Col termine della rivoluzione francese e del potere napoleonico, le maggiori potenze europee si riunirono nel
congresso di Vienna, iniziato nel 1814, per provare a tornare alla situazione geopolitica del pre-rivoluzione, eliminando
gli stravolgimenti politici e sociali. I loro obiettivi:
ridisegnare l’assetto geopolitico e i confini in Europa
Riportare sui rispettivi troni le dinastie spodestate da Napoleone, e i loro territori
Restaurare le strutture sociali e politiche dell’antico regime
Il lavoro del congresso iniziò il 1° novembre 1814, e terminò il 9 giugno 1815, poco prima della disfatta di Waterloo:
solo a quel punto le decisioni prese dal congresso poterono essere messe in atto.
Parteciparono le maggiori potenze europee, ciascuna con dei rappresentanti:
Austria: ministro degli esteri Metternich, presidente dell’assemblea
Gran Bretagna: ministro degli esteri Castlereagh
Russia: zar Alessandro I con il conte di Nesselrode
Prussia: cancelliere Hardenberg
Francia: ministro degli esteri Talleyrand, che in tempo di rivoluzione aveva servito Napoleone, ma era riuscito
nel congresso con grande abilità a ottenere il favore degli alleati minori (Spagna, Portogallo, Svezia) in modo da
preservare il futuro della Francia.
Si basano su
Principio di legittimità: tornano i Borbone in
Portogallo (Giovanni 6 di Braganza)
Spagna (Ferdinando 7)
Francia (Luigi 18) -> Pace di Parigi
- 1º trattato (1814): riportano Francia ai confini del 1792
- 2º trattato (1815): per punire i 100 giorni, toglie Nizza, la Savoia, il Reno
Principio di equilibrio: nessuna potenza prevale sulle altre (stabilità ordine e pace). Per questo riorganizzano i territori
in modo equilibrato:
AREA TEDESCA -> territori frammentati riuniti nella Confederazione Germanica (Francesco 1)
Questo rafforza la Prussia, e a cui vengono ceduti Sassonia e Reno, in modo che fosse militarmente forte e potesse
essere uno “stato cuscinetto” (stati forti in grado di contrastare possibili attacchi francesi, come regno di Sardegna e
regno dei Paesi Bassi)
GRAN BRETAGNA
mantiene le colonie combattute con la Francia
Ottiene Malta, Ceylon, Capo di buona Speranza
SANTA ALLEANZA (Austria, Russia, Prussia) QUADRUPLICE ALLEANZA (Austria, Russia, Prussia,
“Santa” perché governava preservando i Gran Bretagna)
principi cristiani propri dei tre Stati iniziali Volevano ridimensionare il potere francese
Successivamente si aggiunsero diverse mantenendo l’equilibrio
monarchie europee Non basata su principi religiosi ma
Principio di intervento: fortemente voluto da esclusivamente politici
Metternich, garantiva l’intervento armato in “Concerto europeo” congressi periodici per
caso di attacchi che minacciano l’equilibrio mantenere tutto sotto controllo
europeo
Forze conservatrici
Prussia: governo assolutista + economia liberale
Austria: apparato burocratico e poliziesco efficiente e centralizzato
Russia: lo zar Alessandro I reprime ogni modo rivoluzionario
Spagna: rimasta debole dopo scontri con la Francia, rimane repressa e sotto inquisizione dopo che il re
Ferdinando abroga la costituzione di Cadice del 1812
Gran Bretagna: governano i tory (aristocrazia fondiaria) con leggi basate sul protezionismo (Corn Laws, a
danno di borghesia e popolo) -> moti rivoluzionari volti all’ottenimento di leggi a tutela degli operai -> il
governo risponde con l’abolizione dell’Habeas corpus nel 1817 -> nel 1822 salgono al potere i tory moderati
L’Italia sotto l’egemonia austriaca -> equilibri cambiati per mantenere stabilità
Le repubbliche di Genova vengono accorpate nel Piemonte
La Repubblica di Venezia viene accorpata nel regno lombardo-veneto
Viene istituito il Ducato di Lucca
Il regno di Sardegna resta autonomo, L’Austria mantiene la sua egemonia in Italia
- I vari sovrani ricorrono all’assolutismo, neutralizzando le forme di dissenso
- Metternich Vuole rinnovare l’amministrazione ma evitare un’unificazione nazionale, mantenendo gli Stati
separati (solo il re di Napoli Murat, voleva radunare i liberali per cacciare inglese gli austriaci, secondo un
barlume di “sentimento nazionale”)
Fu proprio un membro dei Comuneros, Rafael del Riego, a guidare l’ammutinamento in solidarietà con gli insorti
indipendentisti sudamericani; questa rivolta si estese in tutta la Spagna, fino a costringere il re Ferdinando 7 a
ripristinare la Costituzione di Cadice nel 1812. Poi ci fu il Portogallo, che nel 1820 fece lo stesso.
Ma nel 1822, in seguito al congresso di Verona, si decise che la Francia avrebbe ripristinato il regime assolutista
spagnolo; poco sarebbe successo anche in Portogallo.
anche in Piemonte, i giovani aristocratici che rivendicavano uno Stato italiano indipendente, insorsero nel
marzo del 1821 ad Alessandria, chiedendo la costituzione di Cadice e la liberazione del lombardo-veneto.
Carlo Alberto, in reggenza di Carlo Felice, accolse le istanze costituzionali, giurando fedeltà alla costituzione
spagnola: il sovrano Carlo Felice, però, tolse ogni potere e represse la resistenza grazie all’aiuto delle truppe
della Santa Alleanza; pressione coinvolse decine di patrioti come Confalonieri, Maroncelli, Pellico, che rimasero
reclusi nella fortezza dello Spielberg, in Moravia.
La Monarchia di luglio
Situazione della Francia: Luigi 18 aveva emanato una Carta costituzionale che sanciva l’uguaglianza di tutti
cittadini e le libertà fondamentali; manteneva alcuni aspetti del codice napoleonico (famiglia, proprietà,
scuola, apparato amministrativo e fiscale). Dall’altra parte c’era una minoranza di Ultra realisti o ultras,
estremamente schierati per l’assolutismo e i privilegi della nobiltà.
Con Carlo X prevalse la Francia bigotta e assolutista: restrinse la libertà di stampa, restituì privilegi al clero e
aristocrazia; si opposero diversi gruppi liberali e democratici, che vinsero alle elezioni del luglio 1830: Carlo
reagì con un colpo di Stato, ogni diritto e ogni libertà.
Il popolo reagì con barricate per strada in tre “gloriose” giornate che costrinsero il re ad abdicare. Fu
restituita la guardia nazionale di La Fayette per evitare stragi.
La corona passò a Luigi Filippo d’Orleans, da sempre liberale, che instaurò la cosiddetta “monarchia di luglio“;
adottò per la prima volta il tricolore al posto della bandiera con i gigli dei Borbone.
Dalla Francia al resto d’Europa
Belgio: si separò dall’Olanda, dichiarando la propria indipendenza con la creazione di una monarchia
costituzionale; la corona del nuovo regno fu offerto a Leopoldo di Sassonia
Polonia: era sottoposta al dominio russo, ma nel gennaio 1831 le truppe ribelli proclamarono l’indipendenza
ammutinandosi: fu a tutti gli effetti una lotta nazionale. Le grandi potenze europee decisero di non intervenire
contro la Russia, quindi la rivolta fu sedata rapidamente.
Italia centrale: un gruppo di rivoluzionari capeggiati da Ciro Menotti spinsero per l’insurrezione dell’Italia
centrale cercando l’appoggio di Francesco 4, che però li tradì sotto consiglio di Metternich: nonostante
l’arresto di Ciro Menotti, i rivoltosi riuscirono, anche grazie all’insurrezione di altre città, a mettere in fuga i
sovrani di Modena e Parma, e a creare un Governo delle Province Unite.
o Nonostante il coinvolgimento dei ceti popolari, la rivolta fu organizzata in modo scarso: questo favorì la
reazione austriaca, per cui le città furono rioccupate e Ciro Menotti fu impiccato.
o Sull’onda di queste rivolte ce ne furono altre in Svizzera, Germania, Spagna, Portogallo.
In una prima fase ebbe la meglio l’unione popolare, le rivoluzioni portarono a riforme avanzate dal punto di vista
democratico; ma successivamente le divisioni tra radicali e moderati portarono a fratture che finirono per far avere la
meglio alle forze conservatrici.
L’assetto geopolitico dell’Europa ne uscì invariato, ma questi moti passarono alla storia per la forza forte ripresa delle
istanze liberali e per la speranza con cui furono portare avanti quelle idee.
La motivazione dell’indipendenza nazionale riuscì a tenere uniti democratici e le forze liberali in paesi come l’Italia o
l’Ungheria, ancora sottomessi a potenze assolutiste.
Il 48 in Francia
La “monarchia di luglio” di vide un grande sviluppo economico; era una monarchia borghese, attento agli affari e alle
esigenze di quella classe emergente. Era il giusto compromesso tra ordine e rivoluzione.
il diritto di voto rimase legato al reddito, per cui gli elettori erano l’1% della popolazione;
Il governo di Luigi Filippo fu attaccato da due ali di opposizioni estreme:
- Destra: Legittimisti borbonici, reazionari cattolici, bonapartisti
- Sinistra: democratici repubblicani e giacobini
Entrambe le opposizioni sfociarono in moti popolari contro la monarchia tra il 1830 e il 1835, che però furono
represse.
Luigi Filippo si orientò su posizioni conservatrici, che provocarono una grande instabilità
Svolta politica: con l’avvento di Francois Guizot, che governò fino al 48, il regime si consolidò ma fu vittima di
un’altra svolta conservatrice. Lui cercava il “giusto mezzo“ tra assolutismo e democrazia: non credeva
nell’allargamento del suffragio, ma nell’arricchimento del popolo affinché potesse votare
Politica estera: la Francia si riavvicinò all’Austria di Metternich, e aumentò la concorrenza con la Gran
Bretagna per le colonie in Africa
Inizio rivoluzione:
il 22 febbraio 1848, in seguito a diversi banchetti (occasione per discutere di politica), il popolo parigino scese
per le strade della capitale, e in seguito a una repressione dell’esercito, la situazione degenerò: iniziarono
barricate e manifestazioni che misero in crisi il regime
Guizot e Luigi Filippo diedero le dimissioni, e si formò un governo provvisorio che comprendeva esponenti
moderati e esponenti radicali, ma anche socialisti.
Il 25 febbraio 1848 fu proclamata la Repubblica: seguì l’abolizione della pena di morte per reati politici e della
schiavitù nelle colonie; fu ripristinata la libertà di stampa e di associazione; fu introdotto il suffragio universale
maschile. Si adottò il tricolore come bandiera. Vennero istituiti gli ateliers nationaux, per risolvere il problema
della disoccupazione. Per risanare la crisi economica vennero istituite delle imposte dirette molto severe che
colpirono ogni fascia della popolazione.
In aprile si tennero le elezioni per l’assemblea costituente, che ebbero risultati inaspettati: ebbero la meglio i
monarchici, che ottennero la maggior parte dei posti. Questo portò a nuovi disordini, che terminarono con
l’arresto dei principali capi dell’opposizione (August Blanqui e Albert) e la chiusura degli ateliers. A giugno
scoppiò un’altra insurrezione repressa nel sangue: la rivoluzione era finita.
L’assemblea elaborò una Costituzione repubblicana che affidava:
o Potere legislativo: assemblea legislativa di 750 deputati
o Potere esecutivo: presidente della Repubblica
Alle elezioni come presidente vinse Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone; nell’assemblea invece
ottennero la maggior parte dei seggi moderati e conservatori. Questo dimostrò come i tentativi repubblicani
che avevano mosso le rivoluzioni si spensero.
Provvedimenti: aumentò l’influenza del clero nell’istruzione; furono escluse le fasce più povere dalle
votazioni; fu limitata la libertà di stampa.
RUSSIA
L’impero russo di Nicola 1 Rimase fuori dai moti del 48, poiché lo zar aveva proseguito la sua politica reazionaria
frenando ogni tipo di sviluppo o modernizzazione dello Stato: le rivolte contadine furono infatti soffocate dalla
aristocrazia fondiaria.
AUSTRIA
Ferdinando I era assistito al trono dalla reggenza di Metternich, preoccupato dalle richieste di autonomia delle
nazionalità non tedesche del suo impero: fece di tutto per mantenere l’equilibrio.
Presto la notizia di Parigi arrivò a Vienna, dove il 13 marzo scoppiò una manifestazione di studenti e lavoratori che
provocò le dimissioni del cancelliere Metternich. Ottennero un’assemblea costituente da eleggere a suffragio
ristretto, e la libertà di stampa: non contenti, i rivoluzionari continuarono fino a ottenere il suffragio universale e
l’abolizione della servitù della gleba.
GERMANIA E PRUSSIA
La Germania nonostante fosse composta da diversi Stati, era un paese omogenea dal punto di vista culturale e
rivendicava la sua identità.
Emergeva in quel periodo come potenza egemone la Prussia, che con lo Zollverein Del 1834 promulgò l’unione
doganale di diversi Stati della confederazione germanica, unificando dal punto di vista economico il territorio.
Il sovrano Federico Guglielmo 4 convocò una dieta con l’incarico di elaborare un progetto costituzionale (liberale), ma
fallì.
L’aspirazione a uno Stato unitario fece scoppiare rivolte nel Baden, in Prussia e a Berlino: furono concessi agli insorti
un’assemblea costituente prussiana a suffragio universale.
Furono eletti due parlamenti:
Assemblea costituente di Berlino (borghesia, artigiani e contadini)
Assemblea nazionale a Francoforte (ceti medio alti), in cui alcuni volevano uno stato federale capeggiato
dall’Austria (grande Germania), altri dalla Prussia (piccola Germania)
Nel 48 l’assemblea costituente di Berlino fu sciolta, e fu scritta una Costituzione autoritaria e censitaria.
I Liberali continuarono a sperare nell’assemblea di Francoforte, che approvò la soluzione della Piccola Germania,
offrendo il trono a Federico Guglielmo di Prussia, che rifiutò la corona.
L’assemblea nazionale venne sciolta.
Federico Guglielmo aveva intenzione di creare l’unione Germania del Nord, a cui si oppose l’Austria: Federico
Guglielmo dovette firmare il trattato di Olmütz, in cui scioglieva l’unione.
UNGHERIA
Sull’onda di Parigi, anche a Praga sorge la rivendicazione di una federazione di Stati nazionali che unissero tutti i popoli
slavi, ma la rivolta fu sedata dall’imperatore asburgico.
E dopo la rivolta di Budapest, L’Ungheria si proclamò autonoma, e ottenne una costituzione: il conflitto con le
minoranze non ungheresi (croati, rumeni, slovacchi, serbi, ucraini) provocò l’indebolimento del fronte rivoluzionario,
e permise all’impero di reagire.
Francesco Giuseppe nel marzo 1849 scioglie il parlamento di Vienna e inizia una dura repressione grazie all’aiuto
della Russia.