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I Regni Romano-Barbarici

Il periodo successivo alla deposizione di Romolo Augusto del 476 d.C., per convenzione


considerata la fine dell'Impero romano d'Occidente, vide l'instaurazione di nuovi regni,
detti regni romano-germanici (oppure latino-germanici o romano-barbarici). Essi si
erano andati formando nelle ex province romane già a partire dalle invasioni del IV e V secolo.
Di fatto autonomi, venivano inquadrati come foederati. Inizialmente anche i nuovi regni
successivi alla caduta dell'Impero d'Occidente rimasero spesso formalmente dipendenti
dall'Impero romano d'Oriente. I capi barbari erano al contempo reggenti per il monarca
di Costantinopoli e sovrani dei loro rispettivi popoli.

Caratteristiche

Il regno fu l'unica istituzione politica nuova elaborata dagli invasori anche se ci furono
importanti differenze all'interno dei popoli germanici. Schematizzando si può dire che il regno
barbarico non conobbe la separazione dei poteri, concentrati tutti nelle mani del re che li
aveva acquisiti per diritto di conquista, al punto che la cosa pubblica tendeva a confondersi
con la sua proprietà personale, e la stessa nozione di regno con la persona di chi esercitava il
potere politico e assicurava la protezione militare dei sudditi, dai quali esigeva in cambio
fedeltà . La monarchia dei popoli barbarici non fu territoriale bensì nazionale, ossia
rappresentò chi era nato nella stessa tribù .
Nonostante il ruolo distruttivo che spesso i popoli invasori svolsero sulle terre invase, quasi
tutti i nuovi regni furono a loro volta estremamente vulnerabili e in qualche caso anche molto
piccoli. Alcuni, come quello dei Burgundi nel bacino del Rodano e degli Svevi (Suebi) nella
parte nord-occidentale della penisola iberica, vennero assimilati dai vicini; altri, come quelli
dei Vandali o degli Ostrogoti, crollarono sotto l'offensiva di Bisanzio, che tentò di ricostruire
l'unità dell'impero. Quelli dei Visigoti in Spagna e dei Franchi nelle ex province galliche invece
sopravvissero, sia per la rapida integrazione tra le popolazioni dei residenti e gli invasori, sia
per la collaborazione con la Chiesa e con esponenti del mondo intellettuale latino.

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