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LA BELLE EPOQUE

Urbanizzazione e società di massa


Tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento ci fù un generale miglioramento delle
condizioni di vita. L'uso dell'espressione francese dipende dalla centralità di Parigi in
quell'epoca: riferimento indiscusso nel campo della cultura, moda e divertimento.

Dopo la "lunga depressione" avvennero molte scoperte scientifiche e tecniche:


- sviluppo delle ferrovie → era possibile trasportare ovunque alimenti, in tempi rapidi e a costi
contenuti;
- energia elettrica → comparsa nelle città per l’illuminazione di strade e locali. L'elettricità
entrò quindi nelle case dei benestanti, insieme al riscaldamento centralizzato, all'ascensore e
ai servizi igienici;
- nuovi mezzi di trasporto → automobile, aeroplano, bicicletta;
- telegrafo senza fili, creato da Guglielmo Marconi;
- progressi in medicina → vaccinazioni e sterilizzazioni;
- nuove scoperte in chimica e fisica;
- nascita della psicoanalisi.

Cambiarono gli stili di vita:


- le ore di lavoro giornaliere in fabbrica e negli uffici diminuiscono;
- i salari vennero aumentati;
- nacquero nuove forme di organizzazione del lavoro industriale che puntavano ad aumentare
la produzione (taylorismo e fordismo → catena di montaggio) e che rendevano il lavoro
degli operai più efficiente, ma anche ripetitivo e alienante.

La politica di massa
Alla fine del XIX e inizio del XX secolo, la popolazione ha un ruolo sempre più rilevante in
ambito
Sociale (partiti socialisti):
- lotta per l'aumento dei salari, di conseguenza cresce la domanda di beni di consumo;
compaiono i grandi magazzini e la vendita di prodotti fa nascere le pubblicità sui giornali;
- nascono trust e cartelli, cioè accordi tra aziende e istituti finanziari che cambiano
radicalmente la struttura dei mercati;
- il sistema di istruzione pubblica diventa obbligatorio nei paesi più avanzati.
Politico: Francia e Germania erano gli unici paesi ad aver adottato il suffragio universale
maschile, mentre in altri luoghi si votava in base al reddito.
- Il diritto alla rappresentanza viene introdotto in Italia nel 1912, mentre in Russia nel 1917.
- Nel 1863 nasce il Partito socialdemocratico tedesco (SPD), che diviene un modello anche
per partiti di altri paesi. Era così efficace che gli iscritti ai sindacati aumentarono di circa nove
volte.
- Dall'estensione del suffragio trassero vantaggio tutti i partiti di massa; il loro obiettivo era
organizzarsi a livello nazionale, erano guidati da un'ideologia che doveva realizzarsi tramite
l'azione politica.
- Sempre più donne avevano accesso all'istruzione e al mondo del lavoro perché si era
presa coscienza della disparità dei diritti: le donne borghesi richiedevano di accedere a tutte
le professioni, mentre le operaie volevano la parità salariale.
- La lotta per il suffragio femminile andò a buon fine solo in alcuni paesi democratici → nasce
il movimento delle suffragette.
I socialisti criticano fortemente il colonialismo e il militarismo, poiché legati a interessi della
borghesia.
- In origine, l'obiettivo comune dei socialisti era superare il capitalismo attraverso un'azione
rivoluzionaria, ideologia formulata da Karl Marx. Col tempo si inizia a ritenere possibile una
trasformazione pacifica della società tramite riforme approvate dal parlamento, si distinguono
così i socialisti rivoluzionari e i socialisti riformisti.
Nasce la festa dei lavoratori il 1 maggio, in memoria di una sparatoria su una folla di operai da parte delle
forze dell'ordine.
Si sviluppa un cambiamento nei rapporti tra datori di lavoro e lavoratori. Lo sciopero diviene uno
strumento potente, capace di mettere in crisi governi e si introducono le prime forme di legislazione
sociale:
- si tutela il lavoro minorile e femminile, si fissa un'età minima per l'ingresso in fabbrica o in
miniera;
- la giornata lavorativa viene ridotta a otto ore.
-
Papa Leone XIII nel 1891 pubblicò l'enciclica Rerum Novarum, che condannava lo sfruttamento degli
operai e riconosceva loro il diritto di avere sindacati e giusti salari, pur rispettando l'autorità dei padroni.
Questa svolta della Chiesa fu bloccata nel 1903 dal nuovo papa Pio X, il quale si scagliò soprattutto
contro il modernismo, una corrente del cattolicesimo che postulava la necessità di lottare contro tutte le
ingiustizie sociali e di impegnarsi attivamente in politica.

L’emigrazione dall’Europa
Crisi agraria → Il settore agrario non era in grado di soddisfare la richiesta di beni alimentari a basso
prezzo (crisi di sovrappopolazione 1873).
L'arretratezza dell'Europa stimola l'emigrazione verso il Nuovo Mondo: Stati Uniti, Canada, Australia,
Argentina, Brasile, Uruguay. I migranti però erano spesso oggetto di disprezzo è discriminazione, si
riunivano quindi in quartieri dove erano presenti i loro compatrioti.

Dal colonialismo all'imperialismo → Da semplice controllo commerciale diviene dominio politico e


militare di un territorio e sfruttamento delle sue risorse. Motivazioni:
- Teorie razziali → con la teoria dell'evoluzione di Darwin si sviluppa il darwinismo sociale,
cioè l'idea che alcune razze fossero destinate a prevalere su altre.
- interessi economici → desiderio di impossessarsi delle risorse naturali dei territori occupati.
- competizione fra le nazioni e prestigio internazionale.
- nazionalismo, ruolo di civilizzatore per i popoli arretrati.
VECCHI IMPERI E POTENZE NASCENTI

L’imperialismo e le tensioni fra gli Stati europei


Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento si sviluppò l'imperialismo → alimentava la
convinzione della superiorità dell'Occidente e della sua civiltà sulle altre ma accresceva anche la
competizione tra le varie potenze.

Germania → nel 1888 sale al trono Guglielmo II, sostenitore della modernità e convinto militarista. I
suoi ideali erano opposti a quelli del cancelliere Bismarck, che decide di dimettersi nel 1890. Il partito
socialdemocratico aveva acquisito importanza grazie alla poderosa industrializzazione sostenuta da
Guglielmo II. La Germania è la prima potenza economica europea. Alla crescita industriale si
accompagna quella demografica, il paese diviene terra di immigrazione:
Politica estera → crescente militarismo che mette in crisi gli equilibri con gli altri paesi.
- Telegramma di solidarietà al Transvaal, paese in guerra con la Gran Bretagna.
- Supporto ai turchi nel conflitto con la Grecia (che aveva il sostegno dei britannici).
- Gran Bretagna e Francia si alleano perché temono il potenziamento della flotta militare
tedesca (Entente cordiale).
- Sostegno all'Austria-Ungheria che allontana definitivamente la Russia.

Francia → a seguito della guerra franco-prussiana, momento di profonda instabilità politica


interna. Si alternano cinque primi ministri e tre presidenti della Repubblica in un brevissimo periodo.
Nel 1892 molti deputati sono coinvolti nello scandalo di Panama, un sistema di corruzione. Nel 1894:
- il presidente della Repubblica viene pugnalato a morte da un anarchico italiano;
- comincia l'Affaire Dreyfus → dal cognome di un ufficiale ebreo dell'esercito francese che
venne processato con l'accusa di spionaggio e condannato al carcere a vita. L'opinione
pubblica si divide, i conservatori lo ritenevano colpevole per il semplice fatto che fosse ebreo,
mentre l'altra parte riconosceva che l'uomo stesse subendo un giusto processo. Nel 1899 fu
graziato.
Governi radicali → movimento radicale nato nel 1901, tra i fondamenti ideologici troviamo
l'anticlericalismo e la laicità dello Stato.
- Legge sulla separazione tra Chiesa e Stato (1905).
- Si alternano al potere Clemenceau e Briand; introducono importanti riforme sociali.
- Sindacato francese CGT → prevale una corrente rivoluzionaria in contrasto con le riforme,
avvengono molti scioperi.
- Si forma un governo di destra (militarismo).

Gran Bretagna → dominata da conservatori, guidati da Lord Salisbury e sostenuti dai liberali
unionisti (contrari a ogni forma di autonomia dell'Irlanda). Difficoltà economiche:
- guerra anglo-boera 1899;
- sistema industriale e commerciale in crisi a causa della concorrenza di Germania e Stati
Uniti.
Nel 1901 muore la regina Vittoria e sale al trono il figlio Edoardo VII. Nel 1903 i liberali stringono
un'alleanza con i laburisti (Labor Party) e vengono fatti dei cambiamenti in ambito di politica sociale.
Nel 1906 Winston Churchill entra a far parte del partito liberale; con l'approvazione del Parliament
Act (1911), il nuovo sovrano conferiva pieni poteri in materia di bilancio alla Camera dei Comuni, e
venne risolto il problema dell'instabilità del governo.
Questione ilandese → nel 1916, in pieno conflitto della prima guerra mondiale, avviene la rivolta di
Pasqua, nasce la Repubblica d'Irlanda e pochi anni dopo lo Stato libero irlandese.
Imperialismo inglese:
- Africa → occupava Egitto, Nigeria e Somalia;
- Asia → Afghanistan.
Conflitti che ne conseguono:
- insurrezione in Sudan;
- scontro armato con un corpo di spedizione francese, rischia di mettere in crisi l'equilibrio tra i
due paesi;
- conflitto in Sudafrica con i boeri → La sofferta vittoria porta la Gran Bretagna ad attuare
delle modifiche all'esercito e ad uscire dall’isolamento in cui si era messa nel periodo della
regina Vittoria → Triplice intesa con Russia e Francia.

Impero austro-ungarico → si susseguono vari governi.


- Eduard Taaffe → cerca di riconciliare le nazioni dell’impero, ma fallisce nell'intento di
riportare la pace tra cechi e tedeschi.
- Badeni → vuole introdurre il bilinguismo per risolvere la questione linguistica in Boemia.
I successivi primi ministri governano senza preoccuparsi del consenso parlamentare. Nel 1907 viene
istituito il suffragio universale maschile, ma senza un vero potere decisionale.
Nel 1908 l 'imperatore annette la Bosnia, aumenta il peso delle nazionalità slave e si rafforza il
panslavismo. Questo suscita proteste da parte degli altri Stati europei interessati all'area balcanica.

La Russia → Orientamento politico reazionario, tratti di forte autoritarismo: lo zar esercitava in modo
esclusivo il suo potere appoggiandosi alla chiesa e alla nobiltà. Nel 1885 nasce la Banca agricola
statale per la nobiltà, concedeva capitali agli aristocratici.
- La russificazione → politica messa in atto nei territori dell'impero, per esempio in Finlandia
fu imposta la legislazione russa e i funzionari furono sostituiti con omologhi russi.
- Uniformazione religiosa → la popolazione ebraica era costretta ad abitare nella cosiddetta
Zona di residenza, compresa fra la Lituania e l'Ucraina, all'interno della quale gli ebrei russi
erano obbligati a dimorare sono le città più piccole. Pogrom → spedizioni punitive in cui
avevano luogo omicidi e violenze di ogni genere. A peggiorare le cose è la diffusione dei
protocolli dei Savi di Sion, un presunto complotto giudaico per ottenere il controllo del mondo.
Nel 1891 si realizza la linea ferroviaria transiberiana.
Nel 1905 nasce il Partito costituzionale democratico, che si aggiunge ai partiti dei
socialdemocratici e dei socialisti rivoluzionari; puntavano ad ottenere un governo democratico e
compivano atti terroristici con finalità politiche. Domenica di sangue → la polizia sparò sulla folla di
manifestanti.
A seguito di questo evento lo zar si convinse a fare alcune concessioni:
- nasce per la prima volta un soviet, un organismo di rappresentanza degli operai e dei
contadini.
- emana il "manifesto di ottobre", un documento in cui garantiva le libertà civili e la
costituzione di una Duma, cioè un parlamento a cui sarebbe stata sottoposta ogni proposta di
legge per ottenerne l'approvazione
Dopo ulteriori richieste lo zar decide di arrestare tutti i membri del soviet di San Pietroburgo e nel
1906 entrano in vigore le leggi fondamentali, che riservano grandi poteri allo zar, ma che
prevedevano anche il suffragio universale maschile.
Politica estera → viene meno qualsiasi possibile intesa con la Germania perché si era alleata con
l'Austria-Ungheria. Lo zar stringe un accordo con la Francia che stabiliva l'assistenza reciproca in
caso di attacco da parte di Germania e Italia.
Nel 1904-1905 la Russia attacca il Giappone (guerra russo-giapponese) e subisce un'umiliazione
profondissima, Nel 1907 nasce la triplice intesa fra Russia Francia e Gran Bretagna.
L'impero ottomano → Controllava una buona parte del Mediterraneo, ma stava attraversando una
fase critica:
- doveva contrastare dei movimenti indipendentisti e separatisti, promossi dalle nazionalità
che vivevano all'interno dei confini dell'impero;
- in macedonia era attiva un'organizzazione rivoluzionaria;
- la Grecia dichiara guerra all'impero, ma viene duramente sconfitta;
- i Giovani turchi vedevano come unica soluzione un cambiamento al vertice dell'impero.Nel
1906 Mustafa Kemal diviene fondatore dello Stato turco. Nel 1909 Abdul Hamid II fu destituito
dai Giovani turchi.
L’instabilità dell’impero rimase e l'Italia ne approfittò per attaccarlo nel 1911, sottraendogli Libia e
Dodecaneso.
Guerre balcaniche:
- prima guerra balcanica → l'impero viene sconfitto ed è costretto a cedere tutti i suoi territori
europei;
- seconda guerra balcanica → Serbia, Montenegro e Grecia si oppongono alla Bulgaria, che
deve cedere gran parte dei territori.

Cina → le potenze occidentali avrebbero voluto spartirsi il territorio, ma si accontentarono di semplici


concessioni. Gli occidentali erano considerati barbari e vi era ostilità nei loro confronti, motivata dai
tentativi di evangelizzazione e le pesanti ingerenze sull'economia.
Nel 1898 la società segreta xenofoba dei Boxer fece una rivolta incitando a massacrare tutti gli
stranieri sul territorio cinese. Quando assaltano il quartiere di Pechino le potenze colonialiste
organizzano una spedizione multinazionale e conquistano la città. La spedizione si conclude con un
trattato che prevedeva il pagamento, da parte cinese, di indennità altissime.
Anni dopo, la dinastia Qing era ormai screditata dai sudditi e viene sostituita. Il nuovo governo
instaura una dittatura militare, senza un reale controllo sul paese ma sostenuta dalle potenze
straniere. In diverse province si afferma il potere di generali indipendenti detti "signori della guerra".

Giappone → compie una significativa modernizzazione (epoca Meiji). La Costituzione era plasmata
sul modello prussiano, non intaccava l'autorità suprema e indiscussa dell'imperatore. Si stava
affermando un modello di Stato-nazione pervaso da un'ideologia imperialista.
Il Giappone voleva espandersi in Manciuria, che era già sotto il controllo russo, per questo nel 1904
scoppiò la guerra russo-giapponese. I giapponesi ne escono vincitori, dimostrando che l'uomo
"bianco" poteva essere sconfitto. Al Giappone veniva riconosciuto il protettorato sulla Corea, esteso
alla Manciuria, e il possesso della penisola del Liaodong e del sud dell'isola Sachalin.

Stati Uniti → Tra Ottocento e Novecento, anche gli Stati Uniti conobbero una crescita prorompente
sia sul piano demografico sia su quello economico.
- si affermano le corporations → compagnie che monopolizzavano l’acciaio e il petrolio.
- nascono le norme antitrust → leggi che ostacolavano la monopolizzazione e agevolavano il
libero scambio.
- viene emanato lo Sherman Act (1890) → prima legge antitrust applicata da Roosevelt.
Con il "corollario Roosevelt" prese avvio una politica imperialistica nel continente americano e
nell'area del Pacifico. Si trattò di un imperialismo diverso da quello europeo, basato non tanto
sull'occupazione militare dei territori, quanto sulla creazione di zone di influenza → territori strategici
come Cuba, Panama, Portorico, le Filippine e altre isole del Pacifico furono posti sotto la protezione
degli Stati Uniti.
L’ITALIA GIOLITTIANA

Giolitti e il conflitto sociale


L'ultimo decennio del XIX secolo è un periodo di profonda crisi.
- Crispi aveva condotto un'aggressiva politica coloniale, ma con la battaglia di Adua 1896
venne sospesa.
- Si moltiplicano gli scioperi e le agitazioni nelle campagne.
- Attentato contro Umberto I del 1900, sale al trono Vittorio Emanuele III.
- Il nuovo governo ha come leader della sinistra liberale Zanardelli → nominò ministro degli
interni Giovanni Giolitti.
Partito socialista italiano → nato nel 1892 con Filippo turati, al suo interno si creano due correnti
- riformisti → volevano trovarsi in accordo con le altre forze politiche, programma minimo;
- rivoluzionari, credevano che la loro visione socialista si sarebbe potuta realizzare soltanto
attraverso un programma massimo, ovvero una rivoluzione armata.
Al congresso socialista del 1900 il programma minimo viene approvato a larghissima maggioranza.
A seguito del Rerum novarum, nascono le prime organizzazioni di orientamento cattolico → il
sacerdote Romolo Murri critica apertamente il sistema liberale e lo accusa di non tutelare le classi
popolari, costruisce perciò un movimento democratico cristiano.
Nel 1909 Murri viene scomunicato perché le sue idee erano considerate troppo rivoluzionarie.

Sistema giolittiano → il suo era un grande opportunismo politico, ricorreva l'appoggio di gruppi
parlamentari diversi, in questo modo riuscì a mantenere un ruolo di grande potere in politica per circa
un decennio.
Riforme:
- obbligo scolastico fino al 12° anno di età;
- leggi per il Mezzogiorno;
- nazionalizzazione delle ferrovie;
- nel 1912, oltre al suffragio universale maschile, fu approvato il monopolio statale delle
assicurazioni sulla vita.
Il patto Gentiloni → In base a questo accordo, i cattolici accettano di votare i liberali per non far
vincere i socialisti, in cambio Giolitti promette che il parlamento non avrebbe approvato nessuna legge
contro gli interessi della chiesa.

Il decollo dell'industria → processo di ammodernamento che trasformò l'Italia in una nazione


parzialmente industrializzata. Il prodotto interno lordo aumenta e si innalza il reddito pro capite.
Per arrivare a ciò fu necessario:
- l'intervento dello Stato, principale committente delle industrie siderurgiche e meccaniche;
- il protezionismo doganale (dazi);
- il riordino del sistema bancario (Banca d'Italia), ruolo di controllo e di coordinamento
dell'intero sistema.
Industria siderurgica → era l'industria più impegnativa perché prevedeva l'acquisto di macchinari
costosi, per questo la richiesta di prodotti siderurgici (acciaio e ghisa) doveva essere sufficiente a
rendere sostenibili queste spese. Allo Stato si chiesero sostegni finanziari (politica di facilitazione).
Verso la fine dell'ottocento, l'industria riuscì a soddisfare il settore meccanico e militare. Nasce l'Ilva,
un intreccio tra industria e finanza.
Industria meccanica → non poteva usufruire della protezione garantita dalla tariffa doganale e aveva
subito la concorrenza delle industrie straniere. A partire dalla fine del secolo ci furono dei
cambiamenti, soprattutto nel settore automobilistico con la nascita della Fiat.
Industria idroelettrica → permette all'Italia di ridurre le importazioni di carbone, materiale di cui
era sprovvista. L'elettricità serviva per fabbriche, case e strade, per questo nel 1913 il numero di
società elettriche aumentò, soprattutto nel Nord (Edison, 1883).
La crescita della produzione industriale italiana, sostenuta dallo Stato, e lo scoppio della prima guerra
mondiale fu così robusta che parliamo di primo miracolo economico italiano.

Squilibrio tra Nord e Sud → l’industrializzazione escludeva il Mezzogiorno. Giolitti non riuscì a
colmare il divario di sviluppo e ricchezza, il quale si aggravò ulteriormente con la crescita economica.
Gli interventi pubblici a sostegno dell'industria avvantaggiarono un'area ristretta, che era già la più
avanzata. La modernità dell'Italia si concentrava nel cosiddetto triangolo industriale → Genova,
Torino e Milano.
Cause dell’arretratezza meridionale → Gaetano Salvemini, avversario di Giolitti, le individuò nella
permanenza del latifondo, cioè delle grandi proprietà terriere in mano a ricchissimi notabili locali
(mancata riforma agraria).
Per consentire lo sviluppo del Mezzogiorno occorreva:
- porre fine al latifondo;
- consentire la formazione di una piccola e media proprietà terriera;
- realizzare riforme orientate al decentramento amministrativo, così da portare una maggiore
democrazia nella società rurale.
Giolitti non approvò questa politica perché per ottenere consensi e voti si appoggiava proprio ai
latifondisti meridionali. Il sud fù colpito anche da sciagure naturali:
- nel 1906 l’eruzione del Vesuvio causò 200 morti;
- nel 1908 un terremoto a Reggio Calabria e Messina provocò ben 80.000 morti.

Il colonialismo italiano in Africa


Politica estera → Giolitti mantenne l'alleanza con:
- Germania
- Austria-Ungheria (Triplice alleanza)
Ma, incalzato dal rafforzamento nel paese dei nazionalisti, decise di riprendere una politica
imperialista verso l'Africa.
Nel 1911 l'esercito italiano attaccò la Libia, ottenendo la vittoria.
- 1912 → pace di Losanna; permise all'Italia di entrare in possesso delle isole del
Dodecaneso.
La conquista della Libia segnò l'inizio della parabola discendente del giolittismo, che aveva la sua
base nella pratica della mediazione parlamentare → questa infatti non trovava più l'appoggio né dei
nazionalisti né dei socialisti. Nel marzo del 1914 Giolitti rassegnò le dimissioni e fu sostituito dal
liberal-conservatore Antonio Salandra; quest'ultimo dovette affrontare un'ondata di scioperi e di
violente proteste nell'Italia centro-settentrionale (la cosiddetta "settimana rossa") che furono oggetto
di una spietata repressione.
LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Le cause del conflitto


All'inizio del Novecento diversi fattori rendevano tesi i rapporti tra gli Stati europei:
- l'ostilità dei francesi nei confronti dei tedeschi, originata dall'annessione alla Germania
dell'Alsazia e della Lorena in seguito alla guerra franco-prussiana;
- l'ambizione tedesca di realizzare una politica di respiro mondiale, capace di contendere
alla Gran Bretagna l'egemonia sui mari;
- le mire della Russia e dell'Austria-Ungheria sulla penisola balcanica, altra area "calda"
dell'Europa, che presentava tra l'altro fortissime tensioni interne, e sulla quale si
concentravano anche gli interessi dell'Impero ottomano.
- il possesso delle colonie asiatiche e africane.
Il 28 giugno 1914 l'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando fu ucciso a Sarajevo insieme alla
moglie, in un attentato compiuto da un nazionalista Serbo. L'Austria-Ungheria dichiarò quindi
guerra alla Serbia, ritenuta responsabile.
Scattò il meccanismo delle alleanze e si definirono due schieramenti opposti:
- le potenze degli Imperi centrali, Germania e Austria-Ungheria, cui si affiancarono l'Impero
ottomano e la Bulgaria (1915);
- le potenze dell'Intesa, Francia, Gran Bretagna e Russia, cui si aggiunsero il Giappone,
l'Italia (1915), il Portogallo e la Romania (1916) e, infine, gli Stati Uniti (1917).
Inizialmente l'Italia si mantenne neutrale → la Triplice alleanza avrebbe dovuto unirla ai destini di
Austria-Ungheria e Germania. Questa posizione scatenò un acceso dibattito politico all'interno del
paese, che si divise tra:
- interventisti (nazionalisti, liberal-conservatori e i maggiori organi di stampa).
- neutralisti (liberali giolittiani, cattolici e socialisti).
Nell'aprile del 1915 firmò con le potenze d’Intesa un accordo segreto, il patto di Londra, che
prevedeva l'ingresso dell'Italia in guerra a fianco di Francia e Gran Bretagna; in caso di vittoria l'Italia
avrebbe ottenuto le cosiddette "terre irredente": il Trentino-Alto Adige, Trieste, parte della
Dalmazia e l'Istria (esclusa la città di Fiume).
Con l'adesione del re Vittorio Emanuele III e della maggioranza del Parlamento, il 24 maggio
1915 l'Italia entrò quindi in guerra.

Le fasi e le specificità della guerra


- Lo scoppio del conflitto suscitò in tutti i paesi grande entusiasmo nazionalistico.
- dopo appena un anno dal suo inizio entrò in una fase di stallo, rivelandosi lunga e logorante.
In Europa si aprirono due fronti, uno occidentale e uno orientale:
- Sul fronte occidentale, nel 1914 le forze tedesche giunsero a pochi chilometri da Parigi,
dopo aver attaccato e attraversato il neutrale Belgio. I tedeschi furono fermati dalle truppe
francesi e inglesi a seguito delle battaglie della Marna e delle Fiandre. Nel 1916 i tedeschi
si scontrarono con quest’ultimi nella battaglia di Verdun e sul fiume Somme.
- Sul fronte orientale, i tedeschi ebbero inizialmente la meglio sui russi nelle battaglie di
Tannenberg e dei laghi Masuri, mentre le forze dell'Impero britannico vennero fermate nella
penisola di Gallipoli dalle truppe ottomane.
- Con l'entrata in guerra dell'Italia si aprì anche un fronte italo-austriaco che causò migliaia di
morti.
- Sui mari si intensificò la guerra sottomarina; la più importante battaglia navale avvenne al
largo della penisola dello Jutland, nel mare del Nord, dove le flotte britannica e tedesca si
contrapposero senza una vittoria.
Nel 1917 ovunque in Europa si susseguirono manifestazioni contro la guerra e le sue distruzioni.
Quell'anno si verificarono due avvenimenti decisivi per gli esiti del conflitto:
- in Russia → la rivoluzione bolscevica portò all'uscita del paese dalla guerra e alla firma
della pace di Brest-Litovsk e l'entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco delle potenze
dell'Intesa.
- l'Italia → aveva subito una durissima sconfitta a Caporetto, un attacco decisivo, ma
l'esercito italiano riuscì a capovolgere la situazione a proprio favore con il contrattacco di
Vittorio Veneto.
- la Germania → tentò un'ultima offensiva rimediando solo sconfitte. Nel mese di novembre
tedeschi e austro-ungarici si arresero, firmando l'armistizio. La guerra terminò con la vittoria
degli Alleati.
La Prima guerra mondiale vide la partecipazione di 60 milioni di soldati, ma coinvolse anche
numerosissimi civili:
- operai e operaie → producevano a ritmo incessante le armi per rifornire il fronte
- medici e infermiere che curavano i feriti nelle retrovie.
Tutti gli Stati furono coinvolti in un enorme sforzo economico e produttivo. La guerra fece anche da
incubatrice all'industrializzazione e allo sviluppo tecnologico:
- furono prodotte nuove armi dagli effetti distruttivi, fra cui le armi chimiche, e furono potenziati
e convertiti per usi bellici mezzi di trasporto e altri strumenti che erano stati inventati prima
della guerra.

Le conseguenze della guerra


Quattro imperi erano scomparsi:
- L'Impero russo → annientato dalla rivoluzione bolscevica e dalla conseguente guerra civile,
perse l'Ucraina, la Polonia, i Paesi baltici e la Finlandia.
- L'Impero austroungarico → con la sua disgregazione portò alla nascita di una serie di Stati
indipendenti come Austria, Ungheria, Cecoslovacchia e Regno dei serbi, croati e sloveni.
- L'Impero tedesco → divenne una repubblica e, oltre a perdere molti territori in Europa
abbandonò le proprie colonie; quelle africane furono spartite tra Francia e Gran Bretagna,
quelle asiatiche andarono al Giappone.
- L'Impero ottomano → si dissolse e nacque la Repubblica di Turchia, con sovranità solo
sulla penisola anatolica.
Per concordare tutti questi cambiamenti furono necessari la conferenza di Parigi e una serie di
trattati → quello di Versailles con la Germania, quello di Saint-Germain con l'Austria, quello di
Neuilly con la Bulgaria, quello del Trianon con l'Ungheria, quello di Sèvres con la Turchia.
- nacque la Società delle Nazioni → aveva l'obiettivo di evitare nuovi conflitti, ma incise
scarsamente sui rapporti tra gli Stati.
I costi sociali del conflitto furono altissimi:
- milioni di morti e alto numero di feriti e mutilati → non trovavano occupazione.
- recessione economica → era difficile riconvertire le industrie da militari a civili.
- aumento dell'inflazione → che colpì contadini e ceti medi.
- tra il 1918 e il 1920, scoppiò un'epidemia di influenza detta "spagnola", che causò la morte
di milioni di persone già fortemente indebolite dalle privazioni causate dalla guerra.
- vennero creati dei campi di prigionia → le condizioni di vita dei prigionieri di guerra erano
terribili. Proprio durante gli anni della guerra fu portato a termine dai turchi il genocidio degli
armeni.
Tra i tanti cambiamenti determinati dalla guerra, uno di questi fu di segno positivo → il processo di
emancipazione femminile vide una forte accelerazione; le donne durante la guerra avevano
sostituito nelle fabbriche gli uomini che si trovavano al fronte ed erano state determinanti
nell'assistenza ai feriti. L'aver raggiunto l'indipendenza economica e acquisito consapevolezza dei
propri mezzi portò molte di loro a lottare per avere una maggiore considerazione in famiglia e nella
società, ottenendo in alcuni Stati anche il diritto di voto.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
La Rivoluzione Russa
Agli inizi del 1917 la situazione era drammatica → l'andamento della guerra era negativo e nelle
città la popolazione era ridotta alla fame; scoppiarono dei moti di protesta che si trasformarono in
una vera rivoluzione contro lo zar e l'impero.
- Nicola II abdicò a favore del fratello, che lasciò il potere mettendo di fatto fine alla dinastia
dei Romanov → l'Impero zarista crollò.
Si venne a creare un "doppio potere":
- venne nominato un governo provvisorio
- si afferma un nuovo organo di potere, quello dei soviet → consigli di operai e soldati.
Il leader bolscevico Lenin rientrò in patria e presentò le "tesi di aprile", che prevedevano:
- pace a ogni costo
- terra ai contadini
- pieni poteri ai soviet
- presa del potere con una nuova rivoluzione.
Nei primi giorni di luglio bolscevichi e anarchici tentarono un'insurrezione a Pietrogrado che però
fallì → Il potere passò al nuovo Primo ministro Kerenskij, il quale tentò una grande offensiva che
però aggravò ulteriormente la situazione interna. Il comandante dell'esercito Kornilov tentò
inutilmente un colpo di Stato. Il governo e l'esercito erano allo sbando mentre le rivolte agrarie
agitavano tutto il paese → Lenin e i bolscevichi conquistarono la maggioranza nel Soviet di
Pietrogrado e tra il 24 e il 25 ottobre assunsero il controllo della capitale per poi dare l'assalto alla
sede del governo.

Il regime comunista
I bolscevichi emanano due decreti:
- decreto sulla pace → pone fine alla guerra
- decreto sulla terra → aboliva la proprietà privata delle terre
Le industrie e le banche furono nazionalizzate e fu promulgata una Costituzione; vennero inoltre
istituiti il Consiglio dei commissari del popolo, una polizia politica (la Ceka) e i tribunali
rivoluzionari; i beni ecclesiastici e quelli dello zar furono confiscati.
Lenin voleva imporre la dittatura del proletariato per permettere alle masse dei lavoratori di
affrancarsi dallo Stato borghese → alle elezioni per l'Assemblea costituente i bolscevichi furono battuti
dai socialrivoluzionari; vista la sconfitta elettorale si insediarono al potere. Per promuovere il proprio
operato crearono il Dipartimento per l'agitazione e la propaganda (Agit-Prop) il cui scopo era
comunicare a tutti le conquiste rivoluzionarie.
L'uscita dalla guerra non garanti però alla Russia né pace né stabilità:
- dopo la firma del trattato di Brest-Litovsk, infatti, nel paese scoppiò una feroce guerra civile
che vide affrontarsi le forze controrivoluzionarie (Armata bianca) e i bolscevichi (Armata
rossa) i quali riuscirono a imporsi.
Per tentare di risolvere la grave crisi che attanagliava la Russia, il governo bolscevico attuò una serie
di provvedimenti economici (comunismo di guerra) che avrebbero dovuto garantire una produzione
di beni adeguata al fabbisogno del paese → creò un impoverimento generalizzato della
popolazione e una forte contrapposizione tra le città e le campagne, causando molte rivolte.
- Nel 1921 Lenin varò la NEP → una nuova politica economica per rispondere alle numerose
ribellioni e alla carestia che aveva colpito il paese; dette la possibilità ai contadini di vendere
le eccedenze dei raccolti, concesse la libertà di commercio e liberalizzò le piccole imprese; la
NEP dette subito i suoi frutti e l'economia sovietica iniziò a crescere.
Nel 1922 nacque l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss) la quale nel 1924,
stesso anno in cui morì Lenin, venne dotata di una nuova Costituzione.
L’ITALIA DAL DOPOGUERRA AL FASCISMO

Le tensioni del dopoguerra


L'Italia, dopo aver vinto si trovò in uno stato di forte crisi → l'economia doveva essere riconvertita a
uso civile e l'inflazione era altissima. Le difficoltà economiche aumentarono le tensioni sociali:
- la riforma agraria promessa ai contadini non era stata realizzata
- gli operai chiedevano condizioni di lavoro migliori
- la classe media era indebolita dalla crisi
- difficile reinserimento nella vita civile dei reduci e dei mutilati di guerra.
Biennio Rosso (1919-1920) → il paese fu investito da un'ondata di agitazioni e scioperi:
- al nord molte fabbriche furono presidiate con le armi dagli operai
- al Sud i braccianti occuparono le proprietà lasciate incolte.
Tutte queste iniziative scatenarono il panico tra gli industriali e i latifondisti, che temevano sarebbe
scoppiata una rivoluzione come era successo in Russia. Con la mediazione dei sindacati e del nuovo
governo di Giolitti, gli operai videro soddisfatte alcune richieste economiche e la situazione tornò
alla normalità.
- Nel 1921 si ebbe una scissione dal Partito socialista → nasce il Partito comunista
d'Italia;
- Nel 1922 si ebbe un’ulteriore scissione e nacque il Partito socialista unitario.
Le tensioni erano determinate anche dai risultati deludenti per l'Italia dei trattati di pace, tanto che
Gabriele D'Annunzio definì quella italiana una "vittoria mutilata" → Infatti all'Italia non erano state
concesse l'Istria e la Dalmazia, promesse nel patto di Londra, né la città di Fiume; nel 1919,
D'Annunzio, alla testa di un gruppo di militari, occupò Fiume.

L’avvento del fascismo


Benito Mussolini fonda i "fasci di combattimento" → un movimento dai tratti rivoluzionari, che
voleva opporsi sia al socialismo sia al capitalismo ed era pervaso da un violento nazionalismo.
- L'insuccesso dei fasci alle elezioni del 1919 convinse Mussolini ad abbandonare le idee più
radicali → il movimento divenne così una forza di destra a difesa dei ceti medi.
Per conquistare la fiducia di imprenditori e grandi proprietari terrieri furono usate le squadre d'azione
o camicie nere → formazioni armate che attaccavano socialisti e cattolici, distruggendo le sedi di
partito, aggredendo e uccidendo gli esponenti dei sindacati e delle leghe bianche e rosse.
- Dopo le elezioni del 1921, i fascisti entrarono in Parlamento e Mussolini, divenuto leader
indiscusso, trasformò il movimento in Partito nazionale fascista; nel 1922 programmò la
"marcia su Roma".
- Il re Vittorio Emanuele III dette l'incarico di formare un nuovo governo a Mussolini.
L’ITALIA FASCISTA

L’instaurazione della dittatura


Mussolini fu nominato presidente del consiglio nel 1922 → si trovò a capo di un governo
eterogeneo e capì che per poter governare era necessario scendere a compromessi con la vecchia
classe dirigente liberale; il suo intento fu quello di togliere ogni potere al Parlamento:
- Fece approvare la Legge dei pieni poteri → attribuiva al governo prerogative parlamentari.
- Vennero create due nuove istituzioni → il Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia
Volontaria per la Sicurezza Nazionale
Alle elezioni del 1924, grazie alla nuova legge elettorale, il Partito fascista ottenne il 65% dei voti.
- Dato l'esito delle elezioni Giacomo Matteotti denunciò alla Camera i brogli elettorali; Pochi
giorni dopo, egli fu rapito e ucciso da sicari fascisti. Mussolini, in un discorso alla Camera, si
assunse la piena responsabilità dell'assassinio.

La creazione del consenso e la repressione del dissenso


Ebbe inizio la dittatura, sancita dalle leggi fascistissime (emanate tra il 1925 e il 1926).
Mussolini:
- accentrò su di sé i poteri legislativo ed esecutivo
- sostituì i sindaci eletti con i podestà nominati dal governo
- abolì il diritto di sciopero, le libertà di stampa, di parola e di associazione
Le elezioni del 1929 videro i candidati fascisti guadagnare il 98% dei consensi; inoltre il regime aveva
compiuto un riavvicinamento alla Chiesa cattolica:
- l'11 febbraio 1929 si giunse alla firma dei Patti Lateranensi → questi comprendevano un
trattato con cui l'Italia riconosceva lo Stato della Città del Vaticano come indipendente e la
Chiesa riconosceva Roma come capitale dell'Italia.
Mussolini creò un vero e proprio culto della personalità (assunse anche l'appellativo di duce), fece
largo uso della propaganda attraverso radio e cinema e fece istituire il ministero per la Cultura
Popolare → cercò quindi di trasformare la società italiana in linea con l'ideologia fascista:
- la scuola fu riformata in senso classista, tutti i giovani vennero inquadrati nell'Opera
Nazionale Balilla, la donna fu relegata al ruolo di moglie e madre.
- sul piano economico puntò sull'intervento dello Stato e su una politica protezionista e
autarchica.
Per reprimere le voci di dissenso che si levavano contro il regime, Mussolini poté disporre di numerosi
strumenti:
- la pena di morte fu ripristinata
- vennero creati una polizia politica, l'OVRA, e il Tribunale speciale per la difesa dello Stato;
molte furono le vittime del fascismo (come Gramsci, don Minzoni, Gobetti, Amendola, i fratelli
Rosselli) e molti oppositori furono incarcerati o mandati al confine.

Il militarismo e il razzismo fascista


- politica di espansione coloniale in Libia, dove la resistenza locale fu fiaccata con l'uso della
violenza, e in Etiopia → il fascismo non esitò a utilizzare gas asfissianti sulla popolazione.
La Società delle Nazioni decretò delle sanzioni economiche contro l'Italia, che si rivelarono inefficaci
e rafforzarono il consenso interno al regime, avvicinandolo alla Germania nazista → l'Italia fascista
ambiva a divenire la principale potenza mediterranea e si preparava a contendere questo ruolo alla
Francia e alla Gran Bretagna.
- 1938-1939 → furono approvate le Leggi per la difesa della razza, che escludevano gli ebrei
dalla vita sociale; le leggi razziali non suscitarono particolari proteste né da parte dell'opinione
pubblica né da parte della Chiesa.
LA GERMANIA DALLA REPUBBLICA DI WEIMAR AL
TERZO REICH

La crisi della Repubblica di Weimar


La Germania era diventata una repubblica, detta di Weimar dal nome della cittadina in cui fu redatta
la sua Costituzione.
- Il governo repubblicano sin dall'inizio si dimostrò molto fragile → già nel gennaio
1919 i comunisti della Lega di Spartaco organizzarono un'insurrezione che venne
fermata dall'esercito e dalle milizie volontarie.
Nell'agosto 1919 fu approvata una nuova Costituzione estremamente progressista:
- estendeva il diritto di voto alle donne
- prevedeva un Parlamento forte
- affidava grandi poteri al presidente della Repubblica.
Il governo fu attaccato dai tedeschi per aver accettato l'umiliante trattato di Versailles, che
costringeva la Germania a numerose cessioni territoriali e a pagare un'ingente indennità di guerra;
queste condizioni di pace impedirono al governo di risolvere la crisi economica postbellica.
- L'economia tedesca iniziò a riprendersi dal 1923 grazie agli investimenti statunitensi; ma
ripiombò nel baratro quando questi finirono con la crisi del 1929.

Lo Stato nazista
Tra i movimenti politici ostili alla Repubblica di Weimar vi era il Partito nazista → partito di estrema
destra fondato nel 1920 da Adolf Hitler →i suoi aderenti, organizzati in squadre paramilitari, si
distinsero per l'uso della violenza contro i loro oppositori.
- 1923 → i nazisti tentarono un colpo di Stato a Monaco che fù sventato dalla polizia, ma il
governo repubblicano non punì in modo esemplare i responsabili → in carcere Hitler scrisse
Mein Kampf, il libro nel quale espose il programma politico nazista:
- la denuncia del trattato di Versailles
- il riarmo della Germania
- il recupero dei territori europei perduti
- l'espansione della Germania verso est
- l'annientamento degli ebrei.
Nel gennaio 1933 von Hindenburg nominò Hitler cancelliere.
- approfittando del rogo del Reichstag di cui furono accusati i comunisti, Hitler decretò lo stato
d'emergenza
- dopo aver vinto le nuove elezioni del marzo 1933, fece approvare dal Parlamento una legge
che assegnava il potere legislativo al governo → il Parlamento non aveva più motivo di
esistere
- ebbe inizio la dittatura → Hitler divenne il capo assoluto del nuovo regime, il Terzo Reich
(terzo "impero"), e iniziò a farsi chiamare Führer, "guida" del popolo tedesco
Le SS crearono in Germania un clima di terrore ben evidenziato dal sistema dei campi di
concentramento.
- Per aumentare il consenso interno i nazisti diedero vita a un intenso programma di lavori
pubblici e cercarono di dominare ogni aspetto della vita dei tedeschi, a partire
dall'educazione dei giovani e dalla cultura, che fu "nazificata" grazie all'opera del ministro
per la Propaganda Goebbels.
Sul piano della politica estera:
- ritirò il paese dalla Società delle Nazioni
- avvio un programma di riarmo.
Francia e Gran Bretagna non fecero nulla per arginare l’espansionismo tedesco.
Il razzismo e l’antisemitismo
Alla base delle teorie naziste vi era una visione razzista della società mondiale.
- La razza superiore era quella germanica
- un gradino sotto vi era quella latina
- poi la razza "subumana" degli slavi
- infine gli ebrei → considerati esseri nocivi da eliminare.
Nel 1935 furono emanate le leggi di Norimberga che escludevano gli ebrei dalla società tedesca; gli
ebrei che non riuscirono a espatriare si videro confiscare tutti i beni e furono inviati nei campi di
concentramento.
L’UNIONE SOVIETICA E LO STALINISMO

Il totalitarismo sovietico
- Lenin morì nel 1924 → si scatenò la lotta per la successione alla guida del Partito
bolscevico, in cui emersero Trotskij, Bucharin e Stalin.
Molte erano le divergenze fra i leader bolscevichi:
- Bucharin predicava l'indispensabilità della NEP
- Trotskij e Stalin puntavano ad abbandonarla; Stalin sosteneva l'idea del socialismo in un
solo paese, Trotskij promuoveva invece la teoria della rivoluzione permanente da estendere
in tutto il mondo.
Stalin prevalse → mise fine alla NEP attuando i piani quinquennali e lanciando il programma di
collettivizzazione forzata delle campagne.
Le terre furono affidate ad aziende agricole collettive:
- i kolchoz → i contadini potevano mantenere la proprietà di piccoli appezzamenti di terreno
- i sovchoz → i contadini erano salariati statali.
La collettivizzazione fu un insuccesso e causò un forte calo della produzione anche per l'opposizione
dei cosiddetti kulaki, cioè i contadini più agiati, che Stalin decise di eliminare "in quanto classe".
Stalin costruì una dittatura ferrea e spietata, basata sul terrore.
- egli divenne capo assoluto dell'Unione Sovietica eliminando ogni possibile avversario
politico attraverso delle esecuzioni, le cosiddette “purghe staliniane” tanto che il periodo tra il
1936 e il 1938 è noto come il "Grande terrore" e vide l'eliminazione di circa un milione di
persone. Coloro che evitavano la fucilazione venivano deportati nei campi di prigionia, detti
gulag, dove vivevano rinchiusi in condizioni di vita disumane e costretti ai lavori forzati.
- aveva trasformato l'Unione Sovietica in un regime totalitario, non solo attraverso il terrore e
la violenza, ma anche grazie a una capillare propaganda che investiva la sua stessa figura;
egli divenne infatti oggetto di un culto della personalità, fu indicato come la "Guida" dello
Stato, ideologo del comunismo al pari di Marx, Engels e Lenin, e idolatrato dalla popolazione.

L’ascesa dell’Unione Sovietica


Politica dei piani quinquennali → prevedeva l'abolizione di ogni forma di iniziativa economica privata
e stabiliva gli obiettivi economici da raggiungere ogni 5 anni.
Stalin puntò sul potenziamento dell'industria pesante.
- Il primo piano quinquennale (1928-1932) fu realizzato solo parzialmente (la propaganda
stalinista annunciò comunque il raggiungimento di tutti gli obiettivi;
- il secondo piano quinquennale (1933-1937) ebbe uno straordinario risultato che portò a un
aumento del 120% della produzione industriale e a un forte calo della disoccupazione, seppur
a scapito delle condizioni di vita e di lavoro degli operai.
In politica estera Stalin cercò di rafforzare l'Unione Sovietica facendola uscire dall'isolamento
internazionale; per raggiungere questo obiettivo, egli strinse patti di non aggressione con la Polonia,
la Francia, l'Italia
- nel 1934 l'Unione Sovietica riuscì a farsi ammettere nella Società delle Nazioni.
- nel 1935, con la pericolosa ascesa del nazismo, Stalin decise di promuovere l'aggregazione
di tutte le forze di sinistra in fronti unici antifascisti.
- nel 1936 decise di appoggiare i repubblicani spagnoli in lotta contro i nazionalisti di destra
aiutati da Hitler e Mussolini.
- nel 1939, l'Unione Sovietica e la Germania nazista firmarono un patto di non aggressione
(patto Molotov-Ribbentrop) → permise a Stalin e a Hitler di prendere tempo in previsione di
una guerra che entrambi sapevano vicina.
IL MONDO VERSO UNA NUOVA GUERRA

Gli anni Venti e la crisi economica del 1929


Gli Stati vittoriosi si trovarono ad affrontare le sfide del dopoguerra:
- la ricollocazione nel mondo del lavoro dei reduci e dei mutilati.
- alti tassi di disoccupazione
- aumento dei prezzi e dell'inflazione
- durissimi scontri sociali.
Gli Stati Uniti, al contrario, conobbero una crescita senza precedenti, che li portò a diventare la
principale potenza mondiale → vissero dunque un periodo di prosperità e ottimismo e vennero
perciò definiti "anni ruggenti".
- grande sviluppo del mercato borsistico → permetteva facili guadagni; l'economia era
cresciuta oltremisura
- aumentarono le vendite dei titoli azionari che persero velocemente valore e si innescò una
corsa alla vendita al ribasso delle azioni che culminò il 24 ottobre 1929, il "giovedì nero";
la Borsa di New York crollò e migliaia di persone videro azzerati i loro patrimoni → provocò
una crisi economica mondiale, la "Grande Depressione".
- Le economie europee persero i crediti americani, l'inflazione e la disoccupazione
aumentarono a dismisura, fallirono migliaia di imprese e milioni di persone caddero in miseria.
Negli Usa la situazione mutò gradualmente a partire dal 1932, quando divenne presidente Franklin D.
Roosevelt → rilanciò l'economia attraverso l'aumento della spesa pubblica e un forte intervento
statale con un piano di provvedimenti detto New Deal → prevedeva aiuti agli imprenditori e grandi
lavori pubblici per aumentare l'occupazione e stimolare i consumi interni e le esportazioni; ebbe effetti
positivi, facendo ripartire l'economia americana.

La guerra civile spagnola


In Europa tra gli anni Venti e Trenta si insediarono governi autoritari o vere dittature in moltissimi
paesi → Italia, Germania, Portogallo, Austria, Ungheria, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia,
Iugoslavia, Spagna, Romania e Grecia.
In Spagna → forte tensione sociale tra le masse operaie e contadine e i latifondisti e le classi
dominanti; il generale De Rivera attuò nel 1923 un colpo di Stato instaurando una dittatura, che finì
nel 1931 → il re abbandonò il paese e nelle successive elezioni si imposero i partiti socialista e
repubblicano. La Spagna divenne una repubblica:
- venne attuata una riforma agraria antilatifondista
- venne riformato l'esercito
- venne ridimensionato il ruolo della Chiesa.
Nel 1933 le destre vinsero le elezioni e cancellarono le riforme → ne conseguì un forte malcontento
seguito da violenze e attentati. Nel 1936 le elezioni furono vinte dai partiti di sinistra riuniti nel Fronte
popolare → un gruppo di generali guidati da Francisco Franco organizzò un nuovo colpo di Stato e
occupò la parte occidentale e meridionale del paese; il governo repibblicano mantenne il controllo
della Catalogna e della capitale → iniziò una sanguinosa guerra civile, in cui inizialmente prevalsero
i repubblicani; a sostenere questi ultimi arrivarono le Brigate internazionali con militanti antifascisti
provenienti da molti paesi; i governi delle democrazie europee scelsero di non fornire aiuti militari e
supporti materiali al governo di Madrid, che poté contare solo sull'aiuto concreto dell'Unione Sovietica.
L'Italia e la Germania videro nella guerra civile spagnola l'occasione per ottenere un grande successo
internazionale:
- Mussolini inviò migliaia di uomini e Hitler squadriglie di aerei che si resero responsabili
anche del bombardamento della cittadina di Guernica (1937).
La guerra civile si protrasse per tre anni e si concluse con la vittoria delle forze fasciste guidate da
Franco, che instaurò una dittatura destinata a durare fino al 1975.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Lo scoppio della guerra


Germania nazista → politica aggressiva, rappresentava una minaccia costante per la pace.
- maggio 1939 → Hitler aveva firmato con l'Italia un nuovo patto di alleanza, il patto
d'Acciaio, e pochi mesi dopo un patto di non aggressione con l'Unione Sovietica.
- settembre 1939 → Hitler ordinò di invadere la Polonia e, in risposta, Francia e Inghilterra
dichiararono guerra alla Germania; le truppe naziste con una nuova tecnica di guerra, il
Blitzkrieg ("guerra lampo"), in meno di tre settimane la annientarono grazie all'uso efficace di
armi come carri armati e aerei e per il coinvolgimento dei civili.
- primavera 1940 → Hitler attaccò l'Olanda, il Belgio e la Francia → quest’ultima capitolò a
giugno e fu divisa in due zone: a nord fu occupata dai tedeschi mentre a sud fu creato il
governo collaborazionista di Vichy.
- maggio 1940 → Hitler tentò l'invasione dell'Inghilterra, guidata da Winston Churchill, ma
l'aviazione tedesca fu sconfitta e la marina britannica arginò l'azione dei sottomarini tedeschi.
- giugno 1940 → l'Italia entrò in guerra a fianco dell'alleato tedesco; inizialmente l’Italia
dichiarò lo stato di "non belligeranza" perché le forze armate erano impreparate ad affrontare
una guerra, ma Mussolini di fronte ai fulminei successi tedeschi si convinse che fosse
possibile una facile vittoria. Mussolini voleva condurre una guerra parallela a quella della
Germania, ma l'Italia dimostrò subito la propria impreparazione militare: prima attaccò la
Grecia e rischiò la sconfitta, scongiurata solo grazie all'intervento dei tedeschi; poi subì il
contrattacco britannico sia in Nord Africa sia in Africa orientale: già nel 1941 l’impero coloniale
italiano era stato liquidato.

Le fasi cruciali della guerra


Hitler nel giugno 1941 decise di attaccare l'Unione Sovietica; all'inizio l'avanzata razzista fu
travolgente, ma a fermarli fù il sopraggiungere dell'inverno, che diede a Stalin il tempo per
organizzare la "Grande guerra patriottica" per respingere l'invasore. Per la prima volta dall'inizio
della guerra il Blitzkrieg non aveva portato alla capitolazione del paese attaccato. La guerra nazista si
caratterizzò per una ferocia senza precedenti, anche contro i civili → provocò la formazione di
movimenti di resistenza.
I nazisti iniziarono inoltre a realizzare su vasta scala lo sterminio degli ebrei (Olocausto e Shoah)
- le squadre speciali avevano avuto l'ordine di rastrellare gli ebrei che venivano poi ammassati
nei ghetti; quando si resero conto di non poterli confinare lì senza rischi di rappresaglia,
decisero di ricorrere alla "soluzione finale" e organizzarono un efficiente sistema di campi di
sterminio.
Il 7 dicembre 1941 i giapponesi attaccarono a sorpresa la base navale statunitense di Pearl Harbor.
La tensione tra i due paesi era alta a causa della contesa per la spartizione dell'area del Pacifico, ma
le modalità dell'attacco sorpresero gli Stati Uniti, che il giorno successivo dichiararono guerra al
Giappone facendo scattare la dichiarazione di guerra di Germania e Italia, sue alleate, in base alle
clausole del Patto Tripartito.
Il 1942 fu decisivo per le sorti militari della guerra poiché le forze dell'Asse subirono pesanti sconfitte:
- i giapponesi vennero fermati nel Sud-est asiatico dopo la battaglia aeronavale nelle Midway
e nell'isola di Guadalcanal
- i tedeschi e gli italiani furono definitivamente scacciati dal Nord Africa
- la Sesta armata tedesca fù annientata a Stalingrado.
La guerra in Italia
L'Italia era stata individuata dagli Alleati come elemento più debole tra i paesi dell'Asse.
- Gli Alleati sbarcarono in Sicilia nel luglio 1943 e il 25 dello stesso mese Mussolini fù destituito
e arrestato.
Il nuovo capo del governo, il generale badoglio, e il re Vittorio Emanuele III firmarono l'armistizio
con gli Alleati, per poi fuggire a Brindisi lasciando senza ordini i militari italiani; mentre gli Alleati
cercavano di risalire la penisola, il Centro-nord fu occupato dagli ex alleati tedeschi, che
imprigionarono centinaia di migliaia di soldati italiani e trucidarono chi tentava di resistere.
L'Italia si trovò divisa in due:
- i tedeschi si trincerarono lungo la Linea Gustav, che andava dal Garigliano, sul Tirreno, sino
al Sangro, sull'Adriatico.
- Al Nord Mussolini, liberato dai tedeschi, aveva fondato la Repubblica sociale italiana, uno
Stato fantoccio nazista.
Dopo l'8 settembre nacquero i primi gruppi di partigiani → formati da militari e da antifascisti e
coordinati dal CLN (Comitato di liberazione Nazionale), che si unirono contro i tedeschi e i
repubblichini di Salò. L'occupazione tedesca nell'Italia centrosettentrionale fu contraddistinta da eccidi
e stragi nazifasciste.
- Nel Sud del paese risorsero i partiti che erano stati messi fuorilegge dal fascismo e ne
nacquero di nuovi; nel marzo 1944 il segretario del Partito comunista Palmiro Togliatti diede
vita alla svolta di Salerno che permise la formazione di governi di unità nazionale.
L'avanzata degli Alleati nel 1944 si scontrò con la strenua resistenza dei tedeschi.
Dalla primavera però i nazifascisti dovettero arretrare:
- Roma fu liberata a giugno
- ad agosto gli Alleati arrivarono in una Firenze già controllata dai partigiani.
I tedeschi si assestarono su una nuova linea difensiva, la Linea gotica e, tra il 1944 e il 1945, riparti
l'avanzata alleata che portò alla liberazione di Milano il 25 aprile 1945.
Mussolini, in fuga con gli ultimi fedelissimi, fu catturato e ucciso dai partigiani pochi giorni dopo.

La conclusione della guerra


Alla fine del 1943 gli Alleati pianificarono sia le operazioni di guerra sia i futuri assetti geopolitici.
La Germania fu attaccata:
- da est dalle truppe sovietiche che dilagarono in tutta l'Europa orientale
- a ovest gli Alleati il 6 giugno 1944 sbarcarono in Normandia per poi dirigersi verso la
Germania
Quest'ultima subiva dal 1942 incessanti bombardamenti; solo il 7 maggio 1945, pochi giorni dopo il
suicidio di Hitler, la Germania firmò la resa incondizionata.
Intanto la guerra nel Pacifico proseguiva:
- Le truppe giapponesi compivano anche attacchi suicidi con i kamikaze, piloti che si
lanciavano con i loro aerei contro le navi americane.
In considerazione della combattività dei giapponesi, il nuovo presidente americano Truman decise di
usare una nuova arma letale, la bomba atomica, che fu sganciata il 6 agosto 1945 su Hiroshima e il
9 agosto su Nagasaki → entrambe le città furono rase al suolo e la gran parte degli abitanti fu uccisa.
L'uso della bomba atomica e l'entrata in guerra dell'Unione Sovietica contro il Giappone piegarono
infine la resistenza giapponese:
- la resa fu annunciata il 15 agosto 1945 → i vincitori diedero vita a un nuovo organismo
internazionale ancora oggi esistente, l'ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), che
avrebbe dovuto riunire tutte le nazioni del mondo e garantire la pace.
LA GUERRA FREDDA: DAI TRATTATI DI PACE ALLA MORTE
DI STALIN

La divisione del mondo


Stati Uniti e Unione Sovietica emersero come vincitrici → erano però a capo di schieramenti che
incarnavano sistemi politici, economici e culturali totalmente antitetici.
- Tra le due superpotenze ebbe inizio la cosiddetta "Guerra Fredda", cioè un conflitto
permanente che però non si concretizzò in uno scontro diretto a causa del deterrente
costituito dal possesso di armi nucleari da parte di entrambe.
Per contenere l'espansionismo sovietico, gli Stati Uniti adottarono la dottrina Truman → fù varato
anche il piano Marshall, che prevedeva l'invio di aiuti e lo stanziamento di ingenti prestiti per gli Stati
che ne avessero fatto richiesta, in modo da rafforzare la loro alleanza con il blocco occidentale.
Durante la conferenza di Potsdam venne decisa la divisione della Germania e di Berlino in quattro
zone d'occupazione → le potenze occidentali decisero di unificare le loro zone dando vita a un unico
Stato, la Repubblica federale tedesca (RFT); i sovietici risposero creando a est la Repubblica
democratica tedesca (RDT).
- Nel 1949 i paesi dell'Europa occidentale sottoscrissero un'alleanza militare con gli Stati Uniti,
il patto Atlantico→ i paesi comunisti risposero con un'alleanza simile, il patto di Varsavia,
sotto il controllo militare dell'Urss.
In Europa occidentale:
- Francia e Gran Bretagna dovettero fronteggiare i problemi della ricostruzione e l'inizio della
decolonizzazione.
- La Germania Ovest cercava intanto di rilanciare la sua economia schierandosi con gli Stati
Uniti. Nei primi anni Cinquanta prese anche le mosse il progetto di unificazione europea,
cominciato con la creazione della CECA (Comunità europea del carbone e dell'acciaio) nel
1951.
I paesi del blocco comunista ebbero anch'essi organismi di cooperazione internazionale come il
Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica) e il Cominform, entrambi guidati dall'Unione
Sovietica.
L'America latina rimasta sotto l'influenza degli Stati Uniti, sperimentò una forte instabilità politica e
l'alternanza di regimi dittatoriali di stampo populista, come in Argentina con Perón o in Brasile con
Vargas.

Decolonizzazione e sconvolgimenti in Asia e in Africa


In Cina i comunisti ebbero la meglio sui nazionalisti, e nel 1949 proclamarono la nascita della
Repubblica popolare cinese → la presenza di un altro grande paese comunista in Asia allarmò gli
Stati Uniti, che poco dopo scesero in campo per difendere la loro area di influenza in Corea. Il paese
era diviso tra:
- la Corea del Nord → comunista
- la Corea del Sud → filo-occidentale.
Nel 1950 i nord-coreani attaccarono il Sud → dopo tre anni si giunse a un accordo che confermò il
38° parallelo come confine tra le due Coree.
In molti paesi dell'Asia e dell'Africa ebbe inizio il processo di decolonizzazione che toccò soprattutto
gli imperi coloniali di Francia e Inghilterra → nelle colonie nacquero partiti nazionalisti che
puntavano all'indipendenza e rivendicavano la fine dello sfruttamento economico da parte dei paesi
occidentali.
Nel 1947 l'India, grazie alla lotta guidata da Gandhi, divenne indipendente, ma dopo violenti scontri
di matrice religiosa, nacquero due Stati:
- l'Unione Indiana (a maggioranza indù)
- il Pakistan (a maggioranza musulmana).
La Gran Bretagna riconobbe l'indipendenza a
- Ceylon (1948)
- Birmania (1948)
- Malesia (1957)
Gli Stati Uniti permisero la nascita della Repubblica indipendente delle filippine (1946).
L'Indonesia infine si rese indipendente dai Paesi Bassi nel 1950.
In Medio Oriente:
- Libano e Siria → furono i primi paesi a ottenere l'indipendenza
- Tunisia e Marocco → il cammino fu più lungo e difficile a causa dei consistenti interessi delle
comunità francesi → i due paesi ottennero l'indipendenza soltanto nel 1956.
- Egitto e la Gran Bretagna si aprì una disputa per il controllo del canale di Suez.

Le origini del conflitto arabo-israeliano


Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento in Europa si era sviluppato un movimento
nazionalista ebraico, il sionismo, che prevedeva la nascita di uno Stato a maggioranza ebraica.
- Nel 1917 ottenne il sostegno del governo britannico, che con la dichiarazione di Balfour
individua nella Palestina la sede per il nuovo Stato ebraico.
Dopo la prima guerra mondiale, il governo di Londra, che aveva ottenuto il mandato sulla Palestina,
la divise in due settori separati dal Giordano e nella zona a ovest del fiume vennero indirizzati i flussi
migratori ebraici → l'arrivo degli ebrei fù visto come un'invasione e, tra il 1936 e il 1939, scoppiò la
Grande rivolta araba che fu repressa duramente. Le Nazioni Unite approvarono la creazione in
Palestina di due Stati indipendenti.
- Nel maggio 1948 fu proclamata la nascita dello Stato ebraico → fù subito attaccato dai
principali paesi della Lega araba, ma l’attacco venne respinto e vennero ampliati i propri
confini.
- l'Egitto prese il controllo della striscia di Gaza
- Gerusalemme fu divisa in due parti tra Giordania e Israele → Lo Stato d'Israele fu ammesso
nelle Nazioni Unite nel 1949 mentre gli Stati arabi continuarono a considerarlo un nemico da
scacciare.

Il crollo del sistema sovietico


L’Urss si trovava in una situazione di gravissima crisi economica e sociale, ed era alle prese con il
conflitto afghano. Nel 1985 la guida dell'Urss passò a Michail Gorbacev che avviò un processo di
rinnovamento all'insegna di due parole d'ordine:
- glasnost ("trasparenza")
- perestrojka ("ricostruzione").
Furono reintrodotti i diritti civili, venne riformata l'economia e attuato il ritiro delle truppe sovietiche
dall'Afghanistan → queste riforme erano destinate a fallire a causa delle forti resistenze della
burocrazia interna, ma anche per la loro inefficacia sul piano economico.
- 1986 → esplosione della centrale nucleare di Cernobyl, inizialmente celato dalle autorità.
La svolta democratica di Gorbacev generò effetti profondi anche negli altri paesi del blocco sovietico,
dando il via al collasso del sistema degli Stati comunisti.
- Germania Est → il 9 novembre 1989 venne demolito il muro di Berlino, aprendo così il
confine tra le due Germanie; un anno dopo la Germania Est si unì alla Germania Ovest.
In Cecoslovacchia, Polonia e Ungheria la fine dei regimi comunisti avvenne in maniera incruenta,
mentre in Romania il dittatore Ceausescu fu ucciso al culmine di una sommossa popolare.
DALLA COSTITUENTE ALL’”AUTUNNO CALDO”

La nascita della repubblica italiana


L'Italia, in ginocchio dopo la Seconda guerra mondiale, venne trattata come un paese vinto
nonostante il contributo offerto nella lotta al nazifascismo.
- I negoziati di pace furono condotti dal presidente del Consiglio, il democristiano Alcide De
Gasperi, che riuscì a limitare le perdite territoriali e le sanzioni contro l'Italia.
Il paese dovette subito affrontare anche la questione istituzionale, che fu risolta con un referendum:
- Il 2 giugno 1946 poterono votare tutti i maggiorenni e, per la prima volta, anche le donne; gli
italiani scelsero la repubblica e re Umberto Il andò in esilio. Lo stesso giorno si votò anche
per l'elezione dei rappresentanti dell'Assemblea Costituente, incaricati di redigere la nuova
Costituzione italiana, che entrò in vigore il 1° gennaio 1948 → garantiva pluralismo, libertà
d'espressione, divisione dei poteri; poneva inoltre la sovranità nelle mani del popolo e
indicava come principi cardine l'uguaglianza di tutti i cittadini e la tutela della persona;
concedeva alla religione cattolica il mantenimento di una posizione preminente rispetto alle
altre confessioni.

La svolta del 1948 e gli anni del centrismo


Il 18 aprile 1948 si svolsero le prime elezioni politiche della Repubblica, che videro il trionfo della
Democrazia cristiana di De Gasperi sui partiti di sinistra, riuniti nel Fronte popolare.
Il suo governo puntò a:
- contenere l'inflazione
- conseguire il pareggio di bilancio
- avviare un piano per l'edilizia pubblica popolare
- avviare una riforma agraria → non diede però i risultati sperati
- fu inoltre istituita la Cassa per il Mezzogiorno per modernizzare e industrializzare le regioni
meridionali
- fù attuata una riforma tributaria
In politica estera l'Italia partecipò al Piano Marshall, che garantì le risorse per la ricostruzione, e
aderì al Patto atlantico. Negli anni Cinquanta l'Italia contribuì inoltre ad avviare il processo
d'integrazione europea, aderendo:
- nel 1951 alla CECA
- nel 1957 alla CEE.
All'inizio degli anni Cinquanta il consenso nei confronti della DC diminuì:
- fù introdotta una nuova legge elettorale di tipo maggioritario ("legge truffa")
Nelle elezioni del 7 giugno 1953 la DC non riuscì a conquistare il premio di maggioranza e De
Gasperi lasciò la scena politica.

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