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CONGRESSO DI VIENNA

Dopo la fine del dominio napoleonico le potenze europee decisero di restaurare la situazione geopolitica istituzionale precedente alla
rivoluzione. Venne indetta una conferenza internazionale di pace a Vienna dove i principali diplomatici applicati furono il
legittimismo e l’equilibrio internazionale, rifiutando invece il principio di autodeterminazione dei popoli. Alla fine, si formarono due
alleanze per proteggere il nuovo ordine, poiché esistevano movimenti che coltivavano ancora speranze di cambiamento. In Italia la
restaurazione stabilì il predominio dell’Austria, che represse le aspirazioni all’unità nazionale e alla libertà. La maggioranza dei
sovrani scelsero politica repressiva, ma alcuni elementi di continuità con l’età napoleonica furono mantenuti a Parma, in Toscana e
nel regno delle due Sicilie. Il rappresentante della Francia al congresso era l’abilissimo Taillerand, un uomo di grande esperienza
politica e di eccezionale opportunismo, che era stato vescovo sotto l’ancien regime, deputato nelle assemblee rivoluzionarie, stretto
collaboratore di Napoleone artefice del passaggio dei poteri dell’imperatore a Luigi XVIII. Egli, sfruttando i contrasti tra i vincitori,
riesci a far valere, a vantaggio del suo paese, il principio di legittimità, in base al quale dovevano essere innanzitutto restaurati i diritti
legittimi violati dalla rivoluzione. Era del resto interesse delle stesse potenze vincitrici fare della Francia monarchica un pilastro del
nuovo equilibrio conservatore piuttosto che rischiare di creare il terreno propizio per i nuovi esperimenti rivoluzionari. Lo scopo
degli Stati Uniti avvenne fu quello di evitare il ripetersi di simili eventi, costruendo un equilibrio il più possibile solita e duraturo,
oltre che quello di cancellare le conseguenze degli eventi rivoluzionari. La Francia non subì alcuna amputazione territoriale rispetto
le frontiere del 1791 e conservo anche alcuni dei territori conquistati durante la rivoluzione; il sacro romano impero dopo il 1806 non
fu più ricostruito e tra gli Stati tedeschi è la Prussia a farla da padrona e ad acquisire una netta predominanza nell’area dei paesi di
lingua tedesca. Questi ultimi si ridussero da 360 a 39 e furono riuniti in una confederazione germanica la cui presidenza era tenuta
dall’impero d’Austria; l’impero asburgico divenne il fulcro dell’equilibrio continentale uscire il congresso più forte e più compatto
nonostante conservò il suo carattere di Stato plurinazionale. La Gran Bretagna, che pure era stata l’anima di tutte le coalizioni
antifrancese e aveva sostenuto il maggior peso finanziario delle guerre contro Napoleone, non accampo pretese territoriali sul
continente ma si preoccupò piuttosto di assicurare in Europa un equilibrio tale da impedire l’emergere di nuove ambizioni
egemoniche oltreché di consolidare la sua posizione di massima potenza marittima e di ampliare il suo impero coloniale mantenendo
alcune conquiste effettuate a spese della Francia e dell’Olanda. L’impero d’Austria acquisì il Veneto che fu unito alla Lombardia nel
regno lombardoveneto e gli fu riconosciuto un ruolo di egemonia sull’intera penisola italiana attraverso una serie di legami militari e
dinastici con gli altri Stati della penisola, come il granducato di Toscana, di Parma e Piacenza, di Modena e Reggio. Il regno di
Napoli, rinominato regno delle due Sicilie, era legato all’Austria di un trattato di alleanza militare: l’unico a mantenere una certa
autonomia tra gli Stati italiani rispetto all’impero asburgico fu il regno di Sardegna.

NASCITA DEL DIRETTORIO-ASCESA DI NAPOLEONE-CONSOLATO

Nell’agosto del 1795 la Convenzione approvò una nuova Costituzione, che conteneva, oltre alla dichiarazione dei diritti, anche una
dichiarazione dei doveri; la Costituzione attribuì̀ il potere legislativo a due Camere e quello esecutivo a un Direttorio di cinque
membri. I monarchici tentarono una insurrezione, che fu stroncata da un giovane generale, Napoleone Bonaparte (nato in corsica il
15 agosto 1769 da una famiglia appartenente alla piccola nobiltà locale; iniziò la sua formazione nelle scuole militari francesi,
studiando le arti belliche e i classici). Napoleone nel 1793 aderì al giacobinismo montagnardo, scelta probabilmente dettata dal
fascino per il potere più che da una reale convinzione ideologica. Un tentativo rivoluzionario fu compiuto anche dall’estrema sinistra,
guidata da Babeuf, ma la sua cospirazione (congiura degli Eguali) fu sventata. Nel 1796 Napoleone Bonaparte fu nominato
comandante delle truppe francesi in Italia, dove batté gli austriaci: conquistò Milano, fondandovi la repubblica cisalpina e, nel 1797,
Venezia; nel 1798, con la pace di Campoformio, i francesi ottennero la Lombardia e cedettero il Veneto e Venezia all’Austria. Con
questi successi Napoleone dimostrò grandi capacità. In seguito fu inviato in Egitto e riuscì a conquistarlo, ma la flotta francese fu
sconfitta ad Abukir da quella britannica, comandata dall’ammiraglio Horace Nelson. Bonaparte penetrò anche in Palestina e in Siria,
ma la difficile situazione degli eserciti francesi in Italia lo costrinse a tornare in Francia. Tornato a Parigi, il 9 novembre 1799 (18
brumaio) organizzò un colpo di stato insieme agli uomini più moderati del Direttorio: il governo della Francia fu affidato a tre
consoli e Napoleone assunse la carica di primo console. Nel dicembre 1799 la Francia ebbe una nuova Costituzione, che concentrava
tutto il potere nelle mani del consolato, in cui aveva un ruolo preponderante il primo console. Bonaparte non si proponeva di far
risorgere la vecchia società, ma voleva consolidare le conquiste borghesi della rivoluzione, la sicurezza della proprietà e la libertà di
commercio: era appoggiato dai proprietari terrieri e dai commercianti, ma soprattutto dall’esercito. Inoltre, ottenne il consenso della
maggioranza dei francesi, che desiderava un periodo di stabilità. Uno dei provvedimenti più importanti di Napoleone fu
l’approvazione di un Codice civile, che sarebbe stato poi adottato in molti paesi europei.

IMPERO-SOCIETA’NAPOLEONICA-APOGEO

Nel 1800 Bonaparte decise di riconquistare l’Italia, che gli eserciti francesi avevano abbandonato in seguito alla controffensiva
austriaca: l’Austria fu nuovamente sconfitta a Marengo e i suoi domini in Italia furono ridotti al Veneto. Nel 1801 ottenne la
pacificazione con la Chiesa, stipulando un con- cordato con papa Pio VII: la Chiesa rinunciò ai beni confiscati e Napoleone le
concesse libertà di culto. Nel 1802 Bonaparte si fece nominare primo console a vita e due anni dopo trasformò la repubblica in
Impero e diventò imperatore, con la consacrazione di Pio VII. Rinnovò l’amministrazione, dividendo la Francia in dipartimenti,
affidati ai prefetti e promulgò, oltre a quello civile, anche il nuovo Codice penale e il Codice commerciale. Napoleone creò, inoltre,
una nuova nobiltà, anche se la società napoleonica fu essenzialmente borghese: la borghesia agraria si rafforzò, grazie anche
all’acquisto dei beni del clero; i proprietari diventarono il ceto dominante, mentre cresceva fortemente quello degli impiegati.
Nel 1803 la Gran Bretagna attaccò la Francia: Napoleone disponeva di un esercito forte, numeroso, motivato e a lui devoto, la
Grande Armata, ma la flotta britannica era superiore, e distrusse a Trafalgar quelle francesi e spagnole, alleate. Al fianco della Gran
Bretagna, invece, si schierarono Austria, Russia, Svezia e il regno di Napoli: l’esercito russo-austriaco fu sconfitto da Napoleone nel
1805, ad Austerlitz e l’Austria dovette cedere Veneto e Dalmazia al regno d’Italia (fondato da Napoleone); inoltre, il Sacro romano
impero cambiò la denominazione in Impero austriaco. Bonaparte conquistò o creò vari regni, (come il regno di Vestfalia, in
Germania, in seguito alla vittoria di Jena sulla Prussia), affidandoli ai suoi fratelli.

ITALIA- TRIONFO-CADUTA

Nel 1796 la discesa degli eserciti francesi in Italia provocò il crollo dei vecchi governi: in Emilia e Romagna fu proclamata la
repubblica cispadana, che Napoleone unì alla repubblica cisalpina, con capitale Milano. Nel 1797 nacque la repubblica ligure; un
anno dopo le truppe francesi entrarono a Roma: Pio VI fu arrestato e portato in Francia e nacque la repubblica romana. Nel 1799 i
francesi occuparono anche Napoli, fondando la repubblica partenopea. In quello stesso anno, però, gli eserci- ti francesi dovettero
lasciare l’Italia e le repubbliche giacobine caddero. Con la vittoria di Marengo i francesi riconquistarono l’Italia e Napoleone fondò la
repubblica italiana, di cui assunse la presidenza. Nel 1805, diventato imperatore, trasformò la repubblica nel regno italico,
aggiungendovi le Marche e il Trentino. Annesse anche lo Stato pontificio: Pio VII lo scomunicò e fu imprigionato. Nel 1806
Napoleone rioccupò anche il regno di Napoli (con l’eccezione della Sicilia), affidandolo prima al fratello Giuseppe, poi al cognato,
Gioacchino Murat. Nel movimento patriottico giacobino si riunirono per la prima volta uomini di tutte le parti d’Italia, che lottavano
per la libertà e l’indipendenza: nacque allora l’idea di patria. Anche se Napoleone lasciò poco spazio politico ai giacobini italiani, essi
operarono assiduamente per la formazione di un’opinione pubblica rivoluzionaria, rivolgendosi non solo agli intellettuali. La Gran
Bretagna restava una nemica irriducibile. Per colpirla nei suoi interessi commerciali, nel 1806 Napoleone proclamò il blocco
continentale, con l’adesione di Russia, Prussia e Spagna. Intanto si aprivano nuovi fronti e l’esercito francese dovette intervenire
nella Spagna in rivolta. Napoleone, però, continuava a tenere testa a tutti i nemici e a vincere: nel 1809 sconfisse l’Austria a Wagram
e sposò poi Maria Luisa, figlia dell’imperatore austriaco. Nel 1810 era all’apogeo della potenza. Proprio in quell’anno, però, la
Russia violò il blocco continentale. Nel 1812 Napoleone decise di punire Alessandro I e invase la Russia, con una gigantesca armata
di 700 000 uomini. Riuscì a raggiungere Mosca ma dovette poi ritirarsi, perdendo centinaia di migliaia di uomini. Nel 1813 i suoi
nemici si coalizzarono e lo sconfissero a Lipsia. Esiliato nell’isola d’Elba, riuscì l’anno seguente a sbarcare in Francia, dove era stata
ripristinata la monarchia col fratello di Luigi XVI; riprese il potere, ma fu battuto definitivamente a Waterloo dagli eserciti britanni-
co e prussiano. Morì esiliato dagli inglesi nell’isola di Sant’Elena, il 5 maggio del 1821.

CARATTERI DEL REGIME NAPOLEONICO

Era un regime fondato su potere centralizzato e personalistico, dove gli incarichi più importanti (come anche i troni di alcuni paesi
occupati) furono affidati ai suoi familiari. Egli si circondò di fedelissimi strettamente legati alle sue fortune: si formò così una nuova
aristocrazia fondata sui meriti militari o sui servizi resi allo stato. Il consenso al regime fu alimentato dall’imposizione di severe
limitazioni alla libertà di stampa e di associazione. L’egemonia francese sull’Europa aprì un’indubbia fase di rinnovamento: Paesi
ancora legati all’antico regime superarono le strutture di natura feudale accogliendo nuovi modelli istituzionali e il codice civile.
Tuttavia le pesanti esazioni, requisizioni, il continuo stato di guerra e le difficolta economiche dovute al blocco continentale
avrebbero suscitato di lì a poco un diffuso malcontento tra le popolazioni sottomesse e minato alle basi l’impero napoleonico.

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