Ancor prima della battaglia di Waterloo, mentre Napoleone era in esilio all'Isola d'Elba, fu
convocato a Vienna un grande congresso internazionale per ristrutturare l'assetto politico
dell'Europa. Il Congresso fu inaugurato nel Novembre del 1814, e vi prese parte anche la
Francia del nuovo re Luigi XVIII.
Al congresso vi parteciparono i rappresentanti della Russia, Prussia, Austria e grand
Bretagna a questi si aggiunsero Spagna, Portogallo e Svezia. Ad essi si aggiunse
Talleyrand, ministro degli esteri francese che divenne impotante perché egli non
rappresentava Napoleone ma il re attuale. (Luigi 18)
Obiettivo del Congresso di Vienna era restaurare i regimi politici precedenti alla Rivoluzione
francese e garantire una pace duratura in Europa. A tal fine ogni decisione fu presa in base
a due principi:
● il principio di legittimità, per il quale i sovrani "legittimi" spodestati dalle
rivoluzioni o da Napoleone avevano diritto di riprendere il trono;
● • il principio di equilibrio, secondo cui le principali potenze d'Europa dovevano
ottenere vantaggi equilibrati, così che nessuna prevalesse sulle altre.
Per disposizioni del Congresso Francia e Spagna tornarono ai confini del 1789, Olanda e
Belgio furono uniti nel regno dei Paesi Bassi. All'Austria, poi, fu conferita notevole influenza
sul territorio italiano, il cui assetto politico cambiò profondamente.
● • Il Veneto e Venezia vennero uniti alla Lombardia, formando il Regno
lombardo-veneto, che entrò così a far parte dell'Impero austriaco.
● Il Regno di Sardegna (Piemonte e Sardegna) tornò ai Savoia, i quali ottennero
anche la Liguria, Nizza e la Savoia dalla Francia.
● • L'intero Stato pontificio fu restituito a papa Pio VII
● • Nel Regno di Napoli tornò Ferdinando I di Borbone, con il nuovo titolo di re
delle due Sicilie.
L'obiettivo però del congresso di Vienna era quello di ridurre le guerre però alla loro
diminuzione aumentano le rivolte perché nel congresso si tenne conto solamente
degli interessi dei sovrani e non quelli popolari.
*
IL ROMANTICISMO
Il congresso di Vienna aveva assegnato pezzi di territorio a questo o all'altro solo per
salvaguardare il principio dell’equilibrio e senza chiedersi se i popoli fossero d’accordo. Il
sentimento nazionale si fece più vivo che mai dopo il congresso di Vienna. Si affermò allora
l’uso della parola “patria” per indicare non solo la città d’origine ma anche la “terra dei padri“.
Chi combatteva per la libertà, l’unità, l’indipendenza della patria fu detto “patriota“. Al
risveglio del sentimento nazionale contribuì anche un nuovo movimento culturale: il
romanticismo.
Il romanticismo fu un movimento culturale nato in Germania verso la fine del settecento
grazie al movimento strum end drug. Investí in molti campi diversi, dalla filosofia alle arti e
dalla letteratura alla politica. Per i romantici la nazione doveva costituire la base di ogni
organizzazione sociale e politica. Gli insegnamenti della ragione in cui credevano gli
illuministi non fecero altro chi portare rovine e a far nascere monarchie assolute. Infatti
romantici si opposero alle idee illuministe. Invece della ragione esaltarono il sentimento, la
fantasia, la libertà creatrice dell’artista.
LA SANTA ALLEANZA
Terminato il Congresso di Vienna lo zar Alessandro I di Russia propose un patto d'alleanza
ad Austria e Prussia, dichiaratamente allo scopo di sostenere la cristianità nella politica
europea, ma in pratica per formare un gruppo di difesa contro ogni rivoluzione. La nuova
coalizione prese il nome di Santa Alleanza; i sovrani che vi aderirono si impegnarono a
prestarsi reciproco aiuto contro chiunque attentasse all'ordine stabilito. Ne fecero poi parte
anche la Francia e alcuni stati minori. Rifiutarono, invece, l'Inghilterra e lo Stato pontificio, la
prima perché politicamente in forte contrasto con i regimi assoluti di Austria, Prussia e la
chiesa non credeva alla religiosità di un sovrano cristiano-ortodosso (non cattolico) come
Alessandro I.
LE SETTE SEGRETE.
Alle monarchie assolute si opposero anche gli aristocratici e borghesi, essendo più aperti al
nuovo ordine, aspiravano a maggiori libertà individuali. Essi non erano dei rivoluzionari, ma
preferivano una monarchia costituzionale dove il potere del re era limitato da un parlamento
e avere anche più libertà. Non a caso essi vennero chiamati “liberali”. Ma i liberali erano
coloro che volevano la libertà non solo nella politica ma anche per scambiare merci,
invenzioni così da ampliare le conoscenze. I governi della Restaurazione si preoccuparono
anche di combattere le idee rivoluzionarie, e la polizia doveva sopprimere ogni tentativo di
rivolta. Nuove protagoniste di queste rivolte furono le sette segrete, gruppi piu o meno
numerosi di persone che avevano idee politiche in contrasto con quelle dei governi, perché
mentre i governi optavano per una monarchia assoluta, la popolazione voleva una
costituzione. In Italia la più importante setta segreta fu la carboneria perché i loro messaggi
in codice, difficili da decifrare a volte, venivano messi all'interno di carichi di carbone
APPROFONDIMENTO MAZZINI
Mazzini era nemico della monarchia e voleva uno Stato unitario e repubblicano. Alla giovine
Italia aderirono borghesi, militari e per la prima volta anche i gruppi organizzati di operai. Nel
1834 scoppiò una rivolta a Genova ma si risolse in un fallimento e molti congiurati furono
arrestati e condannati a morte. Giuseppe Garibaldi fuggì in Sudamerica e Mazzini si rifugiò
in Svizzera nel 1834 quando fondò la giovine Europa che rappresentò il primo tentativo di
dare vita a un’organizzazione democratica europea.
I PENSATORI ITALIANI
In Italia c'erano tanti pensatori che avevano idee diverse di Italia unita e unica :
Abbiamo Mazzini che è un democratico repubblicano e voleva un'Italia unita, indipendente e
repubblicana.
Gioberti voleva un'Italia confederata divisa in stati come gli USA e presieduta dal Papa.
Carlo Baldo voleva sempre un'Italia confederata con a capo il re Carlo Alberto.
Cattaneo che vuole un'Italia confederata ma repubblicana.
Infine abbiamo Camillo Benso, conte di Cavour che sosteneva la necessità di uno Stato
unitario. Per superare la forte arretratezza dell’Italia occorreva che le tasse di tutta la
penisola fossero usate a favore dello sviluppo dell’industria, occorreva un sistema ferroviario
nazionale razionale e che il commercio potesse avvalersi di un sistema unico di moneta,
pesi e misure. Lo Stato unitario avrebbe dovuto essere eletto da una monarchia
costituzionale rappresentata dai Savoia. Nel 1847 Cavour fondò un quotidiano e lo chiamò “il
Risorgimento“ da quel momento nacque la parola Risorgimento. Il termine “Risorgimento“
indica il processo che portò alla formazione dello Stato nazionale in Italia. Il risorgimento
italiano dura 30 anni e va dal 1831 al 1861.
STATUTO ALBERTINO
lo statuto Albertino è una costituzione breve, con pochi articoli, flessibile perché poteva
essere modificata, ottriata perché era concessa dal sovrano. È stata emanata da Carlo
Alberto il 4 marzo del 1848 e durerà fino al 1946 quando sarà introdotta la costituzione
ufficiale. Essa era una carta costituzionale ispirata alle carte dei francesi e quella belga.
Lo statuto Albertino si ispirava al principio della separazione dei poteri di Montesquieu,
quindi attribuiva:
● -Il potere esecutivo al Re.
● -Il potere legislativo al Re, al senato (eletto dal Re) e alla camera dei deputati (eletta
dal popolo a suffragio maschile ristretto).
● -Il potere giudiziario ai giudici.
Nel 1861 con l'unità di Italia, il re Vittorio Emanuele II sovrano del regno di Sardegna
concesse lo statuto a tutta la nazione, rimane in vigore finché mussolini nel 1922 trasforma
l'Italia in una nazione fascista.
Lo statuto Albertino poi porterà a quella che sarà la nostra attuale costituzione, all'epoca
però l'Italia era ancora una monarchia ma il 2 giugno del 1946 si svolse un referendum dove
si chiedeva di votare tra monarchia e repubblica e per una manciata in più di voti vinse la
repubblica. L'assemblea costituente si riunì ben 375 volte per discutere su come formulare
questa carta costituzionale. La carte fu approvata il 22 dicembre 1947 con capo dello stato
provvisorio Enrico De Nicola e sarà poi messa in vigore il 1 gennaio del 1948.
Nella nostra carta costituzionale 4 elementi ci sono alla base :
● - l'idea liberare secondo cui ogni uomo è libero nel rispetto degli altri
● - l'idea di uguaglianza
● - l'idea socialista
● - e la dottrina della chiesa cattolica con il cattolicesimo religione ufficiale di stato.
La nostra costituzione ha 139 articoli, ma 5 successivamente tolti. Tutti essi sono divisi in 4
sezioni.
Nella prima sezione abbiamo i principi fondamentali da 1 art a 12 art, nella seconda sezione
abbiamo i diritti e doveri del cittadino art 13 a art 54, terza sezione ordinamento della
Repubblica art 55 artt 139 e infine nella quarta sezione abbiamo 18 disposizioni transitorie e
finali relative al passaggio tra il nuovo e vecchio regime.
A differenza dello statuto Albertino essa è Rigida, lunga, scritta, democratica.
APPROFONDIMENTI SU GARIBALDI
Garibaldi nasce nel 1807 a Nizza, figlio di un capitano della marina mercantile.
Tramite una serie di viaggi che lui conosce le idee di Mazzini. Partecipò anche ai moti
piemontesi ma poiché fu condannato a morte scappa in sud America dove combatte a
sostegno del Rio grande do sul. Nel 1842 sposa Anita Ribeiro da Silva. Egli fu chiamato
eroe dei due mondi perché le sue imprese in America e in Europa erano parlate. Partecipò
alla seconda guerra di indipendenza con la sua armata i Mille e anche alla terza guerra di
indipendenza morirà il 2 giugno 1882.
LA QUESTIONE ROMANA
La questione romana si basa prevalentemente sul principio di Cavour, libero stato in libera
chiesa..
Ora però l'esercito era impegnato sulla questione romana, annettere il Lazio al regno di
Italia. La città di Roma era considerata la naturale capitale di Italia, infatti possiamo notare
che la capitale del regno di Italia nel 1861 era Torino, nel 1865 fu spostata a Firenze ma
l'intento era quella di trasferirla definitivamente a Roma ciò accadde per far capire a
Napoleone 3 che L'obbiettivo non era più conquistare Roma. Ma i cattolici erano contrari di
attaccare Roma e il Papa. Nel 1867 Garibaldi stava marciando su Roma ma venne fermato
dal governo italiano venendo anche arrestato e viene sconfitto a Mattana. L'occasione
buona per conquistare Roma cadde quanto Napoleone 3 perse il potere nel 1870 perché
viene sconfitto a Sedan nella guerra Franco prussiana(la Francia perde Lorena e Lassarzia)
e quindi Roma perdeva il supporto della Francia. E così il governo italiano si affrettò ad
agire, Armando un esercito di Bersaglieri che colpirono Porta Pia aprendo una breccia, che
passò alla storia con il nome Breccia di Porta Pia (20 settembre 1870). Fu così che dopo 12
secoli il potere temporale dei papi venne concluso, infatti l'ultimo papa re fu Papa Pio IX.
Roma fu annessa All'Italia tramite un plebiscito e Roma ne divenne la capitale di questo
nuovo regno.
Nel 1871 ci furono dei cambiamenti nei rapporti tra stato e chiesa tramite una legge "legge
delle Guarentigie o delle garanzie, basata sul principio di Cavour libera chiesa in libero stato
(in queste legge si riconosce lo stato Vaticano Costituito da : Vaticano, laterano e castel
Gandolfo) lo stato italiano in cambio versava anche del denaro per supportare lo stato del
Vaticano e alla chiesa aspettava soltanto il potere religioso, ma papa Pio IX non era
d'accordo e si proclamò prigioniero in Vaticano, e con il termine Non Expedit proibí ai
cattolici di partecipare alla vita politica.
I PROBLEMI DELL'ITALIA POST UNITÀ
I deputati che formavano il Parlamento italiano si riunivano in due raggruppamenti politici
«Destra» e Sinistra. Alla destra sedevano i seguaci di Cavour, che erano liberali moderati,
alla sinistra i democratici, gli ex mazziniani e gli ex garibaldini. Dal 1861 al 1876 il regno
d'Italia fu governato dalla Destra, poi detta Destra storica per distinguerla dalle destre del
secolo successivo.
La Destra si trovò di fronte a un compito non facile, ma riusci a ottenere risultati importanti:
portò a termine l'unità territoriale del regno, conquistando il Veneto e Roma, diede all'Italia
un'unica legislazione e un sistema amministrativo unitario, creò un esercito e favori la
nascita di un mercato nazionale: le dogane furono abolite, la lira divenne la moneta
nazionale e fu esteso a tutta la penisola il sistema metrico decimale.
Nel 1868 fu introdotta una tassa sul macinato (cioè sulle farine) che, aumentava il prezzo del
pane e della polenta. Nel paese ci furono proteste e disordini e alle elezioni del 1876 la
Destra perdette la maggioranza. E fu eletto un capo di Sinistra, Agostino Depretis.
In politica interna l'Italia stava per migliorare grazie a De Pretis che aveva messo in atto
tante riforme tra cui eliminare l'analfabetismo, estendere il diritto di voto e migliorare il
contesto scolastico e molti miglioramenti furono fatti. Nel 1877 con la legge coppino la
scuola fu ampliata con asili e scuole elementari, aprendo anche scuole serali.
In politica estera l'Italia nel 1882 firmò la triplice Alleanza, nella quale si alleò con Germania
e Austria, anche se sembra una controversia firmare con l'Austria portò dei miglioramenti
All'Italia come lo sviluppo industriale.
Quando al governo salì Crispi nel 1889, fu introdotto un nuovo codice penale in cui veniva
sancita l'abolizione della pena di morte e la libertà di sciopero.
Crispi fece anche delle spedizioni in Africa per ampliare il dominio italiano ma fallì, e così
cadde il potere della sinistra e ci fu un periodo di crisi.
Nel 1861 l'Italia era fatta. Il nuovo stato aveva un unico re (Vittorio Emanue le II), un'unica
capitale (Torino) e un unico Parlamento; era monarchico, come volevano i moderati, e
unitario, come volevano i mazziniani.
Eppure c'erano grosse differenze fra regione e regione. Ognuno dei vecchi stati aveva le sue
leggi, il suo sistema di tassazione, le sue monete Si può dire che non esistesse nemmeno
una lingua comune, perché l'italiano era una lingua letteraria, usata solo dagli scrittori e dalle
poche persone colte, mentre la grande maggioranza degli Italiani parlava in dialetto.
Il governo risolse il problema politico estendendo a tutta la penisola lo statuto albertino che
divenne la nuova Costituzione del regno.
Nelle scuole però vi erano classi solo maschili e solo femminili, le miste non c'erano e
ognuna poteva contenere più di 60 alunni. Il programma variava in base al sesso del
bambino :
- per le donne imparavano a leggere e scrivere ma anche a cucinare a ricamare
- gli alunni di campagna e di città avevano libri di testo diversi
Nelle classi vi erano poi dei banchi di legno con sedie fisse, un calamaio dell'inchiostro per
scrivere con l'apposita penna e un astuccio. C'era un pallottiere, ovvero un aggeggio di
legno formato da 10 file di palline che scorrevano su dei fili e servivano per contare.
Vi era un apprendimento mnemonico basato su disciplina severa e tanto uso della memoria
spesso le lezioni dovevano essere imparate a memoria.