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Dal Sistema europeo alla Comunità mondiale

Volume I

Capitolo VI, 1815-1830

1. IL CONGRESSO DI VIENNA

Nel 1814 ne segnarono le premesse l’alleanza antifrancese di Chaumont (9 Marzo) e il primo


trattato di pace di Parigi (30 Maggio) con la restaurazione della monarchia legittima di Luigi
XVIII. Non si volle comunque imporre alla Francia un’indennità di guerra e le furono lasciati
territori maggiori rispetto all’inizio della rivoluzione.

Il Congresso fu caratterizzato da:

• La presenza dei rappresentanti di tutti gli Stati europei.


• Le azioni di disturbo di Svezia , Portogallo e Spagna.
• L’intento delle quattro vincitrici di gestirlo in forma esclusiva.
• La contrapposizione di interessi tra Inghilterra - Austria e Prussia – Russia.
• L’offensiva diplomatica francese ad opera di Talleyrand.

I rappresentanti furono Castlereagh per l’Inghilterra, Metternich per l’Austria, Hardenberg e


Humbolt per la Prussia, Nesselrode per la Russia (appoggiato da Alessandro I), Talleyrand per la
Francia.
Il 3 Gennaio Austria, Inghilterra e Francia Giunsero a firmare un’alleanza segreta, in seguito il 9
Giugno fu siglato “l’Atto Finale” del congresso.

2. L’ASSETTO EUROPEO

• Fu istituito un Regno dei Paesi Bassi (Province Unite + Paesi Bassi austriaci).
• fu creata la cosiddetta “Prussia renana” presidiata dalle forse Prussiane.
• la Confederazione Elvetica fu rafforzata.
• venne annesso al Regno di Sardegna il territorio dell’ex Repubblica di Genova.
• fu istituito un Regno di Polonia la cui corona fu affidata allo zar e la Galizia ceduta
all’Austria e la Posnania alla Prussia.
• Fu costituita la Confederazione tedesca di 38 stati.
• In Italia il ducato di Parma e Piacenza fu affidato a Maria Luisa d’Asburgo, quello di
Modena e Reggio agli Asburgo d’Este, quello di Toscana agli Asburgo-Lorena e il Regno
Lombardo Veneto all’Austria.

Vi furono le eccezioni di staterelli del Sacro Romano Impero e repubblica di Venezia.


3. RISVOLTI EXTRA-EUROPEI

L’insurrezione delle colonie Spagnole in America era già in atto e questo fu un colpo fatale per la
ormai ex potenza Spagnola, l’Olanda si rafforzò in Europa ma perse numerose colonie ad opera
dell’Inghilterra, lo zar dal canto suo non riuscì a prendere la guida delle potenze marittime medie.
La collaborazione fra Francia e Inghilterra portò all’abolizione della tratta degli schiavi.

4. SANTA ALLEANZA E QUADRUPLICE ALLEANZA

L’iniziativa della Santa Alleanza fu di Alessandro I e coinvolse i sovrani di Austria , Prussia e


Russia:

• Fu stipulata “in nome della Santissima Trinità” per proteggere la religione , la pace e la
giustizia.
• Teneva aperte le porte ad altri stati (Stati Uniti e Svizzera) ma le chiudeva ad altri (Impero
Ottomano).
• Provocò reazioni simili in Castlereagh (“manifestazione di sublime misticismo e assurdità”)
e in Metternich (“un monumento vuoto e sonoro”), ma quest’ultimo vi aderì comunque.

A questa alleanza l’Inghilterra contrappose un rinnovamento del trattato di Chaumont, la


Quadruplice Alleanza:

• Tradizionalmente essa impegnava le quattro grandi potenze contro la Francia.


• Ma faceva per la prima volta assumere un tale impegno in tempo di pace e introduceva la
norma della diplomacy by conference (ovvero che si tenessero regolarmente delle
conferenze tra i rappresentati dei quattro stati).
• Fu fatto firmare alla Francia un nuovo trattato di pace che imponeva cessioni territoriali,
un’indennità di guerra , l’occupazione dei territori a nord e l’istituzione a Parigi di una
conferenza di controllo.

5. L’AUSTRIA DI METTERNICH E IL PRINCIPIO DI INTERVENTO (1815-1822)

La collaborazione con la Francia continuò fino alla conferenza di Aix-Chapelle del 1818 in cui
furono risolti gli ultimi problemi riguardo alla nazione sconfitta, a questo punto si iniziò a ragionare
sulla conservazione della Quadruplice:

• Il 12 Ottobre in un protocollo fu ufficialmente esclusa la Francia.


• Castlereagh e Alessandro I furono impegnati rispettivamente da problemi interni (crisi
Irlandese) e da un’evoluzione spirituale irreversibile.
• Metternich realizzò una sintesi ambigua ma riuscita, sfruttando anche le crisi di popoli quali
quella avvenuta in Germania nel 1819 (cessione di costituzioni da parte di sovrani della
Germania occidentale).

A questo punto fu convocata a Carslsbad una conferenza in cui fu riconosciuto il principio di


intervento all’interno della Confederazione che fu approvato anche dallo stesso Castlereagh.
Nel 1820 però la situazione precipitò quando lo zar si dichiarò intenzionato ad applicare il principio
alla Spagna insorta contro FerdinandoVII di Borbone, su questo punto il ministro inglese si trovò in
totale disaccordo poiché la Quadruplice “intendeva prendere precauzioni contro una rivoluzione
militare più che contro i principi democratici” e anche perché la Spagna era distante dalla zona
centrale d’Europa considerata critica.
In seguito a moti rivoluzionari nel Regno di Sardegna e del Regno delle due Sicilie fu convocata
una conferenza a Troppau in cui il principio di intervento fu esteso anche al di fuori della
Confederazione prendendo così una validità generale.
Nel 1822 a Verona l’Inghilterra si dissociò mentre al Francia accettò e intervenne in Spagna nel
1823.

6. LE SFIDE PERIFERICHE DEL SISTEMA: L’INDIPENDENZA DELL’AMERICA LATINA

Nel secondo impero coloniale del mondo il movimento per l’indipendenza scoppiò alla fine del
XVIII secolo e si aggravò con la conquista della Spagna da parte della Francia.
Nel 1820 il governo di Madrid di fatto non fu in grado di inviare truppe e l’esistenza di colonie
indipendenti dal Messico all’Argentina divenne realtà e nel 1822 gli Stati Uniti giunsero a
riconoscere de facto le colonie per poi enunciare definitivamente la dottrina Monroe.
Il ministro degli esteri Inglese Canning decise dal canto suo che se non era in grado di ostacolare il
principio d’intervento in Europa l’avrebbe fatto oltreoceano, non fu infatti di certo l’enunciazione
della dottrina Monroe a fermare le potenze Europee quanto la potenza della marina britannica che
collaborò con quella Statunitense fino a quando questa non fu in grado di reggersi da sola.

7. LE SFIDE PERIFERICHE DEL SISTEMA: L’INDIPENDENZA DELLA GRECIA

Nato con la fondazione ad Odessa della società segreta Eteria, il movimento indipendentista greco
iniziò a promuovere un’azione insurrezionale.
Questa situazione pose Alessandro I di fronte ad un dilemma, se mantenere fede alla politica di
intervento o aiutare i fratelli cristiano-ortodossi.
D’altro canto era negli interessi dell’Inghilterra che l’Impero Ottomano non si sgretolasse per
impedire alla Russia di ottenere un vantaggio nei Balcani e quindi nel controllo degli stretti.

• Nel 1824 lo zar propose una conferenza fra le grandi potenze alla quale l’Inghilterra si
oppose, mentre Alessandro I si preparava a muovere guerra alla Turchia fino però alla sua
morte nel 1825.
• Intanto i greci conquistarono la Morea ma furono respinti dal pascià d’Egitto Memet Alì.
• Nel 1827 a Londra Inglesi e Russi con la mediazione dei Francesi imposero un armistizio a
greci e turchi in seguito ad un blocco navale.
• Un incidente nella baia di Navarino causò lo scontro tra le due flotte con lo scontato
affondamento di quella turca, la Russia colse l’occasione e rispose all’attacco nei principati
danubiani di Moldavia e Valacchia mentre Francia e Inghilterra si occuparono di gestire il
problema greco portando alla creazione di uno stato autonomo (Poros, 1828) e infine di una
monarchia costituzionale indipendente (1830).

In definitiva era stata attuata una politica di intervento “dalla parte opposta” ovvero in favore degli
insorti.
Capitolo VII, 1830-1849

Le sfide al sistema europeo in questo periodo si rivolgono dalla periferia al centro a causa
dell’azione congiunta di liberalismo e nazionalismo, l’Europa si trova così divisa a metà: quella
occidentale composta da Francia e Inghilterra e quella orientale composta da Austria, Prussia e
Russia.

1. LE SFIDE CENTRALI AL SISTEMA:LA RIVOLUZIONE DI LUGLIO

Nonostante la sconfitta la Francia grazie a Talleyrand poté giocare un ruolo di primo piano nella
politica europea e infatti nel 1830 Carlo X occupò Algeri cavalcando un’opinione pubblica
favorevole e tentando in cambio di restringere le libertà concesse nel 1814.
Questo causò in Luglio una rivoluzione che depose l’ultimo sovrano legittimo in Francia, il
principio di intervento non venne però applicato:

• L’Austria si rifiutò di intervenire sul territorio di una grande potenza.


• Wellington portò l’Inghilterra in una posizione di attesa non considerando l’evento
particolarmente grave.
• Nicola I espresse invece la sua volontà a voler agire subito.

La rivoluzione si risolse da sé portando al trono Luigi Filippo d’Orleans che rassicurò le potenze
reintroducendo la charte di Luigi XVIII ed esprimendo una dottrina del non intervento, questo portò
Wellington a riconoscere immediatamente il nuovo regime francese.

2. LE SFIDE CENTRALI AL SISTEMA: LA RIVOLUZIONE BELGA

Nello stesso Luglio le province belghe si ribellarono al Regno dei Paesi Bassi.

• Prussia e Russia aderirono al principio di intervento.


• Metternich fece sapere che non avrebbe impegnato forze austriache troppo lontano
dall’Impero.
• Luigi Filippo fece sapere che non sarebbe intervenuto a patto che nessuna potenza avesse
soccorso il sovrano olandese.
• Il governo Inglese optò per una soluzione internazionale del problema grazie alla
mediazione di Talleyrand.

Con la conferenza di Londra del 20 novembre le potenze accettarono di riconoscere lo Stato


belga, la neonata assemblea costituente scelse una monarchia costituzionale mentre l’Inghilterra si
preoccupò di stabilire che il nuovo sovrano non sarebbe dovuto appartenere a una casa regnante
delle grandi potenze.
Luigi Filippo declinò così l’offerta per il figlio e il trono andò a Leopoldo di Sassonia Coburgo, non
accettando il re d’Olanda la situazione Francia e Inghilterra si videro costrette ad intervenire
riconfermando , come nel caso greco, il rovesciamento di termini del principio di intervento.
3. LA “NUOVA SANTA ALLEANZA” ALL’OPERA NELL’EUROPA CENTRO-ORIENTALE

I disordini si diffusero nella Confederazione tedesca ma Metternich reagì facendo firmare un


“protocollo in sei articoli” per ribadire le norme di condotta, nel frattempo nel nord della
Germania nasceva un’unione doganale (Zollverein).

Anche in Italia scoppiarono disordini in particolare nel ducato di Modena che furono però presto
soppressi dall’Austria a causa di un mancato intervento di Luigi Filippo che preferì rinunciare ad
estendere la propria influenza nella penisola per non favorire in patria lo sviluppo del movimento
bonapartista, nel 1832 in ogni caso la Francia contro-occupò Ancona.

Nel 1831 la Polonia, che aveva una grossa importanza strategico militare per la Russia, proclamò la
sua indipendenza ma la “Nuova Santa Alleanza” riconfermò il principio di intervento e lo zar si
impose di nuovo nel paese. Tra le tre potenze furono quindi siglati nel 1833 due accordi a
Munchengratz, sul mantenimento dello status quo nell’Impero Ottomano e sulle garanzie
territoriali in Polonia, e un accordo a Berlino che riconfermò il sistema della Restaurazione.

4. LE TRASFORMAZIONI DELL’EUROPA OCCIDENTALE

Francia e Inghilterra trovarono in questo periodo modo di collaborare nella penisola iberica, e fu
così che Palmerston al Foreing Office si accordò con la monarchia Orleanista per sostenere il
costituzionalismo nella penisola opponendosi in pratica alla Santa Alleanza.
L’Inghilterra fu mossa da una concomitanza di interessi e principi mentre la Francia dalla volontà
del sovrano di non inimicarsi le sinistre, le due nazioni si scontrarono comunque in Spagna
sostenendo rispettivamente le fazioni dei moderados e dei progresistas.

A complicare ancor di più la stabilità della “prima intesa cordiale” si aggiunsero la crisi egiziana e
quella dei “matrimoni spagnoli”, la Francia dal canto suo rinunciò al ruolo di grande potenza
liberale assistendo immobile alla guerra civile Svizzera in cui interferì solamente l’Inghilterra a
favore del “Bundestaat” dei cantoni progressisti.

Le due potenze portavano avanti due idee differenti anche per quanto riguarda la penisola italiana,
Palmerston sosteneva una soluzione con riforme amministrative che facessero da presupposto a
riforme politiche mentre Guizot sperava solo nelle prime, fu l’Inghilterra infine ad uscire vincente
dalla sfida per l’influenza nella penisola.

5. LE QUESTIONI EGIZIANE, 1830-1841

Memet Alì riprese le forze iniziò una rapida espansione verso la Siria e l’Anatolia, lo zar reagì
inviando un corpo di spedizione sugli stretti e imponendo il trattato di Unkiar Skelessi, così
facendo il governo russo voleva mettersi in condizione di controllare il passaggio per il mar
Mediterraneo.
Fu così che la politica inglese nell’Oriente europeo subì uno scacco.

Nel frattempo in Francia la causa del pascià fu presa in simpatia dall’opinione pubblica e il re si
preparò ad estendere la sua influenza nel mediterraneo orientale, quando Palmerston si vide rifiutare
la richiesta di cessare il supporto ad Alì si mosse rapidamente ricostituendo l’antico fronte
antifrancese (Austria, Russia, Prussia, Inghilterra).
Luigi Filippo si trovò costretto a desistere e firmò la convenzione degli stretti che chiuse il
passaggio alle navi da guerra di qualsiasi potenza, fu questo uno dei capolavori diplomatici di
Palmerston.

6. LE RIVOLUZIONI DEL 1848, LA PRIMA FASE

Il 25-27 febbraio in Francia una nuova rivoluzione portò al potere la Seconda Repubblica che
sembrava intenzionata nuovamente ad “esportare “ la rivoluzione, il capo di governo provvisorio
Lamartine con una dichiarazione ai governi europei fece sapere che la “Repubblica francese si
sarebbe sentita in diritto di intervenire per proteggere eventuali svolte liberali nel continente”.

La rivoluzione divampò presto in altra zone d’Europa:

• In Germania i patrioti organizzarono le elezioni del parlamento di Francoforte che


sostituisse la dieta di confederazione.
• Nell’Impero fu allontanato Metternich, a Budapest fu costituito un governo nazionale e a
Praga un movimento rivendicò l’ufficialità della lingua ceca.
• In Italia si sviluppò l’idea che fosse necessaria un’unione doganale tra gli Stati, nel
Lombardo-Veneto le sollevazioni armate (18-22 marzo, cinque giornate di Milano)
furono appoggiate da Carlo Alberto che diede il via alla prima guerra di indipendenza.

Fu a questo punto che su richiesta dell’Austria l’Inghilterra intervenne diplomaticamente (Lord


Minto) per favorire una soluzione nella penisola e prese in considerazione l’idea di cedere al Regno
di Sardegna la Lombardia e il Veneto, la Francia decise quindi di collaborare.

7. LA ROTTURA DEL FRONTE RIVOLUZIONARIO

Nella seconda parte dell’anno i movimenti rivoluzionari iniziarono ad incrinarsi:

• In Francia una rivoluzione parigina fu duramente soppressa dalla guardia nazionale, ciò
favorì l’ala conservatrice e orleanista dissipando in Europa lo spettro di una potenza pronta
ad intervenire in favore dei rivoluzionari.
• In Italia la riorganizzazione del generale austriaco Radetzki e le sua conseguente vittoria a
Custoza ruppero il fronte rivoluzionario e il re sabaudo si ritrovò a combattere da solo
contro l’Impero che con la salita al potere del principe di Schwarzenberg risolse i problemi
interni.
• Anche in Germania la rivoluzione perdette terreno.

Infine in Francia venne eletto presidente il principe Luigi Napoleone Bonaparte.

8. LA RISCOSSA CONSERVATRICE IN ITALIA, GERMANIA E UNGHERIA

In Italia nel 1849 a Roma e Firenze vennero proclamate delle repubbliche, mentre in Piemonte fu
presa la decisione di continuare le ostilità che si conclusero però con la sconfitta di Novara,
l’armistizio di Vignale e l’abdicazione di Carlo Alberto in favore di Vittorio Emanuele, era infatti
venuto a mancare l’appoggio delle due grandi potenze occidentali che non consideravano più
favorevole la situazione nel nord della penisola.
In poco tempo furono represse anche le insurrezioni in Sicilia e a Firenze da parte degli austriaci,
mentre la questione romana, che aveva sollevato il problema internazionale del Papa, fu risolta dai
francesi per accontentare gli ambienti cattolici.

Il parlamento di Francoforte nel frattempo si divise tra i sostenitori di una “piccola Germania”
(senza Austria) e una “grande Germania” (con l’Austria), furono i primi a prevalere ma l’iniziativa
di unificazione fallì quando il re di Prussia Federico Guglielmo IV rifiutò la corona di sovrano di
Germani perché troppo legato alla concezione legittimistica del potere.

L’Impero asburgico fu costretto invece a chieder aiuto alla Russi per risolvere la situazione
Ungherese e nell’estate del 1849 lo zar occupò l’Ungheria con un esercito di 150.000 uomini
ponendo definitivamente fine alle rivoluzioni di quel periodo.

Capitolo VIII, 1849-1871

In questo periodo si concentrano i maggiori conflitti armati del secolo, avvengono anche due
importanti eventi come l’unificazione Italiana e quella Tedesca.

1. LA SECONDA RESTAURAZIONE

La ripresa delle forze conservatrici presenta inconvenienti rispetto a quella del 1815 quali il non
poter avere il significato di un rifiuto nei confronti di una rivoluzione sconvolgente che in effetti
non c’è stata, e la scarsa omogeneità. Vi sono inoltre 4 situazioni particolari:

• La Francia in cui regna una repubblica che si prepara a cedere il posto ad un Secondo
Impero con la conseguente politica destabilizzante per ritrovare l’egemonia nel continente
tramite la politica delle nazionalità.
• L’Inghilterra dopo aver subito negli anni trenta un’epocale svolta istituzionale si trova a
dover fronteggiare la ripresa di forze francese e il ripresentarsi della questione d’Oriente a
causa della Russia.
• Il Regno di Sardegna, pur essendo un’eccezione modesta, è l’unico ad aver conservato la sua
costituzione, lo Statuto Albertino.
• Infine in Prussia nonostante il fallimento del parlamento di Francoforte rimane aperta la
questione nazionale che vede la potenza prendere sempre più vantaggio sull’Austria.

2. LA RUSSIA E LA RIPRESA DELLA QUESTIONE D’ORIENTE: LA GUERRA DI CRIMEA

La Russia dello Zar Nicola I era stata nel 1848 la sola potenza a mantenersi immune da ogni
movimento interno, arrivando addirittura nel 1849 ad intervenire militarmente in Ungheria, eppure
lo stesso zar fu in buona parte responsabile dello sgretolamento dell’edificio della seconda
restaurazione.
Il prestigio derivato dall’intervento in Europa centrale lo indusse a riprendere la pressione
sull’Impero Ottomano, dando per scontato il benestare dell’Austria egli riteneva che la Prussia non
si sarebbe mossa non considerandosi interessata e che la Francia di Napoleone III avrebbe dato la
precedenza alle questioni interne di legittimazione del potere, l’Inghilterra infine da sola non
avrebbe potuto opporsi militarmente via terra all’esercito dello zar.

Nicola I avviò dunque una politica di pressione diretta inviando nel 1853 la missione Menscikov a
Costantinopoli per proporre al sultano un’alleanza simile ad un protettorato, decise anche di
proporre all’Inghilterra una spartizione dell’Impero (principati danubiani alla Russia ed Egitto
all’Inghilterra).
Allo scadere dell’ultimatum l’esercito russo invase i principati danubiani e Napoleone III si schierò
a fianco dell’Inghilterra per contrastarlo.

Gli inglesi erano intenzionati a contenere l’espansione russa verso il mediterraneo, i francesi
volevano ingraziarsi il partito clericale e portare avanti la politica delle nazionalità sollevando la
questione dello Stato nazionale romeno.
Nel 1854 Inghilterra e Francia presentarono un ultimatum alla Russia che sfociò nella guerra di
Crimea durante la quale si registrò un impegno diplomatico ben superiore a quello militare.

Per procurarsi alleati scartate le neutrali Svezia e Prussia le potenze occidentali si concentrarono
sull’Austria che si trovò divisa tra il mantenimento della “fedeltà conservatrice” alla Russia e il più
antico bisogno di contenere l’espansione dello zar nei Balcani.
In un primo momento l’Austria si propose come mediatrice auspicò nel 1854 l’accettazione da parte
delle potenze dei 4 punti di Vienna:

1. ristabilimento dei rapporti tra Russia e Turchia nel contesto di una revisione della
Convenzione degli stretti del 1841.
2. rinuncia della Russia a esercitare un’influenza preminente nei principati danubiani.
3. rinuncia della Russia ad esercitare il suo protettorato religioso sulle popolazioni cristiano-
ortodosse dell’Impero Ottomano.
4. regolamentazione internazionale della navigazione sul basso Danubio.

I punti furono respinti dalla Russia e a fine anno l’Austria stipulò un’alleanza con Francia e
Inghilterra, nel 1854 nonostante la preoccupazione di Vienna per la situazione in Italia il ministro
britannico a Torino propose al Regno di Sardegna di partecipare al conflitto e il 22 dicembre in un
accordo austro-francese Napoleone III si impegnava ad impedire che in Italia fosse minata l’autorità
austriaca.

Agli inizi del 1855 Inghilterra e Francia siglarono l’alleanza con il Regno di Sardegna e così una
potenza media entrò per la prima volta in un conflitto internazionale, e infine anche l’Austria si
decise a porre un ultimatum alla Russia che dovette porre fine alle ostilità.

3. IL CONGRESSO DI PARIGI E LA SCOMPARSA DEL SISTEMA INTERNAZIONALE

Nei primi mesi del 1856 si tenne una conferenza di pace a Parigi per dare un assetto alla questione
d’Oriente, ma che accolse anche questioni diverse e che portò essenzialmente all’accettazione dei 4
punti di Vienna:

• l’autonomia dei principati fu riconosciuta che furono unificati soltanto nel 1859 per porre le
basi della creazione dello Stato nazionale romeno.
• L’inserimento nel trattato di un articolo riguardante la “neutralizzazione del Mar Nero” non
tolse solo alla Russia l’ultimo strumento per esercitare pressione sulla Turchia ma impedì
per la prima volta ad una grande potenza di tenere navi da guerra lungo le proprie coste.
La guerra di Crimea segnò la rottura dell’alleanza conservatrice e la fine del mito della potenza
militare russa, dal canto suo l’Impero ottomano aveva ottenuto la riconferma della sua unità
territoriale.

L’Inghilterra ne uscì vincitrice ma dimostrò di non essere militarmente e diplomaticamente


superiore all’alleata Francia, il Secondo Impero tornò infatti a svolgere un ruolo centrale in Europa
riuscendo a stabilire buoni rapporti con la Russia e a riprendere la guida del problema italiano.

La Prussia si limitò al ruolo di interlocutore in quanto voleva evitare di essere la causa del totale
crollo del sistema della seconda restaurazione, in questo senso fu proprio l’Austria a svolgere un
ruolo chiave essendo la causa della definitiva rottura dell’alleanza conservatrice.

4. IL RPOBLEMA ITALIANO NELLA POLITICA EUROPEA, 1856-1859

Nonostante grandi potenze come l’Inghilterra e la Francia abbiano preso atto del problema italiano
esse non lo intendono in senso unitario ma piuttosto come un problema di malgoverno di certi stati
regionali, e così sembrò fare nei primi tempi anche il Regno di Sardegna.

I principali sforzi di Cavour furono indirizzati per trovare una grande potenza in grado di fornire
l’indispensabile aiuto militare, e decise infine di rivolgersi al Secondo Impero confermando l’idea
che l’Italia non avrebbe potuto farsi da sola anche se:

• Fu determinante la politica del Piemonte nella penisola che portò Napoleone III a siglare un
accordo di fatto.
• Fu rilevante la parte svolta dal movimento delle “sinistre risorgimentali” mazziniane e
garibaldine, fu infatti la spedizione dei Mille a creare le condizioni per una decisione
tendente all’unità nazionale.

Il Regno di Sardegna si era guadagnato il titolo di “media potenza” grazie allo sviluppo economico,
all’industrializzazione, alla conquista di un ruolo principale nella penisola e alla partecipazione alla
guerra di Crimea.
Nonostante ciò il Congresso di Parigi si limitò a prendere atto della situazione italiana, a creare
maggiore indignazione nell’inglese Lord Calderon era la situazione del “governo napoletano”, ma
Cavour ottenne dei risultati giocando sull’irritazione di Napoleone III nei confronti degli
atteggiamenti austriaci e nel 1858 la lettera di Felice Orsini dopo il fallito attentato sbloccò la
situazione convincendo i francesi ad aiutare il Piemonte.

Il 20 luglio del 1585 con gli accordi di Plombières la Francia si impegnò ad intervenire
militarmente in caso di aggressione austriaca in cambio della cessione di Nizza e Savoia e del
rispetto della sovranità del Papa..
A questo punto il compito di Cavour consisteva nel fare in modo che il Piemonte non figurasse
come l’aggressore e quello di Napoleone III nel fare in modo che il conflitto rimanesse isolato, in
effetti la Prussia continuò a mantenere una atteggiamento di cautela così come l’Inghilterra e la
Russia si impegnò ad osservare una neutralità benevola.

Il 23 Aprile del 1859 giunse un ultimatum austriaco che intimava al Regno di Sardegna di disarmare
le truppe sul confine, il 29 le truppe varcarono il Ticino e il 5 maggio entrò in gioco la Francia che
in seguito alle vittorie di Solferino e San Martino firmò con l’Austria l’armistizio di Villafranca
per i seguenti motivi:
• La situazione militare era favorevole ma non ancora decisiva.
• Napoleone III era preoccupato dai rapporti di Cavour con gli ambienti rivoluzionari.
• L’opinione pubblica prussiana con l’avvento della guerra era divenuta ostile alla Francia.

5. REGNO D’ITALIA

Dopo l’armistizio di Villafranca Cavour dovette rinunciare alla sostituzione di un regno dell’Italia
settentrionale, egli però dimettendosi dal governo poté portare avanti i suoi rapporti con gli
ambienti rivoluzionari dell’Italia centrale e già nel 1859 sembrava possibile l’estensione del Regno
di Sardegna alla parte centrale della penisola nonostante mancasse un appoggio esterno.
Toccò dunque all’Inghilterra appoggiare per vie diplomatiche l’iniziativa:

• Nel 1859 le elezioni portarono al potere un ministero whig-liberale Palmerstone-Russel-


Gladstone sensibile alla causa italiana.
• L’appoggio diplomatico si rivelò assai importante nella fase conclusiva dell’unificazione.
• L’Inghilterra si preoccupò di far si che l’equilibrio europeo fosse ristrutturato e che la
nascita di uno Stato forte nella penisola potesse ostacolare le mire del Secondo Impero.
• Questa politica inglese fu favorita da una situazione di incertezza e incomprensione tra le
grandi potenze.

In estate l’Inghilterra si schierò per il non intervento e il 25 novembre diede il consenso per
l’annessione degli stati centrali, Napoleone III nonostante pochi giorni prima avesse firmato un
trattato con l’Austria si allineò alle posizioni inglesi anche per ottenere i compensi territoriali
promessi da Cavour.

Il 5 Maggio del 1860 i Mille partirono da Quarto e il governo Inglese riuscì a trattenere la Francia
dall’intervenire, Cavour non fece nulla per fermare Garibaldi nonostante le proteste delle potenze
orientali e questi conquistate le Due Sicilie le consegnò al “re d’Italia” che aveva intrapreso la
spedizione “delle Marche e dell’Umbria”.

Nel frattempo i sovrani di Austria, Russia e Prussia discussero a Varsavia la possibilità di un


intervento ma il tutto si risolse con un nulla di fatto, il 27 ottobre del 1860 lord John Russel invia al
ministro a Torino Hudson un dispaccio nel quale esprime un apprezzamento per l’avvenuta
rivoluzione e napoleone non può che adeguarsi alle posizioni inglesi.

6. LA PRUSSIA OTTIENE IL PRIMATO IN GERMANIA (1862-1866)

In una situazione internazionale in cui il sistema europeo è pressoché assente, nel 1862 Ottone Von
Bismarck viene nominato primo ministro e ministro degli esteri da Guglielmo I, egli mira
soprattutto a screditare l’antico Stato guida della Germania (Austria) per favorire le posizioni della
Prussia.

Sul piano economico già il trattato commerciale franco-prussiano del 1862 esclude l’Austria dallo
Zollverein a causa delle sue industrie non competitive, nel 1863 la Prussia si affianca alla Russia nel
reprimere un’insurrezione polacca e la disapprovazione espressa da Napoleone III portò ad una
rottura dei rapporti con lo zar e ad una crescente diffidenza degli inglesi verso il Secondo Impero
che poteva essere contrastato solo da una “Germania forte”.
L’Austria dal canto suo non riuscì ad uscire dall’isolamento internazionale non avendo preso
posizioni decise riguardo alla questione, la sua situazione fu aggravata da due crisi:
• Quando il re di Danimarca decise di togliere allo Schleswig e allo Holstein le autonomie di
cui godevano da un decennio Bismarck decise di intervenire e l’Austria seguì la sua
iniziativa che portò le due regioni sotto l’amministrazione delle due potenze, questo creò
una condizione provvisoria che fu sfruttata per generare i conflitto austro-prussiano.
• La preoccupazione dei generali austriaci di una guerra su due fronti prese vita in seguita
all’alleanza italo-prussiana del 1866 che stabiliva che l’Italia scendendo in campo avrebbe
ottenuto il Veneto, Bismarck prese presto le armi e l’Italia, nonostante le proposta fatte
pervenire da Francesco Giuseppe a Napoleone III di una cessione del Veneto, tenne fede
all’alleanza ed entrò in guerra.
Nonostante le sconfitte italiane di Lissa e Custoza, la Prussia ottiene un’importante vittoria
a Sadowa ma non marcia fino a Vienna per non umiliare l’Austria che riconosce
l’estensione del regno di Prussia a tutta la Germania a nord del Meno.

7. LA GUERRA FRANCO-TEDESCA E L’UNIFICAZIONE DELLA GERMANIA 1866-1871

Mentre una rinvigorita unione doganale rendeva evidente il legame degli interessi economici dei
tedeschi del sud con quelli della Prussia, la confederazione politica del Nord creata nel 1867 si
diede una costituzione in cui nasceva la figura del cancelliere federale.
Nella Germania meridionale invece Francia e Austria premevano perché fosse conservata
un’indipendenza e Bismarck non poté giocare la carta popolare-nazionale dovendo ricorrere al
consenso delle grandi potenze.

La Prussia decise dunque di respingere ogni pretesa di frontiere naturali avanzata dalla Francia che
mirava al Lussemburgo, inoltre nel 1870 Napoleone III intimò alla Prussia di ritirare la candidatura
di Leopoldo di Hoenzollern Sigmaringen al trono di Spagna e in seguito alle sue insistenze
Bismarck poté cancellare alcune parti del telegramma inviato da Guglielmo I da Ems rendendolo
più secco e deciso e scatenando le ire del Secondo Impero.

Sulla scia di questi eventi la Francia intraprese un’azione militare contro la Prussia che fu affiancata
dai tedeschi del sud, la guerra ebbe corso breve e dopo la vittoria di Sedan portò all’abdicazione di
Napoleone III e la marcia verso Parigi delle truppe prussiane con la proclamazione della Terza
Repubblica.

L’isolamento in cui avvenne il conflitto era dovuto ad un accordo tra Russia e Prussia del 1868 che
portò lo Zar a schierare un esercito sul confine con l’Austria che desistette così dall’intervenire e dal
largo consenso che l’azione Prussiana trovò nell’opinione pubblica inglese.

La Prussia aveva dimostrato così la sua schiacciante superiorità militare e poté annettere l’Alsazia e
la Lorena e proclamare la “fondazione dell’Impero Tedesco dall’Alto” il 18 gennaio del 1871.
Capitolo IX, 1871-1890

Nel 1870 liberalismo e nazionalità vedono le loro strade dividersi a seguito dell’unificazione
tedesca, inizia inoltre il ventennio marcato dal cosiddetto sistema bismarckiano.
Vanno ricordati però anche importanti eventi al di fuori del contesto territoriale europeo come la
seconda rivoluzione industriale di impronta americana, la situazione delle colonie britanniche
autogovernatesi, gli sforzi di modernizzazione del Giappone, il grande gioco anglo-russo e lo
“scramble d’Africa”.

1. SECONDO REICH E TERZA REPUBBLICA

Nel Secondo Reich il potere risiede principalmente nel Reichstag istituito nel 1867, e al cancelliere
sono affiancate le alte cariche militari (sopra tutte l’imperatore Guglielmo I) che controllano
indipendentemente le forze armate e hanno un grosso peso in politica estera.
La Germania dispone di una popolazione numerosa, una buona estensione territoriale, un livello di
istruzione medio soddisfacente e una produzione industriale in netta crescita, essa eredita però
anche una situazione geopolitica che la espone al rischio di invasioni che porteranno Bismarck a
determinate considerazioni:

• Il timore che forze ostili presenti all’interno del Reich possano collegarsi con forze ostili
esterne (vescovi cattolici ⇒ kulturkampf).
• Il fatto che sia indispensabile isolare la Francia sul piano internazionale per evitare la
revanche.
• Il fatto che esiste un margine di sicurezza fino a quando la Francia conserverà istituzioni
repubblicane.

Dal canto suo la Francia nel 1870 perde la posizione di preminenza in Europa e si concentra su
problemi interni come la contraddittorietà della situazione politica (Comune di Parigi –
maggioranza monarchica) e il rallentamento del ritmo di industrializzazione con il sorpasso netto di
Inghilterra e Germania.
Il forte patriottismo scatenatosi in seguito alla sconfitta del 1870 e l’impossibilità di un’immediata
revanche porta la Francia a concentrarsi sul piano extraeuropeo istituendo il secondo impero
coloniale dell’epoca, e mantenendo una spiccata attenzione per le forze armate i cui rappresentanti
penetreranno facilmente nelle istituzioni.
Fondamentalmente però la Francia per tutto il ventennio non riuscirà a rompere l’isolamento
diplomatico causatole dall’operato di Bismarck.

2. AUSTRIA, RUSSIA E INGHILTERRA

Dopo la Francia è l’Austria a risentire maggiormente della crisi che segue l’unificazione tedesca,
ma si riprende comunque in modo inaspettato siglando la svolta politica del cosiddetto Ausgleich (=
pareggio) e istituendo la Duplice Monarchia Austroungarica, così facendo viene attenuato il
malcontento delle nazionalità e chiusa definitivamente la questione tedesca aprendo le prospettive
di un’alleanza con la neonata nazione.
La Russia in seguito alla sconfitta nella Guerra di Crimea si trova a portare avanti la pressione
sull’Afghanistan e sulle zone periferiche della Cina, il ritorno di un interesse verso il suolo europeo
è causato dall’esplosione del panslavismo che espone un programma prefigurante una
confederazione che dovrebbe comprendere:

• La Russia con l’aggiunta della Galizia e parte della Bucovina.


• Un regno Serbo-Croato-Sloveno di Serbia.
• Un regno cecoslovacco.
• Un regno di Bulgaria.
• Il Regno di Grecia.
• Il regno di Ungheria con i soli territori magiari.
• Il Regno di Romania.
• Costantinopoli come capitale.

Per molti esponenti della politica Russa tra cui spicca il generale Ignatiev il programma era il
vangelo della rinascita nazionale, essi arrivarono a sostenere l’abolizione del trattato di Parigi, il
controllo russo sugli Stretti e l’indipendenza dei vari popoli slavi nei Balcani, nel 1870 con una nota
lo zar comunicava che non si riteneva più legato alla clausola del Mar Nero scatenando una vibrata
protesta di Gladstone e l’abrogazione della clausola da parte di Bismarck.

Se si guarda alla politica inglese con prospettiva eurocentrica si può dedurre che l’astensione dagli
affari internazionali da parte dell’Inghilterra sia dovuta al periodo di importanti riforme interne e
alla incompatibilità con le politiche del Secondo Reich, inizia così nel 1868 il cosiddetto “splendido
isolamento”.
Con prospettiva extraeuropea l’attività inglese sembra più intensa, fu svolta l’importante scelta della
Federazione imperiale e viene anticipato il fenomeno del neoimperialismo.
La fine del suo ciclo di “grande potenza di tipo diverso” sembra infine aprire la strada a quello che
sarà il secolo americano.

3. L’ITALIA, SESTA GRANDE POTENZA

Nel decennio precedente al 1870 la politica estera italiana era stata dominata dalla questione
dell’irredentismo risolta parzialmente con l’alleanza italo-prussiana del 1866 e la conseguente
annessione del Veneto e dalla ben più spinosa questione romana, alla morte di Cavour infatti
Napoleone III aveva sospeso le trattative per il ritiro delle truppe francesi da Roma e i tentativi di
liberazione di Garibaldi furono fermati dalle truppe italiane sull’Aspromonte nel 1862 e da quelle
francesi a Mentana nel 1867.
Frenato dall’opinione pubblica Vittorio Emanuele II non scese a fianco della Francia nella guerra
franco-prussiana e con la caduta del Secondo Impero poté occupare Roma il 20 settembre del 1871
dimostrando così un distacco dalla protezione francese e l’inizio della completa autonomia morale.

Di fatto l’Italia si ritrovava in una situazione di estrema insicurezza per l’importanza del proprio
territorio e per la vicinanza minacciosa di Francia e Austria-Ungheria, dovette così adottare
un’attiva politica estera volta a ricercare la protezione di una grande potenza date le condizioni
economiche e militari del paese.
4. PRIMA FASE DEL SISTEMA BISMARCKIANO E CRISI D’ORIENTE DEL 1875-1878

La prima fase del sistema è chiaramente fondata sull’intesa dei tre imperatori, una missione di
amicizia austroungarica del 1871 permise a Bismarck di far intendere che non avrebbe siglato
accordi ostili alla Russia, e in seguito agli incontri tra Guglielmo I e Francesco Giuseppe si
aggiunse lo zar.
L’intesa generica siglata tra maggio e ottobre del 1873 si articolò in tre diversi documenti:

1. convenzione russo-tedesca che stabiliva che in caso di un attacco l’altra potenza sarebbe
accorsa in aiuto con 200.000 uomini.
2. convenzione russo-austriaca che stabiliva che in caso di attacco si sarbbe firmato un
accordo preliminare per portare ad una convenzione militare.
3. accettazione da parte della Germania il 22 ottobre della convenzione austro-russa e
successivo documento dell’intesa dei tre imperatori.

Si trattava insomma di un’evidente reminescenza dell’antica politica dinastica, una nuova Santa
Alleanza contro la rivoluzione.

I piani di Bismarck, che già sapeva quanto difficile fosse tenere insieme i due alleati, furono messi a
dura prova dal diffondersi di voci su una possibile guerra preventiva della Germania contro la
Francia di Mac Mahon (monarchico) e del partito clericale (contro il kulturkampf), la soluzione alla
“crisi della paura della guerra del 1875” imposta quasi dalle altre potenze rappresentò uno scacco
per la politica del cancelliere.

L’Intesa dei tre imperatori fu pesantemente minata dalla nuova questione d’Oriente del 1875 con
l’insurrezione della Bosnia Erzegovina contro la dominazione turca, essa vide infatti Russia e
Austria-Ungheria schierarsi per un compromesso che favorisse le rispettive posizioni con
conversazioni segrete nel 1876 e l’Inghilterra perdere la fiducia della propria opinione pubblica per
quanto riguardava la politica filo-turca.
La guerra russo-turca che scaturì portò i Russi fino ad Adrianopoli (1878) con il conseguente
trattato di Santo Stefano che ridusse la Turchia in tre tronconi, aumentò i territori della Serbia,
rese indipendente la Bosnia Erzegovina e impose la creazione di una grande Bulgaria.

5. IL CONGRESSO DI BERLINO

Bismarck invitò le potenze europee ad un congresso tenutosi a Berlino nel 1878 che modificò il
trattato di Santo Stefano in modo sfavorevole alla Russia e le cui condizioni essenziali furono:

• la “grande Bulgaria” venne ridotta ad uno stato di proporzioni più modeste, privata della
Macedonia e messa sotto la sovranità del Sultano.
• La Bosnia Erzegovina rimaneva sotto la sovranità turca ma affidata all’amministrazione
austroungarica alla quale aspettò anche il controllo del “sangiaccato”.
• A Serbia e Montenegro vennero ridotti gli aumenti territoriali a favore della Grecia.

La Gran Bretagna non era così riuscita a frenare l’ulteriore indebolimento della Turchia ma aveva
arrestato l’espansione zarista, non ha caso Lord Salisbury sosteneva che la Turchia non poteva
reggersi da sola e aveva acquisito l’isola di Cipro prima dell’inizio del congresso.
Nonostante non fosse direttamente interessata alla questione la Germania di Bismarck volle
mantenere la sua posizione di centralità prendendo in mano la Questione, egli non favorì
essenzialmente nessuno dei due grandi contendenti (Austria-Ungheria e Russia) e riuscì a mettere in
scacco Italia e Francia promettendo ad entrambe la possibilità di occupare la Tunisia che una volta
passata in mano ai francesi tre anni dopo costituì solo il primo dei molti casi in cui Bismarck fu
arbitro tra le due nazioni.

6. RICOSTRUZIONE SISTEMA BISMARCKIANO (1879-1881)

Lo scoppio di una guerra tra Inghilterra e Russia non avrebbe consentito alla Germania di rimanere
neutrale e si sarebbe pesantemente ripercosso sull’Austria, Bismarck dovette quindi favorire la pace
per permettere alla duplice monarchia di sopravvivere e nel 1879 firmò un trattato segreto di
alleanza con l’Austria stabilendo di nuovo il blocco dell’Europa centrale.

Nel 1881 fu firmata quindi l’Alleanza dei tre imperatori (Dreikaiserbund) che stabiliva la
neutralità benevola in caso di conflitto e ricostituiva la situazione nei Balcani di tre anni prima e il
principio della chiusura del Bosforo.

7. LA TRIPLICE ALLEANZA

L’Italia era condizionata dall’insicurezza del suo isolamento e la ricerca della protezione di una
grande potenza, con l’avvento della Sinistra Storica di Crispi iniziò un avvicinamento verso il
Reich che impose che l’intesa coinvolgesse anche l’Austria e ciò fu accettato solo dopo
l’occupazione francese della Tunisia.

Il 20 Maggio del 1882 tramite la mediazione di Bismarck si giunse a firmare la Triplice Alleanza
volta a rafforzare il principio monarchico, a non entrare in nessuna alleanza contro uno dei tre
contraenti, a proteggere l’Italia da un attacco della Francia.
Mancava però la menzione alla questione della Russia anche se era implicito che l’Austria in caso
di conflitto con lo Zar non avrebbe dovuto guardarsi le spalle dall’Italia.

Si dice che Bismarck “inventò l’Italia come grande potenza”, Italia che poneva tra l’altro fine al suo
Risorgimento più marcato con l’abbandono delle sue spinte irredentistiche.

8. PREMESSE E SVILUPPI DELLA DIPLOMAZIA DELL’IMPERIALISMO

Le relazioni internazionali del 1870-1890 si dilatano fino ad includere altri continenti:

• Inghilterra e Francia fin dagli anni ’70 diedero una forte importanza al loro impegno
extraeuropeo.
• La crisi d’Oriente agì da cerniere per Inghilterra e Russia fra politica europea e politica
asiatica, così come la cessione della Tunisia alla Francia indica lo spostarsi delle attenzioni
nel Mediterraneo e in seguito nel mondo extraeuropeo.
• In generale l’età dell’imperialismo nasce nel 1870, nel 1876 iniziò l’impegno coloniale del
Belgio di Leopoldo II, nel 1882 avvenne l’intervento militare inglese in Egitto contro Arabi
Pascià.
In realtà il “grande gioco” anglo russo in Oriente iniziò nel 1869 quando il governo inglese
sembrava intenzionato a raggiungere degli accordi con la Russia a proposito dell’Asia centrale
mentre questa compiva allarmanti operazioni militari in Afghanistan, la porta continentale per
l’India, l’anno dopo il congresso di Berlino truppe inglesi occuparono Kabul fino a quando non si
giunse alla definizione di un confine tra Afghanistan ed Asia centrale russa.

Per quanto riguarda lo “scramble d’Africa” nel 1882 L’Inghilterra dovette intervenire in Egitto a
causa dell’insolvenza di quest’ultimo con creditori inglesi e francesi, nel 1887 col rinnovamento
della Triplice si ipotizzò l’acquisizione italiana di Tripolitania-Cirenaica, agli inizi degli anni
ottanta si sviluppa un conflittuale accaparramento di colonie nell’Africa centrale e nel 1885 Berlino
stabilisce con l’Atto generale la libertà di commercio per tutte le nazioni nei territori costituenti il
bacino del Congo e i suoi affluenti dopo essersi accaparrata Togo e Camerun.

9. TRATTATO DI CONTROASSICURAZIONE E SECONDA TRIPLICE.

Nella seconda metà degli anni ’80 riprende piede il sentimento di revanche francese con la
formazione nel 1886 del movimento boulangista e la preoccupazione di Bismarck per una possibile
deriva monarchica, inoltre si ha una nuova crisi nei rapporti tra Austria e Russia con il conseguente
timore del cancelliere di un’alleanza franco-russa.

Nel 1887 dunque si giunse a firmare il Trattato di contro assicurazione russo-tedesco che
reinserisce l’art. III dell’Alleanza dei tre imperatori e con cui la Germania promette appoggio
diplomatico per difendere l’ingresso del Mar Nero.

Dal 1887 inoltre l’Italia fa intendere che non rinnoverà la Triplice alle stesse condizioni e stringe gli
“accordi mediterranei con l’Inghilterra” per garantire lo status quo nel bacino, fu così che
Bismarck ritenne opportuno per l’Austria l’alleanza con l’Italia, appoggiata dall’Inghilterra, al fine
di diminuire lo squilibrio in caso di una guerra con la Russia.
Così il 20 Febbraio si giunge al rinnovamento della Triplice che accentua la portata antirussa e
antifrancese degli accordi mediterranei.
Fondamentale fu l’operato di Robilant che non cedette di un passo sulle questioni essenziali
dell’accordo, l’Austria si impegnò così di risarcire l’Italia in caso di mutamenti nella situazione dei
Balcani e la Germania di supportare l’Italia in una futura guerra con la Francia per il controllo dei
territori nordafricani, il trattato assunse così un carattere offensivo.
Capitolo X, 1890-1914

1. L’ALLEANZA FRANCO-RUSSA

Nel 1890 Guglielmo II invia “un’istanza di congedo” al cancelliere Bismarck per sancire uno
slittamento verso il neoassolutismo irresponsabile ed avere cancellieri come “uomini
dell’imperatore” e un potere militare in grado di influire sulla politica estera (piano Schlieffen,
Belgio), iniziò così la politica del “nuovo corso” con il cancelliere Caprivi che non rinnovò il
trattato di controassicurazione.

Il ministro degli esteri russo Giers volle fare un passo verso l’avvicinamento franco-russo che si
concretizzò con la visita di una squadra navale francese a Kronstadt che portò ad un’intesa
preliminare:

• Rompeva l’isolamento diplomatico della Francia.


• Lo scambio di lettere poneva le basi per un’alleanza di spiccata impronta militare.

Toccò al capo di Stato Maggiore Miribel stendere un progetto di convenzione militare nel 1892 a
cui seguì l’articolo sul Figaro “Alleanza o flirt?” e la piena collaborazione di Obrucev che portò
ad un’accordo che coinvolgeva quasi 2.000.000 di soldati, nel 1893 una squadra russa restituì la
visita a Tolone e nel 1894 un secondo scambio di lettere sancì la Duplice Alleanza dal marcato
valore militare.

2. IL SECONDO RINNOVAMENTO DELLA TRIPLICE

Nel 1891 avvenne un secondo rinnovamento della Triplice alleanza:

• Un anno in anticipo rispetto alla scadenza per iniziativa di Crispi e portata avanti dal
governo Rudinì.
• Stabilisce l’immagine della Triplice come alleanza-blocco.
• Risente della tendenza antifrancese della politica del governo italiano culminata con la
“guerra doganale”.

Il 7° articolo conferma la clausola dei compensi nei Balcani per cui l’occupazione in quella zona
non può avvenire se non con il consenso delle alleate (fornirà il motivo della neutralità italiana nel
1914) e il 9°,10° e 11° stabiliscono le direttive per l’Africa settentrionale che spostano la possibilità
di un conflitto anche nella Francia metropolitana (Nizza e Corsica) facendo cadere il legame storico
Italia-Inghilterra.
3. LA CRISI ARMENA

A cavallo tra il XIX e il XX secolo si ha il “trionfo dell’imperialismo”:

• Nell’ambito del “nuovo corso” della politica tedesca Guglielmo II proclama la Weltpolitik,
rinunciando all’alleanza con la Russia e potenziando la marina da guerra.
• L’incredibile estensione dell’Impero britannico fa partecipare l’Inghilterra a molti conflitti
in ambito extraeuropeo.
• Compaiono sulla scena mondiale attori nuovi come il Giappone e gli USA.
• Durante l’età di Crispi si ha una prima espansione coloniale italiana nell’ambito della quale
avvenne la sconfitta di Adua nel 1896 contro Negus d’Etiopia a cui seguirono le sconfitte
di Inghilterra e Russia rispettivamente contro le Repubbliche boere e il Giappone.

Dal 1890 assume rilievo la questione armena di un popolo stanziato entro l’Impero russo e quello
Ottomano che estende il problema della questione d’Oriente a zone sempre più lontane dall’Europa
e che attira l’attenzione dei liberali inglesi per via delle dure repressioni turche ai danni del partito
rivoluzionario di Hentciak nel 1894-1896, ciò portò alla costituzione della Triplice del Vicino
Oriente tra Inghilterra , Russia e Francia che portò nel 1895 all’imposizione al Sultano di
concedere riforme.

Lord Salisbury formulò un progetto di spartizione dell’Impero ottomano che fallì mentre la Russia
abbandonava le sue pretese sugli stretti perché assorbita dai problemi in Asia orientale.

5. LE QUESTIONI EGIZIANO-SUDANESE, SUDAFRICANA E DELL’ASIA ORIENTALE

I francesi avevano portato a termine nel 1869 l’impresa del canale di Suez e nel 1875 il khedive
d’Egitto aveva venduto la sua quota al governo britannico dopo essersi indebitato, questo portò i
due governi ad imporre un’amministrazione straordinaria e infine gli inglesi ad occupare il Paese
causando una rivolta in Sudan che portò all’uccisone del generale Gordon a Khartum nel 1886 e
che fu sedata soltanto al generale Kitchener.
Una spedizione francese guidata dal capitano Marchand si incontrò nel 1898 a Fascioda con le
forze di Kitchener causando “l’urto degli imperialismi” che rientrò solo quando il ministro degli
esteri francese Declassè ritirò il contingente.

Germania e Inghilterra si contrapposero nella crisi sudafricana, gli inglesi erano infatti penetrati
nella regione fino a scontrarsi con gli Zulù e le repubbliche boere di Transvaal e Stato Libero
d’Orange con un inasprimento dei conflitti a causa del continuo arrivo dei coloni inglesi
(uitlanders).
Nel 1895 il dott. Jameson, uomo di fiducia di Cecil Rhodes, tentò un colpo di mano sul Transvaal
che resistette e ricevette nel gennaio del 1896 un telegramma di complimenti da Guglielmo II che
non causò però una risposta degli inglesi che erano alle prese con un crescente fervore jingonistico
(nazionalismo esasperato) e con la guerra anglo-boera del 1899-1902 passarono come aggressori
delle piccole repubbliche (campi di concentramento).

Nei rapporti con la Cina entrarono in gioco nuovi attori:

• La Germania che voleva affermare la sua presenza.


• Il Giappone che utilizzò mezzi militari espansivi e che dopo la guerra del 1894-1895
ottenne il controllo della Corea, dell’isola di Formosa (Taiwan) e causò l’aggregarsi di
Germania, Francia e Russia in una Triplice d’Estremo Oriente.
Le tre potenze fecero restituire al Giappone le zone conquistate si spartirono avamposti commerciali
in Cina tra cui il porto di Kiao Ciao occupato con la forza dai tedeschi che mutarono i mezzi di
penetrazione in questa zona del mondo, entrarono inoltre in gioco gli USA che parteciparono nel
1900 ad una spedizione internazionale all’assedio delle legazioni occidentali di Pechino da parte
dei boxers e alla stipulazione dell’alleanza anglo-giapponese del 1902.

5. L’ITALIA FRA ALLEANZE E AMICIZIE

Spettò al governo Rudinì porre fine al conflitto con l’Etiopia col trattato di Ucciali del 1889 e al
nuovo ministro degli esteri Visconti Venosta iniziare una normalizzazione dei rapporti coi francesi
con il superamento della “guerra doganale” nel 1898, nel 1900 inoltre in uno scambio di note con
Barrère il ministro riuscì ad eliminare la Tripolitania Cirenaica dalla sfera di influenza della
Francia svuotando la Triplice alleanza di una parte del suo contenuto, mentre nel 1897 un intesa
austro-russa acconsentì all’annessione da parte della duplice della Bosnia Erzegovina.

Con l’antitriplicista Prinetti avvenne un ulteriore avvicinamento alla Francia forzando il


rinnovamento della Triplice, con il 1902 egli ottenne importanti risultati sul fronte nordafricano con
l’assenso di Triplice, Inghilterra e Francia e rese meno rigido il “sistema dei blocchi”.

6. L’INTESA CORDIALE ANGLO-FRANCESE

La situazione internazionale dell’Inghilterra dopo lo splendido isolamento presentava i seguenti


punti:

• Andavano esaurendosi gli sforzi per stabilire degli accordi con i tedeschi.
• Moriva nel 1901 la regina Vittoria.
• Nel 1902 veniva stabilita un’alleanza col Giappone con impegno antirusso.
• Mancò la ricerca di una “spada continentale “ per contrastare il futuro pericolo tedesco.

Nel 1899 una accordo franco-inglese escluse la Terza Repubblica dalla valle del Nilo
concedendole però il controllo su Ciad e Darfur e tra il 1903 e il 1904 si seguirono due visite del
nuovo re Edoardo VII e del presidente Loubet che portarono alla Cordiale Intesa (entente cordiale)
entro la quale riuscì a riservarsi un piccolo spazio anche la Spagna,

• Era la definitiva fine dell’isolamento francese voluto da Bismarck.


• La Francia si collocava ora al centro del sistema Declassè di circondamento della Germania.
• L’iniziale limitazione dei suoi intenti alla situazione dell’Africa settentrionale.

Intanto nel 1904-1905 il Giappone alleato degli inglesi entrò in guerra con la Russia che dopo aver
aperto il fuoco su un mercantile inglese diede l’occasione a Guglielmo II di siglare un’alleanza
segreta che fu neutralizzata però da Witte.
Nel 1905 lo stesso Guglielmo II andò in visita al sultano del Marocco di cui affermò l’indipendenza
costringendo Declassè alle dimissioni e convocando una conferenza ad Algesiras nel 1906 che
vide però la neutralità delle grandi potenze e la Francia e la Spagna riprendere posizioni preminenti
nella zona, mentre l’Inghilterra lavorava per un’intesa franco-inglese-russa che portò ad una
convenzione con Pietroburgo nel 1907 sull’integrità territoriale di Persia, Afghanistan e Tibet.
7. L’ANNESSIONE DELLA BOSNIA ERZEGOVINA E L’ACCORDO ITALO RUSSO

Mentre la Germania iniziava a concepire il mito dell’Einkreisung (accerchiamento) si trovava ad


affrontare una situazione sfavorevole a causa:

• Degli errori della politica guglielmina del “nuovo corso”.


• Della tendenza a compattare il blocco mitteleuropeo con l’Austria-Ungheria.
• Dalla possibilità di recupero delle posizioni aperte alla Francia.

Dal canto suo il sistema italiano del 1902 rimaneva diffidente nei confronti di entrambi i blocchi
anche a causa di un nuovo accordo austro-russo sui Balcani nel 1903 al quale seguì la proposta
del ministro degli esteri della Duplice Aehrental di annettere la Bosnia Erzegovina ed abbandonare
il sangiaccato di Novi Bazar rinunciando ad un ulteriore inorientamento, la situazione fu complicata
dai metodi poco chiari del ministro che nel 1908 procedette con l’annessione causando le reazioni
di Stolypin e persino di Guglielmo II che però su consiglio di Bulow non abbandonò l’alleato e
richiese nel 1909 una risposta precisa di Pietroburgo che cedette (“terza scossa” della triplice).

Sempre nel 1909 a Racconigi fu firmato un accordo italo-russo che appoggiava il principio di
nazionalità con un’azione comune che completò per il governo italiano la rosa dei consensi per
l’espansione in Tripolitania Cirenaica.

8. SECONDA CRISI MAROCCHINA, GUERRA DI LIBIA, GUERRE BALCANICHE

Nel 1911 truppe francesi occupano Fez invitate dal sultano minacciato da tribù ribelli causando
l’invio da parte della Germania dell’incrociatore Panther ad Agadir seguito dall’avvertimento
inglese e dalla minaccia tedesca di voler riportare con le armi la situazione a quella stabilita ad
Algesiras nel 1906, infine la Francia offrì un considerevole compenso in Congo.

La confusione causata dalla seconda crisi marocchina spinse nel 1911 il governo Giolitti a
dichiarare guerra all’Impero ottomano per la conquista della Libia che fu sancita con il trattato di
Ouchy nel 1912, l’iniziativa fu accolta positivamente dalla Germania che permise ad una squadra
navale italiana di effettuare una dimostrazione ai Dardanelli, con indifferenza da Inghilterra e
Russia e con una certa diffidenza da Francia e Austria-Ungheria.

In seguito la Russia prese l’iniziativa di coalizzare gli stati balcanici che portò all’alleanza serbo-
bulgara-greca per la conquista della Macedonia dall’Impero ottomano che avvenne nel 1912,
l’anno seguente la Bulgaria rifiutò l’arbitrato russo e dichiarò guerra ai precedenti alleati per la
spartizione della Macedonia subendo però la sconfitta con la pace di Bucarest nel 1913 che segnò:

• La rivincita russa sull’Austria-Ungheria.


• La fine degli sforzi nazionali balcanici rivolti contro l’Impero ottomano.
• L’inizio di rivalità e contrasti tra gli stati balcanici.
9. IL GIAPPONE

Fu la visita di una squadra navale americana nel 1853 ad imporre al Giappone una prima
apertura che introdusse con l’imperatore Mitsuhito una costituzione nel 1868 che favorì
l’industrializzazione e una nel 1889 che portò ad un forte ammodernamento dell’esercito secondo
canoni occidentali, nella guerra cino-giapponese del 1894-1895 infatti inaugurando la tecnica
dell’attacco improvviso il Giappone ottenne il controllo della Corea per poi siglare un’alleanza
con l’Inghilterra nel 1902 che diede la spinta per affrontare una guerra con la Russia nel 1904-
1905 che con la pace di Portsmouth sancì definitivamente l’importanza della nuova potenza
orientale.

10. LA CRISI DEL LUGLIO 1914

I rapporti anglo-tedeschi videro il fallimento di una missione del ministro della guerra britannico
Haldane a Berlino nel 1912 che spinse la marina britannica a ritirarsi dal Mediterraneo per
schierarsi nell’Atlantico .

Il 28 giugno del 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando fu assassinato a Sarajevo da Gavilo


Princip membro di un’associazione nazionalista serba, così l’Austria appoggiata dalla Germania
presentò il 23 Luglio un ultimatum allo stato serbo che era appoggiato dalla Russia, a nulla valsero
i tentativi di mediazione di Grey che commise l’errore di proporre una mediazione tra Austria e
Russia e non tra Austria e Serbia.

In pochi giorni avvenne una grossa concatenazione di eventi che portò le grandi potenze in guerra,
l’Italia a dichiarare la neutralità e la Germania ad invader il Belgio per attaccare la Francia solidale
con la Russia ed essere a sua volta oggetto di una dichiarazione di guerra da parte dell’Inghilterra.

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