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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

PROBLEMI DELLA FRANCIA ALLA VIGILIA DELLA RIVOLUZIONE:


Nonostante la politica del Re Sole, clero e nobiltà erano riusciti a riprendersi i loro privilegi
senza pagare tasse. Dopo l’ascesa al trono di Luigi XVI il Paese vide alcuni decenni di
crescita industriale e commerciale, togliendo spazio all’agricoltura, che finì per essere
insufficiente facendo lievitare i costi dei beni di prima necessità. Il terzo stato si ritrovò quindi
ad avere un minor potere di acquisto ed i contadini dovevano continuare a pagare tasse ai
signori e la decima al clero. Le casse dello stato si svuotarono anche a causa delle spese
militari per la Guerra di indipendenza americana.

TENTATIVI DI RISOLVERE LA CRISI:


Nel tentativo di risolvere la crisi si alternarono 2 strategie: quella di far aumentare le entrate
e quella di ridurre le spese. La prima promossa da Turgot consisteva in un'economia
liberista togliendo le esenzioni di nobili e clero.
La seconda, promossa da Necker, che controllò le finanze dopo Turgot riducendo la spesa
pubblica colpendo la corte del re e rendendo pubblico il bilancio dello Stato per rendere
pubblici gli sprechi di denaro. Egli venne però rimosso dal suo incarico come il suo
successore Calonne, che come Turgot voleva attuare una politica economica liberista.

LA CONVOCAZIONE DEGLI STATI GENERALI:


Date le spinte riformatrici in campo fiscale i ceti privilegiati fecero leva sui parlamenti. Il tutto
giunse al culmine quando il re sciolse il parlamento dopo che questo non approvò
l’ennesime imposte. Dal 5 maggio del 1789 il re convocò gli stati generali.

LO SVILUPPO DI UN’ATTENTA OPINIONE PUBBLICA:


Nobiltà e clero erano stati i principali promotori della convocazione degli stati generali
convinti di del trionfo del loro volere. Prima della convocazione degli stati generali vennero
fatte le elezioni per stabilire chi sarebbe dovuto andare agli stati generali e molti espressero
il proprio malcontento nei cashiers doleances (quaderni delle lamentele). Anche alcune
donne espressero la loro opinione in tali quaderni.

LE RIVENDICAZIONI DEL TERZO STATO:


Il terzo stato chiese di effettuare 2 modifiche al regolamento degli stati generali: la prima di
raddoppiare il numero dei loro rappresentanti dato che loro componevano il 98% della
popolazione, e la seconda di dismettere il voto per ordine ed iniziare a votare per testa.

INIZIO DELLA RIVOLUZIONE:


DAGLI STATI GENERALI ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE:
Il 5 maggio iniziarono gli stati generali alla reggia di Versailles con oltre 1100 deputati
presenti: 270 nobili, 291 rappresentanti del clero e 578 del terzo stato (secondo una
concessione del re). Erano rimaste irrisolte però la proposta del terzo stato di fare
un’assemblea comune e quella di votare per testa.
Il 17 giugno dopo un periodo stagnante alcuni deputati del terzo stato ed una minoranza di
alcuni nobili e chierici si autoproclamarono ASSEMBLEA NAZIONALE. Per questo il re fece
chiudere la sala dove si teneva l’assemblea il 20 giugno. L’assemblea nazionale si riunì
dichiarando che non si sarebbe sciolta fino all’approvazione di una nuova costituzione
modificando il nome in Assemblea Nazionale Costituente.

LA SCINTILLA DEL 14 LUGLIO ‘89: LA PRESA DELLA BASTIGLIA:


In quei giorni il prezzo del pane era salito ed erano arrivate truppe di mercanti stranieri inviati
dal re, facendo temere di un complotto per sabotare l’assemblea nazionale. Il 12 e il 13
luglio vennero dati alle fiamme i castelli del dazio ed il 14 venne assalita la Bastiglia. Nel
mentre nei comuni vennero istituiti i corpi della Guardia nazionale: un gruppo di cittadini
armati con lo scopo di difendere l’assemblea.

DA PARIGI ALLA FRANCIA: IL DILAGARE DELLA RIVOLUZIONE:


I sostenitori dell’Assemblea costituente insediarono i municipi in tutta la Francia, creando
reparti locali della Guardia nazionale.
Nelle campagne si diffuse la “grande paura”; un’ondata di panico a causa delle voci
riguardanti un movimento anti- rivoluzionario organizzato dai nobili. In questo clima i
contadini insorsero contro i nobili assalendo i castelli. Contadini, artigiani e lavoratori
vengono chiamati sanculotti. Tra l’89 ed il ‘92 vi fu lo smantellamento della monarchia e delle
istituzioni dell’antico regime.

I DECRETI DELL’AGOSTO 1789: VERSO L'UGUAGLIANZA DAVANTI ALLA LEGGE:


Dopo le rivolte nelle campagne la Costituente abolì i diritti feudali, abolendo anche i privilegi
fiscali. Il 26 agosto ‘89 venne approvata la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino,
ma affinché entrasse effettivamente doveva essere approvato dal re, il quale non era
intenzionato a farla entrare in vigore.

LA MARCIA SU VERSAILLES DEL 5-6 OTTOBRE ‘89:


Il 5 ottobre ‘89 le donne parigine raggiunsero la reggia di Versailles per protestare con il re
per il rialzo dei prezzi, costringendo il re a promettere loro che avrebbe rifornito la capitale di
cereali. Le stesse donne però, ancora insoddisfatte il 6 ottobre invasero la reggia
costringendo il re ad approvare i decreti di agosto ed a trasferirsi da Versailles a Parigi. Da
quel momento i rivoluzionari avevano in mente di diventare davvero sovrani mediante la
democrazia diretta.

LA NASCITA DEI CLUB:


Durante la rivoluzione si diffusero nel Paese i club: dei luoghi dove si riunivano tutti coloro
che favorivano la rivoluzione. Uno dei club più importanti era quello dei giacobini, composto
dagli strati più piccoli e medi della borghesia, con a capo Robespierre e Brissot. Il club dei
Cordiglieri era più radicale, i cui esponenti erano Danton, Desmoulins, Marat ed Herbert.
Nell’estate del ‘91 si formò inoltre quello dei foglianti, che favoriva una monarchia
costituzionale. Nei club nacque dunque la politica moderna, dove il potere non era più in
mano ad una stretta fetta di privilegiati, ma in mano a molti che intendevano risolvere i
problemi di interesse collettivo.
LA COSTITUZIONE CIVILE DEL CLERO:
Prima dell’89 la Chiesa aveva rappresentato una sorta di Stato nello Stato, fino a quando,
tra l’89 ed il ‘90 l’Assemblea costituente elaborò alcune leggi che modificavano la funzione
del clero riducendone l’autonomia. Nel novembre dell’89 vennero soppressi gli ordini
monastici, nel febbraio del ‘90 venne dichiarata la requisizione dei beni ecclesiastici. A luglio
i sacerdoti divennero funzionari statali e vennero obbligati a giurare fedeltà alla Rivoluzione.

LA FALLITA FUGA DI LUIGI XVI:


Nel giugno del ‘91 il sovrano tentò di fuggire all’estero per cercare appoggio in altri Stati
europei, ma venne riconosciuto poco prima della frontiera e riportato a Parigi. Questo evento
rafforzò la posizione di chi voleva una Francia repubblicana, ma a causa del vociferare di un
improbabile rapimento del re, esso risalì sul trono. Il 17 luglio la Guardia nazionale aprì il
fuoco su una folla che si era radunata per chiedere l’instaurazione della repubblica,
uccidendo circa 30 persone. Quest’evento viene ricordato come la strage del campo di
marte.

LA COSTITUZIONE DEL ‘91:


Il 3 settembre venne promulgata la Costituzione e la Francia divenne una monarchia
costituzionale. Il re conservava il potere esecutivo ed aveva diritto di veto sulle decisioni
dell’Assemblea legislativa.

Dall’estate del ‘91 fino al ‘92 la rivoluzione si radicalizza ampliandosi ad uno scenario
internazionale. Nell’agosto del ‘91, con la dichiarazione di Pillnitz, la Francia viene
dichiarata un osservato speciale ed il 20 aprile del ‘92 dichiara guerra ad Austria e Prussia
con Brissot. Assieme a lui si schierano anche alcune persone di estrema sinistra ed alcuni
sanculotti che sostenevano che la Francia dovesse liberare l’Europa.
Il re Luigi XVI è a favore della guerra poiché, sapendo che l’esercito francese non può nulla
contro quello Austriaco, spera in una sconfitta che lo riporterebbe al potere. Robespierre
però comprende il piano del re e cerca di non far entrare la Francia in guerra, ma senza
successo, così, a fronte delle prime sconfitte, accusa il re di collusione con il nemico e l’11
luglio viene dichiarata la patria in pericolo.

Il 10 agosto venne assalito il palazzo di Tuileries, il re venne arrestato (per poi essere
ghigliottinato il 21 gennaio del ‘93) e vengono convocate le elezioni per una nuova
assemblea legislativa, la Convenzione. Il 21 settembre del ‘92 venne proclamata la
repubblica.

Nel ‘93, ricordato anche come anno del terrore, la Francia inizia a vincere qualche battaglia
contro l’Austria, ma nasce la prima coalizione antifrancese, la quale vede Austria, Prussia,
Inghilterra ed alcuni principi italiani alleati contro la Francia. Ora la Francia si trova ad avere
molti più nemici ed è costretta ad imporre la leva obbligatoria.

Nel ‘93 la situazione era già drammatica a causa della guerra, inoltre era peggiorata dalla
rivolta della Vandea e quella federalista e dalla forte inflazione.
La convenzione interviene quindi in economia imponendo delle calmiere sui prezzi, il 6 aprile
del ‘93 viene fatta la riforma costituzionale e viene formato il comitato di salute pubblica, il
quale era composto da 3 membri ed era un organo di controllo di estrema sinistra che
deteneva il potere esecutivo.
Inoltre il Tribunale speciale giudiziario reprimeva ogni forma di dissenso, arrivando al
massacro dei girondini il 2 giugno del ‘93.
Il 24 giugno viene varata la nuova costituzione (democratica), che non verrà però mai
rispettata poiché subito dopo Robespierre si mise a capo della dittatura del comitato di
salute pubblica, dando il via al periodo del terrore, che va dal ‘93 al ‘95.

In questo periodo Robespierre continua con la politica economica precedente ma impone la


leva obbligatoria di massa, facendo lievitare il numero di uomini nell’esercito che arriverà a
750.000 unità. Inoltre attuò anche un’ importante propaganda politica celebrando la
rivoluzione, cambiando il calendario e laicizzando lo Stato. Herbert però si fece un pò
sfuggire di mano questa laicizzazione dello Stato bruciando i monasteri e le chiese,
costringendo Robespierre ad interrompere tale laicizzazione.
Robespierre teorizza e giustifica la sospensione di ogni giustizia giuridica e l’adozione di
misure speciali per affrontare la rivoluzione.

Nel ‘94, anno del grande terrore, Robespierre persegue gli oppositori politici (gli arrabbiati di
Herbert e gli indulgenti di Danton), chiude i club ed il 10 giugno emana la legge dei sospetti,
la quale permetteva a chiunque facesse parte del comitato di salute pubblica di condannare
chiunque si credesse essere contro la rivoluzione, anche in assenza di prove.

Il 27 luglio del ‘95 la Francia esce vittoriosa dalla guerra, Robespierre viene ghigliottinato e
finisce così il terrore. Nel periodo che va dal ‘95 al ‘99 vi è un ritorno all’ordine, ma inizia il
terrore bianco, ovvero i giovani di buona famiglia iniziano a perseguitare i giacobini.
Il 25 agosto del ‘95 viene emanata una nuova costituzione, volta a limitare la sovranità
popolare e che imponeva il suffragio censitario. Vennero istituite due camere: la camera dei
500 (con lo scopo di proporre le leggi ed il candidato al direttorio) ed il consiglio degli anziani
che avevano il compito di approvare le leggi. Queste due camere, insieme, votavano il
direttorio, il quale deteneva il potere esecutivo ed era composto da 5 membri.

Il direttorio però non poteva schierarsi né troppo a sinistra, né troppo a destra e si formarono
quindi delle tensioni. Il 10 maggio del ‘96, con la congiura degli uguali, Babeuf e Buonarroti
vogliono abolire la proprietà privata. Tra il ‘97 ed i ‘98 vengono fatte delle nuove elezioni con
esito favorevole a giacobini e monarchici, ma il direttorio le annulla.

Nel ‘96 il direttorio dichiara guerra all’ Austria con Napoleone, la quale viene accerchiata
scendendo dalla Renania e salendo dall’ Italia. Napoleone si occupa dell campagna d’Italia,
dove, a seguito della vittoria della battaglia di Lodi, dove sconfigge l’ Austria, entra a Milano
il 15 maggio. Nel ‘96 nascono quindi le repubbliche sorelle: la cisalpina (comprendente la
cispadana e l’ alpina) e la Lombardia. infine conquista la Liguria.

Inizialmente viene visto come un liberatore dagli italiani, ma la loro idea cambia dopo il
trattato di campoformio del 17 ottobre del ‘97, quando Napoleone cede i territori italiani di
nuovo all’ Austria in cambio della Cisalpina e della Dalmazia.

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