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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PARMA

FACOLT DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E COMMERCIO

CONCEZIONI DELLEGUAGLIANZA NEL SOCIALISMO FRANCESE: BABEUF, SAINT-SIMON, FOURIER

Relatore: Chiar.mo Prof. MARCO BIANCHINI Correlatore: Dott. TERENZIO MACCABELLI Laureando: FILIPPO BIANCHI

ANNO ACCADEMICO 1996/97

Indice

Introduzione I. Franois-Nol Babeuf

p.

3 13

Introduzione - Cenni biografici - Presupposti teorici - Eguaglianza reale - Organizzazione economica - Distribuzione delle risorse Sovranit popolare - Educazione - Misure economiche transitorie Lo schema finale.

II.

Claude-Henri de Saint-Simon
Introduzione - Cenni biografici - Il sistema industriale - Il mondo capovolto - Misure pratiche - Eguaglianza e organicismo - La questione distributiva - Il nuovo cristianesimo.

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III.

Charles Fourier
Introduzione - Cenni biografici - Lattrazione passionata - Contro la civilt - La teoria dei destini - Larmonia e il falansterio Lobiettivo del falansterio - Il falansterio: differenze e eguaglianza - Eguaglianza e fraternit.

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Conclusione Bibliografia

188 205

Introduzione

Delleguaglianza si parla in vari e differenti modi. Lidea che tale concetto richiama complessa e ricca di sfumature. Secondo Norberto Bobbio leguaglianza, a differenza della libert, puramente e semplicemente un tipo di relazione formale, che pu essere riempita dei pi diversi contenuti1. Daltra parte, Sen afferma che la questione fondamentale non tanto chiedersi perch leguaglianza?, quanto domandarsi eguaglianza di che cosa?. In tale contesto, infatti, la naturale diversit e complessit degli esseri umani rende problematica la definizione di un unico spazio in cui leguaglianza debba esplicarsi2. Inoltre, per lo stesso motivo, accade spesso che leguaglianza in uno spazio si accompagni a sostanziali diseguaglianze in un altro, cosicch, sostiene Sen, tutte le principali teorie dellorganizzazione sociale, anche quelle, apparentemente, del tutto inegualitarie, tendono a richiedere leguaglianza in qualche spazio - uno spazio che riveste unimportanza di base in quelle teorie3. Il principale problema da affrontare , dunque, stabilire in che cosa si deve ricercare leguaglianza. In ogni caso, semplificando, si pu affermare che la questione delleguaglianza nellorganizzazione sociale tradizionalmente ha investito tre
1 La citazione di N. Bobbio tratta dalla voce Eguaglianza in AA. VV., Enciclopedia del Novecento, Istituto dellEnciclopedia Italiana, Roma, 1977. 2 A. K. Sen, La diseguaglianza, Il Mulino, Bologna, 1994, p. 181. 3 Ibidem., p. 183.

diverse sfere nel rapporto tra uomo e societ e tra gli uomini allinterno della societ: leguaglianza dei diritti, idea centrale della tradizione liberale; leguaglianza delle opportunit; leguaglianza nelle condizioni socioeconomiche, su cui ha posto laccento la tradizione socialista4. Marshall, del resto, vede leguaglianza composta da tre diversi elementi5: lelemento civile, al quale corrisponde la parit dei cittadini di fronte alla legge e a tutti gli atti del potere legislativo, esecutivo e giudiziario; lelemento politico, connesso agli eguali diritti di partecipare alla vita politica attiva e passiva; infine lelemento sociale, legato alle effettive condizioni socio-economiche. Il legame tra questi tre diversi aspetti delleguaglianza complesso e spesso contraddittorio. Se in alcuni casi, infatti, essi possono rafforzarsi reciprocamente (si pensi al fatto che uneffettiva eguaglianza di fronte alla legge non pu essere pienamente realizzata senza la presenza di condizioni economiche simili), in altri ci possono essere forti contrasti, nel senso che la richiesta di eguaglianza in un aspetto pu richiederne la diseguaglianza in un altro6. A tal riguardo, lattuazione di misure di attenuazione della diseguaglianza pu richiedere una riduzione della sfera della libert, ad esempio attraverso interventi che ledono i diritti patrimoniali dei cittadini pi facoltosi. Ci sono autori, poi, come Hayek, che arrivano anche a sostenere che limposizione fiscale progressiva - come
4 S. Veca, Libert e eguaglianza. Una prospettiva filosofica, in A. Martinelli, M. Salvati, S. Veca, Progetto 89. Tre saggi su libert, eguaglianza e fraternit, Il Saggiatore, Milano, 1989, p. 27. 5 T. H. Marshall, Cittadinanza e classe sociale, Torino. UTET, 1976, p. 9, cit. in S. Veca, Libert e eguaglianza. Una prospettiva filosofica, in A. Martinelli, M. Salvati, S. Veca, Progetto 89. Tre saggi su libert, eguaglianza e fraternit cit., p. 31. 6 Riguardo ai contrasti tra spazi diversi in cui si richiede la diseguaglianza, cfr. Sen, La diseguaglianza, cit., pp. 182 e segg.

mezzo per conseguire una redistribuzione del reddito - sia incompatibile con leguaglianza dinanzi alla legge7. Nella storia dellaffermazione del principio egualitario, e di tutte le problematiche ad esso connesse, un punto cruciale rappresentato naturalmente dalla Rivoluzione francese8. Essa, infatti, pur non esprimendo principi ed aspirazioni radicalmente nuove, riprendendo concetti e idee gi espresse - in particolare una vasto dibattito su questi temi si svilupp a partire dagli inizi del XVIII secolo - fece improvvisamente diventare possibile lapplicazione di quei principi. Da quel momento, legalit, unitamente alla libert e fraternit, ha acquistato un significato universale, divenendo parte essenziale di qualsiasi progetto di societ desiderabile9. Ma, al di l di affermazioni di principio, nelle diverse vicende che vanno sotto il nome della Rivoluzione, e nei numerosi documenti redatti in quel periodo, non si ha una definizione univoca di eguaglianza. Nella Dichiarazione dei diritti delluomo che precede la Costituzione del 1793 si afferma che gli uomini sono per natura uguali, spingendo leguaglianza, al di l della semplice eguaglianza di diritto, statuita dalla Carta dell89, in una direzione non ben definita10 e dalla quale non discendono conseguenze precise11.
7 F. A. Hayek, Nuovi studi di filosofia, politica, economia e storia delle idee, , Armando, Roma, 1988, p. 158, cit. in D. Losurdo, Legalit e i suoi problemi, in A. Burgio, D. Losurdo, J. Textier (a cura di), Egalite/Inegalite, Quattroventi, Napoli, 1990, p. 141. 8 Chevallier J. J., Storia del pensiero politico, volume III, Unepoca di transizione: 1789-1848, Il Mulino, Bologna, 1986, p. 311. 9 A. Martinelli, I principi della Rivoluzione francese e la societ moderna, in A. Martinelli, M. Salvati, S. Veca, Progetto 89. Tre saggi su libert, eguaglianza e fraternit, cit., p. 57. 10 Ibid., p. 66. 11 Ibid., p. 71.

Figli pi o meno diretti della Rivoluzione e dei principi che con essa si sono affermati sono tutti quei riformatori, rivoluzionari, teorici, utopisti che vengono inclusi nel gruppo, del resto dai contorni un po indefiniti, che va sotto il nome di socialisti pre-marxiani. Fra questi, ve ne sono tre, Babeuf, Saint-Simon e Fourier, che, principalmente per ragioni di tempo e di spazio12, sono ancora pi stretti discendenti delle idee di quegli anni. Il tentativo di ricostruire le diverse concezioni che questi tre autori hanno delleguaglianza, di metterne in luce differenze e analogie, lobiettivo del lavoro svolto. Esso stato organizzato in tre capitoli, ognuno dei quali corrisponde ad un autore. Lordine dei capitoli stato scelto seguendo un criterio cronologico, legato alla apparizione sulla scena di ognuno dei tre autori. Viene cos prima esposto Babeuf, successivamente Saint-Simon ed, infine, Fourier. Ogni capitolo si apre con una breve introduzione bio-bibliografica, interessante soprattutto per cercare qualche legame tra le condizioni socio-economiche dellautore e lo sviluppo del suo pensiero13. Successivamente, attraverso la sintetica esposizione delle loro dottrine, si cercato di mettere in luce le loro idee riguardo alla questione delleguaglianza, con particolare attenzione alleguaglianza

12 Tutti e tre gli autori vissero in maniera diretta, seppur in modi decisamente diversi anche a causa delle loro fortemente dissimili condizioni socio-economiche, il periodo rivoluzionario. Del resto tutti e tre, durante quegli anni, trascorsero un certo periodo in carcere; gli esiti di quella esperienza, senza conseguenza per Fourier e Saint-Simon, saranno ben diversi per Babeuf. 13 Semplificando al limite dellerrore: Babeuf, uomo del popolo, lotta per laffermazione di ci che stato definito comunismo dei bisogni, in cui si realizza uneguaglianza reale ed assoluta; Saint-Simon ex-nobile propone un socialismo gerarchico; Fourier, infine, commerciante e piccolo borghese immagina un mondo in cui le passioni di ognuno siano liberate da ogni falsa morale e soddisfatte pienamente.

economica e ai criteri secondo i quali essi pensavano di organizzare la distribuzione delle ricchezze nelle loro costruzioni sociali. I tre autori, pur avendo concezioni delleguaglianza assai diverse, hanno numerosi e significativi punti in comune, come si tentato di sottolineare nel capitolo conclusivo. Babeuf, Saint-Simon e Fourier pur partendo, inevitabilmente, dalle stesse premesse e principi sviluppatesi tra la fine del XVIII e linizio del XIX secolo intraprendono tre strade diverse e parallele14 che, nascendo dallo stesso punto e sfiorandosi ripetutamente, arrivano a risultati, almeno apparentemente, assai distanti per ci che riguarda il problema della distribuzione delle ricchezze15. In ogni caso, opportuno anticipare che, a parte Babeuf, per il quale uneguaglianza senza macchia e senza riserve16 , al tempo stesso, presupposto e obiettivo della societ, la questione delleguaglianza e dei criteri distributivi non il tema portante n del pensiero di Saint-Simon n di quello di Fourier. Obiettivo principale di entrambi, a cui la societ ideale deve necessariamente tendere, il benessere17, inteso non semplicemente come
14 E assai significativo il fatto che nelle opere dei tre autori, bench contemporanei (laffermazione , in un certo senso, inesatta nel caso di Babeuf, il quale bench nato lo stesso anno di Saint-Simon mor ghigliottinato nel 1797, quando gli altri due non avevano ancora pubblicato le loro principali opere), non ci siano riferimenti reciproci agli altri, se si esclude la feroce critica di Fourier contenuta nellopuscolo Imposture e ciarlatanerie delle due sette di Saint-Simon. 15 Babeuf, Saint-Simon e Fourier sono tra loro pi vicini come pensiero per quel che riguarda leguaglianza civile e politica. Tutti e tre, infatti, seppur con motivazione e soprattutto modalit diverse, sostengono, sostanzialmente, una assoluta eguaglianza civile e politica tra gli uomini. 16 F. N. Babeuf, Tribun de peuple, n. 35, 9 frimaio ann IV (30 novembre 1795), trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, Muggiani, Milano, 1945, p. 64. 17 Naturalmente anche per Babeuf il fine della societ la felicit. In lui, per, fondamentale lidea che tra benessere e eguaglianza ci sia un legame inscindibile: non pu esistere vera felicit senza eguaglianza perch la felicit nelleguaglianza. I due termini tendono, dunque, a coincidere, rappresentando due aspetti della stessa realt.

abbondanza di beni materiali; il problema distributivo, pur essendo una presenza inevitabilmente costante nelle loro opere, non quasi mai affrontato in maniera dettagliata e approfondita, rimanendo un argomento accessorio al tema principale della felicit. Inoltre, nel pensiero di Saint-Simon e Babeuf - per Fourier il discorso pi complesso - la societ non semplicemente considerata come un insieme eterogeneo di individui, ma come ununit inscindibile. La conseguenza che, venendo meno la distinzione tra benessere individuale e collettivo, in loro diventa meno pressante il problema distributivo, anche perch la solidariet18 fra gli uomini diventa carattere naturale delle loro costruzioni sociali. Ritornando al problema generale delleguaglianza economica e concentrando lattenzione esclusivamente sulla questione distributiva, trascurando, quindi, i complessi rapporti che la collegano agli altri due principali aspetti delleguaglianza in unorganizzazione sociale, ossia leguaglianza civile e quella politica, non possibile darne una definizione univoca e definitiva. Il problema si riconnette alla difficolt di trovare un criterio materiale in base al quale distribuire le risorse in senso egualitario19. In ogni caso, tra gli innumerevoli criteri20 proposti possibile fare una netta distinzione tra due categorie di principi.

18 In tale contesto, la solidariet assume un significato ampio e dai contorni sfumati. Si ricollega direttamente al principio rivoluzionario della fraternit. 19 Cfr., AA. VV., Enciclopedia Garzanti di Filosofia, Garzanti, Milano, 1993, p. 1173. 20 Per un sintetica panoramica dei principali criteri distributivi, cfr. N. Bobbio e N. Matteucci, Dizionario di politica, UTET, Torino, 1976, pp. 1066- 1067.

La prima possibilit, che segue quello che si considera normalmente il vero principio egualitario, consiste in una distribuzione dei beni assolutamente identica per ogni individuo. Questa la posizione assunta da Babeuf, il quale richiede e sostiene leguaglianza reale, lunica che permetta a tutti, allo stesso modo, la soddisfazione dei bisogni. La principale critica concettuale mossa a questo criterio che procedendo ad una distribuzione eguale, si arriverebbe, a causa della naturale diversit degli individui, ad un soddisfacimento diseguale dei bisogni21. La risposta a questa critica solitamente fa riferimento, questo il caso di Babeuf, alla convinzione che non solo i bisogni fondamentali delle persone siano pressoch uguali, ma anche allidea che un trattamento assolutamente egualitario, non solo nella distribuzione dei beni ma anche nelleducazione, tenderebbe a livellare le maggiori differenze tra gli uomini. La seconda categoria di criteri si rifanno al principio di distribuzione proporzionale. La questione fondamentale diventa allora trovare la caratteristica rilevante in base alla quale vanno distribuite le risorse. In tale contesto, il pi delle volte si fa riferimento ai meriti o alle capacit, concetti generici che vengono specificati e definiti in modi diversi. Fourier, ad esempio, ricollega la distribuzione delle risorse a ci che chiama i tre fattori industriali: lavoro, talento, capitale. Saint-Simon, invece, parla di distribuzione proporzionale alle capacit senza spiegare in dettaglio che cosa intenda precisamente, anche se, soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi del suo pensiero, sembra rifarsi a
21 Cfr. D. Losurdo, Legalit e i suoi problemi, in A. Burgio, D. Losurdo, J. Textier (a cura di), Egalite/Inegalite, cit., p. 139.

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concetti gi espressi da Rousseau secondo il quale la distribuzione delle risorse e delle posizione sociali devono essere regolate non tanto sul merito individuale, quanto sui servizi resi da ognuno alla societ e dunque al benessere collettivo22. La richiesta di una distribuzione delle ricchezze proporzionale al merito o alle capacit, daltra parte, si accompagna spesso allistanza di altre misure, atte ad assicurare una maggiore giustizia; questo il caso di Fourier e Saint-Simon. Entrambi, infatti, seppur con notevoli differenze, ipotizzano dei sistemi sociali che, da una parte, assicurino a tutti il soddisfacimento dei bisogni primari e, dallaltra offrano, eliminando qualsiasi tipo di privilegio, reali pari opportunit23, in modo che ognuno abbia leffettiva possibilit di ottenere ci che merita. Al di l di qualsiasi criterio distributivo, quando si tratta delle possibili concezioni delleguaglianza economica necessario considerare un altro aspetto fondamentale: il rapporto inscindibile che lega la distribuzione delle risorse con lefficienza economica24 e, dunque, con la capacit di produrre ricchezza di ogni organizzazione sociale. Labbondanza, infatti, per certi versi, permette di superare le contraddizioni insite nel concetto di eguaglianza, perch, mentre le

22 A. Burgio, Lineguaglianza legittima, in A. Burgio, D. Losurdo, J. Textier (a cura di), Egalite/Inegalite, cit., p. 87. 23 E interessante la distinzione che Thomas Nagel fa tra eguaglianza negativa e positiva delle opportunit. La prima concerne leliminazione della discriminazione intenzionale: razziale, sessuale, religiosa ed etnica. La seconda connessa al vantaggio ereditario consistente nel possesso di risorse e nellaccesso ai mezzi per ottenere qualificazioni in vista di posizioni competitive aperte (T. Nagel, I paradossi delluguaglianza, Il Saggiatore, Milano, 1993, pp. 130-131). 24 Per interessanti considerazioni sul rapporto tra eguaglianza e creazione dellabbondanza, cfr. A. M. Iacono, Congetture illuministiche sulla storia della civilt, in A. Burgio, D. Losurdo, J. Textier (a cura di), Egalite/Inegalite, pp. 108-109.

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scarsit rende inevitabile lineguaglianza, labbondanza la rende priva di rilievo pratico25. In tal modo, per Talmon, il problema economico fondamentale nella costruzione di nuove organizzazioni sociali si apre a due decisive possibilit. Da una parte, infatti, nellideare la societ perfetta si pu partire dalla necessit primaria di assicurare a tutti la soddisfazione dei bisogni, con il rischio, ipotizzando che luomo sia per natura egoista, che, eliminando limpulso al guadagno, verrebbe meno lo stimolo a produrre, facendo cadere la societ nella scarsit. Laltra possibilit lasciare agli individui la libert di fare con la seria possibilit di aprire la strada al disordine, allo sfruttamento e alla diseguaglianza sociale26. Il problema, connesso alla questione fondamentale se luomo sia naturalmente spinto allegoismo e alla ricchezza o possa essere rieducato, affrontato e risolto da Babeuf, Saint-Simon e Fourier, ognuno a suo modo, in maniera originale attraverso la costruzione di tre possibili societ, tra le quali, le evidenti differenze si accompagnano ad inaspettate analogie.

25 D. Losurdo, Legalit e i suoi problemi, in A. Burgio, D. Losurdo, J. Textier (a cura di), Egalite/Inegalite, cit., p. 139. 26 J. L. Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, Il Mulino, Bologna, 1967, p. 207.

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Capitolo primo

Franois-Nol Babeuf

Introduzione

Franois-Nol Babeuf non ha mai esposto le sue idee in una dottrina completa. Per questo, il suo pensiero , a volte, oscuro nei particolari: non possibile essere troppo precisi e sistematici, bisogna accontentarsi di schemi generali27. Egli fu principalmente uomo dazione e la sua ideologia deve essere ricostruita attraverso le lettere della sua numerosa corrispondenza e, soprattutto, attraverso gli articoli dei suoi giornali, in particolare il Tribun du peuple. Babeuf, in ogni caso, non fu un pensatore isolato e il suo nome legato indissolubilmente a quello della Congiura degli Uguali e con i membri di essa. Non possibile distinguere il suo pensiero dallideologia degli Uguali: il babouvismo opera collettiva. Per questo, nel ricostruire il pensiero di Babeuf opportuno rifarsi anche agli scritti di altri membri della congiura: Analisi della dottrina di Babeuf, Progetto di decreto economico e, soprattutto, Cospirazione per leguaglianza, tutti di Filippo Buonarroti e, in parte, Il Manifesto degli Uguali di Sylvain Marchal28.
27 C. Mazauric, introduzione a F. N. Babeuf, Il Tribuno del Popolo, Editori Riuniti, Roma, 1969, p. 45. 28 Ibid., p. 46.

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Del resto, pur non essendo agevole individuare quale fu la parte dei vari membri nella congiura e nellideologia degli Uguali29, il ruolo di Babeuf fu, senza dubbio, di preminenza: fu il capo, lelemento attivo, propulsore, animatore30. Lo stesso Buonarroti, descrivendo il processo contro gli Uguali, scrive:

Nessuno degli accusati era pi impacciato di Babeuf nella difesa dalla risoluzione, presa in comune, di negare la cospirazione. Su circa cinquecento documenti probatori, sequestrati quasi tutti presso di lui, e contenenti, in tutte lettere, lorganizzazione, il piano, gli atti e la corrispondenza del comitato insurrezionale, ce nerano pi di cento scritti di sua mano. La denuncia era tutta contro di lui...31

Il pensiero di Babeuf parte dalla ricerca di felicit e di benessere per tutti i membri della societ e dalla convinzione che questa pu essere raggiunta solo attraverso un eguaglianza reale e assoluta che deve ristabilire leguaglianza naturale goduta dagli uomini prima dellavvento della propriet. In queste idee, il rivoluzionario non originale ed assai vicino ai pensatori illuministi, in particolare Rousseau, Mably e, soprattutto, Morelly32. La sua originalit altrove; lesperienza della rivoluzione e il contatto con le disperate situazioni dei sanculotti a Parigi, danno al suo pensiero spunti del tutto nuovi, facendogli
29 G. M. Bravo (a cura di), Scritti di socialisti, Rossi, Napoli, 1972, p. 22. 30 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, De Silva, Torino, 1948, p. 92. 31 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, Libraire Romantique, Bruxelles, 1828, trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, Einaudi, 1971, Torino, p. 250. 32 M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, Feltrinelli, Milano, 1976, p. 46.

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superare lo stadio dellutopismo puro33. Babeuf immagina una societ, in cui non esiste propriet, dove ogni membro, svolgendo le attivit che in grado di eseguire, ottiene tutto ci di cui necessita. Si accenna ad una pianificazione del lavoro; la legge e lamministrazione regolano la produzione e la distribuzione, tenendo conto delle reali necessit della comunit. Lo sforzo di Babeuf, in ogni caso, non stato quello di ideare semplicemente una societ che realizzasse gli ideali di eguaglianza e giustizia. Egli, consapevole della difficolt della realizzazione del progetto, dedic la propria vita ad elaborare misure pratiche ed efficaci per sovvertire lordine sociale esistente. La Congiura nata con questo obiettivo reale; essa divenne il nucleo di un partito che conduceva una lotta politica, abbandonando lidea della sperimentazione dellutopia su una piccola popolazione34.

33 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p.80. 34 G. Manacorda, introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., p. XXXVI.

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Cenni biografici

Franois-Nol Babeuf35 nasce nel 1760 a Saint-Quentin in una famiglia numerosa e poco agiata. Nonostante questo, e grazie al padre autodidatta, riceve uneducazione intellettuale che gli permette di emergere dagli strati pi

oppressi dellancient rgime. Nel 1777 diventa apprendista feudista e due anni pi tardi, a Flixecort, impiegato presso un cancelliere di comunit. Qui, dopo aver conosciuto la miseria sua e della sua famiglia, grazie al suo lavoro36, viene a contatto con le disperate condizioni dei contadini Piccardi. A partire dal 1785, Babeuf inizia una lunga corrispondenza con lAccademia di Arras, la quale spediva ai suoi corrispondenti ritagli di stampa, prospetti, opuscoli su qualsiasi argomento di interesse. Tale corrispondenza, che durer fino al 1788, permette a Babeuf di ampliare la sua cultura di autodidatta. Gi in queste lettere spedite allAccademia, cominciano a trapelare le sue preoccupazioni di ordine sociale: il suo pensiero non perfettamente chiaro, anche se comincia a prendere corpo lidea della comunione dei beni. Nel 1789, si trasferisce a Parigi e diventa corrispondente del giornale Le Courrier de lEurope. Nello stesso anno pubblica il suo Cadastre perptuel, unopera di riforma fiscale, in cui Babeuf lascia intendere che quella non che il primo passo verso la felicit generale.
35 Le notizie riguardanti la vita di Babeuf sono tratte da: F. N. Babeuf, Il Tribuno del Popolo, a cura di C. Mazauric, cit.; M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit. 36 La professione di Babeuf consisteva nel ricostruire e determinare i diritti signorili gravanti sulle terre, a profitto dellaristocrazia terriera.

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Nel 1790, tornato in Piccardia, redige una petizione contro le imposte indirette e le gabelle: questo lo porta in prigione; laiuto di Marat riesce a liberarlo. A partire da questo momento, Babeuf si consacra interamente alla propaganda democratica e, nel 1792, viene eletto amministratore del dipartimento della Somme. Nel 1793, Babeuf di nuovo a Parigi dove, deluso dalle incertezze della rivoluzione democratica, diventa un vero sanculotto e si schiera a favore dellabolizione della propriet privata. Scrive numerose lettere, in cui espone le sue idee sociali. Nel frattempo, continuamente sotto lincubo di un decreto di arresto, occupa un posto nellamministrazione rivoluzionaria. Nel 1794 Babeuf, dopo un breve periodo in carcere, redige lopuscolo antigiacobino Le systeme de dpupolation, ou les crimes de Carrier e si dedica completamente ai suoi giornali: dal 3 settembre al 1 ottobre esce il Journal de la libert de la presse e dal 5 ottobre al 24 aprile 1796 il Tribun du peuple ou le defenseur des droits de lhomme. In esso viene esposta la sua dottrina e diventa ben presto il giornale della congiura. Nel 1795, durante le insurrezioni di germinale e di pratile, Babeuf , ancora una volta, in prigione. Dopo la scarcerazione la vita di Babeuf, costretto alla clandestinit per sottrarsi alle azioni giudiziarie intentate contro di lui, si confonde con la storia della Congiura degli Uguali37, il cui obiettivo immediato
37 Per la storia della congiura si veda direttamente F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda,

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era porre in vigore la costituzione del 1793 mentre lobiettivo finale era il trionfo del comunismo. Il 10 maggio 1796, in seguito alla denuncia di un traditore, i principali capi babouvisti furono arrestati e dopo lunghi dibattimenti condannati: Babeuf e Darth a morte, Buonarroti e altri alla deportazione. E noto che, allatto della pronuncia della loro condanna, Babeuf e Darth si colpirono con uno stiletto e furono ghigliottinati, moribondi, l8 pratile anno V (28 maggio 1797).

Presupposti teorici

Lideologia di Babeuf permeata delle idee degli ideologues. Parte da presupposti e analisi tipicamente illuministe, ma compie un grande balzo in avanti superando lo stadio dellutopismo puro38. Il suo egualitarismo si basa su principi etici, rifacendosi al concetto di eguaglianza naturale. Ogni aspetto della dottrina, dal rifiuto della propriet privata e della diversit dei talenti e delle retribuzioni allidea delleguaglianza reale, intesa come distribuzione egualitaria assoluta dei beni e del lavori, dal principio delleguaglianza come forza rigeneratrice delluomo, alla funzione delleducazione, ha la sua origine e giustificazione filosofica nelle idee dei pensatori del XVIII secolo, ma, al tempo stesso, questi medesimi principi
cit. 38 G. M. Bravo (a cura di), Scritti di socialisti, cit., p. 22.

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vengono rivitalizzati dallesperienza rivoluzionaria e dalle aspirazioni sociali dei sanculotti39. Il suo innato realismo, lo stretto contatto con le gravi ristrettezze

economiche, nelle quali viveva il popolo e lesperienza della rivoluzione portano Babeuf oltre le idee riguardanti leguaglianza naturale. Egli parla continuamente di eguaglianza reale, intesa da una parte come eguaglianza effettiva, non solo nei diritti civili, ma anche in quelli politici e, soprattutto, nella distribuzione delle ricchezze e dallaltra, esplicitamente, come un obiettivo reale, non chimerico, raggiungibile attraverso uninsurrezione armata. La grandezza degli Eguali stata quella di essere stato il primo partito rivoluzionario comunista della storia, organizzato nei minimi dettagli, con grande senso della realt, per sovvertire lordine sociale esistente con quello basato sulleguaglianza, attraverso la rivolta popolare e la sua forza dirompente40. Chiaramente ancora presto, lindustrializzazione era agli albori, per poter sentir parlare di rivolta del proletariato, ma Babeuf era consapevole dellimmensa forza del popolo, la quale, se ben guidata, avrebbe potuto cambiare radicalmente la societ. I babouvisti, inoltre, hanno afferrato, con piena consapevolezza, la necessit di un periodo di transizione, di una dittatura temporanea, successiva allinsurrezione vittoriosa, guidata da pochi illuminati, per preparare gli uomini
39 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 120. 40 Cfr. G. Manacorda, introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., pp. XLIII-XLVIII.

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al nuovo ordine di cose41. Il sistema di Babeuf egualitario e, come conclusione logica del suo pensiero, comunista42: per gli Eguali, la comunit dei beni lunico sistema in grado di assicurare a tutti gli uomini il soddisfacimento dei propri bisogni. In questo, il rivoluzionario non si discosta da Morelly43, ma il progetto, i cui presupposti affondano le radici nellutopismo, diventa soluzione della crisi sociale44. Lo scopo di ogni ordinamento sociale la felicit degli uomini; questo necessariamente un punto di convergenza per tutti coloro che si dedicano alla costruzione di nuove societ. Le strade cominciano a dividersi, quando si osserva come viene intesa la felicit sociale. Per Babeuf, illuminista fino in fondo, la felicit sociale non semplicemente la felicit del maggior numero o, ancora meglio, di tutti i consociati, ma la felicit di tutta la comunit, intesa come unit inscindibile45. La felicit deve esplicarsi nella socialit: la felicit sociale il fondamento della societ e obiettivo primario. Essa pu essere raggiunta, solamente, in una societ fondata sul principio
41 M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., p. 148. 42 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 90. 43 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 12, nota 2.. 44 C. Mazauric, introduzione a F. N. Babeuf, Il Tribuno del Popolo, cit., p. 46. 45 Il fine della Societ il bene comune (F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 34, 15 brumaio anno IV, trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, Muggiani, Milano, 1945, p. 52). Babeuf considera il benessere collettivo fonte della felicit del singolo. Nella repubblica degli Eguali, gli uomini non saranno egoisti o ambiziosi; in essi, si svilupperanno sentimenti legati alla comunit, quali la fratellanza, lamore per la patria: il benessere della comunit diventer la fonte della loro felicit. La ricerca del bene comune il fine ultimo di Babeuf... La comunione dei beni non era in fin dei conti altro che il mezzo per conseguire tale bene o felicit comune precedentemente definiti secondo canoni metafisici come la felicit sociale: Babeuf , dal principio alla fine della sua vita, un filosofo del XVIII secolo ( C. Mazauric, nota 3 a F. N. Babeuf, Il tribuno del popolo, cit., p. 82).

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delleguaglianza reale e su quello della sovranit popolare, necessaria conseguenza della prima e sua garanzia di conservazione. Babeuf arriva al concetto di eguaglianza reale, radicalizzando il principio delleguaglianza naturale dei bisogni: dalla constatazione che gli uomini hanno le stesse necessit fondamentali46 consegue leguaglianza su tutti gli altri aspetti ed, in particolare, per quel che riguarda la distribuzione delle risorse. Leguaglianza distributiva, la quale assicura a tutti un benessere minimo, solo uno dei primi passi per arrivare alla vera eguaglianza; luguale distribuzione delle risorse, oltre ad assicurare il diritto delluomo di provvedere alla conservazione dellesistenza47, crea le premesse per superare lindividualismo, per fare in modo che linteresse personale venga abbandonato, o meglio venga a coincidere con quello dellintera collettivit, attraverso il disinteresse simpatico manifestato dalla solenne pratica della fraternit umana48. In questo, si vede lottimistica fiducia di Babeuf nella forza rigeneratrice delleguaglianza, nella sua capacit di elevare gli uomini, oltre al puro interesse personale, di renderli giusti e saggi49.
46 ... Allora, si logicamente portati a riflettere sui diritti primordiali delluomo: li si discute, si esamina quali sono allo stato di natura e quali diventano col passaggio allo stato sociale: si riconosce che la natura ha fatto nascere gli uomini eguali in diritti e bisogni, e che la sorte di ogni individuo non devessere alterata dal passaggio alla vita sociale; che gli istituti civili, lungi dal turbare la felicit comune - frutto della conservazione di questeguaglianza - non hanno se non il compito dimpedirne la violazione (F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 34, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 57). 47 M. Robespierre, Dichiarazione dei diritti delluomo e del cittadino, art. 2, in F. Buonarroti , Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit, p. 271. 48 F. N. Babeuf, Lettera a Charles Germain, 10 termidoro anno III (28 luglio 1795), trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 131. 49 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 134.

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La giustificazione ideologica dellegualitarismo si rif al concetto di eguaglianza naturale. Babeuf afferma che le differenze naturali sono minime, e, conseguentemente, se gli uomini fossero posti nella medesima situazione e con le stesse opportunit di partenza50 svilupperebbero capacit non molto dissimili tra loro. In ogni caso, anche se cos non fosse, lunica cosa certa e significativa, per Babeuf, leguaglianza dei bisogni; essa pi importante di qualsiasi altra possibile differenza, e da questa deve conseguire la parit reale fra gli uomini, e, in particolare, leguaglianza economica assoluta. Questi concetti sono esposti da Buonarroti in maniera assai chiara:

...la natura ha fatto gli uomini eguali: ma come e in che cosa? E quel che importa conoscere a fondo. Coloro che approvano le ineguaglianze sociali, pretendono che esse siano inevitabili, perch, secondo loro, traggono la loro origine da quelle che la natura ha posto tra gli individui della specie umana. Poich gli uomini, essi dicono, differiscono naturalmente nel sesso, nella stature, nel colore, nei tratti del volto, nellet e nel vigore delle membra, non possono essere uguali n in potenza n in ricchezza; leguaglianza, sia naturale, sia sociale, dunque una vera e propria astrazione. (...) C fra gli uomini, dicono i partigiani dellineguaglianza, unaltra differenza naturale che si riflette necessariamente nella loro cultura e nella loro posizione sociale: quella dellintelligenza... 50 Lideologia babouvista da enorme importanza alleducazione come strumento per assicurare leguaglianza e lemancipazione dei poveri. Le differenze di istruzione diventano infatti un arma in mano ai potenti per assicurare le loro posizioni di predominio. Leducazione deve di conseguenza, come un qualsiasi bene reale, essere assicurata a tutti.

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Tuttavia un sentimento segreto sembra avvertirci che le cose non sono state ordinate cos dallautore della natura, e che, se gli uomini comunemente ben costituiti non hanno tutti la stessa capacit di intendere, la differenza che esiste fra di loro a tal riguardo, determinata molto meno dalla diversit di conformazione, che da quella delle circostanze in cui si sono trovati. Chi pu dubitare che molti uomini ignoranti non sarebbero stati tali, se avessero avuto la possibilit di istruirsi?... Daltronde, fosse pure naturale, come si pretende, lineguaglianza di intelligenza, sarebbe impossibile vedervi la fonte delle differenze di ricchezza e di potenza che esistono nella societ, perch non affatto vero che i beni e lautorit siano comunemente il retaggio del sapere e della saggezza. Ma si tratta veramente delle qualit di cui parliamo? Niente affatto. Leguaglianza naturale a cui si mira luniformit dei bisogni... Il bisogno di nutrirsi e quello di riprodursi, lamore di s , la piet, lattitudine a sentire, a pensare, a volere, a comunicare le proprie idee e a comprendere quelle dei propri simili, a conformare le proprie azioni alla norma, lodio della costrizione e lamore della libert esistono pressa poco nello stesso grado in tutti gli uomini sani e ben costituiti. Tale la legge di natura da cui emanano, per tutti gli uomini, gli stessi diritti naturali. (...) Non v dubbio che la disparit delle forze fisiche possa turbare, almeno momentaneamente, il godimento della eguaglianza naturale: probabilmente proprio per ovviare a questo male si fece ricorso ai patti e fu costituita la societ civile...51

Da questi principi generali, che si rifanno alle idee di Rousseau, Mably, Morelly, Babeuf trae conclusioni radicali. Leguaglianza, nella societ civile, deve essere reale e assoluta, superiore
51 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit. trad it. in Id, Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., pp. 12-13, nota 4.

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alleguaglianza naturale: essa deve esplicarsi non solo sul piano dei diritti o delle pari opportunit, ma di una distribuzione delle ricchezze assolutamente identica per tutti. Babeuf rifiuta il principio della giustizia distributiva; dal presupposto dellassoluta eguaglianza degli uomini nei bisogni discende il loro diritto ad avere gli stessi mezzi per soddisfarli e questo diritto deve essere pi forte di qualsiasi considerazione legata alle diverse capacit degli uomini. Babeuf contrario ad una distribuzione delle ricchezze proporzionale ai talenti o alle capacit.

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Nel Manifesto dei Plebei, si legge:

Proveremo che, per un membro del corpo sociale, tutto quanto al disotto della soddisfazione dei suoi bisogni dogni genere e di tutti i giorni, il frutto di una spoliazione della sua propriet naturale individuale, operata dagli accaparratori dei beni comuni. Che, per ci stesso, tutto ci che un membro del corpo sociale ha al disopra della soddisfazione dei suoi bisogni dogni genere e di tutti i giorni il frutto di un furto, compiuto ai danni degli altri associati, il quale priva necessariamente della sua parte di beni comuni un numero pi o meno grande di uomini.52

Babeuf non si limita a questi principi per dimostrare la necessit delluguale distribuzione delle ricchezze: egli, infatti, considera tutti i lavori svolti allinterno della societ identicamente utili alla comunit, per cui essi non devono dare luogo a differenze retributive. Inoltre, ritiene che le opinioni riguardanti le presunte differenze di utilit delle varie attivit umane, cos come le idee sulle diverse capacit degli uomini siano sbagliate e frutto di cattivi pregiudizi. Sempre nel Manifesto dei Plebei afferma

Che la superiorit dingegno e dindustria una chimera, un inganno specioso che ha sempre e indebitamente servito ai complotti dei cospiratori contro leguaglianza. Che la differenza di valore e di merito nel prodotto del lavoro umano riposa unicamente sullopinione che taluni se ne sono fatta, e che hanno saputo imporre. 52 F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 35, 9 frimaio, anno IV (30 novembre 1795), trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 77.

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Che a torto, in base a questa opinione, si stimata la giornata di lavoro di chi fabbrica un orologio venti volte pi della giornata di chi traccia un solco. Che, proprio in grazia di questa falsa valutazione, il guadagno delloperaio orologiaio ha messo questultimo in grado di ottenere il patrimonio di cento operai contadini, da lui in tal modo espropriati. Che tutti i proletari sono divenuti tali solo grazie ad analoghe combinazioni in tutti gli altri rapporti di propriet: combinazione fondate sulla stessa base della differenza di valore venutasi a stabilire fra le cose per la sola autorit dellopinione. (...) Che, allo stesso modo, il valore dellintelligenza questione di opinione, e che resta ancora da decidere se il valore della forza puramente naturale e fisica non gli stia alla pari. Che chi ha dato un prezzo tanto alto alle concezioni del cervello sono stati proprio gli intelligenti e che, se fossero stati i forti a sistemare le cose, avrebbero senza dubbio alcuno stabilito che il merito delle braccia vale quello della testa e che la fatica di tutto il corpo pu ben equilibrare quella della sola parte ruminante. 53

Qui Babeuf si lancia in un appassionata difesa della pari dignit del lavoro umano. In ogni caso, il rivoluzionario francese convinto che le uniche eventuali differenze siano frutto della diversa educazione54 ad afferma ch verit
53 Ibid., pp. 77-78. Cfr. M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., p. 112. 54 Come vedremo meglio inseguito, leducazione gioca un ruolo decisivo per instaurare e mantenere il sistema deguaglianza. Essa, da una parte, essendo uguale e comune, attenuer le differenze fra gli uomini eliminando i contrasti, che da esse possono derivare, dallaltra, insegnando i giusti principi della fraternit e delleguaglianza, migliorer gli individui, liberandoli dai vizi morali. Al contrario, leducazione pu diventare un potente strumento di asservimento, quando nelle mani di pochi. Leducazione una mostruosit quando ineguale, quando patrimonio esclusivo di una parte sola della societ, poich, in tal caso, diventa, nelle mani di questa minoranza, un arsenale di macchine e darmi dogni specie, mediante la quale essa combatte laltra parte ch inerme, riuscendo facilmente a jugularla, a ingannarla a depredarla, ad asservirla sotto le pi vergogose catene (F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 35, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 80).

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assoluta - a torto contestata dalla malafede dal pregiudizio o dallirriflessione che [una] ripartizione uniforme delle cognizioni renderebbe gli uomini pressoch uguali in ingegno55. Infine, ai motivi della pari dignit di ogni attivit delluomo e, soprattutto, delleguaglianza dei bisogni, lautore esprime anche una motivazione di ordine sociale alla necessit di retribuire in maniera assolutamente identica lavori diversi: leguaglianza il bene pi prezioso, per esso, se necessario, si devono eliminare tutte le cause che, anche se in s positive, ne potrebbero minare la stabilit. Babeuf afferma

Che anche se si potesse dimostrare che il tale, in virt delle sue sole forze naturali, in grado di lavorare per quattro, ed egli esigesse perci la retribuzione di quattro lavoratori, questindividuo sarebbe pur sempre un cospiratore contro la societ, in quanto ne turberebbe lequilibrio, e distruggerebbe quel prezioso bene ch leguaglianza. Che la saggezza impone a tutti i co-associati di punire questuomo come un flagello sociale, di ridurlo a non poter fare che il lavoro di uno solo, per non poter esigere che il compenso di uno solo.56

Questo ci mostra fino a che punto Babeuf si spinga. Leguaglianza reale un principio assoluto e per raggiungerlo e mantenerlo, lautore disposto a tutto; per essa, se necessario, si deve eliminare qualsiasi fattore che possa minare
55 F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 35, cit.,trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 80. 56 Ibid., pp. 79-80.

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lunit della comunit57. Babeuf teme che anche le pi piccole differenze allinterno del corpo sociale possano provocare fratture e divisioni, che riporterebbero la societ al vecchio ordine di cose. Egli afferma che nessuna verit pu eguagliare in importanza quella che gi abbiamo citata, e che un filosofo ha espresso nei seguenti termini: Discutete fin che volete della miglior forma di governo: non avrete fatto nulla finch non avrete distrutto i germi della cupidigia e dellambizione58. Babeuf crede nel potere rigeneratore delleguaglianza. Attraverso essa gli uomini potranno diventare migliori, abbandonando linteresse individuale in favore del bene comune. Una volta avvenuto questo non saranno pi necessarie misure cos drastiche, perch lemancipazione delluomo sar completa. Fino a quel momento, e per raggiungere quel momento, , per, necessario che le istituzioni tolgano ad ogni individuo la speranza di diventare pi ricco, pi potente, pi onorato per cultura, di qualunque suo simile59. Il passo seguente sintetizza, in maniera perfetta, ci che Babeuf intende:

...occorre riuscire a incatenare la sorte, a rendere quella di ogni associato indipendente dalle circostanze fortunate o sfortunate della vita, ad assicurare a ciascuno e alla sua

57 Manacorda, comunque, ricorda, giustamente, che se il pensiero Babeuf nel Manifesto dei Plebei, come vediamo nei passi citati, si accosta a quanto afferma Marchal, nel suo Manifesto degli Eguali (Periscano, se necessario, tutte le arti, purch ci resti leguaglianza reale ! ), in un altro testo importante come la lettera privata a Germain ha idee meno radicali, riconoscendo limportanza dello sviluppo delle arti e delle scienze (G. Manacorda, introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit. p. XXII. 58 F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 35, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., pp. 80-81. 59 Ibid., p. 81

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discendenza, per numerosa che sia, la piena soddisfazione dei suoi bisogni, e nientaltro che questa, e a precludere a tutti ogni possibile via di ottenere pi della propria quota individuale dei prodotti della natura e del lavoro.60

Babeuf vuole uneguaglianza senza macchia e senza riserve61, perch, solo in questo modo, possibile garantire il bene comune, il benessere uguale di tutti i consociati62; tutti hanno il diritto alla felicit e, di conseguenza, tutti hanno il diritto di soddisfare i propri bisogni.

Eguaglianza reale

Scopo della societ assicurare, realmente, leguaglianza degli uomini, di fronte ai bisogni. Dal presupposto che tutti gli uomini, al di l di qualunque altro tipo di differenza, sono assolutamente identici nei bisogni fondamentali (nutrirsi, vestirsi, riprodursi) discende la necessit di una distribuzione delle risorse assolutamente egualitaria: ci che Babeuf chiama eguaglianza reale. Secondo gli Eguali, lunico modo per assicurare leguaglianza reale abolire la propriet privata e instaurare la comunione dei beni. Babeuf non arriv immediatamente a questa soluzione. Allinizio, si era
60 Ibid. 61 Ibid., p. 64. 62 Ibid., p. 70. Cfr. G. Manacorda , introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione leguaglianza detta di Babeuf, cit., p. XX.

per

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battuto in favore

di una redistribuzione egualitaria dei terreni e di un

limitazione del diritto di propriet connesso con la soppressione del diritto di alienabilit della terra e del diritto di eredit63. In una lettera del 1791, Babeuf scrive a favore della legge agraria: ...la terra non deve essere alienabile... ognuno nascendo ha diritto di avere la sua parte sufficiente, come avviene per lacqua e per laria... morendo deve lasciarne eredi non quelli che gli sono pi vicini nella societ ma la societ intera64. La diseguaglianza si originata a causa degli inganni di pochi che sono riusciti ad appropriarsi dei beni della maggioranza e sono riusciti ad imporre la falsa convinzione che alcune attivit siano pi utili di altre e danno, quindi, diritto a compensi maggiori: stando cos le cose una nuova divisione non farebbe che rimettere le cose a posto...65. Successivamente, Babeuf arriva alla consapevolezza che una semplice redistribuzione egualitaria dei beni, sia attraverso una legge agraria che porti allespropriazione, divisione e distribuzione dei grandi poderi sia attraverso limposizione fiscale progressiva66, sia insufficiente alla creazione della vera eguaglianza.
63 Nel pensiero di Babeuf si distinguono tre fasi, riguardo alla questione della propriet. Dapprima egli parla di una distribuzione delle affittanze, successivamente a favore della legge agraria, intesa come redistribuzione egualitaria delle terre e abolizione del diritto di alienabilit, infine egli considera linsataurazione della comunione dei beni lunico sistema in grado di assicurare leguaglianza reale. Cfr. M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., pp. 95-99 e C. Mazauric, introduzione a F. N. Babeuf, Il Tribuno del Popolo, cit., pp. 27-31. 64 F. N. Babeuf, Seconda lettera di F. N. Cam. Babeuf, cittadino, a J. M. Coup, legislatore, 10 settembre 1791, trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di C. Mazauric, cit., p. 162; (Franois-Nol Camille Babeuf; Camille il soprannome che Babeuf si dato). 65 Ibid. 66 Tassate fin che volete il ricco; detenendo tutti gli oggetti di consumo, egli trover sempre il modo di vendicarsi sul povero, a meno che non abbiate avuto la precauzione di fissare i limiti che la sua cupidigia non potr varcare (F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 39, 1796, trad. it. in Id., Il tribumo del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 95).

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Nel Manifesto dei Plebei, Babeuf scrive:

Ma insomma, quello che volete la legge agraria?, grideranno a mille e mille certi uomini onesti. No: vogliamo qualcosa di pi. Sappiamo largomento imbattibile che ci verrebbe opposto: si direbbe con ragione che la legge agraria pu durare al massimo un giorno, e lindomani della sua applicazione, lineguaglianza si ripresenterebbe. 67

Diventa, dunque, necessario cambiare radicalmente la struttura della societ, perch il sistema delleguaglianza esclude ogni tipo di distribuzione68. Lunica soluzione la proscrizione della propriet individuale, e... linstaturazione della comunione dei beni e del lavoro, unico mezzo capace di prosciugare per sempre la fonte di ogni ineguaglianza, e di estirpare tutti i pregiudizi e i mali che ne derivano69. La giustificazione ideologica dellabolizione del diritto di propriet riprende le idee di Mably70: esso non un diritto naturale, una deplorevole creazione
67 F.N. Babeuf, Le Tribun du Peuple, n. 35, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., pp. 73-74. Nei motivi che sconsigliano la legge agraria e suggeriscono la comunit dei beni, Babeuf illuminista fino in fondo. In particolare, si fa riferimento a Mably, il quale nei Droits et devoirs du cytoien scrive: Qualunque sia leguaglianza con cui si spartiscono inizialmente i beni di una repubblica, state pur certi che alla terza generazione lequaglianza non regner pi fra i cittadini; e questo per la diversit dei talenti, della laboriosit, del numero dei figli (A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 131). 68 F. Buonarroti, Rsponse une lettre signe M. V., 28 germinale, anno IV (17 aprile 1796), in Id., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 352. 69 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 148. 70 Lo stesso Buonarroti, nella Cospirazione, richiama direttamente i principi del filosofo francese. NellAnalisi della dottrina di Babeuf, spiega in che modo la nascita del diritto di propriet sia stata fonte di sventura e miseria per il genere umano: Dal momento in cui le terre furono divise, nacque il diritto esclusivo di propriet. Allora ciscuno fu il padrone assoluto di tutto ci che poteva trarre dai campi che gli erano toccati in sorte e dallindustria che poteva esercitare. E probabile che gli uomini dediti alle arti di prima necessit siano stati esclusi, in quello stesso tempo, da ogni possesso terriero che non avevano il tempo di sfruttare. Gli uni restarono cos i padroni delle cose necessarie allesistenza, mentre gli altri ebbero diritto soltanto ai salari che si volevano pagare loro. Ci nonostante, questo cambiamento non ne port uno sensibile nella distribuzione dei godimenti, finch il numero dei salariati non eccedette quello dei possessori di terre. Ma, non appena gli accidenti

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della nostra fantasia, dei nostri errori: nato da un vizio orribile, lavidit, e, a sua volta, genera tutti gli altri vizi, tutte le passioni, tutti i delitti, tutti i dolori della vita, tutti i generi di mali e di calamit71. La propriet privata non pu che essere fonte di egoismo. I sistemi basati su di essa, generano negli uomini una brama di ricchezza che li mette uno contro laltro. La minoranza, che riesce ad accumulare nelle proprie mani gran parte delle ricchezze, mantiene la maggioranza in uno stato di miseria ed ignoranza. Solo in una societ rigenerata, senza diritto di propriet, sar possibile assicurare il benessere di ogni individuo, senza che questo sia in contrasto con quello degli altri. In una simile ordinamento leliminazione della cupidigia farebbe cessare le gelosie, gli inganni e le diffidenze, e gli uomini sarebbero realmente fratelli, strettamente interessati alla conservazione di uno stato di cose che assicura il benessere a tutti72. In questa forma sociale spariscono le ricchezze individuali e il diritto di propriet sostituito dal diritto di ogni individuo ad unesistenza
naturali, leconomia o lastuzia degli uni, la prodigalit e lincapacit degli altri, ebbero raccolto in un piccolo numero di famiglie le propriet terriere, i salariati furono molto pi numerosi dei salarianti, che li ebbero in loro balia, e, fieri della propria opulenza, li ridussero in condizioni di vita veramente frugali... Poi si veduto lozioso vivere con rivoltante ingiustizia dei sudori delluomo laborioso, schiacciato sotto il fardello delle fatiche e delle privazioni; si veduto il ricco impadronirsi dello stato e dettar da padrone leggi tiranniche al povero, violentato dal bisogno, avvilito dallignoranza e ingannato dalla religione. Le sventure e le schiavit derivano dallineguaglianza, e questultima dalla propriet. La propriet dunque il pi grande flagello della societ (F. Buonarroti, Analyse de la doctrine de Babeuf proscrit par le directoire excutif pour avoir dit la vrit, 20 germinale anno IV (9 aprile 1796), in Id., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 319). 71 F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 37, 30 frimaio anno IV, trad. it. in Id., Il Tribuno del Popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 91. 72 F. Buonarroti, Rsponse une lettre signe M. V.,cit., trad. it. in Id., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 356.

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felice quanto quella di tutti gli altri membri del corpo sociale73: viene assicurata leguaglianza reale. Lo stesso Buonarroti ci spiega cosa essa significhi e come si realizzi:
Vediamo ora cosa si intende per eguaglianza reale. Essa ha per base due condizioni essenziali: lavori comuni, godimenti comuni. Anzitutto, essendo il lavoro una condizione necessaria senza la quale lassociazione perirebbe, nessuno ha potuto sottrarvisi senza ingiustizia: chi lo ha fatto ha diminuito la ricchezza pubblica, o ha rigettato il proprio compito sul vicino. Due potenti considerazioni vengono in appoggio a questo sistema: 1) questo lavoro comune aumenterebbe le ricchezze della societ che, nello stato attuale, pu contare solo sul lavoro utile di una piccola parte dei suoi membri; 2) il lavoro, ripartito su tutti i membri validi della societ, libererebbe di un fardello insopportabile quelli che noi abbiamo esclusivamente condannati alla fatica e ne trasporterebbe agli altri solo una piccolissima porzione, che presto diverrebbe per tutti una fonte di piacere e di svago. (...) Che ciascuno lavori per la grande famiglia sociale e che ciascuno ne riceva lesistenza, i piaceri e la felicit: ecco la voce della natura, ecco lo stato in cui leguaglianza non una chimera e in cui saldamente assicurata la libert di ciascuno. 74

Il comunismo di Babeuf definito comunismo dei bisogni, in quanto dal principio fondamentale delleguaglianza dei bisogni discende lorganizzazione della societ, che deve assicurare una distribuzione delle ricchezze assolutamente identica per tutti.
73 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 149. 74 F. Buonarroti, Rsponse une lettre signe M. V., cit., in Id., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id.,Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 354.

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Buonarroti, nellAnalisi alla dottrina di Babeuf dice: I lavori e i godimenti devono essere comuni a tutti, cio tutti devono sopportare unegual parte di lavoro e trarne unuguale quantit di godimenti75: dal fatto che gli uomini hanno uguali le medesime necessit, discende che debbano avere i medesimi godimenti76 e da questo consegue che tutti debbano partecipare in eguale misura ai lavori, indispensabili per produrre i beni necessari alluomo. Buonarroti aggiunge:

Questobbligo [di lavorare] non ha potuto essere diminuito dalla societ, n per tutti n per ciascuno dei suoi membri: a) perch ne dipende la sua conservazione

AA. perch la pena di ciascuno

la minore possibile solo quando tutti vi partecipino. 77

Una divisione equa del lavoro, non solo lo renderebbe meno duro, ma, se esso fosse saggiamente ed universalmente distribuito diverrebbe...

unoccupazione dolce e divertente, alla quale nessuno avrebbe voglia o interesse a sottrarvisi78.
75 F. Buonarroti, Analyse de la doctrine de Babeuf, cit., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 318. 76 Sarebbe veramente un orrore inaudito, signor M. V., che il vostro pane, la vostra carne, il vostro vino e i vostri abiti uscissero dallo stesso magazzino ed avessero lo stesso sapore di quelli di un ciabattino! Ma pure, perch la natura ha voluto dare a questo immondo animale uno stomaco e dei sensi come i vostri? Disgraziato! Quando navigate nellabbondanza, vi ci vuole anche lo spettacolo dei dolori altrui per completare la vostra felicit (F. Buonarroti, Rsponse une lettre signe M. V., cit., in Id., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p 355). 77 F. Buonarroti, Analyse de la doctrine de Babeuf, cit.,in Id., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 318. 78 F. Buonarroti, Rsponse une lettre signe M. V., cit., in Id., Conspiration pour lgalit dite de

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In ogni caso, Babeuf precisa:

Non esisteranno sfaticati, nella Repubblica. Non sar difficile stabilire un controllo che impedisca di contrarre labitudine alla pigrizia e, tutto considerato, non vedo che nel nostro sistema il codice penale debba prevedere altro caso che lattentato alleguaglianza da parte del non-lavoro, n che i tribunali non abbiano da punire altri delitti, che questo. 79

Organizzazione economica

Il sistema economico delineato dallideologia babouvista, come abbiamo accennato, non elaborato accuratamente, non entra nei dettagli. Nei principi generali non originale, riprendendo idee gi esposte da Montesquieu, da Rousseau, e soprattutto da Morelly 80. Tali principi, per, assumono un valore e una concretezza del tutto nuovi, a causa dellinfluenza su Babeuf e compagni dellesperienza rivoluzionaria, in particolare quella dellanno II, con i suoi magazzini generali, le requisizioni forzate, i censimenti, il maximum, laccentramento economico81. Inoltre, Babeuf , sempre molto realista, ebbe ben presente che il popolo
Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 357. Questa affermazione, riguardo alla perdita da parte del lavoro dei suoi connotati negativi, nel nuovo sistema, richiama alla mente le concezioni di Fourier sul lavoro attraente. Cfr. A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit. p. 139. 79 F. N. Babuef, Lettera a Charles Germain, cit., trad. it. in Id,. Il Tribuno del Popolo, cit., pp. 128129. 80 Cfr. A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., pp. 150-151. 81 Cfr. D. Gurin, La lutte de classe sous la premire Rpublique - Bourgeois et bras nus, (17931797), Gallimard, Paris, 1946, vol. I, pp. 154-173; vol. II, p. 343, in A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 226.

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francese non inseguiva sogni chimerici, legati ad un abbondanza generalizzata e senza limite, ma semplicemente voleva non morire di fame: quello che chiedeva era la sussistenza82. Lorganizzazione del sistema economico degli Eguali nasce principalmente come soluzione immediata alla crisi sociale e, pur fondandosi su idee diffuse nel XVIII secolo, non mancano spunti e soluzioni originali. Il principio fondamentale, su cui costruire la societ , come sappiamo, leguaglianza degli uomini nei bisogni. Di fronte a questo principio universale di giustizia, le diversit di talento, capacit, intelligenza diventano irrilevanti. In ogni caso, Babeuf convinto della pressoch eguaglianza naturale degli uomini: le differenze di capacit derivano, principalmente, della diversa istruzione. Da queste affermazioni discendono due caratteristiche fondamentali del sistema degli Eguali: da una parte laffermazione che tutti i lavori sono uguali che, quindi, non danno diritto a diversi compensi, dallaltra lelaborazione di un sistema di educazione e istruzione uguale e comunitario. Partendo dalleguaglianza dei lavori e dei godimenti, Babeuf elabora un sistema, che si rif a quello dei granai collettivi e alla pratica legale della requisizione dellanno II della Rivoluzione. In esso, viene eliminato il compenso individuale legato al lavoro ed ognuno ottiene direttamente ci di cui necessita. Viene eliminata la possibilit di arricchirsi perch non solo non esistono pi i salari, ma viene anche eliminata la moneta: vengono distribuiti beni reali. In tal
82 Posso mai politicare quando da 48 ore non mangio? (F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 35, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 67).

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modo, secondo Babeuf, si sarebbe estirpato legoismo e gli altri vizi legati alla propriet privata e alle ricchezze e ognuno avrebbe svolto la propria attivit senza pi pensare al denaro, ma avendo come obiettivo il benessere comune. Nella lettera a Charles Germain, Babeuf scrive:

Nella societ rigenerata tutto deve essere equilibrio e compensazione, nulla deve offrire il destro a farsi avanti e a dominare. Non deve esistervi n alto n basso, n primo n ultimo e gli sforzi, cos come le intenzioni di tutti i consociati (non altro sono gli individui di cui la societ si compone) devono costantemente convergere verso la grande meta fraterna, la prosperit comune, inesauribile, eterna miniera di benessere individuale... Che ciascuno abbia la sua funzione chegli eserciti coscienziosamente e che gli permetta di vivere felice e non pi, giacch occorre felicit per tutti, distribuita egualmente fra tutti.83

I prodotti del lavoro di ogni individuo vengono requisiti dallamministrazione centrale, che si occupa della redistribuzione egualitaria dei beni:
...tutti gli agenti di produzione e di fabbricazione lavoreranno per il magazzino comune, e ognuno di loro vi consegner il prodotto in natura della sua funzione individuale, e agenti di distribuzione non pi operanti per proprio conto ma per conto della grande famiglia faranno rifluire verso ogni cittadino la sua parte uguale eppure diversa dellintera massa di prodotti di tutta lassociazione, in cambio di ci che avr potuto fare sia per aumentarli sia per migliorarli...84

Babeuf spiega che, in questo modo, scomparir la falsa e funesta


83 F. N. Babeuf, Lettera a Charles Germain, 10 termidoro anno III (28 luglio 1795), trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 123 84 Ibid.

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convinzione, che esistano lavori di differente importanza; diventer chiaro che ogni tipo di lavoro utile alla societ e tutti coloro che ne hanno la possibilit devono svolgere la propria parte nella vita economica della comunit:

...quali che siano le nostre funzioni individuali, se non siamo n fanciulli n vecchi n infermi, saremo tutti quanti agenti di quel commercio, nel quale ogni distinzione annullata, e tutti sono su un piede di perfetta eguaglianza, i produttori che sono agricoltori e operai, artigiani, artisti e intellettuali, magazzinieri, distributori incaricati di avviare al consumo i prodotti finiti. Scompare cos qualsiasi distinzione tra lindustria e il commercio, e avviene la fusione tra tutte le professioni elevate ad un medesimo livello di onore. 85

Oltre a queste considerazioni generali, Babeuf, pur non entrando nei dettagli, accenna ad una pianificazione del lavoro, il quale verr organizzato razionalmente dallo stato in funzione dei bisogni reali della comunit:
Tutto ci che viene fatto attualmente continuer ad essere fatto dalle stesse persone. Lagricoltore rimarr agricoltore, il fabbro fabbro, il tessitore tessitore, e la stessa cosa sar di tutte le specie di lavoratori. Con la differenza che tutte le persone attive saranno classificate secondo il tipo del lavoro; lassociazione sar perennemente al corrente di tutto ci che ognuno fa, affinch non siano prodotti n troppi n troppo pochi oggetti dello stesso tipo; questo fatto determiner per ogni specialit il numero dei cittadini che dovranno esservi impiegati e dei giovani che vi si avvieranno. Tutto sar proporzionato ai bisogni presenti e ai bisogni previsti secondo laumento probabile e facilmente prevedibile della comunit. Tutti i bisogni reali saranno esattamente studiati e pienamente soddisfatti, attraverso un rapido trasferimento in tutte le localit e in tutte le distanze.86 85 Ibid., p. 124. 86 Ibid., p. 125.

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Buonarroti aggiunge che la pianificazione delle attivit partir gi attraverso leducazione data ai giovani. La distribuzione dei lavori ha origine nelle case di educazione pubblica... i magistrati incaricati della loro direzione vi fanno praticare tutti i generi di lavoro ordinati dalle leggi, facendo applicare a ciascuno di essi un numero di allievi proporzionato ai bisogni, tenuto conto delle loro forze e delle loro inclinazioni87. Babeuf rifiuta, dunque, il sistema di mercato in favore di unorganizzazione della produzione e della distribuzione regolata da unamministrazione centrale. Essa, oltre ad essere lunico sistema in grado di assicurare leguaglianza reale dei godimenti, permette di evitare gli sprechi e lirrazionalit del sistema concorrenziale. Babeuf scrive:

La concorrenza che, lungi dal mirare alla perfezione, sommerge i prodotti fatti coscienziosamente sotto montagne di prodotti deteriori, immaginati per far colpo sul pubblico, che ottiene il prezzo basso alla sola condizione di costringere loperaio a perdere la mano in lavori abborracciati, sfibrandolo, affamandolo, uccidendone la moralit con lesempio della mancanza di scrupoli; la concorrenza che da la palma della vittoria solo a chi ha pi denaro; che, dopo la lotta, si conclude in un monopolio nelle mani del vincitore e nella sparizione del prodotto a buon mercato; la concorrenza che fabbrica non importa come, a torto e a traverso, a rischio di non trovare compratori e di distruggere una gran quantit di

87 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 150.

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materia prima che avrebbe potuto trovare un utile impiego, ma che non servir pi a nulla...88

Nel repubblica degli Eguali, invece, lorganizzazione economica regolata dalla legge, che avr come obiettivo la produzione di beni realmente utili e far in modo che tutti si trovino sottoposti a doveri egualmente proporzionati alle loro forze e alla durezza del lavoro di cui saranno incaricati89. Riguardo alla distribuzione dei lavori, Buonarroti precisa ulteriormente:

Forse sarebbe stato conveniente distinguere i lavori di stretta necessit in facili e penosi, e obbligare ogni cittadino ad esercitarne uno di una categoria e uno di unaltra. Forse anche sarebbe stato giusto stabilire unaltra divisione dei cittadini secondo let, per proporzionare il peso del lavoro allaccrescimento e alla diminuzione delle forze...90

Egli conclude, infine, dicendo che leguaglianza deve misurarsi non tanto dallintensit della fatica, quanto dalla capacit del lavoratore91 e colui che, dotato di un certo grado di forza, solleva un peso di dieci libbre, lavora tanto quanto colui che, dotato di una forza quintupla, ne sposta uno di cinquanta92. Al di l dei principi generali, legati alla distribuzione egualitaria del lavoro, rimane aperta la questione della effettiva organizzazione della produzione. In particolare, la questione fondamentale questa: oltre che di propriet comune, si
88 F. N. Babeuf, Lettera a Charles Germain, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 126. 89 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 151. 90 Ibid. 91 Ibid. 92 Ibid., p. 213.

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pu parlare di sfruttamento collettivo delle terre e dei mezzi di produzione? Innanzitutto, necessario premettere che il tema dellorganizzazione della produzione poco sviluppato nellideologia babouvista; essa si occupa, principalmente, della questione distributiva; si , infatti, soliti parlare di comunismo distributivo93. Le ragioni che possono spiegare questo sono molteplici. In primo luogo, il principio base del sistema rimane, sempre, leguaglianza nei godimenti; i babouvisti, per questo motivo, si preoccupano principalmente della distribuzione: il loro primo obiettivo assicurare a tutti il soddisfacimento del bisogni naturali. In secondo luogo, gli Eguali sono portatori e difensori delle istanze dei sanculotti e, pi in generale, del popolo. Esso, in particolare nellanno IV della Rivoluzione, si trovava in condizione disperate e quello che chiedeva, non erano sogni chimerici legati ad un abbondanza generalizzata, ma la possibilit di ottenere il necessario per sopravvivere. Per Babeuf , elaborare e ricercare un sistema produttivo che assicurasse labbondanza non era unistanza primaria. Infine, naturalmente, la questione pi immediata rimaneva lorganizzazione della congiura e dellinsurrezione delle masse. In definitiva, problemi pi urgenti e questioni di opportunit politica possono spiegare lo scarso interesse ad approfondire un tema importante come quello della produzione delle ricchezze. Nei passi precedentemente citati abbiamo visto come Babeuf affermi che il
93 J. L. Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, Il Mulino, Bologna, 1967, p. 264.

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sistema

di

produzione

non

cambier

rispetto

alla

societ

nemica

delleguaglianza, se non per il fatto che i salari scompariranno e i beni prodotti saranno consegnati dai produttori ai magazzini generali. Lunico accenno alla questione produttiva, riguarda lorganizzazione del lavoro, che da una parte sar distribuito, in maniera egualitaria, dallaltra sar controllato dallo stato. Per quel che riguarda strettamente lorganizzazione e lo sfruttamento dei mezzi produttivi, si lascia intendere che tutto sia mantenuto al livello di cellula familiare e bottega artigiana. Buonarroti parla di diritto di usufrutto94 sui beni, facendo anchegli intuire che i metodi di produzione rimarranno invariati; non si accenna a una gestione collettiva delle risorse. Sembra che Babeuf e compagni ignorassero le positive conseguenze della concentrazione e dellindustria allora nascente. Secondo Manacorda, gli Eguali non superarono la concezione arcaica della produzione basata sulla piccola azienda artigiana o contadina, perch non riconobbero la concentrazione economica e il progresso tecnico come fattori di quellaumento della produttivit del lavoro che solo avrebbe potuto portare allabbondanza dei beni, da essi pur vagheggiata come condizione necessaria alla communaut95. Non dello stesso parere , invece, Galante Garrone, il quale ravvisa nel Babeuf e nel Buonarroti una consapevolezza dellimportanza dellindustria assai

94 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 155. 95 G. Manacorda, introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., pp. XXIX.

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maggiore che negli scrittori del settecento... 96. La questione da affrontare , quindi, capire se Babeuf si fosse realmente reso conto dellimportanza, a livello produttivo, della meccanizzazione e della concentrazione economica e come considerasse queste in relazione

alleguaglianza reale che propugnava. Non possibile affermare che Babeuf non fosse sensibile al problema dellefficienza produttiva o la ritenesse di scarsa importanza. In alcune lettere della sua corrispondenza con Dubois de Fosseux, nel 1786, riguardo alla questione della distribuzione delle terre97, aveva fatto alcune considerazioni sulle relazioni intercorrenti tra la produttivit del terreno e la sua dimensione. Le sue aspirazioni egualitarie, che lo fanno propendere per la divisione delle terre, non gli impediscono di riconoscere la maggior efficienza dei poderi di grandi dimensioni98. Non ci si sorprende, quindi, che, tenendo conto della maggior produttivit delle grandes fermes, Babeuf, successivamente, si pronunci a favore di uno sfruttamento collettivo delle terre da parte di associazioni di agricoltori.99. In un manoscritto del 1786, come ha rilevato Dalin100, Babeuf, rendendosi conto della superiorit economica dellazienda di grandi dimensioni, aveva abbozzato il
96 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 139. 97 Il problema della redistribuzione delle terre era un argomento molto sentito e discusso dallopinione pubblica, soprattutto, negli anni precedenti al scoppio della Rivoluzione. Cfr. M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., pp. 78-80. 98 M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., p. 87. 99 C. Mazauric, introduzione a F. N. Babeuf, Il Tribuno del popolo, cit., p. 16. 100 Cfr. V. M. Dalin, Les ides sociales de Babeuf la veille de la rvolution, in Babeuf et les problmes du babuvisme. Colloque international de Stockolm (21 Aot 1960), Editions Sociales, Paris 1963, pp. 55-72.

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progetto di mantenere le grandi aziende dandole in gestione collettiva, ossia aveva pensato alla costituzione di fermes collectives101, nelle quali 50, 40, 30 o 20 persone vengano a vivere in associazione su questo podere, intorno al quale, da isolati comerano prima, vegetando appena nella miseria, passerebbero rapidamente al benessere102. Del resto, non si pu dimostrare che tali idee siano mantenute negli anni seguenti103. Senza dubbio, negli scritti successivi ed in particolare in quelli legati alla congiura non si accenna pi a questo, ed anzi in molti scritti, dopo il 1786, Babeuf si pronuncia nuovamente a favore della legge agraria, ossia della distribuzione delle terre, idea che sar abbandonata solo al tempo della congiura104. In ogni caso, il comunismo babouvista del 1795-1796, pur essendo a favore della comunit dei beni, non riprende con chiarezza le linee del progetto delle fermes collectives, che avrebbero conciliato leguaglianza con lefficienza economica105. Lassociazione dei produttori agricoli (e non agricoli), delineata dagli Eguali sembra destinata, soprattutto, alla vigilanza sullequa distribuzione dei lavori e dei prodotti pi che allorganizzazione della produzione106.
101 G. Manacorda, introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione delleguaglianza detta di Babeuf, cit., p. XXVI. 102 Brano estratto da A. Soboul, Prcis dhistoire de la Rvolution franaise, Editions Sociales, Paris, 1962, p. 412, in M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., p. 96. 103 Mazauric, comunque, ricorda che talvolta si parla di lavoro collettivo e in tal caso i lavoratori sarebbero stati raggruppati in brigate, di tipo corporativo: questo il solo punto in cui il comunismo distributivo preannuncia la socializzazione delle produzione; C. Mazauric, introduzione a F. N. Babeuf, Il tribuno del popolo, cit., p. 49. 104 Ibidem. 105 C. Mazauric, introduzione a F. N. Babeuf, Il Tribuno del popolo, cit., p. 16. 106 G. Manacorda, introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione delleguaglianza detta di Babeuf, cit., p. XXVIII.

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La ferme collective sembra essere rimasta, quindi, unintuizione geniale e isolata di Babeuf107. Non possibile dire con certezza se il progetto fosse stato definitivamente abbandonato, perch ritenuto irrealizzabile108, o fosse stato semplicemente accantonato, in attesa di essere successivamente ripreso, per motivi di opportunit politica o per la necessit di occuparsi di questioni, in quel momento, pi urgenti. Anche per quel che riguarda il progresso tecnico e la meccanizzazione, non si pu negare che Babeuf fosse consapevole dellindustria allora nascente. Egli riconobbe le nefaste conseguenze che essa port sugli operai sfruttati, ma la consider positiva e utile se inserita nel contesto della repubblica degli Eguali. Sua convinzione fu che non solo legualitarismo e la comunione dei beni non avrebbero portato alla distruzione dellindustria, ma, al contrario, ritenne che essa ne avrebbe beneficiato 109.

N le arti, n le scienze, n lindustria andrebbero in rovina: tuttaltro. Esse riceverebbero nuovo slancio nel senso dellutilit generale, e si trasformerebbero nelle loro applicazioni in modo da accrescere la somma dei godimenti di tutti. Arti, scienza, industria si svilupperebbero e si purificherebbero cercando nuove vie; riceverebbero una sublime impronta, conforme ai grandi sentimenti che unimmensa societ di uomini felici farebbe necessariamente sorgere. Cesserebbero dessere schiave e, non essendo pi condannate a 107 Ibid., p. XXIX. 108 Non v dubbio che sarebbe preferibile conseguire la massima felicit sociale. Ma se ammesso, dimostrato che vi si pu arrivare con certezza solo attraverso uno stadio intermedio, senzaltro meglio aggiornare il nec plus ultra della felicit umana anzich correre il rischio di non toccarlo mai (F. N. Babeuf, Eclaireur du peuple ou le dfenseur de vingtquatre millions dopprims, n. 5, 1796, trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di C. Mazauric, cit., p. 51). 109Cfr. A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., pp.140-141.

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rimpicciolirsi ad arbitrio dei loro mecenati, si innalzerebbero alle concessioni grandiose, le sole degne di una civilt vera, quella che implica il bene comune, le sole che la caratterizzano. 110

Babeuf vuole dimostrare che in un regime egualitario non ci sar un regresso dellindustria, delle arti e della cultura, perch allo stimolo del guadagno si sostituir lamore per la gloria e la solidariet sociale111. Inoltre, in tale sistema il frutto delle invenzioni sar benefico per tutti, e non accadr, come avviene nella societ basata sulla propriet privata, che le conseguenze di una nuovo scoperta siano positive solo per pochi e funeste per la moltitudine:

Se ho inventato una macchina, un procedimento che semplifica o abbrevia il lavoro del mio mestiere, se possiedo un segreto per far meglio e pi presto una qualsiasi cosa, non ho paura che mi venga sottratto; al contrario, mi affretter a comunicarlo allassociazione e a deporlo nei suoi archivi perch non si abbia mai a deplorare di averlo perduto. Di questo segreto mi sar tenuto conto: esso allevier le fatiche mie e di tutti nella categoria dei lavori che la sua applicazione faciliter, e questo alleviamento della fatica non rappresenter pi funesta causa di disoccupazione, ma un piacevole svago.112 110 F. N. Babeuf, Lettera a Charles Germain, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., pp. 131-132. 111 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p.143. Allaccusa mossa al comunismo di Babeuf secondo la quale se ogni specie di lavoro riceve la stessa ricompensa, non esiste pi motivo di dedicarsi alle ricerche scientifiche che conducono a scoperte utili alla societ, Buonarroti risponde: Credo sia abbastanza dimostrato che il progresso delle scienze dipende pi dallamore della gloria che dallavidit dei beni; e in questo caso, la nostra societ, veramente filosofica, avendo a sua disposizione tutti i mezzi di onorare con seriet e giustizia i suoi benefattori, avrebbe diritto di contare su di loro pi delle nostre corrotte associazioni, nelle quali il genio e la virt, disprezzati e votati allindigenza, vedono quasi sempre la stupidit e il delitto colmati dogni bene (F. Buonarroti, Rsponse une lettre signe M. V., cit., in Id., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id.,Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., pp. 357-358. 112 F. N. Babeuf, Lettera a Charles Germain, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 126

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Il comunismo di Babeuf non , quindi, solo agrario. Egli considera lo sviluppo industriale come un processo irreversibile e non propone di arrestare tutto questo per ritornare a forme produttive pi semplici. Babeuf vuole creare un nuovo sistema sociale, in cui leguaglianza reale e la sempre pi vasta applicazione delle macchine sia fonte di benessere per gli uomini113:

Dovr allarmarmi allannuncio di una macchina che sopprime nella mia professione limpiego di gran numero di braccia? No, mille volte no, perch so che lintroduzione di questa macchina non deve portare a nulla di deprecabile; sar per lassociazione, nel modo pi naturale che si possa immaginare, una somma di tempo guadagnato, e perci un risparmio di fatica.114

Babeuf vede leffetto positivo della diffusione delle macchine non tanto in un aumento della produzione e nellabbondanza, quanto in una diminuzione della fatica e del lavoro115. Babeuf non considera labbondanza di beni fonte di felicit. Elogia la moderazione, perch le ricchezza riporterebbero in mezzo a noi il gusto della mollezza e del lusso e noi saremmo ancora una volta perduti116. Il principio da assicurare, quindi, rimane, sempre, leguaglianza assoluta
113 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 244. 114 F. N. Babeuf, Lettera a Charles Germain, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 127. 115 C. Mazauric, nota 1, a F. N. Babeuf, Il tribuno del poplo, cit., p. 87. 116 F. N. Babeuf, Lettera a Charles Germain, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 130.

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nella distribuzione; bisogna procurare con sovrabbondanza le cose necessarie a tutti e fornire gli svaghi non riprovati dai pubblici costumi. Ci che non comunicabile deve essere eliminato117. Nonostante, quindi, sia evidente la consapevolezza di Babeuf riguardo ai problemi economici, legati allindustrializzazione e allefficienza produttiva, non possibile rispondere con certezza alla seconda questione posta, ossia se il rivoluzionario francese considerasse leguaglianza reale conciliabile con lo sviluppo e il progresso. Ci che si pu dire che, per gli Uguali, lobiettivo non labbondanza di beni materiali, ma la creazione di un societ in cui ogni uomo sia libero dalle preoccupazioni legate alla sopravvivenza, in cui si sviluppi un forte legame tra gli uomini e la comunit.

Distribuzione delle risorse

Abbiamo visto che, nella repubblica degli Uguali, ogni lavoratore consegna i propri prodotti al magazzino comune; successivamente unamministrazione delle sussistenze, tenendo un registro accurato degli individui e delle cose, [ripartisce] queste ultime nella pi scrupolosa eguaglianza e le [consegna] al domicilio dellinteressato118.
117 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 150. 118 F. N. Babeuf, Tribun du peuple, n. 35, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 81.

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In questo modo, la sussistenza assicurata a tutti perch tutti ottengono direttamente, senza la mediazione del denaro, tutto ci di cui hanno bisogno. Scrive Babeuf:

Invece di esser costretto come per il passato a scambiare il lavoro delle mie mani contro segni monetari, che sono ora appena al livello dei bisogni quotidiani, ora molto al di sotto 119, scambier questo lavoro contro tutti gli oggetti reali che mi sono necessari, e sar certo che mi procurer costantemente tutto ci di cui avr bisogno, anche quando mi fosse impossibile continuare ad eseguirlo, cio quando fossi malato o curvo sotto il peso degli anni. 120

Il principio fondamentale dellideologia babouvista lassoluta eguaglianza dei godimenti: poich tutti contribuiscono egualmente a fecondare la terra e a prepararne i prodotti, evidente giustizia che tutti partecipino egualmente ai godimenti che se ne ricavano e dai quali dipende per legge di natura la conservazione e la felicit della specie121. E poich il popolo non pu desiderare di trattare gli uni pi favorevolmente di altri, quando esercita completamente i suoi diritti, intende necessariamente che la produzione ineguale di lavori eguali sia compensata mediante unimparziale distribuzione122. A questo, si collega la necessit di assicurare un identico benessere anche a
119 Babeuf fa qui riferimento alle vicende economiche della rivoluzione e, in particolare alle continue svalutazioni degli assegnati, fino alla loro totale perdita di potere dacquisto allinizio dellanno IV. 120 F. N. Babeuf, Lettera a Charles Germain, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 127. 121 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 152. 122 Ibid., p. 183, nota 1.

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chi non pu lavorare,

poich la societ, avendo tutto linteresse ad essere giusta, si impegnata a prendere cura allo stesso modo dei bambini, degli infermi, dei vecchi. E un anticipo che fa ai primi perch possano servirla nellet della forza. Verso gli altri, se lhanno servita, soddisfa un debito; se sono stati incapaci di rendersi utili, paga il debito dellumanit. 123

Nella Cospirazione, si legge:

Allobbligo di lavorare imposto agli uomini validi corrisponde il diritto ad unesistenza felice, e quello di essere esente dal lavoro e di essere meglio curato, quando le infermit o lindebolimento degli organi rendono il lavoro penoso o impossibile, il provvedere al riposo e alla cura dei vecchi e degli infermi fra i principali doveri della societ. 124

Buonarroti, riguardo a cosa effettivamente si debba intendere per eguaglianza dei godimenti, si preoccupa di precisare:

Qui, leguaglianza deve misurarsi... dai bisogni del consumatore, e non dalla... quantit degli oggetti consumati... Luomo che, per calmare una sete ardente beve una bottiglia dacqua, non si procura un godimento maggiore di quello del suo simile che, leggermente assetato, ne inghiotte un sorso. Lo scopo della comunit di cui si tratta leguaglianza dei godimenti e delle fatiche, e non

123 F. N. Babeuf, Lettera a Charles Germain, cit., trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di B. Maffi, cit., p. 127. 124 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 156.

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quella delle cose da consumare o dei compiti del lavoratore. 125

Gli Eguali, propugnando leguaglianza dei bisogni, hanno cercato di definire, quali siano le reali necessit degli uomini: un alloggio sano...; abiti da lavoro e da riposo...; la quantit sufficiente di alimenti... costituenti nel loro complesso un mediocre e frugale trattamento; i soccorsi dellarte medica126. Babeuf assicura, dunque, allumanit la sufficienza per vivere, non oltre127. La felicit, come detto, non si trova nellabbondanza delle ricchezze, ma nellespandersi di sentimenti positivi e collettivi, quali la fraternit e lamore per la patria: la felicit individuale deriva dalla contentezza sociale. Solo riducendo la ricchezza diventa possibile estirpare la cupidigia e sostituire ad essa sentimenti positivi. Il contrasto eguaglianza-ricchezza, in Babeuf, sembra pi nel senso che la seconda rende impossibile la prima, che viceversa. Nel senso che se da una parte non ci sono prove per affermare, con sicurezza, che Babeuf ritenga impossibile, in un sistema del tutto egualitario, lo sviluppo della produzione e, quindi, dellabbondanza, dallaltra sappiamo che egli considera strettamente collegati la ricchezza, il gusto del lusso e quindi lavidit e legoismo: probabilmente la ricchezza impedirebbe nelluomo la nascita e lespandersi dei
125 Ibid., p. 213. 126 F. Buonarroti, Frammento di un progetto di decreto economico, in Id., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 411. 127 Si parlato, al riguardo, di socialismo delle frugalit; cfr. J. Dautry, Le pessimisme conomique de Babeuf et Lhistoire des utopies, in AHRF, 1961, pp. 214 e segg.

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sentimenti legati alla collettivit, gli unici, per Babeuf, che conducono alla vera felicit128.

Sovranit popolare

La sovranit popolare, dopo leguaglianza reale, laltro fondamentale principio su cui si basa la repubblica degli Uguali. In Babeuf, rivoluzione politica e rivoluzione sociale sono strettamente connesse: la seconda necessaria per arrivare alla prima129 e questa, successivamente, ne sarebbe stata la principale difesa; avrebbe reso il sistema egualitario irrevocabile: eguaglianza reale e sovranit popolare sono condizioni luna dellaltra130. Quando Babeuf parla di sovranit popolare, egli intende dire che il popolo deve potere esercitare realmente il proprio potere, non semplicemente attraverso dei rappresentanti. Buonarroti, nella Cospirazione, scrive:
128 In questo, ancora una volta, Babeuf illuminista fino in fondo; come Rousseau egli considera la naturale bont degli uomini corrotta dalla propriet privata e dalla ricchezza. 129 Dopo aver posto le basi delleconomia sociale atta a mantenere leguaglianza, il comitato insurrezionale pens di disporre le cose in modo che non fosse mai violato il principio della sovranit poplare, cio che nessuna obbligazione potesse essere imposta al popolo senza il suo effettivo consenso, che esso potesse facilmente manifestare la sua volont, e che portasse tutta la maturit desiderabile nelle sue deliberazioni (F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 185) 130 Per Babeuf, leguaglianza dei diritti civili e politici non pu sussistere senza leguaglianza sociale, e questultima non pu mantenersi senza eguaglianza politica. Cfr. G. Manacorda, introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., p. XXXIV.

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Il popolo, diceva il comitato, la totalit degli uomini viventi come fratelli sotto la stessa legge politica, e poich la natura fa dipendere la felicit degli individui e la durevole tranquillit della societ dalleguaglianza dei diritti, non ci potrebbe essere in seno alla nazione un solo individuo avente diritti che gli altri non hanno o privo dei diritti che hanno gli altri, senza che ci sia subito un seme di disordine e di dissoluzione. Di conseguenza, tutti gli abitanti che, giunti allet in cui si sviluppano le facolt intellettuali, consentano a vivere nel paese e a sottomettersi ai decreti del popolo sovrano, sono cittadini e membri del potere legislativo.131

Gli Uguali rifiutano il parlamentarismo di tipo inglese; sono decisamente contrari a che il potere politico sia lasciato in mano a pochi uomini, anche se nominati dal popolo; essi, infatti, troverebbero

ben presto nella [loro] superiorit di cultura e soprattutto nellignoranza dei [loro] compatrioti, il segreto per creare distinzioni e privilegi a [loro] favore; esagerando limportanza dei [loro] servigi [giungerebbero] facilmente a farsi considerare [i necessari protettori] della patria, e, colorando le [loro] audaci imprese col pretesto del bene pubblico, [parlerebbero] ancora di libert e di eguaglianza ai [loro] poco chiaroveggenti concittadini, gi sottomessi a una servit tanto pi dura, in quanto parrebbe legale e volontaria. 132

131 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 186. E opportuno ricordare che Babeuf, a differenza di molti suoi compagni, rivendica alle donne leguaglianza dei diritti politici. Scriveva il 2 novembre 1794: Non imponete pi il silenzio a questo sesso che non merita dessere disprezzato. Rilevate al contrario la dignit della parte migliore di voi stessi. Lasciate che le vostre mogli prendano parte allinteresse della patria; esse possono pi di quanto non si pensi per la sua prosperit. Come volete che allevino degli uomini per farne degli eroi, se voi le annientate?... Provate a non tenere in nessun conto, nella vostra repubblica, le donne ne farete delle civette della monarchia, e la loro influenza sar tale che essa la ristabiliranno (brano citato da G. Lecoq, Un manifeste de Gracchus Babeuf, p. 40, in F. N. Babeuf, Il tribuno del popolo, cit., a cura di C. Mazauric, p. 191, nota1. Inoltre, Cfr. .M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., p. 168). 132 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 164.

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I progetti di Babeuf tendevano ad assicurare lesecuzione del dogma fondamentale: il popolo delibera sulle leggi, consacrato dalla costituzione del 1793, della quale costituisce il carattere distintivo133. Il popolo esercita il proprio effettivo potere da una parte con la formazione delle leggi e dallaltra con lamministrazione della comunit, ed in particolare con la direzione suprema dellagricoltura e delle arti134. Buonarroti, infatti, scrive: ...leguaglianza e la libert non si possono realizzare nella societ, se non in quanto tutti i cittadini partecipino alla formazione delle leggi, possano essere incaricati dellamministrazione pubblica...135. In particolare, riguardo al potere legislativo, sempre Buonarroti dice che fra tutti i diritti sociali, nessuno pi importante di quelli che si riferiscono alla formazione delle leggi, poich in forza di esse la societ vive ed agisce136. Inoltre,

le leggi fondamentali non bastano a uno stato; esse non possono n tutto prevedere, n 133 Ibid., p. 186. Gli Uguali consideravano la Costituzione del 1793 un primo passo verso leguaglianza reale. Il loro favore era dovuto proprio al fatto che essa consacrava il pricipio della sovranit popolare. La Costituzione del 1793, infatti, da una parte era stata adottata mediante una quasi unanime decisione popolare, dallaltra sanciva il diritto del popolo a deliberare sulle leggi e la sottomossione dei rappresentanti del popolo ai suoi ordini. Tuttavia, ladesione dei congiurati a quella costituzione non era senza riserve. Essi criticavano, non solo il principio del diritto di propriet in essa sancito, ma, dal punto di vista politico, proprio il fatto che essa non garantisse completamente la sovranit popolare, non potendo il popolo controllare adeguatamente i propri rappresentanti. Per unanalisi dettagliata del rapporto tra gli Uguali e la costituzione del 1793 si veda M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., pp. 154-177. 134 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 164. 135 Ibid. 136 Ibid., p. 166.

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adattarsi a tutti i tempi, spesso ne occorrono di nuove per mantenere lo spirito delle istituzioni e provvedere ai casi imprevisti. (...) Se lo stato ha bisogno di un potere legislativo permanente, se, come vedremo subito, tale potere non pu risiedere che nel popolo intero, uno dei pi importanti doveri del fondatore di una repubblica dunque di mettere tutti i cittadini in condizione di esercitarlo, cio di dare al popolo la possibilit di essere realmente sovrano. Le decisioni illuminate del popolo per oggetti dinteresse generale non potrebbero essere contrarie alleguaglianza, n alla felicit sociale, ma non possono essere tali se non in quanto leguaglianza esista in tutto il vigore del termine. Da questo dovere fondamentale emanano per tutti i cittadini tre specie di occupazioni, che, per limportanza del loro oggetto, per lattenzione che esigono e per lelevazione che dnno agli spiriti, renderebbero affascinante gran parte della vita; queste occupazioni consistono nel conservare e nel diffondere i principi dellistituzione sociale e delle leggi, nellapprenderli e nellesercitarli.137

Il popolo esercita la propria sovranit attraverso numerose assemblee. In esse, i cittadini nominano i propri delegati, con il duplice mandato di proporre le leggi e di emanare i decreti per assicurarne lesecuzione138. Tali delegati, che compongono il corpo dei legislatori e quello dei magistrati, che svolgono la funzione di amministrare la comunit, sono responsabili degli atti da loro compiuti e possono, in qualsiasi istante, essere destituiti139. Per Babeuf, il veto [ il] vero attributo della sovranit140. Il potere di veto
137 Ibid., p. 165. 138 Ibid., p. 188. 139 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 152. 140 F. N. Babeuf, Seconda lettera di F. N. Cam. Babeuf, cittadino, a J. M. Coup, legislatore, cit., trad. it. in Id, Il tribuno del popolo, a cura di C. Mazauric, cit., p. 163.

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deve assicurare al popolo da una parte la possibilit di togliere, in ogni momento, la fiducia ai propri mandatari e, dallaltra, di bloccare qualsiasi atto che sia contrario alla volont popolare141. Babeuf scrive, infatti:

bisogna smettere di attribuire al carattere di mandatario del popolo quel prestigio idolatra, quel fanatismo schiavo, quella falsa idea di infallibilit o almeno di capacit superiore a quella degli altri cittadini. No, il mio delegato non ha il potere di fare pi miracoli di me; io non ho avuto il potere, quando lo ho insignito della sua carica, di infondergli una sapienza senza limiti: egli rimane uomo, come lo era prima; sbaglier come tutti gli altri e forse ancora di pi, perch il fulgore del potere di cui lho inopinatamente investito lo abbaglier.142

Da qui, la necessit di una partecipazione popolare diretta e costante allesercizio del potere legislativo. Nella repubblica degli Uguali,

il cittadino sarebbe stato costantemente chiamato a partecipare alle assemblee ove il popolo doveva esercitare la sovranit. (...) ...queste assemblee si sarebbero riunite: per discutere, adottare o respingere le leggi proposte al popolo dai suoi mandatari; per deliberare sulle leggi richieste da un certo numero di cittadini o da altre sezioni del 141 Cfr M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., p. 166. 142 F. N. Babeuf, Le systme de depupolation, (ottobre 1794), in M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit. p. 151.

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popolo sovrano; per conoscere e pubblicare le leggi approvate dal popolo intero. 143

Le assemblee devono essere frequenti per permettere al popolo di esercitare realmente la propria sovranit e per prevenire qualsiasi attentato alle istituzioni da parte dei propri delegati144. Gli Uguali, inoltre, pensarono, per aiutare il popolo ad esercitare la propria sovranit, di istituire un corpo di senatori, incaricati di difendere e conservare leguaglianza e i principi democratici, illuminando, con i propri consigli, sia il corpo dei legislatori sia le assemblee popolari145. Tale organizzazione del sistema politico, estremamente semplice e diretto, avrebbe dovuto assicurare leffettiva eguaglianza nellesercizio dei diritti civili e politici e avrebbe evitato qualsiasi abuso di potere, difendendo leguaglianza reale e conservando definitivamente la repubblica degli Uguali. Buonarroti, infine, si cura di precisare che

per apprezzare i vantaggi che offrirebbe un potere legislativo cos ordinato, bisogna ricordare anzitutto che un popolo, senza propriet e senza i vizi e i delitti che essa genera, senza commercio, senza moneta, senza imposte, senza finanze, senza processi civili e senza miseria, non avrebbe bisogno del gran numero di leggi sotto le quali gemono le societ civili

143 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 168. 144 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 152. 145 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., pp. 191-192.

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dEuropa.146

Educazione

Non

possibile

parlare

compiutamente

dellideologia

babouvista

prescindendo dalla questione delleducazione. Essa un punto essenziale del sistema, in quanto gli Uguali sono convinti che non sia possibile effettuare alcun mutamento radicale della societ se prima non avviene un mutamento, attraverso misure transitorie concernenti sia leducazione che le istituzioni, nelle coscienze e nei pensieri degli uomini. Leducazione, in Babeuf, considerata in senso lato e ha molteplici funzioni. In primo luogo, essa intesa come istruzione, ossia come insieme di conoscenze utili alluomo nello svolgimento delle proprie attivit. Come gi abbiamo visto, Babeuf ritiene che le differenze di talento e capacit tra gli uomini siano dovute principalmente a differenze nelleducazione. Uneducazione egualitaria permetterebbe a tutti di sviluppare le proprie capacit, eliminando quelle diversit di talento che sono spesso fonte di usurpazione e sfruttamento, perch se non viene data a tutti leducazione [diviene fattore di ineguaglianza sociale]147. Attraverso leducazione si formano le coscienze degli uomini e unadeguata

146 Ibid., p. 193. 147 F, N. Babeuf, Cadastre perptuel, 1789, trad. it. in. Id., Il tribuno del popolo, a cura di C. Mazauric, cit., p. 109. Il Cadastre il solo grande libro di Babeuf.; il progetto risale al 1787.

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istruzione permetterebbe lemancipazione della maggioranza della popolazione; il recupero dei lumi potr da solo riabilitare luomo nello stato onorevole che gli proprio148. Per Babeuf lignoranza e lineducazione spiegano la passiva accettazione, da parte del popolo, di un sistema ingiusto, in cui viene sfruttato e costretto a vivere in miseria. Esso, infatti, continuamente ingannato dai pochi che hanno tutto: le ricchezze e le conoscenze. Per questi motivi, dunque dimostrato che, in una societ di uomini, occorrerebbe necessariamente o che non savesse affatto educazione o che tutti gli individui potessero egualmente averne. Fin tanto che sar altrimenti, i pi sottili inganneranno sempre quelli che lo saranno meno149. E necessario, quindi, che nella societ il popolo trovi al contempo il pane spirituale e il pane materiale150, che leducazione, come qualsiasi altro bene, sia distribuita in eguale misura fra tutti. In tal modo, non solo si eliminerebbero quelle differenze di capacit che potrebbero essere un attentato al sistema ugualitario, ma anche e ,soprattutto, si emanciperebbero le masse. Lart. 9 dellAnalisi della dottrina di Babeuf afferma:

Nessuno pu, mediante il cumulo di tutti i mezzi, privare un altro dellistruzione necessaria alla sua felicit: listruzione deve essere comune. 148 Ibid. 149 Ibid. 150 F. N. Babeuf, Lettera a Coup, 20 agosto 1791, trad. it. in Id., Il tribuno del popolo, a cura di C. Mazauric, cit., p. 154.

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Prove. 1. Questo cumulo toglie agli uomini che faticano perfino la possibilit per acquistare le conoscenze necessarie ad ogni buon cittadino. 2. Sebbene al popolo non occorra una vasta istruzione, gliene occorre un certo grado, per non essere preda degli astuti e dei pretesi sapienti. Gli bisogna di riconoscere i suoi diritti e i suoi doveri.151

In queste motivazioni e idee, Babeuf assai vicino agli enciclopedisti, ad Helvetius, a Montesquieu152. Daltra parte, e in questo gli Uguali sono originali staccandosi dalle teorie settecentesche, leducazione diventa mezzo per attuare e mantenere, una volta sorto, il nuovo sistema sociale. Da questo idea, che fa delleducazione uno strumento politico, nasce la necessit che le scuole siano, oltre ad essere luoghi deputati allistruzione, destinate a formare coscienze politiche, ad insegnare i principi della giustizia e delleguaglianza153, ad indicare i diritti delluomo, a risvegliare lamore per la virt e per la patria154. Queste idee sono esposte da Buonarroti, nella Cospirazione:

Tra i mezzi che si possono immaginare per combattere lambizione e lavarizia, inspirare nuovi costumi e dare alla bont naturale del popolo tutto lo slancio di cui suscettibile, ce 151 F. Buonarroti, Conspiration puor lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., a cura di G. Manacorda, p. 320. 152 A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 165. 153 Ibid., p. 167. 154 M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., p. 115.

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n uno che, per quanto lento nei suoi effetti, infallibile se i riformatori dello stato sanno impiegarlo in tutta la sua estensione: leducazione. Leducazione rimessa nelle mani dei riformatori, avrebbe completamente cambiato il volto della nazione, rendendo sacri lamore della patria e i principi della libert e delleguaglianza. Una volta elevato il grande edificio, spettava ancora alleducazione di migliorarlo, fortificarlo, e renderlo immortale.155

Per gli Uguali, leducazione deve essere nazionale, comune eguale156. Essa, quindi, regolata dalle leggi e vigilata dai magistrati157, perch il principale scopo delleducazione deve essere quello di scolpire profondamente in tutti i cuori i sentimenti di fraternit generale, avversata e respinta dal regime esclusivo ed egoista della famiglia158. Essa impartita in comune a tutti i fanciulli nelle case deducazione, perch essenziale che i giovani si abituino per tempo a vedere dei fratelli in tutti i loro concittadini, a confondere i loro piaceri e i loro sentimenti con quelli degli altri, a trovare la propria felicit soltanto in quella dei loro simili159. Essa, infine, deve essere eguale, perch dalleguaglianza deducazione deve derivare la pi grande eguaglianza politica160.
155 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 200. 156 Ibid., p. 201. 157 Ibid. 158 Ibid. 159 Ibid., p. 202. 160 Ibid. Daltronde Buonarroti afferma che dalla naturale divisione della specie nascono due rami di educazione: uno per i maschi, laltro per le fanciulle. Lo scopo che la societ deve proporsi lo stesso, ma le differenze poste dalla natura tra i due sessi ci avvertono che non si potrebbero impiegare indistintamente gli stessi procedimenti per luno e per laltro senza contrastare le sue leggi (ibid., p. 201). Per tale motivo, propone di fondare due case deducazione... una per i maschi e una per le fanciulle (ibid., p. 203). E aggiunge le fanciulle saranno destinate ai lavori meno penosi dellagricoltura e delle arti, perch il lavoro, che debito comune, anche il freno delle passioni, il

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Leducazione, secondo gli Uguali ha tre obiettivi. In primo luogo, deve mantenere i cittadini in forza e buona salute, perch sono condizioni da cui dipendono essenzialmente la felicit e la sicurezza della repubblica161. Per questo, la giovent, speranza della patria, deve esercitarsi nei lavori pi faticosi... e vivere nella pi stretta frugalit... Dalle case nazionali di educazione [sono] banditi lozio e la pigrizia162. In secondo luogo, essa deve far nascere nei giovani lamore ardente delleguaglianza e della giustizia163 e allontanare le idee di superiorit e privilegio164. Infine, leducazione deve provvedere allinsegnamento delle arti, dei lavori e delle attivit indispensabili alla felicit della societ165. Del resto, per liberare gli uomini dalla soggezione al superfluo e dallamore dei godimenti che infiacchiscono gli animi166, si deve limitare il lavoro delle arti e dei mestieri agli oggetti facilmente comunicabili a tutti167.

Quanto alle conoscenze speculative... [gli Eguali] volevano togliere alla falsa scienza ogni pretesto di sottrarsi ai doveri comuni, ogni occasione di blandire lorgoglio, dingannare la buona fede e di offrire alle passioni una felicit individuale diversa da quella sociale... bisogno e il fascino della vita domestica; esse saranno pudiche, perch il pudore custode della salute e condimento dellamore; esse ameranno la patria, perch debbono farla amare agli uomini, e perci seguiranno gli studi atti a far loro ammirare la saggezza delle leggi; saranno esercitate al canto degli inni nazionali che devono rallegrare le nostre feste; infine, sotto gli occhi del popolo, prenderanno parte ai giuochi dei ragazzi perch la gaiezza e linnocenza presiedano ai primi moti dellamore e precorrano le prossime unioni (ibid., p. 209). 161 Ibid., p. 204 162 Ibid. Ritorna ancora lideale ascetico e la convinzione che la felicit stia, non nellabbondanza, ma nella semplicit e nella moderazione. 163 Ibid., p. 205. 164 Ibid. 165 Ibid. 166 Ibid. 167 Ibid.

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Le conoscenze dei cittadini, dicevano, devono condurli ad amare leguaglianza, la libert e la patria, e metterli in condizioni di servirla e di difenderla. Perci, aggiungevano, necessario che ogni francese sappia parlare, leggere e scrivere... che la scienza dei numeri sia familiare a tutti... che ciascuno si abitui a ragionare rettamente e ad esprimersi con brevit e precisione... che nessuno ignori la storia e le leggi del suo paese... che tutti conoscano la topografia, la storia naturale e le statistiche della repubblica, per potersi fare unidea esatta della potenza che li protegge e della saggezza delle istituzioni che fanno concorrere tutte le parti dun s gran corpo alla felicit di ogni singolo individuo; che, per ornare le feste, tutti siano versati nella danza e nella musica.168

Leducazione ha, come si vede, un ruolo fondamentale nellideologia babouvista. Essa , insieme alle misure economiche transitorie, il mezzo principale per potere instaurare con successo, dopo linsurrezione, il sistema delleguaglianza reale. Gli Uguali sono ben consci della necessit di un periodo di transizione necessario, affinch avvenga un cambiamento negli uomini, corrotti per avere sempre vissuto in una societ ingiusta: tale cambiamento pu avvenire grazie alleducazione, regolata dallo stato, che insegni i principi di eguaglianza e fratellanza su cui si fonder la repubblica degli Uguali169. Leducazione, infine, una volta instaurato il nuovo sistema sociale necessaria per difendere e conservare leguaglianza. Gli Uguali immaginavano, oltre alle case di educazione, e una volta sorta la comunit finale, delle assemblee distruzione, nelle quali sarebbe stato lecito ad ogni cittadino

168 Ibid., pp. 206-207. 169 Cfr. M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., pp. 152 e 176.

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illustrare al pubblico i precetti della morale e della politica...170.

Misure economiche transitorie

I babouvisti sapevano che la conquista del potere politico centrale, attraverso linsurrezione, non era la fine della rivoluzione per il cambiamento della societ. Labbattimento del governo avrebbe inaugurato un nuovo periodo di battaglia ed educazione171. Gli Uguali, infatti, consideravano il popolo, vissuto per lungo tempo in uno stato di miseria e schiavit, non ancora pronto per linstaurazione della perfetta eguaglianza; esso doveva essere guidato da un gruppo ristretto di illuminati172. Nasce cos la tesi della necessit di una dittatura provvisoria. Essa, per i congiurati, non doveva essere di un solo uomo, ma collettiva173. Essa avrebbe dovuto instaurare misure provvisorie per preparare linstaurazione delleguaglianza reale. Tra le misure transitorie174, che dovevano avere lo scopo di guidare gradualmente il popolo fino al momento in cui sarebbe

170 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p 209. 171 M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., pp. 148-149. 172 G. Manacorda, introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., p XL. 173 Cfr. A. Galante Garrone, Buonarroti e Babeuf, cit., p. 213 e M. Dommanget, Babeuf e la Congiura degli Uguali, cit., p. 152. 174 Si veda direttamente il capitolo nono di F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., pp. 215-226.

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stato in grado di decidere da solo, particolare importanza hanno quelle che riguardano lorganizzazione economica. Buonarroti, nella Cospirazione, afferma:

Si sa che lo scopo finale dei lavori del comitato era la costituzione della grande e perfetta comunit nazionale. Tuttavia esso si sarebbe ben guardato dal farne oggetto di un ordine lindomani del suo trionfo, e dal costringere gli oppositori a parteciparvi... Ma come condurre tanti uomini depravati dallozio, dai godimenti artificiali e dalla vanit a desiderare uno stato di semplicit a cui avevano opposto cos viva resistenza? Costituendo con le leggi... un ordine pubblico nel quale i ricchi, pur conservando i loro beni, non trovino pi n abbondanza, n piaceri, n rispetto. Facciamo in modo, aggiungeva, che tutti gli uomini laboriosi, mediante un lavoro moderatissimo e senza ricevere salario, godano di unonesta e inalterabile agiatezza, e ben presto cadr la benda dagli occhi dei cittadini disorientati dai pregiudizi e dalla consuetudine.175

Nel progetto di decreto economico viene, cosi, stabilito che si costituir nella repubblica una grande comunit nazionale176, della quale sar membro ogni francese delluno e dellaltro sesso, che abbandoni alla patria tutti i suoi beni, e le consacri la sua persone e il lavoro di cui capace 177e i giovani allevati nella case nazionali deducazione178. Ogni membro, che ottiene dalla

175 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 222. 176 F. Buonarroti, Frammento di un progetto di decreto economico, in Id., Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 408. 177 Ibid. 178 Ibid., p. 410.

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comunit tutto ci di cui [ha] bisogno179, deve svolgere il lavoro dellagricoltura e delle arti utili di cui capace180. Per coloro che, invece, non vogliono fare parte della comunit nazionale stabilito che siano i soli contribuenti181, che non possano offrire denaro ai membri della comunit182, che non possano essere funzionari civili o militari183. Inoltre, il diritto di successione ab intestato o per successione abolito: tutti i beni attualmente posseduti da privati, alla loro morte ricadranno alla comunit nazionale184.

Lo schema finale

Una comunit di sentimento lobiettivo finale dellideologia babouvista e tale comunit, garanzia di successo in altri campi, politici ed economici, sarebbe sorta con la scomparsa di ogni inclinazione verso la diseguaglianza e il privilegio e con lo sviluppo di un sentimento che avrebbe portato ognuno a desiderare ardentemente il benessere della comunit185. Nella repubblica degli Uguali non deve esistere diversit dinteressi, perch

179 Ibid. 180 Ibid. 181 Ibid., p. 414. 182 Ibid., p. 415. 183 Ibid., p. 409. 184 Ibid., p. 408. 185 J. L .Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, cit., p. 330.

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un solo individuo ineguale spezzerebbe lunit del popolo186. Lobiettivo la felicit del popolo, intesa come entit unica, cos come la sovranit deve risiedere nel popolo tutto intero. Del resto, sappiamo che per Babeuf la concessione dei diritti inutile ed, anzi, pericolosa se il popolo non pronto, se non si liberato dei vizi e dellignoranza in cui ha vissuto da quando sorta la propriet privata. La sovranit popolare, infatti, per i babouvisti non semplicemente la volont della maggioranza, ma la volont dellintero popolo, il quale, una volta rigenerato, non pu pi avere dubbi e indecisioni su ci che deve fare per raggiungere la felicit, perch volont e desiderio di ogni individuo fare il bene della comunit.

Il capolavoro della politica consiste nel modificare il cuore umano con leducazione, lesempio, il ragionamento e le attrattive del piacere in modo tale da non fargli mai formulare altri desideri al di fuori di quelli che tendono a rendere la societ pi libera, pi felice e pi durevole.187

La sovranit popolare, quindi, necessita da una parte delleguaglianza perfetta, perch per i babouvisti non pu esistere reale eguaglianza politica e civile senza eguaglianza economica, e dallaltra della rigenerazione spirituale del popolo188, la quale avverr grazie alleducazione e alleguaglianza stessa,
186 Ibid., p. 320. 187 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 330. 188 J. L. Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, cit., p. 330.

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che

estirper

lambizione,

legoismo

ed

ogni

sentimento

legato

allindividualismo, ossia contrario allunit della repubblica. I cittadini della comunit del futuro non sono gli attuali francesi, ma degli uomini completamente diversi. Del resto, anche quando la nuova societ sar sorta, non baster nascere nella comunit per essere membri di essa, perch la sottomissione alle leggi della societ di cui si fa parte deve essere il risultato formalmente espresso di una volont illuminata e libera189: ogni individuo, una volta raggiunta la maggiore et deve decidere se far parte della repubblica e, allo stesso tempo, deve dimostrare di possedere principi e sentimenti conformi ad essa. La comunit, in cui non esiste la propriet privata, si basa sul principio del diritto di ognuno alla felicit e dellobbligo di tutti di lavorare190. Il lavoro organizzato dallamministrazione centrale che tiene conto delle reali necessit dellintera comunit. Al di l di questo, non possibile dire con certezza in che modo la produzione sarebbe stata effettivamente organizzata. Quel che certo che la ricchezza, per Babeuf, incompatibile con la reale eguaglianza, perch genera sentimenti contrari alla coesione sociale; cos, mentre labbondanza lo scopo del lavoro generale, la parte di ognuno deve essere uguale e modesta191. Babeuf elimina qualsiasi tipo di contrasto che possa minare lunit della comunit. Non solo, quindi, viene eliminata la ricchezza, ma anche qualsiasi
189 F. Buonarroti, Conspiration puor lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., a cura di G. Manacorda, p. 167. 190 J. L .Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, cit., p. 327. 191 Ibid.

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fattore che possa causare divisioni192. Gi abbiamo visto quali siano le osservazioni di Babeuf riguardo alle presunte diversit dei talenti e delle capacit e la conseguente necessit di uneducazione assolutamente ugualitaria. Oltre a ci, nella comunit, da una parte vengono soppresse le arti e le scienze non utili alla societ e che portano solo il gusto per il lusso, il privilegio, la distinzione e la superiorit193, dallaltra riguardo alla libert di stampa gli Uguali stabiliscono che nessuno [possa] esprimere opinioni direttamente contrarie ai sacri principi delleguaglianza e della sovranit popolare194. Per questi motivi, Gian Mario Bravo afferma che la visione della societ futura, in Babeuf, chiusa e ristretta, in quanto non ammette il dissenso ideale (quello economico escluso in quanto si tratta di una societ egualitaria), viene bandita la libert e lo stato interviene sulle coscienze degli uomini195. Daltro canto, Mazauric rileva che seppur limitata sul piano economico, leconomia societaria di Babeuf [] non di meno liberatrice sul piano sociale. Luomo affrancato dallo spirito di lucro o di profitto potr infine realizzare la sua natura profonda: dedicandosi alla collettivit, allo spirito patriottico che ne la forma mediata, alla fraternit umana, alla nobilt dei sentimenti, allesaltazione generosa...196.
192 Si parla in tal caso di egualitarismo livellatore; cfr. G. Manacorda, introduzione a F. Buonarroti, Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., pp. XXI-XXV. 193 J. L .Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, cit., p. 332. 194 F. Buonarroti, Conspiration pour lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, a cura di G. Manacorda, cit., p. 209. 195 G. M. Bravo (a cura di), Scritti di socialisti, cit., p. 24. 196 C. Mazauric, introduzione a F. N. Babeuf, Il tribuno del popolo, cit., p. 52.

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Alle critiche mosse contro il loro egualitarismo livellatore e allausterit individuale i babouvisti rispondono con la magnificenza collettiva197. Le arti e le scienze avrebbero perso il carattere di autoespressione per acquisire un nuovo significato conforme allo spirito della comunit. Buonarroti scrive:

...le case saranno semplici e la magnificenza dellarchitettura e delle arti che ne mettono in risalto le bellezze sar riservata ai magazzini pubblici, agli anfiteatri, agli stadi, agli acquedotti, ai ponti, ai canali, alle piazze, agli archivi, alle biblioteche e soprattutto ai luoghi consacrati alle deliberazioni dei magistrati ed allesercizio della sovranit popolare. 198

Allo stesso modo, la felicit, il tempo libero i divertimenti si esplicheranno nella collettivit199, mai individualmente; Buonarroti, nella Cospirazione, dice che sotto la guida di un saggio legislatore, gli avvenimenti della natura, della vita e della societ divengono altrettante occasioni di educazione e di svago 200 e conclude descrivendo le numerose feste, gli spettacoli, le adunate e le assemblee201 a cui il popolo intero avrebbe partecipato.

197 J. L .Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, cit., p. 334. 198 F. Buonarroti, Conspiration puor lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., a cura di G. Manacorda, p. 160. 199 Talmon parla di nazionalizzazione del tempo libero; J. L .Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, cit., p. 338. 200 F. Buonarroti, Conspiration puor lgalit dite de Babeuf, cit., trad. it. in Id., Cospirazione per leguaglianza detta di Babeuf, cit., a cura di G. Manacorda, p. 178. 201 Ibid., pp. 178-184.

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Capitolo secondo

Claude-Henri de Saint-Simon

Introduzione

Saint-Simon stato definito in vari e differenti modi: vero fondatore del socialismo moderno, teorico della tecnocrazia, primo ideatore del fascismo corporativo, sostenitore del capitalismo, padre del positivismo, iniziatore della sociologia202. Gi questo dimostra la difficolt ad inquadrare il pensiero dellautore francese e, a maggior ragione, le idee riguardo alla sua particolare concezione delleguaglianza per quel che concerne la questione della distribuzione delle risorse. Il problema che non esiste unopera che racchiuda in maniera coerente tutto il suo pensiero; leggendo la sua vasta produzione si incontra, nonostante le numerose ripetizioni, una grande eterogeneit di temi e di argomenti trattati. Inoltre, lautore spesso non approfondisce le questioni poste rimanendo ad una visione generale; il continuo passare da un argomento ad un altro d al suo pensiero un carattere non sistematico. Nelle opere di Saint-Simon si trovano,
202 M. T. Bovetti Pichetto, introduzione a C. H. de Saint-Simon, Opere, UTET, Torino, 1975, p. 10.

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infatti, intuizioni, spesso geniali, che non vengono approfondite: la generalit delle idee esposte vela con un carattere di ambiguit il suo pensiero, il che, in parte, giustifica le interpretazioni contrastanti della sua dottrina. A ci si aggiunga che il pensiero e gli interessi dellautore non sono rimasti costanti nel tempo, bench le concezioni che stanno alla base della sua dottrina non siano mutate. Bougl propone di distinguere cinque fasi nellopera di Saint-Simon203. Una fase scientista, corrispondente alle prime opere, durante la quale lautore si propone di formulare ununificazione della conoscenza nella convinzione che la soluzione dei problemi sociali vada ricercata nellapplicazione del sapere scientifico204. Una fase pacifista, che coincide con lopera Della

riorganizzazione della societ europea, in cui si auspica un alleanza tra Francia e Inghilterra per risolvere pacificamente le crisi politiche. La terza fase, industrialista, che corrisponde alla pubblicazione dellIndustria segna la svolta nel pensiero di Saint-Simon il quale elabora il principio cardine della sua dottrina: la societ tutta intera si basa sullindustria205. Successivamente si incontra la fase socialista in cui forte lidea della necessit di una organizzazione razionale della societ in funzione dellobiettivo produttivo. Lultima fase, moralista, coincide con il Nuovo Cristianesimo, in cui il

203 Cfr. C. Bougl e E. Halvy, Doctrine de Saint-Simon, Paris, Rivire, 1924, p. 20. 204 P. Ansart, Marx e lanarchismo, Il Mulino, Bologna, 1972, p. 19. 205 C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, (1816-1818), in Oeuvres, Antrophos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Opere, a cura di M.T. Bovetti Pichetto, cit., p. 263.

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contenuto morale del cristianesimo206 diventa il cuore del nuovo sistema sociale che, in ogni caso, non cambia nella struttura organizzativa207. In ogni caso, a partire dalla pubblicazione dellIndustria la dottrina di SaintSimon diviene un insieme coerente in cui si ripeteranno, seppur con sfumature diverse, gli stessi temi208. Lautore diviene il teorico del sistema industriale, una societ in cui tutto deve essere organizzato in funzione dellindustria e dello sviluppo della produzione. Esso diviene lobiettivo primario e generale dellorganizzazione sociale, la quale vista da Saint-Simon come un blocco unitario al cui interno scompaiono gli antagonismi perch gli interessi individuali e particolari si fondono e confondono con linteresse generale e collettivo della produzione.

Cenni biografici

Claude-Henri de Saint-Simon209 nasce nel 1760 da una nobile famiglia. A 17 anni intraprende la carriera militare, partecipando alla guerra dindipendenza americana dove ha modo di avvicinarsi alle idee democratiche.
206 Gli uomini devono comportarsi come fratelli gli uni verso gli altri; questo sublime principio racchiude tutto ci che vi di divino nella religione cristiana (C. H. de Saint-Simon, Le nouveau christianisme, (1825), in Oeuvres, Antrophos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1105). 207 F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, Il Mulino, Bologna, 1979, p. 181. 208 P. Ansart, Marx e lanarchismo, cit., p. 31. 209 Le notizie biografiche sono tratte da: C. H. de Saint-Simon Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit.; F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, cit.; G. Dalmasso, La societ medico-politica, Jaka Book, Milano, 1980.

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Nel 1789, lasciato lesercito, si schiera a favore delle idee rivoluzionarie rinunciando al titolo e ai privilegi nobiliari e compiendo numerosi atti di virt repubblicana che gli forniscono una buona reputazione. Nel frattempo intraprende con alterna fortuna diverse speculazioni finanziarie, con lacquisto e la rivendita di beni nazionali, con il ministro prussiano in Inghilterra Redern. Durante il Terrore Saint-Simon viene arrestato, ma riesce ad uscire indenne di prigione anche grazie allinteressamento dei patrioti locali di Piccardia con i quali aveva mostrato pi volte il suo zelo rivoluzionario. La collaborazione con Redern si interrompe nel 1798. Saint-Simon, da questo momento, decide di dedicarsi allo studio delle scienze e della filosofia. A partire dal 1802, con la pubblicazione dellopuscolo Lettere da un abitante di Ginevra ai suoi contemporanei, inizia la vasta produzione letteraria dellautore francese. Negli anni seguenti Saint-Simon spende il resto della fortuna che gli era rimasta e, nel 1806, trovandosi in gravi ristrettezze economiche, comincia a lavorare come copista al Monte di Piet per un bassissimo stipendio. Grazie a questo e allaiuto di un suo vecchio servitore che lo ospita nella sua casa riesce ad ottenere i mezzi per pubblicare privatamente alcuni suoi lavori. Con la povert lamore per la scienza aumenta enormemente: lautore scrive una quantit di opuscoli di natura scientifica. A partire dal 1814, dopo un periodo di crisi in cui lautore viene, tra laltro, internato in un istituto per pazzi, inizia il periodo delle grandi opere. Con laiuto

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di amici e collaboratori, in particolare di Thierry prima e a partire dal 1817 di Comte, scrive le sue opere pi importanti ed organizza una serie di

pubblicazioni periodiche nelle quali racchiuso la sua dottrina sociale. Pubblica, ad intermittenza, LIndustria, LOrganizzatore, Il Sistema Industriale, Il Catechismo degli Industriali. Nel 1823, in un momento di disperazione, Saint-Simon tenta il suicidio. Il tentativo fallisce. Lo scrittore vive ancora due anni durante i quali si forma un nuovo gruppo di discepoli. In questultimo periodo della sua vita lautore scrive la sua opera finale, che diventer una sorta di vangelo per i suoi seguaci: Il Nuovo Cristianesimo. Il pensiero del maestro verr ripreso e trasformato dai saintsimoniani guidati da Rodrigues, Bazard ed Enfatin. Essi, pur partendo dalle premesse della dottrina di Saint-Simon, arriveranno, anche a causa della nuova realt industriale che andava profilandosi nella Francia della Restaurazione, ad elaborare un pensiero del tutto indipendente dalla dottrina originaria210.

Il sistema industriale

Nelle prime esposizioni le idee di Saint-Simon non si distinguono da quelle degli economisti liberisti211. A partire dallIndustria, pubblicata tra il 1816 e il
210 Per un approfondimento della storia e dei caratteri del pensiero dei saintsimoniani, nonch per i suoi rapporti con la dottrina di Saint-Simon, cfr. M. Larizza Lolli, Il Sansimonismo (1825-1830). Unideologia per lo sviluppo industriale, Giappichelli, Torino, 1976. 211 M. Battini, Lordine della gerarchia. I contributi reazionari e progressisti alle crisi della

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1818, Saint-Simon, pur aderendo in linea generale ai principi enunciati da Smith, arriva ad elaborare la sua teoria riguardo allorganizzazione sociale, immaginando la societ industriale come una comunit integrata212 in cui scompaiono i conflitti sociali e in cui la produzione, lungi dal potere essere lasciata in balia delliniziativa e della libert individuale, deve essere organizzata razionalmente213. Negli opuscoli precedenti cerano idee, pensieri e indicazioni su ci che non andava e ci che poteva essere fatto, ma il tutto era disorganico e non perfettamente coerente. Ora, invece, viene esposta una dottrina completa, in cui ogni dettaglio si spiega facendo riferimento al nucleo, alla base del pensiero dellautore. Nei particolari contingenti il pensiero tende a mutare nel corso del tempo, ma lessenza della sua dottrina, lidea base, non cambier pi: lindustria, intesa nel senso pi generale e che abbraccia tutti i tipi di lavori utili, la teoria e la pratica; i lavori dello spirito e quelli manuali214, viene posta alla base dellorganizzazione sociale. La societ, infatti, non altro che linsieme e lunione degli uomini dediti ai lavori utili215. Nel Prospetto dellIndustria si legge:

democrazia in Francia (1789-1914), Bollati Boringhieri, Torino, 1995, p. 97. 212 Ibid., p. 98. 213 D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, Laterza, Bari, 1995, p. 66. 214 C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 285. 215 Ibid., p. 264.

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La societ tutta intera si basa sullindustria. Lindustria lunica garanzia della sua esistenza, la sola fonte di ogni ricchezza e di ogni prosperit. Lo stato di cose pi favorevole allindustria quindi, per questo solo motivo, il pi favorevole alla societ. Ecco al tempo stesso il punto di partenza e lo scopo dei miei sforzi. Noi ci proponiamo di porre nella sua vera luce limportanza dellindustria, linfluenza politica che essa pu esercitare e che le compete... rafforzando lindustria ci proponiamo di rafforzare una costituzione essenzialmente industriale. 216

Ogni regola, ogni disposizione, ogni minima cosa deve dunque essere studiata ed organizzata per favorire la produzione, per far s che lindustria sia posta nelle condizioni di massima efficienza. Poich il fine della societ la produzione, tutto deve essere subordinato, sia nellambito teorico che in quello delle applicazioni, allindustria: lobiettivo ottenere il miglior prodotto al minor costo, ogni ricerca deve avere questo scopo217. Per Saint-Simon, infatti,

i mezzi generali per il raggiungimento del benessere sociale... [non sono altri] se non quelli delle scienze, delle belle arti , e delle arti e mestieri; gli uomini infatti possono essere felici soltanto quando riescono a soddisfare i loro bisogni fisici e morali, e questo lo scopo unico e lobiettivo pi o meno diretto della scienza, delle belle arti e delle arti e mestieri. 218 216 Ibid., p. 263. 217 D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., p. 59. 218 C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, (novembre 1819- febbraio 1820), in Oeuvres, Antrophos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 521. Credo che il paese nel quale gli uomini sono meglio nutriti, meglio alloggiati, meglio vestiti, e dove possono viaggiare nel modo pi comodo, sia quella dove sono pi felici dal punto di vista fisico. Credo che, se in questo stesso paese, lintelligenza degli uomini sviluppata, se sono suscettibili di apprezzare le belle arti, se conoscono le leggi che regolano i fenomeni naturali come i procedimenti per mezzo dei quali li si pu modificare, infine, se sono benevoli dal punto di vista morale, la loro felicit la maggiore possibile (C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, (1820-1822), in Oeuvres,

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Lautore contrappone al mondo feudale basato sulla conquista e sulla azione delluomo sulluomo la societ industriale che si ispira al principio della produzione e della azione delluomo sulla natura. Il passaggio da un sistema allaltro avviene in modo graduale, nel senso che i germi della societ industriale sono sorti durante lepoca dei Comuni219. Al riguardo molto importante la concezione che Saint-Simon ha della storia; egli afferma che le forze sociali reali si trovano nella societ civile: dalla graduale indipendenza e forza economica acquisiti dalla societ dei produttori si infine giunti alla dissoluzione del sistema feudale, il quale, a sua volta, sorto dallepoca precedente, decomponendola220. Lautore sostiene che tutte le rivoluzioni politiche si accompagnano a profondi mutamenti dellordine scientifico-industriale221 e considera lo sviluppo progressivo222 della societ umana in funzione del livello raggiunto dalle sue conoscenze. Le caratteristiche della societ di ogni epoca sono funzione delle conoscenze e concezioni raggiunte dalluomo, in particolare delle conquiste razionali e positive che si riflettono sui modi di produzione e

Antrophos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Opere a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 876). 219 Si veda direttamente C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 479-507. 220 P. Ansart., Marx e lanarchismo, cit., p. 12. 221 D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., p. 49. 222 Saint-Simon considera lo storia delluomo, che anche la storia degli sviluppi dellordinamento sociale, come uno sviluppo continuo nel tempo. Del resto, lautore distingue le epoche storiche in organiche ed inorganiche, considerando le prime come i periodi di ordine e le seconde come i periodi di disordine sociale necessari per attuare il passaggio definitivo, che in s continuo nel tempo, da un periodo al successivo.

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sullorganizzazione economica. In tal modo, per Saint-Simon, alla societ feudale, orientata in vista della conquista non avendo ancora sviluppato grandi capacit produttive e che privilegiava lapparato militare, subentra una societ orientata in vista del lavoro produttivo che richiede di essere completata con un apparato adatto alle esigenze dellindustria. Lo sviluppo storico procede, quindi, dalla societ militare a quella industriale concepita da Saint-Simon come lo stadio definitivo dellumanit223. NellOrganizzatore si legge:

Lantico sistema politico... nato nel Medioevo. Due elementi di natura assai diversa hanno concorso alla sua formazione; esso stato fin dallorigine e per tutta la sua durata un misto di sistema teocratico e di sistema feudale. Lalleanza della forza fisica (attributo precipuo dei guerrieri) con gli strumenti della malizia e dellastuzia inventati dai preti, avevano investito i capi del clero e quelli della nobilt dei poteri sovrani e aveva loro asservito tutto il resto della popolazione. Un sistema migliore non poteva formarsi a quellepoca... data la vaghezza e la superficialit di tutte le conoscenze, allora possedute... Daltra parte, in quei tempi di barbarie un grande popolo riusciva ad arricchirsi soltanto facendo delle conquiste... Cos lantico sistema politico ebbe come base fondamentale, da una parte, uno stato dignoranza... e dallaltra uno stato dincapacit nelle arti e mestieri, con il risultato che i popoli (incapaci di produrre ricchezze mediante la trasformazione manuale delle materie prime) si potevano arricchire soltanto impadronendosi delle materie prime possedute da altri popoli.

223 P. Rossi, Positivismo e societ industriale, Subalpina, Torino, 1975, p. 12.

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Grazie ai progressi dellindustria, i popoli hanno conquistato i mezzi per prosperare tutti insieme, arricchendosi grazie ai lavori pacifici. Da un simile stato di cose risultano i mezzi e quindi la necessit di fondare un nuovo sistema politico.224

Secondo lautore, la societ ha ormai i mezzi per organizzarsi in una nuova forma che le permetta, attraverso il miglioramento delle capacit produttive, di migliorare la propria sorte225. Ormai, il pi grande desiderio di tutti gli individui non affatto di agire sulluomo, quanto sulla natura226 e il desiderio di comandare gli uomini a poco a poco si trasformato nel desiderio di fare e rifare la natura a proprio piacimento227.
224 C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 440-441. Dalla sua concezione della storia consegue lidea che Saint-Simon ha della rivoluzione francese come fatto ineluttabile dovuto al progressivo sviluppo della societ: Le forze temporali e spirituali della societ sono passate in altre mani. La vera forza temporale risiede ora negli industriali, e la forza spirituale negli scienziati... Questo cambiamento fondamentale stata la vera causa della Rivoluzione francese. Questa grande crisi non ha avuto la sua origine in questo o questaltro fatto isolato, per quanta reale importanza esso abbia daltronde potuto avere. E avvenuto un sconvolgimento nel sistema politico, per la sola ragione che lo stato della societ al quale corrispondeva lantica costituzione abbia cambiato totalmente natura... Se si vuole assolutamente assegnare unorigine alla Rivoluzione francese, occorre datarla dal giorno nel quale ebbe inizio laffrancamento dei Comuni e lo studio delle scienze di osservazione nellEuropa occidentale (C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 622). 225 Ibid., p.441. Per Saint-Simon il processo storico che porter alla nascita del sistema industriale pu essere frenato da coloro i cui interessi sono in contrasto con esso, i nobili e in generale tutti coloro che non svolgono lavori utili, ma esso inarrestabile. Allepoca dellaffrancamento dei Comuni, noi vediamo che la classe industriale, dopo aver riscattato la sua libert, riuscita a crearsi un potere politico. Questo potere consiste nel diritto di approvare o meno gli aggravi fiscali. Essa a poco a poco cresce di numero, diventa pi ricca e nelle stesso tempo pi importante; la sua esistenza sociale va migliorando sotto tutti gli aspetti: le classi, invece, che potremmo chiamare feudali e teologiche perdono continuamente la stima e il potere reale, per cui giungo alla conclusione che la classe industriale destinata a progredire e a conquistare infine lintera societ. Tale il fine al quale tende ogni cosa, al quale noi tutti tendiamo, e queste vecchie istituzioni, che non hanno gi pi la forza di sostenere ci che hanno costruito, crolleranno per sempre e si cancelleranno da sole (C. H. de SaintSimon, Lindustrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 285). 226 Ibid., pag.487. 227 Ibid., p. 486, nota r. Saint-Simon non considera la brama di potere una caratteristica naturale delluomo. Ci che spinge gli uomini a cercare il potere non il desiderio di potere in s, ma la volont di procurarsi i mezzi per soddisfare le proprie necessit e i propri piaceri. Ora che lumanit ha raggiunto i mezzi per produrre in abbondanza e ha compreso, lentamente ma sicuramente, che il

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Partendo da queste premesse Saint-Simon arriva alla logica conclusione del suo pensiero: tempo che la societ assuma un nuovo tipo di organizzazione fondato su basi razionali e con lo scopo di favorire lindustria. Il sistema industriale deve essere fondato sulle idee positive e deve avere come obiettivo, utilizzando tutte le conoscenze scientifiche e le scoperte utili, la maggior efficienza possibile nella produzione perch con labbondanza che luomo raggiunger la felicit. Di conseguenza,

la classe industriale deve occupare il primo posto, perch la pi importante di tutte; perch pu fare a meno di tutte le altre classi e nessunaltra pu fare a meno di lei; perch sussiste con le sue proprie forze, con i suoi lavori personali... Il solo modo per soddisfare... i desideri della maggioranza, consiste nellincaricare gli industriali pi importanti di dirigere il tesoro pubblico; perch gli industriali pi importanti sono i pi interessati al mantenimento della pace; sono i pi interessati alleconomia nelle spese pubbliche; sono anche i pi interessati alla limitazione dellarbitrio. Infine essi sono, fra tutti i membri della societ, quelli che hanno dato prova della maggiore capacit nellamministrazione positiva, poich i successi da essi ottenuti nelle loro imprese private hanno accertato le loro capacit in questo campo.228

Cos come lindustria intesa in senso lato, anche il termine industriale ha


benessere il frutto dellintervento umano sulla natura, tutta lenergia e la forza distruttiva utilizzata nelle epoche passate in azioni di conquista e in lotte fratricide, verr incanalata in modo pacifico e positivo nellazione sulle cose; cfr. D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., pp. 84-85. Del resto, Manuel, parlando dellottimismo con il quale Saint-Simon, e in questo allautore francese viene accostato lo stesso Marx, era convinto della rigenerazione delluomo e della scomparsa del potere e dei conflitti nella nuova societ, afferma: la semplicit con la quale la teoria socialista dimentic la realt del potere fu la grande utopia della sua visione (F. E. Manuel, I profeti di Parigi, cit., p. 180). 228 C. H. de Saint-Simon, Catchisme des industriels, (1823-1824), in Oeuvres, Antrophos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 917-919.

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un accezione molto ampia, dovendosi intendere chiunque svolga un lavoro utile. Per Saint-Simon,

un industriale un uomo che lavora a produrre o a mettere alla portata dei vari membri della societ, uno o pi mezzi materiali in grado di soddisfare le loro necessit o i loro desideri materiali; cos, un coltivatore che semina il grano, che alleva pollame e bestiame, un industriale; un carradore, un maniscalco, un fabbro ferraio, un falegname, sono degli industriali; un fabbricante di scarpe, di cappelli, di tele, di stoffe, di lane egualmente un industriale; un negoziante, un carrettiere, un marinaio arruolato su navi mercantili, sono degli industriali. Tutti questi industriali riuniti lavorano per produrre e mettere alla portata di tutti i membri della societ, tutti i mezzi materiali in grado di soddisfare i loro bisogni o i loro desideri fisici, e formano tre grandi classi che si chiamano i coltivatori, i fabbricanti e i commercianti.229

Oltre agli industriali, grande importanza, anche se minore, hanno gli artisti, in grado di soddisfare i bisogni morali e gli scienziati, i quali, attraverso i loro studi, fanno progredire lindustria. Gi ora, si riconosce una delle caratteristiche fondamentali della dottrina sociale di Saint-Simon: la mancanza di conflitto di classe. Lautore considera, infatti, tutti i lavoratori, indipententemente dalle attivit svolte, un gruppo omogeneo per interessi che si contrappone ai parassiti e a tutti gli oziosi. In altri termini, la classe industriale, composta dai produttori di tutte le classi, tende a perdere i requisiti della parzialit e della settorialit finora attribuiti al concetto
229 Ibid., p. 917.

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di classe, per acquisire i termini generali di una classe senza confini, di un unica classe non-classe230. Lautore aderisce, seppure in modo particolare, allidea Smithiana della perfetta identit tra interesse individuale e interesse collettivo231, affermando che gli interessi particolari [della classe industriale] son perfettamente in accordo con linteresse comune232. Lautore non immune dal fascino della teoria della mano invisibile233: Quanto meno si ostacolano gli interessi degli altri lavorando per i propri, tanto minor resistenza si incontra da parte loro, e maggiore la facilit con cui si raggiunge lo scopo234. In ogni caso, liniziale adesione a queste idee porta lautore a sviluppare ulteriormente il suo pensiero perch se da una parte afferma che fattore imprescindibile per lo sviluppo della societ industriale sia la libert, ossia il fatto che il governo intervenga il meno possibile nella regolamentazione della produzione235, dallaltra ritiene che il sistema debba essere organizzato in maniera razionale dagli uomini le cui capacit sono dellutilit pi generale e pi positiva. Saint-Simon considera lintera societ come una grande compagnia di lavoratori il cui scopo, come una qualsiasi societ di produzione, produrre
230 D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., p. 63. 231 M. T. Bovetti Pichetto, introduzione a C. H. de Saint-Simon, Opere, cit., p. 20. 232 C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., in P. Rossi, Positivismo e societ industriale, cit., p. 87. 233 Nelle ultime opere, in particolare nel Nuovo Cristianesimo, tale principio viene almeno in parte abbandonato. Cfr. qui il paragrafo 6. Il Nuovo Cristianesimo. 234 C. H. de Saint-Simon, De la rorganisation de la socit europenne, (ottobre 1814), in Oeuvres, Antrophos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 192. 235 Il governo nuoce allindustria ogniqualvolta si occupa dei suoi affari; nuoce anche quando si sforza di incoraggiarla; ne segue che i governi debbono limitarsi a salvaguardare la produzione dai tumulti e contrariet di qualsiasi specie (C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 295).

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con la massima efficienza. Egli, partendo dallosservazione della natura e applicando la fisiologia allintera societ, arriva ad una visione organicistica del sistema il quale viene considerato come una struttura composta da una molteplicit di parti ognuna delle quali, assolvendo la propria specifica funzione, contribuisce allesistenza e allo sviluppo del tutto236. Allo stesso modo di un organo di un qualsiasi essere vivente, ogni lavoratore, svolgendo la propria attivit, utile alla societ237. Da queste idee discendono due importanti conseguenze. Da una parte il riaffermarsi e il rafforzarsi del principio della coincidenza tra interesse individuale e collettivo, con la conseguenza che risulta impossibile qualsiasi tipo di contrasto allinterno del corpo sociale. Dallaltra la visione di una societ strettamente gerarchizzata perch, se vero che tutti sono egualmente utili, altrettanto vero che ognuno deve svolgere la funzione che gli assegnata. Il criterio necessario per organizzare il sistema quello basato sulla capacit: i pi capaci devono guidare gli altri. Il sistema industriale , dunque, una societ tecnocratica e, poich lobiettivo la produzione e i proprietari industriali [sono] i soli... la cui capacit nellamministrazione sia constatata da prove positive e pubbliche... i produttori ricchi che comandano gli operai nei loro
236 P. Rossi, Positivismo e societ industriale, cit., p. 20. 237 La societ non un semplice agglomerato di esseri viventi le cui azioni - indipendenti da ogni fine ultimo - non abbiano altra causa allinfuori dellarbitrio n altro risultato che accidenti effimeri o senza importanza; al contrario, la societ soprattutto una vera macchina organizzata le cui parti contribuiscono tutte, in maniera diversa, alla vita del tutto. Linsieme degli uomini costituisce un essere vero e proprio, la cui esistenza pi o meno vigorosa oppure malferma a seconda che i suoi organi assolvano pi o meno regolarmente le funzioni ad essi affidate (C. H. de Saint-Simon, De la physiologie applique lamlioration des institutions sociales, trad. it. in P. Rossi, Positivismo e societ industriale, cit., p. 102).

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lavori quotidiani [sono] di conseguenza i capi del popolo di cui fanno necessariamente parte; da ci risulta che essi sono i capi diretti e naturali della nazione lavoratrice238. Daltra parte, Saint-Simon si cura di precisare, assai spesso nei suoi scritti, che gli operai non sono sottomessi ai capi industriali239, ma sono associati perch hanno il medesimo loro interesse di vedere prosperare la societ. Essi sono semplicemente guidati da coloro che hanno pi capacit, o meglio che hanno la capacit di prendere decisioni, allo stesso modo degli arti di un uomo naturalmente diretti dalla mente240. Lautore, nellOrganizzatore, osserva:

Nellantico sistema, il popolo era inquadrato sotto i suoi capi; nel nuovo, esso fuso con loro. Dai capi militari veniva un comando, dai capi industriali viene un indirizzo. Nel primo caso il popolo era soggetto, nel secondo associato. Tale in realt il carattere meraviglioso della societ industriale, che coloro i quali vi concorrono sono in realt tutti collaboratori, tutti associati, dal pi semplice manovale al pi ricco industriale, fino allingegnere pi illuminato. In una societ in cui vengono a far parte individui che non recano n capacit n un apporto qualsiasi, vi sono necessariamente padroni e schiavi, altrimenti i lavoratori non sarebbero cos sciocchi da accettare una simile situazione potendo sottrarvisi... Ma un 238 C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 877. 239 Intendo qui come capi dei diversi lavori tutti gli industriali che non sono puramente operai, cio esecutori, e che prendono una parte pi o meno grande alla direzione dei lavori (C. H. de SaintSimon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 807, nota f). 240 Nella Lettera di Henri Saint-Simon agli operai, lautore fa dire a questi: Capi delle principali imprese agricole, industriali e commerciali, voi siete ricchi e noi siamo poveri; voi lavorate con la testa e noi con le braccia; deriva da queste due differenze fondamentali che esistono fra noi, che dobbiamo essere vostri subordinati (C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 866).

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organizzazione dove tutti recano la propria capacit e un apporto, costituisce una vera associazione, e lunica disparit esistente quella delle diverse capacit e dei diversi apporti, entrambi necessari, cio inevitabili, e che sarebbe assurdo, ridicolo e funesto voler far scomparire. 241

Al di l di queste affermazioni generali, spesso Saint-Simon descrive in che modo debba essere organizzato il sistema tecnocratico. In particolare, lo scrittore scende nei particolari e descrive gli organi che devono dirigere lassociazione di produzione nazionale: spiega come debbano essere strutturati, da chi debbano essere composti e quali funzioni debbano avere. Soprattutto nelle ultime opere lautore si dedica alla progettazione delle strutture dellorganizzazione amministrativa del mondo futuro242. I particolari sono spesso noiosi e tendono a mutare nel corso del tempo, ma il principio rimane costante. La nuova lite del sistema industriale sarebbe stata composta dai capi industriali, le vere guide del sistema, dagli scienziati, che con le loro scoperte avrebbero contribuito al miglioramento della produzione, e dagli artisti, che
241 C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 499. 242 Il primo progetto, e il pi completo, quello esposto nellOrganisateur: Verr creata una prima Camera che si chiamer Camera dinvenzione... sar composta da duecento ingegneri... da cinquanta poeti o da altri letterati... da venticinque pittori, quindici scultori o architetti e dieci musicisti... Questa camera... presenter, allo scadere del primo anno di funzionamento, un progetto di lavori pubblici da intraprendere per accrescere le ricchezze della Francia e per migliorare le condizioni dei suoi abitanti... dovr poi dare ogni anno il suo parere sulle aggiunte necessarie al progetto primitivo... Verr poi formata una seconda Camera, denominata Camera dEsame. Essa sar composta ... da cento fisici dediti allo studio della fisica dei corpi organici, cento fisici dediti allo studio della fisica dei corpi bruti e cento matematici... Essa esaminer i progetti della prima Camera, e... elaborer un progetto generale di educazione pubblica... La Camera desecuzione... si occuper di avere... dei rappresentanti di ogni settore dellindustria... avr lincarico di dirigere lesecuzione dei progetti deliberati... (C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 446-450).

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avrebbero prodotto i beni immateriali utili allanimo umano243.

Il mondo capovolto

Con il sistema industriale Saint-Simon si propone di organizzare razionalmente e in modo efficiente le nuove forze produttive allora nascenti. Lo sviluppo dellindustria avrebbe, infatti, significato abbondanza e quindi benessere per tutti perch essa, se organizzata secondo principi positivi, avrebbe creato una ricchezza pressoch illimitata. Organizzare il sistema in modo razionale per lautore significa ordinare la societ secondo un principio meritocratico in modo che ogni uomo sia messo nelle condizioni di svolgere le attivit per cui portato affinch la societ, come un organismo composto da organi che si muovono in sincrono, possa svilupparsi. La societ in cui lautore vive non ha nessuna di queste caratteristiche e la critica contro di lei sempre presente nelle opere di Saint-Simon per il quale lo

243 Cfr. F. E. Manuel, I profeti di Parigi, Il Mulino, Bologna, 1979, pp. 159-162. Nei primi scritti di Saint-Simon limportanza dei capi industriali e degli scienziati era pressoch uguale. Successivamente lautore sembra accordare sempre minore favore a questi ultimi. Gli scienziati rendono dei servizi molto importanti alla classe industriale, ma ne ricevono dei servizi ancora pi importanti; ne ricevono lesistenza; la classe industriale che soddisfa le loro principali necessit, come i loro desideri fisici di ogni genere; lei che fornisce loro tutti gli strumenti utili allesecuzione dei loro lavori. La classe industriale la fondamentale, la classe che sostiene tutta la societ, senza la quale nessun altra potrebbe sussistere (C. H. de Saint-Simon, Catchisme des industriels, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1024).

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stato attuale delle cose... presenta lo spettacolo del mondo capovolto244. Lautore si lamenta del fatto che coloro che dirigono gli affari pubblici avrebbero un gran bisogno di essere diretti; le alte capacit si trovano nel mondo dei governati; i governanti sono, a causa della loro formazione, molto mediocri245. Le classi che hanno il potere non hanno pi le capacit per guidare la nazione. Esse, infatti, sono ci che rimane di un epoca che, crollata definitivamente con la rivoluzione francese, ora non esiste pi246. Lautore, quindi, si scaglia contro il clero, perch nella classe dei laici si trovano gli uomini le cui disposizioni rendono pi perfetta la morale e contribuiscono maggiormente allaccrescimento del benessere della specie umana; e tuttavia il potere spirituale affidato al clero, e gli ecclesiastici dirigono leducazione pubblica247; contro gli aristocratici: nella classe dei plebei si trovano i direttori dei lavori che procurano alla societ il soddisfacimento di tutto le necessit fisiche, e ai nobili accordata la principale esistenza temporale248. Pi in generale, la critica dellautore rivolta contro tutti gli oziosi, ossia tutti coloro che non svolgono alcuna attivit utile alla societ. Nella celebre Parabola249 si legge:

244 C. H. de Saint-Simon, De lorganisation sociale, (1825), in Oeuvres, Antrophos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1095. 245 Ibid. 246 M. T. Bovetti Pichetto, introduzione a C. H. de Saint-Simon, Opere, cit., p. 11. 247 C. H. de Saint-Simon, De lorganisation sociale, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1095. 248 Ibid. 249 Saint-Simon per questo scritto, ritenuto sovversivo dellordine stabilito, venne perseguitato dal potere giudiziario. Riusc a difendersi e ad essere assolto anche se, proprio in quel periodo, per una sfortunata coincidenza, il duca di Berry venne assassinato.

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Ammettiamo che la Francia conservi tutti gli uomini di genio che possiede nel campo delle scienze, delle belle arti, delle arti e mestieri, ma abbia la sfortuna di perdere nello stesso giorno, Monsieur il fratello del Re, il duca dAngoulme, il duca di Berry, il duca dOrlans... E contemporaneamente perda tutti i grandi ufficiali della corona, tutti i ministri di Stato... tutti i consiglieri di Stato, tutti i dignitari, tutti i suoi marescialli, tutti i suoi cardinali, arcivescovi, vescovi, grandi vicari e canonici, tutti i prefetti, i sotto-prefetti, gli impiegati nei ministeri, i giudici, e inoltre i diecimila pi ricchi proprietari fra coloro che vivono come i nobili. Questo fatto affliggerebbe certamente i Francesi che sono di buon cuore... Ma questa perdita di tremila personaggi, ritenuti i pi importanti dello Stato, procurerebbe loro un dolore di carattere puramente sentimentale, non risultandone infatti alcun danno politico per lo stato.250

La Parabola, in effetti, pi che una vera critica la constatazione da parte di Saint-Simon, che crede nellineluttabilt del progresso storico251, del fatto che i nobili sono ormai solo i fantasmi di unepoca passata e che non svolgono pi alcuna funzione nella nuova societ, la quale non che una nazione che essenzialmente industriale e il cui governo essenzialmente feudale252.
250 C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 431. 251 Saint-Simon afferma che il cammino delluomo verso il progresso inevitabile, perch il riepilogo del passato della societ ci ha dimostrato che la classe industriale aveva continuamente acquistato importanza, mentre le altre ne avevano sempre persa; e da ci dobbiamo concludere che la classe industriale finir col diventare la pi importante di tutte... Il semplice buon senso ha posto, in tutti gli individui, il seguente ragionamento: Poich gli uomini hanno sempre lavorato al miglioramento della loro sorte, hanno sempre mirato allo scopo dellinstaurazione di un ordine sociale nel quale la classe occupata nei lavori utili fosse la pi considerata. La societ finir necessariamente per raggiungere questo scopo (C. H. de Saint-Simon, Catchisme des industriels, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 936). 252 C. H. de Saint-Simon, Catchisme des industriels, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 931.

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In ogni caso la critica dellautore contro la nobilt e il clero si articola in due serie di ragioni. La prima, e pi importante, che essi, come abbiamo visto, non hanno pi le capacit per guidare la societ. Saint-Simon che vuole sostituire laristocrazia di nascita con laristocrazia dei talenti non pu naturalmente accettare che coloro che governano, che decidono le leggi e, soprattutto, attraverso la legge finanziaria253, stabiliscono lentit delle tasse, collegandola esclusivamente alle proprie necessit personali e senza tenere conto dei bisogni della nazione, siano i meno capaci a farlo. Laltra critica riguarda il fatto che i nobili vivono nel lusso senza produrre alcunch, mentre per Saint-Simon il lavoro la fonte di tutte le virt [e] i lavori pi utili devono essere i pi considerati254. Gli aristocratici, inoltre, sprecano ingenti fortune in maniera del tutto improduttiva impoverendo lintera nazione. Essi, infatti, per poter mantenere il loro tenore di vita fanno s che gli industriali... [siano] oberati di imposte... imposte enormi che... non sono usate in modo utile per lagricoltura, per il commercio e per lindustria255. Diversamente da come si potrebbe pensare, Saint-Simon non invece

253 La legge pi importante di tutte senza dubbio quella che regola il bilancio, perch il denaro per il corpo politico ci che il sangue per il corpo umano. Ogni parte del corpo in cui il sangue cessa di circolare langue e in breve tempo muore; analogamente ogni funzione amministrativa che non sia pi pagata cessa rapidamente di esistere. Perci la legge finanziaria la legge generale, quella da cui tutte le altre derivano e debbono derivare (C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 355). 254 C. H. de Saint-Simon, Catchisme des industriels, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 936. 255 C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 613.

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contrario alla monarchia. Listituzione della monarchia ha un carattere generale che la distingue e la pone al di sopra di tutte le altre istituzioni... Questa istituzione andr ugualmente bene per tutti i sistemi di organizzazione sociale che i progressi della civilt potranno rendere necessario instaurare256. Il motivo di questo favore dipende dal fatto che lautore contrario a qualsiasi tipo di violenza e disordine sociale in quanto nocivo allindustria. Egli ritiene la monarchia lunica istituzione in grado, attraverso lemanazione di

provvedimenti legislativi, di dare la forza ai produttori di fondare definitivamente e in maniera del tutto pacifica il sistema industriale257.

Misure pratiche

La condizione fondamentale affinch possa essere organizzato il sistema industriale era che gli individui che compongono lultima classe della societ, fossero giunti a un grado di civilt tale che permettesse di ammetterli come associati, e per questo era indispensabile che fossero capaci di amministrare

256 C. H. de Saint-Simon, Catchisme des industriels, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 946. Per lautore, del resto, non importante la forma di governo di una societ, perch lorganizzazione politica sempre subordinata a quello economica che quella che caratterizza essenzialmente la societ. La cosa pi importante organizzare efficacemente la produzione e fare in modo che il governo, indipendentemente dalla forma che pu avere, non intralci lo sviluppo dellindustria. Cfr. E. Durkheim, Il Socialismo. Definizioni - Origini - La dottrina saintsimoniana, Franco Angeli, Milano, 1982, pp. 315-316. 257 Per le ragioni che spingono Saint-Simon ad auspicare un alleanza tra il trono e gli industriali, si veda direttamente C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 605 e seg.

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delle propriet... questa esperienza stata fatta durante la Rivoluzione, ed pienamente riuscita...258; poich il popolo francese giunto alla sua maggiore et come nazione, grazie ai progressi della sua intelligenza, ne deve derivare un cambiamento radicale nella sua organizzazione sociale259. Obiettivo di Saint-Simon e dei suoi scritti organizzare la societ nel modo pi favorevole allindustria. Da quanto detto fino ad ora risulta chiaro quale sia lo scopo immediato dellautore: eliminare gli oziosi. Daltra parte, egli non si spinge a tanto e quello che egli, in definitiva, propone che coloro che non svolgono lavori utili, i non-produttori, siano messi in condizione di non nuocere alla societ, togliendo loro il potere di governarla e facendo passare questo attributo agli industriali260. Le opere dellautore sono spesso mezzi di propaganda in favore del nuovo sistema e contengono continue esortazioni agli industriali a diventare le nuove guide della societ. Lautore, del resto, [vuole] solamente agevolare e illuminare il corso fatale delle cose. [Vuole] che gli uomini facciano, scientemente ormai, con sforzi pi diretti e con maggior profitto, ci che hanno fatto sinora, per cos dire, a loro

258 C. H. de Saint-Simon, De lorganisation sociale, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1101. Si vedano direttamente in C. H. de Saint-Simon, De lorganisation sociale, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 1072-1084 i due frammenti intitolati rispettivamente Prove delle capacit dei proletari francesi ad amministrare bene la propriet e Poich la classe dei proletari tanto progredita in civilt quanto quella dei proprietari, la legge deve classificarli come associati. 259 Ibid., p.1071. 260 Cfr. E. Durkheim, Il Socialismo. Definizioni - Origini - La dottrina saint-simoniana, cit., p. 305.

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insaputa, e in modo lento, indeciso e troppo poco fruttuoso261. La cosa, comunque, non cos semplice perch il problema che i princpi industriali non sono ancora abbastanza noti e diffusi, e non possono quindi avere acquisito quel credito che pu dare loro fiducia e forza; inoltre... i princpi non sono sufficienti, come si potrebbe a tutta prima ritenere, perch lindustria si ponga a capo della societ: le occorre un altro mezzo262. Naturalmente lautore contrario alluso della violenza; essa, infatti, assolutamente contraria agli interessi dellindustria; perch per lei luso della forza sempre un danno, e proprio sullindustria pesano maggiormente i disordini popolari, perch tra tutte le propriet, le propriet industriali sono le pi facili da distruggere263. Ci che Saint-Simon propone un mezzo legale264; in particolare un intervento dallalto, un ordinanza del re che assicuri pi potere agli industriali. Egli auspica un alleanza tra i produttori e la monarchia considerata il regime attualmente pi conveniente essendo necessario per attuare la transizione dal regime totalmente arbitrario esistito sino ad oggi al regime del tutto liberale che
261 C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 285. 262 Ibid., p. 388. 263 Ibid. Per lautore estremamente importante che il mutamento della societ avvenga in modo del tutto pacifico. Egli suggerisce, infatti, di indennizzare le persone i cui interessi pecuniari saranno stati danneggiati in qualche modo dallintroduzione del nuovo sistema politico (C. H. de SaintSimon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 451). Nel Sistema Industriale, rivolgendosi al re, lautore scrive Si, Sire, i nobili possono ottenere una somma , e anche una somma importante dai produttori, in cambio della loro rinuncia volontaria e completa al diritto di formare una prima classe nella nazione, al diritto di amministrare gli interessi generali della societ, al diritto di dirigere lattivit nazionale (C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 842-843). 264 Ibid.

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avremo un giorno265. Lautore convinto che alcuni provvedimenti da parte del re, quali una riforma elettorale che permetta agli industriali di essere pi rappresentati nella Camera dei deputati e la costituzione di particolari Commissioni costituite da elementi direttivi del mondo produttivo, siano sufficienti per completare il trapasso tra sistema feudale e sistema industriale266; per fare in modo cio che il potere di dirigere la societ passi da coloro che avevano le caratteristiche per farlo nel passato, e che ora non hanno pi, a coloro le cui capacit si accordano con il nuovo scopo della societ, ossia la produzione. Oltre allordinanza del re, misura necessaria e fondamentale per dare pi forza ai produttori, Saint-Simon suggerisce agli industriali la condotta da tenere per instaurare il nuovo sistema in modo del tutto pacifico; li esorta, cos, a rassicurare il re sulla bont delle loro intenzioni267; ad assumere le direzione di tutte le forze produttive268; a liberarsi dal senso di inferiorit che ancora sentono nei confronti della nobilt269; a tenersi lontano dalle dispute religiose e filosofiche270; soprattutto li spinge a cercare di conquistare lopinione pubblica271.
265 Ibid., p. 319. 266 Cfr. M. T. Bovetti Pichetto, introduzione a C. H. de Saint-Simon, Opere, cit., pp. 28-29. Saint-Simon, nel Sistema industriale, spiega dettagliatamente quali provvedimenti adottare; cfr. C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 636-640. 267 C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 319. 268 C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 608. 269 Ibid., pp. 602-603. 270 Ibid., p. 739. 271 Ibid., pp. 848-851.

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Eguaglianza e organicismo

Per Saint-Simon, ormai

il popolo ha contratto poco a poco tutte le abitudini di amore per lordine e per il lavoro, di provvidenza e rispetto per la propriet... e ha acquistato il primo grado di istruzione... ormai in possesso della capacit di vivere in societ sotto il nuovo sistema, nel quale lazione del governo deve essere ridotta a ci che indispensabile per stabilire una gerarchia di lavori nellazione generale degli uomini sulla natura, che lo scopo finale del sistema272.

La societ deve essere organizzata esattamente come unimpresa industriale273 il cui scopo non altro che la produzione della maggior quantit di beni materiali e immateriali. La caratteristica fondamentale alla quale si deve ispirare lorganizzazione del sistema deve essere lefficienza. Per Saint-Simon essa pu sussistere solo se ognuno svolge le funzioni per le quali portato. Il sistema industriale , quindi, un sistema tecnocratico, la cui organizzazione sociale basata esclusivamente su idee positive, propende per una struttura rigidamente gerarchica274, e al tempo stesso meritocratico, perch chi ha
272 C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 497. 273 C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 385. 274 G. M. Bravo, introduzione a C. H. de Saint-Simon, Nuovo Cristianesimo, Editori Riuniti, Roma , 1968.

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maggiori conoscenze e capacit deve guidare gli altri. Da queste caratteristiche consegue che, per ci che riguarda la distribuzione delle ricchezze, tema che comunque, come vedremo, non approfondito dallautore, ogni membro della societ [ottiene] il maggior agio e benessere possibile, in proporzione al suo apporto275. La societ paragonata dallautore a una piramide e partendo dalla base... sino alla sua sommit, gli strati devono essere formati da materiali sempre pi pregiati276. Al pari dei filosofo egualitari, Saint-Simon convinto che lorganizzazione della societ debba ispirarsi alla natura, ma se i primi pongono laccento su ci che accomuna gli uomini e li rende simili, il nostro autore considera naturale lineguaglianza277. Rifacendosi alle teorie del fisiologo Bichat278, Saint-Simon afferma che le capacit umane possono distinguersi in tre categorie: quella scientifica, quella motrice, quella sensibile alle quali corrispondono le tre classi degli scienziati, degli industriali e degli artisti279 . Secondo lautore, inoltre, le tre capacit si escludono a vicenda e, quindi, ogni uomo sviluppa talenti che appartengono ad una sola delle tre classi. Da questo presupposto si arriva alla conseguenza che ogni uomo cerchi di esprimere s stesso e che desideri lavorare e vivere esclusivamente nel campo per cui portato280; da ci lautore arriva a negare la
275 Ibid. 276 C. H. de Saint-Simon, De lorganisation sociale, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1081. 277 F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, cit., p. 164. 278 X. Bichat, Phsiological Researches upon Life and Death, Philadelphia, 1809. 279 F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, cit., p. 165. 280 Ibid., p. 166. Saint-Simon convinto che gli uomini non siano guidati dalla passione per

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possibilit di qualsiasi conflitto tra le tre classi. Saint-Simon non si ferma qui; egli afferma che allinterno di ogni classe, e soprattutto si occupa degli industriali, gli individui abbiano capacit diverse che sono cos evident[i], facil[i] da verificare, che non vi potr essere indecisione alcuna a questo proposito, e ogni cittadino dovr tendere naturalmente ad inserirsi nella funzione sociale che pi gli si addice281. Anche allinterno di ogni classe, quindi, il conflitto non ammissibile perch fare una graduatoria delle capacit non pi un fatto arbitrario282, ma basato sui fatti e sulle idee razionali ed ognuno dovr arrendersi allevidenza; per Saint-Simon il riconoscimento della capacit superiore da parte dei meno dotati diventa naturale e automatico283, anche perch questi stessi si avvantaggeranno, data la migliore efficienza dellimpresa nazionale e quindi della maggiore produzione, dal fatto di essere guidati dai migliori. Dal fatto che il sistema industriale basato su idee razionali discende che esso non pi

governato dagli uomini... [ma] soltanto dai princpi... In una societ organizzata in vista dello scopo positivo di lavorare per la sua prosperit

leguaglianza con altri uomini di staus pi elevato o di grande ricchezza. Essi non inseguono le chimere del potere e della ricchezza, ma realizzare s stessi utilizzando e sviluppando le proprie capacit naturali. 281 C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 525. 282 Saint-Simon aderisce alle idee di Holbach, Helvetius, Morelly, secondo i quali attraverso la ragione si arriva sempre a verit cartesiane; scompare la soggettivit del giudizio. Cfr. J. L. Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, Il Mulino, Bologna, 1967, p. 44. 283 Cfr. F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, cit., p. 173.

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mediante le scienze, le belle arti e le arti e mestieri, latto politico pi importante, latto che consiste nel fissare la direzione lungo la quale deve procedere la societ, non appartiene pi a uomini investiti della funzione sociale, ma viene esercitato dal corpo sociale stesso; in questo modo la societ, considerata collettivamente, pu esercitare realmente la sovranit... In questordine di cose, i cittadini incaricati delle differenti funzioni sociali, anche le pi elevate, occupano, da un certo punto di vista, soltanto posti subalterni, poich le loro funzioni, qualunque ne sia limportanza, si limitano a seguire una direzione che non stata da loro scelta. Inoltre, gli scopi e lobiettivo di una simile organizzazione sono cos chiari, cos determinati, che non vi pi posto per larbitrio... Tutti i problemi che debbono essere dibattuti in un simile sistema politico... sono eminentemente positivi e facilmente valutabili; le decisioni non possono essere che il risultato di dimostrazioni scientifiche, assolutamente indipendenti da ogni volont umana, e suscettibili di essere messe in discussione da tutti coloro che avranno un grado sufficiente di cultura per capirle. 284

Se a queste principi aggiungiamo lidea, gi esposta, di Saint-Simon che fa coincidere la felicit con labbondanza di beni materiali e immateriali e che tale abbondanza sar raggiunta con unorganizzazione efficiente della produzione si arriva alla logica conclusione: Let delloro del genere umano non si trova alle nostre spalle, ma dinanzi a noi, nella perfezione dellordine sociale285; e, poich interesse di tutti, dal pi ricco proprietario industriale allultimo
284 C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 524-525. Tale modalit di prendere decisioni contribuisce a determinare la tendenza che va sotto il nome di fine delle ideologie, secondo la quale nel momento in cui non ci sono pi controversie di opinioni riguardo la concezione del potere, le modalit di prendere decisioni e gli obiettivi delle decisioni stesse, scompare e viene a mancare, in pratica cos come in linea di principio, qualsiasi disaccordo ideologico; cfr. D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., p. 88, nota 24. Per un esame di tutto il problema si veda J. Meynaud, Destin des ideologies, Etudes de science politique, Lausanne, 1961. 285 C. H. de Saint-Simon, De la rorganisation de la socit industriel europenne, (ottobre 1814)., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 197.

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operaio, vedere prosperare la societ, ogni conflitto cessa di esistere. La questione distributiva

La societ industriale caratterizzata da una grande abbondanza. SaintSimon, nei suoi scritti, pone sempre laccento su una sempre maggiore creazione e produzione mentre la questione del consumo e della distribuzione solo sfiorata. Egli parla di ricompense proporzionali ai meriti ma la questione affrontata in maniera vaga senza entrare in dettagli. Il motivo semplice: il banchetto che si offre di fronte allumanit talmente abbondante, che soffermarsi sulle ricompense materiali, caratteristica di un mondo di scarsit, fuori luogo286. In ogni caso lautore afferma che, come accade in qualsiasi societ commerciale, la ricchezza prodotta dallimpresa nazionale divisa tra tutti i cittadini, e la parte di ognuno rappresenta il suo reddito privato. Ogni cittadino riceve, in questa distribuzione, nella misura in cui ha contribuito alla produzione, ossia nella misura del capitale investito e dellindustria che vi ha posto287. Come accade a livello della distribuzione delle funzioni nella gerarchia sociale anche per quel che riguarda i principi distributivi della ricchezza, SaintSimon si rif al criterio meritocratico ed ognuno ottiene ricompense
286 F. E. Manuel, I profeti di Parigi, cit., p. 167. 287 C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., trad. it. in P. Rossi, Positivismo e societ industriale, cit., p. 62.

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proporzionali ai servizi che ha reso allindustria. Ciascuno ottiene importanza e benefici proporzionati alla sua capacit e al suo apporto personale288 e questo, per lautore, costituisce il pi alto grado di eguaglianza che sia possibile ed auspicabile289. Saint-Simon si scaglia contro leguaglianza assoluta che egli definisce turca.

Essa precisamente il contrario della vera eguaglianza, delleguaglianza industriale, che consiste nel fatto che ciascuno trae dalla societ dei benefici esattamente proporzionali al suo apporto sociale, cio alla sua capacit positiva, allimpiego utile che fa dei suoi mezzi, fra i quali bisogna includere, beninteso, i suoi capitali. Non si pu concepire nulla di pi contrario a questa vera eguaglianza, base naturale della societ industriale, del sistema anti-sociale in virt del quale ciascuno godrebbe a turno del potere arbitrario, perch allora si accorderebbero vantaggi sociali senza alcuna condizione n in una proporzione qualsiasi con lutilit prodotta.290

Il principio meritocratico nella distribuzione delle ricchezze , dunque, il solo che assicura la vera eguaglianza. Leguaglianza assoluta non solo non praticabile allinterno della societ291, ma non nemmeno naturale. La societ, infatti, pu funzionare proprio perch
288 C. H. de Saint-Simon, Lorganisateur, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 500. 289 Ibid. 290 C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 709. 291 Se cerco di stabilire quale passione ha fatto esplodere la Rivoluzione francese... mi accorgo che leguaglianza e che gli uomini delle classi inferiori si sono abbandonati ad essa con maggiore violenza, spinti tanto dallignoranza che dallinteresse. La passione delleguaglianza ha avuto come effetto la distruzione dellorganizzazione sociale... (C. H. de Saint-Simon, L industrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 283).

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gli uomini sono, per natura, disuguali; la struttura sociale vista come un organismo, le cui cellule, essendo fisiologicamente differenti, svolgono funzioni diverse e conseguentemente hanno diritto a compensi diversi. La giustificazione di una distribuzione di tipo aristotelico non esplicitamente fornita da Saint-Simon. Si pu supporre che, al pari degli economisti liberisti, la ritenesse uno stimolo necessario per spingere gli uomini a produrre quellabbondanza che il solo vero scopo della societ. Pi semplicemente sembra che lautore, non motivandola in alcun modo, ritenga la distribuzione proporzionale una cosa del tutto naturale al pari degli egualitaristi che giustificano la necessit di una distribuzione egualitaria nella societ richiamando il concetto delleguaglianza primitiva goduta dagli uomini nello stato di natura. In ogni caso, solo uneguaglianza in un certo senso ridimensionata e collegata direttamente alla capacit, in particolare alla capacit produttiva, permette la costituzione del sistema industriale292. Essa sola in grado di assicurare lefficienza e lordine necessario allo sviluppo produttivo. Una distribuzione non collegata alle capacit non pu che significare disordine e anarchia, per Saint-Simon non pu che comportare una paralisi della funzione produttiva e una conseguente scarsit di beni293.
292 D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., p. 73. 293 Discorso analogo a quello fatto per leguaglianza pu essere fatto per la libert, la quale deve essere funzione della produzione. Alla libert individuale si sostituisce la libert dellintera societ a perseguire il proprio scopo che quello di produrre e di creare abbondanza. La vera libert diventa, dunque, la piena possibilit di ogni individuo di lavorare, di utilizzare le proprie particolari capacit, di vedersi riconosciuto il frutto del proprio lavoro e di goderne. Daltra parte, nel momento in cui tutti gli uomini diverranno consapevoli del vero obiettivo della comunit non sar pi possibile alcun tipo

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Daltra parte lautore ripete con insistenza, che luomo, in realt, non ricerca leguaglianza assoluta, questa un'illusione filosofica. Il suo vero desiderio potersi realizzare, svolgendo le attivit nelle quali naturalmente dotato. Lo scrittore arriver a dire, infatti, che fine ultimo della sua dottrina era offrire a tutti i membri della societ la massima opportunit possibile per lo sviluppo delle proprie capacit294. Nella visione del mondo dellautore, lineguaglianza organica tra gli uomini, lineguaglianza nella gerarchia sociale e nelle funzioni pi naturale e migliore delleguaglianza turca propugnata dai rivoluzionari giacobini che non altro che uneguaglianza di schiavi sotto unonnipotente autorit statale295. Nel sistema industriale, invece, poich ognuno fa ci per cui portato e poich ognuno ottiene ricompense proporzionali alle proprie capacit, il livello di produzione spinto al massimo potenziale. In tal modo, il benessere assicurato a tutti, ai ricchi come ai pi poveri i quali potranno passare da una vita di stenti ad una in cui avranno la certezza di... mangiare pollo tutte le domeniche296. Volendo entrare maggiormente nei dettagli su ci che Saint-Simon intende per la vera eguaglianza si ha una qualche difficolt, poich, come detto, lautore rimane sempre piuttosto vago, senza andare al di l di formule generiche.
di dissidio perch ognuno, in vista del fine sociale, e conoscendo i propri limiti e le proprie potenzialit, non avr desiderio di andare oltre le proprie competenze o di pretendere pi di quanto gli spetti. 294 F. E. Manuel, I profeti di Parigi, cit., p. 167. 295 Ibid. 296 C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 869.

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Gian Mario Bravo afferma che la nuova organizzazione sociale deve essere egualitaria: non sufficiente leguaglianza politica, perch gli uomini si sono emancipati da ogni legame atavico con il vecchio mondo, e quindi tutti, nella mancanza del contrasto di classe, sono membri di pari grado nellambito della comunit e vengono distinti soltanto a seconda delle proprie capacit differenziate297. In effetti, per Saint-Simon, lunico criterio su cui basare le differenze deve essere quello incentrato sul merito e sulle capacit. Egli a favore di un sistema che, eliminando qualsiasi tipo privilegio, offra a tutti le medesime opportunit di partenza proponendo di costituire la maggior eguaglianza possibile nei confronti dei diritti di nascita e fondare i diritti politici sulla superiorit in capacit positive298. Il sistema industriale fondato sul principio delleguaglianza perfetta; si oppone allistituzione di tutti i diritti di nascita e anche di ogni specie di privilegio299 e assicura che ogni uomo, qualunque sia il suo punto di partenza, possa giungere alla prima di tutte le classi sociali, la monarchia sola esclusa, e possa giungervi solo per mezzo di lavori utili ai suoi simili300. In tale sistema, i cittadini dellultima classe potranno dunque sempre giungere al primo posto301 se possiedono adeguate
297 G. M. Bravo, introduzione a C. H. de Saint-Simon, Nuovo Cristianesimo, cit., p. XVI. 298 C. H. de Saint-Simon, De lorganisation sociale, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1093. 299 C. H. de Saint-Simon, Catchisme des industriels, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 945. 300 C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 883. 301 Ibid., p. 877.

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capacit. Lautore afferma che nel sistema industriale non basta trasferire i privilegi, occorre annullarli; non basta far passare gli abusi da una persona ad un altra, occorre abolirli302. In particolare, Saint-Simon si scaglia contro i privilegi nobiliari e nel Sistema industriale scrive:
Considerando che la conservazione dei titoli nobiliari dispiace molto alla nazione; considerando anche che la conservazione di questi titoli mantiene nellanimo degli antichi nobili la speranza di ristabilire il sistema feudale... considerando, infine che desiderabile, per il bene generale, che i capi industriali godano del primo grado di considerazione

temporale, noi abbiamo comandato ci che segue: La nuova come lantica nobilt sono soppresse, i titoli feudali sono aboliti...303

Per ci che riguarda, invece, le differenze di nascita collegate alla ricchezza e alla propriet lautore pi cauto limitandosi ad affermare genericamente che anche le regole che riguardano la propriet dovranno essere in funzione dellindustria, e potranno essere modificate e adattate ai sempre nuovi bisogni della societ, perch la propriet dipende essa stessa da una legge superiore e
302 C. H. de Saint-Simon, De lorganisation sociale, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1083, nota 1. Tutti i privilegi saranno annullati, e non potranno pi riformarsi, poich sar instaurato il sistema di eguaglianza pi completo che possa esistere e gli uomini che dimostreranno pi capacit nelle scienze positive, nelle belle arti e nellindustria saranno chiamati dal nuovo sistema a godere del primo grado di considerazione sociale e saranno incaricati della direzione degli affari pubblici, disposizioni fondamentale che destina tutti gli uomini che posseggono un talento superiore ad elevarsi al primo rango. Qualunque sia la posizione nella quale il caso della nascita li abbia posti (C. H. de Saint-Simon, Suite la brochuredes Bourbons et des Stuarts, (gennaio 1822)., in Oeuvres, Antrophos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 911). 303 C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 819.

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pi generale, da quella legge della natura in virt della quale tutte le societ politiche traggono il diritto di modificare e di perfezionare le loro istituzioni: legge suprema che vieta di vincolare le generazioni future con disposizioni di qualunque natura esse siano304. Saint-Simon, comunque, che accetta laccumulazione capitalistica e finanziaria305, lungi dallipotizzarne una sua eventuale abolizione per fini produttivistici afferma che listituzione del diritto di propriet e dei provvedimenti per farlo rispettare senza dubbio lunica base che sia possibile dare ad una societ politica; essa, non potrebbe esistere, anche nelle condizioni pi imperfette, se, mancando le leggi, questo diritto non fosse consacrato almeno dalle consuetudini306. E, per quel che riguarda i capitali, aggiunge che la ricchezza, in generale, una prova di capacit degli industriali, anche nel caso che essi abbiano ereditato la fortuna che posseggono307. Saint-Simon non va oltre queste affermazioni generali, non spiega in che
304 C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 353. 305 G. M. Bravo, introduzione a C. H. de Saint-Simon, Nuovo Cristianesimo, cit., p. XVII. 306 C. H. de Saint-Simon, Lindustrie, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 353. Rimane il fatto che la propriet e le leggi che la regolano devono sempre restare subordinate al momento produttivo. Saint-Simon distingue infatti tra propriet industriale e propriet fondiaria aspramente criticata perch non collegata in alcun modo con la produzione e perch d al proprietario il diritto ad una rendita ingiustificata per lassenza di ogni attivit lavorativa; cfr. D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., pp. 75-80. Riguardo alla propriet industriale, SaintSimon ha posto per primo la questione della separazione fra propriet e controllo, caratteristica delle moderne grandi societ di capitali. Per Giovanni Sartori, Saint-Simon ha previsto la possibilit di socializzare i mezzi di produzione, non tanto affermando in diritto la propriet comune, quanto subordinando il diritto di propriet alla funzione produttiva; cfr. G. Sartori, Democratic Theory, Wayne Univ. Press, 1962, p. 389. 307 Ibid., p. 608, nota a. Durkheim, del resto, vede in alcuni passaggi del Sistema industriale la possibilit che Saint-Simon alludesse addirittura ad unabolizione della successione ereditaria . Il sociologo, comunque, conclude dicendo Su questo punto si possono fare soltanto delle ipotesi (E. Durkheim, Il Socialismo. Definizioni - Origini - La dottrina saint-simoniana, cit., p. 337, nota 3).

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modo debbano essere aboliti i privilegi nobiliari, non fornisce una nuova legislazione della propriet e soprattutto non si cura di descrivere in maniera pi dettagliata come debba avvenire la distribuzione delle ricchezze. In ogni caso, nel sistema industriale inevitabile che si verifichino differenze di trattamento materiale anche se tali differenze non sarebbero state eccessive anche per non spezzare lassenza di antagonismo tra le classi, caratteristica fondamentale del sistema saintsimoniano. Ad esempio per ci che riguarda listruzione viene detto: i ricchi godranno sempre sui poveri del vantaggio di poter consacrare un maggior tempo allistruzione... Ma listruzione della classe pi povera sar spinta abbastanza lontano perch i ricchi non possano abusare nei loro confronti della superiorit delle loro conoscenze308. Il caso specifico si pu generalizzare: le differenze di trattamento sono naturali e, daltra parte, esse non saranno eccessive, o meglio, anche i pi svantaggiati godranno di un benessere soddisfacente. Del resto, gli stessi ricchi vogliono differenze poco pronunciate, perch in questo modo possono soddisfare maggiormente le proprie necessit. NellOrganizzazione sociale si legge:

Vi sono forti ragioni per cui i ricchi preferiscono abitare nei paesi in cui leguaglianza spinta pi lontano fra i membri che compongono la societ, poich questi paesi sono 308 C. H. de Saint-Simon, Catchisme des industriels, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1027, nota d.

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contemporaneamente quelli nei quali possono soddisfare nel modo pi facile e concreto i loro desideri... Cos, in realt, gli uomini pi ricchi e pi potenti sono interessati allaumento delleguaglianza, poich i mezzi per soddisfare i loro piaceri aumentano nella stessa proporzione del livellamento degli individui che compongono la societ. 309

Tali affermazioni non dovrebbero, comunque, essere intese come ripensamenti in senso egualitario dallautore, ma ancora una volta come il riaffermarsi del principio dellidentit tra interesse individuale e collettivo. Saint-Simon, infatti, conclude il brano dicendo: terminando questa nota diremo ci che avrebbe forse dovuto trovarsi allinizio, cio che migliorando le sorti della massa, si assicura il benessere degli uomini di tutte le classi...310. Risulta chiaro, comunque, soprattutto alla luce degli sviluppi successivi del suo pensiero gi presenti nel Sistema Industriale e in maniera definitiva nel Nuovo Cristianesimo, che Saint-Simon non il teorico di un semplice sistema capitalistico basato sul profitto. Pur essendo favorevole ad una distribuzione delle ricchezze proporzionale alle capacit, linteresse dellautore sempre incentrato sul fine collettivo della produzione. Quantunque egli ipotizzi che lindustria debba continuare ad essere amministrata da privati e non la concepisca che come un insieme di imprese particolari, il suo sistema socialista perch lobiettivo economico diventa il
309 C. H. de Saint-Simon, De lorganisation sociale, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1082, nota 1. 310 Ibid.

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solo fine sociale. Saint-Simon non il continuatore delle opere di Smith e J. B. Say e il suo socialismo non si intravede solo in alcuni particolari, esso contenuto interamente nella dottrina e nel principio fondamentale del sistema311. Nel sistema industriale, infatti, lindividuo sempre sottomesso alla collettivit312, perch linteresse individuale deve arrivare a coincidere con linteresse collettivo delle prosperit dellintera comunit. Certamente con Saint-Simon risulta evidente che leguaglianza distributiva non necessariamente un carattere peculiare dei sistemi socialisti, perch, come afferma lo stesso Schumpeter, il socialismo di Saint-Simon, se il suo sistema pu chiamarsi socialista, gerarchico anzich egualitario313. Lautore francese, infatti, ritiene che la distribuzione proporzionale delle ricchezze sia lunico mezzo per assicurare la prosperit sociale e dunque anche il benessere delle classi pi disagiate. In tal modo, sostenendo la gerarchia delle capacit SaintSimon non intende riferirsi agli eventuali privilegi dei pi capaci perch egli sottolinea il carattere collettivo della produzione, in quanto atto sociale della creazione fonte della prosperit sociale314. Il problema della distribuzione nel sistema saintsimoniano, per i motivi visti, diventa in un certo senso un non problema. Non solo perch una grande abbondanza e un benessere generalizzato fanno diventare poco rilevanti la
311 E. Durkheim, Il socialismo. Definizioni - Origini - La dottrina saint-simoniana, cit., pp. 307308. 312 Cfr. R. Garaudy, Les sources franaises du socialisme scientifique, Paris, 1949, p.89-96. 313 J. A. Schumpeter, Storia dellanalisi economica, vol. II, Einaudi, Torino, 1959, cit. in D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., p. 99, nota 60. 314 P. Ansart, Marx e lanarchismo, cit., p. 142.

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questione distributiva315, ma anche perch in Saint-Simon implicito e naturale che linteresse individuale venga a coincidere con quello collettivo: legoismo scompare. Questo che un punto cruciale della dottrina dellautore anche la causa di quellalone di ambiguit che circonda il suo pensiero. Il principio dellidentit fra interesse individuale e collettivo, infatti, in Saint-Simon va ben oltre il pensiero degli economisti liberisti, perch lindustriale saintsimoniano non semplicemente fa il bene sociale perseguendo i propri scopi; il fatto che suo interesse personale diventa la produzione e quindi la prosperit della comunit. Tale principio, sempre presente ma sottolineato con chiarezza solo a partire dal Sistema industriale, permette di affermare che proprio nella societ saintsimoniana, un sistema meritocratico e tecnocratico in cui vengono premiate le migliore capacit, si pu realizzare il principio della fratellanza316, a cui lautore esplicitamente si richiama nelle ultime opere.317. Per lo stesso motivo dellinteresse comune della produzione, nel sistema industriale il lavoro e listruzione devono essere assicurati a tutti. Ognuno, infatti, ha il diritto-dovere di lavorare; ha il dovere perch lapporto di ognuno utile per raggiungere il fine sociale della produzione e al contempo ha il diritto sia di potere svolgere le attivit per le quali competente, sia di partecipare al

315 Cfr. E. Durkheim, Il socialismo. Definizioni - Origini - La dottrina saint-simoniana, cit., pp. 362-363. 316 Cfr. D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., p. 70-72. 317 Cfr. C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 742.

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consumo della sua quota. Allo stesso modo, listruzione da una parte contribuisce al benessere dellindividuo, soddisfacendo ci che lautore chiama i bisogni morali318, dallaltra d allo stesso individuo i mezzi per partecipare e contribuire, svolgendo lavori utili, allobiettivo sociale319. Lambiguit che nasce dalla visione ottimistica della capacit delluomo di abbandonare, in maniera spontanea, il proprio interesse particolare tende a scomparire nelle opere successive, paradossalmente proprio perch le certezze di Saint-Simon tendono a vacillare cos come il suo ottimismo sul fatto che lorganizzazione industriale, valorizzando le capacit e lutilit di ognuno, seppur differenti da individuo a individuo, porti naturalmente e

automaticamente gli uomini ad abbandonare linteresse egoistico. Infatti, il dubbio che il sistema industriale non riesca ad eliminare automaticamente legoismo costringe Saint-Simon a compiere una scelta che prima non si poneva: in caso di interessi contrastanti lautore afferma, ora in maniera chiara, che devono prevalere quelli dei pi poveri320. Cos, anche se lorganizzazione della societ viene mantenuta, perch rimane la fiducia nelle immense potenzialit positive del sistema industriale, ora lobiettivo finale della comunit diventa esplicitamente il miglioramento della sorte della classe pi povera321. Proprio questi ultimi sviluppi, che, occorre ripetere ancora una volta, non

318 Cfr. D. Fisichella, Il potere nella societ industriale, cit., pp. 64-65. 319 P. Ansart, Marx e lanarchismo, cit., pp. 136-137. 320 Ibid., p. 143. 321 C. H. de Saint-Simon, Nouveau christianisme, cit., trad. it. in Id, Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1110.

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rappresentano una rottura con la dottrina precedente ma una sua ulteriore elaborazione, faranno affermare a Marx nel Manifesto che Saint-Simon, al pari di Owen e Fourier cosciente di rappresentare... gli interessi delle classi dei lavoratori, in quanto son le classi di coloro che soffrono322.

Il nuovo cristianesimo

Gli sviluppi conclusivi del pensiero saintsimoniano sono racchiusi nella sua ultima opera che non verr terminata e sar pubblicata postuma da un seguace: Olinde Rodrigues. Il Nuovo Cristianesimo segna per Marx una svolta radicale nel pensiero dellautore ed egli afferma nel Capitale che soltanto nel suo ultimo lavoro... che Saint-Simon si presenta direttamente portavoce della classe lavoratrice323. In ogni caso, questo non significa che ci sia una frattura con gli scritti precedenti. I principi affermati nelle opere anteriori non vengono, infatti, abbandonati ma vengono quasi integralmente ripresi seppur sotto una luce diversa. Il venire meno del precedente ottimismo sulla capacit immanente nel sistema industriale di eliminare ogni frattura sociale provoca principalmente due cambiamenti nella dottrina dellautore.
322 K. Marx - F. Engels, Das Manifest der Kommuistichen Partei, trad. it. in Id., Manifesto del partito comunista, Newton-Compton, Milano, 1994, p. 45. 323 K. Marx, Das Kapital, 3 vol., Hamburg, 1867-1894, cit. in P. Ansart, Marx e lanarchismo, cit., p. 20.

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Da una parte sorge lesigenza di una ricerca da parte di Saint-Simon di nuovi mezzi per costituire quellunit che il sistema industriale potenzialmente gi possiede324. Tali mezzi sono trovati nella forza persuasiva della morale, che ora ritenuta necessaria per superare le divisioni e per fissare lattenzione delluomo sullinteresse comune, ossia la prosperit della societ e del maggior numero dei suoi membri325. Dunque, se precedentemente il pensiero razionale e positivo e la nuova organizzazione sociale erano ritenuti sufficienti per ottenere i cambiamenti necessari negli uomini ora diventa necessaria la forza del sentimento morale... Coloro che guideranno questa forza saranno i filantropi; essi saranno, in questoccasione, come lo sono stati fin dalla fondazione del cristianesimo, gli agenti diretti dellETERNO326. Dallaltra, lattenzione dellautore si sposta sulle condizioni delle classi pi disagiate e se prima il miglioramento del benessere di queste era in qualche modo implicito nellobiettivo di rendere pi efficiente il sistema produttivo ora esso diventa listanza primaria. Il Nuovo Cristianesimo concepito nella forma di un dialogo327 tra un conservatore e un innovatore nel corso del quale il conservatore viene convertito
324 P. Ansart, Marx e lanarchismo, cit., p. 72. 325 Ibid., p. 109. 326 Cfr. C. H. de Saint-Simon, Du systme industriel, cit., trad. it. in Id., Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 758. 327 Saint-Simon aveva progettato lopera in tre dialoghi, ma lo morte lo colse quando soltanto il primo era stato scritto. Il Nuovo Cristianesimo venne pubblicato qualche mese dopo dal seguace Olinde Rodrigues che lo fece precedere da una breve introduzione con lo scopo di chiarirne il legame con le prime opere filosofiche di Saint-Simon.

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con una certa facilit alla nuova religione, la quale basata sul principio cristiano della fratellanza deve essere il fondamento della nuova organizzazione sociale. In questopera Saint-Simon ancora il teorico di una societ industrialescientifico-artistica basata sullaristocrazia dei talenti e che opera sulla base del profitto, ma alla base di essa ora posto il principio della fratellanza, fondamento della religione cristiana. Saint-Simon, del resto, non trova alcun contrasto tra lo spirito imprenditoriale e lideale morale del nuovo cristianesimo328. Nel Nuovo Cristianesimo il pensiero dellautore ancora impostato su basi razionali, nel senso che la societ deve essere organizzata sulla base di idee positive, ma il principio fondamentale diventa il precetto cristiano gli uomini devono comportarsi come fratelli329. Ora il cuore di tutto il sistema diventa la religione perch listanza primaria di carattere morale330. Saint-Simon nel corso del dialogo dimostra che lessenza del cristianesimo
328 F. E. Manuel, I profeti di Parigi, cit., p. 185. Questo del resto fa s che rimanga una certa ambiguit nella dottrina di Saint-Simon. Infatti, si pu giungere ad interpretazioni molto diversi del pensiero dellautore a seconda che si dia la prevalenza alle forti spinte morali che animano il Nuovo Cristianesimo o al contrario agli aspetti riguardanti leffettiva organizzazione della societ industriale meritocratica e tecnocratica. Tale ambiguit di fondo ha fatto s, del resto, che alcune componenti del pensiero saintsimoniano che in Saint-Simon si prestavano a recuperi in direzioni contrastanti venissero riprese dai suoi seguaci con connotazioni definite e forse diverse da come le intendeva il maestro. Ad esempio la critica dellanarchia capitalistica e lesigenza di una politica di piano, che in Saint-Simon possono essere visti come anticipazioni di temi sviluppati dal pensiero socialista successivo, acquistano rilievo ben diverso nel pensiero dei saintsimoniani che utilizzarono gli stessi spunti per la difesa del macchinismo, del sistema di fabbrica o della speculazione. Gli stessi seguaci, che finirono per separarsi avendo obiettivi diversi, poterono utilizzare la medesima dottrina di Saint-Simon, gli uni per difendere i presupposti e i meccanismi dellindustrializzazione, gli altri con obiettivi di riscatto e di emancipazione sociale. Cfr. M. Larizza Lolli, Il Saintsimonismo (1825-1830). Unideologia per lo sviluppo industriale, cit., pp. 6-9. 329 C. H. de Saint-Simon, Nouveau christianisme, cit., trad. it. in Id, Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., p. 1105 330 Per Gian Mario Bravo la comparsa di questa forte componente morale fa s che Saint-Simon con il Nuovo Cristianesimo venga proiettato nel socialismo; cfr. G. M. Bravo, Storia del socialismo (1789-1848), Editori Riuniti, Roma, 1971, p. 90.

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la fratellanza tra gli uomini; il dogma e il rituale di ogni religione non sono che aggiunte che variano di epoca in epoca allunico vero principio divino. Ora, giunti allepoca del sistema industriale, abbiamo raggiunto nuove conoscenze, nuovi saperi, nuove idee; tutti queste devono essere applicate in maniera razionale ed efficiente seguendo limmutabile principio della fratellanza: questa lessenza della nuova religione, del nuovo cristianesimo. Saint-Simon assume quasi un tono da messia, contribuendo a dare a tutta lopera un carattere mistico tale che verr considerata da suoi seguaci come la rivelazione di un dogma, quando afferma

io concepisco chiaramente la nuova dottrina cristiana, e la esporr; poi esaminer tutte le istituzioni spirituali e temporali che esistono in Inghilterra, in Francia, nella Germania del Nord e in quella del Sud, in Italia, in Spagna e in Russia; nellAmerica settentrionale e nellAmerica meridionale. Confronter le dottrine di queste diverse istituzioni con quella che si deduce direttamente dal principio fondamentale della morale divina.... Il nuovo cristianesimo, come le associazioni eretiche331, avr la sua morale, il suo culto e il suo dogma; avr il suo clero e i suoi capi. Ma, nonostante questa somiglianza di organizzazione, il nuovo cristianesimo si trover purgato da tutte le eresie attuali; la dottrina della morale sar considerata dai nuovi cristiani come la pi importante: il culto e il dogma saranno considerati da essi soltanto come accessori... Nel nuovo cristianesimo tutta la morale sar dedotta direttamente da questo principio: Gli uomini devono comportarsi come fratelli gli uni verso gli altri...332

331 Saint-Simon si riferisce qui alla religione cattolica e protestante, eretiche in quanto si sono allontanate dal principio fondamentale. 332 C. H. de Saint-Simon, Nouveau christianisme, cit., trad. it. in Id, Opere, a cura di M. T. Bovetti Pichetto, cit., pp. 1108-1109.

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Successivamente viene chiarito il carattere positivo e razionale che deve avere la nuova religione il cui scopo non organizzare il culto e alimentare credenze ma dirigere la societ verso il grande scopo del miglioramento pi rapido possibile delle condizioni della classe pi povera333. Con tale affermazione Saint-Simon rompe gli indugi, la sua attenzione posta direttamente sulle classi disagiate, ma questo non porta ad una frattura con il pensiero precedente, perch

fondare il nuovo cristianesimo e diventare capi della nuova Chiesa compito degli uomini che maggiormente sono capaci di contribuire con le proprie opere ad accrescere il benessere della classe pi povera. Le funzioni del clero si ridurranno a insegnare la nuova dottrina cristiana, al cui perfezionamento i capi della Chiesa lavoreranno senza sosta.334

Il principio tecnocratico non abbandonato, perch solo attraverso esso che si raggiunge la prosperit. Saint-Simon sottolinea:

Il vero cristianesimo deve rendere gli uomini felici, non soltanto in cielo, ma sulla terra. Non dovete pi fissare lattenzione dei fedeli su idee astratte; usando in modo adatto le idee materiali, organizzandole in modo da procurare alla specie umana il pi alto grado di felicit chessa possa raggiungere durante la sua vita terrena, riuscirete a far diventare il cristianesimo la religione generale, universale e unica. ...dovete adoperare francamente ed energicamente tutti i poteri e tutti i mezzi acquisiti 333 Ibid., p. 1110. 334 Ibid.

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dalla chiesa militante per migliorare rapidamente lesistenza morale e fisica della classe pi numerosa.335

Per questo motivo,

questa religione ringiovanita... chiamata a unire insieme gli scienziati, gli artisti e gli industriali e a farne i direttori generali della specie umana, cos come degli interessi particolari di ciascuno dei popoli che la compongono; chiamata a porre le belle arti, le scienze dosservazione e lindustria a capo delle conoscenze sacre, mentre i cattolici le hanno collocate nella classe delle conoscenze profane...336

Da tutto ci discende che la societ deve essere organizzata in modo che possa essere la pi vantaggiosa per il maggior numero: [gli uomini] devono proporsi come scopo in tutti i loro lavori, in tutte le loro azioni, di migliorare nel modo pi rapido e completo lesistenza fisica e morale della classe pi numerosa337, dunque il primo dovere degli uomini potenti usare tutti i loro mezzi per il pi rapido miglioramento possibile dellesistenza morale e fisica dei poveri338. Quando Saint-Simon spiega in che modo tutto questo sia possibile non si allontana dagli scritti precedenti. Immagina una societ tecnocratica, in cui i pi capaci devono guidare gli altri. Ritorna lidea della societ come una piramide
335 Ibid., pp. 1124-1125. 336 Ibid., p. 1132. 337 Ibid., p. 1106. 338 Ibid.

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in cui i migliori devono occupare le posizioni di vertice, ma tutto questo visto alla luce dello scopo del miglioramento delle classi povere. Se prima egli aveva cercato di organizzare il capitalismo, ora passa ad organizzare in esso la classe pi disagiata339. Si continua, del resto, ad affermare, negando qualsiasi conflitto di interesse, che il miglioramento della classe pi povera farebbe prosperare tutte le classi della societ, tutte le nazioni, con la pi grande rapidit possibile340 e comporterebbe laccrescimento del benessere reale e positivo delle classi superiori341. Pi avanti lautore richiama lattenzione... su questo fatto importante, che limmensa maggioranza della popolazione potrebbe godere di unesistenza morale e fisica molto pi soddisfacente di quella di cui ha goduto sino a oggi; e che i ricchi, accrescendo il benessere dei poveri, migliorerebbero la propria esistenza342. Nellautore rimane ben salda la convinzione che sovrapporre laristocrazia delle capacit allaristocrazia della nascita [significa] sottomettere gli interessi particolari allinteresse generale343. Se prima per Saint-Simon era convinto che questo sarebbe avvenuto automaticamente con lorganizzazione del nuovo sistema ora cerca nella morale e nel sentimento filantropico, che la vera base

339 G. M. Bravo, introduzione a C. H. de Saint-Simon Nuovo Cristianesimo, cit., p. XXX. 340 Ibid., p. 1108 341 Ibid, p. 1112. 342 Ibid. 343 Ibid., p. 1141.

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del cristianesimo344, le forze che permetteranno agli uomini di superare il sentimento degoismo, che divenuto dominante in tutte le classi e in tutti gli individui345 per giungere finalmente ad ununit di fine nelle opere dei cristiani, in quelle di tutta la specie umana346. Lautore si preoccupa, quindi, di ricordare che lunione che fa la forza; una societ i cui membri entrano in lotta gli uni contro gli altri tende a disgregarsi347. Egli sente il dovere di far sentire agli artisti, ai dotti e ai capi dei lavori industriali che i loro interessi [sono] essenzialmente gli stessi della massa del popolo; che essi [appartengono] alla classe dei lavoratori, nel momento in cui ne erano i capi naturali; che lapprovazione della massa del popolo per i servigi che essi le [rendono], [] la sola ricompensa degna dei loro gloriosi lavori348. Dal punto di vista distributivo, comunque, non cambia nulla nel pensiero dellautore, per il quale uneguaglianza che [non sia collegata alle capacit rimane] assolutamente inattuabile349. La filantropia alla quale Saint-Simon si appella, del resto non lo porta a prospettare la carit per migliorare le condizioni dei poveri, anzi lelemosina condannata perch fonte di ozio, che padre di tutti i vizi350. Il lavoro la
344 Ibid., p. 1124. 345 Ibid., p. 1142. 346 Ibid., p. 1126. 347 Ibid. 348 Ibid., p. 1140. 349 Ibid., p. 1135. 350 Ibid., p. 1115. Per ci che pensa Saint-Simon del carattere negativo dellelemosina, Cfr. ibid., pp. 1114-1115.

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fonte di ogni benessere ed infatti,

per migliorare il pi rapidamente possibile lesistenza della classe pi povera, la circostanza pi favorevole sarebbe di trovare una grande quantit di lavori da eseguire e che questi lavori esigessero il pi grande dispiegamento dellintelligenza umana. Voi potete creare questa circostanza; ora che la dimensione del nostro pianeta conosciuta fate preparare dagli scienziati, dagli artisti e dagli industriali un piano generale dei lavori da eseguire per rendere il possedimento territoriale della specie umana il pi produttivo possibile e il pi gradevole da abitarsi da tutti i punti di vista. La massa immensa di lavori che voi deliberate subito contribuir al miglioramento della sorte della classe pi povera pi efficacemente di quanto potrebbero fare le pi abbondanti elemosine, e in questo modo i ricchi, invece di impoverirsi con sacrifici pecuniari, si arricchiranno contemporaneamente ai poveri.351

Saint-Simon, dunque, intendeva mantenere, nelle condizioni sociali della modernizzazione, i requisiti di una comunit morale fondata su rapporti sociali solidali 352. Senza proporre soluzioni sconvolgenti, egli ha posto la soluzione della questione sociale... nellidea che la divisione del lavoro e la riorganizzazione tecnocratico-corporativa delleconomia avrebbe garantito una maggiore stabilit sociale353, sia attraverso un accrescimento delle ricchezze tale che anche il benessere dei pi poveri sarebbe arrivato a livelli soddisfacenti, sia nel coinvolgere e unire tutti i membri della comunit nella ricerca dellobiettivo comune della produzione, nella generale consapevolezza che
351 Ibid., p.1127. 352 M. Battini, Lordine della gerarchia, cit., p. 96. 353 Ibid., p. 97.

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lapporto di ognuno, bench differente, utile e indispensabile allo scopo.

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Capitolo terzo

Charles Fourier

Introduzione

Charles Fourier uno degli utopisti pi controversi dell800 francese e la sua opera stata oggetto di molte e diverse interpretazioni354. E, come lui stesso si definisce, lo scopritore della teoria dellAttrazione passionale. Egli era convinto di avere trovato la legge suprema dellarmonia universale, attraverso la quale il genere umano avrebbe finalmente potuto raggiungere uno stato di felicit ed abbondanza, in cui tutte le passioni di ogni singolo uomo sarebbero state soddisfatte355. Fourier trascorse tutta la sua vita tra lorgogliosa certezza della sua scoperta e la disillusione, derivante dalla consapevolezza dellindifferenza e, ancor peggio, del dileggio del pubblico nei confronti suoi e delle sue teorie356. Gi dalla prima opera, la Teoria dei quattro movimenti, il pensiero dellautore formato e completo. Gli scritti successivi ripetono e sviluppano le
354 G. Dalmasso (a cura di), La societ Medico-Politica - Teorie sul soggetto politico nella Francia post-rivoluzionaria, Jaka Book, Milano, 1980, p. 140. 355 G. M. Bravo (a cura di), Il socialismo prima di Marx. Antologia di scritti di riformatori, socialisti, utopisti, comunisti e rivoluzionari premarxisti, Editori Riuniti, Roma, 1966, p. 93. 356 M. Larizza, introduzione a Ch. Fourier, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, UTET, Torino, 1972, p. 20.

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idee alla base del suo sistema. Per questo motivo, non si incontrano contraddizioni nella lettura dei suoi scritti e le sue idee, esposte nelle varie opere in modi diversi, sono chiare e spiegate in maniera approfondita. Le sue idee, pur derivando dalle concezioni illuministiche, assumono caratteristiche del tutto originali; elementi di follia e bizzarria sono spesso presenti. Al di l di questo, risulta chiara la sua organizzazione sociale ideale e quali siano le sue idee riguardo alla distribuzione delle ricchezze. Lautore condanna leguaglianza assoluta, perch fonte di immobilit e nichilismo, e considera le differenze, anche quelle di ricchezza, indispensabili per creare quellabbondanza necessaria alla felicit di tutti. Daltra parte, nella societ da lui ipotizzata, le disuguaglianze, pur essendo una presenza costante, tendono a scomparire di fronte allenorme ricchezza che viene prodotta grazie alla nuova organizzazione del lavoro.

Cenni biografici

Charles Fourier357 trascorse unesistenza solitaria e nulla nello svolgimento della sua vita lascia trapelare lestremo radicalismo del suo pensiero.
357 Le notizie riguardo alla vita di Charles Fourier sono tratte da: Ch. Fourier, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit.; G. M. Bravo (a cura di), Il socialismo prima di Marx., cit.; F. E. Manuel, I profeti di Parigi, Il Mulino, Bologna, 1979; Ch. Fourier, LArmonia Universale, a cura di M. Larizza, Editori Riuniti, Roma, 1978.

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Nasce nel 1772 a Besanon, da un famiglia benestante di commercianti. Gi dallinfanzia, comincia ad affiorare in lui lavversione per il commercio, considerata unattivit basata sulla frode e sulla menzogna. Nonostante questo, costretto ad abbandonare gli studi, nei quali eccelle, per dedicarsi allazienda paterna. Dopo essere, finalmente, riuscito, ad abbandonare il negozio di famiglia, nel 1793 tenta una speculazione sbagliata e perde tutti i suoi averi. Durante la rivoluzione viene arrestato e, tre anni dopo, ottenuta la libert diventa commesso viaggiatore, attivit che gli permette, viaggiando e conoscendo persone diverse, di capire cosa desidera realmente la gente. In questo periodo, elabora quasi completamente la teoria dellAttrazione passionale, che viene esposta, nel 1808, nella sua prima opera, la Teoria dei quattro movimenti, la quale stampata da un giovane tipografo, che, qualche anno dopo, diventer un famoso teorico socialista, Pierre-Joseph Proudhon. Lopera viene accolta malamente della critica e dal pubblico. Non miglior sorte ha il Trattato dellassociazione domestica e agricola358, pubblicato nel 1822. Nel 1829, esce Il nuovo mondo industriale e societario, lopera meglio accolta dal pubblico, ed entra in rapporto con alcuni saintsimoniani. Nel frattempo, sempre alla ricerca del ricco mecenate che finanzi e metta in pratica le sue idee con la costruzione di un falansterio di prova359, partecipa alle
358 Il Trait de lassociatione domestique-agricole era il primo titolo che Fourier aveva assegnato allopera che poi prese il nome di Thorie de lunit universelle. Nelle citazioni seguenti si far sempre riferimento al secondo titolo dellopera. 359 Il falansterio una piccola comunit. Nella fase di Armonia, in cui si sviluppa la societ ideale

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conferenze, organizzate dai suoi seguaci, per far conoscere la sua dottrina. Nel 1831, pubblica un opuscolo, Imposture e ciarlatenerie delle due sette di Saint-Simon e Owen, con il quale rompe ogni rapporto coi seguaci dei due utopisti. Vari saintsimoniani confluiscono nella scuola fourierista, che, nel 1832, comincia a pubblicare un periodico, La Phalansterie. Nel 1833, viene redatta La falsa industria, e , nello stesso anno, comincia a uscire, sotto la guida di Victor Considrant, la nuova rivista della scuola, La Phalange. Nel 1837, Charles Fourier muore, dopo aver trascorso tutta la vita a ripetere, con ampliamenti e riassunti, quella, che, sostanzialmente, era stata la prima stesura della sua prima opera: la sua missione era convincere lumanit della bont delle sue idee, che avrebbero portato, se applicate, allabbondanza e alla felicit generale.

Lattrazione passionata

Pare che la natura bisbigli allorecchio del genere umano che esso destinato ad una felicit di cui ignora le vie, e che una scoperta meravigliosa, verr dun tratto a dissipare le tenebre della Civilt360. La scoperta, cui Fourier
del pensatore, il mondo sar disseminato di queste comunit, federate in un sistema amministrativo unitario mondiale. Esse saranno pressoch autarchiche e indipendenti, e allinterno di queste si svolgeranno, prevalentemente, attivit legate allagricoltura. 360 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, (1808), in Oeuvres Completes, Anthropos, Paris,

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allude, quella dellAttrazione passionale, della quale si ritiene lo scopritore. Esso il principio di cui si serve Dio, per far s che luomo segua la Sua volont e si armonizzi con luniverso. Lidea fondamentale che Dio abbia ordinato luniverso, secondo un unico principio: lattrazione. Nel campo materiale stata scoperta la forza di gravitazione; la convinzione dellautore che le leggi dellattrazione passionale siano in tutto e per tutto conformi a quelle dellattrazione materiale dimostrate da Newton e da Lebniz; e del fatto che unitario [] il sistema che governa il movimento del mondo materiale e di quello spirituale361. Si aggiunge, poi, che questa analogia pu essere estesa dalle leggi generali alle leggi particolari; che le attrazioni e le propriet degli animali, dei vegetali e dei minerali [possono] essere coordinate allo stesso piano da cui dipendono quelle degli uomini e quelle degli astri362. La natura ha, quindi, ricevuto da Dio un unico principio di movimento, il quale serve a mantenere lordine in tutto luniverso. Attraverso lattrazione ogni creatura, dagli insetti alle stelle, provano piacere a fare ci che limpulso naturale detta loro, che poi anche ci che necessario per mantenere larmonia universale363. Luomo non si differenzia dal resto delluniverso, anchegli seguendo i propri
1966, trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 229. 361 Ibid., p. 223. 362 Ibid. 363 M. Moneti, introduzione a: Ch. Fourier, Contro la civilt, a cura di M. Moneti, Guaraldi Editore, Bologna, 1971, p. 38.

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impulsi, cio le passioni, fa il volere di Dio. Lattrazione nelle mani di Dio una bacchetta magica che gli fa ottenere con lusinghe damore e di piacere ci che luomo non sa ottenere che con la violenza. Lattrazione trasforma in godimenti le funzioni in se stesse pi ripugnanti364. In questo modo, lautore rivaluta le passioni umane: qualsiasi inclinazione e sentimento, anche quello apparentemente peggiore, diventa positivo, se inserito in un ordine, il meccanismo combinato, che rispecchia quello naturale; tutte le passioni, provenendo da Dio sono buone365, seguendole non solo si ha felicit, ma si fa il Suo volere. Fourier fonda, quindi, la sua morale sul piacere: la sua teoria si limita a utilizzare le malfamate passioni cos come sono date dalla natura e senza apportarvi alcun cambiamento366, e a fare di esse le fondamenta di un mondo, in cui la ricchezza e labbondanza diventano enormi. Loriginalit dellutopista francese sta nel far discendere da queste convinzioni una teoria sociale che porta allelaborazione di una societ ideale del tutto innovativa, in cui il libero dispiegarsi delle passioni non porta caos e distruzione, ma ricchezza e ordine. La teoria dellAttrazione passionale diventa linterprete dei disegni di Dio relativi allordinamento sociale. Lautore, partendo dalla teoria delle Passioni, costruisce una societ,

364 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, (1841), in Oeuvres compltes, Anthropos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Larmonia Universale, a cura di M. Larizza, cit., p. 52. 365 F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, cit., p. 276. 366 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., LArmonia Universale, a cura di M. Larizza, cit., p. 55.

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Armonia, in cui, attraverso il meccanismo delle serie367, sar assicurata ricchezza e felicit a tutti gli esseri umani. In questa struttura sociale non ci sar posto per leguaglianza, perch larmonia e lordine universale si basano sulle differenze: le diversit di carattere, di gusto ed, anche, di ricchezza, saranno gli ingranaggi sui quali si fonder il nuovo ordine societario. Prima di arrivare a questo, necessario, dunque, chiarire quali sono i presupposti filosofici sui quali si fonda la teoria sociale dellautore. Fourier elabora una dettagliata teoria delle passioni umane. Esse sono dodici e vengono distinte a seconda che riguardino i sensi, i sentimenti e le modalit o intrecci delle prime due368. Per soddisfare le passioni del primo gruppo, le cinque dei sensi, sono necessarie la salute e la ricchezza... Solo possedendo queste due risorse, si pu raggiungere il primo scopo dellattrazione passionale che quello di soddisfare i cinque impulsi sensibili...369. Per essere felici non basta possedere il lusso interno o salute; noi
367 La serie di gruppi il modo generalmente adottato da Dio nella distribuzione dei regni e delle cose create. Nelle loro teorie e tabelle, i naturalisti hanno ammesso allunanimit questa distribuzione... Se le passioni e i caratteri non fossero sottoposti come i regni materiali alla distribuzione per serie di gruppi, luomo sarebbe diviso dallintero universo; si avrebbe duplicit di sistema e incoerenze tra il materiale e il passionale. (Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in A. Salsano (a cura di), Antologia del pensiero socialista, volume I, I precursori, Laterza, Bari, 1979, p. 130). Una serie passionale una lega di diversi gruppi graduati in ordine ascendente e discendente, riuniti passionalmente per identit di gusto verso qualche funzione, come ad esempio la coltura di un frutto, e suddivisa in tanti gruppi quanti sono i tipi di lavoro che riguardano loggetto di cui la serie si occupa. (Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, (1829), in Oeuvres Compltes, Anthropos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Contro la Civilt, a cura di M. Moneti, cit., p. 213). Come si vedr meglio in seguito, attraverso le Serie viene organizzato ogni lavoro e attivit, allinterno del Falansterio. Le Serie, chiamate da Fourier anche Sette progressive, sono la cellula fondamentale della struttura economica del sistema fourierano. Tutte le attivit, compiute nel Falansterio, vengono svolte attraverso unattenta suddivisione e specializzazione dei lavori. Ogni attivit svolta da una Serie, la cui struttura interna rispecchia la suddivisione delle diverse sottoattivit, che compongono il lavoro. In tal modo, ogni falansteriano sceglie e svolge non solo le attivit che desidera, ma, allinterno di queste, compie le fasi, da lui preferite. 368 M. Moneti, introduzione a Ch. Fourier, Contro la civilt, a cura di M. Moneti, cit., p. 44. 369 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in Id. , LArmonia

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desideriamo in aggiunta il lusso esterno o ricchezza, che garantisce il libero dispiegarsi dei sensi...370. Le successive quattro passioni sono quelle di onore, amicizia, amore e famiglia. Queste hanno come scopo il desiderio dei gruppi371. In particolare, lamore ha un ruolo essenziale nella struttura societaria ideata dallutopista. Infine, le passioni dellultimo gruppo, chiamate seriali, sono difficili da descrivere essendo sconosciute in Civilt372. Esse, chiamate rispettivamente Composita, Cabalistica e Farfallina, sono le passioni per gli accordi, per gli intrighi e per la variet; si svilupperanno compiutamente solo in armonia, nelle serie373. Sono le passioni pi importanti per lo sviluppo del meccanismo societario, senza le quali esso non potrebbe essere costituto374. Tutte le differenze di gusti e inclinazioni che esistono tra gli uomini sono ricondotte al diverso sviluppo delle passioni. In particolare, il filosofo precisa: le dodici passioni radicali si suddividono in molteplici variet che dominano, quale pi, quale meno, in ogni individuo: ne risultano dei caratteri infinitamente differenziati, ma che si possono ricondurre a ottocentodieci principali375. Le passioni servono a Dio per guidare gli uomini, i quali, assecondando i propri impulsi naturali, oltre a uniformarsi allordine universale, raggiungono la
Universale, a cura di M. Larizza, cit., p. 57. 370 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 652. 371 Ibid., pp. 651 e segg. 372 Per il significato di Civilt in Fourier si veda il prossimo paragrafo. 373 F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, cit., p. 273. 374 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. M. Larizza, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 653. 375 Ibid., p. 315.

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felicit, che, per Fourier, consiste nel provare e soddisfare unimmensa quantit di passioni non nocive, mentre linfelicit deriva dallavere grandi passioni e pochi mezzi per soddisfarle376. Lo scopo delluomo, e dellautore, in particolare, diventa, allora, porre le premesse per far s che tutti possano soddisfare le proprie passioni. Lordine combinato strutturato in modo tale che ogni uomo possa soddisfare le proprie passioni in linea con linteresse generale; si arriva allequilibrio sociale solo attraverso un vasto sviluppo delle passioni377. Ogni ordine sociale diverso dallarmonia non mai altro che un mezzo per appagare lAttrazione dei ricchi comprimendo quelle dei poveri, mentre larmonia soddisferebbe quella dei ricchi e quella dei poveri al contempo378.

Contro la civilt

Lautore, naturalmente, non si limita ad ideare una nuova struttura sociale, ma, per contrasto, svolge una spietata critica contro il mondo in cui vive: la Civilt. Essendo vicino al popolo, osserva lestrema miseria e le privazioni della

376 Ibid., p. 327. 377 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Contro la Civilt, a cura di M. Moneti, cit., p. 251. 378 M. Larizza, introduzione a Ch. Fourier, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, cit., p. 48.

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moltitudine e al contempo vede il lusso sfrenato in cui vivono i pochi: prima della rivoluzione i nobili ed ora i nuovi borghesi. Come vedremo meglio in seguito, il pensatore francese ha una visione della storia ciclica e divisa in fasi sociali: ognuna di queste ha particolari caratteristiche che riguardano la sua struttura sociale ed economica. Fourier, inoltre, anticipando in parte Marx, afferma che ogni epoca ha in s i germi del cambiamento, che la porteranno alla fase successiva. Il periodo storico che lautore chiama Civilt non solo quello estremamente ristretto che comprende lo sviluppo della societ borghese, come stato inteso da Engels379; questa fase sociale nasce con la concessione dei diritti civili alla sposa380 e abbraccia un vasto periodo, che parte dallo sviluppo del mondo classico. Essa, come ogni epoca, divisa in quattro fasi e lautore si trova a vivere durante la terza fase, caratterizzata dallo sviluppo del commercio e dalla libera concorrenza. E proprio contro questa fase che da intendere la sua aspra polemica. Il pensatore francese ha un odio profondo verso il commercio, che deve essere inteso non solo in senso ristretto di circolazione delle merci, ma anche in quello di economia concorrenziale; mette in luce come il sistema liberistico, nascondendosi sotto i vessilli della libert, finisca per garantire il predominio di pochi operatori economici, grazie allinganno e allo sfruttamento perpetrato ai
379 M. Moneti, introduzione a Ch. Fourier, Contro la civilt, cit., p. 17, in cui si fa riferimento a F. Engels, Il socialismo dallutopia alla scienza, Roma, 1970. 380 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, cit., p. 492.

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danni della maggioranza381. Il sistema di mercato lungi dal creare quellordine tanto decantato dagli economisti, considerati da Fourier dei servi al cospetto dei detentori della supremazia economica, ha in s le cause del suo collasso, che porteranno la Civilt alle epoche successive. Nella Francia post-rivoluzionaria, lo sviluppo del sistema capitalistico era ancora agli albori, ma limpida e vigorosa in Fourier la messa a fuoco degli effetti sortiti dallaffermarsi dei principi liberistici a livello industriale382: la concorrenza tra le fabbriche si basa sullo sfruttamento degli operai, che sono ridotti a una sorta di schiavit383. Il commercio e, in senso lato, leconomia di mercato sono la causa di tutti i mali della Civilt In essa lattivit produttiva, in particolare lagricoltura, trascurata a favore del commercio e delle altre attivit parassitarie che non creano reale ricchezza; si arricchisce chi non produce a discapito di che produce; pi in generale linteresse individuale in contrasto con il bene comune. A tutto questo lautore contrappone leconomia societaria che
381 Per la disamina e la denuncia dettagliata dellautore del sistema liberistico e protocapitalistico, si veda direttamente: Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, cit., pp. 495 e segg. 382 M. Larizza, introduzione a Ch. Fourier, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, cit., p. 31. 383 Riguardo alle cause delle disperate condizioni degli operai, Fourier scrive: Tutto ci frutto di una concorrenza esasperata: pi la rivalit mercantile attiva, pi loperaio sfruttato, affamato dal fabbricante cupido, che cercando di ridurre i salari per giungere rapidamente a una grande fortuna, spinge i suoi concorrenti daltri paesi a ridurre del pari i salari e ad assassinare gli operai. Questi, tra la fame e la forca, si trovano costretti ad accettare il lavoro pi ingrato. E grazie a questo impoverimento progressivo delloperaio che le celebri fabbriche, quelle di Saint-Gall, di Nmes, di Roubaix a altre, riescono a sostenere la concorrenza dellInghilterra, la quale ha spinto pi oltre di qualsiasi altro paese larte di torturare la classe produttiva, inducendo man mano a questo regime vessatorio ogni paese che voglia sostenere la sua concorrenza. (Ch. Fourier, De lanarchie industrielle et scientifique, Librairie phalanstrienne, Paris, 1847, trad. it. in Id. , Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza. cit., p. 31).

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caratterizza la produzione e la distribuzione nella societ armonica. La critica dellautore, in ogni caso, non si ferma a questo. Nella Civilt, tutti sono poveri, non solo i proletari, perch le passioni rimangono inappagate anche nei ricchi, pur avendo, questi, i mezzi materiali per soddisfarle384. Infatti, ...lordine civile ha la propriet di far sviluppare le dodici passioni radicali invertendone il corso generale, e di produrre costantemente tante iniquit e tanti orrori quanto, in giustizia e benefici, queste passioni avrebbero condotto nel loro corso diretto e nel loro sviluppo combinato385. C un sovvertimento passionale, perch luomo non ha la possibilit di soddisfare le passioni, che sono represse e riemergono in forme stravolte: esse non possono essere bloccate, come pretende la morale, ma devono essere lasciate libere di dispiegarsi386. La Civilt , quindi, un mondo alla rovescia, perch crea, con i suoi progressi, le condizioni per la felicit, ma non certo la felicit... la miseria [nasce] dalla stessa abbondanza387. Il primo scopo di una societ, infatti, consiste nellassicurare ad ogni uomo unagiatezza economica di vario grado che metta al riparo dal bisogno gli uomini meno abbienti388.
384 Cfr. F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, cit., p. 269. 385 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 317. 386 Cfr. M. Moneti, introduzione a Ch. Fourier, Contro la Civilt, cit., p. 26. 387 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitarie, cit., trad. it. in Id., Larmonia universale., a cura di M. Larizza, cit., p.105. 388 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 229.

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Lintento di Fourier, con le sue feroci critiche, non di migliorare la Civilt, ma di umiliarla e di far desiderare la scoperta di un meccanismo sociale migliore389. La teoria dei destini esaudir i voti dei popoli assicurando a ciascuno quellagiatezza graduata cui tutti aspirano, e che si pu trovare soltanto nellordine delle Sette progressive390. Il meccanismo combinato non assicurer agli uomini leguaglianza, considerata dallautore come sinonimo di nichilismo391, ma benessere e felicit a tutti.

La teoria dei destini

Fourier non considera la Civilt in semplice rapporto dialettico con lArmonia, ossia non esistono solo questi due possibili societ: esse, infatti, sono solo due delle trentadue fasi che compongono il cammino sociale dellumanit. Sappiamo che il pensatore ha una concezione della storia ciclica, materialistica e dialettica392. Nel tempo, infatti, si sono succedute, e continueranno a succedersi, varie epoche. Ognuna di queste caratterizzata da

389 Ibid., p. 547. 390 Ibid., p. 230. 391 Cfr. M. Larizza, nota 39 a Ch. Fourier, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, cit., p. 148. 392 Sullargomento si veda J. Nicola, La conception de lvolution sociale chez Fourier, Rousseau, Paris, 1910.

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una certa struttura economica e sociale e il passaggio da una fase allaltra dovuto a cambiamenti nelle caratteristiche specifiche del periodo. La Civilt non ... il termine ultimo dei destini sociali, mentre soltanto la quinta delle trentadue societ possibili393, e una delle pi sfortunate394. Il nostro destino quello di avanzare; ogni periodo sociale deve tendere al superiore395. Luomo non pu fermare il movimento sociale396, anche se, con il suo comportamento, pu influire sulla durata delle fasi dinfelicit: la difesa che i filosofi fanno della civilt e delle sue istituzioni la causa principale del prolungarsi dellinfelicit umana.

Del resto, la civilt occupa nella scala del progresso un posto importante, perch crea i mezzi per avvicinarsi allassociazione: crea la grande industria, le scienze pure e le belle arti. Bisognava far uso di questi mezzi per salire pi in alto nella scala sociale, per non marcire in perpetuo in questabisso di miserie e di ridicolo, chiamato civilt, che, con le sue prodezze industriali e i suoi torrenti di false dottrine, non capace di assicurare al popolo il lavoro e il

393 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit.,, p. 252. 394 Levoluzione sociale... si divide in quattro fasi e si suddivide in trentadue periodi... Le due fasi di incoerenza o disunione sociale comprendono i tempi di infelicit. Le due fasi di combinazione o unione sociale comprendono i periodi di benessere... Da questo schema si vede che nellevoluzione del genere umano, come in quella degli individui, i periodi di sofferenza si trovano ai due estremi. Noi ci troviamo nella prima fase... Stiamo per entrare nella seconda... (Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., pp. 249-251). Le sedici societ, dalla nona alla ventiquattresima, pur differenziandosi tra loro, saranno tutte organizzate in Serie composte e produrranno abbondanza e felicit: formano le due fasi di Armonia. Questo periodo non sar infinito, ma durer un numero determinato di anni, dopodich il destino delluomo ricadere nella fase dincoerenza sociale. Per una spiegazione dettagliata della Teoria dei destini, si rimanda a: Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., pp. 244 e segg. 395 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in Id., LArmonia Universale, a cura di M. Larizza, cit., p. 63. 396 Ch. Fourier, Egarament de la raison, in Oeuvres Compltes, Anthropos, Paris, 1966, trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 755.

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pane.397

Per accedere allArmonia sono necessarie, infatti, due condizioni:

1) Creare la grande industria, le scienze pure e le belle arti, poich questi mezzi sono necessari per la costituzione del regime societario, che incompatibile con la povert e lignoranza. 2) Inventare questo meccanismo societario, questo nuovo mondo industriale contrapposto al frazionamento. 398

Dei due fattori, il secondo assente per colpa dei filosofi, che non solo non hanno saputo scoprire, ma hanno ritardato e scoraggiato in tutti i modi ogni sforzo teorico che preludesse alla scoperta del meccanismo societario399. Ora, grazie al filosofo francese, il calcolo dellattrazione passionale scoperto e il mondo pu subito passare ai felici destini400. Per arrivare allottavo periodo sono possibili, quindi, due strade:

...la prima via davvento immediato... la seconda via delevazione lenta, parziale e graduale... Sarebbe dunque un bel dispendio provare uno dopo laltro i vari grado dellAssociazione: cosa che sarebbe successa se lintelletto umano, invece di scoprire in pieno il calcolo

397 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in G. M. Bravo (a cura di), Il socialismo prima di Marx., cit., p. 106. 398 Ibid., p. 107. 399 M. Moneti, introduzione a Ch. Fourier, Contro la Civilt, cit., p. 55. 400 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in G. M. Bravo (a cura di), Il socialismo prima di Marx., cit., p. 125.

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dellAttrazione passionale, si fosse limitato a scoprirne i rami inferiori...401

Con la scoperta dellAttrazione passionale, ...lorganizzazione dello stato societario non richiede pi di due anni, a partire dal giorno in cui apprestano gli edifici e le piantagioni402. Tutto quello che necessario fare costituire una Falange di prova403: essa, in poco tempo, convincer tutti che il meccanismo societario accontenta tutte le classi, tutti i partiti; per questo motivo sar cos facile e un piccolo esperimento... determiner subito la metamorfosi generale, perch si vedranno realizzati in esso tutti i benefici che la filosofia si limita a sognare...404. Larmonia e il falansterio

Con la scoperta dellAttrazione si arriva ad un nuovo ordine sociale, in cui tutte le passioni si dispiegano e diventano utili: linteresse individuale e generale vengono a coincidere. Nella sua visione naturalistica delluomo, Fourier immagina una societ che sancisce il trionfo della spontaneit. I desideri, le passioni, gli impulsi, non solo hanno la possibilit di esprimersi liberamente, ma diventano le forze creatrici
401 Ch. Fourier, Crimes du Commerce, La Phalange. Revue de la science sociale I srie [Paris], II, 1845, trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 860. 402 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 328. 403 La Falange, come vedremo, la struttura che permette lo sviluppo del meccanismo societario. Essa una comunit costituita da persone diverse per ricchezza, et, carattere, in cui i lavori sono organizzati nelle Serie. 404 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in G. M. Bravo, Il socialismo prima di Marx., cit., p. 111.

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sulle quali tutta la struttura si regge. La spiegazione di tutto questo si rif a Dio: Egli ha fatto in modo che le passioni umane, se correttamente guidate, diventino positive. Attraverso il meccanismo delle Serie405, tutte le passioni vengono raggruppate in modo tale che ogni uomo, facendo ci che desidera, si rende utile alla collettivit. Ognuno, seguendo le proprie aspirazioni, lavora e produce: il lavoro diventa divertimento o, pi precisamente, i divertimenti diventano produttivi e utili agli altri. Non sar pi un dovere amare il lavoro quando il lavoro sar amabile e trasformato in piacere406. In Armonia, non c pi differenza tra lavoro e tempo libero; gli uomini trascorrono le giornate passando di Serie in Serie, di lavoro in lavoro407 in un continuo, frenetico divertimento produttivo. La conseguenza fondamentale del lavoro diventato attraente che ognuno spinto a lavorare; tutti lavoreranno

senza che sia lattrattiva del denaro a [stimolarli]... non avranno altro incentivo che la foga della passione, che un folle fanatismo per le loro attivit predilette. E la loro esaltazione sar cos violenta che si vedr il milionario, il sibarita di oggi, levarsi prima dellalba per accelerare e dare impulso personale ai lavori delle Sette nelle quali si sar arruolato. Nel

405 Per la definizione di Serie si veda la nota 13. 406 Ch. Fourier, Manuscrits publis par La Phalange, revue de la science sociale, Anthropos, Paris, 1967, trad. it.in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, Einaudi, Torino, 1971, p. 190. 407 I turni di lavoro sono brevissimi, al massimo durano due ore, perch una delle fondamentali passioni umane, chiamata Farfallante, soddisfatta cambiando continuamente genere di piacere.

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corso della giornata lo si vedr lavorare come un dannato... 408

Il risultato di tutto questo sar, naturalmente, la produzione di una ricchezza enorme, tale da assicurare a tutti elevate condizioni di vita e, essendo il primo dei tre scopi delluomo la ricchezza409, di felicit. Linsieme di pi Sette410 costituisce una Falange, che una comunit composta da circa 1600 persone; il numero cos stabilito per comprendere tutti i possibili caratteri. Le Serie, infatti, riproducendo lordine naturale, si basano su tutti i possibili contrasti e sulle differenze. La Falange una associazione di lavoro e di vita, infatti, le Serie, pur partendo come cellule produttive, finiscono per essere presenti, in ogni aspetto della vita della comunit: esse, oltre ad avere la funzione di organizzare i lavori e le funzioni produttive sono il luogo dincontro degli armoniani. Ledificio in cui abita una Falange [il Falansterio] non ha alcuna somiglianza con le nostre costruzioni411. Allinterno del Falansterio, si svolge la vita degli armoniani, la quale una frenetica corsa da una Serie allaltra. Esse svolgono tutte le attivit necessaria alla vita e, di conseguenza, la vita comunitaria. Nonostante questo, nel
408 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 597. 409 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 192. 410 Fourier usa indistintamente i termini Serie e Setta. 411 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 235.

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Falansterio non c eguaglianza, essa non si concilia con le Serie, che si basano sui contrasti: le disuguaglianze di ricchezza vengono mantenute, le classi non sono abolite e nemmeno la propriet privata412. Daltra parte, lenorme abbondanza che viene prodotta con il meccanismo societario fa passare in secondo piano le differenze, anche perch a tutti viene assicurato un minimum. Alle necessit dei membri si provvede collettivamente: le mense sono comuni, tutti usufruiscono di un servizio domestico, i bambini sono allevati da Nutrici, gli spettacoli, che sono molto importanti nel meccanismo societario, sono gratuiti. I societari vivono in appartamenti, che vengono loro affittati con pagamenti anticipati dalla reggenza, ossia da colui o da coloro, che hanno fondato il Falansterio413. Nel Falansterio,

non si mangia quasi mai nei propri appartamenti... Le coppie che vivono coniugalmente ed in appartamenti contigui 414, non hanno interesse ad allontanarsi dalle sale pubbliche, da 412 Cfr. M. Moneti, introduzione a Ch. Fourier, Contro la civilt, cit., p. 21. 413 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 242. 414 In Armonia non esiste il matrimonio; nei legami affettivi e in campo sessuale, come, del resto, in ogni cosa, vige la pi completa libert. La famiglia, in particolare, scompare completamente. Essa impedirebbe il libero svilupparsi della societ armonica, minandone i presupposti, su cui si fonda, principalmente per due motivi. In primo luogo, la famiglia, naturalmente stiamo parlando di ci che Fourer poteva osservare, ha una struttura gerarchica, che d al capofamiglia un certo potere sugli altri membri. Da questo potere discende lopposizione, il conflitto e, quindi, la potenziale rottura dellarmonia. In secondo luogo, essa favorisce il monadismo sociale. Essa una cellula indipendente, i cui interessi spesso non coincidono con quelli dellintera societ, che viene da essa sfruttata e strumentalizzata. La famiglia un nucleo chiuso, che favorisce il distacco dalle altre famiglie, contraria alla coesione sociale. Essa, inoltre, tende a conservare le proprie caratteristiche e gli eventuali privilegi. Favorisce limmobilismo e si oppone allinnovazione. Leventuale creativit o

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dove ritornano facilmente ai propri appartamenti... Aggiungiamo che le cene in famiglia, con bambini sono sconosciute in Armonia, perch i bambini molto mattinieri nelle loro occupazioni 415, vengono messi a letto allora della cena dei padri. 416

In una Falange il servizio domestico, come ogni altra funzione viene gestito da determinate Serie, che destinano un gruppo ad ogni variet di lavoro417. Nessun societario nellArmonia composita (8 periodo) presta servizi domestici individualmente; eppure il pi povero degli individui dispone costantemente di una cinquantina di paggi ai suoi ordini418. Per quel che riguarda leducazione dei bambini: essendo la cura delle due et estreme - bambini fino a tre anni e patriarchi o infermi - considerata in regime di associazione come opera di carit obbligatoria per il corpo societario, la falange d gratuitamente ogni cura agli infanti fino a tre anni...419. I bambini
diversit dei figli vista come un fatto negativo e, di conseguenza, viene combattuto. Questi sono i motivi, che hanno spinto Fourier alle feroci critiche contro la famiglia, considerata, insieme al commercio, la causa delle sventure dellumanit. Cfr A. Colombo, Amore, libert eticit, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, Franco Angeli Libri, Milano, 1988, pp. 171-174. 415 Nel Meccanismo societario anche i bambini lavorano: svolgendo attivit, dalle quali sono attratti e che per loro sono giochi divertenti, eseguono funzioni utili; a partire dallet di quattro anni, essi cominciano a guadagnare molto denaro (Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 192 e p. 202). Sul lavoro dei bambini nel Falansterio, cfr. M. Moneti, Il lavoro attrente, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, cit., p. 47. Inoltre, nella stessa opera, sullimportanza dellinfanzia nel sistema di Fourier, cfr. R. Schrer, La fonction majeure de lenfance, pp. 99-122. 416 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 258. 417 Ibid., p. 160. 418 Ibid., p. 159. 419 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 179.

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sono allevati collettivamente da Nutrici specializzate, naturalmente attratte da questa attivit. Questo consente, da una parte una migliore assistenza, dallaltra lascia libere le madri di dedicarsi completamente alle loro attivit preferite. Leducazione naturale, cio tende, con il suo modo di procedere, prima di tutto a far sbocciare fin dalla pi tenera et le vocazioni distinto, ad applicare ogni individuo alle diverse funzioni cui la natura lo destina...420. Cos facendo, Fourier ne certo, si sviluppano tutte le possibili inclinazioni, cosicch ogni sorta di lavoro, anche il pi duro, diventa piacere per qualcuno: ogni attivit utile svolta senza il bisogno di costrizioni o dellincentivo del denaro421. E necessario, infine, accennare alla rilevanza degli spettacoli, in particolare del teatro, che diventer una sorgente di ricchezza e di moralit422. Fourier lo considera di estremo valore per il meccanismo delle Serie. In primo luogo, gli spettacoli sono fonte di divertimento e piacere, sia usufruendone in modo del tutto passivo, sia, soprattutto, partecipandovi attivamente. Tutti, infatti, nel Falansterio sono, anche, attori, musici, ballerini, scrittori, i migliori dei quali sono remunerati copiosamente, attraverso particolari meccanismi. Il teatro ha,
420 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 176. 421 Caso emblematico quello delle Piccole Orde. Fourier parte dal presupposto che tra i bambini, circa i due terzi, sono inclini alla sporcizia; provano gusto a rotolarsi nel fango, giocano a maneggiare cose sudicie (Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 206). Ebbene, questi bambini si arruolano nelle Piccole Orde, la cui funzione di compiere, per punto di onore e con coraggio i lavori pi ripugnanti... (Ibid., p. 207), come spurgo delle fogne, servizio dei letamai, tripperia, ecc... (Ibid., p. 212). 422 Ch. Fourier, Theori de lunit universelle, cit., trad, it. in Id., Contro la civilt, a cura di M. Moneti, cit., p. 205.

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poi, una funzione educativa estremamente importante: considerato dal punto di vista della sua influenza morale sul bambino, il teatro una scuola di morale per immagini: l viene educata la giovent allorrore di tutto ci che ferisce la verit, lArmonia e lUnit423. Per quel che riguarda laspetto economico la Falange pu essere considerata una sorta di societ per azioni. Ogni societario, infatti, ottiene dei compensi sotto forma di dividendi, sul prodotto finale dellintera Falange. I dividendi sono proporzionali alle tre facolt industriali, lavoro, capitale e talento424. Le proporzioni vengono fissate secondo la proporzione: capitale 4/12, lavoro 5/12, talento 3/12. In questo modo, secondo lautore verr raggiunta quellequit distributiva, che uno dei fattori principali per rendere attraente il lavoro e quindi, per rendere possibile il meccanismo societario425. Daltra parte, ognuno partecipa al
423 Ibid., p. 209. 424 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitarie, cit., trad. it. in A. Salsano (a cura di), Antologia del pensiero socialista, volume I, I Precursori, cit, p. 139. 425 Pi precisamente, Fourier ritiene che, affinch il lavoro diventi attraente siano necessarie le seguenti sette condizioni: AA. che ciascun lavoratore sia associato, retribuito con un dividendo e non con salario; BB. che ciascun individuo, uomo donna o bambino, sia retribuito in proporzione alle tre facolt: capitale, lavoro e talento; CC. che le sedute di lavoro vengano variate circa otto volte al giorno, dato che lentusiasmo, nellesercizio di un lavoro agricolo o manifatturiero, non pu durare pi di un ora e mezza o due; DD. che nel corso di tali sedute il lavoro venga svolto da compagnie di amici spontaneamente riuniti, eccitati e stimolati da rivalit molto vive; EE. che le fabbriche e i campi offrano al lavoratore lattrattiva della leggiadria e del decoro; FF. che la divisione del lavoro sia portata al massimo grado in modo da adibire ciascuno, secondo il sesso e let, alle funzioni che pi gli sono congeniali; GG. che, in questa distribuzione, ciascun individuo, uomo, donna o bambino, goda pienamente del diritto al lavoro, cio del diritto di partecipare in ogni momento a quel tipo di lavoro che gli piacer scegliere, salvo a render conto della propria rettitudine e capacit. Infine, che il popolo goda in questo nuovo ordine di una garanzia di benessere, di un minimum

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dividendo con tutti e tre i fattori perch, come abbiamo visto, anche chi ha un capitale da poter vivere agiatamente di rendita, lavora, per puro piacere.

Lobiettivo del falansterio

Il desiderio di felicit la base di ogni ordinamento sociale426. Anche per Fourier cos: le caratteristiche dellordine combinato, per quanto bizzarre possano essere, hanno questo obiettivo: far s che gli uomini raggiungano la felicit; anche leguaglianza piegata a questa esigenza. Sappiamo che, per lautore, la felicit coincide con il soddisfacimento delle passioni, e, poich il primo presupposto per soddisfarle la ricchezza, il Falansterio diventa, in primo luogo, una associazione produttiva che ha il fine di creare una grande abbondanza. Lobiettivo minimo del sistema estirpare la sofferenza, lindigenza. Fourier, pur non essendo un uomo del popolo come Babeuf, conosce bene la povert e la miseria, cos diffusa nella Civilt: il suo primo obiettivo, nel costruire il suo sistema sociale, diventa assicurare a tutti condizioni di vita accettabili. Egli vuole trovare un nuovo ordine sociale che garantisca anche ai lavoratori pi umili un benessere sufficiente perch essi preferiscano costantemente e
sufficiente per il presente e per il futuro e che tale garanzia lo liberi da ogni preoccupazione per s e per i suoi. (Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., LArmonia Universale, a cura di M. Larizza, cit., p. 146). 426 J. L. Talmon, Le origini della democrazia totalitaria, Il Mulino, Bologna, 1967, p. 81.

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appassionatamente il loro lavoro allo stato dinerzia e di brigantaggio al quale oggi aspirano427. Del resto, il pensatore francese afferma che gli uomini desiderano questo; il povero non vuole essere pari ai ricchi; sarebbe ben contento di mangiare alla tavola dei loro domestici... Egli accetta la sottomissione, la diseguaglianza, lassoggettamento, a patto che pensiate al modo di venirgli in aiuto quando le alterne vicende della politica lo avranno privato del lavoro, lo avranno ridotto alla fame, allabiezione e allo sconforto428. Il principale problema da risolvere fare in modo che la garanzia del minimo non sia per il povero un incentivo alla fannullaggine429. Per questo, necessario:

...scoprire e organizzare, un regime di Attrazione industriale. Senza questa precauzione, come si potrebbe pensare a garantire al povero un minimo? Ci equivarrebbe ad abituarlo a non far nulla: infatti egli si persuaderebbe facilmente che il minimo gli dovuto, non offerto a titolo di soccorso, e ne trarrebbe la conclusione di restarsene in ozio... Occorrerebbe al popolo non lelemosina, ma un lavoro abbastanza attraente, perch la moltitudine volesse dedicarvisi anche nei giorni e nelle ore assegnati al riposo. Se la politica sapesse utilizzare questa leva, il minimo sarebbe garantibile di fatto per la cessazione assoluta dellozio. Resterebbe da provvedere agli infermi: fardello leggero e quasi invisibile per il corpo sociale, se esso diviene opulento, e se lindustria attraente lo libera 427 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 569. 428 Ch. Fourier, Egarament de la raison, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit. , p. 729. 429 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in A. Salsano (a cura di), Antologia del pensiero socialista, volume I, I Precursori, cit., p. 128.

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dallozio e dal lavoro svogliato, pressappoco sterile quanto lozio.430

Tutto questo diventa possibile con il regime societario, perch attraverso il meccanismo delle Serie passionali, il lavoro diventa attraente, ossia non si lavora pi per dovere o per necessit, ma per divertimento431. Tutte le disposizioni di tale ordine di cui sentirete parlare e vi sembreranno fatte a caso, soggiacciono sempre a due condizioni: bisogna che producano lattrazione per il lavoro e leconomia delle forze432. Allaumento della produttivit individuale, il prodotto positivo, bisogna aggiungere il prodotto negativo che sar rappresentato dagli sprechi evitati433, derivanti soprattutto dalla vita comunitaria, che elimina la distribuzione tramite il commercio, considerato fonte di sprechi e causa di tutti i mali della Civilt. In questo modo, la sovrabbondanza[diventa]un flagello periodico434 e la questione delleguaglianza diventa poco importante. Anzi, leguaglianza diventa la prima cosa da sacrificare: per Fourier non possibile rendere il lavoro attraente e, quindi, creare labbondanza, se vengono eliminati i contrasti. Lautore, rifacendosi alle sue idee riguardo allordine naturale, ritiene che le differenze siano essenziali; differenze di ogni tipo di
430 Ch. Fourier, Theori de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Contro la civilt, a cura di M. Moneti, cit., p. 325. 431 Cfr. M. Moneti, Il lavoro attraente, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, cit., pp. 51-61. 432 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 433. Al riguardo, particolare rilievo assumono le pp. 423 e segg. della traduzione di M. Larizza, che offrono unesemplare conferma della strumentalizzazione, a fini produttivistici, anche dellamore. 433 Ibid., p. 414. 434 Ibid.

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carattere, di gusti, di et, di ricchezza. In questo nuovo meccanismo, le passioni e le ineguaglianze di ricchezza, lungi dallopporsi al vincolo societario, ne formano gli ingranaggi435: lAssociazione non pu conciliarsi con i sogni di eguaglianza e di livellamento dei nostri filosofi436. Nel Falansterio, si metteranno insieme da 1500 a 1600 persone di ineguaglianza graduale in ricchezza, et e carattere, in conoscenze teoriche e pratiche; si disporr in questo gruppo la pi grande variet possibile; infatti, pi esisteranno variet nelle passioni e facolt di qualsiasi tipo fra i societari, pi sar facile armonizzarli in poco tempo437. Solo in questo modo, risulta possibile aumentare il rendimento individuale: attraverso lemulazione ognuno spinto a produrre di pi per eccellere. Maggiori sono la gradazione e il contrasto delle disuguaglianze, maggiore il trasporto della Setta per il lavoro, maggiori i suoi guadagni e larmonia sociale che ne risulta438.

Il falansterio: differenze e eguaglianza


435 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in A. Salsano (a cura di), Antologia del pensiero socialista, volume I, I Precursori, cit., p. 128. 436 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 577. 437 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 146. 438 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 585.

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Lobiettivo dellordine combinato, dunque, creare abbondanza, la quale pu essere raggiunta, secondo il pensatore francese, solo attraverso lemulazione che nasce dai contrasti e dalle differenze tra gli abitanti del Falansterio. Le prime diseguaglianze che si incontrano sono quelle di ricchezza. Fourier, infatti, afferma che ci che realmente importante che gli esseri umani siano identici in ci che riguarda gli impulsi dellanima cos come in ci che concerne lo sviluppo del corpo, che siano, cio, omogenei per lingua e per maniere, per quanto difformi per fortuna439. Lautore immagina un mondo, in cui leguaglianza nei diritti non solo teorica, ma assicurata concretamente, come vedremo. Su questa base di partenza egualitaria costruita una societ, in cui vengono esaltate le differenze, in particolare, quelle di ricchezza. Fourier, in accordo con i liberisti del tempo, ritiene che una perfetta eguaglianza toglierebbe agli uomini lincentivo a lavorare e produrre; non per questo, per, egli accetta il sistema di mercato, pensando ad un meccanismo differente: la piccola comunit autarchica, il Falansterio, in cui eguaglianza e diseguaglianza si intrecciano continuamente. Il primo fattore da considerare il fatto che lautore mantiene la propriet privata e le ricchezze acquisite, in Civilt, prima dellavvento dellArmonia; non propone una confisca o una redistribuzione dei beni con il passaggio allordine combinato. Il pensatore, senza eliminare le differenze, vuole costituire una
439 Ch. Fourier, Theori de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Contro la civilt, a cura di M. Moneti, cit., p. 177.

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societ mediante la pacifica collaborazione di tutte le classi440; non solo, la spinta iniziale dovrebbe proprio partire dalle classi pi ricche, le quali hanno i mezzi economici per costituire quel primo Falansterio che dovrebbe convincere tutti della bont dellordine combinato: Vi sono 3000 candidati per ricchezza o per potere, persone ciascuna delle quali pu fare la sperimentazione della Falange darmonia e diventare in tal modo il monarca ereditario dellintero globo441. Le differenze di ricchezza, originatesi nella Civilt, tendono potenzialmente ad ampliarsi, in Armonia. La Falange, come abbiamo visto, dal punto di vista economico pu essere considerata una societ per azioni, in cui il prodotto finale viene diviso fra tutti gli associati, in base ai tre fattori lavoro, capitale, e talento; le ricchezze investite danno, perci, diritto a maggiori quote di dividendo. I criteri di ripartizione, legati ai tre fattori, in ogni caso, non sono imposti coercitivamente, ma si fissano automaticamente per volere di tutti gli associati. Inoltre, essi assicurano la giustizia distributiva, che per lautore quella graduazione di disuguaglianze, che assicura larmonia, riproducendo, in un certo senso, lordine naturale. Al riguardo, illuminante il brano seguente tratto da Il nuovo mondo industriale e societario:
440 M. Moneti, introduzione a Ch. Fourier, Contro la Civilt, cit., p. 35. 441 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 617.

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Ed eccoci infine alla questione principale, al tremendo problema di instaurare una giustizia luminosa, una piena armonia nella divisione degli utili e una retribuzione soddisfacente per ciascuno secondo le sue tre facolt industriali, lavoro, capitale e talento. Questo prodigio consiste nellelevare la cupidigia dal modo semplice al modo composto. (...) Si vedr che la cupidigia... diventa in esse [nelle Serie] via di giustizia distributiva, e che, creando le nostre passioni, Dio ha fatto bene tutto quel che ha fatto. (...) Gli armoniani saranno giusti in ripartizione perch lequit dar loro beneficio, onore e piacere; poi procurer gli stessi vantaggi alla massa, che oggi offesa in ogni senso dalle pretese individuali... Se ciascuno degli armoniani fosse come i civilizzati dedito a una sola professione... ciascuno giungerebbe alla seduta di ripartizione con il progetto di far prevalere il suo mestiere... Cos penserebbe ogni uomo civilizzato; ma in armonia, dove ciascun uomo, donna, bambino, membro di una quarantina di Serie che operano nellindustria, nelle arti, nelle scienze, nessuno ha interesse a far prevalere smodatamente una di esse...442

Fourier, ricorrendo ad un esempio, spiega in che modo si stabiliscono le ricompense legate ai tre fattori lavoro, capitale e talento. Alcippe un ricco azionista di un Falansterio.

Se a titolo di grande capitalista vuol far destinare la met del prodotto ai capitali... le due classi numerose il cui reddito proviene solo dalle altre due facolt, lavoro e talento saranno scontente: lattrazione diminuir, il prodotto e gli accordi diminuiranno e sin dal terzo anno il 442 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitarie, cit., trad. it. in A. Salsano (a cura di), Antologia del pensiero socialista, volume I, I Precursori, cit., pp. 139-140.

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legame societario si scioglier. Alcippe vede che nel suo stesso interesse bisogna fissare la ripartizione come segue: capitale 4/12, lavoro 5/12, talento 3/12... Alcippe propende tanto pi per questa giustizia, in quanto ha egli stesso numerose quote da percepire, sul capitale e sul talento...Inoltre egli ha stretto molti rapporti amichevoli con la classe dei non capitalisti, la protegge, vuole che le sia resa giustizia.443

Allo stesso modo, lautore esamina le ragioni e gli impulsi della classe povera:

Gianni non ha capitali, non ha azioni... Il suo impulso pi forte quello di favorire il lavoro, poich non ha niente da pretendere sui dividendi spettanti al capitale; ma altri due impulsi vengono a controbilanciare questo rozzo impulso di cupidigia: a Gianni spettano quote di talento; brilla in certe parcelle di diversi lavori, e gli conviene che il talento conservi i suoi diritti. Daltra parte egli conosce limportanza dei capitalisti in una falange, i vantaggi che il povero trae da tutte le loro spese, la partecipazione agli spettacoli gratuiti, alle vetture e ai cavalli, ai pranzi di corporazione, alle ricche tavole, ...444

Una caratteristica fondamentale dellordine combinato che le persone non sono attratte dal denaro in maniera diretta, ma solo in quanto questo permetta di soddisfare dei piaceri. Per questo motivo in armonia non si accumula denaro, lo si investe: il lusso cambia direzione e forma secondo i periodi... Il lusso dellArmonia, 8 periodo, corporativo: ognuno si impegna a far brillare i
443 Ibid., p.140. 444 Ibid., pp. 141-142.

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gruppi e le Serie che predilige445, nel senso che si prova pi piacere ad usare il proprio denaro per migliorare il rendimento di una delle proprie serie, pi che usarlo per acquistare cose per s. Il lusso degli Armoniani quasi nullo in cose per le quali noi spendiamo inutilmente somme immense446; accade cos che i societari pi facoltosi spendano somme immense per abbellire la sede delle Serie da loro preferite, oppure invitino a pranzo i membri delle loro Serie, o, ancora elargiscano le loro fortune per organizzare spettacoli teatrali, che, come visto, sono estremamente importanti, soprattutto dal punto di vista educativo. Ritornando ai criteri distributivi del dividendo e alla distribuzione delle risorse, il discorso per quel che riguarda i compensi specifici legati ai vari tipi di lavori simile a quello fatto per i tre fattori industriali. I compensi legati al merito reale di ciascuna Serie si fissano automaticamente nella maniera pi equa; poich ognuno partecipa ed legato a molte serie, non c unattivit considerata pi importante di unaltra, tutte sono poste sullo stesso piano e i compensi per i diversi lavori tendono ad equivalersi. Fourier, ricorrendo ancora ad un esempio, mostra come i diversi interessi degli individui per le varie Serie, portino ad un equit distributiva:

Filinto membro di trentasei serie che distingue in tre categorie A, B, C; nelle dodici Serie della scala A egli ex socio sperimentato ed ha uno dei primi posti per importanza e 445 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 165. 446 Ibid., p. 166.

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diritti agli utili. Nelle dodici Serie C socio nuovo, poco sperimentato e pu sperare solo in piccole quote. Nelle dodici della scala B infine di anzianit media, con talento e pretese medie. Sono tre classi di interessi opposti, che stimolano Filinto in tre direzioni diverse e lo costringono per cupidigia ed amor proprio ad optare per la rigorosa giustizia. In effetti: se c errata valutazione del merito reale di ciascuna serie, Filinto sar leso nelle dodici serie in cui eccelle e in cui ha diritto a quote maggiori; inoltre si risentir nel vedere il loro e il suo proprio lavoro male apprezzato. In verit questa ingiustizia potr favorire le dodici serie C, ma poich qui egli solo subalterno, retribuito con quote modeste, non sarebbe mai compensato delle riduzioni subite nelle dodici serie A, dove ottiene le quote maggiori. Daltra parte, egli non vuole che si svalutino le serie C, dove le sue tendenze lhanno da poco portato ad arruolarsi; egli stima e protegge la loro attivit, le sostiene per amicizia cabalistica e per amor proprio. Quanto alle dodici serie B dove socio di medio rango e ottiene quote medie, conviene ai suoi interessi che abbiano quanto loro dovuto senza danneggiare le categorie A e C.447

In questo modo, nascono senzaltro delle differenze tra i compensi dei vari associati, ma queste, in primo luogo, sono considerate naturali, perch spontanee, non imposte. Inoltre esse non saranno eccessive, perch Fourier ha la ferma convinzione che ogni individuo, se educato naturalmente, svilupper talenti particolari e, di conseguenza, ecceller in qualche Serie. In ogni caso, in Armonia, la ricchezza non fonte diretta di privilegi, semplicemente attraverso essa possibile soddisfare pi ampiamente alcuni piaceri. Le mense, pur essendo comuni, sono di tre classi diverse, in base alla quota
447 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitarie, cit., trad. it. in A. Salsano (a cura di), Antologia del pensiero socialista, volume I, I Precursori, cit., p. 143.

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pagata. Le differenze nella qualit dei cibi sono sensibili; i vari tipi di alimenti, vengono selezionati e, a seconda del livello qualitativo, sono assegnati alle tre classi448. Nella Teoria dei quattro movimenti si legge: Il vitto del popolo oscilla intorno ad una variet di circa seicento derrate diverse; quello dei ricchi pu comprenderne il triplo o il quadruplo...449. Anche gli appartamenti, in cui vivono gli armoniani, sono di vari livelli a seconda dellaffitto pagato450. Daltra parte, anche i pi ricchi si accontentano di appartamenti modesti, perch passano quasi tutto il loro tempo nelle Serie; a casa si sta solo in caso di malattia o per un appuntamento; e allora sono sufficienti una camera da letto e un salottino; cosicch anche lappartamento della persona pi ricca non ha pi di tre stanze451. Nonostante le grandi disuguaglianze di ricchezze, oltre che di inclinazioni e capacit, necessarie al funzionamento del meccanismo societario, nonostante emergano differenze nella raffinatezza dei piaceri452 di un ricco e di un povero, si pu dire che in Armonia si sviluppi uneguaglianza sostanziale453.
448 Per una spiegazione dettagliata riguardo al modo, in cui gli alimenti di differenti qualit vengono assegnate alle tre classi, si veda direttamente: Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., pp. 263 e segg. 449 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 419. 450 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 242. 451 Ibid., p. 167. 452 F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, cit., p. 290. 453 M. Larizza, introduzione a Ch. Fourier, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, cit., p. 45. E necessario precisare, per evitare ogni possibile equivoco, che, in questo caso, con eguaglianza sostanziale non si deve intendere una distribuzione delle ricchezze perfettamente egualitaria; ad essa, come abbiamo visto, Fourier decisamente contrario. Ci che si vuole affermare, come si vedr meglio in seguito, che in Armonia la diseguaglianza, pur essendo sempre presente, tende a diventare irrilevante; da una parte per lestrema abbondanza, che viene creata, dallaltra, soprattutto, per la

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In primo luogo, in presenza della straripante abbondanza che si sviluppa, anche le maggiori disuguaglianze di ricchezza tendono a scomparire. Come gi abbiamo visto, grazie al meccanismo delle Serie e dellattrazione al lavoro, il rendimento individuale diventa cos elevato, che la produzione di ogni cosa, in particolare dei generi alimentari aumenta a dismisura. Fourier ripete continuamente, che nellordine societario, il popolo godr di un minimo che sar superiore alla condizione del nostro buon borghese454. Ad esempio, riguardo al vitto si legge: ...gli alimenti di terza categoria, che costituiranno ci su cui dovr ripiegare il popolo, supereranno in prelibatezza quelli che fanno attualmente la delizia dei nostri gastronomi455. Ancora, ...in fatto di spettacoli, luomo pi misero avr senza spesa alcuna godimenti cento volte maggiori di quelli che possono procurarsi oggi i pi ricchi sovrani456. Diventa chiaro, che in un mondo in cui non c pi posto per la miseria e lindigenza, in cui i poveri diventano ricchi, la questione delleguaglianza diventa secondaria e poco importa se i ricchi armoniani hanno piaceri di gran lunga superiori ai poveri, piaceri, del resto, inimmaginabili per chi vive in Civilt. In ogni caso, le differenze esistono e, allora lautore sottolinea come, in
particolare struttura organizzativa del Falansterio, che permette a chiunque, indipendentemente dalle ricchezze materiali da lui possedute, di soddisfare ogni suo desiderio: proprio in questo, gli armoniani sono perfettamente uguali. 454 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 177. 455 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 418. 456 Ibid., p. 409.

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Armonia, siano assicurate pari opportunit e chiunque pu arrivare alla classe pi ricca. In primo luogo, leducazione collettiva e uguale per tutti. Come gli infanti vengono allevati collettivamente, cos i bambini vengono educati

collettivamente:

Una generale correttezza nei modi e lomogeneit di lingua e di comportamento possono essere ottenute solo per mezzo di una educazione collettiva che dia al fanciullo povero le maniere proprie del fanciullo ricco. Se in Armonia vi fossero, come da noi, insegnanti di diverso livello per le tre classi, - ricca, media, povera,- accademici per i ricchi, pedagoghi per la classe media, semplici maestri per i poveri, si arriverebbe agli stessi nostri risultati, allincompatibilit tra le tre classi e alla differenza di comportamento...457

Leducazione naturale, perch tende a far sviluppare e ad assecondare le inclinazioni personali; inoltre, essendo il primo scopo delluomo la ricchezza, necessario e naturale che i bambini fin dallet di due anni inizino a fare qualcosa di produttivo. In Armonia, i bambini sono lasciati liberi di andare presso le Serie da cui sono attratti, dove svolgono le attivit da loro preferite:

Un bambino, per esempio, bench figlio di un principe d prova allet di tre anni di aver gusto per il mestiere di ciabattino, e vuole frequentare il laboratorio dei ciabattini, membri dellassociazione non meno educati degli altri. Se lo si impedisce, se si reprime la sua mania ciabattina, sotto pretesto che non allaltezza della filosofia, il bambino si irriter contro tutte 457 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., LArmonia Universale, a cura di M. Larizza, cit., p. 158.

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le altre attivit, non prender alcun gusto per i lavori e per gli studi ai quali lo si vorr indurre.458

Leredit non abolita, ma perde la funzione di meccanismo istituzionalizzato per trasmettere le ricchezze dai genitori ai figli459. In questo caso, lattrazione per le Serie che guida i comportamenti: ogni bambino ottiene dei lasciti, a titolo di adozione industriale da parte di anziani ricchi, che vedono in lui il sostegno delle propria industria favorita460. In tal modo, anche i pi poveri, fin dallinfanzia, hanno solitamente un piccolo capitale. Daltra parte, unaltra caratteristica dellordine combinato la grande mobilit sociale; diventa facile spostarsi da una classe economica ad un altra attraverso le unioni amorose, che non sono pi guidate dal denaro, ma dalle passioni461. Un altro mezzo per arricchirsi attraverso larte e la scienza. Nel sistema combinato, ci sono particolari modi per premiare, per mezzo di votazioni e in modo assolutamente imparziale462, gli artisti e gli scienziati; essi raggiungeranno allimprovviso loggetto dei loro voti pi ardenti, una fortuna immensa, venti e cento volte superiore a quella che potevano sperare nello Stato

458 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 198. 459 La grande libert che si instaura in campo amoroso e sessuale, porta alla scomparsa del nucleo famigliare. 460 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 153. 461 F. E. Manuel, I Profeti di Parigi, cit., p. 291. 462 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 400.

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civile463. Per questo, ogni uomo di poche sostanze cercher solo di far germinare un qualche talento nel proprio figlio464. A parte questi casi particolari, ma non rari, Fourier sottolinea come la vita comunitaria dia alla persona pi povera grandi possibilit di risparmio465.

Poich riceve come anticipo tutto il necessario per un anno, in cibo, vestiti, alloggio non accade che si rimanga in arretrato con pagamenti o che ci si indebiti. Il popolo non va a spendere allosteria o nelle lotterie il frutto del suo lavoro: non manca di nulla e non si abbandona pi ai sogni di ricchezza causati dalla mancanza del necessario: non ha bisogno di perdere i due giorni di domenica e luned per riposarsi dalle fatiche della settimana e dimenticarne i fastidi, perch il suo lavoro trasformato in un piacere continuo. La spesa del popolo di solito limitata al debito di quel minimo che gli stato anticipato, inferiore al prodotto del suo lavoro.466 Allora fa economia e investe in azioni tutto lutile che gli resta una volta pagate le spese; piccolo proprietario, ha lo spirito di propriet...467

Fourier

parla

al

riguardo

di

propriet

societaria

composita,

contrapponendola alla propriet semplice, che vige nella Civilt e che fa s che
463 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitaire, cit., trad. it. in G. M. Bravo (a cura di), Il socialismo prima di Marx., cit., p. 99. 464 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 404. 465 Anche perch i bambini cominciano a lavorare fin dalla prima infanzia e non potendo spendere pi di quanto guadagnano si trovano a pochi anni proprietari di un piccolo patrimonio (Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 153). 466 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 154. 467 Ch. Fourier, Le nouveau monde industriel et socitarie, cit., trad. it. in A. Salsano (a cura di), Antologia del pensiero socialista, volume I, I Precursori, cit., p. 142.

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gli interessi individuali siano in contrasto fra loro e con il bene generale. In Armonia, invece, lo spirito di propriet societaria concilia gli interessi dei poveri con i ricchi, perch il povero, anche se non possiede che una piccola quota di azione, che un ventesimo, proprietario, in compartecipazione, dellintero cantone... Tutto di sua propriet; ed egli interessato a tutto linsieme dei beni mobili del territorio 468: questo crea un legame di amicizia e benevolenza che lega tutti i membri della Falange. In ogni caso, al di l di questo e delle differenze economiche, che pure persistono, regna uneguaglianza sostanziale nella possibilit di soddisfare i piaceri, che non passano pi attraverso la mediazione del denaro469. Nei legami amorosi e negli spettacoli, entrambi estremamente importanti per lo sviluppo passionale, nonch per il meccanismo societario, non c alcuna distinzione tra gli uomini. Ritornando alla teoria delle Passioni, che nelluomo sono ricondotte a dodici principali, solo le prime cinque necessitano, per essere soddisfatte, del denaro in via diretta. Le altre, in particolare le tre seriali, che sono le pi importanti, si sviluppano attraverso le serie. Nel partecipare ad esse, gli uomini sono perfettamente uguali, perch ognuno pu svolgere liberamente le attivit che preferisce. Daltra parte, necessario precisare che le serie sono organizzate secondo un

468 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., LArmonia Universale, a cura di M. Larizza, cit., p. 144. 469 M. Larizza, introduzione a Ch. Fourier, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, cit., p. 45.

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struttura gerarchica. Ognuna di esse, infatti, oltre ad essere suddivisa in gruppi470, connessi alle inclinazioni personali e aventi lo scopo di suscitare quella competizione positiva che sta alla base dellaumento di produttivit, organizzata secondo una struttura militare. Ogni setta ha un altissimo numero di ufficiali... pi numerosi degli stessi soldati471. Gli ufficiali, che hanno funzioni e nomi diversi, sono scelti allinterno di ogni gruppo dagli stessi settari. Queste cariche onorifiche non danno diritto ad avere particolari poteri o privilegi.

Il capitano non tale che alla parata472; se si eccettua questa occasione egli lavora come tutti gli altri, perch si diventa membri di una Setta progressiva solo per Attrazione e per amore verso le attivit verso cui appassionata la Setta. Per esempio chiaro che in una Setta di gastronomia il colonnello e i capitani mangeranno lidentico ottimo vitto dei semplici settari. Lo stesso avverr nel lavoro, che nellordine combinato diventer cos attraente come possono esserlo oggi il piacere della tavola e altri godimenti. E se in un gruppo di venti membri ad ognuno attribuita una carica, lattivit e lemulazione saranno per questo pi intense, senza che ci venga a costare un soldo di pi, eccettuate le spese per i distintivi onorifici. Perch le Sette, avendo passione per lattivit che le fa riunire, non danno degli emolumenti ai loro ufficiali: esse si avvarranno del duplice strumento della passione che induce ad entrare nella Setta, e del grado che li distingue. Ci basta perch questi ufficiali,

470 Per maggiori dettagli, riguardo alla struttura organizzativa delle Serie, si rimanda direttamente a Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 585 e segg. 471 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 592. 472 In Armonia, le Serie, periodicamente, sfilano con i propri vessilli e costumi in parate, in cui viene reso loro onore per i risultati che hanno conseguito. Fourier ritiene questo meccanismo molto importante per sviluppare lemulazione e il contrasto fra le Serie e, quindi, per spingere i societari a produrre di pi.

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quando hanno ampie disponibilit, facciano a gara a spendere per la Setta, senza pensare al guadagno...473

Dunque, gli unici privilegi che hanno gli ufficiali consistono nellonore di guidare e rappresentare le loro Serie alle numerose parate e feste, che si tengono in Armonia. Non bisogna, per, sottovalutare limportanza di questi onori, che in Armonia sono pi importanti della ricchezza.

Eguaglianza e fraternit

Maria Moneti, nellintroduzione alla raccolta Contro la civilt scrive: Mentre il socialismo rozzo predica leguaglianza, ma senza capire lorigine dellalienazione del lavoro, e quindi senza abolirla, Fourier elimina lalienazione senza indulgere nel mito delleguaglianza, anzi proteggendo e raccomandando la diseguaglianza come fonte di variet e di vita per il Falansterio...474. Fourier non elabora un sistema che ricerchi leguaglianza, ma che dia a tutti gli uomini i mezzi per raggiungere la felicit, ossia la possibilit di realizzarsi attraverso lespandersi e lo sviluppo delle inclinazioni individuali. Egli non considera leguaglianza un valore; ripete spesso nelle proprie opere che luomo
473 Ch. Fourier, Thorie des quatre mouvements, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 595. 474 M. Moneti, introduzione a Ch. Fourier, Contro la civilt, cit.,, p. 21.

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non cerca leguaglianza, ma la felicit. Lautore ha ben presente le condizioni disperate del popolo e dei salariati: ci che vuole estirpare la sofferenza e lo sfruttamento, la miseria e la povert; per questo, nel Falansterio, non sono eliminate le differenze, ma, in compenso, a tutti sono assicurate condizioni di vita soddisfacenti. Per il pensatore francese, leguaglianza assoluta non significa altro che livellamento e mortificazione della personalit individuale475; crede fermamente nella capacit creativa delle passioni, le quali, per espandersi e svilupparsi hanno bisogno di contrasti, che le stimolino, e di libert: leguaglianza propugnata dai filosofi non pu che limitare e porre dei lacci alle passioni. Non potendo considerare leguaglianza un valore e ancor meno un obiettivo del sistema, i due principi cardine dellutopia fourierana, a cui fare riferimento, sono la libert e la giustizia, intesa come modello geometrico di eguaglianza alla maniera aristotelica, essenziale a stabilire una distribuzione di benefici armonica, ossia senza contrasti476. Entrambi i valori sono considerati indispensabili per raggiungere la felicit e larmonia, vero obiettivo finale del Falansterio. Libert e giustizia, due principi, normalmente in contrasto, nel Falansterio si conciliano, essendo due termini strettamente interdipendenti. Lautore , infatti, convinto che lordine e larmonia scaturiscano direttamente dalla spontaneit e
475 M. Larizza, nota 39 in Ch. Fourier, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, cit., p. 148. 476 L. Tundo, La Societ Armonica, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, cit., 1988, p. 225, nota 39.

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dalla libert di ognuno di seguire i propri impulsi477. Come abbiamo visto nella seduta di ripartizione del dividendo, Fourier convinto che la giustizia distributiva arriver in maniera automatica e naturale, una volta che gli uomini e le loro passioni saranno organizzate nel meccanismo societario. La giustizia distributiva lunico criterio che permette di ripartire le ricompense senza creare contrasti; leguaglianza assoluta, invece, eliminando limpulso ad agire con energia e volont non renderebbe possibile la costruzione della societ armonica. In quanto sostenitore della forza creatrice delle passioni, lautore decisamente a favore dellindividualismo; crede nelle differenze naturali tra gli uomini478, le quali essendo appunto naturali, se organizzate nel giusto modo, nel sistema societario, non sono causa di contrasti e disordine.

477 Questo discende direttamente dalle concezioni di Fourier riguardo allordine naturale e al principio di attrazione. Si veda, in questa tesi, il paragrafo Lattrazione passionata. 478 Bisogna aggiungere che Fourier, pur essendo sensibile alle minime differenze di inclinazioni e capacit tra gli esseri umani, non vede, a priori, alcuna differenza sostanziale tra uomo e donna. In lui, quindi, non solo non si pone neppure il problema della parit dei diritti, perch scontato che, in questo, non ci sia alcuna differenza, ma, anche, viene meno il pregiudizio che ci siano attivit prettamente maschili e femminili. In Ch. Fourier, Le nouveau monde indudtriel et socitaire, cit., trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., pp. 200-201: Bench ogni branca dindustria sia adatta in modo particolare alluno dei due sessi, come il cucito alle donne e laratura agli uomini, la natura richiede tuttavia delle mescolanze, qualche volta per met e in talune occupazioni per un quarto; in ogni funzione riservata a un sesso, la natura richiede la presenza di almeno un ottavo dellaltro sesso... LArmonia non commetter come noi la follia di escludere le donne dalla medicina e dallinsegnamento, e di ridurle al cucito e alla zuppa. LArmonia sapr che la natura distribuisce ai due sessi, in uguali proporziono, lattitudine alle scienze ed alle arti, salvo una ripartizione dei generi... Cos i filosofi, che vogliono tirannicamente escludere un sesso da alcune attivit, sono paragonabili a quei cattivi coloni delle Antille, che dopo aver abbruttito dalle torture i loro negri, gi abbruttiti dalleducazione barbara, pretendono che questi negri non sono creature al livello della specie umana. Lopinione dei filosofi sulle donne giusta quanto quella dei coloni sui negri. Riguardo alla condizione femminile nel sistema fourierano, cfr. M. A. Sarti, La nuova condizione della donna, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, cit., pp. 175-192. Inoltre, cfr. M. Moneti, Charles Fourier e la liberazione della donna: attualit di unutopia, in Movimento operaio e socialista, n. 4, pp. 343-362, 1976.

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Daltra parte, accanto a questo, Fourier ritiene che tutti, senza distinzioni, siano uguali di fronte alla necessit di soddisfare i bisogni primari. Al riguardo, parla di diritti naturali, goduti dallumanit nelle prime fasi del suo cammino sociale, sostenendo che la soddisfazione di quei diritti non pu essere eliminata senza assicurare alluomo condizioni di vita migliori. Nella sua critica ai filosofi e alla Civilt, lautore scrive:

Pretendete di non dover nulla alluomo? Voi gli dovete tutto ci che avrebbe avuto allo stato selvaggio, la possibilit di godere liberamente dei frutti della terra dove nato, il diritto di raccolto sulla sua terra natale, la pratica della caccia o della pesca cui leducazione selvaggia lavrebbe addestrato. Voi non potete contestargli questi diritti se non assicurandogli una condizione migliore nel lavoro, e preparandolo ad esercitarlo attraverso leducazione nazionale.479

Lautore accetta, quindi, allo stesso tempo, la fondamentale eguaglianza degli uomini nel diritto a vivere con un certo benessere e le differenze esteriori tra essi, comprese le differenze di ricchezza. Da questa doppia convinzione, unita a quella riguardante la necessit della pi estesa libert e spontaneit, nasce lorganizzazione del Falansterio e le misure concernenti la distribuzione delle ricchezze. Da una parte, a tutti assicurato un livello minimo di agiatezza, dallaltra, per ci che riguarda i criteri distributivi delle ricchezze prodotte dalla comunit, si ha a che fare con una concezione di eguaglianza prettamente
479 Ch. Fourier, Le trois noeuds, in Oeuvres compltes, Anthropos, Paris, 1968, trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, a cura di M. Larizza, cit., p. 552, nota 118.

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aristotelica, ossia un distribuzione proporzionale a ci che Fourier chiama i tre fattori industriali: lavoro, capitale e talento. Nella Falange a tutti assicurato il soddisfacimento dei bisogni primari: anche il pi povero ha diritto a vitto, alloggio, vestiario, educazione. Il minimum, equivalente per lautore al soddisfacimento dei diritti naturali, risolve positivamente il problema delleguaglianza degli uomini riguardo ai bisogni. Il benessere assicurato, perch il lavoro diventa attraente, perch diventa un mezzo diretto di autorealizzazione; in questo modo, il problema della scarsit, problema risolto da altri autori, facendo affidamento ai progressi della tecnologia, superato ipotizzando un aumento delle ore lavorative individuali, nonch una partecipazione alle attivit produttive anche da parte dei bambini. Lasciando da parte i dubbi riguardanti leffettiva possibile realizzazione dellutopia fourierana, lautore elabora un sistema, che riesce a conciliare assistenza e produttivit480. In ogni caso, egli non si limita ad assicurare un benessere minimo, ma finisce per immaginare un societ che crea una ricchezza e unabbondanza senza limiti. Ecco, quindi, che diventa ancora pi facile, per Fourier, considerare leguaglianza un pericolo e un male. In un mondo di scarsit, per assicurare a tutti condizioni di vita soddisfacenti, necessario ridurre i consumi, predicare la temperanza e, di conseguenza, ricercare un livellamento delle ricchezze. In un
480 L. Tundo, La Societ Armonica, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, cit., p. 218.

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mondo di abbondanza, in cui anche il pi povero ha tutto ci che desidera, leguaglianza non pi essenziale; per lautore, essa non unaspirazione degli uomini quando questi possono avere tutto quello che desiderano. Per quel che riguarda il riparto delle ricchezze prodotte, Fourier, come detto, aderisce ad un principio di proporzionalit. Egli , comunque, del tutto originale nella scelta dei criteri; le quote di dividendo spettanti ai lavoratori associati, ossia tutti gli abitanti della Falange, sono in funzione dei tre fattori industriali capitale, lavoro e talento481. Per quel che riguarda gli ultimi due, importante sottolineare che non fanno tanto riferimento alla produttivit individuale, quanto allinfluenza e allimportanza, che hanno nel generare e incentivare larmonia e lattrazione nel meccanismo di funzionamento delle serie482. Le differenze, nella distribuzione, che ladozione di questi criteri comportano, meritano alcune considerazioni. Si pu supporre, anche se Fourier non lo dice esplicitamente, che i due fattori lavoro e talento non generino sperequazioni sostanziali, in quanto, nel Falansterio, qualsiasi tipo di competenza e capacit considerata utile e vantaggiosa per la comunit; non ci sono grandi differenze nellimportanza attribuita ai vari lavori483, perch la concezione naturalistica delluniverso porta
481 Si ricorda che la Falange, per ci che concerne la produzione e il riparto delle ricchezze, una sorta di societ di lavoro e capitale, in cui gli strumenti di produzione sono di tutti gli associati, anche se non stabilito esplicitamente il principio di collettivizzazione dei mezzi di produzione. Riguardo alla particolare organizzazione del lavoro allinterno della falange, cfr. R. Massari, Lavoro, non lavoro, autogestione, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, cit., pp. 87-88. Inoltre, dello stesso autore cfr. Le teorie dellautogestione, Milano, 1974. 482 L. Tundo, La Societ Armonica, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, cit., p. 224. 483 E necessario aggiungere che la quota spettante ad ogni funzione diversa a seconda che essa

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lautore a ritenere ogni inclinazione e, quindi, ogni singola attivit indispensabile al funzionamento del tutto. Inoltre, nonostante le naturali differenze tra gli uomini, Fourier convinto che tutti, in un mondo che d ad ognuno la possibilit di sviluppare le proprie capacit, possano eccellere in qualche attivit. Nessuno potr dire di avere capacit eccezionali, perch se primegger in alcune attivit, in altre sar solo un principiante. Viceversa, nessuno sar talmente incapace da non eccellere ed essere la guida in una qualche Serie484. Anche perch nel Falansterio leducazione comunitaria e uguale per tutti e, di conseguenza, non crea discriminazione nel dare agli individui cultura e conoscenze utili. Oltre a stabilire le quote di dividendo, le capacit nel lavoro danno agli individui anche il diritto di ricoprire le cariche ufficiali nelle Serie; queste, infatti, sono ordinate in maniera gerarchica. In ogni caso, i posti di privilegio in questa struttura non danno diritto a particolari poteri o vantaggi, se non quello di poter rappresentare le Serie preferite nelle feste e nelle parate cerimoniali. Sappiamo, comunque, che lautore d grande importanza ai meccanismi delle gerarchie da parate; queste hanno la funzione di soddisfare il naturale desiderio di ambizione, favorendo una competitivit del tutto innocua ed impotente a creare contrasti e discordie. Il terzo fattore da considerare nella distribuzione del dividendo il capitale
venga classificata attivit necessaria, utile e gradevole. In ogni caso, difficilmente le differenze, stabilite da tutti gli armoniani, nella seduta di ripartzione saranno sostanziali. Cfr. L. Tundo, La Societ Armonica, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, cit., p.224. 484 M. Moneti, introduzione a Ch. Fourier, Contro la civilt, cit., p. 45.

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investito. Da questo punto di vista, la Falange pu essere considerata una societ per azioni, che d dividendi proporzionali al capitale investito. Al momento della fondazione del Falansterio le differenze esistenti in Civilt non vengono eliminate, ossia Fourier non favorevole ad una redistribuzione. Il desiderio dellautore costituire il sistema societario in modo del tutto pacifico, cercando di convincere i ricchi a costruire i primi falansteri. Questa iniziale condizione di diseguaglianza destinata a mantenersi, se non ad aumentare, a causa del terzo fattore di dividendo. La vita comunitaria del Falansterio d a tutti la possibilit di risparmiare e, conseguentemente, di investire, ma la sensazione che le differenze iniziali tendano ad autoalimentarsi, finendo per creare notevoli differenze di ricchezza. Al riguardo, Laura Tundo pone il problema delleffettiva capacit del Falansterio di creare la societ armonica485, perch la potenziale capacit di arricchirsi e accumulare denaro difficilmente non darebbe luogo anche al desiderio di acquisire potere e privilegi, dando vita a scontri, divisioni ed abusi; proprio quello che Fourier vuole evitare. Lautore favorevole alle differenze, perch le ritiene indispensabili allo sviluppo della produzione. Ci che vuole assolutamente evitare sono le funeste conseguenze che da esse possono derivare: legoismo, i privilegi, lo sfruttamento delluomo, la miseria delle masse. Il Falansterio pu essere inteso come un sistema che, pur partendo dal principio che lo stimolo principale
485 L. Tundo, La Societ Armonica, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La passione dellutopia, cit., p. 224.

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allattivit delluomo sia linteresse individuale, arriva, attraverso la sua particolare organizzazione, ad impedire che questo sia fonte di contrasti e divisioni tra gli abitanti della Falange. In primo luogo, lenorme benessere, dando la possibilit a tutti di soddisfare i propri impulsi, tende a minimizzare i contrasti. Inoltre, nella Falange si ha un alta soglia di equit sociale, non solo perch tutti godono dei medesimi diritti politici e sociali, ma anche perch attraverso la vita comunitaria e la particolare organizzazione della Falange vengono ridotte le differenze nei diritti economici. Sono presenti le premesse per creare effettive pari opportunit di partenza attraverso una organizzazione del tutto paritaria del lavoro486, leducazione unitaria e collettiva, che d a tutti uguali possibilit di apprendimento, eliminando i privilegi legati alla ricchezza e alla cultura, infine, il modo di vita assolutamente libero e spontaneo, che porta alla scomparsa della famiglia e indirettamente alleliminazione di privilegi economici legati ai patrimoni familiari. Nonostante queste misure atte a dare a tutti le medesime opportunit di partenza, derivanti non solo da una completa eguaglianza nei diritti, ma anche dalleliminazione di qualsiasi privilegio economico, nel Falansterio rimane la concreta possibilit di sostanziali differenze di ricchezza tra i membri della comunit.
486 Abbiamo visto che gli unici privilegi che si possono avere sono quelli legati alle gerarchie da parata, che hanno lo scopo di soddisfare il desiderio di ambizione degli uomini, e quindi di incanalarlo in modo che non crei disarmonie .

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Lo stesso Fourier sembra rendersi conto che il benessere, le pari opportunit, la vita e leducazione comunitaria, rischiano di essere misure insufficienti a frenare, o meglio a incanalare in maniera positiva, lambizione, il desiderio di ricchezza e di potere che le marcate disuguaglianze favorirebbero. Lautore sembra, altres, temere che il sistema, cos come stato congegnato, potrebbe non funzionare, potrebbe incepparsi a causa di quello stesso individualismo, che dovrebbe essere la linfa vitale del Falansterio. In ultima analisi, egli, come garanzia al sistema, finisce per affidarsi alla naturale487 bont degli uomini, bont, che seppur apparentemente scomparsa nel corrotto sistema civile, non tarder ad emergere con la nascita dellordine combinato. Fourier afferma che tra tutti i membri della Falange nascer una profonda amicizia488, che sar pi forte di qualsiasi egoismo. In tal modo, verranno eliminati gli effetti nocivi delle disuguaglianze, considerate, daltra parte, essenziali per tenere alto quello spirito di emulazione necessario per produrre lenorme ricchezza del Falansterio. Probabilmente, anche la necessit di favorire un forte legame tra i falansteriani stata uno dei motivi che ha portato lutopista ad ideare una
487 Si ricorda, ancora una volta, che Fourier considera gli uomini e le loro passioni essenzialmente buone, ossia conformi al volere di Dio, il quale si serve di esse per ordinare luniverso, facendo in modo che la felicit e il piacere coincidano con la giustizia; al riguardo, si parla, sovente, di morale basata sul piacere. Nella civilt, a causa della sua struttura economica e sociale, linteresse individuale e collettivo non coincidono, in tal modo gli uomini possono assecondare i loro desideri solo comprimendo quelli degli altri. 488 Fourier, nella sua mania per le classificazione, ha ordinato lamicizia, secondo vari livelli. Quello pi elevato, chiamato onnifilia, che si svilupper solo nellordine combinato, unamicizia generale e disinteressata.

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societ organizzata in piccole comunit: solo allinterno di queste possibile la nascita di un legame generale ed esteso a tutti i membri. Inoltre, molte delle caratteristiche strutturali di queste rispondono a questa esigenza: la vita comunitaria, leducazione collettiva, la partecipazione di ognuno a numerose attivit hanno lo scopo di avvicinare gli uomini e di favorire gli interessi comuni. Fourier fiducioso, lo abbiamo visto nella descrizione delle sedute di ripartizione, nella capacit degli uomini di riconoscere ed ammettere limportanza di ognuno, sia di chi mette i capitali sia di chi lavora soltanto nelle attivit svolte dalla Falange. Il pensatore, pur affermando che sar proprio la brama di ricchezza e lambizione di ognuno a mantenere larmonia e lordine nel sistema combinato, con i suoi continui riferimenti allonnifilia e alluniteismo489 sembra, in definitiva, affidarsi alla fraternit, anche se questa da intendere in modo del tutto diverso da quella a cui si appella Saint-Simon nel Nuovo Cristianesimo. Nondimeno, per il successo del sistema combinato, diventa fondamentale un reale cambiamento nella mentalit degli uomini, perch le passioni, pur non cambiando nel corso delle varie epoche, in civilt sono state incanalate in modo
489 E dunque certo che da ogni esercizio materiale di passione sviluppata armonicamente o per masse concertanti, se si subordina ogni gesto allinteresse della massa si trae molto pi piacere che agendo liberamente e isolatamente, e questo genere di piacere, molto diverso dal godimento stesso, un piacere di unitarismo... (Ch. Fourier, Le nouveau monde amoureux, Anthropos, Paris, 1967, trad. it. in Id., Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso e altri scritti sul lavoro, leducazione, larchitettura nella societ dArmonia, a cura di I. Calvino, cit., p. 376. Le nouveau monde amoureux costituito da manoscritti inediti fino al 1967). Lautore continua dicendo che tali sentimenti non esistono in Civilt, essendo l sconosciuta lamicizia collettiva, che aumenta il piacere dei piccoli sacrifici compiuti in nome del bene comune.

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sbagliato, dando luogo allegoismo e al contrasto tra interesse individuale e collettivo. Fourier vuole che luomo perda i vizi e le cattive abitudini contratte nella fase civile ed convinto che questo sia possibile semplicemente organizzando un nuovo sistema. In tal modo, nel Falansterio, la giustizia distributiva previene le diatribe di natura economica; leducazione collettiva ha lo scopo di eliminare le classi, perch la diversit dei modi...sarebbe germe di discordia490; la vita comunitaria e lidentit di interesse a vedere prosperare la falange uniscono gli uomini, al di l di ogni possibile divisione e differenza. Oltre a queste misure di natura socio-economica, nel falansterio i rapporti parentali, affettivi e amorosi sono reimpostati in modo del tutto libero e spontaneo491, in modo da eliminare le premesse per la formazione di gruppi isolati dal resto della comunit. Il vero cambiamento, naturalmente, avverr con le nuove generazioni, che allevate nella nuova societ, saranno indenni dai vizi della civilt; con esse la societ armonica diventer effettiva. Fourier sembra piuttosto sicuro della realizzabilit del suo progetto ed proprio in questo lutopia: nei mezzi, non nelloriginalit del sistema. Il falansterio, con luomo armonico, pu funzionare. Il problema che dovrebbe proprio essere lordine combinato a trasformare luomo civile, ma allo stesso tempo questultimo non pu far funzionare la falange: non ci pu essere
490 Ch. Fourier, Theori de lunit universelle, cit., trad. it.in Id., Contro la civilt, a cura di M. Moneti, cit., p. 176. 491 L. Tundo, La Societ Armonica, in A. Colombo e L. Tundo (a cura di), Fourier. La Passione dellutopia, cit., p. 231.

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falansterio senza uomo armonico e, viceversa egli non pu nascere senza Falansterio. Qualsiasi sistema, anche il pi bizzarro, se strutturato in maniera coerente, pu funzionare a partire da determinati presupposti. Non si pu porre in dubbio che il Falansterio possa funzionare, perch organizzato coerentemente alle sue premesse. Il presupposto fondamentale nel sistema di Fourier luomo armonico. Labitante del Falansterio possiede, infatti, alcune caratteristiche che lo rendono diverso da quello che impropriamente potremmo chiamare uomo civile, nel senso che questo termine ha nellautore. Il falansteriano non pensa al denaro o ai beni che possiede, lavora continuamente per puro piacere e divertimento, attirato da molte attivit, felice se le serie in cui lavora prosperano, il suo desiderio di ambizione soddisfatto semplicemente guidando le serie di parata. Potremmo dire che luomo di Fourier, come lhomo aeconomicus di Adam Smith, continua ad agire per interesse personale, ma il suo sistema di valori cambiato. Con un tal genere di uomini non ci sono ragioni per dubitare che il Falansterio prospererebbe. Naturalmente non si vuole nemmeno mettere in dubbio che luomo possa cambiare sistema di valori. Il rapporto tra gli uomini e la societ, in cui vivono, di interdipendenza: gli uomini fanno la societ e questa influisce su di loro. Nel nostro caso, non si pu affermare che luomo civile, posto nella societ

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armonica, non possa cambiare il proprio sistema di valori diventando falansteriano a tutti gli effetti. Quello che si mette in dubbio che egli spontaneamente sia attirato da un sistema che presuppone che gli uomini abbiano obiettivi e valori diversi da quelli che egli ha al momento della sua scelta. Fourier utopista nel senso inteso da Marx: non si posto il problema dei mezzi con i quali realizzare la societ armonica. Fourier chiedeva semplicemente la costruzione di una comunit di prova per dimostrare a tutti la bont delle sue idee; alcuni falansteri, dopo la sua morte, sono stati costruiti, ma nessuno di essi ha avuto successo492. Al di l di tali questioni, comunque quello che necessario dire che lobiettivo dellautore costituire una societ libera e spontanea, senza divisioni al suo interno; lunica in grado, secondo lautore, in grado di assicurare uneguaglianza sostanziale, ossia identiche posizioni di tutti gli individui di fronte alla possibilit di soddisfare le proprie passioni. F. Armand nellintroduzione ai Testes Choisies scrive: Malgrado le apparenze non esiste pi in questa societ nuova alcuna traccia di ineguaglianza di fondo. Ci sono certo, non v dubbio, delle differenze di ricchezza, ma esse non generano, come nella Civilt, lesorbitante privilegio che permette al capitalista di aumentare il suo capitale di un plus-valore prelevato sul prodotto,
492 Un falansterio fu costruito in Romania da un nobile proprietario terriero. Esso venne distrutto dai proprietari circostanti che temevano il diffondersi di simili comunit. (E. Polulat, Les Cahiers manuscrits de Fourier. Etude historique et inventaire raisonn, Paris, 1957, pp. 14-15). Un altro Falansterio fu costruito da Mikhail Vasilevich Petrashevsky, un rivoluzionario russo che volle diffondere il fourierismo tra i contadini del suo podere. Il falansterio venne bruciato dagli stessi contadini. (F. Venturi, Il populismo russo, Einaudi, Torino, 1972).

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non pagato, della forza lavoro del proletario, acquistata al suo valore di scambio. Se ci sono delle classi nel Falansterio, e ve ne sono parecchie, esse non sono pi n sfruttatrici n sfruttate493. Solo alla luce questo nuovo mondo, abitato da uomini nuovi, diventa possibile capire ci che Fourier intende realmente per eguaglianza e giustizia. Al di l dellutopia e della realizzabilit del progetto, nella societ armonica tutti sono uguali e liberi da condizionamenti di fronte alla possibilit di soddisfare le proprie passioni; in questo modo si realizza il principio fondamentale della societ senza classi, delineata da Marx, nella quale il libero sviluppo di ciascuno la condizione del libero sviluppo di tutti494. Nella societ armonica, non scompare il denaro e la possibilit di accumularlo, ma tutto questo non interessa pi a nessuno. In tal modo, gli armoniani dotati di capitali reinvestono nella falange; non utilizzano il loro denaro per acquistare privilegi, perch non sanno che farsene; offrono cene e pranzi ai loro compagni di lavoro. Non hanno il desiderio di tramandare le ricchezze ai figli, danno i loro averi a chi ha le capacit di far brillare le serie da loro preferite. Il denaro perde la sua funzione di simbolo di potere495 e diventa solo uno strumento per soddisfare le passioni. Ci sono, cos, delle pseudo-classi, legate ai

493 F. Armand, introduzione a Ch. Fourier, Textes Chosies, Editions Sociales, Paris, 1953, in Ch. Fourier, Teoria dei quattro movimenti e altri scritti, cit., p. 45. 494 A. Labriola, In memoria del Manifesto dei Comunisti, contenuto in K. Marx-F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista, Newton-Compton, Milano, 1994, p. 66. 495 Cfr. . Lehouck, Fourier aujourdhui, Denol, Paris, 1966, p. 76.

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diversi piaceri che si possono ottenere tramite il denaro, ma questo non impedisce, come invece accade nella Civilt, il formarsi di legami e di amicizia tra persone con ricchezze diverse. In questo si ha la vera eguaglianza, uneguaglianza sostanziale perch nessuno vuole pi prevalere sugli altri. Non solo ognuno ha la possibilit di ottenere ci che desidera, senza nuocere agli altri, e linteresse individuale e collettivo diventano la medesima cosa, ma ogni abitante della Falange interessato agli altri come fossero fratelli.

In casi del genere il principe e il plebeo si confondono; la gioia cos piena, cos sincera, che ha bisogno di estendersi dappertutto, di comunicarsi allultimo venuto. Ognuno vede in chi lo circonda un confidente e un amico. E in tale situazione che la filosofia pu contemplare per qualche istante leguaglianza e la fraternit, cos maldestramente vagheggiate nella Civilt...496

496 Ch. Fourier, Thorie de lunit universelle, cit., trad. it. in Id., LArmonia Universale, a cura di M. Larizza, cit., p.167.

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Conclusione

Eguaglianza reale, eguaglianza industriale, ineguaglianza graduata: tre autori socialisti e tre differenti concezioni delleguaglianza. Tre idee differenti riguardo ai criteri distributivi, tre modi diversi di concepire la societ ideale. La prima cosa che risulta evidente studiando Babeuf, Saint-Simon e Fourier proprio la diversit: nel pensiero, nellimmaginare la perfetta organizzazione della societ, nellidea che essi hanno delluomo, dalla quale deve partire necessariamente ogni scienza sociale. In particolare, per quel che riguarda la distribuzione delle ricchezze la diversit delle loro idee si manifesta in maniera chiara. Babeuf, infatti, insegue leguaglianza reale, intesa come distribuzione assolutamente egualitaria delle risorse e dei lavori, nella convinzione che gli uomini siano identici nella necessit di soddisfare i propri bisogni fondamentali. Per Saint-Simon, invece, leguaglianza industriale, ossia una distribuzione dei poteri e delle risorse proporzionale ai meriti individuali, lunico criterio distributivo applicabile in una societ, il sistema industriale, il cui scopo primario spingere al massimo la produzione e, di conseguenza, labbondanza e il benessere generalizzato. Infine, Fourier sostiene quella che lui stesso definisce ineguaglianza graduata. Anchegli, come Saint-Simon, propone, in un certo senso, una distribuzione

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delle risorse proporzionale alle capacit. In questo autore, per, non assolutamente possibile distinguere la questione strettamente distributiva dal resto della dottrina. Fourier, infatti, difende con forza ogni minima differenza esistente tra gli uomini. Per lui, inguaribile ottimista riguardo alle potenzialit e alle capacit ancora inespresse degli individui, ogni possibile diseguaglianza, non solo nelle ricchezze e nella distribuzione del reddito, ma anche nelle inclinazioni, nei caratteri, nei gusti personali indispensabile per instaurare quellordine naturale, quellarmonia, in cui ogni uomo, realizzando la propria vera natura, potr raggiungere la propria felicit e, al tempo stesso, favorire quella degli altri. I tre autori rispondono, dunque, in maniera assai diversa alla domanda perch leguaglianza ?- intesa qui nel suo connotato economico - o, viceversa, perch lineguaglianza ?. Tale diversit discende dal fatto che essi hanno opinioni divergenti riguardo agli uomini ed in particolare a quale debba essere considerata la caratteristica in essi rilevante e che li accomuna e li rende sostanzialmente uguali. La costruzione di qualsiasi organizzazione sociale deve, infatti, partire da questo e deve basarsi su un principio, al tempo stesso fondamento e scopo della societ, che assicuri il trattamento imparziale - e dunque uguale - degli uomini in riferimento alla caratteristica rilevante. Babeuf, nelluomo, evidenzia soprattutto la presenza dei bisogni, siano essi di natura materiale o spirituale. Da questo discende che gli individui devono essere

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uguali nella possibilit di soddisfare le proprie necessit e, poich Babeuf non vede grosse differenze tra i bisogni fondamentali degli uomini, nella repubblica degli Uguali le risorse sono distribuite in maniera assolutamente imparziale. Fourier partendo dal medesimo principio, ossia che gli uomini devono essere posti in una condizione di perfetta eguaglianza nella possibilit di soddisfare le proprie necessit, o meglio le proprie passioni, arriva a conclusioni assai diverse. Lautore, infatti, contrariamente a quanto pensa Babeuf, ritiene che i bisogni varino notevolmente, in qualit e quantit, da persona a persona. Accade cos che nel falansterio lequit distributiva sia bandita in favore di una distribuzione delle risorse proporzionale a lavoro, capitale e talento. Questo permette agli abitanti della falange, non solo attraverso una maggiore produzione di ricchezza, ma anche con la soddisfazione di quelle passioni che non passano attraverso la mediazione del denaro, di essere perfettamente uguali di fronte alla possibilit di appagare il proprio piacere. In Saint-Simon la situazione cambia ancora. Egli pone lattenzione non tanto sui bisogni quanto sulle capacit umane. Per lautore, infatti, scopo supremo della societ la produzione e, conseguentemente, la ricchezza e il benessere. In Saint-Simon, daltra parte, produzione e benessere hanno uno stretto rapporto di interdipendenza. Il benessere non esplicitamente considerato come lobiettivo fondamentale della societ da raggiungere attraverso lefficienza produttiva. Benessere e produzione sono due aspetti dello stesso principio497. La
497 Saint-Simon, nelle ultime opere, d, comunque, la preferenza al primo dei due aspetti e scopo della societ diventa migliorare la sorte delle classe pi povera.

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produzione, infatti, non ritenuta un semplice mezzo, ma un fine in s. Nel sistema industriale, il principio meritocratico, una distribuzione dei poteri e delle risorse proporzionale ai meriti - gli uomini sono, quindi, uguali nel diritto di essere trattati imparzialmente nel criterio che collega le ricchezze ai meriti - consente, oltre, indirettamente, alla produzione di grande abbondanza, agli uomini, ognuno secondo le proprie capacit, di esplicare la propria vera natura produttiva. In ogni caso, al di l di queste differenze di base, sicuramente importanti, bisogna riconoscere che tra il pensiero dei tre autori le affinit non mancano. Punti di contatto e divergenze si intrecciano continuamente. Molto spesso, anzi, la comune adesione agli stessi principi porta i tre autori a propendere per soluzioni estremamente diverse. Una buona strada per cercare di mettere in luce i rapporti tra le teorie sociali dei tre autori ed in particolare tra le loro diverse concezioni delleguaglianza osservare come essi impostano le interrelazioni tra lidea stessa di eguaglianza e tre concetti, strettamente connessi ad essa, che in loro assumono, seppur in misura diversa, importanza primaria: efficienza, unit, benessere. Eguaglianza ed efficienza. In tale contesto, lefficienza (economica) intesa come la capacit della societ di produrre beni e, dunque, ricchezza. Un principio abbastanza condiviso che leguaglianza nella distribuzione delle ricchezze sia un disincentivo alla produzione. In questo modo, leguaglianza economica, divenendo causa della povert della comunit, andrebbe sacrificata

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in nome di un abbondanza che arricchirebbe, in misura diversa, tutti; in un certo senso la diseguaglianza, attraverso lefficienza, permette la ricchezza e questa, a sua volta, giustifica la diseguaglianza stessa498. Babeuf, Saint-Simon e Fourier si trovano pi o meno tutti daccordo sul contrasto tra eguaglianza economica ed efficienza, ma le soluzioni che essi propongono, e che sono la causa delle pi evidenti differenze tra i loro criteri distributivi, sono diverse. Babeuf, semplicemente, sceglie di sacrificare lefficienza, considerando leguaglianza il vero obiettivo della societ. Esso deve essere assicurato in ogni caso, derivando dalla naturale eguaglianza degli uomini nei bisogni fondamentali. Abbiamo visto nel capitolo a lui dedicato, come non sia possibile affermare con certezza che Babeuf ritenga incompatibile leguaglianza economica con lefficienza produttiva; il problema non da lui affrontato esplicitamente. In ogni caso, nella repubblica degli Uguali ognuno ottiene ci che necessario per soddisfare i propri bisogni fondamentali e nulla di pi. Saint-Simon e Fourier si pongono, invece, in una prospettiva completamente diversa. Per entrambi la ricchezza considerata necessaria, anche se non sufficiente, per assicurare a tutti il benessere. Entrambi, Fourier in particolare, immaginano un mondo in cui labbondanza tale da rendere poco importanti le differenze di trattamento. Entrambi considerano leguaglianza assoluta nella
498 Kant afferma che la diseguaglianza fonte di ogni male, ma, nello stesso tempo di ogni bene. Questo bene sono i beni disponibili. Cfr. A. M. Iacono, Congetture illuministiche sulla storia della civilt, in A. Burgio, D. Losurdo, J. Textier (a cura di), Egalite/Inegalite, Quattroventi, Napoli, 1990, pp. 109-110.

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distribuzione un principio assolutamente incompatibile con il raggiungimento di quella ricchezza necessaria ad assicurare a tutti condizioni di vita soddisfacenti. Entrambi preferiscono, ad una distribuzione uguale, una distribuzione delle risorse proporzionale a ci che possiamo genericamente chiamare meriti e capacit. Entrambi, daltra parte, considerano, esattamente in modo opposto a Babeuf, naturali le differenze tra gli uomini e, di conseguenza, nel trattamento che deve essere loro riservato. Fourier, in particolare, immagina che la distribuzione delle immense ricchezze prodotte allinterno del falansterio avvenga in funzione sia dei capitali investiti, sia del talento e del lavoro di ognuno. Tali differenze nella retribuzione, al pari di ogni altra differenza tra gli uomini (gusto, ricchezza, capacit, inclinazioni), sono considerate indispensabili per creare quello spirito di emulazione, di competizione positiva, che spinga gli uomini a produrre unimmensa abbondanza. Tale principio distributivo, apparentemente decisamente anti-egualitario, deve daltra parte, essere valutato anche alla luce delle altre caratteristiche del falansterio. In primo luogo, limmensa abbondanza di beni rende trascurabili le differenze di trattamento, perch anche i pi poveri hanno standard di vita altissimi. In secondo luogo, e lautore lo sottolinea, a tutti assicurato il soddisfacimento dei bisogni, non solo primari, attraverso la gestione collettiva e la fornitura gratuita di molti servizi: nel falansterio a tutti assicurato un alloggio, le mense sono comuni, i servizi domestici, gli spettacoli e le attivit

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ricreative sono gratuite. Infine, lottimismo sulle capacit umane porta lautore alla convinzione che ognuno sia in grado di eccellere in molte attivit e, conseguentemente, di ottenere ricompense adeguate, anche perch nel mondo societario eliminato qualsiasi tipo di privilegio e vengono, cos, assicurate, anche grazie ad una educazione uguale e naturale, effettive pari opportunit. Lo scenario proposto da Saint-Simon , per certi versi, simile a quello prospettato da Fourier sebbene, rispetto a questultimo, il sistema industriale sia pi sobrio, a causa, forse, del minore ottimismo dellautore o pi probabilmente della sua maggiore concretezza. Anche Saint-Simon propone una distribuzione proporzionale delle ricchezze, in questo caso proporzionale allapporto di ognuno, unita alla necessit di assicurare condizioni di vita sufficienti per tutti, istanza primaria del Nuovo Cristianesimo, e

allinstaurazione, attraverso labolizione dei privilegi nobiliari e la garanzia di educazione per tutti, di pari opportunit economiche. Il rifiuto delleguaglianza assoluta, collegato anche in questo caso alla tensione tra eguaglianza ed efficienza, difeso e giustificato in modo diverso rispetto a Fourier. Saint-Simon, infatti, difende la diseguaglianza nel suo socialismo gerarchico non tanto ritenendola necessaria per creare un maggiore stimolo alla produzione negli individui, quanto, in vista dellobiettivo aggregato della produzione, sostenendo che dare pi potere alle persone pi abili e ricche di talento sarebbe daiuto per tutti499. Daltra parte, considerazioni di questo tipo
499 Sullargomento si veda il paragrafo Difese alternative della diseguaglianza in A. K. Sen, La diseguaglianza, Il Mulino, Bologna, 1994, pp. 193-197.

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si riferiscono principalmente alla distribuzione dei poteri pi che delle ricchezze, i cui criteri, come abbiamo visto, non vengono in realt spiegati e giustificati precisamente dallautore. Dei tre autori, Babeuf lunico a sostenere una distribuzione assolutamente egualitaria dei beni e delle risorse. Daltra parte. anche lunico a non prospettare una societ traboccante di ricchezza. Nella repubblica degli Uguali, dal punto di vista economico, si verifica quello che si potrebbe definire un livellamento verso il basso. I tre autori sembrano, dunque, concordi nel riconoscere la tensione tra eguaglianza ed efficienza e le maggiori differenze, nei criteri di distribuzione delle risorse, tra loro discendono in gran parte dallimportanza che ognuno di essi attribuisce allabbondanza come obiettivo sociale. Per Babeuf la ricchezza, non solo non un bene da inseguire, un male da evitare; per Saint-Simon e Fourier labbondanza uno dei principali obiettivi della societ. Eguaglianza e unit. Babeuf, Saint-Simon e Fourier considerano la societ come ununit inscindibile. Le loro analisi hanno come punto di partenza questa idea fondamentale. Le differenze tra le loro dottrine, comprese quelle riguardanti leguaglianza e la distribuzione delle risorse, possono essere ricondotte alle diverse interpretazioni di questo medesimo principio. Babeuf e Saint-Simon partono direttamente dalla societ per sviluppare le loro teorie. La comunit il soggetto del loro pensiero. Per entrambi, soprattutto

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per Babeuf, non c discontinuit tra gli obiettivi dei singoli e quelli della comunit e tra benessere individuale e collettivo. Per Fourier, naturalmente, il discorso pi complesso. Egli, infatti, parte dagli individui e dalle loro caratteristiche personali. Il suo obiettivo dichiarato mettere il singolo nelle condizioni di soddisfare le proprie passioni e di seguire le proprie inclinazioni particolari. Da questo deciso individualismo, per, lautore, attraverso la sua concezione naturalistica della societ umana, arriva a ricomporre lunit della comunit proprio partendo dagli interessi personali ed egoistici, criticando, anzi, aspramente tutti quei comportamenti e quelle caratteristiche della civilt che spezzano lunit originaria. Tutti e tre gli autori aderiscono allidea che tutti gli uomini siano eguali nellunit di specie500 e tale unit deve essere ricomposta proprio nella societ. Da questa idea centrale conseguono molte importanti analogie tra le tre dottrine, ma, al tempo stesso, a seconda di come ogni autore pensa a come la societ possa ricostituire lunit naturale, ci sono notevoli differenze tra la struttura interna delle tre organizzazioni sociali. Il primo punto comune che tutti e tre gli autori rifiutano il sistema di mercato, sostituendo ad esso altri tipi di organizzazioni economiche: Babeuf uneconomia pianificata centralmente, Saint-Simon un capitalismo gerarchico e centralizzato, Fourier, con maggiore fantasia, leconomia societaria con le sue
500 Per interessanti considerazioni sul concetto di eguaglianza come unit essenziale degli uomini, si veda D. Losurdo, Legalit e i suoi problemi, in A. Burgio, D. Losurdo, J. Textier (a cura di), Egalite/Inegalite, cit., pp. 143-149.

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sette combinate. La libera concorrenza, criticata dai tre mettendone in luce alternativamente diverse caratteristiche negative (lo sfruttamento, lirrazionalit, lincoerenza e la frode), considerata, infatti, in contrasto con i meccanismi naturali che devono guidare la societ verso gli obiettivi comuni. Una seconda caratteristica che accomuna i tre autori che essi ritengono che ci sia una corrispondenza biunivoca tra interesse individuale e collettivo: interesse individuale e collettivo non si distinguono. Tutti e tre, seppure in modo decisamente diverso, vanno ben oltre la teoria della mano invisibile, perch non semplicemente ritengono che tutta la societ finisca per svilupparsi direttamente grazie alla composizione degli interessi personali. Nelle loro costruzioni sociali, infatti, legoismo finisce per scomparire e trasformarsi nellinteresse a vedere prosperare la comunit. Babeuf il pi radicale dei tre. Nella repubblica degli Uguali linteresse personale non esiste pi. Obiettivo primario di ogni cittadino, una volta che viene assicurata a tutti la soddisfazione dei bisogni e al contempo viene eliminata la possibilit di acquisire pi ricchezza o potere di altri, la prosperit dellintera comunit. In Babeuf, non c quasi distinzione tra felicit personale e sociale; la prima finisce per coincidere con la seconda. Nellautore, il concetto di societ come unit inscindibile spinto alle estreme conseguenze. In tal modo, per non rompere tale unit diventa necessario che la caratteristica principale dei cittadini sia lomogeneit. Da qui, lesigenza di eliminare qualsiasi tipo di differenza, in primo luogo quelle economiche

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attraverso

una

distribuzione

assolutamente

egualitaria

delle

risorse.

Successivamente, soprattutto grazie alleducazione, vengono eliminate tutte le differenze artificiali e viene ristabilita leguaglianza naturale, nella convinzione che gli uomini, posti nelle medesime condizioni e con le stesse opportunit, sviluppino capacit e bisogni non troppo dissimili. Infine Babeuf si spinge oltre, finendo per affermare che anche qualora si riconosca la presenza di evidenti differenze naturali tra gli uomini, qui lautore si riferisce in particolare alle capacit produttive, necessario fare in modo che esse non nuocciano allunit della comunit e alla fratellanza e solidariet tra i suoi membri che da essa necessariamente discendono. Saint-Simon e Fourier, ancora una volta, hanno tra loro maggiori punti di contatto rispetto a quanti ne abbiano con Babeuf. Lidea comune in loro, idea che li distanzia da Babeuf, che essi ritengono che lunit della societ possa essere raggiunta, non eliminando le maggiori differenze tra gli uomini, ma proprio grazie ad esse. Entrambi gli autori aderiscono, in questo sono simili a Babeuf, ad una concezione naturalistica della societ. Per Saint-Simon, il quale segue le teorie organicistiche, la comunit deve essere considerata come un essere vivente, il cui scopo svilupparsi e crescere, i cui organi, i cittadini, pur svolgendo funzioni diverse devono muoversi in sincrono in vista dello scopo comune. Per Fourier, la societ deve essere organizzata in modo da riprodurre lordine naturale attraverso lorganizzazione delle serie.

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Entrambi gli autori, Fourier in modo pi chiaro e deciso, sono concordi sul fatto che si debbano eliminare tutte quelle differenze, per cos dire, artificiali tra i membri della comunit e questo pu essere fatto assicurando a tutti pari opportunit, sia attraverso leducazione sia con leliminazione dei privilegi. Per quel che riguarda, invece, le diversit naturali (per Saint-Simon queste si ricollegano principalmente alle capacit, mentre Fourier ne fa un esame pi ampio e dettagliato), i due autori le considerano indispensabili per ricostituire lunit. Saint-Simon, in vista dello scopo comune della produzione, immagina una societ in cui, attraverso una classificazione razionale delle capacit di ognuno, ogni individuo svolga la funzione che gli compete. Nella societ armonica, invece, la struttura organizzativa decisamente pi complessa. Fourier, infatti, a differenza di Saint-Simon, convinto che ogni uomo, avendo numerose inclinazioni e capacit, possa e debba svolgere pi attivit allinterno della comunit. Ogni attivit , dunque, organizzata gerarchicamente, ma ogni membro del falansterio ricopre molte e diverse cariche, cos come ottiene varie retribuzioni. Daltra parte, in entrambi gli autori, la difesa delle diseguaglianza si accompagna ad un forte richiamo alla solidariet tra i membri della comunit. Saint-Simon, dapprima convinto che la struttura del sistema industriale avrebbe spontaneamente eliminato legoismo e fatto coincidere linteresse individuale con quello collettivo della produzione, nelle ultime opere si

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richiama direttamente alla morale e al principio cristiano della fratellanza. Il pensiero dellautore, dunque, e in questo si avvicina a Babeuf, acquisisce una forte componente etica: luomo deve perdere il suo punto di vista esclusivo e personale per acquisire quello pi generale e disinteressato che si ricollega alla societ nel suo complesso. In Fourier tutto questo manca: se nel suo sistema c una morale questa quella del piacere. Non per questo, per, si pu affermare che nella sua societ la fratellanza non sia presente. Fourier, infatti, decisamente pi ottimista di Babeuf e Saint-Simon riguardo alle potenzialit umane. Nel suo sistema non solo gli interessi individuali non sono in contrasto tra loro e si fondono con lo sviluppo dellintera comunit, ma la solidariet nasce dalle stesse passioni umane; nel mondo societario lamore e lamicizia acquisiscono una forza immensa. Eguaglianza e benessere. Obiettivo primario di tutti coloro che si dedicano alla costruzione di nuove organizzazione sociali la ricerca del benessere, il quale pu essere inteso come la soddisfazione generalizzata e stabile dei bisogni non solo primari, ma secondari501. Ci che accomuna Babeuf, Saint-Simon e Fourier non , per, solo questa ricerca, ma anche il fatto che essi, pur in maniera diversa, si riferiscono ad un benessere che non soltanto materiale, ossia non proporzionale esclusivamente allabbondanza di beni. Il benessere, daltra parte, strettamente collegato alleguaglianza sia
501 Cfr. A. Colombo, Le societ del futuro. Saggio utopico sulle societ postindustriali, Dedalo, Bari, 1978, pp. 386-388.

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indirettamente, perch la componente materiale del benessere dipende dalla struttura economica della societ a sua volta connessa in qualche modo alleguaglianza, sia in maniera diretta, perch a seconda di come il benessere definito, ossia a seconda di quali si ritengano i reali bisogni degli uomini, cambia necessariamente il tipo di eguaglianza che viene richiesta. In Babeuf, non solo ridotta al minimo la componente materiale del benessere, ma esso tende a diventare tuttuno con leguaglianza: gli uomini possono essere felici solo in una societ in cui leguaglianza assoluta. Per lautore, i bisogni degli uomini che devono essere soddisfatti, oltre naturalmente alle strette necessit materiali, sono di natura spirituale e sociale. I membri della repubblica degli Uguali, come abbiamo visto, raggiungono la massima felicit nel contribuire alla prosperit della comunit, nel partecipare attivamente alla vita pubblica e politica, nel partecipare alle numerose feste e manifestazioni, in cui viene esaltata la natura sociale delluomo. Si pu dire che il benessere in Babeuf abbia un elevato contenuto morale e in esso leguaglianza, non solo economica, abbia un peso determinante. Lautore, daltra parte, sa bene che luomo che vivr nella repubblica ben diverso dalluomo che vive ora. Per fondare la societ ideale necessario che nasca luomo nuovo. Il tema della necessit di un radicale cambiamento nel sistema di valori delluomo , del resto, unidea ben presente anche in Saint-Simon e, soprattutto, in Fourier. A questa, si riconnette anche il fatto che tutti e tre gli autori danno

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grande importanza alleducazione, che in Babeuf e Fourier, a suo modo, assolutamente egualitaria, come strumento di emancipazione degli uomini e che permetta loro di esplicare le loro potenzialit, ossia la loro umanit. Saint-Simon, per quel che riguarda il benessere, parla della necessit da parte di tutti gli uomini di soddisfare i bisogni materiali e spirituali. La prima componente, comunque, senzaltro la pi importante per lautore. Da qui, la necessit che la produzione venga spinta a livelli sempre pi elevati, e la richiesta, pi forte negli ultimi sviluppi del suo pensiero, di assicurare a tutti condizioni di vita sufficienti. La componente, per cos dire, spirituale del benessere acquista maggior valore con le ultime opere, in cui la richiesta di una maggiore moralit si fa pressante e Saint-Simon sembra quasi sottintendere che lo scopo finale del suo sistema sia dare ad ogni uomo la possibilit di esplicare le proprie particolari capacit. Fourier, tra i tre autori, quello che elabora maggiormente il concetto di benessere. Lunico scopo della sua organizzazione sociale permettere alluomo di raggiungere la felicit. Essa intesa come la soddisfazione di tutte le passioni, riguardo alle quali lautore elabora complicate teorie. Il benessere materiale senza dubbio una componente essenziale della felicit, ma non tutto. Luomo, quindi, per essere veramente felice deve essere messo in condizione di potere soddisfare tutte le proprie passioni. Per fare questo nella maggior parte dei casi non servono beni materiali. Il sistema societario , dunque, un mondo in cui, al di l dellenorme abbondanza materiale, gli uomini

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sono messi in condizione di realizzare s stessi a tutti i livelli. In tale societ la ricchezza materiale, pur non scomparendo essendo necessaria per soddisfare determinate esigenze, perde la sua posizione di centralit. In tale contesto ed anche alla luce di tutte le considerazioni fatte, e il discorso valido seppur con qualche cautela anche per Saint-Simon, mentre per Babeuf la questione naturalmente non si pone neanche, le eventuali diseguaglianze economiche finirebbero per cessare di essere di per s un problema, perdendo automaticamente contemporanea502. quella rilevanza che le caratterizza nella societ

502 Cfr. A. Burgio, Lineguaglianza legittima, in A. Burgio, D. Losurdo, J. Textier (a cura di), Egalite/Inegalite, cit., p. 78.

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Si ringrazia la biblioteca U. Balestrazzi di Parma per la gentile disponibilit.

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