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L’età della restaurazione

L’età della restaurazione

Di cosa parleremo
Sconfitto Napoleone a Waterloo, inizia l’età della Restaurazione e un
nuovo assetto d’Europa e d’Italia è sancito dal Congresso di Vienna.
Cambiano gli equilibri tra le potenze: Russia, Prussia e Austria danno vita
alla Santa Alleanza. In quasi tutti i paesi europei l’opposizione alle
monarchie restaurate si svolge in forme clandestine, attraverso le società
segrete.

Tavola cronologica
• 1814 Inaugurazione del Congresso di Vienna.
• 1815 Cento giorni di Napoleone. Battaglia di Waterloo. Nascita
della Santa Alleanza. Fucilazione di Gioacchino Murat.
• 1816 Sospensione dell’Habeas Corpus Act in Inghilterra.
• 1821 Morte di Napoleone.
1) Il ripristino dell’ancien régime
Il periodo storico che va dal Congresso di Vienna (1814-15) alla rivoluzione
di luglio in Francia (1830) è detto comunemente età della Restaurazione.

Dopo l’abdicazione di Napoleone, quasi tutti i sovrani europei che erano


stati spodestati dalle armate francesi ritornano sui loro troni. I re, le
vecchie aristocrazie e le alte gerarchie ecclesiastiche esercitano
nuovamente il loro tradizionale potere.

La rinnovata alleanza fra trono e altare conduce all’abolizione delle leggi


anticlericali emanate nel Settecento nello spirito del giurisdizionalismo.

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2) Il Congresso di Vienna
Lo scopo di tutte le potenze che si erano opposte vittoriosamente a
Napoleone è quello di ritornare alla situazione precedente alle sue
conquiste, aspirazione della quale si fa portavoce il principe di
Metternich, ministro dell’imperatore d’Austria.

Metternich propone alle quattro potenze – Austria, Prussia, Russia e


Inghilterra – di convocare a Vienna un congresso al quale avrebbero
partecipato tutti gli Stati europei, al fine di determinare un nuovo e più
duraturo equilibrio in Europa, tale da impedire che in futuro potessero
sorgere nuovi conflitti.

I Cento giorni di Napoleone. Il Congresso di Vienna si apre il 4 ottobre del


1814 e viene temporaneamente sospeso durante i Cento giorni del
ritorno di Napoleone. Infatti, nel febbraio del 1815 Bonaparte riesce a
fuggire dall’isola d’Elba e in marzo approda in Francia impadronendosi
della capitale. Organizza un esercito, ma viene definitivamente sconfitto
da inglesi e prussiani a Waterloo (18 giugno 1815), dopodiché è esiliato
nell’isoletta atlantica di S. Elena, dove muore il 5 maggio del 1821.

L’abilità di Talleyrand. Le decisioni più importanti del Congresso di


Vienna vengono prese dalle maggiori potenze vincitrici del conflitto
contro Napoleone: Inghilterra, Russia, Austria, Prussia. Un ruolo notevole
è svolto anche dalla Francia, grazie all’abilità del rappresentante di Luigi
XVIII, il visconte di Talleyrand, che riesce a limitare al minimo le perdite
territoriali del proprio paese e a far ritornare i Borbone sul trono di
Francia.

I principi del Congresso. Dai lavori congressuali scaturiscono quattro


principi fondamentali:

• il principio di legittimità, sostenuto da Talleyrand, in base al


quale si deve tenere conto dei diritti dei sovrani legittimi, che
erano stati spodestati dai loro troni durante la rivoluzione;

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• il principio dei compensi, per garantire un adeguato compenso
territoriale agli Stati defraudati di parte del loro territorio;
• il principio dell’equilibrio politico, mirato a creare, attorno alla
Francia, una serie di Stati-cuscinetto che devono frenare nuove
velleità espansionistiche;
• il principio di solidarietà tra le grandi dinastie, che si
impegnano a prestarsi reciproco soccorso nel caso di
sconvolgimenti dell’assetto europeo concordato a Vienna.
Quest’ultimo principio costituisce il motivo ispiratore del patto
della Santa alleanza (1815).
3) La Santa Alleanza
La Santa Alleanza nasce nel settembre del 1815 per iniziativa dello zar
Alessandro I e vi aderiscono le maggiori potenze europee (Austria, Prussia
e Russia).

Alla Santa Alleanza non partecipano l’Inghilterra (sospettosa nei confronti


di quello che considera uno strumento per accrescere l’influenza russa in
Europa) né tantomeno il papa, che non vede di buon occhio lo strano
legame tra un sovrano cattolico (l’imperatore austriaco), uno protestante
(il re di Prussia) e uno ortodosso (lo zar).Secondo la formulazione dello
zar, «i sovrani devono solidarizzare per conservare i loro troni e per
proteggere, come divini pastori, il gregge dei loro sudditi».

Ma le motivazioni dello zar non sono esclusivamente di ordine religioso,


partono da considerazioni di ordine politico più spicciole.L’alleanza, che
sostanzialmente stabilisce un accordo di solidarietà tra Russia, Prussia e
Austria, verrà utilizzata soprattutto da Metternich come strumento
repressivo contro i tentativi di sovvertire l’assetto interno dell’impero
austriaco privo di fondamento nazionale, essendo costituito da una
pluralità di popolazioni diverse (tedeschi, ungheresi, cechi, slovacchi, slavi
del sud, rumeni e italiani). Con la Santa alleanza viene allora stabilito
il principio dell’intervento.

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4) Il nuovo assetto dell’Europa e dell’Italia
Ecco come si presenta l’Europa uscente dal Congresso di Vienna:

• l’Austria riacquista tutti gli antichi possedimenti e il territorio


del Lombardo-Veneto. L’imperatore d’Austria assume la
presidenza della Confederazione germanica;
• l’Inghilterra ha Malta, le isole ionie, il Sud Africa e il Ceylon, ex
colonie olandesi;
• la Prussia ottiene la Sassonia e qualche altro territorio sulle
rive del Reno;
• la Russia ha gran parte della Polonia, la Finlandia e la
Bessarabia;
• la Francia, con Luigi XVIII, ritorna ai confini precedenti al 1789;
• l’Olanda insieme agli ex Paesi Bassi austriaci diviene il regno
deiPaesi Bassi sotto la corona di Guglielmo d’Orange;
• la Svezia, sotto Bernadotte ha la Norvegia (ex danese);
• la Danimarca riceve il Lauenburg (o Pomerania svedese);
• la Svizzera diviene una confederazione neutrale.
L’assetto dell’Italia. L’Italia, dopo il 1815, ritorna sotto le vecchie dinastie:

• il Lombardo-Veneto (con Venezia) torna all’Austria e viene


amministrato da un viceré;
• il regno di Sardegna, assegnato a Vittorio Emanuele I di Savoia,
viene ingrandito con i territori dell’ex repubblica di Genova;
• il granducato di Toscana è assegnato a Ferdinando III
d’Asburgo- Lorena;
• il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla è attribuito alla
moglie di Napoleone, Maria Luisa d’Austria;

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• il ducato di Modena e Reggio è assegnato a Francesco IV
d’Este;
• la repubblica di San Marino vede riconosciuta la sua secolare
indipendenza;
• lo Stato Pontificio rimane sotto il controllo del papato (con Pio
VII);
• il regno delle due Sicilie (ex regno di Napoli) continua a essere
retto da un Borbone, Ferdinando I (già Ferdinando IV).
Gioacchino Murat. A proposito della storia di quest’ultimo regno, va
ricordato che nel 1808 Napoleone affida a suo cognato Gioacchino
Murat il regno di Napoli. Comandante della cavalleria napoleonica nella
campagna di Russia del 1812, Murat una volta tornato a Napoli, nel 1813,
tradisce Napoleone stringendo un accordo con l’Austria per conservare il
regno.

Questa situazione causa un comprensibile imbarazzo nelle potenze riunite


a Vienna dal momento che Murat, nonostante sia rimasto al potere grazie
al tradimento nei confronti dell’imperatore, è pur sempre un usurpatore
sul trono del sovrano legittimo, Ferdinando IV, e la sua presenza è in
contraddizione con il principio di legittimità che era stato tra i criteri
ispiratori del congresso. Ci pensa lo stesso Murat a togliere le potenze
dall’imbarazzo quando, nel 1815, durante i Cento giorni del Bonaparte,
cambia di nuovo bandiera per riaccostarsi a Napoleone.

La sconfitta dell’imperatore segna la fine politica anche di Murat che,


catturato dai Borbone in quello stesso anno, viene fucilato.

5) Le nazioni europee nei primi anni della Restaurazione

Francia. Luigi XVIII svolge un’azione moderatrice: non revoca le confische


rivoluzionarie ai danni della nobiltà e del clero né abroga il Codice
napoleonico.

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Il re rimane sovrano assoluto e la Carta costituzionale, in quanto
«concessa» da lui stesso, potrebbe presumibilmente essere abolita; in
pratica, però, vengono stabilite delle istituzioni rappresentative. Non si
può parlare, tuttavia, di struttura democratica, e anche il corpo elettorale
è molto ristretto. Contro il regime di Luigi XVIII, considerato blando,
cominciano a tramare i sostenitori più oltranzisti della monarchia (più
realisti del re) e i più fanatici tra loro scatenano il cosiddetto terrore
bianco, perseguitando e uccidendo coloro che hanno partecipato alla
rivoluzione o appoggiato Napoleone.

Austria Germania e Prussia. In Austria la Restaurazione assume le forme


della repressione più aspra. Metternich si serve dell’apparato burocratico
e poliziesco per ripristinare l’autorità assoluta dell’imperatore e
schiacciare ogni velleità autonomistica delle diverse etnie dell’impero.

Nella Confederazione germanica e in Prussia vengono aboliti tutti gli


ordinamenti costituzionali introdotti precedentemente dai francesi.

Russia. Nello Stato zarista il misticismo di Alessandro I ha alimentato


diverse speranze in una politica di riforme, soprattutto dopo che lo zar ha
concesso una modesta autonomia alla Polonia. In realtà, anch’egli
governa con metodi dispotici e figura tra i principali sostenitori della
politica di intervento contro i rivoluzionari europei.

Inghilterra. Nel regno britannico il potere è inizialmente detenuto


dai tories (conservatori), guidati da Castlereagh. Anche questo Stato è
percorso da una ventata repressiva, che si manifesta con la sospensione,
nel 1816, dell’Habeas Corpus Act, la legge anglosassone di antichissima
origine in base alla quale la polizia è tenuta, entro breve tempo, a portare
dinanzi all’autorità giudiziaria gli arrestati, comunicando i motivi
dell’arresto. Tuttavia, con l’avvento al potere dei tories più liberali,
l’Habeas Corpus viene ripristinato e l’Inghilterra prende le distanze dalle
politiche repressive degli Stati della Santa alleanza.

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Italia. In territorio italiano, soprattutto dopo i moti del 1820-21, la
Restaurazione è condotta con particolare severità, non soltanto nei
domini austriaci diretti, ma anche nel resto della penisola, nella quale
alcuni Stati sono governati da dinastie legate strettamente all’Austria (il
ducato di Modena e Reggio e il più liberale granducato di Toscana).

Nel regno di Sardegna vengono cancellate le innovazioni introdotte nel


periodo napoleonico ed è ristabilito il potere ecclesiastico.

Lo Stato Pontificio, dopo i vani tentativi riformistici del cardinale Consalvi,


continua ad essere dominato dai principi romani, grandi proprietari di
terre, i quali gestiscono i loro possedimenti in maniera ancora feudale.

Nel regno delle due Sicilie, a una feroce persecuzione poliziesca scatenata
da Ferdinando I attraverso il primo ministro, principe di Canosa, segue,
dopo qualche anno, una politica più moderata condotta da un nuovo
ministro, Luigi de’ Medici.

6) Le sette segrete

Il sistema repressivo e conservatore della Santa alleanza costringe gli


oppositori del regime politico a riunirsi in società segrete. Alle società
segrete (o sette) si affiliano elementi sia democratici che liberal-
democratici e per molto tempo i termini «democrazia», «liberalismo» e
«nazionalismo» finiscono quasi per identificarsi.

Gli affiliati delle sette sono soprattutto giovani borghesi e militari, ma


anche alcuni nobili.

La più antica e importante società segreta è la Massoneria (da free-


masons, «liberi muratori»).

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In questo periodo nascono anche altre sette minori, tra le quali
i Comuneros in Spagna, la Società patriottica nazionale in Polonia,
l’Eteria in Grecia, il Burschenschaft («Società dei giovani») in Germania,
la Società del Nord e la Società del Sud in Russia.

La più importante società segreta italiana è la Carboneria, così


denominata perché deriva i propri rituali dal mestiere dei carbonari. I
nuovi iscritti vengono chiamati apprendisti, mentre il grado successivo è
quello di maestri. Per garantire la sicurezza dei membri, chi aderisce alla
setta non conosce i nomi dei capi, né quelli degli altri membri, ma
neppure la loro linea di condotta politica. Le sette segrete svolgono un
ruolo predominante nello scoppio dei moti del 1820-21 e del 1830-31.

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