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ANTROPOLOGIA POLITICA(CHIEFDOM E TRIBU)

è una specializzazione dell’antropologia nata nel primo 900 che prende in esame i temi
classici della riflessione filosofica e sociologica sulla politica.

Studia il potere, il governo, l’autorità, la rappresentanza, la risoluzione dei conflitti interni ed


esterni, focalizzando la propria attenzione sulle società che maggiormente interessano gli
etnologi: bande di cacciatori, raccoglitori, tribù di pastori, orticoltori, agricoltori, grandi regni
dispersi su territori molto vasti dell’Africa e formazioni politiche nate in seguito alla
decolonizzazione.
Illustrando forme di organizzazione del potere e di partecipazione politica diversa da quelle a
cui noi siamo abituati, arricchisce l’analisi condotta da altre discipline come la filosofia
politica, la sociologia politica e la scienza politica.
Inoltre è un antidoto contro i rischi di etnocentrismo.
Il metodo di lavoro seguito dagli antropologi è di tipo induttivo, il ricercatore trascorre da 1 a
2 anni presso la popolazione che intende prendere in esame, cercando di immergersi nella
loro realtà.

EVANS-PRITCHARD & FORTES

L’antropologia politica nasce ufficialmente nel 1940 quando, E.F, pubblicarono un volume dal
titolo: “sistemi politici africani”, considerato il primo testo di antropologia politica.
La novità di quest’opera risiedeva nell’attenzione dell’organizzazione politica nelle società
più semplici.
Appartengono alla prima tipologia bande di cacciatori e raccoglitori, i cui membri sono legati
fra di loro con rapporti di parentela e non vi sono disuguaglianze.
Ad un livello maggiore troviamo alcune tribù di pastori in cui la popolazione è suddivisa in
sezioni o segmenti che raggruppano i discendenti dallo stesso antenato in linea paterna.
Nelle società statali, la parental perde qualsiasi significato politico dal momento che vi sono
istituzioni pubbliche stabili, un territorio ben delimitato e un’autorità centrale.

SISTEMI POLITICI NON CENTRALIZZATI (BANDE E TRIBÙ)

L’antropologia si è interessata ai sistemi politici pre-industriali che comprendono un numero


vasto di forme di organizzazione.
Per la classificazione di tale gamma di organizzazioni c’è un criterio, si tratta della
distinzione derivata dalle opere di Evans-Pritchard e Fortes tra i sistemi non centralizzati
(banda, tribù) e sistemi centralizzati (chiefdom, stato).
I sistemi politici non centralizzati sono detti anche acefali (senza testa), in quanto sono privi
di un capo.

BANDA

è un gruppo di piccole dimensioni, da 20 a 125 individui, che sfrutta le risorse di un


determinato territorio, vivono di caccia e raccolta, come i KUNG del deserto del Kalahari, i
Pigmei del fiume Congo.
Le bande sono aggregazioni fluide, continuamente soggette a processi di frammentazione o
ricomposizione, la ragione di questi cambiamenti dipende dalla disponibilità di risorse.
Le bande sono gruppi equalitari, in cui le decisioni vengono prese in comune, come la scelta
della direzione degli spostamenti, la modalità e obiettivi della caccia, ricerca e conservazione
dell’acqua.
Le uniche differenze riconosciute sono quelle di sesso e di età: le donne raccolgono i frutti
della terra e si occupano dei bambini, mentre i maschi adulti cacciano.
Sconfinamenti e Incursioni sono eventi rari ma non impossibili.
Generalmente vengono risolti con minacce e baruffe sottoscritte.
Per quanto riguarda invece i conflitti interni, questi posso avere origine dalla rivalità nella
caccia, da casi di adulterio, da accuse di stregoneria.
Il giudizio e l’eventuale sanzione non spettano ad un’apposita autorità giudiziaria, che non
esiste, ma sono lasciati ai diretti interessati.
Nelle bande tutti i maschi posso esercitare la funzione di leader, l’uomo più esperto in una
certa attività che è all’ordine del giorno: la caccia, la ricerca dell’acqua.

In questo senso la banda è un gruppo informale, privo di autorità stabili, in cui le decisioni
comuni sono prese in modo assembleare, in cui l’eventuale leadership, temporanea e
simbolica figura, è esercitata dall’uomo più competente in una particolare situazione.

TRIBÙ

è un tipo di organizzazione politica acefala, ma comunque in grado di controllare i gruppi che


la costituiscono e di prendere decisioni rispettate da tutti i suoi membri, ed è segmentaria: il
segmento più piccolo è l’unità domestica, o famiglia nucleare, che può vivere isolata o può
dare vita insieme ad altre famiglie, a un villaggio o accampamento.
Più famiglie imparentate costituiscono un lignaggio, più lignaggi un clan e più clan una tribù.

Le società tribali sono numerose e tutte diverse tra di loro, gli Yanomami dell'Amazzonia, gli
aborigeni australiani, i beduini della pensiola arabica, i Papua della Nuova Guinea.
Non si notano disuguaglianze strutturate come la divisone in caste o in classi: la divisione
del lavoro infatti tiene conto soltanto del sesso ed età.

Le attività economiche più frequenti sono l’allevamento, la pastorizia e l’agricoltura itinerante


o sostanziale, integrati da caccia e pesca.
Tendono a limitare il nomadismo e a stabilirsi in villaggi.

Le soluzioni elaborate per la coesione sociale sono: l’organizzazione per lignaggi


segmentari, la presenza di santi mediatori che risolvono i conflitti, i consigli di villaggio, i
sodalizi pan-tribali, le classi di età, le società segrete e il Big Man.

Un lignaggio è un gruppo di persone di cui fanno parte tutte le persone che discendono da
un antenato comune:
-se la linea della discendenza è stabilita attraverso gli individui di sesso maschile si parla di
“patrilignaggio”
-se è tracciata attraverso gli individui di sesso femminile si parla di “matrilignaggio”
I lignaggi segmentari hanno la particolarità di potersi suddividere in segmenti più piccoli e di
potersi aggregare in segmenti più grandi, andando cosi a costituire l’ossatura di numerose
società tribali.
In alcune società tribali africane ci sono personaggi dotati di particolare prestigio circondati
da una fama di santità chiamati a svolgere funzioni di arbitrato nelle contese tra individui nei
conflitti politici tra i gruppi.

Tra i Nuer osservati da Evans-Pitchard, esiste un uomo con queste prerogative chiamato
Capo dalla pelle di leopardo, perchè indossa un mantello di pelle di leopardo come segno di
riconoscimento: è una sorta di giudice e di mediatore nei negoziati avviati per risolvere
pacificamente una faida di sangue.Il capo accoglie il colpevole nella sua dimora e decide
quanti capi di bestiame saranno necessari per la riparazione del debito.

I consigli di villaggio sono istituzioni politiche consultive e deliberative a cui partecipano i


rappresentanti di tutti i lignaggi, che si riuniscono periodicamente per discutere questioni di
pubblico interesse e per prendere decisioni al riguardo.

Un sodalizio pan-tribale è un associazione di uomini provenienti da tutti i segmenti della


tribù, che taglia trasversalmente le divisioni determinate dai legami di parentela.
Queste associazioni si formano per difendere la tribù dai pericoli esterni. In tempo di pace
questo sodalizio di guerrieri svolge anche una funzione di integrazione sociale poichè
mantiene vivo nei vari gruppi della tribù il senso di appartenenza a un’unica comunità.

Presso alcune società africane agro-pastorali esiste ancora oggi il sistema delle classi d’età,
una forma di organizzazione politica e sociale per cui gli individui di sesso maschile sono
raggrupati in fasce a seconda dell’età. Ogni periodo della vita, ha delle caratteristiche a cui
corrisponde un ruolo sociale, in particolare:
-alla forza fisica dei giovanio iniziati corrisponde il ruolo di guerrieri
-l’esperienza degli anziani è considerata garanzia di prudenza nelle decisioni di interesse
pubblico, che pertanto sono affidate a loro.
Il passaggio da una classe di età a quella successiva è sancito da pubbliche cerimonie,
come i riti di iniziazione.
Spesso il sistema delle classi di età da vita a una “ gerontocrazia”, una forma di
organizzazione politica in cui il “potere” è affidato ai membri anziani, pur contribuendo a
porre le generazioni una contro l’altra, nelle tribu africane questo sistema ha svolto e svolge
in modo efficace un’importante funzione di integrazione sociale e ciò per due motivi:
-crea un collegamento orizzpontale di coetanei appartenenti a clan diversi
-assegna un determinato ruolo, a turno, a tutti i membri della tribu

Il Big Man è una figura preminente di capo presente nelle società oceaniane; può essere
eletto o conquistare la posizione di potere con la sua abilità; la sua funzione principale è
quella di mobilitare il gruppo in vista di una guerra o per feste e cerimonie.
Le qualità più richieste sono l’arte oratoria e la capacità di persuadere.

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