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Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Nella vita di relazione il Protocollo l'insieme delle consuetudini, degli usi e delle norme che hanno disciplinato dall'antichit, e che disciplinano tutt'oggi, la vita di relazione pubblica (sul piano nazionale ed internazionale) e privata. Questo istituto, di natura sociale ma anche giuridica, nel tempo stato indicato con diverse denominazioni quali protocollo, prassi protocollare, cerimoniale, galateo, ecc. La specifica dottrina contemporanea -sempre ispirata ai principi di filosofia morale, differenti nel tempo e nello spazio, ma di massima in linea con i precetti del decalogo biblico, alla base anch'essi del diritto naturale, dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'Islam - trae spunto in special modo dal cos detto Cerimoniale diplomatico. Secondo il Santantonio si tratta di quel cerimoniale codificato per la prima volta nel Trattato di Westfalia del 1648 e successivamente rielaborato nel Congresso di Vienna del 1815 e, nella forma oggi vigente, nella Convenzione sulle relazioni diplomatiche di Vienna del 1961. Tale cerimoniale fissa le procedure protocollari internazionali, tra cui, ad esempio, i rapporti tra i rappresentanti diplomatici e gli stati ospitanti e le modalit per la presentazione delle credenziali da parte dei capi-missione. Sempre secondo il Santantonio, esistono varie forme riconosciute di cerimoniale e cio quello ecclesiastico, quello diplomatico, marittimo, di Stato, ma anche quello militare e quello sportivo.
cerimoniale di Stato, in cerimoniale diplomatico (Protocollo) ed in cerimoniale ecclesiastico. Il cerimoniale di Stato , che prese forme precise sotto Carlo Magno, durante il cui impero per risentiva della preponderanza ecclesiastica nella Corte palatina. Il cerimoniale di Stato giunse nelle sue forme pi complesse ed articolate col fiorire delle monarchie assolute, ma risent anche del processo di formazione degli Stati nazionali: in particolare, per il Sacro Romano Impero il principio cuius regio eius religio - imposto dalla pace di Westfalia - introdusse un attentissimo bilanciamento delle forme con cui le pubbliche autorit si manifestavano, per evitare il sospetto di propensioni per l'una o l'altra delle parti in causa delle ancora recentissime guerre di religione. Da ci scatur una progressiva depurazione di elementi religiosi, con un alto tasso di laicit sconosciuto ai cerimoniali di Stati nazionali estranei alla tradizione mitteleuropea. Nel XIX secolo il cerimoniale di Stato si limit a forme assai pi semplici, specie negli stati a regime repubblicano ove generalmente limitato alla disciplina dell'ordine delle precedenze nelle pubbliche funzioni ed a quella per lo scambio di visite tra autorit, all'atto di assumere e lasciare la carica. Il Cerimoniale Diplomatico il complesso delle regole che regolano le formalit relative allo svolgimento della funzione diplomatica ed attinenti in generale ai rapporti formali tra organi di vari stati. Esso trova le sue fonti pi recenti e pi note nel trattato di Westfalia del 1648, in quello di Vienna del 1815 e, da ultimo, sulle relazioni diplomatiche del 1961. Pur ispirandosi ad una certa uniformit di criteri generali, ogni Stato determina liberamente le proprie regole di cerimoniale anche nello svolgimento delle relazioni internazionali. Infatti in ogni Ministero degli Esteri esiste generalmente un ufficio cerimoniale o del protocollo che tratta i relativi affari. Il cerimoniale ecclesiastico si occupa invece delle cerimonie liturgiche, e non, della Curia romana, cio quelle della cappella e dei palazzi papali, le funzioni celebrate dai Cardinali ed il c.d. cerimoniale di corte, ovvero la precedenza tra i Cardinali e tra i diplomatici accreditati presso la Santa Sede. Tale singolare ma importante campo era di competenza della Congregazione cerimoniale, una delle Sacre Congregazioni, costituita da Sisto V, unita a quella dei Riti (Congregatio pro sacris ritibus et caerimoniis) con la Costituzione "Immensa" del 1588. Le regole e le direttive che disciplinano il comportamento dei Vescovi e le funzioni pontificali, l'Uffizio sacro ed alcune feste delle chiese metropolitane, cattedrali, collegiate e monastiche sono invece contenute nel libro liturgico detto Cerimoniale dei Vescovi. Qualche codice di cerimonie esistette anche nel IV secolo ma i documenti pi importanti si datano dall'VIII al XV secolo. Di fronte alla molteplicit delle raccolte il Concilio di Trento ordin la pubblicazione di un solo cerimoniale: "Liber cerimoniarum ritualis" reso ufficiale sotto Clemente VIII. Nuove edizioni furono adottate da Papa Innocenzo X nel 1650 e da Papa Benedetto XIII nel 1727. Quest'ultimo pontefice volle regolamentati la musica e il
canto, i segni di onore e di rispetto tra il vescovo e le autorit civili, i doveri dei vescovi, dignit ed uffici del capitolo (canonici), ornamenti e insegne pontificali e degli arredi sacri nonch le funzioni pontificali e di alcune solennit . Infine, va ricordato che la dottrina ha ufficializzato anche il cerimoniale marittimo che disciplina lo scambio di onori tra le navi nonch le visite a bordo e a terra dei comandanti, in patria e all'estero ed il cerimoniale militare che a sua volta regolamenta la resa degli onori, le riviste e le parate. Il cerimoniale sportivo cui si fa riferimento per le cerimonie di apertura e chiusura delle pi importanti manifestazioni sportive.
speciali distinzioni giuridicamente riconosciute come in Gran Bretagna, in Spagna, ecc. Un particolare privilegio annette alla titolarit di alcuni titoli nobiliari (principi, duchi e "marchesi di baldacchino") il trattamento di "don" e di "donna" da premettere al nome del nobile e della consorte. Il medesimo trattamento spetta ai componenti delle famiglie che ne abbiano ottenuta particolare concessione, alle famiglie sarde che godano insieme del cavalierato e della nobilt ed a particolari categorie di famiglie milanesi e lombarde.
bianco, di buona fattura, senza inutili ornamenti, senza ridondare in titoli accademici, nobiliari e cavallereschi. Gli stemmi araldici e similari saranno usati senza troppi orpelli e comunque solo se ne si possiede uno legittimamente e tradizionalmente. Al massimo, presso tipografi specializzati si possono far apporre con linee d'inchiostro leggero o in rilievo le corone nobiliari o le croci cavalleresche in miniatura. Normalmente occorre disporre di pi biglietti da visita: per i rapporti di lavoro; per i rapporti privati, con il nome di entrambi i coniugi; per la consorte, di solito di formato pi piccolo, con i due cognomi, da nubile e coniugata.
limite pi grande delle previsioni della Circolare era che comprendeva nelle sue previsioni solo le pi alte cariche dello Stato, lasciando in situazione di incertezza personalit pubbliche anche di livello. Si pensi che nella Categoria IV, 2 classe tra le ultime funzioni elencate erano il Capo della Polizia, i Comandanti Generali di Carabinieri e Guardia di Finanza, il Governatore della Banca d'Italia...Rettori delle Universit, Ordinario Militare. Oltre tali carenze, man mano che in Italia sono state istituite, nuove istituzioni, nuove cariche e nuove funzioni si avvertita sempre pi l'esigenza di regolamentare il settore dell'Ordine delle precedenze adottando finalmente, con Decreto del P.C.M. del 14 aprile 2006, le "Disposizioni generali in materia di cerimoniale e di precedenza tra le cariche pubbliche". Dopo una sperimentazione di due anni si pervenuti, infine, al Decreto P.C.M. del 16 aprile 2008 contenente "Aggiornamento delle disposizioni generali in materia di cerimoniale e di precedenza tra cariche pubbliche".
Nella 4^, i prefetti in sede, i sindaci in sede, i vescovi, il Capo della Polizia, i Comandanti Generali di Carabinieri e Finanza, i Capi di Stato Maggiore delle FF.AA., ecc. Nella 5 categoria, gli assessori regionali in sede, i capi dipartimenti dei ministeri, i direttori di AISI e AISE, i comandanti militari interregionali, l'Ordinario Militare, ecc. Nella 6^, i capi degli uffici giudiziari, i questori in sede, i comandanti militari regionali, ecc. Nella 7^, gli assessori comunali e provinciali in sede, i comandanti militari provinciali, ecc. Il R.D. n. 2015 del 1925 stabilisce l'ordine delle precedenze tra i ministri ed i rispettivi dicasteri. Ovviamente le variazioni nei dicasteri, che intervengono per ogni Gabinetto, sono disciplinate per analogia. L'ordine delle precedenze tra le varie Forze Armate e di Polizia si riferisce esclusivamente alle singole autorit, in quanto rivestite di specifica funzione. Per quanto attiene invece l'ordine di precedenza dei reparti schierati si fa riferimento al Regolamento sul servizio territoriale e di presidio che statuisce la primazia delle Forze Armate sulle Forze di Polizia.
[modifica] La rappresentanza
La rappresentanza una delega che nel campo protocollare una personalit rilascia ad un suo pari rango o ad un inferiore, perch partecipi, in sua vece, ad una manifestazione ufficiale. Secondo il Santantonio la rappresentanza caratterizzata da tre aspetti: il rango del rappresentante, il posto del rappresentante ed i limiti della rappresentanza. La ricordata Circolare del '50 chiarisce che la rappresentanza non pu essere conferita se non a persone che abbiano rango in categoria pari o immediatamente inferiore. Di massima, pertanto, il Prefetto pu farsi rappresentare dal Vice Prefetto vicario, il Generale di Corpo d'Armata dal Generale di Divisione, il Sindaco dall'Assessore, e cos di seguito. Di massima, coloro che intervengono nelle pubbliche cerimonie, in rappresentanza di cariche superiori a quella che personalmente ricoprono, debbono occupare il posto spettante, nell'ordine delle precedenze, alla carica che rappresentano. Tuttavia, il principio basilare della rappresentanza prevede che il rappresentante prende comunque posto subito dopo le personalit dello stesso rango dell'Autorit rappresentata. Ad esempio, un Generale di Divisione in rappresentanza di un Generale di Corpo d'Armata prender posto dopo tutti i Generali di Corpo d'Armata che intervengono di persona e quindi prima, ovviamente, dei Generali di Brigata. In tema di limiti della rappresentanza, il Santantonio precisa che "non ammessa la rappresentanza nei pranzi e nei ricevimenti". Infatti, nelle riunioni conviviali l'invito rivolto alla persona e non alla carica. La rappresentanza termina con la cerimonia.
In Italia il numero oggi significativo dei Presidenti emeriti della Repubblica ha richiesto una specifica disciplina che prevede l'assegnazione del primo posto al Presidente emerito solo se nella cerimonia non interviene di persona il Capo dello Stato.
[modifica] Note
1. ^ Santantonio, M., Il cerimoniale nelle pubbliche relazioni, Gesualdi ed., Roma, 1998, pag. 19 ss: 2. ^ Soltanto con Filippo il Bello il regno di Francia ebbe il primo Guardasigilli laico: cfr. M. Bloch, La societ feudale. 3. ^ Cos Foschi, E., Il cerimoniale a Montecitorio e dintorni, Gangemi, Roma, 1996; Gentili, A., Etica, cerimoniale e galateo per la Guardia di Finanza, Laurus, Ostia Antica, 1994, pag. 62 ss.; Serra, A., Manuale di storia dei trattati e di diplomazia, ISPI, Milano, 1980, pag. 258. Ampl. vds. anche Gentili, A., Brevi note sull'ordinamento giuridico dello Stato Citt del Vaticano, in Rassegna Arma CC, Roma, n. 4/1990, pag. 53 ss. 4. ^ Il titolo/trattamento di Eccellenza venne disciplinato nella storia contemporanea italiana anche con il R.D. 16 dicembre 1927, n. 2210, in seguito abolito dal D.L.Lgt. 28 giugno 1945, n. 406. Poich per tale Decreto non fu mai convertito in legge, fu seguito dalla Circ. 23.V.1950 n. 39568 che precisava che il titolo era stato abolito. Ci non vale, per, per gli Ambasciatori titolari di Ambasciate, cui il trattamento di Eccellenza riconosciuto da una convenzione internazionale, n per i Vescovi cui riconosciuto dall'ordinamento canonico. 5. ^ Si ricorda che la Chiesa cattolica di occidente ha ancora due soli Patriarchi, quello di Venezia e quello di Lisbona. Essendo per tali Patriarchi dei Cardinali, ci si rivolge loro con l'appellativo di questi ultimi 6. ^ Santantonio, M., op. cit. pag. 306 ss. 7. ^ Infatti, come appellativo si potranno usare il titolo di "Cavaliere" o quello di Commendatore" ma sono inadatti quelli di "Cavaliere ufficiale", "Grand'Ufficiale" o "Cavaliere di Gran Croce" 8. ^ Infatti nel Regno Unito vige un Ordine delle precedenze che, oltre le varie posizioni dei membri della famiglia reale, prescrive un minuzioso elenco delle posizioni dei nobili, quali ad esempio: "...il Gran Ciambellano della Casa Reale, il Grande Scudiere, i Duchi d'Inghilterra,...i figli primogeniti dei duchi di sangue reale, i marchesi nello stesso ordine dei duchi, il Vescovo di Londra,...i figli minori dei conti, ecc." 9. ^ In Spagna, invece, molto pi semplicemente, nell'Ordine delle precedenze della citt di Madrid si trovano nelle prime quattro posizioni il Re o la Regina, il Consorte del / lla Sovrano/a, Principe o Principessa delle Asturie, Infanti di Spagna, quindi seguono il Presidente del Governo, il Presidente della Camera dei Deputati, il Presidente del Senato, ecc. 10. ^ Art. 39 dell'Ordinamento dello stato nobiliare italiano, approvato con R.D. 7 giugno 1943, n. 651 11. ^ Si parla in questo caso di Cerimoniale di Stato 12. ^ Ampl. vds. Santantonio, M., op. cit, e Sgrelli, M., op. cit. 13. ^ Ad esempio si possono trovare indicazioni nei manuali di Cerimoniale, di Galateo ovvero in libriccini quali "Manuale di corrispondenza privata- l'arte di scrivere lettere, annunci, partecipazioni, inviti" (Giovannini, D., a cura di)Vallardi ed., Milano,1998 ovvero Santantonio, M., op. cit., pag.297 ss. 14. ^ Ampl. vds. pure Sgrelli, M., Il Cerimoniale-il cerimoniale moderno e il protocollo di Stato-regole scritte e regole non scritte, Master ed., Roma, 2006 15. ^ Quando in una cerimonia nazionale non presente il Capo dello Stato ma presente un Cardinale, quest'ultimo occupa il posto che sarebbe stato riservato al
Presidente della Repubblica. Ci in virt del fatto che i cardinali sono equiparati ai principi ereditari delle monarchie 16. ^ Cfr. art. 147 della pubbl. SMD-G-106 "Regolamento sul servizio territoriale e di presidio" 17. ^ Cos la circolare del Capo del Governo n.571-16 del 23 maggio 1925 18. ^ Cos Santantonio, M., op. cit., pag. 111 ss.
[modifica] Bibliografia
Massimo Sgrelli, Il Cerimoniale - Il cerimoniale moderno e il protocollo di Stato - regole scritte e non scritte - Manuale per la pubblica amministrazione e le relazioni esterne di impresa, quarta edizione, Master Edizioni, Roma, 2005 Marco Consentino - Stefano Filippone-Thaulero, Il buon cerimoniere - regola da seguire e soluzioni di emergenza per chi si occupa di pubbliche relazioni, Gangemi Editore, Roma, 1999 Enrico Foschi, Il Cerimoniale a Montecitorio e dintorni, Gangemi Editore, Roma, 1996