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STORIA MATURITA’

SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE


Mentre la prima rivoluzione industriale fu in gran parte il risultato di intuizioni pratiche, a partire dal
1870 lo sviluppo tecnologico si legò alla ricerca scientifica (nei paesi del Belgio, Germania, Francia e
Stati Uniti): per questo si parla di seconda rivoluzione industriale. Ci fu in incremento demografico,
sviluppo della circolazione ferroviaria e navigazione a vapore, incremento delle strutture societarie e
degli istituti bancari
I settori trainanti furono quelli dell'acciaio (permise di realizzare macchinari + resistenti e precisi,
anche nell’uso domestico), estrazione di carbone e altri metalli da cui si ricavarono nuove leghe, della
chimica(diede contributi nell'ambito dell’agricoltura, industria tessile e farmaceutica e quella
alimentare) e dell'energia elettrica (con la creazione dei primi motori elettrici, il telegrafo, applicazione
nei trasporti, vita quotidiana e industria).
Questo sviluppo si intrecciò a una congiuntura economica delicata, dovuta all'allargamento del
mercato mondiale, alla crescita della concorrenza e a una forte diminuzione dei prezzi; il conseguente
fallimento di molte aziende determinò violente tensioni sociali e, dal 1880, il boom dell'emigrazione
europea verso l'America.
Per rispondere a questa crisi, definita come la prima "grande depressione" (1873-1896), la maggior
parte dei paesi (ma non la Gran Bretagna) adottò politiche protezionistiche.
Per aumentare i profitti e limitare la concorrenza, le imprese iniziarono a consociarsi nei cosiddetti
"cartelli" (o trust). Inoltre, l'intreccio fra industria e finanza diede vita a colossi economici in grado di
esercitare veri e propri monopoli, soprattutto negli Stati Uniti, e addirittura di influire sulle decisioni dei
governi.

Colonialismo e imperialismo
La nuova politica coloniale avviata dalle potenze europee fu definita con il termine "imperialismo":
essa poggiava su ragioni economiche (ricerca di nuovi mercati e materie prime) e politiche (egemonia
sul continente), nonché sul crescente nazionalismo e sulla pretesa superiorità dei "bianchi" europei,
chiamati a civilizzare i "selvaggi". Intento di "civilizzazione" spirito di avventura e miraggio di facili
guadagni spinsero missionari, commercianti ed esploratori ad addentrarsi in regioni sconosciute,
soprattutto in Africa: questi viaggi ed esplorazioni aprirono la strada all'occupazione militare e allo
sfruttamento economico dei nuovi territori, per il cui controllo sorsero subito contrasti tra le potenze
europee.
Il Congresso di Berlino del 1884 cercò di regolamentare la spartizione dell'Africa, nella quale si
avvantaggiarono soprattutto la Francia (avviò la colonizzazione dell’africa del nord e si accaparra il
golfo di Guinea) e l'Inghilterra (egitto, controllo del Canale di Suez e poi africa sud-orientale).
In Estremo Oriente i francesi occuparono l'Indocina, mentre l'Inghilterra guidò la penetrazione in Cina,
presto seguita dalle altre potenze europee, dagli Stati Uniti e dal Giappone.
Il colonialismo si tradusse ben presto nello spietato sfruttamento di intere popolazioni.

Verso una società di massa


Il secondo Ottocento segnò il trionfo della borghesia e vide una trasformazione della società
(espansione demografica, progressi in medicina e igiene pubblica), che si fece più articolata e
complessa.
All'interno della stessa classe operaia si accentuò la distanza tra operai specializzati e operai non
qualificati; analogamente, tra i borghesi (i borghesi al vertice della piramide sociale) si distinse la
"piccola borghesia" a sua volta assai differenziata al suo interno. L'estensione del diritto di voto
costrinse le classi dirigenti a cercare e un consenso sempre più ampio; inoltre portò all'affermazione
dei cosiddetti partiti di massa a partire dal campo socialista.
La straordinaria crescita industriale determinò la circolazione o grandi quantità di beni di consumo,
disponibili anche per i ceti sociali più bassi, grazie al miglioramento dei salari. Nasceva così la società
dei consumi, il cui simbolo divennero i grandi magazzini e la pubblica.
Importante, infine, la crescita della tiratura dei giornali grazie a innovazioni tecniche e all'aumento
dell'alfabetizzazione, in seguito all'obbligatorietà dell'istruzione elementare.

movimento operaio e il cattolicesimo


L'espansione dell'industria porto alla crescita del proletariato industriale, che si organizzò in
movimenti via via più strutturati al fine di migliorare la propria condizione. Le principali rivendicazioni
riguardavano l'aumento salariale e la riduzione dell'orario lavorativo; lo strumento di lotta più utilizzato
era lo sciopero.
Inoltre, emerse la necessità di creare legami sovranazionali fra i lavoratori, che nel 1864 portò alla
fondazione dell'Associazione internazionale dei lavoratori (Prima internazionale), il cui statuto venne
redatto da Karl Marx. L'internazionale si connota fin da subito come un movimento classista, che
vedeva opposte la classe operaia e quella borghese (il proletariato si basava sulla solidarietà dei
lavoratori mentre la borghesia sul nazionalismo): per questa ragione Mazzini, pur avendo contribuito a
fondarla, abbandonò l'associazione. Un altro contrasto ideologico oppose Marx a Bakunin,
considerato il fondatore dell'anarchismo moderno, la rivoluzione doveva partire da tutta la massa, in
particolare dai contadini.
In seguito a contrasti interni l'Internazionale fu sciolta nel 1876. Il marxismo divenne la base
ideologica dei vari partiti socialisti europei, i cui rappresentanti, nel 1889, dettero vita alla Seconda
Internazionale, che rivendicò in primo luogo la riduzione dell'orario lavorativo a otto ore al giorno, e a
questo fine proclamò il 1° maggio come giornata di lotta dei lavoratori.
La chiesa dovette confrontarsi con le ideologie moderne e sulla questione sociale, Papa Pio XI
assunse una posizione di chiusura contro tutte le teorie politiche e morali dell’epoca. Con quanta cura
il papa esprimeva la radicale contrapposizione tra cultura religiosa cattolica e cultura moderna.
Con Papa XIII la posizione fu smussata, con l’elaborazione di una dottrina che doveva far crescere le
idee ideologiche moderni e di correnti anticlericali. Fisso le basi con la rerum novarum 1891, dove
ribadiva la distanza dal socialismo e volto a un arricchimento individuale del puro profitto. Ribadiva la
collaborazione e la concordia tra le classi con riconoscimento delle classi, i lavoratori riconoscevano i
rivoluzionari e viceversa. “Cattolicesimo sociale”

IMPERI ASIATICI
Giappone, Cina e India
A metà dell'Ottocento il Giappone era un paese isolato, con un'economia quasi esclusivamente
agricola e una struttura socio-politica di tipo feudale.
La situazione cambiò nel 1853, quando gli Stati Uniti imposero al paese l'apertura di alcuni porti al
commercio estero e la stipula di trattati commerciali (patti ineguali).
Dal 1868, sotto l'imperatore Mutsuhito, ebbe inizio una modernizzazione a tappe forzate del
Giappone (periodo di meiji= governo illuminato): l'antico sistema feudale fu smantellato e venne
finanziata la creazione di un apparato industriale, con investimenti nelle infrastrutture, grazie
all’importazione della tecnologia occidentale).
All'inizio dell'Ottocento, anche l'impero cinese dovette subire l'ingerenza delle potenze occidentali.
L’economia si basava solamente sull’agricoltura. Da tempo gli inglesi, la compagnia britannica delle
indie, avevano avviato in Cina un redditizio contrabbando di oppio, che il governo cinese tentò di
ostacolare. Si arrivò così alla prima guerra dell'oppio (1839-1842), da cui i cinesi uscirono sconfitti e
furono costretti ad aprire al commercio estero altri porti, oltre a quello di Canton, e a cedere Hong
Kong alla Gran Bretagna (trattato di Nanchino).
Pechino dovette ulteriormente aprirsi all'Occidente in seguito alla seconda guerra dell'oppio
(1856-1860) contro inglesi e francesi, ottenendo privilegi commerciali e sovranità su porzioni
territoriali cinesi.
Mentre sul fronte interno si trovò a fronteggiare alcune rivolte dei Taiping, movimento che proponeva
una società egualitaria, che riuscirono a reprimere solo con l'aiuto delle potenze straniere, che
stavano ormai imponendosi sempre di più.
La Cina subì anche l’aggressivo espansionismo del Giappone, tra i due imperi scoppiò un conflitto per
il controllo della Corea, la cina non riuscì a resistere dove fu costretta a rendere indipendente la
Corea e cedere al giappone l'isola di taiwan e altre isole.
La sconfitta provoco un movimento nazionalista xenofopo e conservatore, i boxer, che ebbero episoti
di violenza contro gli stranieri e i loro interessi. Le potenze occidentali nel paese organizzarono una
spedizione militare che stroncò la rivolta.

POLITICA EU TRA 1870-1900


questione balcanica
Alessandro II (russia) si occupò della questione d’oriente. nel 1876 Bosnia, Erzegovina e Bulgaria si
ribellarono a Istanbul, la Russia allora invase la penisola balcanica presentandosi come protettrice
delle popolazioni slave contro gli ottomani. La guerra andò a favore della Russia che impose alla
Turchia un trattato inaccettabile dagli europei perché determinò un egemonia russa sui balcani.
Bismarck creò poi il congresso di Berlino che stabilì un equilibrio fragile tra le tensioni di Austria,
Russia e tra i vari nazionalismi nelle regioni balcaniche.

la germania di bismarck
dopo il ‘48 la germania ebbe il decollo industriale e si gettarono le premesse per l'unificazione
tedesca, ambizione di cui si fece interprete Guglielmo I di Hohenzollern, che intraprese una politica
militarista e, nel 1862, nominò primo ministro l'energico Otto von Bismarck.
Il primo passo verso l'unificazione fu quello di estromettere l'Austria dalla Confederazione tedesca.
Per questo Bismarck, nel 1866, diede inizio al conflitto austro-prussiano: la guerra si risolse,
rapidamente, a favore della Prussia, che impose lo scioglimento della Confederazione tedesca e la
creazione della Confederazione della Germania del nord, di cui rivendicò la presidenza.
Gli Stati tedeschi a sud del Meno, rimasti indipendenti, furono costretti a stipulare con la Prussia
un'alleanza militare. La potenza prussiana preoccupava Napoleone III e nel luglio 1870 si arrivò alla
guerra tra Francia e Prussia, che si risolse anche stavolta rapidamente a favore della seconda: la
sconfitta di Sedan e la cattura Napoleone III (1-2 settembre 1870) posero fine al Secondo Impero
francese. La Prussia annetté l'Alsazia e la Lorena. Il 18 gennaio 1871 fu proclamato il nuovo impero
(II Reich) tedesco.

II REICH
Il re imperatore è guglielmo col cancelliera Bismarck, entrambi volevano far diventare il paese una
grande potenza, con un forte esercito e una forte industrializzazione.
Era un sistema bicamerale, camera bassa con funzioni da parlamento, camera federale che eleggeva
i rappresentanti dei Lander.
C’erano 2 partiti, Zentrum di aspirazione cattolica, SPD di aspirazione Marxista. Inizialmente Bis era
con SPD ma poi si accorgerà che è troppo pericoloso e si alleerà con lo Zentrum indicendo una
battaglia per la civiltà contro l’SPD.

la francia e l’affare dreyfus


1871-75 ci furono governi provvisori, Thiers (1° ministro), con lui Parigi insorge perché non contenti
delle condizioni a cause della sconfitta, si creò una comune, un governo provvisorio che andò contro il
governo centrale (settimana di sangue).
Dopo la sconfitta di Sedan, nel 1875 nacque la terza repubblica.
Successivamente a Thiers ci fu il presidente Mac-Mahon e Boulanger.
Dreyfus era un capitano ebraico in francia, fu accusato di spionaggio a favore della Germania e fu
condannato a deportazione. Ma fu un processo frettoloso e l’opinione pubblica pensa che fu accusato
solo per la sua origine (francia c’erano movimenti antisemiti). Il popolo si divise in due opinioni
differenti, gli anti dreyfus che lo accusavano per spionaggio, i dreyfusardi che volevano che si
rivedesse il processo. Ci furono manifestazioni pubbliche e Zola con j’accuse che però venne
arrestato perché accusava il sistema per l’ingiusto arresto.
1899 dreyfus fu riabilitato.

sistema delle alleanze


Duplice intesa: Russia Francia 1893/4
Intesa cordiale: Francia Inghilterra 1904
Triplice intesa: Russia Francia Inghilterra 1907

Triplice alleanza: Austria Prussia Italia

ITALIA FINE 800


La Sinistra al governo
Nel 1876 la guida del governo venne affidata ad Agostino Depretis, leader della Sinistra.
Le principali riforme attuate in quegli anni furono: la legge Coppino (1877), che alzò l'obbligo
scolastico fino a 9 anni; l'abolizione della tassa sul macinato (1884); la riforma elettorale, che, con
l'abbassamento del limite d'età e del livello di censo necessari a votare, triplicò il corpo elettorale, e
riforma meridionale, per colmare il divario nord-sud.
L'allargamento, per quanto modesto, del suffragio, favorì il rafforzamento delle forze radicali e
socialiste. A ciò Depretis rispose promuovendo una convergenza con le forze moderate della Destra
(politica del "trasformismo", parlamentari di idee politiche diverse per realizzare il benessere comune).
Si ebbero così maggioranze variabili e instabili, fondate non su precisi programmi politici, ma su
accordi personali, scambi di voti e interessi clientelari.

Politica economica, questioni sociali e e movimento socialista


La grande crisi agricola che aveva investito l’EU comincia farsi sentire dalla metà degli anni Settanta
anche in Italia. I governi della Sinistra reagirono introducendo, fin dal 1878, i primi dazi sulle
importazioni, anche per favorire lo sviluppo industriale del paese, che venne sostenuto inoltre da
esenzioni fiscali, stanziamenti a fondo perduto e commesse pubbliche.
Il protezionismo agevolò i grandi gruppi industriali del Nord e la coltura cerealicola dei latifondisti del
Sud, ma colpì le aziende che si dedicavano a colture specializzate destinate all'esportazione: la
Francia infatti reagì aumentando i dazi sulle merci italiane (in una vera e propria "guerra delle tariffe")
e molte aziende fallirono. La difficile situazione economica provocò una grande emigrazione, che
all'inizio interessò in particolare le regioni del Nord e fu diretta soprattutto verso Argentina, Brasile e
Stati Uniti.
Il malcontento diffuso favorì la penetrazione, anche in Italia, del sindacalismo e del socialismo: tra il
1882 e il 1885 scoppiarono agitazioni e si ebbero i primi scioperi organizzati. Una certa diffusione
ebbero anche le idee anarchiche. Nacquero in quegli anni il Partito socialista rivoluzionario di
Romagna (1881), il Partito operaio italiano (1882), le Federazioni di mestiere e le Camere del lavoro.
Queste associazioni trovarono poi un punto di riferimento politico nel Partito socialista italiano,
fondato nel 1892 da Filippo Turati. II PSI, che fu il primo grande partito moderno italiano, pur non
rinunciando all'orizzonte rivoluzionario, intendeva rompere con la tradizione anarchica e
insurrezionalista e partecipare alle elezioni, affiancando alla lotta politica quella sindacale. Il
quotidiano era l’Avanti.
La politica estera della Sinistra
Nel 1882 l'Italia si avvicinò alla Germania entrando a far parte, insieme all'Austria, della Triplice
Alleanza. In quegli anni, inoltre, per ragioni di prestigio e potenza nazionale l'Italia decise di
intraprendere una politica coloniale, che si indirizzò verso l'Africa orientale, sulle coste del Mar Rosso,
reso più facilmente raggiungibile dall'apertura del Canale di Suez. Le spedizioni partirono dalla baia di
Assab. Nel 1885 fu occupato il porto di Massaua e da lì l'esercito italiano tentò la conquista dei vasti
territori interni dell'Etiopia. Ma questa avanzata incontrò un'accesa resistenza e nel gennaio 1887 una
colonna dell'esercito italiano fu massacrata a Dogali.

Da crispi alla crisi di fine secolo


Nel 1887, alla morte di Depretis, fu nominato primo ministro Francesco Crispi, che attuò
una politica caratterizzata da aperture liberaldemocratiche finalizzate alla modernizzazione del paese
e da provvedimenti autoritari per garantire la stabilità sociale: se da una parte furono ampliate le
autonomie locali, dall'altra aumentarono i poteri dei prefetti. Nel 1887 fu varato il nuovo codice penale
che aboli la pena di morte e, al tempo stesso, fu emanata la legge di pubblica sicurezza che
potenziava l'apparato di polizia. In politica estera Crispi rafforzò i legami con la Germania e rilanciò
l'espansione coloniale.
Nel 1892 divenne primo ministro Giovanni Giolitti, esponente delle Sinistra moderata. Contrario
all'uso sistematico della repressione, non intervenne in alcuni casi di insurrezione (come quella dei
Fasci siciliani), alienandosi le simpatie di industriali e agrari. Era convinto di rilanciare lo sviluppo eco
e sociale e di intraprendere una riforma tributaria che garantiva una ridistribuzione della ricchezza per
mezzo di un’imposta (politica progressista). Alla caduta del governo Giolitti, per uno scandalo
finanziario alla banca romana, perché i dirigenti avevano emesso quantità di soldi e stampato
banconote false, ne fu coinvolto anche Giolitti stesso. (1893) segui il secondo governo Crispi, che fu
caratterizzato dalla dura repressione delle proteste popolari e dalla limitazione della libertà di stampa
e di associazione. In politica estera Crispi riprese l'espansionismo coloniale, ma si scontrò con la
resistenza del negus Menelik, che inflisse all'esercito italiano la durissima sconfitta di Adua (1° marzo
1896).
I successori di Crispi assunsero delle posizioni sempre più intransigenti contro manifestazioni e
tumulti. Nel 1898 una protesta guidata da Beccaris scoppiata a Milano contro il rincaro del pane fu
soffocata nel sangue. Di questa ondata di repressione fecero le spese anche deputati e dirigenti
socialisti e repubblicani, ma le proteste di alcuni gruppi parlamentari e l'avanzata socialista alle
elezioni del 1900 fecero fallire il progetto reazionario. Il 29 luglio dello stesso anno fu assassinato re
Umberto I, per mano di un anarchico. Tuttavia il nuovo re, Vittorio Emanuele III, assecondò l'apertura
liberale in corso nominando primo ministro Zanardelli, che chiamò Giolitti al ministero

ETA’ GIOLITTIANA
Le riforme sociali e lo sviluppo economico
Salito al trono nel 1900, Vittorio Emanuele II affidò il governo all'esponente della sinistra liberale
Giuseppe Zanardelli. Al suo ritiro diventò primo ministro Giovanni Giolitti (1903). Convinto che il
miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori avrebbe avvantaggiato tutto il corpo sociale, egli
rese effettivo il diritto di sciopero e realizzò un'avanzata legislazione sociale a tutela delle categorie
più deboli. In particolare attuò un'importante riforma per diffondere l'istruzione elementare, che passò
sotto il controllo dello Stato.
La sua oculata amministrazione del bilancio statale incrementò il valore della moneta italiana e
agevolò il risparmio e l'attività industriale, la cui produttività raddoppiò tra il 1900 e il 1913. Giolitti
incrementò le opere pubbliche, soprattutto estese e nazionalizzò la rete ferroviaria e promosse
l'apertura del traforo del Sempione.
Il suo lungo governo lasciò comunque irrisolti alcuni gravi problemi che affliggevano l'Italia:
analfabetismo e povertà, che colpivano ancora ampie zone del paese, e il divario nello sviluppo e
nella modernizzazione fra il Nord e il Sud. Per queste ragioni, nei primi quindici anni del Novecento,
l'emigrazione italiana, rivolta soprattutto verso l'America, raggiunse il picco massimo (circa 600.000
persone all'anno).

SISTEMA GIOLITTIANO
Tra le iniziative politiche di Giolitti, la più importante fu rampliamento del diritto di voto (1912), che
venne esteso a tutti i cittadini di sesso maschile purché avessero compiuto 30 anni oppure 21 anni se
erano in grado di leggere e scrivere o se avevano svolto il servizio militare: il numero degli elettori
passò così da quasi 3.300.000 a 8.600.000.
Allo scopo di allargare le basi della classe politica italiana, Giolitti cercò l'appoggio dei socialisti e dei
cattolici, due forze che non si erano fino ad allora identificate con il sistema parlamentare. La
partecipazione dei socialisti di Turati al primo governo Giolitti non fu possibile a causa
dell'opposizione dell'ala rivoluzionaria del Partito socialista. L'intesa con i cattolici sfociò in un accordo
segreto (patto Gentiloni, 1913), in base al quale i cattolici avrebbero sostenuto le elezioni e i deputati
liberali in cambio dell'abbandono della politica anticlericale.
Il suo sistema fu criticato perché fu trasformismo ed non era praticabile. G allora ricorse alla
corruzione e all’intimidazione per eliminare scomodi avversari, accusato di clientelismo. Salvemini nel
“il ministro della malavita” lo accusa di sfruttare il sud per i suoi bisogni.
All'interno del cattolicesimo italiano, intanto, si veniva precisando un orientamento liberale, aperto a
una più attiva partecipazione alla vita politica del paese. Il principale esponente di questa linea fu il
sacerdote Romolo Murri, fondatore di un movimento che verrà poi chiamato "Democrazia cristiana
italiana". Anche il sacerdote siciliano Luigi Sturzo cercava di qualificare la partecipazione cattolica
alla politica creando un partito di carattere democratico e popolare, autonomo dall'autorità
ecclesiastica e capace di aggregare i ceti più deboli sulla base dei valori cristiani.
I cattolici entrarono in politica nel ‘12 con Giolitti che affrontava una duplice opposizione, da un lato le
correnti conservatrici e nazionaliste che crescevano che consideravano G troppo di SX, mentre
dall’altra il partito socialista era di nuovo prevalentemente rivoluzionario.
il papa PIO X ammorbidì il non expedit, ora i cattolici si alle elezioni politiche.

GUERRA IN LIBIA E CADUTA DI GIOLITTI


In politica estera Giolitti decise di allontanarsi dall'alleanza con Germania e Austria-Ungheria e di
avvicinarsi a Francia e Gran Bretagna, il cui appoggio avrebbe potuto favorire un ampliamento
coloniale dell'italia e un suo rafforzamento nel contesto internazionale. In tal modo egli poté preparare
diplomaticamente la conquista della Libia (che allora faceva parte dell'impero ottomano). L'avventura
coloniale, fortemente voluta anche dal movimento nazionalista, iniziò il 29 settembre 1911 e si
concluse nell'ottobre 1912 con la conquista della Tripolitania e della Cirenaica.
L'impresa libica comportò una spaccatura nel Partito socialista tra i riformisti, favorevoli al conflitto, e
la maggioranza pacifista, contraria a ogni tipo di guerra imperialistica. Dopo il congresso di Reggio
Emilia (1912) alcuni riformisti, guidati da Filippo Turati, rimasero nel PSI; altri, guidati da Leonida
Bissolati e Ivanoe Bonomi, dettero vita al Partito socialista riformista italiano, la linea più rivoluzionaria
guidata da Benito Mussolini.
Nel 1914 Giolitti cedette il governo al liberale moderato Antonio Salandra, mentre la situazione
sociale si andava inasprendo sulla spinta di una forte protesta operaia e contadina, culminata in uno
sciopero generale che si protrasse, tra agitazioni e tumulti, per sette giorni ("settimana rossa", giugno
1914).

CRISI DELL’EQUILIBRIO EU
La Belle Époque
Lo sviluppo tecnologico e industriale generò un clima di euforia e di fiducia in un progresso
che appariva inarrestabile. I miglioramenti materiali favorirono la diffusione di stili di vita impensabili
fino a qualche decennio prima. L'età che va dalla fine dell'Ottocento alla prima guerra mondiale fu
perciò caratterizzata da un senso di spensieratezza e di voglia di vivere e fu definita per questo Belle
Époque, "bella epoca". Migliorarono le condizioni igienico-abitative, aumentarono i consumi, si
moltiplicarono i divertimenti, si sviluppò il turismo, nacque lo sport di massa. Con lo sviluppo
economico progredirono le scienze, la medicina, i trasporti e le comunicazioni, e alcune innovazioni
tecnologiche cambiarono profondamente il vivere quotidiano (lampadina, ascensore).
Molte di queste innovazioni favorirono la crescita demografica e allungavano le aspettative di vita
della popolazione.

giappone e russia dalla modernizzazione alla guerra


Il Giappone all'inizio del XX secolo consolidò lo sviluppo industriale e avvio un processo di
modernizzazione della struttura sociale. Il regime autoritario si orientò verso una politica imperialista,
che si scontrò con gli interessi della Russia e trovò invece un potente alleato nella Gran Bretagna
(1902).
Anche la Russia conobbe un deciso sviluppo industriale, che determinò la crescita del proletariato e la
diffusione delle dottrine marxiste. Nel corso del congresso del Partito socialdemocratico russo (1903)
prevalse la linea di Lenin, detta bolscevica ("maggioritaria"), che propugnava la conquista del potere
da parte di contadini e operai attraverso la rivoluzione, contro quella moderata, detta menscevica
("minoritaria"), che caldeggiava la collaborazione fra tutte le classi per trasformare la società in senso
socialista. In politica estera, lo zar Nicola II intraprese una decisa espansione verso l'Estremo Oriente,
dove si scontrò però con il Giappone, da cui fu battuto (guerra russo-giapponese, 1904-1905). La
sconfitta alimentò, a partire dal 1905, un'ondata rivoluzionaria che si espresse in una serie di scioperi,
coordinati dai soviet o "consigli", formati da contadini, operai, borghesi e intellettuali e che spinse lo
zar a fare alcune concessioni (Costituzione e Duma); ma ciò non bastò a democratizzare la società
russa.

L'Europa in cerca di nuovi equilibri


La Francia all'inizio del Novecento era percorsa da forti spinte autoritarie e nazionaliste; tuttavia le
tendenze democratiche ebbero la meglio e nel 1899 le forze repubblicane, radicali e socialiste si
affermarono alle elezioni politiche, formando un governo di coalizione.
In Gran Bretagna nel 1906 i liberali assunsero la guida del paese e avviarono una incisiva politica
riformista, grazie al sostegno del nuovo Partito laburista. Il paese fu intanto animato dalla lotta delle
donne, chiamate "suffragette", per ottenere il diritto di voto politico, mentre il governo si trovava ad
affrontare l'annosa questione irlandese.
In Germania il nuovo imperatore Guglielmo II, appena salito al trono (1888), intraprese una politica
interna autoritaria e illiberale e una politica estera aggressiva e militarista, che furono alimentate
anche da un crescente nazionalismo.
All'inizio del Novecento l'Europa si divise in due blocchi contrapposti: Germania, Austria-Ungheria e
Italia avevano stipulato nel 1882 la Triplice Alleanza; Francia, Russia e Gran Bretagna dettero vita nel
1907 alla Triplice Intesa.

aree di crisi
Le relazioni internazionali erano influenzate dall'aggressività della Germania di Guglielmo II. I rapporti
con l'Inghilterra si erano deteriorati a causa della pressante concorrenza economica e militare
tedesca. La Francia era animata da un forte spirito di rivalsa per la sconfitta subita durante la guerra
franco-prussiana (1870-1871). La Germania, poi, aveva creato un potente impero coloniale,
interferendo con gli interessi strategici e commerciali britannici e francesi. La rivalità coloniale fu
causa, ad esempio, delle due "crisi marocchine" (1905 e 1911), nel corso delle quali Germania e
Francia giunsero a un passo dallo scontro armato a causa delle loro pretese sullo Stato nordafricano.
(la Francia ottenne il protettorato sul Marocco in cambio di una parte del Congo alla germania).

Un'altra grave crisi si manifestò nella penisola balcanica, dove riprese l'espansionismo dell'Austria-
Ungheria, che nel 1908, violando le deliberazioni del congresso di Berlino, annetté la
Bosnia-Erzegovina.
Questo gesto irritò la Serbia, la quale, forte dell'appoggio della Russia, aspirava invece a riunire in un
unico Stato gli jugoslavi (serbi, bosniaci, sloveni e croati). L'area balcanica si trovava anche sotto il
dominio degli ottomani, contro i quali si scatenarono nel 1912 e nel 1913 le due guerre balcaniche,
condotte da Serbia, Grecia, Montenegro e Bulgaria, e in seguito anche dalla Romania. Il bilancio di
questi conflitti lasciò insoddisfatti tutti i contendenti: risultò evidente che i Balcani erano ormai una
"polveriera" pronta a esplodere.

1914: l'illusione della guerra-lampo


Nel primo decennio del Novecento il quadro internazionale era caratterizzato dall'antagonismo, sia in
campo economico che politico, tra le grandi potenze europee. Nel 1914 la situazione era così tesa
che bastò un episodio locale per rompere il precario equilibrio. Così, in seguito all'uccisione a
Sarajevo dell'erede al trono austro-ungarico Francesco Ferdinando per mano serba (28 giugno 1914),
l'impero austro-ungarico, non ricevette approvazione dell’ultimatum che era stato inviato, dichiarò
guerra alla Serbia (28 luglio).
Il sistema delle alleanze scattò: la Germania entrò in guerra a fianco dell'Austria-Ungheria (Imperi
centrali) contro la Russia e la Francia, schieratosi con la Serbia.
Per prendere alle spalle l'esercito francese, i tedeschi invasero il Belgio neutrale (4 agosto 1914).
La Gran Bretagna allora entrò in guerra a fianco della Francia, a cui era legata dalla Triplice Intesa.
La resistenza dei belgi dette ai francesi il tempo di organizzarsi e fermare i tedeschi presso il fiume
Marna. Da una guerra di movimento si passò allora a una guerra di posizione, combattuta nelle
trincee.
Nel frattempo si scatenò anche la guerra sul mare tra tedeschi e inglesi per impedire i rifornimenti di
armi e merci. Con l'ingresso dell'impero ottomano a fianco degli Imperi centrali e del Giappone
(dichiara guerra alla germania) a fianco dell'Intesa, il conflitto assunse un carattere mondiale.

L'Italia dalla neutralità all'intervento


L'Austria-Ungheria aveva dato inizio a una guerra offensiva in contrasto con quanto prevedeva il
trattato della Triplice Alleanza. L'Italia dunque aveva dichiarato di voler restare neutrale. Da quel
momento però imperversò nel paese uno scontro tra neutralisti e interventisti. Mentre aumentano le
manifestazioni pubbliche degli interventisti (radiose giornate di maggio), il governo firmò un accordo
segreto (patto di Londra, 26 aprile 1915) con l'Intesa. Forte dell'appoggio del re, il primo ministro
Salandra ottenne i pieni poteri e il 24 maggio 1915 l'Italia entrò in guerra a fianco dell'Intesa.

1915-1916: la guerra di posizione


Nel 1915 sul versante orientale la ritirata delle truppe russe e la capitolazione della Serbia
avevano permesso il consolidamento di un fronte ininterrotto dal Baltico all'Egeo.
Nel frattempo l'esercito italiano, al comando del generale Luigi Cadorna, iniziò le operazioni sul
confine austriaco, arrestandosi presso Gorizia, mentre le quattro battaglie dell'Isonzo
(giugno-dicembre 1915) dettero risultati modesti.
Anche sul fronte occidentale, Francia, nel 1916 le battaglie di Verdun e della Somme si conclusero
senza vincitori né vinti.
In risposta al blocco navale imposto da Gran Bretagna e Francia, la Germania lanciò la guerra
sottomarina che mise in difficoltà l'intesa, i cui rifornimenti avvenivano soprattutto via mare.
Nel maggio 1916 gli austriaci attuarono una "spedizione punitiva" contro l'esercito italiano che dovette
arretrare ma riuscì a riconquistare le posizioni perdute grazie anche all'intervento dei russi,
rivendicazione per aver abbandonato la triplice alleanza).
Il nuovo governo Boselli dichiarò guerra alla Germania, dopo che le truppe italiane avevano
conquistato Gorizia (9 agosto).
Intanto aumentano le istanze pacifiste: i socialisti, l'opinione pubblica in Austria-Ungheria e in
Germania e lo stesso Benedetto XV che propose ai paesi dell'intesa di porre termine all'"inutile
strage". In gran bretagna però Lloyd George era un convinto sostenitore della guerra a
oltranza,nessun stato ora si rifiuta di smettere di combattere.
Il fronte interno e l'economia di guerra
La guerra si combatteva anche nei cosiddetti "fronti interni", tutta l'attività economica dei paesi
coinvolti nel conflitto era infatti rivolta alle necessità militari; le industrie erano state convertite verso la
produzione bellica, i consumi alimentari erano stati razionati e i prezzi sottoposti a rigidi controlli;
anche le donne furono impiegate nella produzione. In tutti i paesi sorsero organismi di Stato preposti
a dirigere l'economia bellica; inoltre si chiedeva ai cittadini di sottoscrivere prestiti di guerra.
Nonostante la propaganda e un pesante controllo sull'informazione, erano però numerosi gli episodi
di insofferenza: tentativi di ammutinamento e diserzioni tra le truppe e, tra i civili, manifestazioni di
protesta e scioperi.

1917-1918: la fase finale della guerra


Il 1917 fu decisivo per le sorti della guerra. A seguito della rivoluzione d'ottobre, la Russia abbandonò
il conflitto (pace di Brest-Litovsk, marzo 1918).
Gli austro-tedeschi poterono così concentrare tutte le proprie forze sul fronte occidentale. Gli austriaci
riuscirono a sfondare le linee italiane a Caporetto (23-24 ottobre 1917); il nuovo governo guidato da
Vittorio Emanuele Orlando e il nuovo comandante dell'esercito Armando Diaz furono però in grado di
fermare l'avanzata straniera lungo il Piave.
Nel frattempo, nell'aprile 1917, gli Stati Uniti avevano dichiarato guerra alla Germania, fornendo
all'intesa un notevole apporto di uomini e mezzi. Germania e Austria-Ungheria, ormai in crisi,
scatenarono le ultime due fallimentari offensive: una tedesca contro gli anglo-francesi nella seconda
battaglia della Marna (luglio 1918) e una austriaca contro gli italiani sul Piave, cui segui una
controffensiva terminata con la disfatta austriaca di Vittorio Veneto (24 ottobre 1918) e la firma
dell'armistizio a Villa Giusti. Nel novembre 1918 anche la Germania firmò l'armistizio a Compiègne.
L'impero tedesco e quello austro-ungarico dichiararono decaduti i rispettivi regnanti e si trasformarono
in repubbliche.

RIVOLUZIONE RUSSA E FINE DELLA BIG GUERRA


rivoluzioni del 17
Nel 1927 scoppiarono a Pietrogrado delle sommosse contro la dilagante carestia, (rivoluzione di
febbraio) che divenne una sommossa contro lo zar Nicola II. si formò così un nuovo governo liberale,
presieduto dal rappresentante della borghesia L'vov, che indusse Nicola Il ad abdicare (15
marzo-1917). Nel paese si delinearono due poteri: quello del governo provvisorio e quello dei soviet,
formati da delegati eletti da operai, soldati e contadini. (bolscevichi, marxisti e menscevichi, riformisti)
Il leader dei socialisti bolscevichi Lenin, rientrato in patria dall'esilio nell'aprile 1917, sostenne la
necessità di trasformare la rivoluzione "borghese" di febbraio in rivoluzione proletaria, guidata dai
soviet e mirante alla creazione di una società comunista ("Tesi di aprile").
Nel frattempo, si diffondeva in tutto il paese il disfattismo nazionale, segno della crescente stanchezza
verso la guerra.
Tuttavia il governo, passato nelle mani del socialdemocratico Kerenskij, decise di proseguire il suo
impegno nella guerra mondiale. In questa situazione critica il generale Kornilov, rappresentante delle
forze della destra, tentò un colpo di mano contro il nuovo governo. Lenin, a sua volta, decise di
approfittare della debolezza di Kerenskij per conquistare il potere: la notte tra il 24 e il 25 ottobre
(calendario russo) la "guardia rossa" occupò il Palazzo d'Inverno, sede del governo (rivoluzione
d'ottobre) con la formazione di un governo rivoluzionario di operai e soldati.

La guerra civile
La rivoluzione d'ottobre sfociò nella formazione di un nuovo governo sovietico,
basato cioè sui soviet. Alla guida del nuovo Stato fu posto Lenin, affiancato da un Consiglio dei
commissari del popolo di cui facevano parte anche Lev Trockij e iosif Stalin. Lenin stipulò con
Austria-Ungheria e Germania la pace di Brest-Litovsk (1918), con cui la Russia uscì dal primo conflitto
mondiale, subendo gravi perdite economiche e territoriali.
Nel 1918 il nuovo governo si trovò a fronteggiare la guerra civile scoppiata fra i "rossi", sostenitori del
nuovo Stato sovietico, e i "bianchi", fedeli al regime zarista. Temendo la diffusione della rivoluzione
fuori dai confini russi, anche le potenze dell'intesa intervennero in aiuto dei bianchi. Il governo creò un
esercito, l'Armata rossa, che entro il 1921 riuscì a sconfiggere gli avversari, mentre Lenin istituì la
Terza internazionale, finalizzata a diffondere su scala mondiale la rivoluzione proletaria. Negli anni
della guerra civile Lenin intraprese un programma di controllo forzato su tutta la produzione,
specialmente agricola, chiamato "comunismo di guerra", che tuttavia provocò una grave crisi
alimentare e forti resistenze dei contadini, a cui il governo rispose con violente repressioni, fondando
la ceka, polizia politica.

La nascita dell'URSS
Di fronte all'insuccesso del "comunismo di guerra", a partire dal 1921 Lenin diede corso alla Nuova
politica economica (NEP), che prevedeva il parziale ripristino del libero commercio, l'aumento dei
prodotti disponibili per il consumo, la prospettiva di profitti privati e una maggiore libertà per i
contadini. All'interno del programma della NEP venne avviata la lotta all'analfabetismo, che si
accompagna però a un rigido insegnamento marxista e alla repressione di ogni forma di credenza
religiosa.
Nel 1922 venne creata l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), che venne dotata di
una Costituzione (31 gennaio 1924). Nel nuovo Stato federale il potere legislativo era affidato al
Consiglio o Soviet supremo dell'Unione, quello esecutivo al Consiglio dei commissari del popolo e
quello giudiziario alla Corte suprema dei soviet.

L’EU E IL MONDO DOPO LA 1G/M


società delle nazioni e i trattati di pace
Nella conferenza di pace di Parigi (18 gennaio 1919) le quattro potenze vincitrici della guerra (Gran
Bretagna, Francia, Stati Uniti e Italia) si scontrarono su due diversi orientamenti.
Quello democratico, espresso dal presidente americano wilson, basato sui principi di
autodeterminazione dei popoli e di nazionalità, che portò alla nascita della Società delle Nazioni, un
organismo internazionale preposto a regolare pacificamente le controversie tra gli Stati;
e quello di Francia e Gran Bretagna, intenzionate ad annientare la potenza tedesca, che trovò
concreta attuazione nelle pesantissime clausole di pace imposte alla Germania (trattato di Versailles,
giugno 1919) e che scatenò sentimenti di rivincita nel popolo tedesco.
La guerra sancì anche la fine degli imperi. Sui territori dell'impero austro-ungarico sorsero quattro
Stati indipendenti: Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Jugoslavia. Fu riconosciuta inoltre
l'indipendenza dell'Albania. L'italia ottenne il Trentino, l'Alto Adige, l'Istria e l'alto bacino dell'Isonzo
(trattato di Saint-Germain, settembre 1919).
Sui territori appartenuti alla Russia nascevano Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania. L'impero
ottomano (trattato di Sèvres, 10 agosto 1920) si trovò ridotto a un piccolo Stato, la Turchia, privato dei
territori arabi e della sovranità sugli stretti. Le dure condizioni di pace provocarono la rivolta
nazionalista del generale Mustafà Kemal (Atatürk), che portò alla proclamazione della repubblica
turca.

repubblica di weimar
fu proclamata la repubblica (9 novembre 1918), guidata da un governo provvisorio socialdemocratico.
il re guglielmo II abdicò e si creò un governo provvisorio guidato da Ebert
La situazione interna era però molto delicata: nel gennaio 1919 a Berlino scoppiò una sommossa,
guidata dal Partito comunista tedesco, nato dall’unione di alcuni gruppi tra i quali spiccava la lega di
spartaco, che fu repressa nel sangue. Le agitazioni vennero represse nel sangue dal governo grazie
all’esercito.
L'11 agosto 1919 l'Assemblea costituente proclamò la repubblica di Weimar, dal nome della cittadina
in cui fu redatta la nuova Costituzione: la Germania diventa una repubblica federale, divisa in Lander..
Gli ambienti di destra osteggiarono la nuova repubblica, organizzando atti terroristici e persino un
colpo di Stato (putsch di Kapp, 1920), che falli. La situazione era aggravata dalla disastrosa
situazione economica, dalla disoccupazione e da un'inflazione galoppante, che resero impossibile
pagare i risarcimenti previsti dal trattato di pace. A garanzia del pagamento, la Francia occupò il
bacino minerario della Ruhr, grave perché la privava della possibilità di pagare le riparazioni di guerra.
(1923).

crisi e ricostruzione economica


la guerra aveva lasciato l'Europa sconvolta dalle perdite umane e materiali. Le difficoltà economiche
riguardavano il pesante indebitamento di tutti i paesi che aveva speso ingenti somme di denaro per
finanziare la guerra. Gli stati furono colpiti da una crisi finanziaria e da un'ondata di inflazione. la gran
bretagna riuscì meglio a fronteggiare la situazione. mentre italia e germania furono fortemente colpite,
prima causa gli squilibri già esistenti poi la causa della guerra stessa. Conseguenza: disoccupazioni e
ascesa degli USA, grande potenza del mondo capitalistico. Gli Usa creano il piano dawes, piano di
aiuti alla germania. provoca un boom economico e l'europa poté restituire i prestiti agli usa

DOPOGUERRA DEGLI USA


Gli Stati Uniti erano usciti fortemente rafforzati dalla prima guerra mondiale, sia sul piano economico
che su quello politico, e si erano affermati come Stato guida del mondo capitalistico. Il presidente
Wilson tentò di consolidare per il paese il ruolo di centro delle relazioni internazionali, ma tale linea
venne presto abbandonata. Con l'elezione del repubblicano Warren Harding nel 1920 si tornò a una
politica isolazionista, basata sulla non ingerenza negli affari europei; gli Stati Uniti perciò non
parteciparono alla Società delle Nazioni. All'isolazionismo politico si accompagnò l'isolazionismo
economico, volto a difendere i prodotti nazionali con misure protezionistiche. Questo indirizzo portò
anche a una serie di provvedimenti contro l'immigrazione a un clima di ostilità e violenza xenofoba e
razzista.

Gli anni Venti: benessere e nuovi stili di vita


La politica isolazionista e protezionista causò una crisi di sovrapproduzione che venne superata con
la ripresa delle esportazioni verso l'Europa.
Inoltre per consentire agli Stati europei di pagare i debiti di guerra, venne predisposto un sistema di
aiuti finanziari alla Germania (piano Dawes, 1924). I fondi americani riuscirono di fatto a rivitalizzare
l'economia del Vecchio Continente, che poté restituire i prestiti bellici. I capitali così ottenuti favorirono
quindi una stagione di grande crescita economica e benessere. Per questo gli anni Venti furono
definiti gli "anni ruggenti". In questo periodo nacque l'American way of life (lo "stile di vita americano"),
caratterizzato da forti consumi e dalla ricerca di svaghi e divertimenti per il tempo libero (cinema,
radio, musica). Gli stili di vita e i costumi della popolazione cambiarono e le donne trovarono un nuovo
ruolo più attivo e consapevole nella società.
la grande crisi
il benessere creò negli stati uniti una crisi di sovrapproduzione. Il mercato internazionale, divenuto a
poco a poco stagnante, si trovò nell'impossibilità di assorbire le eccedenze produttive e ciò determinò
una Crisi gravissima. La Borsa di Wall Street crollò (Ottobre 1929), le fabbriche chiusero e le banche
fallirono; la produzione industriale calò vertiginosamente, mentre crebbero disoccupazione e povertà.
La crisi dagli Stati Uniti si propagò in tutto il mondo, soprattutto in Europa, dove il ritiro dei capitali
americani e l'arrivo sui mercati di prodotti a prezzi bassissimi provocarono il tracollo della produzione.

II New Deal di Roosevelt


Ad avviare una risoluzione della crisi americana fu il presidente democratico Franklin Delano
Roosevelt (eletto nel 1932), che adottò il New Deal, un piano innovativo destinato a segnare il
passaggio da un'economia libera a un'economia guidata, in cui lo Stato interviene per porre alcuni
limiti alla crescita produttiva e un controllo della libertà d'iniziativa privata.
Per favorire l'incremento degli investimenti e dei consumi, Roosevelt adottò un sistema di inflazione
controllata (svalutando il dollaro per rialzare i prezzi, immettendo cartamoneta, controllando banche e
Borse).
Sul piano sociale difese i salari minimi, i contratti di lavoro, la riduzione dell'orario. Realizzò lavori
pubblici per combattere la disoccupazione e concesse aiuti alle aziende in crisi per favorire la ripresa
dell'industria, anche a costo di aumentare il deficit dello Stato. Concesse sussidi per favorire la ripresa
dell'agricoltura. Per finanziare le riforme, Roosevelt applicò una rigida politica fiscale verso le classi
abbienti e ciò suscitò la loro opposizione alla sua linea di governo. La seconda presidenza
Roosevelt (1936) confermò però il pieno consenso delle masse popolari e delle organizzazioni
sindacali alla sua politica, basata sulle teorie dell'economista inglese John Maynard Keynes,
assertore della necessità del controllo dello Stato sull'attività produttiva e finanziaria.

ITALIA DOPOGUERRA AL FASCISMO


Le trasformazioni politiche nel dopoguerra
Nel dopoguerra, le forze liberali stavano perdendo influenza, mentre crescevano e nascevano nuovi
partiti. Nel 1919 la fondazione del Partito popolare segnava l'adesione dei cattolici alla vita politica
dello Stato italiano.
Nel maggiore partito di massa dell'epoca, il Partito socialista, si scontrano la linea riformista e quella
massimalista, contraria a un accordo con lo Stato borghese.
Una terza linea poi puntava alla creazione di un partito rivoluzionario sul modello realizzato da Lenin
in Russia.
Nel clima di crisi sociale del dopoguerra, l'ex socialista Benito Mussolini fondò un nuovo movimento, i
Fasci di combattimento (1919) con il programma di San Sepolcro che si caratterizzava da un forte
nazionalismo, anticapitalismo, violenza e azione individuale. Il 15 aprile 1919 saccheggiò e incendiò
la sede dell’avanti, sede del partito socialista.

La crisi dello Stato liberale


Nel dopoguerra si erano anche diffusi sentimenti di risentimento e delusione per la "vittoria mutilata",
in seguito al mancato rispetto delle clausole del patto di Londra.
Gabriele D'Annunzio, con un gruppo di nazionalisti, marciò su Fiume e instaurò un governo
provvisorio (settembre 1919). Giolitti ottenne invece un successo sulla questione di Fiume: nel
novembre 1920 l'Italia firmò con la Jugoslavia il trattato di Rapallo, con cui Fiume veniva dichiarata
"città libera".
Le elezioni politiche del 1919 premiarono i nuovi partiti (socialisti e cattolici) mentre evidenziano la
crisi dello schieramento liberale. Il paese fu attraversato da una serie di scioperi e di sommosse nel
1919-1920 (biennio rosso); le proteste fallirono ma Giolitti non riuscì a porre fine alle agitazioni che
continuarono a scuotere il paese. Il fallimento delle proteste del 1920 provocò una scissione del
Partito socialista, dove l'estrema sinistra dette vita al Partito comunista (gennaio 1921).
L'ascesa del fascismo
Per poter contare su una solida maggioranza, Giolitti indisse nuove elezioni (maggio 1921),
alleandosi con nazionalisti e fascisti. Gli esiti della consultazione segnarono però l'avanzata dei
fascisti.
Nel novembre 1921 veniva fondato il Partito nazionale fascista (PNF), che riceveva il sostegno di ceti
medi e piccola borghesia e anche della grande borghesia agraria e industriale. Il fascismo inasprì
allora le violenze delle squadre d'azione. A quel punto Mussolini ordinò ai suoi seguaci di
intraprendere la marcia su Roma (28 ottobre 1922) per prendere il potere. Vittorio Emanuele I, invece
di proclamare lo stato d'assedio, invitò Mussolini a formare un nuovo governo. Per limitare il potere
del Parlamento Mussolini istituì il Gran Consiglio del fascismo (dicembre 1922); inoltre trasformò le
squadre d'azione in Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN). Fu approvata una nuova
legge elettorale (legge Acerbo, 1923) e vennero indette nuove elezioni (aprile 1924) nelle quali la lista
capeggiata da Mussolini ottenne la maggioranza, anche grazie a intimidazioni e brogli.
Giacomo Matteotti, che aveva denunciato in Parlamento le illegalità elettorali, venne assassinato da
sicari fascisti (10 giugno 1924). Per protesta l'opposizione abbandonò la Camera (secessione
dell'Aventino) e Mussolini ne approfittò per annunciare l'instaurazione di una dittatura (3 gennaio
1925).

La costruzione dello Stato fascista


Furono emanate le "leggi fascistissime" (1925-1926), che abolivano la divisione dei poteri,
sopprimevano ogni forma di opposizione e ogni libertà di opinione e di stampa, ampliando gli
strumenti repressivi. Mussolini instaurò una dittatura personale, basata su un partito unico. Per
consolidare il regime, Mussolini fece ampio ricorso alla propaganda, istituì organismi di
inquadramento di massa e inasprì la repressione delle attività antifasciste, attraverso l'azione della
polizia segreta (OVRA).
Fu inoltre stipulato un accordo con la Chiesa, i Patti lateranensi (1929), dove si poneva fine alla
questione romana, erano composti da un trattato che stabiliva che la religione cattolica era l’unica
dello stato e quindi di proprietà del papa la citta del vaticano.
una convenzione finanziaria, lo stato dava una somma di denaro alla chiesa.
un concordato con cui lo stato garantisca alla chiesa il libero esercizio del potere spirituale e del culto,
introduce l'insegnamento religioso e si riconoscevano effetti civili al matrimonio.

politica sociale e economica


Venne abolito il diritto di sciopero e dei liberi sindacati, con l'entrata in vigore del nuovo codice penale
di Alfredo Rocco.
Vennero fondate le corporazioni che riunivano i datori di lavoro e lavoratori tutte le categorie di
produzione, si configuravano come organi dello Stato fascista e si fondavano sulla collaborazione fra
le classi sociali e per il raggiungimento di interessi nazionali. L’ordinamento venne sancito dal 1927
con la pubblicazione della carta il lavoro dello Stato fascista.
con il fascismo lo Stato viene trasformato in Stato imprenditore con la creazione dell’IMI che
concedeva fondi pubblici a industrie, e dall’IRI attraverso il quale lo Stato acquistava parte il pacchetto
azionario.
L’economia poi si basava sull’autarchia, l’Italia doveva raggiungere l'autosufficienza economica
cercando di produrre tutto da sola senza chiedere prestiti di materie prime all’estero.
fece anche battaglie sociali, le battaglia del grano per la produzione di cereali, della palude per
risanare zone malsane, demografia per incentivare le nascite, in politica sociale assistenza sociale e
medica

La politica estera e le leggi razziali


Nel 1935 Mussolini decise di avviare la conquista dell'Etiopia che si concluse vittoriosamente nel
1936, ma costò anche l'uscita dell'Italia dalla Società delle Nazioni e l'isolamento internazionale. In
tale situazione Mussolini si avvicinò alla Germania di Hitler fino a firmare un accordo nel 1936, l'Asse
Roma-Berlino. Ma nel 1939 lo sbilanciamento dell'alleanza a favore della Germania, che aveva
avviato un'aggressiva politica estera, spinse l'Italia a occupare l'Albania (aprile). Nata nel 1937 per
"tutelare la razza" italiana da quella etiopica, il regime rafforzò la legislazione razziale indirizzandola
nel 1938-1939 contro gli ebrei, pesantemente discriminati ed esclusi dalla vita civile, sociale ed
economica del paese.

HITLER E NAZISMO
Hitler e la nascita del nazionalsocialismo
Nel febbraio del 1920 Adolf Hitler fondò un movimento politico di estrema destra, il Partito
nazionalsocialista del lavoratori (Partito nazista), con l'obiettivo di instaurare in Germania un regime
autoritario. Hitler e i suoi seguaci tentarono un colpo di Stato contro il governo bavarese (putsch di
Monaco 1923), che però fallì.
Negli anni Venti, la Germania poté godere di un ritrovato spirito di distensione nei rapporti
internazionali (Patto di Locarno, 1925); l'economia inoltre beneficia di un piano di aiuti americani
(piano Dawes), La Germania fu ammessa alla società delle Nazioni (1926) e nel 1929 vennero ridotti
e rateizzati i risarcimenti di guerra e fu imposto alle truppe franco-belghe di abbandonare la Renania
(piano Young).
Ma la crisi economica del 1929 rinforzo in Germania le tendenze di estrema destra. Nelle elezioni del
1930 i nazionalsocialisti divennero il secondo partito. Due anni dopo Hitler fu però battuto alle elezioni
presidenziali dal maresciallo Hindenburg, La mancanza di un governo stabile porto a due successive
elezioni (luglio e novembre 1932) e alla fine Hindenburg affido il cancellierato a Hitler (30 gennaio
1933).

La costruzione dello Stato totalitario


I nazisti, sempre più forti, provocarono alcuni gravi incidenti per screditare i partiti dell'estrema sinistra
(incendio del Reichstag, 27 febbraio 1933). Usarono la violenza per eliminare gli oppositori e
indussero le classi medie ad aderire in massa al nazionalsocialismo praticando la politica del terrore e
limitando le libertà politiche e civili.
Nel corso delle nuove elezioni (5 marzo 1933) i nazionalsocialisti ottennero la maggioranza insieme ai
conservatori, segno che buona parte della popolazione asseconda la loro politica. Hitler a quel punto
si assicurò pieni poteri per quattro anni (legge-delega, 23 marzo 1933). Furono sciolti tutti i partiti a
eccezione di quello nazista; venne istituita una nuova polizia segreta (Gestapo) per reprimere
l'opposizione. Alla morte di Hindenburg (agosto 1934) Hitler ottenne il potere assoluto (cancellierato e
presidenza) del neocostituito Terzo Reich. Il consolidamento del totalitarismo nazista poté contare su
una capillare azione di propaganda e sull'inquadramento, soprattutto dei giovani, nelle organizzazioni
del Partito nazista. Il programma hitleriano riscosse il consenso del popolo tedesco a causa dei buoni
risultati ottenuti in campo economico, dovuti a una politica autarchica, sostenuta dall'intervento dello
Stato nel campo dei lavori pubblici, delle infrastrutture, dell'industria pesante.

L'ideologia nazista e l'antisemitismo


L'ideologia del nazismo si basava su due elementi fondamentali: l'assoluta superiorità della razza
ariana, identificata con il popolo tedesco, e l'ineguaglianza, che giustificava la sottomissione delle
masse ai capi e delle razze inferiori a quelle superiori. Da questa premessa discendeva
l'antisemitismo nazista che si tradusse in una vera e propria persecuzione del popolo ebraico. Con
l'approvazione delle leggi di Norimberga (settembre 1935) le persone di origine ebraica furono private
della cittadinanza tedesca e fu loro vietato contrarre matrimoni con cittadini tedeschi.

L'aggressiva politica estera di Hitler


La politica estera nazista fu sin da subito estremamente aggressiva. Nell'ottobre 1933 la
Germania si ritirò dalla Società delle Nazioni. In seguito all'annessione della Saar (1935), Hitler iniziò
a potenziare l'esercito e nel marzo 1936 occupò la Renania. Le potenze europee sottovalutarono il
pericolo nazista e non reagirono all'aggressività tedesca per timore di un nuovo conflitto mondiale e
anche perché l'anticomunismo di Hitler suscitava molte simpatie.
Nel frattempo Hitler strinse un accordo con Mussolini (Asse Roma-Berlino, 1936) al quale aderì poi
anche il Giappone (Asse Roma-Berlino-Tokyo, 1937). L'espansionismo hitleriano si indirizzò verso i
paesi "naturalmente tedeschi", la cui acquisizione costituiva la prima tappa verso la creazione di
un'unica "grande patria germanica" (pangermanesimo). Così il Führer procedette all'annessione
dell'Austria (1938) e all'occupazione della Cecoslovacchia (1939).
Hitler firmò il Patto d'acciaio con l'italia di Mussolini (22 maggio 1939) e il Patto di non aggressione
con l'Unione Sovietica (23 agosto 1939). La seconda guerra mondiale era ormai alle porte.

STALIN
L'ascesa di Stalin e l'industrializzazione
Nel 1924, alla morte di Lenin, all'interno del politiche opposte: quella della "rivoluzione permanente"
da diffondere gradualmente su scala mondiale, difesa da Lev Trockij, e quella del "socialismo in un
paese solo", sostenuta da Stalin, per il quale prima di esportare la rivoluzione era necessario
consolidare l'economia socialista e lo Stato sovietico.
Prevalse la linea di Stalin, che succedette a Lenin alla guida del partito e dello Stato sovietico. Egli
intraprese subito la via dell'industrializzazione per incentivare lo sviluppo del paese e, a tale scopo,
promosse dapprima la collettivizzazione forzata della terra, sterminando i kulaki (i contadini più
abbienti); in seguito predispose i piani quinquennali, che avevano lo scopo di incrementare
ulteriormente la produzione industriale.

Il consolidamento dello Stato totalitario


Mentre consolidava la crescita economica, Stalin trasformò la Russia in uno Stato totalitario fondato
sul controllo capillare della società, della cultura, della vita civile da parte del Partito comunista,
attraverso una massiccia opera di propaganda e di esaltazione della propria figura, intorno a cui si
costruì un vero e proprio culto della personalità.
D'altra parte i governi occidentali abbandonarono la diffidenza nei confronti dell'URSS a causa
dell'avvento del nazionalsocialismo in Germania e nel timore di una possibile ripresa
dell'espansionismo tedesco. Nel 1934 l'URSS venne ammessa nella Società delle Nazioni e
riconosciuta dagli Stati Uniti, in cambio dell'accettazione di un'unità d'azione fra comunismo e
borghesia "democratica" contro il fascismo.

Il terrore staliniano e i gulag


Per portare avanti la sua strategia economica e politica Stalin utilizza l'arma del terrore e della
repressione, prima indirizzata contro operai e contadini, ma ben presto estesa anche ai membri dello
stesso partito. Ebbe inizio così il periodo delle "grandi purghe" (1936-1938), caratterizzato da
numerosissimi processi e condanne a morte contro i membri della vecchia guardia bolscevica,
dirigenti del partito e alti esponenti dell'esercito. Tra le vittime vi furono nomi eccellenti come Trockij e
Nikolaj Bucharin, oltre a circa 35.000 ufficiali e quasi la metà dei quadri dell'intero esercito. Milioni di
persone accusate di essere "nemiche del popolo" vennero rinchiuse nei gulag, campi di lavoro coatto
posti nelle zone più inospitali del paese, come la Siberia. I detenuti dei gulag, costretti a condizioni di
vita disumane, venivano impiegati nei lavori per la costruzione di strutture destinate al popolamento di
quelle regioni e per lo sfruttamento delle immense risorse naturali, fondamentali per lo sviluppo
dell'industria.
LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
Nel 1931 in Spagna, in seguito al successo elettorale delle forze democratiche, cadde la monarchia e
fu proclamata la repubblica. Nelle elezioni del 1933 le forze di destra, organizzate nella Falange
española, ispirata ai Fasci di combattimento italiani, ottennero un netto successo e formarono un
governo reazionario.
I repubblicani anti fascisti decisero allora di superare le divisioni e unirsi nel Fronte popolare (1936),
che vinse le successive elezioni e diede vita a un nuovo governo.
Contro di questo, il generale Francisco Franco, con l'appoggio della Falange e dell'esercito, organizzò
un colpo di Stato, dando inizio a una sanguinosa guerra civile (1936-1939).
Mentre l'Italia e la Germania inviarono aiuti all'esercito franchista e le democrazie occidentali
siglarono un patto di "non intervento", molti volontari europei e americani accorsero in aiuto dei
repubblicani, dando vita alle Brigate internazionali. II loro sacrificio non riuscì però a impedire la
vittoria di Franco nel 1939.

CINA E GIAPPONE TRA NAZIONALISMO, COMUNISMO E IMPERIALISMO


Dopo la caduta della dinastia imperiale e la proclamazione della repubblica (1912), in Cina
la minaccia giapponese aveva favorito la nascita del Partito nazionalista (Guomindang), guidato da
Chiang Kai-shek, e del Partito comunista (1921), fondato da Mao Zedong.
Lo scontro tra queste due forze si trasformò ben presto in una guerra civile. Incalzati da Chiang, che
aveva formato un governo nazionalista con capitale Nanchino, i comunisti a loro volta si spostarono
nella regione del Kiangsi, dove fondarono una repubblica comunista.
Da qui l'esercito comunista guidato da Mao intraprese la Lunga Marcia (1934-1935) verso il Nord del
paese per sfuggire alla repressione del Guomindang.
Il Giappone, confermata la sua posizione di egemonia in Asia, avviò una politica autoritaria e
imperialistica e nel 1931 occupò la Manciuria (Cina). Comunisti e nazionalisti cinesi cessarono allora
ogni rivalità e si allearono nella guerra contro il Giappone (1937-1945), che nel 1937 aveva stipulato
un'alleanza con la Germania e l'Italia.

2° GUERRA MONDIALE
Doveva essere una guerra lampo. Hitler voleva prendere il CORRIDOIO DI DANZICA nel 1939. Hitler
aveva fatto un patto di non aggressione stipulato con l’Unione Sovietica che lo protegge da possibili
attacchi militari.
1 SETTEMBRE 1939 Hitler ordina di invadere la Polonia.
3 SETTEMBRE 1939 entrano FRANCIA e GRAN BRETAGNA (avevano un patto di alleanza con
Polonia).
5 SETTEMBRE 1939 USA e GIAPPONE dicono di essere neutrali.
l'Italia aveva fatto il Patto d’Acciaio, si trova in una posizione di “NON BELLIGERANZA”(si astiene).
Hitler si muove contro la Polonia e inizia a bombardarla. successivamente anche L’Unione Sovietica
vuole impadronirsi della Polonia e la attacca dal un patto Molotov- Ribbentrop dove la Polonia poi
venne divisa tra le due potenze.
L’Unione Sovietica invade anche:
Estonia, Lettonia, Lituania e attacca Finlandia, Danimarca e Norvegia (erano ricchi di materiale nel
sottosuolo che serviva per le armi).
Germania e Francia si scontrano dietro le linee di fortificazione Sigfrido e Maginot. La Germania
riesce ad aggirare la linea Maginot andando contro la neutralità di Belgio, Olanda e Lussemburgo e
penetra in Francia. Costa della Manica è dei tedeschi.
PATTO DI NON BELLIGERANZA DELL’ITALIA:
3 motivi:
1- esercito impreparato
2- insufficienti risorse industriali
3- tensioni con l’alleato tedesco (perchè sarebbe dovuta entrare subito in guerra a fianco della
Germania con il Patto d’acciaio ma non lo fa perché nel patto era stabilito che lei non era pronta e
sarebbe potuta entrare non prima del 1942)
10 Giugno 1940 L'italia entra in guerra con Mussolini contro Francia e Gran Bretagna.

FRANCIA:
Germania la occupa e le chiede l’armistizio dove la francia atlantica diventava tedesca mentre quella
centro-meridionale diventava uno nuovo stato francese con capitale Vichy (collaborazionista).

INGHILTERRA:
Hitler vuole fare un accordo di pace con la Gran Bretagna ma non accetta, Churchill gli è contro
(nuovo primo ministro). Germania bombarda le basi navali, che si conclude con il fallimento nel 1940.

GUERRA PARALLELA DI ITALIA:


L’Italia vuole colpire la Gran Bretagna nel Mediterraneo e Africa. Attacca Malta( colonia britannica).
Conquista la Somalia britannica e territori oltre l’Egitto.
28 ottobre 1940 Italia attacca Grecia perché Mussolini vuole espandersi come stava facendo Hitler,
ma fu un fallimento. Hitler arriva per aiutare Italia e obbliga alla resa la Grecia. Anche in Africa l’Italia
stava perdendo, infatti perde le terre del posto al sole di Mussolini.

1941 OPERAZIONE BARBAROSSA:


Hitler vuole conquistare l’Unione Sovietica perché voleva distruggere il bolscevismo.
22 Giugno 1941 Hitler inizia l’operazione Barbarossa attaccando l ‘Unione Sovietica. Mussolini lo
aiuta ed invia un corpo di spedizione chiamato L’Armata Italiana in Russia (ARMIR). All’inizio si
impadroniscono di diversi territori ma li blocca un rigido inverno e quindi fallisce.

USA:
Gli Stati Uniti aiutano i russi, sono isolazionisti e neutrali ma creano la legge “affitti e prestiti” dove
vendono e prestano solo armi ai paesi cui la difesa era vitale.

LA CARTA ATLANTICA:
14 Agosto 1941 Roosevelt (presidente USA) e Churchill (ministro uk) firmano la Carta Atlantica dove
fissavano alcuni principi fondamentali sulla democrazia da realizzare dopo la distruzione del nazismo.
il Patto delle Nazioni Unite da 23 stati a Washington 1 gennaio 1942 per sconfiggere insieme Hitler.

GIAPPONE:
Aderisce al PATTO TRIPARTITO con Germania e Italia con l’impegno di creare un ordine nuovo. Il
Giappone occupa l’Indocina e minaccia alcune terre del Pacifico (erano degli USA, avevano interessi
economici).
Gli USA si sentono attaccati e decidono di interrompere la fornitura di acciaio e petrolio dalle quali il
Giappone ne era dipendente.
7 Dicembre 1941 Giappone attacca la base navale di PEARL HARBOR nelle Hawaii. Gli USA entrano
quindi nel conflitto contro Giappone, Italia e Germania.
LA CONTROFFENSIVA DEGLI ALLEATI
I giapponesi riescono ad ottenere alcune terre dell’Estremo Oriente e l’Asse si impadronisce di alcuni
territori in Africa. Intanto la Germania avanzava in Unione Sovietica fino a Stalingrado (San
Pietroburgo).
Ma gli Alleati avevano l’aiuto degli USA che li avvantaggia.
La Germania, per fermare la possibilità che gli USA potessero continuare aiuti militari, inizia una
guerra sottomarina contro le navi cariche di rifornimenti americani. Fallì miseramente.
BATTAGLIA DI STALINGRADO:
Luglio 1942 inizia l’assedio tedesco dove i russi riescono a resistere, inoltre arriva un freddo gelido al
quale i tedeschi non erano abituati. Nel 1943 ci fu la disfatta di Stalingrado dei tedeschi.
Gli italiani battono ritirata.
GLI USA FANNO LA CONTROFFENSIVA:
USA iniziano la controffensiva contro il Giappone e invadono territori nell’Estremo Oriente. Ci furono
diverse vittorie come quelle di : Midway, Guadalcanal. Gli americani sbarcano anche in Marocco e
Algeria (dei francesi) e le occupano. Tutta l’Africa del nord era degli Alleati.

LA GUERRA DEI CIVILI


Inizia il razionamento dei generi di prima necessità, ognuno aveva una tessera che dava il diritto di
ricevere razioni di cibo. Si sviluppa il mercato nero, cioè il cibo pagato a carissimo prezzo. Di
sostegno furono però gli aiuti americani (cibo, farmaci).
Non c’è più distinzione tra cittadini e soldati perché vengono fatti bombardamenti sulle città fatti per
distruggere le installazioni militari e levie di comunicazione. Fatti anche per creare terrore e paura.
Vennero colpite molte città inglesi e italiane.
RESISTENZA:
Nei paesi occupati dai nazifascisti si crea la Resistenza: volontari contro il nazifascismo e protestano.
Fanno attività di spionaggio e sabotaggio. I volontari erano anche chiamati partigiani i quali subirono
diversi rastrellamenti e rappresaglie dei tedeschi.
IN URSS E JUGOSLAVIA:
Nell’Urss la Resistenza era di grande forza,così tanto da riuscire a bloccare l’armata tedesca. In
Jugoslavia si trovava il partito comunista di Tito, molto cruento.

IL CROLLO DEL FASCISMO E LA RESISTENZA IN ITALIA


CONFERENZA DI CASABLANCA:
Nel gennaio 1943 Roosevelt e Churchill decidono di aprire un secondo fronte in Europa. Dovevano
attaccare l’Italia per sbarazzarsi dei tedeschi che vi si trovavano sul suolo (bersagli città di Torino,
Genova, Milano).
LO SBARCO IN SICILIA:
10 luglio 1943 gli anglo-americani sbarcano in Sicilia e viene bombardata Roma (19 luglio).
Nella notte tra il 24 e 25 luglio 1943 venne ripristinato lo Statuto Albertino restituendo al re il comando
delle forze armate -> fine del fascismo e arresto di Mussolini.
GOVERNO BADOGLIO:
Badoglio era il capo delle forze armate italiane salito al potere e decise di proseguire la guerra.
Prende però segreti contratti con gli anglo-americani per trattare una pace separata ed uscire dal
conflitto. 3 settembre 1943 firmato a Cassibile l’ ARMISTIZIO DI SETTEMBRE con gli
anglo-americani, noto poi l’8 settembre.
I tedeschi avrebbero potuto avere una brutta reazione verso questo armistizio quindi Badoglio e la
famiglia reale scappano lasciando lo Stato nel caos.

L’OCCUPAZIONE TEDESCA E LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA: Grazie a questo caos, i


tedeschi riescono ad occupare gran parte dell’area settentrionale del paese e fecero scattare il
PIANO ALARICO con l’occupazione di Roma e lo sbarco sulle coste.
Mussolini venne liberato e volle riprendere la guerra a fianco di Hitler creando la REPUBBLICA
SOCIALE ITALIANA detta di SALO’ perché lì aveva sede il nuovo governo.
Oltre alla guerra, in Italia era iniziata anche una vera e propria guerra civile: 1. repubblichini: fedeli a
Mussolini con gruppi di soldati armati schierati con i tedeschi e in difesa del fascismo
2. partigiani: gruppi spontanei volontari che si trovavano in zone collinari e montane, con soldati e
civili contro al nazifascismo.
Le formazioni partigiane erano collegate ai gruppi politici antifascisti e democratici, creatisi nel periodo
dei “45 giorni”. Creata la CLN ( Comitato di Liberazione Nazionale) composto da:
- partito comunista
- partito d’azione
- partito socialista
- democrazia cristiana

COSA SUCCEDE CON BADOGLIO:


Badoglio si schiera apertamente contro la Germania e gli dichiara guerra. L’Italia viene riconosciuta
dagli Alleati come cobelligerante (non alleato con pieni titoli).
Napoli dopo 4 giorni intensi riuscì a cacciare i tedeschi. Le truppe degli alleati si fermano alla linea
Gustav (dal Tirreno all’Adriatico). Gli anglo-americani provarono ad aggirare la linea ad Anzio ma
furono fermati dai tedeschi.
SVOLTA DI SALERNO:
Richiesta l’abdicazione del vecchio sovrano a favore del figlio Umberto. Svolta di Salerno dove il re si
impegnava a nominare al momento della liberazione di Roma, il figlio Umberto “luogotenente del
regno” e a rimandare la scelta fra monarchia e repubblica ad un referendum popolare. A Salerno
riconosciuto governo di unità nazionale.
LINEA GOTICA:
Gli Alleati entrano a Roma il 4 giugno e Badoglio viene sostituito da Bonomi. Gli Alleati favoriscono la
militarizzazione ufficiale dei partigiani CVL sotto il comando di Cadorna.
6 agosto liberata Firenze.
Gli Alleati avanzano fino alla linea Gotica (linea difensiva creata dai tedeschi).

LE STRAGI E VIOLENZE NAZISTE:


repressione nazifascista feroce, come con le fosse, tra cui le Fosse Ardeatine dove detenuti politici e
cittadini furono uccisi. Anche a Marzabotto furono uccisi coloro che aiutavano i partigiani.
Nel Friuli Venezia Giulia c’erano le foibe, cavità naturali dove vennero uccisi politici, cittadini e tutti
coloro che erano contro il regno di Tito in Jugoslavia.

LA VITTORIA DEGLI ALLEATI


CONFERENZA DI TEHERAN:
Bisognava aprire un nuovo fronte, vogliono fare una morsa per aggirare la Germania. Presenza di
Churchill, Stalin e Roosevelt, i tre grandi volevano giungere alla vittoria. Stalin sostiene gli Alleati
perché facendo così sa che gli USA non avrebbero fatto accordi con Hitler contro di lui. La morsa era
a est con Stalin e ad ovest dalla Francia settentrionale.
LO SBARCO IN NORMANDIA
6 GIUGNO 1944 D-day gli Alleati sbarcano in Normandia e si sbarazzano dei tedeschi che si
trovavano dietro la linea fortificata “Vallo Atlantico”. Avvenuto anche lo sbarco in Provenza che fece
crollare la resistenza dei tedeschi. Nel settembre 1944 la Francia era liberata e creato nuovo governo
con a capo De Gaulle.
L’ARMATA ROSSA ED I BALCANI:
Sul fronte ad Est c’era l’armata rossa che con la battaglia di Stalingrado riesce a liberare tutto il
paese. Inizia a liberare gli stati baltici. Intanto in Germania la situazione peggiora, Hitler non usciva
più dai quartieri generali e gli fu organizzato un attentato però fallimentare. Si arresero la Romania,
Ungheria e Bulgaria.
CONFERENZA DI JALTA:
Si trovano Roosevelt, Churchill e Stalin in Crimea nel 11 febbraio 1945, dove fu stabilita l’entrata in
guerra dell’Unione Sovietica contro il Giappone.

L’OFFENSIVA DEGLI ALLEATI (primavera 1945)


Gli Alleati sono contro Hitler che si trova raggirato, ma punta sul poter ribaltare la situazione con le
armi segrete: missili. I sovietici intanto liberano la Polonia ed occupano la Prussia orientale. 25 aprile
c’è l’incontro delle truppe americane e sovietiche sul fiume Elba.
LIBERAZIONE DELL’ITALIA:
il 25 aprile 1945 molte città insorgono liberandosi dell’oppressione nazista. Mussolini fu ucciso fucilato
e il corpo fu esposto a Piazzale Loreto a Milano. L’Armata Rossa entra a Berlino e vince mentre Hitler
si suicida. 7 maggio Germania sottoscrive la resa incondizionata.
LA RESISTENZA GIAPPONESE:
Perde diverse battaglie come : Marshall, Marianne, Palau. Tra l’esercito giapponese vi si trovavano i
kamikaze: giovani aviatori suicidi. Sale il nuovo presidente americano Truman e decide di utilizzare
una nuova arma, la bomba atomica:
1- 6 agosto 1945 su Hiroshima
2- 9 agosto 1945 a Nagasaki
1 settembre il Giappone sottoscrive la resa.

POST-GUERRA E LA GUERRA FREDDA


RICOSTRUZIONE ECONOMICA DELL’UNIONE EUROPEA
Gli esiti hanno come vittoria le democrazie. Il territorio viene diviso in due parti:
1. USA:
- gestisce la ricostruzione dell’Europa Occidentale e mandano aiuti attraverso i fondi che trattengono
dalla Banca Mondiale Bretton Woods (fondo monetario internazionale), con dollaro e vengono
diminuiti i dazi doganali.
- creato il PIANO MARSHALL (1948/1958) ovvero finanziamenti per l’unione Europea per rilanciarla
sul mercato e far si che la parte Occidentale non venga contagiata dal comunismo.
- stabilito il PIANO WELFARE (1929) che è lo stato di benessere. Influisce in Gran Bretagna grazie a
Beveridge. Si impegna a dare i servizi essenziali per eliminare le diseguaglianze.
2. URSS
- Viene promosso il consiglio di mutua ad assistenza economica (COMECON).
- Creato nuovo piano quinquennale (1946/1950)riguardo l’industria pesante. Sfrutta gli stati satellite
per obbligare a seguire il sistema comunista dove i prezzi sono imposti dall’URSS

COME INIZIA:
Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica fanno il primo accordo durante la conferenza di Jalta nel
1945. Viene definita la spartizione dell’Europa in sfere d’influenza:
- all’URSS vengono riconosciute le conquiste di Polonia, Romania e Bulgaria.
- decisa la divisione della Germania
- sanciti i principi generali (libere elezioni, diritto dei popoli a scegliere la forma di
governo-autodeterminazione, commercio internazionale aperto).
LA NASCITA DELL’ONU
Nel giugno 1945 fu fondata a San Francisco con 51 Stati l’Organizzazione delle Nazioni Unite
(sostituiva la Società delle Nazioni). Lo scopo era di assicurare pace e sicurezza internazionale,
rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali e la promozione dello sviluppo economico.
Gli organi principali sono:
- Assemblea generale
- consiglio di sicurezza: 5 membri permanenti e 10 a rotazione I membri permanenti erano:
USA, URSS, Gran Bretagna, Francia,Cina Ciascun membro aveva un potere di veto.

PROCESSO DI NORIMBERGA
1945 fu istituito un tribunale penale internazionale per punire i responsabili di crimini di guerra. I
processi si tennero nella città di Norimberga dove vennero giudicati molti degli esponenti nazisti.

CONFERENZA DI POTSDAM:
Estate 1945 le potenze vincitrici si trovano a Potsdam 17 luglio con Stalin, Truman ed il nuovo
ministro britannico Attlee.
- stabiliti confini tra Polonia e Germania
- Germania divisa in 4 zone: USA, Francia, GB e URSS
- iniziano i primi attriti tra USA e URSS

INIZIA LA DIVISIONE DELL’EUROPA


All’inizio del 1946 il mondo si divide fra capitalista e socialista. Con la teoria di Truman si parla di
“cortina di ferro”, ovvero la divisione che ormai c’era tra le democrazie ed i regimi comunisti.
- Europa orientale (socialista)
- Europa Occidentale (democratica)
LA DOTTRINA TRUMAN E L’INIZIO DELLA GUERRA:
Questa divisione mondiale si trasforma in un conflitto chiamato guerra fredda, in cui tra gli strumenti vi
si trovava anche la bomba atomica. L’inizio viene sancito nel marzo 1947 dal presidente Truman con
la “dottrina Truman” dove diceva apertamente che si era creata una divisione totale del mondo.
Gli Stati Uniti creano una politica di contenimento per paura dell’avanzata sovietica.
Stalin crea il Kominform (ufficio informazione dei partiti comunisti), con lo scopo di tenere sotto
controllo gli stati dell’Europa che ormai erano loro satelliti.
SISTEMA BIPOLARE
1. URSS
-creato il COMINFORM ovvero Organismo internazionale fondato nel 1947 che raccoglie gli stati
satellite (terre liberate dall’Armata Rossa), di stampo comunista a cui aderiscono: Germania orientale,
Polonia, Ungheria, Bulgaria, Cecoslovacchia, Albania e Jugoslavia (con Tito ma più liberale, socialista
ma con proprietà privata).
- 1955 creato il PATTO DI VARSAVIA che rafforzava i rapporti tra URSS e stati satellite
2. USA
- è di stampo democratico e nel 1949 creato il PATTO ATLANTICO tra USA ed Europa occidentale, di
alleanza. L’alleanza è militare-difensiva che attiva per ristabilire la pace, difendendo la democrazia.
Aderiscono alcuni stati ma in maniera liberale, tra cui: Francia, Italia, Belgio, Lussemburgo, Norvegia,
Danimarca, Portogallo, Grecia e Turchia, Repubblica Federale tedesca.
- aggiunta la NATO: Organizzazione militare di pronto intervento in caso l’URSS minacciasse.

IL BLOCCO DI BERLINO
Come stabilito nella Conferenza di Jalta il territorio venne diviso in 4 zone ma anche la ex capitale
divisa in 4 settori per le forze vincitrici. USA, Francia e GB si fondono e creano un ponte aereo perché
l’ URSS blocca tutti gli accessi alla città.
Nascono le due Germanie il 23 maggio 1949:
- RFT: Repubblica Federale Tedesca di carattere democratico con cancelliere Adenauer
- RDT: Repubblica Democratica Tedesca dei sovietici

LA CRISI DI COREA
In Corea esplode una crisi internazionale. Era di possesso giapponese ma poi viene occupata:
-a nord : da URSS
-a sud: da USA regime dittatoriale ma anticomunista
Sono due stati separati divisi dal 38° parallelo. La Corea del Nord tenta di invadere il sud ma inizia un
sanguinoso conflitto con alla fine l’armistizio del 1953 dove il territorio rimane uguale.

CORSA AGLI ARMAMENTI


USA e URSS si armano anche con la bomba atomica, create anche più armi ad idrogeno. Fanno a
gara a chi si arma di più ma queste bombe sono create solo per incutere terrore, non per essere
usate.
MACCARTISMO:
In USA chiunque fosse sospettato di essere comunista veniva discriminato, è un’ intolleranza politica
soprattutto promossa da Mccarthy.
GIAPPONE
Il Giappone diventa sotto gli USA che con tutto quello che stava accadendo in Asia cercano il lui un
alleato. Per questo in poco tempo diventa la terza potenza economica mondiale.

LA COESISTENZA PACIFICA E LO SMANTELLAMENTO DEGLI URSS


Nel 1953 morì Stalin e sale Chruscev che vuole sostenere una coesistenza pacifica fra comunismo e
capitalismo. Il nuovo segretario denunciò gli errori commessi da Stalin, come il culto della personalità.
Doveva essere così attuata la destalinizzazione riguardo sia la politica interna che quella esterna. Il
nome di questo periodo fu “il disgelo”.

RIVOLUZIONE IN POLONIA ED UNGHERIA


La Polonia con l’arrivo di Chruscev vuole più autonomia, e dopo varie proteste le vengono cambiati i
vertici. Anche l’Ungheria insorge con una sollevazione popolare dove voleva uscire dal Patto di
Varsavia. La richiesta non fu però accettata dall’URSS e nel novembre 1956 le truppe sovietiche
invasero l’Ungheria e fecero una catastrofe.

NEGLI USA
Sale come nuovo presidente Kennedy (1960), e ha come obiettivi: - togliere la disoccupazione
- educazione
- assistenza agli anziani
- parità dei diritti civili
Attua anche un nuovo programma “nuova frontiera” ovvero una nuova politica con l’URSS.

CRISI DI BERLINO E CREAZIONE DEL MURO


La coesistenza pacifica appena instaurata viene colpita nel 1961 da una crisi in Germania. I tre settori
della Berlino Ovest si erano uniti ed i tedeschi potevano passare dalla parte Ovest ad Est e viceversa.
Ma la maggior parte della popolazione aveva lasciato Berlino Est in poco tempo. La RDT allora
decide di chiudere il confine. Tra il 12 e il 13 agosto 1961 venne creata una barriera di filo spinato
controllata dalla polizia, sostituita poi con un muro.

LA CRISI DI CUBA
Nel 1962 crisi di Cuba che era degli Stati Uniti. Inizia una rivoluzione popolare da El Che e Fidel
Castro che abbattono la dittatura di Batista (di destra ma sostenuta comunque da USA perchè
avevano motivi economici per petrolio).
Ora si è in una dittatura di sinistra, sostenuta da Chruscev dove vuole porre delle basi di lancio contro
gli USA pronte in caso di attacco. Gli USA si sentono però minacciati anche se pure loro avevano
messo delle basi in Turchia verso la URSS.
Gli americani quindi per far cedere Cuba fanno un embargo economico, infatti d’ora in avanti rimarrà
isolata ed arretrata.
BAIA DEI PORCI: Scontro tra USA e URSS con flotte, rischio di una possibile terza guerra mondiale.
Interviene PAPA GIOVANNI 23° che con un discorso li convince.

I PRIMI ACCORDI TRA USA E URSS


Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna firmano a Mosca un trattato che prevede la messa al
bando degli esperimenti nucleari nell'atmosfera. Nel 1963 creata la LINEA ROSSA cioè una linea
telefonica che collega URSS con USA per lo scambio d’informazioni diretto.

IL PROCESSO D’INTEGRAZIONE EUROPEA


Nasce l’Europa Unita dopo la Seconda guerra mondiale, l'obiettivo economico si trova quello di
abbattere le dogane.
1944 creato il MANIFESTO DI VENTOTENE ispirato a Spinelli, Rossi e Colorni. L’unificazione
sarebbe dovuta diventare il terzo polo mondiale (oltre ad USA e URSS).
1949 nasce il Consiglio d’Europa a Strasburgo per promuovere lo sviluppo economico e sociale
dell’Europa. Seguiranno poi altre istituzioni. 1951 inizia la collaborazione economica per togliere i
dissidi tra Germania e Francia. Viene creata la CECA (Comunità del Carbone e dell’Acciaio), dove
aderiscono Belgio, Italia, Francia, Gran Bretagna, Olanda e Lussemburgo. 1957 da CECA a CEE
(Comunità Economica Europea) per promuovere un mercato europeo, successivamente MEC
(Mercato comune europeo) ed EURATOM per la tutela dell’energia atomica.
1954 creata la CERN a Ginevra, ovvero il Centro di ricerca nucleare. 1973 aumentano i membri
dell’Ue dove si aggiungono Gb, Irlanda e Danimarca 1979 nasce il primo parlamento a Strasburgo a
suffragio universale. Nasce anche la SME (Sistema monetario eu) per stabilizzare le valute. Nasce
una prima moneta virtuale chiamata ECU che poi diventerà euro.

CRISI DEL SISTEMA BIPOLARE


PRIMAVERA DI PRAGA
Il nuovo capo della cecoslovacchia stava procedendo a un processo di democratizzazione, nel 1968
Breznev ricorre all’intervento armato che fece finire le rivolte.

GUERRA IN VIETNAM ED INDOCINA


1968 proteste da parte degli studenti in Indocina per ottenere la pace. L’Indocina era una colonia della
Francia (sostenuta dagli USA), ma vuole l’indipendenza (sostenuta da URSS e Giappone).
1954 fatta la Conferenza di Ginevra dove la Francia perde:
Territorio diviso in tre stati:
- Vietnam
- Cambogia
- Laos
1955 in Vietnam c’è un conflitto che durerà 20 anni (ci saranno Kennedy, Johnson e Nixon di
presidenti USA), dal 1955 al 1975. Il Vietnam era diviso in due parti dal 17° parallelo:
- Vietnam del nord: con capitale Hanoi, sostenuto da Cina e URSS e con Oci min. C’erano i
VIETCONG, militari che vogliono guerra per conquistare il Vietnam del sud.
- Vietnam del Sud: con presenza francese, ma poi sarà più degli Stati Uniti.
Si tenta l’unificazione ma il sud non vuole il comunismo. Scoppiò quindi una guerra tra URSS e USA
indiretta perché non si scontrano mai faccia a faccia. - URSS e Cina
- USA, THailandia, Filippine, Australia
Gli Stati Uniti utilizzano diverse armi forti che uccidono molti civili, questo porta il malcontento
mondiale che li vede come assassini. Vince il nord, ed il sud viene inglobato.

DALLA NUOVA GUERRA FREDDA ALLA DISTENSIONE


In USA sale Reagan, che tenta di risanare la pubblicità negativa che si era creata negli Stati Uniti.
Fatta una nuova corsa agli armamenti perché l’Unione Sovietica aveva rinnovato i missili a medio
raggio. Regan decide allora di installare delle basi americane in Gran Bretagna, Germania
Occidentale e Italia (euromissili). Inoltre rilancia il progetto di scudo spaziale, ovvero verso lo spazio. I
soldi però utilizzati per gli armamenti e questi nuovi progetti portano il malcontento popolare,
soprattutto in Europa Orientale, dato che le condizioni di vita erano pessime.
LA SECONDA GUERRA FREDDA
Tra la fine degli anni Settanta ed inizio Ottanta rinascono i conflitti. Gli USA si muovono soprattutto in
Africa e America Latina , dove l’URSS aveva dei territori, e combattono i movimenti socialisti. Inizia
così la SECONDA GUERRA FREDDA.
L’URSS DI BREZNEV
L’URSS si trova in una crisi data sia da un intervento militare in Afghanistan contro i dissidenti
( territorio di aggressione dell’URSS), ma anche per la situazione economica. Il sistema era troppo
centralizzato e venivano usati molti soldi per la difesa militare. Dopo Breznev sale Gorbacev.
1985 Uomo aperto e liberale, si vuole aprire all’Occidente.
La sua attività si basava su due principi:
- glasnost: trasparenza (rese pubbliche le decisioni del governo, ripristinate le libertà politiche e civili),
- perestrojka: ristrutturazione (riduzione delle spese militari).

POLITICA DI DISTENSIONE
Secondo Gorbaciov era necessario risanare i rapporti con gli USA. Decide di ritirare le truppe
sovietiche dall’Afghanistan. Le due potenze fecero una nuova politica di disarmo distruggendo i
missili.
1991 firmato il trattato di Start 1 ovvero riguardo ad una riduzione del 40% degli armamenti nucleari.
Sciolta anche la struttura militare del Patto di Varsavia.
Cerca anche di riprendere i rapporti con la Cina, dove c’erano stati degli scioperi e proteste da parte
degli studenti cinesi diventati poi massacri nella Piazza Tienanmen.
Nel 1989 incontro in Vaticano tra Gorbaciov e Giovanni Paolo 2°. Si tennero le prime elezioni (prima
esisteva un solo partito).
1986 incidente della centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina dove esplose il reattore.
La crisi economica porta alla mancanza di generi alimentari e molti stati si vogliono staccare
dall’URSS.

LA CADUTA DEI REGIMI COMUNISTI


LA POLONIA DI SOLIDARNOSC
1980 sciopero degli operai dei cantieri navali di Danzica per i prezzi alimentari. Grazie a queste rivolte
si arrivò alla creazione di un libero ed autonomo sindacato chiamato Solidarnosc “solidarietà”, di
ispirazione cattolica con l ‘appoggio di Karol Wojtyla, ovvero PAPA GIOVANNI PAOLO II. Dopo un
colpo di stato si arriva ad un pluralismo partitico (ora ci sono più partiti), e quindi alle elezioni libere.
1989 formazione del primo governo non comunista del dopoguerra nell’Europa orientale.

UNGHERIA
Anche in Ungheria si passa da partito comunista al Partito socialista ungherese.

ABBATTIMENTO DEL MURO DI BERLINO E RIUNIFICAZIONE TEDESCA


Nell'agosto 1989 la Germania orientale fa una rivolta pacifica contro il regime. Volevano riforme
democratiche come libertà di stampa e di opinione. Inoltre avviene la fuga di massa verso la
Germania Federale della Germania Democratica.
9 novembre 1989 la gente scavalca il muro e lo prende a picconate, si incontrano tutti e festeggiano
la fine della separazione.
3 ottobre 1990 RIUNIFICAZIONE DELLE DUE GERMANIE

NEGLI ALTRI PAESI:


In Cecoslovacchia viene istituito un Parlamento diviso tra cechi e slovacchi e nel 1 gennaio 1993
vengono creati:
- la Repubblica ceca con capitale Praga
- La Repubblica slovacca con capitale Bratislava
In Romania finisce la dittatura di Ciascescu con un nuovo partito neocomunista.
Anche in Albania e Bulgaria finiscono i regimi comunisti e rimane una forte arretratezza.
LA FINE DELL’URSS
Sale El’Cin alle elezioni sostenuto da Gorbacev.
Nell’agosto 1991 fece colpo di stato che fallì. Intanto l’URSS si stava sciogliendo perché molte
repubbliche ottenevano la loro indipendenza. Nascita della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI)
con Repubblica Russa. 25 dicembre 1991 si dimette Gorbacev e la bandiera viene cambiata in quella
tricolore.

SCENARIO ITALIANO
25 aprile 1945 è dichiarata la resa ufficiale delle truppe tedesche in Italia, che rimane sotto tutela
dell’amministrazione alleata.
21 giugno 1945 costituì il primo governo dell’ Italia liberata formato da partiti antifascisti (presieduto da
Parri).
Parri vuole completare il PROCESSO DI EPURAZIONE ovvero la rimozione di uomini e donne
compromessi con il vecchio regime.
Viene anche formato un secondo ministero presieduto da DE GASPERI (leader della Democrazia
Cristiana). Lui promuove la Pacificazione nazionale. 1946 elezioni amministrative a suffragio
universale ed affermazione della democrazia cristiana.
REFERENDUM ISTITUZIONALE
2 giugno 1946 il popolo italiano deve votare il referendum NASCITA DELLA REPUBBLICA. Umberto
di Savoia rinuncia al trono e và in esilio in Portogallo ad Oporto.
Viene eletta l’assemblea costituente incaricata della stesura della NUOVA COSTITUZIONE.
28 giugno 1946 proclamata la REPUBBLICA con De Nicola come Presidente nominato
dall’Assemblea Costituente come capo provvisorio di Stato.
La Costituzione entra in vigore il 1 gennaio 1948 !
I rapporti tra Stato e Chiesa vengono saldati con i PATTI LATERANENSI 1929 IL TRATTATO DI
PACE
10 febbraio 1947 firmato a Parigi da De Gasperi il TRATTATO DI PACE dove:
- Italia cedeva alla Francia Briga, Tenda e Moncenisio
- rinunciare a parte della Venezia Giulia in favore della Iugoslavia
- Trieste era un territorio libero suddiviso in zone dagli Alleati
- indipendenza di Albania

LA SITUAZIONE DELLA CINA


In Cina si trova la monarchia a fine Ottocento con l’imperatore Abina. Nel 1912 viene inaugurata la
Repubblica con un partito nazionalista di Guomintang.
Nel 1921 però nasce in contrapposizione un altro partito comunista con Mao Zedong.
Il partito Guomintang era nella Repubblica di destra di Su-Yac-Sen posto sotto comando militare di
Chiang Kai-sheck (era l’unico partito riconosciuto). L’anno dopo Kai-sheck crea un governo
nazionalista e trasferisce la capitale a Nanchino.
LA LUNGA MARCIA DI MAO
Mao Zedong leader del partito comunista riesce a creare L’Armata Rossa, esercito di contadini così
da fondare nel 1931 la Repubblica sovietica cinese nella Cina meridionale. Per sfuggire da Kai-shek
fece una lunga marcia per sconfiggere l’altro partito.
Il Giappone intanto vede la città debole e vuole espandersi occupando la Manciuria.

GUERRA CINO-GIAPPONESE
Nel 1931 Giappone occupò la regione cinese della Manciuria che divenne uno stato indipendente.
Questa Invasione portò però a reazioni internazionali che obbligarono il paese ad uscire dalla società
delle Nazioni. Il Giappone si avvicinerà poi con la Germania e creerà l’asse Roma Berlino Tokyo. La
guerra divenne una vera e propria invasione della Cina e massacro. I nazionalisti ed i comunisti ( la
guerra dei due partiti ) smisero di combattere e si unirono per andare contro al Giappone. La guerra
dura 8 anni.
- Chiang Kai-shek si sposterà poi a Taiwan (stato autonomo), e verrà aiutato da USA. Chiamata Cina
Nazionalista.
- Mao Zedong rimarrà in Cina e sposterà la capitale a Pechino sotto regime comunista (a livello
internazionale il suo partito non è riconosciuto).

COSA SUCCEDE DOPO


La Cina riesce a liberarsi dagli stranieri e a diventare una potenza economica. La guerra civile interna
continuava ancora 1946-1949 .
1 ottobre 1949 Mao crea la Repubblica popolare di Cina che modernizzò e trasformò il Paese con:
- una nuova riforma agraria: confisca delle terre dei grandi proprietari da distribuire al popolo cinese
- lancia un piano quinquennale 1953-1958 per il potenziamento dell’industria

IL BALZO IN AVANTI
Questo progetto consisteva nel rilancio della riproduzione agricola dove le cooperative erano costrette
a fondersi in unità più grandi chiamate comuni popolari, ovvero famiglie che dovevano produrre in
completa autonomia. Questo progetto fallisce.
1963 URSS vuole prendere la Cina e quindi c’è una rottura tra Mosca e Pechino, anche per il fatto
che la Cina vuole costruire l’arma atomica ma l’URSS non glielo permette. Alla fine ci riuscirà lo
stesso e costruirà il primo ordigno nucleare.
RIVOLUZIONE CULTURALE
Con il fallimento del Grande balzo, nascono tensioni interne e i cittadini vogliono più eguaglianza
sociale. Strumento della rivoluzione furono le guardie rosse che diffondevano le massime di Mao. Ci
furono molte violenze e vennero uccisi molti insegnanti, scienziati ecc..
Dopo Mao si cerca di tornare ad una normalizzazione e ad un’apertura verso l ‘Occidente con
l’avvicinamento agli Stati Uniti e nel 1931 l’entrata della Cina all'ONU.
Dopo Mao sale Xiaoping che ha nuovi obiettivi:
- abbandono della collettivizzazione delle terre
- stop industrializzazione pianificata
- proprietà privata e libero mercato
LE QUATTRO MODERNIZZAZIONI
1982 si approva un piano basato su 4 modernizzazioni :
1. dell’industria,
2. dell’agricoltura,
3. dell’esercito
4. della preparazione scientifica.
L’obiettivo era quello di una crescita economica.
MANIFESTAZIONE DI TIENANMEN
Gli studenti reclamano con manifestazioni pacifiche i diritti umani che vedevano in Occidente. Nel
1989 con l ‘arrivo di Gorbaciov in Cina si radunano in Piazza Tienanmen per avere appoggio dal
leader. ma il 3 e 4 giugno 1989 l’esercito marciò con i carri sulla manifestazione, diventata una strage.

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