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Il congresso di Vienna

Col termine della rivoluzione francese e del potere napoleonico, le maggiori potenze europee si riunirono nel
congresso di Vienna, iniziato nel 1814, per provare a tornare alla situazione geopolitica del pre-rivoluzione, eliminando
gli stravolgimenti politici e sociali. I loro obiettivi:
 ridisegnare l’assetto geopolitico e i confini in Europa
 Riportare sui rispettivi troni le dinastie spodestate da Napoleone, e i loro territori
 Restaurare le strutture sociali e politiche dell’antico regime

Il lavoro del congresso iniziò il 1° novembre 1814, e terminò il 9 giugno 1815, poco prima della disfatta di Waterloo:
solo a quel punto le decisioni prese dal congresso poterono essere messe in atto. 
Parteciparono le maggiori potenze europee, ciascuna con dei rappresentanti:
 Austria: ministro degli esteri Metternich, presidente dell’assemblea
 Gran Bretagna: ministro degli esteri Castlereagh
 Russia: zar Alessandro I con il conte di Nesselrode
 Prussia: cancelliere Hardenberg
 Francia: ministro degli esteri Talleyrand, che in tempo di rivoluzione aveva servito Napoleone, ma era riuscito
nel congresso con grande abilità a ottenere il favore degli alleati minori (Spagna, Portogallo, Svezia) in modo da
preservare il futuro della Francia.

Si basano su
Principio di legittimità: tornano i Borbone in
 Portogallo (Giovanni 6 di Braganza)
 Spagna (Ferdinando 7) 
 Francia (Luigi 18) -> Pace di Parigi
- 1º trattato (1814): riportano Francia ai confini del 1792
- 2º trattato (1815): per punire i 100 giorni, toglie Nizza, la Savoia, il Reno

Principio di equilibrio: nessuna potenza prevale sulle altre (stabilità ordine e pace). Per questo riorganizzano i territori
in modo equilibrato: 

AREA TEDESCA -> territori frammentati riuniti nella Confederazione Germanica (Francesco 1) 
Questo rafforza la Prussia, e a cui vengono ceduti Sassonia e Reno, in modo che fosse militarmente forte e potesse
essere uno “stato cuscinetto” (stati forti in grado di contrastare possibili attacchi francesi, come regno di Sardegna e
regno dei Paesi Bassi)

AUSTRIA -> ne esce compatta nonostante sia uno Stato plurinazionale


 perde le Fiandre
 Guadagna Galizia, Bucovina, Istria, Trentino, Dalmazia, regno Lombardo-veneto

RUSSIA -> rafforzata


 ottiene Bessarabia, Finlandia, Polonia (spartita con Austria e Prussia)

GRAN BRETAGNA
 mantiene le colonie combattute con la Francia
 Ottiene Malta, Ceylon, Capo di buona Speranza

SANTA ALLEANZA (Austria, Russia, Prussia) QUADRUPLICE ALLEANZA (Austria, Russia, Prussia,
 “Santa” perché governava preservando i Gran Bretagna)
principi cristiani propri dei tre Stati iniziali  Volevano ridimensionare il potere francese
 Successivamente si aggiunsero diverse mantenendo l’equilibrio
monarchie europee  Non basata su principi religiosi ma
 Principio di intervento: fortemente voluto da esclusivamente politici 
Metternich, garantiva l’intervento armato in  “Concerto europeo” congressi periodici per
caso di attacchi che minacciano l’equilibrio mantenere tutto sotto controllo
europeo
Forze conservatrici
 Prussia: governo assolutista + economia liberale
 Austria: apparato burocratico e poliziesco efficiente e centralizzato
 Russia: lo zar Alessandro I reprime ogni modo rivoluzionario
 Spagna: rimasta debole dopo scontri con la Francia, rimane repressa e sotto inquisizione dopo che il re
Ferdinando abroga la costituzione di Cadice del 1812
 Gran Bretagna: governano i tory (aristocrazia fondiaria) con leggi basate sul protezionismo (Corn Laws, a
danno di borghesia e popolo) -> moti rivoluzionari volti all’ottenimento di leggi a tutela degli operai -> il
governo risponde con l’abolizione dell’Habeas corpus nel 1817 -> nel 1822 salgono al potere i tory moderati

L’Italia sotto l’egemonia austriaca -> equilibri cambiati per mantenere stabilità
 Le repubbliche di Genova vengono accorpate nel Piemonte
 La Repubblica di Venezia viene accorpata nel regno lombardo-veneto 
 Viene istituito il Ducato di Lucca
Il regno di Sardegna resta autonomo, L’Austria mantiene la sua egemonia in Italia
- I vari sovrani ricorrono all’assolutismo, neutralizzando le forme di dissenso
- Metternich Vuole rinnovare l’amministrazione ma evitare un’unificazione nazionale, mantenendo gli Stati
separati (solo il re di Napoli Murat, voleva radunare i liberali per cacciare inglese gli austriaci, secondo un
barlume di “sentimento nazionale”)

REGNO DI SARDEGNA (Vittorio Emanuele 1 di Savoia)


 Riprende Nizza, Savoia e ottiene Genova
 Tornano i privilegi del clero e dell’aristocrazia (Terre, cariche, amministrazione)
 Viene abolito il codice napoleonico, ma rimane l’assetto amministrativo e fiscale
 Tornano i gesuiti nell’istruzione
 Viene istituito il corpo dei Carabinieri

STATO DELLA CHIESA (Pio 7)


 Permettono all’Austria di stabilire due guarnigioni fisse (Ferrara e Comacchio) 
 Il cardinale Consalvi istituisce 17 province, dette Legazioni, simili alle prefetture napoleoniche
 Con l’elezione di Leone 12 la politica diventerà più conservatrice

REGNO DELLE DUE SICILIE (Ferdinando 1 di Borbone)


 Unificano Regni di Napoli e di Sicilia
 Stipulano un’alleanza permanente con l’Austria
 Vige la politica dell’amalgama, per conciliare più fazioni con idee diverse

GRANDUCATO DI TOSCANA (Ferdinando 3 di Lorena)


 Assolutismo illuminato
 Economia liberista, promozione di agricoltura e industria
 Dibattito culturale censurato, tranne il gabinetto scientifico-letterario di Viesseux

DUCATO DI PARMA, PIACENZA E GUASTALLA (Maria Teresa d’Austria, sovrana illuminata)


 promozione cultura con biblioteche e dibattito culturale, codice civile, mantenimento amministrazione
napoleonica

DUCATO DI MODENA E REGGIO (Francesco 4 d’Asburgo-Este)


 leggi prerivoluzionarie, privilegi dell’aristocrazia, ritorno dei gesuiti

REGNO LOMBARDO-VENETO (sotto il controllo austriaco)


 accentramento del potere, autoritario
 tasse soffocanti e leva obbligatoria
 Estensione del diritto penale in Italia, codice civile, istruzione, infrastrutture, sviluppo della borghesia
imprenditoriale
 MILANO: capitale della cultura e dell’editoria: la rivista “il Conciliatore“ contribuisce alla diffusione di nuove
idee politiche, ma viene brutalmente soppressa dall’Austria, che così perse il consenso italiano. 
Liberalismo e Democrazia 
 In risposta a questo sistema conservatore, nasce l’opposizione dei liberali: principalmente borghesi che
aspiravano a un riconoscimento politico e sociale, a ottenere libertà e diritti naturali indipendentemente dalle
istituzioni politiche, in quanto lo Stato non doveva limitare la libertà personale, ma solo intervenire in
contrasti tra i singoli attraverso l’amministrazione della giustizia.
 Credevano fermamente nella separazione dei poteri esecutivo, legislativo, giudiziario: ideali ripresi dal
costituzionalismo, particolarmente forte durante la rivoluzione, che portò l’opposizione a rivendicare la
concessione di carte costituzionali abrogate nella restaurazione.
 Era fondamentale il concetto di consenso popolare, tipico della democrazia: nasce così una spaccatura tra la
parte moderata liberale e i movimenti radicali democratici, i quali volevano l’estensione dei diritti civili. La
parte moderata temeva una democrazia diretta tanto quanto l’assolutismo, per il modello tirannico a cui
aspiravano, e per scongiurare ogni forma di onnipotenza del potere politico, sia monarchico che democratico. 
 Parlarono di questo lo scrittore francese Benjamin Constant, sostenitore della salvaguardia della libertà
individuale, e Alexis de Tocqueville, che arrivò a definire la democrazia “dittatura della maggioranza“, poiché
credeva nell’atteggiamento conformista del popolo (si affievoliva lo spirito critico di ognuno); d’altra parte
biasima i metodi di repressione dei vecchi regimi dispotici
 Nasce il nuovo giacobinismo in Francia, con un’impronta democratica e repubblicana: aspiravano a un assetto
sociale più equo, anche in seguito alle diseguaglianze inasprite dal ritorno al vecchio regime. Si diffonde in
tutte le nazioni europee, assumendo diverse sfumature.

Popoli e nazioni negli anni ‘20


A partire dagli anni 20 del 19 secolo emergono le tensioni sociali, la limitazione dei poteri dei governi e l’espansione
dei diritti politici economici, accompagnati da richieste di indipendenza dei popoli controllati da domini stranieri. 
Durante l’illuminismo e la rivoluzione si era diffusa l’idea di Stato nazionale, inteso come un popolo dotato di una
volontà politica e di un sentimento patriottico.
- Nasce il principio di nazionalità, che seguiva gli ideali del liberalismo, e vedeva la nazione come garante dei
diritti fondamentali.
- A questo fenomeno si accompagnò l’ascesa della borghesia dal punto di vista economico e sociale, Che
rivendicava il proprio posto e i propri riconoscimenti.
- Nascono due tendenze contraddittorie: l’idea della sovranità illuminista (affermatasi con la rivoluzione
francese) il concetto di ‘spirito del popolo’ tipico del romanticismo tedesco; il primo favoriva l’abbattimento
dei privilegi e la creazione di uno Stato in cui cittadini fossero liberi e dotati di pari diritti e doveri. Nella prima
parte del secolo prevalse quest’ala. 

Una restaurazione precaria


La restaurazione provocò malcontento e insurrezioni in tutta Europa da parte di nostalgici dell’Illuminismo,
intellettuali, studenti, piccoli imprenditori, commercianti. Questi avevano lo scopo di ottenere delle Costituzioni, dei
parlamenti elettivi, libertà e diritti fondamentali; specialmente in Italia e in Grecia queste cause si intrecciarono con la
richiesta di indipendenza e di unità nazionale.
 le società segrete: nascono come strumento del dissenso liberale in un ambiente in cui vigeva una rigorosa
censura e organizzarsi politicamente era proibito. Vi era la Carboneria (liberali moderati), gli Adelfi e Filadelfi
(democratici), i Comuneros spagnoli e I sublimi maestri perfetti.

Fu proprio un membro dei Comuneros, Rafael del Riego, a guidare l’ammutinamento in solidarietà con gli insorti
indipendentisti sudamericani; questa rivolta si estese in tutta la Spagna, fino a costringere il re Ferdinando 7 a
ripristinare la Costituzione di Cadice nel 1812. Poi ci fu il Portogallo, che nel 1820 fece lo stesso.
Ma nel 1822, in seguito al congresso di Verona, si decise che la Francia avrebbe ripristinato il regime assolutista
spagnolo; poco sarebbe successo anche in Portogallo.

Fallimento dei moti 


Il fallimento di questi moti rivoluzionari è dovuto alla debolezza di essi: gruppi ristretti appartenenti a ceti medio alti,
divisioni interne e isolamento delle masse popolari.
Grande esempio fu il moto decabrista di San Pietroburgo 1825, in cui gli ufficiali e gli esponenti delle classi più elevate
insorsero, ma si divisero fin da subito la questione dei contadini senza terra. Fu facile per lo zar Nicola 1 reprimere
quest’ insurrezione. 
I moti in Italia
Il malcontento generato dei governi reazionari si espanse anche in Italia, dove si formarono diverse sette con diverse
idee politiche. La rivoluzione spagnola diede l’esempio al Regno delle due Sicilie, fortemente legato all’ambiente
spagnolo. 
 la notte tra l’1 e il 2 luglio 1820, con l’ammutinamento di Nola, il generale Guglielmo Pepe guidò l’esercito, che
chiese al re Francesco di Borbone un governo provvisorio dotato di un parlamento elettivo, e una costituzione
simile a quella di Cadice.
 A Palermo nel 1820 ci fu un’insurrezione da parte dell’elite nobiliare contro le truppe napoletane; fu di natura
antiborbonica e separatista: rivendicavano un regno autonomo di Sicilia, ma senza aver avuto l’appoggio delle
altre città nell’isola. Le numerose divisioni interne e la frammentazione del fronte rivoluzionario siciliano
portarono all’irruzione delle truppe austriache nel regno. 

 anche in Piemonte, i giovani aristocratici che rivendicavano uno Stato italiano indipendente, insorsero nel
marzo del 1821 ad Alessandria, chiedendo la costituzione di Cadice e la liberazione del lombardo-veneto.
 Carlo Alberto, in reggenza di Carlo Felice, accolse le istanze costituzionali, giurando fedeltà alla costituzione
spagnola: il sovrano Carlo Felice, però, tolse ogni potere e represse la resistenza grazie all’aiuto delle truppe
della Santa Alleanza; pressione coinvolse decine di patrioti come Confalonieri, Maroncelli, Pellico, che rimasero
reclusi nella fortezza dello Spielberg, in Moravia.

L’indipendenza della Grecia


 grazie alla componente religiosa che valse alla Grecia l’appoggio della chiesa ortodossa, al sostegno dei paesi
europei, debolezza dell’impero ottomano, la Grecia riuscì a liberarsi dopo quattro secoli di assoggettamento.
 Nel 1821 Alexandros Ypsilanti, a capo dell’eteria, guidò la prima insurrezione che nel 1822 portò alla
proclamazione di indipendenza del paese e all’insediamento di una monarchia costituzionale. L’intervento
egiziano con i turchi però nel 1825 e passare i territori greci di nuovo in mano all’impero ottomano.
 La repressione sanguinosa svegliò l’indignazione di tutta l’Europa, che si mosse a fianco dei patrioti attraverso
volontari e l’invio di una flotta nell’Egeo, che nel 1827 annientò quella turca nella baia di Navarino.
 L’indipendenza greca fu finalmente ottenuta tramite il trattato di Adrianopoli nel 1829; nonostante ciò le
potenze europee posero sul trono un sovrano tedesco assolutista, Ottone I di Baviera.
 L’impero turco dovette sopportare anche l’indipendenza della Serbia, della Moldavia e della Valacchia. Il vuoto
di potere lasciato dall’impero provocò l’occupazione francese di Algeri; l’instabilità della penisola balcanica si
tradusse nella “questione d’oriente”, trascinata fino alla prima guerra mondiale. 

I moti degli anni 30 in Europa


Nonostante il periodo buio di assolutismo e repressione, gli ideali liberali e democratici continuarono a essere diffusi;
la Santa alleanza aveva mostrato qualche debolezza, così all’inizio degli anni 30 una nuova ondata rivoluzionaria partì
in Francia: L’impotenza degli Stati europei segnò la fine della restaurazione. 
Stavolta le rivoluzioni ebbero un carattere di me diverso specialmente perché coinvolsero le masse urbane, e tutti i
ceti sociali. 

La Monarchia di luglio
 Situazione della Francia: Luigi 18 aveva emanato una Carta costituzionale che sanciva l’uguaglianza di tutti
cittadini e le libertà fondamentali; manteneva alcuni aspetti del codice napoleonico (famiglia, proprietà,
scuola, apparato amministrativo e fiscale). Dall’altra parte c’era una minoranza di Ultra realisti o ultras,
estremamente schierati per l’assolutismo e i privilegi della nobiltà. 
 Con Carlo X prevalse la Francia bigotta e assolutista: restrinse la libertà di stampa, restituì privilegi al clero e
aristocrazia; si opposero diversi gruppi liberali e democratici, che vinsero alle elezioni del luglio 1830: Carlo
reagì con un colpo di Stato, ogni diritto e ogni libertà.
 Il popolo reagì con barricate per strada in tre “gloriose” giornate che costrinsero il re ad abdicare. Fu
restituita la guardia nazionale di La Fayette per evitare stragi.
 La corona passò a Luigi Filippo d’Orleans, da sempre liberale, che instaurò la cosiddetta “monarchia di luglio“;
adottò per la prima volta il tricolore al posto della bandiera con i gigli dei Borbone. 
Dalla Francia al resto d’Europa
 Belgio: si separò dall’Olanda, dichiarando la propria indipendenza con la creazione di una monarchia
costituzionale; la corona del nuovo regno fu offerto a Leopoldo di Sassonia
 Polonia: era sottoposta al dominio russo, ma nel gennaio 1831 le truppe ribelli proclamarono l’indipendenza
ammutinandosi: fu a tutti gli effetti una lotta nazionale. Le grandi potenze europee decisero di non intervenire
contro la Russia, quindi la rivolta fu sedata rapidamente.
 Italia centrale: un gruppo di rivoluzionari capeggiati da Ciro Menotti spinsero per l’insurrezione dell’Italia
centrale cercando l’appoggio di Francesco 4, che però li tradì sotto consiglio di Metternich: nonostante
l’arresto di Ciro Menotti, i rivoltosi riuscirono, anche grazie all’insurrezione di altre città, a mettere in fuga i
sovrani di Modena e Parma, e a creare un Governo delle Province Unite. 
o Nonostante il coinvolgimento dei ceti popolari, la rivolta fu organizzata in modo scarso: questo favorì la
reazione austriaca, per cui le città furono rioccupate e Ciro Menotti fu impiccato.
o Sull’onda di queste rivolte ce ne furono altre in Svizzera, Germania, Spagna, Portogallo.

Gli equilibri internazionali fra gli anni 30 e 40


I moti del 30 dimostrarono l’incapacità della Santa alleanza si fa rispettare gli equilibri imposti al congresso di Vienna,
primo fra tutti il principio di intervento, per paura di interferire negli affari interni dei paesi.
Austria Russia e Prussia ribadirono il proprio assolutismo e la loro fedeltà alla Santa alleanza; nel 1834 Gran Bretagna,
Francia, Spagna e Portogallo si unirono nella quadruplice alleanza, che sosteneva le monarchie liberali (contro le
monarchie conservatrici)
 indebolimento dell’impero ottomano: dovette sopportare anche le aspirazioni indipendentiste dell’Egitto; nel
1831 scoppiò un conflitto che coinvolse Gran Bretagna, Francia e Russia, che ebbe la meglio alla fine dello
scontro: Nicola primo ottenne la chiusura degli stretti per il passaggio delle navi da guerra contro la Russia. Nel
1841 la Convenzione di Londra stabilì che gli stretti fossero chiusi alle navi da guerra di tutti i paesi, facendo
così perdere il privilegio russo. La Gran Bretagna in globo e la sua influenza anche l’Egitto; la Francia rimase
isolata. 
 Nel 1845 i cantoni elvetici cattolici della Svizzera costituirono la lega separata, opposta ai cantoni protestanti:
questi ultimi prevalsero nel 1847, segnando la nascita della Confederazione elvetica (federale)

L’ondata rivoluzionaria del 1848


Anche nel ‘48 ci fu una scossa rivoluzionaria da parte di diversi paesi come Francia, Germania, Polonia, Austria,
Ungheria, Italia; da questi moti rimasero esclusi la Russia (a causa del suo controllo poliziesco e della sua arretratezza)
e la Gran Bretagna (grazie al suo sistema avanzato politico, costituzionale, sociale)

Queste ondate ebbero diversi punti in comune:


 crisi economica del 46-47: un’epidemia di peronospora comportò l’aumento dei prezzi dei beni alimentari,
che portò a una caduta della domanda, quindi la disoccupazione; gli stretti legami tra i mercati di tutta Europa
finirono per propagare il contagio della crisi
 Obiettivi politici: tutti aspiravano all’unificazione e all’indipendenza nazionale, con richieste di libertà civili e
politiche e di nuovi ordinamenti costituzionali.
 Le rivoluzioni ebbero come epicentro le città europee, in cui furono protagonisti sia borghesi e intellettuali,
che operai e lavoratori poveri delle città e delle aree rurali.

In una prima fase ebbe la meglio l’unione popolare, le rivoluzioni portarono a riforme avanzate dal punto di vista
democratico; ma successivamente le divisioni tra radicali e moderati portarono a fratture che finirono per far avere la
meglio alle forze conservatrici. 

L’assetto geopolitico dell’Europa ne uscì invariato, ma questi moti passarono alla storia per la forza forte ripresa delle
istanze liberali e per la speranza con cui furono portare avanti quelle idee.
La motivazione dell’indipendenza nazionale riuscì a tenere uniti democratici e le forze liberali in paesi come l’Italia o
l’Ungheria, ancora sottomessi a potenze assolutiste.
Il 48 in Francia
La “monarchia di luglio” di vide un grande sviluppo economico; era una monarchia borghese, attento agli affari e alle
esigenze di quella classe emergente. Era il giusto compromesso tra ordine e rivoluzione.
 il diritto di voto rimase legato al reddito, per cui gli elettori erano l’1% della popolazione;
 Il governo di Luigi Filippo fu attaccato da due ali di opposizioni estreme:
- Destra: Legittimisti borbonici, reazionari cattolici, bonapartisti
- Sinistra: democratici repubblicani e giacobini
Entrambe le opposizioni sfociarono in moti popolari contro la monarchia tra il 1830 e il 1835, che però furono
represse. 
 Luigi Filippo si orientò su posizioni conservatrici, che provocarono una grande instabilità
 Svolta politica: con l’avvento di Francois Guizot, che governò fino al 48, il regime si consolidò ma fu vittima di
un’altra svolta conservatrice. Lui cercava il “giusto mezzo“ tra assolutismo e democrazia: non credeva
nell’allargamento del suffragio, ma nell’arricchimento del popolo affinché potesse votare
 Politica estera: la Francia si riavvicinò all’Austria di Metternich, e aumentò la concorrenza con la Gran
Bretagna per le colonie in Africa

Inizio rivoluzione:
 il 22 febbraio 1848, in seguito a diversi banchetti (occasione per discutere di politica), il popolo parigino scese
per le strade della capitale, e in seguito a una repressione dell’esercito, la situazione degenerò: iniziarono
barricate e manifestazioni che misero in crisi il regime
 Guizot e Luigi Filippo diedero le dimissioni, e si formò un governo provvisorio che comprendeva esponenti
moderati e esponenti radicali, ma anche socialisti. 
 Il 25 febbraio 1848 fu proclamata la Repubblica: seguì l’abolizione della pena di morte per reati politici e della
schiavitù nelle colonie; fu ripristinata la libertà di stampa e di associazione; fu introdotto il suffragio universale
maschile. Si adottò il tricolore come bandiera. Vennero istituiti gli ateliers nationaux, per risolvere il problema
della disoccupazione. Per risanare la crisi economica vennero istituite delle imposte dirette molto severe che
colpirono ogni fascia della popolazione.
 In aprile si tennero le elezioni per l’assemblea costituente, che ebbero risultati inaspettati: ebbero la meglio i
monarchici, che ottennero la maggior parte dei posti. Questo portò a nuovi disordini, che terminarono con
l’arresto dei principali capi dell’opposizione (August Blanqui e Albert) e la chiusura degli ateliers. A giugno
scoppiò un’altra insurrezione repressa nel sangue: la rivoluzione era finita.
 L’assemblea elaborò una Costituzione repubblicana che affidava:
o Potere legislativo: assemblea legislativa di 750 deputati
o Potere esecutivo: presidente della Repubblica
 Alle elezioni come presidente vinse Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone; nell’assemblea invece
ottennero la maggior parte dei seggi moderati e conservatori. Questo dimostrò come i tentativi repubblicani
che avevano mosso le rivoluzioni si spensero.
 Provvedimenti: aumentò l’influenza del clero nell’istruzione; furono escluse le fasce più povere dalle
votazioni; fu limitata la libertà di stampa.

Le monarchie autoritarie e le insurrezioni del ‘48

RUSSIA 
L’impero russo di Nicola 1 Rimase fuori dai moti del 48, poiché lo zar aveva proseguito la sua politica reazionaria
frenando ogni tipo di sviluppo o modernizzazione dello Stato: le rivolte contadine furono infatti soffocate dalla
aristocrazia fondiaria.

AUSTRIA
Ferdinando I era assistito al trono dalla reggenza di Metternich, preoccupato dalle richieste di autonomia delle
nazionalità non tedesche del suo impero: fece di tutto per mantenere l’equilibrio.
Presto la notizia di Parigi arrivò a Vienna, dove il 13 marzo scoppiò una manifestazione di studenti e lavoratori che
provocò le dimissioni del cancelliere Metternich. Ottennero un’assemblea costituente da eleggere a suffragio
ristretto, e la libertà di stampa: non contenti, i rivoluzionari continuarono fino a ottenere il suffragio universale e
l’abolizione della servitù della gleba. 
GERMANIA E PRUSSIA
La Germania nonostante fosse composta da diversi Stati, era un paese omogenea dal punto di vista culturale e
rivendicava la sua identità.
Emergeva in quel periodo come potenza egemone la Prussia, che con lo Zollverein Del 1834 promulgò l’unione
doganale di diversi Stati della confederazione germanica, unificando dal punto di vista economico il territorio.
Il sovrano Federico Guglielmo 4 convocò una dieta con l’incarico di elaborare un progetto costituzionale (liberale), ma
fallì.
L’aspirazione a uno Stato unitario fece scoppiare rivolte nel Baden, in Prussia e a Berlino: furono concessi agli insorti
un’assemblea costituente prussiana a suffragio universale. 
Furono eletti due parlamenti:
 Assemblea costituente di Berlino (borghesia, artigiani e contadini)
 Assemblea nazionale a Francoforte (ceti medio alti), in cui alcuni volevano uno stato federale capeggiato
dall’Austria (grande Germania), altri dalla Prussia (piccola Germania)

Nel 48 l’assemblea costituente di Berlino fu sciolta, e fu scritta una Costituzione autoritaria e censitaria.
I Liberali continuarono a sperare nell’assemblea di Francoforte, che approvò la soluzione della Piccola Germania,
offrendo il trono a Federico Guglielmo di Prussia, che rifiutò la corona. 
L’assemblea nazionale venne sciolta.
Federico Guglielmo aveva intenzione di creare l’unione Germania del Nord, a cui si oppose l’Austria: Federico
Guglielmo dovette firmare il trattato di Olmütz, in cui scioglieva l’unione. 

UNGHERIA
Sull’onda di Parigi, anche a Praga sorge la rivendicazione di una federazione di Stati nazionali che unissero tutti i popoli
slavi, ma la rivolta fu sedata dall’imperatore asburgico.
E dopo la rivolta di Budapest, L’Ungheria si proclamò autonoma, e ottenne una costituzione: il conflitto con le
minoranze non ungheresi (croati, rumeni, slovacchi, serbi, ucraini) provocò l’indebolimento del fronte rivoluzionario,
e permise all’impero di reagire.
Francesco Giuseppe nel marzo 1849 scioglie il parlamento di Vienna e inizia una dura repressione grazie all’aiuto
della Russia. 

Le vicende del ‘48 in Italia


il fallimento delle società segrete portò Giuseppe Mazzini, nel 1831, ideare un programma politico nazionale,
fondando la “giovine Italia” con lo scopo di creare un paese indipendente, unito e democratico. 
Ricercato per i suoi tentativi insurrezionali, si rifugiò in Svizzera (dove fondò la “giovine Europa”) E successivamente a
Londra.

Intanto in Italia si diffusero posizioni più moderate:


 Gioberti, neo guelfi che volevano una federazione presieduta dal Papa
 Balbo, neo ghibellini che confidavano nel regno di Sardegna per liberarsi dall’Austria
 D’Azeglio, che miravano a un programma graduale di riforme in accordo con i sovrani
 Cattaneo, che mirava a un’Italia federale
Con l’elezione di Pio 9 nel 1846 prevalse la posizione neoguelfa

Processo di unificazione (48-49):


 La Sicilia ottenne una costituzione liberale, dando il via a una serie di statuti moderati
 Moti nel lombardo-veneto: Milano mise in fuga l’esercito austriaco, Venezia si proclamò Repubblica
 Il Piemonte dichiarò guerra all’Austria: inizialmente conseguì successi a Curtatone e Goito, ma
successivamente l’Austria prevalse e fu firmato l’armistizio di Salasco il 5 agosto 1848. Carlo Alberto riprese la
guerra, ma fu sconfitto a Novara; quindi abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II, che il 24 marzo 1849
firmò un armistizio con l’Austria. Lui lasciò lo statuto Albertino, e il Piemonte rimase un punto di riferimento
liberale
 Ferdinando 2 ripristinò una politica reazionaria nel regno delle due Sicilie, ma altrove mollò la presa, lasciando
che fossero instaurati governi democratici
 In Toscana e a Roma fu instaurata la Repubblica, che finì con ritorno al potere dei sovrani

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