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POLITICA COMPARATA

DEMOCRAZIE E DEMOCRATIZZAZIONI
Processi di democratizzazione, trasformazione da regimi autoritari in ogni parte del mondo. Ha inizio da
Lisbona.

25 aprile 1974 radio cattolica di Lisbona trasmette Grândola Vila Morena segnale convenuto di giovani
ufficiali organizzati in un movimento militare clandestino chiamato movimento delle Forze Armate che si
ribella contro il dittatore portoghese Marcelo Caetano, erede di Antonio Salazar professore universitario
chiamato dalle forze armate a dirigere il governo militare nel 1932 nel 1926 una nuova dittature militare
aveva messo fine alla repubblica in Portogallo. Caetano, anch’egli professore di diritto, succede a Salazar
nel 1968, anche se retto da civili il regime autoritario in Portogallo è di tipo militare molto conservatore.

La rivolta ha successo immediato nel pomeriggio del 25 Aprile Caetano è costretto a lasciare il paese a
bordo di un aereo la gente si riversa nelle piazze per celebrare l'avvenimento nella foto vedete la folla che si
unisce militare rivoltosi fraternizzando con loro e salendo sui carri armati si festeggia la fine di quasi 50 anni
di dittatura militare

L'immagine che rimarrà nella storia e che verrà diffusa dai media di tutto il mondo è quella delle giovani
donne portoghesi che mettono dhal Rossi nelle canne dei fucili degli insorti di qui l'appellativo di
Rivoluzione dei garofani che verrà dato questo evento

La rivoluzione dei garofani è il primo atto di una vicenda politica lunga e complessa caratterizzata dallo
scontro tra forze progressiste conservatrici che partecipano partiti politici sindacati, movimenti sociali e
gruppi all'interno delle Forze Armate. Durante questa fase ci saranno manifestazioni e scontri nelle piazze
occupazioni di fabbriche e terreni, scioperi violenze e tentati golpe e contro golpe militari, questi
avvenimenti si concluderanno solo 25 novembre 1975, 19 mesi dopo l'atto iniziale della rivoluzione, quando
il capo di stato maggiore delle Forze Armate Generale Antonio Ramalho Eanes impone dall'alto un modello
politico di tipo Democratico liberale

La Rivoluzione dei garofani è un inizio poco plausibile di un processo di democratizzazione di portata


globale in Portogallo infatti sarà il primo di una serie di paese che si democratizza in ogni parte del mondo
partire dal 1974. Perché un inizio poco plausibile di questo processo? Perché il primo esempio cronologico
di transizione Democratica si attua attraverso un golpe cioè un colpo di stato militare, e noi sappiamo che i
Golpe di solito uccidono la democrazia, in questo caso invece un colpo di stato alla fine la aiuterà, ma
ancora più importante c'è da sottolineare che nelle intenzioni dei militari golpisti non c'era l'instaurazione
di un regime Democratico di tipo liberale. il loro modello politico era piuttosto l'Unione Sovietica, un
modello di cosiddetta democrazia popolare, in breve gli stessi protagonisti di questi avvenimenti hanno in
mente due concezioni molto diverse di democrazia, i capitani guardano all'Unione Sovietica mentre
Ramalho Eanes, gli ufficiali di alto grado delle Forze Armate, buona parte della società portoghese vogliono
una democrazia di tipo liberale occidentale. Che cos'è dunque la democrazia gli eventi del Portogallo ci
insegnano che la democrazia e la sua definizione non sono una questione solo accademica intellettuale ma
che ha una grande rilevanza nella vita pratica, quotidiana delle persone per il tipo di regime politico nel
quale si vive.
COME POSSIAMO DEFINIRE IL CONCETTO DI DEMOCRAZIA?

Joseph Schumpeter è un’economista austriaco che fugge dal paese per l'arrivo dei nazisti e si rifugia negli
Stati Uniti dove insegnerà ad Harvard, nel suo libro del 1942 “capitalism socialism and democracy”

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veneLe 2 concezioni di democrazia prevalenti nella prima parte del secolo XX: democrazia sostanziale e
procedurale.

a- Democrazia sostanziale: un governo è democratico quando individua e realizza il bene comune.

Schumpeter fa coincidere la concezione di democrazia sostanziale con l'esperienza politica dell'Unione


Sovietica dei paesi comunisti e la concezione procedurale di democrazia con l'esperienza delle democrazie
liberali occidentali. Se adottiamo la prospettiva della democrazia sostanziale, diremo dunque che un
governo è Democratico quando Individua e realizza il bene comune. Diamo un esempio di bene comune:
l'uguaglianza sociale ed economica di tutti cittadini, in questo senso l'Unione Sovietica sarebbe una
democrazia perché Individua questo bene comune e lo applica, cerca di realizzarlo. Secondo Questa
interpretazione la definizione del bene come emerge in modo quasi naturale, spontaneo nella società ad
esempio le disuguaglianze e le ingiustizie sociali specie se estreme sono eticamente sbagliate producono
malessere sociale, malcontento che possono degenerare in disordini e violenze è ovvio pertanto che
devono essere combattute con ogni mezzo.

Questa concezione si basa su tre presupposti teorici:

 il bene comune esiste.


 può essere individuato da chiunque in modo relativamente semplice attraverso l’uso di
argomentazioni razionali.
 di conseguenza esiste anche la volontà popolare, che coincide con la volontà di tutte le
persone ragionevoli.

Critica del concetto di bene comune (e di democrazia sostanziale):

i. il bene comune è diverso per persone diverse, perché dipende non solo dalla ragione, ma anche
da valori ultimi non negoziabili.

ii. Anche laddove si riconosca un bene comune, restano spesso divergenze insanabili sugli strumenti
più idonei per la sua realizzazione.

Secondo Schumpeter il bene comune è diverso per persone diverse perché dipende da valori ultimi non
negoziabili come fattori religiosi o ideologici. Ad esempio l'affermazione che la diseguaglianza sociale è
sempre dannosa può essere contestata, dalle diseguaglianze infatti può essere il prodotto della voglia o
meno di impegnarsi del talento di ciascuno. un certo grado di diseguaglianza si può tollerare e anzi può
essere positivo, se l'eguaglianza assoluta implica l'impossibilità, per chi vuole lavorare di avere successo e se
impone un livellamento verso il basso che è dannoso per tutti, per chi viene bloccato verso il basso ma
anche per tutta la società che perde in innovazione e progresso che quindi è più povera e meno intelligente.
Inoltre anche quando si riconosce un bene comune restano divergenze spesso insuperabili sui mezzi
utilizzati per realizzarlo. La salute viene identificata da molti come un bene comune indiscutibile, ma
quando pensiamo strumenti specifici per realizzare questo bene i dubbi ritornano, pensate a temi come
l'aborto e l'eutanasia, possiamo considerarli come strumenti accettabili per regolare e migliorare la salute
pubblica? Le risposte in questo caso sarebbero probabilmente discordi.

Per superare questi problemi Schumpeter propone una definizione alternativa della democrazia.

b- Democrazia procedurale: un governo è democratico quando vengono seguite certe procedure per la
sua scelta.

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Prima definizione di democrazia procedurale (J. Schumpeter): “il metodo democratico consiste in una
configurazione istituzionale, tesa al conseguimento di decisioni politiche, nella quale gli individui
acquisiscono il potere di decidere attraverso una lotta competitiva per il voto popolare”.

Secondo questa nuova definizione è democratico il governo che viene scelto seguendo certe procedure,
indipendentemente dai contenuti di questa decisione, dal fatto cioè che la decisione cerchi di realizzare il
bene comune oppure no. le procedure democratiche ricordiamo sono: il suffragio universale, elezioni libere
trasparente corrette, la partecipazione alle elezioni di più di un partito politico e un'informazione libera e
plurale. In questo modo Schumpeter cerca di risolvere l’aporia del bene come, se il bene comune non esiste
come possiamo convivere pacificamente in un unico sistema politico che rispetta le idee di tutti? Schubert
applicando la concezione procedurale della democrazia ci ricorda che non è necessario che esista un bene
comune riconosciuto da tutti per poter creare un governo democratico, è sufficiente ammettere che
attraverso elezioni democratiche siamo in grado di identificare un bene comune perlomeno per un periodo
limitato di tempo e per una maggioranza di cittadini. In questo senso il bene comune coincide
semplicemente con il programma di governo del partito vincitore delle elezioni democratiche. Insomma il
bene comune assoluto non esiste ma può essere relativo ad un certo periodo storico e un certo paese, se a
noi questo bene comune non piace possiamo attendere le prossime elezioni democratiche e lottare finché
diverso bene comune prevalga. Nessuno può imporre la sua visione di bene comune sugli altri per sempre
con la forza cosa che succede nei regimi autoritari. Un regime Democratico fondato sulla mediazione degli
interessi può dunque permettere la convivenza pacifica di beni comuni relativi contrastanti e diversi tra
loro.

La definizione di democrazia di Schumpeter è ancora troppo astratta, in questo senso ci aiuta un politologo
statunitense Robert Dahl in un suo libro del 1971 “Polyarchy: participation and opposition” il termine
polyarchy è un sinonimo più realista di democrazia, non potere del Popolo ma potere di sperso nella
società, tanti centri di potere, tanti Poli, arkè e sottotitolo participation and opposition primo tradurlo con
inclusività e contestazione pubblica o contraddittorio.

Si afferma la concezione procedurale della democrazia.

La poliarchia (democrazia) è:

1- Suffragio universale (inclusività)

2- Libertà di formulare ed esprimere liberamente le proprie preferenze politiche nella scelta del
governo (contestazione pubblica)

La contestazione pubblica implica:

 Esistenza e il rispetto di alcuni fondamentali diritti civili e politici.


 Elezioni periodiche, libere, trasparenti e corrette.
 Una serie addizionale di condizioni tra cui, principalmente, mass media indipendenti dal governo e
la separazione dei poteri.

Abbiamo visto quali sono i caratteri dei regimi democratici e i regimi autoritari sono quelle in cui questi
caratteri sono assenti in tutto o in parte. La distinzione tra democrazia e regimi autoritari con il passare del
tempo è divenuta più difficile. Recentemente sono emersi i regimi autoritari che combinano elementi
autoritari e tratti democratici cosiddetti regimi ibridi, questi regimi sono ibridi non nel senso che sono una
via di mezzo tra democrazia e autoritarismo, ma nel senso che sono regimi autoritari con elementi che
appaiono nei regimi democratici. stanno invece scomparendo regimi autoritari tradizionale cioè quelli senza
elezioni e con un partito unico.
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Larry Diamond “Thinking about Hybrid Regimes” (2002)

1- Regimi democratici Forma politica nella quale sono presenti tutti gli elementi che
contraddistinguono la “poliarchia” descritta da Dahl.

2- Regimi non democratici che possono essere:

a- Regimi “politicamente chiusi”: la competizione elettorale è completamente assente o ci sono


elezioni con un solo partito. Es: Cuba, Corea del Nord, Arabia saudita, ecc.

b- “Regimi autoritari di tipo elettorale”: combinano le caratteristiche della democrazia elettorale e


l’autoritarismo”. Definizione: “seconda ondata

Esempi: Russia di Putin; Singapore (di regola maggioranze oltre il novantacinque percento); Egitto di
Mubarak (circa l’ottanta percento nel 2000); nonché alcuni Stati dell’Asia centro-orientale,
dell’Africa sub-sahariana e del Medio Oriente.

I regimi autoritari di tipo elettorale sono oggi i regimi autoritari più comuni nel mondo, un esempio di tale
regime è la Russia di Putin. Quali sono i suoi elementi distintivi, Innanzitutto le vittorie continue del partito
al potere, in questo caso Russia Unita Vladimir Putin leader del partito vince le presidenziali del 2000 con
una maggioranza del 53% dei voti, si ripete nel 2004 questa volta con una maggioranza del 71%, nel 2008 è
rappresentante del partito è Medvedev che si impone con il 72% dei voti nel 2012 e 2018 ritorna Vladimir
Putin che vince le elezioni presidenziali con una maggioranza del 63% e del 77% rispettivamente. Un
secondo elemento caratteristico di questo regime autoritario è comune anche i regimi democratici ci sono
cioè elezioni periodiche alle quali partecipa almeno un vero partito di opposizione che non sia un partito
fantoccio, nel caso della Federazione Russa ad esempio esistono partiti come il Partito Comunista o Russia
giusta che rappresentano veri partiti di opposizione al governo. Un terzo elemento molto importante è la
violazione sistematica di diritti civili e umani, innanzitutto la stampa non è libera, secondo Freedom of the
press pubblicazione annuale della o.n.g. Freedom House nel 2019 la Russia occupa la 149esima posizione
nel mondo su 180 paesi a questo riguardo. Le tv e i giornali critici con il regime vengono chiusi dalle autorità
o comprati da imprenditori affini al regime, i giornalisti vengono minacciati uccisi, una delle più famose
giornaliste critiche con il regime è stata Anna politkovskaja assassinata nel 2006, dal 2000 si calcola una
trentina di giornalisti sono stati uccisi nel paese gli oppositori vengono costretti all'esilio imprigionati è uno
dei più noti sono mikhail khodorkovsky infine i politici dell'opposizione vengono minacciati oppure costretti
o convinti a confluire in Russia unita.
COME SI MISURA IL LIVELLO DI DEMOCRAZIA DI UN PAESE?

Una volta definita la democrazia resta il problema di misurarla empiricamente, uno strumento che rende
più semplice valutazione della democraticità di un paese sono le banche dati sulla democrazia. Le banche
dati sono raccolte di dati empirici relativi alle principali dimensioni della democrazia, una delle più
conosciute quella pubblicata annualmente da freedom house, freedom in the world, che viene compilato
ogni anno del 1972 per tutti i paesi del mondo.

Come si costruiscono le banche dati sulla democrazia: il concetto fondamentale di democrazia viene
innanzitutto suddiviso in concetti più specifici come diritti civili e diritti politici che diventano degli indicatori
empirici veri e propri della democrazia. Quindi sarà Democratico secondo questa diciamo
operazionalizzazione il paese nel quale questi diritti civili e politici esistono e vengono rispettati, in un
secondo momento ci sono dei punteggi assegnati da esperti dei vari paesi sulla base della presenza e del
rispetto di questi diritti, i punteggi vengono introdotti nella frase finale In una scala da 1 a 7 dove 1 è il
punteggio più alto e 7 Il più basso una scala che deve quindi intendersi in senso ordinale, primo equivale a
in prima posizione democrazia più completa 7 regime autoritario più assoluto, i paesi quindi che otterranno

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degli esperti un punteggio da 1,5 saranno dichiarati democratici da 3 a 5,5 semi democratici da 5,5 a 7
autoritari.

COME SI E’ DIFFUSA LA DEMOCRAZIA NEL CORSO DELLA STORIA?


Un concetto che può essere utile in questo senso è quello di ondata di democratizzazione, elaborato dal
politologo statunitense Samuel Huntington.

SAMUEL P.HUNTINGTON in The Third Wave (1991) definisce il concetto di ondata di democratizzazione.

➔ ONDATA DI DEMOCRATIZZAZIONE: serie di passaggi da regimi autoritari a regimi democratici,


concentrati in un periodo di tempo ben determinato in cui il numero di fenomeni che si producono nella
direzione opposta (cioè i passaggi da regimi democratici a regimi autoritari) è significativamente inferiore.
Huntington scopre che le democratizzazioni avvengono per ondate, ci sono periodi storici in cui i paesi si
democratizzano e periodi in cui il periodo di transizioni democratiche sono inferiori rispetto alle transizioni
autoritarie. Egli propone una periodizzazione di ondate democratiche e ondate di riflusso:

ONDATE DI DEMOCRATIZZAZIONE NEL MONDO

 Prima ondata di democratizzazione (lunga) ------ 1828/1926 (almeno il 50% della popolazione
maschile può votare -> ciò è sufficiente per definire un paese democratico.)
 Prima ondata di riflusso ------ 1922/1942
 Seconda ondata di democratizzazione (corta) ------ 1943/1962
 Seconda ondata di riflusso ------ 1958/1975
 Terza ondata di democratizzazione ------ 1974/ ?

• PRIMA ONDATA DI DEMOCRATIZZAZIONE

Nel 1828 gli USA raggiungono una soglia minima di democrazia, democrazia iniziale(no suffragio universale ,
almeno 50% della popolazione adulta maschile bianca goda del suffragio elettorale attivo), poiché vennero
abolito i requisiti di censo (prima votava chi pagava le tasse, le persone economicamente più ricche). Nei
paesi del Mid West si raggiunse anche il suffragio universale maschile, poiché in tali territori si aveva
bisogno di coloni e per attirarli si offrono diritti politici. Gli USA sono la prima nazione parzialmente
demarcata nel mondo, poi successivamente si aggiungeranno Francia, Gran Bretagna e Italia (poco prima
della Prima Guerra Mondiale). In totale i paesi democratici nella prima ondata di democratizzazione sono
circa 33.

• PRIMA ONDATA DI REFLUSSO LEGATA AL NAZISMO E AL FASCISMO

Tra il 1922-42 numero paesi che transitano all’autoritarismo è superiore a quelli che si democratizzano.
Germania (1933), Giappone (primi anni ’30, militari conquistano il potere in maniere diretta), Portogallo
(1926), Grecia (1936), Brasile e Argentina (1930), Uruguay (1933). Alla fine di questa fase restano solamente
11 democrazie nel mondo. I regimi autoritari si instaurano nei paesi che si democratizzano tardi e nei paesi
che si unificano tardi.

• SECONDA ONDATA DI DEMOCRATIZZAZIONE

Tra 1943-62. La Seconda guerra mondiale porta a una nuova ondata di democrazia. La vittoria degli alleati
permettono di ridemocratizzare con la forza paesi come l’Italia, la Germania e il Giappone; e Paesi
conquistati da quest’ultimi come l’Austria e la Corea del Nord. Anche Argentina, Perù, Colombia e
Venezuela si ri-democratizzazno. I primi paesi colonizzati cominciano a riconquistare la loro indipendenza,
come conseguenza di ciò si verifica un proliferale di regimi democratici, pur tuttavia tali paesi devono
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affrontare una serie di problemi economici, sociali, culturali che fanno sì che tali democrazie che si rivelano
formali e fragili, si trasformino rapidamente in regimi autoritari (nigeria). India, Sri-Lanka, Filippine e Israele-
> sono gli unici paesi decolonizzati che si mantengono democratici. Ala fine di questa fase 52 Paesi si
possono definire democratici.

• SECONDA ONDATA DI REFLUSSO

Tra 1958-75.I militari sono protagonisti. In America Latina, si verificano un gran numero di colpi di stato
militare in Brasile 1964. Esempio. Cile e Uruguay nel ’73 che si ritenevano le democrazie più consolidate. La
caratteristica di questi regimi autoritari sud-americani, i militari prendono il potere non più per risolvere il
problema del disordine politico, ma hanno un progetto più ambizioso, ovvero quello di trasformarle
radicalmente la società, incluse le sue basi economiche. (autoritarismo burocratico)

La repressione diviene anche più sistematica, non solo più contro socialisti e comunisti ma anche contro i
democratici. Altri colpi di stato militare ci sono stati in Europa, ad esempio in Grecia nel 1967 con il colpo di
stato dei tenenti colonnello. Anche in Turchia, scontro fra forze islamiste e militari. Ci sono anche nel
continente asiatico, forme di colpi di stati, che vengono definiti “Auto-golpe dell’esecutivo”, chi commette
questi colpi di stato sono uomini che vincono le elezioni democraticamentee poi assumono il pieno potere
(es. Marcos nelle Filippine nel 1972; Indira Gandhi in India nel 1975). Bouzana è l’unico paese dell’Africa che
si conferma come democrazia fino ai giorni d’oggi. Dopo questa seconda ondata di reflusso si conservano
30 Paesi democratici.

• TERZA ONDATA DI DEMOCRATIZZAZIONE

Evento principale: 1974 -> Rivoluzione dei Garofani (Potogallo). Secondo evento: ri-democratizzazione della
Grecia nel luglio del 1974, K. Karamanlis (politico conservatore) verrà chiamato dai militari, quando questi
ultimi si rendono conto che il loro regime è diventato illegittimo, soprattutto in seguito al Massacro al
Politecnico di Atene, in cui vennero assassinati studenti che protestavano contro il regime militare, e poi la
goccia che fece traballare il vaso fu il tentativo di ammissione dell’isola di Cipro. Cipro è diviso in due parti:
la parte a nord occupata dai turchi, invece la parte sud è membro dell’UE di etnia greca, fino al 1974, Cipro
è uno stato indipendente in cui convivevano pacificamente Turchi e Greci; i militari greci (in grande crisi di
legittimità) cercano di riconquistare il prestigio, cercando di annettersi Cipro, i turchi però reagiscono
immediatamente invadono la parte settentrionale dell’isola, i greci che vivevano nella parte settentrionale
furono costretti a fuggire al sud, si forma così questa divisione dell’isola. I militari greci, quindi chiamano
Karamanlis che indice nuove elezioni e diverrà il primo, Primo Ministro democratico della Grecia.

Terza grande democratizzazione è stata quella Spagnola: 20 nov 1975, muore F. Franco, suo successore è il
re Juan Carlos I, che nel ’76, nomina come Primo Ministro scegliendo fra i funzionari franchisti A. Suarez,
che si rivelò un democratico convinto, infatti fa approvare dalle Cortes (franchiste) la nuova legge di riforma
politica, che prevede tra l’altro lo scioglimento delle Cortes franchista. Suarez approva una legge di
democratizzazione che permettono nel giugno nel 1978 le prime elezioni del nuovo Parlamento. E’ una
trasformazione che avviene dall’alto, all’opera dei rappresentanti del regime franchista, che introducono
riforme democratiche.

A seguire la Terza ondata di democraziazazione in America Latina:

- Argentina con Raul Alfonsìn, che il primo primo ministro democratico. Anche in Argentina il regime
militare è debole, cercando di riconquistare la loro legittimità attraverso un’avventura militare con
l’Invasione delle isole Falkland e Malvinas, queste isole vennero occupate, il governo demarcato inglese
riconquistato rapidamente tutte le isole, si tratto quindi di una sconfitta militare e perdita definitiva del
consenso dei militari.

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- Patricio Aywin primo Presidente democraticamente eletto in Cile -> Cile 1988, in seguito a un referendum
non viene riconfermata la presidenza di Pinochet.

- Vicente Fox (2000), primo Presidente eletto democraticamente in Messico.

Terza ondata di democratizzazione in Asia:

- Indira Gandhi, primo ministro in India, protagonista dell’auto-golpe dell’esecutivo.

- Corazòn Aquino, prima Presidentessa eletta democraticamente nelle Filippine 1986(successe Marcos).

Terza ondata di democratizzazione in Europa (Caduta del Muro di Berlino):

- Gorbaciov -> Russia (crisi dell’URSS e fine della Federazione Russa)

- Lech Walesa -> Polonia

- N. Ceausescu -> Romania

Finisce il mondo comunista in Europa centro orientale.

Terza ondata di democratizzazione in Africa:

- Nelson Mandela -> pose fine all’apartheid nel 1994 (segregazione razziale)

Terza ondata di democratizzazione nel mondo Arabo:

Primavera Africa

- In Tunisia: i risultati sono stati positivi

- In Egitto e in Libia: i risultati non sono stati positivi

CAUSE DELLE DEMOCRATIZZAZIONI

1- In genere, la democratizzazione in ciascun paese è il risultato di una combinazione di cause.


2- La combinazione di queste cause varia da paese a paese.
3- La combinazione di cause all’origine delle ondate di democratizzazione varia in ciascuna ondata.

E’ importante individuare le cause dei processi di democratizzazione per capire cosa favorisce e cosa
inibisce tali processi e quali sono i fattori che aiutano la trasformazione dei regimi autoritari verso una
democrazia. In genere, la democratizzazione di ciascun paese è il risultato di una combinazione di cause
(no causa unica) che spesso varia da paese a paese (quello che è vero per un paese non è necessariamente
vero per un altro).

La complessità della spiegazione nelle scienze sociali

1- Alla base di una spiegazione nelle scienze sociali vi è una correlazione empirica.

2- Tuttavia, un alto grado di correlazione tra alcuni fattori non implica sempre un nesso causale.

3- Affinché una correlazione si trasformi in una spiegazione (sussista un nesso di causalità), è


necessario un altro elemento importante: La teoria, cioè una storia plausibile che collega la causa
all’effetto

4- La variabile dipendente “democratizzazione” è complessa.

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Ma quali sono queste cause? Parlare di causalità nelle scienze sociali è qualcosa di estremamente
complesso, capire se e come un determinato fattore influenza un altro fattore nella società è molto difficile.
Spiegare è difficile, perché alla base di una spiegazione nelle scienze sociali c’è una correlazione empirica.
Correlazione empirica: esiste quando due variabili, cioè due fattori, una causa e un effetto, cambiano
assieme. La correlazione è positiva, se seguono una stessa direzione, aumentando l’una aumenta anche
l’altra ed è negativa, se la direzione è opposta, quando cresce una diminuisce l’altra. Es. lo sviluppo
economico come causa di democratizzazione: più un paese si arricchisce, maggiori sono le possibilità che
questo paese sia una democrazia. Esiste una correlazione empirica? Se la ricchezza di un paese aumenta, ho
più probabilità o meno di incontrare un regime politico democratico? Ecco, questo è un esempio di
correlazione positiva. Se guardiamo questa correlazione fra ricchezza e un regime politico, vedremo che nel
mondo se uno Stato si arricchisce, maggiori sono le probabilità che lo Stato abbia un regime politico
democratico. (ovviamente non sempre)

Tuttavia, un alto grado di correlazione tra alcuni fattori non implica sempre un nesso causale. Affinché una
correlazione si trasformi in una spiegazione è necessario un altro elemento importante: → la TEORIA, cioè
una storia plausibile e persuasiva che colleghi la causa all’effetto (es. collegamento fra ricchezza e
democrazia). Ad aggiungere difficoltà, quando parliamo di democratizzazione, è che la variabile dipendente
(quello che noi vogliamo spiegare), in questo caso la “democratizzazione”, è complessa, perché è composta
da fasi diverse. Il processo di democratizzazione è composto da diversi processi sociali: c’è un’iniziale crisi
del regime autoritario, una seconda fase di instaurazione democratica e la terza fase che è il possibile
consolidamento di questo regime. Per ognuna di queste fasi le cause possono essere diverse e in qualche
caso addirittura opposte. Quello che favorisce l’instaurazione della democrazia può essere un ostacolo al
successivo consolidamento.

Un esempio concreto è il caso cileno del 1990 sotto il regime militare del generale Pinochet. Nel 1988
Pinochet perde le elezioni per la conferma della sua carica di Presidente ed è costretto a trattare con i
partiti democratici. I partiti democratici accettano alcune delle condizioni(politiche ed economiche) che
Pinochet impone, affinché vi sia una trasformazione in senso democratico del regime militare. Ad esempio,
Pinochet non era d’accordo che i partiti democratici cambiassero la Costituzione fatta dai militari (per
cambiare la Costituzione, è necessaria la maggioranza dei 2/3 delle Camere). Quindi, una delle condizioni
che impone Pinochet è che lui stesso possa nominare 1/3 dei Senatori, ossia persone di fiducia al dittatore,
in questo modo i militari si garantiscono che i nuovi partiti democratici non possano cambiare la
Costituzione. Il Cile è anche uno dei maggiori produttori di rame al mondo. L’ esportazioni di rame sono
molto importanti e generano una ricchezza significativa per il paese. Una delle condizioni che impone
Pinochet ai partiti democratici è che una parte di queste esportazioni venga gestita direttamente dai militari
per acquistare nuove armi. Questo accordo tra dittatori e partiti politici facilita una transizione democratica.

Ma per quanto riguarda il consolidamento, queste condizioni si trasformano in ostacoli per l’affermazione
del regime. Il fatto che 1/3 dei Senatori sia controllato direttamente da Pinochet secondo i suoi interessi, fa
si che la sovranità popolare sia rifiutata e nel momento in cui i governi democratici cancelleranno questa
particolare disposizione, il popolo cileno non eserciterà come dovrebbe il suo diritto di sovranità. Quindi
l’elemento che ha favorito una fase ne ostacola un’altra.

CAUSE DELLA PRIMA ONDATA di DEMOCRATIZZAZIONE (1828-1926)

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Teoria del rapporto fra ricchezza e democrazia coincide con la descrizione delle cause della prima ondata
della democratizzazione.

1. Lo SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE è una delle cause principali della prima ondata di
democratizzazione che si sviluppa fra il 1828 e il 1926. Che cos’è lo sviluppo economico e sociale? Prima di
tutto a) Industrializzazione: quindi c’è una rivoluzione tecnologica, vengono inventate nuove macchine che
fabbricano le merci in modo efficiente e veloce. Nuove macchine che vengono concentrate in grandi edifici,
le fabbriche, dove si svolgono i processi di produzione. Accanto a questo evento tecnologico e produttivo,
ci sono tutta una serie di eventi sociali e politici, come ad esempio b) l’urbanizzazione: si verifica uno
spostamento dalle campagne alle città, chi viveva e lavorava in campagna va a vivere e lavorare in città, in
cui ci sono le fabbriche, in cui si ha bisogno di manodopera. Questi spostamenti portano c) all’emergere di
nuove classi sociali: la borghesia, la classe media, i capitalisti (proprietari delle fabbriche), gli amministratori
cioè i colletti bianchi, i liberi professionisti e la classe operaia. Sono gruppi sociali, che prima non esistevano.
Il processo di industrializzazione provoca un passaggio dalla società agraria ad una società di tipo industriale
che nel lungo periodo da origine a d) una diminuzione delle disuguaglianze economiche complessive. La
classe operaia si organizza in sindacati, che a poco a poco, iniziano a proteggere i diritti dei lavoratori, ci
sono partiti politici che iniziano a rappresentare politicamente gli operai. Gli operai, in questo modo,
diventano dei soggetti attivi e soprattutto rappresentati sia sui luoghi di lavoro e nella vita politica da
organizzazioni potenti, ovvero dai sindacati e dai partiti socialisti. Si può dire, quindi che
l’industrializzazione nel lungo periodo porta a una distribuzione della ricchezza in modo più equo con una
diminuzione delle differenze fra ricchi e poveri, che viene aiutata anche dalla e) diffusione dell’istruzione a
favore di ceti sociali che fino a quel momento erano ai margini della vita sociale e politica. Tutte queste
trasformazioni tecnologiche, sociali producono anche un mutamento della distribuzione del potere politico
nella società. Cioè nella società esiste sostanzialmente una nuova distribuzione del potere politico.
L’opzione della repressione pura e semplice delle classi subalterne (classi povere) diviene a livello
sistematico troppo costoso e controproducente. Quindi, f) le classi subalterne detengono un nuovo potere
politico. Es. massacro di Milano del 1998 del generale Beccaris, gli operai protestarono in piazza a causa
dell’aumento del prezzo del pane ed interviene l’esercito contro i manifestanti sparando sulla folla. Questa
scelta divenne sempre più costosa per le autorità politiche perché gli operai sono organizzati in sindacati e
partiti politici. La conseguenza di tutti questi processi è g) la democratizzazione del sistema politico. Tutti
questi processi, di diffusione della ricchezza ci fanno capire come mai la ricchezza sia associata alla
democrazia.

2. AMBIENTE SOCIOECONOMICO DI ALCUNE SOCIETA’ DI FRONTIERA (colonie inglesi: US, Nuova Zelanda,
Australia e Canada).

La caratteristica di queste nuove società è data a) dalle maggiori opportunità economiche, poiché le colonie
sono fonti di ricchezza economica. La terra che particolarmente abbondante e si può praticare l’agricoltura,
si può allevare il bestiame. In alcune di queste nuove società la terra viene distribuita gratuitamente ai
nuovi coloni. Queste colonie sono ricche di risorse che permettono un livello di vita che è più alto di quello
che esisteva in Madrepatria. Inoltre, c’è b) una più equa distribuzione del reddito rispetto a prima e poi c)
le istituzioni politiche sono istituzioni politiche deboli che possono essere plasmate → come incentivo per
far sì che le colonie si popolino vengono concesse ai coloni i diritti politici.

3. LA RIVOLUZIONE POLITICA/FILOSOFICA → è un altro elemento fondamentale perché cambia modo di


pensare la democrazia, la democrazia emerge come forma di Governo superiore fondata sulla dignità di
ogni individuo. (Locke- rappresenta le radici di quella che diverrà la democrazia procedurale, Mill,
Montesquieu, Rousseau- concepisce la democrazia in senso sostanziale)

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4. Una quarta causa, è di tipo religioso, ovvero la DIFFUSIONE DEL PROTESTANTESIMO → ¾ dei paesi
democratici prima del 1900 apparteneva a questa confessione religiosa. (C’è quindi, una correlazione
empirica molto forte, che sembra essere collegata alla diffusione della democrazia.)

5. Ultima causa, del processo di democratizzazione è dovuto alla VITTORIA DEGLI ALLEATI NELLA
1^GUERRA MONDIALE E LO SMANTELLAMENTO DEGLI IMPERI DELL’EUROPA CENTRALE-> (Impero austro-
ungarico, Impero ottomano, Impero russo).

CAUSE DELLA SECONDA ONDATA di DEMOCRATIZZAZIONE (1943-1962)

1. VITTORIA DEGLI ALLEATI DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE Italia, Germania Occidentale, Austria,
Giappone e Corea del sud perdono la guerra e quindi i vincitori impongono su questi territori un regime
politico democratico. Ci sono poi una serie di paesi influenzati indirettamente dai vincitori come: Grecia,
Turchia, Brasile, Argentina, Perù, Venezuela e Colombia e altri paesi del mediterraneo che di
democratizzano in questo periodo subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

2. PODROMI DELLA DECOLONIZZAZIONE Nelle colonie delle potenze occidentali inizia a sorgere il
Nazionalismo. Molti di questi paesi diventano indipendenti e stabiliscono inizialmente dei regimi politici di
tipo democratico. In genere però questi regimi hanno una durata breve e si verificano successive crisi
autoritarie. Es. di regimi democratici che poi si trasformano in regimi autoritari: - Kenya indipendente nel
1963 (Jomo Kenyatta, Primo Ministro). Fra il 1963 e il 1982 si passa da una democrazia a un regime
autoritario, infatti la prima Costituzione del 1963 un modello inglese verrà sostituita nel 1969, restringendo
i termini della democrazia. Nel 1982, viene istituito il Kanu (Kenya African National Union), un partito unico,
che trasforma questo regime inizialmente democratico in regime autoritario. - Tanzania indipendente nel
1961 (Nyerere, Primo Ministro). Nel 1977 si impone un regime a Partito unico rivoluzionario.
CAUSE DELLA TERZA ONDATA di DEMOCRATIZZAZIONE

1. CRISI DI LEGITTIMAZIONE DEI REGIMI AUTORITARI

2. CRESCITA ECONOMICA SENZA PRECEDENTI

3. CONCILIO VATICANO 2°(1963-65)

4. INFLUENZA DEGLI ATTORI ESTERNI (CE/UE; USA; URSS/RUSSIA E VATICANO)

5. EFFETTO VALANGA O DIMOSTRATIVO

CRISI DI LEGITTIMAZIONE DEI REGIMI AUTORITARI (3° ondata)

Sappiamo che i regimi autoritari si reggono sull’uso della forza, nonostante ciò però gli stessi regimi
autoritari non possono ignorare la necessità di sostegno da parte della società. Quando questo sostegno si
indebolisce o scompare, il regime autoritario è a rischio. I fattori che possono indebolire la legittimità dei
regimi autoritari sono:

a) Diffusione dei valori democratici nel mondo -> a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, per la prima
volta nella storia, nessuna dottrina politica si propone come apertamente anti-democratica. Il Fascismo e il
Nazismo sono stati militarmente sconfitti. Per essere legittimo un regime si deve definire democratico. Per
quanto riguarda il comunismo, rivendica una diversa concezione della democrazia di tipo sostanziale e non
si pone come radicalmente antidemocratico. Nel periodo successivo alla caduta di Stalin, con l’avvento di
Krusciov, Segretario Generale del Partito Comunista nel 1963, si enfatizzano alcuni elementi realmente

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democratici, in modo particolare si ridimensiona il concetto di avanguardia leninista e dittatura del
Proletariato. (disgelo)

b) Un secondo aspetto ha a che vedere con le esperienze democratiche precedenti. Prima del 1989 la
maggior parte dei paesi della terza ondata aveva avuto precedenti esperienze democratiche.

c) Un terzo elemento riguarda i conflitti tra ideologia e nazionalismo. Cioè laddove il partito unico viene
imposto all’esterno, la legittimità del regime corrispondente sarà minore. Se c’è una rivoluzione domestica
interna, invece la legittimità invece sarà maggiore. (es. invasione Cecoslovacchia dalle truppe sovietiche nel
1968. Il Governo comunista era stato imposto dall’ URSS e quindi non era molto sostenuto a livello
popolare).

d) Mancanza di un ricambio regolare della leadership nei regimi autoritari. Il regime autoritario ha una
debolezza quando viene confrontato con il regime democratico: chi governa in genere finisce per stancare,
la reazione quasi fisiologica è di insoddisfazione. Il problema dei regimi autoritari è che cambiare il governo
implica un rovesciamento del governo e ciò può portare al crollo della leadership dei regimi autoritari. In
mancanza di un ricambio regolare della leadership può portare alla fine del regime autoritario. alcune
piccole eccezioni: (es in Brasile i militari alternavano al potere durante il periodo della dittatura nel 1964
due fazioni diverse: i nazionalisti e gli appartenenti al gruppo della sorbona, si tratta di un’alternanza
all’interno dello stesso regime militare, i gruppi di militari con posizioni politiche “diverse”, questo attenua
la mancanza di figure nuove nel governo; Cosa simile accadeva nel Partido Revolucionario Institutional in
Messico, si tratta di un partito unico a sistema autoritario. A partire dagli anni ’80, i candidati venivano
scelti dal partito, in modo da alternare un liberale e un conservatore, una sorta di apparenza di alternanza
al vertice, tra esponenti politici dello stesso partito, però con propensioni diverse). Non sapere rispondere
alle esigenze di un cambiamento politico rimane una grande debolezza, a parte per queste due eccezioni.

e) Un altro fattore che contribuisce alla crisi di legittimazione sono le crisi economiche e shock petroliferi
(1973-74 e 1978-79), che portano a insoddisfazione e risentimenti nei confronti di chi governa. Questo
stesso fenomeno si riproduce nei governi democratici. Infatti, sia negli Stati Uniti che in GB, che in Francia,
che in Germania, i partiti al potere durante questi shock petroliferi perdono tutti le elezioni e vengono
sostituiti.

f) Altra ragione di crisi sono le sconfitte militari. E’ il caso della Grecia con l’annessione dell’isola di Cipro da
parte dei tenenti colonnello, dell’ Argentina con l’invasione alle isole Maldivas/Falkland e c’è una crisi di
legittimità del regime, del Portogallo era impegnato nelle colonie africane (in Angola e Mozambico), il 50%
della spesa pubblica veniva dedicato allo sforzo bellico in queste due aree, contribuisce a determinare la
fine della dittatura militare.

g) Raggiungimento dello scopo. Giustificazione dell’intervento contro la democrazia è ristabilire l’ordine


pubblico. Apparato repressivo opprimente è più difficile da giustificare quando «l’ordine viene ristabilito».

LE REAZIONI
Una volta entrati in crisi i regimi autoritari possono reagire in maniera distinta:

o Ignorare la realtà -> il dittatore può scegliere di ignorare i segni che indicano che il regime autoritario sta
entrando in una grave crisi di legittimazione, che non è più popolare/molto seguito, che la popolazione si
sta ribellando al regime. Questo è più comune nelle dittature di tipo personale, dove i leader politici, figure
centrali di questo tipo di dettatura, sono più isolati dal resto del mondo. (Franchismo, perchè Franco
rappresentava il centro di potere in questo tipo di regime) es. Ceausescu, Bucarest 21 dicembre 1989 ->
ultimo discorso. Ceausescu cerca di tranquillizzare la popolazione; incominciano a sentirsi degli spari nella

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folla e varie espressioni di contraddizione al regime. Ceausescu è stupito è incapace di comprendere che
ormai la situazione è ingestibile.

o Repressione -> es. Grecia massacro del Politecnico di Atene 1973-> gli studenti si rinchiudono nel campus
e i militari intervengono/ Cina 1989 massacro in Piazza Tianamen-> proteste contro il regime comunista a
seguito del disgelo russo. In risposta a queste proteste, il partito comunista interviene con i carri armati per
sopprimere con la forza.

o Provocare un conflitto -> es. Argentina e Malvinas/Falklands-> militari occupano con la forza le isole,
provocando un’inevitabile reazione da parte della GB che spedisce un forza navale riuscendo a
riconquistarle.

o Creare una sembianza di regime democratico -> come indire delle elezioni per legittimarsi, con rischio di
perderle: le “elezioni sorprendenti”(es.; referendum per il rinnovo presidenziale di Pinochet 1988 cile). Gli
autoritarismi elettorali divengono comuni negli anni 90 e successivi. (es. Russia di Putin)

o Democratizzare -> es. Tunisia nel 2011; Primavera Araba N.B. La fine del regime autoritario non coincide
con la democratizzazione (Iran 1979→ da dittatura personale e teocrazia; Nicaragua 1979; liberalizzazioni in
Urss e Sudafrica→ falliscono).

CRESCITA ECONOMICA SENZA PRECEDENTI NEL 1970

Sembra che ci sia un rapporto fra ricchezza e democrazia e fra povertà e regimi autoritari. * Il livello di
sviluppo è un indice composto da tre fattori: un livello economico, il reddito pro-capite, fattore relativo
all’istruzione, ovvero la durata media della scolarizzazione, e un fattore relativo alla sanità, cioè l’aspettativa
di vita alla nascita. Sulla base di questi dati possiamo stabilire che la correlazione tra sviluppo umano e
democrazia è molto forte, aumentando il livello di sviluppo umano aumenta la percentuale dei regimi
democratici e diminuisce quella dei regimi autoritari.

- I paesi che hanno uno sviluppo umano più alto, che vanno cioè da 0,8 a 1 sono per l’81% democrazie e
per il 19% regimi autoritari. Fra i paesi ricchi prevale il regime politico democratico. - Paesi a livello di
sviluppo medio, da 0,6 a 0,8, sono per il 51% regimi democratici, il 2% sono regimi di difficile classificazione
e il 47% sono regimi autoritari. * se vediamo, infatti, i Paesi che hanno un basso livello di sviluppo umano,
cioè da 0 a 0,6, solo il 23% sono democrazie, il 16% sono regimi ambigui e il 61% sono regimi autoritari. C’è
un rapporto positivo, quindi, fra ricchezza e democrazia.

Livelli di sviluppo Democrazie Regimi ambigui Regimi autoritari


(HDI)
Paesi ad alto livello 51 (81%) 0 12 (19%)
di sviluppo HDI da
0,8 a 1
Paesi a medio 42 (51%) 2 (2%) 39 (47%)
livello di sviluppo
HDI da 0,6 a 0,8

Sviluppo socioeconomico, democrazia, democratizzazione:

o La teoria della modernizzazione (Lipset 1959). I paesi ricchi tendono ad essere democratici, quelli poveri
autoritari: industrializzazione e urbanizzazione favoriscono la nascita di un sistema sociale meno diseguale,

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specie di classi medie numerose, che a loro volta favoriscono la democrazia. Eccezioni→ paesi poveri e
democratici (India); paesi ricchi e autoritari (Arabia Saudita)

o La teoria della zona di transizione politica (Huntington 1991). Le transizioni democratiche tendono a
verificarsi nei paesi con livelli intermedi di sviluppo economico. L’ingresso in questa zona di sviluppo socio-
economico aumenta le chances di transizione politica. I paesi ricchi tendono a essere già democratici,
quindi non si possono democratizzare. I paesi poveri devono affrontare ostacoli a volte insormontabili:
povertà violenze politiche e etniche, sociali. (processo di democrat)

Sviluppo economico e transizioni democratiche (1974-1989): Huntington raccoglie i dati empirici per
dimostrare la sua teoria. Esistono circa 34 paesi con un reddito basso, con un PIL inferiore a 250 dollari.
Uno di questi paesi è democratico nel 1974, due paesi si democratizzano in questo periodo.

PNL pc 1976 $ Paesi Paesi Totale %paesi


democratici nel democratizzati- democratizzati/liberalizzati
1974 liberalizzati nel
1974-89
<250 1 2/33 34 6%
250-1000 3 11/38 41 29%
1000-3000 5 16/21 26 76%
>3000 18 2/5 23 40%
TOT 27 31/97 124 32%

Studio un po’ datato, vale ancora per i giorni nostri? Secondo i dati della word bank del 2019

Low income <1025; Lower middle income 1026-3995; upper middle income 3996-12055 (chiave per la
nostra ipotesi); High income >12055

Applicando queste categorie ai diversi paesi, vediamo che alcuni potrebbero essere prossimi alla
transizione per il loro livello di reddito. Es cina, cuba, libia. Tutti e tre appartengono alla upper middle, altri
paesi come egitto e ucraina non raggiungono questi livelli di reddito e quindi sono meno probabili alla
democratizzazione. La libia, nonostante la ricchezza, dimostra che le condizioni economiche non sono
l’unica causa di democratizzazione

Ricchezza e democrazia: le eccezioni

Paesi produttori di petrolio→ Arabia Saudita, Qatar, Iran ecc

Correlazione empirica, in nessuno dei paesi massimi produttori di petrolio esiste una democrazia, ad
eccezione dei paesi democratici i giacimenti sono stati scoperti sono successivi al consolidamento della
democrazia.

o La ricchezza derivante dalla materia prima finisce nelle mani dello stato. Non c’è industrializzazione e
diffusione della ricchezza a livello sociale o entrambe sono minori. Non esiste una classe imprenditoriale
indipendente o una classe media o operaia svincolate dallo stato. Il principale imprenditore e datore di
lavoro è lo stato.

o Lo sviluppo, anche industriale, va a vantaggio di cerchie ristrette che interagiscono con i partiti al potere.
La classe media e i lavoratori sono dipendenti dello stato (impiegati pubblici o lavorano per un privato
basato in realtà su rendite parassitarie legate alla politica). Di qui dipendenza culturale e economica dai
gestori del potere politico.

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o Lo stato provvede gratuitamente a tutti i servizi essenziali (scuola, salute, pensioni). Non c’è tassazione. La
popolazione ha meno incentivi per chiedere una ampia rappresentanza politica per soddisfare i propri
interessi. Alla richiesta politica: “no taxation without representation” si affianca la constatazione “no
representation without taxation”

o Aumenta la capacità repressiva dello Stato.

Lo sviluppo economico come fattore di democratizzazione

I meccanismi ( teoria, storia tra ricchezza e democrazia)

Più alto livello di istruzione

Più alto livello Cultura civica: Sostegno alla

di sviluppo economico Soddisfazione, competenza e fiducia democratizzazione

Classe operaia e media più ampia e organizzata

Soddisfazione esistenziale:

consapevolezza che i bisogni materiali più elementari (nutrirsi, vestirsi, avere una casa) sono soddisfatti. Si
ha tempo ed energia per occuparsi di cose meno urgenti, come la politica e il bene comune.

Competenza:

consapevolezza della propria efficacia, del fatto che è possibile modificare la realtà che ci circonda (frutto
anche di una maggiore istruzione).

Fiducia interpersonale:

consapevolezza che è possibile cooperare con gli altri per risolvere assieme alcuni problemi. Spinta alla
organizzazione: partiti, sindacati e associazioni varie.

IL CONCILIO VATICANO 2° (1962-65)


Riunione di tutti i vescovi cattolici del mondo per discutere argomenti riguardanti la vita della chiesa
cattolica.

o Rapporto privilegiato tra cristianesimo e democrazia. 1988→ su 46 paesi democratici, 39 cristiani. Pochi
paesi islamici, buddisti e confuciani. 2000→su 85 paesi democratici, 76 cristiani, pochi paesi islamici,
buddisti e confuciani.

o Questo rapporto privilegiato in realtà esisterebbe tra democrazia e protestantesimo. -il


cattolicesimo era considerato antitetico alla democrazia in Europa almeno fino alla 2GM e in america latina
sino anni 80.

Protestantesimo e Democrazia: la teoria

o Motivi dottrinali → coscienza individuale, accesso senza mediazioni alle scritture e rapporto diretto tra
credente e Dio. Nel cattolicesimo il prete funge da intermediario. Atteggiamento critico, attivo,
responsabile nella interpretazione delle scritture del protestantesimo. Atteggiamento passivo, subordinato,
inerte nel cattolicesimo.

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o Motivi organizzativi→ alla congregazione protestante corrisponde alla struttura gerarchica. Chiesa
cattolica come struttura autoritaria, il Papa e l’infallibilità. Di conseguenza prevale una cultura autoritaria.

o Tesi Weber → (L’etica protestante e lo spirito del capitalismo 1904-05) il protestantesimo incoraggia
l’impresa economica, lo sviluppo della borghesia, del capitalismo e della ricchezza economica. Tutti
elementi che facilitano la democrazia.

La terza ondata è stata un’ondata cattolica

o I e ¾ dei paesi che si democratizzano tra il 1974 d 1989 sono cattolici.

o Il vero motore del cambiamento politico è economico. Gli stati protestanti si sono sviluppati per
primi. Lo sviluppo dei paesi cattolici ha portato alla loro democratizzazione.

o Mutamenti all’interno della Chiesa→ fino agli anni 60 nella penisola iberica e in AL la chiesa è
alleata dai latifondisti e dei governi autoritari. Dagli anni 60 c’è un movimento diffuso di
rinnovamento dal basso (Brasile: comunità ecclesiali di base, Cile, Filippine, Polonia ecc)

o Concilio Vaticano II e Papa Giovanni XXIII:


- apertura ai poveri e oppressi; indipendenza delle strutture del potere politico; riaffermati i diritti
basilari della persona; azione collegiale dei vescovi; preti e laici.
- Confederazione episcopali Medellin (’68) e Puebla (’69)

o Tre fasi: accettazione dell’autoritarismo, ambivalenza e opposizione ai regimi non democratici.

Fase 1: Spagna 1939; America Latina (Brasile 1964, Argentina 1966 e 1976, Cile 1973).

Fase 2: Spagna e America Latina. Inizia


a svilupparsi la Teologia della liberazione, i preti operai, comunità di base: critica dei guasti
del capitalismo; necessità di aiutare i poveri; posizioni politiche a volte filo-marxiste (L. Boff;
G. Gutierrez; H. Camara, C. Torres).

Fase 3: Cile 1976; Spagna 1971, Argentina 1981.


Alcuni importanti uomini di chiesa che lottarono per la democrazia: Filippine 1979
(Cardinale Sin), San Salvador 1979 (Arcivescovo Romero), Corea del sud (Cardinale Kim),
Polonia (Giovanni Paolo II).

INFLUENZA DEGLI ATTORI INTERNAZIONALI

o Prima del 1830→ influenza è fondamentalmente antidemocratica

o 1830-1930→ ambiente neutrale→ la democratizzazione si afferma al passo dello sviluppo economico

o La 1GM consente la democratizzazione alcuni paesi europei non ancora sviluppati da punto vista
socioeconomico: es paesi nati dallo smembramento degli imperi continentali (stati Baltici, Ungheria,
eccezione Cecoslovacchia)

o La 2GM aiuta la democratizzazione di molti paesi, ma impedisce ad altri di democratizzarsi in Europa


dell’Est (Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia e Germania orientale)

o I processi di decolonizzazione consentono l’instaurazione democratica in molti paesi nei quali le


condizioni socioeconomiche sono ostili (Africa sub-Sahariana). Questi regimi soccombono velocemente
all’autoritarismo

Gli attori internazionali e la terza ondata


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o CE (1969-1994)- Unione Europea (1995-) -
Grecia 1981, Spagna e Portogallo (1986) -
Allargamento alla UE ai paesi dell’Europa centrale ed orientale
(2004) Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Lettonia, Lituania, Estonia. (2007)
iransosRomania e Bulgaria (2013)
Croazia Adesione
subordinata all’accettazione di clausole di democraticità -European
Neighbourhood Policy Framework (ENP) per promuovere la democrazia e migliorare le relazioni con i paesi
dell’Europa orientale e del bacino sud del Mediterraneo (2003)

o USA
-Prima 1973→ realismo politico, Nixon e Kissinger
-1973/1974→ rappr Donald Fraser. Non viene fornita assistenza a paesi responsabili di gravi violazioni dei
diritti umani. -1976-80 → Jimmy
Carter. Ruolo centrale dei diritti umani nella politica estera USA.
-1980-88 → Reagan. Nei primi anni la lotta ai regimi comunisti prende il sopravvento. Poi maggiore
impegno nella tutela democratica. -
1992-2000→ Bill Clinton. Maggiore attenzione ai temi della democrazia nel mondo -
1988-1992→ Bush senior e 2000-2008 Bush junior. Torna il realismo politico e la supremazia dei temi della
sicurezza nazionale soprattutto dopo 11/09/2001. -2008-
2016→ Obama. Ritorno a politiche di sostegno alla democratizzazione (Primavera araba, ma anche base di
Guantanamo) -2016-? Trump.
Isolazionismo economico e politico. Lotta contro la dittatura nordcoreana.

o URSS e Russia→ Gorbaciov; fine della dottrina Breznev. Favorisce liberalizzazione economica e politica.
Federazione russa. Eltsin e Putin, involuzione autoritaria.

o Vaticano→ Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, Francesco.

EFFETTO VALANGA O DIMOSTRATIVO


Si tratta dell’impatto del sistema internazionale sulle democratizzazioni, indipendentemente dall’impatto di
attori specifici. Effetto che ha a che vedere con lo scenario internazionale. E’ un effetto imitativo.
Il meccanismo: Se
un processo di democratizzazione riesce in un paese, tale successo stimola un processo analogo in altri
paesi, gli altri paesi lo vogliono imitare perché:

- possono essere simili i problemi da affrontare. Es. i diversi paesi dell’Europa centro-orientale (tutti
venivano dalla stessa esperienza sovietica).

- il successo induce a pensare che quella democrazia sia la soluzione giusta per qualsiasi problema.
Democrazia come rimedio universale. Idea che la democrazia porti all’aumento della ricchezza,
miglioramento delle proprie condizioni.

- il paese che si è democratizzato viene percepito come un modello politico e culturale. Es.
democratizzazione in Argentina, Uruguay e Cile, Portogallo e Spagna.

L’effetto valanga è stato importante nella 3° ondata, perché si diffondono i mezzi comunicazione di massa.
(televisioni satellitari, radio ad ondate corte..) In questo modo le immagini vengono trasmesse in maniera
più rapida nei diversi Paesi. Episodi recenti: Primavera Araba -> il ruolo dei telefonini, dei blog su internet
etc.. sono stati fondamentali per la diffusione di immagini e notizie relative a queste trasformazioni
democratiche, attivando questo processo di imitazione.

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LE MODALITA’ DELLE DEMOCRATIZZAZIONI

Quali sono i regimi autoritari da cui proviene una trasformazione democratica? Le prime democrazie o
semi-democrazie che tipo di regime autoritario erano? Prima ondata di democratizzazione: regimi autoritari
> monarchie assolute, colonie e imperi continentali. Seconda ondata di democratizzazione(inizia con la fine
della 2GM): regimi autoritari > fascismo, nazismo, regimi militari e colonie. I secondi sono già diversi dai
primi regimi autoritari, questo perché i regimi autoritari mutano nel tempo e nello spazio. E quali sono i
regimi autoritari caratteristici della Terza Ondata di Democratizzazione(quella più recente)? Samuel
Huntington classifica i REGIMI AUTORITARI(3^ONDATA) in:

1. PARTITO UNICO & REGIMI MILITARI

Sistemi a Partito Unico Regimi militari


ORIGINE Nascono in conseguenza di una Nascono dal “GOLPE” = colpo di
RIVOLUZIONE (domestica o stato che rovescia precedenti
importata). Profondo governi civili
sovvertimento politico,
economico e sociale.
CENTRO DEL POTERE Il potere è nelle mani del Il potere è nelle mani delle
PARTITO. GIUNTA MILITARE (formata dai
maggiori esponenti delle forze
armate es. esercito, marina… che
si uniscono a formare una specie
di direttorio).
ISTITUZIONALIZZAZIONE → un ALTA: tutto molto MEDIA: i militari governano
regime politico è istituzionalizzato, perché esiste attraverso decreti; con questi
istituzionalizzato quando è una costituzione, vengono non sono vincolati dalla presenza
fondato su leggi formali e rispettate le leggi etc di una costituzione o di leggi
prevedibili (le decisioni si formali e quindi
prendono seguendo leggi l’istituzionalizzazione non conta
formali - le regole contano più molto in questi casi
della persona che comanda)
IDEOLOGIA IMPORTANTE: Marxismo- Nazionalismo, anticomunismo.
leninismo; nazionalismo; (Nell’autoritarismo burocratico,
Kemalismo→ ideologia forma speciale di regime
filoccidentale per modernizzare il militare, dove i militari si
paese (primo presidente turco) interessano di ristabilire le basi
stesse della società, l’ideologia è
più importante)
CASI - Paesi Comunisti - - America latina (Argentina)
Cina - - Turchia -
Taiwan (Kuomintang, partito Corea del sud
nazionalista cinese) - Nigeria -
- Messico (PRI) - Indonesia
Turchia P. Popolare con Ataturk – Tailandia
Repubblicano

2. DITTATURE PERSONALI & REGIMI SULTANISTICI

Dittature personali Sultanismo → forma estrema di

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dittatura personale. Il sultano è il
sovrano assoluto nella cultura
araba.
ORIGINE Origine abbastanza vario: GOLPE, GOLPE, RIVOLUZIONE,
RIVOLUZIONE, AUTOGOLPE
AUTOGOLPE(personaggio eletto
democraticamente che assume
poteri autoritari) Es. Indhira
Gandhi, Primo Ministro indiano
‘75
CENTRO DEL POTERE Il potere risiede in una sola LEADER CARISMATICO,
persona(regime assolutista) FAMIGLIA, CLAN
LEADER CARISMATICO,
FAMIGLIA, CLAN
ISTITUZIONALIZZAZIONE BASSA (prevale la persona sulla BASSA. Nepotismo, clientelismo
legge) Nepotismo, clientelismo.
IDEOLOGIA (forma di pensiero POCO IMPORTANTE > il leader Nessuna. Può esserci
della società) supera quasi l’ideologia stessa. un’ideologia, ma la sostanza
(caproni) dell’autorità risiede proprio nella
discrezione assoluta del leader.
CASI - Portogallo (Salazar) - Ceausescu (Romania)
- Spagna→ Franco - Marcos (Filippine)
- India 75-77→ Gandhi - - Duvalier (Haiti) -
Cuba post 59→ Castro - Somoza (Nicaragua)
Iraq post 79→ Saddam Hussein - Scià Palhavi (Iran) -
Kim Jong-un (Corea Nord)

3. OLIGARCHIA RAZZIALE & TEOCRAZIA

Oligarchia razziale Teocrazia


ORIGINE DEMOCRAZIA RISTRETTA DI TIPO RIVOLUZIONE (Iran) oppure la
RAZZIALE (es. Africa: maggioranza conseguenza di un REGIME
bianca che gode dei diritti della POLITICO TRADIZIONALE (Arabia
democrazia, minoranza nera Saudita)
esclusa)
CENTRO DEL POTERE Il potere risiede nella MINORANZA AUTORITA’ RELIGIOSA
RAZZIALE
ISTITUZIONALIZZAZIONE ALTA (ingiusta, ma c’è, che ALTA/MEDIA (non esiste una
sancisce ad esempio l’Apartheid) costituzione, esiste es. un libro
sacro che dirige la vita politica)

IDEOLOGIA RAZZISMO (importante!) RELIGIONE (precetti religiosi, libri


sacri collegati a questi precetti)

CASI - Repubblica sudafricana fino 94 - Iran


Rhodesia fino 79 -Arabia saudita

4. REGIMI AUTORITARI DI TIPO ELETTORALE (oggi più diffusi)

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- Elezioni periodiche (no libertà di inofrmazione)
- Sistema multipartitico: esiste almeno un partito genuino di opposizione (novità in senso democratico)
- Le possibilità di vittoria dei partiti di opposizione sono manipolate (regime autoritario)

Egemonico Competitivo
ORIGINE CRISI DEL REGIME DEMOCRATICO CRISI DEL REGIME DEMOCRATICO
(Apertura parziale del regime (Apertura parziale del regime
autoritario) autoritario)
CENTRO DEL POTERE PARTITO EGEMONE, vince con PARTITO PRINCIPALE che vince
maggioranza schiacciante sempre le elezioni con un
margine di rischio minimo
ISTITUZIONALIZZAZIONE MEDIA MEDIA
IDEOLOGIA NAZIONALISMO NAZIONALISMO
CASI - Fed. Russa (Putin-Medvedev 2004- - Fed. Russa (Putin 2000-2004;
12) - 2012-18)
Singapore -
Egitto (Mubarak 81-11)
- Tunisia (Ben Alì 87-11)

GLI ATTORI NEI PROCESSI DI DEMOCRATIZZAZIONE

Gli attori che partecipano al processo di democratizzazione sono distinti tra quelli che appartengono al
regime autoritario e quelli che appartengono all’opposizione.

Nel CAMPO AUTORITARIO troviamo: Nel CAMPO DELL’OPPOSIZIONE troviamo:


- Riformatori = liberalizzatori (responsabili di - Moderati o Democratici = chiedono
un’apertura solo parziale al regime autoritario al fine trasformazione moderata (es.riforme)
di porre fine alla repressione, alla censura e democratica.
riportano in vigore alcune libertà civili. Crea forma
più stabile del regime autoritario senza alternarne la - Radicali = vogliono sostituire il regime
natura) e democratizzatori (colui che trasforma il autoritario con un altro regime autoritario
regime autoritario in democratico non parziale). diverso
- Conservatori intransigenti = vogliono mantenere lo
status quo.(situazione di partenza)

INTERAZIONE DEGLI ATTORI NEI PROCESSI DI DEMOCRATIZZAZIONE

Come si comportano e con chi si alleano? Focalizzandosi sull’interazione strategica degli attori nei processi
di democratizzazione, possiamo capire la trasformazione del regime. Il potere relativo degli attori
determina le caratteristiche del regime.

Tre modalità di democratizzazione: (Huntington)


• Trasformazione (es. Spagna) + diffusa
• Sostituzione (es. Germania Orientale) - diffusa •
Transostituzione (es. Sudafrica)

Modalità della Campo autoritario Relazioni di Campo Esempi


democratizzazione (chi ha in mano la forza democratico
situazione)
a) Trasformazione Gruppi di maggior Governo di Moderati/Radicali Spagna
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dall’alto potere: Conservatori forza/
intransigenti/ opposizione
riformatori più forti
dei conservatori
b)Transostituzione: CI/ riformatori Governo / Moderati/Radicali Sudafrica
accordo tra le parti opposizione
c) Sostituzione: CI/ riformatori Governo / Moderati/Radicali Germania orientale
rovesciamento dal opposizione
basso
Attori forti: controllano il processo di transizione

TRASFORMAZIONE

- Cambiamento democratico dall’alto


- Si applica a dei regimi politicamente stabili ed economicamente floridi, sono regimi autoritari che non
sono scossi da gravi crisi economiche e/o politiche.
Tre esempi parzialmente diversi di trasformazioni:

o SPAGNA (terza ondata di democratizzazione)


In Spagna il processo di democratizzazione avviene tra il ’76 e il ’78 attraverso riforme relativamente veloci
che vengono attivate in sequenza, cioè un passo alla volta per minimizzare il malcontento soprattutto
dell’opposizione militare dopo la morte del dittatore Franco. Dopo decenni di dittatura franchista, infatti, in
poco più di due anni il regime si trasforma in una vera e propria democrazia.
Fatti principali che caratterizzano la trasformazione politica spagnola:
- 1936-1939: viene combattuta una terribile guerra civile, vinta dalle forze di Franco contro gli esponenti
della Repubblica; una delle guerre più cruente che lasciò tanto odio e risentimento. -
1975 muore Franco: inizio della trasformazione politica del paese. -
Luglio 1976: il re nomina come primo ministro Adolfo Suarez -> esponente del primo governo post
franchista, ma si rivela un democratizzatore convinto: ha idee nuove, vuole cambiare la società.
- Dicembre 1976: Adolfo Suarez fa approvare una riforma politica che prevedeva la legalizzazione del
partito comunista che apre il paese alla transizione democratica, nonostante i partiti politici democratici,
non ancora rappresentati in questo ultimo Parlamento, e i militari, eredi della dittatura franchista, si
opponessero a questa nomina, in quanto non d’accordo con l’idea di una transizione alla democrazia che
ammettesse una legalizzazione del partito comunista dopo la morte del dittatore e la scelta di non
convocare subito elezioni libere e democratiche.
Ma la legge viene comunque approvata: il popolo spagnolo, attraverso referendum, vota per l’approvazione
di questa riforma politica.
- Aprile 1977: viene legalizzato il partito comunista, anche se i conservatori sono contrari (hanno
combattuto una guerra contro i comunisti, non vogliono tornare al passato).
- Giugno 1977: prime elezioni democratiche: tutti i partiti possono partecipare, anche il partito comunista.
Elezioni vinte dal partito centrista di Adolfo Suarez. Nuovo Parlamento, nuova Costituzione.
- Marzo 1979: nuove elezioni politiche per il primo vero e proprio Parlamento democratico.

o BRASILE
In Brasile la trasformazione da regime autoritario a democrazia viene iniziata e condotta da esponenti del
regime autoritario militare. La riforma è molto più lunga del caso spagnolo con frequenti interruzioni e

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passi indietro.
- 1964: i Militari prendono il potere, divisi in due fazioni: i sorbona e i nazionalisti(i falchi) Gli esponenti
dell’ala più moderata erano Geisel e Figueiredo.
- Novembre 1974: liberalizzazione del regime attraverso una serie di elezioni solo parzialmente libere; a
queste elezioni vengono ammessi solo due partiti: partito Arena (appoggiato dai militari conservatori) e il
partito democratico brasileiro (appoggiato da tutta una serie di partiti che erano democratici prima del
golpe del ’64). Grande successo dell’opposizione democratica che vince le elezioni, raddoppiando così i suoi
seggi alla Camera e triplicandoli al Senato. Brusca frenata dei militari preoccupati di questa vittoria
democratica e le elezioni vengono sospese e reintrodotte molto più tardi.
- 1985: prime vere elezioni libere. Ulysses Guimaraes: politico brasiliano e presidente della Camera dei
Deputati. Combatte per instaurare la democrazia nel paese→ 1988 prima costituzione brasiliana.

o UNGHERIA
La trasformazione dell’Ungheria avviene all’interno del partito comunista.
Primo passo: i conservatori intransigenti vengono messi da parte > il vecchio leader stalinista conservatore
Kadar viene sostituito da Grosz, un riformatore all’interno del partito comunista, il quale a sua volta lascerà
il posto a Nyers, un vero e proprio democratizzatore.
Opera di cambiamento profondo all’interno del partito comunista, gestita inizialmente dal partito
comunista e solo dopo alcune riforme politiche avrà contatti con l’opposizione democratica.

QUAL E’ IL PROCESSO ATTRAVERSO CUI LA TRASFORMAZIONE SVILUPPA I PROPRI EFFETTI?

1. Prima fase: all’interno del regime autoritario emergono dei riformatori: ci deve essere per forza una
rottura politica all’interno del regime autoritario affinché vi sia uno spiraglio di apertura. Se non emergono
dei riformatori, la trasformazione è impossibile. Come e perché emergono i riformatori?
Problemi di legittimazione: problemi economici intrattabili, crisi economiche alle quali i militari non
sanno rispondere, guerre perse, mancanza di ricambio di leadership, raggiungimento dei fini che hanno
motivato l’installazione autoritaria, diffusione di ideali democratici.
Errore di valutazione > le “sorprese elettorali”
India- Indira Gandhi assume pieni poteri e trasforma il paese in autoritario. Quando si ripresenta alle
elezioni per trasformare il paese in una democrazia, il Partito del Congresso perde per la prima volta.
Cile- Pinochet si presenta al referendum chiedendo l’estensione del mandato ad altri 8 anni convinto di
essere sostenuto dai cileni. Trova opposizione.
 Scelta strumentale: la democrazia (o l’apparenza di un regime democratico) può essere usata come
risorsa di legittimazione internazionale per evitare sanzioni o avere accesso a nuove risorse e finanziamenti.
- convinzione democratica

2. Seconda fase: i riformatori si impongono:


In pochi casi i leader che avevano introdotto il regime autoritario presiedono il ritorno alla democrazia.
(s. India, Cile)
Il controllo sui conservatori è acquisito attraverso:
1. morte del leader fondatore (Franco, Chiang Kai-shek, Breznev)
2. rotazione leadership (Brasile e Messico)
3. rovesciamento o cambio governo autoritario (Nigeria, Bulgaria)

3.Terza fase: I riformatori liberalizzatori falliscono:


La “liberalizzazione” → riforma parziale tesa a creare una versione più dolce dell’autoritarismo(ma anche

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più sicura e stabile). Alcune misure tipiche: alleviare repressione, reintrodurre alcune libertà civili e
politiche, ridurre la censura, consentire un dibattito pubblico più ampio.

Liberalizzatori: Spagna (Arias Navarro); Cina (Zhao Ziyang); Sudafrica (P. W. Botha); URSS (Gorbaciov).

4. Quarta fase: I conservatori intransigenti vengono sottomessi:


I dittatori dell’ “apertura” cambiano posizione e aprono il sistema politico verso posizioni più
democratiche. (Geisel, Juan Carlos I, Gorbaciov)
I leder autoritari vengono indeboliti e quindi vengono sostituiti in modo selettivo: sostituzioni selettive
dei conservatori intransigenti per evitare di spaccare i conservatori con persone più affini al nuovo progetto
politico.
I leader autoritari sono rassicurati per stabilire continuità con il passato. Es. strategia spagnola che
reintroduce la monarchia e rassicura i conservatori. Il nuovo ordine è legittimato in quanto prodotto del
vecchio e il vecchio ordine è legittimato in quanto generatore del nuovo.

5. Quinta fase: Cooptazione dell’opposizione: apertura ai partiti di opposizione democratica e coinvolgerlo


nel progetto.
- Spagna: legittima partito comunista nel 1976
- Ungheria: negoziati tra il PC riformato e tavola rotonda con i partiti di opposizione.
- Brasile: propone contratti informati tra il governo militare e il Partito Brasileiro

SOSTITUZIONE

Tra il 1974-1990 secondo Huntington ci sono state solo sei sostituzioni su 35 democratizzazioni, 3 in origine
erano dittature personali: portotogallo, filippine e romania.

- Cambiamento democratico dal basso (abbastanza raro)


- apharPoche le sostituzioni tra regimi militari e monopartitici, perché il potere è concentrato nelle mani i
una o poche persone, quindi è poi difficile che emergano riformatori, mentre sono più frequenti tra le
dittature personali, perché la dittatura è più lunga, i dittatori rimangono al potere per molto tempo, fino
alla morte, e questo fa sollevare il popolo che non ne può più-> sollevazione popolare. Es. Brasile Es. Caduta
del muro di Berlino, la gente comune riesce ad imporsi e a porre fine al regime, facendo crollare la
repubblica democratica tedesca.

CAUSE:

1. ASSENZA DI RIFORMATORI NEL GOVERNO Es. Argentina e Grecia: leader riformatori sostituiti dai falchi
Portogallo: Gaetano ritorna sui suoi passi; Romania, Filippine e Germania orientale: pochi anche i
liberalizzatori.
2. GUERRA PERSA che aumenta l’insoddisfazione pubblica Es. Grecia – massacro al Politecnico di Atena
compiuto dagli studenti
3. INSURREZIONI ARMATE ES. Portogallo – Rivoluzione dei Garofani originata dalle guerre in Angola e
Mozambico condotte per libertà nazionale. Le rivolte mobilitano le risorse del Portogallo che deve
affrontare un grosso sforzo bellico, crisi economica e sociale, salari bassi a causa della mancanza di fondi
pubblici.
4. POLITICHE ECONOMICHE DISASTROSE Es. Romania
5. MODELLI IMPOSSIBILI DA IMITARE Es. Germania Orientale L’insoddisfazione popolare è impossibile da
sostenere, è diffusa ma la natura repressiva del sistema fa in modo che si manifesti solo quando un evento
drammatico funge da catalizzatore (manifestazioni di massa).

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ATTORI E FORME DI SOSTITUZIONE:
Chi protesta?  studenti, intellettuali, sindacati, lavoratori (chi protesta più spesso e in maniera deisa)
classe media, chiesa cattolica, borghesia: vuol dire che il regime militare sta perdendo le proprie basi di
appoggio. La repressione violenta è meno probabile se le proteste coinvolgono gruppi sociali determinanti
per la sopravvivenza del regime autoritario, sarebbe controproducente. La repressione violenta contro
gruppi non determinanti (es. studenti). Tempi del collasso autoritario? I tempi del collasso autoritario
possono essere molto brevi: 1 giorno (Portogallo), più lnjni (Argentina) oppure sorte drammatica dei leader
rovesciati.
DOPO LA CADUTA
Dopo la tanta attesa e voluta caduta del leader, l’opposizione, unita da desiderio di porre fine al regime
autoritario, spesso si divide. Se il governo autoritario è rimasto al potere per poco, la democrazia si
ristabilisce in tempi brevi e tornano partiti che godono ancora di ampia legittimità (Argentina, Grecia,
Filippine). Se il governo autoritario, invece, è durato più a lungo, si scatenano lotte il cui esito dipende dal
peso relativo delle forze in gioco. (Nicaragua, Iran, Portogallo, Romania).

TRANSOSTITUZIONE

Ci sono state 11 transostituzioni su 35 democratizzazioni. Casi principali: in sudafrica le rivolte delle


township del 1985 consacrano il fallimento delle riforme di Botha. Philip delclerck nel 1989 apre le trattive
con Nelson Mandela, ancora imprigionato per giungere a una transazione concordata. In Polonia gli scipoeri
del 1980 sono repressi con l’aiuto del URSS che applica la dottrina breznev, nel 1988 tuttavia non interviene
a reprime i nuovi tumulti.

Le fasi:
- Stallo tra i campi contrapposti: liberalizzazione del governo, opposizione cerca di rafforzarsi, il governo
reagisce per contenere le mosse dell’opposizione. Entrambe le parti si rendono conto della situazione di
stallo ed iniziano le trattative. Cicli di proteste e repressione.
- I casi: Sud Africa, Polonia, Uruguay
- Cambi al vertice: in alcuni casi le trattative sono precedute da cambi al vertice (Corea del Sud,
Cecoslovacchia)
- Opposizione spesso divisa: Corea del Sud, Sud Africa. Eccezione: Polonia.
- Le parti devono legittimarsi reciprocamente: non punibilità dei leader autoritari o altre forme di garanzia
in cambio della scarcerazione dei leader democratici altri vantaggi (Sud Africa, Polonia, Cecoslovacchia)

I PROBLEMI DELLA DEMOCRATIZZAZIONE


La transizione e il consolidamento democratico

1- Problemi della transizione:

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 Varo nuovo sistema costituzionale ed elettorale. (nei precedenti regimi autoritari non esistono o
non sono pienamente democratiche)
 Modifica o annullamento leggi in contrasto con l’ordinamento democratico. (leggi raziali del
nazismo e fascismo)
 Abolizione o riconversione delle agenzie autoritarie come la polizia segreta.
 Estromissione appartenenti al vecchio regime e loro sostituzione con personalità democratiche.

Ma soprattutto:
Il trattamento da riservare a coloro che avevano violato i diritti umani nella fase autoritaria
(«Dilemma del torturatore»).
Un minore coinvolgimento dei militari nella fase democratica («Problema dei Pretoriani»).

2- Problemi contestuali (comuni alla fase autoritaria e democratica):

Precedono e seguono la transizione, problemi radicati nella storia, cultura e geografia del paese.
Esistono indipendentemente dal regime politico

Povertà, inflazione, diseguaglianza, debito estero.


Insurrezioni armate e conflitti tra comunità.

3- Problemi sistemici (tipici solo della fase democratica):

Situazioni di stallo, incapacità di raggiungere decisioni.


Suscettibilità alla demagogia, alla popolarità mediatica.

I problemi più gravi della democratizzazione riguardano il dilemma del torturatore e il problema dei
pretoriani. Il dilemma dei nuovi regimi democratici è se punire o perdonare i crimini commessi dai regimi
autoritari

Il dilemma del torturatore

Punire Perdonare/Dimenticare
1- È un dovere etico-morale. 1- C’è la necessità di promuovere la
2- È importante nei confronti delle vittime e riconciliazione. Impedisce nuove vendette.
delle famiglie. 2- C’è paura di possibili ritorsioni dei militari, di
3- La democrazia è governo della legge (la legge nuovi golpe.
deve essere uguale per tutti). 3- Il consolidamento democratico deve avere la
4- Funge da deterrente per azioni future. precedenza (concezione pragmatica).
5- Esiste un dovere della memoria e della verità 4- La responsabilità per i crimini è ampia. Abituarsi
anche se non c’è punizione. a un sistema autoritario significa aiutarlo a
perpetuarsi.
5- Le violazioni ai diritti umani, in alcuni casi, sono
state commesse anche dall’opposizione al regime
autoritario

Perché prevale l’opzione: perdonare, dimenticare?

L’opzione che prevale è quella di perdonare e in alcuni casi di dimenticare.

1- La maggior parte delle transizioni sono state trasformazioni. Nelle trasformazioni i leader autoritari
sono in posizione di forza e possono imporre un’amnistia. Amnistie dei militari a proprio favore: Cile 1989
(Presidente Patricio Aylwin).

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2- Nelle sostituzioni la situazione (transizione controllate da membri dell’opposizione controllata) è
diversa. I leader autoritari sono più deboli.

Argentina 1983 (Gen. Bignone)


Grecia 1975: 18 alti ufficiali a processo. Tutti sono condannati per alto tradimento.
Argentina (1983-90): 16 alti ufficiali sono processati e solo 10 condannati durante la prima fase dei processi,
che dura 7 anni.

Successo greco:

accusa di alto tradimento per aver rovesciato la democrazia, accusa facile da provare basta provare la
partecipazione degli ufficiali al golpe

 Violazioni dei diritti umani erano meno estese.


 Il regime autoritario era guidato da colonnelli, cui si erano opposti gli ufficiali più anziani e superiori.
 Karamanlis si muove velocemente; le accuse (alto tradimento) sono limitate agli ufficiali più in vista
del regime e presentate in tribunali civili.
 La “coda” del 1990. Governo conservatore annuncia Perdono di 7 degli 8 membri della giunta
ancora in prigione. Il presidente della repubblica si rifiuta di firmare il decreto e cambia idea

Successo solo parziale argentino:

Più difficile da provare la partecipazione degli omicidi di oppositore al governo l’accusa di averli torturati

 Violazioni dei diritti umani erano più estese.


 Accuse rivolte a molti militari, di fronte a tribunali militari.
 Malcontento militare 12/86: “Ley de punto final” .
 Ribellione di Pasqua 1987: “Ley de obediencia debida”
1989: Menem amnistia tutti i prigionieri, salvo i 5 membri più noti della Giunta.
 1990 Menem grazia gli ultimi 5 prigionieri
Nel 2005, tuttavia, le due leggi di Alfonsín sono dichiarate incostituzionali. I processi sono riaperti e
il Gen. Videla torna in carcere (2008) e muore in prigionia (2013).

3- Nelle transostituzioni i termini dell’amnistia sono espliciti

 Uruguay e l’accordo del club navale (agosto 1984): solo i cittadini possono portare in giudizio i

militari. 38 processi contro 150 ufficiali. Amnistia di Sanguinetti ferma i processi (22 dicembre
1985). Referendum aprile 1989. Sconfitta di misura: 53% dei partecipanti vota a favore del
mantenimento dell’amnistia. 2011 il parlamento decide l’abrogazione dell’amnistia.
 Europa centro-orientale: prevale l’opzione perdonare e dimenticare. Ma a partire dal 2000 in
Polonia, Bulgaria e Paesi Baltici, approvate leggi di ‘lustrazione’.

4- La richiesta di verità:

Commissione Sábato in Argentina: ‘Nunca Más’.


Commissioni anche in Brasile, Cile, Uruguay.

Commissione ‘Truth and Reconciliation’ in Sudafrica.

Il problema dei Pretoriani nelle nuove democrazie che sorgono da:

Problemi dei militari e del loro rapporto con la trasformazione democratica.

Regimi a partito unico Dittature militari Regimi militari o

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rovesciate o dittature dittature personali
personali politicizzate dissolte
volontariamente
Problema Separare i militari dal Politicizzazione ufficiai di Prerogative “anomale”
partito rango baso o medio nei susseguenti regimi
Perdita di potere e status democratici
Risultati Perlopiù positivo Golpe tentato o realizzato Buono nel medio-lungo
periodo
Casi Europa centro-orientale Golpe riuscito: Nigeria Portogallo, Turchia, Cile,
Eccezioni: Polonia, URSS 1984, Sudan 1989, Egitto Birmania
2013
Golpe tentati: Grecia(7),
Filippine (7), Argentina
(5), Spagna (3)

Perché pochi golpe?

1- Gli autori sono spesso ufficiali di grado intermedio che non godono dell’appoggio dei loro superiori

2- Manca l’appoggio di una consistente base sociale e il riconoscimento internazionale.

3- Lo sviluppo socioeconomico è alto: potere limitato dei proprietari terrieri e degli estrattori di
materie prime.

4- I tentati golpe sono usati come strumenti di pressione politica.

5- Le prerogative anomale riducono gli incentivi a ribellarsi alle democrazie (perché gli interessi dei
militari vengono tutelati anche in democrazia):

 clausole costituzionali: Cile e Portogallo. (vogliono garantirsi implicitamente la possibilità di


intervenire anche contro regimi eletti)
 Limiti alla sovranità del governo democratico: Cile e Turchia (leggi approvate dai militari non
possono essere cambiate).
 Istituzioni particolari: Consiglio della Rivoluzione (Portogallo); Consiglio Nazionale per la Sicurezza
(Turchia).
 Incarichi dei militari nei governi democratici: come Ministri (Brasile); Capi di stato (Turchia e
Portogallo); capi delle FF.AA. (Cile).
 Misure che garantiscono l’autonomia delle FF.AA: (Brasile e Cile).

6- Tali prerogative tendono a sparire col tempo.

Le politiche dei nuovi governi democratici. Come si supera la politicizzazione delle Forze Armate (indurle al
rispetto della democrazia)?

1- Promuovendo la professionalità:

Indottrinamento a favore della democrazia

Formazione tecnica dei militari.


Pensionamento degli ufficiali antidemocratici.
Promozioni basate sulla meritocrazia.

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2- Chiarendo la missione:

Ristabilire i compiti di difesa nazionale.


Togliere i privilegi economici: Argentina.
Credibili minacce esterne possono aiutare: Grecia, Turchia.
Allontanamento delle unità militari dalle città e loro ridimensionamento: Argentina e Portogallo.

3- Intervenendo nella leadership e organizzazione delle FF.AA.:

Sostituzione dei vertici con militari favorevoli alla democrazia.


Ministero della difesa affidato a civili.
Scelta oculata del Capo di stato maggiore.

4- Intervenendo sulle dimensioni e l’equipaggiamento:

Ridurre le dimensioni delle FF.AA. e il budget.


Rinnovare l’equipaggiamento.

5- Intervenendo sullo status:

Aspetti materiali e simbolici.

Problemi contestuali della democratizzazione, che esistevano prima e sono difficili da risolvere

1) Guerriglie interne: Colombia, Perù.

2) Conflitti etnici e fra comunità (guerriglie escluse): India, Ucraina.

3) Povertà estrema: India, Sudan.

4) Grave diseguaglianza economica: Brasile, Guatemala.

5) Inflazione cronica: Argentina, Brasile.

6) Forte indebitamento estero: Argentina, Nigeria.

7) Terrorismo (guerriglie esclusa): Spagna e Turchia.

Problemi sistemici della democrazia (come forma di governo)

1- Emergono i problemi sistemici della democrazia:

 lentezza nel decidere e insoddisfazione per le decisioni raggiunte;


 propensione a valorizzare l’immagine sulla competenza/contenuti;
 corruzione;
 prevalenza di interessi ristretti.

2- Negli anni successivi al primo governo democratico si verificano spesso:

 una frammentazione delle coalizioni al potere durante la transizione;


 un’accresciuta consapevolezza che la democrazia di per sé non risolve i maggiori problemi sociali ed
economici del paese;
 una maggiore percezione dell’arroganza, incompetenza e corruzione dei leader politici.
 la moltiplicazione di scioperi, manifestazioni politiche e conflitti sociali, in precedenza repressi con
la forza dal regime autoritario. Tutto ciò crea un senso di disordine e disagio sociale.

La nostalgia autoritaria

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1- Emerge nei paesi dove il regime autoritario aveva conseguito buoni risultati economici e la
transizione è stata guidata dall’alto.

2- Si fonda spesso su un ricordo idealizzato del passato.

3- esempi: Spagna 1979-84; Portogallo 1978.

4- Il caso russo (2000). Il 54% dei cittadini dichiara di preferire il vecchio sistema politico al nuovo, ma
non appoggia l’ipotesi di una sua restaurazione.

5- L’esistenza di una “nostalgia autoritaria” non si traduce di regola in un cambiamento di regime.

Come si manifesta la delusione democratica?

1- può provocare una diminuzione della partecipazione elettorale.

2- può provocare una reazione contraria alle forze politiche al potere. Es.: Spagna e partiti di sinistra
al potere nel 1982 al posto della UCD.

3- può provocare una risposta anti-istituzionale, premiando un outsider. Es.: Fujimori (Peru), Menem
(Argentina), Chávez (Venezuela).

4- può provocare una risposta antidemocratica: Peru (Sendero Luminoso) e Colombia (FARC).

Misure del consolidamento:

1- Test del doppio ricambio: una democrazia si può considerare consolidata quando il partito che
vince le prime elezioni della transizione viene sconfitto in una successiva tornata elettorale e sostituito da
una formazione alternativa, e quest’ultima cede a propria volta il potere in modo pacifico ai vincitori di
un’ulteriore elezione.

Es: Spagna: 1982 (primo ricambio: da UCD a PSOE) e 1996 (secondo ricambio: da PSOE a PP). Dunque il
1996 coincide con il consolidamento della nuova democrazia spagnola).

2- L’emergere di una cultura politica democratica

I cittadini devono saper distinguere tra legittimità basata sui risultati ottenuti e legittimità del processo
politico democratico:

Il caso spagnolo 1978-1984

La democrazia è in grado di La democrazia è il migliore


risolvere i problemi del paese? sistema politico per il paese?

Percentuale che si ritiene Percentuale che si ritiene


d’accordo d’accordo
1978 69% 77%
1980 Minoranza 69%
1981 minoranza 81%
1983 60% 85%

La democrazia non sempre risolve i problemi meglio di un regime autoritario, ma è meno soggetta a crisi e
crolli. 1982 è cambiato il governo dei socialisti, ritorna la fiducia.

3- Una caratteristica sorprendente della terza ondata è che in nessun paese si sviluppa un movimento
di larga scala che si ponga esplicitamente come alternativa autoritaria.
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4- Come nasce la cultura politica democratica?

Nei paesi della terza ondata il sostegno diffuso nei confronti della democrazia è immediato. In precedenza
(seconda ondata) invece era emerso lentamente.

 Germania (e Giappone):
Nel 1950 alla domanda su quale fosse stato nel passato il periodo migliore per la Germania:
il 45% rispondeva: prima del 1914; il 42%: il nazismo; il 7%: la repubblica federale.
Nel 1959, alla stessa domanda il gradimento per la repubblica federale saliva al 42% e, nel 1970,
all’81%. Nel 1953, alla domanda su quale fosse la migliore forma di governo per la Germania: il 53%
rispondeva la democrazia e, nel 1972, la percentuale sale al 90%
 In Spagna (ultima democratizzazione):
il consenso in favore della democrazia è vasto e immediato subito dopo la transizione.

LE PROSPETTIVE DELLA DEMOCRATIZZAZIONE


Terza ondata di riflusso?

Ogni ondata è stata seguita da un’ondata di riflusso, è possibile dunque una nuova ondata di riflusso? I dati
empirici ci dicono che un’ondata di riflusso potrebbe essere alle porte.

1. I passaggi dalla democrazia a un regime autoritario sono in genere il frutto delle azioni di coloro che
detengono il potere (politico o militare) nel precedente governo democratico e quasi mai il risultato
di elezioni o rivolte popolari.
Eccezioni:
-Germania e Italia: movimenti antidemocratici con forte sostegno popolare.
-Spagna 1936 e Libano 1975: guerre civili.
La maggior parte dei collassi democratici è causata da golpe militari o da governanti, eletti in
precedenza, che assumono i pieni poteri.

2. Nelle due prime ondate di riflusso la democrazia è sostituita da nuove forme di autoritarismo:
-Nella prima ondata: Fascismo.
-Nella seconda ondata: Autoritarismo burocratico

3. Cause possibili di una terza ondata di cultura :


-Fallimento sistematico delle democrazie: incapacità di offrire prosperità, giustizia, ordine e
sicurezza.
-Crisi economica internazionale (come quella del 1929).
-Passaggio all’autoritarismo di una grande potenza (es. Russia) che innesca un effetto valanga in
altri paesi.
-Passaggio all’autoritarismo di molte nuove democrazie. (come effetto decolonizzazione dell’africa)
-Potenziamento di uno stato non democratico che cerca di espandersi oltre i suoi confini.

4. Nuove potenziali forme di autoritarismo


-Autoritarismo elettorale: Russia; Bielorussia; Egitto; Turchia, Venezuela. Elezioni periodiche,
sistema multipartitico genuino, impossibilità di vincere dell’opposizione.

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-Fondamentalismo religioso: Iran, Arabia Saudita (Teocrazia). Califfato islamico ISIS; Stati uniti
(movimento Theocon); Israele (Haredim); India (Fondamentalismo Indù).
USA: John Neuhaus, cattolico; Jerry Falwell, evangelico e predicatore televisivo.
ISRAELE: Haredim con il partito Shas (7 membri nella Knesset e presenti nel Governo Nethanjahu).
INDIA: partito Baratyja Janata Party
-Dittature su base etnica: Sri Lanka
-Dittatura tecno-elettronica? Manipolazione dei media, dell’informazione e di dati riservati.
-Dittature populiste
America del sud: Venezuela
Nei paesi occidentali progressivo svuotamento delle democrazie consolidate, con il pericolo
di derive autoritarie. Negli Stati uniti elezione di Trump alla presidenza.
In Europa comparsa di partiti antidemocratici e populisti, specie di destra.
Recentemente, partiti populisti di destra (e sinistra) hanno vinto voti e seggi parlamentari in
Italia, Francia, Olanda, Germania, Austria e Spagna. Sebbene spesso esclusi dal governo, il
loro successo nelle elezioni ha contribuito ad indebolire i partiti tradizionali, sia di destra
che di sinistra.
Emmanuel Macron ha vinto facilmente le presidenziali in Francia, ma in Germania e Olanda
la formazione del governo è stata molto complessa.

Populismo

Ideologia e una forma di governo antidemocratica, alcuni elementi caratterizzanti:

1- il popolo viene presentato come attore sociale omogeneo, con una unica volontà politica, e lotta contro
una casta corrotta, parassitaria e lontana dalle aspirazioni della gente.

2-il popolo si identifica immediatamente in un leader, mostrando insofferenza per le forme di mediazione
tipiche della democrazia rappresentativa:

per il parlamento e il parlamentarismo (lungaggini, vocazione al dialogo e al compromesso);


per i partiti politici (autoreferenziali, lontani dagli interessi e dai problemi della gente).

3-rifiuto delle mediazioni significa ostilità nei confronti dei contropoteri che in una democrazia
costituzionale limitano e bilanciano il potere della maggioranza parlamentare:

La magistratura, la stampa, le autorità indipendenti non elettive (come le banche centrali), le leggi
non modificabili direttamente per maggioranza semplice.

4- il populismo incoraggia la tendenza alla semplificazione del messaggio, dal punto di vista del contenuto e
del linguaggio (come il linguaggio della pubblicità televisiva).

5-CRITICA: il popolo come soggetto collettivo non esiste. Nel mondo reale esistono individui e gruppi
portatori di interessi e visioni del mondo diverse e potenzialmente conflittuali.

Per risolvere questi conflitti è necessario creare istituzioni/regole che favoriscono il dialogo e il
compromesso e che permettono ad una maggioranza di decidere in nome e per conto di tutti.

Concezione fondamentalista della democrazia: il popolo non sbaglia mai e deve avere l’ultima parola su
tutto. Esempi di partiti populisti in Europa sono molti

I. Ostacoli culturali

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 La democrazia è un costrutto esclusivamente occidentale?
La democrazia si è sviluppata nel secolo XIX nel nord Europa e nelle colonie abitate perlopiù da
persone provenienti da questa zona.
Fuori dall’area nord-atlantica la democrazia si afferma nelle ex-colonie britanniche e nelle ex-
colonie spagnole dell’America latina.
I 29 paesi democratici nel 1973: 20 paesi europei o a maggioranza di popolazione di origine
europea, tra cui alcuni paesi dell’America latina; 8 ex colonie britanniche e il Giappone.
I 66 paesi democratici nel 2006: 28 paesi europei occidentali e anglofoni, 11 europei orientali o ex
URSS, 17 dell’America latina. 10 sono i paesi non occidentali. (Tra cui Giappone, Taiwan, Corea del
sud, Mongolia, Turchia e alcune ex-colonie in Africa sub-sahariana e nelle isole del Pacifico).
La frontiera tra “cristianità occidentale” e “cristianità orientale” esistente in Europa nel 1500
segnerebbe oggi il confine tra sviluppo più o meno facile della democrazia nella regione.
Ma questa tesi (la democrazia è un costrutto esclusivamente occidentale) è contestata.
Cresce, come visto, il numero dei paesi democratici fuori dall’Occidente.
L’economista Amartya Sen (“La democrazia degli altri”) sostiene che la democrazia sia patrimonio di
molte civiltà. Il libero dialogo e l’incoraggiamento della discussione pubblica hanno caratterizzato
anche civiltà non occidentali (Califfato di Cordova del X secolo nell’attuale Spagna e il Regno
dell’imperatore Mogul Akbar del XVI secolo nell’attuale India).

 Alcune culture sono particolarmente ostili alla democrazia?


Confucianesimo (Cina, Vietnam, Corea, Singapore, Taiwan, Giappone). Alcuni principi:
Il gruppo (famiglia o stato) ha preminenza sull’individuo, e l’autorità (del capofamiglia o
dell’imperatore) sulla libertà. L’armonia e la cooperazione sono preferiti al disaccordo e alla

competizione. Il conflitto tra idee, gruppi e partiti è visto come illegittimo e pericoloso.
In sintesi, potere politico e morale coincidono per definizione:
la legittimità politica nella Cina confuciana deriva direttamente dall’imperatore, incarnazione della
divinità: pensare che il potere politico possa essere corrotto e richieda controlli ed equilibri
istituzionali sarebbe una contraddizione in termini.

I paesi sotto l’influenza del confucianesimo


Singapore: Lee Kwan Yew (Primo Ministro: 1960-91).
I “valori asiatici”, essenzialmente basati sul confucianesimo, sono contrapposti alla democrazia e
all’Occidente: soppressione del dissenso e della libera circolazione delle idee.
Cina: sotto l’apparenza di un regime comunista si sarebbe realizzato uno stato confuciano,
socialmente conservatore e politicamente autoritario.
Taiwan: la democratizzazione si sarebbe verificata perché la classe politica (Kuomintang) ha perso
prestigio dopo la sconfitta nella guerra civile e la classe imprenditrice locale, autoctona, non
aderirebbe ai principi confuciani.
Corea del sud: la democratizzazione si spiega con la forte diffusione del cristianesimo dopo la
seconda guerra mondiale e la guerra di Corea (1950-53).
A Taiwan e in Corea del sud l’adattamento delle pratiche democratiche ai valori asiatici del
confucianesimo (consenso e stabilità) sarebbe stato possibile grazie ad uno straordinario sviluppo
economico.
Il modello politico prevalente in Asia orientale è stato influenzato dal confucianesimo almeno sino
al 1990: i regimi politici (non solo autoritari, ma anche democratici) sono caratterizzati in questo
periodo dal predominio di un solo partito.

Regimi Autoritari: Regimi Democratici:


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Indonesia (Golkar), Giappone (Liberal Democratic Party),
Taiwan (Kuomingtang), Malesia (Barisan Nasional)
Singapore (People’s Action Party).

Islam, alcuni principi:

Primato dell’etica, Individualismo, avversione alle strutture gerarchiche sono valori compatibili con la

modernità e la democrazia, ma manca una separazione chiara tra comunità religiosa e politica.
Nella versione fondamentalista, i leader politici devono essere praticanti, la legge fondamentale dello stato
deve essere la shari’a, l’ulama (esperto di legge religiosa) deve ratificare tutta la politica governativa.

I Paesi islamici: la situazione politica (Freedom in the World 2019): Not Free 30 (60%)¸ Partly Free 17 (34%),
Free 3 (6%)

La ‘trappola’ delle libere elezioni islamiche

Tesi: La democrazia nei paesi musulmani favorisce l’ascesa al potere dei fondamentalisti religiosi islamici,
che finiranno per instaurare un regime autoritario di tipo teocratico. Alcune recenti esperienze storiche:

 Indonesia (il maggiore paese islamico per popolazione):


L’Islam non è parte del sistema di potere che sostiene il regime militare di Suharto (1965-98).
La lotta contro Suharto è condotta anche da alcune organizzazioni islamiche moderate (Nahdatul
Ulama e Muhammadiya).
Dopo la caduta del dittatore, i leader di queste organizzazioni formano partiti politici non
esplicitamente islamici, aperti a patti con partiti laici
La tolleranza sociale e politica è parte della tradizione religiosa del paese.
Nonostante tensioni e violenze, etniche e religiose, nelle prime elezioni democratiche (1999) i
partiti fondamentalisti islamici raccolgono solo il 3 percento dei voti.

 Iran:
Nel 1997 la componente politica più aperta e antifondamentalista stravince le elezioni politiche
(Khatami 1997-2005).
L’elezione del “falco” Ahmadinejad (2005-2013) è dovuta all’intervento del clero (preselezione dei
candidati, quelli meno tradizionalisti vengono scartati e non partecipano alle elezioni).
Hassan Rouhani (2103-) l’ultimo Presidente eletto è considerato un pragmatico riformista.

 Turchia:
Erbakan (Partito islamico della Prosperità) primo Primo Ministro islamico costretto alle dimissioni
nel 1997 per violazione dell’art. 2 della Costituzione del 1982.
La vittoria di Erdogan (Partito islamico per la Giustizia e lo Sviluppo) nel 2002 viene però accettata
dai vertici militari.
I problemi della democrazia turca, fino a pochi anni fa, risiedevano perlopiù nelle ingerenze dei
militari piuttosto che nelle azioni dei partiti islamici.
Più recentemente si è verificata una deriva autoritaria di Erdogan e del suo partito, legate a
politiche sistematiche rivolte a una maggior islamizzazione della società turca, ma soprattutto alla
corruzione del presidente e alle sue pretese di controllo politico assoluto.

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In generale, lungi dal costituire una trappola, le elezioni democratiche nei paesi islamici sembrano
incoraggiare la comparsa di diverse espressioni politiche dell’Islam, superando la contrapposizione
tra fondamentalismo e laicismo.

1983contentenI limiti agli ostacoli culturali:

Analoghe argomentazioni non hanno retto in passato (Cattolicesimo). Le grandi tradizioni storico-religiose
sono corpi complessi di idee, dottrine e scritti, da cui è sempre possibile estrapolare elementi favorevoli o
contrari ad una cultura politica democratica. Le culture, infine, sono fenomeni dinamici, non statici, si
possono trasformare nel giro di poche generazioni.

II. Gli ostacoli economici alla democratizzazione

I principali ostacoli economici sono povertà e sottosviluppo.


La terza ondata ha beneficiato del grande sviluppo economico, a livello globale, degli anni 50 e 60,
poi c’è stato un rallentamento.
Il rallentamento ha colpito soprattutto Medio oriente, Africa e America latina. In Asia orientale e del
sud la crescita si è mantenuta a livelli più sostenuti.
In alcuni paesi le condizioni economiche per una transizione democratica sono già presenti (es.
Singapore). I paesi a reddito alto (nel 2015, secondo la Banca Mondiale, oltre i 12.736 $ procapite)
e medio-alto (da 4.125 a 12.736 $ procapite) hanno più chance di transitare alla democrazia. Ad
esempio, sono paesi a reddito medio-alto: Algeria, Tunisia, Malesia, Russia, Cuba.

III. La leadership politica

Lo sviluppo economico rende possibile la democrazia. La leadership lo realizza. Singapore (Lee


Kwan Yew) e Haiti (Jean Bertrand Aristide).

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