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La Rivoluzione Francese è quel complesso di eventi politici e sociali tra il 1789 e il 1799.

Alla fine del Settecento la monarchia francese era afflitta da una grave crisi finanziaria,
dovuta soprattutto dall'appoggio militare alla Guerra d'indipendenza americana, ma anche
dalle spese richieste nella Guerra dei Sette anni.
Per cercare di tirare fuori la Francia da questa crisi, il ministro Lomènie de Brienne suggerì
di tassare anche i nobili e il clero imponendogli la tassa sul latifondo, siccome questi erano
esclusi dal pagare le tasse.
Di fronte a questa crisi finanziaria il re Luigi XVI fu quindi costretto a convocare gli Stati
Generali, un’assemblea dove si riunirono i rappresentanti delle tre classi che costituivano la
società francese: nobiltà, clero e terzo stato. In questa assemblea i rappresentanti delle tre
classi potevano proporre nuove riforme o l’imposizione di nuove tasse. Tuttavia questo
andava sempre a sfavore del terzo stato, seppur composto dal 98% della popolazione,
perché la nobiltà e il clero, che seppur formavano solo il 2% della popolazione, avevano
proposte comuni e dunque erano sempre in maggioranza, siccome la votazione era su
stato e non su testa.

Il Terzo stato dunque si riunì autonomamente in un’assemblea, che prese il nome di


Assemblea Nazionale e nella Sala della Pallacorda i membri dell’Assemblea giurano
solennemente di non arrendersi finché non avrebbero dato al paese una Costituzione.
Il re tentò di bloccare l'azione dell'Assemblea, ma in seguito alla ribellione di Parigi del
1789 e quindi la Presa della Bastiglia (prigione e fortezza, simbolo del potere assoluto) fu
costretto a ritirare le truppe. La ribellione fu causata dalla mancanza di generi alimentari e
dall’aumento dei prezzi e fu portata avanti da artigiani, piccoli salariati e commercianti, riuniti
sotto il nome di sanculotti.
Dopo la presa della Bastiglia ci furono altre manifestazioni, come la marcia delle donne su
Versailles, dove un gruppo di contadine armate presero d’assalto la reggia e insistettero che
Luigi e Maria Antonietta si trasferissero da Versailles a Parigi, dove potessero essere
controllati. Il re e la regina non poterono rifiutare siccome la maggior parte delle guardie fu
uccisa.

Il clima di tensione aumentava sempre di più, sfociando nella cosiddetta Grande Paura. Tra
i contadini infatti si spargeva la voce che i nobili avessero ingaggiato mercenari per ucciderli.
Per questa “paura infondata” i contadini si armarono e presero d’assalto i castelli,
uccidendo i nobili.

L'Assemblea attuò diverse riforme come l’abolizione del Feudalesimo, delle


disuguaglianze fiscali, di tutti i privilegi della nobiltà, furono abbattute tutte le dogane
interne (libero commercio) e le corporazioni, e con la Costituzione civile del clero furono
confiscati tutti beni della Chiesa e la Chiesa fu assoggettata allo Stato, fino a rendere
elettive le cariche vescovili. L'Assemblea inoltre emanò la Dichiarazione dei diritti
dell'uomo e del cittadino, che sanciva i diritti di libertà politica, religiosa e di pensiero e
l’uguaglianza tra gli uomini e dunque aboliva la monarchia assoluta.
(La legge Chapelier del 1791 proibiva ai lavoratori di scioperare e di associarsi).
(Refrattari = quella parte del clero che si rifiutò di assoggettarsi allo Stato).

Il re, non volendo rinunciare al proprio potere, cercò di fuggire verso l’Austria sapendo che
l’unica salvezza poteva essere solo l’intervento di un altro esercito. Tuttavia il re fu fermato e
costretto a ritornare a Parigi.
Nel 1791 fu infine approvata la Costituzione, che sancì la nascita della prima monarchia
costituzionale francese, fondata sulla separazione dei poteri. Il potere di sancire le leggi
venne affidato ad un'Assemblea Legislativa, e questa era formata da una parte da uomini
favorevoli alla monarchia costituzionale, i foglianti, e da uomini più favorevoli alla repubblica
(sedevano a sinistra), i giacobini.

In seguito giacobini, sanculotti e cordiglieri (repubblicani) presero d’assalto il palazzo delle


Tuileries, dove risiedeva Luigi XVI. Dopo aver incarcerato il re furono indette le prime
elezioni dove solo i maschi oltre 25 anni di età potevano votare. La nuova Assemblea
divenne una Convenzione Nazionale, la quale sancì subito la fine della monarchia e la
nascita della Repubblica. Poco dopo il re fu condannato a morte per tradimento.

Con la morte del re, in Francia, iniziò un nuovo periodo, quello del Grande Terrore, durante
il quale furono uccisi migliaia di oppositori, sotto la guida di Maximilien Robespierre, leader
dei giacobini.

Tuttavia il governo di Robespierre fu considerato troppo pericoloso e quindi gli oppositori dei
giacobini riuscirono a raccogliere abbastanza voti da condannare Robespierre a morte. Con
la fine del Periodo del Terrore si aprì un nuovo periodo, quello del Termidoro, caratterizzato
da una politica più moderata. In seguito la nuova costituzione affidò il governo a un
Direttorio, composto da cinque membri, e il potere legislativo a un’Assemblea divisa in due
Camere.

Napoleone Bonaparte

Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio, in Corsica, nel 1769. Venne subito avviato dal
padre alla carriera militare, diventando in poco tempo sottotenente. In seguito si fece notare
durante la rivoluzione francese reprimendo il popolo della Corsica che chiedeva
l'indipendenza.
Nel 1796 gli venne affidata dal Direttorio la Campagna d'Italia, voluta per riacquistare
prestigio. Napoleone sconfisse piemontesi e austriaci, stabilendo poi la pace con il trattato
di Campoformio, con il quale concesse la Venezia e la Dalmazia all'Austria, mentre la
Francia prese il controllo del Belgio e della Lombardia.
Nel 1798 gli venne affidata la Campagna d'Egitto, con lo scopo di bloccare l'espansionismo
coloniale inglese. In Egitto Napoleone sconfisse l'impero ottomano nella battaglia delle
piramidi ma la flotta francese subì una pesante sconfitta da quella inglese, guidata
dall'ammiraglio Nelson. Napoleone, tornato in patria, venne comunque accolto come
trionfatore.
In seguito sconfisse i Borboni ma venne sconfitto dagli autro-russi. In Francia erano presenti
alcune rivolte ma nel 1799 con il colpo di stato del 18 brumaio da parte di Napoleone, il
direttorio venne abbattuto e istituito un consolato, formato da 3 consoli, dei quali Napoleone
è il primo.
Con la promulgazione dell'anno VIII Napoleone divenne console a vita e ottenne grandi
poteri: riformò la giustizia e l'amministrazione e firmò un concordato con Papa Pio VII, con il
quale la chiesa si mise al servizio del regime e nel 1804 si fece incoronare imperatore dei
francesi.
Nel 1805 la flotta francese guidata da Napoleone subì una pesante sconfitta da quella
inglese guidata dall'ammiraglio Nelson nella battaglia navale di Trafalgar. Napoleone
dunque capì che per sconfiggere l'eterna nemica avrebbe dovuto isolarla dall'Europa, infatti
impone un blocco continentale, con lo scopo di danneggiare l'economia inglese. In seguito
vinse una serie di battaglie: contro gli austro-russi, ad Austerlitz, i prussiani, invase il
Portogallo e la Francia e sposò Maria Luisa d'Austria, assicurandosi la pace con gli
austriaci.
Nel 1812 con una nuova Campagna, Napoleone intese invadere la Russia dello zar
Alessandro I. Tuttavia arrivato Mosca, trovò la città deserta e in fiamme e fu dunque
costretto a ritirarsi prima dell'inizio del terribile inverno. La ritirata però si rivelò un disastro e
solo pochissimi uomini riuscirono a ritornare in patria.
Nel 1814 Napoleone venne sconfitto a Lipsia, costretto ad abdicare ed esiliato all'isola
d'Elba. Nel 1814 venne convocato il Congresso di Vienna con lo scopo di ripristinare
l'ordine e l'equilibrio in Europa. Tuttavia nello stesso anno Napoleone riuscì a scappare e a
tornare in Francia dove riprese il potere per un periodo che durò solo 100 giorni, infatti
venne sconfitto nuovamente nella battaglia di Waterloo dall'esercito inglese ed esiliato
questa volta sull'isola di Sant'Elena, dove morì il 5 maggio 1821.

Restaurazione

Dopo aver sconfitto Napoleone a Lipsia le potenze vincitrici si impegnarono a ripristinare


l’ordine e l’equilibrio prima della rivoluzione, aprendo la cosiddetta età della Restaurazione
(1814-30). Nel 1814 venne convocato il Congresso di Vienna, su iniziativa del ministro
austriaco Klemens van Metternich, e vi parteciparono Inghilterra, Austria, Russia, Prussia e
Francia. (Venne convocato proprio a Vienna perché era il centro del potere asburgico che
per secoli aveva regnato sul Sacro Romano Impero. Un impero che aveva rappresentato un
simbolo in cui le monarchie offese da Napoleone si erano riconosciute).
Nel ridisegnare i nuovi confini europei ci si attenne al principio di legittimità, secondo il
quale il trono spettava ai legittimi sovrani deposti durante il periodo napoleonico, e al
principio di equilibrio, con lo scopo di non concedere ad alcun paese la supremazia
territoriale in Europa.
Al fine di mantenere l’equilibrio europeo Russia, Austria e Prussia stipularono la Santa
Alleanza, nel cui trattato venne inserito il principio di intervento, secondo cui le tre nazioni
sarebbero intervenute militarmente a reprimere ogni possibile insurrezione rivoluzionaria che
avrebbe potuto compromettere l'ordine internazionale. In seguito aderì anche la Gran
Bretagna e si formò la Quadruplice Alleanza.

Dopo il Congresso, tuttavia, non ci fu un periodo di stabilità ma dei moti rivoluzionari.


Infatti, contro il ritorno dell’assolutismo, voluto dalla Restaurazione, i giovani europei si
riunirono in società segrete costituite da intellettuali, piccoli imoprenditori, commercianti
(questi perché durante la rivoluzione furono avvantaggiati dalle riforme napoleoniche)
studenti e militari: furono loro i protagonisti delle rivoluzioni di questi anni.

Questi erano spinti da un pensiero liberale, che soseneva le aspirazioni della borgheia ad
avere un potere politico adeguato che rivendicava il diritto di ogni individuo a vivere libero al
riparo dagli abusi dello Stato.
In questo periodo fu importante anche il Romanticismo, una che esaltava il concetto di
nazione, che poi porterà al Risorgimento (insieme di eventi che portarono alla nascita di uno
Stato italiano unitario ; gli uomini erano mossi da un unico ideale).

I primi moti di rivolta scoppiarono in Spagna (ribellione a Cadice) e Portogallo nel 1820-21.
L’ondata rivoluzionaria si diffuse poi anche in Italia, dove insorsero il Regno delle due
Sicilie e il Piemonte. Tutti chiedevano ai sovrani delle Costituzioni, che garantissero i loro
diritti, e i sovrani, sentendosi minacciati, le concessero per un primo momento.
Successivamente intervenne la Santa Alleanza per ristabilire l’ordine e furono abolite tutte
le Costituzioni concesse e i vari moti rivoluzionari furono repressi con le armi.

L’unica rivoluzione del decennio che si concluse positivamente fu quella greca contro
l’Impero turco-ottomano, grazie anche all’intervento di Francia, Inghilterra e Russia (la
Russia era di religione ortodossa) che però le imposero un re assoluto.

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