Sei sulla pagina 1di 25

SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

Comunicazione come collante che tiene insieme tutte le letture della storia, ci è propria ed intorno.

Comunicazione ci dà sguardi e letture sulla realtà.

Paul watzlavick e Scuola di palo alto, intelligenza artificiale, scrivono libri su regole essenziali per capire la
dimensione umana (pragmatismo) allora non poteva funzionare, definiscono 5 assiomi (affermazioni vere a
prescindere):

-non si può non comunicare, comunichiamo sempre anche quando siamo in silenzio, con i gesti

-comunicare è relazione, comunicare per rapporto di relazione, interazione tra parti, c’è un report, un
comando (direzione) e un rapporto di potere

-la comunicazione è organizzazione, di segni (se prendo una pausa enfatizzo)

-la comunicazione è sia analogica (faccia a faccia) sia digitale (non diretta)

-la comunicazione è un sistema gerarchico e simmetrico, specchiarci in qualcun altro con gli stessi
riferimenti comunicativi, ci deve essere chiarezza dei ruoli (chi parla ora ecc)

Etimologia di

Comunicazione: 1. Trasmissione , partecipazione (a qualcuno, o ad un io interiore), diffusione di qualcosa


agli altri. 2. Relazione presentata a un convegno 3. Collegamento attuato attraverso mezzi tecnologici di
trasporto o diffusione (mezzi determinano anche il contenuto) 4. Scambio di informazioni mediante uno o
più linguaggi (verbale, gestuale, musicale) tra un emittente e un destinatario 5. Giudiziaria, atto con cui
informa il potenziale imputato dell’apertura di un procedimento penale a suo carico 6. Comunicazione
eucaristica (dal termine comunione) condividere partecipare

Informazione (è il contenuto): 1. Trasmissione, scambio di informazioni, di notizie: facilità, difficoltà.


(facilità grazie accesso ad internet) 2. Ogni notizia, ogni elemento conoscitivo, comunicato o acquisito
(precise, false, poco chiare in modo consapevole, dati sensibili meglio se non diffusi) 3. Libertà
dell’informazioni, diritto a informare nonché a essere informati attraverso la pluralità delle fonti di
conoscenza (questioni etico normative) 4. Teoria matematica della trasmissione informazione, non pensa
tanto al contenuto ma più alla probabilità che le informazioni passino, trasmissibilità, circolazione 5.
Informazione come corredo genetico, informazione del DNA, messaggio ereditario presente nei geni dei
cromosomi di una cellula 6. Atto che dà ad un essere la sua propria forma (prendere il contenuto e metterlo
in una forma)

Comunicazione comprende tutto, informazione pezzo di contenuto che passa che permette che la
comunicazione avvenga, per un processo di comunicazione è necessaria un fonte che trasmetta il
contenuto ad un ricevente e viceversa.

informazione
fonte ricevente

PROCESSO DI COMUNICAZIONE è sempre una relazione tra fonte e destinatario, che implica il passaggio di
informazione, in modo

1
-trasmissione l’informazione è unidirezionale comunicazione fra macchine (lineare, semplice trasferimento
no meccanismo di retroattività)

-scambio se l’informazione retroagisce, passaggio che modifica sia la trasmissione che la recezione, produce
cambiamenti (comunicazione umana è sempre uno scambio. Anche le cose che non faccio hanno un
significato. Borsa sul tavolo modifica l’ambiente)

Teoria del caos studio, attraverso modelli della fisica matematica, di sistemi entropici, apparentemente
dominanti dalle leggi della casualità, ma invece regolati da arbitrarietà e da forme di razionalità rispetto allo
scopo

Qualsiasi sistema anche quello più disordinato può essere osservato e capire connessioni e rendere più
ordinato, nessuna situazione è incomprensibile

L’informazione rappresenta l’elemento di conoscenza che permette di ridurre l’incertezza dentro un


sistema

Nei processi di informazione fondamentali sono stati i contribuiti delle scienze matematiche per mettere a
fuoco alcune questioni cruciali quali l’ottimizzazione dei codici di trasmissione e la riduzione del rumore.

Il processo di informazione è da intendersi sia come un processo di trasferimento sia di trasformazione (tra
macchine, tra persone e tra persone e macchine)

Shannon (insieme a Weaver), ingegneri ritenuti i fondatori della cibernetica si sono occupati del problema
dell’efficacia dei flussi di informazioni occupandosi di ridurre il rumore, ovvero l’inevitabile presenza di
disturbi, all’interno del canale di trasmissione. (il problema della comprensione è il disturbo) lo risolvono
modificando il messaggio

CIBERNETICA

Scienza del controllo e della comunicazione (naturale, umana o meccanica) che studia il funzionamento dei
sistemi complessi. La sua applicazione principale è nella realizzazione dell’intelligenza artificiale.
Termine introdotto nel 1947 dal matematico americano Norbert Wiener per indicare una nuova disciplina
concernente lo studio unitario dei processi riguardanti ‘la comunicazione e il controllo nell’animale e nella
macchina’ i concetti su cui lavora sono quelli di feedback (retroazione), omeostasi (controllo dell’equilibrio
e dell’ordine interno) e entropia (misura del disordine)

OMEOSTASI (sistema si riporta in equilibrio)

L’attitudine propria dei viventi a mantenere intorno a un livello prefissato il valore di alcuni parametri
interni, disturbati di continuo da vari fattori esterni e interni.

All’insieme ordinato dei sottoinsiemi che compongono l’organismo umano è preposta una rete di sistemi di
controllo, il cui intervento simultaneo regola il flusso di energia e di metaboliti, in modo da conservare
immutato o quasi l’ambiente interno, indipendentemente dalle modificazioni di quello esterno

FEEDBACK

Nella teoria cibernetica, e in generale in tutte le discipline scientifiche (anche scienze sociali) che usano
approcci di tipo sistemico. (elemento cambia sistema, vedo come lo cambia prima e dopo) il processo per
cui l’effetto risultante dall’azione di un sistema (meccanismo, circuito, organismo ecc) si riflette sil sistema
stesso per variarne e correggerne opportunamente il funzionamento

Feedback positivo o negativo, secondo che si abbia, come risultato finale, l’intensificazione oppure
l’attenuazione dell’effetto (equivale all’italiano retroazione)

2
ENTROPIA (seconda legge della termodinamica)

Un concetto matematico opposto a quello di informazione


misura, in termini di probabilità, l’incertezza presente in un sistema

Lo schema di Shennon detto anche del pacco postale (1949)

Noise source elemento di


disturbo da risolvere, pacco
postale perché trasferimento
lineare

Il messaggio deve essere


adattato al tipo di principio di
trasmissione e recezione

Shanno e weaver propongono una visione lineare del processo di comunicazione, si concentrano sul
problema del rumore lavorando soprattutto sulla questione del linguaggio di codifica. Affrontano la
questione della distorsione. Il problema semantico per loro è irrilevante così come quello dell’ambiguità
(no contenuto del messaggio). Non tengono conto dell’ambiente della comunicazione (noise source) ma
solo deglii apparati di trasmissione e del canale

Rumore: la termodinamica intende che i segnali possono subire all’interno del canale; le scienze umane
parlano invece di incomprensione del significato

La trasmissione di informazioni è tanto più efficiente e utile quanto si riesce a:

ridurre il rumore del canale (capisco di più)


migliorare i codici di comunicazione (capaci di eleborare)

l’impulso che parte da una fonte è il segnale. Affinchè si possa parlare di processo di informazione però il
segnale deve essere compreso dal ricevente e utile in quel contesto. Non tutti i segnali sono comprensibili
ed hanno senso immediato

l’informazione è una percezione di differenza, viene definita utile se modifica lo stato iniziale di un
processo di interazione (possiamo individuare un prima e un dopo, sapere non sapere cambia la situazione)
(in linguaggio macchina si parla di lavoro, nella matematica di varianza, nelle scienze sociali conoscenza)

un sistema di trasferimento di informazione si dice efficiente ed economico:

-quando non disperde energia


-quando ottimizza risultato atteso
-quando usa codici efficienti

I codici sono degli schemi di trasferimento delle informazioni tra i quali si stabiliscono regole di
corrispondenza (i due apparati abbiano lo steso modo di codificare le info, per la macchina sono formule
matematiche, noi quando parliamo abbiamo regole di corrsipondenza di cui neanche ci accorgiamo) che
implicano l’esistenza di due serie di elementi (entrata e uscita) (sempre arbitrarie e convenzionali)
3
Informazione, trasfferimento di un simbolo, di un segnale da un emittente a un ricevente che, se avviene
correttamente, può produrre un cambiamento nell’ambiente in cui avviene

Il nostro mondo organizzato è un arcipelago di sistemi nell’oceano del disordine (E. Morin)

Aumenta l’informazione e diminuisce l’entropia, relazione inversamente proporzionale, conosco tutto e


quindi no disordine ma paradosso oggi abbiamo un sacco di informazioni ma l’entropia aumenta,
abbondanza informativa crea disordine informativo.

CODICE:

1-qualsiasi forma con cui si rappresenta un fenomeno (segnale) che permetta di capirlo all’istante in cui
avviene per i valori che assume (modo di codificare complesso può rimandare a diversi registri di codifica)

2-reparto di oggetti percepiti (segni, simboli, serie numeriche, rumore, gesto) che si definiscono per
contrapposizione (vero/falso) o per similitudine e che stanno insieme sulla base di regole sintattiche la cui
corrispondenza ne definisce il significato. (geroglifici corrispondenza segno e lettera)

Un codice è ottimale quando è:

-economico, se il costo del passaggio dell’informazione è sostenibile per il sistema (misurato in efficienza, in
denaro, sos è economico codifico la richiesta di aiuto in modo rapido e secco)

-efficiente se non disperde informazioni

-utile se produce vantaggi di sistema

-comprensibile se viene interpretato correttamente dal ricevente

-appropriato se utilizza il canale corretto (no immagini alla radio)

La funzione dei codici è di:

-proteggere l’informazione dai rumori (far capire, in modo che non ci siano elementi di disturbo nel
passaggio di senso)

-rendere efficiente l’interpretazione (economia dell’informazione, codice ottimizza il risultato, cerco di


trasmettere un senso che il ricevente interpreta molto vicino al significato) (se chiarisco il più possibile
scelgo strategia migliore per trovare una forma al significato)

-definire l’ambito di comprensione del messaggio (rivolto ad un numero massimo di riceventi oppure
ristretto il più possibile come la crittografia) (slang giovanile, faccio tifoseria parole che capiamo solo
all’interno)

-strutturare il rapporto tra emittente e ricevente

Il codice morse inventato all’inizio dell’ottocento è uno dei primi esempi di trasmissione di comunicazione
efficiente multidirezionale che pone le basi per il sistema di codificazione binaria (0 1) si cui è fondata la
tecnologia di comunicazione digitale.

4
Rete elettrica per codificare impulsi e applicarli al nostro
alfabeto. Ultilizza il minor numero di segni per codificare
l’alfabeto

primo codice efficiente, aveva ridotto il rumore ed era


economico

problema di efficienza, 21 lettere e viene attribuita una


sequenza, alcuni usano 2 segni altri 4

Codice efficiente per definizione: codice binario ( bit binary digit code) è la quantità che serve a discerne
tra due possibili eventi che hanno la stessa probabilità di manifestarsi

Rappresenta:

-una modalità di scomposizione dell’informazione che attribuisce valore 1 e 0 ai segni della comunicazione

-un sistema di codifica discontinuo

La più piccola

Sistema di comunicazione analogico

Sistema di trasmissione dell’informazioni attraverso impulsi elettrici che trasmettono informazioni in


maniera continua

Sistema di comunicazione digitale

Sistema di trasmissione delle informazioni attraverso sequenze numeriche discontinue

I vantaggi del sistema digitale sono

-diminuire il rumore all’interno del canale

-comprimere la quantità di informazione trasmessa

-aumentare la velocità di trasmissione

-utilizzare processori di calcolo

-consentire la convergenza tra differenti sistemi di comunicazione (jenckins) (elemento testo visual ecc
diventano la stessa cosa, smartphone)

-archiviare stock sempre più grandi di informazioni (RAM)

-mettere in relazione grandi quantità di informazioni

Gli svantaggi del sistema digitale

-perdita della conoscenza globale dell’informazione trasmessa (sistema binario se non ho la conoscenza
della codifica perdo conoscenza)

5
-decostruzionalismo cambia il criterio di linearità del modo con cui si costruiscono i significati sociali (altre
forme non lineari che mi portano alla conoscenza

-iperrealismo, la digitalizzazione apre la questione della riproducibilità delle forme di espressione. Il


rapporto tra realtà e sua rappresentazione cambia profondamente

In sintesi la comunicazione è

Un processo intenzionale id scambio e condivisone di informazioni che avviene per mezzo di segni
convenzionali all’interno di un sistema che li riconosce e ne interpreta il significato

Ignoranza e incomprensione

Problema negli apparati e nel canale (rumore, disattenzione)

Problema rispetto al codice primario (lingua)

Problema rispetto al codice secondario (equivoco, divergenze interpretative. Come usiamo la lingua, gergo)

Nella comunicazione tra macchine l’incomprensione può dipendere da un guasto del sistema o
dall’eccesso di rumore o da un errore di codificazione

Nella comunicazione umana la cattiva ricezione dipende da ragioni più complesse. Fattori di disturbo, si
possono aggiungere anche una divergenza dei codici comunicativi primari (linguistici) ma anche di codici
secondari (culturali)

Codice primario: insieme di regole sintattiche e semantiche proprie di un sistema di comunicazione


(lingua)

Codice secondario: insieme di pratiche interpretative proprie di un determinato contesto relazionale


(linguaggio, gergo, pratica della lingua, utilizzando forme retoriche)

Un linguaggio perfetto presuppone una corrispondenza (abbastanza) univoca tra parole e cose

Rudolph carnap è il principale esponente del positivismo logico, scuole che considerava il linguaggio della
fisica il modello che anche il linguaggio comune avrebbe dovuto seguire. Ad ogni parola dovrebbe
corrispondere un fatto, salvo espressioni e segni operazionali come le congiunzioni e altri indicatori.

Il linguaggio umano non può mai essere perfettamente referenziale, ad una parola non è sempre possibile
assegnare un solo significato. Le idee sono spesso troppo complesse per venire sintetizzate

Nel processo di attribuzione di senso rientrano percezioni e immagini mentali che gli individui si fanno delle
cose

Anche se il fine è evitare il caos interpretative è comunque necessario ridurre la complessità (i media fanno
quello) ogni tentativo di azzerare lo scarto interpretativo non riduce il rischio di incomprensione, ma
produce impoverimento culturale e rischi di autoritarismo

Orwell 1984, ultime pagine principio della neolingua, il linguaggio perfetto non è democratico

La semiotica è la scienza che studia i segni “qualcosa che agli occhi di qualcuno sta per qualcosa d’altro
sotto qualche, rispetto a o per qualche sua capacità” (pierce) (segno sulla porta, non aprirla oppure è la
porta giusta)

6
“ogni qualvolta qualcosa sta la posto di qualcos’altro e si stabilisce un rapporto tra un segno, il proprio
oggetto e il porpiro interpretante “ (eco)

“la semiotica come la scienza che ha per oggetto lo studio comparato dei segni, della struttura e del
funzionamento di tutti i processi in cui i segni sono coinvolti” (caprettini)

La semiotica moderna di Morris, elabora una teoria dei segni che attribuisce ai segni tre importanti funzioni
(per ora noi codice primario e seocndario):

-sintattica: relazioni e regole tra segni (+ - = < >)

-semantica: funzione referenziale riferimento di segni ad oggetti

-pragmatica: rapporto tra segni e azione

Nel rapporto tra segno e oggetto si possono distinguere in due importanti funzioni referenziali:

funzione denotativa rapporto diretto con l’oggetto referente

funzione connotativa rapporto indiretto con l’oggetto referente che rimanda a idee e immagini mentali (noi
interpretiamo continuamente forme di comunicazione, può dare interpretazioni diverse)

Il triangolo semantico (di Odgen e Richards)


Referente significao e segno nella portabè il simbolo,
relazione diretta, connotazione è la punta del
triangolo più la punta del triangolo va sull’alto più
l’attribuzione di significato è ampia, se scende e si
avvicina alla linea ridottolo spazio connotativo e no
quasi azzerato e semplicato i rapporti interpretativo.
Per quanto porto giù e diminuire spazio
interpretativo, quesot rimarrà sempre un triangolo
perché esiste sempre un margine i incertezza che
non potrò mai emendare nemmeno con la più rigida
formalizzazione, più si abbassa più ci avviciniamo al
linguaggio perfetto
Il triangolo semantico aiuta a capire come nella comunicazione tra emittente e ricevente interviene un
processo di negoziazzione dei significati attribuiti agli oggetti (rapporto tra segno e significato è sempre
arbitrario e sempre il risultato di una negoziazione implicita)

Nel linguaggio umano la funzione referenziale tra segno e oggeto non è mai diretta e univoca, ma è sempre
connotata da qualche immagine mentale che ci costruiamo introrno all’oggeto stesso

La corrispondenza tra due serie di elementi, su cui si basa un codice di comunicazione, è sempre
convenzionale e negozaita, non è mai data in modo naturale è invece un fatto convenzionale spesso dato
culturalmente o deciso situazionalmente (no codice in natura, c’è sempre interpretazione)

Gatto  significante
Non abbiamo uniformità
Animale peloso che fa compagnia significato interpretativa, entrano in
Gatto nero  significante gioco esperienze, condizioni
ecc
Animale che se attraversa la strada porta sfortuna  significato

7
(Segno di entropia vedo gesto di violenza mano ma lo scambio per gesto scout)

Un codice è costituito da due serie di elementi, posti in corrispondenza tra loro, una delle quali è assunta a
rappresentare l’altra. La forma convenzionale con cui è rappresentato l’oggetto o il concetto è significante,
l’oggetto o il concetto a cui si riferisce è il significato. A sia volta il significato può diventare significante di un
altro significato e così via.

Nel processo di attribuzione del significato si attiva una catena semantica

Significante 1>significato1>significante2 > significato 3> significante 3 >significato 4

Processo
interpretativo

Studiare la funzione dei segni serve a capire la convenzionalità dei codici di comunicazione ed il perenne
rischio di fraintendimenti e di errori di comprensione

Al paradigma della comunicazione come processo di trasmissione si deve sostituire quello di interazione in
cui il destinatario viene concepito come un soggetto attivo e relativamente autonomo nell’interpretazione
dei messaggi

Il contributo alla semiotica di umberto eco afferma che comunicazione umana è sempre un processo di
trasformazione (o di significazione) a differenza di quella fra macchine che resta solo un processo di
trasferimento

8
Schema della comunicazione secondo il modello semiotico-informazionale (eco, fabbri e altri 1965)

Per far si che il signifcato sia trasmesso e recepito e poi modificato non è solo questione formale,
correttezza del codice ma tutte le attivazioni di sottocodice, cioè il processo di interpretazione come pratica
che attiviamo quando ci esponiamo o riceviamo un certo messaggio. Solo tra la corrispondenza di
sottocodici che nella comunicazione umana riusciamo ad attivare una catena semantica più comprensibile.

Fonte trasmette un messaggio, dove sono previsti i sottocodici quindi l’uso pragmatico che quel codice ha,
arriva al destinatario che accetta o rifiuta non solo perché confronta che il messaggio è grammaticamente
sintatticamente corretto ma anche perché aderisce o meno ai suoi sottocodici

Viene chiamato decodifica (derailment of understanding) il fenomeno per cui il ricevente attribuisce al
messaggio un significato del tutto diverso o anche opposto a quello che l’emittente intendeva assegnargli

Es. negli anni 40, negli usa, venne lanciata una campagna antirazzista attraverso dei cartoons. Protagonista
mr.biggot un anziano sciovinista. L’effetto inatteso u che ai giovani piacque molto perché prendeva in giro
la generazione dei padri, mentre veniva quasi del tutto ignorato il contenuto antirazzista.

Il processo di decodifica della comunicazione umana mostra che il destinatario non si limita a tradurre il
messaggio in base al codice che ha in comune con il comunicatore, ma attribuisce un senso attivando
soprattutto sottocodici

L’efficacia di u processo di comunicazione non risiede nell’omologazione dei codici, piuttosto nel problema
strategico di indirizzare la produzione di senso, ovvero attivare associazioni tra codici e sotto codici

Il problema strategico della comunicazione non consiste nel migliorare la ricezione del messaggio, ma
nell’intervenire nella produzione di un senso. Ciò significa saper intervenire nel rapporto tra codici e
sottocodici da parte del destinatario e dipende della capacità degli attori sociali di avere a che fare con
strutture di codici complesse.

La comprensione di un messaggio tra individui è un processo ermeneutico, di interpretazione e di


attribuzione e di attribuzione di senso. Il problema strategico della comunicazione non è quello di
omologare i codici, ma di negoziare i significati

9
La semiotica distingue ulteriormente i segni in base al loro rapporto di indicalità in: (relazioni tra significato
e significante)

-segnali -indici -icone -simboli

Il segnale rappresenta un’informazione finita che implica una corrispondenza quasi univoca e non ambigua
tra significante e significato (non lascia troppo spazio di interpretazione

I codici segnaletici devono essere negoziati e condivisi (anche stradali). Tra le fasi entro cui il processo
avviene:
-apprendimento -verifica dell’apprendimento -premio/punizione rispetto al risultato dell’apprendimento

Gli indici rappresentano una relazione di continuità (un indizio di lettura) e di capacità tra significato e
significante strettamente convenzionale nella definizione. (denotativo cosa sta a cosa e inoltre come
leggere quel segno, misurazione) (esempio misuratore del vento, sappiamo che c’è e sappiamo direzione,
termometro)

Le icone, per la semiologia rappresentano una risposta strategica all’uso di segnaletiche, che ottimizzano
forme di comunicazione semplificata. Le icone rappresentano una relazione di analogia e similitudine tra
significato e significante che tende ad essere stabile nel tempo. (spesso per immagini evocative e
stabiliscono relazione convenzionalmente accettata per analogia, segno internet, icona di bellezza)

I simboli implicano un rapporto interpretativo complesso e negoziale tra significato e significato.


L’interpretazione di un simbolo rimanda ad idee ed immagini mentali, per tale ragione la corrispondenza
non è sempre univoca e si può prestare a letture divergenti (le relazioni di senso integrano immagini
mentali, credenze, posizionamenti, modo complesso di interpretare, mela di apple, morte, colomba pace)
la comunicazione simbolica è molto usata, per inidirzzare ed evocare immagini

L’uso delle segnaletiche risponde ad un’esigenza di semplificazione e non di omologazione del linguaggio
comune. (sono anche economiche, omologazione necessaria per risolvere entropia). Le segnaletiche:
-mantengono una funzione intenzionalmente denotativa;
-sono basate su sistemi di corrispondenza convenzionali (segnali, indici, icone)

L’abuso di segnaletiche porta ad impoverire e rendere autoritario il linguaggio (la comunicazione


burocratica) a generare caos interpretativo o a far perdere fiducia nel sistema segnaletico (equilibrio che va
dosato, rischio aumento incertezza esempio divieto di accesso dopo un segnale che posso andare)

I simbolismi non implicano una corrispondenza univoca tra significato e significante, ma sono strategie
comunicative basate intenzionalmente su potenzialità evocative e suggestive delle parole o dei segni che
vengono utilizzati. (entra in gioco anche la semantica interpretativa)

A differenza delle segnaletiche, i simbolismi hanno una funzione intenzionalmente connotativa come si può
vedere nei campi, dall’arte alla vita religiosa militare e politica. L’uso dei simbolismi è utile per il
rafforzamento di identità collettive, ma l’abuso è quello di accrescere le possibilità di manipolazione (usi
politici dei simbolismi, la propaganda)

SECONDO MODULO

L’evoluzione dei media

Ralazione tra lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione e cambiamento sociale (McQuail, 2007)

Scopi, bisogni e usi dei processi di comunicazione all’interno delle società

Tecnologie che rendano possibile la comunicazione diffusa a molti

10
Tipi di organizzazione sociale condizioni di affermazione delle tecnologie di comunicazione all’interno di un
contesto sociale più ampio

Forme organizzate di governance che definiscano e regolino questo sviluppo come ‘interesse pubblico’
(aspetti regolativi)

Quando si parla di comunicazione come processo sociale si devono distinguere 4 forme:

-comunicazione interpersonale
-comunicazione di massa
-comunicazione mediale
-comunicazione a rete

Le due dimensioni che si intrecciano e definiscono i modelli di comunicazione più diffusi possono essere
così sintetizzati: la tecnologia e il destinatario

Finalità
comunicativa e
tecnologia

La comunicazione interpersonale riguarda le relazioni comunicative fra singoli interlocutori, che avvengono
in maniera diretta e istantanea.

La comunicazione di massa per definizione è la trasmissione di un’informazione rivolta ad un grande


numero di persone anche se non è sempre ben chiaro quale sia la soglia a partire dalla quale possiamo
effettivamente parlare di una massa (nasce con la nascita della società organizzata, dalle caverne)

Forme di comunicazione rivolte a moltitudini riunite in uno stesso luogo sono sempre esistite, si può però
parlare di forme di comunicazione di massa senza media (esempio le cerimonie religiose o civili; gli
spettacoli circensi, i giochi sportivi o le assemblee nell’agorà) (condividere lo stesso spazio)

La comunicazione mediale è una forma di comunicazione rivolta a molti, ma anche a pochi, che utilizza un
supporto di trasmissione

Esistono forme di comunicazione mediale di massa, come la radio, la televisione e i giornali e mediale non
di massa come internet e il telefono (esigenza di creare un comportamento collettivo gestito da
un’emittenete)

La comunicazione a rete è una forma di comunicazione che si sviluppa grazie a internet che riunisce aspetti
della comunicazione interpersonale, di massa e mediale (precede internet, principio che i soggetti non sono
gerarchicamente colpiti dallo stimolo informativo ma il tipo di relazione è orizzontale)

Comunicazione a rete

 Si sviluppa tramite un’applicazione tecnologica reticolare e usa dispositivi mobili


 Ricalca la forma di comunicazione orizzontale e multidirezionale e interattiva (tutti i nodi possono
interagire)

11
 Presenta aspetti tipici della comunicazione interpersonale, diretta, interpersonale o di cerchia, ma
può raggiungere moltitudini significative

GRUPPO: insieme di persone di piccole dimensioni dove tutti si conoscono e sono consapevoli della propria
appartenenza e interagiscono per qualche obiettivo, finalità ribadire la propria appartenenza

FOLLA un insieme di molte persone riunite in uno stesso luogo che reagiscono in modo uniforme come un
soggetto unico (comportamento collettivo) (condividono spazialmente, uniti dallo stimolo, es spettacolo)

MASSA un insieme di molte persone, sparse in vari luoghi, senza contatto diretto che reagiscono
unitariamente come se lo fossero (comportamento collettivo) (no prossimità fisica ma ricevono stesso
stimolo comunicativo)

PUBBLICO tende ad essere relativamente grande e si forma intorno ad un problema, ad una causa e diremo
intorno ad un consumo

(H. blumer)

Comunicazioni pre moderne, tute le forme di comunicazione a moltitudini che mirano a sviluppare dei
comportamenti collettivi senza usare tecnologie di trasmissione

Comunicazioni moderne sono le forme di comunicazione che utilizzano un supporto (Media), anche se
persistono forme pre moderne

La comunicazione di massa attraverso i media si è sviluppata in epoca moderna dopo la rivoluzione


industriale con la scoperta di macchine per la comunicazione a distanza

Il fenomeno delle folle si impone nel dibattito storico e intellettuale alla fine del 700 con i disordini
tumultuosi che hanno posto fine ai regimi monarchici totalitari. Il fenomeno delle masse si impone verso la
fine dell’ottocento a seguito della concentrazione di popolazione nelle città. Nasce in quegli anni la
questione sociale che genera proteste collettive organizzate: i primi scioperi di massa. È il periodo che è
stato definito come l’età delle folle.

Hippolyte Taine (1828-1893), riconosce alle folle il ruolo di protagonista nell’azione politica dopo la
rivoluzione francese. Egli definiva le folle come un ciclone, una forza incontrollabile, con effetti distruttivi

Gabriel Tarde distingue tra folla e pubblico. Nella folla il legame che si instaura è fisico e rudimentale, il
pubblico è invece legato da una comunanza spirituale, favorita dal testo (inno, pamphlet o stampa). La folla
mostra un’inferiorità morale rispetto ai suoi membri. Per questo nella folla deve prevalere la responsabilità
individuale, spesso offuscata dai cattivi meneurs (conduttori, capi folla dell’azione degenerativa). La storia è
raccontata attraverso individui, si pensi agli inventori e ai condottieri, ma è fatta dalle folle.

Cesare Lombroso (1835-1909) da della folla una definizione negativa che utilizzava per spiegare il
fenomeno della criminalità collettiva

Scipio Sighele (1868-1913), suo allievo e autore de la folla criminale (1892), ha sostenuto che le
manifestazioni di massa sviluppano una intensa emotività, a causa del contatto fisico dei corpi. Nella folla, i
singoli regrediscono diventando simili a selvaggi, perché avviene una sorta di contagio mentale. (le usa per
attenuanti in crimini, se si trovano in una folla, esempio ad un concerto, tifo di una squadra)

Gustave le bon (1841-1931) nel 1895 scrive la psicologia delle folle con intenti più divulgativi che non
scientifici, riprendendo di Sighele e Tarde, ma aggiungendo una considerazione importante. Le folle,
essendo ingenue e passionali, non sono necessariamente distruttive ma possono anche diventare eroiche
quando interviene un capo, o meneur, a guidarle o dominarle (anni 20, controllare le folle che alcune

12
persone si interrogano, figura leader cruciale, trascinare dietro la massa, capace di usare anche i mezzi
dell’epoca)

Centrale nelle tesi sul rapporto tra moltitudine, corpo (o leader) è il ruolo dei mass media come “segreto”
per controllare le masse.
Particolare suggestione hanno le tesi dato che si collocano nel periodo storico della diffusione dei
totalitarismi di inizio secolo di europa (elementi della riflessione: idea che ci deve essere una relazione tra
vertice e base della piramide sociale, leader e molititudine, relazione di conquista, costruzione di
sentimenti, la base legittimerà o meno le fortune del vertice)

I regimi totalitari del novecento si fondano su un pensiero unico e sulla guida di un capo carismatico. Per
ribadire la propria autorità, si serve molto di simboli, cerimonie collettive di massa e di forme
propagandistiche dirette o mediate.

I leader politici del tempo adottavano (nuovi per il contesto storico) tecniche di comunicazione utilizzando i
linguaggi del marketing (mutuati dalla pubblicità) che si stava diffondendo grazie allo sviluppo della radio ed
aveva un ruolo centrale nel rendere dinamico il mercato dei media e allargare i consumi

Il concetto di comunicazione di massa ha assunto un’accezione differente negli stati uniti in cui la società
aveva caratteristiche socio-culturali diverse:

-ancora relativamente giovane e molto individualizzata (raggiungimento obiettivi indivifduali)

-la vita politica dominata dall’elettoralismo (non ci sono mai stati re, imperatori, fin da subito meccanismi
elettorali)

Robert Park e altri esponenti della scuola sociologica di chicago, introducono la distinzione tra massa e
pubblico (già presente in Tarde) sostenendo che nella massa le identità individuali sono tendenzialmente
cancellate perché predomina un comportamento collettivo di tipo omogeneo. Le persone che fanno parte
di un pubblico mantengono caratteristiche individuali, perché gli individui hanno opinioni diverse (sono
prima di tutte persone con storie diverse, mantiene specificità)

Secondo questa concezione gli individui di un pubblico sono attivi, mentre di una massa restano passivi.
Questa distinzione rimasta costante nella ricerca americana è alla base della teoria attuale delle audiences
e degli studi sul rapporto tra media e produzione culturale.

Herold Lasswell teorico americano di sicenze politiche e sociologo, nato nel 1902, è uno dei pionieri della
massmediologia insieme con Hovland e Lazarsfeld. Ottiene un dottorato alla chicago university a cui
seguono esperienze professionali in europa dove frequenta seminari di economisti come keynes, cura la
campagna elettorale per il filosofo Bertrand Russell, studia Freud e Marx. Lo studio della propaganda e della
comunicazione politica costituisce il suo punto di partenza su cui poggia la propria innovazione toerica e
metodologica

La tradizione di ricerca statunitense sui processi di comunicazione è fortemente debitrice a Harold Laswell
ed al suo schema che a tutt’oggi struttura il campo della ricerca sui media:

chi dice  ricerche sulle emittenti


cosa dice  analisi del contenuto
a chi lo dice  ricerche sul pubblico
con che effetto  ricerche sugli effetti
attraverso quali canali  ricerca sul mezzo

13
gli studi di laswell rappresentano il mainstream nel campo della ricerca sui mass media. Egli si occupò
inizialmente di studiare la radio e i suoi effetti, ma la rapida diffusione della televisione fece cambiare in
fretta la prospettiva teorica di studio.

Le principali critiche

-considerare il pubblico solo per gli aspetti comportamentali e i media come un supporto neutro di
proprietà dell’emittente

-non porsi il problema del potere dei media e dei processi di mutamento e di diseguaglianze negli accessi

-concentrarsi soprattutto sul problema dei comportamenti collettivi trascurando quello della creazione di
significati

-non voler costruire una teoria critica, ma dare una sistemazione empirica del campo della comunicazione

Fino alla fine degli anni sessanta, anche negli usa ci si focalizzava principalmente sugli effetti dei media
collegati al comportamento mentre si considerava il canale di trasmissione neutro. Solo negli anni settanta
grazie alle suggestioni di McLuhan si arrivò a capire che il mezzo struttura il messaggio e di conseguenza
l’ambiente sociale

I media sono apparati sociali che incorparono tecnologie di comunicazione a distanza. Sono anche
dispositivi (quindi strutture, forme, formati e interfacce) che veicolano contenuti simbolici (valori, modelli, e
rappresentazioni culturali) e che connettono e rendono visibili i rapporti sociali, attraverso l’uso di linguaggi
e codici specifici

Cos’è un media

Un elemento tecnologico (invenzione utile) che produce un effetto (aggregato) e una trasformazione
dell’ambiente sociale

Per definire l’affermazione di un media occorre:

1.una tecnologia di comunicazione a distanza


2. Applicazioni tecnologiche riproducibili
3. Produzione su scala industriale
4. Formazione di un apparato editoriale
5. Presenza di un apparato di distribuzione
6. cambiamento sociale

La figura dell’inventore è centrale nello sviluppo del progresso, ma lo è altrettanto quella


dell’imprenditore. Affinchè si possa parlare di scoperta scientifica innovativa occorre una combinazione di
più elementi sia culturali che tecnologici

La prima significativa invenzione che ha segnato lo sviluppo delle comunicazioni mediali è stata quella dei
caratteri mobili di stampa ad opera di Gutemberg. Ha segnato la nascita del pubblico letterato, ma la sua
diffusione era pur sempre limitata a eliè

L’evoluzione dei media deve essere messa in rapporto alla rivoluzione industriale e può essere distinta in
tre fasi:

1. La fase delle tecnologie e delle macchine a vapore (comunicazione di massa pre-moderna)


2. La fase delle grandi centrali elettriche (comunicazione di massa moderna in senso prorpio)
3. La fase dell’elettronica

14
L’invenzione della fotografia risale agli inizi dell’ottecento in europa, è però il primo caso di mass media in
senso moderno perché:

1.ha utilizzato una tecnologia di riproduzione delle immagini su larga scala


2.ha contribuito a far nascere una cultura di massa
3. Ha modificato il modo di guardare alle cose (l’occhio e la memoria)
4.ha cambiato i meccanismi di definizione delle identità individuali e collettive (immaginario collettivo e
memoria storica)

La diffusione del servizio postale è stata la prima forma pre-moderna di struttura di comunicazione o rete
di comunicazione. Si sviluppa pienamente solo verso la fine dell’800 ritardata dall’elevato tasso di
analfabetismo. Fino alla guerra in libia (1911) circolavano ancora cartoline prestampate con frasi di
circostanza da firmare e mandare a casa

Durante la grande guerra vi è stato uno sviluppo senza precedenti della corrispondenza epistolare tra le
classi popolari. In tutto il conflitto sarebbero stati spediti oltre due miliardi di lettere e cartoline, la
circolazione delle immagini delle cartoli postali ha contribuito a modificare l’immaginario collettivo e a
sviluppare un approccio culturale di massa

Il primo vero mezzo di comunicazione a distanza è stato però il telegrafo. Sfruttando il codice morse e la
rete elttirca nel 1844. In tempo reale dei messaggi codificati potevano essere trasferiti da un luogo all’altro.
“what hath god wrought!” primo messaggio inviato da morse dal campidoglio ad alfred vail in una stazione
ferroviaria di baltimora citazione dalla bibbia

L’invenzione del telegrafo è il primo grande salto nella storia della comunicazione di massa perché:

-rappresenta la prima tecnologia di comunicazione a distanza


-sfrutta una rete comunicativa globale
-la tecnologia viene gestita da apparati di grandi dimensioni, i servizi di posta e telegrafo
-riduce le distanze ed i tempi di comunicazione -la trasmissione rapida delle notizie e fa nascere il
giornalismo moderno

La prima linea telegrafica americana fu quella tra baltimora e washington, inagurata dall’ingegner morse
nel 1844

Il primo cavo sottomarino venne posato nel 1850 sul fondo della manica, tra francia e inghilterra

Sempre in quegli anni anche i primi tentativi senza successo di posare un cavo transoceanico sul fondo
dell’atlantico

Il continente americano fu infine collegato all’europa nel 1865 ad opera dell’associated press

Il telegrafo è l’antenato del telefono

-il funzionamento delle macchine per la comunicazione a distanza ha dovuto risolvere il problema
dell’alimentazione

-la prima centrale elettrica è stata inaugurata da edison nel 1882 a new york

-edison è anche l’inventore del fonografo dalla cui tecnologia nacque il telefono (invenzione contesa tra
meucci e bell)

-la diffusione dei sistemi di trasmissione di massa ha portato alla nascita delle prime agenzie giornalistiche

-nel 1848 nasce negli usa la associated press a cui va riconsciuto il merito di aver posato il primo cavo
sottomarino transoceanico (1865)
15
Lo sviluppo delle reti di comunicazione e la diffusione della tecnologia di divulgazione aumenta il bisogno di
informazione. Il giornalismo alla fine dell’ottocento resta però ancora un fenomeno d’elitè

-soltanto negli ultimi decenni del secolo nascono giornali popolari, negli usa arrivano a tirare fino a 500.000
copie affermando la nascita del giornalismo di massa

-nel1875 le macchine di stampa e piegatura arrivano a stampare in un minuto 400 fogli da 4 facciate

-nel 1880 si introducono procedimenti di riproduzione a stampa di fotografia in bianco e nero

-nel 1895 fu inventato il cinematografo


-da principio considerato una curiosità, già pirma della guerra mondiale aveva conquistato in europa e in
america un pubblico di massa
-esso rispondeva alla diffusa domanda sociale di divertimento e di spettacolo con un costo abbastanza
accessibile a tutti

-la più importante carrateristica del cinema è che essa sviluppa l’immaginario popolare è stato definito
come “la macchina dei sogni”

-lo spettatore subisce la suggestione delle immagini proiettate che gli forniscono nuovi modelli di
comportamento

Lo sviluppo del cinema porta alla nascita della industria culturale (trasformazione della cultura in prodotto
commericale). Ciò si realizza dapprima in america dove nel 1912 si contano circa 10mila sale
cinematografiche e le sette più grandi case cinematografiche americane (le cosiddette majors) si
impongono sul mercato producendo dal 60% al 90% dei film proiettati (la nascita di hollywood)

Il filosofo tedesco Benjamin fu forse il primo a cogliere le implicazioni sociali sul pubblico di massa
esercitate dal cinema. Chi però per primo parlò di industria culturale fu Adorno colpito dal modo in cui la
propaganda nel regime nazista anche attraverso i mezzi di comunicazione era riuscita in breve tempo ad
arrivare al potere

Egli insieme ad altri esponenti della Scuola di Francoforte, volevano dimostrare che la comunicazione di
massa al servizio del potere apriva inevitabilmente la strada a forme di manipolazione e di omologazione
culturale e piegava la cultura, in senso alto, alle logiche del mercato, inaugurando l’era dell’industria
culturale, in senso dispregiativo

Nel 1894 Gugliemo Marconi conduce a bologna i primi esperimenti di comunicazione a distanza in codice
morse attraverso le onde herziane. Nel 1901 realizza il primo collegamento senza fili attraverso l’atlantico.
Nel 1908 avviene la prima trasmissione a distanza della voce umana parte dalla tour eiffel a parigi. Sono
poste le premesse per le trasmissioni via radio.

Dapprima la radio ha un’importanza soprattutto civile e militare. È solo negli anni 20 che nascono
programmi di trasmissione di pubblico. L’idea della radio come tecnologia domestica viene storicamente
riconosciuta a David Sarnoff, celebre per essere stato il telegrafista che per primo raccolse l’sos del titanic

-La nascita e la diffusione della radio rappresentava un nuovo passaggio cruciale per la diffusione della
comunicazione di massa

-così come il cinema è stato definito “la macchina dei sogni”, la radio ai suoi inizi venne conosciuta come la
“la scatola sonora”

16
Rispetto agli altri mezzi la radio:

-segna il passaggio dalle tecnologie elettriche alle tecnologie elettroniche


-permette per la prima volta la trasmissione a distanza di messaggi ricevuti contemporaneamente da grandi
masse in contesti domestici
-offre al pubblico generi di comunicazione diversi (intrattenimento, informazione, pubblicità)
-fa nascere un nuovo tipo di pubblico

Poiché può raggiungere i propri ascoltatori nelle loro case (progetto della radio rurale) essa introduce
abitudini nuove nella vita domestica e nei riti familiari. Inoltre, in quel particolare periodo, essa ‘parla’
anche agli analfabeti e può far arrivare i suoi suoni e le sue voci anche nelle zone più lontane e sperdute

La diffusione della radio pone il problema della regolamentazione degli apparati di divulgazione
dell’informazione, nel 1912 viene promulgato il radio act sostituito nel 1927 e perfezionato nel 1934 dal
federal communication act. Negli usa 3 novembre 1920 quando la stazione KDKA della westinghouse, la
prima emittente radiofonica, iniziò a trasmettere regolarmente

Nel corso degli anni 30 il pubblico della radio crebbe grandamente. Nel 1938 c’erano negli usa circa 26
milioni di apparecchi, in germania 8 milioni e mezzo, in francia quasi 4 milione e in italia appena 1 milione.
la radiodiffusione, negli usa, si è sorretta sin dagli inizi introiti pubblicitari. In europa fu invece seguita la
strada del monopolio pubblico sul tipo della bbc che si finanziava tramite abbonamenti e sovvenzioni
statali.

La diffusione dell’ascolto della radio venne sfruttata a fini di propaganda politica, negli usa il presidente
roosvelt vinse le elezioni e mantenne il consenso negli anni difficili della depressione grazie ai suoi ‘fire
chats’. In europa i regimi totalitari usarono la radio a fini di propaganda ideologica per ‘inquadrare’ le
masse

La televisione nasce come prototipo alla finel del 800 realizzato dal francese Bèlin. Il principio su cui si
fondava era una tecnologia in grado di scomporre le immagini in punti chiari e punti scuri e li trasmetteva a
distanza attraverso impulsi elettrici.

Per la televisione questo principio richiede un’apparecchiatura elettronica, ricerca su quale fosse il modo
ottimale di scomporre le immagini. Si è iniziato con sistemi di trasmissione che andavano dalle 60 alle 400
linee circa. Nel sistema Pal, le linee che compongono l’immagine sono 625 per ogni frame. Prima della
digitalizzazione si arriverà a migliaia di linee (alta definizione)

Si intende per frame l’unità minima dell’immagine televisiva. Il frame corrisponde al fotogramma della
pellicola cinematografica ed è legato allo standard del sistema televisivo utilizzato. Nel sistema PAL il
numero di frame al seconod è 25.

Le prime trasmissione televisive destinate al pubblico iniziano nel 1936 in inghilterra. Tre anni dopo ci sono
20mila televisori in funzione. In germania sempre nel 1936 i giochi olimpici vengono trasmessi via etere in 5
o 6 città tedesche da televisori installati in luoghi pubblici che radunano fino a 160mila spettatori. Nel 1947
che iniziano negli usa regolari programmi televisivi di massa. In italia ciò avverà soltanto nel 1954.

In meno di un decennio, in molti paesi, la televisione si diffonde con una rapidità straordinaria. Negli usa la
affermazione del nuovo mezzo si poteva considerare compiuta già nel 1953, quando ben 328 stazioni
televisive trasmettevano regolari programmi e il pubblico comprendeva ormai circa 27 milioni di famiglie
(più di 100 milioni di ascoltatori)

In italia nel 1954 gli abbonati al sistema radio televisivo erano circa 88mila alla fine del 1963 diventano 4
milioni. Nel 1975 il segnale televisisvo copre praticamente quasi tutto il territorio nazionale. Il primo picco

17
significativo di ascolti si registra, in occasione del rapimento Moro, circa 30 milioni di persone si
sintonizzarono su tg1

(legge mamm’ 1990, legge maccanico 97, legge gasparri 2004

0Gli anni dell’avvento della televisione coincidono con l’esplosione dei comportamenti di consumo a livello
di massa (dagli elettrodomestici all’automobile). È un periodo euforico ed i programmi televisivi con le loro
forme di spettacolarizzazione, incarnano molto bene lo spirito dell’epoca aiutando a diffondere nuovi
modelli all’uso del tempo libero.

Agli inizi la televisione venne percepita dal pubblico come un perfezionamento della radio, anche se si
trattava di due mezzi tecnicamente e socialmente assai diversi. Come si è visto, la radio è stata subito
sfruttata per la propaganda mentre per lungo tempo la televisione è stata principalmente un mezzo di
intrattenimento e consumo. (radio sfruttata quasi subito come strumento di propaganda, mentre ci vuole
tempo per la televisione il suo linguaggio)

La tecnologia di trasmissione delle immagini subisce significativamente trasformazioni:


--alla fine degli anni ottanta i sistemi di archiviazione e riproduzione delle immagini (videoregistratori e cd)
diventano di massa
– alla fine degli anni ottanta si sviluppa la televisione via cavo e la trasmissione via satellite

(introduzione del colore, importante a livello cognitivo)

L’effetto di queste innovazioni è stato quello di portare ad una convergenza e ad un uso combinato di
tipologie diverse di produzione audiovisiva, diminuendo fortemente i tempi di circolazione dei prodotti
comunicativi e rendendo minimo l’intervallo che separa la produzione dal consumo.

Tra le innovazioni tecnologiche introdotte in quegli anni, l’introduzione del telecomando, e della possibilità
di zapping, ha contribuito a modificare profondamente il comportamento dell’audience rendendo più
mobile, sfuggente e imprevedibile. (telecomando erode fedelizzazione dello spezzatore, ci si deve
inventare nuovi espedienti per attirare il pubblico ad esempio dopo al pubblicità)

Anche gli apparati dei media subiscono trasformazioni importanti:


- nella prima metà degli anni 80 in europa si rompono preesistenti assetti oligopolistici e monopolistici e si
afferma il modella della televisione commerciale. (nasce come servizio pubblico ma entra in crisi)
– alla fine degli anni 80 negli usa nasce la cnn una televisione che trasmette solo informazioni a flusso
continuo . (cresce l’offerta, breaking news)
- a partire dagli anni 2000 si susseguono diverse innovazioni tecnologiche relative alla tecnologiche relative
alla tecnologia televisiva e all’integrazione dei mezzi (convergenza e ibridazione)

Umberto Eco inquadra questa trasformazione con il neologismo “neotelevisione” per contrapporlo a quello
di “paleotelevisione”. I due concetti sono rispettivamente ricondotti alla contrapposizione tra servizio
pubblico e tv commerciale per indicare il superamento della visione pedagogica del mezzo. La fine del
monopolio rai sancisce l’inizio dell’era dell’abbondanza televisiva

Bettini e Casetti riprendono negli anni ottanta il concetto di neotelevisione in cui:


- il coinvolgimento del pubblico diventa un ingrediente essenziale (telefonate in diretta, ospiti in studio) per
affermare un approccio intimista tra me e te)
-la facile riconoscibilità degli elementi di cornice (sigle, conduttori, set) prende il sopravvento sugli elementi
di informazione
-la competenza comunicativa del pubblico che deve mettere in campo risorse simboliche cognitive sempre
maggiori

18
Il pubblico televisivo, per poter fruire di un programma televisivo, deve sviluppare una competenza
comunicativa, ovvero imparare a riconoscere i formati e i generi mediali. Ogni persona che fa parte di un
pubblico deve acquisire dei riquadri di riferimento mentali, che lo aiutino a contestualizzare il flusso
comunicativo e ad attribuirgli un qualche significato (capisco se sto guardando programma satirico)

La competenza comunicativa è un processo di apprendimento che origina un effetto cognitivo che la


televisione contribuisce a rafforzare o indebolire con la programmazione.

Lo spettatore reagisce attivamente consumando o meno il prodotto televisivo e reagendo agli stimoli
(telefonando in studio, iscrivendosi ai concorsi, mandando lettere). La realizzazione ancor più piena
(convergente) però avviene con internet.

Tutte le innovazioni tecnologiche e linguistiche mostrano un’evoluzione nel tempo del mezzo televisivo
verso le tre direzioni principali:

-un grado sempre maggiore di interattività tra emittente e pubblico


-il coinvolgimento degli spettatori nei programmi
-la progressiva autoreferenzialità del mezzo (concentro attenzione sull’interno

Matura cioè negli anni 80 il germe della tv contemporanea, fatta di ibridazione con i media digitali, di tv che
rappresenta se stessa e della gente comune, che irrompe sulla scena da protagonista.

Con l’avvento della neotelevsione, il rapporto tra spettatore ed emittente si fa più stretto e la televisione
comincia a prendere coscienza di se stessa come medium capace di generare un nuova forma di realtà. Una
trasmissione è vera non perché registra in modo oggettivo un evento reale, ma perché è reale quello che
accade di fronte alla macchina da presa. La caratteristica principale della neotelevisione è che essa sempre
meno parla (come la paleotelevisione faceva o fingeva di fare) del mondo esterno. Essa parla di se stessa e
del contatto che sta stabilendo col proprio pubblico.

Tv digitale e sovrabbondanza e della saturazione dell’offerta

-se la tv analogica commerciale ha inaugurato l’era dell’abbondanza, quella della tv digitale ha inaugurato
l’era della sovrabbondanza e della saturazione per quanto riguarda la produzione e il consumo

-il processo di digitalizzazione della tv si realizza durante gli anni novanta in tutta

-in italia inizia nel 2004 (legge gasparri) e termina nel 2012, non senza complicazioni legislative.

-in italia come altrove, la tv (intesa come sistema) ha fatto a lungo resistenza non favorendo la convergenza
multimediale e crossmediale

-la tv satelittare, via cavo e, soprattutto, il digitale terrestre hanno però prodotto anche un significativo
grado di pluralizzazione del sistema radiotelevisivo

-il dupolio rai-mediaset può alla fine dirsi superato con la presenza nel sistema italiano di broadcaster
importanti come sky, discorvey, de agostini, la7

Principali trasformazioni della tv digitale

-ampliamento esponenziale dell’offerta


-frammentazione della domanda (pubblico eurpeo, femminile ecc)
-passaggio da un tipo id trasmissione broadcasting ad uno narrowcasting (emittente parla a segmenti
sempre più stretti, televisione tematica, target fascia oraria, di gusto ecc)
-passaggio dall’offerta generalista all’offerta tematica
-perdita del potere dal palinsesto (fruizione de-sincornizzata, despazializzata, mobile)

19
Tv ed internet

-l’avvento e l’affermazione di internet su vasta scala come ambiente mediatico mainstream è stato un
fattore di trasformazione della tv
-internet è oggi un concorrente della tv mainstream in fatto di esperienza della visione e di struttura
produttiva/ricettiva (il ricevente può diventare produttore, grazie a piattaforme)
-piattaforme di video sharing di tipo social come youtube permettono di superare il modello tradizionale di
consumo televisivo -
nascita di canali alternativi offerti dalle piattaforme di streaming per l’intrattenimento (serie, film,
animazione) come netflix e amazon prime video

Social tv

-ibridazione delle pratiche di consumo tradizionali (guradare la tv sul piccolo schermo di casa) con quello
dei social media e del web (commentare nelle chat, instagram , twitter, via smartphone , laptop, tablet)
-uso nello stesso momento di tv e personal medium, il soggetto può gestire l’interazione a due schermi
(dual screen)
-il soggetto può espandere l’esperienza di “guarda la tv” attraverso la condivisione con un’allargata
comunità infrastrutturata (gruppo whatsapp, da instagram, ad twitter) -canali realizzano la simultaneità
del processo comunicativo e l’interazione in tempo reale (come nel caso della chat) attraverso nuova
grammatica (es hahstag)
-la disponibilità di un enorme quantità di pubblico condiziona sempre di più i palinsesti televisivi e spinge
nella direzione di realizzare una event television in grado di offrire al vasto pubblico della social tv
un’efficace pretesto per accendere la tv e, allo stesso tempo, usare lo smartphone

La fine della tv?

-il dibattito scientifico e del mondo della professione si è chiesto se il digitale e la sua ‘sostituzione’ con
internet sancisca la ‘fine della televisione’
-la tv, come goni medium, è in trasformazione a seguito dell’avvento di innovazioni tecnologiche cui
progressivamente si adatta sul piano tecnologico, della cultura professionale, dell’organizzazione e dei testi.
-chadwick a proposito degli attuali sistemi mediali ibridi descrive questo adattamento come ‘competizione,
conflitto e interdipendenza tra i media e i loro pubblici’
-il digitale non è, e non sarà l’assasino della tv, ma il suo fido alleato, quando non il suo migliore amico

Marshall McLuhan (1911 .1980) ha intuito la portata innovativa dell’avvento della televisione e la
trasformazione che essa avrebbe indotto nel sistema dei media e nella società. Egli ha sostenuto che non si
possono capire i medi se non si tiene conto della stretta interdipendenza esistente tra macchine di
comunicazione, fattori neurali e forme sociali. Insieme a Inis sostengono l’esistenza di un determinismo
tecnologico (tecnologia influisce la società) (non possiamo capire i media se non consideriamo la società,
mezzo che è la tecnologia)

McLuhan è un autore che ha sollevato dibattito, ha intuito in anticipo le grandi trasformazioni


dell’interazione persona-macchina. Secondo il suo pensiero i media sono ‘estensioni ‘ nell’ambiente di
qualche facoltà umana (la ruota è un’estensione del piede, il libro estensione dell’occhio, telefono
estensione dell’orecchio, circuito elettrico estensione del sistema nervoso)

McLuhan concepisce i processi mentali in termini evolutivi, ogni nuova invenzione contribuisce a modificare
l’ambiente e il modo di pensare (a livello neurale, prodotte dalla tecnologia) di conseguenza anche agire.
Ogni volta che viene introdotto un nuovo media la società cambia profondamente e si impone un nuovo
paradigma sociale

20
Nelle società antiche la forma orale della comunicazione rendeva i rapporti sociali di tipo circolare. La
scrittura ha contribuito a renderli verticali e gerarchici. Lo sviluppo delle forme interattive restituisce
circolarità alle relazioni (anni 70 neotelevisione, società diventa più orizzontale, le varie sfere sociali sono
più legate)

Per McLuhan i nuovi media elettronici cambiano il mondo introducendo un nuovo modo di fare esperienza
del mondo: la simultaneità. Gli individui vivono ormai in un villaggio globale dove le informazioni circolano
in maniera istantanea come succedeva nelle antiche comunità

L’idea più originale e teoricamente produttiva delle analisi di mcluhan è stata quella dei media come
estensione dei sensi nell’ambiente. Suggestiva l’immagine della comunicazione elettronica che rende
‘immateriale’ il nostro corpo, dilatandolo nell’etere.

Mcluhan ha capito con anticipo che la televisione non è soltanto un mezzo passivo, ma funzionando come
uno scanning e richiede la partecipazione della mente umana. Lo spettaore della televisione deve
collaborare neuralmente altrimenti le immagini sul teleschermo sono prive di significato, l’occhio deve
operare una ricomposizione di punti e linee per restituire significato all’immagine trasmessa. Egli definisce
questo processo come comunicazione a mosaico (occhio deve mettere insieme stimoli e rimandarli al
cervello). Questo fa della televisione un mezzo interattivo.

Mchluan introduce il concetto di interazione tra corpo, ambiente e tool della comunicazione, in
contrapposizione alla tradizione che considerava i media come meri mezzi di trasmissione

Tra le sue importanti affermazioni ormai indelebile resta ‘il mezzo è il messaggio’ ogni medium impone
modificazioni del nostro modo di parlare, di sentire o di vedere (affordances)

Mchluhan enuncia la distinzione tra mezzi caldi e mezzi freddi

I mezzi freddi sono pieni di informazioni con un bassa definizione (molti stimoli sensoriali) e
presuppongono per questo un’alta partecipazione (collaborazione neurale) dell’utente, in modo che egli
possa ‘riempire’ e ‘completare’ le discontinuità e gli spazi vuoti.
I mezzi caldi sono pieni di informazioni e caratterizzati da un’alta definizione (pochi stimoli sensoriali) e per
questo la partecipazione può essere più bassa in termini dispersione e collaborazione

Definisce come medium freddi la tv, la radio, la conversazione, come caldi la scrittura, i giornali, fotografia,
cinema, telefono

Le critiche di williams e il paradigma culturalista

Negli stesi anni del ‘profeta dei media’ raymond williams, tra i nomi del center for contemoprary cultural
studies, pubblica televisione. Tecnologia e forma culturale. In polemica con mcluhan affronta in prospettiva
sociologica il rapido stato evolutivo della tv negli usa e nel regno unito smontando i presupposti del suo
deterministico tecnologico. Società e tecnologia sono per lui elementi interdipendenti, lo sviluppo
tecnologico non può che essere sociale e culturale (non individuale). Nella fruizione televisiva il testo è una
forma culturale più importante del medium. Teoria del flusso la programmazione della tv è un ‘flusso
pianificato’, la sequenza effettiva non è l’orario dei programmi, ma l’inclusione di diversi tipi di sequenze.
Per descrivere la nostra esperienza di visione televisiva usa la locuzione ‘guardare la tv’ e non uno specifico
programma.

I seguaci di McLuhan

McLuhan fonda la scuola di toronto intorno a cui si è sviluppato il profetismo mediatico di cui Derrick de
Kerckhave è uno dei principali esponenti. Lui considerava i media elettronici come delle ‘psicotecnologie’,
che stanno cambiando il modo sensoriale con cui individui percepiscono l’ambiente: l’uomo sarà trans-
21
interattivo. Agli inizi degli anni novanta egli preannunciò l’avvento di un’intelligenza connettiva, basata su
uno schema-mente, che supererà i limiti sia dell’individualismo che del collettivismo.

Su questo spunto, ma in un'altra direzionale va Pierre Lèvy profetizza la nascita di un’intelligenza collettiva
superindividuale generata dalle reti mediali interattive

Accenti ottimistici dominano nel pensiero dell’americano Nicholas Negroponte, direttore del media lab
presso Massachussets institute of tehnology definito il guru dei media, negli anni novanta profetizza
l’avvento della società digitale e delle nanotencologie.

Steve jobs è colui che ha sintetizzato nel campo dell’evoluzione socio-tecnica le caratteristiche della digital
economy. Figura carismatica e visionaria che unisce le doti di inventore a quella di imprenditore

Leader innovatore mette insieme visone innovativa, spirito comunitario, capacità organizzativa, dimensione
della vita quotidiana. Genio del marketing per lui era necessario creare empatia con il cliente, realizzando
una connessione intima con i suoi sentiementi, per capirne le esigente

Eleon musk e tesla sono in questo momento sulla ribalta mediatica. Genio dell’innovazione o bluff della
comunicazione? l’innovazione e il suo spettacolo

Jonh B. thompson negli anni 90 sostiene che viviamo un una società ad avanzato stato di mediazione. Lo
sviluppo dei mezzi di comunicazione ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita delle società moderne. I
media hanno acquisito sempre maggiore centralità nel corso della storia, in tutti gli ambiti della vita
quotidiana. Tanto più i media si sono costitutivi e autonomizzati come istituzione sociale, tano maggiore è
stata la quantità di forme simboliche immesse all’interno dei sistemi sociali

Joshua Meyrowitz nel volume oltre il senso del luogo (1985) spiega come la tv abbia sostituito lo spazio
fisico come luogo primario della costruzione dell’esperienza sovrapponendo molto sfere sociali della vita
quotidiana delle persone prima separate. Sostiene che i nuovi media rendono possibile avere scambi e
stringere relazioni personali senza necessità di essere fisicamente presenti modificando ‘il senso del luogo’.
La tv porta a superare la centralità del luogo fisico e ad indebolire nel gruppo i ruoli di status sociale elevato
(es in politica, mediazione ha spinto a umanizzare la figura del leader indebolendo autorità del ruolo)

Howard Rheingold è il teorico che tra i primi ha sviluppato il tema della comunità virtuali (le neo-com) sul
tipo sociologico del buon vicinato. Nelle comnuità virtuali vede una forma di affermazione originaria di una
democrazia decentralizzata e diretta, in rete, i vincoli della vita pubblica si attenuano. Ottimista nei
confronti di una comunità virtuale globale fondata per interesse su uno spirito collaborativo. Il modello da
lui auspicato è rimasto una forma minoritaria di esercizio del potere legato a forme di elites controculturali.

Nel pensiero di manuel Castells le reti costituiscono la nuova morfologia sociale delle nostre società. La
tecnologia definisce le società delle reti insieme a fattori culturali, economici e politici. La rivoluzione
tecnologica delle ICT, la crisi del capitalismo tradizionale e dello statalismo comunista, la nascita di nuovi
momenti (ambientalismo, femminismo) produce:
-una nuova struttura sociale: la società dell’informazione
-una nuova economia: l’economia informazionale globale
-una nuova cultura: la virtualità reale

L’attività in rete espande l’attività di connessione al di fuori di cerchie ristrette e ne crea di nuove

Brevissima storia di internet

-internet infrastruttura di comunicazione livello globale, parte negli anni 60 dal progetto del ministero della
difesa americano DARPA e viene ufficializzato alla fine del decennio dal progetto americano Arpanet che
collegava una serie di computer con una vocazione strategia-militare che
22
-nel 1989 viene inventato il world wide web, che introdotto da Tim Berners-lee presso il CERN (centro
europeo per la ricerca nucelare) diventa accessibile a partire dal 1994: si tratta di un servizio di internet che
permette di navigare e usufruire di repertori illimitati di contenuti
-nel 1998 viene lanciato google che già all’inizio del nuovo millennio diventa il motore di ricerca più
importante e di conseguenza costituisce la prima porta di accesso a internet per molti utenti
-sono bastati appena 4 anni per diffondere internet a livello planetario

L’inofrmatica e il computer

-dal mainframe al pc -la personalizzazione (ibook, iphone, ipad)


-internet non è il www
-lo smartphone e la mobile communication (smart mobs)

I media digitali

Media digitali sono definiti tali non per la tencologia di trasmissione ma di codifica dell’informazione
(passaggio definitivo dall’analogico al digitale)

Caratteristiche: multimedialità, interattività, ipertestualità, distribuzione, velocità, mobilità

Viene definito divario digitale

1) La disparità nelle possibilità di accesso ai servizi telematici


2) Il forte squilibrio a livello globale tra paesi ricchi e paesi poveri nell’accesso alle tencologie
3) Lo scarto di competenze tra stati della popolazione

Questo scarto può aggravare diseguaglianze gep-politiche, sociali e strutturali, ma offriere anche nuove
opportunità di sviluppo. Molte economie emergenti e PVS in cui vi sono scarse infrastrutture di
comunicazione stanno incrementando l’uso della telefonia mobile (il cosiddetto salto della rana)

-uno dei media digitali più usati nella vita quotidiana è lo smartphone, telefono mobile grazie
all’introduzione della tecnologia UMTS nel 2000
-nel mondo ci sono 5,9 di persone con accesso alla telefonia cellulare e 7,9 miliardi di sim
-in italia il 71% dei cittadini dispone di uno smartphone, 20% dispone di un cellulare non smartphone, 8%
afferma di non possedere uno smartphone
-per quanto poi riguarda la funzione dei principali servizi online attraverso gli smartphone, nei mercati
avanzati il 90% di chi ha uno smartphone usa internet, e il 67% è presente sui social media -nel 2020 per la
prima volta nessuna azienda occidentale si trova ai primi tre posti della classifica di produttori di
smartphone dove si posizionano le compagnie asiatiche Xiaomi, samsung e huawei
-più di una persona su 5 della popolazione mondiale ha effettuato almeno un acquisto online negli ultimi 30
giorni

Il rapporto ITU (international telecomunication union) che dal 2009 calcola regolarmente l’indice di
sviluppo (IDI) sull’evoluzione dell’ICT in ogni nazione del mondo l’italia nel 20125 al 37esimo posto
preceduta da tutte le grandi nazioni del nord europa e del nord america, al primo posto e molti paesi del
nord euorpa

Web 2.0

Dal web infromativo al web partecipativo.


I social netowrk (bisogno di condivisione).
la centralità dei contenuti dello storytelling (cambiati i linguaggi di quelli ambiente, linguaggio testuale ma

23
anche immagini suoni).
La centralità dell’immagine.
La centralità delle piattaforme (microsoft, apple, amazon, facebook)

Dal medium alla piattaforma

L’utente prosumer (consumatore può diventare produttore)


l’interfaccia come espressione pubblica e privata (piattafroma da al politico possibilità di comunicare in
certo modo)
nuovi codici testuali (hashtag, meme)
gli influencer
la datification (creiamo molti dati, merce di scambio per fare tante cose)

Cultura convergnte (di Henry Jeckins)

Personaggio di sesame street virale immagine con osama bin laden, ani 2000, ragazzino messicano associa
queste due e li associa, l’immagine finisce in qualche modo in arabia saudite e diventa immagine simbolo
per una protesta che associa il capitalismo americano al fondamentalismo islamico

Mettonod insieme linguaggi che fino


ad allora separati, dire la nostra
parteciapre, può creare anche forti
diseguaglianze

Cultura convergente

Il profeta della convergenza è stato Ithel de Sola Pool (tecnologie di libertà 1983)
la convergenza non significa la definitiva stabilità o unità (processo instabile)
la convergenza è una forza di unificazione costante, ma sempre in dinamica tensione con il cambiamento

-Nella convergenza vecchi e nuovi media collidono, convergono, entrano l’uno nell’altra
-grassroots e corporation convivono (imprese dal basso e grosse corporazioni)
-consumatori e produttori interagiscono

Tre concetti chiave

- Convergenza mediatica: un nuovo spazio di azione non solo tecnologico, ma anche culturale

24
- Cultura partecipativa: superamento de facto del concetto di pubblico passivo. La tradizionale
differenziazzione tra comportamento al consumo e produzione è superata

Caratteristiche

-flusso dei contenuti su più piattaforme


-cooperazione tra più settori dell’industria dei media
-migrazione del pubblico alla ricerca continua di nuove esperienze di intrattenimento
–‘la convergenza non avviene tra le attrezzature dei media, ma nei cervelli dei singoli conumatori nonché
nelle loro reciproche interazioni sociali’
-la convergenza è un processo non un punto di arrivo
Nuove
-comunità di conoscenza si formano introno ad un interesse culturale (spoiler)
interazioni
-il consumo convergente da vita ad un’economia affettiva’ (fandom)
- le narrazioni convergenti sono un esempio di transmedialità (matrix, film pretesto per altre linee
passaggi)
– il rapporto con la fan culture che si sovrappone alla folk culture

Lisa Gitelman ha definito i media un sistema su due livelli:

1. Una tecnologia che permette la comunicazione


2. Insieme di pratiche sociali (protocolli) che sono cresciuti intorno a quella tecnologia

Nessun media muore davvero

Andrew Chadwick in the hybrid media system: politics and power sostiene che siamo in un sistema ibrido!
La rapida evoluzione delle nuove forme di tecnologia hanno modellato i media e la politica in qualcosa di
completamente diverso rispetto al passato. Secondo lui, la politica sarà sempre più definita da
organizzazioni, gruppi e individui che sapranno leggere le logiche dei nuovi e dei vecchi media in un sistema
ibrido. La comunicazione politica in una nuova era dove lo scontro tra vecchi e nuovi media crea caos e
disintegrazione, ma anche nuove, sorprendenti, forme di integrazione e di ordine. Gli attori all’interno del
sistema sono articolati da relazioni complesse in continua evoluzione basate sull’adattamento e
l’interdipendenza e su concentrazioni e diffusioni simultanee di potere. Gli attori creano, attingono o
dirigono i flussi di informazioni che soddisfano i loro obiettivi attraverso e tra una gamma di vecchi e nuovi
media

25

Potrebbero piacerti anche