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GEOGRAFIA POLITICA

Disciplina estremamente politica, ideologica


ambiguità nel collocarsi tra descrizione (distribuzione degli elementi) e spiegazione (analisi dei
processi che determinano la distribuzione degli elementi).
ci sono molte geografie: fisica, umana, economica, culturale → insieme tramite il concetto:SPAZIO
è frammentata in scuole, questo perchè è molto politica

SPAZIO

La geografia studia oggetti terrestri e la loro posizione nello spazio.


Lo spazio può essere assoluto (coordinate geo) o relativo (distanza dal mare).
La concezione assoluta non esiste. E' una convenzione, una interpretazione. La concezione relativa
invece trasmette delle informazioni.

Problema della proiezione : Nemmeno le cartine sono rappresentazioni oggettive. La terra è sferica,
quindi impossibile da riportare su un foglio piano. Si devono fare delle proiezioni, alla base delle
quali c'è sempre una scelta (L'europa non è il centro del mondo, ed è piccola).
Problema della distanza : La distanza assoluta sta perdendo importanza con la nascita dei mezzi di
trasporto moderni e con la globalizzazione. E' soggettivo, e dipende dalle priorità di ognuno.
Geografie differenti dal punto di vista differenti: uomo/donna, p. con handicap, bambino/anziano.

• Relazioni orizzontali : Tra oggetti geografici situati in luoghi diversi (Torino – NewYork)
• Relazioni verticali : Tra oggetti geografici e il sito in cui sono radicati (agricoltura – suolo)

LUOGO
Porzione di spazio a cui attribuiamo determinate caratteristiche che lo differenziano. Si trasforma lo
spazio in luogo tramite esperienza e valori. Concetto molto dinamico. I luoghi sono socialmente e
culturalmente costruiti sulla base del rapporto uomo-individuo. Roma può essere un luogo
romantico per una coppia, sacro per un cattolico. Uno stesso oggetto geografico può cambiare di
significato a seconda dei valori che gli sono attribuiti nel tempo (Colosseo).
Territorio : viene spesso usato come sinonimo di luogo, ma non è del tutto esatto. Territorio ha una
forte valenza politica, un'enfasi sui confini, sull'appartenenza e la possessione.
Regione: une pezzo della superficie terrestre con una caratteristica comune.

DOREEN MASSEY : For Space


Libro molto importante che propone 3 tesi sullo spazio
1) Spazio costruito da relazioni tra differenti oggetti e soggetti localizzati.
2) Gli spazi sono caratterizzati da varietà, differenza, eterogeneità, molteplicità *gli spazi
diversi sono separati tra loro da confini
3) Lo spazio non è statico, ma in continuo divenire. Sempre costruito e decostruito, dinamico

AMBIENTE : Determinismo ambientale : rapporto tra ambiente naturale e attività umana. Ma


ambiente vuol dire tutto e niente. 2 scuole:

-Determinismo geografico (scuola tedesca): rapporto tra fatti sociali e naturali-> i caratteri di una
società/cultura/corpo possono essere spiegate dalle condizioni fisiche dell'ambiente in cui si
sviluppano. L'ambiente impone delle condizioni e noi siamo il risultato di esse. I paesi sono
condizionati dalla conformazione degli spazi che abitano, i cui caratteri distintivi sono frutto di
un'influenza ambientale. (ambiente impone). Ritter: le popolazioni si spostano verso paesi caldi.
es. penisola insulare destinata a diventare potenza marittima.
-Possibilismo geografico (Videl de la Blanche): l'ambiente non impone ma propone, crea
possibilità ma l'uomo può plasmare il suo ambiente in infiniti modi.
Amibente-fatti socioculturali (Durkheim)- generi di vita.

SCALA GEOGRAFICA : struttura a più livelli usata nella organizzazione e nella rappresentazione
dei fenomeni geografici. Si fa una analisi multiscalare quando si esamina un oggetto a più livelli
(nord-sud, centro-periferia)
Scala cartografica : rapporto geometrico usato 1:100000
Scala geografica : livello a cui si osservano i fenomeni (globale, nazionale, urbano, locale).
La scala non è statica, ma sensibile a cambiamenti (ampliamento, rescaling, compressione).
3 scale importanti: globale, nazionale, urbana.

Descrizione geografica: si esprime in molte forme, è un punto di vista della realtà, non il suo
specchio.
Esistono molte logiche di rappresentazione nello spazio
Topografia : alla base delle cartine, si basa su aree e distanze
Topologia : si basa su reti, relazioni e connessioni tra spazi. Non sulle distanze.

ATTORE: Protagonista (anche collettivo) dei fenomeni sociali. Ha capacità di autonomia e opera
delle scelte. Tutti i fatti sono radicati nello spazio. Che un fenomeno avvenga a Torino o a Dubai, fa
al differenza. Le relazioni tra gli attori e lo spazio geografico sono bidirezionali.

LOCALE VS GLOBALE
*storiella del ragazzo in Malesia che ha creato il meme del Muppet accanto alla faccia di BinLaden
La globalizzazione è un fenomeno molto complesso. Spesso lo si definisce con
"omogeneizzazione", ma ciò è semplicistico. In realtà è una crescente interazione di cose che un
tempo erano distanti. Dinamismo, fasci di relazioni funzionali. Tutto è interazione sociale. La
globalizzazione non ha annullato spazio e tempo. Procede a velocità diverse in vari ambienti.
*Toyota : Auto Giapponese, ma lo è davvero? E' un prodotto transnazionale (mobilità del
semilavorato)
Globalizzazione :
-Intensificazione, accelerazione (di cose che gia prima c'erano), ampliamento delle relazioni tra
oggetti geografici in diversi luoghi.
-Crescente interdipendenza tra attori che a distanza hanno coscienza di una dimensione "comune",
dell'idea di "cittadino del mondo" e di responsabilità globale.
-Formazione di processi e istituzioni globali (WTO) che prima non c'erano. Nascita di regole.
-Fenomeno parziale, non globale. Selettivo. Vissuto in modo diverso in vari luoghi. In Angola c'è
stata una forte crescita economica legata al Petrolio. Tuttavia il paese resta sottosviluppato. Questo
perchè gli investimenti e i flussi di globalizzazione sono limitati all'area petrolifera recintata e
sorvegliata. Questo modello di crescita economica funzionalmente separata dal sociale e limitata a
una zona si è espanso in altri paesi.
-Processo, non stadio finale. Non coincide con un maggiore sviluppo e non esiste un traguardo.
-Male interpretato causa rappresentazioni sbagliate stereotipate. Il mondo e complesso, e non
potendo studiare tutto a fondo tendiamo a semplificare certi fenomeni con rappresentazioni mentali
(prese dall'immaginario comune). Per esempio tendiamo a considerare l'Africa come un'unità a cui
associamo povertà e guerra.
La globalizzazione non investe il mondo, collega punti di esso, spazio discontinuo.

Critiche :
-Ingiustizia della globalizzazione e squilibri
-Estensione dell'ideologia neoliberista (tutto si trasforma in merce)
-Viscosità dei processi decisionali transnazionali
-Erosione del concetto di cittadinanza
-Mancanza di controllo sugli attori economici (grandi decisori globali). Sia quelli nazionali
(l'America possiede il 15% dei voti nella FAO, e ha diritto di veto) si quelli privati.

LOCALE

Concetto in opposizione al globale, un pezzo del globale.

-Mosaico: globale come collezione di luoghi e popolazioni. Tre caratteristiche:-enfasi sui confini e
frontiere, aree disegnabili su una mappa. -ogni pezzo ha un differente contenuto, diverse
caratteristiche, personalità, tradizioni. -ogni intrusione è immaginata come minaccia
Critiche:
-ogni pezzo non è mai omogeneo, è una mia rappresentazione(errore statistico, approssimazione)
-mondo non sta mai fermo (flussi)
-non si può assumere che l'apertura del locale al globale implichi la riduzione della differenza.
-anche se il mosaico enfatizza il ruolo delle differenze, l'approccio si basa spesso sulla produzione
di stereotipi
-proiezioni della differenza come “altrove”, confini che ci differenziano dagli altri
-Sistema:Normalmente si pensa che un luogo sia definito dalle sue caratteristiche interne. In questa
concezione invece il locale è definito dal sistema globale in cui è inserito. Il globale definisce il
ruolo e la posizione del locale.
-Reti: Sia locale che il globale sono il prodotto di reti, relazioni e disconnessioni che ogni luogo
intrattiene con altri luoghi, viene meno la coerenza interna. In una rete il locale è globale e
viceversa. L'unicità e il carattere di un luogo non sono minacciati dalle relazioni con il resto del
mondo, ma ne sono in realtà l'esito. (doreen mossey the inglese, colonialismo).

NATURA VS CULTURA

1 video : Video di propaganda inglese sul colonialismo in Africa. La colonizzazione porta cultura
nella natura, civilizzandola.
2 video : Video ambientato a Genova negli anni 70 in cui si scaricano carcasse di Fiat nel mare, per
dare una casa ai pesci. Promosso dai media.
Dicotomia che sta alla base della distinzione tra geografica umana e geografia fisica.
Idea che la natura sia qualcosa di esterno all'uomo, tentativo di raggiungerla con l'esplorazione di
terre selvagge, esotiche (viste come subalterne, come nel caso dell'Africa, dove si arriva ad
animalizzare l'uomo nero). Oggi l'uomo è ovunque, è impossibile trovare spazi incontaminati.
L'oceano, l'ozono, il DNA. La pecora Dolly è natura o cultura? Non c'è più una distinzione netta.
L'uomo manipola tutto.

La natura è una costruzione sociale (prodotta da noi, condivisa da una società). Due approcci:
-Marxista:Con il capitalismo la natura diventa un prodotto del lavoro umano. Animali, frutti, geni,
spazi sono tutti oggetti di produzione, manipolati per estrarne più valore.

***NOEL CASTREE, Spazio, capitalismo e natura

-La natura non è un concetto immobile (costruzione culturale)


-la produzione capitalistica non cambia solo la struttura materiale del mondo, ma anche la relazione
che gli uomini hanno con essa.
-Il capitalismo non si ferma a nulla per il profitto

***NEIL SMITH: La seconda natura


Ideologia moderna che pone l'uomo al centro della natura, in cima a una gerarchia. Ciò gli da il
diritto di impossessarsi della natura.
-Prima natura : stato “originale” delle cose che precedono l'uomo
-Seconda natura : capacità sociale dell'uomo di alterare la natura
-Terza natura : Internet, ingegneria modificante

Il mondo naturale è forgiato sia dalla manipolazione fisica, sia dall'immaginazione umana.
La nostra esperienza del mondo naturale è sempre mediata da costruzioni retoriche e istituzioni com
fotografia, industria, pubblicità, turismo ecc.
paesaggio come: il nostro incontro con un paesaggio o la nostra rappresentazione di questo incontro

***DENIS CROSGROVE : Paesaggio (landscape)


La rappresentazione della natura:
– non è un processo naturale che restituisce oggettivamente la natura
– Reale e rappresentato non sono distinguibili
– Uno stesso fenomeno naturale è visto in vari modi incompatibili

Agency: sfera di poter fare delle cose, soggetti differenti hanno livelli dia agency diversi, anche gli
oggetti hanno agency perchè in grado di influenzarci?
Animal geography: La cultura plasma la relazione che abbiamo con la natura. La scala gerarchica in
con cui consideriamo gli animali è una costruzione sociale. Ad alcuni animali assegniamo qualità
umane, soggettivandoli (Cane, gatto). Altri animali sono oggetti, prodotti alimentari, merci con
fattura (Mucche, Maiali)

SPAZIO VS SOCIETA'

Tutti abbiamo caratteristiche sociali individuali. Alcune hanno valenza sociale (genere) altre no
(colore occhi). Il genere, l'orientamento sessuale, la razza, l'età, nazionalità e religione influenzano
il posizionamento sociale. La posizione sociale determina le risorse a cui si può accedere. -Processi
complessi: ognuno si noi ha multiple affiliazioni la cui rilevanza varia in differenti luoghi ed
epoche. -Non sono processi naturale, ma il prodotto di posizioni di potere e risorse.- Sono relative
allo spazio in cui prendono forma. Tutto il sociale è mediato dallo spazio.
Tre approcci:
1) Dalla società allo spazio
2) La costruzione spaziale della società e la costruzione sociale dello spazio
3) Il terzo spazio

Dalla società allo spazio


I fatti sociali diventano visibili nello spazio.
Configurazioni spaziali come riflesso delle differenze sociali. Esempio: differenza di reddito in
termini spaziali. *Guardando dall'alto Rio de Janeiro si può dedurre il confine di divisione in ricchi
e poveri. Questo perchè la società produce lo spazio in cui vive. Il reddito, la razza, la religione,
l'età e altri fattori spingono le persone a vivere in un posto piuttosto che in un altro.
-costo delle case varia sensibilmente nello spazio
-persone ricche possono pagare costi superiori
-persone ricche si concentrano in spazi “separati”
-la differenza sociale è “mappata” nello spazio
Radici teoriche: lo “spatial turn” della sociologia del 19esimo secolo, Simmel, Park della Scuola di
Chicago: Mentre i processi sociali sono invisibili, le configurazioni spaziali sono tangibili, visibili,
misurabili. Si spiega il sociale analizzando lo spazio. (Robert Park allievo)
Ceri Peach, geografo urbano: maggiore è la distanza nella distribuzione spaziale dei gruppi tanto
maggiore è la distanza sociale.
Implicazioni:
• La separazione spaziale è indice di disuguaglianza sociale
• Il mix residenziale è la chiave per l'integrazione sociale
Questo tipo di interpretazione tra spazio e società ha dei limiti :
• Le categorie sociali sono viste come fisse, precostituite ed esclusive. In realtà sono
costruzioni sociali legate a uno spazio e non sono fisse.
• I processi spaziali sono considerati indipendenti dai processi sociali.
• Le categorie sociali sono date per scontato, non sono messe in discussione, categorie di
partenza non l'esito di processi da spiegare.
• Alcuni processi sociali non hanno una espressione spaziale diretta (il genere).

Coevoluzione della società e dello spazio

Non ci si pone più la domanda "Come si distribuiscono nello spazio i gruppi sociali?" Ma
"Attraverso quali processi e modalità le forme spaziali, i luoghi e le posizioni contribuiscono
attivamente alla costruzione e riproduzione delle identità sociali?
Lo spazio offre beni, servizi, rischi, opportunità e risorse che producono categorie sociali. *Essere
gay a seconda dello spazio significa essere pazzo, malato, criminale, normale. Queste categorie
sono costruzioni sociali, che la società porta avanti, rafforzando il significato dello spazio. Spazio e
società quindi si co-producono.
**Esempio della "Comunità rurale" : Nell'immaginario collettivo alla campagna è associato uno
stile di vita lento, naturale, comunitario, contrapposto allo stile di vita urbani, caotico, artificiale e
individualistico. Queste categorie precostituite attirano certe persone a spostarsi in campagna, per
vivere così. Una volta in campagna essi assumono comportamenti consoni all'ambiente,
riproducendo la comunità che si aspettano di trovare. La co-producono.
Lo spazio produce la società (attrae persone con valori simili, e le incoraggia a comportarsi così) La
società produce lo spazio (riproduce comportamenti consoni alla categoria, rafforzando l'idea dello
spazio "comunità rurale". Si creano quindi insider (che si rispecchiano in quei valori) e outsider
(che non sentono loro quello spazio). La donna è un outsider nel parco di notte o in uno streepclub,
l'uomo no.

Terzo spazio

Ed Soja: padre scuola di los angeles, opporre sempre una terza alternativa ad una categoria binaria.
Posso trasformare la società trasformando lo spazio.
Lo spazio non è più fisso, materiale, ma viene modificato e caricato di significato, e diventa
qualcosa di diverso, un terzo spazio. Si usa spesso per motivi politici, o propagandistici, ideologici
o per stimolare una prospettiva diversa. (Manifestazioni, gay pride)

MODERNO VS POSTMODERNO

MODERNO: Distingue il nuovo ordine, un nuovo modello dal precedente. E' definito in
contrapposizione al vecchio e al tradizionale.
Dopo l'illuminismo il "moderno" diventa sinonimo di miglioramento, di fiducia nel progresso e
nella scienza, nella ragione.
Le due guerre consolidano il significato di "moderno" come progresso, innovazione, tecnologia.
La nostra esperienza di queste trasformazioni è stata chiamata “modernità”.
L'espressione artistica, cultura ed estetica è nota come modernismo.
Modernità e modernismo si sono formate intorno alla specifica esperienza del XX secolo in
particolari centri urbani

POSTMODERNISMO: Alla fine del 20esimo secolo questo clima di fiducia nella ragione e nella
tecnologia si esaurisce. Il moderno non viene annullato, ma si aggiunge altro, incorpora e supera
(che è una risposta al moderno). Moderno vs Postmoderno è una falsa dicotomia, in quanto le due
cose si compenetrano. Si possono fare vari discorsi, su :
– Stile
– Epoca storica
– Metodo

Stile: Dopo la guerra si voleva dimenticare l'orrore e riportare il mondo all'ordine. In architettura si
vuole superare lo stile "vecchio", canonico, tradizionale, elegante. Il "nuovo" stile moderno
rappresenta l'ordine e la razionalità perfetta (stile funzionalista, linee dritte, spazio minimalistico).
C'è l'idea che costruendo uno spazio ordinato si avrà una società ordinata (logica fallata).
La città del futuro è verticale, e il grattacielo diventa simbolo della modernità. Verso la fine degli
anni 60 finisce questo stile. Il postmoderno è una risposta a questa ideologia di ordine e razionalità
spaziale e sociale. Per contrasto il postmoderno celebra il diverso, lo storto, il curvo, il disordine,lo
strano. Si vuole spezzare la monotonia e la regolarità e si supera il bisogno di ordine. (pirmaide
louvre, las vegas)

Epoca: Dal punto di vista dello stile il passaggio da moderno a postmoderno è chiaro. Dal punto di
vista della storia, dei trend sociali e culturali è meno chiaro. Le due cose si compenetrano.
*David Harvey, La crisi della modernità, analisi marxista.
Anni 80/90 prende forma la postmodernità, clima intellettuale effervescente, sensazione di grande
trasformazione, sta arrivando la globalizzazione, fine comunismo..
la cultura della modernità, durata secoli, stava (forse) volgendo al termine, fine anche dell'idea che
il progresso porta solo cose positive.
Il moderno è associato al fordismo, alla produzione, alla fabbrica. Crisi del
fordismo-”accumulazione flessibile”. Poi si raggiunge un periodo di saturazione del mercato, di
crisi, seguita da una grande trasformazione. Trasformazioni economiche specchio delle
trasformazioni sociali. Il postmoderno è associato al consumismo, alle mode, ai continui stimoli
culturali, all'effimero, al consumo di esperienze, alla ricerca del migliore. Crescente espansione
accelerazione del meccanismo di circolazione del capitale. -espansione geografica -espansione
economico-culurale: moda, economia dell'esperienza (nuovi spazi del consumo culturale, nuovi
spazi del consumo effimero, turismo post-moderno), perdita di profondità nell'arte e nell'estetica
come eco dell'istantaneità.

Metodo: differenti modi di vedere e interpretare il mondo, metodo tipico della modernità: ordine,
razionalità e scienza (eredità illuminismo), ricerca di leggi universali che descrivono il mondo fisico
e sociale, problema delle “grandi narrazioni” (progetto modernista nelle scienze sociali è possibilie
causa-effetto).
Scienze sociali: umano razionale A+B=C
positivismo: possibile studiare il mondo empiricamente vs
marxismo: qualunque fenomeno sociale lotta di classe
Oggi non è più così. Siamo coscienti che non è possibile trovare leggi generali per tutto, le persone
non possono essere ridotte a puntini su una mappa o variabili in un'equazione, non si muovono tutte
nello stesso modo.

SPIEGAZIONE VS SIGNIFICATO

La crisi della modernità è una crisi del metodo di ricerca. Il metodo moderno era basato sulla
razionalià perfetta e sulla scienza, e aveva come scopo trovare leggi universali, modelli. Il metodo
postmoderno rifiuta la ricerca di leggi universali, riconosce che le spiegazioni sono relative e mette
in discussione l'oggetto della ricerca
Modello gravitazionale
Si basa su un'analogia con la legge di Newton, descrive e prevede interazioni spaziali

Base: osservazione empirica


La forza dell'interazione è dierramente proporzionale al prodotto delle masse e inversamente
proporzionale al quadrato della distanza tra gli oggetti. Si può così calcolare l'interazione tra 2
oggetti geografici. Interazione = Flusso di pendolarismo, interazione tra due imprese vicine... Masse
= Grandezza città, popolazione, PIL... Distanza = Distanza in km, tempo di percorrenza...
Critiche:
-modello deterministico (non è prevista crescita città)
-logica di “matchalizzazione” dei fenomeni sociali (puntini su una mappa)
-non dice nulla sulle motivazioni, delle agency, delle logiche sociali alla base dei fenomeni

Reazione: la razionalità postmoderna

– Rifiuto della ricerca di verità universali. La conoscenza è socialmente prodotta da soggetti


con specifiche posizioni e interessi, quindi è relativa.
– Strategie di decostruzione degli oggetti studiati (è solo una rapp del fenomeno)
– Destabilizzazione dei significati e delle certezze, e messa in dubbio dell'autorità di colui che
interpreta la realtà.
– Contestualizzazione e relativizzazione delle spiegazioni. Problema: eccessivo relativismo
può portare ad annullamento di punti di riferimento

Come condurre una ricerca? I fenomeni sono spiegati o capiti? – E' solo un problema di metodo, o è
un problema ontologico? Si tratta di un falso dualismo.E' la filosofia con cui si conduce la ricerca a
dar forma al tipo di spiegazione, non il tipo di dati usati (metodo). La posizionalità è essenziale..
Sono le domande che ci si pone e il tipo di risposte che si cercano a definire la ricerca.

QUANTITATIVO VS QUALITATIVO

Dati quantitativi : Informazioni numeriche che forniscono spiegazioni oggettive e predizioni


– Possono essere estensive (caratt. fisiche, distanza, peso, numero di) oppure rappresentative
(caratt. Non fisiche, QI, sviluppo)
– Vari tipi di dati ( nominali, ordinali, %, intervalli)
– Vari tipi di analisi (statistica, simulazioni, modelli) – Varie fonti (survey, questionari, data
base).
Dati qualitativi : Informazioni non numeriche che forniscono significati e comprensioni soggettive.
– Testi, immagini, suoni, letteratura, interviste, diari, video
– Possono essere trasformati in quantitativi
– Analisi qualitativa : lavorare su materiali originali cercando di comprenderli per creare
significato (analisi del contenuto, discorso, decostruzione)

Non sono categorie in opposizione, è un falso dualismo:


-i dati qualitativi possono diventare quantitativi
-le fonti di dati non sono così distinti
- le unità di analisi possono essere più o meno numerose
COLONIALISMO VS POSTCOLONIALISMO
Il colonialismo non è un momento storico che è finito, ma è un momento storico che ha trasformato
il mondo, il modo di intendere il mondo.
Il colonialismo è un’esperienza della modernità, un momento storico che ha formato la modernità
esperienza della globalizzazione
Le mappe hanno un valore estetico, sono strumenti potenti. Es: tipica carta geografica del
colonialismo.
Visione a mosaico dello spazio -> ci sono vari colori che rappresentano le spartizioni
Il mondo è spartito tra le varie potenze coloniali. Ci sono anche delle linee -> che rappresentano le
rotte commerciali.
Mappa geopolitica, che parla di potere. Il colore rosso non è un colore casuale -> mappa che
naturalizza vari fenomeni -> utilizza varie convenzioni nel modo di rappresentare il potere
nell’impero britannico.
Uso della lingua: tutti i nomi dei luoghi sono in inglese. Ma l’inglese non è una lingua universale.
Visione del mondo dell’inglese.
Sistema delle coordinate: latitudine e longitudine deciso nel 1881: impero britannico ha il potere di
imporre la sua visione del mondo anche nel calcolare le coordinate del mondo.
Essendo la superficie della terra sferica, ci sono molti modi per rappresentare su un piano questa
superficie.
Al centro della mappa vi è l’Inghilterra, che dal punto di vista dei britannici stessi è il centro del
mondo, simbolicamente, geopoliticalmente, culturalmente, cognitivamente.
Il tipo di proiezione stesso è condizionato da questo punto di vista: l’Inghilterra appare molto più
grande di quel che realmente è.
 
L’esperienza del colonialismo raggiunge il suo apice nel 1914 (immediatamente prima dello
scoppio della Prima Guerra mondiale)
“Imperialismo” e “colonialismo” nel linguaggio comune sono spesso usati come sinonimi.
Nell’esperienza storica di quel periodo sono pressocchè la stessa cosa, ma diventa fondamentale
distinguere tra le due cose soprattutto nel nostro tempo.
 
Imperialismo: relazione umana/territoriale ineguale; implica l’estensione dell’Autorità e del
controllo di uno stato (o gruppo umano) su un altro.
Si ha imperialismo quando si ha un rapporto tipo centro/periferia -> ineguale, sbilanciato, si hanno
dei subalterni.
Autorità: non vuol dire soltanto politica, ma anche l’autorità di un soggetto/uno stato/un gruppo
sopra un altro.
L’mperialismo ha una dimensione politica, ma anche una dimensione economica, culturale.
 
Colonialismo: in modo più ristretto, “dominazione” e “espropriazione” di una popolazione indigena
da parte di un gruppo umano esterno (colonizzatore). Colonizzare vuol dire: andare lì, impossessarsi
del territorio, costruire le mie case e implictitamente rimuovere o relegare ai margini chi abitava
quel luogo prima di me. Perchè ovviamente il colonialismo non è stato sempre solo esplorazione di
terre vergini, ma anche andare in luoghi abitati da altri esseri umani considerati (in modo ambiguo)
selvaggi, non umani, ecc. -> portare la civiltà, la religione, ecc.
 
Tutto il mondo era diviso tra alcuni poteri coloniali:
Al primo posto: l’impero coloniale britannico (superficie: 33 mila km quadrati. Popolazione: 388
milioni di persone)
Al secondo posto: impero francese (gran lunga dietro l’impero britannico)
E poi tutto il resto del mondo è frantumato tra gli altri imperi coloniali: Olandesi, Russi, Giapponesi
(10 posizione: Italia)
Tabella che comprime e semplifica l’eterogeneità delle situazioni, infatti se guardiamo ai domini
coloniali britannici: in realtà non c’è mai stato, secondo gli storici, un singolo impero britannico, ma
bensì erano pezzi di territori, estensioni del potere (poteri molto forti in alcuni luoghi, in altri molto
più formale, sulla carta). L’esperienza del colonialismo in questo senso è stata molto variegata.
Erano molti di più i tratti di differenza, che quelli di affinità.
L’idea stessa di “impero” implica coerenza, unitarietà, ma in realtà c’erano molte cose.
L’idea di “impero” implica omogeneità, che in realtà non esisteva
 
Diversi modi per vivere l’esperienza del colonialismo:
Modi differenti per vivere l’esperienza del colonizzatore
 
I.          Dottor Livingstone:
Emblema del colonialismo inglese.
Missionario inglese che esplora in modo avventuroso le colonie inglesi -> in particolare l’Africa,
mondi di cui non si sapeva nulla. Le sue avventure diventano particolarmente famose grazie alla
stampa dell’epoca. (fine 800 - inizio 900)
Esplorazioni geografiche, nel senso più tradizionale del termine -> Famoso per aver scoperto le
Cascate Vittoria in Africa
Monumento in Burundi - sporia molto famosa.
Si erano perse le tracce del Dottor Livingstone - New York manda Stanley (giornalista) a cercare
Livingstone -> lo incontra in Burundi dopo mesi
L’arrivo dell’uomo bianco non viene percepita come un’invasione, ma anzi -> viene percepita dai
locali come una festa, una cosa curiosa - incontro che non sembra avere quell’esperienza del
colonialismo che comunemente si immagina
Storia di un’espansione anche religiosa - Livingstone è stato il primo a convertire e battezzare un
soggetto locale
Esperienza del colonialismo non violenta come comunemente si immagina
 
II.        Diversa l’esperienza del colonialismo di altri soggetti: famiglie middle class
Es: famiglia Finix che va nella British Columbia per avere nuove possibilità economicheù
Storie di negoziazione, prendono forma attraverso forme semplici, banali
Una famiglia vede delle possibilità economiche migliori in un altro territorio, trasferendosi altrove
rispetto alla propria patria
 
III.     Ancora diversa è l’esperienza dei deportati in Australia -> incarcerati per reati molto banali,
dove viveavano l’esperienza della colonizzazione, costretti ai lavori forzati. Finita la pena molti di
loro non hanno i soldi per comprarsi il biglietto per tornare indietro -> rimangono in Australia e
danno forma alla colonizzazione di quel continente con la rimozione degli idigeni di quel territorio.

Esperienze differenti del colonialismo: questioni di classe, etnie, razza, posizionamento, sessualità,
ha creato esperienze molto diverse rispetto al colonialismo
 
VI.     Molti colonizzatori hanno vissuto l’esperienza coloniale leggendo la letteratura coloniale
“storie coloniali” -> genere letterario che raccontava il lato avventuroso dell’esperienza
coloniale (oggi tendenzialmente non esite più)
Ogni momento storico ha bisogno di un apparato ideologico che lo renda giustificabile. Nessuno è
convinto i fare del male - ci credevano - reso possibile da un apparato ideologico che “influenza” le
persone - creano motivazioni differenti. Tutti i progetti - le guerre, i conflitti - avevano una propria
motivazione. Quando immersi in un’ideologia, diventa naturale, non la si nota (ci sei dentro, tante
cose non si vedono, sembrano naturali). Tutto ciò non è un progetto a tavolino, in cui c’è un cattivo
-> è piuttosto proprio un clima culturale che si autoriproduce. (si fanno cose che riproducono la
realtà)
L’esperienza del colonialismo è stata fatta anche da geografie immaginarie -> ma il punto è che
queste geografie immaginarie non sono ai margini /conseguenze dell’esperienza del colonialismo,
ma hanno costituito / hanno contribuito attivamente nel costruire l’esperienza del colonialismo,
anche se hanno preso forma “a casa” -> da soggetti che sono stati a casa
Molti hanno implicitamente supportato l’esperienza del colonialismo, anche senza essere
colonizzatori in senso stretto. Ad esempio: attraverso l’esperienza del consumo (cconsumare
prodotti, oggetti, cose, che proveniano dal coloniale). Il coloniale diventa anche uno stile -> lo
“stile coloniale”. Diventa una pratica di consumo (pratica geografica importantissima).
L’esperienza del colonialismo è l’esportazione forzata di materie prime: divisione internazionale del
lavoro, geografia economica,ecc. Risorse, materie prime portate al centro dell’impero, dove le
industrie le lavoravano e poi i prodotti venivano ri-esportati. Non rimaneva tutto nella madre patria
- perchè le colonie sono anche mercati di sbocco, in cui vendere i prodotti. Si producono tecnologie
che permettono che la colonizzazione prenda forma
Es: motiri dei treni, delle locomotive, ferrovia (simbolo dell’espansione dell’impero, della civiltà,
ecc.)
Colonialismo è un sistema culturale:
Controllo della natura (esperienza che prende forma attraverso l’idea dell’uomo bianco che
addomestica la natura -> prima esplorandola,controllandola e mappandola, e poi addomesticando la
natura)
Tutti gli esempi fatti fin’ora sono modi differenti per vivere l’esperienza del colonizzatore.
Allo stesso modo esistono diversi modi in cui i colonizzati hanno vissuto la colonizzazione:
Alcuni soggetti sono stati più o meno assimilati -> (es: Livingstone che converte al cristianesimo un
abitante locale -> lui sceglie di rinunciare alla poligamia, ecc.)
Soggetti che si arrichiscono e assumono posizioni di potere (diventando soggetti a metà, che
lavorano per l’impero), altri soggetti tentano la rivolta, in molti casi perdendo la propria vita.
Questioni di classe, razza, etnia, posizionamenti ideologici, rendono estremamente variegata anche
l’esperienza dei colonizzati.
La colonizzazione può essere immaginata come una forma di globalizzazione (es: colonizzatori che
vanno in giro per il mondo a colonizzare, l’espansione delle cominicazioni, grande movimento/
spostamento di persone, ecc.)
L’esperienza del colonialismo ha lasciato fortissime tracce. L’eredità culturale di questo è immensa
(infatti esistono studi coloniali, post coloniali
Il fatto che il colonialismo sia stato un movimento globale di persone, potere, merci, è testimoniato
a livello culturale dalla (estrema) diffusione di mode, usanze, estetiche che parlano (di questa
contaminazione) di luoghi e culture diverse.Per noi è cruciale riflettere sull’ineguaglianza delle
forme culturali.
Il mondo apparentemente è caratterizzato da una fusione dei diversi stili -> possiamo considerarlo
come uno degli aspetti più positivi dell’ibridazione culturale.
Nel colonialismo non ha vinto come posizione del mondo della cultura occidentale -> progressiva
ibridazione ma il punto è che non è detto che questo riproduca culturalmente uno scenario di equità.
C’è spesso un rapporto ineguale alla base.
Esiste un residuo del pensiero della modernità che mette implicitamente l’uomo occidentale in una
posizione di superiorità
A scopo illustrativo: la mutilazione dei genitali femminili per ragioni culutrali - no motivo
funzionale,
Pratica che continua a essere praticata in modo illegale - convenzionalmente considerata e descritta
come un segno del sottosviluppo culturale
Pratica: chirurgia estetica - riguarda in particolare alcune parti del mondo
Domanda è: cosa c’è di concettualmente diverso? Che cos’è che fa si che nel primo caso sia
considerato una cosa barbara e nel secondo una pratica normale? Perchè in un caso la deformazione
dell’organo genitale femminile è immaginato come qualcosa che appartiene a barbarie, a qualcosa
che appartiene al passato?
Mentre il secondo è qualcosa che risulta sofisticato, che viene considerato accettabile.
Quanto c’è di eurocentrismo, di implicito nell’immaginare la nostra esperienza culturale migliore,
moderna, ecc.
Eredità del colonialismo, il neocolonialismo e il postcolonialismo
Viviamo in uno scenario “post-coloniale” o “non coloniale”?
Momento di fondamentale importanza 1997: quando Hong Kong smette di essere una colonia
inglese. Momento celebrato e raccontato dai media di tutto il mondo. Una volta si diceva: “Il sole
non tramonta mai sull’impero britannico”, perchè è così vasto. Invece, in quell’anno, il sole ha
tramontato sull’impero britannico. Ma in realtà questo fatto ha suscitato numerosi dibattiti.
L’esperienza coloniale britannica così come altre, non è del tutto finita. Esistono delle tracce, dei
resti, degli scheletri del colonialismo -> che possono essere anche abbastanza significativi sulla
carta geografica.
Le isole Folkland (isole inglesi, retaggio di un passato coloniale) -> chiamate in un altro modo
dall’Argentina, la quale dice che siano sue. Alla fine degli anni 80 ci sono stati tensioni militari
molto forti -> perchè il controllo di quelle isole aveva un potere simbolico molto forte.
Esperienza degli algerini francesi -> hanno a che fare con l’esperienza coloniale
Confini dei paesi africani: si vede che sono tirati col righello -> non sono il frutto di un’evoluzione
storica, sono confini arbitrari dfiniti dalle grandi potenze europe, sono un residuo dell’esperienza
del colonialismo. I problemi del sottosviluppo dei paesi di oggi derivano dai confini stabiliti
arbitrariamente tanto tempo fa.
Caso emblematico: confine tra India e Pakistan (uno dei confini più grandi del mondo). Confine
chiamato la linea Radcliffe (funzionario inglese) che non ha nessuna conoscenza dell’India viene
mandato (con una pila di documenti ufficiali, mandati, mappe, ecc) e gli viene dato l’incarico di
disegnare un confine in 36 giorni. -> lo disegna a tavolino. Ancora oggi i conflitti prendono forma
sulla base di quel confine deciso a tavolino.
Decolonizzazione
Non ha annullato i rapporti ineguali, la fine dei grandi imperi europei ha fatto nascere nuovi imperi
L’esperienza della decolonizzazione, che è stata progressiva (man mano i vari paesi hanno
rinunciato al proprio controllo coloniale -> non ha significato che sia finita l’esperienza
dell’imperialismo e dei rapporti ineguali. Semplicemente la fine dei grandi imperi europei, ha fatto
nascere nuovi piccoli imperi.
Momento ritenuto più significativo:
conflitto sul canale di Suez (dalla metà degli anni 50) - In Egitto ci andarono gli eserciti dei
francesi, degli inglesi e degli israeliani e tutti e tre volevano il controllo sul canale di Suez (canale
importantissimo per ragioni commerciali). L’Egitto, con le proprie asperazioni di indipendenza,
voleva che se ne andassero gli eserciti esteri. Ma succede che l’Unione Sovietica appoggia il
progetto indipendentista egiziano e invita gli eserciti francesi, inglesi e istraeliani ad andarsene. Gli
Stati Uniti spingono questi eserciti ad abbandonare l’area di Suez per paura dello scoppio di una
guerra. Momento storico simbolico importantissimo: dimostra come gli imperi europei non contano
più niente - i veri poteri sono negli Stati Uniti e nell’Unione sovietica - il bipolarismo che gioca la
propria battaglia al di fuori dei loro territori. Uno dei rarissimo momenti in cui gli Stati Uniti si
oppongono alla politica israeliana. Momento geopolito importantissimo.
Esistono altri strumenti oggi che hanno a che fare con l’economia e che continuano a riprodurre un
rapporto ineguale -> in questo senso si parla oggi di Neo imperialismo.
Neocolonialismo e neoimperialsmo: i nuovi poteri
Libro di riferimento: “Impero” di Hardt e Negri -> considerato un vero e posto manifesto
dell’epoca. Produce un parallelismo interessante
Dice: il mondo è un impero (non è un impero in senso metaforico, ma è esattamente un impero in
senso stretto) dove la geometria dei poteri è cambiata drasticamente, le forme del controllo non
sono più quelle tradizionali del controllo con armi, dell’esperienza del colonialismo.
L’impero, secondo Hardt e Negri:
- non ha un centro (ben definito, come nell’impero tradizionale. Es: impero britannico, che è un
impero globale. Dove c’è un eguale distribuzione di potere -> potere militare che ha a che fare con
l’ONU, con lo strapotere militare degli Stati Uniti -> lo scenario sta cambiando, si sta decentrando)
- il potere è distribuito fra apparato militare USA, forza politica ed economica degli stati del G8,
alleanze come la Nato, organismi finanziari e commerciali internazionali (IMF, W8, WTO), imprese
multinazionali
È cambiata la governance, la distribuzione delle relazioni internazionali - nuove forme di
organizzazione dell’economia dell’impero globale. Nuova governance politica fatta di
organizzazioni internazionali che prima non esistevano, imprese multinazionali
Visione di Negri e Hardt:
Critica al capitalismo - c’è un’organizzazione gerarchica che non è tanto diversa da quella
dell’impero dell’antica Roma
Parallelismo con organizzazione politica dell’antica Roma:
- vertice monarchico
- oligarchia
- aristocrazia
- moltitudine (non utilizzano l’idea di classe, ma è l’aspetto più basso, la resistenza a questo ordine)
 
Cittadinanza e impero secondo Hardt e Negri
- se il mondo è sempre più un impero, anche il concetto di cittadinanza dovrebbe espandersi alla
scala mondiale?
- l’Impero non si limita a controllare l’economia o i flussi migratori, ma modella le vite:
propensioni, desideri e affinità
- il colonialismo economico, a differenza di quello classico, non ha generalmente bisogno di
conquistare territori, ma mercati
Se ho un impero globale in cui lo stato nazione non è più il principale contenitore di potere
Si pondono una serie di interrogativi, che rendono molto attuali le riflessioni storiche da cui siamo
partiti?
Come cambia il concetto di cittadinanza in questo nuovo impero?
Se ho un impero globale in cui lo Stato Nazione non è il più il principale contenitore di potere
-> grandi flussi commerciali - come devo pensare il concetto di cittadinanza?
In che modo l’impero struttura le proprie relazioni di potere oggi?
In che mondo l’impero oggi sviluppa la propria influenza? Tesi di Hardt, Negri e molti altri:
prende forma in modo molto subdolo - l’impero non impone solo le proprie regole, ma impone
e plasma i propri desideri, i propri sogni, trasforma “i nosri stessi corpi” in oggetti -> estrema
esposizione del nostro corpo alla standardizzazione -> fenomeno che ha a che fare col
subalterno culturale.
Tutto sembra essere acquistabile tramite denaro.
Si tratta di conquistare i mercati. I mercati hanno sia una dimensione fisica (mercato delle
risorse in Africa) sia una dimensione che apparentemente è scollegata alla geografia (i centri
delle città, che diventano luoghi di consumo) - riflessione su come cambia la società e
l’appropriazione dello spazio - non è più soltanto geo politica (militare che conquista uno
spazio), ma lo spazio si conquista attraverso gli strumenti del mercato del consumo,
dell’appropriazione.
In alcuni casi prende forma in modo molto esplicito -
Possiamo immaginare molti tipi di relazioni geografiche come forme di controllo del territorio
in termini economici (a scale differenti)
 Facebook, Tinder, ecc. -> Casi in cui la logica commerciale si è appropriata di uno spazio di
relazioni sociali -> l’ha trasformata in qualcosa di codificato, consumabile -> estrae profitto da esso.

INTRODUZIONE ALLA GEOGRAFIA POLITICA


L’ ARCHITETTURA GEOPOLITICA
 
Architettura geopolitica= la composizione dei sistemi “forti” nel mondo contemporaneo.
Studieremo le istituzioni forti che regolano il sistema mondiale, forme di controllo di tipo
economico soprattutto. Nuove forme di controllo, egemonia, ecc. Fondo monetario internazionale,
Banca mondiale, Organizzazione Mondiale del Commercio
Lo sguardo geopolitico 
Comunemente si pensa che il lavoro del geografo abbia a che fare con i grandi scenari geopolitici,
le strategie del “generale”, grandi strategie che prendono forma su scala internazionale. Si divide:
Geopolitica alta: ha a che fare con i poteri formali, visibili
Geopolitica bassa: ha a che fare con noi, tutti i giorni, la quotidianità
Avere uno sguardo geopolitica significa avere uno sguardo attento alle relazioni - geografie di
potere - come il potere si struttura nello spazio. Le geopoltica riguarda solo un “altrove” turbolento?
Luoghi in cui avvengono guerre oppure ha a che fare anche con il “qui e ora” -> es: la
militarizzazione degli spazi
Una guida per l’interpretazione dello sceario globale
Un sistema che genera particolari modi di intendere luoghi, comunità, identità, problemi (e
soluzioni) (orientalismo, distanza con l'altro)
Geopolitica “alta”, geopolitica popolare, “altre” geopolitiche..
Esistono due tradizioni di approccio alla geopolitica - due tradizioni di studi
1.         La geopolitica è uno sguardo (un modo di intendere e rappresentare il mondo) che fornisce
delle coordinate per comprendere lo scenario globale.
Esistono molte forme di rappresentazioni di sintesi dello scenario mondiale, che hanno un ruolo
sostanzialmente comunicativo -> ci forniscono le coordinate per muoverci nel mondo.
Secondo i cognitivisti il modo in cui noi costruiamo la conoscenza dello spazio è diverso da
altri -> abbiamo bisogno di creare etichette semplificate delle cose per avere un primo
orientamento generale e poi possiamo segmentare -> chi si occupa di geopolitica / ciò che fa la
geopolitica:
È fornire interpretazioni/categorie per interpretare la nostra posizione nel mondo.
- è una categoria che mi serve per comprendere lo squilibrio del mondo/ confrontarsi con la
complessità del mondo
Esiste un Primo Mondo che sta tendenzialmente nell’emisfero settentrionale e un Terzo Mondo,
che sta tendenzialmente nel sud del mondo e ha un sacco di problemi.Espressione che ha una
tradizione geopolitica in senso stretto: adesso si usa terzo mondo per indicare i paesi poveri ma
in origine : - Primo mondo -> era ciò che ruotava intorno agli Stati Uniti (mondo allineato agli
Stati Uniti. - Secondo mondo -> ciò che ruotava intorno all’Unione Sovietica. - Terzo mondo ->
qualcosa di diverso ancora. Queste categorie hanno una loro storia, comunicano
potentenemente delle descrizioni geografiche, ma anche delle ideologie, delle visioni del
mondo -> sguardo geopolitico (anche cortina di ferro).Costruzione geopolitica che mi permette
di individuare una categoria che prima non esisteva. Crea una visione molto forte tra “noi” e
“loro”. La nostra visione del mondo è guidata da categorie geopolitiche
2.        Da un altro lato è geopolitica studiare come le categorie geo politiche a cui faccio riferimento
sono sistemi che generano identità / modi di intendere i ruoli / Codificano problemi e soluzioni.
Costruzione occidentale di “oriente”: invento una categoria -> costruzione geopolitica. Le
categorie geografiche (la geopolitica) hanno a che fare non soltanto con “l’altrove” ma anche
con il “qui” -> es: questione dei flussi migratori
La costruzione di queste categorie ha a che fare sia con poteri “alti” “forti” (le grandi visioni
del mondo dell’ONU), sia con cose molto basse (modo in cui viene raccontato il problema della
sicurezza nei quotidiani -> crea categorie geopolitiche -> inquadra il nostro modo di
comprendere il problema della sicurezza).
Una brevissima storia della geopolitica
La Geopolitica nasce come disciplina nel 1899. Espressione si lega al nome di un geografo svedese.
Ques’espressione nasce come progetto intellettuale di fondare una disciplina (branca della
geografia) che studiasse il ruolo del territorio nel condizionare le vite/ l’evoluzione/ le dinamiche
degli stati. “Geopolitica”: Rudolf Kjellen,1899: ruolo territorio e risorse nel condizionare gli Stati
(“leggi scientifiche” riguardo a posizione, distanza mare, ecc..)
Periodo in cui prende froma il progetto della modernità -> si tratta dell’idea di trovare “leggi
scientifiche generali” -> idea che la geografia possa stabilire delle leggi generali universali,
applicabili ovunque, che spiegano i fatti politici degli stati (in questo caso). Le leggi scientifiche
legano le strategie degli stati a fatti strettamente geografici -> posizione, confini, caratteristiche del
territorio, ecc. -> Lega le strategie degli stati
Risuona in primo luogo col clima nazionalistico del periodo: Europa è fatta di stati nazione, ognuno
col proprio sovrano e ognuno che cerca di farsi spazi in questo piccolo continente o anche fuori
(attraverso il progetto coloniale). Idea che ci possa essere un sapere scientifico che giustifica le mie
scelte piace tantissimo
Risente anche ideologicamente col clima di nazionalismo del periodo: idea che ogni stato deve
trovare il suo modo per differenziarsi -> si considerea lo stato come “elemento di base” (oggi invece
possiamo immaginare il mondo come un mosaico, come una rete, come un sistema, in cui lo stato
non è l’unica unità di analisi)
In quella visione del mondo abbiamo però lo Stato come unica unità di analisi geografica. Risuona
anche con le esigenze di politica economica del periodo (il mondo è il mondo che lotta per
conquistare vie commerciali, protezionismo commerciale, garantire la diffusione dei miei prodotti,
ecc.). La geopolitica quindi “piace” e ha “popolarità”. Successo della geopolitica come disciplina:
- clima di nazionalismo e protezionismo commerciale
Clima nazionalistico del periodo (Europa fatto di stati sovrani) si considera lo stato come
“elemento base” -> visione del mondo che immagina come lo stato come unica...)
- clima di imperialismo
- nascita della geopolitica come disciplima (cattedre universitarie, dipartimenti, “invasion
novels”, ecc.)
La forma più comune di geopolitica è un saper fare -> non sembra esserci una teoria di base dietro,
sembra che i fatti si spieghino da soli. Tanti modi di fare geopolitica. È difficile considerarla una
disciplina accademica. Nascono cattedre di geopolitica in giro per il mondo dal 1903. Autere di
punta della geopolitica:
Fredrick Ratzel, 1901: lo stato come super-organismo (Darwinismo e “spazio vitale”)
Ratzel non è un autore strettamente nazista o razzista. Era uno scienziato. Introduce un’idea che
diventa popolare: idea che possiamo immaginare gli stati come dei super-organismi -> prendo
qualcosa dalle scienze dure (le teorie di Darwin) e le applichiamo a scienze sociali, in questo caso la
geografia. Parallelismo: immaginiamo che gli stati siano come dei grossi organismi. Ogni stato è in
competizione con altri stati per sopravvivere, sopravvive il migliore, il più adatto -> quello che ha le
risorse per sopravvivere.
Risorsa a disposizione degli stati: lo spazio - gli stati hanno bisogno di risorse (es: minerarie, come
il petrolio), le quali si trovano nello spazio.
Gli stati hanno bisogno di spazio per ospitare la popolazione -> la popolazione cresce, quindi hanno
bisogno di altro spazio in cui espandersi -> hanno bisogno di quello che chiama “spazio vitale”.
I super organismi sono in competizione per avere il loro accesso al loro spazio vitale.
Considero la geopolitica come una scienza perchè è stuadiata all’università -> la geopolitica dice
che ogni spazio deve espandersi per conquistare lo spazio vitale -> è così e deve accadere. Questo
mi permette di “de-responsabilizzarmi rispetto a scelte politiche”. Questo tipo di idee piacciono ai
nazionalisti dell’epoca.
Geopolitica e sicurezza
La grande questione che studiava e studia la geopolitica è la questione della sicurezza. Ciò che
interessa alla geopolitica è mantenere la sopravvivenza dello stato difronte alle micacce (cioè alle
cose esterne) -> come fa lo stato a difendersi e a difendere il cittadino. Io come cittadino ho una
serie di doveri e responsabilità e in cambio lo stato mi protegge, mi da dei servizi, mi garantisce una
vita pacifica con gli altri. -> esiste un patto sociale che mi garantisce sicurezza.
L’implicazione è che quello che deve fornire l’esperto di geopolitca sono informazioni molto
pratiche, su come rendere meno vulnerabili i bordi (si parla oggi di Border Studies - lo studio dei
confini è una questione di cui tipicamente si occupa la geopolitica). La geopolitica si occupa di
confini -> ha a che fare con la visione di mosaico: come rafforzare i confini se la minaccia arriva
dall’esterno.
La geopolitica nasce come sapere empirico, oggettivo -> l’esperto mi dice dove rafforzare, come,
ecc. Ha a che fare con la pratica delle relazioni internazionali.
1)        Mantenimento dello stato dinanzi a minacce (poteri esterni)
2)        Studio geopolitica: quali aree rafforzare, quali sono vulnerabili (studio pratico e oggettivo -
la pratica delle relazioni internazionali)
3)        Studio dei confini è tipicamente oggetto di geopolitica
4)        Geopolitica nasce come sapere empirico/oggettivo
Geography is the most important factor in international relations because it is most permanent
(Nicholas Spykman)
Mondo come sistema chiuso e interdipendente (visione del mondo a mosaico). Ci sono una serie di
immagini di quegli anni che testimoniano gli immaginari geopolitici dell’epoca. Mondo:
immaginato come un’unica grossa palla in cui ci sono una serie di stati che sono considerate come
tessere di un mosaico, lo stato deve difendere il proprio territorio e il proprio confine, se è possibile
allargarlo e la geopolitica si occupa di mantenere quelle relazioni o in qualche modo spartirsi i
confini con il resto del mondo. Es: carta del mondo del 1914: Europa ognuno con gli stati nazione e
tutto il resto del mondo fatto di aree bianche dove “ognuno doveva mettere il proprio colore” ->
idea di spartizione del mondo. Il mondo è una mappa in cui ognuno deve conquistare più territori
possibili (gioco a somma zero, perchè se lo conquisto io, tolgo quel territorio a un altro). Riflette
l’idea Darwinista della società.
Esempio: l’idea di Heartland
Immagine classica: visione geopolitca prodotta da un geografo inglese: Mackinder.
Halford Mackinder, nel 1904 diceva: il mondo è un sistema chiuso, ma c’è un pezzettino di mondo
che è quello che conta veramente: tutto il mondo riflette la distribuzione di potere, riflette il
controllo su un’area centrale del mondo. Quello che conta veramente è una piccola area geografica
che si chiama Heartland (Zona centrale dell’Eurasia). Chi controlla l’Est Europa comanda
l’Heartland: chi controlla l’Heartland comanda l’Isola-Mondo: chi controlla l’Isola-Mondo
comanda il mondo.
 Il nazismo
Hitler nel suo libro Mein Kampf prende fortemente ispirazione dalle idee di Ratzel sostituendo
alcune categorie spaziali con altre categorie (in particolare pone molta enfasi su questioni di razza -
idea dell’autentico abitante ariano che si deve garantire il suo spazio vitale -> adattamento delle
teorie fatte da Hitler). Parla di come espenadere gli stati, mantenerli, coerente con la visione
competitiva degli stati.
Hitler e la geopolitica (Mein Kampf, enfasi su “razza”)
- coerente con i piani di domincio mondiale
- visione del mondo ultracompetitiva, primato interesse nazionale
- permette “distaccamento morale”
L’invasione della polonia è semplicemente una cosa che deve accadere per garantire spazio vitale al
popolo tedesco.
Karl Haushofer e l’Istituto di Geopolitica di Monaco: l’idea di pan-regioni
Karl Haushofer è un geografo tedesco, che ha diffuso le idee di Ratzel (ponte tra Ratzel e Hitler -> e
il nazismo). Presidente dell’istituto di geopolitica di Monaco, un’autorità militare, ha introdotto una
serie di concetti come: pan-regioni (es: regioni di influenza nazista), ma ad un certo punto si
distacca da Hitler,  non si riconosce più in quel progetto di geopolitica.
Il nazismo segna questo legame forte tra geopolitica e questioni di razza, di dominio, guerra e
atrocità. La geopolitica incontra una crisi intellettuale con la fine della Seconda Guerra Mondiale e
con la fine del nazismo. Perde identità. La parola stessa “geopolitca” scompare dal vocabolario.
Alcuni importanti intellettuali la dipingono come un “veleno intellettuale”, non è degna di essere
insegnata all’università, perchè riproduce una visione estremamente “distorta del mondo,
improduttiva, ideologica, razzista”. PERO’ in qualche modo ci si continua a occupare di
geopolitica: la produzione e la riflessione sulle visioni del mondo. Dopo un po’ di anni la parola
geopolitica ritorna. Torna a formarsi un progetto intelletuale legato alla geopolitica, volendosi però
distaccare da quello che era il progetto originario
Idea: torniamo a occuparci di geografia politica, ma cercando di renderla qualcosa di diverso da
quella che era prima.
Questo esperimento si concretizza nell’uso di due espressioni (nel dibattito anglosassone in
particolare):
Geografia politica: rifondiamo la geopolitica ma più scientifica e oggettiva, meno ideologica e
deterministica. Smettiamo di considerare implicitamente una razza, una categoria, un territorio
superiore all’altro -> l’altro sottomesso da conquistare. Piuttosto c’è bisogno di una visione più
complessa mantenendo le categorie.
Geopolitica critica: critica al realismo della geopolitica tradizionale e questione delle
rappresentazioni geografiche,vediamo quanto è distorta la rappresentazione delle categorie
geopolitiche, geografiche. Vediamo come la costruzione di categoria sia necessaria per la
produzione di conoscenza, ma ogni forma di produzione geografica riproduce posizionalità e
modi di vedere il mondo. Ma noi ne siamo coscienti che la geopolitica si occupa di studiare
identità e alterità.
Richard Hartshorne, 1954: “an intellectual poison” - disciplina fraudolenta, ideologicamente
sospetta, macchiata di associazioni con il nazismo
 Politica geography 
Studiamo le relazioni internazionali e le contraposizioni fra poteri utilizzando categorie più
scientifiche ed oggettive. Questo però non accade. Questo tipo di analisi di political geography
prende forma soprattutto a partire dagli anni 60 e si occupa del tema “caldo” di quel periodo, cioè:
la contrapposizione fra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Fa questo tipo di analisi esattamente con la stessa deformazione ideologica che aveva a suo tempo il
nazismo. La geopolitica risente del punto di vista americano e occidentale (anti comunista).
Dall’altra parte della Cortina di Ferro, l’Unione Sovietica faceva un altro tipo di geopolitica, dal suo
punto di vista (anti americana) totalmente ideologica.
La visione dei due blocchi è dinuovo la visione dei due organismi in competizione -> uno che
“sgomita” contro l’altro, ognuno che cerca di controllare uno spazio vitale esterno ai due blocchi ->
spartizione, neocolonialismo nel sud del mondo. Unione Sovietica immaginata come “impero del
male” -> si immagina che una delle grandi spinte alla su urbanizzazione sia stata la paura della
bomba atomica.
Esempio cruciale: teoria del domino
Effetto domino, introdotto da un esperto di geopolitica. Idea: lo scenario nel sud del mondo fatto di
“caselle” comuniste e caselle “libere” cioè filo americane. Bisogna evitare il più possibile che dei
paesi sotto il controllo americano, cadano sotto il controllo comunista. Perchè partirebbe l’effetto
domino -> perchè ne cade uno, ne fa cadere un altro, ecc. E poi “ci cade tutto tra le mani” -> effetto
del contagio. In particolare questa visione (Retford in particolare) è stato il grande attore che ha
promosso di bombardare il Vietnam. -> per evitare l’effetto domino. Se il Vietnam diventa
comunista, poi lo diventa anche il vicino, ecc. Devo evitare il contagio, la perdita di potere (se cade
una tessera, cadono anche le altre).
Logiche della visione:
a.         Due poteri
b.         Solo la forza può opporsi alla forza
c.         La dinamica degli eventi è inevitabile
d.         Logica del contagio (metafora infezione)
Implicazione ideologica:
Ci sono solo 2 poteri e si impone la forza alla forza, più che una teoria è anche una pratica. Logica
di questa visione: ci sono solo 2 poteri (bipolarismo) e si oppone la forza alla forza. Non esiste altro
spazio a questa visione -> molto simile all’ideologia nazista. La dinamica degli eventi è inevitabile
(visione abbastanza lineare -> se cade una tessera, automaticamente cade anche l’altra). Logica del
contagio -> quasi epidemiologica, infettica.
Critical geopolitics 
Nasce come visione critica alla political geography. Idea di decentrare la prospettiva -> immaginare
che si sia solo una prospettiva geopolitica.
Studiare geopolitica significa studiare il campo di visioni/strategie/categorie/discorsi che
riproducono immaginari del mondo e riproducono il conflitto intorno al potere a livello mondiale ->
narrazione della minaccia è un modo di vedere le cose. Le cose non esistono mai al di fuori del
discorso, della visione di chi le vede, un’interpretazione delle cose che crea un significato delle
cose. Esistono delle cose al di fuori di noi ma acquisiscono significato solo attraverso un processo
di costruzioni di interpretazioni di senso. In questo caso la geopolitica non è fatta di cose che “si
spiegano da sole” evidenti, ma è fatta di discorsi/interpretazioni/categorie e ognuna di queste la si
deve situare rispetto alla posizione di chi le produce. Es: “visione americana del mondo” diversa
dalla “visione sovietica” / “italiana” ecc.
La geopolitica critica studia i processi di costruzione delle categorie.
Rifiuto dell’idea di oggettività
Decentramento della prospettiva incentrata sullo Stato (altri attori)
Enfasi sul discorso
Enfasi sulla posizione (positionality)
Critica ai processi che riducono spazi e luoghi a ideologie (Asia è esotica, URSS è comunista, Iran è
fondamentalista, Usa è libertà e democrazia)
 -> critica all’essenzialismo: idea che una identità complessa sia etichettata come una sola
caratteristica considerata omogenea
È tipico delle categorie geopolitiche sintetizzare la complessità in una sola etichetta. -> etichettare il
mondo come la visione a mosaico: etichettare le varie regioni del mondo con una sola caratteristica
considerata omogenea al suo interno che ne definisce le differenze rispetto a quello che c’è intorno.
Questo accade, ma possiamo avere una visione critica, guardare ai processi che producono queste
categorie e cercare di avere una visione più “complessa” delle cose.
Critica all’enfasi dello Stato -> immaginare che le relazioni siano composte solo dalla
contrapposizione fra ciò che è sotto il controllo dello Stato (“domestico”) e “ciò che ha a che fare
con la politica esterna (“esterno”)
Riduzione delle relazioni a due sfere: il “domestico” sotto controllo (Stato) e l’internazionale fuori
controllo
La geopolitica non si occupa solo delle frontiere come “bordi/confini” -> ma con un’ottica molto
più ampia.
Geopolitica critica
La geopolitica non riguarda solo la descrizione o predizone delle dinamiche della politica
internazionale. La geopolitica ha molto a che fare con la questione dell’identità. Enfasi sul livello
nazionale, confine -> modi anche per creare concettulmente anche un “noi”, cioè comunità che ci
contrapponiamo a un “altro” che è esterno. La geopolitica riguarda la formazione di identità:
Noi e Loro: La questione del nazionalismo è centrale nella geopolitica. Le categorie geopoliche
rafforzano/costituiscono il senso stesso delle identità (noi e loro). La costruzione delle categorie
geopoliche producono le nazioni, lo stato, il nazionalismo. Il costruzione di identità nazionale
produce le categorie politiche (o geopoliche).
In questo senso studiare il nazionalismo è una questione geografica, non solo perchè ha una dimensione fisica,
cioè lo stato finisce dove arriva il confine, ma è la categoria stessa che è costruita attraverso lo spazio.
Nazionalismo “civico” (cittadinanza): sistema di diritti e doveri (patto sociale), attacamento a un
sistema comune di pratiche e virtù.
Nazionalismo “futuro”: legame giuridico con lo stato.

ARCHITETTURA GEOPOLITICA: modi in cui stati e altre organizzazioni accedono, gestiscono e


regolano le intersezioni fra territori e flussi, nel fare questo creano confini fra dentro/fuori,
cittadini/stranieri, nazionale/internazionale. Attori principali: Stai, Organizzazioni int, altro (ong,
privati).

STATO E SOVRANITA'
-capacità di negoziare e ratificare trattati e altre attività diplomatiche. (riconosciemento di stati da
parte di altri stati, problema dei “quasi stati”)
-il controllo sul territorio è spesso parziale (diversi livelli di sovranità)
-progressiva erosione dei poteri dello stato: questione dell'interdipendenza (migrazioni)
-riconoscimento della sovranità implica forme di non-intervento
sovranità: costruzuine esclusiva, rispetto sov a vicenda (invasione/intervento)

ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
• Fondo monetario internazionale istituzioni di Bretton Woods
• Banca mondiale sponsorizzate fort da usa
• Organizzazione mondiale per il commercio (GATT-WTO) e poi Nazioni Unite

Fondo monetario internazionale: per regolare i fenomeni montetari attraverso un sistema di cambi
fissi ma aggiustabili (sistema di bretton woods), basato sulla convertibilità del dollaro in oro. Poi
abolito da Nixon nel 1971. oggi: promozione della cooperazione monetaria e stabilità dei rapporti di
cambio, espansione commercio internazionale, riduzione squilibri bilancia i pagamenti attraverso la
concessione delle risorse del fondo.
Organi:
-consiglio governatori composto da 184 rappresentanti, uno per ogni paese membro
-consiglio esecutivo, 5 membri permanenti che hanno versato la maggior quota (UK, USA,
Germania, Francia, Giappone), 19 rappresentanti eletti
-direttore operativo

Il potere di voto dipende dalla quota detennuta (usa possono bloccare decisioni specifiche)

Piani di aggiustamento strutturale (ruolo FMI)


-piani cui sono obbligati a sottostare i paesi desiderosi di altri finanziamenti (conditionally)
-privatizzazioni, svalutazione della moneta local, tagli stato sociale
Neocolonialismo? Come intervento militare?
Durante gli anni 70 a causa della crisi petrolifera, della politica statunitense (regan) e della
liberalizzazione finanziaria inziano fenomeni speculativi. Negli anni ’80 l’FMI non regola più i
rapporti fra valute e questo flusso di dollari porta a una deregolamentazione dei mercati e a un
fortissimo aumento dei tassi di interesse. Polonia, Turchia e Messico non sono in grado di ripagare
il prestito. Il club di parigi invoca l'intervento del FMI e della Banca Mondiale per rinegoziare i
debiti e concedere nuovi presiti, imponendo severe riforme per risanare l'economia dei paesi
debitori. piano di rinnovamento strutturale del paese messi a punto da stimati economisti di
Washington, hanno stampo neoliberista e prevedono riforme e privatizzazioni che dovrebbero
rinsanare i conti pubblici. Si parte dal presupposto che queste riforme siano buone ed efficaci, ma
non è detto che lo siano. Bisogna separare la sfera economica pubblica (che può avere un
miglioramento) e la sfera sociale che soffre vagli tagli per sostenere il rinsanamento dello Stato
(non garantito).Questo è il problema della perdita di sovranità. L'FMI presta i soldi, ma impone allo
stato di fare re riforme.I piani di aggiustamento strutturale sono o no una violazione del principio di
sovranità? In tempi più recenti l'FMI ha riconosciuto i suoi fallimenti. I piani di aggiustamento
strutturale non sono più brutali come quelli degli anni ’80. È stato intrapreso anche un programma
di cancellazione del debito per i paesi particolarmente indebitati (es: paesi dell’area subsahariana) a
condizione che siano introdotte certe riforme.

Banca mondiale
(banca per la ricostruzione e lo sviluppo)
Dagli anni 60 -> Sud del mondo -> progetti per lo sviluppo
Prima di accorrdare un prestito, consulenti ne valutano realizzabilità e remuneratività. I fondi
provengono da emissioni obbligazionarie. I prestiti sono rimborsabili in periodi lunghi (es. 30 anni)
Trasformazione del FMI: apre un dialogo anche con altri attori (es. ONG)
Banca mondiale ha un’evoluzione simile a quello del FMI, nasce con un ruolo e un nome molto
specifico: prestare denaro per i paesi distrutti nella Seconda Guerra Mondiale.
Prestito a un tasso di interesse tanto più elevato quanto più è rischioso il prestito -> grande
problema per i paesi del sud del mondo (devono pagare dei tassi di interesse molto più alti).
Obbligazioni della banca mondiale sono estremamente affidabili (garantiti da tutti i paesi).
L’affidabilità di un debitore è indicata con una serie di lettere in successione. Ogni paese ha un suo
livello di credibilità.
La banca mondiale presta dei soldi ai paesi del sud del mondo con tassi di interesse molto bassi. (?)
FMI e banca mondiale prestano soldi, forte convergenza in quello che fanno. Differenza tra i due:
tradizionalmente era il tipo di cose che veniva finanziato, Fmi si occupa di grande ristrutturazione,
Bm si occupava di finanziare specifici progetto (cose da fare nel sud del mondo che promuovano lo
svluppo). Negli anni 90 la Banca mondiale è stata criticata per gli scadenti risultati e per i danni
sociali e ambientali di alcuni progetti. 
Il “nuovo orientamento” ha preso forma con James Wolfensohn nel 1996
Lotta alla corruzione nei paesi beneficiari
Abbandono crescita economica in favore della riduzione della povertà (componente “sociale”)
Gran parte di questi progetti sono stati fortemente criticati.
Dighe portano problemi:
- problemi ambientali (forme di desertificazione),
- problemi tecnici (vanno mantenute, costano tanto),
- necessitano di tanto spazio,
- spesso introdotte da governi autoritari (spostamento di grandi masse di popolazione per costruire
le dighe),
- costruite da imprese occidentali
“atto generoso” di costruire una diga nel sud del mondo spesso riproduce posizioni di potere
occidentali . Sono anche dei motori per l’accumulazione di capitale (abbattono delle barriere per la
circolazione di capitale). Progetti della banca mondiale fortemente contestati: in India e in Pakistan.
Banca mondiale cambia, obiettivo: lotta alla povertà
Collabora coi governi locali per lottare contro la povertà -> non è più la crescita in senso stretto. È
più una crescrita sociale
Secondo obiettivo: lotta alla corruzione. Sulla carta l’operato della banca mondiale ha un mandato
non politico. Non dovrebbe esserci un’ingerenza diretta -> ma lottere contro la corruzione è un
obiettivo politico. Posizione di superiorità della banca mondiale
I governi, come sottoscrittori delle quote di capitale, hanno potere di voto proporzionale alle quote
possedute (capitale versato)
-> stati uniti (16,4% dei diritti di voto), Giappone (7,9%), Germania (4,5%), Francia e Regno Unito
(4,3%). Per convenzione il presidente è statunitense e il direttore del FMI è un europeo.

International trade organization


Organizzazione mondiale per il commercio (terza istutuzione di Bretton Woods). Lo statuto
dell’ITO fu approvato nel 1948 all’Avana (Conferenza Unctad), ma non vide mai la luce
Idea: liberalizzare il commercio (idea di Smith e Ricardo)
Esistono delle teorie di tipo contrastante (teorie marxiste) -> tante forme di libero commercio
producono squilibri.
Promuovere il libero commercio: significa togliere ogni cosa che limita il commerci (dazi, dogane,
ecc.), operazione politica impossibile in quel period perchè i paesi europei avevano relazioni
commerciali priviligiate con le colonie
Solo uno degli accordi, il GATT, sopravvisse, fornendo il quadro normativo sino all’istituzione della
WTO (1995)
Accordo generale su tariffe e commercio. Accordo che regola le misure protezionistiche relative a
specifici categorie di prodotti. Si sviluppano su base settoriale. Che disciplinano il commercio di
questi prodotti limitando il protezionismo.
Oggetto del GATT: eliminazione, tra i paesi membri, di ogni accordo commerciale preferenziale.
Verso la WTO
Il principio sul quale è basato il GATT è quello della “nazione più favorita”. Devi concedere a tutti
le condizioni che concedi alla nazione più favorita. Non posso avere un accordo che favorisce un
certo paese e ne sfavorisce un altro. Si ingigantisce e diventa il grande contenitore che regola il
quadro normatico per lo scambio commerciale per decenni. Nel giro di pochi anni si dimezza la
quantità di barriere esisteni nel commercio. È un accordo volontario, sottoscrivono le parti e nasce
l’esigenza di creare un’organizzazione internazionale che avesse nuovi poteri.
Il GATT si è modificato ed evoluto attraverso otto sessioni di negoziati (round)
1986: Uruguay Round -> 1995 World Trade Organization
Nel 1986 iniziano serie di negoziati chiamati Uruguay Round e nel 95 prende vita una vera e propra
organizzazione internazionale (organizzazione mondiale del commercio).
WTO: Tre accordi:
GATT (General Trade on tariffs and Trade): versiome “aggiornata del precedente GATT
(GATT 1947 / GATT 1994)
GATS (General Agreeement on Trade in Service) -> commercio di servizi
Ci sono dei servizi che vengono esportati dall’estero. (servizi finanziari
TRIPS (Trade- Related Aspects of Intellectual Property Rights) proprietà intellettuale
(brevetti)
Tutela inellettuale
GATT e WTO
La WTO è un organismo riconosciuto, con poteri nella risoluzione delle controversie (sanzioni),non
regola solo gli scambi di beni industriali, bensì prodotti agricoli, servizi, proprietà intellettuale. A
seguito dei negoziati sono state ratificate decide altri accordi per settori specifici
WTO
Obiettivo del WTO è il progetto liberiste di abolizione/ riduzione delle barriere al commercio
internazionale. Tre principi:
1.         Liberalizzazione: sono proibite le restrizioni quantitative alle importazioni, l’aumento di
dazi o l’introduzione di nuovi
2.         Non discriminazione: le politiche internazionali non possono variare nei confronti di paesi
differenti
3.         Nazione più favorita: ogni favore accordato a un paese deve essere concesso a tutti gli altri
Funzioni WTO
Favorire l’attuzione, l’amministraione e il funzionamento degli accordi del GATT/WTO e
degli accordi commerciali multilaterali
Fornire un contesto per negoziati tra i membri
Amministrare norme e procedure per risolvere delle controversie
Cooperare con le altre oganizzazioni internazionali
Meccanismo del consenso
Prevede che nessun paese membro consideri una decisione talmente inaccettabile da obiettarvi
 -> Incoraggia decisioni condivisibili, pur con allungamento tempi e round, e uso di un linguaggio
ambiguo
Fallimenti a Seattle 1999, Cancùn 2003 Doha (2001 - Nairobi 2015)
 -> Rifiuto di alcuni paesi del Sud di accettare le proposte avanzate
 -> Fenomeno del regionalismo (vs. Multilateralismo)
Fenomeno di aggregazione di paesi spesso vicino tra loro viene chiamato regionalismo -> quello
che porta avanti il WTO è il multilateralismo perchè riguardato tutti.
Regionalismo e multilateralismo coesistono perchè il WTO non aveva il peso politico per annullare
tutti gli altri accordi regionali.
Questi accordi sono tollerati in misura transitoria.
Risoluzione controversie
Obiettivo del WTO è il progetto liberiste di abolizione / riduzione delle barriere TARIFFARIE al
commercio internazionale, Molte barriere commerciali sono non tariffarie.
Come le altre organizzazoni internazionali , il WTO non ha il potere “diretto”, ma qualora un paese
membro non si confermi può autorizzare “misure ritorsive” da parte del paese ricorrente
Es: la questione del copyright
Regolamento del WTO: se si è poveri, grande crisi umanitaria, si può non pagare il copyright sul
farmaco. Misura ritorsiva: si può produrre in deroga -> si produce nel paese del sud del mondo il
farmaco per non pagare il copyright al paese
Elementi del WTO
Conferenza dei Ministri / consiglio Generale: rappresentanti di tutti gli stati membri
Consigli per sovrintendere
a)         funzionamento degli accordi commerciali multilaterali per merci (in analogi con gli accordi
GATT)
b)        Servizi (l’equivalente del GATS)
c)         Tutela dei dirtitti di proprietà intellettuale (TRIPS)
Comitati specifici, es: “comitato commercio e sviluppo”
Segretariato, dretto da un Direttore Generale responsabile della supervisione (Roberto Azevedo)

Conflitti e WTO: i “salotti verdi”


Funzionamento su base settoriale
Conflitti: nel campo dei prodotti agricoli, fra i paesi ricchi (che sovvenzionano le produzioni) e
paesi del Sud (G20, paesi esportatori di prodotti agro-alimentari) che auspicano maggiore
liberalizzazione
Forti critiche da parte dell’opinione pubblica.
WTO governance e democrazia
Popolazioni e governi nazionali hanno poco o nullo controllo sulle decisioni del WTO, sul piano
formale l’organizzazione è democratica (un voto per paese). Ma decisioni più importanti nel
“salotto verde”. Vincolandosi ad accordi internazionali, gli Stati rinunciano a strumenti per
rispodere alla crisi.

LEZIONE COMUNE
PAESAGGIO
-Evidenza pre-scientifica
Gmabino:polisemia del termine, difficile definirlo in maniera univoca.
Termine che sorge inotrno al 500, in tempi precedenti esisteva l'idea di paesaggio (teatro di
taormina oppure allegoria del buono e cattivo governo di lorenzetti)
cosa non è paesaggio: ambiente, territorio, spazio, luogo, panorama.
Elementi per una definizione: sintesi (di elementi di un ambito più grande)+ mediazione (attraverso
la mediazione di un soggetto)
ambiguo: al tempo stesso realtà e rappresentazione
Gambino ? Ilk territorio si fa paesaggio quando intervieneuno sguardo
3 modi di interpretare il paesaggio
-come modo di vedere: è rappresentazione, interpretazione politica, far accettare relazione del
potere, proptario terriero organizzatore dello spazio
-come testo: prospettiva seniotica, viene scritto dal contadino ma anche dal potere politico,
costituito da elementi piccoli e grandi, si può leggere e essere interpretato
-come pratica: sensoriale, spazio vissuto, habitat dell'essere umano, paesaggio e identità
PATRIMONIALIZZAZIONE DEL PAESAGGIO
Unesco:
-riconoscimento del valore sovrannazionale del patrimonio
-attenzione esclusiva al patrimonio immobile (luoghi)
-protezione congiunta di patrimonio culturale e naturale
non tutela, pretende che i siti siano già soggetti a tutela, vari tipi di siti:
-siti culurali: monumenti, complessi monumentali, siti (pezzi di territori)
-siti natuali
-siti misti
3 paesaggi unesco
-progettati e realizzati intenzionalmente dall'uomo (giardini)
-prodotti dell'uomo attraverso il suo lavoro, con un piano specifico
p. relitti: testimoniante di sistema socio-economico che non esiste più (p. minerario norma)
sistema ancora esistente (val d'orcia)
-paesaggi associativi, valore dato dal significato dato dalle comunità colcali
critiche: visione etnocentrica, confini del valore, riconosciemtno “esclusivo”

MAPPING VS COUNTERMAPPING
Strumento che guarda una singola narrazione, hanno un potere “attivo”: inquadrano una narrativa
definendo cosa è un problema e cosa non lo è, rilevante o meno.
Offrono narrazioni selettive, producono fenomeni e li sostengono (es mappa prostituzione).
es. rivolte di londra
mappa rivolte/indice di povertà-> il senso stesso della creazione di questa appa crea narrativa.
Povertà è la causa o no? Effetto o causa?
La mappa non ha solo descritto qualocsa, ha suggerito cause, colpe, colpevoli, nessuna mappa è
neutrale in questo senso.

Costruzione sociale dei continenti


-massa di terra di grandi dimensioni seprate da distese d'acqua
-concetto mutevole, socialemente costruito
Risale all'antica grecia e c'erano solo Europa e Asia separate da un confine fatto di mari. Poi viene
scoperta l'Africa, al di là del Mediterraneo. Si pensava quindi che i continenti fossero masse di terra
separate da acque. La cultura cristiana acquisisce la tripartizione del mondo, che rimane immutata
per 2000 anni, 3 continenti ai 3 figli di Noè, le mappe cartografiche medievali con chiamate T-O.
Inizialmente la scoperta dell'America viene ignorata in cartografia solo nel 17esimo secolo l'idea dei
4 continenti viene largamente condivisa. Con il progresso della tecnologia risulta evidente che i
confini tra i continenti erano arbitrari. L'Europa è un'apprendice dell'Asia? Africa e Asia sono
separate dal Nilo o dal Mar Rosso? Con l'illuminsimo diventa chiara la natura politica dei confini
tra i continenti. Il confine tra Europa e Asia era il più problematico dal punto di vista geopolitico. Si
sceglie una rete di mari e fiumi come confine ufficiale. I russi invece sostengono che il confine
siano gli Urali. Questo avrebbe collocato parte della Russia in Europa e la siberia al di fuori (posso
invaderla). Iluminismo: tentativo di sistemazione scientifica-> vasta area di terra comprendente vari
paesi continui senza separazione di acqua. Van Humber (19 secolo): europa come estensione
dell'asia.
Cartografia : Fenomeno politico che crea confini, linee d'azione, strategie. Nasce l'idea di usare le
mappe come strumento di sovversione per produrre altre idee del mondo.
Countermapping : crea mappe rivoluzionarie, che rovesciano i significati, mappe create dal basso,
da gruppi e individui meno privilegiati per sovvertire gerarchi di potere preesistenti. Mappe
rovesciate, sotto sopra, che mettono in discussione nord/sud. Mappe surreali, che rappresentano
l'importanza dei paesi. Mappe dal basso, che usano i dati della popolazione per creare mappe che
evidenziano luoghi simbolici, confini reali, comunità. In contrasto con le mappe formali, fatte
dall'elite di geografi.
Convergenza a partire daglia anni 90 fra:
-affermazione di metodologie e di ricerca “partecipative” nei development studies, nella
pianificazione e nell'arte. (prima mandavo un occidentale ora qualcuno di locale)
-crescente accessibilità delle tecnologie per la produzione di mappe. (google maps 2005)

GEOGRAFIA ECONOMICA

La geografia economica studia il modo in cui i fenomeni econonomici prendono forma nello
spazio,è una disciplina molto vicina alla geografia umana (praticata fino ad ora), o a questioni come la geografia
del consumo, geografia della cultura, dello sviluppo, ecc.
nasce focalizzata su una domanda estremamente ridotta: Sulla base di quali criteri le imprese si
distribuiscono nello spazio geografico? Cioè dove le imprese si piazzano nello spazio? (utile x im)
La geografia economica nasce come disciplina molto vicina all’economia, è un’economia
spaziale.Le due scienze possono sembrare simili, ma usano prospettive teoriche e approcci diversi.
La geografia fa un'analisi di tipo qualitativo mentre l'economia fa un'analisi di tipo quantitativo.
La nascita della geografia economica come disciplina è collocabile nella metà dell’800, si interroga
su come le imprese si piazzano nello spazio (dove si localizzano nello spazio le attività
economiche) e quali sono le consegueze della localizzazione delle attività di impresa sullo spazio,
sulle regioni, sui quartieri.
Quali sono le conseguenze per città, regioni, paesi  (conoscenza utile alla pianificazione
territoriale/sviluppo)
Avere in mente dei modelli e sviluppare una teoria circa la natura e il meccanismo di funzionamento
di questi fenomeni, è utile per due tipologie di soggetti differenti:
1.         Le imprese
2.         Chi si occupa di pianificazione territoriale o di sviluppo
Sapere dove si localizzano le imprese, dov’è la localizzazione ottimale per un particolare tipo di
impresa è una tipica prospettiva di ricerca che ha anche fare con il geomarketing. Es (imprese):
devo decidere dove aprire un nuovo centro commerciale. -> ho bisogno di un tipo di conoscenza
estremamente geografica, devo calcoare i potenziali bacini di utenza. Es: (Chi si occupa di
pianificazione territoriale o di sviluppo) Capire questi meccanismi è utile per chi si occupa di
pianificazione territoriale (sindaco di una città, uffici di pianificazione territoriale, per chi si occupa
di programmi di sviluppo nel sud del mondo, ecc.)
Ovviamente tipologie di attività economiche differenti avranno bisogni / priorità differenti
 La geografia risponde anche alle seguenti domande: Perchè lo sviluppo economico è diseguale?
Come spiegare le differenze (e specializzazione) regionali?
Parallelamente ci permette di porre alcuni elementi per affrotnare classici temi dello sviluppo: cosa
spiega che lo sviluppo sia così diseguale?
La geografia economica, si evolve attraverso la contrapposizione fra due visioni della produzione di
sapere geografico, contrappposte:
Geografia economica, due approcci (foto)
- ideografico      descrizione delle varietà
               
             geografia regionale       ricerca sul campo produzione di sapere “enciclopedico”
 
Per studiare perchè le imprese si concentrano a Biella, la metodologia è tipicamente lo studio sul
campo. Devo andare li, avere un approccio etnografico (parlare con le persone, capire cosa è
successo, capire la storia di quel luogo, ecc.) tipico approccio della geografia regionale. Capisco
cosa è accaduto in quel luogo, e produco una descrizione di tutto questo. Quel tipo di descrizione
di Biella, parla solo e soltanto del caso di Biella (caso specifico di ciò che è accaduto a Biella ed è
unico e irripetibile e sarà necessariamente diverso da quello che potrà succedere altrove).
Il tipo di sapere che produce quel tipo di geografia è molto vicino a quello che è il senso più
banale/tradizionale della geografia -> sapere enciclopedico, produco delle nozioni.
 
- ricerca delle regolarità e dei processi generali (approccio nomotetico)
 
Comportamento dei singoli agenti economici
 
 Geografia economica / geografia spaziale        enfasi su spiegazione e non su decrizione
 forti astrazioni                   
        
Approccio completamente differente è cercare di studiare e trovare delle spiegazioni generali che
spiegano la regolarità / gli elementi ricorrenti, nel comportamento delle imprese.
A prescindere dal caso specifico, formulare un’ipotesi, costruire una teoria che sia applicabile
ovunque.-> idea che possa essere ricondotto a un modello economico, un algoritmo. Per far questo
devo guardare alle logiche che guidano il comportamento dei singoli agenti economici.
Unità di analisi fondamentale di questo tipo di geografia economica è l’impresa (o l’imprenditore).
Questo schema di ragionamento è lo stesso della microeconomia, cioè immagino che i singoli attori
economici vogliano massimizzare qualsiasi cosa. Li immagino come agenti economici razionali che
però non si muovono in un contesto privo di spazi (i classici modelli di economia non hanno la
dimensione spaziale).
Questo tipo di geografia economica ha che fare con la variabile distanza. È un’economia che si
occupa di spazio -> viene chiamata economia spaziale.
Questo tipo di ragionamento è più geografia o più economia?
Krugman è un economista e dice: “improvvisamente mi sono reso conto che è tutta la vita che
faccio geografia economica senza rendermene conto”.
La geografia gioca su questo “dualismo”: devo concentrarmi sul particolare? O sul generale?
Ma: la geografia economica come disciplina nasce lagata soprattutto a questo secondo progetto:
cioè trovare dei modelli generali che spieghino la variabile spazio in relazione alle attività
economiche delle imprese.
La “scienza della localizzazione”
Approccio positivista
Concezioni semplicistiche e geometriche nello spazio
Approccio positivista
Implica una concezione dello spazio estremamente semplicistica e geometrica. Lo spazio che ha in
mente il geografo economico è uno spazio che potremmo definire “assoluto”. Concezione di spazio
come un foglio bianco. Marshall considerato uno dei padri della geografia economica, dice:
Sono diverse le motivazioni che influiscono sulla localizzazione delle imprese, ma le principali
sono relative alle condizioni fisiche dei luoghi, come la natura del clima e del suolo, la vicinanza a
miniere o la loro facile raggiungibilità per vie di terra o per vie d’acqua.
Per esempio le imprese di lavorazione del metallo sorgono in genere vicino a miniere o in luoghi
nei quali il carburante è economico. (Marshall, Principles of Economics, 1890)
Esiste una relazione molto stretta fra fatto geografico e fatto sociale.
per tratteggiare i contorni di questa “scienza della localizzazione” o economia spaziale, o geografia
economica, analizziamo tre modelli, che sono i tre grandi classici della geografia economica:
Tre modelli classici:
1.         Localizzazione agricola (Von Thuner)
2.         Localizzazione industriale (Weber)
3.         Localizzazione dei servizi al consumatore (Christaller)
Questi 3 modelli hanno delle logiche abbastanza simili, studiano differenti tipi di attività
economiche.
1. Il primo modello che prende forma ed è considerato il momento in cui nasce la geografia spaziale
(o l’economia spaziale) riguarda la localizzazione delle attività agricole, introdotto da un autore che
si chiama Von Thunen -> infatti è chiamato “il modello di Von Thunen”.
2. Attività manifatturiera ha delle logiche di localizzazione diverse da quelle della localizzazione
industriale -> lo studia un modello chiamato “il modello di Weber”.
3. Stessa cosa per i servizi (se abbiamo bisogno di aprire un’attività che offra un servizio, abbiamo
bisogno di logiche differenti rispetto a una fabbrica) -> “modello di Christaller”
 
1. Il modello di Von Thunen (1826)
Von Thunen era un’economista, considerato il padre della geografia economica. Possedeva dei
terreni e viaggiava per la Germania e osserva che sembrano esserci delle regolarità nel modo in cui
si alternano le coltivazioni allontanandosi dal centro della città. Come mai si alternano in un modo
che non sembra essere casuale?
Teorizza questa sua ipotesi in un libro pubblicato nel 1826 intitolato “Lo stato isolato in relazione
all’agricoltura e all’economia nazionale”. Si tratta di un modello che decrive, ma che cerca di
individuare anche come dovrebbe essere. Tenta di spiegare la localizzazione agricola ottimale
determinata da una singola variabile: la distanza. La distanza dal mercato di sbocco.
Il libro si chiama in questo modo, perchè immagina uno stato isolato, cioè un luogo, una regione,
chiusa, isolata. In questo modello c’è una singola città, che è il luogo in cui si vendono i prodotti
agricoli e un unico territorio ampio attorno alla città.
Descrive un’economia regionale (ipoteticamente), Scopo: individuazione della localizzazioe
agricola ottimale determinato dalla variabile distanza. Introduce una serie di premesse,
estremamente irrealistiche -> classiche astrazioni
Si suppone (cfr. Ricardo)
Territorio isotropico -> si immagina un territorio isotropico, spazio omogeneo (no montagne,
no infratrutture, costi di trasporto uguali in tutte le direzioni, come fosse un foglio bianco, un
punto vale l’altro in relazione alla distanza rispetto ad altri oggetti) unico mezzo di trasporto (in
questo modello)
Esiste un unico mezzo di trasporto; i costi di trasporto sono una funzione lineare della
distanza da percorrere e del peso (del tipo di prodotto) -> se devo trasportare delle patate per
10 km, spendo la metà di quanto dovrei spendere le traspostassi per 20 km. -> ha a che fare con
la distanza che devo percorrere e le caratteristiche del prodotto che devo spostare.
Certi prodotti hanno un valore rispetto al peso, differente.
L’attività agricola è l’unica attività economica
Concorrenza perfetta, conoscenza perfetta dei mercati, razionalità degli agenti economici

La rendita (profitto) dell’agricoltore è la differenza fra ricavi e costi. Quello che mi costa per
produrre e trasportare al mercato il mio prodotto e quello che ricavo dalla vendita del mio prodotto.
Si presuppone che io svolga la mia attività economica soltanto se questa differenza è positiva. Se
sono maggiori i costi rispetto ai ricavi, l’attività non prende forma ma deve generare un guadagno.
R= Q (p-c) - Qtd
Q quantità di un bene prodotta e venduta
p prezzo unitario di vendita
c costo unitario di produzione
t costo di trasporto per unità d prodotto per unità di distanza
d distanza fra luogo di produzione e mercato di sbocco
 
In questo particolare modello si considerano solo i costi legati al trasporto -> hanno a che fare con
la tra il costo di trasporto per unità di prodotto per unità di distanza e la distanza tra luogo di
produzione e mercato di sbocco.
Q= costante (territorio isotropico, stessa fertilità in tutte le parti)
(quantità di quello che produco dal suolo è costante (non posso usare fertilizzanti per produrre di
più) 
p = costante (il prezzo è esogeno dalla prospettiva del singono produttore)
Il prezzo è esogeno rispetto al singolo produttore (non lo decido io -> è il mercato che individua il
prezzo finale del prodotto)
c = costante (i costi di produzini sono uguli perche il territorio è isotropoco, cioè un foglio bianco,
uguale dappertutto)
t = costante (unico mezzo di traspoto, costi funzione lineare della distanza)
Costi di trasporto sono funzione lineare della distanza
L’unica variabile da cui dipende la rendita (R) è la distanza (d) fra un luogo di produzione e mercato
centrale. Nel caso di un solo prodotto:

(tutto tendenzialmente costante ed esongeno in questo modello teorico)


L’unica varia influente nel determinare la rendita è la distanza fra luogo di produzione e mercato
centrale.
Asse delle ascisse (x): è la distanza dal mercato (unico luogo in cui si vendono i prodotti)
Asse delle ordinate (y): rendita, cioè il potenziale guadagno.
Immaginiamo un singolo prodotto: qual è la localizzazione ottimale dal punto di vista economico
per mettere il mio campo per coltivare il prodotto.
In un mondo perfetto, dove traggo il massimo vantaggio economico nel coltivare le patate? In pieno
centro. Man mano che mi allontano i costi di produzione diventano sempre più importati e quindi la
mia rentida decresce linearmente.
Se i costi di trasporto sono lineari, ci sarà un punto in cui i costi di trasporto superano quello che io
posso ricavare dalla mia coltivazione e vendita di patate.
Il punto preciso è
Se io mi allontano ancora diventa un’attività in perdita. Ultimo punto in cui i miei costi di
produzione e di trasporto sono uguali ai miei ricavi.
(min 37)

Immaginiamo ci siano diverse attività: l’inclinazione di questa retta (delle patate) è diversa
dall’inclinazione di altri prodotti. Ogni prodotto ha una curva con un’inclinazione diversa
Immaginiamo di mettere sulo stesso grafico differenti tipi di prodotti, cioè differenti rette con una
diversa inclinazione.
Ottengo :

Diversi prodotti che hanno un valore e un peso differente.


I territori centrali, quelli più vicini al mercato, sono desiderati un po’ da tutti, sono i luoghi in cui si
massimizza la rendita e la competizione è molto forte. Il valore stesso del suolo è differenziato. Le
varie attività si distribuiranno sulla base della maggiore convenienza di produrre una cosa rispetto a
un’altra -> prodotto uno permette una rendita superiore del prodotto due.
Il prodotto 2 (con un’inclinazione differente) diventa una scelta ottimale nella fase successiva, il
prodotto 3 nella fase successiva ancora e quella che massimizza l’utilità.
Se ipotizziamo più prodotti, l’inclinazione delle varie rette sarà differente in base ai costi di
trasporto per unità di distanza (peso, deperibilità, colume, ecc)
Individuiamo le distanze dal mercato alle quali conviene passare da una produzione all’altra
R1= R2
Possiamo trovare con una formula i punti massimi in cui c’è il passaggio tra una retta e l’altra. I
luoghi d’incontro tra R1, R2 ed R3.
Q1 (p1 - c1) - Q1t1d = Q2 (p2 - c2) - Q2t2d
d1/2 = [ Q1 (p1 - c1) - Q2 (p2 - c2) ] / Q1t1 - Q2t2
Rappresentazione bidimensionale -> ora immaginiamo di far ruotare tutto a livello tridimensionale.
Quello che ottengo, è una conformazione del territorio a cerchi concentrici, nei quali si coltivano
cose differenti.
Si ottengono degli intervalli in termini di distanza dal mercato (mercato è al centro di questa serie di
cerchi concentrici), che corrispondono a differenti produzioni che massimizzano la rendita.
Poichè il territorio è uguale in ogni sua posizione, otteniamo dei cerchi perfetti, concentrici.
Si ottengono degli interventi (in termini di distanza dal mercato) corrispondenti alle produzioni che
si intendono realizzare.
Poichè lo spazio è isotropico, facendo ruotare i segmenti si ottengono cerchi concetrici.
In particolare, individua una serie di prodotti che possono essere collocati in questi cerchi:
Primo cerchio: prodotti caseari (di fattoria, più deperibili, con costi di trasporto maggiori)
Secondo: granaglie
Ultimo: legname (costo unitario più basso rispetto al costo di trasporto)
Questo tipo di modello è irrealistico, sembra dire poco rispetto alla configurazione dei mercati di
oggi. Il senso del modello è che si basa sull’osservazione di una regolarità
Es: effettivamente i prodotti caseari tendono a essere più vicini al centro urbano, rispetto alle foreste
(legname) che tende a essere più lontano dal centro
Si basa su un’astrazone -> immagino uno spazio isotropico, concorrenza perfetta, funzione lieare
della distanza (e tutte le premesse suposte) e si arriva a una formalizzazione di una legge. (un
modellino che descrive l’andamento del mercato)
 Questo tipo di logica è tipicamente marginalista -> punto oltre il quale gli agricoltori optano per
una nuova cultura rispetto a quella precedente. Punto in cui c’è il passaggio tra una cultura e l’atra,
ed è il punto in cui la rendita marginale eguaglia il costo marginale.
Quando le due rette si incrociano in un punto.
Implicazioni: osservazione -> astrazione -> formalizzazione della legge
Il modello utilizza un approccio marginalista, Il modello definisce lo spazio economico (generato
unicamente da relazioni di tipo economico). No rappresentazione della realtà, ma spiagazione
dell’influenza del fattore distanza
Ci dice quanto è importante la distanza e quanto il fattore distanza tende a produrre
localizzazioene(?)
 
2. Localizzazione industriale di Alfred Weber, 1909)
Localizzazione dell’industria manifatturiera
L’industria manifatturiera:
il processo produttivo
Fasi:
approviggionamento materie prime e semilavorati
Produzione. Al crescere della lunghezza e della complessità del processo aumenterà il valore
aggiunto
Distribuzione sul mercato (consumatori finali o alle imprese)
Valore aggiunto = valore prodotto finale - valore iniziale del materiale - costi costenuti
dall’impresa
Salari e stipendi costi di funzionamento (energia, tasse) macchinari
Industrie a prevalente intensità di lavoro o prevalente intensità di capitale.
Si suppone:
Spazio isotropico (a eccezione delle fonti di materie prime e dei mercati di sbocco)
Un unico mezzo di trasporto; costi di trasporto lineare della distanza
Concorrenza e razionalità perfetta
Funzione di produzione a coefficienti fissi
Obiettivo: minimizzare i costi di trasporto totale
Weber (1909): il triangolo localizzativo
Ipotizziamo che le due materie prime e il prodotto finito abiano pesi/costi di trasporto differenti
(soluzione: triangono di Warignon)
Weber: Logiche
Localizzazione delle imprese come problema di minimizzare dei costi di trasporti
Aggiungere elementi di complessità
Strade
Differenti mezzi di trasporto
Differenti mercati di sbocco
Sostituzione fra fattori di produzione
Cambiamenti  nelle funzioni di produzio
Bacini di lavoratori
Variazioni nelle funzioni di produzione
Agglomerazione, economie di scala, economie di varietà..

3. La localizzazione dei servizi al consumatori: Walter Christaller (1933)


L’area di mercato Weber: mercato come singolo punto
Christaller: mercato come area
(immaginiamo popolazione distribuita uniformemente)
La vendita di un bene o l’erogazione di un servizio è conveniente solo se al di sotto di una portata
(ampiezza massima) dell’area di mercato (range: distanza massima che i consumatori sono disposti
a percorrere). Funzioni più pregiate (rango elevato) hanno ampiezza maggiore
Teoria delle località centrali
Gli insediamenti urbani di distribuiscono in modo geometrico per consentire di servire differenti
aree di mercato senza sovrapporsi. Gli insediamenti urbani tendono a distribuisrsi in modo
equidistante a parità di rango dei servizi offerti.
Elementi di complessità
Cambiamento di prospettiva/approccio:
dall’impresa alla filiera
Problema della concentrazione
Problema dell’inerzia localizzativa

3 esempi che spiegano la locazione ottimale di attività di tipo di verso


Introducendo la variabile della distanza
Spazi in realtà non sono distribuiti in modo equidistante
G economia si inizia a dividere dalla Geo spaziale
Apparato di concetti più contestuale, logica di distribuzione diversi in luoghi diversi.

Mettere in discussione l'attore fondamentale, agente economico come singola imprese o sin gli
imprenditore. Ragionare in termini di filiera, relazioni prendono forma attraverso reti di imprese
(catena di produzione)
Spiegare meglio ad esempio la concentrazione, perchè continuano a essere competitivi dei luoghi?
Perchè c'è concentrazione industriale?

Industria manifatturiera, Fasi:


-Approvvigionamento 
-Produzione
-Distribuzione sul mercato

Per impresa intendiamo una attività economica organizzata ai fini della produzione o dello scambio
di beni o di servizi, una singola unità produttiva. Quando si parla di industria invece, si fa
riferimento all'intero settore. Tuttavia nessuna impresa opera in condizioni di perfetta indipendenza
rispetto alle altre imprese. Le imprese dialogano tra loro, sono immerse in un fascio di rapporti
funzionali che prendono vita nello spazio. Questi rapporti sono tanto più complessi quanto è
complesso il prodotto finale. Le prime forme di industria erano molto semplici e i rapporti
funzionali erano molto semplici.

Rapporti funzionali :
Solo la produzione corrisponde in senso stretto con la trasformazione o assemblaggio di materiali 

Stretti legami tra attività industriale e altri comparti del sistema economico 

L'industria opera nel sistema economico nell'ambito di RELAZIONI FUNZIONALI

Tipi di RELAZIONI funzionali


-Verticali: all'interno di una filiera processi produttivi legati l'un l'altro in successione (a cascata),
ordine preciso in un' unica impresa->integrazione verticale o imprese differenti->disintegrazione
verticale. Entrambi danno vantaggi e svantaggi nella seconda posso specializzarsi in qualcosa che
so fare bene, controllo solo una fase ma dipendo da altri, devo avere relazioni, devo fidarmi. Nella
prima coordinare cose differenti, difficile da organizzare, ho il pieno controllo anche sulla
generazione del valore che si genera fase per fase.
-Laterali (orizzontali): le imprese producono componenti che convergono verso un'unica impresa di
assemblaggio. Es industria automobilistica. Varie fasi non legate verticalmente con una catena,
attività parallele, gestiti dalla stessa impresa o imprese differenti.  
-Di servizio: le imprese utilizzano un processo o sevizio comune. Parallele servo per il
funzionamento di una attività economica, ma no out put input
Relazioni con non necessario contatto diretto ma servono, es mensa per i lavoratori.

Il processo produttivo si usa descriverlo nei termini di una filiera (catena del valore)
La Generazione del valore economico non determina in un punto isolato della filiera, ma richiede il
coordinamento e il corso di tutte le attività 

Sulla base dell'estensione geografica della filiera si individueranno catene del valore di livello
globale o locale.
Dove scelgono di stare le attività economiche? Perché sono concentrate in alcune aree?

Rapporti funzionali e spazio: le economie esterne (domanda)


Spiegano perchè le imprese sono concentrate
-Economie esterne
-Economie di agglomerazione               
-Economie di urbanizzazione

Origini industria manifatturiera:

Prime imprese 18esimo secolo: tessili e lavorazione metalli


Fattori di localizzazione tradizionali:
-giacimenti di materie prime (ferro)
-fonti energetiche (carbone salti d'acqua)
I fattori produttivi non si possono spostare. Centri industriali ben definiti, ancora oggi legati
all'industralizzazione. Siccome i trasporti non erano ancora così efficienti e le fonti energetiche
erano ridotte, le fabbriche potevano essere costruite solo in queste condizioni. Erano dunque molto
selettive sul territorio. Per questo sono passate alla storia le "regioni industriali" come la Ruhr.

I problemi localizzativi "tradizionali"


-Impossibilità trasferimento energia-> rapporto ecologico con il territorio (immobile)
-Rete trasporti inadeguata-> problema riduzione costi di trasporto (immobile)
-Bacini di forza lavoro: lavoratori, fattore mobile
-mercati

Con le industrie moderne viene meno il rapporto ecologico con il territorio. L'energia elettrica può
essere trasportata, i trasporti hanno fatto enormi progressi, le fabbriche in città dispongono sia di
lavoratori che di mercati di sbocco. I vincoli sono quindi cambiati, ma le regioni industriali
continuano a essere quelle. Perchè?
Inerzia locativa 
Problema: dal dopoguerra l'industria si è diffusa in altre regioni. Ma le religioni che per prime si
erano industrializzate hanno mantenuto strutture produttive solide -> inerzia locativa -> la
concentrazione di imprese in un'area determina trasformazioni; si creano così le condizoni per
favorire l'instaurarsi delle relazioni funzionali che l'impresa deve necessariamente creare

Tre tipologie di economie:


1.Interno all'impresa 
2.Esterno all'impresa 
3.Nell'ambito delle aree urbane

1. Interno
Posso fare economia attraverso l'aumento della dimensione della mia fabbrica, ECONOMIA DI
SCALA.
Tanto più un'attività cresce di dimensioni più è competitiva nel mercato.
Riduzione dei costi di produzione attraverso aumento dimensione impianti ->
Standardizzazione e produzione di massa
Come aumento le dimensioni:
1. Investimenti diretti verso apparecchiature e macchine specializzate
2. all'interno delle imprese si realizza una divisione del lavoro

Funzionano fino a un certo punto poi diventano diseconomie. 


Punto di vista geografico: Grossa concentrazione di capitali e di popolazione.

2.Esterno
Localizzandosi i un agglomerazione industriale, le imprese usufruiscono di condizioni favorevoli
che non potrebbero rtovare se portassero singolarmente -> ECONOMIE DI AGGLOMERAZIONE 
DIVISIONE del lavoro fra diverse unità produttive
Utilizzo congiunto di infrastrutture e servizi
Particolare atmosfera industriale
Particolare immagine (reputazione) per i prodotti locali
Teoria di Marshall: imprese che si mettono vicino producono un'atmosfera industriale
C'è specializzazione del lavoro (riproduzione della conoscenza, area tessile di biella)

3.Economie di urbanizzazione
Nel  caso specifico di agglomerazione industriale in ambito urbano-> E. DI URBANIZZAZIONE 
Mercato del lavoro differenziato per età sesso qualifiche e specializzazioni
Vasto mercato di sbocco per i prodotti
Infrastrutture e servizi di livello superiore (trasporti, svaghi)
Servizi alla produzione e attività collaterali (ricerca, servizi finanziari)
Visibilità (prestigio della sede urbana)
Agglomerazione "cumulativa"
Le economie esterne e di urbanizzazione spiegano l'inerzia localizzativa elle imprese
Principali aree industriali 
1. Numero ristresso di aree circoscritte all'interno di pochi paesi
2. Spesso situate in prossimità dei maggiori centri urbani o dei vecchi bacini carboniferi 

Questi processi di concentrazione NON si riproducono all'infinito -> diseconomie di


agglomerazione 

Traffico
Inquinamento
Perdita di efficienza nei servizi 
Aumento di prezzo del suolo
-> processi di deglomerazione ->
-Rilocalizzazione
-Decentramento produttivo 
-Formazione di sistemi industriali periferici

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