano ad eliminare dalla guerra l’Italia, giudicata l’anello debole, prima
ancora di liberare la Francia. Scattò l’ e avvenne lo sbarco in Sicilia. L’obiettivo era colpire
Roma e smilitarizzarla. I bombardamenti erano a ruota libera e il regime non resse.
A Roma si riunì il Gran consiglio del fascismo che mise in minoranza Mussolini, che fu arrestato.
Il fascismo non aveva mai abrogato lo Statuto Albertino nel 1848 quindi aveva ancora il suo re, Vittorio
Emanuele III, che nominò capo di governo Pietro Badoglio che si affrettò a ribadire che la guerra sarebbe
continuata. Tuttavia i suoi emissari si videro costretti a firmare un armistizio a Cassibile.
Passato all’altro fronte, Badoglio dichiarò guerra alla Germania. In Italia si assistette ad una guerra civile.
Intanto Mussolini fu liberato e, sotto protezione dei tedeschi, fondò la Repubblica sociale italiana con sede
a Salò, anche se era del tutto subordinata ai tedeschi.

Sotto il comando del comandante in capo delle forze armate americane in Europa, Eisenhower, iniziò
l’ , atta ad effettuare uno sbarco massiccio in Francia. Avvenne lo
ed iniziò la dura avanzata verso la Germania. Londra fu colpita dalla prima “bomba volante”, aereo a
reazione senza pilota con una testata esplosiva.
Charles de Gaulle installò un governo provvisorio a Parigi e si organizzò un secondo sbarco.

Intanto, in Italia, gli Alleati spostarono provvisoriamente la capitale a Salerno e l’URSS riconobbe il governo
di Badoglio. Poco dopo fu sostenuto anche dal segretario del Partito comunista Togliatti che rientrò in Italia.
Dopo la stagione invernale e le sue difficoltà, gli Alleati ripresero l’avanzata.
Milano venne liberata, La Repubblica di Salò era finita insieme alla guerra in Italia il .
Mussolini tentò la fuga in Svizzera indossando una divisa nazista, ma fu riconosciuto, catturato e fucilato
dai partigiani, la . Il suo corpo fu esposto a Milano in piazzale Loreto appeso a testa in
giù.

Angloamericani e sovietici stavano combattendo guerre separate contro un nemico comune, anche se non
erano definibili alleate, termine infatti usato solo per gli Alleati occidentali.
Stalin incontrò gli Alleati a dove assicurò che sarebbe entrata in guerra contro il Giappone come
richiesto da Roosevelt e acconsentì alla nascita delle Nazioni Unite, con sede a San Francisco.
Intanto i soldati sovietici raggiunsero la Polonia e la Germania giunse a compimento del genocidio ebraico
facendo entrare in funzione le camere a gas. I condannati erano umiliati e disumanizzati, non avevano più
un nome ma un numero tatuato sull’avambraccio. Furono pochi a sopravvivere.

Bombardandola a tappeto, la Germania nazista firmò la capitolazione e Hitler morì suicida nel suo bunker.
Tuttavia il Giappone non pareva arrendersi e così il presidente americano , successore di Roosevelt,
acconsentì all’uso dell’arma definitiva: la .
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Un solo aereo si levò in volo. Il comandante diede al bombardiere il nome di sua madre, Enola Gay, e
chiamava Little Boy l’ordigno esplosivo.
fu polverizzata e Truman dichiarò l’operazione riuscita. Tre giorni più tardi, una nuova bomba
fu sganciata su . Fu allora che l’imperatore firmò la resa.

8:
L’ si concluse la più grande guerra. Le tre potenze dell’Asse (Germania, Giappone e Italia)
erano state annichilite. Quando i nazisti furono sconfitti, i valori rinacquero, ma nelle foto della conferenza
di Jalta (che vedevano Churchill l’europeo tra Roosevelt e Stalin) era palese che il fulcro del potere mondiale
non fosse più in Europa. Già nel corso della guerra i vincitori avevano dichiarato con la Carta Atlantica i
nuovi assetti mondiali e fu posta una grande enfasi sulla pace.
Sconfitti i grandi progetti imperiali, gli Stati nazionali tornarono ad essere soggetti al sistema internazionale.

Occupata dalle potenze vincitrici, la fu terra di conquista tra rivali, divisa in quattro zone; le tre
zone sotto il controllo occidentale furono unificate e gli Alleati proclamarono la Repubblica federale di
Germania con capitale a Bonn. La zona sovietica andò progressivamente separandosi dalle altre, finché non
bloccarono gli accessi agli altri settori di Berlino tagliando tutti i collegamenti.
La città rimase così priva di rifornimento e gli Alleati organizzarono un ponte aereo per rifornirla. I sovietici
cedettero e tolsero il blocco.
I tedeschi erano ritenuti il popolo colpevole, e molti furono perseguitati subendo la stessa sorte delle “razze
inferiori”.
Il presidente americano Truman era molto più ostile all’URSS del suo predecessore e andò diffondendosi la
del diplomatico Kennan che ribadiva la visione conflittuale che i sovietici avevano
dei rapporti internazionali.
Questo pose le basi per la , che non fu mai combattuta, ma fu il susseguirsi di scontri
diplomatici, provocazioni e propaganda, nonché la contesa tra mondo occidentale e comunista che sarebbe
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continuata fino al prevalere di uno dei due. Si fronteggiavano così due ideologie che avevano pretese
espansive universali.
Nel 1961 si sarebbe innalzato un muro lungo chilometri per rimarcare la separazione di Berlino Est e
impedire le continue fughe, represse sparando a vista. Il divenne mito e attrasse l’attenzione
del mondo. Nello stesso anno J. F. Kennedy divenne il nuovo presidente americano.

Il punto di frattura si ebbe con l’occupazione sovietica dei paesi dell’Est Europa che Churchill denunciò
come una “ ” e che sarebbero stati conosciuti come .
Cruda fu la tattica seguita in dove esisteva un forte movimento antinazista non comunista, dunque
al Partito comunista era necessario ottenere una buona affermazione elettorale rinviando le elezioni il tempo
necessario per perseguitare gli avversari. I partiti comunisti ottennero così la maggioranza dei voti. Simili
pressioni si ebbero anche in Ungheria e in Cecoslovacchia.
Questi avvenimenti coincisero con l’applicazione del , un piano di aiuti elaborato
dall’omonimo segretario di Stato rivolto ai Paesi dell’Europa, a cui Stalin rinunciò credendo si trattasse di
un tentativo di penetrazione americana.
Fu creato nel 1949 in Unione Sovietica il Comecon, che doveva coordinare le varie economie e le sottoponeva
ad un interscambio deciso da Mosca. Dopo un graduale e costante declino, i paesi dell’Est conobbero le
crescite industriali dei piani quinquennali sovietici.

Lo scontro tra i due blocchi ebbe carattere militare anche se la guerra globale non fu mai combattuta:
entrambi i Paesi consolidarono le loro alleanze militari e procedettero al riarmo di natura difensiva, anche
se successivamente furono trovati negli archivi piani di invasione da entrambe le parti.
Il gioco proseguì. Anche i Sovietici avevano il loro programma nucleare e potenziarono gli arsenali atomici.
L’incubo atomico divenne un affare per le imprese, che pubblicizzarono la vendita alle famiglie di appositi
bunker, ma anche per la letteratura ed il cinema.
Negli Stati Uniti si temeva l’infiltrazione comunista. Nacque quindi il fenomeno del (da
McCarthy, politico che iniziò una campagna contro gli infiltrati) visto come sinonimo di anticomunismo
ossessivo.

Il punto più critico della tensione si raggiunse con la , di importanza strategica insieme all’area
balcanica nell’incontro tra Occidente e Russia. Si affermò la figura di Tito, comunista di origine contadina
che assunse la guida del Paese, unico capo della Resistenza europea che liberò il popolo dai nazisti senza
intervento degli Alleati. Il nuovo parlamento abolì la monarchia e proclamò la Repubblica popolare
federativa di Jugoslavia, riponendo la chiave del successo in tre elementi:
Carattere multietnico;
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Accentuato autoritarismo;
Interpretazione del marxismo diversa da quella sovietica.
Questo portò gli jugoslavi ad essere accusati di antisovietismo da Mosca e ad essere espulsi dal Cominform,
portandoli ad orientarsi verso l’Occidente, visto come segno di tradimento.

La morte di Stalin dette inizio a numerosi cambiamenti. I suoi successori si sentirono liberi di allentare la
stretta repressiva. Salì al potere , che prese a frequentare la scena internazionale.
Ebbe inizio una controllata liberalizzazione e uno smantellamento del sistema concentrazionario. I
prigionieri dei gulag cominciarono a tornare a casa e fu concesso maggior respiro al mondo culturale.
Iniziò una , mentre per quella del culto di Lenin dovremo aspettare Gorbačev
nel ’56.
Nacque una nuova ambivalenza verso la politica estera e si ebbe dapprima una fase di apertura all’Occidente.
Si tornò a parlare di coesistenza pacifica e furono anni di nuclearizzazione accelerata. Chruščev, come Stalin,
credeva la contesa tra comunismo e capitalismo potesse risolversi solo con la vittoria di una delle due parti.
Furono quindi messe a punto nuove tecnologie di attacco. L’URSS fece ogni sforzo per togliere agli Stati
Uniti il primato militare in una dottrina della reciproca distruzione totale.
L’URSS riuscì a lanciare un satellite artificiale nello spazio, lo
, e fu un grande smacco per gli americani.
Come avvenne anche per la NEP, le migliori condizioni di vita
crearono un eccesso della domanda e la conseguente scarsità dei beni
che portò all’aumento della criminalità e delle proteste.
Chruščev si recò in visita ufficiale in Jugoslavia che fu di nuovo
inclusa tra i paesi “che costruivano il socialismo”.

La sfida tra i due blocchi si allargò anche al resto del mondo, influenzando conflitti locali e movimenti di
liberazione. Il comunismo sovietico diventò un’idea affascinante e dinamica la cui affermazione più
spettacolare si ebbe in . Alla resa giapponese seguì una dura guerra civile tra i nazionalisti del
Guomindang e l’armata comunista di Mao Zedong che vinse. Inizialmente non fu appoggiato da Stalin a
causa della sua avversione ai cinesi, ma poi firmò un accordo cinosovietico di reciproca alleanza e assistenza.
Nel consolidamento del potere, Mao scelse il modello sovietico, unico paese in cui la rivoluzione marxista
ebbe successo.
Nella prospettiva delle Nazioni Unite, una volta liberata dall’occupazione del Giappone, la sarebbe
diventata una nazione neutrale, invece fu divisa a metà, sul 38° parallelo. A Nord ci fu uno Stato sovietico
con capitale Pyongyang e a capo il comunista Kim Il-sung, mentre a Sud troviamo gli americani con capitale
a Seul, dove i comunisti furono messi al bando e perseguitati. L’esercito nordcoreano attaccò di sorpresa
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raggiungendo Seul. L’ONU condannò l’aggressione e formò un’alleanza che consentì alle truppe americane
di intervenire, riconquistando il Sud e spingendosi a Nord. Stalin non volle impegnarsi nell’impresa ma
incluse i cinesi incoraggiando Mao ad intervenire. Solo la decisione del presidente Truman di non
acconsentire alle richieste di invasione della Cina o dell’uso dell’atomica impedì che il conflitto di estendesse
ulteriormente, ristabilendo il confine al 38° parallelo, non giungendo mai alla pace.
Persa la Cina, gli Stati Uniti si impegnarono nel consolidamento del governo nazionalista ritiratosi a Taiwan,
unica Cina ammessa all’ONU. I due distinti Stati coreani divennero allora vetrine delle due società, una
capitalistica e l’altra austera, in cui regnava la dittatura comunista di Kim Il-sung, nonno dell’attuale dittatore
Kim Jong-un.
Il nuovo regime ottenne rapidi successi economici adottando i piani quinquennali sovietici.
La nuova democrazia cinese si basava sulla tra forze convergenti, nonché l’accordo
tra nazionalisti e comunisti. In questa chiave Mao teorizzò la distinzione tra le
che diventò un’arma in mano all’una o all’altra fazione. Mao si affermò gradualmente come
despota assoluto e lanciò la con la quale incoraggiava gli intellettuali ad esprimere
liberamente le proprie idee e critiche costruttive in un confronto aperto.
L’anno seguente Mao lanciò il “ ” fissando i vari obiettivi da raggiungere e affidandosi
all’entusiasmo delle masse. Fu un completo disastro e la carestia colpì duramente il paese.
Fu adottata dunque una politica di riaggiustamento e consolidamento, ma un’ondata di violenza scosse il
regime nella seconda metà degli anni Sessanta, quando Mao appoggiò l’esercito per combattere le minacce
di revisionismo e la rinascita borghese.
Qui vediamo il ritorno del (in Cina considerato simbolo di sciagura per la sua somiglianza di
pronuncia alla parola “morte”, infatti si parla anche di tetrafobia) nella vita di Mao Zedong, considerato il
4 volte grande (grande maestro, capo, comandante e timoniere) che nuotò per un’ora nel fiume Yangzi per
pubblicizzare l’energia rivoluzionaria, episodio sul quale fu scritto che il leader nuotò a una velocità 4 volte
superiore al record mondiale.
La Cina piombò nel caos e le guardie rosse iniziarono a distruggere e saccheggiare abitazioni e ad uccidere
o mandare in campi di rieducazione gli abitanti. Vennero attaccate le “4 cose vecchie” (pensiero, cultura,
tradizioni e abitudini). Fu lo stesso Mao a fermare la rivoluzione, temendo il collasso del partito.
Alla sua morte, la sua 4° moglie e tre suoi compagni, bollati come la banda dei 4, furono accusati di aver
organizzato un colpo di stato, processati e condannati.

Nelle bandiere rosse cinesi il profilo dei Mao era sovrapposto a quello di Marx, Lenin e talvolta Stalin.
Chruščev e la sua demolizione del mito di Stalin non potevano piacere a Mao, che lo incluse insieme a
Kennedy, Nehru e Tito tra i 4 nemici principali della Cina popolare. Anche qui furono effettuati esperimenti
nucleari e da tempo i cinesi conducevano un’attiva politica estera nell’area, presentandosi alla conferenza di
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Ginevra come un difensore della pace in Asia, un atteggiamento competitivo nei confronti americani e
sovietici.

9:
Dopo il conflitto mondiale, liberalismo e democrazia furono annunciati dall’ONU come valori
universalmente condivisi.
L’Inghilterra, un tempo centro della finanza internazionale, dovette cedere la potenza agli Stati Uniti, a
causa anche del , con cui si restaurava il sistema di cambi fissi, ma attorno al
dollaro, unica moneta convertibile in oro. Fu concordato il Fondo monetario internazionale (FMI) e si
regolarono i diritti di prelievo; i prestiti della Banca mondiale, inizialmente destinati all’Europa, furono
diretti a sostenere lo sviluppo di Paesi più arretrati.
Le democrazie europee erano , e le classi dirigenti dell’Europa occidentale furono
influenzate dal liberalsocialismo. La Dichiarazione del 1948 recava ormai il segno dei tempi, come anche
l’universalismo dei diritti.
Si fece largo la differenza tra democrazia sostanziale (come il comunismo) e l’opposta democrazia
procedurale, cosa che metteva in primo piano l’aggettivo e rischiava di far scomparire l’aggettivo.
Per essere definito democratico, un regime avrebbe dovuto garantire il suffragio universale ed elezioni libere,
ricorrenti e competitive (in cui fossero presenti più partiti).

Fu delineato negli Stati Uniti un piano complessivo di tutela del cittadino per assicurare il progresso
economico e la sicurezza sociale: il , opposto volutamente al warfare state, ovvero lo stato
militare che guidava i totalitarismi.
La vecchiaia venne sostenuta universalmente assicurando una pensione minima e fu investito sull’istruzione,
la casa e la sanità. Un ulteriore slancio si ebbe con il programma kennediano della “nuova frontiera”, uno
schema assicurativo statale per anziani e contributi per l’istruzione.

La si intreccia con quella degli avvenimenti. Il mondo era stato teatro di numerosi
massacri, a causa delle dottrine razziste antitetiche alla concezione cristiana.
Lo sterminio degli ebrei fu chiamato inizialmente Olocausto, termine abbandonato poiché esprimeva una
sorta di sottomissione sacrificale, preferendo Shoah. Il termine stesso di “genocidio” non esisteva prima di
allora. Sia la Shoah che il dramma dei gulag, causati da regimi dittatoriali di diversa matrice, ottennero la
loro notorietà con opere letterarie, come “Se questo è un uomo” di Primo Levi.
Dopo la guerra si tenne il per punire i nazisti. Furono formalizzate le varie categorie
di crimini ed emesse molte sentenze. Il governo tedesco ammise le responsabilità del passato e iniziò un
programma di denazificazione avviato dagli Alleati.
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I vincitori furono più clementi riguardo le atrocità giapponesi, che rimasero taciute poiché diventati vittime
a seguito della bomba atomica. Anche la Francia riprese la sua vita democratica come se non fosse mai stata
sotto il controllo politico nazista.
Di particolare significato furono le vicende italiane accadute nella fase finale della guerra. L’esercito jugoslavo
di Tito cercò di riconquistare più territorio possibile a confine con l’Italia, nell’area di San Sabba (unico
lager dotato di forno crematorio in Italia). Migliaia di uomini furono catturati e uccisi, e il simbolo che ce
lo ricorda sono le , cavità carsiche naturali e profonde dove vennero fatti precipitare i prigionieri, alcuni
ancora vivi, delitti ai quali gli Alleati spesso assistettero in silenzio.
La lacerazione non è mai stata sanata, per questo è stato istituito il Giorno della memoria, il 27 gennaio,
anniversario della liberazione di Auschwitz: per non dimenticare.

La situazione interna in era molto complessa. Nel Mezzogiorno, durante la guerra, vi furono alcuni
episodi di insorgenza come le “Quattro giornate di Napoli” in cui i napoletani furono sottoposti a duri
rastrellamenti da parte dei tedeschi.
Quando il Paese era rimasto diviso, il governo era a Brindisi. La guerra aveva accentuato il difetto di coesione
nazionale. Le regioni settentrionali erano più dinamiche, nonostante nacquero partiti regionali con tendenze
secessioniste.
Fu costituita una Consulta nazionale e il (festa nazionale), si svolse un referendum
istituzionale per scegliere tra monarchia e repubblica (vinse la seconda) e le elezioni di un’assemblea
costituente. La maggior parte dei seggi furono vinti dalla Democrazia Cristiana, mentre il Partito d’azione,
ruolo notevole nella Resistenza, scomparve dalla scena ricevendo pochi seggi. Il PCI occupò un ruolo
essenziale, guidato da Palmiro Togliatti, successore di Gramsci.
All’inizio governò Parri, successore di Bonomi, comandante partigiano e antifascista democratico, ma il suo
governo durò poco. Dopo di lui subentrò il ministro degli Esteri , segretario della DC che
risanò l’autorità dello Stato. Il primo presidente della Repubblica fu Enrico de Nicola, al quale successe Luigi
Einaudi, liberale che governava la Banca d’Italia.
La è con la costituzione di Weimar uno dei più significativi esempi di costituzionalismo
democratico del ‘900. In apertura troviamo i principi fondamentali che si basano sull’uguaglianza.
Fondamentale è anche il “ripudio della guerra”.
De Gasperi formò il suo quarto ministero escludendo la sinistra, che si allineò sempre più all’URSS di Stalin.
Gli americani premevano per la messa fuorilegge del Partito comunista, i cui membri reagirono facendo
capire di essere pronti all’insurrezione armata. Le sinistre furono sconfitte alle urne ma la tensione non si
placò. Togliatti denunciò il piano Marshall come una resa ai gruppi imperialisti americani. Fu ferito in un
attentato e la tensione lentamente decrebbe.
Nel clima internazionale più aperto, con le elezioni di Kennedy, si formò un governo di centrosinistra.
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La ricostruzione della sovranità tedesca fu rapida. Venne adottata una che prevedeva la
sua cessazione una volta che la fosse riunificata, dunque quando il popolo tedesco avrebbe potuto
darsi una costituzione in libertà. Rinacque un piccolo Partito comunista e la destra sembrava scomparsa.
Vediamo un governo socialista-liberale sotto la guida del leader socialdemocratico Willy Brandt, esponente
delle nuove generazioni.
La riemerse con difficoltà a livello politico dopo l’occupazione e Vichy, e solo l’energia di Charles
de Gaulle riuscì a farla riconoscere tra i vincitori.
Alle prime elezioni l’assemblea costituente sembrava equamente divisa, e per smuovere le acque
diede le dimissioni. La costituzione della Quarta Repubblica fu molto simile alla Terza.
Con un nuovo collasso del sistema politico, de Gaulle riprese il controllo, affossò la Quarta Repubblica e
approvò una nuova Costituzione, quella tutt’oggi in vigore. Fu eletto presidente e diede vita alla Quinta
Repubblica. La componente comunista con il leader François Mitterrand fu nuovamente sconfitta.
Venne riaperto un dialogo con i paesi dell’Est e fu applicata una politica europeista con un consolidato
sistema bipartitico.
Fu anche assecondato il progetto di costituire un esercito integrato, la Comunità europea di difesa, da porsi
sotto il controllo della NATO. Tra gli ideatori troviamo il finanziere francese Jean Monnet, consulente di
vari governi, che sottopose un nuovo progetto al ministro degli Esteri francese, Robert Schumann che
sollecitava Francia e Germania a mettere in comune e controllare insieme la produzione del carbone e
dell’acciaio con la creazione della CECA, della quale Monnet assunse la presidenza.
Il 9 maggio è oggi considerato come la data di nascita dell’Unione Europea.

Dopo la guerra i paesi europei erano allo stremo. La sopravvivenza di molti fu garantita dal soccorso
immediato delle Nazioni Unite, ma i danni sofferti rendevano difficili gli approvvigionamenti e la carenza
di valuta limitava i commerci. I bombardamenti non colpirono molti impianti industriali, che poterono
essere riattivati e dai quali si ebbe un nuovo decollo. Questa crescita di ogni settore dell’economia prese
nome di . Alcuni aspetti di questo periodo sembrano rimandare alla prima rivoluzione industriale
inglese.
A garantire una riserva di manodopera fu l’immigrazione, mentre in Italia molti italiani subirono l’effetto
contrario, emigrando altrove. Gli aiuti legarono il progresso europeo a quello americano. Tra gli elementi
condivisi con l’America abbiamo anche il tipo di organizzazione industriale keynesiano-fordista. Mutava il
profilo delle classi operaie. In questa società opulenta si ebbe un boom delle nascite che portò all’aumento
del consumo privato di beni durevoli. Ognuno aveva la propria macchina. Negli anni ’50 fu importato in
Italia in primo supermercato in Europa, l’Esselunga di oggi. Dilagarono gli scooter, invenzione italiana
ricavata dai residui bellici.
Si diffusero radio e televisioni, che resero possibile la diretta delle Olimpiadi o della cerimonia di
incoronazione della regina Elisabetta II.
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Si diffusero i generi blues, rock ‘n roll e R&B. I baby boomers costituirono presto un nuovo segmento sociale
che prima non esisteva e che ora costituì un segmento di mercato proprio: i , dapprima non
differenziati dai bambini.

10:
In questi anni assistiamo al (diverso da quello imperiale che, al contrario, fu
quasi intensificato dalla fine della guerra), dunque di quella forma specifica di dominio chiamata
colonialismo possessivo.
I protagonisti della politica coloniale, usciti vincitori dalla guerra, si apprestarono a ripristinare i loro
possedimenti, in nome della loro missione di far evolvere questi paesi in civiltà paritarie, come testimonia
la Dichiarazione dell’ONU del ’48 affermando il principio di eguaglianza.
Già da tempo, URSS e USA erano invece portatori di culture anticoloniali.
La fine della guerra portò all’innesco di processi di indipendenza seguiti da guerre in un effetto domino.

Il tanto combattuto e agognato distacco dell’ dalla Gran Bretagna avvenne. Se ne vociferava già con
l’entrata in guerra annunciata dal viceré. Quando il Partito del Congresso inglese chiede per quali principi
combatteva il popolo indiano, le risposte furono assai evasive. Per protesta, i membri del partito si ritirarono
dai governi provinciali lasciando spazio alla Lega musulmana e di conseguenza al , che reclamava
l’indipendenza.
Quando i giapponesi si avvicinarono alle coste indiane furono prese posizioni più antibritanniche e Gandhi
stesso, con lo slogan “Quit India” dichiarò che il suo Paese non aveva nulla contro il Giappone, azione che
lo portò ad essere arrestato e a digiunare per protesta. Il viceré fu sostituito due volte fino ad arrivare a
, deciso a concedere l’indipendenza, ma senza idee chiare dall’Inghilterra arrivò il ,
un piano di spartizione che avrebbe frantumato l’unità indiana restituendo la sovranità alle province.
Il Paese fu diviso in due Stati, l’India e il Pakistan, dei quali Mountbatten proclamò l’indipendenza. L’esodo
fu accompagnato da molte violenze e tra le vittime troviamo anche Gandhi, assassinato da un nazionalista
indù. I due paesi erano sempre più divergenti e combatterono più di una volta.
L’unificazione fu il capolavoro dei leaders del Congresso, guidati dal socialista che diede una
costituzione di carattere laico al Paese, entrata in vigore nel 1950, che garantiva i diritti individuali
eliminando ogni discriminazione.
Come socialista, anche Nehru adottò una politica di pianificazione quinquennale, e mantenne l’adesione al
Commonwealth chiedendo anche aiuti americani. Rimase in buoni rapporti con la Cina popolare con la
quale firmò un accordo di coesistenza pacifica, ma ciò non evitò una guerra di frontiera. Allora l’India chiese
l’aiuto militare agli stati Uniti senza successo (poiché impegnati nella rivoluzione cubana) e si rivolse
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all’Unione Sovietica con la quale avrebbe stretto un trattato di amicizia mentre appoggiava il Vietnam del
Nord.
L’India indipendente esordì in una guerra contro il Pakistan per il Kashmir, un regno autonomo a
maggioranza islamica ma governato da un Maharaja. La guerra fu fermata dall’intervento dell’ONU che
divise la regione in due.
Alla morte di Nehru gli succedette la figlia Indira Gandhi (non imparentata col Mahatma) e quando questa
su assassinata le successe il figlio, che ucciso prematuramente lasciò il posto alla vedova italiana Sonia
Gandhi, fatto che conferma l’apertura indiana ad ogni cultura.

Il era dunque uno Stato artificialmente costruito, senza continuità territoriale, con una grande
varietà linguistica. Un problema era la scelta di quale islam adottare come matrice di Stato, poiché oltre alla
distinzione tra sciiti e sunniti, vi erano altri gruppi. Fu dunque annunciato uno Stato laico ma con
l’applicazione della legge coranica, la Sharia. Era uno Stato teocratico, una visione teocratica del potere dove
un capo scelto da Dio aveva pieni poteri. Fu varata così una costituzione che lo definiva una “
”. Il Pakistan assumeva la funzione di potenziale guida di molti popoli di fede musulmana che con
l’abolizione del califfato del 1924 con Atatürk, avevano perso ogni riferimento unitario.
Coincidendo con la nascita dello Stato di Israele, il Pakistan dette il suo appoggio ai palestinesi.
Seguirono vari governi militari.
Una seconda guerra contro l’India scoppiò nel ’65 quando il Pakistan l’attaccò a sorpresa, ma fu battuto e
dovette rinunciare alle armi. Seguì una nuova guerra quando nel ’71 l’esercito pakistano represse
un’insurrezione ad oriente e molti si rifugiarono in India che mosse guerra al suo avversario. Fu grande al
suo sostegno che fu ottenuta l’ .
Anche il Pakistan avviò un programma nucleare, allineandosi con gli Stati Uniti (anche se dopo la guerra
di frontiera si allineerà con la Cina), mentre l’India era più vicina all’URSS.

Iniziò anche la che possedeva colonie e protettorati. Anche qui la guerra


accelerò le tendenze emancipatorie di questi Stati, che ispiravano ad una graduale liberalizzazione.
In Indocina i giapponesi concessero un’effimera indipendenza al , forti della loro propaganda
antioccidentale. Qui troviamo il Partito comunista cinese, Ho Chi Minh, che dette vita al fronte nazionalista,
il Viêt Minh, che proclamò ad Hanoi la Repubblica democratica del Vietnam.
De Gaulle era intenzionato a riprendere possesso del paese, ma gli accordi avevano previsto il disarmo dei
giapponesi e quando si recarono in loco dovettero affrontare la guerriglia dei Viêt Minh, arrivando ad un
accordo riconoscendo la repubblica che avrebbe dovuto far parte dell’Unione francese. L’accordo fu respinto.
Cina e URSS riconobbero la Repubblica vietnamita e rifornirono il suo esercito. Nella conferenza di Ginevra
fu decisa la divisione del Vietnam lungo il 17° parallelo.
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Ebbe inizio la , una guerra di liberazione post coloniale che sottolineò il conflitto tra
capitalismo e comunismo. Come per la Corea, lo Stato del Nord subì l’influenza sovietica e quello del Sud
quella americana.
L’instabilità dei governi del Sud e la creazione del Fronte di liberazione da parte dei vietcong (comunisti
vietnamiti) convinsero il presidente Kennedy ad inviare armi e denaro. Il Senato conferì pieni poteri al suo
successore, Johnson. Il Vietnam del Nord fu sottoposto ad incursioni e bombardamenti al napalm, ma
resistette e contrattaccò. Gli Stati Uniti si fermarono quando si temette l’intervento della Cina. Il nuovo
presidente Nixon annunciò il disimpegno e gli americani lasciarono il Vietnam unificato sotto un regime
comunista.
L’ rappresentava una vittoria sovietica, cosa insopportabile per la Cina, sua nemica,
che rispose con una guerra lampo, ma incontrò una forte resistenza vietnamita. Qualche anno dopo il paese
precipitò in una grave crisi economica che portò il popolo disperato ad emigrare per via mare riuscendo
raramente a sopravvivere.

Il conflitto indocinese mostrò la potenza dell’influenza comunista. Lo stesso si può dire dei casi della
Birmania e della Malesia, colonie inglesi, e dell’Indonesia, colonia olandese.
Tutte e tre erano state precedentemente occupate dal Giappone che aveva svolto una propaganda
anticoloniale.
L’indipendenza della nel 1949 ebbe vicende simili a quella indiana. L’opposizione di minoranze
portò alla costituzione di un governo militare. Similmente accadde in .
L’ era a maggioranza musulmana. Dopo la sua brutale occupazione, i giapponesi ne promisero
l’indipendenza. I capi dell’opposizione proclamarono la Repubblica dell’Indonesia ed emerse la figura di
Sukarno, nazionalista laico e moderato che dettò i 5 principi su cui si sarebbe fondata la repubblica.
L’indipendenza non fu riconosciuta né dai britannici (impegnati a liberare l’arcipelago dai giapponesi) né
dagli olandesi. La questione non venne risolta e la presenza del Partito comunista era così forte che tentò
l’insurrezione, fallendo. Nel 1956 il Paese fu finalmente riconosciuto indipendente. Sukarno si fece
proclamare presidente a vita anche se solo due anni più tardi fu spodestato da un colpo di Stato con
l’appoggio americano.

Dopo il ritiro dall’Indocina, la Francia annunciò l’autonomia di Tunisia e Marocco. India e Pakistan si
stavano consolidando: era l’ .
Tuttavia la Francia non poteva accettare di perdere anche l’ , crocevia di scambi e seconda patria per
molti francesi. Il ministro degli Interni Mitterrand aveva per questo rafforzato le guarnigioni e la
sorveglianza. Il Paese fu scosso da una serie di attentati da parte del Fronte di liberazione nazionale. Inizia
così la . Fu formato il movimento antirazzista dei pieds noirs (i francesi d’Algeria) che
formarono un’organizzazione paramilitare contro il terrorismo. La repressione fu molto dura e attirò
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l’attenzione mondiale. L’URSS e gli USA riconobbero il governo algerino prima ancora dell’indipendenza,
avvenuta con degli accordi al termine della guerra nel ’62.

Dopo la nascita dello , e con l’ascesa al potere di Hitler, crebbe notevolmente la comunità
ebraica nel Paese. Un tale afflusso però portò anche a tensioni, poiché i nuovi arrivati, spinsi da un’ideologia
nazionale, volevano radicarsi nella nuova terra e impossessarsene, proprio durante il periodo della grande
depressione. Una grande rivolta agitò il paese, poi fu sedata dai britannici con crude strategie antisommossa,
scatenando un nazionalismo palestinese. Si fece noto il desiderio di disimpegno da parte degli inglesi, che
rimisero la questione nelle mani dell’ONU, la quale propose la creazione di due Stati, uno arabo e uno
israeliano, cosa riconosciuta dalla maggior parte degli Stati, eccetto gli arabi, che mossero guerra a Israele.
Questo riuscì ad ottenere armamenti dall’Europa e guadagnò molto terreno. In Galilea gli abitanti furono
espulsi in massa e intrapresero la marcia della morte di Lydda, dove, avviati verso il Libano, centinaia di
persone morirono esauste, diventando il simbolo della catastrofe palestinese. Gli Stati arabi confinanti non
accolsero i profughi nei loro confini e anzi, espulsero le comunità ebraiche. Nel 10950 la
permise ad ogni ebreo di stabilirsi nello Stato, mentre un’altra legge assicurava agli immigrati l’immediata
cittadinanza. La popolazione raddoppiò e si costruì un’ .
Nel 1960, il Primo ministro israeliano comunicò al Parlamento che , uno dei principali
responsabili della Shoah, era stato rintracciato in Argentina e portato ad Israele. Il processo fu una tappa
importante per la storia dell’identità ebraica contemporanea, ma l’incisiva riemersione della tragedia fu tale
da provocare un moto di negazionisti.

Nel 1952 il re Faruk I d’ fu esiliato da un gruppo di ufficiali liberi, tra i quali e Sadat, secondo
e terzo presidente della repubblica egiziana. Nasser sciolse i partiti e dettò una nuova costituzione che
proclamava la lotta all’imperialismo e il carattere arabo e islamico della nazione.
Prima ancora di liberare la Palestina dagli israeliani propose di costruire una grande diga che avrebbe fornito
l’elettricità al Paese, nazionalizzando il canale ancora controllato dalle truppe britanniche. Questi
prepararono un piano d’attacco segreto e avanzarono in Sinai. Una task force occupò il canale, ma
l’immediato intervento degli Stati Uniti li costrinse al ritiro.
Per Nasser fu un trionfo politico e il kemalismo diede spazio al , una visione politica socialista e
panaraba. Il sistema era dunque statalista, militarizzato, monopartitico e repressivo, di tipo laico e ispirazione
islamica.

Una prova di forza si tenne in , paese dalla grande ricchezza petrolifera. Emerse la figura di ,
abile politico nazionalista laico-liberale con venature sociali che iniziò una riforma agraria e nazionalizzò i
giacimenti. A questo gesto gli inglesi risposero boicottando il mercato. La crisi economica che ne seguì è
accompagnata da una forte radicalizzazione politica. Lo shah tentò di sostituire il primo ministro ma fu
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costretto a fuggire. Tornò in presto in patria con l’aiuto dei servizi segreti inglesi e della CIA americana che
organizzarono un colpo di stato e arrestarono Mossadeq. L’Iran fu uno dei pilastri dell’influenza americana
nel Medio Oriente.
Il Medio Oriente era così diventato il centro di tensioni geopolitiche ed economiche internazionali.
L’Unione Sovietica fornì a Nasser la falsa informazione che Israele stava ammassando truppe lungo il confine
siriano, dunque l’esercito venne messo in massima allerta. lo considerò come un atto di guerra e
attaccò per prima con aerei da caccia che distrussero l’intera aviazione egiziana e siriana. Seguirono attacchi
con carri armati e paracadutisti. La guerra si concluse con la vittoria degli israeliani, che rese il paese una
potenza militare occupante. Ora i palestinesi non avevano più un luogo in cui vivere ed emigrarono ancora.
Il movimento al-Fatah nacque, con a capo , e Nasser creò l’Organizzazione per la liberazione
della Palestina, atta alla lotta armata per cancellare il nemico Israele, di cui Arafat divenne presidente. La
strategia adottata fu la violenza.
Così nel 1973, mentre gli israeliani festeggiavano lo Yom Kippur, solenne festività religiosa, carri armati
attaccarono mettendo il paese in difficoltà. Con il sostegno americano, però, Israele seppe contrattaccare e
sbarcò in territorio egiziano, con il rischio di una vittoria irreversibile. I sostenitori degli arabi usarono
dunque l’arma economica e, con l’entrata dei sovietici, Sadat, successore di Nasser, fu convinto a cessare il
fuoco con un accordo ponendo fine alla guerra. L’ONU ristabilì i confini nel 1967 restituendo all’Egitto il
Sinai ma non la striscia di Gaza. Fu poi firmato un trattato di pace tra Israele ed Egitto, che fu espulso dalla
Lega degli Stati arabi con il conseguente assassinio di Sadat da parte di uno dei gruppi estremisti islamici,
al-Jihad.

Per iniziativa congiunta, molti Paesi si riunirono in una conferenza Asia-Africa per stabilire una strategia
comune contro il colonialismo, alla quale parteciparono anche noti leader come Nehru, Nasser, Sukarno e
Tito. Questi Paesi presero nome di “ ”, termine inizialmente coniato in Francia con il tiers état
che non era nulla e aveva fatto la rivoluzione per “essere tutto”. Tuttavia questi paesi non erano poveri, ma
arretrati e sottosviluppati.
Il mondo si presentava diviso come tra Nord e Sud del pianeta.

Fu questa l’epoca in cui i sociologi coniarono il termine “ ”, percorsi istituzionali che


potevano portare allo sviluppo, fenomeni di crescita economica in cui l’agricoltura perde il primato a favore
dell’industria, crescono i ceti medi e migliorano le condizioni di vita, diversamente da ciò che accade nella
rivoluzione industriale.
Furono creati organismi internazionali come la FAO, l’UNESCO o l’Organizzazione mondiale della sanità.
Nel mondo francofono, alcuni intellettuali elaborarono il affermando con forza la
grandezza della storia della civiltà nera, opponendosi al razzismo e alla violenza colonialista.
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Il problema dei paesi arretrati si pose soprattutto nei nuovi Stati africani a Sud, che il crollo del colonialismo
lasciò allo sbaraglio. La Costa d’Oro fu la prima colonia britannica a diventare indipendente prendendo il
nome di Ghana, a cui seguirono tutte le altre.
Una missione scozzese aveva battezzato un capo del “Kenyatta”, che venne arrestato e condannato
ai lavori forzati, cosa che portò ad insurrezioni come la rivolta dei Mau Mau, un movimento armato di
resistenza violenta contro i coloni inglesi che repressero con altrettanta violenza la protesta. Gli ultimi
sopravvissuti del movimento denunciarono dopo anni le brutalità inglesi che nel 2013 stavano ancora
trattando un risarcimento.
Tra le colonie belghe, fu proclamata l’ a Kinshasa dal re Baldovino del Belgio. Il
primo ministro appena eletto era Patrice Lumumba che attaccò il regime coloniale evocando il passato di
sfruttamento. Venne poi assassinato con la complicità dei belgi. Questo fatto mostrò quanto potessero
contare gli interessi economici.
Il presidente dell’ invece, Obote, aveva instaurato una dittatura poliziesca ammantata di socialismo
che causò una guerra civile, al termine della quale prese il potere il sanguinario Bokassa proclamandosi
imperatore. Fu poi deposto dai paracadutisti francesi, processato, condannato e amnistiato.
L’imperatore d’ Selassié fu deposto da una giunta militare comunista e nel Paese si istituì una
dittatura col nome di Repubblica democratica d’Etiopia.
Dopo l’indipendenza dagli inglesi, un generale prese il potere del , ma nuove tensioni sfociarono in
un colpo di Stato che portò al potere i baatisti con .
Una tendenza simile si sviluppò in Siria e nel Nordafrica, dove i dittatori fecero leva sulle risorse petrolifere.
Una forma originale di nazionalismo islamico fu instaurata in , dove un gruppo di ufficiali guidati da
condusse un colpo di Stato. Questo leader offrì di ripianare l’intero debito pubblico indiano in
cambio della bomba atomica, per poter costruire una “bomba islamica”. L’importazione di armi e tecnologie
doveva servire per combattere l’Occidente e le sue ideologie, come il comunismo e il capitalismo contro il
quale Gheddafi contrapponeva una terza teoria universale che espresse nel suo “Libro verde”: un
.
Dopo la morte di Nasser, Gheddafi prese il suo posto promuovendo l’Unione delle repubbliche arabe.
Il suo principale nemico era l’Italia, che aveva colonizzato la Libia, anche se rimase il suo primo partner
commerciale.
La costituzione dichiarava l’islam religione di Stato, facendo sorgere un altro Stato islamico dopo il Pakistan.

Il processo di decolonizzazione riguardò anche il . Gli insediamenti bianchi erano composti da due
popoli rivali, i boeri (discendenti dei primi coloni olandesi chiamati afrikaner) e i britannici, in minoranza
rispetto alle popolazioni nere sottomesse.
La popolazione bantu fu divisa in 10 gruppi tribali, ognuno assegnato ad una homeland, comunità-ghetto
che diede vita al , di confinamento, necessario a difendere la supremazia bianca e uno
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sviluppo autonomo delle popolazioni. L’ONU la dichiarò un crimine contro l’umanità. Fu proclamata la
Repubblica e il Sudafrica uscì dal Commonwealth. Si andò affermando l’African National Congress, un
partito di opposizione che organizzò proteste alle quali seguirono repressioni. Tra gli arresti ci fu quello di
, uno dei capi più influenti del partito, che condannato all’ergastolo divenne un simbolo
per la lotta al razzismo.
Nel 1989 cessò anche l’occupazione in Namibia che fu l’ultimo paese africano a conquistare l’indipendenza.
Chruščev sostenne il terzo mondo che diventò un’asse di strategia nazionale, dopo aver aiutato la Cina che
si rivelò più una nemica che un’alleata. Ma nei sovietici rimaneva l’idea che la politica dovesse essere
subordinata ai loro personali interessi.

L’influenza sovietica ottenne un grande successo a , isola caraibica sottratta dagli americani alla Spagna
ed ora sotto il controllo americano, anche se formalmente indipendente.
Il generale Batista si impadronì del potere con facilità e fu denunciato da , che non ottenendo
risposte, iniziò a farsi giustizia da solo con vari attacchi armati. Imprigionato, fece della sua causa un simbolo,
proprio come Nelson Mandela. Dopo l’amnistia perorò la sua causa anche negli Stati Uniti e in Messico,
con il “movimento 26 luglio” che chiedeva un cambiamento radicale in difesa degli umili. Partì la
rivoluzione. Batista fuggì e Castro con i suoi barbudos entrava all’Avana vincitore. È il momento
dell’affermazione di altri personaggi come l’icona , detto il Che per il suo intercalare.
All’inizio la rivoluzione di Castro aveva poco a che fare con il comunismo e l’URSS, ma gli americani non
gli credettero. Le industrie dello zucchero vennero nazionalizzate e l’Unione Sovietica si offrì di comprarle,
facendo di Cuba uno Stato satellite dello schieramento opposto, a pochi passi dal territorio americano.
Chruščev garantì a Cuba la protezione missilistica in caso di attacco. Un piano di attacco elaborato intrapreso
da Kennedy si rivelò un fallimento e Cuba ottenne l’installazione di missili nucleari. Fu sfiorato lo scontro
militare diretto e i missili furono ritirati, con la promessi statunitense di rispettare l’indipendenza cubana.
Nel suo discorso di insediamento, Kennedy propose ai paesi latinoamericani un’alleanza del progresso simile
al piano Marshall per l’Europa. Tuttavia questo progetto era destinato al fallimento poiché il potere di quei
paesi era in mano a delle oligarchie tradizionali.
Esplicitamente fascista fu l’Estado Novo di Vargas in , estromesso alla caduta dei fascismi e richiamato
dalla volontà del popolo, diventando un basato sulla concentrazione tra gruppi di
interesse e autorità pubbliche che si adattava alle forme di liberalismo in America Latina.
e la sua bella moglie Eva Duarte abbatterono il regime militare instaurato in e furono
accolti da una folla di lavoratori senza giacca, i descamisados. Vinse le elezioni e governò applicando
politiche industriali favorevoli ai sindacati e piani quinquennali. Anche Perón combatteva il comunismo
offrendo una terza strada: la comunidad organizada, basata sul sostegno agli interessi operai e alla
produzione nazionale. La lotta al comunismo divenne una priorità per Kennedy.
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Sorprese la vittoria della sinistra in , con il socialista Allende che nazionalizzò il sistema finanziario e
varò una radicale riforma agraria. Dopo gli iniziali successi la politica della spesa si rivelò insostenibile,
crebbe l’inflazione e si diffuse in mercato nero.
Mise fine al caos una giunta militare diretta da Pinochet, che bombardò il palazzo presidenziale causando
la morte di Allende. Il massiccio terrorismo di Stato fu diffuso dalla CIA con l’Operazione Condor. La
repressione contro il nemico interno, il comunismo, non ebbe limiti.
Nel 1966 si riunì all’Avana la , un’Internazionale terzomondista che collegava i
popoli dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina in una strategia globale di resistenza all’imperialismo.

L’antico regno di era da secoli conteso tra thailandesi e vietnamiti, ma aveva ottenuto
l’indipendenza dopo aver subito l’occupazione giapponese ed essere stato protettorato francese. Confinando
con il Vietnam era stato retroterra di guerra. Contro la monarchia iniziò una guerriglia di comunisti
addestrati in Vietnam detti khmer rossi tra i cui dirigenti troviamo Sar, che assunse il nome di battaglia
, e che creò l’organizzazione rivoluzionaria Angkar. Il suo obiettivo era scavalcare gli imperialismi e
realizzare una società socialista avanzata. Abolì proprietà privata, denaro, centri di religione e istruzione e
fece abbandonare i centri urbani volendo eliminare ogni traccia di società civilizzata per un “ritorno alle
origini”. Pol Pot è il fautore del , processo di epurazione del popolo che utilizzava i
classici metodi di sterminio. Il movimento dei khmer rossi fu sciolto dallo stesso Pol Pot che morì dopo
poco senza venir mai processato.

11:
Nel corso degli anni ’60, la generazione del baby boom raggiunse l’età adulta, e negli Stati Uniti la presidenza
di Kennedy con il suo Civil Rights Act, e poi quella di Johnson con la sua Great society di ispirazione
rooseveltiana portarono una che influenzò anche l’Europa e diede vita a proteste per
rivendicazione dei diritti .
Johnson era il vicepresidente di Kennedy che gli subentrò quando nel 1963 fu assassinato da un ex marine
comunista, anche se non sono chiare le dinamiche o la paternità dell’omicidio.
Il movimento partì dagli , dapprima quelli neri che avevano iniziato a combattere le discriminazioni
con gesti simbolici, come il caso di Rosa Parks che si rifiutò di cedere il posto sull’autobus ad un bianco e
venne arrestata. L’ intensificò le sue azioni con la dove il
predicatore Martin Luther King dichiarò il suo sogno di fratellanza.
Nacque la pratica del sit-in, ovvero l’occupazione fisica e pacifica di spazi negati.
I neri in America si chiamavano afroamericani e venivano confinati in ghetti. Il Black Power era la lotta
armata per il potere nero, di cui faceva parte il pugile Muhammad Ali.
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Cosa simile accadde in . I giovani si riconobbero in un movimento.


In questo periodo abbiamo la nascita della pillola anticoncezionale che separò i rapporti sessuali dalla
procreazione liberandoli dalla morale puritana, cosa che venne condannata dalla Chiesa cattolica.
Esplosero i colori, e con loro il movimento dei figli dei fiori, gli , che denotavano atteggiamenti di
povertà anticonformista, privi di codici morali e che raggiunsero il loro apice nel concerto di tre giorni
improvvisato a Woodstock.
C’era molto , attrazione per culture diverse, spesso orientalismo, il che portò ad un forte relativismo.
Ci si rifugiava nei con le droghe, espressione delle inclinazioni naturiste.
Le subculture radical di sinistra alimentarono reazioni conservatrici nazionaliste.
Era il periodo della liberalizzazione dell’aborto e dell’emancipazione delle donne, accompagnata da un nuovo
tipo di che si occupava non più di sesso ma di genere, includendo anche gli omosessuali, liberi
e orgogliosi di definirsi gay.
Ma l’assassinio di Kennedy provocò una . Emerse il fondo di rabbia che si sfogò
nell’anticonformismo, nelle droghe e nella sessualità alternativa. La società americana era violenta, e ciò
travolse i leader democratici. Martin Luther King venne ucciso.
Poco prima dei giochi olimpici a Città del Messico, l’attenzione dei media venne sfruttata da grandi
manifestazioni. Scattò una trappola che vide sbarrate le vie di fuga e carri armati che aprirono il fuoco verso
i civili. Le Olimpiadi si tennero comunque, di lì a poco, e due afroamericani vincitori di medaglie ascoltarono
l’inno del loro paese a capo chino e alzando i pugni guantati di nero, secondo l’uso delle Pantere nere, il
che portò alla loro espulsione dalla comunità olimpica.

L’onda dei movimenti americani raggiunse anche l’Europa.


In il movimento si intitolò “22 marzo” e criticava la società, motivo ricorrente delle associazioni del
periodo. Le rivolte vennero brutalmente affrontate dalla polizia.
In alcuni paesi europei le proteste studentesche convolsero anche le fabbriche.
Era una confusa ricerca di nuovi riferimenti.
In , invece, il regime franchista soffocava ogni libertà di espressione.
In avvenne la liberazione di nuove energie generazionali. Negli anni ’60 con la graduale apertura del
partito dominante, la Democrazia Cristiana, furono varate varie riforme a favore della parità dei sessi.
Ci fu un’improvvisa urbanizzazione, e “l’autunno caldo” del 1969 accelerò il percorso iniziato dai governi
di centrosinistra, che portò molte conquiste nel mondo del lavoro e dell’università.
Tuttavia, nello stesso anno, a Milano scoppiò una bomba ad alto potenziale, e il colpevole fu subito cercato
nella sinistra. Si incolparono alcuni esponenti dell’anarchismo, ma il caso esplose quando uno di loro, Pinelli,
morì precipitando da una finestra della questura dopo 3 giorni di interrogatorio. Negli anni che seguirono
ci furono molte incriminazioni e condanne. Erano gli “ ”.
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Altri eventi simili avvennero, come una bomba a Brescia durante una manifestazione antifascista, o un’altra
nella stazione ferroviaria di Bologna, entrambi casi che non trovarono colpevole.
Nel 1978 le Brigate rosse rapirono il democristiano Aldo Moro, per poi ucciderlo causando una clamorosa
vicenda mediatica e mandando il paese in stato d’assedio.

La , dal canto suo, ribadì la sua opposizione ai nuovi costumi.


Nacquero numerose , accomunate da tratti come la purezza delle origini o la lotta tra bene e male, che
spesso fecero uso di tecniche di comunicazione di massa o ebbero esito aziendalistico, come nel caso di
Scientology.

Dopo la sua elezione, annunciò di voler convocare un , ovvero una riunione


con tutti i vescovi del mondo, manifestando la sua disponibilità all’ascolto. Prima di allora, i concili venivano
richiesti soltanto per motivi di esigenza, come il precedente Concilio Vaticano convocato dopo aver emanato
il Sillabo.
Papa Giovanni XXIII mostrò la sua aperura verso tutti i temi della contemporaneità e promulgò varie
riforme. Il suo successore seguì le sue orme, inoltre si recò in pellegrinaggio in Terrasanta
(era la prima volta che un Papa prendeva l’aereo) e parlò con l’ONU.
Dopo di lui abbiamo Wojtyła, , primo pontefice non italiano dopo secoli, che aprì
la Chiesa ad una dimensione internazionale, viaggiò molto e fu accolto da grandi folle.
Segue Ratzinger, , che ammise le colpe del passato della Chiesa, ma ribadì le posizioni
conservatrici condannando l’aborto e ribadendo il celibato dei preti, solo uomini.
Fu il primo Papa, dopo 600 anni, ad abdicare. Al suo posto venne eletto l’argentino Bergoglio, l’attuale
, primo papa non europeo.

12:
Lo scenario della lotta tra comunismo e capitalismo andò sgretolandosi di pari passo con l’Unione Sovietica,
che con gli Stati Uniti, ha sempre ritenuto il dissidio inconciliabile.
Quando montò la percezione della pericolosità dei test nucleari, i paesi si impegnarono a non effettuare più
sperimenti nell’atmosfera o nello spazio con un trattato di non proliferazione nucleare.

Il pragmatismo del ebbe un ruolo importante nella politica mondiale fino


alle sue dimissioni nel 1974 a seguito dello , complesso di uffici sede del comitato
elettorale democratico spiato dai repubblicani. Il suo successore fu Ford, unico presidente non eletto.
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Tuttavia la situazione economica statunitense era cambiata, non era più il creditore universale e le finanze
entrarono in sofferenza. Nixon optò per la , che sospendeva temporaneamente la
convertibilità e introduceva un’imposta sulle importazioni. Intraprese anche relazioni diplomatiche con la
Cina introducendola alle Nazioni Unite, provocando un rovesciamento delle alleanze.
I sovietici intanto approfittarono della debolezza americana firmando un accordo con l’India e riprendendo
l’espansione militare, quella che chiamiamo “ ”, intervenendo anche nelle guerre
civili in Africa.
Nel 1978 fu firmato un trattato di amicizia tra Cina e Giappone, che divenne il modello per lo sviluppo
delle cosiddette (Singapore, Hong Kong, Corea del Sud, Malesia e Taiwan).

I paesi europei, perplessi dalla debolezza americana, iniziarono a discutere delle strategie da adottare in caso
venisse meno la protezione statunitense.
Nel 1963 il presidente francese de Gaulle firmò il Trattato dell’Eliseo con il cancelliere tedesco con il quale
si ponevano le basi di una collaborazione tra i due paesi. Anche la Gran Bretagna domandò di partecipare,
ma de Gaulle ne fu contrario per i rapporti che quest’ultima aveva con gli Stati Uniti, battendosi per una
“ ”.
Willy Brandt diventò cancelliere della e pose fine al blocco che aveva impedito ogni
contatto tra le due Germanie attraverso la cortina di ferro. Stipulò un trattato con la Germania dell’Ovest e
l’URSS che riconosceva le frontiere, e poi uno simile con la Polonia, compiendo un gesto simbolico
inginocchiandosi al memoriale delle vittime del ghetto di Varsavia, gesto simbolico che gli valse il premio
Nobel per la pace. Un altro trattato tra le Germanie riconobbe “due Stati e una sola nazione tedesca”,
ammettendole entrambe alle Nazioni Unite.
Nel 1972 avvenne la per la sicurezza e la cooperazione in Europa alla quale
parteciparono, oltre che i vari Stati, anche e per la prima volta la Santa Sede. La firma di un Atto finale
riconobbe l’assetto politico del dopoguerra ponendo l’accento sulla cooperazione.
In invece la transizione fu graduale, e solo il tempo servì al paese per liberarsi dal regime di
Franco, che malato di Parkinson, morì nell’anniversario della morte di Primo de Rivera. Dopo questa
perdita, fu restaurata la monarchia con il re Juan Carlos che nominò come primo ministro l’ex franchista
Gonzáles. Fu eletta un’assemblea costituente e approvata una nuova costituzione che instaurava una
monarchia costituzionale con un Parlamento bicamerale e suffragio universale. La novità era data dalla
concessione di ampie autonomie alle regioni, cosa che spaventò la destra e provocò numerosi scioperi,
portando Gonzáles a dare le dimissioni. Allora il colonnello Molina entrò in Parlamento con i suoi uomini
armati chiedendo al re di instaurare un governo militare, fallendo.
Alle elezioni del 1986 vinse il Partido socialista obrero español (PSOE) e il suo leader Márquez divenne
primo ministro. Nello stesso anno la Spagna entrò nella Comunità europea.
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In si concluse il regime dell’Estado Novo di Salazar e il paese si trovò bloccato da squilibri


sociali.
A differenza della Spagna, possedeva ancora domini coloniali, ma ciò richiedeva un notevole impegno
militare. Il primo schiaffo al regime fu l’occupazione di uno dei territori da parte dell’India.
Il successore di Salazar allentò l’autarchia, ma il paese fu scosso da una crisi economica che portò a scioperi.
L’ala progressista dell’esercito attuò un colpo di Stato, la Rivoluzione dei garofani. Fu formato il governo e
avvenne un’immediata liberalizzazione sciogliendo la polizia segreta e riammettendo i partiti. Nel giro di un
anno tutte le colonie portoghesi ottennero l’indipendenza. Anche il Portogallo entrò a far parte della
Comunità europea.
La , nazione fragile che aveva subito una guerra civile, era una monarchia parlamentare, con un
sovrano parafascista e molto conservatore, sposato con una principessa danese. Privo di sostegno popolare,
re Costantino ottenne il sostegno dei paesi occidentali per la sua politica anticomunista. Una crescente
opposizione consegnò la maggioranza a un partito di centrosinistra, ma a causa di resistenze da parte della
destra il Parlamento fu sciolto. Prese dunque il potere un gruppo di ufficiali guidati dall’anticomunista
Papadopoulos che immobilizzò il paese in un sistema di autarchia censurando ogni comportamento
moderno. L’Europa votò dunque l’espulsione della Grecia dalla Comunità.
Gli studenti ebbero il coraggio di manifestare contro il regime. Il successore di Papadopoulos diede l’ordine
di invadere Cipro (allora una repubblica indipendente) e riunirla alla madrepatria, ma senza successo.
Una volta messo fine alla dittatura, la Grecia potette rientrare nella CEE.

Il , fonte preziosa di energia ed elemento strategico del processo di industrializzazione, dominava la


scena economica del tempo. Il suo consumò impennò, iniziando a far preoccupare per i suoi effetti
inquinanti e del possibile esaurimento dei giacimenti.
A causa del petrolio, l’attenzione del mondo si spostò nel Medio Oriente, ricco di giacimenti, da cui deriva
l’invadenza postcoloniale delle compagnie petrolifere occidentali, le “ ” (come le chiamò il
manager italiano che provò a far entrare il suo paese nel giro ma venne misteriosamente fatto fuori).
I paesi produttori dovettero dunque venire a patti con i colossi occidentali. L’Arabia Saudita, per esempio,
scoprendo la sua ricchezza petrolifera la sfruttò per arricchirsi, modernizzare il paese e costruire grandi
opere pubbliche. Gli Emirati Arabi Uniti, unione di sette monarchie federate con capitale Abu Dhabi,
seguirono la stessa strada.
Lo sfruttamento del petrolio diventò un riscatto antioccidentale di segno islamico, tanto che i paesi arabi
decisero di coalizzarsi usando l’arma del petrolio in risposta alle vittorie israeliano-americane creando
l’OPEC e quadruplicando i prezzi. Fu un duro colpo per gli Occidentali, che trovarono nell’Iraq l’unico
paese arabo dalla loro parte.
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L’ versava in grandi difficoltà economiche che aumentarono le tensioni sociali e lo spinsero verso gli
Stati Uniti. Un’altra problematica fu quella religiosa: nonostante la dottrina prevalente islamica fosse quella
sunnita, gli avevano grande influenza, composti da un clero organizzato che credevano nella guida dei
12 discendenti del Profeta. Portavoce di queste correnti fu che venne esiliato. In patria si
scatenarono proteste di massa e dure repressioni che invocarono il ritorno di Khomeini, cosa che ebbe
successo. Il pensiero khomeinista si basava sulla completa negazione dell’occidentalizzazione. Egli annunciò
l’edificazione di un mondo nuovo, rompendo con la tradizione e creando una repubblica islamica. La sua
radicalizzazione portò il paese all’isolamento che sviluppò il principio della jihad (guerra santa) e della
lettura integralista del testo coranico.
Nel 1979 un gruppo di studenti seguaci di Khomeini irruppe nell’ambasciata americana e presero molte
persone in ostaggio, riprova dell’impotenza statunitense. Seguirono altri attentati.
L’ si propose da bastione antislamico e attaccò la Repubblica iraniana sfruttando il
momento di crisi, ma senza successo. Lo scontro si trasformò in una guerra di posizione senza vincitori.
La guerra aveva stremato le finanze irachene, dunque Saddam Hussein tentò di rinegoziare con il Kuwait il
suo debito, per poi volersi impadronire del paese. Poco dopo ne proclamò l’annessione.

Dopo la guerra del Kippur non vi furono altre guerre frontali tra Israele e gli Stati confinanti, il che comportò
a numerose trattative. L’OLP di Yasser Arafat e la sua strategia di eliminare il sionismo dalla Palestina,
diventarono il punto di riferimento arabo.
A seguito di una rivolta, il gruppo del Settembre nero rapì e uccise degli atleti israeliani che partecipavano
alle Olimpiadi di quell’anno. Più tardi, il presidente libico Gheddafi fece esplodere un aereo americano in
volo su una cittadina inglese.
Il era diventata una strategia offensiva.
Poco dopo, un aereo egiziano con a bordo dei sequestratori e il capo del FLP fu dirottato dagli americani
verso una loro base in Italia. Il governo italiano presieduto da Craxi autorizzò l’atterraggio ma rifiutò di
consegnare i sequestratori che vennero incriminati in un tribunale italiano. Il capo del FLP fu considerato
solo un testimone e lasciato partire. Il comportamento italiano fu visto dal mondo arabo come un’apertura.
Intanto i guerriglieri palestinesi avevano spostato il loro centro di attività in Libano. Un susseguirsi di
attentati dette inizio a una guerra civile che coinvolse Israele e l’OLP devastando il paese. Israele occupò la
parte meridionale del Libano. Fu la parte più cruenta della guerra: il presidente appena eletto fu ucciso in
un attentato e le milizie entrarono nei campi profughi ammazzando innocenti. Il tutto si fermò solo per un
ordine da parte degli americani, e l’OLP dovete trasferirsi nuovamente, a Tunisi.
Negli anni ’70 anche entrò in crisi e adottò una politica di chiusura. La situazione divenne precaria:
nel 1987 un autocarro militare si scontò con un carro di un centro profughi provocando altre vittime, il che
fece scoppiare la rivolta. Scesero in campo soprattutto giovani ragazzi, generazione nata e cresciuta
nell’occupazione.
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Il brusco aumento dei prezzi del petrolio portò in Occidente una crescita della disoccupazione e un
consistente aumento dei prezzi al consumo, che portò alla coniazione del termine “ ”. I
movimenti ambientalisti invece spingevano a ridurre i consumi.
Il comune sentire ebbe risonanza in nel 1979 con la vittoria della conservatrice
metodista , prima donna a diventare primo ministro nella storia inglese e primo premier
ad avere tre mandati consecutivi. Aveva un carattere fermo e il suo soprannome fu “ ”,
inizialmente coniato dai sovietici. La Thatcher si propose di incoraggiare la libera impresa, ridurre le tasse,
fermare l’inflazione e recuperare i valori della tradizione vittoriana rispettando la legge.
Il , simbolo dell’industrializzazione inglese, era in progressivo abbandono, sostituito dal petrolio.
Questo portò alla chiusura di molte miniere, che provocò disoccupazione e malcontento, e alla lotta ai
sindacati. La Thatcher lasciò un paese arricchito ma pieno di fratture sociali al suo seguace e successore.
Storia simile avvenne negli , con la vittoria del presidente repubblicano che combatté
l’inflazione e si impegnò in una redistribuzione fiscale. Come in Gran Bretagna, il primo effetto di queste
misure fu negativo, ma poi l’economia si riprese. Il successore di Reagan fu il vicepresidente che
proseguì l’opera, nonostante entrambi incontrarono forti resistenze al Congresso, di dominanza
democratica. Bush si ricandidò alle presidenziali, ma fu sconfitto dal democratico Clinton che iniziò il
programma “new democrat” e snellì la burocrazia statale. Clinton apparteneva ad una nuova generazione,
quella dei moti del ’68 che aveva respirato l’aria del dissenso.
In il successore di de Gaulle fu il gollista moderato Pompidou che accettò l’ingresso della Gran
Bretagna nella Comunità europea.
Nelle elezioni presidenziali del 1981 vinse il socialista , di famiglia cattolica conservatrice, ex
collaboratore di Vichy che seppe trasformarsi in un esponente di sinistra. Riportò i comunisti al governo,
abolì la pena di morte, promosse un programma anticapitalista, tagliò la spesa pubblica e lottò l’inflazione.
Nel 2012 abbiamo di nuovo un socialista, Hollande.
Andamento simile si ebbe in , dove il PSOE vinse le elezioni sulla base di un programma
anticapitalista. Vennero adottate politiche di austerità. Solo nel 2002, dopo un altro conservatore, tornarono
al governo i socialisti moderati con Zapatero.
Anche nella tornarono al governo i cristiano democratici con Kohl.
In la contrapposizione tra destra e sinistra andò attenuandosi, anche grazie a figure come Aldo
Moro, ucciso dalle Brigate rosse, aperto a un compromesso con le sinistre socialiste.
I socialisti governarono dal 1963 reggendo con un blocco detto “centrosinistra” o “pentapartito” che
assistette alle rivoluzioni giovanili e i primi attentati terroristici.
Diversamente dalle altre democrazie europee, il sistema politico italiano era basato sul bipartitismo
imperfetto, non sul centrismo.
Il progressivo spostamento a sinistra portò alla presidenza della repubblica figure come Saragat, Pertini, o
nel 2006 l’ex comunista Napolitano.
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Nel 1991 scomparve il Partito comunista italiano che assunse il nome di Partito democratico.
Una serie di inchieste giudiziarie e processi chiamati portarono alla luce un sistema di
corruzione che causò lo scioglimento di partiti come la Democrazia cristiana o il Partito socialista e l’accusa
di Craxi, ex presidente del Consiglio.
Nel 1994 un magnate dell’edilizia e della televisione, , fondò il movimento Forza Italia, che
vinse le elezioni e formò un governo con la Lega, che si staccò pochi mesi dopo. Ne susseguirono molti
governi fallimentari di sinistra finché nel 2001, riguadagnata l’alleanza con la Lega, Berlusconi tornò a
vincere, facendo ottenere legittimazione democratica uno schieramento di destra liberale, conservatrice e
cattolica. Il mutamento fu tale da parlare addirittura di “ ”.
Nonostante le riforme, però, l’Italia subì gravi crisi economiche e un altissimo debito pubblico. Dimessosi
Berlusconi, seguirono tre governi di sinistra presieduti da Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi.

Negli Stati Uniti degli anni ’70 si parlò di a causa della contrazione del settore
secondario, proprio nel periodo in cui l’Unione Sovietica, invece, raggiunse il suo primato.
Anche il Giappone aveva superato gli Stati Uniti e si estese il miracolo delle tigri asiatiche.
L’impresa moderna ricorreva sempre più a manodopera specializzata marginalizzando il lavoro non
qualificato nelle bidonvilles.
La fabbrica fordista e l’equilibrio sociale che reggeva il capitalismo del welfare entrarono in crisi.
Fu l’epoca delle , ovvero imprese che operano in più paesi diversi, protagoniste
dell’esternalizzazione produttiva.
L’elettronica e internet crebbero di importanza fino a fare della il settore industriale trainante,
cuore pulsante della new economy.
Il nuovo comparto fu concentrato in specifici distretti industriali, come l’area californiana della Silicon Valley
doveva aveva sede la Apple, alla quale seguirono eBay, Amazon e Google.
Le nuove tecnologie influenzarono anche settori consolidati come quello delle vendite portando al successo
grandi corporations come Walmart.
Una componente importante furono le , grandi raccolte di dati che ottimizzavano processi
produttivi e burocrazia, creando nuovi posti di lavoro per colmare la disoccupazione.

13:
Nel 1978 si era installato in Afghanistan un governo filocomunista ma con sospettate intese americane. I
sovietici decisero di attaccarlo, e per la prima volta dopo la guerra mondiale i soldati russi operarono fuori
dai confini dell’Unione. Il presidente degli Stati Uniti, il democratico Carter, decise di intervenire
boicottando le Olimpiadi di Mosca. In tutta risposta, alle Olimpiadi successive di Los Angeles, i sovietici
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ripagarono gli americani con la stessa moneta. Di lì a poco Carter venne sconfitto dal repubblicano Reagan,
ma l’avventura afghana aprì una nuova guerra fredda.
Nel 1985 fu eletto segretario generale del Partito comunista leninista dell’Unione Sovietica ,
laureato in legge e molto più giovane dei suoi colleghi. Pronunciò un audace discorso che passò alla storia
in cui sosteneva che l’economia sovietica avesse bisogno di profonde trasformazioni e di una ristrutturazione:
. Occorreva dunque puntare sullo sviluppo tecnologico e sull’aumento della produttività.
Per far sì che ciò avvenisse, occorreva alleggerire il costo dell’apparato militare. Gorbačev espresse anche il
desiderio di cambiare le relazioni sovietico-americane avviando un dialogo con Reagan e annunciando che
la Russia non vedeva più la NATO come una minaccia. Era il momento di abbandonare le guerre ideologiche
per gli interessi comuni dell’umanità.
L’economia sovietica deteneva il primato mondiale nella produzione d’acciaio, da sempre impegnata nelle
spese militari. Tuttavia il mercato era del tutto assente e le tecnologie arretrate, come lo testimonia ciò che
avvenne nel 1986 a , quando un reattore nucleare esplose contaminando una vasta zona di nubi
radioattive. Il danno fu tale che il regime sovietico non poté tacere del tutto ciò che avvenne alla stampa,
che nonostante questo offrì un’informazione lenta e imprecisa.
La diffusione dell’alcolismo era una piaga sovietica che portò all’aumento della criminalità e della corruzione,
contribuendo al tracollo sociale del paese, finché non si decise di introdurre il proibizionismo.

Il regime sovietico aveva anche un problema strutturale che celava una grande corruzione che dovette fare
i conti con il rigore di Gorbačev, che invitò la stampa alla libertà di espressione, alla trasparenza: .
Iniziò dunque una serie di cambiamenti istituzionali come la creazione di una nuova assemblea legislativa,
organo pletorico dedicato all’elezione del Soviet supremo e del presidente della repubblica.
Dal lato opposto del partito venne denunciata l’evidente influenza occidentale.
Con queste trasformazioni, anche il comunismo diventò ambivalente, poiché la caduta delle dittature in
Europa eliminava il fascismo di destra, ma le dittature altrettanto violente e totalitarie in America Latina si
proclamavano comuniste.
Fu coniato il termine “eurocomunismo”, ovvero prendere le distanze dai dogmi del comunismo sovietico
senza dissociarsi dalla sua guida.
La “casa comune” di Gorbačev sarebbe stata occidentale, liberale e socialdemocratica.

Gradualmente le iniziarono a chiedere l’indipendenza. La decisione di


Gorbačev di non usare la violenza diede forza ai movimenti di protesta. Essendo un Paese così esteso, la
Russia non era mai stato uno “Stato nazionale”.
La crisi petrolifera colpì anche la struttura interna del blocco sovietico. Ovunque ci fu un aumento dei prezzi
e del debito con l’Occidente.
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La mobilitazione partì dalla , Stato reso etnicamente omogeneo da Hitler e Stalin e con un forte
orgoglio nazionale, che in quel periodo vedeva anche Wojtyła come primo papa non italiano dopo secoli.
La crisi economica provocò un massiccio sciopero guidato dal sindacato socialista-cattolico “solidarietà”.
L’esercito sovietico preparò un intervento militare diretto, per poi imporre la legge marziale che decapitò il
movimento sciogliendo il sindacato.
Nuove proteste obbligarono il paese a trattare con il sindacato che vinse le successive elezioni.

Per quanto riguarda la , nel 1971 Honecker era alla guida del paese. Rispetto alle condizioni di
vita del blocco sovietico si trovava in una situazione migliore, ma mai quanto il benessere degli altri Stati
occidentali. I tedeschi orientali erano intrappolati, gli venivano persino vietati i viaggi verso “l’altra
Germania”. Il popolo invocò l’aiuto di Gorbačev, in viaggio nel paese in quei giorni, ma alla sua partenza
Honecker ordinò la repressione, e l’opposizione divenne incontenibile. Honecker fu rimosso e un primo
ministro più conciliante diede alcune concessioni, per poi annunciare nel una nuova legge che avrebbe
permesso di recarsi liberamente anche nella Germania occidentale. Le guardie di frontiera, prese alla
sprovvista, aprirono i cancelli e una folla festosa prese d’assalto il scavalcandolo e facendolo
a pezzi. Le due Germani vennero ufficialmente unificate in seguito, adottando la stessa moneta ed economia.
Lentamente caddero tutti i regimi socialisti dell’Est.

Le indipendenze dei Paesi dell’Est contagiarono anche le repubbliche dell’Unione Sovietica e Gorbačev, per
evitarlo, rafforzò i poteri della presidenza.
Nel 1990 fu aperto il XXVIII e dove Gorbačev ruppe con il bolscevismo
totalitario e dichiarò la sua fedeltà alla democrazia, alla libertà e all’umanesimo.
Quando Eltsin uscì dal partito, volle fondarne uno indipendente, opponendo la Mosca russa alla Mosca
sovietica. Fu eletto presidente dei Soviet e proclamò la sovranità in Russia. Ormai a Mosca c’erano due
presidenti e due governi, aprendosi così una .
Quando Gorbačev lasciò Mosca per una vacanza, fu avvisato di un e della richiesta di
trasmettere i poteri al comitato, che rifiutò. Fu annunciato lo stato di emergenza. A causa della
disorganizzazione il colpo di Stato fallì. Tuttavia Gorbačev non aveva più alcun potere poiché gli apparati
dello Stato avevano appoggiato il golpe.
In pochi mesi tutte le repubbliche dichiararono l’indipendenza e furono ammesse all’Unione europea.
Lo shock ultraliberista di Eltsin produsse un’immediata che portò all’aumento di
disoccupazione e inflazione. Solo grazie alla forza militare Eltsin vinse la “ ”.
Nel 1999, ormai privo di sostegno popolare, annunciò le sue dimissioni in favore di Vladimir , che
divenne presidente. Putin consolidò un capitalismo illiberale che seppe risollevare l’economia. A consolidare
il consenso popolare fu la politica estera e militare che fece riguadagnare al paese la posizione di grande
potenza.
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Non ovunque il comunismo morì serenamente come in URSS, come nel violento caso della
. L’equilibro resse fino alla morte di Tito. Pochi in un paese così variegato si sentivano davvero
“jugoslavi”, e il Kosovo a maggioranza albanese si fece sentire.
Il successore di Tito fu il comunista Milošević che si dichiarò ancora favorevole ad una Jugoslavia unita.
Intanto Slovacchia e Croazia proclamarono l’indipendenza. I croati rivolevano in patria i connazionali nella
ex Jugoslavia, mentre i serbi della Croazia volevano unirsi alla Serbia. Milošević era pronto a usare l’esercito,
iniziando la guerra. Avvennero numerose deportazioni. Fu allora che intervennero le truppe dell’ONU che
riconobbero gli Stati che si erano staccati dalla Jugoslavia.
Milošević si ricandidò alle elezioni ma venne sconfitto e fu consegnato ad un tribunale apposito per i crimini
nella ex Jugoslavia, primo caso in Europa dopo Norimberga.

In gli effetti devastanti del Grande balzo portarono ad un collasso sociale, che peggiorò con la morte
di Mao Zedong nel 1976. Il suo successore fu sorprendentemente Guofeng, e non , un fedele riformista
seguace di Mao ma facile bersaglio della Banda dei quattro.
Tuttavia Guofeng fu solo un presidente di transizione e presto Deng prese il potere iniziando una politica
di demaoizzazione che a differenza di ciò che avvenne a Lenin in URSS, considerò i meriti essenziali e
giudicò gli errori secondari.
Una nuova costituzione garantì la libertà di sciopero e di parola, ma quando le critiche si accentuarono le
libertà furono abolite.
Il riaggiustamento dell’economia portò ad abbandonare l’industrializzazione pesante e la collettivizzazione
e a introdurre elementi di mercato. Lo Stato doveva puntare sulle .
Avvenne uno slancio iniziale che fu rallentato dall’inflazione. Le conseguenze furono drammatiche e
aumentò la criminalità. Questo portò anche al ritorno di pratiche patriarcali e tradizionaliste. L’indebolirsi
dei miti di fondazione richiamò l’armonia sociale e la fioritura di attività religiose.
Deng decise di reprimere con violenza tutte le manifestazioni riaffermando i 4 principi cardinali del potere
comunista che furono iscritti nello statuto del partito.
Il caso cinese può essere considerato un esempio di dissociazione tra mercato, società civile e democrazia.
Con un nuovo statuto del 2002 il partito non ebbe più carattere rigidamente classista e andò affievolendosi
la base ideologica del potere comunista. Oggi la Cina è un polo egemone del continente asiatico. Il
coronamento avvenne con le gloriose Olimpiadi di Pechino. Nonostante questo, rimane un paese
contraddittorio che mantiene il blocco di Facebook e Twitter nonché la censura di motori di ricerca
internazionali.
La Cina si sta impegnando anche per la istituendo un ministero per la
Protezione ambientale e aderendo ai protocolli di Kyoto. Grande consumatore di petrolio, ha avviato
politiche energetiche alternative che si basano sul nucleare.
Storia Contemporanea Elisabetta Areniello

14:
Il termine “ ” è diventato di uso comune negli anni ’80 e si riferisce all’integrazione
internazionale dei mercati e dei consumi. Un grande impulso fu dato dalle invenzioni di transistor, poi
computer e cellulari, che permettono la veicolazione di qualsiasi informazione all’istante. Nacque ,
il World Wide Web, primo sistema di comunicazione interattiva globale su cui si basano le e-mail.
Questa comunicazione globale mutò anche la natura di grandi eventi, che ebbero consistenza
prevalentemente mediatica, come l’allunaggio del ’69 o l’attentato alle torri gemelle l’11 settembre 2001.
Anche la produzione e il consumo divennero globali. La cultura americana venne rappresentata da noti
franchising come la Coca-Cola o la Pepsi, diffondendo anche i costumi alimentari con i fast food, semplici
e veloci, come il McDonald’s o il KFC. Globale è diventata la ristorazione asiatica, o la cucina italiana. Le
industrie cinematografiche hanno fatto il giro del mondo, come Hollywood o l’indiana Bollywood.
Dunque la globalizzazione è un’ , ma anche l’ibridazione e la nascita di nuovi
consumi.

La globalizzazione ha anche plasmato le . L’incremento di scambi commerciali ha


indotto ad accordi fra nazioni, come la nascita dell’Organizzazione mondiale del commercio nel 1995, dalla
struttura organizzativa simile a quella dell’ONU. Si tratta di organizzazioni volte a creare aree di mercato
comune con abolizione di dazi interni e tra le più note abbiamo la Comunità economica europea (CEE).
Questi accordi richiamano all’ , altro aspetto della globalizzazione.
La crisi petrolifera portò alla creazione dell’ con lo scopo di ottenere una
cooperazione multilaterale stabilita dalla convocazione di incontri periodici tra capi di Stato dei paesi più
ricchi. Il primo incontro si tenne nel ’75 e dette vita al G6. L’anno seguente abbiamo il G7 e poi il G8, per
arrivare al 2008 con il G20 dei ministri delle Finanze delle maggiori economie.
Questo comportò altri tipi di accordi, volti a fissare regole comuni riguardanti la conoscenza di dati e la
standardizzazione tecnica.
Gli enti sovranazionali devono la loro autorità alle decisioni degli Stati che gli delegano compiti e funzioni,
infatti non hanno poteri propri, anche se possono condizionare i governi.
Infatti nasce la nozione di , una serie di pratiche e accordi che consentono di arrivare ad un
risultato voluto al di là delle rigide competenze istituzionali. Possiedono rilievo le , organizzazioni non
governative e private senza fini di lucro che svolgono attività di pressione sui governi. La più estesa è la
Croce Rossa, dedicata all’assistenza ai feriti di guerra, ma anche Amnesty International che si batte per i
diritti umani, Medici senza frontiere o Greenpeace.
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La liberalizzazione dei mercati comportava tuttavia l’eliminazione delle barriere doganali. Gli scambi
finanziari sopravanzarono quelli di merci in un “ ”.
La massa dei capitali di investitori privati superò quella di molti Stati, il che causò difficoltà nel controllare
i capitali fluttuanti.
L’elettronica è la grande innovazione di fine Novecento, la cui borsa ospitava nomi famosi come Microsoft
o Apple. Il diffondersi del benessere sospinse il mercato dell’abitazione portando alla nascita di “Bolle
immobiliari”.

Si era in balìa della , secondo la quale la ricchezza di pochi avvantaggia tutti.


Gravi squilibri accompagnarono i processi di globalizzazione, come la diffusione di malattie che non
conoscono frontiere.
Agli inizi del Novecento il mondo fu colpito dall’influenza spagnola che distruggeva i tessuti delle vie
respiratorie. Si cominciò a parlare di , epidemie globali spesso causate da mutamenti virali di
provenienza animale. In altri casi il miglioramento delle condizioni igieniche ridusse le difese immunitarie.
I consentirono di combattere gran parte delle malattie classiche. Nel 1928 Fleming
scoprì la penicillina, una vasta gamma di antibiotici che aprì la strada alla produzione di vaccini, debellando
molte malattie.
Tuttavia bisognava star attenti alle epidemie. Per questo fu creata l’
che lanciò un programma organizzando sistemi di sorveglianza sanitaria.
La poliomielite subentrò causando morti e disabilità permanenti, come nel caso del presidente americano
Roosevelt. Una campagna dell’OMS debellò il morbo con una campagna di vaccinazione di massa.
La lotta alle malattie divenne globale come la loro diffusione.
Negli anni ’50 le dominarono la scena con il loro progressivo aumento, e il cancro fu
visto come la malattia incurabile e innominabile.
L’ , provocato dal virus dell’HIV, si diffondeva per contatto sessuale, dunque vennero stigmatizzati i
gruppi che avevano rapporti frequenti e disordinati, come gli omosessuali. Aumentarono le campagne di
prevenzione che invitavano all’uso dei profilattici. Ad oggi non esiste una cura, ma disponiamo di farmaci
antivirali che possono controllare la malattia, nonostante siano molto costosi.
Il rapido accrescimento delle classi di età giovanili provocò problemi al mercato del lavoro, così i paesi più
densamente popolati iniziarono una , come avvenne in India e
in Pakistan, e poi nella Cina degli anni ’70 di Deng che impose la regola del figlio unico.

Non meno rilevanti furono gli , come l’aumento di smog.


Venne posto l’accento anche sulle deforestazioni che riducevano la produzione di ossigeno, utile per
combattere la CO2. Tutto questo provocò effetti a catena nella diffusione di ozono (gas ossidante altamente
velenoso che in alta quota funge da filtro per i raggi solari ultravioletti) nella stratosfera. Alcuni gas
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industriali (gas serra) provocano l’ nell’atmosfera, come alcuni


insetticidi (il DDT ad esempio, bandito dall’Italia negli anni ’70).
Altro problema è lo , in particolare la plastica che impiega anni a biodegradarsi
accumulando materiale nell’oceano e creando vere e proprie isole galleggianti.
Si è prestata una nuova attenzione alla ricerca di fonti di energia alternative a quelle in uso.
Nel 1997 è stato firmato il , un trattato internazionale in materia ambientale che invita
le nazioni a produrre meno del 55% delle emissioni inquinanti. Purtroppo però, i maggiori responsabili non
hanno aderito, come l’India e la Cina, a lungo insensibili alle preoccupazioni ambientali.
Dopo Černobyl, l’Italia si convinse a rinunciare di costruire centrali nucleari, dipendendo dall’estero per le
sue risorse energetiche.
Diverse furono anche le conseguenze di numerosi incidenti occorsi nel trasporto del petrolio, che
riversandosi nei mari ha causato grande squilibrio all’ambiente biologico marino.

Lo sviluppo della comunicazione telematica ha reso universale il collegamento di tutti gli individui nel
mondo, e il fenomeno è in continua crescita. Si è raggiunto il villaggio globale di cui parlava il sociologo
McLuhan, o la patria-Terra del francese Morin, andandosi a realizzare un’interconnessione degli individui
nella società globale, che tuttavia non ha prodotto una riduzione delle distanze economiche, tutt’altro.
Per misurare l’andamento delle , la Banca mondiale ha applicato l’indice di Gini per il quale
si considera 0 un’ipotetica condizione nella quale tutti i cittadini del mondo abbiamo lo stesso reddito e 100
se lo avesse una sola persona.
Le Nazioni Unite, invece, hanno utilizzato un indice di sviluppo umano che incrocia 3 parametri:
Standard di vita;
Istruzione;
Tasso di mortalità o longevità.
Così però si rischia di nascondere le diseguaglianze interne alle singole società.
Tutti questi indicatori confermano l’aumento delle disuguaglianze, di carattere strutturale.
L’ideologia liberista giustifica la disparità di reddito come motore del benessere collettivo, annunciando
l’epoca di una minoranza ricca e una maggioranza povera.

Il progetto dei primi europeisti, volto a creare una federazione di Stati di tipo americano, è stato abbandonato
in nome di forme di , anche se occorreva capire in che misura l’UE doveva prevalere sulle
singole sovranità. Fu adottata la strategia dei piccoli passi, ogni volta caricando le scelte tecniche di un
significato idealizzato.
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Nel 1992 a Maastricht fu data vita all’ , con la propria bandiera (12 stelle in campo blu) e il
proprio inno, l’Inno alla gioia ispirato alla Nona sinfonia di Beethoven. I suoi principali organi sono la
Commissione europea, il Consiglio, il Parlamento europeo e la Corte di giustizia, sovranazionali.
Prive di una costituzione, le istituzioni europee sono affidate ad un processo evolutivo, in continuo
movimento, come una bicicletta, metaforicamente.
Il “ ” è concepito per convivere con la sovranità degli Stati in un mondo globale,
prendendo dunque delle “codecisioni”.

A differenza di quanto accadeva nel corporativismo autoritario, le nuove forme istituzionali dell’Unione si
basano su , nonché il che regola la distribuzione delle
competenze condivise tra Unione e Stati membri (implica dunque che ogni autorità intervenga solo dove le
autorità inferiori non possono farlo, in modo che le decisioni siano prese al livello più vicino possibile ai
cittadini).
Lo spostamento del baricentro istituzionale verso il basso si basa sulla democraticità degli ordinamenti
europei, tra i fini basilari della costituzione. Decisivo è stato anche il richiamo europeo nel superamento del
comunismo ad Est.
La democrazia è strettamente connessa allo Stato nazionale, l’unità primaria nell’identificazione del
cittadino. La nozione di è tuttavia inclusiva ed esclusiva al tempo stesso. I diritti sono tutelati
dallo Stato, un’organizzazione dai confini territoriali stabili.
Requisito fondamentale delle democrazie è l’esistenza, oltre che di uno Stato, di un , ovvero una
comunanza di destini condivisi.

Con la caduta dei comunisti a Oriente si aprirono scenari inediti per l’Unione europea, costruita ad
Occidente. Alla circolazione della manodopera si aggiunse quella liberalizzata dei capitali. A questo si
aggiunse l’ingresso dell’euro, moneta comune.
Intanto l’Unione europea, consolidandosi all’interno, erigeva barriere verso l’esterno.
Nel 2002 una Convenzione redasse una lunga costituzione per l’Europa, ovvero la
. Ma la componente sociale era rimasta di competenza degli Stati.
La crisi finanziaria del 2008 scosse il sistema mondiale e fu evidente che l’UE non si era ancora dotata di
strumenti idonei per intervenire a livello europeo, come l’intervento delle banche centrali dei singoli paesi.
La Banca centrale europea, creata in occasione dell’euro, aveva infatti poteri molto limitati.
Il senso di una comune appartenenza può lasciare il posto ad una diffidenza nei confronti dell’Europa, quella
che porta i movimenti populisti ad invocare la chiusura nazionale e la nostalgia di una perduta sovranità
monetaria.
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15:
Molti Stati hanno , prodotto dell’Occidente cristiano. Dunque
gli Stati arabi proclamarono una Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo contraddistinta dalla fede in
Allah, e gli Stati africani proclamarono la Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, che di fatto
riprendeva i principi della Dichiarazione dell’ONU.
L’ONU stessa mise allo studio una promuovendo tre conferenze regionali sui diritti umani,
per l’America Latina, per gli Stati asiatici e per quelli africani, che davano preminenza ai valori familiari su
quelli individuali.

Arrivando ai