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Seconda rivoluzione industriale

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La seconda rivoluzione industriale il processo di sviluppo industriale che viene cronologicamente riportato al periodo compreso tra il congresso di Parigi (1856) e quello di Berlino(1878) e in particolare all'ultimo decennio del 1800. [1].

Nella seconda met dellOttocento lEuropa occidentale estese e consolid la propria presenza nel mondo. Il suo prestigio si fondava sulla superiorit nel campo scientifico e tecnologico e sulla potenza industriale e capitalistica, rafforzato in seguito alla scoperta di nuove fonti di energia, come il petrolio e lelettricit, allutilizzo di nuovi sistemi di comunicazione e di trasporto, al dominio incontrastato del commercio mondiale. Intanto le grandi potenze europee portavano a termine le conquiste coloniali, soprattutto in Africa, spinte dal desiderio di procurarsi nuovi mercati di vendita per i prodotti nazionali e di accaparrarsi materie prime e risorse energetiche a basso costo. A questo prodigioso sviluppo industriale, che si protrasse fino agli inizi nel Novecento e che interess altri Stati del mondo, come gli U.S.A. ed il Giappone, stato dato il nome di Seconda rivoluzione industriale. In Europa, nel periodo tra il 1850 ed il 1914, si assistette ad una serie di cambiamenti importanti, che mutarono la vita del continente. Le innovazioni non furono della stessa portata in tutti i paesi: pi forti e caratterizzati in alcuni, meno evidenti in altri; tuttavia gli Europei avevano limpressione di essere giunti ad una svolta.

Definizione [modifica]
Il termine industria deriva dal latino industria (-ae), parola composta da endo- (dentro) e -struo (costruisco). Il significato originario dioperosit, attivit, diligenza acquista alla fine del Novecento l'accezione di "settore manifatturiero". La rivoluzione industriale un processo di trasformazione economica che da un sistema agricolo-artigianalecommerciale porta ad un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica, dall'utilizzo di nuove fonti energetiche (come ad esempio il petrolio e l'elettricit) e dalla diffusione della fabbrica come principale luogo di produzione nel quale si concentrano i mezzi di produzione (forza lavoro e capitale). Ne consegue un notevole incremento, quantitativo e qualitativo, delle capacit produttive di un Paese. All'interno della pi generica definizione di rivoluzione industriale va fatta una distinzione fra prima e seconda rivoluzione industriale. Laprima, iniziata alla fine del settecento, riguarda prevalentemente il settore tessile-metallurgico e comporta l'introduzione della macchina a vapore. La seconda rivoluzione industriale, che sia pure in tempi diversi a seconda dei paesi, prende avvio attorno alla met del secolo XIX, si sviluppa con l'introduzione dell'elettricit, dei prodotti chimici e del petrolio. La rivoluzione industriale comporta una profonda ed irreversibile trasformazione che parte dal sistema economico fino a coinvolgere il sistema produttivo nel suo insieme e l'intero sistema sociale. L'apparizione della fabbrica e

della macchina modifica i rapporti fra gli attori produttivi. Nasce cos la classe operaia che riceve, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorge anche il capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mira ad incrementare ilprofitto della propria attivit.

L'accelerazione della storia

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Oltre che per le grandi innovazioni tecnologiche e scientifiche, la seconda rivoluzione industriale si caratterizza in modo incisivo rispetto alla prima perch pi rapidi furono i suoi effetti, pi prodigiosi i risultati che determinarono una trasformazione rivoluzionaria nella vita e nelle prospettive dell'uomo.[2] Avvenimenti di rilievo prima dilatati nello spazio e nel tempo ora si concentrano in uno spazio temporale ristretto che rende pi veloce e concitata la vita dell'uomo. [3] Lo storico e sociologo tedesco Wolfang Schivelbusch ha osservato come la rivoluzione dei mezzi di trasporto abbia modificato non solo la geografia fisica delle zone dove essa si verificata ma anche la "geografia mentale" degli uomini, il loro modo di percepire lo spazio e il tempo.[4] Inizia quel fenomeno che porter, per effetto della contrazione dello spazio e del tempo, conseguenza dei nuovi pi veloci mezzi di trasporto e comunicazione, alla globalizzazione dei mercati, delle tecnologie e dei linguaggi, e in definitiva allaccelerazione della storia dell'uomo.

Caratteristiche [modifica]
Le innovazioni tecnologiche [modifica]
Dal 1870 in poi, si ebbe in Europa e negli Stati Uniti uno sviluppo tecnologico senza precedenti, che assicur ai paesi Occidentali la supremazia tecnica in tutto il mondo. La caratteristica che differenzia maggiormente la seconda rivoluzione industriale dalla precedente sta nel fatto che le innovazioni tecnologiche non sono frutto di scoperte occasionali ed individuali, bens di ricerche specializzate in laboratori scientifici e nelle universit finanziate dagli imprenditori e dallo stato per il miglioramento dell'apparato produttivo. I settori in cui si ebbero i maggiori risultati furono quello agricolo, quello manifatturiero e quello alimentare. Nel settore metallurgico, giocarono un ruolo fondamentale la realizzazione del Convertitore Bessemer e il Forno Martin-Siemens. Essi permisero la realizzazione di macchine e utensili pi robusti e resistenti del ferro che causava problemi per la sua tendenza ad usurarsi rapidamente. Nel 1878 con l'adozione del "processo Thomas"[5] poterono essere utilizzati materiali di ferro con alta percentuale di fosforo. Fu proprio questo metodo di defosforazione che consent alla Germania ricca di questi minerali di trasformarsi da paese agricolo a industriale sino a superare, con uno sfruttamento pi organizzato delle miniere dell'Alsazia e della Lorena e del bacino carbonifero della Ruhr, la produzione delle acciaierie inglesi. [6] L'acciaio permise nuove soluzioni nel campo della meccanica e nel 1870 l'utilizzo del cemento armato in quello delle costruzioni. Novit investirono anche il campo elettrico, soprattutto in Italia, con la costruzione della centrale termoelettrica a carbone per opera di Galileo Ferraris.

In Italia, mancando il carbon fossile e scarseggiando il carbone bianco[7][8] si sfruttarono i corsi d'acqua per la produzione di energia elettrica. Cos facendo non si and incontro alle esose spese per l'importazione di carbone. Nel campo chimico, vi furono tra le industrie, fortissime competizioni che portarono in pochissimi anni alla scoperta di nuovi prodotti comefertilizzanti, coloranti sintetici, ammoniaca, dinamite, soda e prodotti farmaceutici quali cloroformio, disinfettanti e analgesici. Pi lento fu invece lo sviluppo dell'apparato elettrico ancora in via di sperimentazione ed ebbe un deciso incremento solo dopo il 1870, quando si produssero i primi generatori (la dinamo e il motore elettrico, nonostante fossero gi in uso da molto tempo, risultarono poco convenienti e poco versatili per i processi produttivi). I progressi in questo campo permisero la graduale diffusione della rete elettrica ad uso civile per l'illuminazione (e successivamente l'utilizzo dei primi elettrodomestici), nelle case e nei luoghi di lavoro. L'introduzione dell'elettricit come fonte di illuminazione delle citt, molto pi efficiente di quella che utilizzava il gas illuminante, trasform la vita dei cittadini rendendo pi sicure le strade e permettendo anche una vita notturna pi intensa con la frequentazione di punti d'incontro illuminati. La luce elettrica cambi anche i ritmi di lavoro nelle fabbriche dove prima la produzione cessava con il venir meno della luce diurna: ora gli operai possono lavorare in turni ininterrotti nelle 24 ore.

Medicina e sviluppo demografico [modifica]


Fu soprattutto nel periodo della seconda rivoluzione industriale, pi che nella prima, che vennero fatte numerose e importantissime scoperte in campo medico e scientifico. Gli studi di Charles Darwin e Gregor Mendel stimolarono l'approfondimento di anatomia comparata, fisiologia, genetica, mentre le fondamentali scoperte di Louis Pasteur, Gerhard Henrik Hansen, Robert Koch, e altri, in campo epidemiologico portarono nel corso del XIX secolo a trovare una difesa contro antichi flagelli come la tubercolosi, la difterite, l'antrace, lapeste, la lebbra, la rabbia, la malaria. Numerose altre scoperte e invenzioni (come ad esempio lo stetoscopio) consentirono enormi progressi nel campo della chirurgia e in generale delle condizioni igienico-sanitarie negli ospedali e nella vita quotidiana delle famiglie. Furono ad esempio gli studi del medico ungherese Ignc Flp Semmelweis (1818 1865) a dimostrare che l'alto tasso di mortalit delle donne dopo il parto era in buona misura dovuto a infezioni trasmesse dai medici stessi durante il parto. Un'altra decisiva scoperta nel settore medico-sanitario fu l'adozione dell'anestesia a base di etere e cloroformio durante gli interventi chirurgici e l'applicazione dei raggi x per le diagnosi interne. Questo complesso di scoperte e invenzioni permise nel giro di pochi decenni di migliorare le condizioni igienicosanitarie e alimentari di gran parte delle popolazioni dei paesi industrializzati, di abbattere l'alto tasso di mortalit infantile, e di innalzare notevolmente l'et media della popolazione e le aspettative di vita delle persone. Tale evoluzione, unitamente alla maggiore disponibilit di risorse, condussero nel giro di alcuni decenni ad un incremento esponenziale della popolazione, tanto che, fra la fine del XVII secolo e il XX secolo la popolazione europea si accresciuta di quasi quattro volte, la speranza di vita passata da valori compresi tra i 25 e i 35 anni

a valori che superano i 75 anni, il numero di figli per donna scesi da 5 a meno di 2 e natalit e mortalit scesi da valori compresi tra il 30 e il 40 per mille a valori prossimi al 10.

Trasporti [modifica]
I trasporti nella seconda met dell'Ottocento divennero molto pi sviluppati e complessi. Il sistema ferroviario, uscito dalla fase pionieristica, ebbe un accrescimento senza precedenti; in alcuni paesi le ferrovie ebbero un incremento del 900%: negli Stati Uniti si pass da 15.000 km di linee ferroviarie a pi di 150.000 km. L'enorme sviluppo del trasporto ferroviario rivoluzion in breve tempo i commerci e la possibilit di movimento delle popolazioni interessate, divenendo a sua volta un potente elemento di accelerazione e moltiplicazione dello sviluppo economico delle aree raggiunte dal servizio. La costruzione di ferrovie a raggio transcontinentale - la ferrovia New York San Francisco (1862-1869), latransandina tra il Cile e l'Argentina (1910), la transiberiana (1891-1904) Mosca-Vladivostok sul Pacifico e successivamente sino a Port Arthur sul Mar Giallo - ebbe un'enorme influenza nello scambio delle merci poich si ridussero notevolmente i costi sino ad allora molto alti per il trasporto via terra. Inoltre in alcune delle pi importanti citt Europee ed Americane, si ebbe la costruzione delle prime metropolitane, fra le quali quelle di Londra e Parigi, che permetteva di spostarsi facilmente all'interno delle aree urbane, enormemente accresciutesi gi dopo la prima rivoluzione industriale. Per quanto riguarda il sistema navale, grazie allo sviluppo della metallurgia e all'introduzione dell'elica, si poterono costruire i primi scafi in ferro e successivamente in acciaio, che permisero la costruzione dei robustissimi transatlantici. Piano piano, le navi a vela vennero soppiantate da quelle a vapore grazie anche all'avvento dei motori compound. Per i trasporti marittimi fu di enorme importanza la costruzione di canali come nel 1869 quello di Suez che in poco tempo determin spostamento dei traffici tra l'Atlantico settentrionale e l'oceano Indiano, lungo la rotta del Capo di Buona Speranzasostituita con quella molto pi breve del Mediterraneo e del Mar Rosso, ripristinando cos l'importanza della navigazione nel bacino mediterraneo come tramite tra l'Occidente e l'Oriente. Nel 1895 fu completato il canale di Kiel che facilit gli scambi tra Mar del Nord e il Baltico. Nel 1914 si apr il canale di Panama che mise in immediata comunicazione l'Atlantico e il Pacifico. In questo modo le economie dei vari stati nazionali cominciarono a divenire interdipendenti e sembr realizzarsi il sogno degli illuministi che basandosi sulla espansione del mercato auspicavano il superamento delle barriere nazionali con la realizzazione del cosmopolitismo. La realt si rivel del tutto diversa: invece che al sorgere di un sentimento fraterno tra gli uomini si assist al feroce scontro dei nazionalismi. Nel 1883 l'ingegnere tedesco Gottlieb Daimler brevett il primo motore a benzina efficiente. Pochi anni dopo, apparve la prima vettura a benzina. L'invenzione della automobile si riveler di straordinaria importanza, con effetti rivoluzionari sulle abitudini e lo stile di vita dei paesi industrializzati; tali conseguenze, tuttavia, si avvertiranno in modo significativo solo a partire dalla diffusione di massa dell'automobile, che inizier successivamente, nei primi decenni del XX secolo.

Comunicazioni [modifica]

Parallelamente ai trasporti, anche le comunicazioni si fecero pi veloci e intense. La scoperta dell'elettromagnetismo e l'invenzione del telegrafoprima e del telefono poi, permisero le prime comunicazioni intercontinentali. Questo tipo di comunicazione ebbe un ruolo decisivo per il graduale sviluppo dell'interdipendenza tra i vari stati del pianeta. Attorno agli anni quaranta del XIX secolo si svilupper rapidamente in tutto il mondo il telegrafo elettricoMorse, che per la prima volta nella storia permetter la comunicazione istantanea a distanza, e che dar luogo a notevoli sviluppi, fra cui la creazione delle prime agenzie di stampa, che raccoglievano e distribuivano notizie in tempi molto pi rapidi che in passato. Sar soprattutto la successiva invenzione del telefono (1860) e la sua diffusione su larga scala che porteranno ad una vera rivoluzione nel campo delle comunicazioni, imprimendo in poco tempo uno sviluppo totalmente nuovo nelle interrelazioni sociali e commerciali tra gruppi e individui. Nei primi anni del novecento, quindi, l'avvento della radio, avvier una nuova era nel campo della informazione che porter notevoli conseguenze anche in campo sociale.

Il mutamento del rapporto tra agricoltura e industria [modifica]


Gli aspetti pi rilevanti della grande trasformazione economica e sociale connessa alla seconda rivoluzione industriale si ebbero nella patria della prima: in Inghilterra dove masse di popolazione si spostarono nelle citt. Nel 1871 in Inghilterra il 35% della popolazione lavorava nel settore agricolo, nel 1910 la manodopera agricola era scesa al 25%[9] Se la produzione agricola non sub un vistoso calo questo fu dovuto alla meccanizzazione dell'agricoltura che divenne "scientifica", anch'essa di tipo capitalistico ed industriale. Nell'allevamento si cominci a selezionare il bestiame e dove possibile si sostitu alla cerealicoltura la coltivazione intensiva di frutta ed ortaggi. Nel Nord Europa, in Olanda, in Danimarca, compaiono nuove forme di produzione associata come il modello cooperativistico con i suoi ideali di mutualit, solidariet, premessa dei nuovi regimi democratici.

L'urbanesimo [modifica]
Alla fine del XIX secolo lindustria aveva quasi sostituito lagricoltura, che fino ad allora era stata la principale risorsa economica di molte Nazioni. Milioni di persone cos vivevano e lavoravano in enormi centri industriali dove le condizioni erano discutibili, la maggior parte degli stabilimenti era male areata e male illuminata, il lavoro era spesso pericoloso, gli orari gravosi ed i salari molto scarsi. Peggio di tutti stavano per le donne ed i bambini, costretti a lavorare in condizioni pressoch di schiavit. Per andare incontro alle necessit dellindustria furono introdotte delle innovazioni tecniche che permisero la nascita di grosse fabbriche che trasformarono in pochi decenni i borghi di campagna in fumanti centri industriali. I contadini e gli artigiani cercarono lavoro nel nuovo mondo industriale, divenuto ormai il carro trainante delleconomia. Nei centri sorti intorno alle fabbriche la popolazione aument rapidamente a causa soprattutto dellimmigrazione interna dei contadini dalle campagne, A tutto ci, per, non corrispose un adeguato e razionale

sviluppo urbanistico, le citt sorsero in modo caotico, si costituirono nuove abitazioni ovunque vi fosse spazio, causando cos laumento smisurato ed incontrollato dei fitti. Le citt industriali si trovarono cos in pochi anni ad essere circondate da enormi periferie sub-urbane, tetre e malsane, specialmente nel periodo anteriore alle scoperte medico-scientifiche. La rapida diffusione di questi centri ne rese impossibile la pianificazione, ligiene era pressoch sconosciuta e la sovrappopolazione favoriva sempre pi la criminalit e le malattie. Solo negli ultimi decenni del XIX secolo le amministrazioni delle grandi citt iniziarono a pianificare interventi di ristrutturazione urbanistica su larga scala, come ad esempio la grande trasformazione operata a Parigi durante il Secondo Impero, che prevedevano talvolta anche l'abbattimento di interi quartieri fra i pi vecchi e fatiscenti, per far posto a zone ricostruite secondo schemi urbanistici pi razionali, rispondenti a canoni pi moderni e funzionali. Fu proprio per la necessit di mettere ordine e poter controllare queste enormi caotiche aree urbane che fra l'altro si inizi in tutti i paesi industrializzati ad introdurre sistematicamente i numeri civici nelle abitazioni e a regolamentare in modo pi rigoroso lo sviluppo delle reti stradali, fognarie e dei servizi pubblici in generale.

Le trasmigrazioni continentali [modifica]


Collegato alla rivoluzione dei trasporti fu il nuovo fenomeno sociale delle grandi trasmigrazioni continentali. Sin dagli inizi dell'Ottocento vi erano stati spostamenti in America e in Oceania di masse di popolazione europea da un continente all'altro come quelli degli Inglesi e Irlandesi che furono costretti ad abbandonare le campagne investite dai nuovi rapporti di produzione della industrializzazione. Il fenomeno si accentu tra il 1880 e il 1914[10] quando milioni di emigrati specie dall'Italia meridionale, dalla penisola balcanica, dall'Europa orientale lasciarono le loro condizioni di vita semifeudale attirati dalle migliori condizioni economiche degli Stati Uniti in fase di grande sviluppo industriale dove il mercato richiedeva quella necessaria materia prima della manodopera che trovava impiego specialmente nell'edilizia e nelle grandi costruzioni stradali e ferroviarie. Il fenomeno delle trasmigrazioni comportava sacrifici culturali dolorosi ma nello stesso tempo per permetteva a grandi masse di uscire dal loro isolamento feudale e partecipare alle forme di una moderna civilt, contribuendo in pochi decenni al formarsi di societ in gran parte multietniche, come quella degli Stati Uniti, dell'Argentina o dell'Australia.

La concentrazione dei capitali e della produzione [modifica]


Anche il sistema finanziario, che era alla base dello sviluppo industriale, and modificandosi: fabbriche e capitali si concentravano nelle mani di poche grandi societ a danno delle aziende pi piccole e pi deboli dando cos origine ai primi monopoli. Quel tipo di bourgeois (borghese), che durante la prima ondata della rivoluzione industriale aveva avuto un ruolo predominante, cio l'imprenditore indipendente e fortemente individualista, fu pian piano soppiantato dai grandi enti anonimi, che sotto la moderna forma giuridica della societ per azioni ebbero uno sviluppo fulmineo nell'industria, nel commercio e nell'organizzazione bancaria.[11] Questa nuova forma di gestione della fabbrica comporta anche un mutamento nei rapporti tra il padrone e gli operai che ora si trovano a dover interloquire per le loro rivendicazioni con entit anonime spersonalizzate

portatrici di responsabilit collettive, non pi individuali e facilmente identificabili come prima, rappresentate dai consigli di amministrazione a loro volta espressioni della massa informe degli azionisti. I principi della libera concorrenza si alterano con la formazione di nuove forme di coalizione e concentrazione industriale e commerciale come quelle dei cartelli, associazioni di imprese che producono beni simili, che assegnano zone di smercio ai singoli imprenditori per contrastare la concorrenza sgradita. Organi di controllo assicurano il rispetto dei patti tra gli associati al cartello che si trasforma in pool.[12] Quando le coalizioni assumono la forma di fusioni tra industrie nascono i trusts con lo scopo di ridurre i costi di produzione, eliminare la concorrenza e realizzare migliori profitti agendo in regime di monopolio.[13] Forma pi aggressiva per contrastare la concorrenza straniera fu quella del dumping, vendita a prezzi maggiorati di beni sul mercato interno per compensare i prezzi inferiori a quelli di costo praticati su i mercati esteri. Nasce un nazionalismo economico che degenera nel protezionismo, in una guerra di tariffe nella quale si segnalano dopo il 1879 i produttori tedeschi[14] che daranno l'avvio a guerre doganali incubatrici della grande guerra del 1914-1918.

L'imperialismo [modifica]
L'imperialismo sorse dall'evoluzione e in diretta continuazione delle qualit fondamentali del capitalismo in generale. Ma il
capitalismo divenne imperialismo capitalistico soltanto a un determinato e assai alto grado del suo sviluppo, allorch [... si ebbe] la sostituzione dei monopoli capitalistici alla libera concorrenza [...]. Se si volesse dare la definizione pi concisa possibile dell'imperialismo, si dovrebbe dire che l'imperialismo lo stadio monopolistico del capitalismo. (V. I. Lenin, Scritti economici, Roma, 1977)

L'enorme potere economico costituitosi con la concentrazione industriale cerc fin dall'inizio la collaborazione e la protezione del potere politico che gli assicurasse i suoi progetti di espansione del capitale e il contenimento delle masse dei lavoratori. Le decisioni dei governi vennero cos condizionate dagli interessi economici e da quelli finanziari delle banche che ormai non si limitavano pi ad investire i risparmi nello sviluppo industriale ma attraverso la concessione dei crediti ne condizionavano la direzione e la gestione. I capitali eccedenti alla ricerca di profitti furono investiti al di fuori dei confini nazionali nella costruzione di opere colossali o con finanziamenti a paesi sottosviluppati, condizionandone la politica interna ed estera, in cambio di materie prime e manodopera a buon mercato. I paesi debitori erano in genere obbligati a reinvestire i finanziamenti ricevuti nell'acquisto di macchinari industriali dei paesi creditori come avvenne per il capitale inglese che trov sbocco nelle zone dell'Impero britannico e in Egitto, per quello francese soprattutto in Russia e per quello tedesco in Italia. La concentrazione industriale, secondo la teoria marxista, port alla gara coloniale della ricerca di nuovi mercati dividendo il mondo in zone economiche e strategiche molto diverse da quelle del colonialismo ottocentesco.[15]

Il pauperismo [modifica]
Nell'Inghilterra della seconda rivoluzione industriale era giunto il tempo di una nuova legge che sanasse i mali dei nuovi poveri generati dalla industrializzazione.

La legge emanata nel 1834, aboliva la carit legale, proibiva l'aiuto a domicilio e costringeva i poveri nelle nuove workhouse (case di lavoro), nuove versioni degli ospedali generali con il medesimo rigido regime del passato di costrizioni e di privazioni, nonch di separazione secondo il sesso e l'et. Autore di questa politica fu Sir Edwin Chadwick (1800-1890), discepolo di Jeremy Bentham, personaggio molto odiato, un amministratore dispotico e discusso la cui figura ricordata soprattutto per il suo impegno nella riforma della sanit pubblica, convinto com'era che le condizioni insalubri delle citt provocassero malattie biologiche e sociali, causa di un degrado psicologico che pu trascinare le persone verso i vizi, come l'alcolismo, o peggio, verso la rivoluzione. Rendere le citt pi salubri poteva essere lo strumento per rendere ilproletariato pi felice, pi sano, pi produttivo, e pi docile. [16] Sulla presunta "felicit del proletariato inglese" scriveva qualche anno dopo nel 1844 Karl Marx in un articolo pubblicato a firma : "Un prussiano" intitolato "Il re di Prussia e la riforma sociale":Si conceder inoltre che l'Inghilterra il paese del pauperismo; perfino questa parola di origine inglese. L'esame dell'Inghilterra dunque l'esperimento pi sicuro per conoscere il rapporto di un paese politico col pauperismo. In Inghilterra la miseria degli operai non parziale, ma universale; non limitata ai distretti industriali, ma estesa a quelli agricoli. I movimenti qui non sono in sul nascere, bens da quasi un secolo si ripresentano periodicamente. Come intendono il pauperismo la borghesia inglese e il governo e la stampa ad essa legati? Nella misura in cui la borghesia inglese ammette che il pauperismo una colpa della politica, il whig considera il tory, e il tory il whig, come la causa del pauperismo. Secondo il whig, il monopolio della grande propriet terriera e la legislazione protezionista contro l'importazionedei cereali la fonte principale del pauperismo. Secondo il tory, tutto il male risiede nel liberalismo, nella concorrenza, nel sistema industriale spinto troppo avanti. Nessuno dei partititrova il motivo nella politica in generale, bens ciascuno di essi lo trova nella politica del proprio partito; ma ambedue i partiti non si sognano neppure una riforma della societ. Il tema della povert comincia in questi anni ad essere associato a quello dell'industrialismo. L' Accademia delle scienze morali e politiche francese promosse delle inchieste sulle condizioni degli operai in Francia volendo stabilire in che cosa consistesse la loro povert, come si manifestasse e quali fossero le cause che la determinavano. Una prima risposta era stata data da Louis Ren Villerm, un medico fautore degli aspetti positivi del sistema della fabbrica e convinto che tutto ci che lo contrastasse fosse un'offesa della pubblica morale: la promiscuit dei sessi all'interno delle fabbriche, l'eccessiva durata dell'orario di lavoro minorile, i prestiti concessi agli operai come anticipo dei loro salari erano le uniche cause del degrado morale e fisico degli operai. Questa tesi moralistica venne contestata da Antoine-Eugne Buret nella sua opera "De la misre des classes laborieuses en Angleterre et en France... "; egli vuole eliminare dall'analisi sociologica della cause della povert ogni riferimento astratto e non verificabile: comincia quindi a stabilire una stretta connessione tra le condizioni di indigenza degli operai e la ricchezza considerati entrambi come fenomeni strettamente economici e controllabili oggettivamente. Le sue conclusioni lo portano a sostenere che esiste un rapporto di coesistenza o simultaneit tra la povert e la ricchezza della nazione e che le cause di questa concomitanza sono da riportare ai processi industriali, alle circostanze in cui si trovano posti, gli uni in relazione con gli altri, gli agenti della produzione cos che la condizione fisica e morale dei lavoratori si misura esattamente sulla posizione in cui essi si trovano di fronte agli

strumenti o ai capitali nel senso che pi ne sono vicini e pi la loro vita assicurata; ed essa si elever e migliorer secondo la misura e l'estensione di questi rapporti.[17]

L'organizzazione internazionale dei lavoratori [modifica]


L'estensione a livello mondiale dell'industrializzazione comport di necessit la costituzione di un organismo internazionale dei movimenti operai per una comune difesa e rivendicazione dei loro diritti. Il 28 settembre 1864 nacque a Londra per iniziativa di Marx la prima Associazione internazionale dei lavoratori dove confluirono varie componenti del movimento operaio caratterizzato da una eterogeneit di ideologie corrispondenti alle diversit del proletariato operaio costituito da una classe operaia impiegata nella fabbrica, ormai ben strutturata, da lavoratori ancora a met tra l'artigianato e l'operaio industrializzato. Marx tent di conciliare queste diversit di posizioni indirizzandole su alcuni punti irrinunciabili quali l'autoemancipazione dei lavoratori, il coordinamento internazionale degli operai, la conquista del potere politico ad opera dei proletari.

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